L'isola | Progetto di Laurea I livello in Design

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Anno Accademico 2017/2018

L'isola Progetto per un luogo d'incontro, di relax, di pausa dalla vita quotidiana

Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate

Tesi di Diploma di Miriam Saviano

Scuola di Progettazione Artistica per l'Impresa

Matr. 01286

Corso di Diploma Accademico

Relatore Prof. Paolo Parea

di Primo Livello in Design

Accademia di Belle Arti legalmente riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.


Indice PREMESSA

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I BENEFICI DEL MARE

3

LA TALASSOTERAPIA

4

IL MESSAGGIO CROMATICO

6

IL PROGETTO L’ISOLA

9

ARCO

10

CIMA

11

MEDUSA

12

BAR

13

TAVOLE PROGETTO

14

RENDER

29

RIFERIMENTI

32

RINGRAZIAMENTI

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Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama. [Alessandro Baricco, Oceano Mare]

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Premessa Questo progetto nasce da un’analisi introspettiva. Alla ricerca di ispirazione e soprattutto di una linea guida, ho creato una raccolta di immagini, fotografie, poesie, libri, canzoni. Tutto ciò che sentivo mio e che mi facesse sentire quella scintilla di ispirazione che, se colta, avrebbe acceso l’idea. Ha così preso forma un insieme di materiali eterogenei, ma che in conclusione mi ha portato in una direzione: quella del mare. Il concetto di mare è grande quanto il mare stesso ed ha tantissime sfaccettature da prendere in considerazione quando lo si vuole studiare. Può essere amichevole, rilassante, brillante, caldo, ma può essere anche spaventoso, insidioso, gelido. Non comprende solo l’acqua, ma anche la sabbia, il sole, l’ara, le creature che lo abitano, e perfino quelle che dal mare sono attratte. Per questo progetto, ho preso di questi molteplici aspetti quelli che riguardano l’effetto che il mare ha sull’uomo. Sul corpo e sull’animo. In particolare, ho studiato la talassoterapia come cura per il corpo, e la cromoterapia come cura per la mente. Ho infine ideato un luogo da cui si possa osservare il mare come fosse un dipinto: attraverso una cornice. Ma al tempo stesso viverlo, quasi all’aperto, schermati dall’ambiente circostante quanto basta. Gli arredi all’interno di questa struttura sono anch’essi al servizio dell’osservatore: ispirati dall’acqua e dalle sue forme, vogliono rendere l’esperienza più naturale possibile, fornendo delle situazioni di totale apertura in modo da poterne usufruire in solitudine oppure in compagnia, facendo pur sempre parte di un unico pubblico.

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I Benefici del Mare Il mare ha sempre attratto l’uomo con la sua capacità di rigenerare il corpo e lo spirito. Dagli antichi fino ad oggi, è considerato un luogo di guarigione e rifugio dal peso della quotidianità. Il merito di questo effetto benefico va attribuito non solo all’acqua stessa del mare, ma anche al clima, al sole, all’aria e persino ai colori e alle esperienze che si vivono in questo luogo. Si tratta infatti di un ambiente che coinvolge tutti i sensi, capace di inondare lo spettatore di sensazioni che difficilmente si ritrovano altrove. Vissuto da ogni individuo in modo diverso, il mare stesso è in continuo mutamento: le maree, il susseguirsi delle stagioni, la volatilità della sabbia e la semplice variazione della luce ci offrono man mano filtri diversi attraverso cui vivere questo piccolo universo a se stante. Un essere in continua evoluzione, infinitesimale ed immenso al tempo stesso.

Al di sopra di questo tumulto volano come uccelli spruzzi di rumore, zampilli e controzampilli, bisbigli, fremiti, ceffoni e risatine. Il suono armonico delle altre onde, mescolato al tumulto generale, sovrasta terra, mare e aria.

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Talassoterapia Il termine talassoterapia deriva dal greco thalassa, ossia “mare”, e thérapeia, “trattamento”, e indica la pratica terapeutica che sfrutta l’influsso del clima marino e dell’acqua di mare. In particolare, si tratta di una forma di medicina alternativa che utilizza l’azione combinata di fattori ambientali marini (acqua, sabbia, alghe) e climatici come fonte di cura in grado di restituire benessere al corpo e alla mente. La talassoterapia viene oggi prescritta per alleviare malattie respiratorie e cardio-vascolari, osteoporosi, reumatismi, per facilitare le riabilitazioni post-traumatiche, per prevenire la ritenzione idrica e l’invecchiamento della pelle. Essa inoltre stimola il metabolismo, aiutando a combattere l’obesità e a prevenire i disturbi legati alle ostruzioni arteriose, come l’aumento si grassi e zuccheri nel sangue. Sin da tempi remoti, i popoli antichi sfruttavano le risorse del mare ai fini della cura del corpo e della mente, gettando a propria insaputa le radici di quella che oggi è definita talassoterapia. Persino nell’antica Grecia, Ippocrate di Kos, considerato padre della medicina, studiò l’influsso e le qualità terapeutiche delle varie tipologie di acqua. Difatti, ai Greci erano già noti gli effetti delle acque sulfuree sui dolori articolari o muscolari, ed erano soliti utilizzare i bagni in acqua calda come cura. Ippocrate si cimentò nella stesura di quello che è stato definito il primo trattato di medicina della storia, il Corpus Hippocraticum, affermando che <<non è possibile che un’acqua assomigli a un’altra;

alcune sono dolci, altre salate e astringenti, altre ancora derivano da sorgenti calde>>. Oltre ai Greci, altri popoli come i Fenici, gli Egiziani e i Romani si affidavano agli effetti benefici del mare: in Egitto usavano esporsi al sole per rinvigorire il corpo e purificare la pelle, mentre nella Roma antica per curare artrite e obesità. La pratica della talassoterapia prese una svolta verso il campo della medicina moderna quando nel 1791 il medico inglese Charles Russel utilizzò per la prima volta in maniera ufficiale l’ambiente marino nel campo medico, in uno stabilimento a Brighton in Inghilterra, in seguito alle sue intuizioni e osservazioni su come il mare potesse essere uno strumento terapeutico in grado di portare un netto miglioramento nelle patologie dermatologiche dei pazienti da lui studiati. Fu solo nel 1865, però, che venne coniato il termine talassoterapia, ad opera del medico francese Jacques de la Bonnardière. Il primo centro europeo di talassoterapia venne finalmente fondato nel 1899 a Roscoff, in Francia, dal dottor Louis Bagot, che confermò la veridicità dell’idroterapia marina e la rivoluzionò scaldando l’acqua di mare. Il riconoscimento di questa pratica come disciplina vera e propria si realizzò del 1904 a seguito delle ricerche del biologo francese René Quinton esposte nell’opera L’eau de mer, milieu organique (“L’acqua di mare, mezzo organico”). Egli partì dall’assunto che l’origine della vita è marina ed il mare sopravvive in noi come in qualsiasi essere vivente.

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Oggi la talassoterapia trovan sempre più utilizzo nella cura del benessere fisico e mentale, nell’estetica, e nella semplice prevenzione. Essa si compone infatti di diversi elementi benefici che combinati giovano all’intero organismo. Prima di tutto, come afferma lo pneumologo pediatrico e presidente dell’American Thoracic Society Thomas W. Ferkol in un’intervista al Wall Street Journal, <<A differenza di quando si è a casa, in spiaggia si è più fisicamente attivi, cosa che smuove la situazione e ci fa sentire meglio. Il rumore del vento e dell’avvicendarsi delle onde può rilassarti […], al punto da risultare in migliori abitudini di riposo>>. Egli attribuisce infatti il benessere derivato dall’esposizione al mare non tanto agli effetti del sole o dell’aria, ma al cambio di routine e all’attività fisica a cui siamo necessariamente sottoposti. Esistono anche dati che confermano il fatto che respirare aria salmastra aiuti a ripulire i polmoni. Nel 2006 in Australia dei ricercatori hanno somministrato ai pazienti affetti da fibrosi cistica una soluzione salina ipertonica per via inalatoria, in seguito ai diversi racconti di pazienti che affermavano di respirare meglio dopo aver fatto surf. Il risultato fu che i malati avevano meno infiammazioni al livello polmonare e necessitavano di un minor utilizzo di antibiotici, con un’efficacia però a breve termine. L’ambiente marino ha un’azione anche sul modo in cui respiriamo: a causa dello stress e dei ritmi frenetici, nella maggior parte dei casi le persone tendono ad avere un’ampiezza di respirazione molto ridotta, in quanto i muscoli respiratori e il diaframma sono contratti dalla tensione. Introdurre meno aria nei polmoni significa trasportare meno ossigeno a organi e tessuti, riducendo la carica energetica e l’attività cerebrale. La pressione dell’atmosfera marina, solitamente elevata, favorisce invece una respirazione lenta e profonda, portando un aumento dell’ossigenazione del sangue e una diminuzione della frequenza cardiaca. Respirando meglio, infatti, si ossigena di più il sangue, che scorre così

anche più facilmente aiutando a combattere cellulite e ritenzione idrica. Inoltre, si eliminano l’eccesso di anidride carbonica e di inquinanti dai polmoni. Un risultato migliore si ottiene infatti recandosi in località marine piccole e lontane dalle grandi città, dove il livello di inquinamento è sensibilmente ridotto e la quantità di agenti irritanti e dannosi per introdotti nelle vie respiratorie è minore. Il principale elemento curativo della talassoterapia è ovviamente l’acqua. Quella marina è la più completa acqua minerale esistente in natura, in quanto possiede quasi tutti gli elementi presenti anche nel nostro organismo, come la vitamina E ed alcuni microorganismi che rilasciano sostanze antivirali e antibatteriche. Oltre ad essere ottima per la pelle, nuotare nell’acqua salata aiuta a ridurre problemi di ritenzione idrica e a migliorare il sistema circolatorio, oltre che il tono muscolare. Alle giuste temperature, il calore dell’acqua favorisce la vasodilatazione, favorendo la circolazione venosa linfatica, aumentando i globuli rossi e regolarizzando i valori di potassio. Grazie alle proprietà benefiche del mare si possono attenuare alcune malattie della pelle come psoriasi, eczemi, acne seborroica e dermatiti. Se il mare ha notevoli benefici per la cura di alcune malattie, anche il sole, con le dovute precauzioni, contribuisce ad uno stato di benessere. Secondo Patrizia Teofoli, Dirigente dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, <<l’esposizione ai raggi ultravioletti induce importanti e positivi effetti biologici inclusi la sintesi di vitamina D, la sintesi di molecole con proprietà immunomodulanti d’importanza terapeutica per chi è affetto da alcune dermatiti (psoriasi, dermatite atopica) ed inoltre aumenta i livelli di serotonina, un mediatore sintetizzato nel sistema nervoso, responsabile del tono dell’umore. Ciò spiegherebbe l’effetto positivo del sole sul tono dell’umore ed il fatto che spesso i disturbi depressivi e del ritmo del sonno siano frequentemente stagionali poiché legati alle variazioni di luce solare>>.

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il Messaggio Cromatico Se si considera la conoscenza immediata ed elementare, si può affermare che senza i colori molti aspetti del mondo non potrebbero essere appresi e rilevati. La loro presenza consente infatti un’esaltazione delle forme, e quindi una loro più efficace percezione. I colori in natura costituiscono una primordiale esperienza estetica dell’essere umano, e da sempre vengono utilizzati per esprimere sentimenti, stati emotivi e passionali. Come afferma il poeta, saggista e critico inglese Leigh Hunt, <<la natura comunica il dono di sé all’essere umano attraverso esperienze percettive e sensoriali nelle quali il colore gioca una funzione essenziale. La natura alla quale ci riferiamo non è solo quella esterna all’essere umano, ma è anche interna alla sua stessa fisiologia. La natura ci ha donato i colori attraverso “processi naturali” che sono dentro e intorno a noi>>. La capacità dell’uomo di vedere i colori dipende dalla struttura psicofisiologica dell’organismo, in particolare dai recettori visivi. L’interpretazione di un colore deriva quindi anche dai suoi effetti sul sistema nervoso, capaci di provocare sensazioni non solo visive ma anche sensoriali: quando si parla di colori caldi o freddi, è perché alcuni colori provocano effettivamente una diversa percezione della temperatura. Ad esempio, a parità di temperatura, una stanza dalle pareti arancioni viene percepita più calda rispetto ad una dalle pareti azzurre. Ma la psiche umana non dipende solo da fattori neurologici, bensì da un complesso sistema di energie consce e inconsce, caratterizzato da fantasie, desideri, affetti. Tale argomento viene studiato da Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo svizzero, rinomato per essere una delle principali figure intellettuali del pensiero

psicologico e psicoanalitico. Nel 1912 egli pubblica il suo testo fondamentale Wandlungen und Symbole der Libido (“La libido: simboli e trasformazioni”), nel quale illustra la sua teoria chiamata "psicologia analitica" o "psicologia del profondo". Secondo Jung esiste una psiche oggettiva che contiene le radici ancestrali di ogni psiche individuale. Quest’ultima si è formata nel corso dei millenni sulla base di visioni ed esperienze archetipiche, ossia universali, primordiali ed atemporali: il sole, la luna, la terra, le piante e gli animali, ma anche la sofferenza, il piacere, la nascita e la morte. Da queste esperienze nascono i simbolismi cromatici specifici di ogni cultura. I colori del cielo, del fuoco, della terra e di tutte le manifestazioni della natura sono infatti impressi nella mente umana ed esercitano su di essa un’influenza sin dagli esordi della specie. Nello studio dei fenomeni fisiologici che sono alla base delle manifestazioni psicologiche elementari, ossia la psicofisiologia, si afferma che le emozioni si manifestano nell’organismo e nella psiche su tre livelli: al livello neurovegetativo generando fenomeni spontanei ed involontari nel corpo (aumento della pressione, accelerazione o diminuzione battito cardiaco, cambiamento del diametro della pupilla); al livello sintomatico ed espressivo manifestandosi più o meno spontaneamente nell’espressione del viso, nei movimenti del corpo, e perfino sulla pelle (il colorito dell’incarnato come indice di salute); infine al livello cognitivo le emozioni vengono indagate rispetto ai significati e alle interpretazioni a cui sono collegate, in base al contesto culturale e intellettuale. A questo livello le molteplici tonalità di colore vengono associate alle molteplici sfumature delle emozioni.

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Eppure sin dall’antichità gli effetti dei colori sull’animo e sul corpo erano noti. Nell’antico Egitto i nomi dei colori ne identificavano le proprietà e funzioni: il nero era simbolo di fertilità, il giallo rappresentava la divinità solare, il rosso indicava un’energia positiva o negativa in quanto associato al sangue ed al fuoco. I Greci accomunavano i colori agli elementi fondamentali della terra, dell’aria, del fuoco e dell’acqua, i quali a loro volta erano associati agli umori (o “fluidi del corpo”) generati dall’organismo umano: la bile gialla prodotta dalla milza, il sangue rosso prodotto dal cuore, il flegma bianco prodotto dal fegato e la bile nera prodotta dal cervello. L’equilibrio di questi liquidi in un soggetto ne indicava la salute, al contrario, lo sbilanciamento risultava nella malattia. Anche in India la medicina ha sempre tenuto conto dell’influenza dei colori sulla salute dell’uomo. Secondo delle teorie filosofiche che riprendono la medicina ayurvedica, i chakra, ossia i centri di energia associati alle principali ghiandole del corpo, sono sette e corrispondono ai sette colori dell’arcobaleno. Ognuno di questi è riconducibile a delle proprietà benefiche. Allo stesso modo i Cinesi affidavano il proprio benessere fisico all’azione dei vari colori coprendo le finestre delle camere dei malati con dei teli del colore adeguato alla patologia da cui era affetto e addirittura i suoi indumenti dovevano essere della stessa tinta. Nel corso del XIX secolo in Europa, si sviluppa un forte e crescente interesse per lo studio dei colori, a partire dall’ideazione del cerchio cromatico del francese Michel Eugène Chevreul per classificare le diverse sfumature di colore. Durante questo secolo ed il successivo, il fenomeno del colore viene osservato da studiosi ed intellettuali secondo due correnti di pensiero: una positivista, strettamente legata alla visione scientifica, ed

una romantico-idealistica, incentrata sulle sensazioni ed i sentimenti. Di questa seconda visione è un esponente Johann Wolfgang Von Goethe, scrittore, poeta, drammaturgo e studioso tedesco che nel 1808 pubblica lo scritto Zur Farbenlehre (“La teoria dei colori”) nel quale infatti dichiara che <<agli uomini, il colore dona, in genere, grande diletto. L’occhio ne ha bisogno come ha bisogno della luce. Si ricordi il sollievo che si prova quando, in una giornata di foschia, il sole splende su qualche tratto di paesaggio rendendone visibili i colori.>> L’approccio alla percezione e all’esperienza alla base della psicologia della Gestalt, introdotta agli inizi del XX secolo, viene traslato sullo studio dei colori. Si indaga allora la corrispondenza tra colori e sensazioni, e si accostano suoni, forme, stati emotivi. L’obiettivo della ricerca è una teoria cromatica oggettiva. Riferendosi appunto all’esperienza, nel 1944 l’ungherese György Kepes, designer, pittore, insegnante e teorico dell’arte, pubblica Language of Vision (Il linguaggio della visione): <<alle impressioni retiniche si sovrappone istantaneamente il ricordo di esperienze precedenti. Il blu suggerisce subito il cielo azzurro, il verde l’erba verde e il bianco la neve bianca […] Questa sovrapposizione della memoria tende anche a mantenere inalterato il colore-oggetto malgrado i cambiamenti di illuminazione […] Sembra che il colore risieda negli oggetti del tutto indipendentemente dall’illuminazione>>. Anche secondo Kepes, quindi, la ricezione visiva dei colori è contemporanea alla loro associazione con le esperienze comuni dell’uomo. Afferma infatti che la comunicazione visiva è un’esperienza universale, al di sopra di lingue e culture, e può essere percepita dal colto come dall’illetterato.

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Oggi si confuta il carattere universale e indipendente di queste associazioni, che non sono radicate nell’uomo, ma che dipendono da una cultura estetica e simbolica ben precisa, proprio come asserisce l’artista e filosofo francese Hervé Fischer: <<la sensibilità individuale ai colori, ai gusti, ai loro valori simbolici costituisce un linguaggio sociale i cui codici e le cui ideologie dipendono dall’evoluzione delle strutture sociali […] Oggi si ha la tendenza a dimenticare, sotto l’effetto dell’ideologia dominante, che gli usi dei colori sono stati regolamentati molto probabilmente durante i millenni da codici sociali (soprattutto religiosi) molto rigidi, legati a degli obblighi e a delle proibizioni ed espressi secondo un linguaggio simbolico che precisava esaustivamente i significati e le caratteristiche tonali di ogni colore e dei suoi rapporti con ciascuno degli altri colori.>> Le ricerche sulla percezione umana ed i suoi effetti sulla cognizione e sul comportamento sono ancora numerose al giorno d’oggi, ma nonostante ciò i processi psicologici attraverso cui opera il colore non sono stati esplorati completamente. Nell’ articolo Blue or Red? Exploring the Effect of Color on Cognitive Task Performances (“Blu o Rosso? Esplorando l’effetto del colore sulle prestazioni delle attività cognitive”) pubblicato nel 2009 sulla rivista Science, Ravi Mehta e Rui Zhu della Sauder School of Business, espongono dettagliatamente una serie di sei esperimenti condotti al fine di dimostrare che i colori rosso e blu, quelli più considerati in questi tipi di ricerche, attivano diverse reazioni e conseguentemente migliorano le prestazioni in diversi tipi di compiti cognitivi. I teorici del colore credono che il rosso venga associato ai concetti di pericolo ed errore, mentre il blu ad immagini di apertura, pace e tranquillità. Per questo motivo la percezione del rosso tende ad aumentare le prestazioni in attività incentrate sui dettagli, invece la visione del blu incoraggia i soggetti ad usare un approccio innovativo e più creativo.

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L’Isola L’Isola è un piccolo universo in cui lo spettatore può rifugiarsi dalla frenesia del mondo esterno. Il suo fulcro è costituito da una cornice in legno di recupero, sospesa tra le sedute ed il mare, che convoglia l’attenzione verso l’orizzonte e valorizza il paesaggio marino. Attorno ad essa si sviluppa l’intera struttura, avvolgendola attraverso delle pareti curve che offrono all’utente un riparo dagli agenti esterni senza annullarne le qualità e gli effetti. La struttura e gli arredi nascono dalla volontà di recuperare e riutilizzare i materiali tipici dell’ambiente marino, in particolare il legno, le reti da pesca e le corde nautiche in disuso. L’isola è pensata come un luogo di ritrovo, dove recarsi da soli o in compagnia ed immergersi nell’atmosfera calda e rilassante della spiaggia. La struttura è anche dotata di una piccola zona bar al servizio degli ospiti. Le sedute sono riparate dal sole diretto grazie ad una copertura composta da degli ovali di tessuto che, sovrapponendosi, ricreano con la loro ombra l’effetto del riverbero della superficie del mare. Il bancone e la zona retrostante sono invece totalmente al riparo dagli agenti atmosferici, grazie ad una copertura di assi di legno di recupero ondulare che ricreano il movimento delle onde, aggiungendo un tocco in più all’ambiente.

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Arco La serie Arco nasce dalla forma di un’onda, poi riformulata e stilizzata e si compone di due tipologie di sedute e tre variazioni di tavolini: una seduta alta ed una bassa, che offrono diverse soluzioni di utilizzo; un tavolino alto, uno medio ed uno basso, che possono essere accostati o inseriti nelle sedute, venendo in contro alle necessità che differenti livelli di seduta pongono e suggerendo una relazione nella disposizione dei diversi elementi. Entrambe le sedute si compongono di una struttura continua che forma due semicerchi orientati sull’asse verticale collegati tra loro. Nella prima tipologia di seduta, l’altezza della struttura raggiunge i 50cm, mentre nella tipologia di seduta bassa si raggiungono i 25cm. Al tubolare è fissata una rete che va a formare il piano di seduta o eventualmente uno schienale. Infatti, questa struttura è collegata ad un’ulteriore imbottitura rettangolare che poggia sul pavimento, offrendo molteplici possibilità di utilizzo del prodotto. Per quanto riguarda i tavolini, per le tre tipologie viene ripresa la sagoma del semicerchio, adattata a seconda delle diverse altezze, per poi essere estrusa creando l’effetto di un unico solido.

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Cima La serie Cima è composta da una poltroncina ed un tavolino basso. Come potrebbe suggerire il nome, l’elemento caratterizzante di questa serie è la corda nautica utilizzata per legare le strutture agli elementi dei singoli arredi. La seduta della poltroncina è formata da un tubolare circolare di metallo al cui interno è fissata una rete elastica, che ha la funzione di accogliere l’utente in modo confortevole. La struttura tubolare ha un’inclinazione tale da fungere nella parte alta da schienale e nella parte più bassa da sostegno per la seduta. Questa è saldata ad altri due tubolari che costituiscono le gambe e che seguono la curva della seduta. È proprio alla congiunzione di questi elementi che la cima si avvolge, dando l’effetto che sia essa stessa il metodo di fissaggio. Il tavolino riprende la struttura della poltroncina: un tubolare circolare accoglie il piano appoggio di legno, che presenta delle rientranze in corrispondenza della cima, in modo da esaltarne i dettagli.

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Medusa La serie Medusa si ispira, appunto, a questa creatura marina dalle meravigliose e particolari forme e consistenze. Essa si compone di due elementi: uno sgabello ed un tavolino alti. In entrambi i componenti, la figura dei tentacoli viene semplificata e riprodotta nella struttura: una serie di tubolari di metallo disposti a cerchio ne ricrea la disposizione. Le gambe portanti sono all’effettivo solo tre, mentre gli altri tubolari si interrompono a diverse altezze dal suolo, evocando il caratteristico movimento dei tentacoli. Per riproporre la forma della cupola vengono utilizzate invece tecniche alternative. Per lo sgabello, questa è rappresentata dall’imbottitura della seduta che, appositamente esagerata, ne riprende il profilo curvo. Per quanto riguarda il tavolino, invece, la curva viene quasi abbandonata per favorire la funzione e l’utilizzo del piano di appoggio. Utilizzando però il plexiglass per ricrearne la trasparenza e immaterialità, il rimando non va perduto.

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Bar

Il bancone e la consolle della piccola zona bar sono progettati per contenere al loro interno il necessario per l’attività, insieme alle mensole incassate nella parete di fondo. La linea distintiva dei due mobili contenitori sono le assi di legno di recupero ondulato che, grazie alla loro forma e dimensione irregolare, richiamano il movimento dell’acqua del mare. La consolle è incassata nella parete di fondo ed occupa lìintera distanza tra le due porte d’ingresso del locale. Il bancone segue l’asse degli ingressi rastremandosi frontalmente, in modo da convogliare il cliente direttamente al centro della struttura.

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L’isola

Progetto per un luogo d’incontro, di relax, di pausa dalla vita quotidiana

L’Isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

14

00


195

195

128 61

127

50

92

40

410

10

94

15

200

PROSPETTO ANTERIORE

18

50

8 12

280

77

300

10

40

329

236

40

235

40

PROSPETTO POSTERIORE

90

110

18

72

90

115

230

300

490

358

10 60

40

942

880

943 943

40

890 890

195

40

40 40

410

CORNICE E ARREDI

LEGNO DI RECUPERO

40

COMPENSATO MARINO

90

PAVIMENTAZIONE

18 18

ROVERE

40

TRAVI E PILASTRI

34

PROSPETTO SINISTRO TESSUTO

358

COPERTURA

162

ARREDI

RETE DA PESCA 18

L’Isola è un piccolo universo in cui lo spettatore può rifugiarsi dalla frenesia del mondo esterno. Il suo fulcro è costituito da una cornice in legno di recupero, sospesa tra le sedute ed il mare, che convoglia l’attenzione verso l’orizzonte e valorizza il paesaggio marino. Attorno ad essa si sviluppa l’intera struttura, avvolgendola attraverso delle pareti curve che offrono all’utente un riparo dagli agenti esterni senza annullarne le qualità e gli effetti. La struttura e gli arredi nascono dalla volontà di recuperare e riutilizzare i materiali tipici dell’ambiente marino, in particolare il legno, le reti da pesca e le corde nautiche in disuso. L’isola è pensata come un luogo di ritrovo, dove recarsi da soli o in compagnia ed immergersi nell’atmosfera calda e rilassante della spiaggia. La struttura è anche dotata di una piccola zona bar al servizio degli ospiti. Le sedute sono riparate dal sole diretto grazie ad una copertura composta da degli ovali di tessuto che, sovrapponendosi, ricreano con la loro ombra l’effetto del riverbero della superficie del mare. Il bancone e la zona retrostante sono invece totalmente al riparo dagli agenti atmosferici, grazie ad una copertura di assi di legno di recupero ondulare che ricreano il movimento delle onde, aggiungendo un tocco in più all’ambiente.

300 300

880

230

195

358 358

40

PLANIMETRIA SCALA 1:50

92

L’Isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

15

282

40

490

Presentazione

Planimetria, Prospetti, Materiali misure in cm

40

01


Ø15

201

890

Ø8

Ø15

491

Ø15 Ø15

Ø1

203

Ø8

Ø1 5 ØØ1 15 5

57 40

175

PLANIMETRIA COPERTURA

225

225

175

5

Ø8 Ø8

40

942

10 30

20

335

25

Copertura composta da assi di legno di recupero da 10cm di spessore con un’estremità ondulata, alternate ad assi da 20cm dalla forma regolare. L’effetto complessivo richiama l’immagine di una serie di onde che si sovrappongono.

20

2200

68 8 668

40

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

16

Coperture

20

Struttura composta da elementi dalla forma ovale di 68 varie dimensioni, posizionati a diverse altezze. Un tubolare dal diametro di 15mm sostiene il tessuto impermeabile bianco. Gli elementi sono fissati tra di loro e ulteriormente ad una rete di tiranti agganciata alle travi in legno del locale. Al passaggio della luce del sole, proiettano ombre simili al riverbero della superficie marina.

Planimetria, Dettagli, Render misure planimetria in cm, dettagli in mm

02


40

Le pareti laterali si compongono di una serie di assi dallo spessore di 25cm, Esse sono modellate seguendo una curva in pianta, modificandone progressivamente la profondità. Allo stesso modo ogni asse differisce dalla precedente in altezza, andando a ricreare una curva crescende che si va a compiere della parete di fondo della struttura. Ogni asse è intermezzata da uno spaziatore in legno massello che permette di fissare le assi l’une alle altre e di mantenerne la posizione.

40

129

40

800

18

15 3

79

211

359

221

SEZIONE A’-A SCALA 1:50

490

10 60

130

75

360 40

40

15

265

18

213

230

SEZIONE B’-B SCALA 1:50

La parete di fondo è composta da una serie di assi di legno dello spessore di 40cm dispooste lungo una curva, che va ad accogliere al suo interno la zona del bar, L’altezza varia seguendo la curva crescente che parte dalle pareti laterali. La serie è interrotta dall’inserimento di due blocchi degli ingressi. tra i due infissi, invece, le assi mantengono un’altezza costante di 230cm,

Parquet di compensato marino. Le plance sono fissate su una base di magatelli in legno massello tramite dei ganci di acciaio ad essi avvitati.

B

A

A’

B’

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

17

Dettagli Struttura Sezioni, Dettagli misure in cm

03


45 90 175

Percorso clienti

277

200

90

200

30

Percorso dipendenti

123

90

SPECIFICHE TECNICHE Cavo: PVC Diffusore: Tessuto idrorepellente Dimensioni: 820x532x98mm/ 660x420x100mm/ 392x260x66mm Potenza: 4W Flusso Luminoso: 350 lumen Grado di Protezione IP65

225

225

175

231

Spazi serviti

213

141

367

78

259

461 192

356

232

20 57

SPECIFICHE TECNICHE Marca: Silamp Corpo: Alluminio, grigio chiaro Diffusore: Policarbonato Dimensioni: 150x1800mm Potenza: 48W Flusso Luminoso: 4800 lumen Grado di Protezione IP65 40

434

Spazi serventi

40

358

138

40

800

18

162

SEZIONE A-A’

890 10 10 20 20

40

123

74

490

15

18

220

266

SEZIONE B-B’

943

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

18

Percorsi, Spazi ,Illuminazione Planimetrie, Sezioni, Render misure in cm

04


VISTA SUPERIORE

Bar

602

602

602

60

R1

R1

76 7

689

622

60

852

3122 345

2523

0

688

254 1815

20

R5 5

R1

960

860

345

306

60

VISTA POSTERIORE

3122

960

2523

VISTA LATERALE

VISTA FRONTALE

996

3122 690

1043

1835

244

1835

244

960

20

420

50

La struttura è dotata di una piccola zona bar. Il bancone e la consolle sono progettati per contenere al loro interno il necessario per l’attività, insieme alle mensole incassate nella parete di fondo. La linea distintiva dei due mobili contenitori sono ile assi di legno di recupero ondulato che, grazie alla loro forma e dimensione irregolare, richiamano il movimento dell’acqua del mare.

30

306

254

860

345

3122

50

30

420

1043

L’isola

Design A.A. 2017/2018

960

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

19

Bar

Proiezioni Ortogonali, Render misure in mm

05


2306

963

963

1916

1916

15 950

950 15

450

69

0 20

950

2306

VISTA SUPERIORE R2

0 20

R

R2

00

R

00

69

450

950

963

69

963

2306

963

963

476

476 476

476 476

476 476

15

476

950

69

69

450

950

1916

R2

00

00

R2

476

476

476

476

VISTA POSTERIORE 4061

4061

2306

2306

VISTA LATERALE 600

29

852

31

842

842

31

842

31

150

600 450

450

150

52 308

308

30

30

52

852

2306

150

600 450

20

852

20

29

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

Bar

Proiezioni Ortogonali, Render misure in mm

308 420 50 20

06

420

850

50

30

420

52

850

4061

50

20


R10 500

1250

750

1250

600

600

1250

500

450

450

VISTA LATERALE

R25

750

1250

500

480 1250 600

500

50

R10 0 R6

50

0 R6750

50

0

R10

50

50

50

50

0

480 600

R300

250

250

200

200

R300

R25

R10

650

480

R10 650

600

VISTA LATERALE

SEDUTA ALTA

600

SEDUTA BASSA

600

600

VISTA FRONTALE

600

50

650

R10

R10

0 R6

650

500

R10

VISTA FRONTALE

R10

R10 1250

600

600

600

La serie Arco nasce dalla forma di un’onda, poi riformulata e stilizzata. Comprende due tipologie di sedute e tre variazioni di tavolini: una seduta alta ed una bassa, che offrono diverse soluzioni di utilizzo; un tavolino alto, uno medio ed uno basso, che possono essere accostati o inseriti nelle sedute, venendo in contro alle necessità che differenti livelli di seduta pongono e suggerendo una relazione nella disposizione dei diversi elementi. Entrambe le sedute si compongono di una struttura a tubolare continuo che forma due semicerchi orientati sull’asse verticale collegati tra loro. Nella prima tipologia di seduta, l’altezza della struttura raggiunge i 45cm, mentre nella tipologia di seduta bassa si raggiungono i 25cm. Al tubolare è fissata una 750 rete che va a formare il piano di seduta o eventualmente uno schienale. Infatti, questa struttura è collegata ad un’ulteriore imbottitura rettangolare che poggia sul pavimento, offrendo molteplici possibilità di utilizzo del prodotto. Per quanto riguarda i tavolini, per le tre tipologie viene ripresa la sagoma del semicerchio, adattata a seconda delle diverse altezze, per poi essere estrusa creando l’effetto di un unico solido.

600

Arco

R10 750

1250

R10

500

650

1250

VISTA SUPERIORE

VISTA SUPERIORE

L’isola

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21 R10

600

Arco - Sedute

Proiezioni Ortogonali, Render misure in mm

07


SEDUTA IMBOTTITA

VELCRO

TUBOLARE IN FERRO

RETE DI RECUPERO La striscia di velcro cucita alla seduta, viene fatta passare al di sotto del tubolare per poi essere ripiegata su se stessa in modo da fissare insieme i due elementi

La rete viene posizionata sulla struttura. ne vengono poi ripiegati i lembi attorino al tubolare e infine cuciti.

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

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Design A.A. 2017/2018

22

Arco - Dettagli Sedute Esplosi, Render

08


VISTA LATERALE DI SEDUTE E TAVOLINI

La serie Arco offre una vasta libertà di utilizzo grazie al gioco di altezze delle sedute e dei tavolini e alla possibilità di separare la seduta in due elementi, permettendo di trovare la posizione più adatta ad ogni esigenza.

L’isola

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23

Arco - Utilizzo Sedute Dettagli, Render, Prospetti

09


VISTA SUPERIORE

VISTA SUPERIORE

900

15

15

900

TAVOLINO BASSO

520 375

520

520 27 15

375

294 420

0

229 130

130 229

15

130

15

VISTA FRONTALE 130

229

900

900

VISTA LATERALE 130

15

15

77 31

128 228 490

228 490 228 128 490

128

900

15 128 15

900

15

VISTA FRONTALE

10

294 420 146 420

102

146 420

102

900

27 15

27 15

0 128

15

128 15

250

R26

R2

102

250

0

0

250

R26

R26

77 31

R26

40145 50

40 50 145

380

380

0

145

15

R26

1540 50

15

294 420

150

375

520

R2

900

VISTA LATERALE

10

102

146 420

R2

150

376

77 31

520

TAVOLINO MEDIO 900

520

380

130

275

15

376

15 40 50 275 15

0

40 50

R26

275

40 50

15

TAVOLINO ALTO 376

10

102102

150

900

900

900

900 900

900

VISTA SUPERIORE

900

VISTA FRONTALE

900

VISTA LATERALE

900

LEGNO MASSELLO RONDELLE

BULLONI M8

Le due facce laterali sono collegate e tenute in posizione da due assi longitudinali. Queste sono a loro volta asicurate a dei listelli di legno massello. tramite dei bulloni e dei pioli in legno. A questo punto sono inchiodate delle assi di legno riciclato verniciato come copertura.

CHIODO IN LEGNO

BUSSOLA FILETTATA

L’isola

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Design A.A. 2017/2018

24

Arco - Tavolini

Proiezioni Ortogonali, Esplosi dimensioni in mm

10


Cima 668

La serie Cima è composta da una poltroncina ed un tavolino basso. Come potrebbe suggerire il nome, l’elemento caratterizzante di questa serie è la corda nautica utilizzata per legare le strutture agli elementi dei singoli arredi. La seduta della poltroncina è formata da un tubolare circolare di metallo al cui interno è fissata una rete elastica, che ha la funzione di accogliere l’utente in modo confortevole. La struttura tubolare ha un’inclinazione tale da fungere nella parte alta da schienale e nella parte più bassa da sostegno per la seduta. Questa è saldata ad altri due tubolari che costituiscono le gambe e che seguono la curva della seduta. È proprio alla congiunzione di questi elementi che la cima si avvolge, dando l’effetto che sia essa stessa il metodo di fissaggio. Il tavolino riprende la struttura della poltroncina: un tubolare circolare accoglie il piano appoggio di legno, che presenta delle rientranze in corrispondenza della cima, in modo da esaltarne i dettagli.

454

VISTA SUPERIORE

POLTRONCINA

313 503

0

65

2

350

353

R4

775

425

35

448

20

382

20

20

20

503

659

VISTA FRONTALE

VISTA LATERALE

0

0

R250

518

R250

518

13

13

25

R23

R2

R2

R2

25

R4

R4

R2

R23

TAVOLINO 304

304

500

500

VISTA SUPERIORE

L’isola

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

25

305 516

20

305 516

Cima

20 20

20

305 500

430

450

20 450 20

430

56 20

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

VISTA LATERALE

450

450

56

VISTA FRONTALE

20

20

305

20

500

Proiezioni Ortogonali, Prospettiva, Render misure in mm

11


RETE DI RECUPERO PIANO IN LEGNO DI RECUPERO

BUSSOLA FILETTATA TONDINO ONDULATO LINGUETTA DI FISSAGGIO

TUBOLARE SEDUTA BULLONE M8

TUBOLARE GAMBE

TUBOLARE GAMBE

Il tavolino Cima riprende la stessa struttura della poltroncina: un tubolare circolare funge da sostegno per il piano in legno di recupero. Il piano poggia su delle linguette saldate al tubolare ed è fissato tramite dei bulloni. Anche in questo caso, la cima avvolge i punti in cui i tubolari del piano e delle gambe entrano in contatto, messa in risalto dalla linea del piano che si restringe per lasciargli spazio.

La struttura della poltroncina Cima si compone di un tubolare circolare a cui vengono saldati due tondini metallici ondulati. A questi viene poi fissata la rete che funge da piano di seduta. L’inclinazione di 40° consente al’utente di assumere una posizione più rilassata. Le gambe sono invece formate da due distinti tubolari, ognuno dei quali comprende una gamba anteriore ed una posteriore, seguendo l’arco della seduta a cui sono saldati. Tratto distintivo della serie è la cima nautica che avvolge i punti di giunzione della struttura, fungendo in questo modo anche da bracciolo.

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

26

Cima - Dettagli Esplosi

12


109

Ø3

Medusa

61

Ø4 01 Ø440 Ø20

109

Ø3

TAVOLO

La serie Medusa si ispira, appunto, a questa creatura marina dalle meravigliose e particolari forme e consistenze. Essa si compone di due elementi: uno sgabello ed un tavolino alti. In entrambi i componenti, la figura dei tentacoli viene semplificata e riprodotta nella struttura: una serie di tubolari di metallo disposti a cerchio ne ricrea la disposizione. Le gambe portanti sono all’effettivo solo tre, mentre gli altri tubolari si interrompono a diverse altezze dal suolo, evocando il caratteristico movimento dei tentacoli. Per riproporre la forma della cupola vengono utilizzate invece tecniche alternative. Per lo sgabello, questa è rappresentata dall’imbottitura della seduta che, appositamente esagerata, ne riprende il profilo curvo. Per quanto riguarda il tavolino, invece, la curva viene quasi abbandonata per favorire la funzione e l’utilizzo del piano di appoggio. Utilizzando però il plexiglass per ricrearne la trasparenza e immaterialità, il rimando non va perduto.

61

Ø4 01 Ø440 Ø20

VISTA SUPERIORE

80

672 650 564

400

840

690

890

1123

890

1090

1123

940 20

134

80

20

134

672 650 564

109 Ø4

VISTA FRONTALEØ443

00

VISTA LATERALE

Ø20

109 Ø4 00 Ø443

SGABELLO

Ø20

VISTA SUPERIORE VISTA FRONTALE 502 480

160

VISTA LATERALE

650

700

483

20

550

860

400

327

353

20

550 160

860

400

327

502 480

Relatore: Prof. Paolo Parea Candidato: Miriam Saviano

Design A.A. 2017/2018

27

Medusa

Proiezioni Ortogonali, Render misure in mm 353

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

13


BULLONI M8

SEDUTA IMBOTTITA

PIANO IN PLEXIGLASS PIANO IN LEGNO DISTANZIATORI IN GOMMA BUSSOLE FILETTATE TUBOLARE IN ACCIAIO TUBOLARE DI SOSTGNO BUSSOLE FILETTATE BULLONI M8

TUBOLARE RINFORZO GAMBE

TUBOLARE POGGIAPIEDI

TUBOLARE GAMBE TUBOLARE GAMBE

Lo sgabellodella serie Medusa conta dodici gambe, ma sono solo tre quelle che sorreggono il peso. Queste sono saldate ad un tubolare circolare, su cui poggia un piano in legno fissato con dei bulloni M8, che va a sostenere la seduta imbottita. Un ulteriore tubolare poggiapiedi circonda le gambe e le rafforza.

Il tavolino si serve della stessa struttura dello sgabello, ridimensionata in base alle esigenze. All’interno del cerchio formato dalle gambe, è saldato un tubolare che rafforza la struttura e ne previene il cedimento. Un ulteriore tubolare circolare sostiene il piano in plexiglass, a cui è avvitato. Tra il metallo ed il plexiglass sono presenti dei distanziatori in gomma per evitare lo sfregamento.

L’isola

Tesi di Diploma Accademico di Primo Livello in

GAMBE Relatore: Prof. Paolo Parea

Design A.A. 2017/2018

Candidato: Miriam Saviano

28

Medusa - Dettagli Esplosi, Render

14


29


30


31


Riferimenti BIBLIOGRAFIA

SITOGRAFIA

Baricco Alessandro, Oceano Mare, Universale Economica Feltrinelli, Milano 2010

Bretagna, http://www.bretagna.com

Beston Henry, The Outermost House. A Year of Life on the Great

Il Corriere, “Le origini dei colori” di Corona Perer, Corriere del Trentino, www.pressreader.com/italy/corriere-del-trentino/20101015/281852934928318

1949

Il Font, https://www.ilfont.it

Brunelli Pier Pietro, Il Messaggio Cromatico. Semiotica e Psicologia della Comunicazione a Colori, Ikon Editrice, Milano 2010

Gogo Terme, https://www.gogoterme.com

Luzzatto Lia – Pompas Renata, Conoscere e Capire il Colore/2, Il Castello, Milano 2005

Oggi Scienza, https://oggiscienza.it

Beach of Cape Cod (La casa Estrema. Un Anno di Vita sulla Grande Spiaggia di Cape Cod), Adriano Salani Editore, Milano

Healt Online, https://healthonline.healthitalia.it

Il Quotidiano, https://www.quotidiano.net Sanihelp, www.sanihelp.it Science Magazine, http://science.sciencemag.org Treccani, voci: Talassoterapia, René Quinton, www.treccani.it Wikipedia, voci: Talassoterapia, René Quinton, Carl Gustav Jung, La teoria dei colori(Goethe), https://www.wikipedia.org

32


Ringraziamenti

Vorrei ringraziare il mio relatore Paolo Parea per la guida e il sostegno nella realizzazione di questo progetto, e tutti i professori della RUFA a cui ho chiesto consiglio; i miei colleghi di corso, con cui ho condiviso questi ultimi tre anni, in particolare chi mi ha supportato e sopportato durante la realizzazione di questa tesi; Più di tutti devo ringraziare i miei genitori che hanno creduto in me e hanno investito più di quanto credevo possibile nel mio futuro.

33


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