On Fire - Wall Text

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ALBERTO BURRI

YVES KLEIN

ARMAN

JANNIS KOUNELLIS

PIER PAOLO CALZOLARI

CLAUDIO PARMIGGIANI

Alberto Burri nasce a Città di Castello nel 1915 e si laurea in Medicina all’Università di Perugia nel 1940. Medico militare nell’esercito italiano, è catturato dagli Alleati nel 1943 e incarcerato come prigioniero di guerra in Texas. È allora che decide di lasciare la professione medica per dedicarsi alla pittura. Nel 1946 torna in Italia e si stabilisce a Roma. Nel 1948 abbandona definitivamente l’arte figurativa in favore di quella astratta e si interessa al potenziale espressivo delle materie prime. Nel 1950 realizza i suoi primi Sacchi, opere che dominano le personali seguenti, organizzate in varie città americane ed europee. Nel 1952 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Negli anni cinquanta e sessanta realizza vari cicli di opere utilizzando il fuoco, quali le Combustioni, i Legni, i Ferri e le Plastiche. Negli anni settanta, mentre le sue opere vengono esposte in alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, sviluppa i cicli Cretti e Cellotex. Nel 1978 crea la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello, dove espone una collezione permanente di cui cura l’installazione, rimasta invariata fino a oggi. Muore a Nizza nel 1995.

Yves Klein nasce a Nizza nel 1928 in una famiglia di artisti. Prima di intraprendere la carriera artistica inizia a praticare il judo, recandosi anche in Giappone per perfezionare la tecnica. Nel 1955 espone le prime opere monocrome di vari colori a Parigi. L’anno successivo inaugura il suo “periodo blu”, scegliendo un blu oltremare estremamente saturato che identificherà parte della sua produzione, sviluppatasi utilizzando tecniche diverse: nelle Peintures de feu e nelle Cosmogonies evoca gli elementi naturali, tra cui il fuoco, affinché esprimano la loro forza creativa; le Sculptures Éponges, invece, illustrano il concetto di trasmissione della sensibilità artistica attraverso ritratti impregnati di pigmenti. Ricorrente è anche l’impiego dell’oro come tramite che conduce all’assoluto. La mostra alla Galerie Iris Clert del 1958 e la vendita delle Zones de sensibilité picturale immatérielles portano la sua arte ad aprirsi all’immateriale. Considerato tra i precursori dell’happening, torna a esporre altri esperimenti con il fuoco quale elemento figurativo nel 1961, prima al Museo Krefeld e poi al Centre d’Essais du Gaz de France. Muore nel 1962 a soli 34 anni.

Arman nasce a Nizza nel 1928. Dopo gli studi superiori, si iscrive alla Scuola di Arti Decorative di Nizza e poi all’École du Louvre. È conosciuto a livello internazionale come uno dei protagonisti del Nouveau Réalisme francese e per la realizzazione di opere nelle quali impiega oggetti di uso quotidiano ricorrendo a diverse tecniche quali l’accumulazione, la combustione e la distruzione. Nel 1960 espone Le Plein alla Galerie Iris Clert, dove riempie la galleria intera con mucchi di rifiuti raccolti a Les Halles, il quartiere del mercato parigino. Nello stesso anno, sotto la direzione del critico d’arte Pierre Restany, fonda il movimento del Nouveau Réalisme. La sua tecnica di combustione risale al 1964, quando espone allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Le sue opere sono esposte nei principali musei e collezioni pubbliche di tutto il mondo. Ha ricevuto il Grand Prix Marzotto e il titolo di Grand Officier de la Légion d’Honneur. Dopo il 1961 sviluppa la sua carriera a New York, dove vive e lavora fino al 2005, anno della sua morte.

Jannis Kounellis nasce al Pireo nel 1936 e si trasferisce a Roma nel 1956, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e ha le prime esperienze espositive. Fin dai primi lavori è evidente la volontà di allontanarsi dalla stagione artistica “informale” e del dopoguerra per delineare un nuovo codice visivo in cui convivano l’arcaico, il classico e il contemporaneo in una dialettica elementare che porti alla costituzione dell’opera. Dopo avere contribuito alla nascita e alla formulazione dell’Arte Povera – in mostra è presente la sua “Margherita di fuoco”, Senza titolo del 1967 – negli ultimi anni il lavoro di Kounellis definisce con cruciale incisività il nodo e i rapporti con la tradizione e l’epos popolare, affrontando i problemi riguardanti la centralità dell’artista e l’esempio civile dell’arte nella società contemporanea. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo e sono inoltre entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche quali la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il MoMA e il Guggenheim di New York, il Museum of Modern Art di San Francisco e il Walker Art Center di Minneapolis. Muore a Roma nel 2017.

Nato a Bologna nel 1943, Pier Paolo Calzolari trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Venezia, il cui patrimonio artistico ed estetico lascia una traccia profonda sulla sensibilità del futuro artista. Nel 1965 realizza i primi lavori di pittura; nel 1966-1967 realizza la prima delle sue opere-performance, che coinvolge gli spettatori e che Calzolari stesso definisce una “attivazione dello spazio”. Tra il 1967 e il 1972 si muove e lavora tra Parigi, New York e Berlino e in questi stessi anni viene incluso nel movimento dell’Arte Povera. Dal 1966 utilizza oggetti e materiali (fuoco, ghiaccio, piombo, stagno, sale, muschio, tabacco) che conoscono una seconda vita accanto a elementi luminosi (come il neon). A partire dal 1972, si concentra sullo studio di una pittura anticonvenzionale giustapponendo segni pittorici a oggetti reali, portando il rituale della quotidianità sul piano dell’esperienza estetica e in rapporto orizzontale con il mondo e con la storia, pur cercando di mantenere un legame con il coinvolgimento fisico delle persone. Il suo percorso è caratterizzato da diversi elementi peculiari: la volontà di saturazione dei sensi, la modalità nel rendere visibili i dati del pensiero astratto e l’essenza delle cose, e l’attenzione rivolta alla fragilità di oggetti e materiali.

Nato a Luzzara nel 1943, Claudio Parmiggiani si forma all’Istituto di Belle Arti di Modena. Giovanissimo, frequenta Giorgio Morandi, e comincia a utilizzare per le sue opere calchi in gesso dipinti che l’artista definisce “pitture scolpite”. La sua prima vera mostra si tiene nel 1965 alla libreria Feltrinelli di Bologna. Nello stesso periodo, si avvicina al Gruppo 63 e a “il verri” di Luciano Anceschi. Pubblica, negli anni, numerosi libri-opera. Nel 1970 realizza le prime Delocazioni, opere di ombre e impronte realizzate con fuoco, polvere e fumo, rappresentanti una radicale riflessione sul tema dell’assenza e della traccia, sviluppato ancora successivamente fino a divenire linea portante di tutto il suo lavoro. Negli anni ottanta e novanta realizza diversi importanti progetti museali, come quello al Musée des Beaux-Arts di Lione e le mostre all’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt e alla Galerie hlavního města di Praga. Negli anni duemila, le sue opere sono state esposte in numerose prestigiose istituzioni internazionali, pubbliche e private. Tra le esposizioni recenti più rilevanti, ricordiamo quelle a Cuba, Mosca e Nashville.

Alberto Burri was born in Città di Castello, in 1915. He graduated in Medical studies at the University of Perugia in 1940. As a medical officer in the Italian army, he was captured by the Allies in 1943 and was a prisoner of war in Texas, USA. There he decided to abandon the medical profession in favour of painting. In 1946 he returned to Italy and settled in Rome. In 1948 he abandoned figuration definitively in furtherance of abstraction and he became concerned with the expressive potential of raw materials. In 1950, he created his first Sacchi [Sacks], works that came to dominate his following solo exhibitions, which were held in various American and European cities. In 1952 he made his first appearance at the Venice Biennale. During the 1950s and 1960s, he created various cycles of works by using fire on different raw materials, leading to his Combustioni [Combustions], Legni [Woods], Ferri [Irons] and Plastiche [Plastics] works. In the 1970s, while his work continued to be shown in solo and group exhibitions at some of the most prestigious museums in the world, he developed the Cretti [Cracks] and the Cellotex cycles. Burri established the Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri in Città di Castello in 1978. There he personally set up and curated a permanent collection and installation which has remained unchanged to this day. He died in Nice in 1995.

Yves Klein was born in 1928 in Nice to parents who were both artists. Before embarking on an artistic career, he first took up judo, and also went to Japan to perfect his skills. In 1955, he exhibited monochromes of different colors in Paris. In the autumn of 1956, he began his “blue period” by selecting an extremely saturated ultramarine blue. His work developed using different techniques: in his Peintures de feu [Fire Paintings], as in the Cosmogonies, Klein summoned the elements of nature to manifest their creative force; the Sculptures Éponges [Sponge Sculptures], instead, were conceived as portraits of visitors who become impregnated with the painting, illustrating the idea of transmission of an artistic sensibility. Gold was also a favourite element, used as a passage to the Absolute. As well as the sales of Zones de sensibilité picturale immatérielles [Zones of Immaterial Pictorial Sensibility], the exhibition at the Galerie Iris Clert in 1958 opened his art to the Immaterial. Considered also as one of the precursors of happening art, he showed more of his experiments with fire as a figurative element in 1961, both at the Krefeld Museum and at the Centre d’Essais du Gaz de France. He died in 1962, at the age of 34.

Arman was born in Nice in 1928. After high school, he enrolled at the School of Decorative Arts and later at the École du Louvre. He is internationally known as a leading protagonist of the French art movement, Nouveau Réalisme, and for the implementation of everyday objects arising from his various strategies of accumulating, combustion and destruction. In 1960 Arman exhibited Le Plein [Full-Up] at the Galerie Iris Clert, where he filled the entire gallery space with piles of trash he collected from Les Halles, the food market district in Paris. In that same year, with the advocacy of the art critic, Pierre Restany, the art movement, Nouveau Réalisme was founded, with Arman as a main founding member. His combustion technique followed, and dates back to 1964, when he exhibited at the Stedelijk Museum in Amsterdam. Arman’s work is represented in major museums and public collections around the world. He was awarded the Grand Prix Marzotto and Grand Officier de la Légion d’Honneur. Arman developed his career in New York beginning in 1961, where he lived and worked until his death in 2005.

Jannis Kounellis was born in Piraeus in 1936, but moved to Rome in 1956 where he attended the Academy of Fine Arts and held his first exhibitions. From the beginning, he demonstrated a strong desire to move away from the “informal” artistic period and post-war style to establish a new visual code combining the archaic, the classical and the contemporary in a fundamental dialectic that led to the foundation of his work. Following his contribution towards the birth and identity of the “Arte Povera” movement – his “Margherita di fuoco” [Fire Daisy], Untitled, 1967 is among the exhibited works – in his final years, Jannis Kounellis defined the crossroads and correlation with tradition and the epos of the people with decisive sharpness, tackling problems concerning the centrality of the artist and the civil role of art in contemporary society. His works have been shown all over the world and have been included in important public collections like the Tate Modern in London, the Centre Pompidou in Paris, the MoMA and the Guggenheim in New York, the Museum of Modern Art in San Francisco and the Walker Art Center in Minneapolis. Kounellis died in Rome in 2017.

Pier Paolo Calzolari was born in Bologna in 1943, but spent his childhood and adolescence in Venice. The city’s artistic and aesthetic heritage left a lasting impression on the future artist. In 1965, he exhibited his first paintings; in 1966-1967 he created the first of his performance art works, which directly involved the audience. Calzolari himself defined these as “space activation”. Between 1967 and 1972, he travelled and worked between Paris, New York and Berlin. During this period, he became part of the “Arte Povera” movement. The objects and materials that he had used since 1966 (fire, ice, lead, tin, salt, moss, tobacco) took on a second life alongside the light elements (neon), recalling the gleaming effect of Venetian marble. After 1972, he focussed on non-conventional painting techniques; he placed pictorial markings alongside actual objects, bringing rituals of daily existence on the same level as aesthetic experience in a horizontal relationship with the world and history, while, at the same time, trying to maintain a bond with the physical participation of the public. His work features various particular elements: a desire to saturate the senses, a way to make aspects of abstract thought and the essence of certain things visible, and a special attention focussed on the fragility of objects and materials.

Parmiggiani was born in Luzzara in 1943, and studied at the Istituto di Belle Arti in Modena. While still very young, he frequented the studio of Giorgio Morandi, and began to use painted plaster moulds in his works, which he called “sculpted paintings”. His first exhibition was held at the Feltrinelli bookstore in Bologna. During the same period, he was closely involved with the Gruppo 63 and the literary magazine il verri by Luciano Anceschi. At this time he published numerous libri-opera (books as works of art). In 1970 he produced his first Delocazioni [Delocations], works of shadow and imprints created using fire, dust and smoke, a radical reflection on the theme of absence and traces, later developed further to become the fundamental aspect of all his work. During the 1980s and 1990s, he began a series of important museum projects, including one at the Musée des Beaux-Arts in Lyon, the exhibitions at the Institut Mathildenhöhe in Darmstadt (1992), and the Galerie hlavního města in Prague (1993). After 2000, his work was shown in a number of renowned international exhibitions, both public and private. Among them were the exhibitions in Cuba, Moscow and Nashville.


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