26 sabato 12 ore 16 montis

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Torino Chiesa di San Filippo

Academia Montis Regalis Alessandro De Marchi direttore Coro Maghini Claudio Chiavazza maestro del coro

Sabato 12.IX.2015 ore 16

Francesco Durante Alessandro Scarlatti

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Francesco Durante (1684-1755) Miserere mei, Deus salmo per 5 voci e organo (1754) 1. Miserere mei, Deus 2. Quoniam iniquitatem meam ego cognosco 3. Asperges me 4. Averte faciem tuam 5. Cor mundum crea in me, Deus 6. Ne proycias me a facie tua 7. Domine, labia mea aperies 8. Quoniam si voluisses sacrificium 9. Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion 10. Tunc imponent super altare tuum vitulos Valentina Chirico, soprano I Arianna Stornello, soprano II Annalisa Mazzoni, contralto

Massimo Lombardi, tenore Dario Previato, basso

Alessandro Scarlatti (1660-1725) Sonata in fa maggiore per tre violini e basso continuo Dixit Dominus salmo per soli, coro, archi e basso continuo 1. Dixit Dominus 5. Dominus a dextris 2. Virgam virtutis 6. Judicabit 3. Tecum principium 7. De torrente 4. Juravit Dominus 8. Gloria Miriam Gorgoglione, soprano Annalisa Mazzoni, contralto

Massimo Lombardi, tenore Dario Previato, basso

Academia Montis Regalis: Alessandro De Marchi, direttore Lathika Vithanage, Paola Nervi, violini; Svetlana Fomina, violino e viola; Giovanna Barbati, violoncello; Roberto Bevilacqua, contrabbasso; Luca Quintavalle, organo Coro Maghini: Claudio Chiavazza, maestro del coro Soprani Chiara Albanese, Cristina Camoletto, Valentina Chirico, Bettina Eickelberg, Roberta Giua, Miriam Gorgoglione, Nadia Kuprina, Teresa Nesci, Silvia Prot, Arianna Stornello Contralti Giulia Beatini, Elisa Brizzolari, Sara Lacitignola, Eliana Laurenti, Annalisa Mazzoni, Vittoria Novarino, Svetlana Skvortzova Tenori Alessandro Baudino, Massimo Lombardi, Corrado Margutti, Fabrizio Nasali, Phillip Peterson, Marco Pollone Bassi Sergio Alcamo, Riccardo Bertalmio, Cesare Costamagna, Ermanno Lo Gatto, Marco Milanesio, Dario Previato In collaborazione con Academia Montis Regalis 3


Miserere mei, Deus Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam. Et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquitatem meam. Amplius lava me ab iniquitate mea et a peccato meo munda me. Quoniam iniquitatem meam ego cognosco et peccatum meum contra me est semper. Tibi soli peccavi et malum contra te feci; ut justificeris in sermonibus tuis et vincas cum judicaris. Ecce enim iniquitatibus conceptus sum et in peccatis concepit me mater mea. Ecce enim veritatem dilexisti; incerta et occulta sapientiae tuae manifestasti mihi. Asperges me hyssopo et mundabor; lavabis me, et super nivem dealbabor. Auditui meo dabis gaudium et laetitiam et exultabunt ossa humiliata. Averte faciem tuam a peccatis meis et omnes iniquitates meas dele. Cor mundum crea in me, Deus, et spiritum rectum innova in visceribus meis. Ne proycias me a facie tua et spiritum sanctum tuum ne auferas a me. Redde mihi laetitiam salutaris tui et spiritu principali confirma me. Docebo iniquos vias tuas et impii ad te convertentur. Libera me de sanguinibus, Deus, salutis meae et exsultabit lingua mea justitiam tuam. Domine, labia mea aperies et os meum annuntiabit laudem tuam. Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique, holocaustis non delectaberis. Sacrificium Deo spiritus contribulatus, cor contritum et humiliatum, Deus, non despicies. Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion, ut aedificentur muri Jerusalem. Tunc acceptabis sacrificium justitiae, oblationes et olocausta. Tunc imponent super altare tuum vitulos. 4


Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Le mie colpe io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di Te, contro Te solo ho mancato, quello che è male ai Tuoi occhi io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nei Tuoi giudizi. Ecco, io sono generato nella colpa, concepito dagli ardori di mia madre. Ma Tu vuoi la sincerità del cuore, e nella mia notte, mi fai conoscere la sapienza. Purificami con issopo e sarò mondato; lavami e sarò bianco ancor più della neve. Fammi sentire letizia e gioia, esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli il Tuo sguardo da ogni mio peccato, cancella tutte le mie colpe. Crea in me un cuore puro, o Dio, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla Tua presenza e non privarmi del Tuo santo Spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, e lo spirito generoso mi sostenga. Insegnerò le Tue vie agli erranti, i peccatori a Te torneranno. Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, e la mia lingua esalterà la Tua giustizia. Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclami la Tua lode. Poiché il sacrificio Tu non gradisci, e, se io offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzerai. Nel Tuo amore fai grazia a Sion, le mura rialza di Gerusalemme. I sacrifici prescritti allora gradirai, l’olocausto e l’intera oblazione. Allora immoleranno vittime sul Tuo altare. 5


Dixit Dominus Dixit Dominus Domino meo: Sede a dextris meis, donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum. Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion: dominare in medio inimicorum tuorum. Tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus sanctorum: ex utero ante luciferum genui te. Juravit Dominus, et non poenitebit eum: tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech. Dominus a dextris tuis, confregit in die irae suae reges. Judicabit in nationibus, implebit ruinas: conquassabit capita in terra multorum. De torrente in via bibet: propterea exaltabit caput. Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen.

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Oracolo del Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, affinché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: Domina in mezzo ai tuoi nemici. A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori: dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pente: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedech. Il Signore è alla tua destra, annienterà i re nel giorno della sua ira. Giudicherà i popoli: in mezzo a cadaveri ne stritolerà la testa su vasta terra. Lungo il cammino si disseta al torrente e solleva alta la testa. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era in principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

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Nella prima metà del Settecento, con il passaggio dal vicereame spagnolo a quello austriaco e poi soprattutto con la costituzione in regno autonomo sotto Carlo di Borbone (1734), la città di Napoli conobbe una fioritura civile, economica, culturale e artistica a lungo impedita da due secoli di dominazione straniera miope e violenta. In ambito musicale, questa fioritura si tradusse soprattutto nel ruolo di primo piano che la città assunse nella produzione operistica, che in poco tempo giunse a rivaleggiare con il polo veneziano, già da decenni patria dell’impresariato teatrale musicale. Il grande stimolo alla creazione di quella che fu poi chiamata “opera napoletana” e che in breve divenne l’opera italiana tout court venne da un compositore di nascita palermitana e di formazione romana: Alessandro Scarlatti. Il suo interesse per l’opera musicale si era già sviluppato a Roma, dove tuttavia il genere non era visto di buon occhio dall’autorità papale e poteva trovare un qualche spazio solo grazie al generoso mecenatismo di Cristina di Svezia, la regina divenuta cattolica ed emigrata con l’intera corte nella capitale del Regno Pontificio. Napoli prometteva un terreno molto più fertile per l’estro creativo di un abile compositore alla ricerca di fama e di sostanziosi introiti per mantenere la numerosa famiglia e così, all’inizio del 1684, Scarlatti si trasferì a Napoli come maestro di cappella reale, inaugurando un ventennio di produzione musicale. Scrisse in quel periodo circa 35 opere, ma anche numerose musiche per occasioni e festeggiamenti di corte. Intorno al 1702 il suo continuo bisogno di denaro, oltre ai cronici ritardi con cui riceveva i pagamenti dovuti, lo indussero a cercare fortuna altrove (Firenze, Venezia, ma soprattutto nuovamente Roma, dove fu eletto membro dell’Arcadia). Tornò a Napoli nel 1708, questa volta per circa un decennio e poi di nuovo nel 1722, dopo un’ulteriore parentesi romana. La produzione musicale di Scarlatti, per qualità, quantità (più di 100 opere, più di 650 cantate da camera) e successo presso i contemporanei, è tra le più significative per chi desidera osservare l’evoluzione e la trasformazione del linguaggio musicale in quello scorcio di secolo. Nel campo teatrale ciò avvenne introducendo nei modelli veneziani successivi arricchimenti e semplificazioni che condussero a una tipologia di opera che si impose in tutta Europa per qualche decennio, almeno fino alle varie proposte di riforma, tra le quali quella di Gluck è rimasta la più famosa. Nell’ambito della musica sacra e strumentale la propulsione innovativa è più sfumata, divisa tra il rispetto dello stile antico e l’esigenza di sviluppare uno stile moderno. Le Sonate strumentali, ad esempio, osservano una scrittura stilisticamente del tutto in linea con l’eredità sonatistica seicentesca in genere e corelliana in particolare, solo con uno sguardo particolarmente ampio nei movimenti in imitazione contrappuntistica e con qualche punta di intensità “moderna” nei cromatismi dei movimenti lenti. 8


Nella produzione sacra l’alternanza e l’alternativa tra lo stile antico “a cappella” e lo stile concertato moderno è ancora più evidente. Nelle messe, Scarlatti segue prevalentemente quello che egli stesso chiama lo “stile sodo alla Palestrina”, mentre in alcuni mottetti dà libero sfogo alla concertazione di solisti, coro e strumenti. Il Dixit Dominus, in particolare, è lavoro di grande impegno e impatto, degno di figurare tra le grandi pagine sacre del Settecento e di essere considerato un diretto genitore della mirabile e molto più famosa composizione omonima di Händel. Il vario e dinamico equilibrio tra voci e strumenti spazia dalla interpunzione vocale del moto perpetuo strumentale dell’apertura, all’elegante bitematismo di molti numeri solistici, ai procedimenti imitativi che coinvolgono voci e strumenti. Il Gloria finale si pone quasi come una summa delle tecniche utilizzate, culminanti in un ampio fugato, di notevole vastità e maestria di realizzazione. Il rispetto dello stile antico e la volontà di usare un linguaggio più moderno non furono vissuti da tutti come un dilemma nel quale una scelta escludeva l’altra. La compenetrazione di contrappunto tradizionale ed espressività armonica in linea con il proprio tempo fu la notevole sintesi proposta da Francesco Durante. Raro caso di compositore napoletano quasi del tutto alieno alla composizione teatrale, Durante trovò nella composizione sacra e nell’insegnamento ai giovani le principali vocazioni della sua vita. Egli per primo era cresciuto nell’ambito dei Conservatori napoletani, cioè di quelle istituzioni di solidarietà sociale che aiutavano poveri e orfani a guadagnarsi da vivere (e quindi a “conservarsi” in vita) insegnando loro un mestiere, che col tempo diventò soprattutto quello di musicista. A Napoli funzionavano ben quattro Conservatori e Durante divenne insegnante, maestro di cappella e infine primo maestro, a turno, in tre di quelli. Il suo insegnamento produsse compositori del calibro di Piccinni, Paisiello, Traetta e Jommelli, solo per citarne alcuni. Il Miserere mei è tra le pagine più significative della sua produzione sacra e testimonia perfettamente la rigorosa costruzione armonica sulla quale si appoggia ora un’espressiva declamazione omoritmica, ora un tessuto imitativo leggero e nitido. La restituzione ritmica e retorica del testo è sempre di una trasparenza esemplare, quasi a voler evitare qualsiasi complicazione polifonica in nome di un’espressività immediata e profonda. Un modello musicale di equilibrio e intensità, insomma, che pone diverse basi del successivo Classicismo e che farà ampiamente scuola, come testimoniano i numerosi manoscritti delle sue composizioni ritrovati in tutta Europa. Alla sua produzione didattica appartiene anche un tributo ad Alessandro Scarlatti: una raccolta di solfeggi a due voci tratti dai recitativi delle cantate da camera del grande maestro, rielaborati spesso con grazia e felice inventiva. Pietro Mussino 9


La Fondazione Academia Montis Regalis è un’istituzione piemontese impegnata da anni nella diffusione della musica antica; nel 1994 ha dato vita a un’orchestra barocca e classica con l’intento di promuovere il repertorio sei-settecentesco secondo criteri storici e con l’utilizzo di strumenti originali. È nata così l’Orchestra Academia Montis Regalis, che fin dall’inizio della propria attività è stata diretta dai più importanti specialisti internazionali nel campo della musica antica: Ton Koopman, Jordi Savall, Christopher Hogwood, Reinhard Goebel, Monica Huggett, Luigi Mangiocavallo, Enrico Gatti. Negli anni successivi l’Orchestra ha iniziato un importante sodalizio discografico con la casa francese OPUS 111 ed è stata invitata dall’Unione Musicale di Torino a collaborare alla realizzazione della rassegna concertistica l’Altro Suono. L’Orchestra è divenuta oggi una realtà professionale tra le più apprezzate a livello nazionale e internazionale, con presenze regolari presso importanti istituzioni concertistiche e festival quali Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Rassegna “Musica e Poesia a San Maurizio” di Milano, Amici della Musica di Perugia, di Firenze e di Padova, GOG di Genova, Teatro dell’Opera di Lille, Teatro Municipale di Losanna, Festival di Montreux, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Teatro di Poissy. Molti sono inoltre i riconoscimenti ottenuti in campo internazionale per l’attività discografica: Diapason d’Or, Choc di «Le Monde de la Musique», Gramophone Choice. Da alcuni anni l’Academia Montis Regalis ha affidato il ruolo di direttore principale ad Alessandro De Marchi, con il quale partecipa al progetto discografico Vivaldi Edition che prevede l’incisione dei manoscritti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale di Torino. Il primo cd della collezione, Juditha Triumphans, ha riscosso un successo straordinario in tutto il mondo: a questa prima incisione se ne sono aggiunte altre quattro fra cui Orlando Finto Pazzo e una serie di concerti per violino e archi realizzati con Enrico Onofri. Successivamente ha iniziato un progetto che prevede tre cd dedicati all’oratorio: San Giovanni Battista di Stradella, Il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel e Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti. Dal 2010 è “in residenza” presso le Innsbrucker Festwochen. Le quattro opere eseguite fino ad ora (Olimpiade di Pergolesi, Flavius Bertaridus di Telemann, Stellidaura Vendicante di Provenzale e La clemenza di Tito di Mozart) sono state accolte trionfalmente dalla critica internazionale e sono state registrate dal vivo. Nel 2014, in concomitanza con l’uscita di due cd incisi con i controtenori David Hansen e Franco Fagioli, hanno avuto luogo alcuni concerti presso Innsbrucker Festwochen, Wigmore Hall di Londra, Festival di Ambronay, Salle Pleyel di Parigi; nello stesso anno ha eseguito al Festival di Innsbruck l’Almira di Händel e la Messa in si minore di Bach. Nel 2005 ha conseguito il Premio Abbiati per l’attività svolta nel settore della musica antica. 10


Alessandro De Marchi ha diretto importanti produzioni, affermandosi come interprete di un repertorio che spazia da Monteverdi, Cavalli, Vivaldi e Händel a Keiser, Pergolesi e Hasse fino a Haydn, Mozart e Cimarosa, Bellini, Rossini e Donizetti, repertorio proposto con riconosciuta duttilità per la prassi esecutiva con orchestre sia di strumenti antichi sia moderni. Ha studiato organo e composizione al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, cembalo, musica da camera e prassi esecutiva barocca alla Schola Cantorum Basiliensis. Dopo un periodo di apprendistato alla Staatsoper di Berlino (dove è stato maestro sostituto, assistente, Kapellmeister e infine direttore ospite) e al Festival di Salisburgo (dove è stato assistente, tra gli altri, di Abbado, Barenboim e Runnicles) ha iniziato a dirigere regolarmente presso importanti teatri europei quali Scala di Milano, Theater an der Wien, Opera di Oslo, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro Regio di Torino, Maggio Musicale Fiorentino, La Monnaie di Bruxelles, Semperoper di Dresda, Opéra di Lione, San Carlo di Napoli e orchestre quali Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Wiener Symphoniker, NDR Radio Philharmonie, Staatskapelle di Berlino. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche tra le quali figura La Sonnambula nella versione Malibran, con Cecilia Bartoli e Juan Diego Flórez. Dal 1998 Alessandro De Marchi è direttore principale dell’Academia Montis Regalis, con la quale ha realizzato numerosi concerti di musica barocca e classica, conseguendo successi di rilievo, quali l’attribuzione del Premio Abbiati. Dal 2009 è il direttore artistico delle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik.

Il Coro Maghini si è formato nel 1995 a seguito di una prima collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, cui sono seguite negli anni successivi numerose produzioni, tra le quali la Messa in si minore e le Passioni di Bach, il Requiem e la Messa KV 427 di Mozart, Die Sieben letzten Worte, Die Jahreszeiten, Die Schöpfung e Nelson Messe di Haydn, Missa solemnis e Nona Sinfonia di Beethoven, Te Deum e Messa da Requiem di Verdi, tutte le opere sinfonico-corali di Brahms, Peer Gynt di Grieg, La vida breve di Falla, Porgy and Bess di Gershwin, Der Rosenkavalier di Richard Strauss. Nel 2006, in occasione del Concerto inaugurale del restaurato Auditorium “Arturo Toscanini” della Rai di Torino, ha preso parte all’esecuzione della Seconda Sinfonia di Mahler; nel 2008 ha partecipato alla 47ª Semana de Musica Religiosa di Cuenca (Spagna) con l’esecuzione del War Requiem di Britten e della Messa da Requiem di Verdi. Nel 2014 ha inaugurato la 70º 11


Stagione dei Pomeriggi Musicali di Milano con il Messiah di Händel sotto la direzione di Ottavio Dantone. Nel campo della musica antica collabora stabilmente con l’Academia Montis Regalis e con il suo direttore Alessandro De Marchi, con il quale ha realizzato diversi progetti concertistici nell’ambito delle stagioni di MITO SettembreMusica, Unione Musicale di Torino, Società del Quartetto di Milano, con musiche di Monteverdi, Händel, Vivaldi, Mozart, Fiorè, Giay, Bach, Scarlatti; ha partecipato alla 50ª Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale. Nel 2011 è stato invitato al Festival MA di Bruges (Belgio) e dal 2011 al 2014 alle Innsbrucker Festwochen der Alte Musik. Accanto alla produzione per coro e orchestra il Coro Maghini ha affrontato buona parte del più importante repertorio per coro a cappella, dalle Sacrae Symphoniae di Giovanni Gabrieli ai Salmi a doppio coro di Mendelssohn, dai Mottetti di Bach alla musica corale romantica di Brahms e Liszt, al repertorio corale del XX secolo (Pärt, Penderecki, Nysted, con alcune prime esecuzioni assolute di musiche corali contemporanee di Castagnoli, Camoletto, Margutti). Il Coro Maghini è diretto dalla sua fondazione da Claudio Chiavazza. Collaborano alla preparazione del coro la pianista Chiara Marcolongo e il maestro assistente Elena Camoletto.

L’ampiezza del repertorio, dal Canto Gregoriano alla Musica vocale contemporanea, le molte collaborazioni con i più importanti direttori ed ensemble del panorama musicale internazionale, la pluriennale e multiforme attività, fanno di Claudio Chiavazza una della figure più rappresentative della realtà corale italiana. La sua formazione musicale inizia al Conservatorio di Torino, dove è attualmente docente, per completarsi presso l’Istituto Kodály di Kecskemét (Ungheria). Come direttore del Coro Maghini alterna all’intenso lavoro con tale formazione la conduzione di diversi ensemble musicali, la promozione di eventi corali e l’organizzazione di iniziative volte alla diffusione della cultura musicale e del canto corale. Ha collaborato con direttori quali Rafael Frühbeck De Burgos, Yuri Ahronovitch, Kirill Petrenko, Gerd Albrecht, Kristian Järvi, Serge Baudo, Simon Preston, Jeffrey Tate, Juanjo Mena, Gianandrea Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Christopher Hogwood, Robert King, Ivor Bolton, Juraj Valčuha, Ottavio Dantone, Alessandro De Marchi. Nell’ambito della musica antica ha diretto diversi complessi partecipando a importanti festival quali MITO SettembreMusica e Tempus Paschale di Torino, 50ª Settimana Internazionale di 12


Musica Sacra di Monreale, Armoniche Fantasie, Musica Recercata di Genova, Festival dei Saraceni, 5º Festival Musicale della Via Francigena, Les Baroquiales di Sospel, Musique Sacrèe en Avignon, Innsbrucker Festwochen der Alte Musik.

Domenica 13 settembre ore 11 - Auditorium Rai Arturo Toscanini Concerto straordinario seguito da aperitivo Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore

Bedřich Smetana: La Moldava, poema sinfonico Nino Rota: La strada, suite dal balletto Johann Strauss figlio: Valzer e polke Posto unico numerato euro 10 in vendita presso la biglietteria di MITO SettembreMusica Via San Francesco da Paola, 6 tutti i giorni 10.30/18.30 e on-line www.mitosettembremusica.it

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Compagnia di San Paolo, una fondazione per lo sviluppo della società ARTE, ATTIVITÀ E BENI CULTURALI, FILANTROPIA E TERRITORIO, INNOVAZIONE CULTURALE, POLITICHE SOCIALI, RICERCA E SANITÀ

La Compagnia di San Paolo è una delle maggiori fondazioni private in Europa. Istituita nel 1563, la sua missione è favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera, perseguendo finalità di interesse pubblico e utilità sociale. I redditi prodotti dal suo patrimonio, accumulato nei secoli, sono posti al servizio di queste finalità istituzionali. La Compagnia di San Paolo è attiva nei settori della ricerca e istruzione superiore, delle politiche sociali, della sanità, del patrimonio artistico e delle attività culturali. È membro del European Foundation Centre (EFC) e dell’ACRI, l’Associazione italiana delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio.

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Impaginazione e stampa: Alzani Tipografia - Pinerolo (TO)


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