Torino Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto
Tokyo Kosei Wind Orchestra Douglas Bostock direttore Nobuya Sugawa sassofono
MercoledĂŹ 22.IX.2010 ore 21
Gregson Milhaud Reed Swerts Koyama Sparke
MITO SettembreMusica
Quarta edizione
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Edward Gregson (1945) Festivo
Darius Milhaud (1892-1974) Suite Française op. 248 Normandie Bretagne Ile de France Alsace-Lorraine Provence
Alfred Reed (1921-2005) To Awaken in the Light of the Universe primo movimento da Three Revelations from the Lotus Sutra
Piet Swerts (1960) Dance of Uzume concertino per sassofono e orchestra di fiati
Alfred Reed Danze armene, prima parte Tzirani Tzar – Gakavi Yerk – Hoy, Nazan eem – Alagyaz – Gna, gna
Kiyoshige Koyama (1914-2009) Kobiki-Uta (La canzone del taglialegna) Tema Bon Odori (Danza dell’estate) Asa no Uta (Canzone del mattino) Finale
Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino
Philip Sparke (1951) Music of the Spheres t = 0 – Big Bang The lonely planet Asteroids and shooting stars The unknown
Tokyo Kosei Wind Orchestra Douglas Bostock, direttore Nobuya Sugawa, sassofono
Con il sostegno di
Cris Music Store
In collaborazione con Orchestra di Fiati di Collegno Orchestra Fiati della Valtellina
a banda in teatro: la maggior parte degli “addetti ai lavori” penserà subito al picL colo gruppo di palcoscenico che talvolta funge da “effetto speciale” in alcune opere teatrali, da Donizetti a Verdi. Per costoro, infatti, la banda suona di solito all’aperto, veicolo di diffusione della musica sinfonica, operistica, o espressione del folclore popolare. Pochi sono invece disposti a pensare che la musica per banda o per orchestra di fiati (i due termini sono sinonimi), proprio come il jazz, è un’espressione rilevante e tipica del Novecento, in particolare della cultura anglo-americana, anche se in questo caso le influenze europee sono state, per cause relative al linguaggio musicale utilizzato, molto maggiori. È, in effetti, un medium artistico-culturale in più, libero di avere una storia peculiare e interessante. Ci si è spesso interrogati sulle lontane origini della banda (per alcuni le marce militari, per altri l’Harmoniemusik settecentesca), ma ciò che conta di più è quanto successe dal 1909, quando Gustav Holst decise di scrivere un pezzo che avesse come organico strumentale quello della banda, cioè scegliendo liberamente l’organico in funzione della musica che aveva in mente, così come si compone per quartetto d’archi piuttosto che per orchestra o coro. Oggi i compositori, soprattutto americani (Corigliano, Daugherty, per non citare che due tra i più noti) si stanno accorgendo che la banda costituisce un’alternativa di organico assai valida, come del resto avevano già notato autori del calibro di Grainger e Hindemith. L’orchestra di fiati sembra essere l’unica a realizzare la completa accettazione del repertorio contemporaneo da parte del grande pubblico, da un lato a causa della sorprendente e inesauribile tavolozza di colori a disposizione, dall’altro grazie alla lunga e ben salda unione tra questo ensemble e il “territorio”, per dirla con un termine di moda. È noto, infatti, che le scuole di musica delle bande sopperiscono a carenze educative anche nei centri più piccoli. Negli Stati Uniti d’America, dopo la Seconda Guerra Mondiale, le scuole di ogni ordine e grado (dalle primarie all’università) si sono dotate di bande, vedendo in questo complesso strumentale un’ottima occasione didattica e sociale. Oggi le orchestre di fiati dei College hanno un livello musicale straordinario, i compositori ne sono ben coscienti e continuano a scrivere per esse nuova e ottima musica, quantitativamente molto più eseguita delle “prime” per orchestra sinfonica. Tra i Paesi che più hanno imitato l’organizzazione musicale scolastica statunitense vi è il Giappone, chiuso a ogni influenza esterna fino al 1853, quando gli americani, con l’ammiraglio Perry, vi iniziarono delle spedizioni che avviarono la modernizzazione del Paese. Perry portò con sé una piccola banda, che eseguì la prima musica euro-americana che fosse possibile ascoltare sul suolo nipponico. La prima banda militare giapponese, quella della Marina, fu quindi fondata nel 1869 a Yokohama, diretta dall’inglese John William Fenton. Dal 1900 la musica fu dichiarata disciplina obbligatoria in tutti gli ordini di scuole e nel 1912 fu costituita la prima banda scolastica a Kyoto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le attività musicali ripresero lentamente a rinascere, ancora sotto la diretta influenza degli americani: una vasta attività di scambi fu intrapresa tra le scuole giapponesi e quelle statunitensi, dando il via a una stagione di fioritura di bande scolastiche di tutti i gradi: bande militari, bande professionali civili, che sarebbe culminata nel 1984 con la nomina di Frederick Fennell (19142004, di Cleveland, probabilmente il più grande direttore per fiati di tutti i tempi) a direttore principale della Tokyo Kosei Wind Orchestra. La direzione di Fennell diede una svolta fondamentale a tutto il movimento nazionale giapponese e ottenne anche un successo internazionale, grazie alla combinazione tra disciplina giapponese e creatività americana.
Oggi in Giappone vi sono 4000 bande di scuole elementari, 2000 di scuole medie, 2700 di scuole superiori, 130 di università. Diversi video su You Tube dimostrano al mondo la talvolta scioccante abilità tecnica di questi complessi. La musica eseguita fino agli anni Cinquanta comprendeva trascrizioni classiche o brani originali inglesi e americani. Dagli anni Sessanta-Settanta una nuova generazione di compositori locali ha iniziato a farsi strada: eccellenti musicisti, sono riusciti a miscelare i suoni della cultura asiatica con la musica e la concezione armonica occidentale, dando luogo a interessanti brani dal sapore particolare, con largo uso delle percussioni etniche.
Il programma di questo concerto presenta, dopo una vivace ouverture del britannico Edward Gregson (già direttore del Royal Northern College of Music di Manchester), uno dei capolavori assoluti della musica per fiati, tanto da aver ottenuto addirittura una trascrizione “alla rovescia”, ovvero da banda a orchestra sinfonica. La Suite Française fu scritta, nel 1944, da un Milhaud esule ormai da quattro anni negli Stati Uniti. Vi espresse i suoi sentimenti verso la patria lontana, afflitta dalla guerra: dei venti temi contenuti nella composizione, otto sono canti popolari francesi identificati, gli altri probabilmente di sua invenzione. Le cinque parti della Suite furono titolate con i nomi di altrettante regioni della Francia: nella Suite Française si possono così trovare sia la gioia e l’eccitazione per la ritrovata libertà, sia la tristezza e il dolore per le morti e le distruzioni.
Alfred Reed, musicista newyorkese poi stabilitosi in Florida, dal 1966 fu all’University of Miami come insegnante di composizione. Uno dei più prolifici ed eseguiti autori per banda di ogni tempo, ha avuto molti punti di contatto con la cultura giapponese, scrivendo diversa musica da essa ispirata, come le Three Revelations from the Lotus Sutra. Si tratta di una trilogia (qui si esegue solo la prima parte, del “risveglio”) in cui si ripercorrono i diversi stati dell’anima umana secondo i libri sacri buddhisti. Il brano è stato commissionato dalla TKWO nel 1984. Capolavoro riconosciuto di Reed sono le Danze armene (del 1972 la prima parte, del 1975 la seconda), serie di suite costruite su autentiche melodie armene, provenienti dalla collezione di Gomidas Vartabed (1869-1935). Qui ne sentiremo cinque: la maestosa Tzirani Tzar (L’albero di albicocche), la delicata Gakavi Yerk (Canzone della pernice), Hoy, Nazan eem (Salve, mia Nazan) con ritmi asimmetrici, Alagyaz elegante ed espressiva, e la vivacissima Gna, gna (Vai, vai).
Il compositore belga Piet Swerts, che compie nel 2010 cinquant’anni proprio come la Tokyo Kosei, insegna composizione al famoso Lemmensinstituut di Lovanio e ha al suo attivo un catalogo di oltre 200 opere, per ogni genere di strumento ed ensemble. Dance of Uzume, per sax alto e orchestra di fiati, è stata la sua prima commissione dal Giappone, nel 2005, da parte di Nobuya Sugawa, il concert master della TKWO. Una leggenda nipponica narra che la dea del sole, Amaterasu, per un’offesa si rinchiuse in una caverna. Le divinità del cielo, preoccupate per il buio improvviso, affidarono allora a Uzume, la dea delle arti, il compito di riportare il sole sulla terra. Uzume, con una sensuale danza, ottenne l’effetto desiderato: Amaterasu dischiuse la porta della caverna e i suoi raggi tornarono ad illuminare il cielo.
Originario di Nagano, Kiyoshige Koyama è stato un autore eclettico che ha scritto per orchestra, banda, gruppi vocali e tradizionali. La suite Kobiki-Uta (La canzone del taglialegna) è stata originariamente composta per orchestra, nel 1957, e solo di recente riorchestrata per banda. Basata su un’antica canzone popolare giapponese (eseguita dal sax tenore), nella prima parte, con le percussioni, imita il suono del taglio dell’albero. Seguono due variazioni e un finale, con un lungo assolo di clarinetto basso. Philip Sparke, londinese, già studente al citato Royal Northern College of Music, è certamente molto popolare nel mondo delle orchestre di fiati e ultimamente si è appassionato alle combinazioni matematico-musicali, come dimostra la lunga suite di questo concerto. Aperta da un assolo di corno, è seguita dall’esplosione del “big bang” (il nome t = 0 è quello dato da alcuni scienziati a questo momento). Il movimento lento successivo è una riflessione sulle innumerevoli circostanze che hanno permesso la vita sulla Terra, mentre gli ultimi due descrivono i pericoli che possono venire dallo spazio e l’incognita del futuro. Lorenzo Della Fonte
La Tokyo Kosei Wind Orchestra (TKWO) è nata nel 1960 sotto l’egida dell’organizzazione laico-buddhista Rissho Kosei-kai con sede in Giappone. In origine chiamata Tokyo Kosei Symphonic Band, nel 1973 ha assunto l’attuale nome, scegliendone uno che rispecchiasse la crescente professionalità e la portata delle proprie attività (da banda sinfonica a orchestra di fiati). Tra gli altri, sono stati suoi direttori principali Yasuhiko Shiozawa, Masato Usuki, Tetsusaburo Hirai e altri rinomati direttori giapponesi. Nel 1984 Frederick Fennell (1914-2004) è stato nominato suo direttore principale e si è dedicato alla TKWO in qualità di direttore onorario (Conductor Laureate) dal 1996 in avanti, per tutta la vita. Douglas Bostock è stato nominato direttore principale dell’orchestra nel 2000 e l’ha guidata fino al 2006. Da allora ha assunto il ruolo di direttore ospite principale, mentre Paul Meyer è il direttore principale. Le diverse attività della TKWO in Giappone, che si articolano in più di cento eventi l’anno, comprendono una serie di esibizioni a Tokyo per la stagione concertistica, tournée regionali, concerti di beneficenza, concerti con finalità educative presso le scuole, sessioni di registrazione, pubblicazione di più di 300 cd. In anni recenti le apparizioni in televisione, anche per spot pubblicitari, hanno attirato sulla TKWO l’attenzione di un pubblico più vasto, permettendole così di farsi conoscere da persone di diverse estrazioni sociali. L’orchestra ha anche suonato nel Kosei Hospital di Tokyo per arrecare conforto ai pazienti. La TKWO si è fatta promotrice per la prima volta di un concorso internazionale di composizione nel 2006, nella speranza di favorire lo sviluppo e la crescita della nuova musica per strumenti a fiato. Per saperne di più: www.tkwo.jp
Douglas Bostock è direttore stabile dell’Aargauer Symphonie Orchester, direttore artistico del Hallwyl Opera Festival in Svizzera e direttore principale ospite presso l’Orchestra Filarmonica da Camera Céca dal 1992. Svolge un’intensa attività artistica dirigendo in tutta Europa, Stati Uniti e Giappone. È uno dei principali interpreti dei lavori orchestrali di Carl Nielsen e nel suo repertorio spiccano le esecuzioni del grande repertorio sinfonico inglese e céco, come testimoniano i significativi riconoscimenti internazionali ottenuti. Ha diretto le maggiori compagini del mondo: BBC Symphony Orchestra, BBC Philharmonic, London Philharmonic, Royal Liverpool Philharmonic, Royal Scottish National Orchestra in Inghilterra; Kansas City Symphony, Colorado Festival Orchestra, Chicago Chamber Orchestra, Calgary Symphony, Kitchener Waterloo Symphony Orchestra, Orquesta Sinfónica Nacional de México; significative le collaborazioni in Asia con Tokyo City Philharmonic, Kanagawa Philharmonic Orchestra e Gunma Symphony Orchestra. Alla carriera di direttore d’orchestra, Bostock affianca l’attività didattica e formativa rivolta ai giovani. È regolarmente invitato a tenere corsi presso importanti istituzioni europee e giapponesi: Royal Northern College of Music, Royal Danish Academy, Musikhochschüle di Zurigo, Gaidai University of Fine Arts and Music di Tokyo. Ha al suo attivo più di 70 titoli discografici che coprono un vasto repertorio, comprendente l’integrale delle sinfonie di Nielsen e Schumann, che hanno ricevuto l’indiscusso plauso della critica internazionale.
Nato nel 1961 e laureato alla Tokyo National University of Fine Arts and Music, il
sassofonista Nobuya Sugawa ha vinto numerosi premi in Giappone. Dal suo debutto nel 1984 si è esibito in più di 100 concerti all’anno e ha inciso circa 30 cd, incluso un album come solista, e ha pubblicato un volume di studi per sassofono per la serie De Haske / Play Along Series della Hal Leonard. Ha ricevuto l’Art Award of the Agency for Cultural Affairs nel 1996 e nel 2001. Ha suonato con le maggiori orchestre giapponesi, fra cui la NHK Symphony Orchestra diretta da Charles Dutoit e Alan Gilbert; all’estero si è esibito con la BBC Philharmonic diretta da Sachio Fujioka, la Württembergische Philharmonie diretta da Norichika Iimori, l’Orchestre d’Harmonie de la Garde Républicaine, l’Eastman Wind Ensemble, la Philharmonia Orchestra e la Slovak Philharmonic Orchestra, fra le altre. Ha collaborato con solisti di prestigio come Ron Carter, Martin Taylor, Katona Twins e Takashi Kako, ed è stato invitato a tenere concerti e masterclass in Canada, Cina, Taiwan, Corea, Singapore, Stati Uniti ed Europa. È concert master della Tokyo Kosei Wind Orchestra.
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