STORIE|CAMBIAMENTI
Aurora Visentin
UNA MILANESE A PARIGI
unamilaneseaparigi.com di Laura Della Badia Dare una svolta alla propria vita, cambiando città, anzi anche Paese, lasciando alle spalle una storia finita e abbracciando il nuovo all’orizzonte: è successo 10 anni fa ad Aurora, avvocato milanese che si è trasferita nella “Ville Lumière” dove era stata per l’Erasmus e che le era rimasta nel cuore. Il desiderio di raccontare e la passione per la scrittura l’hanno portata ad aprire un blog, che negli anni è cresciuto, insieme alla sua vita. Oggi Aurora è mamma di tre bambine, avvocato tra Parigi e Milano, e continua a raccontare le sue città (Milano e Parigi) nel suo delizioso blog unamilaneseaparigi.com, ricco di spunti sulla vita culturale, mondana e lo shopping. Potevamo non intervistarla? Partiamo dalla tua vita milanese. Com’era e perché, poi, hai cambiato città? Ero un giovane avvocato, la mia vita era quella della classica milanese: aperitivo al Lacerba o al Rattazzo, cena alla Trattoria toscana, alla Taverna Moriggi, pranzo alla Pesa, dopo teatro al Santa Lucia, weekend in montagna d’inverno e al mare in primavera. Ho cambiato città, come capita spesso, a causa di un mal d’amore. Avevo concluso una lunga storia travagliata e passionale ed ho deciso di affrontare la sofferenza cercando un cambiamento totale. A Parigi avevo già diversi amici, perché avevo studiato lì per 6 mesi durante l’Erasmus e mi sono lanciata.
10 • Milano Moms
Come sono stati i primi tempi? Hai avuto difficoltà ad ambientarti? Ambientarmi è stato facile, perché conoscevo già diversi parigini e la cultura francese mi aveva affascinato fin da piccola (a Milano ero un’assidua frequentatrice del palazzo delle Stelline e del centro culturale francese). Più difficile trovare un lavoro per un profilo 100% italiano come il mio. Parliamo del lavoro allora… Ho inviato 100 curriculum, non uno di più non uno di meno. Mi ero data 6 mesi di tempo per trovare uno studio legale. Quasi allo scadere del termine mi contattò uno studio internazionale, che mi prese. Iniziai da collaboratrice e poi divenni socia. Cosa ti è piaciuto, fin da subito, di Parigi? Di Parigi mi è sempre piaciuta la vitalità, le mille occasioni culturali che vengono offerte ogni giorno, l’eleganza degli hausmanniani, la particolarità dei negozi di fiori. Cosa invece ti ha fatto sentire nostalgia dell’Italia? Sentivo la mancanza degli affetti, degli amici di una vita, della nostra cultura culinaria, del pranzo domenicale in famiglia.