CATALOGO INTERATTIVO DELLE CERAMICHE FAENTINE
MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE IN FAENZA
CATALOGO INTERATTIVO DELLE CERAMICHE FAENTINE
Il catalogo interattivo permette di esplorare la storia della ceramica faentina, dal Medioevo al XXI secolo, attraverso le opere del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Un viaggio tra le forme e le decorazioni dei diversi secoli, con la possibilità di approfondire le varie tipologie stilistiche tramite tavole sinottiche, immagini e visualizzazioni delle opere a 360°. Un’agile guida divulgativa a supporto di creativi, artigiani e appassionati che si approcciano alla conoscenza del grande mondo della ceramica. Buona lettura!
TIPOLOGIE DELLE CERAMICHE FAENTINE NEI SECOLI
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XIV
XV
XVI
XVII
◊ ARCAICO
◊ ITALO-MORESCO
◊ ALLA PORCELLANA
◊ CALLIGRAFICO
◊ ZAFFERA A RILIEVO
◊ GOTICO-FLOREALE
◊ GROTTESCHE
◊ MOTIVI RINASCIMENTALI
◊ “ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA ◊ ISTORIATO ◊ QUARTIERI ◊ “BIANCHI” DI FAENZA ◊ TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
TIPOLOGIE DELLE CERAMICHE FAENTINE NEI SECOLI
2/2
XVIII
XIX
XX
XXI
◊ MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
◊ MOTIVI POPOLARI
◊ LIBERTY
◊ DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO
◊ PAESAGGI CON FIGURE
◊ RAFFAELLESCO
◊ FUTURISMO
◊ MOTIVI FLOREALI
◊ PITTURA SU CERAMICA
◊ DÉCO
◊ CINESERIE
◊ ESPRESSIONE FIGURATIVA
◊ MOTIVI NEOCLASSICI
◊ INFORMALE
◊ TERRAGLIA
◊ ASTRATTISMO E MINIMALISMO
TIPOLOGIE DEL XIV SECOLO
ARCAICO Datazione XIV secolo. Forme predominanza di forme chiuse. Rivestimento smalto bianco che, nelle forme chiuse, riveste solo l’esterno, generalmente escludendo il piede, rivestito come l’interno da una vetrina trasparente. Nelle forme aperte, lo smalto può essere applicato solo sul recto o sul recto e verso. Non c’è vetrina sullo smalto. Decorazione blu, bruno e verde.
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ZAFFERA A RILIEVO Datazione fine XIV - prima metà XV secolo. Forme predominanza di forme chiuse. Rivestimento smalto bianco che, nelle forme chiuse, riveste generalmente sia l’esterno sia l’interno e nelle forme aperte sia il recto sia il verso. Non c’è vetrina sullo smalto. Decorazione blu e verde generalmente a rilievo, bruno.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
XIV SECOLO
ARCAICO Con maiolica “arcaica” si individua la produzione in ceramica del periodo tardo-medievale dell’Italia centro-settentrionale, connotata prevalentemente da una sobria bicromia bruno e verde, con esemplari anche in blu, che su forme semplici e quasi sempre subordinate ad esigenze di uso domestico (piattelli, ciotole, boccali) elabora, anche su esemplari “graffiti”, un repertorio principalmente composto da motivi geometrici, vegetali (tralci, fiori, palmette), faunistici (pesci, uccelli fantastici), epigrafici e araldici, spesso riferiti a personaggi e famiglie che hanno contrassegnato la storia della città di Faenza. Raramente compare la figura umana.
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
ARCAICO
XIV SECOLO
FORME DELL’ARCAICO
FORME DELL’ARCAICO
S. Gelichi, La Ceramica a Faenza nel Trecento. Il contesto della Cassa Rurale ed Artigiana, Faenza 1992, figg. 40-42
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XIV SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, fig. 1
XIV SECOLO
ZAFFERA A RILIEVO Dalla seconda metà Trecento e per la prima parte del secolo successivo si affermò soprattutto in ambito romagnolo (Faenza), ma anche toscano (area fiorentina, Siena), marchigiano (Pesaro), alto-laziale (Viterbo), la produzione di maioliche dallo smalto particolarmente bianco e brillante, decorate in bruno e blu, quest’ultimo applicato a spessore, da cui la definizione di “zaffera a rilievo”. Questo effetto è il risultato dell’applicazione di un vetro dato a spessore con l’aggiunta di cobalto e talvolta rame, rispettivamente per ottenere il blu o il verde a rilievo. Un effetto decorativo più liquescente connota invece la coeva e affine produzione a “zaffera diluita”. Un ricco repertorio di matrice gotica (lettere, stemmi, animali araldici, figure) si dispiega su albarelli, boccali dal profilo slanciato ed elegante, ampi piatti carenati dalla breve tesa.
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
ZAFFERA A RILIEVO
XIV SECOLO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
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XIV SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Progetto-Faenza: nuovi indirizzi di studio sulle maioliche faentine del Rinascimento. Saggio-campione sulla “zaffera” a rilievo nel Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, in Atti XXIV Convegno Internazionale della Ceramica, Albisola 1994, fig. 10
FORME DELLA ZAFFERA A RILIEVO
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XIV SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Progetto-Faenza: nuovi indirizzi di studio sulle maioliche faentine del Rinascimento. Saggio-campione sulla “zaffera” a rilievo nel Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, in Atti XXIV Convegno Internazionale della Ceramica, Albisola 1994, fig. 10
TIPOLOGIE DEL XV SECOLO
ITALO-MORESCO Datazione prima metà XV secolo. Forme predominanza di forme aperte dagli spessori robusti. Rivestimento smalto bianco che, nelle forme chiuse, riveste sia l’esterno sia l’interno e nelle forme aperte sia il recto sia il verso. Non c’è vetrina sullo smalto. Decorazione blu, bruno, giallo chiaro (“cedrino”) e verde.
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GOTICO-FLOREALE Datazione seconda metà XV secolo. Forme predominanza di forme aperte (piatti, ciotole) dagli spessori piuttosto robusti. Rivestimento smalto bianco che, nelle forme chiuse, riveste sia l’esterno sia l’interno e nelle forme aperte sia il recto sia il verso. Non c’è vetrina sullo smalto. Decorazione arancio, blu grigiastro, bruno, giallo, e verde.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
MOTIVI RINASCIMENTALI Datazione seconda metà XV-inizio XVI secolo. Forme predominanza di forme aperte, con spessori anche molto sottili (“a guscio d’uovo”). Rivestimento smalto bianco che, nelle forme chiuse, riveste sia l’esterno sia l’interno e nelle forme aperte sia il recto sia il verso. Vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, bianco, blu, bruno, giallo e verde. Generalmente al verso di queste ceramiche troviamo un motivo “a calza”.
XV SECOLO
ITALO MORESCO Tra il XIV e il XV secolo giunsero in Italia una notevole quantità di ceramiche dalla Spagna ancora sottoposta alla dominazione degli arabi (Mori), soprattutto dall’area di Valencia. Questo vasellame era molto apprezzato e ricercato, certamente per la buona qualità dello smalto e l’estrema accuratezza della decorazione, ma soprattutto per le preziose iridescenze date dalla tecnica del lustro metallico, di antica tradizione islamica. L’apprezzamento per gli esemplari valenzani e soprattutto il tentativo di evocarne le preziose decorazioni alimentarono già sul finire del XIV secolo e ancor più nella prima metà del Quattrocento i nuovi ornati “italo-moreschi”. Alla dominante blu delle decorazioni si accostano parche tracce di verde, viola e giallo, in sostituzione del lustro dorato, che conferiscono una tonalità fredda al vasellame, da cui la denominazione di “famiglia gotico-floreale a tavolozza fredda” assegnata a questi esemplari. Dalle maioliche valenzane gli artefici faentini derivarono i minuti elementi (foglie di brionia o prezzemolo, girali e puntini, lunghe foglie dentellate), posti a contorno delle tematiche principali, spesso entro formelle “a risparmio”.
ITALO MORESCO
XV SECOLO
FORME DELL’ITALO MORESCO
ITALO MORESCO
XV SECOLO
FORME DELL’ITALO MORESCO
ITALO MORESCO
XV SECOLO
FORME DELL’ITALO MORESCO
ITALO MORESCO
XV SECOLO
FORME DELL’ITALO MORESCO
ITALO MORESCO
XV SECOLO
FORME DELL’ITALO MORESCO
FORME DELL’ITALO MORESCO
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XV SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Maioliche faentine del Rinascimento “famiglia gotico-floreale a tavolozza fredda”: gruppo italomoresco, in Atti XXXIII Convegno Internazionale della Ceramica, Albisola 2001, fig. 3
FORME DELL’ITALO MORESCO
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XV SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, fig. 3
DECORAZIONI DELL’ITALO MORESCO
3/4
XV SECOLO
Tavole sinottiche delle forme e dei motivi decorativi di forme aperte, tratte dall’archivio delle tesi del Liceo BallardiniTorricelli di Faenza
DECORAZIONI DELL’ITALO MORESCO
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XV SECOLO
Tavole sinottiche delle forme e dei motivi decorativi di forme aperte, tratte dall’archivio delle tesi del Liceo Ballardini-Torricelli di Faenza
XV SECOLO
GOTICO-FLOREALE Tematiche goticheggianti continuarono a emergere anche nel corso del secondo Quattrocento con la “famiglia goticofloreale a tavolozza calda”, per l’uso del giallo ocra (“pavona”) al posto di quello “cedrino” della precedente “a tavolozza fredda”. Tematica decorativa ricorrente è un’elegante foglia “accartocciata” con inflorescenza centrale a bulbo, di certa derivazione dalle miniature gotiche. Data la sua facile adattabilità alla morfologia delle maioliche, la “foglia gotica” è spesso agevolmente applicata su fogge sia chiuse (boccali, fiasche, vasi, ecc.) sia aperte (piatti, ciotole, coppe, ecc.).
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
GOTICO FLOREALE
XV SECOLO
FORME DEL GOTICO FLOREALE
FORME DEL GOTICO-FLOREALE
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 4-6
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XV SECOLO
DECORAZIONI DEL GOTICO-FLOREALE
2/3
XV SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, tavv. 72-76
DECORAZIONI DEL GOTICO-FLOREALE
Tavole sinottiche delle forme e dei motivi decorativi di forme aperte, tratte dall’archivio delle tesi del Liceo Ballardini-Torricelli di Faenza.
3/3
XV SECOLO
XV SECOLO
MOTIVI RINASCIMENTALI In parallelo con i temi goticheggianti, la fascinazione per i modelli orientali continuò a riverberarsi sulle produzioni italiane anche nel corso della seconda metà del Quattrocento e oltre. Caratteristici del periodo sono gli ornati “a occhio di penna di pavone” e “a palmetta persiana”. Il passaggio dalla fase gotica a quella rinascimentale determinò un impiego sempre più diffuso della figura umana, dapprima con esiti fortemente idealizzati, come attesta il vasellame “amatorio” con l’effige della persona amata (“bella”), per giungere poi a formulazioni dalla maggiore articolazione e scioltezza narrativa, tipiche del genere “istoriato”. I medesimi motivi rappresentati sulla maiolica si riscontrano anche in esemplari dipinti e “graffiti” su ingobbio. In questa fase di transizione tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, gli artefici faentini realizzano una sintesi dell’arte rinascimentale tra le più felici con un ricco repertorio decorativo, frutto dell’armonica fusione di spunti tratti in special modo dagli ornati dell’architettura classica e rinascimentale.
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
MOTIVI RINASCIMENTALI
XV SECOLO
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
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XV SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 7-8
FORME DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
2/3
XV SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 9-10
DECORAZIONI DEI MOTIVI RINASCIMENTALI
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XV SECOLO
Tavole sinottiche delle forme e dei motivi decorativi dei boccali del recupero “Benati”, tratte dalla tesi di F. Miralles, F. Soria, C. Severi 1993-1994 presso il Liceo Ballardini-Torricelli di Faenza
TIPOLOGIE DEL XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA Datazione XVI secolo. Forme predominanza di forme aperte, simili a quelle dei motivi rinascimentali. Rivestimento smalto bianco o azzurrato (smalto berettino) che riveste l’intera superficie; vetrina sopra smalto. Decorazione monocromia blu, raramente con tocchi in arancio, giallo e verde.
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GROTTESCHE Datazione prima metà del XVI secolo. Forme predominanza di forme aperte, simili a quelle dei motivi rinascimentali. Rivestimento smalto bianco o azzurrato (smalto berettino) che riveste l’intera superficie; vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, bianco, blu, bruno, giallo, verde, tracciati su fondo campito in blu intenso o arancio.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA Datazione XVI secolo. Forme predominanza di forme aperte. Rivestimento smalto azzurrato (smalto berettino); vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, bianco, blu, bruno, giallo e verde.
ISTORIATO Datazione prima metà del XVI secolo. Forme predominanza di forme aperte. Rivestimento smalto bianco o azzurrato (smalto berettino) che riveste l’intera superficie; vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, bianco, blu, bruno, giallo, verde.
TIPOLOGIE DEL XVI SECOLO
QUARTIERI Datazione dagli anni ’20 agli anni ’70 del XVI secolo. Forme forme chiuse (vasellami da farmacia come albarelli, fiasche, brocche, pillolieri e vasi globulari) e forme aperte (specialmente coppe e “crespine”). Rivestimento smalto bianco che riveste l’intera superficie; vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, bianco, blu, bruno, giallo e verde.
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“BIANCHI” DI FAENZA Datazione seconda metà XVI secolo – secolo XVII. Forme predominanza di forme aperte ad imitazione dei coevi modelli in metallo. Rivestimento smalto bianco distribuito in grosso spessore su tutta la superficie; non c’è vetrina sopra lo smalto. Decorazione arancio, blu, bruno e giallo, detta “compendiaria”.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI Datazione XVI-XVII secolo. Forme predominanza di forme aperte. Rivestimento smalto bianco o azzurrato (smalto berettino); vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, blu, bruno, giallo e verde.
XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA Con l’avvento del Cinquecento si assistette all’inarrestabile successo della porcellana cinese della dinastia Ming, diffusa in tutta Europa tramite i contatti e i commerci con il mondo orientale. Il suggestivo prodotto esotico ispirò ai maiolicari faentini la creazione di una delicata decorazione, in monocromia blu su fondo bianco, detta “alla porcellana” con minuti e naturalistici motivi vegetali disposti prevalentemente in eleganti tralci e ghirlande. Vasellami da tavola e forme per lo più aperte, come ciotole e piattelli, dalle superfici sempre più sottili, cercarono di emulare l’effetto dei manufatti orientali, senza conoscere ancora il “segreto” della porcellana.
ALLA PORCELLANA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ALLA PORCELLANA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
XVI SECOLO
GROTTESCHE Sul finire del XV secolo la scoperta delle pitture murali presenti nei resti della Domus Aurea di Nerone (le cosiddette “grotte”), offrì agli artisti rinascimentali un fantastico compendio decorativo composto da animali mostruosi, figurine stravaganti, busti, cornucopie, delfini, girali e cherubini. La decorazione a “grottesche”, inizialmente dipinta a Faenza in policromia o su fondo arancio, si impose successivamente con una tonalità monocroma azzurra, lumeggiata in bianco, su fondo blu scuro. La raffinata veste decorativa venne prevalentemente dipinta sulle tese di piatti, a cornice di stemmi nobiliari, singole figure, scene istoriate o “trofei” d’armi, armature e strumenti musicali. Fu questo il momento in cui i maestri faentini perfezionarono uno smalto tinto con l’ossido di cobalto, detto “berettino”, dal caratteristico colore grigio-azzurro.
GROTTESCHE
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
GROTTESCHE
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
GROTTESCHE
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
GROTTESCHE
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
GROTTESCHE
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA La produzione rinascimentale della maiolica di Faenza si distinse per l’utilizzo di un particolare smalto grigio-azzurro detto “berettino”, sul quale si svilupparono elaborate composizioni di nodi, girali, foglie, festoni e frutta. Tale decorazione era nota nelle carte d’epoca con il termine “vaghezze e gentilezze” per la sua delicata eleganza cromatica e ornamentale. Raffinate maioliche, quali piatti, vasi, calamai e ciotole, vennero dipinte con cura calligrafica con festoni di foglie che richiamavano i modelli robbiani, “arabeschi” di gusto orientale e mazzi di frutta con pere, pigne, pomi e melograni.
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
“ARABESCHI”, FESTONI E FRUTTA
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
XVI SECOLO
ISTORIATO Agli inizi del Cinquecento, il sempre più stretto legame della maiolica italiana con la pittura e la cultura contemporanea, aprì la strada ad un nuovo genere che per il suo stile narrativo è detto “istoriato”. La figura umana divenne protagonista della scena, dapprima con singoli personaggi semplificati, per poi giungere a composizioni più articolate. Su vasellami di pregio e piatti ornamentali, detti “da pompa”, si disposero rappresentazioni pittoriche con scene bibliche, mitologiche o di storia romana, tratte da illustrazioni di libri e stampe, ispirate dalla pittura coeva, in particolare dalle opere di Raffaello, attraverso le riproduzioni di Marcantonio Raimondi. Il migliore interprete faentino di questo genere è considerato Baldassare Manara. Il genere figurato comprese anche una circoscritta ma pregevole produzione di piccole opere scultoree e in bassorilievo, perlopiù con funzione di calamaio, con soggetti sia sacri sia profani, realizzate tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
ISTORIATO
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
XVI SECOLO
QUARTIERI Attorno alla metà del Cinquecento trovò ampia diffusione il genere decorativo a “quartieri”, caratterizzato da una fitta decorazione a scomparti regolari su fondo policromo, solitamente in arancio, blu e verde, ognuno arricchito da diversi elementi a fogliami, girali o grottesche. La veste decorativa, elegantemente condotta come un tessuto, ricopre per intero la superficie maiolicata, incorniciando sovente medaglioni centrali con amorini, figure o busti di santi, cavalieri e personaggi dell’antichità classica. Tra le forme più in voga si trovano i vasellami da farmacia e la “crespina”, la tipica coppa umbonata a corpo baccellato, modellata a stampo, in uso a Faenza in diverse tipologie decorative per tutto il XVI secolo. La vivacità cromatica del periodo continuò anche in uno stile dal gusto più corrente, con un ampio mercato locale, detto “geometrico fiorito”, con rombi e losanghe accostati e intrecciati nella vigorosa bicromia blu e giallo-arancio.
QUARTIERI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
QUARTIERI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
QUARTIERI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
QUARTIERI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
QUARTIERI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
XVI SECOLO
“BIANCHI” DI FAENZA Il primato faentino si confermò nella seconda metà del Cinquecento con la fortunata tipologia dei “bianchi” di Faenza che determinò un sostanziale cambiamento nel linguaggio formale e pittorico su maiolica. Vennero realizzate nuove e ricercate fogge, ispirate alle coeve arti dell’argenteria, caratterizzate da uno smalto bianco sempre più coprente e applicato a spessore. La decorazione, qualora presente, si connota per una marcata essenzialità della cromia e del segno in stile “compendiario”, per poi declinarsi nel corso del XVII secolo in rapide soluzioni di gusto popolare. Numerosi servizi e arredi da tavola vennero commissionati dalle più facoltose famiglie europee e le maioliche di Faenza divennero famose in tutta Europa con il termine “faïence”. Legata alla maniera pittorica “compendiaria” cinquecentesca si sviluppò la decorazione a “raffaellesche” o a “grottesche” su fondo bianco, ispirata agli affreschi di Raffaello nelle Logge Vaticane. Un’ulteriore variante decorativa dei “bianchi” fu il genere detto “a ricamo” dalla simmetrica e leggera trama ornamentale, ispirata ai pizzi di eleganti tessuti, largamente impiegata sia nei vasellami da tavola, sia nei corredi da spezieria.
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
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“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
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“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
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“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
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“BIANCHI” DI FAENZA
XVI SECOLO
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 432 (fig. 109c)
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XVI SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 421 (figg. 4-6)
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 434 (fig. 110d)
FORME DEI “BIANCHI” DI FAENZA
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 430 (fig. 108i)
2/2
XVI SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 444 (fig. 115b)
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza nelle raccolte del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza, Faenza, Agenzia polo ceramico, 1998, p. 471 (fig. 125d)
XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI Cospicue committenze di stoviglie d’uso comune vennero richieste in maniera quasi seriale dalle comunità religiose locali già a partire dal XV secolo. Nel corso del Cinquecento, ciotole, piatti e boccali presentarono ornati con sobrie girali di foglie d’ulivo e bacche, che facevano da contorno a simboli, emblemi e monogrammi dei specifici conventi o ordini ecclesiali di appartenenza. Ampia fu inoltre la produzione di corredi personali con le lettere iniziali del religioso a cui erano destinati. Insieme ai vasellami maiolicati, furono commissionate ceramiche ingobbiate nella variante “graffita”, o dipinte in monocromia o a marmorizzazioni. In parallelo a questo filone, si diffuse, verso la fine del Cinquecento e per tutto il secolo successivo, la produzione di targhe devozionali, dipinte in policromia o modellate a rilievo con madonne e santi protettori, dallo spiccato gusto popolare. Tra le rappresentazioni più in voga trovarono posto i culti locali, in particolare la Beata Vergine delle Grazie, patrona della città di Faenza, raffigurata nella classica posa con le braccia aperte e le sei frecce spezzate strette nelle mani, a simboleggiare la liberazione nel 1412 della città dalla pestilenza.
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
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TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
TEMI CONVENTUALI E DEVOZIONALI
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 11-13
1/3
XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 14-16
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XVI SECOLO
FORME DEL XVI SECOLO
G.C. Bojani, Per una storia della ceramica di Faenza. Materiali dalle mura del Portello, vol. II – Allegato, Faenza 1997, figg. 17-18
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XVI SECOLO
C. Ravanelli Guidotti, Faenza-faience: “Bianchi” di Faenza, Ferrara, Belriguardo, 1996, p. 6 (fig. 1)
TIPOLOGIE DEL XVII SECOLO
CALLIGRAFICO Datazione secolo XVII. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco e azzurrato (smalto berettino) a grosso spessore o ingobbio bianco. Decorazione arancio, blu, bruno e giallo.
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TIPOLOGIE NEI SECOLI
XVII SECOLO
CALLIGRAFICO Il graduale evolversi dello stile “compendiario” dei “bianchi” di Faenza confluì nel XVII secolo in un minuto e raffinato repertorio detto “calligrafico”. Animato da un vivace e folto repertorio di animali, uccelli, insetti, rami fogliati e frutta, è prevalentemente dipinto in monocromia blu su smalto bianco, a richiamo delle pregiate porcellane cinesi “bianche e blu” di epoca Ming. Sono inoltre noti vasellami con una tavolozza di colori più ampia con tocchi di arancio, giallo e verde. Oltre che su stoviglie da tavola e cospicui corredi da farmacia, si riscontra tale tipologia anche su mattonelle pavimentali, rivestite come un naturalistico tappeto, a testimonianza della lunga tradizione che legò la maiolica di Faenza all’arredo pavimentale almeno dalla fine del XV secolo.
CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
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CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
CALLIGRAFICO
XVII SECOLO
TIPOLOGIE DEL XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU Datazione prima metà XVIII secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco e azzurrato (smalto berettino) a grosso spessore. Decorazione monocromia blu.
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PAESAGGI CON FIGURE Datazione seconda metà del XVIII secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco. Decorazione arancio, azzurro, blu, bruno, giallo e verde.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
MOTIVI FLOREALI Datazione seconda metà del XVIII secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco. Decorazione arancio, blu, bruno, giallo, oro, rosso-porpora, e verde.
CINESERIE Datazione seconda metà del XVIII secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco e leggermente azzurrato. Decorazione arancio, blu, bruno, giallo, rosso e verde.
TIPOLOGIE DEL XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI Datazione ultimo quarto XVIII secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco. Decorazione arancio, blu, bruno, giallo, oro, rosso-porpora e verde.
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TERRAGLIA Datazione seconda metà del XVIII secolo – XIX secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento vetrina sopra l’impasto bianco. Decorazione a decalcomania.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU Peducci / All’olandese L’avvio del Settecento favorì un rapido rinnovamento dei repertori decorativi faentini. La migliore produzione di maioliche venne realizzata, a partire dal 1693, dalla fabbrica dei Conti Ferniani, indiscussa protagonista per due secoli del panorama artistico della città. Su un’ampia varietà di fogge, spesso ispirate alle nuove forme rococò, si dispone un’aggraziata decorazione, caratterizzata da un semplice giro di “peducci” attorno all’orlo. Tale veste decorativa deriva dai motivi a merletto e si presenta su manufatti dal morbido e denso smalto bianco o azzurro, spesso a cornice di stemmi nobiliari su grandi piatti celebrativi “da pompa”. Nella tematica degli ornati in monocromia blu i maiolicari faentini idearono, specialmente su servizi da tavola, un ulteriore genere decorativo detto “all’olandese” (o francoolandese) per il forte richiamo al gusto europeo tipico dei motivi a “broderies” e a “rocailles”, caratterizzato da larghe fasce di corolle e ventagli a ornamento dei bordi delle maioliche.
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
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MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
MOTIVI IN MONOCROMIA BLU
XVIII SECOLO
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE Castelletto / Rovine con figura / Giardino con vaso e colonna spezzata / Paesino giallo La manifattura Ferniani ideò intorno alla metà del ‘700 leggiadre decorazioni di gusto arcadico, con paesaggi ideali e scene campestri, spesso accompagnate da figure di cacciatori e viandanti in abiti settecenteschi. Tra i motivi decorativi più diffusi si distinsero le vedute di “castelletti” o “paesini” con torri svettanti, entro uno spazio caratterizzato da esili alberelli e disseminato di volatili e insetti. Tra i migliori maestri del momento della fabbrica Ferniani si distinse il cosiddetto “Pittore del 1740”, specializzato in scene dalla forte carica narrativa, in un’ampia produzione che comprense anche caffettiere, cioccolatiere e le caratteristiche trembleuse (tazzine da passeggio che si incastrano nell’incavo del piattino). In pieno stile rococò vennero proposte vedute di “paesini” in monocromia gialla con palme e fiori esotici, in un felice connubio di elementi orientali e occidentali. Inoltre il richiamo dell’antichità classica, particolarmente in voga nella seconda metà del XVIII secolo, per gli scavi archeologici di Pompei, ispirò la raffigurazione di “rovine” con templi e colonne spezzate (“rovine con figura” e “giardino con vaso e colonna spezzata”).
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
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PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
PAESAGGI CON FIGURE
XVIII SECOLO
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI Fiore di patata / Fiorazzo / Alla rosa / Mazzolino con tulipano La decorazione a fiori naturalistici fu uno dei filoni ornamentali più in voga nella seconda metà del ‘700. In linea con le principali manifatture europee la fabbrica Ferniani propose un compendio di elementi floreali dipinti in delicati effetti cromatici. Motivi decorativi detti a “fiori di patata”, “fiorazzo”, “mazzolino con tulipano”, presentano vivaci e aggraziati bouquet di fiori di campo sulle fogge più in uso dell’epoca, come caffettiere, vassoi e piatti sagomati. A partite dal 1777 la manifattura faentina, ispirandosi alle tonalità delle raffinate porcellane europee, ampliò la gamma dei colori con l’introduzione di un’ulteriore cottura detta “a terzo fuoco” (o “a piccolo fuoco”). Attraverso una cottura a temperatura più bassa, intorno ai 700°C, successiva alle prime due infornate richieste dalla maiolica per la cottura dell’argilla e poi della smaltatura, si ottenne il prezioso colore rosso-porpora tipico del fortunato motivo “alla rosa”.
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
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MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
MOTIVI FLOREALI
XVIII SECOLO
XVIII SECOLO
CINESERIE Pagoda o Casotto / Garofano / Peonia / Giardinetto / Giardino con balaustra Il Settecento fu il secolo delle innovazioni tecnologiche in campo ceramico, in Germania venne scoperto il segreto della porcellana (il caolino) e la sua produzione si diffuse rapidamente in Europa con immediato successo. A Faenza la manifattura Ferniani, in linea con le mode dell’epoca, interpretò su maiolica le suggestioni orientali, dette “cineserie”. Esotici edifici immersi in paesaggi lagunari vennero raffigurati nel motivo detto a “pagoda” o “casotto”, mentre l’influenza delle porcellane giapponesi Imari ispirò ornati dai fantasiosi fiori orientali a “peonia” e a “garofano”. Immaginari giardini esotici furono inoltre proposti nei decori detti a “giardinetto” e “giardino con balaustra”.
CINESERIE
XVIII SECOLO
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CINESERIE
XVIII SECOLO
CINESERIE
XVIII SECOLO
CINESERIE
XVIII SECOLO
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CINESERIE
XVIII SECOLO
CINESERIE
XVIII SECOLO
CINESERIE
XVIII SECOLO
CINESERIE
XVIII SECOLO
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI Comerio / Rovine / All’incensiere / Ghianda e Festone / Foglia di vite Durante il periodo neoclassico venne recuperato un gusto più sobrio attraverso un equilibrato rapporto fra la linearità delle fogge e l’eleganza cromatica dei nuovi motivi. Il forte richiamo alla classicità ispirò raffinate decorazioni come il motivo a “rovine”, con rappresentazioni di reperti dell’antichità, e il decoro detto “all’incensiere” in pieno stile impero. Servizi da tavola vennero inoltre proposti con eleganti decorazioni dette alla “ghianda” con “festone” e alla “foglia di vite”, motivi decorativi che si ritrovarono in parallelo anche negli affreschi dei palazzi dell’aristocrazia faentina dell’epoca. Autore eccellente dell’età neoclassica fu Filippo Comerio, abile pittore lombardo, che durante il suo periodo di permanenza a Faenza collaborò con la manifattura Ferniani, realizzando maioliche di ispirazione classica di elevata qualità e intensità espressiva. Tra le sue opere più belle si distinsero quelle dipinte in un brillante verde entro contorni neri, prontamente detto “verde Comerio”.
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
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MOTIVI NEOCLASSICI
XVIII SECOLO
XVIII SECOLO
TERRAGLIA Nel Settecento si assistette all’introduzione di un nuovo materiale importato dall’Inghilterra: la terraglia. La moda per il nuovo prodotto, che cercava di imitare il candore della porcellana, si affermò immediatamente in tutta Europa sia per la duttilità dell’impasto, che consentiva di creare varie forme a costi inferiori rispetto alla porcellana, sia per il colore avorio in perfetta sintonia con i canoni di purezza ed eleganza del gusto neoclassico. Con questo materiale vennero eseguiti per tutto il secolo successivo servizi da tavola, piccole sculture con soggetti mitologici, vasi ornamentali e manufatti traforati o a rilievo. Sulla terraglia, generalmente lasciata nel suo colore naturale priva di decorazioni, dalla prima metà dell’Ottocento verranno applicate rapide decorazioni a decalcomania.
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TERRAGLIA
XVIII SECOLO
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TERRAGLIA
XVIII SECOLO
TIPOLOGIE DEL XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI Datazione seconda metà XIX secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto o ingobbio bianco; con o senza vetrina sopra smalto o ingobbio. Decorazione arancio, azzurro, blu, bruno, giallo, rosso e verde.
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RAFFAELLESCO Datazione ultimo quarto XIX secolo. Forme corrispondenza di forme aperte e chiuse. Rivestimento smalto bianco; con o senza vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, azzurro, blu, bruno, giallo, nero, rosso, verde e viola.
TIPOLOGIE NEI SECOLI
PITTURA SU CERAMICA Datazione ultimo quarto XIX secolo. Forme predominanza di forme aperte. Rivestimento smalto o ingobbio bianco; con o senza vetrina sopra smalto. Decorazione arancio, azzurro, blu, bruno, giallo, marrone, nero, rosa, rosso, verde e viola.
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI Scozzese / Foglia di vite blu / Fiorato e altri temi Le decorazioni ottocentesche faentine furono caratterizzate da uno spiccato gusto popolare. Le raffinate e naturalistiche tematiche del XVIII secolo vennero rielaborate in larghe e libere pennellate colme di colore, ottenendo un’ininterrotta fortuna per tutto l’800 e oltre. Il vivace genere detto a “fiorato” trova così le sue premesse nei delicati motivi floreali settecenteschi, mentre il motivo a “foglia di vite blu” risulta una riproduzione più andante della neoclassica “foglia di vite”. La decorazione in monocromia blu è inoltre utilizzata nel motivo geometrico detto “alla scozzese” e in ornati con ampie girali di foglie, in particolare sui tipici boccali romagnoli a corpo sferico. In linea con le decorazioni in voga nell’Italia settentrionale si sviluppò dalla seconda metà del secolo il motivo a “uccelletto”.
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
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MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
MOTIVI POPOLARI
XIX SECOLO
XIX SECOLO
RAFFAELLESCO Nella seconda metà dell’Ottocento le principali manifatture faentine crearono, in pieno clima “revival” storicista, ceramiche ispirate ai repertori più fortunati del Cinquecento. Il crescente interesse verso la grande stagione della maiolica italiana sviluppò una corrente artistica di imitazione stimolata da un appassionato collezionismo. Il culto del Rinascimento coinvolse tutta la produzione italiana e a Faenza vennero realizzate eclettiche maioliche dipinte a “raffaellesche” con raffinato virtuosismo tecnico su fastose fogge, quali anfore e grandi piatti.
RAFFAELLESCO
XIX SECOLO
RAFFAELLESCO
XIX SECOLO
RAFFAELLESCO
XIX SECOLO
RAFFAELLESCO
XIX SECOLO
RAFFAELLESCO
XIX SECOLO
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XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA Sul finire dell’Ottocento si sviluppò a Faenza una vera e propria scuola di “pittura su ceramica”. I pittori maiolicari si dedicarono con grande maestria alla raffigurazione di paesaggi e ritratti. Attraverso una tecnica di decorazione che consentì di ottenere sulla ceramica risultati simili alla pittura a olio e ad acquarello, vennero dipinte scene con grande verismo e ispirate alla maniera contemporanea dei “macchiaioli”. Si trattò di una produzione che permise alla ceramica di affrancarsi dalla mera funzione pratica che da secoli l’accompagnava per essere apprezzata come complemento d’arredo in borghesi dimore ottocentesche. Tra gli artisti che più si distinsero si ricordano Achille Farina, Antonio Berti, Tomaso Dal Pozzo e Angelo Marabini.
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
PITTURA SU CERAMICA
XIX SECOLO
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TIPOLOGIE DEL XX SECOLO
LIBERTY
FUTURISMO
TIPOLOGIE NEI SECOLI
DÉCO
ESPRESSIONE FIGURATIVA
TIPOLOGIE DEL XX SECOLO
INFORMALE
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ASTRATTO E MINIMALISMO
TIPOLOGIE NEI SECOLI
XX SECOLO
LIBERTY I primi decenni del XX secolo furono caratterizzati da una grande vitalità artistica nella città di Faenza. Le personalità artistiche più brillanti dell’epoca aderirono al richiamo del clima Liberty. Primo fra tutti si distinse Domenico Baccarini, geniale autore che seppe portare nuova linfa creativa alle arti faentine di inizio secolo in una produzione che esaltava la linea sinuosa, le ascendenze floreali, naturalistiche e in particolare l’universo femminile. Attorno all’artista si radunò il “cenacolo baccariniano” con l’intento di attuare un rinnovamento delle arti figurative e applicate, rivitalizzando le tecniche e le tematiche.
LIBERTY
XX SECOLO
Achille Calzi Pannello con pesci e ninfee 1906-1910 maiolica Fabbriche Riunite di Ceramiche o Società Ceramiche Faentine
LIBERTY
XX SECOLO
Fabbriche Riunite di Ceramiche Cache-pot con figure fluttuanti (Cache-pot con ondine) 1903-1908 ca. maiolica a lustro
LIBERTY
XX SECOLO
Fabbrica Fratelli Minardi Vaso con fiori d’aglio 1908 ca. maiolica
LIBERTY
XX SECOLO
Fabbrica Fratelli Minardi Piattino 1910 ca. maiolica
LIBERTY
XX SECOLO
Domenico Baccarini Volata di donne (Teoria di fanciulle) 1909-1910 ca. (da modello del 1903) terracotta parzialmente maiolicata
XX SECOLO
FUTURISMO Dal 1928 al 1929 Faenza partecipò per un breve ma intenso periodo all’esperienza futurista tramite le botteghe di Mario Ortolani, Anselmo Bucci, Riccardo Gatti. Quest’ultimo collaborò con i principali esponenti del movimento, primo fra tutti Giacomo Balla, realizzando pregevoli manufatti dai disegni originali, come il celebre servizio da caffè dall’inusuale forma esagonale a richiamo del bullone meccanico, in pieno stile modernista. I disegni futuristi, dai tratti precisi, geometrici e dai toni squillanti vennero proposti su ceramiche. In questo modo, l’audace spirito d’avanguardia dell’epoca aggiornò il manufatto tradizionale alle nuove richieste della modernità, con proposte decorative e formali in linea con i sofisticati gusti contemporanei.
FUTURISMO
XX SECOLO
Riccardo Gatti Vaso con cicogne 1928-1929 maiolica
FUTURISMO
XX SECOLO
Pippo Rizzo Ardito 1929 maiolica Bottega Ortolani
FUTURISMO
XX SECOLO
Giacomo Balla Servizio da caffè per 8 persone 1929 maiolica Bottega Gatti Visualizza a 360°
XX SECOLO
DÉCO Il Déco fu uno stile di vita, un gusto che portò all’esaltazione dell’alto artigianato e del saper fare. Gli artisti del primo Novecento furono dediti alla ricerca di soluzioni contemporanee e innovative per le loro produzioni e i densi secoli di storia e tradizione del passato furono le fondamenta necessarie per interpretare e rivitalizzare stilemi antichi in proposte moderne. Precursore del déco fu certamente Achille Calzi, visionario, poliedrico artista che seppe anticipare stilemi poi adottati negli anni Venti. Tra gli esiti meglio riusciti di innovazione e riattualizzazione del passato si trovano le opere di Domenico Rambelli. Ispirandosi alla tradizione faentina riprese il motivo della “zaffera a rilievo” del XIV secolo per interpretarlo con sensibilità moderna in una ricerca di forme e smalti. Richiami decorativi con arabeschi orientaleggianti ed elementi esotici si affermarono invece nelle opere di Pietro Melandri e Francesco Nonni, con esiti di eleganza formale e finezza estetica.
DÉCO
XX SECOLO
Anselmo Bucci Vaso 1947 Maiolica a lustro
DÉCO
XX SECOLO
Pietro Melandri Vaso Alhambra 1929 ca. maiolica
DÉCO
XX SECOLO
Francesco Nonni Corteo orientale 1925 maiolica
DÉCO
XX SECOLO
Giovanni Guerrini Servizio di coppe da gelato 1925 ca. maiolica e argento
DÉCO
XX SECOLO
Domenico Rambelli Vaso 1923 maiolica Visualizza a 360°
DÉCO
XX SECOLO
Achille Calzi Gorgona 1918 maiolica
XX SECOLO
ESPRESSIONE FIGURATIVA Il secondo dopoguerra in Italia e in Europa fu un periodo ricco di vitalità con un avvicendarsi di poetiche, stili e figure eccezionali. Dopo la chiusura del Ventennio, che comunque aveva significato un approfondimento sia di tematiche classico moderne sia di proposte d’avanguardia, l’Italia artistica visse una rinata vitalità che coinvolse soprattutto le giovani generazioni. La rottura con l’immediato passato evidenziò una voglia di conoscenza, di confronto, di incontro con le coeve esperienze internazionali anche in ambito ceramico. Il fervido clima permeato dalla ricerca di novità e sperimentazione confluì a Faenza nell’espressione figurativa di artisti quali Angelo Biancini, Domenico Matteucci, Germano Belletti.
ESPRESSIONE FIGURATIVA
XX SECOLO
Domenico Matteucci Figura di donna per ornamento di fontana da giardino 1952 maiolica
ESPRESSIONE FIGURATIVA
XX SECOLO
Angelo Biancini Soldati romani (dormienti) di guardia al Santo Sepolcro 1957 maiolica
ESPRESSIONE FIGURATIVA
XX SECOLO
Germano Belletti Donna con pesce 1959 maiolica
XX SECOLO
INFORMALE L’esperienza informale iniziò dalla metà degli anni ’50 e rappresentò una rivoluzione stilistica che rifondò il sistema linguistico dell’arte a favore di una nuova concezione e definizione della materia e del gesto artistico. A Faenza furono diversi gli artisti che aderirono già dagli anni ’60 all’informale, proseguendo nella produzione fino agli ’90. Carlo Zauli tentò di arginare il brutalismo materico dei suoi anni con perfezioni esecutive e un’ideale di composta, classica eleganza; Alfonso Leoni utilizzò la trafila per creare i suoi “Flussi” dalle linee avvolgenti; Ivo Sassi concentrò la sua energia creativa in opere ceramiche dalla precisa autonomia formale. Vanda Berasi detta Muky fu una delle prime donne artiste dell’informale, scelta e supportata dal grande teorico dell’informale Francesco Arcangeli.
INFORMALE
XX SECOLO
Vanda Berasi detta Muky L’estate 1961 maiolica
INFORMALE
XX SECOLO
Carlo Zauli Vaso 1962 grès smaltato
INFORMALE
XX SECOLO
Ivo Sassi Era Tecnologica 1969 maiolica
INFORMALE
XX SECOLO
Alfonso Leoni Scatto flessuoso e tornio – Flusso 1972 maiolica Visualizza a 360°
XX SECOLO
ASTRATTISMO E MINIMALISMO La dimensione astratta e minimalista della scultura si avvertì dalla metà degli anni ’60 quando avvenne un rinnovamento e una conseguente indagine della “forma” ceramica, come rivestimento o intervento architettonico. Questa dimensione astratto-concettuale emerse soprattutto nelle opere di natura modulare, fino a quelle legate a forme rivisitate e talvolta essenziali. Tra gli esponenti faentini si ricordano Guerrino Tramonti, Alfonso Leoni, Fulvio Ravaioli, Emidio Galassi. Le poetiche artistiche dagli anni ’70 in avanti assorbono il clima di contestazione dei movimenti giovanili. Minimalismo, pop art, astrattismo, concettuale, ma anche un rinnovato interesse per la pittura su ceramica e ritorno al figurativo, soprattutto dalla metà degli anni ’80.
ASTRATTISMO E MINIMALISMO
XX SECOLO
Fulvio Ravaioli Vaso 1968 grès smaltato
ASTRATTISMO E MINIMALISMO
XX SECOLO
Emidio Galassi Ara nera 1983 refrattario con ingobbi
ASTRATTISMO E MINIMALISMO
XX SECOLO
Guerrino Tramonti Vaso doppio cratere 1963 grès porcellanato smaltato
ASTRATTISMO E MINIMALISMO
XX SECOLO
Alfonso Leoni Oggetto pieno 1968 maiolica
TIPOLOGIE DEL XXI SECOLO
DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO
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TIPOLOGIE NEI SECOLI
XXI SECOLO
DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO Le poetiche dell’attualità trovano una metamorfosi radicale nell’approccio all’opera d’arte ceramica. Non è più solo la materia ad avere un ruolo principe: i linguaggi della contemporaneità (fotografia, installazione, suono, letteratura, video) interagiscono e concorrono a creare la dimensione poetica dell’opera, più coerente alle necessità dell’oggi. Gli artisti contemporanei dialogano attraverso le loro opere o installazioni con temi legati all’attualità e alla società. Fondamentale è inoltre la collaborazione, in maniera sempre più sistematica, tra artisti, architetti e designer in una ricerca funzionale e al passo con le nuove esigenze della modernità.
DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO
XXI SECOLO
Andrea Salvatori Waiting on the moon 2008 semirefrattario, porcellana
DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO
XXI SECOLO
Nero (Alessandro Neretti) I nuovi apostoli ovvero Paesaggi Economico-Strutturali 2011 terraglia smaltata, grès porcellanato, carta, legno
DESIGN, ARTIGIANATO ARTISTICO
XXI SECOLO
Denis Santachiara Manifattura Sottosasso Nader 2015 semigrès smaltato Visualizza a 360°
MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE IN FAENZA
Sito del MIC di Faenza
e-book design Rocco L. Modugno coordinamento Valentina Rachiele