ml4 - Giugno

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI GIUGNO ‘11 N°4 anno XVIII

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euro 1,00

mlmagazine.it

economia.lavoro cultura.attualità stile.design

speciale

Turismo Made in Marche

Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 3 53/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.4 6) Art. 1, comma 1, DCB Ancona

LA PAROLA A:

Serenella Moroder Lanfranco Beleggia Nardo Filippetti Guido Guidi

DOSSIER INFRASTRUTTURE L’eterno problema marchigiano

esclusivo Francesco Bellini

Uno scienziato ascolano conosciuto in tutto il mondo

A casa di... Benvenuti a Casa Baleani

EVENTI Porsche Green Cup 2011 al Conero Golf Club ISSN 20367589

9 772036 758002

10004 >

Till-12

“Il futuro energetico” Claudio Regini e Daniele Franceschetti, fondatori della Till-12. L’energia del sole per dare nuovo impulso al fotovoltaico.


Consegna entro le 10:30 del mattino successivo al ritiro in 1.500 localitĂ italiane di grande interesse commerciale.

Punta sul rosso.


speciale TURISMO

Uno speciale da gustare dall’inizio alla fine, un viaggio alla scoperta delle Marche e delle infinite ricchezze sparse sul territorio, belle e preziose come le stelle sparse sul manto della notte

Serenella Moroder

LE MARCHE a cinque SENSI

Lanfranco Beleggia

Quando vincere le sfide significa realizzare i propri sogni

Nardo Filippetti

“Turismo, tutto sotto Controller”

Guido Guidi

Vi faccio vedere le Marche come non le avete mai viste

Cesare Gamba

Made in Italy e tradizione di famiglia: valori che fanno la differenza

Ludovico Scortichini

SensoriABILIS: dalle Marche un modello d’eccellenza per l’accoglienza dei disabili

Lanfranco Beleggia “Realizzare i propri sogni” Quando vincere le sfide significa realizzare i propri sogni: il creatore dei gioielli Brosway annuncia l’apertura di un nuovo gioiello dell’ospitalità a cinque stelle, l’incantevole Villa Lattanzi 3


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Una gamma completa, un prodotto affidabile. A complete line, a reliable product.

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Dal 1918 la famiglia Gamba è attiva nel mondo del tessile e dal 1985 l’azienda offre per le forniture alberghiere una gamma completa di prodotti per ogni ambiente. Per la tavola: tovagliati jacquard in fibre naturali (cotone, lino) in altezze da 50 a 320 centimetri, tovagliati per il banqueting ed il catering in poliestere-cotone, in altezza 350 centimetri. Per il bagno e l’ambiente spa: asciugamani in spugna jacquard doppio ritorto da 420 a 560 grammi; asciugamani in crêpe e nido d’ape di cotone e lino, accappatoi in spugna di vari modelli e grammature. Per la camera: lenzuola in percalle e raso di cotone, misto lino e lino, personalizzabili con ricami e logo del cliente. Per il contract: tessuti, copriletti, trapuntini ignifughi Classe 1 ed un servizio chiavi in mano per tendaggi ed arredo camera. I tanti e rigorosi controlli di qualità sono mirati alla diffusione di prodotti affidabili, che portino sino al cliente tanti anni di esperienza nel settore.

The Gamba family has been part of the textile sector since 1918 and since 1985 the company has been offering a complete line of hotel supplies with products for every setting. For the table: jacquard table linens in natural fibres (cotton, linen); in widths from 50 to 320 cm, linens for banquets and catering in polyester and cotton, 350 cm in width. For the bathroom and spa: towels in double twist jacquard terry cloth in weights from 420 to 560 grams; towels in bird’seye (crêpe) and waffle (cellular) fabric in cotton and linen, terry cloth bathrobes in various models and weights. For the bedroom: sheets in cotton satin and percale fabric, linen and linen blends which can be personalised with embroidery and the client’s logo. Contract supplies: class 1 flame retardant fabrics, bedspreads, quilts and turn-key service for draperies and room furnishing. The many, stringent quality controls are aimed at providing reliable products which bring the client many years of experience in the industry.

Gamba Manifatture 1918 s.r.l. Via Delle Regioni, km 5 61122 Pesaro, Italy Tel. 0721 281695 Fax 0721 281929 E-mail: info@manifatturegamba.it

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SOMMARIO

CREDITO

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Pmi, avanti con la patrimonializzazione

FORMAZIONE 37

Università di Camerino: Unicam, insieme a ENEL Green Power e Faggiolati per parlare di geotermia

FrancescoBellini

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38 Uniurb Dove nascono i capolavori di domani

LAVORO

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“Il futuro della nostra economia passa attraverso l’imprenditorialità”

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Till-12

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Le strategie di Ex.it nel mercato globale

CREDITO

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Intermedia Finance consolida lo sviluppo

ALTO ARTIGIANATO

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San Benedetto capitale dell’antiquariato

Alberto Barilari nuovo Presidente di Fidimpresa Marche

VITA DA MANAGER 52 Fausto Fioroni

LanfrancoBeleggia 26

Non una favola, ma la storia vera di un operaio diventato manager

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contributi E bandi

consulenzA 56 60

Acquisizioni/ Cessioni SIDA

BORSA

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Il firmamento delle marchigiane quotate

Giovani: il ruolo delle competenze e la “sfida del talento”

FaustoFioroni

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Rubrica

15 L’editoriale di Flavio Guidi

PRIMOPIANO 16 Francesco Bellini Uno scienziato Ascolano conosciuto in tutto il mondo

COVERSTORY

20 Till 12

“Il futuro energetico dipende da noi stessi”

CONTROCOPERTINA

26 Lanfranco Beleggia Quando vincere le sfide significa realizzare i propri sogni

ilpersonaggio

30 Velia Papa

“Il teatro è una fabbrica di cultura”

IMPRESE 62 Lucio Volponi

La Fabbrica delle idee regalo

68 Cat impianti

Impianti all’avanguardia e risparmi concreti

70 Energy Resources

Il circuito del Mugello si affida a Energy Resources


INNOVAZIONE 210 Tre Elle “Nelle scuole tecniche deve entrare

speciale: Turismo

la cultura del bello”

Auto

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Nuova Lancia Ypsilon

80 I cuori delle Marche. Le città d’arte

TENDENZE

82 La stampa promuove le Marche

216 Calimar

74 Sondaggio: I love Marche 78 Marche: Le scoprirai all’infinito

84 Serenella Moroder Le Marche a 5 sensi

90 Nardo Filippetti

Cappelli d’estate

A CASA DI...

218 Benvenuti a Casa Baleani

“Turismo, tutto sotto Controller”

95 Guido Guidi

Vi presento le Marche come non le avete mai viste

98 Codice del turismo

220 A.M.R.S.

Per un aiuto al settore e maggiori tutele ai consumatori

101 Nuova legge, nuovo turismo? 104 Claudio Albonetti

“No alla tassa di soggiorno!”

107 Sport & Turismo 112 Cesare Gamba

Made in Italy e tradizione di famiglia: valori che fanno la differenza

118 Comune di Ancona

Ancona, la città dei mari e dell’arte

120 Bandiere Arancioni 126 Bandiere Blu 128 San Settimio 130 Domodimonti

un modo nuovo di promozione del territorio

132 Legambiente turismo

Storia e dintorni

dossier: INFRASTRUTTURE 184 Mario Formica

Infrastrutture a confronto

186 Marco Morriale

Emozioni della storia

VIAGGI 222 Per staccare la spina 224 I Viaggi di Michela 226 Itinerari

del gusto

Eventi

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Porsche Green Cup 2011

Arte e musica

La Regione Assuma le sue responsabilità

Appunti in agenda

194 Gaetano Galia

234

ML consiglia…

SPORT

“Non abbiamo alcun rapporto con l’aeroporto di Rimini”

188 Assessore Luigi Viventi

“Lavoriamo per un sistema integrato dei trasporti”

232 Cantar Lontano

192 Francesco Massi

Quadrilatero, un collegamento strategico tra Marche e Umbria

238 Enrico Fulgenzi

134 CasalFarneto:

198 Roberto Pesaresi

“Le aziende hanno bisogno di certezze”

136 Fano Yacht Festival

202 Giovanni Mauro

240 Giovanni Scapagnini

un premio all’enologia marchigiana, aspettando Cantine Aperte

Nuovo successo per la VII edizione

140 Tonino Pencarelli

Il ruolo dei porti turistici per lo sviluppo del turismo

142 Grotte di Frasassi

C’è più politica nei porti italiani che acqua di mare!!!

206

Adriacar

208

TND Trasporti

Salute e benessere

Omotaurina, nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della patologia di Alzheimer

242 OLQ

144 Al via a Urbino Turistarth 146 Turismo rurale Il poggio

148 Casa Leopardi 150 La Quintana 152 Cineturismo 154 Ludovico Scortichini Sensoriabilis

157 Mario Formica

“Per il turismo occorre sviluppare gli aeroporti, senza campanilismi”

176 Carducci

Il bello e il buono alla tavola dell’arte

A CASA DI... Benvenuti a Casa Baleani

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EDITORIALE di Flavio Guidi

Portonovo: un paesaggio unico al mondo S

e volete vivere un sogno di primavera, in una mattinata di metà giugno, quando al mare non c’è nessuno in una giornata non ventosa e di mare calmo, raggiungete la romanica Chiesetta di S. Maria di Portonovo e avviatevi lungo la spiaggia, verso la Vela e, superandola, andate verso le spiagge che seguono: quella dei gabbiani, la cava, le due sorelle. Gli scogli della riva e le spiagge ciottolose, si immergono come adagiandosi, nelle acque trasparenti del mare, l’immagine è quella di un lago cosparso di azzurro. Alle spalle della spiaggia le fiancate del Monte Conero si scagliano erette piene di verde e vegetazione, con le sue falesie ripide, immerse tra dirupi calcarei e una fitta macchia mediterranea. Le ginestre riempono l’aria di profumo, i gabbiani si distaccano dalle spiagge indisturbate, gli spacca sassi accompagnano i sentieri che si percorrono. In un grosso masso della spiaggia si legge: Qu’est-ce la vie? “Le soleil se lève, le soleil se couche” – voilà l’existence. Camminando, salendo lungo questo percorso, si sente l’emozione di vivere in un’altra dimensione: luminosità, quiete, colori, armonia, profumo, vigore e austerità. Il tempo e lo spazio si dilatano, la percezione si arricchisce, l’animo si riempie di bellezza e armonia. Immergetevi nelle acque antistanti queste spiagge. In tutto il mondo non esiste un luogo dove potrete trovare in poco spazio un’elevata concentrazione di frutti di mare: cozze, ostriche, bombi, ballari, fasolare, vongole, tartufi, cannelli, raguse, con la presenza di astici e granchi e grancevole. La flora e la fauna marina sono tra le più belle e ricche d’Italia, paradiso di ogni amante del mare. Il fondale frastagliato, meraviglioso, cosparso di radure arenose e cumuli di scogli pieni di anfratti e caverne, che rendono i fondali misteriosi, dove

la curiosità si smarrisce. D’inverno, il vento e il mare si scontrano con gli scogli possenti e la spiaggia; il contrasto sintetizza la sfida tra la forza del movimento e la resistenza della quiete. Bello è passeggiare tra il mare e i laghetti, ammirare la fauna che si sofferma durante i suoi percorsi migratori. Per completare la bellezza di Portonovo fatevi in solitudine, nel mese di settembre, in un pomeriggio di un giorno non festivo, una passeggiata lungo la baia, dal molo di Portonovo al Trave: la spiaggia di Mezzavalle. Anche questa esperienza vi arricchirà l’animo, trasferendovi dolcezza, beatitudine, bellezza, solarità, massima espressione di fusione tra mare spiaggia e monti. Apprezzerete le spiagge ghiaiose e sassose, con ciottoli rotondi, alternate da fascie di spiaggia di rena sottile. D’intorno sulle colline che declinano verso la baia, con chiazze verdi e gialle, si disegna un paesaggio dove si alternano il viola dei prati di lavanda in estate, con rosso dei corbezzoli d’autunno; l’azzurro sovrasta ogni altra tonalità. Più in alto si annunciano vigneti del vino rosso del Conero, come statue immerse nel verde, gli olivi arricchiscono l’armonia dell’insieme. La varietà del paesaggio delle colline che reca alla baia è un soave preludio che vibra l’attesa di chi scende verso il mare. Tutto è meraviglioso: una lirica della natura, uno squarcio di quiete. Fate questa esperienza: il suo ricordo si scriverà nel vostro cuore, la bellezza vi riempirà la mente. Iniziate questo viaggio con gli occhi regalate al vostro sguardo la poesia delle foto e dei racconti di chi ha dedicato la sua vita ai viaggi, all’arte dell’accoglienza, alla promozione del territorio. Pagina dopo pagina, in un crescendo di emozioni e di attese, Mondo Lavoro vi porta a conoscere le Marche, così come non le avete mai viste.

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PRIMO PIANO

Francesco Bellini co-fondatore di Biochem Pharma, di cui è stato Presidente ed Amministratore delegato dal 1986 al 2001 – è autore o coautore di oltre 25 brevetti. È membro del Consiglio di Amministrazione di Molson Coors Brewing Company, Montreal Heart Institute Foundation e Camera di Commercio Italiana. Nel 2005 è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal Governo italiano. Numerosissimi i premi e i riconoscimenti ricevuti.

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“Quando atterro ad Ancona mi batte sempre il cuore, anche se non so perché …”

Francesco Bellini Uno scienziato ascolano conosciuto in tutto il mondo di P. Duranti

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ottor Bellini, probabilmente non sono molti i marchigiani (e gli ascolani in particolare) che la conoscono; eppure in Nord America è famosissimo. Ci racconta qualcosa della Sua vita e della Sua carriera? “Nacqui ad Ascoli Piceno nel ’47, dove vissi per vent’anni e che lasciai nel ’67 alla volta del Quebec, Canada. Partii con in mano un diploma di perito chimico e tante speranze. Mi facilitò moltissimo il fatto che lì si erano già trasferiti i genitori con mio fratello minore”. Trovò subito lavoro? “Sì. I primi obiettivi erano proprio imparare più velocemente possibile la lingua e trovare un’occupazione. Fui assunto quasi subito presso un impianto di lavorazione di vernici e colle: guadagnavo un dollaro e mezzo all’ora. Purtroppo però venni licenziato dopo due mesi … ma in breve mi sistemai in un’altra azienda, dove fui adibito so-

stanzialmente alle medesime mansioni. Da qui passai in una società farmaceutica, specializzata in tossicologia, dove un veterinario aveva bisogno di un perito chimico. Poi, nella stessa azienda, mi offrirono un lavoro proprio nel settore chimico”. È sempre stato attratto dalla chimica? “È la mia materia! Quest’ultima occupazione mi permetteva di lavorare come chimico, aiutandomi anche negli studi universitari, che portavo avanti la sera e che furono coronati con la laurea – il Bachelor of Science - raggiunta nel ’72 presso il Loyol College (oggi Concordia University, ndr)”. Ho letto che Lei ha conseguito poi anche il Dottorato… “Sì, ma nel frattempo raggiunsi una tappa importantissima della mia vita, che vorrei sottolineare: il matrimonio, sempre nel ’72. Nel ‘74 lasciai Montreal per andare a stu-

diare a New Brunswick, dove tre anni più tardi conseguii il Dottorato in Chimica organica. Ritornato a lavorare nella vecchia società, ebbe inizio la seconda parte della mia carriera”. Ce ne vuole parlare? “Qualche mese più tardi la società – che allora occupava 400 persone - chiuse. Ad una quarantina di collaboratori, tra i quali anche il sottoscritto, fu offerto il trasferimento a Princetown, in Usa, in una nuova struttura all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Io non ci andai: non me la sentivo di fare l’emigrante per la seconda volta, avevo già un figlio …”. E allora cosa decise di fare? “Le offerte non mancarono, ma intrapresi l’attività di ricercatore per conto dell’Università del Quebec, presso un istituto specializzato nel settore delle biotecnologie, una sorta di Istituto Pasteur in piccolo…”.

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PRIMO PIANO

Come si chiamava? “Armand-Institut Frappier”. Se ho capito bene, questi sono gli anni in cui è “esplosa” la sua attività di scienziato, con decine di brevetti depositati? “Qui facevo pura attività di ricerca. Il problema era che lo Stato non dava molti soldi, e allora creammo un metodo

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per procacciarci le risorse necessarie a portare avanti le nostre attività: in un anno e mezzo vendetti prodotti per un milione e mezzo di dollari, tutti reinvestiti in ricerca. Eravamo solo cinque-sei persone, che però godevano del supporto di tutto l’istituto, che complessivamente assorbiva circa 3-400 addetti. Poi però subentrarono i problemi finanziari, che impo-

sero all’istituto di affacciarsi sul mercato: il pubblico dei risparmiatori rilevò il 49 per cento delle quote, mentre il 40 per cento rimase in mano all’ente e l’11 per cento fu sottoscritto dai dipendenti”.

pammo poi un altro gruppo di vaccini contro altre malattie, come l’epatite B ed altri gravi disturbi. C’è da dire comunque che gli anni Novanta erano bei tempi per le biotecnologie”.

Quindi prese avvio una nuova fase: un istituto impegnato nella ricerca presente direttamente sul mercato. “Così siamo arrivati al dicembre 1986. L’azienda – Biochem Pharma - valeva 20 milioni su carta: io la vendetti nel 2000 per sei miliardi di dollari (non tutti miei … io controllavo il 4-5 per cento). Questa società ebbe ed ha tuttora un ruolo strategico nella lotta contro talune gravi malattie. Ad esempio, ha portato sul mercato uno dei più importanti prodotti contro l’Aids. Con i suoi 200 ricercatori, provenienti da tutto il mondo, dislocati nei centri di ricerca di Montreal e Boston, svilup-

Ora i tempi sono cambiati? “ Poi accadde un fatto imprevisto quanto negativo: l’ingresso anche nel mondo della ricerca degli hedge found. I fondi speculativi hanno distrutto il mercato”. Però anche Lei investì direttamente in un fondo … “Non solo: con alcuni amici canadesi fondai addirittura un fondo di investimento nelle biotecnologie, che investì 60 milioni nel settore. E questo in un momento storico in cui il settore era piuttosto debole: alcune società, infatti, non andarono bene. Ma non si trattava certo di un hedge found!”.


Con la Sua nuova società, la FB Health, ha investito ad Ascoli Piceno. Perché? “Nella mia città ho realizzato il quartier generale di FB Health per tutta l’Europa, con compiti organizzativi e di pianificazione commerciale. Moltissimi nostri prodotti, infatti, sono commercializzabili anche in alcuni Paesi europei, come Italia e Spagna. Le vendite stanno andando molto bene”. Il Gruppo targato Francesco Bellini non si occupa soltanto di biotecnologie e ricerca farmacologica. “C’è la cantina, c’è l’hotel, c’è la cosmetica …”. Alla casa vinicola “Domodimonti” e al vicino, accogliente Albergo Magnolia dedicheremo un servizio all’interno dello Speciale Turismo, in questo numero della Rivista. Ci parla della cosmetica?

“In futuro questo settore su scala mondiale sarà importantissimo. I nostri centri di ricerca hanno realizzato nuovi prodotti contro le rughe, per combattere l’acne e le piaghe sulla pelle (come le piaghe da decubito); gli investimenti sono tutt’altro che irrilevanti … tenga presente che per ciascuna di queste tre linee abbiamo 70/80 dipendenti. Ora siamo alla ricerca di un partner per la vendita dei prodotti”. Anche per il comparto cosmetica sta pensando a qualcosa nelle Marche? “Per gli aspetti tecnologici ci avvaliamo di un importante polo di San Benedetto del Tronto”. Ricerca e sviluppo: è possibile farla in Italia? “Distinguerei i due momenti: la “ricerca” è possibile, ma il problema è rappresentato

dalle attività di “sviluppo”. Un problema enorme aggravato dalle difficoltà obiettive che si riscontrano nella ricerca di personale altamente qualificato. Anche se devo dire che sono molto contento delle persone che lavorano qui, e penso che loro siano altrettanto soddisfatte ed entusiaste. Piuttosto, sono stato sfortunato con i dirigenti, per cui alla fine ho deciso di fare molte cose da me. Ecco, forse manca del management preparato adeguatamente”.

cosa che si ha dentro. Amo questa terra: qui sono nato, ho trascorso i primi vent’anni della mia vita, i miei genitori sono tornati a vivere qui, dove ho tuttora molti amici. Poi vedi cose che non ti piacciono, gente che ti guarda male … e allora ti viene voglia di andare via e non tornare più”.

Le differenze nel “fare impresa” tra il nostro Paese e il Canada? “C’è una differenza come tra il giorno e la notte: qui le aziende sono vittime di una burocrazia esasperata, massacrante!”. Quanto si sente marchigiano? “La marchigianità è un qual-

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COVER STORY

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Till-12 “Il futuro energetico

dipende da noi stessi” Claudio Regini e Daniele Franceschetti, fondatori della Till-12. L’energia del sole per dare nuovo impulso al fotovoltaico. di P. Duranti

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ngegner Regini, ci parli delle origini dell’Azienda e di come è nato il sodalizio con Franceschetti? “É un progetto che nasce con radici profonde sia a livello umano che professionale. La nostra amicizia è maturata nello sport e nella comune passione per l’innovazione e la tecnologia. Così nasce la Till-12, un progetto ambizioso che pone al centro le persone e il futuro dell’energia”. E perché avete scelto proprio l’energia del sole, anche nel marchio? “Perché è un’energia sicura, a costo zero, eterna, autonoma, senza sprechi ed è anche etica. In poche parole è una risorsa alla portata di tutti. Inoltre è metafora della passione che mettiamo in quello che facciamo” .

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Avete molti competitor nel settore, cosa vi differenzia da loro? “Noi puntiamo sulle persone in primis e sulla ricerca e l’innovazione. Siamo dei general contractor, un punto di riferimento per il Cliente per quanto attiene a tutti gli aspetti del servizio, dalla parte consulenziale, alla progettazione e messa in opera, fino alla manutenzione dell’impianto stesso, questo grazie alla grande competenza di ogni membro del team”. Finalmente è stato diramato il nuovo “Conto Energia”, cosa ne pensate? “Pensiamo che rispecchia perfettamente la nostra visione del fotovoltaico. Eravemo già pronti ancora prima che venisse reso pubblico, crediamo che possa costituitre un nuovo impulso per tutto il settore”. Perché eravate già pronti? “Perché lavoriamo in questa maniera fin dall’inizio. Il nuovo conto energia premia la provenienza comunitaria dei pannelli fotovoltaici e degli altri componenti e chi produce energia direttamente dove viene utilizzata. Noi usiamo da sempre pannelli Italiani ed inverter tedeschi, la maggior parte dei nostri impianti sono installati sopra le Aziende e le abitazioni. Inoltre la misura che prevede l’incentivo per lo smaltimento dell’eternit penso possa dare impulso all’edilizia e sia importante dal punto di vista dell’ecosostenibilità, tematica a cui siamo particolarmente attenti”. Per il cliente è quindi il momento giusto per investire? “Si, perché i nuovi incentivi confermano il fotovoltaico come l’investimento più redditizio e sicuro sul mercato. Addirittura in alcuni casi il nuovo “conto energia” permette un ritorno più rapido del capitale investito rispetto al passato”. Chi ne trae i maggiori benefici? “Tutti coloro che hanno un tetto o uno spazio a disposizione possono trarre benefici economici e ambientali investendo sul fotovoltaico ma, come detto in precedenza, chi sceglie di puntare sulla qualità del materiale europeo e installare un impianto con il fine dell’autosufficienza energetica ne ha dei vantaggi ancora maggiori”.

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“Per coltivare la mia grande passione - il ciclismo – occorrono tanto allenamento, costanza, resistenza nei momenti difficili ed equilibrio in quelli belli. Una palestra di vita che rispecchia anche l’esperienza lavorativa. Lo sport ti insegna a vivere le sfide in maniera positiva”. Daniele Franceschetti Responsabile commerciale

“Da anni pratico il rugby; ora sono il capitano della squadra di Falconara Marittima. È un’esperienza che mi ha insegnato principi fondamentali che applico anche sul lavoro: l’importanza della squadra per il raggiungimento della meta, la correttezza e il fair play”. Claudio Regini Amministratore delegato


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COVER STORY

Tempo fa, attraverso le pagine di questo giornale Lei sostenne che in Italia abbiamo già tutta l’energia che serve. Ne è ancora convinto? “Si. Il 95 per cento degli edifici ha superfici adeguate per dotarsi dell’autosufficienza energetica”. Daniele Franceschetti, pensa che il nuovo Conto Energia permetterà di sfruttarla? “Produrre l’energia in loco, dove serve è la chiave per lo sviluppo. Lo testimoniano i clienti che ci scelgono e la crescita della Till-12, anche nel periodo in cui gli incentivi avevano subito lo stop che noi tutti conosciamo”. Ci parla spesso delle persone e di tecnologia prodotta in Italia ed Europa sono ancora in grado di fare la differenza? “Lo sono sempre di più, la massima resa di un impianto si ottiene solo se tutte le fasi sono coordinate da persone competenti e vengono utilizzati i materiali e le tecnologie migliori. I nostri collaboratori sono tutti esperti del settore, ingegneri, tecnici e consulenti in grado di progettare la soluzione migliore, questo si traduce sempre in una resa e in una durata maggiore dell’impianto, quindi diviene un investimento più conveniente”. Perché più di 100 clienti vi hanno già sceti? “Perché si sono accorti che la qualità non la fa solo il pannello. Cerchiamo di trasferire il nostro metodo di lavoro fin dal primo contatto. Velocità, competenza e disponibilità, oltre ai risultati, hanno generato un naturale passaparola, che avviene solo se il Cliente è soddisfatto al 100 percento”. Dove operate a livello territoriale? “Abbiamo clienti in tutto il centro Italia ma per ovvie ragioni territoriali la maggior parte di loro è nelle Marche, in tutte e cinque le province. Inoltre le Marche sono una delle regioni in Italia a più alto potenziale di sviluppo del fotovoltaico, poiché la base installata è inferiore a quella di molte altre regioni”.

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Alle soglie del referendum sull’energia nucleare, qual’è la sua posizione Ingegner Regini? “Un paese che guarda al terzo millennio non può non investire nello sviluppo e nella sostenibilità di un paniere di fonti di energia rinnovabili, come alternativa concreta alle fonti tradizionali. Questo processo è inevitabilmente lungo ma l’esempio di altri paesi come la Germania, il Regno Unito o la Danimarca ci indicano la via da percorrere. Se tutti facciamo la nostra parte in questo percorso, possiamo accelerare i tempi e fare in modo che il passaggio per l’energia nucleare sia del tutto superfluo”. Pensa che il nucleare abbia dei rischi reali per la sicurezza? “Come purtroppo ci insegna il Giappone, l’Energia Nucleare per quanto più sicura rispetto al passato, nel momnento in cui sfugge al controllo crea danni irreparabili e tremendamente duraturi nel tempo. Un impianto fotovoltaico che sfugge al controllo al massimo ti lascia senza elettrricità mentre guardi la finale dei mondiali!” Till’umina d’immenso, abbiamo visto il vostro slogan in moltissimi punti, qual’è il messaggio che volete trasmettere? “Vogliamo lanciare un messaggio positivo. Abbiamo preso in prestito il verso di Ungaretti in cui poeta descrive la gioia di trovarsi immerso nella bellezza della natura al mattino, momento in cui il sole sorge e scopre un cielo limpido restituendogli una senzazione di profondo benessere. Questo è il momento per cominciare a costruire quell’armonia.”


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COVER STORY

Lanfranco Beleggia, patron dei gioielli Brosway, presenta un nuovo hotel a cinque stelle: “La mia idea di ospitalità è di offrire un’accoglienza personalizzata, curata in ogni dettaglio. Soggiornare a Villa Lattanzi sarà come vivere un nuovo viaggio, in cui al comfort della struttura si unisce un’accoglienza autentica, che riscalda già dal primo sorriso. Perché in un luogo bello si vorrebbe arrivare, ritornare e restare.”

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Imprenditore di successo, creatore del brand Brosway; ha riportato a nuova vita una splendida villa a Torre di Palme, creando un nuovo gioiello a cinque stelle dell’hotellerie di charme. Ama le cose belle, la musica italiana e le nuove sfide.

Lanfranco Beleggia Quando vincere le sfide significa realizzare i propri sogni di A. Dachan e M. Camilletti

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ig. Beleggia, vuole raccontarci gli esordi del Suo percorso professionale? “Ho iniziato molto presto e di lavori ne ho fatti tanti da quando, poco più che ragazzo un incontro fortunato mi diede la spinta per volere di più, per credere in me stesso. Ho lavato le auto nella stazione di servizio di mio padre, sono stato meccanico, agente di commercio e persino emigrante. Poi in un’ azienda di cinturini per orologi, nella quale da responsabile commerciale in soli due anni diventai direttore generale, ho trovato quello che sarebbe stato il mio futuro. Avevo 31 anni, era il 1979 ed era l’anno in cui nacque Bros Manifatture. Sono trascorsi più di 30 anni e oggi il mio piccolo laboratorio artigiano di cinturini per orologi è diventato un gruppo con 160 dipendenti, tra interni ed esterni. Ho impiegato impegno e passione, in ogni giorno di questi trent’ anni, gli stessi valori che condivido con tutti coloro che insieme a me hanno costruito l’azienda e che ho trasmesso ai miei figli. Oggi i cinturini resistono nel business, ma la gran parte del fatturato proviene da Brosway Jewels: una linea di gioielli fashion, “facili” e divertenti con cui

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“Il risultato è un hotel che rispecchia tutto ciò che vorrei quando mi trovo in viaggio. È la struttura ideale per accogliere i viaggiatori che giungono nella zona, per una clientela esigente, che vuole situazioni ricercate, esclusive”

siamo decisi a conquistare anche il mercato statunitense.“ Cosa l’ha spinta a creare Brosway? “La sfida, l’intuizione, la voglia di costruire e di creare che sono le mie caratteristiche e quelle, credo, di gran parte degli imprenditori. Avevamo raggiunto il massimo con la produzione dei cinturini e con il packaging per la gioielleria e avevamo bisogno di una nuova scommessa, di attaccare il mercato con qualcosa di nuovo. Ho pensato che i giovani fossero la risposta ed è nato così il nostro brand di punta: Brosway. Abbiamo sfidato i colossi con i nostri gioielli in acciaio, un prodotto fashion, fresco, giovane che oggi è il nostro core business e, lo dico con grande orgoglio perché ci ha fatto chiudere l’anno 2010 con un 30% in più di fatturato. Progetto o sogno? Penso che nel mio caso le parole si equivalgano. Sogno ad occhi aperti, ma soprattutto mi piace costruire i miei sogni.” Oltre ai successi come imprenditore nel mondo della gioielleria Lei è impegnato anche nel settore turistico: come si conciliano queste due realtà? “Ho acquistato l’Hotel San Paolo a Montegiorgio, una struttura di tipo commerciale, negli anni ‘80, gli stessi anni della nascita di Bros Manifatture. L’ho acquistato seguendo l’istinto e la passione che sono il vero punto in comune fra le due realtà, anche perché la passione è il motore che anima qualsiasi cosa faccia o intenda fare. E poi l’amore per il bello, le cose belle fatte bene è una frase che ripeto spesso e chi lavora con me sa di cosa sto parlando. Villa Lattanzi è proprio l’emblema dell’amore per il bello perché è una meravigliosa villa a Torre di Palme del 1700 che ho comprato nel 2008 e che dopo un attento e meticoloso restauro diventerà Relais&Chateux a cinque stelle e sarà un altro dei miei gioielli, un altro dei miei sogni che vedrò realizzato”. Qual è la sua idea di ricettività e ospitalità? “Vorrei far sentire l’ospite al centro di ogni attenzione e quindi

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che si senta accolto, coccolato, che abbia tutte le comodità. Chi non vorrebbe sentirsi unico e privilegiato quando è in viaggio? Perché chi viaggia molto, io l’ho fatto a lungo e continuo a farlo, si sente solo, si sente a disagio perché non ha il suo letto, i suoi comfort, la sua camera, la sua luce. Sono piccole cose, dettagli, ma chi lavora nella ricettività deve tenerli in considerazione, non può ignorarli perché sono proprio queste sfumature, sono queste piccole attenzioni a fare la differenza e a migliorare la qualità dei servizi.” Come è stato il Suo incontro Villa Lattanzi? “È stato un amore abbastanza sofferto. Diversi anni fa avevo visto per la prima volta la villa, che era in vendita e inizialmente non avevo provato alcun interesse. Poi quando, due anni dopo, l’ho rivista, è stato come se la guardassi per la prima volta. Non si può immaginare in quale stato di decadenza fosse, ma nonostante ciò me ne sono letteralmente innamorato. Così l’ho comprata e ho deciso di ristrutturarla completamente. Poi mi sono chiesto: di questo bel gioiello, ora cosa ne faccio? Ho subito pensato a un cinque stelle, l’ho ritenuto necessario per valorizzare e riqualificare il territorio, queste terre alle quali sono legato profondamente”. Nel ristrutturare la Villa, ha deciso di rispettare la Sua antica essenza… “Sì, abbiamo voluto riportare la villa a nuova vita, rispettandone però l’anima, l’essenza antica, il suo passato. Abbiamo realizzato 18 camere, tutte dalle tinte pastello, un attico-spa e un ristorante, creando un relais dall’atmosfera soft. Il risultato è un hotel che rispecchia tutto ciò che vorrei quando mi trovo in viaggio. È la struttura ideale per accogliere i viaggiatori che giungono nella zona, per una clientela esigente, che vuole situazioni ricercate, esclusive”. Pensate ad una clientela business o a turisti e viaggiatori? “La struttura è ideale per una clientela business, perché gra-


“Villa Lattanzi è il mio orgoglio personale e spero possa essere un orgoglio per tutto il territorio”

TURE - Italia

La Villa sembra costruita intorno ai desideri degli ospiti che arriveranno… “Sì, per questo ho seguito le diverse fasi della ristrutturazione, mettendo a questo scopo tutta l’esperienza accumulata nei lunghi anni di viaggio in giro per il mondo. Per mia natura sono molto attento: ho carpito il meglio di quello che c’è nell’ospitalità e l’ho riportato in questo nuovo relais. Villa Lattanzi è il mio orgoglio personale e spero possa essere un orgoglio per tutto il territorio”.

Se guarda al futuro, dove si vede tra qualche anno? “Spero di continuare a vivere nuove sfide, nuovi impegni, di continuare a provare gioia arrivando in azienda ogni mattina. Il mio lavoro mi rende felice. Amo le cose belle, amo farle bene. In tutto quello che faccio metto cuore, per cercare di ottenere sempre il risultato migliore. Mi auguro di conservare questo desiderio di scoperta e di innovazione”.

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In fase di ristrutturazione sono state mantenute sulla facciata anche le antiche scritte in latino: cosa indicano? “Sul fronte principale della villa, sotto il marcapiano del piano nobile, è scolpita un’iscrizione in latino che recita: «L’ospite, baciato da Pomona, è attratto dalle brezze, miti in questo luogo, e dal rigoglio della vegetazione. Godi tu, per un poco almeno, del piacere recato dalla tranquillità del luogo, finché dardeggia Siro». Sull’arco d’ingresso seguendo l’andamento curvilineo è scolpita, sempre in latino, la frase seguente: «Salve, amico, godi dell’ospitalità che preparò per te il padrone di casa». Tutto ciò fa pensare che la villa era una dimora in cui si accoglievano spesso ospiti. Abbiamo mantenuto le scritte integre per trasmettere oggi lo stesso senso di accoglienza del passato, un passato antico, in cui si colgono persino tracce del popolo dei Piceni”.

Il suo coraggio è ammirevole; qual è il segreto del Suo carisma? “Quello di vivere tutto il tempo che ho a disposizione e di viverlo appieno. Sono un uomo del fare.”

un marchio

Un’altra perla di questa villa è rappresentata dalla chiesetta; ce la vuole descrivere? “La Chiesetta è il luogo che in assoluto mi ha fatto più innamorare. Mi ha emozionato profondamente, con le sue colonne, le sue cripte, la sua cupola, è la parte dell’antica dimora che si è mantenuta meglio. Sarà una location ideale per celebrazioni di vario tipo, specie per matrimoni. L’ospite troverà, infatti, una situazione di continuità: prima potrà celebrare la sua cerimonia, poi usufruire del salone e del ristorante per il ricevimento, infine trovare l’accoglienza soft delle camere deluxe”.

di accogliere ospiti e turisti. Se le splendide dimore storiche sparse sul territorio nazionale venissero ristrutturate, sarebbe una grossa opportunità per aumentare e migliorare la ricettività. Abbiamo coste magnifiche, un entroterra meraviglioso; ogni paesino è un monumento ed è fondamentale valorizzare questi aspetti. Io cerco di fare questo per il mio territorio al quale sono legato in modo viscerale e sincero.”

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zie al suo ampio salone e al ristorante è adeguata per ospitare attività di vario tipo: meeting, riunioni ed eventi. Allo stesso tempo, la Villa, per la sua posizione e il suo spirito, è la location ideale per le coppie, i viaggiatori e tutti quei turisti in cerca di un luogo che coniughi accoglienza e discrezione”. La magia della villa si prolunga anche intorno ad essa, grazie ai suggestivi paesaggi della Macchia Mediterranea… “È proprio così: direi che la metà del fascino di Villa Lattanzi è costituita da ciò che la circonda: il bosco, i sentieri con accesso diretto dalla villa, l’antica fontana e l’affascinante Grotta degli Amanti, con la sua suggestiva e romantica storia…”

Lo sarà di certo! A questo proposito, nel corso di una recente visita nelle Marche il Ministro del Turismo Brambilla ha annunciato lo stanziamento di 3,7 miliardi di euro, destinati alla riqualificazione delle dimore di charme nella regione. Cosa significa questa attenzione da parte delle autorità per chi, come Lei, ha già fatto coraggiose scelte imprenditoriali? “Credo che l’Italia sia sottovalutata rispetto alle sue capacità Composizio

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IL PERSONAGGIO

Velia Papa

“Il teatro è una fabbrica di cultura”: la Direttrice del Teatro delle Muse apre il sipario su alcuni aspetti inediti che ruotano intorno al mondo dell’arte di A. Dachan

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irettrice, Lei dirige le Muse da circa un anno: può farci un bilancio della Sua attività? “Sono arrivata alle Muse, nel marzo 2010, in un momento difficile per la cultura a causa dei numerosi tagli. Ho lavorato ad un progetto che salvaguardasse l’identità culturale del Teatro e che, al tempo stesso, mantenesse un equilibrio tra le entrate e le uscite. Si è trattato di una sorta di esperimento per coniugare una produzione culturale di qualità ad una politica di generale riduzione dei costi e possiamo dire che i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti. Di questo bisogna dare merito a tutto il personale del Teatro che ho trovato motivato, competente e che mantiene un impegno costante al fine di garantire un servizio di alta efficienza e qualità”.

Che rapporto ha la città di Ancona con Le Muse? “La posizione di affaccio sul mare, la sua imponente architettura fa del teatro un luogo di rispecchiamento identitario e un punto di riferimento culturale per l’intera collettività, aperto a diverse fasce di popolazione cittadina. Il Teatro è a disposizione della città e con la città non può che esserci un rapporto profondo”. Cosa piace, in particolare, al pubblico? “Si potrebbe pensare che il pubblico sia attratto esclusivamente da ciò che trova amplificazione sui media, ma non è sempre così. L’esperienza mi insegna che si possono riempire spettacoli anche senza star televisive, l’importante è fare scelte di qualità e saperle

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comunicare. Perché ciò che è veramente importante è costruire il pubblico del teatro facendolo crescere, ampliandolo, facendo un lavoro costante di informazione e dialogo fatto di scelte precise, riconoscibili e difendibili. Una politica del pubblico che punti al risultato immediato non potrà che rivolgersi allo star system ma se si vuole, nel medio periodo, creare un pubblico più vasto, fidelizzato e soprattutto più colto la strada è sicuramente sempre quella che privilegia la qualità. In questo senso il teatro delle Muse soffre la criticità di essere un pò troppo considerato solo un contenitore mentre dovrebbe avere una funzione di promozione e produzione culturale che non si limiti al solo teatro d’opera”. Quindi il teatro non deve solo rispondere alle richieste, ma fare anche nuove proposte? “Direi proprio di sì. Il pubblico non vuole essere solo assecondato, ma vuole anche ricevere stimoli, fare esperienze, scoprire nuove proposte, per questo serve un progetto strutturato e condiviso, che renda il Teatro una vera fabbrica di cultura”. Il teatro offre anche nuovi sbocchi professionali? “Possiamo dire che oggi c’è una generazione di giovani che ha idee innovative, ha talento. I giovani artisti che incontro, per esempio, hanno un livello di preparazione molto accresciuto molti hanno seguito corsi specializzati, hanno fatto esperienze all’estero. Ma a fronte di questa maggiore preparazione, non c’è un’adeguata risposta da parte delle istituzioni;


Il Teatro delle Muse: La sua riapertura risale all’ottobre del 2002, dopo una lunga opera di recupero della struttura originale, costruita nel 1827 su un progetto di Piero Ghinelli. Situato nel cuore della città e a due passi dal porto, il Teatro è il cuore pulsante dell’attività artistica e culturale della città. Oggi la struttura si presenta con un ritrovato splendore, con 1200 posti, un palcoscenico di 400 metri quadrati, un ridotto e tre sale prove: una per la danza, una per il teatro e una per le conferenze. A completare la struttura l’ampio Salone delle feste. Il Teatro produce una Stagione Lirica, collabora alla Stagione Teatrale e Concertistica e ospita altri spettacoli, convegni, conferenze e iniziative di interesse pubblico. È un luogo di cultura e aggregazione, che funge da punto di riferimento per Ancona e per l’intera regione.

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IL PERSONAGGIO

le risorse sono poche e purtroppo si registra una crescente disoccupazione tra gli artisti. A questo fenomeno non si possono dare risposte effimere: ci sono iniziative promosse da enti che danno alcune opportunità ai giovani, ma spesso si tratta di occasioni non inserite in un progetto complessivo e così, per cui dopo un breve periodo di lavoro, c’è di nuovo il nulla. Bisogna invece farsi carico del futuro degli artisti, valorizzare le loro competenze e la loro formazione, interpretare le loro esigenze e raccogliere gli spunti che offrono”. È vero che molti artisti sono costretti ad andare all’estero per lavorare? “Mi capita spesso di consigliare loro di partire, perché senza dubbio in molti Paesi vengono offerte maggiori opportunità, specie per i danzatori, che nonostante l’altissima preparazione in Italia hanno sbocchi professionali quasi nulli. In Italia, purtroppo, non c’è ancora un’idea matura della produzione culturale che viene spesso considerata solo in forma assistenziale, con la conseguenza che nei momenti di maggiore stretta economica è il primo settore a soffrire mentre bisognerebbe individuare delle politiche di sostegno che incentivino e sollecitano il mercato, aiutino le imprese con accesso facilitato al credito, con le riduzioni di imposta o con nuove forme di tutela dei lavoratori. Ma tutto ciò richiede un passaggio di mentalità da parte degli Enti pubblici e della politica dal mecenatismo allo sviluppo di economie integrate e devo dire che in questa direzione, la Regione Marche sta elaborando politiche innovative”. Biglietteria e informazioni 071 52525 www.teatrodellemuse.org

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CREDITO

Pmi, avanti con la patrimonializzazione Perché le nostre piccole e medie imprese dovrebbero portare avanti la propria patrimonializzazione? E quale ruolo possono svolgere le banche e non solo … Ne parliamo con il Direttore Generale di Banca Marche Massimo Bianconi

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ottor Bianconi, gli ultimi dati di Cerved Group sui bilanci 2009 mostrano che il 42 per cento delle imprese italiane registra un livello di patrimonializzazione a rischio, con debiti oltre il doppio del capitale netto. Quali sono le cause di questo fenomeno? “La realtà della sottocapitalizzazione delle nostre imprese ha tante spiegazioni che sono maturate soprattutto nel passato: la piccola dimensione, la prevalenza di settori a bassa intensità di capitale, l’insufficiente livello di concorrenzialità del mercato, la remora delle imprese familiari ad aprire il capitale di rischio a soggetti esterni, lo scarso sviluppo del mercato azionario, solo per citarne alcune”. Le imprese potranno mantenere questo livello di sottocapitalizzazione? “Certamente no. Lo scenario, rispetto a solo pochi anni fa, è profondamente cambiato: il mondo è sempre più interdipendente, sono scesi nell’“arena competitiva” nuovi concorrenti, anche a livello di singoli Paesi. La finanziarizzazione dell’economia è enormemente aumentata, la variabilità del ciclo economico è più elevata, il credito bancario non è più così abbondante ed è sempre più selettivo”. Cosa dovrebbero fare le imprese? “Occorre agire presto, pena l’impoverimento del nostro tessuto imprenditoriale. Bisogna rafforzare la capacità delle imprese di far fronte sia alle difficoltà, sia alle sfide del mercato. Servono maggiori risorse finanziarie stabili, da

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utilizzare per assorbire temporanei riduzioni di utili, ma anche per affrontare investimenti”. Dove si possono reperire queste risorse finanziarie? “Molti sono gli “attori” che devono entrare in scena e bisogna farlo tutti insieme: gli imprenditori, le banche, le associazioni di categoria, le istituzioni e, infine, il mercato”. Cominciamo dagli imprenditori … “Spesso gli imprenditori contestano ai banchieri di non concedere credito se non dietro la presentazione di idonee garanzie. Mi chiedo: come può l’imprenditore chiedere fiducia alla banca se è lui stesso il primo che non investe, che non vuole mettere i suoi soldi nell’azienda? È necessario, quindi, che gli imprenditori rafforzino il patrimonio della propria impresa, attraverso l’accantonamento degli utili, attingendo dalla ricchezza finanziaria prodotta nel passato, studiando la possibilità di allargare la compagine sociale ad altri partner industriali e finanziari, valutando la possibilità di reperire le risorse dalla quotazione in Borsa”. E le banche? “Posso parlare per noi di Banca Marche. Da diversi anni ormai ci impegnamo concretamente per favorire l’aumento della patrimonializzazione delle imprese, nonché il mantenimento nel tempo di un adeguato livello dei cosiddetti “mezzi propri”. Lo facciamo con due linee di finanziamento “ad hoc”, disponibili sia a tasso fisso che variabile, nelle forme tecniche di prestito chirografario e mutuo fondiario: il finan-


ziamento per l’aumento della patrimonializzazione e il prestito partecipativo. Ovviamente, fatta sempre salva la valutazione del merito creditizio effettuata in autonomia dalla banca”. A chi sono dedicati questi prodotti e come funzionano? “I prodotti sono dedicati alle imprese che adottano un sistema di contabilità ordinaria, quindi società di capitali, incluse le società cooperative, ma anche società di persone. In particolare, questi prodotti si pongono l’obiettivo di incoraggiare i soci di un’impresa a rafforzare il “capitale proprio” della stessa, anche se il rafforzamento avviene nel corso di diversi anni. Nel “finanziamento per l’aumento della patrimonializzazione” la banca concede un finanziamento all’impresa di importo fino al doppio dell’aumento di capitale a pagamento effettuato dai soci prima o contestualmente all’erogazione del finanziamento stesso. In tal modo, la banca intende premiare quei soci e quindi quell’impresa che si è rafforzata da subito dal punto di vista patrimoniale. Il finanziamento concesso all’impresa ha una durata massima di sette anni. Nel “prestito partecipativo” la banca concede un finanziamento all’impresa di importo fino al valore dell’aumento a pagamento di capitale proprio deliberato dai relativi soci, che si impegnano nel contempo a realizzarlo nel tempo. In sostanza, l’impresa aumenta da subito le proprie fonti di finanziamento, appunto con il credito bancario, ma nel corso del tempo sostituisce lo stesso con capitale: questo perché a fronte di ogni rimborso di quota capitale effettuato dall’impresa è previsto un equivalente versamento effettuato dai soci dell’impresa in conto aumento di capitale. Il prestito partecipativo ha una durata massima di sei anni”.

lizzazione delle imprese? “Credo che il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese abbia una valenza veramente strategica per il futuro dell’economia italiana. Ritengo siano necessarie iniziative da parte delle istituzioni che favoriscano il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Penso, quindi, a vantaggi finanziari che possono essere concessi a quelle imprese che sostituiscano altre forme di credito con il “capitale proprio”, o che lo aumentino più che proporzionalmente rispetto alle altre forme di credito. Ogni utilizzo di finanza pubblica a favore della patrimonializzazione delle imprese rientrerebbe in termini di maggiore gettito fiscale”. Last but non least, il mercato … “Il termine “mercato” ha più significati. Mercato significa concorrenza, che spinge ad essere competitivi, ad utilizzare in modo efficiente le risorse, ad offrire prodotti e servizi di elevata qualità. Ma significa anche - per quelle società che ne hanno le caratteristiche - raccogliere capitali attraverso la quotazione in Borsa. Senza dimenticare l’accezione classica della parola mercato, cioè il luogo dove si svolgono gli scambi. Ecco, le nostre imprese dovrebbero cercarsi nuovi mercati, andare all’estero, stringere nuovi accordi commerciali e partnership”.

Come sono stati accolti questi prodotti dalla clientela? “Tasto dolente … Purtroppo constatiamo che l’utilizzo di questi prodotti non è ancora soddisfacente, a dimostrazione che dobbiamo impegnarci ancor di più nel sensibilizzare i nostri clienti sull’importanza dell’aumento della patrimonializzazione, fornendo tutte le informazioni e i chiarimenti del caso”. Cosa dovrebbero fare le associazioni di categoria? “Altro snodo fondamentale: le associazioni di categoria, nonché i relativi Confidi di emanazione, svolgono oggi un ruolo veramente significativo per l’accesso al credito delle imprese. Sono dei veri e propri partner per la banca, con i quali condividere esperienze ed informazioni, affinché la banca stessa possa allocare il credito nel modo più efficace ed efficiente possibile. A questi partner, cioè tutte le principali associazioni di categoria e circa 50 Confidi convenzionati, noi di Banca Marche chiediamo di sensibilizzare i propri associati sulla necessità di aumentare il livello di patrimonializzazione. Deve esserci la consapevolezza che il rafforzamento patrimoniale delle imprese rende più forti anche i vari comparti produttivi interessati; si riduce cioè il rischio di cadute dell’intera filiera produttiva. Inoltre, i finanziamenti per la patrimonializzazione di cui parlavo prima, qualora assistiti dalla garanzia di un Confidi, possono beneficiare di condizioni economiche più favorevoli”. Cosa potrebbero fare le istituzioni per favorire la patrimonia-

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FORMAZIONE

Unicam insieme a ENEL Green Power e Faggiolati per parlare di geotermia L’ottima sinergia tra Università ed industria ha dato vita ad una interessantissima iniziativa che ha avuto come protagonista la geotermia

I I relatori • Dott. Enrico Gennari (Ordine dei Geologi delle Marche) • Prof.ssa Chiara Invernizzi (Unicam) • Ing. Paolo Romagnoli (ENEL Green Power) •Prof.ssa Eleonora Paris (Unicam) www.unicam.it/geologia

Per informazioni: Ufficio Comunicazione Palazzo ducale – Piazza Cavour 62032 Camerino (Mc) Tel. 0737/402762-2764-2755 Fax 0737/402100 e-mail: comunicazione. relazioniesterne@unicam.it web site www.unicam.info

geologi della Scuola di Scienze e Tecnologie di Unicam, in collaborazione con l’azienda Faggiolati Pumps e con il supporto di ENEL Green Power e dell’Ordine dei Geologi delle Marche ha proposto nei giorni scorsi un evento con lo scopo di divulgare in regione e in particolare nella provincia di Macerata le informazioni generali sulla geotermia come risorsa energetica alternativa e a basso impatto ambientale. L’incontro - che si è tenuto presso la Sala degli Stemmi del Palazzo Ducale di Camerino - ha visto la numerosa partecipazione non solo di geologi e di professionisti impegnati nel settore, ma anche di studenti ed industriali. Gli interventi hanno trattato i temi della geotermia come fonte energetica ad alta, media e bassa entalpia. “In Italia l’industria geotermica – ha affermato l’ingegner Paolo Romagnoli, di ENEL Green Power – è nata a Larderello, in Toscana. Con il passare del tempo e con le nuove tecnologie si sono aperte nuove frontiere anche per quei territori che fino ad oggi non sono stati interessati allo sviluppo geotermico, pur avendone le possibilità. Quan-

do si parla di geotermia bisogna distinguere i diversi usi: c’è innanzitutto la geotermia per la produzione di energia elettrica, la cosiddetta geotermia “ad alta entalpia”, che si concentra in pochi spazi, in particolare lungo la dorsale tirrenica. Se parliamo invece di riscaldamento di edifici, quindi di geotermia a ”mediobassa entalpia”, l’orizzonte si amplia e può riguardare anche altre zone del Paese”. “Per dare vita ad uno sviluppo reale di questa tecnologia, – ha proseguito l’ingegner Romagnoli – è necessaria, oltre agli incentivi che naturalmente sono già presenti, anche la creazione di un tessuto industriale e scientifico e quindi di competenze diffuse. In questo contesto, dunque, il mondo accademico ha un ruolo fondamentale in quanto può far acquisire le competenze necessarie. La geotermia è una scienza semplice e complessa allo stesso tempo: semplice perché in sintesi si tratta di sfruttare il calore della terra, ma la complessità deriva dal dover unire competenze che provengono da diversi settori come la geologia, che è senza dubbio la base su cui si fondano la geotermia, l’ingegneria e l’economia per la corretta

valutazione delle risorse e degli investimenti”. È seguita poi una tavola rotonda - alla quale hanno partecipato Giovanni Faggiolati per Confindustria Marche, Marco Menichetti per l’Università di Urbino, Stefano Mazzoli per l’Università di Napoli, Eugenio Turco e Pietro Paolo Pierantoni per Unicam -, che ha permesso di dare spazio a domande e rispondere all’interrogativo che a tutti interessa da vicino: quali possibilità vi sono per l’utilizzazione della geotermia come fonte energetica in Italia e nelle Marche. “Sono soddisfatto di questo incontro – ha affermato Giovanni Faggiolati – che ho voluto promuovere per approfondire il tema della geotermia anche nella nostra regione. Abbiamo coinvolto personaggi molto qualificati che hanno potuto illustrare le opportunità tecniche della geotermia anche per le imprese. Crediamo molto in questo progetto e pensiamo si possa sviluppare in Italia e nella regione Marche come già sta avvenendo con successo in altre parti d’Europa”.

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FORMAZIONE

Uniurb Dove nascono i capolavori di domani Intervista a Stefano Pivato, Magnifico Rettore Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

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al 1506 l’Università di Urbino si conferma come polo d’eccellenza formativa. Come si presenta oggi l’Ateneo? “Siamo vicini alla conclusione dell’iter di statizzazione. Gli esperti del CNVSU hanno sottolineato al MIUR la virtuosità della gestione e dei provvedimenti adottati dall’Ateneo, pertanto contiamo di ricevere presto la quota di FFO che ci spetta, non soltanto per poter riavviare politiche di crescita ma anche per uscire dalla classifica dei “cattivi” che spendono nel personale più del 90% dei trasferimenti statali, nella quale ci troviamo a causa di tale sottofinanziamento”. Da una recente ricerca sul rapporto degli Studenti con la Città e l’Università è emersa una generale soddisfazione degli intervistati. Come commenta questi dati? “Come una conferma di quanto sosteniamo da sempre: Urbino è il luogo ideale dove studiare, dove l’armonia del contesto è data dai rapporti umani tra studenti, docenti e cittadini”. Dunque l’immagine di Urbino, Città Campus a misura di studente, non è solo uno slogan? “No di certo. Urbino è stata la culla del Rinascimento italiano, nominata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per 15mila iscritti ci sono a disposizione 1.590 alloggi nei

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collegi progettati e realizzati dall’architetto Giancarlo De Carlo e gestiti dall’ERSU delle Marche che quest’anno ha erogato 1.539 borse di studio. Sono fatti, non uno slogan”. Oggi l’Università italiana è colpita dalla grave crisi economica globale, come cerca di venirne fuori l’Ateneo urbinate e quali sono gli aspetti della Riforma Gelmini che più incidono nelle scelte future dell’Ateneo? “Come primo responsabile di un’istituzione pubblica, al varo di una riforma il dovere di un rettore è far sì che questa venga applicata nel modo migliore per gli studenti e per l’efficienza del sistema. Per questo l’ateneo di Urbino ha istituito una commissione per la revisione dello Statuto che contiamo possa concludere i propri lavori entro i termini previsti. Da anni, del resto, siedono nel nostro CdA tre privati che hanno messo a disposizione le loro preziose competenze”. L’Università di Urbino è stata coinvolta dalle Nazioni Unite nel programma Universitas. Di cosa si tratta e come mai la scelta è caduta su di voi? “Stiamo definendo in effetti un accordo-quadro con gli uffici delle Nazioni Unite che si occupano della formazione di amministratori di alcuni paesi dell’area mediterranea. Abbiamo


ricevuto la loro attenzione in quanto siamo uno degli atenei più internazionali d’Italia con circa mille studenti stranieri, una percentuale del 7% tra le più alte del Paese. Da parte mia, per mantenere e accrescere questi livelli di eccellenza, ho nominato un delegato rettorale nella figura del professor Giuseppe Giliberti che sta stringendo numerosi rapporti con atenei e organismi internazionali, anche grazie alla collaborazione dell’Ersu che ha appena inaugurato il Collegio Internazionale, una struttura nel centro storico perfettamente rispondente ai canoni richiesti da studenti e ospiti stranieri e che in questi giorni ha visto la presenza di amministratori albanesi coordinati dalla dott.ssa Swartz delle Nazioni Unite per un corso di formazione sul turismo sostenibile”. Come è impegnata l’Università nel processo di intermediazione al lavoro dei propri laureati? “Ogni anno allestiamo il Career Day, giunto all’undicesima edizione, ora arricchito dall’adesione ad AlmaLaurea e dall’introduzione del Careers Abroad dedicato alle opportunità di lavoro all’estero. L’Università di Urbino si rivolge inoltre al mondo del lavoro attraverso contatti mirati e settoriali, con iniziative come “Esplora il mondo del lavoro” e accordi specifici con i centri per l’impiego della Provincia di Pesaro e Urbino. Aderendo al progetto FIXO (Formazione e Innovazione per l’Occupazione) promosso e sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, stiamo rapidamente crescendo come visibilità e strutturazione in modo da consentirci anche una valutazione complessiva più precisa. I risultati, pur in un momento di crisi come quella attuale, ci stanno dando risultati confortanti, anche per aver affidato il placement a un delegato rettorale di grande esperienza e capacità come il prof. Tonino Pencarelli”. La nuova campagna di comunicazione d’Ateneo riporta lo slogan: Capolavori di domani su Uniurb.it. a chi si rivolge? Qual è lo studente tipo dell’Università di Urbino? “Il concetto di capolavoro ci pare appropriato nel definire il nostro obbiettivo: essere il luogo ideale per formare gli uomini e le donne che gestiranno il futuro del nostro paese. Il tempo degli studi universitari è quello decisivo nella vita di una persona, quando si deve recidere il cordone ombelicale con la famiglia per un’esperienza di vita oltre che di studio. Mi rendo conto che la crisi economica rende spesso onerosa e talvolta impraticabile questa via, per questo ci impegniamo ad agevolarla il più possibile, sia limitando per quanto possibile le contribuzioni sia attuando convenzioni con gli esercizi commerciali della città che abbiamo raccolto in una “Guida ai servizi” che si è rivelata particolarmente gradita e conveniente. Insomma riteniamo di avere le carte in regola per sperare in un roseo futuro”.

> ulteriori notizie su www.uniurb.it e sul magazine di ateneo http://post.uniurb.it

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LAVORO

“Il futuro della nostra economia passa attraverso l’imprenditorialità” Per Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida di Ancona, “se partiamo dal presupposto che l’impresa sia il principale motore dello sviluppo, dobbiamo lavorare su di un piano culturale, al fine di cambiare l’approccio mentale a tale nuova visione” di L. Dattolo

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ottor Guidi, perché Lei pone la questione su di un terreno culturale? “Perché bisogna mettere l’”impresa” e il “fare impresa” al centro di ogni attività. Il che, in termini pratici, si traduce in una rilevante responsabilità in capo al mondo dell’istruzione e della formazione: l’auspicio è che le nuove generazioni crescano con la convinzione che il mestiere più nobile e socialmente utile è quello dell’imprenditore. Questo processo passa necessariamente attraverso la scuola, l’università e le istituzioni in genere”. Ruolo sociale dovuto al fatto che l’impresa dà lavoro? “Si, riducendo la disoccupazione, piaga delle economie occidentali”. In effetti l’imprenditore è in un certo senso vittima di pregiudizi. Forse nelle società di matrice anglosassone non è diverso? “La situazione è nettamente diversa: in America, ad esempio, non c’è laureato che esca dalla scuola che non abbia come aspettativa quella di diventare un imprenditore. L’Italia, invece, nella classifica mondiale si posiziona all’80° posto in fatto di propensione a diventare imprenditore, dietro il Vietnam”. Lei prima ha coinvolto le istituzioni. Perché? “Da un livello culturale occorre passare sul piano politico, cioè operativo: ed è proprio qui che - ad ogni livello e in applicazione dei sani principi di sussidiarietà - devono essere elaborate delle strategie complessive per favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità. Ma guardi

che con il termine “istituzioni” non intendo circoscrivere l’ambito d’azione agli enti locali: mi riferisco a tutti gli attori del tessuto economico, culturale e sociale”. E quindi? “Il credito, le associazioni, le università, i sindacati, i partiti. Hanno un ruolo troppo importante per non essere coinvolti in questa sfida: quella di studiare attentamente il problema e delineare, ciascuno consapevole della sua funzione, azioni che sostengono lo sviluppo dell’imprenditorialità. Ma anche i circoli culturali e le istituzioni religiose dovrebbero a mio avviso porre al centro della loro funzione lo sviluppo e la valorizzazione dell’arte di intraprendere. Ricordiamo che il fare impresa produce reddito, che conduce all’affrancamento dalla miseria e quindi ad una migliore espressione di vita. Da ultimo, ma non per importanza, è lo strategico ruolo dei media”. Cosa dovrebbero fare? “Anche sulla carta stampata e attraverso gli altri canali di comunicazione penso si possa fare qualcosa di più e meglio: all’intraprendenza, all’impresa e alla sua importanza sociale potrebbe essere dato un maggiore risalto. Sinora mi pare non vi sia stata la giusta attenzione, nè culturale nè informativa. Il lavoro delle famiglie e degli educatori sarebbe ne trarrebbe sicuramente giovamento”. E il mondo dell’impresa? “È necessario coinvolgere piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, manager, consulenti,

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LAVORO

formatori, venditori, affinchè trasferiscano il loro know how e facciano da coacher alle nuove leve”. A livello normativo cosa suggerisce? “Di lavorare, più di quanto sia stato fatto sinora, sulle liberalizzazioni delle professioni, del piccolo artigianato, dei mestieri, della piccola industria e del piccolo commercio. Sempreché non sia una liberalizzazione alla cieca: al contempo questi contesti lavorativi devono essere oggetto di un processo di “rivalorizzazione””. Mettendo l’impresa al centro del lavoro? “L’impresa come fonte e pratica dello sviluppo futuro, anche sociale. Non dimentichiamo che la nuova imprenditoria ha i caratteri della socialità; gestire questo obiettivo significa favorire la crescita economica e la coesione sociale. In questo senso parlo di rivitalizzazione dei valori dell’intraprendere. Inoltre, sempre a livello giuridico, il Legislatore dovrebbe rivedere i regimi di tassazione”. Cosa propone al riguardo? “Creare una corsia preferenziale, che preveda la detassazione almeno decennale sul reddito prodotto e un credito di imposta sugli utili reinvestiti e sugli investimenti, agevolazioni contributive, semplificazioni burocratiche, agevolazioni nelle tariffe, nei contributi associativi, assistenza e agevolazioni nel credito e nei finanziamenti. Tutte misure a sostegno dello sviluppo imprenditoriale. In linea generale, non sono l’unico a sostenere da tempo la necessità che siano rimossi tutti gli ostacoli che ostacolano i fattori che concorrono a determinare lo sviluppo imprenditoriale e a richiamare sul nostro territorio capitali: pensiamo alla penalizzazione tributaria che le piccole imprese avvertono rispetto alle grandi (in Italia il 94,47 per cento delle imprese ha meno di 10 dipendenti), la giustizia, il costo dell’apparato pubblico, il costo della politica, le infrastrutture, il costo delle risorse energetiche, la buona gestione dei fondi della co-

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munità. Un altro aspetto nevralgico è costituito dai rapporti di lavoro: si dovrà sviluppare una maggiore flessibilità, che veda altresì un’ulteriore riduzione dei costi contributivi per i salari più bassi, un pò come avviene in Germania”. E la formazione? “Le attività formative, ad ogni livello e in ogni contesto, andrebbero sviluppate per crescere la motivazione all’intraprendere, enumerare i campi delle attività in cui possano attivarsi nuove iniziative, comunicare le best practice, insegnare come si gestisce un’azienda, creare una mentalità al business. Si tratta di partire da un concetto di base: il lavoro non è soltanto quello dipendente e sicuro. Quindi il compito è quello di creare, proprio attraverso la formazione, una “cultura” dell’intraprendenza, evidenziandone la funzione economica e quella psicologica, nonché esistenziale”. Non mi è chiaro il rapporto tra nuova cultura dell’intraprendenza e liberalizzazioni. “Una nuova imprenditorialità attiverebbe un processo di adattamento delle attività economiche al nuovo contesto: si configurerebbe alla luce delle nuove realtà competitive, in quanto verrebbero abbandonati i settori obsoleti a favore di quelli più innovativi e su cui si andrebbe a configurare la nuova economia”. Eppure le agevolazioni per l’imprenditoria giovanile non mancano… “Lo Stato attraverso Invitalia interviene nel Mezzogiorno e in numerose città del Centro-Nord con contributi e finanziamenti (anche consistenti) a favore dell’imprenditorialità giovanile e per l’autoimpiego. Un’altra importante misura attiene al Prestito d’Onore varato dalla Regione Marche in collaborazione con Banca Marche, Gruppo Sida e Camera Work. Ottime misure che forse non tutti i diretti interessati conoscono …”.


estate 2011 | platea delle marche AMO LA MOLE Ancona, Mole Vanvitelliana

gli appuntamenti con la danza in uno straordinario palcoscenico sul mare ARENA GIGLI MUSICAL Porto Recanati, Arena Gigli ritmo incalzante e appuntamenti imperdibili per gli appassionati del musical CIVITANOVA DANZA Civitanova Marche le esperienze di danza più importanti e innovative della scena internazionale DANZA ALL’OPERA evento speciale di Civitanova Danza in collaborazione con Sferisterio Opera Festival Macerata, Arena Sferisterio Svetlana Zakharova Etoile del Teatro Bol’šoj di Mosca & Solisti del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Teatro dell’Opera di Kiev Gala DOVE DORME LA NEVE Castignano, Montefalcone Appennino una riflessione sull’importanza di saperi, usanze, misteri e colori di un territorio antico e saggio IL PAESE DEI BALOCCHI Serra San Quirico il gioco, il divertimento, l’incontro, il sorriso: un fantastico percorso dedicato all’infanzia MARE APERTO San Benedetto del Tronto il cartellone estivo sanbenedettese di musica, teatro, letteratura e danza MUSEI PALCOSCENICO MARCHE Ancona, Ascoli Piceno, Fabriano, Macerata, Montefortino, Urbania tanti luoghi d’arte si trasformano in palcoscenico per eventi, narrazioni per bambini e recital TESPI Teatro, Educazione, Scena e Pedagogia in Italia Serra San Quirico un festival dedicato al teatro sociale per approfondire il rapporto fra normalità e diversità TAU Teatri Antichi Uniti Ancona, Ascoli Piceno, Castelleone di Suasa, Falerone, Monte Rinaldo, Urbisaglia l’intramontabile fascino dei classici nella magica cornice di antichi teatri ed anfiteatri VEREGRA STREET FESTIVAL Montegranaro festival del teatro urbano e di strada informazioni AMAT 071 2072439 www.amat.marche.it Tutti i programmi sono in via di definizione. I progetti sono realizzati in collaborazione 43 con Enti e Soggetti che per esiguità di spazio non possono essere menzionati.


INTERNAZIONALIZZAZIONE

Le strategie di Ex.it nel mercato globale La crisi economica che ha colpito quasi tutti i settori produttivi ha fatto sì che la Ex.it, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata, affinasse al massimo grado le sue strategie per permettere alle imprese del territorio, attraverso l’internazionalizzazione, di scoprire nuovi mercati nei Paesi emergenti

Q Presidente di EX.IT Luca Bartoli

EX•IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata T +39 0733.251239 F +39 0733.251262 exit@mc.camcom.it www.exitonline.it

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uesta attività ha creato un vero e proprio patrimonio di esperienze e soprattutto di competenze, che ha fatto diventare la Ex.it punto di riferimento non soltanto per le aziende della provincia ma anche per gli enti e le istituzioni. Fondamentale il contributo della Camera di Commercio di Macerata e con essa di tutte le organizzazioni che rappresenta, dall’artigianato al commercio, dall’industria all’agricoltura, dai trasporti alla pesca, dalla cooperazione al sindacato, dal turismo al credito, dai servizi ai consumatori, con le quali si è creata una sinergia che sta dando risultati esaltanti. Infatti, quando si va all’estero per una fiera o per una manifestazione internazionale non ci si presenta soltanto con il prodotto oggetto dell’esposizione ma con tutto il territorio e con tutte le istituzioni più significative come Regione, Provincia, Camera di Commercio ed istituti di credito. La qualità del prodotto è importantissima, e per questo bisogna sempre puntare all’innovazione per essere un passo avanti dinanzi ai nostri concorrenti, ma è il territorio che può dare

quel valore in più che fa la differenza. Le nostre eccellenze infatti non nascono per caso proprio in questa provincia e in questa regione, ma sono frutto di una “cultura del bello” e del “fatto bene” che si è sedimentata nel tempo ma che risale al Rinascimento. È proprio questo che debbono percepire i consumatori ma soprattutto i buyer, sia italiani che stranieri. E la Ex.it in tal senso fa opera di sensibilizzazione a tutto campo. In ciò favorita dal fatto che, dovendo sollecitare le imprese locali a partecipare alle fiere più significative, è in costante contatto con il mondo produttivo del territorio senza trascurare alcun settore, dalle calzature agli accessori, dagli strumenti musicali all’abbigliamento, dagli oggetti d’arredo alla gastronomia, dai prodotti di argenteria alla pelletteria e via elencando nella vasta gamma della produzione artigianale. Questo rapporto di fiducia che si è creato nel tempo consente di percepire in anticipo le esigenze di ogni settore e studiare le strategie vincenti per anticipare la concorrenza ed inserirsi in un mercato anziché in un altro forse più appa-

riscente ma meno redditizio. E la globalizzazione ci ha insegnato proprio questo: non dare nulla per scontato ed essere sempre pronti a cogliere le occasioni migliori. Se c’è un Paese in via di espansione non è detto che quello debba essere necessariamente un mercato preferenziale per i nostri prodotti. Infatti può verificarsi il caso che quel Paese non sia ancora “maturo” per accogliere le nostre eccellenze, che invece possono trovare più favorevoli nicchie di mercato in Paesi più sviluppati come Stati Uniti, Asia, Germania, Francia e Russia, dove fasce di consumatori del ceto medio-alto possono meglio apprezzare la qualità del prodotto manifatturiero nato dall’estro, dalla genialità, dalla fantasia e dalla cultura del nostro imprenditore più evoluto.

La globalizzazione ci ha insegnato proprio questo: non dare nulla per scontato ed essere sempre pronti a cogliere le occasioni migliori


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CREDITO

Intermedia Finance consolida lo sviluppo Ottimi risultati registrati dalla società fondata da Giovanni Consorte, anche con l’importante contributo di Intermedia Finance Marche

S

i chiude con ricavi in crescita del 44,1 per cento rispetto all’anno precedente (e con utili in incremento del 40,9 per cento) il bilancio 2010 di Intermedia Finance Spa. L’anno in questione ha visto privilegiate ancora una volta le attività di advisory e intermediazione. Le attività di investimento hanno infatti ricoperto un ruolo centrale, soprattutto rispetto alle attività di finanziamento. Il 2010 è stato un anno importante anche perchè sono

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state avviate la costituzione e l’acquisizione di società specialistiche con lo scopo di fornire servizi alle aziende in campo assicurativo e finanziario, come BAP Vita, BAP Danni, Gerec e Intermedia Cattolica Soluzioni Assicurative. Sempre nel 2010 è stato inoltre avviato il piano commerciale di Gruppo.


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CREDITO

Alberto Barilari nuovo Presidente di Fidimpresa Marche Nel 2010 il Confidi unico della Cna ha prestato garanzie a 3.639 imprenditori per 67,3 milioni di euro, di cui 2,3 per il fondo antiusura che ha salvato dagli strozzini centinaia di artigiani

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lberto Barilari, imprenditore pesarese di 47 anni, titolare della Neomec (società specializzata nella realizzazione di macchine industriali), è il nuovo presidente di Fidimpresa Marche, il Confidi unico della Cna regionale. Barilari, da sempre impegnato nella Confederazione, attualmente ricopre anche i ruoli di vicepresidente della Cna Marche e della Cna provinciale di Pesaro e Urbino. Nel Confidi artigiano è stato vicepresidente del Consiglio di gestione tra il 2006 e il 2009 ed oggi ne assume la guida, sostituendo Silvano Gattari che ne è stato presidente solo per pochi mesi dopo la prematura scomparsa di Giuliano Drudi, storico presidente di Cna Marche prima e di Fidimpresa poi. A nominare Barilari nuovo presidente è stata l’Assemblea dei soci, che ha anche approvato il bilancio consuntivo 2010 e il piano di lavoro per l’anno in corso. Fidimpresa è il più importante Confidi delle Marche, potendo contare su 22mila soci, 60 collaboratori e 850 milioni di euro di stock di finanziamenti garantiti. Nel 2010 ben 3.639 piccoli e medi imprenditori marchigiani si sono rivolti a Fidimpresa Marche, per chiedere garanzie al fine di ottenere finanziamenti dalle banche o per accedere al fondo antiusura per un importo complessivo di 67,3 milioni di euro.

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La stragrande maggioranza degli artigiani che ha fatto ricorso a Fidimpresa Marche lo ha fatto per accedere a finanziamenti convenzionati (1.982) oppure ai fondi della Legge Regionale n. 20 del 2003 (lo hanno fatto in 1.331). In entrambi i casi per risolvere problemi di liquidità; soltanto poco più di 300 hanno fatto ricorso ai finanziamenti per realizzare investimenti aziendali. Alla fine del 2010 le garanzie in essere di Fidimpresa per il fondo antiusura ammontavano a 2,3 milioni di euro, che hanno salvato centinaia di imprenditori artigiani dal rischio di finire tra le braccia degli strozzini. “La vera sfida per Fidimpresa Marche” - ha dichiarato il nuovo presidente Barilari - “consiste nel sostenere in particolare quelle imprese che presentano concrete prospettive di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, anche laddove, per effetto della crisi, nel breve termine non siano del tutto meritevoli di credito. Su questo moltiplicheremo il nostro impegno nei prossimi mesi, chiedendo la collaborazione di banche ed istituzioni. Una prima risposta è arrivata dalla Regione, che ha stanziato 5 milioni di euro con i quali sarà possibile aprire canali del credito bancario, con un effetto leva che permetterà di ottenere finanziamenti in favore delle imprese per una somma totale superiore a 150 milioni di euro”.


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ALTO ARTIGIANATO MARCHE

San Benedetto capitale dell’antiquariato La Riviera delle Palme rinnova un impegno culturale che da anni la pone come una delle mete estive più apprezzate dagli amanti dell’arte e dell’antiquariato

T Gianni Brandozzi

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ra le palme della Riviera, anch’esse protagoniste dell’evento ospitato lungo la passeggiata di viale Buozzi, quest’anno il tema della manifestazione dedicata al vintage – ha coinvolto un’accurata selezione di espositori del settore, americano ed europeo, con opere che richiamano gli Anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta e Settanta. Ricco, infatti, il calendario delle novità di questa prima edizione: per la giornata di sabato 25 giugno, dalle 18.00 alle 20.00 e dalle 21.00 alle 23.00, sulla pineta ci sarà musica jazz Anni ‘50 per tutti gli appassionati: dieci musicisti professionisti che suoneranno e canteranno musica jazz. Per tutte e tre le giornate saranno inoltre in mostra originali Cadillac Anni Cinquanta del collezionista Enzo de Simone di Milano, esposte a San Benedetto del Tronto per

la prima volta proprio in occasione dell’edizione vintage de “L’Antico e le Palme”. Un’altra grande novità di questa edizione è l’esposizione di bici del Novecento dal titolo “Bbicibbellabbici”, organizzata dall’Associazione M.A.N.U. di San Benedetto del Tronto, esposte all’interno della rotondina della passeggiata di Viale Buozzi. L’appuntamento con l’antiquariato si rinnova con la partecipazione di espositori provenienti dall’Italia e dall’estero, con una proposta sempre più prestigiosa di antiquariato, gioielli, mobili, ceramica, quadri ed argenti dal 1500 al Novecento. La campagna promozionale dell’evento, condotta a livello regionale e nazionale, è stata ben accolta dai principali quotidiani, riviste di settore del turismo e dell’antiquariato, nonché dalle più importanti radio e televisioni a livello in-

terregionale. Inoltre, grazie al prezioso sostegno della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno saranno affissi poster mt 6x3 nelle principali città del Centro Italia; un lavoro che mira a promuovere l’evento e ad incentivare il turismo sulla Riviera delle Palme. Numerosi anche i gadget realizzati: bigliettini da visita per tutti i partecipanti con l’immagine della manifestazione e una penna personalizzata.

Orario della manifestazione: dalle 17.00 alle 24.00 Per informazioni: Gianni Brandozzi Tel. 0736.256956 www.lanticoelepalme.it


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VITA DA MANAGER

Fausto Fioroni

Non una favola, ma la storia vera di un operaio diventato manager di A. Dachan

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ng Fioroni, il Suo percorso professionale ha i contorni di una favola… Ce lo vuole raccontare? “Non so se si può definire una favola, quello che so di certo è che si trattata di un lungo e intesto percorso lavorativo che dura da più di 40 anni. Mi sono diplomato come Perito Elettrotecnico presso l’ I.T.I.S di Foligno nel 1968. In quel periodo esistevano nel centro Italia solo due istituti tecnici di rilievo l’ ITIS di Foligno e quello di Fermo. Subito dopo il diploma ho iniziato a lavorare come operaio nel settore dell’istallazione di impianti industriali per elettrodomestici. Che ricordo ha di quel periodo? “Un’esperienza di due anni molto positiva e formativa che si é rilevata utile nel proseguo della mia attività lavorativa. Ricordo ancora oggi il mio primo giorno di lavoro quando mi è stato dato un pennello in mano per andare a verniciare delle travi di sostegno. Credo che qualunque lavoro debba essere fatto con impegno e passione e se non avessi messo impegno e passione anche in quel lavoro oggi quasi sicuramente non sarei al vertice di un’azienda così importante. Nel 1973 mi è stato affidato il progetto per la produzione di resistenze corazzate e termostati per scaldabagni. Inizialmente con 5 dipendenti e un capannone di 800 metri quadri ho intrapreso questa sfida con passione tenacia ed inventiva. Un approccio al lavoro pratico e concreto e la capacità di lavorare in team attraverso un dialogo volto alla motivazione e crescita dei miei collaboratori mi hanno permesso sia di trasformare quel

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progetto in un nuovo business per il gruppo AristonThermp, creando un’azienda la Thermowatt spa che oggi è leader mondiale nei componenti elettrici per scaldabagni, con oltre 100 milioni di euro di fatturato, 700 dipendenti e 400 addetti nell’indotto marchigiano, che di brevettare e ingegnerizza componenti per la sicurezza e il risparmio energetico. Qual è stato il passo successivo? “Nel 1987, in corrispondenza all’entrata di Ariston Thermo nel mercato delle caldaie murali a gas, ho supporta efficacemente la penetrazione del Gruppo nel nuovo settore creando un’unità di progettazione e di produzione di controlli elettronici, con una visione internazionale. Dal 2007 ad oggi ho seguito diversi progetti strategici per la crescita del Gruppo tra questi vi è quello relativo alla creazione della business unit dedicata alla progettazione e produzione di prodotti per il solare termico. Nel 2009 sono stato nominato Amministratore Delegato di Thermowatt SpA e in qualità di Direttore Tecnico mi sono occupato della riorganizzazione della Business Unit Riscaldamento di Ariston Thermo Group, rilanciando lo stabilimento di Osimo, dove oggi è concentrata la produzione di caldaie murali a gas di tutto Gruppo, gestendo 8 stabilimenti europei e due cinesi per un totale di 1200 dipendenti. Dal 1 Settembre 2011 sono stato chiamato a ricoprire l’incarico di Direttore Qualità del Gruppo con l’obiettivo di sviluppare progetti atti al miglioramento della Qualità dei prodotti e di ridurre significativamente i Costi della Non Qualità”.


Cosa ha comportato per Lei passare da un ruolo che richiedeva un impegno “pratico” a un ruolo di tipo dirigenziale? “Come prima cosa ho preso coscienza della responsabilità che le mie decisioni avrebbero avuto delle ricadute non sole sul futuro dell’azienda, ma anche sul lavoro di tante persone che da me dipendevano. Tale presa di coscienza ha fatto si che mi dedicassi non solo a sviluppare e far crescere l’azienda e le persone che in essa lavoravano, ma anche a creare delle condizioni tali da permettere ai miei collaboratori di esprimere le loro potenzialità in un ambiente altamente motivante”. Quale momento del Suo percorso professionale Le ha dato maggior soddisfazione? “Non c’è un momento che ricordo in particolare. Nella mia lunga attività lavorativa ho avuto tante piccole e grandi soddisfazioni. Una tra tante è quella di ricevere ancora oggi email dai miei operai che mi ringraziano per aver costruito non solo un’azienda solida ma anche un ambiente di lavoro gratificante”. Cosa ha significato per Lei il conferimento della laurea Honoris Causa in Ingegneria Elettronica? “Sicuramente questo prestigioso riconoscimento é stato per me il coronamento di un lungo ed inteso percorso professionale in Ariston Thermo e mi ha dato inoltre modo di ripercorre la mia storia lavorativa. Per questo riconoscimento ringrazio tutti i miei collaboratori che mi hanno supportato e “sopportato” nel raggiungimento di ambiziosi obiettivi. Un particolare ringraziamento va all’Ing. Francesco Merloni per avermi dato fiducia e permesso di avere ampia autonomia decisionale tanto che ho avuto l’opportunità di essere un manager imprenditore”. Nel corso della Sua vita, ha avuto delle figure che l’hanno ispirata o che hanno costituito per Lei un esempio da seguire? “I miei genitori prima di tutto. In particolare mia madre che nella sua semplicità mi ripeteva sempre “Comportati bene”. Due semplici parole che racchiudono il valore di un insegnamento etico teso al rispetto delle persone e delle regole”.

“Credo che qualunque lavoro debba essere fatto con impegno e passione e se non avessi messo impegno e passione anche in quel lavoro oggi quasi sicuramente non sarei al vertice di un’azienda così importante”

Da piccolo, cosa sognava di fare? “Diventare un campione nel ciclismo. Non a caso mi hanno dato il nome Fausto come il notissimo campione di ciclismo Fausto Coppi. Fin da piccolo ho avuto una passione innata per questo sport. Allora la mia famiglia non poteva permettersi di comprarmi una bicicletta da corsa, oggi ne ho tre, ma non trovo quasi il tempo per andarci”. Che consiglio darebbe ad un giovane sfiduciato o timoroso per il suo futuro lavorativo? “Di non abbattersi e di essere tenaci! Cercare di entrare nel mondo nel lavoro … accettando anche lavori che al momento possono essere poco gratificanti per le proprie qualifiche e aspirazioni. L’importante è iniziare, perché è sicuramente più facile poi crescere e realizzarsi. Inoltre avere tanta voglia di imparare”.

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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE > POR FSE 2007/2013 “Prestito d’onore regionale per la creazione di nuove imprese” Concessione di un finanziamento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A.(max 50.000 euro – t.rif. 3,20%) da restituire in 6 anni e da utilizzare per fare fronte alle spese di costituzione, agli investimenti e alla gestione della nuova iniziativa economica; è ammissibile la costituzione di nuove attività d’impresa in tutti i settori di attività, ad esclusione dell’agricoltura e dell’industria del carbone. È ammissibile anche la rilevazione di un’attività già esistente purché non gestita da familiari. SCADENZA 31/12/2011 > FONDI DI GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO “Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzionati” LEGGE 949/52 - contributo in c/interessi per le operazioni di credito artigiano (finanziamento min 10.329,14 max 500.000 euro, tasso agevolato fino al 70% t.rif.) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 2% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. LEGGE 240/81 - contributo in c/canoni per le operazioni di locazione finanziaria da parte delle imprese artigiane (finanziamento min 10.329,14 - max 350.000 euro, tasso agevolato pari al 60% t.rif) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 1,5% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. > C.C.I.A.A PESARO URBINO “Contributi alle PMI per la “Contributi a sostegno di investimenti mediante abbattimento degli interessi” Concessione di un contributo sugli interessi maturati su finanziamenti garantiti da organismi di garanzia collettiva (es. Confidi), finalizzati a specifici investimenti previsti dal bando. Il contributo è pari al 90% degli interessi previsti per il primo anno dal piano di ammortamento, su un finanziamento di massimo 50.000 euro.

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SCADENZA AL 31/12/2011 EMILIA ROMAGNA > POR FESR 2007/2013 “Accreditamento istituzionale delle strutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico della regione EmiliaRomagna” È aperta la procedura di presentazione delle domande di accreditamento. Possono presentare domanda di accreditamento le strutture espressamente dedicate, e aventi come ambito prevalente di attività la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, costituite da Università (anche attraverso loro centri), Enti di ricerca, altri organismi di ricerca pubblici e privati oppure costituite presso imprese. SCADENZA IL 30/06/2011 > REGIONE EMILIA ROMAGNA “Fondo di cogaranzia regionale per l’accesso al credito delle imprese” Il Fondo presenta garanzie per le imprese (50-80% finanziamento erogato max 1.500.000 euro) a fronte delle seguenti operazioni: a) finanziamenti chirografari o assistiti da garanzia reale o aperture di credito, di durata non superiore a 120 mesi b) locazioni finanziarie immobiliari e mobiliari di durata non superiore a 120 mesi effettuate per i progetti di investimenti c) operazioni di factoring di durata non superiore a 120 mesi BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE > REGIONE EMILIA ROMAGNA “Sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio” Accordo sottoscritto dalla Regione Emilia Romagna, dal Ministero dell’Economia, dall’ABI e dalle Associazioni imprenditoriali per la sospensione dei pagamenti delle PMI nei confronti del sistema bancario, compresi quelli relativi leggi/interventi/misure di incentivazione regionale. BANDO APERTO > LEGGE 49/1985 “Fondo di rotazione FONCOOPER” Finanziamenti agevolati (max 500.000 euro) in favore di società Cooperative per la realizzazione di progetti finalizzati all’aumento della produttività o dell’occupazione, alla valorizzazione dei prodotti,

alla razionalizzazione del settore distributivo, alla realizzazione o acquisto di impianti nel settore della produzione e della distribuzione del turismo e dei servizi, alla ristrutturazione e riconversione degli impianti.

finanziario-gestionale” Contributi in c/capitale (50% spese ammissibili – max 7.000 euro) al fine di sostenere le PMI nel migliorare le proprie performance e le condizioni di accesso al credito. BANDO APERTO

> WE TECH OFF “Bando per la creazione di imprese innovative” Progetto per l’erogazione di servizi a favore di gruppi portatori di idee imprenditoriali e start-up tecnologiche nelle fasi di incubazione e avvio dell’attività. SCADENZA IL 31/12/2011

> CCIAA DI PARMA “Contributi per la partecipazione a fiere e mostre specializzate” Contributi nella misura max. del 40% delle spese ammissibili fino al raggiungimento di max di 4.200 euro al fine di favorire la partecipazione a fiere e mostre specializzate. BANDO APERTO

> FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA “Rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finanziamenti erogati da banche convenzionate” Garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo termine. PROCEDURA VALUTATIVA DELLA DOMANDA

> CCIAA DI PARMA “Contributi per la formazione continua delle imprese” Contributi nella misura di 1.000 euro a partecipante, pari al 25% dei costi del corso, al fine di favorire lo sviluppo economico, sociale e produttivo della provincia. BANDO APERTO

> CCIAA DI BOLOGNA “Contributi c/capitale per partecipazione a fiere e mostre all’estero” Contributi a fondo perduto (spesa min 2.000 euro - contributo max 7.500 euro) al fine di incentivare i processi di internazionalizzazione delle imprese della provincia di Bologna. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la sicurezza alimentare” Contributi a fondo perduto (25% spese ammissibili – max 3.000 euro) al fine di sostenere le imprese che decidono di ottenere certificazioni nel settore agroalimentare. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la creazione e il consolidamento di nuove imprese” Contributi a fondo perduto (50% – max 3.000 €) finalizzati a finanziare le future neo imprese nelal fase precedente l’avvio effettivo dell’attività imprenditoriale. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la realizzazione di un check-up economico-

> CCIAA DI PARMA “Contributi per la realizzazione di iniziative di promozione e pubblicità sui mercati esteri” Contributi nella misura del 25% fino max 2.500 euro, allo scopo di favorire azioni di promozione e comunicazione finalizzate a rafforzare la presenza delle imprese su specifici mercati esteri. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la sicurezza e la tutela della salute negli ambienti di lavoro” Contributi nella misura del 25% delle spese per singolo intervento pari a max 1.500 euro al fine di favorire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per l’introduzione di sistemi di gestione per la certificazione aziendale” Contributi nella misura massima del 25% delle spese per singola certificazione fino ad un max di 3.000 euro ognuna al fine di stimolare processi di innovazione organizzativa. BANDO APERTO A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com


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ACQUISIZIONI / CESSIONI

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MARCHE Prov. AN – Cercasi partners finanziari e/o industriali per affermata azienda operante nel settore delle coperture architettoniche per esterni. Design e tecnologia ai massimi livelli di mercato. Area d’affari internazionale (Cod. 019)

ITALIA Importante gruppo industriale, operante nel settore della componentistica per elettrodomestici ed automotives, è interessato ad acquisizioni di aziende operanti sul territorio nazionale in settori equivalenti od analoghi (Cod. 018)

UMBRIA Vendesi due avviati Wine Bar rispettivamente nel centro storico di Perugia e nelle immediate vicinanze presso un Centro Commerciale, in alternativa cedesi in gestione anche separatamente Cod (027)

MARCHE – ANCONA Realtà storica del settore tipolitografico, ricerca acquirente o partner. Clientela consolidata (Cod. 016)

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MOLISE Cedesi o Affittasi stabilimento industriale in ottime condizioni di mq 9.000, predisposto all’installazione di impianti fotovoltaici, attualmente affittato. Prov. CB (Cod. 014)

MOLISE Prov. CB – Termoli - Cedesi azienda operante nel settore della carpenteria metallica, dotata di robot industriali e di un ottimo livello di automazione. Fatturato consolidato (cod. 022)

PUGLIA Prov. FG – Azienda di produzione di divani di fascia medio–alta, dotata di moderne attrezzature ed impiantistica industriale, fatturato consolidato, ricerca partners (Cod. 021)

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BORSA

Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate

Biesse

ELICA

Segmento: Star Performance 1 anno: + 39,10% Performance 1 mese: - 8,51%

Segmento: Star Performance 1 anno: - 8,82% Performance 1 mese: - 10,77%

Trend:

Mese in discesa per il titolo BIESSE, che ha visto una flessione del -8,5 per cento sulla rilevazione del mese precedente. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione negativa del -0,38 per cento sulla giornata del 23/05, segno che il titolo ha fatto peggio del mercato. I volumi sono risultati pari a 33.067 pezzi scambiati, un valore inferiore alla seduta precedente ma superiore alla media settimanale, evidenza di una discreta partecipazione da parte degli operatori. Trend di breve incerto.

Trend:

Discreto calo per il titolo ELICA, che interrompe il trend positivo, facendo registrare un -10,7 per cento sul mese precedente. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si ha un +0,39 per cento sulla giornata di borsa del 23/05; tuttavia i volumi - pari a 38mila pezzi scambiati - sono inferiori alla media settimanale e segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Si ipotizza un trend di breve al ribasso.

Indesit Ord.

Poltrona FRAU

Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: - 12,27% Performance 1 mese: - 10,07%

Segmento: Star Performance 1 anno: + 74,63% Performance 1 mese: + 10,47%

Trend:

Le azioni INDESIT COMPANY mostrano un segnato rallentamento nella direzione del trend, facendo registrare un -10 per cento rispetto alle rilevazioni di aprile. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione positiva del 0,50 per cento sulla giornata di borsa del 23/05, cui tuttavia si accompagna una partecipazione decrescente da parte del mercato. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.certo.

Trend:

Sale di misura l’azione POLTRONA FRAU, evidenziando un +10,5 per cento sulle rilevazioni di aprile. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel si registra tuttavia una variazione negativa del -0,46 per cento sulla giornata di borsa del 23/05, con un livello di titoli negoziati inferiore alla media settimanale e segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.

TOD’S Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: + 84,85% Performance 1 mese: + 4,42%

Trend:

messo a segno un rialzo Mese positivo per il titolo TOD’S, che ha del 4,4 per cento sulle rilevazioni di aprile. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione positiva del 2,62 per cento sulla giornata di borsa del 23/05, con volumi scambiati pari a 530.481 pezzi, un valore che mostra l’intensificarsi dell’attenzione del mercato al titolo. Probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve al rialzo. 58

Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521


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CONSULENZA

Giovani: il ruolo delle competenze e la “sfida del talento” Se è possibile affermare che la crisi abbia portato con sé anche dei risvolti positivi, uno di questi è quello di aver posto nuovamente l’attenzione sulle competenze delle risorse umane quale fattore strategico di successo per le aziende

T

ale consapevolezza, in realtà, aveva iniziato a palesarsi già alcuni anni prima, con quella che alcuni analisti hanno ribattezzato la “dematerializzazione” dell’economia. La transizione dall’economia dell’atomo a quella del bit, infatti, si è realizzata con l’esplosione della globalizzazione sui mercati mondiali, fenomeno che ha avuto il suo motore principale nel progressivo diffondersi della rete tanto nella vita delle persone, quanto in quella aziendale. Il passaggio da un’economia basata sugli asset tangibili (i cd. tangibles) ad una basata su quelli intangibili (gli intagibles) ha portato al centro della scena una nuova categoria di lavoratori in grado di fare la differenza – la categoria dei knowledge worker –, capaci di fornire alle proprie aziende un vantaggio competitivo difficilmente imitabile dalle altre.

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Da allora, un nuovo vocabolario è salito alla ribalta della quotidianità aziendale, fatto di concetti quali conoscenze, sapere, competenze, professionalità, iniziativa personale, lavoro di gruppo, meritocrazia, indipendenza, autonomia, rifiuto delle gerarchie, orientamento ai risultati. Ma un’economia basata su questa nuova classe di professionisti ha portato con sé una nuova serie di sfide, tanto per i lavoratori quanto per le imprese. Da una parte, infatti, i knowledge worker – consapevoli del valore portato in azienda – sono attenti a ché il proprio skill e la propria professionalità siano dovutamente riconosciuti e adeguatamente ricompensati. Le aziende knowledge-intensive, da parte loro, devono prestare attenzione a questi bisogni, offrendo riconoscimento, percorsi di crescita stimolanti e formazione continua, nonché

una remunerazione adeguata alle performance generate. In chiave più ampia, poi, il discorso sulle competenze si riallaccia a quello della gestione del talento. Le competenze, infatti, permettono alla persona di riuscire con successo nel ruolo coperto in un dato momento, mentre il talento rimanda ad una dimensione futura, potenziale. Eppure, se sulle competenze le aziende italiane hanno mostrato – sulla lunga – una certa sensibilità, su quello del talento la retorica gioca ancora un ruolo preponderante. Come già previsto dai consulenti di McKinsey & Co. nel 1997, negli anni a venire si sarebbe scatenata una “guerra del talento” tra aziende per assicurarsi i migliori cervelli sul mercato. Essa – prevedevano gli autori – sarebbe diventata la priorità numero uno cui tutti i direttori del personale e le aziende avrebbero


concentrato i loro sforzi. Ciò si è verificato in parte anche in Italia, ma più a parole che nei fatti, ed è testimoniato dal proliferare di pubblicazioni e convegni che hanno avuto come oggetto proprio questo tema. La gestione dei talenti è, in parole povere, il modo in cui si identifica, assume e mantiene lo staff con gli skill necessari al successo della propria azienda. Tuttavia c’è da registrare che, al crescere del dibattito intorno al Talent Management, le aziende nostrane hanno sviluppato una certa “Italian Way” alla gestione dello stesso. Snobbata dal management aziendale e rivolta solo agli alti profili, la

gestione del talento è rimasta l’ennesima buona intenzione sulle agende dei direttori HR. Eppure sarebbe stato sufficiente trarre spunto dalle politiche di varie aziende di successo a livello internazionale, in cui la valutazione, la gestione e lo sviluppo del talento rappresenta una parte essenziale della vita aziendale. Essa permette ai potenziali candidati di svilupparsi lungo percorsi fast track (“ad alta velocità”) che pongono i giovani talenti di fronte a nuove sfide per le quali sono richieste capacità di vision e soluzioni innovative. Questo è, tra gli altri, un modo efficace per restare competitivi sui turbolenti mercati internazionali e

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battere la concorrenza. L’Italia, invece, è passata all’onore delle cronache per la fuga dei talenti dal proprio territorio, e alla precarietà delle competenze ha associato volentieri la precarietà dei posti di lavoro. La via, dunque, resta lunga e in salita, ma cambiare si può: basta guardare fuori dai confini nazionali e convincersi, finalmente, che i nostri giovani sono davvero una risorsa vitale per l’economia nazionale, piuttosto che una semplice miniera di manodopera a basso costo. Raffaele Dipace Area Risorse Umane Gruppo Sida r.dipace@sidagroup.com Tel. 071.28521

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IMPRESE

“La nostra mission è innovare. Cogliamo ogni stimolo e lo valorizziamo, credendo nel nostro lavoro e soprattutto in noi stessi”

Lucio Volponi La fabbrica delle idee-regalo “La creatività è un qualcosa di innato, di naturale, che va coltivato nel tempo come ogni dono e va trasmesso a chi collabora con noi e ai nostri figli” di A. Dachan

D Vanni Volponi

ott. Volponi, vuole raccontarci gli inizia della Sua carriera? “La mia esperienza nasce sul campo. Ho iniziato a Roma nel lontano 1970, dove per due anni ho lavorato come venditore di piastrelle per rivestimenti. Poi sono tornato nelle Marche, come rappresentante di alcune aziende umbre ed emiliane; i miei clienti erano rivenditori e cantieri edili. Nel ’73 ho ricevuto un’offerta dal Commendator Guzzini Raimondo, che mi ha proposto il ruolo di direttore vendite Italia dell’Azienda “Fratelli Guzzini”. Cosa ha fatto allora? “Ho accettato di buon grado e per diversi anni ho ricoperto questo ruolo. Nel 1980 ho iniziato ad occuparmi anche delle vendite all’estero e ho avuto occasione di fare molte esperienze interessanti, in oltre 50 Paesi nel mondo. Nel

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frattempo io stesso avevo promosso per l’Azienda una rete di vendita specifica per il settore della regalistica aziendale e per il mercato promozionale in genere. Quella fu la 1^ rete vendite promozionali organizzata in Italia ed in parte esportammo lo stesso concetto in Paesi esteri dove il mercato lo poteva recepire come Gli Stati Uniti, La Gran Bretagna, Il Giappone ecc. Ho cercato di fare tesoro di questa importante innovazione, che richiedeva un impegno in cui si coniugassero merito e passione ed ho pian piano approfondito sempre di più le mie conoscenze ed il know how specifico. Si è ispirato a questa esperienza per creare la Sua azienda? “Il settore mi interessava particolarmente, così, nel 1985 ho avviato la mia prima so-

cietà, specializzata proprio in promozioni. In quel momento il mercato era in piena espansione ed in grande evoluzione per quanto riguardava il settore da me individuato. Le Aziende in genere investivano somme considerevoli per lanciare nuovi prodotti o per acquisire nuove quote di mercato. La nostra espansione è stata a più livelli; ci siamo mossi con competenza e passione, due elementi indispensabili per questo specifico ambito”. Come è partito il lavoro? “Abbiamo formato alcuni agenti di vendite con mandati di rappresentanza tra aziende specializzate in regalistica. La nostra struttura prevedeva un agente di vendita per ogni regione, che si occupava di individuare i potenziali campi operativi e di pensare alle possibili iniziative promozio-


S. Migliarini, F. Tomasini, P. Tubaldi e N. Nicoletti

nali. Le aziende hanno subito risposto con grande interesse, arrivando gradualmente negli anni a chiederci una assistenza a 360°, che partisse dall’ideazione della promozione, alla richiesta delle autorizzazioni ministeriali, al monitoraggio dei punti vendita, al lancio della promozione stessa, fino alla consegna dei regali”.

evoluzione interna dei servizi di information tecnology gestiamo grandi operazioni promozionali per la Grande Distribuzione, per il Settore Petrolifero, per Catene di distribuzione in franchising ed aziende del settore industriale. Siamo collegati con oltre 6000 punti vendita tra GDO e aziende petrolifere”.

Vi eravate preparati per un simile passo? “Sì, avevamo le idee chiare. Ci siamo dotati dapprima di un centro elaborazione dati evoluto, di un servizio grafico e creativo che potesse seguire internamente tutti i passaggi ed infine di un polo logistico con caratteristiche adeguate per gestire grandi volumi. All’inizio degli anni 2000 la Volponi è diventata leader nel mercato Italia. Oggi, grazie ad una grande

Può descriverci la vostra settimana tipo? “Tutti i lunedì riceviamo i dati dai punti vendita, gli incassi con le carte fedeltà, l’erogazione dei punti, il numero degli scontrini ecc. Entro giovedì facciamo l’elaborazione dei dati e diamo le proiezioni per le settimane successive, per consentire all’impresa nostra cliente di prendere le adeguate decisioni sui propri budget e per consegnare noi stessi puntualmente i premi

che proponiamo per i consumatori. Come gestite tutte le informazioni che vi arrivano? “Lavoriamo a livelli di eccellenza: offriamo performance che solo noi riusciamo a garantire e in questo siamo i primi in assoluto. Abbiamo ideato un sistema esclusivo, il VSP, Volponi Sistem Program, che è un applicativo che io stesso ho creato e che ci garantisce risultati unici”; oltre a questo abbiamo creato degli elaborati simili nella sigla, in quanto sempre ideati da noi, ma diversi e sinergici nei concetti, come VFP Volponi Fidelity Pos per gestire le carte fedeltà o VSPi Volponi System Program Integration per gestire logiche di marketing Information ed altri ancora. Che tipo di professionisti lavorano al Suo fianco?

“Attualmente abbiamo 70 persone che lavorano con noi: 50 sono altamente professionali distribuite nei vari uffici e 20 sono fisse nel reparto logistico. L’età media è di 31 anni e si tratta di collaboratori che per la gran parte sono “nati” professionalmente nella nostra azienda. I nostri commerciali non sono semplici venditori, ma professionisti che studiano le problematiche di ogni singola azienda, presentano in azienda le diverse richieste ricevute e , tramite un accurato lavoro di staff, definiscono le soluzioni migliori. Che tipo di formazione richiedete? “Oltre agli studi e titoli di base, tutti i collaboratori si sono formati internamente, con applicativi creati in azienda. Quattro anni fa, nel diventare una S.P.A e avendo l’op-

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IMPRESE

portunità di crescita aziendale per scelte innovative e vincenti effettuate sul mercato, abbiamo fatto un passaggio forte, organizzando un percorso interno della durata di sei mesi, rivolto a tutti i componenti aziendali, con momenti di omologazione e corsi mirati. Abbiamo investito oltre 300 mila euro, rafforzando la consapevolezza dei valori e degli obiettivi aziendali, dai vertici, ai collaboratori di tutti i livelli, compresi alcuni esterni che assiduamente collaborano con noi. Mi vanto nell’affermare che non utilizziamo alcun contratto a termine, se non in casi eccezionali per sostituzioni brevi di maternità. Inoltre, teniamo diversi corsi di marketing per il personale interno e a questo scopo abbiamo avviato collaborazioni con l’Università di Macerata e quella di Parma, con la quale abbiamo

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ultimamente collaborato per la realizzazione di un importante testo, tra i pochi in circolazione in Italia sul concetto del loyalty, scritto dalla Docente Cristina Ziliani: “Loyalty Marketing Creare valore attraverso le relazioni” (Hoepli editore), che abbiamo opportunamente sponsorizzato. Il vostro è un lavoro in cui la componente creativa è fondamentale: come fate ad avere sempre nuovi spunti? “Per mia natura sono un buon osservatore ed ascoltatore. Ovunque ho viaggiato ho cercato di cogliere le novità, di imparare. La creatività è un qualcosa di innato, di naturale, che va coltivato nel tempo come ogni dono e va trasmesso a chi collabora con noi e ai nostri figli. Credo di averlo fatto con mio figlio e oggi è lui che porta avanti gli aspetti legati alla creatività dei pro-

grammi aziendali riferiti al “prodotto”. Bisogna avere sempre progetti e prodotti innovativi nel cassetto”. Quindi giocate d’anticipo? “Siamo un’azienda di servizi, risolviamo le esigenze dei clienti e il fattore tempo per noi è fondamentale. Non possiamo aspettare che ci venga fatta una richiesta per muoverci, ma anticipiamo i tempi, perché il mercato ci chiede questo. Consideri che per sviluppare un programma basato sui prodotti bisogna partire, come minimo, un anno prima, mentre per quanto riguarda servizi speciali ed evolutivi almeno 2 o 3 anni in anticipo”. Dove scegliete la regalistica che proponete? “Il 70% dei prodotti proviene dall’Italia, mentre il 30% è d’importazione. Selezioniamo i paesi con il miglior rappor-

to qualità-prezzo-servizio in tutto il mondo. Una serie che esce oggi, la vediamo sul mercato tra un anno; a volte c’è il rischio che il mercato non sia ancora pronto e quindi attendiamo prima di presentarla al pubblico. Parallelamente, c’è una struttura che in azienda studia nuove proposte ed apllicativi. Ad esempio, siamo stati i primi a proporre come premio nei cataloghi i pacchetti soggiorno in Agriturismi, Beauty Pharm ecc.”. Per il prossimo futuro, quali sono i progetti in cantiere? “Il consolidamento delle nostre idee è la realizzazione del Programma Banca dei Punti. A febbraio abbiamo avviato la prima coalition italiana tra aziende della distribuzione alimentari e petrolifere. I consumatori collezionano punti nei diversi esercizi e li trasferiscono via web alla Ban-


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IMPRESE

I Valori

I valori che la Volponi S.p.A. trasferisce ai propri Clienti si fondano essenzialmente su una profonda esperienza maturata nel mercato specifico delle promozioni, a fianco delle più importanti aziende operanti nei settori dei beni durevoli, del largo consumo e della distribuzione moderna: 20 anni di attività; professionalità e serietà; soluzioni a servizio completo; sistema di monitoraggio via web; integrazione dati in ambiente geomarketing; Sistema di circolarità dei dati; Innovazione costante dei prodotti-premi; Logistica autonomamente gestita; Vanni Volponi Amministratore Delegato

Reale riservatezza dei dati;

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Grazie alla collaborazione e ad accordi commerciali esclusivi, presentiamo annualmente prodotti, serie e coordinati realizzati per lo più da Aziende produttrici con marchi conosciuti ed apprezzati dai consumatori.

ca dei Punti. Il secondo step è l’utilizzo di un applicativo per gli smart phones che aiuti a trovare il negozio più vicino dove accumulare punti e tante atre idee ancora. Inoltre, abbiamo sviluppato un altro applicativo, specifico nel geomarketing, grazie al quale analizziamo il territorio con i suoi punti vendita, i potenziali d’acquisto dei consumatori all’interno di un bacino geocodificato, i dati Istat riguardanti la popolazione residente e gravitante nel territorio ed i consumi medi per macro settori; incrociamo i dati e indichiamo ai clienti il loro bacino di utenza più ottimale. Le aziende più evolute riconoscono l’importanza

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di questo tipo di monitoraggio e sono disposte a investire per crescere. Non a caso, infatti, la nostra mission è innovare ”.

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IMPRESE

Impianti all’avanguardia e risparmi concreti Successo per l’intervento di riqualificazione della Provincia di Ancona. Pannelli solari sottovuoto, collegamento telematico dei locali e solar cooling per una scuola all’avanguardia, a cura di Cat Impianti. Al primo anno di utilizzo dati eccezionali: 36.000 mc di metano risparmiati, 71 tonnellate di Co2 non emesse, ritorno dell’investimento in 8 anni.

E

ntrato a pieno regime sta dando ottimi risultati l’impianto telematico ed ecosostenibile che ha interessato gli istituti tecnici Itis “Marconi” ed Ipsia “Pieralisi” di Jesi. L’impianto, ultimato nell’autunno 2010, dopo soli 7 mesi dall’inizio dei lavori, era finalizzato alla riqualificazione ed all’adeguamento sismico della struttura scolastica, ed ha visto la Provincia di Ancona investire 4,5 milioni di euro. Un intervento imponente, che ha comportato la completa demolizione delle strutture esistenti e la costruzione ex novo di un fabbricato di 4.400 mq su 2 piani con 6 officine, 9 laboratori e 10 aule per gli studenti. Un edificio moderno, realizzato secondo i principi della bioedilizia e dell’ecosostenibilità; una struttura all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie energetiche, la cui realizzazione è stata affidata a Cat Impianti di Jesi, che opera da 30 anni nel settore termoidraulico ed elettrico. “Abbiamo progettato e installato impianti all’avanguardia nel mondo della scuola – spiega Mirko Panzarea, Amministratore di Cat Impianti – Il riscaldamento è a pavimento con pannelli radianti e l’energia è garantita da 72 pannelli solari termici sottovuoto ad alta efficienza che forniscono ben 450 Kw di energia rinnovabile. Oltre a 4 boiler per 8.000 litri come accumulatori di

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energia, in caso di emergenza può intervenire una caldaia a condensazione ad alta efficienza. Ma la vera novità è il cosiddetto “solar cooling”, la tecnologia che con l’ausilio di un gruppo ad assorbimento permette di ottenere anche acqua fredda dal solare termico e quindi garantire il raffrescamento estivo per il benessere degli studenti e dei professori.” La struttura prevede anche la termoregolazione climatica digitale di ogni singola aula, in base alla diversa insolazione o all’utilizzo nelle diverse fasce orarie. Inoltre tutte le officine e i laboratori sono connessi alle reti telematiche e collegati in fibra ottica tra loro e con le altre filiali dell’istituto e della dirigenza scolastica. Impianti di illuminazione a risparmio energetico con lampade a basso consumo, sistemi di filodiffusione in ogni ambiente e sistemi antincendio con rilevatori di fumo in tutti gli ambienti completano la struttura. “Ma quello che ci soddisfa di più sono i numeri del primo anno di utilizzo – continua Panzarea – Sono stati risparmiati 36.000 mc di metano, le emissioni di Co2 si sono ridotte di 71 tonnellate, e il risparmio tangibile per le casse porta a un ritorno dell’investimento in soli 8 anni”. La Cat Impianti non è nuova ad interventi all’avanguardia di questo tipo: si pensi alla

riqualificazione degli impianti del Palasport e del palazzo del Tribunale civile di Jesi, opere che confermano la forte presenza dell’azienda jesina nel settore.

PROFILO CAT IMPIANTI Cat Impianti nasce 30 anni fa a Jesi (AN), ed è attiva nel settore degli impianti elettrici e termoidraulici e delle nuove tecnologie di risparmio energetico. Specializzata in impianti industriali, annovera tra i suoi clienti imprese del calibro di Indesit Company, Fiat, Edison Energia, Barilla, Gruppo Pieralisi, Geodist Zust Ambrosetti, Ubi Banca, Istituto Santo Stefano. L’azienda realizza anche complessi residenziali, commerciali e civili, tra cui ospedali, palasport e centri commerciali. Cat Impianti fa del perseguimento di alcuni valori un elemento imprescindibile del proprio lavoro: serietà, impegno, competenza e rispetto per l’ambiente sono principi cardine ai quali ogni intervento non deve venir meno. L’azienda è inoltre in grado di organizzare una gestione “global service”, avvalendosi di imprese artigiane di propria fiducia operanti nel settore elettrico, murario, cartongessi e falegnameria, potendo così garantire un servizio completo di piccola e media entità per eseguire lavori di ristrutturazione di appartamenti, negozi ed uffici.


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IMPRESE

Il circuito del Mugello si affida a Energy Resources Presentate le strategie future dell’azienda marchigiana. Aperture all’estero (Gran Bretagna e USA) e commessa per l’impianto fotovoltaico all’autodromo del Mugello

I

n occasione della presentazione dei dati preconsuntivi di bilancio e delle strategie future, svoltasi nei giorni scorsi ad Ancona, Energy Resources ha annunciato la sigla dell’accordo con “Mugello Circuit Spa” (società che gestisce il circuito del Mugello, di proprietà della Ferrari) per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico all’autodromo toscano del Mugello. L’azienda marchigiana è stata scelta per portare a termine i lavori in tempi record: entro il Gran Premio Moto Gp in programma nel fine settimana del 2-3 luglio. Rispetto ai dati economici, il bilancio 2010 presenta una chiusura preconsuntiva di 153 milioni di euro come valore della produzione, pari a una crescita del 489 per cento rispetto ai 26 milioni di euro del 2009. L’Ebitda della gestione tipica è risultato pari a ben 14,4 milioni di euro, in crescita del 555 per cento rispetto ai 2,2 milioni di euro dell’anno precedente. Anche per l’anno in corso si conferma il trend di sviluppo: infatti nel primo trimestre il fatturato ha raggiunto i 38 milioni di euro rispetto agli 11 milioni di euro dello stesso periodo nel 2010. “Siamo il primo system integrator delle Marche e tra i primi cinque attori italiani del settore – ha affermato Enrico Cappanera, amministratore delegato di Energy Resources Spa – e l’unica realtà che offre l’integrazione totale delle diverse componenti della green economy, grazie alle società operative coordinate da ER Holding. Lo sviluppo futuro ci vedrà nel Sud Italia e all’estero: stiamo aprendo in questi giorni la filiale inglese a Londra e a brevissimo anche una sede negli Stati Uniti”. L’incontro ha rappresentato l’occasione per una riflessione di più ampio respiro sul settore. Sono intervenuti, oltre allo stesso Cappanera, il vicepresidente dell’Istao Valeriano Balloni, il presidente della Commissione Industria del Consiglio Regionale delle Marche Fabio Badiali, il presidente di Legambiente Marche Luigino Quarchioni, il presidente di Energy Resources Holding Andrea Cardinaletti e il presidente di Energy Resources Spa Giovanni Emidi, moderati da Antonio Cianciullo, autore di numerose pubblicazioni specializzate in ambiente ed energia. Dall’incontro è emersa prepotente l’assoluta necessità di coniugare etica e sviluppo economico, grazie alla collaborazione e alle partnership tra enti pubblici, università ed enti di ricerca e aziende private. Come ha ricordato Cianciullo, “Il capitale ha già scelto: nel mondo gli investimenti privati a favore delle energie rinnovabili hanno superato quelli a favore delle energie fossili”.

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Il mondo politico, per voce di Fabio Badiali, ha ribadito l’assoluta centralità nelle politiche regionali della green economy, come motore di sviluppo e come tutela della salute, mentre il mondo delle associazioni ha trovato in Luigino Quarchioni uno strenuo sostenitore della necessità di avere più coraggio e affrontare con ancora maggior decisione le sfide della green economy.

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SPECIALE: TURISMO

Le PERSONE non FANNO i VIAGGI Sono i VIAGGI che FANNO le persone John Steinbeck

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Per il quarto numero dell’anno abbiamo voluto regalare ai nostri lettori uno speciale che sia indimenticabile, interamente dedicato al turismo; un viaggio per lo sguardo e per l’anima alla scoperta dei tanti tesori sparsi sul territorio. 112 pagine dedicate al turismo nelle sue infinite varianti (cultura, paesaggi, enogastronomia), con interviste ai protagonisti del settore - le istituzioni, le associazioni, gli albergatori, i tour operator - , per arrivare a scoprire quanto amore per il territorio e quanta dedizione animano il cuore di chi dedica la sua vita alla poesia dei viaggi e all’arte dell’accoglienza.

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SPECIALE: TURISMO Dai dati raccolti emerge che i marchigiani amano la propria terra e la conoscono. Se la maggior parte ha trascorso le vacanze di Pasqua nelle Marche, per l’estate sono più gettonate le altre regioni d’Italia e le destinazioni estere. Considerano la regione accogliente con i turisti, bella e con una buona qualità della vita.

Sondaggio I love Marche Il più bello per i marchigiani? È il Palazzo Ducale di Urbino Lo dimostra un sondaggio effettuato per ML Mondo Lavoro da Call World – GGF Group, società specializzata in indagini di mercato su un campione di imprenditori della regione Marche. Sul podio anche Piazza del Popolo (AP) e il Duomo di Ancona

60,0%

Santuario di Loreto Palazzo Ducale Fontana della chiesa centrale di Porto San Giorgio PIAZZA DEL POPOLO AP Santuario di Loreto DUOMO DI OSIMO NON RISPONDE Palazzo Ducale ARCO DI AUGUSTO Fontana della chiesa centrale di Porto San Giorgio PALAZZO DEI CAPITANI AP Santuario di Loreto CASA LEOPARDI Palazzo Ducale CASTELLO SVEVO Fontana della chiesa centrale di Porto San Giorgio DUOMO DI FERMO Santuario di Loreto IL MONUMENTO DI CASTELFIDARDO Palazzo IL MONUMENTO AL PESCATORE Ducale della chiesa centrale di Porto San Giorgio PASSETTO DI AFontana NCONA PIAZZA DEL POPOLO DI PESARO Santuario di Loreto SFERISTERIO Palazzo Ducale DUOMO DI ANCONA Fontana della chiesa centrale di Porto San Giorgio FONTANA DELLA CHIESA CENTRALE DI PORTO SAN Santuario di Loreto GIORGIO MOLE VANVITELLIANA Palazzo Ducale Fontana della chiesa centrale di Porto San Giorgio SANTUARIO DI LORETO

PALAZZO DUCALE URBINO

50,0%

40,0%

30,0%

20,0%

10,0%

0,0%

25,0%

ALTRO PALAZZO DUCALE URBINO

20,0%

NON RISPONDE

Altro

PIAZZA DEL POPOLO Palazzo DI AP

15,0%

10,0%

5,0%

Ducale Urbino Non risponde Santuario di Loreto BASILICA DI LORETO Duomo di Ancona Basilica d Loreto SFERISTERIO MACERATA Sferisterio Macerata CASA LEOPARDI Casa Leopardi Passetto di Ancona PASSETTO DI ANCONA Urbino DUOMO DI ANCONA

Qual è il monumento locale che preferisci? Luoghi di culto e monumenti delle rispettive località di provenienza risultano tra i monumenti preferiti dagli intervistati.

Qual è monumento regionale che ritieni più bello? Sul podio dei monumenti regionali più amati il Palazzo Ducale di Urbino, dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.

URBINO

0,0%

120,0%

La Santa Casa di Loreto Il Castello di Gradara

100,0%

80,0%

60,0%

40,0%

20,0%

0,0%

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La Santa Casa di Loreto L’Arena Sferisterio di di Macerata Il Castello Gradara Il Passe7o di Ancona L’arena Sferisterio di Macerata Il Passetto Ancona Il Palazzo Ducale di Udi rbino Il Palazzo Ducale di Urbino Il Duomo di San Ciriaco Il Duomo di San Ciriaco La Piazza del Popolo di Ascoli Piceno La Piazza del Popolo di Ascoli Piceno La M ole mole Vanvitelliana La Vanvitelliana Il Teatro di Ascoli Il Teatro Romano Romano di Ascoli Rocca Costanza Rocca Costanza La Porta Montana La Porta Montana Il Palazzo del Podestà - Fano Il Palazzo del Podestà -­‐ Fano Le Cisterne Romane di Fermo Le Cisterne Romane di Fermo

Mi può indicare quali dei seguenti monumenti conosce? La conoscenza dei monumenti regionali risulta buona, a testimonianza di una fierezza e di un senso di amore per il territorio molto forte.


100,0%

Quali sono le località che ha visitato?

Le Gro'e di Frasassi Il Parco del Conero

80,0%

La Riviera delle Palme I Mon7 Si9illini

60,0%

Gola del Furlo Il Borgo Medievale di Offagna

40,0% Il Borgo di Montelupone

20,0%

Sasso Simone e Simoncello

Le Grotte di Frasassi Il Parco del Conero La Riviera delle Palme I Monti Sibillini Gola del Furlo Il Borgo di Montelupone Sasso Simone e Simoncello

Da buoni marchigiani, gli intervistati hanno dimostrato di aver visitato quelle che sono le più belle località sparse sul territorio regionale.

0,0%

18,0% SIROLO

Sirolo SAN BENEDETTO DEL TRONTO

16,0%

San Benedetto del Tronto Portonovo Riviera del Conero NUMANA Numana MONTE CONERO Monte Conero ALTRO Altro PORTO RECANATI Porto Recanati SENIGALLIA Senigallia GROTTAMMARE Grottammare GABICCE MARE Gabicce Mare PORTO SAN GIORGIO Porto San Giorgio RIVIERA DELLE PALME Riviera delle Palme FANO Fano PORTONOVO

14,0%

RIVIERA DEL CONERO

12,0% 10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0%

Nella Marche, qual è la località di mare e di montagna che ritiene più caratteristica? Mare e montagna sono nel DNA dei marchigiani.

0,0%

20,0%

ALTRO Altro

18,0%

SIBILLINI Sibillini SARNANO Sarnano

16,0%

NON RISPONDE Non risponde CARPEGNA Carpegna

14,0%

USSITA Ussita

12,0%

VISSO Visso FRONTIGNANO Frontignano

10,0%

MONTE CATRIA Monte Catria

8,0%

GOLA DEL Fdel URLO Gola Furlo LAGO DI PILATO Lago di Pilato

6,0%

Dove ha trascorso la Pasqua? Natale con i tuoi, dice il proverbio, ma anche a Pasqua non si rinuncia alla tradizione e ai festeggiamenti nella zona di residenza.

MONTE FORTINO Monte Fortino

Monte Nerone MONTE NERONE

4,0%

Monte Vettore MONTE VETTORE

2,0%

Monte Monaco MONTE MONACO

0,0%

80,0% 70,0%

Nella ci(à in cui ,i,o In una località della Regione In una località italiana

60,0% 50,0% 40,0% 30,0%

All'estero Non risponde

Nella città in cui vivo In una località della Regione In una località italiana All’estero Non risponde

20,0% 10,0% 0,0%

75


SPECIALE: TURISMO

80,0%

Nel corso dell’anno le capita di andare fuori per il weekend? Se sì Dove?

Fuori Regione

50,0%

Si

Fuori Regione

No No

Non risponde Non risponde

Non risponde Non Risponde

Nelle marche Nelle Marche

40,0%

60,0%

Il weekend è un momento di grandi partenze, spesso fuori regione.

30,0% 40,0% 20,0%

20,0% 10,0%

0,0%

0,0%

45,0%

Dove trascorrerà le vacanze estive?

In una località italiana In una località italiana All’esteroAll'estero Nelle Marche Nelle Marche Non risponde Non Risponde

40,0% 35,0%

I marchigiani preferiscono le vacanze made in Italy, anche se saranno in molti a partire per l’estero.

30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0%

Secondo lei le Marche sono una terra accogliente per i turisti?

Si, ad a'ici e pa+en-

90,0%

Si, ad amici e parenti No No Si, ai colleghi Si, ai colleghi Non Risponde Non risponde

80,0% 70,0% 60,0%

Anche se non manca un pò di sana autocritica, le Marche sono considerate terra ospitale.

50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0%

Come reputa le Marche? Bellezza e fascino, quasi il ritratto di una donna… Aggregati

1

Bellezza e fascino (risposta generica senza una precisa connotazione)

26,6%

2

(versatile, polivalente, da visitare e scoprire, in crescita)

15,1%

3

Qualità della vita (accogliente, vivibile, tranquilla)

14,1%

Aggregati

4

Regione completa (risposta generercia senza una precisa connotazione e specificazione)

9,5%

1

5

Regione con potenzialità inespresse (non valorizzata sotto profilo delle attività turistiche, economiche; si percepisce poco del suo valore)

8,5%

6

Regione affascinante ma poco conosciuta

8,0%

7

ALTRO

6,0%

8

Regione completa (risposta con riferimento ad almeno un carattere distintivo: es: paesaggio, aspetti naturalistici e culturali)

9 10 Totale

76

%

Le è mai capitato di suggerire le Marche come località turistica? Si suggerisce una visita alla regione alle persone più care, quasi a voler condividere un segreto. % Sì

64,3%

2

Non sempre, dipende dalle zone

15,1%

3

Sì perché ospitale, buon potenziale, sì ma migliorare servizi e comunicazione

12,1%

4

No

6,0%

4,5%

5

Non Risponde

1,5%

6

Altro

Non Risponde

4,0%

Totale

Bellezza e fascino (risposta con riferimento ad almeno un carattere distintivo: es: paesaggio, aspetti naturalistici e culturali)

3,5% 100,0%

1,0% 100,0%


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SPECIALE: TURISMO

“…Le Marche sono per me l’Est, l’Oriente, il sole che arriva all’alba; la luce di Urbino d’estate...” Mario Luzi (Poeta, 1914-2005)

Marche, le scoprirai all’infinito Affacciate sul mare Adriatico al centro dell’Italia, con poco più di un milione e mezzo di abitanti distribuiti nelle cinque province di Ancona, città capoluogo, Pesaro Urbino, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, e appena un comune su quattro superiore ai cinque mila abitanti, le Marche, da sempre “porta d’Oriente” del nostro Paese, sono l’unica regione italiana al plurale. Caratterizzata dalla presenza dei monti Appennini, che dolcemente degradano lungo vallate parallele fino al mare, la regione si contraddistingue per la rara bellezza che l’ha resa terra di grandi personalità, da Giacomo Leopardi a Raffaello da Urbino, da Giovan Battista Pergolesi a Gioachino Rossini, da Gaspare Spontini a Padre Matteo Ricci a Federico II che qui sono nati.

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LA COSTA

È mutevole nelle forme e nei colori il paesaggio costiero marchigiano da Gabicce Mare a San Benedetto del Tronto. Dalle bianche falesie che si affacciano sull’azzurro dell’Adriatico, al verde intenso delle dolci colline punteggiate da antichi borghi all’ocra dei lunghissimi arenili. Con i suoi 180 chilometri di costa, le 26 località che si affacciano sul Mare Adriatico, il porto marittimo di Ancona e i 9 porti turistici, le 16 bandiere blu, che certificano la qualità delle acque e dei servizi, le Marche offrono al turista un’ampia scelta tra spiagge di sabbia finissima, ghiaia o roccia, con scogli o palme. È possibile individuare in molti borghi della costa anche un “paese alto”, protetto dalle mura di un castello arroccato sull’alto di un colle, primo insediamento abitativo, e la “marina”, territorio pianeggiante disteso lungo la riva, utilizzato solo in un secondo tempo a fini abitativi e commerciali. In alcune località balneari sono stati aperti musei dedicati al mare: il Museo della marineria pesarese “Washington Patrignani” a Pesaro, il Museo Malacologico Piceno a Cupra Marittima il Museo ittico “Augusto Capriotti”, Museo delle Anfore, Pinacoteca del mare a San Benedetto del Tronto. Sulla costa marchigiana si possono praticare diversi sport: il wind surf, lo sci nautico, la vela, l’attività subacquea, il kitesurf, il nuoto e il beach volley.

Vivere le Marche. Dal mare alla montagna

COLLINA

La fascia collinare, ovvero i due terzi dell’intero territorio marchigiano, rappresenta la più esemplare fusione tra aspetti naturali e le trasformazioni operate dall’uomo, un paesaggio che trae le sue origini dalla tradizione mezzadrile, oggi in parte sostituita da colture intensive e specializzate, come quelle del frumento, della vite, e dell’olivo; in forte crescita sono i prodotti agroalimentari regionali certificati di qualità, tra i quali si distinguono i venti vini marchigiani con marchio DOC (16) e DOCG(4). Antiche ville o dimore padronali sono diventate strutture ricettive extra-alberghiere (agriturismi e country-house), dove si può soggiornare, acquistare prodotti biologici o gustare i piatti tipici della cucina marchigiana.

MONTAGNA

L’area montana marchigiana offre al visitatore delle straordinarie bellezze naturali. Le montagne dell’Appennino regalano agli appassionati della neve piste ideali per praticare sia lo sci alpino (o nordico), che lo sci di fondo, lungo percorsi di varia lunghezza e difficoltà. Nei monti Sibillini vi sono inoltre ambienti adatti a discipline più tecniche come lo sci-escursionstico e lo sci-alpinismo. È possibile praticare lo sci alpino nei moderni impianti di risalita del Monte Catria a Frontone, del Monte Nerone a Piobbico, Villagrande di Montecopiolo e dell’Eremo del Monte Carpegna nella provincia di Pesaro e Urbino, di Sassotetto e della Maddalena a Sarnano, di Pintura a Bolognola, di Frontignano a Ussita e del Monte Prata a Castelsantangelo sul Nera nella provincia di Macerata, di Forca Canapine di Arquata del Tronto e del Monte Piselli nella provincia di Ascoli Piceno. Per chi ama lo sci di fondo sono adatte le piste di Piani di Ragnolo di Acquacanina nel maceratese. Nelle altre stagioni queste splendide località montane permettono di praticare dell’escursionismo a piedi, a cavallo o in mountain-bike, con itinerari organizzati dai numerosi centri di educazione ambientale; oppure di dedicarsi ad altre attività sportive, quali il volo libero e gli sport acquatici più avventurosi nei torrenti montani, come il rafting, la canoa, il kayak, l’arrampicata e il torrentismo. I musei di storia naturale, diffusi nel territorio, incontrano le richieste degli studiosi più esigenti (Abbadia di Fiastra, Amandola, Apecchio, Ascoli, Fermo, Genga, Ostra, Piobbico, Serra San Quirico, Pioraco, Smerillo; il museo di Scienze della Terra di Piandimeleto, il museo dell’Avifauna di Sarnano e Montefortino)

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SPECIALE: TURISMO

I cuori delle Marche. Le città d’arte

ANCONA è una città di mare e rivendica una unicità, condivisa da poche altre città al mondo: quella di offrire lo spettacolo del sole che sorge e tramonta sul mare. Capoluogo delle Marche, fu fondata dai Dori Siracusani, nel IV sec a.c. Vanta un centro storico ricco di chiese e musei che culmina nella Cattedrale di S. Ciriaco, straordinario monumento romanico che svetta sul porto della città.

Pesaro con quasi 100mila abitanti, è la seconda città per popolazione della regione Marche, dopo il capoluogo Ancona: con il suo centro storico che ancora tramanda i fasti della signoria dei Della Rovere e i suoi preziosi musei, la città diede i natali a Gioachino Rossini. Alla sua figura è dedicato l’annuale Rossini Opera Festival e la sua opera è tutelata dalla Fondazione Rossini..La città ospita la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema.

Urbino è considerata la città ideale, una città in forma di palazzo voluta da Federico da Montefeltro e che divenne la sede elettiva della società elegante e raffinata del Cinquecento, descritta nelle mirabili pagine del Cortegiano di Baldassarre Castiglione. Urbino, città Unesco, ha dato i natali al pittore Raffaello Sanzio (1483-1520). Macerata, ancora cinta dai bastioni cinquecenteschi, è percorsa dalle tante strade che salgono verso il cuore del nucleo storico, su cui si affacciano la Loggia dei Mercanti, il teatro Lauro Rossi e a poca distanza i musei civici di Palazzo Buonaccorsi con la celebre Galleria dell’Eneide, capolavoro del XVIII secolo. Città natale di Padre Matteo Ricci (1552-1610), ospita il celebre Sferisterio Opera Festival. Fermo, antica colonia romana, dove, attraverso cerchi e gironi tipicamente medievali, si giunge alla sommità del colle, il Girfalco: da qui si gode un panorama spettacolare che spazia dal mare alle vette dei Monti Sibillini. Piazza del Popolo, nel cuore della città custodisce la biblioteca storica e la pinacoteca civica, con la Natività di P. P. Rubens. A pochi passi il Teatro dell’Aquila, uno dei teatri storici più belli delle Marche.

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Benessere, naturalmente.

La Réserve è un luogo di Benessere. Da vivere, immersi nei colori e nei profumi d’Abruzzo nel Parco Nazionale della Majella. Da ricercare, nell’ampia proposta di Trattamenti a misura d’Ospite. Da respirare, nei vapori di un termalismo esclusivo, di terra e d’acqua. Da gustare, nei sapori di una cucina sana e genuina, esaltati da un grande Chef. Da condividere, o semplicemente da dedicare a se stessi.

A La Réserve si sta bene.

Naviga sul Sentiero del Benessere all’indirizzo www.lareserve.it La Réserve - Via S.Croce 65023 Caramanico Terme (PE) - Per Informazioni e Prenotazioni: Tel. 085 92.39.502 · info@lareserve.it

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SPECIALE: TURISMO

La stampa promuove le Marche La percezione delle Marche nella stampa nazionale ed estera: il cambio di rotta del 2010

....Every six or eight miles, the fields crest and another impossibly picturesque medieval hill town appears in a shaft of Annunciation light, its brick ramparts now only under siege by olive trees, its palisades now only defended by dandelions...........Walking in these towns, my clipped American gait soon slows to medieval time. I start to notice things. Call them sensory postcards.........”. Così Cristopher Solomon il 22 maggio 2005 descriveva le Marche in un lungo articolo pubblicato sul New York Times. Un viaggio quello di Solomon tra le contrade delle Marche, tra i silenzi delle prime calure post primaverili, che delineava, borgo dopo

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borgo, sapore dopo sapore, una nuova meta da scoprire, da conoscere e da amare: le Marche. Una regione che, già oggetto da tempo di interessi da parte degli stranieri che vi avevano acquistato casa ammaliati dalla genuina sapienza di vivere e dal patrimonio inestimabile che la contraddistingue, con l’articolo di Solomon, acquista una nuova visibilità. Una luce diversa. Tanto da “generare” nel giro di due mesi, tra gli altri, due interessanti articoli sulla stampa nazionale: Emanuela Audisio su la Repubblica (“Marcheshire, le colline sottovoce” in La Domenica di Repubblica, inserto del quotidiano la Repubblica, domenica 17 luglio

2005) trattò la “questione” Marche con una chiave di lettura innovativa, dinamica, al di fuori degli schemi, subito seguita da Giovanna Zucconi su L’Espresso “La nuova Toscana. Marche d’autore” (16 giugno 2005). Gli articoli contribuirono a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema conosciuto ma fino ad allora poco trattato; a distanza di anni, la Regione Marche ha conquistato tra il 2009 e 2010 un ruolo di primo piano nella comunicazione del brand Marche grazie a una formidabile sequenza di articoli, reportage e approfondimenti. I materiali raccolti nella rassegna stampa, sono dedicati al lancio della cam-


AARP Magazine, con una diffusione di 35,6 milioni di copie, parla delle Marche come la una nuova Florida per gli statunitensi

pagna mediatica “planetaria” con protagonista Dustin Hoffman e al progetto Made in Marche organizzato in Cina dedicato a Padre Matteo Ricci che ha riscosso uno straordinario tributo sulla stampa periodica e quotidiana italiana (Repubblica, Corriere della Sera etc.) e internazionale (recente l’ultimo articolo sulla tappa di Macao della Mostra del New York Times – 10 ottobre); alle città d’arte su Bell’Italia, Dove, Financial Times fino alla strepitosa uscita sulla rivista dell’associazione AARP che ha consacrato le Marche inserendole tra le prime cinque mete al mondo dove vivere, aprendo così la strada a un ampio servizio

sul Corriere della Sera (18 agosto 2010) che ha lanciato le Marche come nuova Florida. Articoli che si intrecciano con quelli che hanno toccato le pagine culturali del 2010 incentrati sul Rossini Opera Festival, sulla stagione dello Sferisterio e sul Centenario di Giovan Battista Pergolesi, tra i quali ricordiamo l’articolo di Repubblica (14 agosto).

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SPECIALE: TURISMO

Le Marche a 5 Sensi Intervista all’assessore regionale al turismo Serenella Moroder di A. Dachan

S

pesso si dice che la fortuna di un territorio stia più nella comunicazione che negli asset: secondo Lei, le Marche sono adeguatamente promosse? “Assolutamente vero, e le Marche ne sono un caso esemplare. Nonostante la nostra regione sia di grande bellezza, un raro connubio di ambiente, natura, storia, cultura e alta qualità della vita, tuttavia per lungo tempo, purtroppo, è stata sconosciuta ai più e rimasta al di fuori dei circuiti turistici tradizionali. Ma le Marche sono una grande scoperta per chi le visita: tanti sono i turisti che, la prima volta che vengono, rimangono sorpresi in maniera molto positiva e dicono “non avrei mai pensato che le Marche fossero così belle”; chi le conosce ritorna negli anni successivi, e, attraverso il passa-parola, fa un’ottima pubblicità al nostro territorio. È ovvio che occorre una comunicazione e promozione di grande impatto, condotta sulla base dei più aggiornati studi di mercato e con le strategie più efficaci. Posso dire che la Regione Marche nel corso delle ultime legislature si è mossa in maniera efficace su questa strada; molto è stato fatto e possiamo dire con orgoglio che stiamo riuscendo ad uscire da quel “cono d’ombra” nel quale siamo stati per troppo tempo. Naturalmente c’è ancora molto da fare, ma siamo pronti ad affrontare le sfide del mercato globale”. Assessore Moroder, il dibattito sulla promozione del territorio è sempre di grande attualità: vuole farci un quadro della situazione? “La strategia di promozione adottata nel corso degli ultimi due anni dalla Regione Marche è stata incentrata attorno a due testimonial d’eccezione: Giacomo Leopardi, con gli immortali versi dell’Infinito e Dustin Hoffman, che ha permesso di raggiungere, grazie alla sua popolarità, un numeroso pubblico in-

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ternazionale. La campagna promozionale ha destato molte polemiche che, oltre ad aver fatto il nostro gioco – hanno, infatti, fatto parlare molto di noi- sono state smentite dai dati oggettivi: l’indice che rapporta campagna di comunicazione e flussi turistici è in crescita dell’8%, quattro volte la media italiana (dati ISNART). Questi dati ci confortano e ci spingono a fare ancora meglio, ma l’importante è che la linea di comunicazione sia unica a livello regionale, condivisa e concordata, cercando di limitare i personalismi e i particolarismi. In questo momento, ad esempio, abbiamo rinnovato il contratto per legare ancora l’immagine di Dustin Hoffman alla promozione della Regione Marche e non più solamente per il settore turistico, ma per promuovere tutto il “Made in Marche”: l’enogastronomia, l’artigianato, l’industria manifatturiera. L’eccellenza delle Marche deve essere trasmessa come un valore a 360 gradi”. In generale, la qualità della ricettività è all’altezza delle aspettative di chi giunge in regione? “Insieme agli operatori del settore stiamo conducendo una intensa opera di incentivazione della qualità delle strutture: siamo consapevoli che la qualità dell’offerta turistica è un “valore aggiunto” indispensabile per vincere la sfida del mercato globale e della competizione nazionale e internazionale. Parte importante dell’eccellenza delle Marche è costituita dal gran numero di alberghi certificati con il Marchio Ospitalità Italiana, quest’anno 112 in tutta la regione, rispetto ai 96 dello scorso anno: questo significa che lo sforzo verso un sempre maggiore miglioramento è costante. Una Regione che sa valorizzare il turismo e tutelare il proprio ambiente in una sintesi di perfetta politica di sostenibilità. Un vero “primato” che ci rende orgogliosi, che certifica la qualità del territorio e della vita

delle nostre Comunità, che premia l’opera svolta sul litorale e nell’entroterra marchigiano. Un lavoro congiunto che riguarda la difesa della costa, la valorizzazione dell’ambiente, l’ammodernamento delle strutture ricettive e dei servizi turistici. La qualità territoriale, intesa come integrazione delle risorse naturali, culturali e turistiche, può costituire la base per avviare quel secondo motore di sviluppo dell’economia regionale su cui la Giunta Regionale ha puntato fin dall’inizio di questa legislatura. La qualità è, quindi, una variabile importante ed un elemento selettivo in grado di orientare le scelte del turista verso la nostra regione”. Professionalità, competenza, ma anche passione e fierezza: sono questi gli elementi su cui lavorare per investire sul territorio? “Ma direi anche spirito di gruppo, accantonamento dei particolarismi, e soprattutto amore per la propria terra”. È ormai iniziata la bella stagione: quali sono le iniziative promosse dalla Regione per promuovere il territorio? “Sulla scia della grande mostra dedicata a Lorenzo Lotto ora in esposizione alle Scuderie del Quirinale, stiamo organizzando una serie di iniziative ed eventi per valorizzare le città delle Marche in cui sono i capolavori del grande pittore: ricordiamo infatti che Lotto scelse di vivere nelle Marche, e qui lasciò gran parte della produzione artistica: vogliamo intercettare quanti, amanti dell’arte ed affascinati dalla mostra romana, desiderino conoscere da vicino le opere marchigiane e vivere gli ambienti e i paesaggi che hanno ispirato gran parte della produzione pittorica dell’artista. Inoltre a settembre l’arcidiocesi di Ancona – Osimo ospiterà il

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SPECIALE: TURISMO

Congresso Eucaristico Nazionale; è previsto per l’evento l’arrivo di centinaia di migliaia di fedeli, che le Marche sono pronte ad accogliere, per far conoscere le proprie bellezze e l’alta qualità della vita. In particolare voglio ricordare come tante espressioni di arte e architettura siano di carattere religioso e come la nostra regione abbia accolto in passato grandi santi, mistici e movimenti monastici: il nostro habitat è naturalmente vocato al misticismo e alla sacralità”. Si sta lavorando anche per destagionalizzare i flussi nell’incoming? “Sicuramente sì, perché, così come la nostra regione è l’unica ad avere un nome al plurale, allo stesso modo non esiste un solo turismo, ma tanti turismi diversi: quindi, accanto al balneare, ogni giorno sempre più prendono forza il turismo ambientale, quello sportivo, quello religioso, quello culturale e nelle città d’arte, i soggiorni benessere ed enogastronomici. Si tratta di un complesso mosaico in cui tutti i territori della regione sono coinvolti e che la Giunta Regionale, insieme agli enti locali e agli operatori del settore, si impegna a valorizzare e incentivare in tutti i modi possibili”. Può tracciare un profilo del turista-tipo che sceglie come destinazione delle sue vacanze le Marche? “Le Marche non sono mai state una destinazione di turismo di massa, ma attirano soprattutto quanti sono alla ricerca

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“Il bello delle Marche è che, proprio come dichiara il nostro slogan “Le scoprirai all’infinito”, non smettono mai di farsi conoscere: c’è sempre un piccolo borgo, uno scorcio di paesaggio o un’abazia da scoprire e ammirare”


canenero.com

Al centro, nel cuore.

Estate 2011 la Riviera vi aspetta Un territorio che da qualunque prospettiva lo si guardi appare al centro. Al centro dell'Italia prima di tutto, al centro dell'Adriatico e al centro delle Marche. Un centro che si identifica con il cuore dove hanno sede emozioni, desideri e passioni. Benvenuti nella Riviera del Conero!

Visita il nuovo sito w w w. r i v i e r a d e l c o n e r o . i n f o

Parco Naturale del CONERO

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Foto: Luca Giustozzi, Sergio Cremonesi


SPECIALE: TURISMO di un luogo lontano dalla folla, che sa offrire tante sorprese, mai scontate, e che offre una alta qualità di attrattive e di strutture ricettive. Inoltre il bello delle Marche è che, proprio come dichiara il nostro slogan “Le scoprirai all’infinito”, non smettono mai di farsi conoscere: c’è sempre un piccolo borgo, uno scorcio di paesaggio o un’abazia da scoprire e ammirare”. Se dovesse descrivere le Marche ad un collega straniero che non le conosce, come le descriverebbe? “Con la parola che ne costituisce il suo anagramma, “charme”: un luogo di fascino, coinvolgente, che riserva mille sorprese e mille novità, dove ci si sente in armonia con la natura e con la storia”.

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SPECIALE: TURISMO

Nardo Filippetti tutto sotto controller Lo annuncia il Patron di Eden Viaggi e creatore del primo cinque stelle nelle Marche di A. Dachan e I. Barone

D

ott. Filippetti, Eden Viaggi, il Tour Operator da Lei fondato, quest’anno ha compiuto i suoi primi 28 anni. Come è iniziata la Sua avventura nel turismo? “Ho sempre lavorato nel settore della ricettività, ho fatto il mio percorso, sono diventato albergatore e ho acquisito una buona esperienza. Avevo in mente un’idea che mi sarebbe piaciuto sviluppare: creare un’attività che offrisse ai turisti un canale per aiutarli a trovare un posto ideale per le loro vacanze. Ho iniziato con il mercato degli studenti, poi ho ampliato il raggio d’azione al prodotto mare Italia, arrivando, infine, a comprendere anche il prodotto inverno. Sono sempre stato spinto a crescere per non perdere la professionalità di chi lavorava con me ed essere competitivo sul mercato: introdurre ogni anno delle novità è significato essere sempre sulla cresta dell’onda”. Oggi Eden Viaggi è l’unico grande Tour Operator nazionale rimasto di proprietà di un imprenditore e non di un fondo: cosa implica questa realtà? “Il mio ruolo consiste nel prendere decisioni, in breve tempo, in situazioni e contesti diversi. Essere un imprenditore significa farsi carico di grandi responsabilità. Oggi più che mai il mercato corre velocemente e bisogna stare al passo, decidere con tempestività e coscienza e giocare d’anticipo. In un’impresa guidata da un imprenditore, come nel mio caso con Eden, si lavora dedicando attenzione e ascolto alle dinamiche esterne e prendendo subito una decisione: dall’ideazione di un prodotto, alla sua presentazione sul mercato i tempi sono brevissimi. Gli iter burocratici permettono di avere il tempo di riflettere, ma gli eccessi di deleghe comportano dispersività e spesso paralizzano il lavoro. Il time to market con un imprenditore è breve e questo è un elemento vincente, un valore da trasmettere e condividere con i propri collaboratori”.

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“Noi vendiamo emozioni, non spostiamo merci; ascoltiamo i desideri di viaggiatori di diverse culture d’origine, di diverse estrazioni sociali e la nostra risposta deve essere efficace e lungimirante per saper accontentare persone tanto diverse”

Quindi un T.O. gestito da un imprenditore riflette lo spirito e la filosofia di chi l’ha creato? “Posso dire di sì; per ogni scelta, per ogni prodotto, l’imprenditore ha pensato, fatto valutazioni, ha aggiunto la sua creatività. Quando poi bisogna prendere l’ultima decisione, l’imprenditore calcola i rischi, fiuta l’investimento e di conseguenza decide, mettendoci la faccia, il suo tocco, frutto delle sue percezioni e della sua sensibilità. Sono doti difficili da insegnare: in parte sono innate, in parte si imparano con l’esperienza. Per questo vanno diversificati gli investimenti, vanno lasciate aperte possibilità differenti. Pensiamo al caso di un uragano, di un evento bellico, di una nube, di uno tsunami: l’imprenditore in tempi brevissimi esamina la situazione e decide, dà l’alternativa. Noi vendiamo emozioni, beni intangibili, non spostiamo merci; ascoltiamo i desideri di viaggiatori di diverse culture d’origine, di diverse estrazio-

ni sociali e la nostra risposta deve essere efficace e lungimirante per saper accontentare persone tanto diverse”. Il modello che propone, quindi, è un connubio perfetto tra efficienza e creatività… “Io metto molta passione nel mio lavoro e questo lo rende divertente. Cerco di seguire in prima persona tutte le mie attività, dedicando il giusto tempo a ogni situazione, aiutando i miei manager nelle scelte. Chi vuole giocare d’anticipo deve essere pronto a cogliere ogni sfumatura, ogni novità e ogni movimento del mercato per essere vincente; per questo amo seguire direttamente le mie attività e credo in valori come la puntualità e l’efficienza. Io vivo in funzione di un tempo e quindi gli orari e gli impegni vanno onorati: è una questione di rispetto, verso me stesso e verso gli altri: rispettare il tempo dell’altro significa rispettare il tempo della vita”. Sono gli stessi valori tra-

smessi nell’applaudito spot del Controller Eden… “Certo, trasmettiamo fuori quello che abbiamo dentro. Lo scorso anno abbiamo lanciato lo spot per diffondere ulteriormente il brand e affermarlo in modo incisivo sul mercato; il Controller è stato ambasciatore del nostro marchio, della nostra filosofia. A breve ne lanceremo uno nuovo, allo scopo di aumentare le vendite. Investire in una campagna pubblicitaria ora, in un momento in cui il mercato soffre come non mai, riflette il nostro spirito: noi vogliamo cogliere le opportunità offerte da questa crisi. Il nuovo filmato pubblicitario sarà trasmesso sulle principali reti nazionali; infonderà fiducia nei viaggiatori, proprio in quello che consideriamo un momento ideale per la scelta delle destinazioni delle proprie vacanze, visto che la gente oggi ha cambiato i tempi delle proprie prenotazioni”.

essere maggiormente rassicurati? “Le dinamiche sulla scena internazionale ci portano a comunicare con i viaggiatori che esigono risposte, ma prima ancora la nostra comunicazione è rivolta alle agenzie, perché è tramite loro che vendiamo il nostro prodotto. Rassicuriamo gli operatori, trasmettendo loro un messaggio importante: controlliamo tutto; quando l’agente è sicuro di ciò che offre, infonde al cliente finale la sua sicurezza, aiutandolo a superare le sue paure”.

Ha parlato di fiducia: i viaggiatori oggi hanno bisogno di

Oltre a puntare su una comunicazione rassicurante, sono

Quindi l’agente di viaggio sta assumendo un ruolo sempre più importante? “Sì e deve crescere sempre di più la figura del consulente di viaggio, che si traduce per noi in quella del Controller. Il nostro nuovo pay off, non a caso, reciterà: “Turismo, tutto sotto Controller”. Avrà di certo un forte impatto”.

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SPECIALE: TURISMO

“Chi vuole giocare d’anticipo deve essere pronto a cogliere ogni sfumatura, ogni novità e ogni movimento del mercato per essere vincente; per questo amo seguire direttamente le mie attività e credo in valori come la puntualità e l’efficienza”

previste altre iniziative per contrastare i timori dei viaggiatori alla luce dell’attuale situazione geo-politica nel Mediterraneo? “Dobbiamo semplicemente comunicare la realtà: la situazione oggi è tranquilla e per dimostrarlo partiremo con degli opinion leader, dei personaggi, portandoli a visitare Mar Rosso, Tunisia e poi loro racconteranno ciò che hanno vissuto e percepito. Non ci piace subire in silenzio; per natura e vocazione reagiamo offrendo sempre nuove risposte”.

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Dove si stanno spostando i flussi turistici attualmente? “Noi abbiamo subito spinto verso nuove destinazioni come Turchia e Spagna, ma siamo convinti che riprenderanno le partenze verso le mete tradizionali e proprio per questo, come ho già detto, lavoriamo sull’affidabilità dell’offerta. Monitoriamo la situazione, raccogliamo informazioni e poi intervengo io, prendendo la decisione finale e spingendo in prima persona. Il fatto di non aver paura deve essere nel DNA di tutti gli imprenditori; sbagliamo anche noi, poiché siamo

umani, ma anche quando si sbaglia, almeno si ha la sicurezza di aver reagito, di non essere rimasti con le mani in mano. Non possiamo rimanere impotenti ad aspettare”. Cosa pensa, in generale, della ricettività nelle Marche? “Le Marche sono atipiche, perché riusciamo a proporre più cose in una sola vacanza: arte, cultura, storia, enogastronomia e questo è certamente positivo, ma bisogna cambiare mentalità nell’offerta ricettiva. Ci vuole maggiore professionalità, un nuovo senso di ospitalità; bi-

sogna entrare in empatia con l’altro, capire cosa vuole, cosa prova, prima ancora che parli. Solo così si fa la differenza. Dobbiamo ritrovare i valori degli anni ’60-’70, quando l’accoglienza aveva un sapore autentico. L’obiettivo finale del nostro mestiere in fondo è far sentire gli ospiti a “casa in ogni luogo”. L’imperativo è trattare gli altri come desideriamo essere trattati noi. Un tempo ci riusciva, con impegno, passione, naturalezza. Forse oggi ci sentiamo arrivati, ma dobbiamo riuscire a ricreare quello spirito e fare sistema, poiché ne va del no-


“Lo scorso anno abbiamo lanciato lo spot per diffondere ulteriormente il brand e affermarlo in modo incisivo sul mercato; il Controller è stato ambasciatore del nostro marchio, della nostra filosofia. A breve ne lanceremo uno nuovo”

stro futuro. Aggiungo un elemento. Manca un osservatorio che dia dati certi, perché troppo spesso i flussi percepiti sono diversi dalla realtà. Siamo l’unico settore dove si fa impresa senza avere dei dati comuni di riferimento.” In che modo si potrebbe intervenire per migliorare questo quadro? “È necessario un lavoro profondo, di cambiamento. Bisogna investire molto sulla formazione nell’ospitalità, avere una visione ben chiara, recuperare il valore autentico

dell’accoglienza e creare situazioni nuove. Gli ospiti, per stare bene, per parlare bene di noi, devono sentirsi accolti come fossero nella propria casa. Va riscoperto il piacere di servire, nel senso che la mia professione deve suscitare la tua soddisfazione. Serve a poco se lo fanno le strutture singolarmente: va ricreato il senso dell’ospitalità territoriale”. La scelta di aprire il primo cinque stelle nelle Marche nasce da questa Sua vocazione all’ospitalità di valore? “Io sono nato albergatore, ho

fatto molte esperienze anche come migrante e ho imparato il piacere di servire, la bellezza dell’ospitalità, la discrezione, il saper comprendere le esigenze dell’altro, trovare il giusto rimedio, saper moderare. Ho voluto mettere questo bagaglio a frutto nella mia terra e spero che l’Excelsior possa fare da volano per una generale riqualificazione del territorio e dell’offerta ricettiva. Voglio che si recuperi il senso del bello e questo cinque stelle ha risvegliato in me il senso dell’arte dell’accoglienza coniugata all’amore della propria terra”.

Vuole darci qualche anticipazione sulle Sue prossime sfide imprenditoriali? “Voglio continuare a far crescere le mie attività, mantenendo lo stesso livello qualitativo che ci ha sino ad ora caratterizzati. Non si tratta tanto di una sfida, ma di una scelta imprenditoriale razionale, che ci porta oggi ad essere uno degli operatori più rappresentativi di questo settore”.

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SPECIALE: TURISMO

Guido Guidi

“Vi presento le Marche, come non le avete mai viste” Con il Tour Operator Maraviglia Traveller’s Company, nasce una nuova filosofia di ospitalità e si scoprono i tesori più nascosti delle Marche di M. Camilletti

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ottor Guidi, vuole raccontarci come è nata Maraviglia Traveller’s Company? “L’idea di creare un tour operator dedicato all’incoming nella regione è nata da un connubio di elementi: amore per il territorio e voglia di creare qualcosa di nuovo. Il punto di partenza è stato la scelta di mettere a frutto la pluriennale esperienza della mia azienda, GGF Group, che da oltre dieci anni offre servizi di marketing strategico e operativo, con un alto know how proprio in ambito turistico. Ma la motivazione più forte è stata sicuramente quella legata al sentimento”. In che senso? “Ho sempre trovato molto bella la nostra regione, ma l’ho riscoperta con occhi nuovi quando sono tornato dopo una lunga esperienza negli Stati Uniti. Mi è sembrato, per certi versi, di vedere questi posti come per la prima volta, lasciandomi andare all’incanto dei paesaggi e alla ricchezza di monumenti e borghi che all’estero è inimmaginabile. Inoltre, mi sono accorto che tutti coloro che venivano in regione per la prima volta, amici o imprenditori da altre zone d’Italia o dall’estero, rimanevano incantati da quello che vedevano, non solo per quanto riguarda la ricchezza culturale e naturale, ma anche per il calore, l’ospitalità, la buona tavola e il buon vino che provavano qui per la prima volta. Tutto ciò, mi sono detto, va assolutamente valorizzato”.

In che senso rimanevano colpiti dall’ospitalità della regione? “Una delle caratteristiche delle Marche è che sono una regione discreta, riservata, che ama poco parlare di sé, ma ama farsi scoprire, lentamente. Tra i suoi valori nascosti e sorprendenti c’è un’ospitalità, genuina, autentica, calorosa, ma non invadente. Un turista che viene da solo, senza una guida, rischia di non riuscire, però a trovarla, proprio perché non ha gli strumenti per valutare a monte il tipo di attenzione che quella determinata struttura può riservargli. Sentivo proprio che mancava una realtà che guidasse, passo dopo passo, il viaggiatore, come una Beatrice, mettendolo nella condizione mentale di emozionarsi guardandosi intorno. Quali sono stati i primi passi che avete mosso? “Abbiamo avviato un’approfondita mappatura del territorio, rilevando le strutture ricettive più belle, più caratteristiche, i percorsi naturali più emozionanti, le iniziative più suggestive di promozione storico-artistica. Ne è emerso un mosaico variopinto, con un’infinità di splendide tessere che aspettavano solo un plus per farsi valorizzare nel modo giusto”. A che tipo di target avete pensato? “A un turista di nicchia, che non vuole i luoghi affollati, obsoleti, che non vuole la “solita minestra”, ma desidera scoprire luoghi incantati,

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SPECIALE: TURISMO

“Molte aziende marchigiane d’eccellenza, con brand noti in tutto il mondo, nascondono la propria origine, la propria identità, come se fosse un punto debole. Io vorrei, invece, che tutti gli imprenditori marchigiani fossero fieri della propria terra e imparassero a conoscerla nel profondo…”

sconosciuti agli occhi dei più, dove farsi coccolare con un servizio esclusivo e dove poter riscoprire l’emozione che dà il silenzio e l’armonia della natura. Abbiamo pensato ad un turista che ha già viaggiato, che conosce il mondo, che è stato nelle località più blasonate ed esclusive, ma che ora vuole regalarsi un nuovo tipo di emozioni. È una persona che vuole riscoprire la sua umanità profonda e che per farlo ha bisogno di semplicità, attenzione ai dettagli, di poter incrociare gli sguardi della gente del posto per non sentirsi più lontana, solo di passaggio, ma al centro di ogni attenzione. Tutto questo nelle Marche è realtà; con Maraviglia vogliamo proprio prendere chi arriva in regione per mano e portarlo a compiere questo viaggio”. Quali sono le peculiarità delle Marche? “Le Marche sono un territorio ricchissimo che offre infinite possibilità per soddisfare le esigenze di una domanda variegata. Il luogo comune delle Marche associate principalmente al mare va rivisto, per lo meno con gli operatori stranieri. La regione ha un’eterogeneità dell’offerta davvero unica, sia a livello paesaggistico, che dal punto di vista dell’offerta culturale e d’intrattenimento. È davvero un concentrato d’Italia e non è un caso che sia l’unica regione ad avere un nome al plurale. Tra coloro che hanno avuto già modo di scoprire le Marche si percepisce un vero e proprio innamoramento e la consapevolezza che i veri gioielli della regione si trovano nell’entroterra”. E Maraviglia, in particolare, cosa intende offrire? “Maraviglia nasce dall’idea di far vivere, a chi è in ricerca di emozioni nuove e autentiche, la gioia di un’esperienza da sogno. Ammirare le dolci colline dall’alto di una mongolfiera, partecipare al volo con le oche o alla caccia ai prelibati tartufi di Acqualagna, fermare le immagini di straordinari panorami marchigiani con un corso fotografico: Maraviglia offre percorsi diversi ed esclusivi, per soddisfare i gusti, i desideri e i sogni di chi in ogni viaggio ricerca qualcosa di unico e particolare, un luogo straordinario e segreto, il calore dell’accoglienza e la cura di ogni dettaglio”. Il catalogo Maraviglia “Marche da

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scoprire” mette in risalto le meraviglie delle Marche, offrendo una selezione delle migliori strutture ricettive della regione, dei percorsi più belli e innovativi, delle esperienze più emozionati ed intense per vivere la bellezza e la cultura di questa regione tutta da scoprire”. Come si presenta la vostra offerta? L’offerta Maraviglia consta di 4 tipologie di cataloghi: -Weekend nelle Marche -Tour settimanali nelle Marche -Tour combinati Marche e Italia. È quest’ultima in particolare la tipologia di offerta che abbiamo pensato per venire incontro alle esigenze degli operatori stranieri e che, in effetti, per lavorare con l’estero risulta indispensabile anche in ragione dei limitati collegamenti aeroportuali con Ancona e aeroporti vicini. Infine, ultima perla delle nostre offerte, sono i Maraviglia Special, considerati la quintessenza della filosofia Maraviglia, espressa in un weekend. Una volta al mese proponiamo uno Special legato ad un’offerta o un’occasione particolare sul territorio e, all’interno di una struttura che riserviamo interamente ai nostri ospiti, offriamo un servizio personalizzato. Con professionalità e discrezione, il nostro personale segue la permanenza degli ospiti in ogni stante, dall’aperitivo di ben venuto al massaggio in giardino, dal pic-nic con posate in argento alle cavalcate lungo sentieri inesplorati”. E per i marchigiani? “Maraviglia non dimentica il suo territorio e i suoi abitanti, per i quali ha creato Maraviglia Gift, un prodotto pensato sulle esigenze di quei marchigiani che spesso non sanno cosa fare nel tempo libero e nel fine settimana, non conoscendo a fondo il proprio territorio e le sue potenzialità. Maraviglia gift è una declinazione in versione light delle proposte di viaggio di Maraviglia Travel, un cofanetto all’interno del quale poter scegliere tra una ventina di proposte alternative per passare un breve week-end o anche semplicemente una giornata par-


ticolare, nello stile inimitabile Maraviglia: un day spa in uno dei più bei centri benessere delle Marche con privilegi speciali per i clienti Maraviglia, una cena indimenticabile in una cornice raffinata ed esclusiva, una giornata “a caccia di tartufo”, un rifugio romantico con atmosfera speciale per la coppia, e così via. Insomma idee sfiziose e originali per fare ad una persona cara o anche a se stessi un regalo di emozioni”. In pratica si regala un piccolo assaggio del territorio? “È proprio così: che sia per un compleanno o un regalo di nozze, per una laurea o per sorprendere chi si ama, il cofanetto Maraviglia gift risulta un regalo particolarmente gradito e soprattutto sorprendente. L’offerta comprende pacchetti più semplici ed economici e pacchetti deluxe, per chi è alla ricerca di un regalo davvero prestigioso. In ogni caso, dai feedback che abbiamo sinora raccolto, ricevere un gift del genere è sempre motivo di gioia”. Possiamo dire che Maraviglia si sta muovendo come volano per la promozione del territorio? “Ce la stiamo mettendo tutta per promuovere il territorio marchigiano con le sue eccellenze. A tal proposito, si ricorda anche che Maraviglia è tra i promotori dell’esclusivo circuito delle Marche Con Stile. “Le Marche con Stile” sono una vera e propria “Associazione dello Stile” creata per dare vita ad un tessuto integrato di imprese di eccellenza marchigiana, il vero core business della regione, del manufatto artigianale, del design, dell’alta moda, della bellezza degli accessori di lusso e del piacere enogastronomico. Il nostro intento è favorire la qualificazione del territorio e trasmettere una nuova idea di ospitalità e ricettività, che potremmo definire autoctona, in quanto fortemente legata alle caratteristiche del territorio e allo spirito dei suoi abitanti”. Secondo Lei, le altre realtà dedicate al turismo, si stanno muovendo bene? “Ritengo che la Regione stia iniziando a muoversi molto bene

e i dati lo dimostrano, anche se il lavoro da fare resta ancora molto. Il turismo, d’altronde, è una ricchezza per la nostra terra. Bisogna, però, spingere ancora molto sull’idea del marketing territoriale, creare maggiore sinergia tra i protagonisti del settore. Va certamente apprezzata l’alta qualità e lo charme offerto da strutture ricettive come l’Excelsior di Pesaro, il primo cinque stelle nelle Marche e la splendida Villa Lattanzi, a Torre di Palme, che costituiscono un esempio positivo della volontà di imprenditori illuminati, coraggiosi, che investono sulla valorizzazione delle perle del territorio. Crediamo che uniti nell’amore per il territorio e nella volontà di promuoverlo si possano fare grandi cose. Il nostro intento, come Maraviglia, è di creare un nuovo stimolo, fare rete; in questo modo, saremo più forti come regione anche quando ci proponiamo sui mercati esteri, perché creiamo un punto di riferimento e un’identità che, per certi versi, oggi non si percepisce”. In che senso? “Molte aziende marchigiane d’eccellenza, con brand noti in tutto il mondo, nascondono la propria origine, la propria identità appunto, come se fosse un punto debole. Io vorrei, invece, che tutti gli imprenditori marchigiani fossero fieri della propria terra, che è bellissima, è la più longeva d’Italia, è sempre più amata dai viaggiatori stranieri, ha un passato glorioso e un presente in cui la crescita si coniuga ad uno stile e ad un’eleganza davvero unici”. Se dovesse definire un inizio di questa Sua esperienza con Maraviglia, cosa direbbe? “Posso dire che grazie a Maraviglia io stesso sto scoprendo le Marche. È un’esperienza fantastica, che mi diverte, che mi porta, ogni volta, a scoprire qualcosa di nuovo, di inatteso, inesplorato. Sto cercando di ricreare nella nostra terra tutto ciò che mi piace vivere, che mi piace trovare quando viaggio”.

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SPECIALE: TURISMO

Con il Codice del Turismo un aiuto al settore e maggiori tutele ai consumatori In attuazione di una norma comunitaria (la Direttiva 2008/122/CE) il Governo ha varato nuove importanti disposizioni per il settore turistico, con la duplice finalità di sostenere maggiormente le aziende che vi operano e di tutelare i consumatori

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umerose le novità contenute nel Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, più noto come Codice del Turismo, delle quali si riporta una panoramica.

congressi. La novità è importante soprattutto per quanto attiene all’estensione a tutte le imprese turistiche dell’ambito di applicazione delle agevolazioni (non soltanto tributarie) previste da leggi statali o regionali.

ricompresa anche la licenza per la somministrazione di alimenti e bevande per le persone non alloggiate nella struttura e “per le attività legate al benessere della persona o all’organizzazione congressuale”.

L’impresa turistica si allarga Nel concetto di “impresa turistica” sono ora comprese, oltre ad agenzie di viaggio e tour operator, anche tutte quelle aziende che esercitano attività economiche volte alla produzione e alla commercializzazione di prodotti e servizi destinati al turista. Pertanto sono da considerarsi imprese turistiche anche i ristoranti e in genere tutti gli esercizi pubblici, gli stabilimenti balneari, le imprese turistiche nautiche, i parchi divertimento, le imprese di intrattenimento (balli e spettacoli vari) nonché le aziende di organizzazione di eventi, convegni e

Professioni turistiche, occhio alla formazione Il nuovo provvedimento contiene una disciplina specificamente dettata per le professioni turistiche, con particolare riferimento alla formazione destinata ai giovani.

Semplificazioni anche per le agenzie di viaggio La S.C.I.A. si applica anche alle agenzie di viaggio.

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Alberghi, si alla ristorazione anche per i non clienti Ai fini dell’apertura o della modifica di un’attività alberghiera sarà sufficiente una comunicazione (S.C.I.A. – Segnalazione Certificata di Inizio Attività) allo Sportello Unico. Inoltre, nella licenza di esercizio di attività ricettiva sarà

Cambiano i controlli per le agenzie online Nei confronti delle agenzie che lavorano online viene prevista l’applicazione della stessa disciplina e dei medesimi controlli previsti per le imprese tradizionali. Riconoscimenti per le eccellenze Il nuovo provvedimento istituisce riconoscimenti per aziende ed imprenditori che si sono distinti nel settore: il “Mae-

stro di cucina italiana” per le eccellenze nell’enogastronomia e il “Maestro dell’ospitalità italiana” per quelle nel settore alberghiero, nonché le medaglie al merito del turismo per gli operatori che hanno “esportato” all’estero le eccellenze italiane. Estesi i requisiti minimi delle strutture Appositi standard minimi nazionali dei servizi, oggi applicabili soltanto agli alberghi, saranno stabiliti anche per bed and breakfast, villaggi turistici, case per ferie, ostelli della gioventù, motel, centri soggiorno e studio, rifugi alpini e campeggi. Risarcibile anche il danno morale Fa il suo ingresso nel nostro ordinamento il risarcimento del danno morale, cioè da “vacanza rovinata”, nell’ottica di concepire il turista come un


consumatore di tipo speciale, meritevole di una tutela particolare. Massima accoglienza per i turisti disabili La riforma ricorda che l’articolo 30 della Convenzione Onu del 2006 sui diritti delle persone con disabilità – ratificata in Italia dalla Legge 3 marzo 2009, n. 18 – sancisce l’obbligo degli Stati di assicurare alle persone con disabilità motorie, sensoriali ed intellettive il diritto di fruire dell’offerta turistica al pari di tutti gli altri, senza alcuna maggiorazione di prezzo.

“Buoni vacanza” Confermata l’iniziativa di solidarietà dei “Buoni vacanza”, al fine di permettere anche alle fasce disagiate di godersi qualche giorno di relax e al contempo di destagionalizzare i flussi turistici: a tal fine sarà utilizzata anche una parte dell’otto per mille destinato allo Stato. Cambia la multiproprietà Infine, in attuazione di norme comunitarie viene introdotta una nuova disciplina della multiproprietà, che prevede una maggiore trasparenza dei contratti e una migliore tutela

dell’acquirente. Tale tipologia contrattuale è estesa anche a beni diversi dagli immobili, come roulotte, chiatte e navi da crociera. Lanciata la promozione di settori specifici Nel provvedimento si intravede la volontà di incentivare settori particolari, come il turismo della natura, il turismo enogastronomico, il turismo termale, il turismo dello sport e del golf, il turismo congressuale e il turismo culturale.

Nella riforma è prevista l’istituzione di un Comitato permanente di Promozione del Turismo in Italia, composto da tutti i protagonisti del settore - sia pubblici che privati – a tutela sia delle aziende, sia dei consumatori.

Istituito un nuovo organo per la promozione del turismo

Gradara, un’ estate…medievale Musica, danza, spettacoli, mercatini, per un’estate indimenticabile Luglio 1 2° edizione Gara Podistica “Assedio al castello” (ore 20,15) 3-4 Cinema al Castello (ore 21,30) 6 Concerto Corpo Bandistico di Gradara ( ore 21,00 centro storico) 10 Paolo e Francesca- Festival Musica Amoeni Loci (ore 21) 15-17 A.D. 1445 GRADARA, Assedio al Castello (dalle ore 18,00) 17 Amor mi fa impazzire-Festival Armonie della Sera (ore 21,15 cortile d’onore della Rocca) 19 Concerto di beneficenza Rocco Gerboni (ore 21 Giardino degli Ulivi) 31 Gradara in vespa (dalle ore 10,30) 31 – 7 agosto Festival Le Regioni del Teatro a cura del Carro dei Comici Agosto 2 Festival internazionale di Interpretazione Pianistica (ore 21 Cortile della Rocca) 5-7 The Dragon Castle (fate, folletti e cavalieri) 13 Serata dell’Avis di Gradara (ore 20,00 piazza Rubin Vesin)

14 Saggio Danza medievale e rinascimentale (ore 21 Teatro comunale) 14 Uscimmo a riveder le stelle (dal tramonto a cura dell’astrofilo Mario magi) 17 Concerto Corpo Bandistico di Gradara (dalle 21,00 centro storico) 18 Memorial Elmo De Biagi (ore 21,00 corteo storico e scene di vita del ‘400) 19-20 Rock Gradara, note sotto le mura (dalle ore 21) 21 Favole al Castello – letture animate (ore 21 Giardino degli Ulivi) UN ESTATE DA GUSTARE SLSFIZIO AL CASTELLO (tutti i mercoledi cene a km zero nei ristoranti del borgo a 15) MANGIALOFOGLIA (tutte le domeniche cene con stuzzicanti menu a base di verdure) MEDIOEVO A TAVOLA (menu medioevali : 14-26 luglio / 4-25 agosto / 1-15 settembre) NEL CASTELLO DI PAOLO E FRANCESCA (Itinerari guidati a tema) Martedi ore 10,30 e giovedi ore 16,00 Prenotazioni: PRO LOCO DI GRADARA TEL. 0541.964115 /333.7139615 www.gradara.org / info@gradara.org

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SPECIALE: TURISMO

Nuova legge, nuovo turismo? Spiagge, musei, montagne, bellezze naturali ed artistiche di valore inestimabile ma, sino ad oggi, è mancato all’appello un testo di legge organico che racchiuda in sé tutte le regole che disciplinano il mercato turistico. Questo deficit è stato definitivamente superato grazie all’approvazione del Codice del Turismo

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ertezza per gli operatori del settore, maggiore tutela per il turista e promozione dell’immagine del Bel Paese nel mondo sono le linee guida ispiratrici del decreto legislativo. Proviamo a riassumere in poche righe le principali novità introdotte. Innovativa è la norma che, traendo ispirazione dal diritto tedesco, introduce per legge il diritto al risarcimento del “danno morale da vacanza rovinata”, la cui entità sarà parametrata al tempo di vacanza inutilmente trascorso, all’irripetibilità dell’occasione perduta e alle motivazioni del viaggio. Saranno inoltre più difficili le truffe on line visto che le agenzie di viaggio che operano via internet dovranno sottostare alle stesse regole previste per le agenzie tradizionali. Inoltre il Codice rafforza uno strumento già esistente, quello dei buoni vacanza per le fasce social-

mente deboli, che sarà regolarmente finanziato con le risorse statali provenienti dall’8 per mille. Maggiore tutela anche per le persone disabili, che potranno fruire dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia, senza alcun aggravio di prezzo. Sarà garantita maggiore uniformità tra i diversi operatori del settore grazie all’istituzione di standard minimi qualitativi per tutte le strutture ricettive (Bed&breakfast, case per ferie, ostelli della gioventù, motel, centri soggiorni studio, rifugi alpini, villaggi turistici, campeggi) e non solo per gli alberghi come accade ora. Il codice fornisce inoltre al turista utili strumenti di informazione (carta dei servizi e call center) ed affida la risoluzione delle controversie in materia di turismo all’innovativo strumento della mediazione. Spostando la nostra attenzione dal turista agli operatori

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SPECIALE: TURISMO del settore, si può apprezzare lo sforzo compiuto dal legislatore per poter migliorare la competitività del settore. Viene allargata la categoria delle imprese turistiche, oggi riservata ad alberghi ed agenzie di viaggio, mentre ai fini dell’erogazione di agevolazioni, sovvenzioni ed incentivi di qualunque tipo vigenti per l’industria, le imprese turistiche verranno equiparate alle imprese industriali. Importanti semplificazioni sono dirette a snellire le procedure burocratiche. D’ora in avanti per avviare un’attività turistica sarà sufficiente una Segnalazione Certificata di inizio attività (S.C.I.A.); agli alberghi in possesso della sola licenza

di esercizio di attività ricettiva sarà consentito offrire il servizio di ristorazione o di beauty farm anche a chi non alloggia nella struttura. Più contestata è invece la disposizione che consente, laddove non vi siano altre norme a tutela dei beni ambientali, l’edificazione di strutture turistiche senza alcun titolo abilitativo edilizio, qualora si sia già in possesso di una concessione demaniale marittima o lacuale. La promozione del Made in Italy sarà invece garantita dall’introduzione di riconoscimenti fino ad ora inesistenti: le attestazioni di eccellenza turistica “Maestro di cucina italiana”, “Maestro dell’ospitalità italiana”, la “Medaglia

al merito del turismo per la valorizzazione dell’immagine dell’Italia” e la “Medaglia al merito del turismo per gli italiani all’estero”. Il Codice del Turismo promuove inoltre l’introduzione di agevolazioni che facilitino l’accesso alle strutture turistiche per chi viaggia con animali. Nel documento, poi, trovano posto anche alcune norme che riordinano la professione turistica ed adeguano la normativa italiana a quella comunitaria in tema di multiproprietà. Comunque sia, un testo unico che raccolga in maniera organica tutte le norme che regolano il settore, sembra ormai indispensabile per un paese come l’Italia che ha proprio

nel turismo una risorsa preziosa e in larga parte ancora non sfruttata. Considerando oltretutto la crisi del sistema produttivo tradizionale, il settore terziario non può che rappresentare il volano per il rilancio del sistema economico e si spera che questo innovativo testo legislativo possa rappresentare uno strumento utile al raggiungimento dell’obiettivo.

Roberto Antonella Area Fiscale Gruppo Sida r.antonella@sidagroup.com Tel. 071.28521

Estate 2011, notti magiche al white garden La Poderosa

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SPETTACOLO: tante sono le novità (spettacoli di cabaret, illusionismo e ragazze immagine). La sfida sarà dura … ma lo slogan “Notti magiche” sarà un successo. Per prenotazioni e info: Tel. 0721.282207

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ena, musica e spettacolo: la stagione estiva del locale “La Poderosa” di Pesaro si è aperta sabato 21 maggio nello splendido White Garden, con la prima di una lunga serie di serate magiche, dove cucina e bella musica sono gli ingredienti principali. Entrare al White Garden produrrà immediatamente sensazioni piacevolissime: l’ambiente elegante, la musica gradevole, il buon gusto e l’ottima cucina preparata dallo Chef Gianluca D’Aloia daranno l’idea di ritrovarsi in un raffinatissimo club dove tutto è perfettamente dosato per rilassare l’Ospite e consentirgli di trascorrere serate magiche. Al White Garden il vero protagonista delle serate dell’estate che sta iniziando sarà il pubblico, un pubblico disposto a cenare e ballare ai ritmi

musicali ispirati alla più bella musica (dance e non), proposta dai nostri D.J. e dai gruppi musicali live tra i quali la Dino Gnassi Corporation. Per quanto riguarda la musica un calendario ricchissimo: Martedì: latino con lo staff Riviera Latina Mercoledì: country e balli di gruppo in collaborazione con Stella Show Dance Giovedì: Jazz. Dopo il successo della prima rassegna invernale, Simona Marongiu ripropone “Jazz e contorni”, cena a ritmo di Jazz Venerdì: I love Italy, la più bella musica italiana selezionata da Fabrizio Fratta D.J. Sabato: Live Music, musica anni 70/80 con i migliori gruppi live. Domenica: tutto liscio. L’allegria della musica romagnola con le migliori orchestre.


A C Q U A MINE R A L E N AT UR A L E

OL IG OMINE R A L E

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SPECIALE: TURISMO

Claudio Albonetti “No alla tassa di soggiorno!” Il Presidente di Confesercenti Marche: “Se non consideriamo la ricettività alberghiera regionale come una specie di “razza protetta” non riusciremo a fare nessun passo avanti nel turismo, perché senza strutture non si potrà fare ricettività” di M. Rossi

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ottor Albonetti, Lei è intervenuto a Senigallia, nel corso del convegno “Sport & Turismo” parlando dello stato dell’arte della ricettività marchigiana; quali dati sono emersi? “Uno dei punti dolenti della regione Marche è che, tranne che in poche isole felici come Pesaro, non abbondano di certo le infrastrutture, che sono invece indispensabili per incoraggiare, promuovere ed effettuare il turismo sportivo ed i grandi eventi. Questo è certamente un problema, perché per promuovere questa forma di turismo, ribadiamo, le infrastrutture sono fondamentali. Un altro problema serio, specialmente se visto in prospettiva, è il trend negativo che registriamo riguardo il numero della ricettività alberghiera”.

Cosa bisogna fare, secondo Lei, per modificare questa situazione? “Se non consideriamo la ricettività alberghiera come una “razza protetta” non riusciremo a fare nessun passo avanti nel turismo, perché è evidente che senza strutture non si potrà fare ricettività. Vanno salvaguardati gli alberghi, vanno cercati nuovi motivi di interesse, dal momento che con l’odierna bassa rendita sono in pochi che hanno la spinta ad investire. Bisogna ridare un senso economico al ricettivo, alle imprese stagionali e questo devono farlo lo Stato, le regioni, i comuni, lavorando in sinergia per alleggerire il peso della fiscalità. Invece le imposte locali aumentano, la tassazione diretta anche. Si calcola che nel corso di

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un anno un’impresa lavori fino a metà luglio per pagare le tasse, mi chiedo e vi chiedo, nel caso di una struttura non annuale ma stagionale, che apre a maggio e chiude a settembre, c’è spazio per produrre reddito d’impresa? Secondo noi no, nel caso del turismo stagionale è arduo pensare ad una rendita d’impresa. Prova ne è, che quei pochi albergatori stagionali che si impegnano economicamente ed investono, fanno poi una gran fatica a restituire i prestiti”. Dal punto di vista dei turisti, invece, che feedback si dà alle Marche? “Il turismo viaggia a due velocità: c’è quello annuale e c’è quello stagionale, quest’ultimo nelle Marche sente il peso di una fortissima concorrenza. Bisogna dire, per fortuna, che nei confronti della nostra regione la fidelizzazione è molto alta. Migliaia di turisti infatti, italiani e stranieri, tornano tutte le estati, alcuni anche più volte nel corso dell’anno; per incoraggiare il loro ritorno sono state promosse diverse iniziative che premiano la fedeltà”. Quindi la loro soddisfazione è grande? “Assolutamente sì. Le ragioni stanno nel buon lavoro dei nostri imprenditori turistici, nella bellezza delle nostre località, nella qualità della vita, nella grande offerta culturale, nel buon cibo e nel buon vino, ma anche nel contenimento dei prezzi e delle tariffe, che sicuramente, visti i tempi che corrono, è un elemento importante da valutare quando si sceglie una


Bisogna dire che nei confronti della nostra regione la fidelizzazione è molto alta. Migliaia di turisti, italiani e stranieri, tornano tutte e estati, alcuni anche più volte nel corso dell’anno

località dove passare le vacanze”. L’introduzione della tassa di soggiorno potrebbe cambiare le cose? “La famigerata tassa di soggiorno è un’iniziativa becera e pericolosa, anche perché il nostro turismo non ha il richiamo delle grandi città dell’arte. Provi a pensare cosa accadrebbe se si vietasse il turismo intorno al Colosseo: ci sarebbe certamente una reazione, direi quasi un “turismo di contrabbando”. Se chiudessimo una spiaggia, invece, nessuno se ne accorgerebbe. Per noi che lavoriamo braccio a braccio con la Romagna, il contenimento delle tariffe diventa un elemento indispensabile per rimanere concorrenziali; proprio per questo, introdurre una tassa di soggiorno è quantomeno assurdo e vanifica il tentativo di contenimento dei prezzi”. e chiude a settembre, c’è spazio per produrre reddito d’impresa? Secondo noi no, nel caso del turismo stagionale è arduo pensare ad una rendita d’impresa. Prova ne è, che quei pochi albergatori stagionali che si impegnano economicamente ed investono, fanno poi una gran fatica a restituire i prestiti”. Dal punto di vista dei turisti, invece, che feedback si dà alle Marche? “Il turismo viaggia a due velocità: c’è quello annuale e c’è quello stagionale, quest’ultimo nelle Marche sente il peso di una fortissima concorrenza. Bisogna dire, per fortuna, che nei confronti della nostra regione la fidelizzazione è molto alta. Mi-

gliaia di turisti infatti, italiani e stranieri, tornano tutte le estati, alcuni anche più volte nel corso dell’anno; per incoraggiare il loro ritorno sono state promosse diverse iniziative che premiano la fedeltà”. Quindi la loro soddisfazione è grande? “Assolutamente sì. Le ragioni stanno nel buon lavoro dei nostri imprenditori turistici, nella bellezza delle nostre località, nella qualità della vita, nella grande offerta culturale, nel buon cibo e nel buon vino, ma anche nel contenimento dei prezzi e delle tariffe, che sicuramente, visti i tempi che corrono, è un elemento importante da valutare quando si sceglie una località dove passare le vacanze”. L’introduzione della tassa di soggiorno potrebbe cambiare le cose? “La famigerata tassa di soggiorno è un’iniziativa becera e pericolosa, anche perché il nostro turismo non ha il richiamo delle grandi città dell’arte. Provi a pensare cosa accadrebbe se si vietasse il turismo intorno al Colosseo: ci sarebbe certamente una reazione, direi quasi un “turismo di contrabbando”. Se chiudessimo una spiaggia, invece, nessuno se ne accorgerebbe. Per noi che lavoriamo braccio a braccio con la Romagna, il contenimento delle tariffe diventa un elemento indispensabile per rimanere concorrenziali; proprio per questo, introdurre una tassa di soggiorno è quantomeno assurdo e vanifica il tentativo di contenimento dei prezzi”.

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Il lusso di vivere bene la vita. Ora posso. A Pesaro Hotel Excelsior.

foto Dirk Vogel

il primo hotel 5 stelle della riviera adriatica delle marche Vorrei un luogo lontano dal caos dove emozionarmi tra mare, musica e arte. Vorrei un luogo dove rilassarmi, un Lido dal sapore d’altri tempi, una Spa che carezzi corpo e mente, dove tutto è vicino al mio stile di vita. Vorrei il lusso di vivere bene la vita in un ambiente discreto, senza chiasso, come fosse la mia seconda casa: una storia da raccontare al presente. Ora posso. Finalmente a Pesaro, Excelsior.

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Sport&Turismo La parola a Fabio Sturani, presidente Coni Marche di A. Dachan

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ott. Sturani, a Senigallia si è tenuto venerdì 6 maggio un convegno su Sport & Turismo; in qualità di Presidente del Coni Marche, ce ne vuole parlare? “Il convegno che si è svolto a Senigallia ha rappresentato il primo momento di confronto con i diversi soggetti che sono coinvolti nell’ambito dello sport e turismo. Per la prima volta abbiamo messo attorno al tavolo il mondo sportivo, le istituzioni -Regione, province e comuni - e le categorie economiche interessate. I dati emersi sono interessanti; ci riferiscono che il turismo sportivo vale un 6-7% di tutto il movimento turistico del paese. Negli ultimi anni è in costante crescita”.

Quanto conta, in base ai dati da voi raccolti, l’offerta sportiva nella scelta della località turistica? “Nella nostra regione la scelta delle vacanze è condizionata anche alle opportunità di praticare attività sportive per il 30% dei turisti. Ci sono alcune discipline sportive che vivono con il turismo; basti pensare al golf, alla vela, al trekking, al nuoto. Poi ci sono tutte le iniziative sportive legate al mondo degli amatori,

dei master che stanno caratterizzando il movimento sportivo e che vedono nei fine settimana molte gare e competizioni. Penso, ovviamente alle maratone, alle gare legate al ciclismo al nuoto”. Sotto questo profilo, le Marche sono attrattive? “La nostra regione è una regione attrattiva dal punto di vista della qualità della vita per le offerte turistiche, culturali, ambientali ed eno-gastronomiche. Possiamo aggiungere anche per lo sport, visto che siamo dotati di una buona impiantistica e di società e federazioni sportive che sono in grado di organizzare gare e campionati di ogni tipo. Tutto ciò si può aggiungere all’offerta turistica, ma c’è bisogno di lavorare in squadra”. Può tracciare un profilo tipo del turista-sportivo? Cosa cerca in particolare? “C’è il turista che cerca di rilassarsi, di riposare e scopre durante le vacanze la voglia di praticare sport, anche nuovi. Ma c’è chi sceglie invece la pratica sportiva come elemento fondamentale per le vacanze: penso al golf, al trekking, al ciclismo, alla vela e al mare e la nostra regione

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SPECIALE: TURISMO

“Il turismo sportivo vale un 6-7% di tutto il movimento turistico del paese. Negli ultimi anni è in costante crescita”

può offrire molto; anche se, va detto, fino ad oggi non si è lavorato su questo aspetto. Poi ci sono i grandi eventi sportivi con competizioni internazionali e nazionali in diverse discipline sportive: scherma, ginnastica, ciclismo. Volley, basket, pattinaggio, bocce e tante altre che richiamano ovviamente gli atleti e gli staff e anche molti spettatori. Questo aspetto è altrettanto importante perché rappresenta un’ottima vetrina per promuovere il nostro territorio, non solo per le squadre impegnate, ma anche per veicolare sui media la nostra Regione”. Secondo Lei, è ben promossa questa varietà d’offerta? Cosa si potrebbe fare in più? “Lo scopo del convegno era la costituzione di una sorta di cabina di regia tra i diversi attori coinvolti sul turismo sportivo; spetta al mondo sportivo stes-

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so, infatti, organizzare eventi e manifestazioni di rilievo, ma è necessaria la collaborazione delle istituzioni per la messa a disposizione degli impianti e degli spazi adeguati e dei servizi collegati agli eventi ( penso ai trasporti e alle proposte culturali e turistiche di promozione delle città). Serve, poi, una proposta di offerta turistica adeguata, una cultura dell’accoglienza all’altezza da parte degli operatori. Tutti devono lavorare insieme e per lo stesso obiettivo. Va fatta una promozione integrata inserendo anche l’offerta sportiva con le altre opportunità della regione. Pensiamo di coordinarci per la prossima Borsa del Turismo Sportivo di Montecatini e per la BIT di Milano del prossimo anno, dove chiediamo uno spazio per promuovere le iniziative sportive. Nel Piano turistico della regione chiediamo che venga inserito un capitolo specifico

sul turismo sportivo e che si possa trovare anche una linea di finanziamento per la sua promozione. Un altro filone interessante è rappresentato dal turismo sportivo giovanile e scolastico”. Le Marche sono terra di grandi campionesse e campioni dello sport, come le fiorettiste di Jesi o Valentino Rossi, solo per citarne alcuni: esiste un turismo legato ai luoghi dove si allenano questi atleti? “La nostra regione è una regione dove si pratica sport e al tempo stesso è terra di grandi campioni. Siamo la prima regione, in Italia, nel rapporto tra le medaglie olimpiche e la popolazione. Naturalmente i campioni aiutano a far crescere il movimento sportivo, ma anche a promuovere un territorio: tutti sanno che Jesi è la capitale mondiale della scherma. Stiamo an-

che prevedendo dei centri federali per ospitare i raduni e gli allenamenti delle diverse nazionali nei nostri impianti sportivi. Infine, ricordo che, nel passato, diversi sono stati i campioni dello sport marchigiano che hanno fatto anche i testimonial della Regione per la promozione turistica. Le Marche possono contare su una dotazione di impianti sportivi di primo ordine anche per manifestazioni internazionali e di un’ottima capacità organizzativa delle società e delle federazioni sportive”. Quali sono le prossime iniziative sportive promosse dal Coni? “C’è un intenso calendario di manifestazioni sportive per i prossimi mesi che stiamo mettendo in rete sui nostri siti del Coni, ma vorremmo anche promuoverlo su quelli istituzionali”.


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SPECIALE: TURISMO Che tipo di movimento si crea attorno a simili manifestazioni? “Non abbiamo dati specifici sul valore economico del turismo sportivo nella nostra regione. Da ricerche e studi fatti su altri territori emerge che il ritorno economico sugli eventi sportivi è pari a 7-8 volte l’investimento effettuato. Per avere dati sui significativi stiamo proponendo alla regione di fare uno studio e un monitoraggio sulle due ultime stagioni sportive della regione con la Facoltà di Economia di Ancona. La recente gara di coppa del mondo di ginnastica ritmica, che si è svolta a Pesaro (ha interessato ben 34 nazioni), con 8 ore di diretta televisiva sui canali nazionali (e tante ore di servizi sui media internazionali) ha rappresentato un evento importante; così come la stagione indoor di atletica leggera svolta in Ancona - che ha coinvolto circa 10.000 tra atleti, tecnici, accompagnatori sono soli due esempi delle potenzialità e dell’attività su cui si può lavorare insieme. Lo sport può aiutare anche l’economia della nostra regione: è un’opportunità che non possiamo lasciarsi sfuggire. Il Coni farà la propria parte”.

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“Va fatta una promozione integrata inserendo anche l’offerta sportiva con le altre opportunità della regione. Pensiamo di coordinarci per la prossima Borsa del Turismo Sportivo di Montecatini e per la BIT di Milano del prossimo anno, dove chiediamo uno spazio per promuovere le iniziative sportive”


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Cesare Gamba Made in Italy e tradizione di famiglia: valori che fanno la differenza. A colloquio con il titolare dell’omonima azienda Gamba, specializzata in teleria di lusso per alberghi e ristoranti, che ci racconta una vita di successo

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ott. Gamba, vuole raccontarci la storia della Sua azienda? “L’attività è iniziata nel 1918. Mio nonno aprì il primo negozio di telerie ad Acqualagna (PU) e da lì si espanse anche a Cagli e a Urbino. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946, mio padre Millo decise di continuare la tradizione di famiglia, inaugurando a Pesaro un negozio all’ingrosso di tessuti e telerie. Nel 1960 nacque la prima unità produttiva, Manifatture Biancotex, dedita alla produzione di biancheria, articoli per il corredo, asciugamani ricamati, macramè ecc. Nel 1975 l’azienda si è trasferita nella zona industriale e nello stesso anno io e mio fratello Claudio abbiamo fondato Manifatture Gamba. Dieci anni dopo, all’interno dell’azienda, abbiamo sviluppato una nuova divisione per la produzione di forniture per alberghi e ristoranti, alla quale mi sono sempre dedicato in prima persona”. Quali sono i valori in cui si riconosce la Sua azienda? “Senza dubbio la qualità del lavoro e la difesa del Made in Italy. Siamo, infatti, convinti che la qualità e il gusto italiano non abbiano uguali, in particolare per quanto riguarda i prodotti di fascia medio-alta”. Che tipo di prodotti offrite? “Offriamo una linea completa che va da tutto ciò che è tavola, alla linea bagno, dalla biancheria per le spa a quella per il settore termale, oltre, naturalmente, alla linea da letto. Negli ultimi anni, in più, ci siamo specializzati nel settore contract, fornendo agli alberghi tutti i prodotti necessari all’arredo, dalle tende ai tessuti per rivestire letti, poltrone e divani. Siamo a tutti gli effetti un partner che opera con le strutture offrendo una fornitura completa”. Quanto contano, nel vostro lavoro, la qualità, il design e l’originalità dei prodotti? “Sono elementi fondamentali. Il prodotto tessile, nella sua natura, è vecchio quanto il mondo, non vive una vera evoluzione tecnologica. L’innovazione arriva dal design, dagli accostamenti cromatici, dall’originalità delle proposte per la tavola o il ban-

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queting, due settori che consentono di spaziare molto rispetto, ad esempio, al letto, che resta più tradizionale. Siamo sempre attenti al mercato, alle usanze che cambiano, alle mode, stando al passo con i tempi. Cerchiamo di difendere il Made in Itay che offre un livello qualitativo molto alto, che naturalmente implica anche un certo tipo di costo. Gli interlocutori a cui ci rivolgiamo cercano prodotti di lusso, apprezzano le buone lavorazioni e non rinunciano ad avere per le proprie strutture accessori e prodotti di nicchia”. Solitamente siete voi che proponete un modello o un colore al cliente o è lui che si presenta da voi con richieste specifiche? “Partiamo sempre con la nostra collezione, che è davvero molto ampia. Il cliente ha la possibilità di scegliere tra i diversi modelli e colori; se, invece, avanza una richiesta particolare, allora partiamo con un progetto ad hoc. In percentuale possiamo dire che il 90% delle volte siamo noi a proporre, poi procediamo con la personalizzazione di ogni singolo prodotto, sul quale vengono ricamati loghi, iniziali e ogni altro dettaglio che il cliente ci propone”. Quando disegnate il look per un nuovo albergo, da cosa traete ispirazione? “Con noi lavorano due architetti-designer che ci sottopongono continuamente nuovi trend, nuovi disegni. Anche il nostro è un settore che è un pò al traino delle evoluzioni della moda e dell’arredamento, due ambiti fortemente connessi con il nostro settore”. Anche in questo settore, quindi, esiste una moda o un trend stagionale? “Sì, c’è nei colori, nelle forme, specie nel settore della tovaglieria e del banqueting, che come ho già detto sono quelli in cui la creatività ha più margine”. “Vestire” alberghi all’estero, con prodotti Made in Italy, cosa implica? “Siamo sul mercato estero da circa tre anni; il Made in Italy piace, è molto richiesto. Oltre i confini nazionali la nostra non


è ancora un’esperienza che può fare storia, ma in generale il tessile ed il mobile Made in Italy vanno molto forte, sono particolarmente apprezzati e competitivi. Chi sceglie un prodotto italiano lo fa perché vuole qualità e design e per noi gestire una fornitura all’estero o in Italia non fa molta differenza, perché si tratta di un target simile, sempre di fascia alta, sia per quanto riguarda i ristoranti, che gli alberghi”. Quali sono i Paesi dove siete arrivati? “Stati Uniti, dove forniamo anche un’importante Compagnia Navale, Belgio, Olanda e saltuariamente anche Zanzibar, Grecia e Caraibi”. In che direzione si sta muovendo oggi l’hotellerie italiana ed estera? Che tipo di immagine si predilige? “Andare in vacanza è un fenomeno inarrestabile. Tra i turisti di oggi ce ne sono molti che partono da paesi che, tradizionalmente, non erano considerati località di provenienza dei flussi;

pensiamo ai russi, i cinesi. Il mondo sta cambiando: se è vero che per via della crisi certe economie soffrono, è altrettanto vero che ce ne sono molte altre in crescita. La tendenza sembra indicare un turismo di massa che punterà sempre di più alla quantità, ma parallelamente continuerà ad esserci un turismo di nicchia, che non rinuncia ad un’ospitalità raffinata”. Può darci un’anticipazione sulle nuove collezioni? “La nuova collezione uscirà a fine settembre, inizio ottobre. Ci sono molti progetti in lavorazione; siamo un’azienda storica, il nostro è un lavoro consolidato. Lo sviluppo maggiore, per noi, sarà legato al contract, alla fornitura di nuovi alberghi e ristoranti di lusso”.

“Siamo sempre attenti al mercato, alle usanze che cambiano, alle mode, stando al passo con i tempi. Cerchiamo di difendere il Made in Itay che offre un livello qualitativo molto alto”

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SPECIALE: TURISMO

Provincia di Ancona Intervista alla presidente Patrizia Casagrande e all’assessore provinciale Carlo Pesaresi

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uella di Ancona è stata la prima delle Province marchigiane a creare il proprio sistema turistico unico, la Marca Anconetana. La presidente dell’ente Patrizia Casagrande, alla guida anche del sistema turistico, e l’assessore provinciale al turismo Carlo Maria Pesaresi ci danno un quadro d’insieme del settore. Presidente Casagrande, vuole presentarci Ancona sotto il profilo turistico? Quali risorse ha? E le problematiche? “Il turismo è senz’altro un settore trainante dell’economia della provincia, le cui potenzialità risiedono in un paesaggio tutelato nella sua bellezza, nella qualità alta dell’enogastronomia e nella molteplicità dell’offerta: cultura, sport, natura, fede. Negli ultimi tre anni la Marca anconetana ha lavorato alla costituzione di una rete reale con tutti gli attori del territorio per superare quel campanilismo che rallentava l’andamento del settore”. Assessore Pesaresi, quali sono le iniziative di promozione del settore attualmente in corso? “Abbiamo una serie di progetti di promo-commercializazione dei prodotti turistici: dalla vela ai teatri, dai piccoli borghi al mosciolo, dai congressi alla fede, passando per le imprese

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artigiane e il benessere. Senza dimenticare il Congresso Eucaristico Nazionale che a settembre porterà nell’intera provincia più di 500mila pellegrini”. Presidente Casagrande, da cosa dipende l’aumento delle crociere in arrivo al porto dorico? “Il successo di Welcome to Ancona è frutto di una stretta collaborazione con la Camera di Commercio che, fin dalla prima ora, è socio del sistema turistico. Una sinergia sviluppata anche con gli altri soggetti della provincia per ampliare e migliorare l’offerta: Cna, Confesercenti, Confindustraia con cui ci rivolgiamo anche alla fascia della disabilità”. Assessore Pesaresi, che impatto hanno gli eventi (culturali, sportivi, enograstronomici ecc.) sul flusso turistico in città e in provincia? “Il flusso dei turisti è ormai mosso dalla qualità degli eventi. Tanto è vero che manifestazioni come Stra-cibo, Colline del Verdicchio, Caterraduno, Summer Jamboree, Festival Adriatico Mediterraneo o Cantar Lontano continuano ad attirare un crescente numero di turisti e curiosi”. Come descriverebbe Ancona ad un suo omologo di un’altra regione o di un altro Paese?

“Gli consiglierei innanzitutto di disporsi al ritmo lento della nostra provincia per apprezzarne il fascino discreto e la dolcezza delle colline. Poi lo inviterei a godere della bellezza della costa e dell’entroterra, della buona cucina e delle occasioni artistico-culturali o sportive che il nostro territorio offre tutto l’anno”. A gennaio è stato nominato Presidente del Consorzio Marche Spettacolo. Ci vuole presentare questo nuovo ente? “Si tratta del primo Consorzio del genere in Italia, fortemente auspicato dall’assessorato alla Cultura della Regione e dai cinque assessorati alla Cultura delle Province. Ha lo scopo di garantire funzionalità e sviluppo al sistema regionale dello spettacolo dal vivo, la sua razionalizzazione, la riduzione dei costi di gestione e di funzionamento. Ne sono promotori l’Associazione Sferisteri,; la Fondazione Rossini Opera Festival, la Fondazione Pergolesi-Spontini, la Fondazione Teatro delle Muse, la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, l’Associazione Musicultura per la musica, l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali, il Teatro Stabile delle Marche, l’Associazione Inteatro, il Teatro del Canguro”.


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SPECIALE: TURISMO

Contributi agli enti locali, domande entro il 5 luglio C’è infatti tempo fino a questa data per la presentazione delle domande di cofinanziamento di progetti innovativi nel settore turistico

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estinatari del bando – approvato dal Ministero per il Turismo - sono gli enti pubblici locali territoriali (Province, Comuni, Comunità montane, Città metropolitane), singolarmente o in forma associata tra loro. La disciplina del bando è contenuta nel decreto del Ministro del Turismo del 13 dicembre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 6 aprile 2011. Le risorse stanziate ammontano a dieci milioni di euro, ripartiti come segue: • 7 milioni per il cofinanziamento di progetti per la re-

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alizzazione e la diffusione di servizi innovativi in favore dell’utenza turistica e organizzati e gestiti da enti pubblici locali territoriali anche in forma associata, replicabili nei diversi contesti territoriali, quali: o servizi di informazione al turista (segnaletica, service point tourist, itinerari turistici, ecc.); o servizi di assistenza al turista (formazione specializzata per il personale, centrali di informazione e prenotazione dell’offerta turistica, ecc.); • 3 milioni di euro per il cofinanziamento di progetti già

realizzati, congruenti con le finalità del decreto ministeriale sopra richiamato, da replicare nei territori di quegli enti che ne facciano domanda. L’entità del cofinanziamento non può eccedere il 50 per cento della quota finanziaria dell’ente pubblico territoriale responsabile per l’attuazione del progetto e non può comunque essere superiore, per ciascun progetto, a 700.000 euro. Per informazioni: Area Corporate Finance Gruppo Sida info@sidasrl.it Tel. 071.28521


COMUNE DI FERMO

COMUNE DI MONTE VIDON CORRADO

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divergenze//parallele

a cura di Marilena Pasquali Daniela Simoni

Fermo Palazzo dei Priori Monte Vidon Corrado Centro Studi Osvaldo Licini

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informazioni Provincia di Fermo Servizio Cultura: Tel. 0734/232249 cultura@provincia.fm.it Ufficio Stampa: Tel. 366.6873902 www.provincia.fm.it

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SPECIALE: TURISMO

Ancona, la città dei mari e dell’arte Andrea Nobili, Assessore Comunale alla Cultura: “Portonovo protagonista dei media nazionali e l’innovativo progetto del Museo diffuso urbano sono alcune delle importanti novità che interessano il nostro territorio” di A.Monticelli

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ssessore, la città di Ancona sta vivendo una sorta di primavera del turismo incoming: secondo Lei, a cosa si deve questo fenomeno? “Negli ultimi mesi Ancona ha visto un incremento significativo nell'afflusso di crocieristi grazie all'ampliamento degli approdi alla giornata prefestiva. Da non dimenticare poi i benefici di visibilità su scala nazionale apportati da un paio di testate giornalistiche, con le quali abbiamo collaborato, del calibro di “Sereno variabile”, che ha dedicato una puntata al territorio della Provincia di Ancona con puntate a Portonovo e nel centro storico e del mensile ad ampia tiratura, “Bella Italia”, che nel suo ultimo numero ha svolto un ampio servizio su Portonovo e Ancona. Stiamo comunque rafforzando la nostra politica turistica diretta ai tour operator”.

a servizio dei turisti con operatori che vantano un’eccellente professionalità, compresa la conoscenza delle lingue. Con Welcome to Ancona abbiamo accolto nel migliore dei modi i turisti sbarcati al porto dalle navi da crociera. Stiamo per lanciare quindi una campagna di comunicazione basata sulla promozione di una straordinaria stagione culturale con ricadute importanti per la città anche sul versante turistico. Gli eventi culturali sono divisi, infatti, in tanti segmenti che è opportuno mettere a sistema pur senza snaturare le loro specificità. Grazie infine a una buona collaborazione impostata con organi dello Stato quali la Soprintendenza e la Direzione generale per i beni culturali, riusciamo a rendere fruibili beni quali la chiesetta di Portonovo, che verrà utilizzata anche per concerti e iniziative culturali”.

Cosa dicono i dati? “Registriamo un incremento significativo nelle presenze, superiore al 10% e in particolare di visitatori italiani. Le presenze come noto indicano l'intensità del fenomeno, sostanzialmente il numero delle nottate trascorse in albergo”.

Cosa si sta facendo per favorire la sinergia con gli altri enti pubblici, i privati e gli operatori turistici? “Ho contatti continui con gli operatori turistici e con gli enti pubblici e privati impegnati sul versante turistico, dalla Camera di commercio (vedi il progetto Welcome to Ancona), agli operatori di Portonovo”.

Cosa attira maggiormente le persone che scelgono di visitare Ancona? “Naturalmente Portonovo, le chiese, gli itinerari enogastronomici, l'offerta culturale... Ci sono poi alcuni gioielli di sicuro interesse, anche per un turista straniero, che meriterebbero una maggiore promozione, vale a dire il Parco del Cardeto e le grotte del Passetto”. Quali sono le iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale per favorire l’accoglienza dei turisti? “È in dirittura d'arrivo il Museo diffuso urbano, un progetto ad alta tecnologia che prevede la messa in rete, anche sul versante informativo, dei nostri tesori culturali. Disponiamo inoltre, in pieno centro, di un ottimo punto informativo

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Come descriverebbe Ancona ad un Suo omologo straniero? “Potrei attirarlo parlando di una città dei mari e delle spiagge, oppure della città dei forti e dei parchi; potrei stuzzicarlo descrivendogli le qualità del mosciolo di Portonovo, oppure invitandolo a visitare il parco del Conero, che ricade per oltre il cinquanta per cento nel territorio del Comune di Ancona. E se tutti questi argomenti non fossero sufficienti lo stenderei presentandogli un programma culturale estivo senza precedenti ambientato in set e contenitori straordinari (dall'Anfiteatro romano alla chiesetta di Portonovo, dal Lazzaretto al Parco del Cardeto) e centrato su una messe di artisti e eventi di assoluto rilievo internazionale”.


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SPECIALE: TURISMO

Bandiere arancioni Quarto posto per le marche La Bandiera arancione è il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.

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LE MARCHE ARANCIONI: •Acquaviva Picena (AP) •Camerino (MC) •Corinaldo (AN) •Genga (AN) •Gradara (PU) •Mercatello sul Metauro (PU) •Mondavio (PU) •Montecassiano (MC) •Montelupone (MC) •Monterubbiano (FM) •Ostra (AN) •Pievebovigliana (MC) •Ripatransone (AP) •San Ginesio (MC) •Sarnano (MC) •Staffolo (AN) •Urbisaglia (MC)

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l Tci ha assegnato anche quest’anno le Bandiere Arancioni, che vedono prima in graduatoria per numero di vessilli la Toscana. La regione, infatti, conquista il 19% dello share nazionale, con 35 bandiere che premiano i borghi con meno di 15mila abitanti che scelgono un percorso di tutela e valorizzazione turistica del loro patrimonio naturalistico e strutturale. Seconda regione in graduatoria il Piemonte, con 20 bandiere; a pari merito l’Emilia Romagna, anch’essa con 20 comuni premiati. A seguire il Lazio con 19 e le Marche con 17. I RISULTATI CONSEGUITI… Dall’anno di assegnazione del marchio: • il 76% dei Comuni ha registrato un incremento dell’offerta ricettiva; • il 67% dei Comuni ha aperto almeno una nuova struttura ristorativa; • il 76% dei Comuni ha aperto uno o più esercizi commerciali; • il 64% dei Comuni ha istituito almeno un nuovo servizio turistico; • in media dall’anno di assegnazione del marchio gli arrivi nei Comuni certificati sono aumentati del 64% e le presenze del 29%. I BENEFICI PERCEPITI DAI COMUNI CERTIFICATI… I Comuni percepiscono gli effetti positivi derivanti dal marchio, in particolare in termini di migliore visibilità della località sia nei confronti dei turisti sia delle istituzioni (43% dei Comuni) sia di incremento dei flussi turistici (38%), migliore immagine della località, (23%), rafforzamento dell’identità locale e stimolo alla qualità (17%).


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SPECIALE: TURISMO

Dove sventolano le bandiere arancioni ACQUAVIVA PICENA (AP)

Il borgo medievale è cinto da mura e bastioni e culmina nella poderosa fortezza, capolavoro dell’architettura militare rinascimentale. La piazza è il baricentro del centro storico, disposto in forma allungata fra due opposti colli. Le strade del borgo corrono fra loro quasi parallele e sono raccordate da rampe gradonate come il pittoresco vicolo del Trabucco. Da visitare la chiesa romanica di San Rocco, al cui interno si conserva la pregevole statua lignea del Santo, e la chiesa di San Lorenzo contenente un retablo seicentesco. Info turistiche Ufficio IAT p.zza San Nicolò tel. 0735765080 info@comuneacquavivapicena.it www.comuneacquavivapicena.it

CAMERINO (MC)

La località vanta un centro antico pressoché inalterato nell’impianto medievale e nobili architetture di quella che fu la capitale del ducato dei Da Varano. Importante centro culturale, nel Palazzo ducale ospita una celebre e antica Università e, presso il convento di S. Domenico, la pinacoteca (ampia raccolta pittorica e scultorea con opere databili tra il XIII e il XVIII sec.) e il Museo civico archeologico. Nella cripta del Duomo è conservata la trecentesca arca gotica di S. Ansovino, antico vescovo della città. Tra le manifestazioni, suggestiva è la rievocazione storica della Corsa alla spada e Palio (maggio). Info turistiche Ufficio IAT c.so Vittorio Emanuele II 17 tel. 0737632534 proloco@camerino.sinp.net www.proloco.camerino.sinp.net

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CORINALDO (AN)

Città medievale e rinascimentale, custodisce le mura tra le meglio conservate delle Marche (secc. XIV-XV), quasi un chilometro di fortificazioni intervallate da portoni, bastioni, torri nonché uno sperone merlato attribuito a Francesco di Giorgio Martini. Il centro storico è caratterizzato da vie strette che a ponente si dilatano diventando più ampie e regolari. Alcune hanno l’aspetto di vero monumento come la Piaggia, o “cento scale”, che sale fino alla sommità del colle. Città natale di Santa Maria Goretti, è possibile visitarne la casa e il Santuario diocesano a lei dedicato. Info turistiche Ufficio IAT largo XVII Settembre 1860 tel. 07167782 int. 236 iat1@corinaldo.it www.corinaldo.it

GENGA (AN)

Circondato da fitti boschi sulla cima di un colle nell’alta valle dell’Esino, Genga è racchiuso tra le mura del medievale castello. Da visitare il museo “Arte, storia, territorio”, presso il Palazzo Fiumi Sermattei, che espone i capolavori dell’antica chiesa di San Clemente, vero scrigno di arte e di storia con opere di Antonio da Fabriano. Nel borgo antico di San Vittore è visitabile il Museo speleopaleontologico, che presenta l’ampio panorama delle ricchezze della storia di questo territorio. Info turistiche (c/o biglietteria delle grotte) loc. La Cuna tel. 0732905019 www.frasassi.com

GRADARA (PU)

La rocca di Gradara e il suo borgo rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate d’Italia e le due cinte murarie che proteggono la fortezza la rendono anche una delle più imponenti. Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla famiglia dei De Griffo, ma furono i Malatesta a costruire la fortezza e le due cinte di mura tra il XIII ed il XIV sec. e dare a Gradara l’aspetto attuale. Nel castello soggiornarono Lucrezia Borgia e Francesca di Rimini. È qui che probabilmente ha avuto luogo la tragica storia d’amore tra Paolo e Francesca, narrata da Dante nella Divina Commedia. Anche l’enogastronomia ha molto da offrire: il territorio circostante infatti è ricco d’ulivi, vigneti e possiede un’antica tradizione culinaria. Info turistiche Gradara Innova via delle Mura 4 tel. 0541964673 info@gradarainnova.com www.gradarainnova.com

MERCATELLO SUL METAURO (PU)

Il borgo fu tra i castelli più importanti della Massa Trabaria, antica regione governata da potentati locali, e ha mantenuto l’impianto medievale. Il centro storico è caratterizzato da una cinta muraria protetta dal solco dei due corsi d’acqua: il Metauro e il torrente S. Antonio. Il toponimo “mercatello” suggerisce l’antica funzione commerciale. Info turistiche Pro Loco p.zza Garibaldi 9 tel. 072289819 ufficio@proloco-mercatello.it www.proloco-mercatello.it

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SPECIALE: TURISMO

MONDAVIO (PU)

Mondavio conobbe il dominio dei Malatesta, dei Piccolomini, dei Medici, dei Montefeltro e dei Della Rovere fino al 1631, quando passò allo Stato della Chiesa. Divenne nodo di saldatura e punto chiave di un perfezionato sistema di fortificazioni, centro amministrativo, commerciale, religioso e culturale di un ampio territorio. Ancora oggi è chiuso in una cinta muraria e difeso da una poderosa rocca. Conserva nei palazzi e nelle chiese i segni di un passato glorioso. La rocca è il principale monumento e simbolo di Mondavio. Fu commissionata da Giovanni della Rovere all’architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e costruita tra il 1482 e il 1492. Info turistiche Ufficio turistico | c.so Roma 1 tel. 0721 977758 info@mondavioturismo.it www.mondavioturismo.it

MONTECASSIANO (MC)

Vie concentriche culminano nella piazza centrale dell’abitato fondato da una gens sfuggita alla distruzione della vicina “Helvia Rìcina”. Montecassiano prende il nome dal fondo sul quale si sviluppò il castello di Santa Maria in Cassiano. Nella piazza centrale sorgono il palazzo dei Priori e il convento degli Agostiniani. Per una scalinata si sale alla parrocchiale di Santa Maria Assunta, con la pala d’altare in terracotta di Della Robbia e una tavola di G. da Recanati del XV sec. A ridosso delle mura, il parco del Cerreto offre una bella vista sul panorama circostante.

Info turistiche Ufficio turistico c.so Dante Alighieri 1 tel. 0733290483 ufficio.turistico@comune.montecassiano.mc.it

MONTELUPONE (MC)

Fra i tanti “monti” delle Marche c’è Montelupone, borgo ideale dove storia, arte e tradizione si fondono armonicamente con il paesaggio naturale circostante. Il centro storico è posto sulla cima di una rotondeggiante collina e culmina nella piazza che raduna i monumenti più illustri. Nei dintorni dell’abitato si trova la chiesa romanica di S. Firmano, già appartenente a un’Abbazia benedettina, risalente al IX sec. Info turistiche Ufficio del turista p.zza del Comune | tel. 07332249334 ufficiodelturista. montelupone@yahoo.it www.comune.montelupone.mc.it

MONTERUBBIANO (FM)

L’antico Castrum Montis Rubbiani dell’anno Mille risulta dall’unione di tre nuclei fortificati. Nel 1433 il paese cade sotto l’occupazione degli Sforza che poi lo cederanno al Papato. Nel centro di impianto medievale, da vedere: la collegiata di S. Maria dei Letterati, con opere di Vincenzo Pagani, artista del cinquecento nativo del luogo; l’antica pieve dei SS. Stefano e Vincenzo, del XI sec.; la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, del 1238 con affreschi del XVIII sec.; il Palazzo comunale, sede delle collezioni archeologiche e della pinacoteca. Info turistiche Ufficio turistico intercomunale via Trento e Trieste 1 tel. 0734257396 turismo@monterubbiano.com www.monterubbiano.com

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OSTRA (AN)

Fino al 1881 chiamata Montalboddo e oggetto di numerose distruzioni e conquiste, Ostra conserva una cinta muraria medievale che abbraccia il suo nucleo più antico, caratterizzato da vie strette e tortuose. La centrale piazza dei Martiri è dominata dal Palazzo comunale e dal teatro La Vittoria, ricostruito nel 1865. Da vedere anche la chiesa di S. Francesco, con affreschi di Filippo Bellini e tele di Ercole Ramazzani. Info turistiche Ufficio IAT | via Gramsci 12 tel. 0717989080 | ufficio-turistico@libero.it www.comune.ostra.an.it

PIEVEBOVIGLIANA (MC)

Insediamento di origine romana, nell’alto Medioevo passò ai monaci benedettini e in seguito sotto i Da Varano. Pievebovigliana offre un paesaggio collinare: da un lato si aprono le vallate che conducono alla pianura marchigiana, dall’altro si accede ai primi pascoli montani, preludio del paesaggio dei monti Sibillini. Una parte dello stesso territorio è compresa all’interno dell’omonimo Parco nazionale. Info turistiche Pro Loco p.zza V. Veneto | tel. 073744407 propieve@propieve.it www.propieve.it

RIPATRANSONE (AP)

Sul colle tra le valli del torrente Menocchia e del fiume Tesino, in posizione panoramica tanto da meritarsi il titolo di “belvedere del Piceno”, conserva ancora oggi le mura e le porte d’accesso. Cuore dell’abitato è piazza XX Settembre in cui si trovano il palazzo del Podestà del 1304, uno dei meglio conservati delle Marche, e il palazzo Municipale (XIII sec.). Info turistiche Ufficio IAT | p.zza XX Settembre 12 | tel. 073599329 comune@comune.ripatransone. ap.it ww.comune.ripatransone.ap.it

SAN GINESIO (MC)

Dal Conero ai Sibillini al Gran Sasso, ampio è il panorama da questo borgo. La città, intitolata al patrono degli attori, ha un impianto urbano medievale ed è racchiuso da mura turrite. Info turistiche Ufficio IAT via Capocastello 35 | tel. 0733652056 info@sanginesio.sinp.net www.sanginesio.sinp.net

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SPECIALE: TURISMO

Bandiere Blu 2011 Le Marche al secondo posto insieme alla Toscana

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ono stati pubblicati i risultati della XV edizione di “Bandiera Blu”, il riconoscimento assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale in collaborazione con il Consorzio nazionale batterie esauste (Cobat) ed Enel Sole, che certifica la pulizia delle acque, i servizi e il rispetto dell’ambiente delle località marine e lacustri. Il programma “Bandiera Blu” è basato sulla rispondenza a 4 aree tematiche all’interno delle quali vengono individuati i relativi criteri di assegnazione: qualità delle acque di balneazione, depurazione delle acque reflue, certificazione ambientale, gestione dei rifiuti, servizi turistici, sicurezza, servizi ed accessibilità nelle spiagge, educazione e comunicazione ambientali, iniziative di sostenibilità ambientale. Quest’anno, le spiagge promosse con l’ambito riconoscimento la Bandiera Blu 2011 sono 233, due in più rispetto al 2010. Al primo posto si conferma la Liguria con 17 località e a pari merito con 16 località, seguono Marche e Toscana. Le Bandiere Blu assegnate alle Marche sono le stesse ottenute l’anno scorso e sono così suddivise: quattro in provincia di Ancona: Senigallia, Numana, Ancona Portonovo e Sirolo; tre in provincia di Ascoli Piceno: Grottammare, San Benedetto del Tronto e Cupra Marittima; due in provincia di Fermo: Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio; tre in provincia di Macerata: Porto Recanati, Civitanova Marche e Porto Potenza Picena; quattro in provincia di Pesaro-Urbino: Gabicce Mare, Fano, Pesaro e Mondolfo.

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NUTRE CON LEGGEREZZA

PROTETTA DALLE GROTTE DI FRASASSI, VIVE OGNI GIORNO CON LA TUA FAMIGLIA. Dal cuore verde delle Marche, Acqua Minerale Frasassi. Sgorga leggera nel Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi, e unica, scorre protetta da Grotte millenarie arricchendosi di preziosi minerali e microelementi, per portare ogni giorno sulla tua tavola la naturale leggerezza di un’acqua che con un’equilibrata presenza di minerali aiuta tutta la famiglia a sentirsi bene. Acqua Frasassi, nutre con leggerezza.

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SPECIALE: TURISMO

San Settimio FrancescaRomana: questo è il mio nome; amo tanto questa terra per quanto ho amato mio padre; spendo tutte le mie forze per migliorare l’ospitalità a San Settimio e a Palazzo. Oltre alla cordialità mia e dei miei collaboratori, oltre all’ottima cucina dei nostri cuochi, oltre alle innumerevoli attività sportive. l’arte è tornata su queste colline con la mostra dei grandi maestri: Mario Schifano e Mimmo Rotella e molti sono i nostri progetti. Aldo Mondino, Lucio Del Pezzo, Mario Schifano, Roberto Coda Zabetta, Ico Parisi sono solo alcuni degli artisti che potrete ammirare nella collezione privata della Riserva.

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a splendida Riserva San Settimio sorge ad Arcevia, tra le verdi e ondeggianti colline della provincia anconetana, a soli 30 km dalla riviera adriatica. Una location unica, dove riscoprire il piacere del silenzio, della quiete, facendosi avvolgere dal caldo abbraccio della natura e affidandosi ai professionisti della struttura, maestri di accoglienza e di benessere. Era qui che Italo Bartoletti nato a Palazzo nel 1915 dopo aver acquistato i terreni e le case coloniche sopra al suo adorato paese, invitava gli amici durante i giorni di vacanza; allegre brigate che amavano la quiete, la natura, la cultura e soprattutto la buona cucina marchigiana. Grandi incontri in cui si sono decisi importanti affari, culminati in “Operazione Arcevia”. Bartoletti negli anni 70 con l’amico architetto Ico Parisi riesce ad elaborare il concetto della “Casa Esistenziale” di quest’ultimo, nella “Città Esistenziale”, che avrebbe dovuto nascere proprio qui dove ora sorge la riserva privata San Settimio. Il progetto ambizioso riuniva artisti dell’epoca di fama internazionale, nomi come: Burri, César, Mannucci, Del Pezzo, Ceroli, Balderi, Antonioni e Restany e Crispolti come critici d’arte. Dopo essere arrivato alla Biennale di Venezia, il progetto, con tutti i suoi plastici e le testimonianze cartacee, è rimasto nella storia, con la delusione di tutti quelli che ci avevano creduto, sperando di apportare qualcosa di grande in quella zona così bella, così depressa e abbandonata. Sulle ceneri di “operazione Arcevia” la figlia di Italo a quell’epoca teen-ager ha oggi realizzato la riserva privata san Settimio. Una realtà molto più modesta ma altrettanto importante, se si pensa che in meno di dieci anni la struttura ha incentivato il turismo dell’entroterra marchigiano apportando al comune di Arcevia un fortissimo incremento. Da tutto il mondo vengono al piccolo paese di Palazzo per ammirare le bellezze artistiche e naturali, per riunirsi così come faceva Italo con gli amici e con la stessa spontaneità e ospitalità con cui si stava nella sua casa così oggi l’albergo, il ristorante “il padiglione”, il centro congressi, la spa ti accolgono con il sorriso e l’abbraccio di chi la ristorazione e l’ospitalità la fa in modo nuovo e affascinante, quasi utopistico ma sicuramente di successo.


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SPECIALE: TURISMO

Domodimonti, un modo nuovo di promozione del territorio

La cantina vinicola fondata da Francesco Bellini e da sua moglie, la signora Marisa Nardini (anch’ella di origini italiane) è a due passi dall’Albergo Magnolia, un gioiello dell’accoglienza, che domina dal mare alle montagne ascolane di I.Barone

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ottor Bellini, perché ha abbinato cantina vinicola e struttura ricettiva? “Perché ho capito che nel mondo del vino il marketing è spietato. Se non porti qui la gente, il vino non te lo comprano. Ecco perché ho costruito un piccolo ma grazioso hotel, dotato di tutti i comfort”. Ha investito qui anche per ragioni affettive? “Certo che il cuore mi porta qui. Però la scelta

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è stata effettuata anche per motivi economici, ragionando da imprenditore. Le migliori uve sono marchigiane: pensi che le vendiamo ai toscani per fare vini di qualità, che sono più conosciuti dei nostri”. Quando iniziò l’avventura? “Acquistammo la cantina nel 2003; l’anno successivo ci fu la prima vendemmia “targata” Domodimonti. Sinora abbiamo continuato ad


“Ho sempre avuto una grande passione per il vino: a Montreal ne possiedo una discreta collezione”

investire molto in questo progetto: siamo arrivati a 20 milioni di euro … Tenga presente che qui non vi era nulla, a parte qualche rudere e la barricaia”. Questa cantina è un’industria a tutti gli effetti, altamente automatizzata … “Potremmo dire che il vino qui è sovrano … vi sono tutte le attrezzature idonee per fare prodotti di qualità. Attualmente, con i nostri 60 ettari di terreno produciamo sulle 200mila bottiglie l’anno: quattro rossi, due bianchi e due rosè. Tutti rigorosamente “natural wine”, cioè senza prodotti chimici. Al termine dei lavori di ampliamento saremo in grado di produrre 500/600mila bottiglie. Ma qui lascio la parola al nostro bravo tecnico, Mirko Morbidoni, che vi condurrà in un tour guidato alla cantina”. Signor Morbidoni, quali sono le caratteristiche della cantina? “Innanzitutto, la barricaia: un ampio locale interrato mantenuto costantemente alla giusta temperatura, sul quale si appoggia, da un lato, una parete di roccia che facilita il mantenimento di un adeguato grado di umidità. Ma soltanto tre dei nostri sette vini sono in barrique. Accanto, altri locali che ospitano la nuova imbottigliatrice – che si occupa di tutta la fase che va dal lavaggio della bottiglia all’etichettatura –, un laboratorio di analisi, curato dall’enologo Carlo Ferrini (uno dei migliori in Italia, ndr), e una centrale tecnica, dotata di impianti che gestiscono la cantina, con molteplici funzioni: lavorazione del vino in assenza di ossigeno, regolazione dell’umidità della barricacia, refrigerazione del vino a seconda delle necessità. Le mac-

chine sono gestite da un software, grazie al quale è possibile intervenire in tempi brevissimi in presenza di guasti”. Dottoressa Nardini, perché l’albergo accanto alla cantina? “Vi è una simbiosi naturale tra turismo e cultura vitivinicola, soprattutto in terre come questa, per natura votate alla produzione di vini di altissima qualità. I nostri ospiti, provenienti da varie parti del mondo, soggiornando qui possono apprezzare le bellezze del territorio, comprese le eccellenze enogastronomiche. Così anche imprenditori e professionisti che hanno rapporti con la cantina Domodimonti. Quest’ultima e l’Albergo Magnolia in un certo senso sono cresciuti assieme, vivono l’una in funzione dell’altro. Non a caso sono stati inaugurati assieme, alle sette camere dell’hotel abbiamo dato il nome di un nostro tipo di vino … Insomma, un hotel ispirato ad un’atmosfera nuova, che richiama un mix tra Toscana e California”. Dottor Bellini, prima Lei accennava a lavori di ampliamento. “Si, stiamo ultimando la realizzazione di un nuovo deposito sotterraneo. Ma ora sto guardando un pò oltre, ad altri progetti”. Cioè? “L’idea è quella di “portare” nella Cantina altri azionisti, magari desiderosi di avere un pezzo di terra coltivata a vigna e disporre di una dependance nelle vicinanze, in un posto incantevole come questo”.

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SPECIALE: TURISMO

Legambiente Turismo Risparmio e rispetto per l’ambiente grazie alle buone pratiche promosse da Legambiente Turismo

ECCO LE STRUTTURE CHE ADERISCONO A LEGAMBIENTE TURISMO: Ancona: Excelsior hotel la Fonte, Hotel Fortino Napoleonico; Numana: Albergo Cantarini, Il Conero, Hotel Giardino, Hotel K2, Hotel Kon Tiki, Osimo: Airone Country House; Senigallia: Express by Holiday Inn, Hotel International, Hotel Ritz, Hotel Universal; Sirolo: Acanto Country House, Hotel Stella. Cossignano: Agriturismo Fiorano; Cupra Marittima: Agriturismo La Castelletta; Grottammare: Hotel Villa Helvetia, Hotel Roma; Ripatransone: Azienda Agrituristica Iervasciò, Agriturismo Pietra Antica, Relais del Colle; San Benedetto del Tronto: Hotel Progresso, Hotel Sayonara. Belforte del Chienti: Azienda Agricola Coroncina; Camerino: Residence I Girasoli; Cingoli: Casa Vacanza Casalba; Morrovalle: Agriturismo Il Casale; Tolentino: Agriturismo Colle Regnano. Fano: Hotel Casadei, Hotel Continental, Hotel Imperial, Hotel San Marco; Gabicce Mare: Hotel Alexander; Pesaro: Hotel Baltic.

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metri cubi d’acqua, 384,4 MWh tra gas ed energia elettrica per il riscaldamento dell’acqua sanitaria, 38,9 MWh di energia elettrica per illuminazione, 1,2 tonnellate di plastica risparmiate dalle monodosi alimentari e 1,7 tonnellate dalle monodosi igieniche, 517,5 tonnellate di CO2 all’anno: sono questi i numeri del risparmio nel 2010 delle strutture ricettive che hanno aderito a Legambiente Turismo. Il monitoraggio è stato effettuato su 39 strutture ricettive marchigiane, aderenti al progetto di Legambiente Turismo, per un totale di 4.672 posti letto e 457.140 pernottamenti l’anno. Oltre alle tecniche di risparmio per il riscaldamento dell’acqua e l’installazione di lampadine ad alta efficienza, altri risparmi si devono alla riduzione a monte dei rifiuti e delle monodosi alimentari e igieniche, all’offerta di biciclette e mezzi pubblici in sostituzione delle auto private. Legambiente Turismo ha effettuato anche una proiezione sul totale delle presenze turistiche di un anno, nelle località delle Marche (oltre 13,5 milioni di pernottamenti/anno cfr il “Rapporto sul Turismo Italiano” del 2009 pubblicato da Mercury Franco Angeli editore). Su questa base si rileva che se queste buone pratiche fossero adottate dall’intero sistema ricettivo della regione, la produzione di CO2 verrebbe ridotta di almeno 15mila tonnellate/anno con un contributo importante nella battaglia contro l’effetto serra e i


Se l’esempio fosse adottato dall’intero sistema ricettivo marchigiano, risparmio annuo di 2 milioni di metri cubi di acqua, di 12mila MWh di energia, 85 ton di plastica, 15mila tonnellate di CO2 all’anno

cambiamenti climatici. Il settore turistico della regione solo adottando queste semplici misure potrebbe ottenere risparmi dell’ordine di quasi 2 milioni di metri cubi di acqua potabile; 12mila MWh di energia; 85 ton di plastica (grazie alla eliminazione di buona parte delle monodosi alimentari e igieniche) e di quantità enormi di carburanti ed emissioni nocive grazie ad un maggior uso delle bici e dei mezzi di trasporto collettivi in sostituzione dell’auto. “Un cambiamento nelle proprie abitudini che soprattutto in vacanza potrebbe sembrare impossibile e che invece è in costante aumento – hanno aggiunto Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche e Franca Poli, responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente Marche-: è lo straordinario successo del processo di innovazione nel sistema turistico locale e nelle strutture ricettive promosso dall’etichetta ecolabel di Legambiente Turismo. Una sensibilità crescente da parte di vacanzieri e albergatori che è un chiaro segnale di quanto il rispetto delle tradizioni, dell’ambiente e del paesaggio siano diventati elementi determinanti anche nella scelta della propria vacanza”. Quattro le strutture marchigiane che sono state premiate: L’Hotel Conero2 di Numana (AN), aderente all’etichetta ecolabel dal 2004, è stato segnalato per la migliore gestione. Nel settore gastronomia sono due gli alberghi marchigiani che si riconoscono a livello nazionale per la cura delle tradizioni. Si tratta dell’Agriturismo Agra Mater di

Colmurano (MC) e dell’Azienda Agricola Coroncina di Moschini Melania a Belforte del Chienti (MC).Una particolare attenzione alla mobilità sostenibile, spazi insoliti per passeggiate, trekking e cicloturismo sono le motivazioni con cui l’Hotel Alexander di Gabicce Mare (PU) viene segnalato come struttura consigliate in Italia per chi avesse voglia di trascorrere la propria vacanza all’insegna dello sport. “La strada intrapresa dal 2008, con l’accordo istituzionale tra Regione Marche e Legambiente per una collaborazione in materia di tutela e sostenibilità nel settore turismo, sta portando i primi concreti risultati” ha commentato l’assessore al turismo della Regione Marche Serenella Moroder, aggiungendo che “per la Regione Marche la qualità dell’offerta turistica e la tutela dell’ambiente sono i valori aggiunti imprescindibili per affrontare il mercato globale e posizionarsi come protagonisti sugli scenari internazionali, nel rispetto della tradizione della nostra terra, in cui il rispetto dell’uomo verso l’ambiente è stato sempre un elemento cardine della nostra cultura”.

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SPECIALE: TURISMO

CasalFarneto: un premio all’enologia marchigiana Per i titolari della cantina, Paolo e Paola Togni, una primavera di “emozionanti riconoscimenti”

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n premio alla dedizione del mondo vitivinicolo marchigiano, a come la nostra gente ha saputo curare e salvaguardare l’agricoltura e i suoi prodotti, portandola con impegno e lungimiranza marchigiana nei moderni mercati internazionali”: così gli imprenditori Paolo e Paola Togni interpretano il premio Marchigiano dell’Anno, conferito loro pochi giorni fa a Roma, in Campidoglio, dal Centro Studi Marche “Giunchi”, presieduto dall’imprenditore Franco Moschini e dal noto immunologo Fernando Aiuti. Il primo pensiero è stato dedicato alla bellezza delle Marche, di cui la sua gente e i suoi prodotti sono eccellenti ambasciatori. “Con i nostri prodotti, che sono espressione della tipicità regionale e nascono in alcune tra le zone più belle del nostro territorio, lavoriamo quotidia-

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namente per far apprezzare meglio e di più le stupende Marche - hanno sottolineato i fratelli Togni, ricordando la lunga storia dell’azienda di famiglia -. Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio e crediamo sia un premio al modo di “fare impresa” marchigiano: con tanto lavoro e passione ma senza clamori, insieme a tutti i propri collaboratori, guardando alle sfide senza facili entusiasmi ma con realismo e contemporanea ambizione e fiducia. Siamo convinti che ritrovarsi qui in Campidoglio oggi sia uno stupendo stimolo per affrontare con determinazione le difficoltà attuali che anche il tessuto economico marchigiano deve fronteggiare, consapevoli delle opportunità che sempre vi sono anche dietro gli ostacoli”. “Siamo imprenditori marchigiani e questo ci ha fornito da

sempre una chiave di lettura per gestire la nostra azienda: le nostre radici ci legano al territorio e in ogni cosa che facciamo tentiamo di metterne un pò - ha spiegato Paolo Togni -. La nostra volontà è valorizzare e far apprezzare la nostra terra, in Italia e sempre più anche all’estero, attraverso l’eccellenza dei suoi frutti e il valore delle persone che li realizzano. La nostra azienda cerca di abbinare la qualità dei prodotti della tradizione marchigiana con la promozione del comprensorio da cui nascono”. Una filosofia che da un lato si esprime nella gestione di una cantina immersa nelle colline tra Serra de’ Conti e Montecarotto, perfettamente in simbiosi con l’ambiente circostante per architettura e materiali utilizzati. Dall’altro trova attuazione ed apprezzamento da parte dei con-


sumatori in virtù del livello dei prodotti ad etichetta CasalFarneto, diversi dei quali sono stati anche insigniti di importanti menzioni nell’ambito della recente Selezione Nazionale di Vini da Pesce tenutasi a Sirolo: il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva “Grancasale” 2008, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Fontevecchia” 2009, il Metodo Classico “Primo” 2008. Senza dimenticare la menzioni per il mondo delle bollicine Rocca dei Forti, conferita allo Spumante Brut “Blanc de Blancs” 2010. La Cantina Casal Farneto è un’azienda giovane e dinamica che si è pienamente affermata nella produzione di vini di alta qualità. I nostri terreni si estendono su una superficie di 60 ettari, 32 dei quali riservati a vigneto: il Verdicchio, vitigno autoctono, è dominante e viene coltivato su ben 25

ettari di terreno, mentre altri 7 ettari sono coltivati a bacca rossa, con le uve di Montepulciano, Sangiovese, Cabernet S., Merlot, Petit Verdoux. La cantina - situata su una splendida collina nel Comune di Serra dei Conti, nella zona classica di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi - è stata progettata e costruita nel territorio con un progetto architettonico rispettoso delle tradizioni paesaggistiche che lo ospitano: pietre, legno e acciaio i materiali che testimoniano la sensibilità verso la perfezione architettonica nel rispetto costate dell’ambiente. Insomma, una cantina da visitare.

“Le nostre radici ci legano al territorio e in ogni cosa che facciamo tentiamo di metterne un pò”

Azienda Agricola Casal Farneto, via Farneto n 16 60030 Serra de' Conti - Ancona tel 0731 889001 fax 0731 889881 info@casalfarneto.it

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SPECIALE: TURISMO

Fano Yacht Festival Nuovo successo per la VII edizione Grande interesse mediatico per il Salone Nautico dell’Adriatico che si è tenuto a Fano da 12 al 15 maggio

LA PAROLA AGLI ESPOSITORI: “Il Fano Yacht Festival rappresenta per noi un appuntamento fondamentale – ha commentato Salvatore Moracasso, Presidente di Stardom, distributore esclusivo per l’Italia degli yacht Pershing - non solo perché in questi anni si è affermato come principale Salone Nautico dell’Adriatico, ma soprattutto perché ci permette di essere protagonisti sia nel nostro territorio che a livello nazionale. Anche quest’anno, infatti, il Salone Nautico dell’Adriatico si è confermato vetrina privilegiata, che ci ha permesso di acquisire nuovi contatti su cui lavorare prima dell’inizio della stagione estiva. Inoltre l’attività di relazione con le autorità regionali che sono intervenute al Salone confermano il valore aggiunto di una manifestazione che da sempre vuole sottolineare il legame con i principali attori sociali del territorio”. Soddisfazione espressa anche da Marco Oliveto, Direttore Commerciale di Paper8, nuovo espositore dell’edizione 2011 che ha proposto l’innovativa barca pieghevole pensata per navigare a vela, remi e motore, che ha riscosso molta curiosità tra la stampa specializzata e tra i visitatori del salone. “Torniamo a casa molto soddisfatti di questa manifestazione, sia per i contatti presi sia per la tanta visibilità che ci ha offerto. Torneremo sicuramente, questo è il posto giusto per esserci” ha dichiarato Oliveto.

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l porto turistico di Marina dei Cesari, a Fano, si è svolta l’attesa edizione 2011 del FYF, il Fano Yacht Festival, la più grande manifestazione nautica dell’Adriatico. Giunta alla VII edizione, la rassegna ha chiuso con un bilancio molto positivo, confermandosi come un evento di rilievo internazionale, che riesce a dare la giusta visibilità ai propri espositori e alle novità sul mercato. Grande successo è stato registrato anche dal punto di vista mediatico, con la presenza delle telecamere RAI che hanno realizzato servizi per le edizioni di punta dei telegiornali nazionali, l’attenzione delle emittenti specializzate del circuito Sky e le reti regionali. Soddisfazione e vivo interesse è stato espresso dagli organizzatori, dagli espositori e dal pubblico affluito nei quattro giorni dell’evento. “Da un primo bilancio possiamo dirci molto soddisfatti di questa edizione” ha affermato Marcello Di Piazza di Adriatic Festival s.r.l. “Il pubblico è stato quello delle grandi occasioni e gli espositori hanno potuto non solo chiudere numerose trattative di vendita, ma anche intercettare nuovi contatti. Nella giornata di sabato abbiamo contato circa 10.000 presenze e domenica mattina il salone ha davvero visto il pienone fino a quando il tempo ha costretto la chiusura anticipata. Siamo pronti a lavorare fin da domani per la prossima edizione- in collaborazione con Consorzio Navale Marchigiano,


I numeri dell’edizione 2011 • numero espositori 90 • numero imbarcazioni esposte 100 • superfici impegnate 37.600 metri quadrati di cui 15.500 in acqua • stand di attrezzature e servizi 80

Marina dei Cesari, Camera di Commercio, Comune, Provincia e Regione- ormai certi che il Fano Yacht Festival è un appuntamento immancabile della nautica nazionale”. Considerazioni assolutamente positive anche per Gianluca Fenucci, Presidente del CNM-Consorzio Navale Marchigiano, che ha spiegato come la manifestazione sia stata fin dall’inizio impostata sulla ricerca della qualità e sulla possibilità di aprire un confronto attivo e concreto sul futuro della nautica nel territorio. “Credo che la scelta di riproporre con decisione questa settima edizione, seppur in condizioni non ideali, è stata assolutamente giusta e premiata dalla notevole attenzione che le varie proposte presentate hanno indubbiamente ricevuto. È stata una straordinaria occasione di

mettere alla prova una rinnovata volontà di progettare il futuro del nostro settore con una concreta e solida alleanza tra i rappresentanti delle imprese, delle istituzioni e del mondo della finanza”, ha concluso Fenucci. L’economia del mare e i temi d’attualità sulla nautica, grandi protagonisti della VII edizione del Salone Un’attenzione particolare ai convegni e all’approfondimen to dei temi legati alla nautica da parte dei più importanti attori del settore ha caratterizzato questa VII edizione del Salone dell’Adriatico che si appresta a divenire di fondamentale peso per un Festival che racconta i temi legati al settore nautico in tutte le sue declinazioni. Ad inaugurare è stata la Tavola Rotonda promossa e organizzata dal CNM

Consorzio Navale Marchigiana sul Distretto del Mare condotta con successo da Gianluca Fenucci, Presidente del CNM. Numerosissime le autorità, i politici e i rappresentanti dell’industria nautica accorsi nell’Area Eventi della manifestazione per questo appuntamento i cui atti verranno resi pubblici. La tavola rotonda è divenuta preziosa occasione per un confronto sull’attuazione ed il percorso operativo per passare dalla convivenza alla collaborazione tra gli attori più importanti del territorio allo scopo di dare vita al “Distretto del Mare”. Spazio anche a l’“Eco design per la nautica. Esempio di integrazione pubblico-privata nel settore dell’innovazione” nel corso dell’appuntamento organizzato dalla Provincia di Pesaro Urbino e dal CNM, realizzato con il contributo

dello strumento finanziario per l’ambiente dell’Unione europea LIFE +. Si è discusso anche del progetto Infrastrutture portuali marchigiane – nuovi scenari ed opportunità promosso dal consorzio Marina Group assieme al CNM, nell’ambito dei progetti di intervento e di trasformazione delle aree produttive del porto di Fano. Un gruppo di imprenditori che credono nel territorio e vogliono investire per rilanciare un settore, che deve ancora essere un punto di riferimento dell’economia regionale, si sono consorziati dando vita ad un nuovo e concreto progetto di riqualificazione della terza darsena della città e dell’area circostante. Il cantiere partirà il prossimo autunno con una previsione di chiusura lavori nel 2013, con l’obiettivo comune condiviso che per il FYF 2013

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SPECIALE: TURISMO si possano utilizzare anche questa importantissima, moderna e completamente nuova infrastruttura. A chiudere il ricco programma è stato il convegno organizzato da Assonautica italiana: “Come incrementare le crociere sulla costa Adriatica italiana”, un dibattito tra importanti esponenti ed autorità moderato dal giornalista Rai Mario Cobellini.

Jemo a lu focarò U

n’atmosfera piacevole, calda, dal sapore antico e dallo spirito provenzale vi accoglie all’ingresso di questo suggestivo ristorante a Torre di Palme. Un viaggio nel tempo e nella tradizione che inizia dal suo stesso nome, “Je mo lu focarò”, che nel dialetto locale significa proprio “Andiamo al focolare”. Che sia un pranzo o una cena, sarà sempre il posto perfetto per soddisfare ogni esigenza di chi entra, offrendo la possibilità di scegliere di accomodarsi nello spazio interno, dalle sfumature calde e solari, o nello spazio esterno, per godere della bellezza del piccolo borgo medievale. Il ristorante è un perfetto binomio di tradizione ed eccellenza, perché ai saperi e ai sapori dell’antica cucina marchigiana, unisce la qualità e la ricercatezza della

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migliore tradizione dell’accoglienza a tavola. Ogni angolo è studiato nei minimi dettagli, dietro ogni particolare c’è una storia, un sentimento, un’idea che rende questo posto davvero unico, indimenticabile.

Bed & Breakfast Torre di Palme Via Nazario Sauro, 2 63010 Torre di Palme 329 0589528 - 0734 53883


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SPECIALE: TURISMO

Il ruolo dei porti turistici per lo sviluppo del turismo

Tonino Pencarelli, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bò. Estratto dall’intervento presentato in occasione del convegno: “I porti della penisola italiana: due mari a confronto”

di T. Pencarelli

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er comprendere il ruolo dei porti turistici per lo sviluppo del turismo in Italia è opportuno partire da alcuni dati riferibili all’evoluzione della domanda turistica, da cui si coglie il trend positivo della domanda mondiale di turismo degli ultimi 15 anni. I dati del World Tourism Organization (WTO) indicano che l’andamento mondiale del mercato del turismo è stato di crescita costante, partendo da circa 528 milioni di arrivi nel 1995 ed attestandosi a circa 935 milioni nel 2010. Si tratta di una domanda che presenta fluttuazioni fortemente stagionali, con picchi nei mesi estivi, mettendo in evidenza che il fenomeno della stagionalità estiva è comune a gran parte delle destinazioni mondiali e non va considerato un’anomalia italiana. In questo quadro, va segnalato che il turismo via mare caratterizza il 5% dei flussi turistici, mettendo in luce l’importanza delle imprese di navigazione marittima nel trasporto passeggeri. Un segmento di domanda di particolare interesse è quello del comparto crocieristico, che nel nostro Paese, secondo dati CEMAR 2010, coinvolge circa undici milioni di turisti mettendo in campo cinque milioni di navi da crociera. La posizione geografica dell’Italia, al centro del Mediterraneo, la lunghezza delle coste e la spiccata vocazione turistico balneare delle località marine, impongono un’attenzione particolare al segmento del turismo nautico ed al ruolo dei porti turistici ai fini dello sviluppo economico e turistico-territoriale. Va tenuto in considerazione che il mondo dei consumi sta evolvendo verso la cosiddetta “economia delle esperienze” (Pine e Gilmore, 2000), mettendo in luce la crescente attenzione dei consumatori verso forme di consumo edonistico che vanno oltre l’idea di soddisfacimento di bisogni mediante fruizione di beni o di

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servizi, ma si indirizzano verso modelli esperienziali fondati sulla ricerca e sperimentazioni di emozioni, di stimoli estesi a tutte le sfere sensoriali che fanno emergere tipi di fruitori dei porti turistici alla ricerca di offerte assai più ampie, ricche e differenziate di quelle spesso rintracciabili negli attuali sistemi della portualità turistica regionale e nazionale. I porti turistici, come fattori strutturali importanti delle destinazioni turistiche, possono rappresentare una piattaforma formidabile per favorire l’arricchimento della fruizione esperienziale delle vacanze balneari o per consentire ai turisti del mare di vivere esperienze di vacanza originali a contatto con gli elementi e l’atmosfera marina i porti turistici possono essere anche luogo di accesso alla destinazione per i croceristi e per i diportisti in transito, fungendo da collegamento naturale con il resto delle località turistiche raggiungibili in occasione delle soste previste per vacanze in mare ed in grado di garantire un ampliamento del pacchetto di valore consegnato ai turisti dalle imprese crocieristiche, nonché un’integrazione ed un completamento dell’esperienza del navigare ai dipartisti in transito. I porti, dunque, come porte di accesso alle altre evidenze turistiche delle città portuali: contesto urbano, musei, monumenti, ristorazione di qualità, artigianato tipico, enogastronomia, commercio di prodotti del made in Italy e di souvenir, popolazione locale, paesaggi italiani. Tutti fattori, questi, che sollecitano la realizzazione, il mantenimento e la qualificazione delle strutture portuali a vocazione turistica nazionali, considerando l’importanza ed il rilievo economico e sociale del fenomeno, esteso anche nell’ottica del più ampio sistema economico del mare che annovera al suo interno comparti strate-


I porti sono porte di accesso alle altre evidenze turistiche delle città portuali: contesto urbano, musei, monumenti, ristorazione di qualità, artigianato tipico, enogastronomia, commercio di prodotti del made in Italy e di souvenir, popolazione locale, paesaggi italiani

gici quali i trasporti marittimi, la pesca, il turismo, la cantieristica, la nautica da diporto e le attività di servizi accessori. La comparazione fra i modelli di eccellenza nazionali di portualità turistica e le forme di portualità della regione Marche, ha consentito di mettere in luce sia i limiti che oggi caratterizzano gli assetti strutturali e la vocazione strategica dei porti locali, sia le opportunità e le sfide organizzative e di mercato che occorre affrontare per il conseguimento di vantaggi competitivi importanti e per qualificare meglio la dotazione infrastrutturale e di risorse destinate all’interessante ma difficile segmento del turismo nautico e collegato all’esperienza della portualità. Gli aspetti di fragilità si collegano a diversi fattori, ma principalmente alla piccola dimensione delle strutture, alle problematiche di bassa profondità dei fondali (porti dell’Adriatico) ed ai modelli di governo strategico delle stesse, fattori che rischiano di alimentare una crisi di competitività ed economico-finanziaria se non adeguatamente corretti secondo una logica che faccia dell’innovazione (tecnologica, organizzativa e infrastrutturale e soprattutto di marketing) il criterio guida del riorientamento strategico e del riposizionamento di mercato dei sistemi portuali. Per fronteggiare le sfide in oggetto, gli organi di governo (intesi in senso ampio) delle strutture portuali sono chiamati a ripensare il modello di business attualmente in essere e ad investire in modo significativo sia dal lato dell’“infrastrutturazione pesante”, sia sotto il profilo della “infrastrutturazione leggera”. Tenendo anche conto dei possibili segmenti di domanda cui indirizzare le proposte economiche (offerte), si possono identificare tre tipi di porti turistici:

• I “parcheggi di barche”, strutture la cui formula competitiva si basa sull’offerta di servizi finalizzati principalmente alle esigenze di ormeggio (di parcheggio) delle imbarcazioni di residenti o di non residenti proprietari di barche interessati alla manutenzione annuale e/o stagionale; • Le “piazze sul mare”, strutture volte sia a consentire l’approdo dei natanti, sia a rappresentare la piattaforma esperienziale per l’intrattenimento, la socializzazione e la fruizione del tempo libero sia dei diportisti che dei residenti che dei turisti non diportisti. • I “villaggi della nautica”, sistemi portuali dedicati ai diportisti ed agli appassionati del mare, tipicamente inseriti in contesti ambientali e territoriali fortemente contestualizzati ed unici, adatti a forme di fruizione esclusiva ed elitaria delle offerte economiche. È possibile affermare che la portualità turistica marchigiana ed italiana sia per ora identificabile maggiormente con il modello del “parcheggio di barche”. Si rendono così necessari percorsi strategici innovativi che i sistemi portuali italiani e marchigiani potrebbero mettere in opera ai fini di una riqualificazione ed uno sviluppo in senso autenticamente turistico delle strutture, sfida non facile, a motivo della presenza di numerosi e differenti fruitori degli spazi portuali, spesso fortemente contrastanti con le esigenze del turismo. Sfida che potrebbe comunque favorire la creazione di un nuovo tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese di servizi nautici e collegati al turismo del mare all’interno dei sistemi portuali presenti sul territorio.

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SPECIALE: TURISMO

“Quest’anno si celebra il primo quarantennale della scoperta delle Grotte e stiamo lavorando ad interessante calendario di festeggiamenti, di cui avrete presto notizia”

Generale Cecchi Filiberto “Le Grotte sono bellissime e uniche al mondo” Nel cuore delle Grotte di Frasassi, guidati dal Presidente del Consorzio di A.Dachan

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residente Cecchi, quali sono stati i momenti più significativi dalla scoperta delle Grotte di Frasassi ad oggi? “In primo luogo sicuramente il momento stesso della scoperta, nel 1971, quando il gruppo di speleologi del CAI di Ancona vide per la prima volta quel mondo sotterraneo dall’estensione e dalla bellezza straordinaria. Oggi possiamo dire che lo stupore e l’emozione di chi entra a visitare il complesso carsico diventa ogni volta una nuova celebrazione, un momento importante”. Nel 2012 il Consorzio Frasassi compirà 40 anni: vuole raccontarci la storia di questo Ente? “Il Consorzio Frasassi è stato fondato nel 1972 in base agli accordi raggiunti dal Comune di Genga e dalla Provincia di Ancona, che convennero sull’importanza di tutelare e allo stesso tempo valorizzare questo immenso bene naturale. Oltre ad amministrare e gestire totalmente il complesso, il Consorzio è impegnato anche nel seguire le operazioni di marketing volte a migliorare l’offerta al pubblico”. Salvaguardia dell’equilibrio naturale e promozione turistica: due realtà conciliabili? “Assolutamente sì! L’equilibrio naturale delle Grotte va salvaguardato e messo in sintonia con il flusso dei turisti in arrivo e per farlo ci avvaliamo della preziosa consulenza di un Comitato Scientifico. Attraverso un monitoraggio continuo, si verifica lo stato di salute delle rocce, delle acque, dell’aria e ci vengono forniti, di

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volta in volta, i dati raccolti. In base al responso diamo il nulla osta ad ogni nuova iniziativa”. Oltre che meta di visitatori, ricercatori ed escursionisti, le Grotte sono state più volte scelte come location per manifestazioni artistiche… “Il complesso di Frasassi rappresenta un palcoscenico unico, che regala una suggestione senza eguali. L’apertura a diverse forme di spettacolo offre, da un lato, la possibilità di avere uno scenario inedito, di straordinaria bellezza e al tempo stesso consente di scoprire sotto una nuova luce la magia che si nasconde all’interno delle Grotte stesse. Parallelamente stiamo sviluppando un programma di formazione rivolto ai giovani, in collaborazione con Legambiente”. Da Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano a Presidente del Consorzio Frasassi: vuole raccontarci questo suo originale percorso?” “Eh sì, è un percorso inusuale il mio, che però ha un filo conduttore unico: l’amore per la mia terra. Io, infatti, sono nato a Genga e quando ho portato a termine il mio compito al comando dell’Esercito e mi è stato rivolto l’invito a ricoprire il ruolo di Presidente del Consorzio, ho accettato di buon grado. Tutto ciò accadeva due anni fa e posso dire con soddisfazione che il quadro di questo biennio è positivo, con i bilanci che sono stati risanati e una progressiva ripresa dei flussi turistici. Le Grotte lo meritano, perché sono bellissime e perché sono davvero uniche al mondo”.


Grotte di Frasassi Il cuore della Grotte si apre anche di notte per i suoi visitatori. In arrivo anche altre suggestive novità: laboratori didattici per le scuole e l’esclusivo “Frasassi Express”

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e Grotte di Frasassi, come non le avete mail viste: se avete sempre sognato di visitare questo gioiello della natura di notte, o di calarvi, per qualche ora, nei panni di uno speleologo, ebbene, il vostro sogno è ormai una realtà. Oltre al tradizionale quanto apprezzato tour accessibile a tutti i visitatori, che in un’ora e un quarto circa vi porta all’interno di uno dei più bei complessi carsici al mondo, avrete anche la possibilità di vivere il brivido dell’avventura da esploratori. I percorsi sono due: quello Blu, più semplice, della durata di due ore e quello Rosso, che presenta maggiori difficoltà e che per tre ore vi porta a salire e scendere tra voragini e cunicoli. Un’esperienza davvero indimenticabile! Da quest’anno, in più, ci sono altre interessanti novità. La prima è rivolta alle scuole ed è realizzata in collaborazione con Legambiente. “Frasassi Capitale del Turismo Scolastico di Qualità”, questo il nome del progetto si declina attraverso l'avvio di laboratori didattici (“Un mondo d’acqua”, “Non perdiamoci di vista” e “La storia e le storie”) destinati agli studenti degli istituti di ogni ordine e l'ampliamento

NOVITÀ 2011 Frasassi Capitale del Turismo Scolastico di Qualità: un’esperienza di formazione unica dedicata alle scuole Frasassi Express: esclusivo e personalizzato servizio navetta dalla costa adriatica alle Grotte Apertura notturna: dal 6 al 21 agosto Le Grotte anche al chiaro di luna

dell'offerta turista che andrà a completare la tradizionale visita alle Grotte. Questa programmazione verrà estesa anche per la costruzione di pacchetti specialistici mirati al turismo natura-ambientesostenibilità, che tramite anche Legambiente verranno commercializzati a livello nazionale. Ma le novità non finiscono qui: dal 6 al 21 agosto, infatti, il cuore delle Grotte sarà aperto anche dopo cena, per consentire agli amanti della natura di fare un’emozionante tour “al chiaro di luna”. Ultima, ma non ultima novità è “Frasassi Express”. Di cosa si tratta? Di un esclusivo e personalizzato servizio navetta che funzionerà lungo la costa adriatica, da Rimini a Porto D’Ascoli e che accompagnerà i turisti dalle sedi delle loro vacanze, alberghi, camping ecc., sino all’ingresso delle Grotte, per riportarli indietro al termine del tour. Il servizio partirà dalla fine di giugno, con due viaggi al giorno, che diventeranno tre nel mese di agosto.

Per maggiori informazioni e per prenotazioni si può consultare direttamente il sito web del Consorzio Frasassi, www.frasassi.com.

> TOUR NEL CUORE DELLE GROTTE

Percorso classico: con guida multilingue; durata 1h15 min Percorso speleologico Blu: 2 ore, poche difficoltà ed emozioni garantite. Percorso speleologico Rosso: 3 ore, per i più esperti, per un indimenticabile viaggio al centro della terra.

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SPECIALE: TURISMO

Al via a Urbino Turistarth

“La nostra idea è affermare il festival nel panorama nazionale come un momento di incontro annuale per valorizzare le città italiane, come simbolo di arte e quindi del turismo culturale” Festival del turismo culturale e delle nuove tecnologie di A.Tenan

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ott.ssa Alonzo, Lei è Presidentessa del Festival Turistarth, che quest’anno è giunto alla Sua terza edizione. Vuole parlarci di questa iniziativa? “Sono molti anni che mi occupo del binomio beni culturali e nuove tecnologie. E Turistarth – Turismo, arte e nuove tecnologie - nasce dalla consapevolezza che le innovazioni tecnologiche applicate alla valorizzazione e alla promozione dei beni culturali del nostro Paese non sono ancora adeguatamente utilizzate per attirare turisti nazionali e internazionali verso città d’arte, siti di interesse archeologico, musei e grandi mostre. Per creare esempi virtuosi di economia del turismo, siamo convinti che le strade da perseguire nell’ambito dei beni culturali siano principalmente due: l’applicazione di sistemi di comunicazione più avanzati (mobile, arte digitale) e un uso più appropriato della crossmedialità. Turistarth è alla sua terza edizione: due edizioni a Milano durante le quali abbiamo cercato di coinvolgere il pubblico all’uso delle tecnologie e abbiamo avuto un ottimo riscontro; e ora la terza edizione che abbiamo ampliato trasformandola in un festival itinerante e ricco di attività, in cui il turismo culturale si articola in diversi momenti”. In concomitanza al Festival, si tiene anche un Premio, dedicato al miglior progetto turistico di valorizzazione culturale attraverso le nuove tecnologie. A chi è rivolta l’iniziativa? “Questa è un’idea per avvicinare i giovani alle nuove tecnologie, applicate al turismo. Se non si interessa la nuova “generazione digitale”, chi se ne deve occupare? Il “Premio Turistarth” è dedicato al miglior progetto di ricerca o tesi di laurea sull’argomento. Il riconoscimento per il primo classificato prevede un week end in una città d’arte e la visita a un importante museo della città. A consegnare il premio ci sarà Sergio Rizzo, giornalista del “Corriere della Sera” e autore, con Gian Antonio Stella, del libro “Vandali: assalto alle bellezze d’Italia””. Per l’edizione di quest’anno sono state selezionate tre località marchigiane: quali sono le ragioni di questa scelta? “Abbiamo iniziato una bella collaborazione con la Facoltà di economia dell’Università di Urbino su alcuni progetti e poi e ci siamo innamorati della città e del suo territorio, quindi abbiamo pensato di spostare Turistarth da Milano a Urbino e nel Montefeltro storico con un tour enogastronomico e un convegno. Inoltre, conoscendo il prestigio del Premio Rotondi ai sal-

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vatori dell’arte, giunto alla sua XV edizione, abbiamo chiesto di fare da cornice a questo evento internazionale. È nata così una importante collaborazione”. Quali sono i momenti principali del Festival? “L’evento è strutturato in tre giornate. Turistarth prenderà avvio nella cornice della Rocca ubaldinesca di Sassocorvaro, con la presentazione del festival e con la premiazione della XV edizione del Premio Rotondi. Inoltre, nello splendido teatrino della Rocca sarà presentato un laboratorio originale di arte digitale “StreAM” di Giacomo Giannella. La seconda giornata sarà dedicata a un tour enogastronomico e culturale del Montefeltro. Un tour in pullman, realizzato in collaborazione con la Comunità Montana del Montefeltro, che accompagnerà, con il supporto di strumenti tecnologici (radioguide), i partecipanti alla scoperta dei gioielli artistici e delle tradizioni locali di questa terra. L’ultima giornata si svolgerà a Urbino. In mattinata, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, si svolgerà un convegno sui temi del festival, realizzato in collaborazione con la Facoltà di Economia. Saranno presentati progetti di successo nazionali e internazionali in grado di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale con le nuove tecnologie. Nel pomeriggio, sarà proposta ai partecipanti una visita interattiva della città. Tra gli eventi speciali, segnaliamo due affascinanti spettacoli a cura dell’APT Basilicata: “La città dell’utopia” e “Il mondo di Federico II””. Il binomio turismo e cultura trova in Italia un terreno fertile, ma forse non abbastanza valorizzato. In base alla Sua esperienza, che idea si è fatta? “Oltre a occuparmi di Trait d’Union, sono socio fondatore di Alphabeti, l’azienda che sponsorizza Turistarth, e si occupa di comunicazione avanzata per i beni culturali. Abbiamo grandissime difficoltà nel proporre i nostri format ai musei e alle istituzioni pubbliche. Eppure all’estero sono attentissimi alle nostre soluzioni. Noi continuiamo ad impegnarci solo perché siamo appassionati”. Quali sono le prossime iniziative di Turistarth? “Stiamo pensando di ampliare e di arricchire il festival con una sezione internazionale, così ci confrontiamo con altre realtà e magari proviamo a “copiare” le idee migliori”.


Francesca Alonzo, arte per passione e professione Laureata in Filosofia con indirizzo comunicazioni di massa presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, è iscritta all’Albo dei giornalisti pubblicisti. È socio fondatore e responsabile dei progetti culturali multimediali di Alphabeti srl, una vivace azienda nata dal felice connubio delle diverse esperienze dei suoi soci. É presidente dell’associazione culturale Trait d’Union che si occupa di promuovere il turismo culturale e le nuove tecnologie.

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SPECIALE: TURISMO

Turismo Rurale Il Poggio…tra gastronomia e cultura

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l Poggio è una vecchia casa contadina, come tante da queste parti, che è stata completamente ristrutturata di recente in modo da avere tutti i più moderni confort, ma nel rispetto delle geometrie e dei materiali originali. È situato in collina, nei pressi di Ginestreto che è un piccolo borgo del comune di Pesaro. Se amate la tranquillità, il verde, le tradizioni ma volete anche divertirvi magari in spiaggia o visitando una bella città d'arte siete capitati nel posto giusto. "Il Poggio" è situato, infatti, a circa metà strada tra le città di Pesaro e Urbino ed è immerso nel verde delle colline che si affacciano sulla Valle del Foglia. Vicino al Bed & Breakfast si trova il Ristorante che nello spirito del Turismo Rurale offre una vasta scelta di piatti tipici. Qui potrete gustare tutti i sapori della nostra terra accompagnati da ottimi vini di produzione locale.

IL RISTORANTE Nel nostro ristorante potrete gustare i piatti tipici della nostra zona a cavallo tra le tradizioni culinarie delle Marche e della Romagna. La pasta fatta a mano, la piadina e le altre pietanze saranno accompagnate dall'ottimo vino di nostra produzione. L'ampia sala e l'ampio parcheggio adiacente nonchè la splendida vista rendono il nostro ristorante il luogo ideale per celebrare cerimonie.

LE ATTIVITÀ I bambini potranno usufruire dei giochi che abbiamo predisposto per loro nel nostro giardino dal quale si gode di una splendida vista sulla vallata sottostante.Per tutti è a disposizione un campo da minibasket. Saremo inoltre lieti di aiutarvi e consigliarvi nell'organizzare le vostre visite a siti storico-culturali, escursioni a cavallo presso un maneggio situato nelle vicinanze o visite ai luoghi di produzione dei prodotti locali (salumi, vino, formaggi).

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Bed & Breakfast e Ristorante"Il Poggio" via Micaloro,1 Località Ginestreto 61100 Pesaro (PU) ITALY Bed & Breakfast Tel. 0721 282056 Tel. 0721 282623 Cell. 333 6797563 info@ilpoggiopesaro.it Ristorante Tel. 0721 482118 Cell. 392 0582169 ristorante@ilpoggiopesaro.it

DOVE SIAMO La posizione centrale del nostro Bed & Breakfast è ottima come base di partenza per escursioni in tutta la provincia di Pesaro e Urbino. Pesaro (meno di 10 Km) vi offre le sue splendide spiagge , i suoi musei e palazzi storici e un gran numero di eventi culturali tra i quali spicca il Rossini Opera Festival. Urbino (circa 20 Km) non ha bisogno di presentazioni. È tra le più famose città rinascimentali del mondo ed è meta di numerosi turisti in ogni periodo dell'anno.E poi la splendida campagna che si estende tra dolci colline, le decine di paesi e borghi medievali e rinascimentali meno noti ma pieni di storia e arte come Ginestreto e Sant'Angelo in Lizzola. Un pò più lontani ma tutti entro 60 Km ci sono poi Rimini, San Marino, Fano, Ancona.


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SPECIALE: TURISMO

“Giacomo è stato un poeta fortemente legato al suo territorio e l’accostamento tra la sua figura e quella delle Marche è giusto”

Casa Leopardi Turismo culturale alla scoperta dei luoghi dove il poeta ha vissuto, amato, pensato, scritto di M. Palumbo Foto: copyright Casa Leopardi

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ontessa Olimpia, la penna del suo avo, Giacomo Leopardi, ha reso immortali i posti in cui il Poeta stesso è vissuto: come si presentano oggi? “L’atmosfera, in generale, è evocativa e si è ben mantenuta in tutti i luoghi leopardiani; sicuramente, come in tutte le cose, si può sempre migliorare...”. Dopo quanto tempo dalla scomparsa del Poeta la Casa è stata aperta al pubblico? “La Biblioteca è stata aperta dal padre di Giacomo, Monaldo, già nel 1812 e il poeta sottolineava il fatto che nessuno ne sfruttasse le ricchezze. La volontà del conte Monaldo era talmente radicata da lasciarla scritta nel testamento, e da allora, proprio per rispettare questo suo desiderio, i discendenti hanno sempre permesso agli studiosi l' accesso alla consultazione a titolo gratuito”. Cosa comporta per la famiglia questa “condivisione” con gli amanti della poesia? “Il pubblico degli appassionati della poesia di Giacomo è numeroso ed è una realtà davvero importante. Siamo molto coinvolti dagli studi che vengono fatti intorno alla sua figura e alla sua opera. Da parte nostra, seguiamo direttamente l’organizzazione degli eventi, cosa molto impegnativa se pensiamo al soggetto dei nostri lavori!

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Olimpia Leopardi

Chi gestisce l’afflusso dei “turisti della cultura” che raggiungono Recanati? Qual è il ruolo della famiglia Leopardi? “Casa Leopardi è una società privata che gestisce del tutto autonomamente - sia sotto il profilo delle idee che da quello economico - i eventi e tutte le altre iniziative proposte dalla famiglia volte ad approfondire diverse tematiche leopardiane. La risposta del pubblico e degli appassionati, anche in termini di affluenza, è stata sempre per noi di grande soddisfazione”. Cosa cerca chi visita i “Luoghi leopardiani”: suggestione e storia o c’è anche curiosità? “Dipende: la curiosità c’è sempre, ma l’esperienza della visita a questi luoghi viene

vissuta su piani diversi, a seconda di come è stato l’approccio con il poeta, di come è stata letta la sua opera. Il più delle volte, va detto, leggiamo emozioni autentiche negli occhi di chi arriva”. Oltre alla visita dei luoghi, quali sono le iniziative promosse per incentivare il turismo culturale nella zona? “Cerchiamo di avere un ruolo propositivo; infatti già dal ’95 in collaborazione con un comitato scientifico, organizziamo mostre legate alla figura del Poeta e alla sua opera, esponendo oggetti provenienti dalle collezioni del palazzo altrimenti non visibili al pubblico. Un discorso a parte va fatto per il turismo delle scuole: prevediamo, infatti, percorsi diversi per ordine scolastico e tipologia di for-

mazione, offrendo approfondimenti in base al tipo di studi. Per i bambini delle scuole elementari, ad esempio, oltre alla visita dei luoghi è previsto un teatrino delle ombre, in cui si coinvolgono i bambini con scene sulla vita dei ragazzi all’epoca del poeta”. Oggi le Marche sono identificate come la terra dell’Infinito: come erede di Giacomo, che emozioni le provoca un simile riconoscimento? “Come spesso accade, si tratta di un riconoscimento postumo, ma spontaneo, sentito. Giacomo è stato un poeta fortemente legato al suo territorio e l’accostamento tra la sua figura e quella delle Marche è pertinente. Molti suoi versi sono ispirati ai luoghi della regione, anche quando sono stati scritti lontano da

essa. Ho solo un desiderio che vorrei veder realizzato”. Vuole dirci quale? “Vorrei che i giovani vedessero Giacomo in modo diverso, che i ragazzi non si lasciassero intimorire dalla mole dello Zibaldone, che lo vivessero come fosse un’esplorazione, una scoperta. Consiglierei di aprire l’opera a caso, di leggere le pagine non nell’ordine con cui sono scritte, ma con un ordine casuale. Per molto lo Zibaldone è un tesoro ancora tutto da scoprire”.

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SPECIALE: TURISMO

La Quintana Il Commendator Giacinto Federici, Segretario Generale dell’Ente: “La Quintana riafferma, anno dopo anno, per il suo spessore culturale e turistico, il suo ruolo di ambasciatrice della nostra regione” di M.Rossi

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ommendator Giacinto Federici, La Quintana è una delle rievocazioni storiche più caratteristiche della nostra regione: qual è la sua storia? “Le radici della Giostra della Quintana sono considerate antichissime, alcuni le identificano con il periodo storico del IX secolo, quando i Saraceni invasero il territorio dei Piceni. Questo giustificherebbe la presenza del busto, da colpire, posto sul campo di gioco che rappresenta il moro, il nemico della Fede. Altrettanto fondata è la tesi che fa risalire le origini di questa manifestazione al mondo romano: essa è infatti riconducibile all’antico esercizio di addestramento dei legionari, che si allenavano a piedi a colpire in punti precisi, con la spada o con il giavellotto, un “palus” alto sei piedi conficcato nella via dell’ac-

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campamento destinata all’addestramento (la “via quintana”, che separava quinto e sesto manipolo, dalla quale è derivato il nome della giostra attuale). La Quintana, ripresa nel 1955 nasce dal desiderio di alcuni illuminati cittadini che si diedero da fare per riscoprire quelle che erano le tradizioni ascolane per i festeggiamenti del Santo Patrono. Questi uomini e donne lungimiranti cominciarono a riunirsi e ad individuare i punti cardine della manifestazione. C’era chi si dedicò alla ricerca delle fonti, chi puntò al reperimento dei fondi, chi buttò le basi per la coreografia e costumi e chi si occupò della divisione della città. Per questo venne ripresa la divisione presente nel catasto urbano del 1381 divisa in quartieri e poi in sestieri. Si scelse di privilegiare le quattro porte di accesso alla città, il sestiere del cuore cittadino dedicato al patrono e quello situato nella parte alta della città. Da qui l’origine dei sestieri di Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romama, Porta Solestà, Porta Tufilla e Sant’Emidio. Questi 6 sestieri, rappresentati ognuno da un cavaliere giostrante, ogni anno si contendono il palio, che va a chi ottiene il punteggio migliore nella gara”. 1500 figuranti, fotografi, giornalisti, gente del posto e turisti: intorno alla Quintana c’è una grande mobilitazione. Che impatto ha un simile evento sulla città? “La città di Ascoli Piceno vive la Quintana tutto l’anno, gli ascolani che partecipano alle varie attività sono circa 10.000, quindi l’impatto cittadino è enorme. Nel periodo clou luglio agosto,


tutti sentono fortemente l’appartenenza ai sei sestieri cittadini. Poiché il calendario quintanaro si compone di varie fasi, cominciando dalle gare degli sbandieratori, passando per quella degli arcieri, per arrivare all’edizione notturna il secondo sabato di luglio concludendosi con la tradizionale giostra dedicata a Sant’Emidio, la prima domenica di agosto, tutta la città entra in uno speciale clima di festa, ricco di fermento. Ci sono le sei sedi di sestiere che organizzano attività tutti i giorni e tutti coloro che sono attivamente partecipi vivono freneticamente”. Che tipo di turisti richiama questo evento? Sono tutti italiani, o vengono anche dall’estero? “Sul piano promozionale, la Quintana è senz’altro la manifestazione tra le più trainanti della Regione Marche e una delle più suggestive a livello nazionale. Con i suoi oltre 1.500 figuranti in costume quattrocentesco che sfilano nella suggestiva cornice del centro storico di Ascoli Piceno tra ali di folla e l’avvincente Giostra al Campo de Giochi (con una media di 10.000 mila presenze, al Campo, nelle due edizioni), la Quintana riafferma, anno dopo anno, per il suo spessore culturale e turistico, il suo ruolo di ambasciatrice della nostra Regione, della nostra Provincia della nostra Città. Lungo il corteo e nelle manifestazioni collaterali ci sono più di trentamila presenze. La manifestazione, con la sua grande vitalità, la bellezza coreografica della città, il suggestivo fascino del corteo, i suoni, i colori, la stessa Giostra al campo, è un qualcosa di assolu-

tamente unico ed irripetibile. Negli ultimi anni sono sensibilmente aumentati i turisti stranieri, prima maggiormente tedeschi e ora anche inglesi, olandesi francesi e per giungere fuori Europa moltissimi canadesi, americani e australiani. Che peso hanno, secondo Lei, manifestazioni simili sull’attrattiva turistica del territorio? “Come abbiamo già detto, l’attrattiva che la Quintana esercita sull’intero territorio piceno e marchigiano è enorme. Non dimentichiamo che la giostra godeva anche della diretta su Rai Uno e delle tante trasmissioni che ogni anno si sono occupate e si occupano più o meno dettagliatamente della giostra sono numerosissime. Ascoli e più in generale la regione Marche sono cresciuti tantissimo come polo turistico e la Giostra della Quintana ha dato sicuramente un contributo, questo discorso vale sicuramente per tutte le manifestazioni storico folkloristiche, ovviamente, però, ogni impatto va rapportato al livello di notorietà di cui gode la rievocazione stessa”.

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SPECIALE: TURISMO

dal set del film “L’Erede”

Cineturismo Dietro le quinte di Marche Film Commission con la Responsabile Anna Olivucci. Le Marche, sempre più ricercate come set naturale, per pellicole d’autore di A.Uccelli

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ott.ssa Olivucci, vuole raccontarci come è nata Marche Film Commission? “Marche Film Commission nasce nel 1999 da una ricerca fatto dalla Mediateca delle Marche, analizzando quali film sono stati realizzati nelle Marche. La qualità e il valore del materiale raccolto ci ha portati alla pubblicazione di un volume “L’immagine delle Marche nel cinema italiano” (A. Olivucci; M. Conti, I Quaderni Della Mediateca) e alla creazione del portale Marche Cinema”. Marche Film Commission è una struttura operativa nata successivamente nell'ambito della Regione Marche, istituita con lo scopo di promuovere il territorio e la sua cultura attraverso lo sviluppo della produzione cinematografica e televisiva”. E l’idea dei percorsi di cineturismo? “Il cineturismo offre la possibilità agli amanti del cinema di vi-

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sitare con i propri occhi i luoghi suggestivi che hanno fatto da set a diverse pellicole, trasformate per l’occasione in location, come il Castello di Gradara, le spiagge di Gabicce, le alture dei Sibillini. Abbiamo creato la prima movie map in Italia, offrendo un’esperienza dall’alto valore emozionale”.

sorprendente e soprattutto discreta. L’atteggiamento giusto per promuovere il territorio in questo senso è quello di rilevare con coscienza questa sorta di anonimato, non come un limite quindi, ma come un punto di forza. Per le sue peculiarità, il nostro territorio può permeare da sé la storia”.

Come vi siete mossi per comprendere gli interessi in tal senso? “Abbiamo realizzato un’indagine sul cineturismo nelle Marche, somministrando a 300 turisti giunti nella regione. Tramite una griglia abbiamo cercato di capire che tipo di turisti erano e erano interessati al cinema, ad una proposta che offrisse loro la possibilità di visitare i luoghi dove sono stati ambientati tanti film. Ne è emerso un vivo interesse”. Cosa offre un percorso cineturistico? “Un percorso cineturistico non può limitarsi ad un giro nei luoghi dove sono stati girati film, ma deve restituire la magia che il cinema ha creato in quel luogo. Per questo è importante offrire, oltre al “sopralluogo”, la possibilità di rivedere spezzoni di pellicole, di riascoltare le colonne sonore, di riscoprirsi dentro al film”. Che esperienze sono state fatte in questo senso? “Certamente l’esperienza più significativa è stata il movie tour pilota tra Ancona e Ascoli. Oltre al giro delle due città con tanto di guida turistica, era prevista la tappa al Bar Meletti, non solo per la sua bellezza, ma anche perché al suo interno sono stati girati diversi film: “Il grande black” di Piccioni, “Alfredo Alfredo” di Germi, “Il Delfino”, di Maselli, sono per citarne qualcuno. Essere nella location originale dove è stato girato un film significa cogliere quel valore aggiunto che ha portato un regista a scegliere quel determinato posto invece di un altro”.

Prossimamente uscirà una nuova pellicola ambientata in parte nelle Marche… “Sì, è un film di Michael Zampino che, oltre alla sua interessante trama (un innovativo thriller scuro), ci ha dato molte soddisfazioni nel corso della sua realizzazione. C’è stata, infatti, un’interessante cordata istituzionale per mettere in piedi il progetto. L’intero territorio è stato coinvolto. Il 25 giugno ci sarà l’anteprima nazionale, il 23 quella regionale, poi, grazie alla distribuzione Iris, sarà nelle sale a partire dall’8 luglio”. In conclusione, cosa si può fare per incoraggiare i percorsi di cineturismo e attirare registi e produttori in regione? “Si possono fare molte cose, ma basterebbe partire dalla consapevolezza che l’ambiente vive della vita di chi ci sta e di cosa gli sta dando. Il nostro skyline umano e quello ambientale hanno un percorso parallelo”.

È stata un’esperienza riuscita? “Il primo movitour è molto riuscito. C’erano professori universitari italiani e stranieri che hanno apprezzato particolarmente l’iniziativa. Abbiamo fatto molti studi, ma ancora ci manca che le agenzie di turismo e le istituzioni ci facciano proposte per promuovere con più forza questi percorsi. Attualmente abbiamo in corso un’iniziativa promozionale con l’Istituto per il Commercio Estero (che ci ha portati a Londra, Copenhagen, Lisbona, Cannes ecc.). Sono in molti che cercano co-produzioni”. Da questo tipo di esperienze, che interesse cogliete rispetto alle Marche? “Ci siamo resi conto che, troppo spesso, le Marche sono considerate una sorta di sottoprodotto della Toscana. Poi, quando le persone, dal resto d’Italia o dall’estero, giungono in regione, si rendono conto che non abbiamo nulla da invidiare alle altre regioni, anzi. Le Marche vivono una sorta di anonimato, non sono molto spinte ad aprirsi, a farsi conoscere, ma quando si fanno scoprire, non lasciano indifferenti”. Questa sorta di ritrosia può essere limitante? “Per certi versi sì, ma per altri può dare buoni frutti. Quando Nanni Moretti cercava una location per ambientare “La stanza del figlio”, ad esempio, voleva una città “neutra”, non nel senso di anonima, ma nel senso di discreta, inesplorata. Ancona gli è sembrata la città ideale. Bellissima, silenziosa, accogliente,

“Quando Nanni Moretti cercava una location per ambientare “La stanza del figlio” Ancona gli è sembrata la città ideale. Bellissima, silenziosa, accogliente, sorprendente e soprattutto discreta”

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SPECIALE: TURISMO

Ludovico Scortichini SENSORIABILIS: dalle Marche un modello d’eccellenza per l’accoglienza dei disabili di G.Giacca

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sensoriABILIS PERCORSI DEI SENSI E DEI SAPORI

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ott. Scortichini, da cinque anni Lei promuove un interessante progetto dedicato al turismo accessibile: SensoriABILIS. Ce ne vuole parlare? “È un progetto di grande valore sociale e culturale nato nel 2006 e portato avanti da Confindustria Ancona - Turismo, in collaborazione con Regione Marche, Provincia di Ancona, Camera di commercio di Ancona e di versi altri partner, che negli anni si sono alternati a seconda delle sedi in cui la manifestazione ha avuto luogo: a San Benedetto, a Senigallia, a Fabriano e a Loreto. L’idea che sta alla base del progetto è quella di educare il territorio alla cultura di un’accoglienza attenta ai diversamente abili. In altre parole SensoriABILIS si impegna a favorire il vivere e il viaggiare sul territorio senza barriere culturali, sociali e architettoniche. Il nostro obiettivo è fare di questo territorio un polo europeo per l’accoglienza dei disabili: siamo ambiziosi e vogliamo creare un modello di territorio accogliente che funzioni davvero per esportarlo poi in altri contesti. A prima vista può sembrare strano che un’associazione come Confindustria si impegni così tanto nel settore del turismo, ma quando parliamo di turismo, noi industriali vediamo una grande opportunità per il nostro territorio e un volano per la ripresa: più il turismo è sviluppato e di qualità, più il nostro territorio diventa attraente. Sostenere forme di turismo accessibile come questa aiuta a sviluppare l’imprenditoria locale, rendendola un’eccellenza a livello na-

zionale e contribuisce a far conoscere il nostro splendido territorio al di là dei confini regionali e nazionali”. Qual è stato lo stimolo che ha dato il via all’iniziativa? “Il turismo è un settore che negli ultimi anni ha subito una forte crescita ed è considerato uno dei settori più importanti dell’economia mondiale. Tuttavia, nei primi anni del 2000 da più parti sono stati evidenziati in Italia segnali di preoccupante staticità dell’economia turistica. In particolare le analisi hanno sottolineato una certa riduzione dei flussi in arrivo, una minore competitività in termini di rapporto qualità/ prezzo e una permanenza media dei turisti stranieri in Italia molto bassa rispetto alle altre nazioni Ecco perché abbiamo ritenuto necessario segmentare e specializzare l’offerta verso specifici target. SensoriABILIS intende offrire un’occasione di qualificazione dell’offerta verso un turismo sempre più accessibile, ovvero un turismo per tutti: questo significa realizzare un insieme di servizi e di strutture che permettono alle persone con particolari esigenze di godere di tutti i comfort che una vacanza deve offrire”. Quali sono i principali obiettivi del progetto e a chi è rivolto? “Gli obiettivi del progetto sono tanti e variegati: favorire lo sviluppo della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità, sensibilizzare le strutture ricettive operanti verso nuove forme di


“L'idea che sta alla base del progetto è quella di educare il territorio alla cultura di un'accoglienza attenta ai diversamente abili. In altre parole SensoriABILIS si impegna a favorire il vivere e il viaggiare sul terri torio senza barriere culturali, sociali e architettoniche”

turismo, valorizzare la multisensorialità dei soggetti coinvolti attraverso la creazione di percorsi eno-gastronomici, sviluppare un osservatorio sulle best practice nazionali e internazionali inerenti al tema dell’accessibilità territoriale e del turismo accessibile, promuovere il territorio dal punto di vista ambientale, artisticoculturale, eno-gastronomico, facendo leva sul turismo sociale e responsabile. Si rivolge alle Pubbliche Amministrazione, Enti, Istituzioni, ai decisori pubblici che fanno programmazione turistica, agli operatori del settore turistico, alle aziende operanti nella produzione e nella ristorazione, ai tour operator e a differenti categorie di disabili”. Il superamento dei limiti e delle barriere è una delle vostre principali sfide: come la affrontate? E per superare le cosiddette barriere mentali, fate anche formazione? “Lavoriamo sulla sensibilizzazione di tutti gli attori sul concetto di limite e barriera:

un diversamente abile non è solo chi ha limiti plurisensoriali permanenti, ma è anche una donna incinta, una persona reduce da un incidente, un anziano, una persona con intolleranze alimentari. Tutti devono poter essere messi in grado di usufruire appieno, senza limiti e barriere, appunto, dei benefici che una vacanza deve offrire. Per raggiungere questo obiettivo la formazione è essenziale. Uno dei fini di SensoriABILIS, infatti, è proprio quello di formare e sensibilizzare gli operatori coinvolti nel progetto al fine di garantire un servizio adeguato alle esigenze dei diversamente abili e favorire la formazione sul campo dei giovani al fine di fornire risorse competenti e preparate per le strutture ricettive del territorio”. Quali sono i vostri prossimi progetti? “La prossima edizione di SensoriABILIS 2011 si terrà ancora a Loreto, che è stata scelta come sede permanente della

manifestazione. Loreto, infatti, città dell’accoglienza per eccellenza, terza destinazione al mondo per il turismo religioso e adesso tra le papabili città selezionate dall’UNESCO per diventare patrimonio dell’umanità, rappresenta quel modello di città accogliente che noi vogliamo contribuire a creare. Le novità del 2011 saranno una nuova sezione dedicata al tema della domotica, come scienza che offre soluzioni abitative intelligenti e ecocompatibili e lo sviluppo di un laboratorio e di un osservatorio sull’accessibilità che coinvolga le istituzioni e le associazioni economiche e sociali anche al fine di individuare buone pratiche per il vivere del territorio”.

Ludovico Scortichini: CARICHE E RICONOSCIMENTI 1997-2000-2001 Premio Io Leonardo come amministratore miglior tour Operator nazionale Dal 2001 Membro della giunta nazionale ASSOTRAVEL-CONFINDUSTRIA 2003 Inserito nell’elenco delle 100 persone più importanti delle Marche stilato da CAPITAL Dal 2004 Vicepresidente della Sezione Turismo – Assoindustria Ancona 2004-2006 Membro di giunta della Consulta Regionale Turistica Marche 2004 Premio Marchigiano dell’Anno Dal 2006 Presidente della CONFINDUSTRIA Marche sezione turismo . Dal 2006 Componente del Consiglio Generale dell’Ente regionale Fieristico Dal 2007 Membro di Giunta Nazionale di Federturismo- Confindustria Dal 2010 Membro Consiglio Direttivo CONFINDUSTRIA Ancona

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Mario Formica: “Per il turismo occorre sviluppare gli aeroporti, senza campanilismi” Lo afferma il neo-Presidente della Fiera delle Marche, Vicepresidente dell’Associazione Industriali della provincia di Rimini e Vicepresidente dell’Aeroporto “Federico Fellini”, lo scalo della città romagnola di P.Duranti

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residente, cosa ne pensa riguardo alle prospettive delle infrastrutture aeree del Medio Adriatico, in funzione dello sviluppo turistico? “Se devo rispondere in pochi secondi, le dico che per lo sviluppo del turismo sulla costa adriatica – sia marchigiana che romagnola – vedo molto bene sia l’aeroporto di Falconara Marittima, sia quello di Rimini, del quale mi occupo direttamente”.

tanto in ambito turistico ma anche per il settore business”. E il “Federico Fellini”? “L’aeroporto di Rimini ha una struttura più modesta rispetto a quella marchigiana, ma destinata a svilupparsi fortemente, soprattutto grazie agli investimenti che stiamo realizzando. Investimenti di cui si sta diffondendo una certa consapevolezza, anche nelle Marche…”.

Qual è la situazione dei due scali? “Naturalmente, per il ruolo che ricopro conosco piuttosto bene lo scalo romagnolo; per il “Raffaello Sanzio” posso dire che è sicuramente una realtà interessante, dotata di belle infrastrutture, forse allo stato attuale leggermente sovradimensionate, ma comunque indice di buone prospettive di sviluppo, non sol-

In che senso? “Mi ha fatto molto piacere, ad esempio, notare l’interesse manifestato dal Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino ad entrare nella compagine societaria dell’aeroporto di Rimini, seppur con una piccola quota. Ecco, questo è un fatto estremamente positivo”.

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SPECIALE: TURISMO Presidente, Lei un imprenditore “nemico” dei campanilismi. Ma in tema di aeroporti la situazione rispecchia un certo limite, anche culturale, che ci contraddistingue … “Vede, io penso che la bontà di una scelta debba essere valutata sulla base di criteri di economicità e di ricaduta in termini di benefici per la collettività, al di là dei confini territoriali. Mi pare che talune situazioni verificatesi sotto gli occhi di tutti, ora mi stiano dando ragione”. Ad esempio? “Prendiamo l’aeroporto di Forlì: parliamo di uno scalo che, obiettivamente, non poteva stare in piedi, ma noi della Romagna meridionale godevamo comunque di un indotto enorme anche grazie ad esso. Di fronte a situazioni di questo genere non si possono accampare campanilismi di sorta: è proprio difficile schierarsi per la chiusura”, pur avendo ‘’egoisticamente’’ a cuore prima le sorti del Fellini di Rimini. Torniamo agli aeroporti di Rimini e di Falconara Marittima: ci fa un confronto sui numeri? “Nel 2010 i due aeroporti hanno registrato gli stessi volumi di traffico: 550.000 passeggeri. Per quanto riguarda il “Federico Fellini” puntiamo al raddoppio: infatti alla luce di ultimi accordi commerciali il 2011 si chiuderà con il traguardo del milione di persone, i dati di traffico a maggio lo confermano. Ma anche Falconara Marittima ha tutte le carte in regola per aumentare i propri flussi di passeggeri, soprattutto per finalità turistiche”. Se ho capito bene, sono due realtà che si appoggiano prevalentemente sul turismo … “Le prospettive di sviluppo dell’aeroporto di Rimini passano necessariamente attraverso il turismo. Ora siamo al primo posto in Italia per quanto attiene i traffici aerei con la Russia. Abbiamo assorbito molto bene il calo di un paio d’anni fa: nell’ultimo anno – con oltre 300.000 passeggeri provenienti da questo Paese - si è registrato un incremento del 45 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti”. Movimenti esclusivamente turistici? “Certamente no: anche per finalità commerciali. È altrettanto vero, però, che il fenomeno è stato incentivato da una eccellente ricettività alberghiera, rappresentata dalle 1.400 strutture presenti” che operano sul mercato a prezzi veramente concorrenziali.

“L’aeroporto di Rimini è il primo in Italia per i traffici con la Russia: risultato incentivato da un’eccellente ricettività alberghiera” 158


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SPECIALE: TURISMO

Alcuni strumenti finanziari a sostegno dell’economia turistica All’interno del complesso insieme di attività alla base del settore turistico, l’offerta alberghiera svolge un ruolo importante, rappresentando uno snodo centrale tra il potenziale del territorio e il turista, in particolare quello straniero

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’importanza delle strutture ricettive, della loro ampiezza e e delle loro caratteristiche, appare ancora più significativa in un Paese come l’Italia, meta turistica “matura”, in cui la qualità dell’ospitalità costituisce un elemento competitivo chiave, al di là della bellezza del paesaggio e della ricchezza del patrimonio artistico e storico. Purtroppo, la ridotta dimensione media delle strutture ricettive e il modello prevalente di conduzione familiare di cui è connotato in massima parte il tessuto imprenditoriale alberghiero italiano rappresenta uno dei principali limiti da un punto di vista competitivo dell’economia turistica del Bel Paese, influenzando notevolmente sia i comportamenti degli operatori sia le loro performance. L’evoluzione verso forme aggregative, l’espansione geografica verso mercati esteri, la diversificazione dei servizi, le economie di scala ed investimenti in promozione e marketing potrebbero costituire quelle leve competitive necessarie per lo sviluppo del settore, l’affrancamento da una diffusa gestione familiare delle strutture di cui è caratterizzato il sistema turistico italiano e un riposizionamento qualitativo delle medesime. Una risposta in questa direzione viene fornita dal Fondo Italiano di Investimento, fondo mobiliare chiuso costituito su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di alcune banche sponsor. Come anticipato in un precedente articolo apparso su questa Rivista (n. 3 del 2011, ndr), tra gli obiettivi del Fondo rientra l’incentivazione dei processi di aggregazione tra piccole e medie imprese, anche attraverso integrazioni orizzontali e/o verticali, al fine di favorire la creazione di realtà caratterizzate da una dimensione più significativa, in grado di rafforzare la propria competitività, di recuperare sinergie e di indirizzarsi sempre più verso mercati internazionali. L’intervento finanziario si concretizza nell’acquisto, in aumento di capitale, da parte del Fondo di una partecipazione azionaria di minoranza dell’azienda target. L’holding period si aggira intorno ai 14/15 anni, con un’attesa

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di rendimento del capitale investito in un’ottica di crescita del valore economico aziendale. Un’ulteriore opportunità di crescita e di internazionalizzazione è rappresentata dagli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Simest Spa, società a sponsorship pubblica che interviene a sostegno della creazione di società all’estero e della realizzazione di strutture ricettive in Paesi extra UE, condividendo il rischio imprenditoriale attraverso l’immissione di capitali propri e mettendo a disposizione la propria esperienza pluriennale sui mercati esteri e un network di istituzioni internazionali e di banche estere.

La ridotta dimensione media delle strutture ricettive e il modello prevalente di conduzione familiare di cui è connotato in massima parte il tessuto imprenditoriale alberghiero italiano rappresenta uno dei principali limiti da un punto di vista competitivo dell’economia turistica del Paese


Al via i “Distretti turistico-alberghieri” Il cosiddetto “decreto per lo sviluppo”, ora all’esame del Parlamento per la sua conversione in legge, ha introdotto la figura del “Distretto turistico-alberghiero”

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i cosa si tratta? Il decreto-legge n. 70 del 13 maggio 2011 prevede che nei territori costieri possono essere costituiti, su richiesta delle imprese del settore che operano nei medesimi territori - previa intesa con le Regioni interessate - i Distretti turistico-alberghieri. L’obiettivo è chiaro: riqualificare e rilanciare l’offerta turistica (anche a livello internazionale) e migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi erogati dal settore. Ai Distretti - la cui delimitazione è per legge di competenza dell’Agenzia del Demanio – si applicano le agevolazioni attualmente disposte per le reti. Inoltre i Distretti sono “Zone a burocrazia zero”, ai sensi dell’articolo 43 del decretolegge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito con modifiche dalla Legge n. 122 del 30 luglio 2010. Sono inoltre previsti, all’interno dei Distretti, degli “Sportelli unici”, con compiti di assistenza e consulenza fiscale, amministrativa e previdenziale.

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SPECIALE: TURISMO

Istituto Alberghiero di Stresa La più antica scuola di formazione turistica in Italia

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n tutto il Piemonte orientale l’Istituto alberghiero “Erminio Maggia” viene comunemente chiamato “la Scuola di Stresa”. A segnare una familiarità con un’istituzione che opera sul Lago Maggiore - ma per certi aspetti in tutt’Italia- da oltre sessant’anni. Fu infatti fondata nel 1938, precedendo di poco altri istituti: Abano Terme, Montecatini Terme e Genova. La Scuola ospitò, ricordiamo, il Primo Congresso Nazionale sull’Istruzione Alberghiera (siamo nel 1942). Negli anni “la Scuola di Stresa” si è ampliata ha formato professionisti italiani e stranieri, raggiungendo i circa seicento allievi: ben di più dei venti/trenta dell’a.s. 1938/39. Ha cambiato aspetto, insomma, ma un filo conduttore che unisce le generazioni di studenti, presidi e professori della Scuola c’è: la valorizzazione del patrimonio umano, la crescita professionale del singolo. Per tutti vale sempre il motto della Scuola: “Non perder l’ora!”. E di tempo, infatti, non se n’è perso.

Ancora una volta una studentessa di Stresa campionessa Sommelier Junior! Tre partecipazioni e due vittorie! L’IstitutoAlberghiero “Erminio Maggia” di Stresa ha vinto per la seconda volta consecutiva il concorso nazionale Sommelier Junior dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier). E lo ha fatto avendo partecipato a sole tre edizioni: nella prima -esplorativa- la scuola era arrivata in finale; nella seconda (as 2009 – 2010) ha vinto nella classifica B, studenti del IV e V anno, con Myriam Moretto; e quest’anno, ha bissato il successo con Laura Bolognini, sempre categoria B, studenti del IV e V anno. Scuola di Stresa Viale Prof. Albano Mainardi, 5 Stresa (VB) Piemonte - Italy 28838 Tel: 0323 31194 Fax: 0323 33649 iamaggia@tin.it

FORMAZIONE ALL'ESTERO Ecole Hauteliere Lausanne Since 1893 The Art & Science of Hospitality Management È la prima scuola alberghiera del mondo e prepara i leader di domani. La sua filosofia di insegnamento combina esperienza e scoperta e trasmette l’arte e la scienza del management dell’ospitalità. Venne fondata nel 1893, durante la Belle Epoque, quando la Svizzera stava vivendo, per la prima volta, un pieno boom in ambito turistico. Oggi l’EHL è riconosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi programmi accademici che sono una perfetta combinazione degli studi più avanzati sul management dell’ospitalità e del know-how operativo. Ecole Hôtelière de Lausanne Le Chalet-à-Gobet Case postal 37 1000 Lausanne 25 Switzerland Tel. +41 21 785 13 54 Fax +41 21 785 11 21 www.ehl.edu/eng

Cornell University Ithaca (USA) SCHOOL OF HOTEL ADMINISTRATION Fondata nel 1922 dalla volontà di alcuni magnati proprietari di hotel e dalla American Hotel Association, la Cornell University’s School of Hotel Administration è stata la prima ad offrire un programma accademico in materia di ospitalità. Oggi è considerata leader mondiale nel suo settore. gli iscritti ricevono una formazione teorico-pratico tale da primeggiare per competenza e competitività. General School Information School of Hotel Administration Ithaca, NY 14853-6902 www.hotelschool.cornell.edu/about/ Phone: 607.255.9393 Fax: 607.255.0021

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SPECIALE: TURISMO

L’attenzione al cliente e il sistema turistico: le competenze professionali Le competenze e gli interventi di formazione per il management e gli operatori del settore turistico sono state oggetto di profonde revisioni, rese necessarie da elementi di discontinuità nelle fasi di maturità del mercato

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na rilevante revisione, meno recente, della struttura delle competenze si è imposta ormai da qualche anno, nel momento in cui anche per il mercato dei servizi e dei prodotti del turismo si è affermata l’ottica di filiera. Così come è avvenuto in molti altri comparti produttivi, l’ottimizzazione dei processi e la quantificazione/qualificazione degli obiettivi di business ha imposto un approccio di filiera anche alle imprese del turismo. Questa nuova prospettiva, dal punto di vista della revisione delle competenze, interessò particolarmente il management e il middle-management dei tour-operator, generando un fabbisogno formativo direttamente legato all’organizzazione e alla gestione di filiera, finalizzato ad acquisire livelli più elevati nell’ambito della programmazione diffusa delle risorse (dirette e indirette), coinvolte dallo sviluppo ed erogazione dei pacchetti turistici. Per quanto banale possa oggi sembrare, l’ottimizzazione dei flussi, la programmazione delle risorse, l’attenzione scientifica al controllo di gestione, premiò quanti ebbero il coraggio di investire nello sviluppo di tali competenze, sfaldando il monopolio degli investimenti in politiche e know-how legati al marketing e alla comunicazione commerciale. Le competenze di gestione legate all’ottimizzazione delle risorse e all’ottica di filiera, pur essendo diventate una sorta di “consapevolezza innata” del management delle aziende leader di mercato e degli operatori intermedi, non hanno monopolizzato l’intero orizzonte del fabbisogno formativo di settore. Di lì a poco si è palesato in modo disarmante il fatto che la solidità organizzativa e gestionale di un “operatore leader” del mercato resta tale anche nei limiti in cui riesce ad instaurare un dialogo continuo con gli interlocutori intermedi e finali del mercato stesso.

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La filiera, quindi, si estende fino all’ultimo anello, fino al cliente o al potenziale cliente e diventa fondamentale il saper processare le richieste, ovvero rendere l’esigenza manifestata dal proprio cliente (intermedio o finale) una vera e propria risorsa informativa. Da questa ulteriore consapevolezza emergono i fabbisogni formativi che attengono alla comunicazione. Da tale prospettiva, la qualità della formazione si è legata allo sviluppo delle capacità di individuare esattamente l’interlocutore (gli interlocutori, lungo tutta la filiera turistica) e creare, per ciascuno di essi, un punto di contatto in grado di raccogliere l’esigenza e processarla in tempo reale e gestirla con elevate percentuali di soddisfazione da parte del cliente. L’obiettivo di sviluppo di questa “competenza comunicativa qualificata” (sempre più assistita da sistemi informativi che trasformano continuamente in dati) è stato il maggiore tra gli investimenti in formazione sostenuti dagli operatori leader di mercato, e l’incremento dei contact-center ne rappresenta l’evidenza empirica. Oggi, benchè le competenze nella gestione dei processi organizzativi di filiera restino una condicio sine qua non per ogni operatore e per ogni giovane laureato che voglia avviare un percorso di crescita professionale nel settore, si assiste ad una ulteriore evoluzione del concetto di ottimizzazione (insito nel concetto stesso di filiera). Forse, una delle più interessanti ed affascinanti revisioni/reingegnerizzazioni delle competenze del settore turistico si lega al concetto di “sistema” e al passaggio dall’ottica dell’ottimizzazione a quella della valorizzazione. Le dinamiche degli ultimi anni, adeguandosi ad una richiesta sempre più qualificata e puntuale, hanno condotto l’operatore turistico a rispondere alle esigenze del cliente, non solo con la


possibilità di personalizzare all’infinito un qualsiasi pacchettoviaggio o accogliendo le richieste con un interlocutore qualificato, ma con un nuovo approccio organizzativo al mercato, fatto anche di proposte turistiche bottom-up e di piccoli touroperator locali. È molto interessante notare come si sia avviata una pacifica convivenza (sul mercato) tra i classici pacchetti turistici e l’offerta di itinerari locali (paesaggistici, culturali, enogastronomici, ecc.) confezionati da operatori del territorio stesso. È interessante, soprattutto, assistere alla naturale valorizzazione delle risorse locali, ad opera di chi nel territorio vive ed opera, ed osservare come, attraverso questa innovativa offerta turistica, si realizzi un vero e proprio approccio di Sistema Turistico Territoriale. Tralasciando corollari di altra natura legati al concetto di Sistema Turistico Territoriale (primo tra tutti quello di sostenibilità), ci soffermiamo brevemente sul più attuale dei fabbisogni di competenze, generato da questo nuovo approccio al mercato: le competenze nell’ambito del marketing territoriale. Pur restando, per così dire, inossidate le competenze di management (nell’accezione generale, come capacità di creare un assetto organizzativo funzionale agli obiettivi di business), lo

sviluppo di un’offerta turistica bottom-up e il confezionamento di piccoli pacchetti turistici da parte di agenzie locali, impongono la conoscenza di metodi e strumenti nell’ambito del marketing territoriale. In particolare, il successo di queste iniziative passa attraverso la capacità di fare marketing di progetto (a livello locale), attraverso la costruzione di una rete operativa sul territorio (legata da comuni obiettivi di crescita), la raccolta di tutte le istanze locali di valorizzazione (traducendole in dati economici previsionali, da restituire ai diretti interessati) e la proposizione e la condivisione, sia nel pubblico che nel privato, di una linea unitaria di sviluppo. Solo, e soltanto, nei limiti in cui l’offerta formativa riesca ad inquadrare tali professionalità e strutturarsi su questi ambiti di competenza, si potrà passare da un fenomeno, per certi aspetti, “di nicchia” ad una risposta razionale alle esigenze di mercato, che sta assumendo una fisionomia sempre più chiara e marcata. Giuseppe Empoli Area Formazione Gruppo Sida g.empoli@sidasrl.it Tel. 071.28521

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SPECIALE: TURISMO

Il comparto turistico nell’era della Disintermediazione e Multicanalità Gli anni ’90 hanno rappresentato un importante momento di transizione nel settore turistico.

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nfatti sino agli anni ’90 la filiera turistica vedeva coinvolti tre principali interlocutori: I FORNITORI DI SERVIZI I TOUR OPERATOR LE AGENZIE DI VIAGGIO Le Agenzie di Viaggio rappresentavano la trait union tra i prodotti e servizi turistici, opportunamente integrati dai Tour Operator, con i clienti finali. L’avvento del Web e delle nuove tecnologie è stato l’elemento determinante che ha ridefinito in toto i livelli di intermediazione che si sono improvvisamente moltiplicati andando a modificare i rapporti tra gli attori della filiera tradizionale. Si verifica in questo modo il processo di disintermediazione nel mondo turistico che

vede lo sviluppo di nuovi intermediari denominati OLTA (On-Line Travel Agency) quali Expedia, Last Minute, E Dreams, ecc. Negli ultimi anni il prodotto turistico è stato proposto nella forme e nelle modalità più disparate cercando sempre di utilizzare la vendita diretta al cliente finale tramite un contatto personale attraverso mezzi quali il telefono, la chat, ecc. Questo ha determinato la sovrapposizione tra disintermediazione e multicanalità, ovvero la possibilità di far arrivare il prodotto turistico al consumatore finale attraverso molteplici canali in modo da dare la possibilità all’operatore di scegliere se distribuire il proprio prodotto tramite il canale tradizionale delle agenzie di viaggio o attraverso una rete di vendita diretta (telefonico o attraverso

consulenti di viaggio), oppure trasferire tutto il suo business sul canale web. La possibilità di avere più opzioni di scelta ha generato dei “viaggiatori evoluti” più sensibili e attenti in grado di selezionare i canali di acquisto in base alle loro specifiche necessità (viaggio leisure, viaggio di nozze, week end, ecc.) Le statistiche più recenti indicano che il 33% degli italiani si accosta al prodotto di viaggi con modalità RoPo (Research on-line, Purchase Off-line). Resta ancora molto elevato il tasso di fedeltà alle agenzie di viaggio per prodotti di costo elevato quali: luxury, crociere, viaggi di nozze. Soprattutto per quest’ultima tipologia di viaggio si stima che il 76% delle prenotazioni venga effettuato tramite agenzie di viaggio tradizionali (fonte TTG

Italia). Per quanto riguarda il canale web, la diffusione ha ormai una diffusione molto capillare, si parla di oltre 23 milioni di utenti attivi. Il web viene soprattutto utilizzato come fonte primaria di informazione, prima di effettuare l’acquisto, utilizzando anche canali quali social media e blog. L’accesso al web passa anche dal telefonino, considerato che gli utenti mobile per internet si attestano intorno ai 10 milioni. In Italia il fatturato totale dell’e-commerce ammonta a 6,5 miliardi di euro, di questi il turismo ha un valore del 52% (fonte NetComm), che comprende in maniera predominante l’acquisto di un biglietto aereo o di un albergo, e a seguire l’acquisto di un pacchetto di viaggio, biglietto navi, ecc. La propensione all’utilizzo complementare

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SPECIALE: TURISMO di più canali fa sì che alcuni viaggiatori utilizzano in maniera complementare il web e l’agenzia di viaggio, ad esempio prenotando on-line ed effettuando il saldo in agenzia. Questo fenomeno ha fatto sì che circa il 78% delle agenzie di viaggio dichiara di avere un proprio sito web “vetrina” dove presenta la propria attività e i propri prodotti e solo il 26% utilizza il sito web per la vendita on-line di servizi base (biglietteria, camere hotel) e il 16% per la vendita on-line di pacchetti viaggio. La quasi totalità degli agenti di viaggio è presente sui social network in prevalenza su Facebook. LE NUOVE EVOLUZIONI DEL COMPARTO TURISTICO: IL TRAVEL EXPERT E L’AVVENTO DEI GRUPPI DI ACQUISTO Quanto evidenziato sopra è attualmente in continuo cambiamento ed evoluzione: secondo una ricerca effettuata da Forrester Research negli USA il 28% dei turisti che ha effettuato una prenotazione on-line ha dichiarato di essere interessato a rivolgersi ad agenzie di viaggio tradizionali. I risultati di questo studio evidenziano una difficoltà diffusa degli intervistati nel completare la prenotazioni in quanto molti siti non riescono a semplificare il processo di prenotazione o a soddisfare in toto specifiche esigenze dei consumatori. Per colmare questo gap si sono configurate delle nuove figure professionali denominate Travel Expert, veri e propri consulenti specializzati in determinate destinazioni, in grado di offrire un’esperienza di viaggio estremamente personalizzata in fase di selezione e prenotazione avvalendosi delle nuove tecnologie e degli strumenti offerti dal web. Questa convergenza tra on-line ed off-line indicano una diffusa esigenza di un ritorno ad un contatto diretto nel processo di pianificazione della vacanza e di un interlocutore a cui fare riferimento durante tutta la durata della vacanza. Un nuovo fenomeno in atto in questo momento di crisi è l’avvento dei gruppi di acquisto (come Groupon Evasioni, Groupalia Viaggi) che stanno spopolando in rete nell’ultimo anno. Nati da un’idea degli Stati Uniti si basano sul principio di raggruppare un certo numero di persone interessati all’acquisto di un pacchetto di viaggi nella stessa località turistica in modo da ottenere sconti. Per il momento le offerte riguardano principalmente soggiorni in hotel, residence o appartamenti, ma è possibile trovare anche crociere in nave o in barca a vela. Anche questa modalità di acquisto offre l’opportunità di poter viaggiare e scoprire nuove mete e nuove destinazioni, cosa che tra l’altro l’italiano non è disposto a rinunciare, risparmiando e conoscendo nuove persone accumunate da gli stessi interessi e dalla stessa passione. Buon viaggio e buone vacanze!

Fabio Di Giulio GGF Group srl Divisione Marketing e ricerche di mercato f.digiulio@ggfgroup.it

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SPECIALE: TURISMO

Chiamarlo ‘turista o viaggiatore’ sembra limitante: esso è al contempo recensore, blogger, membro di più comunità, fotografo amatoriale, podcaster

Appassionati alla tua terra Regioni e terre a confronto per un turismo dinamico, nuovo e high tech di I. Barone

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l turista è una risorsa economica nel vero senso della parola: quando viaggia ricerca i posti da visitare, i ristoranti più carini o dove si mangia bene e generalmente fa shopping. Con uno smartphone in tasca riesce ad essere sempre aggiornato sulle novità, ha sotto gli occhi un’unica pagina in cui confluiscono le informazioni, le tariffe applicate, gli itinerari e invita i suoi amici a condividere le sue esperienze. Chiamarlo ‘turista o viaggiatore’ sembra limitante: esso è al contempo recensore, blogger, membro di più comunità, fotografo amatoriale, podcaster. E la buona notizia è che è possibile rintracciare i suoi spostamenti e i suoi interessi incrociando dati e commenti. La costruzione del suo profilo segue dinamiche sociologiche, comportamentali, motivazionali e grazie ai social network come Foursquare e Facebook, oggi abbiamo la fortuna di sapere in tempo reale cosa fa e come si esprime riguardo alle sue attività. Seguendo questo approccio gli operatori turistici possono proporre mete e soluzioni di viaggio che rispettino le esigenze più particolari, diffondendole

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con l’e-commerce, i social media e campagne mirate di direct marketing. Navigare in rete stando sulla cresta dell’onda significa inserirsi in un flusso comunicativo e instaurare modalità di comunicazioni istantanee e mirate con i propri utenti. La chiave del turismo 2.0 è collaborazione e condivisione di contenuti, uno stato mentale di apertura più che vera e propria tecnologia. L’ha capito la Gran Bretagna con il suo portale VisitBritain.com ricco di contenuti e gestito in modo creativo e sempre aggiornato su opportunità, eventi, strumenti di fidelizzazione. E l’ha capito la Regione Toscana che con i suoi 2 milioni di euro spesi nel costruire un team digital native multilingue ha intrecciato nel web storie e passioni legate alla Toscana coinvolgendo in prima persona i turisti con i nuovi strumenti social. La campagna media “Voglio vivere così” nei suoi spot pubblicitari fortemente onirici ha saputo tradurre in immagini passionali la bellezza della terra toscana. La colonna sonora accompagna lo spettatore in un luogo fantastico in cui la realizzazione del sogno è la possibilità di vivere l’italianità delle campagne, del vino, degli anziani seduti fuori un circolo culturale, degli ampi scorci naturalistici e dei maestosi monumenti. I due esempi vogliono essere un richiamo per la regione Marche a dotarsi di un portale ricettivo univoco per tutte le attività turistiche operanti nel settore e che eviti il fenomeno de “Le Marche disperse”, facendo da collettore per tutte le informazioni, gli eventi, i percorsi fruibili per i turisti. La regione ha un forte potenziale e un’offerta diversificata senza paragoni in termini di occasioni di utilizzo e svago e non c’è miglior modo di comunicare al

proprio cliente se non coinvolgendolo, renderlo protagonista e appassionarlo alle mete. Bisogna sviluppare un’offerta legata al territorio: teatri, arte, cultura, mercatini, fiere, rievocazioni storiche, eventi, parchi a tema, natura e sport estremi. Le nicchie di clienti si conquistano con itinerari che abbiano un tema o una qualche relazione con le loro passioni. Parecchi anni fa un tour operator americano aveva organizzato viaggi alla scoperta di Torricella Peligna, paese natìo del celebre scrittore John Fante. A quei tempi non esisteva il web 2.0, ebbene il tour operator riuscì a raggiungere un numero così consistente di appassionati lettori, che il viaggio nelle terre dell’Abruzzo e del Parco Nazionale della Maiella, riscosse un enorme successo. Il classico viaggio o weekend all’insegna dell’arte e della cultura, si può rendere più significativo se si consente alle persone di costruire intorno una storia personale, in modo da conservare un’esperienza unica e poterla raccontare. O in alternativa se si creano esperienze sinestetiche che coinvolgano più sensi. Un ristorante di Agrigento ha guadagnato una fortuna e diversi riconoscimenti all’estero per aver coniugato la sua cucina essenzialmente di ricerca, tesa alla valorizzazione dei sapori del territorio, alla letteratura di Camilleri. Sfruttando la popolarità del commissario Montalbano, ha riproposto i suoi spaghetti e le sue ricette ottenendo il benestare dello scrittore e dei clienti. La regione Marche ha bisogno di fare sistema con tutti gli enti del territorio e gli operatori turistici per comunicare la sua offerta, inserirsi nelle nuove tendenze e trasmettere esperienze di viaggio in modo emozionale e unico.

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SPECIALE: TURISMO

Itinerari O del gusto Il bello e il buono alla tavola dell’arte

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ttimo riscontro per la serata realizzata nei giorni scorsi all’Asilo Ricci di Macerata, a cura dell’Associazione Provinciale Cuochi “Antonio Nebbia”, dedicata al confronto tra le arti. Già nelle premesse molti erano gli ingredienti per offrire un evento del tutto inedito: il Team Cuochi Marche ha interpretato alcune tele della Scuola Romana e presentato magistralmente piatti della cucina popolare contestuale alle opere. Il tutto accompagnato dalla narrazione d’eccezione del Professor Roberto Cresti, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Macerata, attraverso immagini pittoriche, musiche e poesie d’epoca, che hanno ruotato attorno alle tematiche dei primi del ‘900 e in particolare ai due pittori Scipione e Mafai, entrambi anche se per motivi diversi legati a Macerata. Puntuali all’appuntamento, le persone che hanno partecipato si sono trovate avvolti in un’atmosfera inimmaginabile: l’Asilo Ricci, luogo pregno di storia, è stato trasformato in un contenitore culturale, e si apriva con l’esposizione e il banco di lavoro delle opere uniche di Adriano Crocenzi e con le scenografie elaborate dal Professor Enrico Pulsoni dell’Accademia di Belle Arti cittadina: con i suoi allievi e collaboratori ha riprodotto lo studio di Mafai e il suo “Foro Romano” del 1930, oltre alla riproposizione del soggetto “Gli uomini che si guardano” di Scipione. Gli artisti che nel corso della serata si sono cimentati nell’interpretazione della Scuola Romana, hanno espresso, insieme e in totale libertà ed autonomia, la loro creatività, contribuendo


ad un’esperienza multisensoriale molto attrattiva. Recentemente è nata una nuova scienza, supportata anche da Paul Bloom con il suo “La scienza del piacere”, che ci racconta i motivi dell’attrazione per l’arte, la musica, il cibo, e il piacere come risultato della nostra storia culturale: uno studio che abbraccia le più diverse discipline, dalle neuroscienze ai fondamenti religiosi e filosofici del nostro essere. Le lunghe tavolate definivano fin da subito il carattere conviviale della serata, durante la quale si sono succeduti momenti densi di significato: la narrazione introduceva piatti molto curati nell’estetica e nel gusto, frutto di un’approfondita ricerca e rielaborazione da parte dei cuochi professionisti, capaci di coniugare il bello e il buono, indivisibili nella cultura ellenica. Il lavoro dei cuochi professionisti ha destato stupore nei commensali per aderenza di forme e colori, fin dall’antipasto, riferito al quadro “I beccaccini” di Scipione: Trilogia di cacciagione, quaglia arrostita, terrina di fagiano e patè di beccaccia su fondo rosso; vino e radicchio marinato rimandavano alla tela, coinvolgendo però anche le papille gustative. Per ricordare le atmosfere delle osterie romane non poteva mancare la trippa alla romana, che è stata servita a seguire in una pagnottina calda. In una città come Roma, fulcro della religione cattolica, non poteva mancare un riferimento al “Cardinale” (Scipione 1930), che ha ispirato il primo piatto - “Maccheroni farciti e gratinati con coda alla vaccinara e pecorino romano” - composto da un’architettura di rigatoni a forma di Colosseo, farciti dalla tipica coda alla vaccinara e conditi con sugo rosso e pecorino romano, il tutto sormontato da una “cupula” in pasta di pane che ricordava le linee dipinte nel quadro. Le numerose tematiche sviluppate dalla Scuola romana comprendono molti scorci della campagna pontina e in particolare è stata proprio la tela “Contemplazione” che ha ispirato un piatto speciale per il quale ancora una volta sono stati rispettati colori e temi proposti con arrosto di manzo agli aromi con carciofo alla giudia, cipollotto gratinato e patata tornita. Il servizio è stato svolto con grande dedizione dagli allievi dell’Istituto IPSSART di Cingoli, che sempre più spesso vengono coinvolti in “prime assolute”. La degustazione è stata valorizzata dall’abbinamento curato dall’Associazione Italiana Sommelier della Cantina Belisario: Verdicchio Vigneti del Cerro, Rosso san Leopardo, Melitetes, speciale bevanda a base di vino e miele. Ulteriore suggestione è stata data dall’ascolto, in contemporanea alla degustazione dei cibi, di musiche d’epoca originali (“Nannì-Nannì”, “Casa mia”, “Il re di cuori”, ecc..) che raccontavano un tempo definitivamente trascorso e forse misconosciuto. Dopo aver indagato la storia personale di Scipione attraverso le sue opere, la serata si è conclusa osservando il famoso dipinto sulle demolizioni e gli sventramenti di Roma realizzato da Mafai, quasi a rappresentare la lacerazione dell’uomo moderno. Proprio con il dolce gli chef pasticceri si sono superati, realizzando una scultura di cioccolato riccamente dipinta con ingredienti tutti commestibili, che si appoggiava sulla torta bianca di cioccolato e fragole. L’uscita della torta in sala ha destato un grande applauso per l’ottimo lavoro svolto. Nessuno ha pensato di poter rompere e mangiare la scultura, che ha rappresentato per tutti una versione tridimensionale della tela vista. Il gran finale ha permesso inoltre di incontrare i cuochi che,

in virtù di una passione sempre più raffinata, hanno reso possibile questa “contaminazione” (l’elenco è riportato nel box): proprio loro, i protagonisti della cultura gastronomica del territorio, sono stati omaggiati con un calice in vetro decorato con metallo e pietre preziose da parte della vicesindaco Irene Manzi in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, che ha garantito il patrocinio all’evento. L’organizzazione - grata del sostegno garantito dalla Camera di Commercio di Macerata - si ripromette di ripetere l’invito alla “Tavola dell’arte” nella prossima stagione.

I CUOCHI Roberto Cantolacqua Pasticceria “La mimosa” di Tolentino Claudio Marcozzi Pasticceria “Il picchio” di Loreto Paolo Paciaroni Ristorante “Eremo” di Caldarola Luca Facchini Docente presso la Scuola alberghiera di Cingoli Iginia Carducci Ristorante “Osteria dei fiori” di Macerata Alberto Grilli Ristorante “La fabbrica del gusto” di Montecosaro scalo Dino Casoni Hotel “Carnevali” di Muccia Mirco Battaglini Ristorante “Moulin rouge” di Treia Robert Ortolani e Danilo Mosconi Ristorante “Villa Cortese” di Treia

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LA VACANZA È UNA COSA SERIA. i villaggi italiani nel mondo

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Eden Viaggi, dopo 28 anni di crescita costante, è uno dei principali tour operator italiani. Oggi, all’interno del gruppo Eden, convivono più filosofie di ospitalità che condividono la stessa missione di offrire sicurezza e assistenza ad ogni esperienza di viaggio. Eden Viaggi pubblica 30 cataloghi che raccolgono proposte e soluzioni per viaggi individuali, di gruppo, incentive, destinate al mercato italiano e al mercato estero. Le persone che dal 1983 hanno viaggiato con Eden sono più di 7.000.000, di cui 500.000 nell’ultimo anno. La linea di prodotto a marchio Eden Viaggi propone una vasta gamma di villaggi, hotel e resort. I protagonisti di questa linea sono gli Eden Village, più di 30 villaggi italiani nelle destinazioni di vacanza più conosciute del mondo, gli Eden Gold International Club, club internazionali selezionati da Eden e gli Eden Special, strutture scelte per l’ottimo rapporto qualità prezzo. Il marchio Eden Made è dedicato a tutti i viaggiatori alla ricerca di un servizio su misura, desiderosi di scoprire le mete più esotiche del pianeta. Margò è una linea di prodotto alternativa, pensata per coloro che vogliono viaggiare senza fronzoli e sentirsi sempre liberi. Eden Hotels è la catena alberghiera del gruppo Eden: ne fanno parte hotel pensati per le famiglie in vacanza, gli sportivi e i professionisti in viaggio.

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SPECIALE: TURISMO

Il diritto di superficie sulle spiagge sarà “di soli 20 anni” Nella versione originaria del “decreto sviluppo” il Consiglio dei Ministri aveva stabilito la concessione di un diritto di superficie della durata di 90 anni per i titolari di concessioni demaniali di stabilimenti balneari. Il Ministro Tremonti aveva spiegato le motivazioni che sono alla base di questo provvedimento, riconducibili alle prospettive di investimento e ai relativi benefici per le economie locali

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nfatti i titolari delle concessioni, avendo una sicurezza sui tempi per i quali sarebbero stati titolari (90 anni) avrebbero investito nel rinnovo degli spazi avuti in concessione, con evidenti ripercussioni anche sull’occupazione. Inoltre gli incassi che sarebbero derivati da questa Manovra sarebbero stati divisi tra Stato, Regioni e Comuni, oltre ad un contributo anche per i distretti turistici che avrebbero goduto di incentivi fiscali. Oltre al fatto che le spiagge sarebbero rimaste pubbliche e sarebbe stato mantenuto il libero accesso al passaggio e alla battigia. Questa norma da subito ha

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fatto esultare i titolari delle concessioni, ma ha provocato un coro di proteste da parte di associazioni ambientaliste, forze politiche, associazioni dei consumatori ma anche dell’Unione europea, la quale attraverso il portavoce del Commissario europeo al Mercato aveva chiesto chiarimenti. La Commissione europea già in precedenza aveva avviato una procedura di infrazione, sulle concessioni ai privati di spazi pubblici come le spiagge e le piazze per i mercati. I richiami riguardano la normativa ora in vigore in Italia, che prevede la durata di 6 anni della concessione ma con rinnovo quasi automatico

alla scadenza. Per Bruxelles, infatti, “le concessioni devono avere una durata appropriata e alla fine del periodo limitato deve essere garantita l'apertura alla concorrenza”. Questa levata di proteste ha fatto si che fosse modificato il decreto prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, portando il diritto di superficie dai 90 iniziali a 20 anni; diritto che dovrà essere rilasciato nel pieno rispetto dei principi comunitari di economicità, efficacia ed imparzialità. Un periodo di tempo visto comunque positivamente dai proprietari degli stabilimenti balneari che hanno in concessione le spiagge. In questo modo avranno il tempo ne-

cessario per usufruire degli investimenti fatti nei loro stabilimenti e per ammortizzare le spese per l’avvio di un’attività, che si aggira attorno ai 10 anni. Pertanto, la concessione statale per gestire una spiaggia – che dura 6 anni ed è rinnovabile facilmente -, con il “decreto sviluppo” è salita a 20 anni, ma per aggiudicarsi la gestione del litorale bisognerà partecipare a un’asta pubblica. La prima è prevista per il 2015.

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

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Tutte le strade portano a Roma, recita un antico proverbio… ma a volte i percorsi si fanno un po’ complicati. Quello delle infrastrutture per le Marche, anche a causa della loro particolare conformazione fisica, con gli Appennini lungo tutto il versante Ovest e il mare lungo il versante Est, è un eterno problema. Sebbene oggi ci siano molti cantieri aperti e sembra che, è proprio il caso di dirlo, “qualcosa si stia muovendo”, resta difficile arrivare o partire dalle Marche e non è sempre agevole lo spostamento da una parte all’altra della regione. Ne parliamo con i protagonisti del settore, che ci informeranno sulla situazione attuale e ci aiuteranno a capire “in quale direzione stiamo andando”. 183


DOSSIER: INFRASTRUT TURE

INFRASTRUTTURE A CONFRONTO

L’opinione di Mario Formica, neo-Presidente della Fiera delle Marche, Vicepresidente dell’Associazione Industriali della provincia di Rimini e Vicepresidente dell’Aeroporto “Federico Fellini” di Rimini. di A.Petronelli

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residente, dal Suo punto di vista com’è la situazione infrastrutturale delle Marche, in confronto con quella della costa romagnola? “I dati sul tessuto imprenditoriale marchigiano sono entusiasmanti: un’azienda ogni 9 abitanti, testimonianza di una vivacità che altrove è difficile trovare. Quello che manca – ma non solo in questa regione - è una sorta di cabina di regia, un board che valuti gli investimenti in una visione complessiva. In una situazione come quella attuale, il rischio è che si investa molto (talvolta eccessivamente) su taluni settori a scapito di altri. Ma questa, ripeto, è una caratteristica negativa di molti territori del Paese”. Come il riminese? “Sì. Basti pensare alle decine e decine di milioni stanziati per la nuova Fiera di Rimini e del nuovo Palazzo dei Congressi di Rimini: bellissimi progetti che però hanno finito col penalizzare la viabilità ed il sistema dei trasporti come ad esempio l’aeroporto che serve la città, ma fortunatamente si sta rimediando con nuovi investimenti. In generale, nelle Marche come in Romagna e in molte altre regioni, si avverte spesso un deficit non tanto nelle infrastrutture in sé, ma nei servizi collegati alle stesse: non ha senso realizzare le strutture quando poi gli utenti hanno difficoltà nel raggiungerle oppure non trovano parcheggi adeguati ed altri servizi”. Questo perché accade? “Perché chi ha il potere decisionale non sa ascoltare i propri interlocutori. Invece si deve lavorare assieme, decidere a più

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voci il futuro di un territorio, creare “stanze di compensazione””. Questa situazione vale anche per gli aeroporti di Rimini e di Falconara Marittima? “Premesso che per i piccoli aeroporti non è certo una situazione facile, in quanto, di fatto, devono “accaparrarsi” il traffico (il che azzera, o quasi, i benefici), resta il fatto che le attività aeroportuali generano un indotto enorme: quello di Rimini sfiora i 300 milioni, che significa una spesa pro-capite di 700-800 euro”. Tra gli scali di Rimini e di Falconara Marittima non si rischia di creare un’eccessiva concorrenza? “No. Semmai c’è l’esigenza che essi interagiscano di più. A questo proposito si dovrebbe rispolverare uno studio a più mani, curato un paio di anni fa dall’ISTAO e coordinato dal Professor Balloni, che purtroppo è rimasto lettera morta”. In quali direzioni si possono esprimere sinergie? “Un esempio può chiarire meglio la portata del problema: se Ryanair è ambita dagli aeroporti di Bologna, Forlì, Rimini e Falconara Marittima, cosa fa? Va dove le conviene di più mettendo a strettissima concorrenza gli scali medesimi, sapendo che ognuno ha ‘’bisogno’’ di quel traffico. Ecco perché è fondamentale lavorare sulle alleanze. Stessa cosa per i prodotti e i servizi tipici degli aeroporti, che devono essere calibrati, coordinati, studiati … perché non pensare ad una task force impegnata sui tour operator stranieri, oppure a politiche uguali per i servizi


handling? Naturalmente non è certo questa la sede per affrontare compiutamente né la diagnosi, né la terapia: mi limito ad indicare sinteticamente la filosofia del mio pensiero”. C’è l’impressione che il tessuto infrastrutturale riminese sia più avanti del nostro. E’ così? “Francamente penso che nelle Marche ci sia ancora molto lavoro da fare: forse non vi è una preparazione adeguata al riguardo. A Rimini le cose sono parzialmente differenti anche per due fattori: da un lato i grandi numeri dell’offerta turistica e dall’altro un sistema fieristico che va forte con un grande passato ed un altrettanto futuro. Quanto al turismo, però, non dimentichiamo che anche nelle Marche il settore sta diventando sempre più un fattore determinante per la crescita economica del territorio”. Parliamo della Fiera: che rapporto c’è con la dotazione infrastrutturale? “La Fiera di Rimini è la terza/quarta struttura a livello nazionale. Va da sé che l’intero territorio ne beneficia, in termini di indotto: basti pensare che con i suoi oltre 110mila metri quadrati

espositivi - che ospitano anche 700/800 espositori contemporaneamente - la città è in grado di attrarre anche 150mila visitatori per singolo evento fieristico. E sono persone che viaggiano, mangiano, dormono, acquistano …. Insomma, portano ricchezza al territorio nel suo insieme (Si stima che l’indotto creato a Rimini dalle Fiere e dai Congressi generi un volume d’affari di 1.334ML, pari al 16% del Pil Provinciale. Affinchè tutto ciò possa ancor meglio funzionare occorrono un sistema di trasporti – viario, ferroviario ed aereo - e logistico (parcheggi) adeguato e una sufficiente cultura dell’incoming fieristico”. Tutto questo si può costruire anche nella Regione Marche con la nuova creatura FIERE delle MARCHE S.p.A. Cosa serve nell’immediato? “Un collegamento aereo con la Cina: mi interessa fino ad un certo punto se si fa a Bologna, a Forlì, a Rimini o a Falconara Marittima. L’importante è che ci sia”.

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

MARCO MORRIALE: “NON ABBIAMO ALCUN RAPPORTO CON L’AEROPORTO DI RIMINI” Intervista al Direttore Generale di Aerdorica, la società responsabile di tutte le attività operative dell’aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara Marittima di P.Duranti

“Lo scalo di Rimini non è neppure un nostro concorrente: in alternativa a Falconara, i marchigiani preferiscono gli aeroporti di Roma e Bologna”

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residente, ci parli della Piattaforma Logistica delle Marche dal punto di vista dello scalo aeroportuale. “La Piattaforma è espressione delle altissime potenzialità di cui godono le Marche. Rispetto a porto ed interporto, per noi l’intermodalità ha indubbiamente un ruolo meno importante, ma siamo comunque coinvolti intensamente nelle sinergie che sino create”. Quali sono le prospettive della collaborazione con gli altri due enti? “E’ un rapporto costante, che passa attraverso momenti di confronto e gruppi di lavoro, sotto il coordinamento della Regione Marche e con la collaborazione della Camera di Commercio e dell’ISTAO”. Un bilancio del 2010 dell’aeroporto di Falconara.

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“Il bilancio 2010 in questi giorni è all’esame dei revisori dei conti e quindi non è stato ancora pubblicato; speriamo che confermi il trend positivo registrato nel 2009. Quello che posso dire è che il 2010 ha visto oltre 500mila passeggeri transitare dal nostro scalo. Cifra destinata ad essere superata abbondantemente quest’anno, che ci vede in crescita (per ora) del 35 per cento”. L’obiettivo del 2011 qual è? “645.000 passeggeri, ma sulla base dei risultati dei primi mesi di quest’anno confidiamo di raggiungere quota 700.000. Ma, a parte i numeri, è importante comprendere chi utilizza il “Raffaello Sanzio” e perché. Ci stiamo caratterizzando sempre di più come scalo di arrivo a servizio della regione, per finalità sia di business che turistiche”.

Quali sono le destinazioni più gettonate? “Vediamo un trend di crescita verso le destinazioni di Roma e Monaco di Baviera, il che sta a significare che i marchigiani hanno ripreso a viaggiare. Le destinazioni che fanno registrare maggiore crescita sono quelle per Bruxelles, Dusseldorf e Londra”. Come sono i rapporti con il “Federico Fellini” di Rimini? “Diciamo che non abbiamo rapporti, ma non lo vediamo come nostro concorrente. In alternativa allo scalo di Falconara, il nostro bacino di utenza predilige Roma (per il sud delle Marche) e Bologna (per l’area settentrionale della regione), ma non Rimini”.


Intermediazione di immobili residenziali e per l’impresa.

PRIMA e CNA. Una convenzione uguale ma diversa.

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

“LAVORIAMO PER UN SISTEMA INTEGRATO DEI TRASPORTI” di G.Guidi

Per l’Assessore alla Viabilità, ai Porti ed Aeroporti, all’Urbanistica e alle Reti di Trasporto della Regione Marche, Luigi Viventi, “Quadrilatero, Fano-Grosseto, collegamento del porto di Ancona con la grande viabilità sono i principali, ma non gli unici, progetti infrastrutturali che la Regione sta attualmente affrontando con la determinazione ad imprimere in ognuno di questi ambiti una velocizzazione, ormai indispensabile, dopo troppi anni di stop e di rallentamenti”

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ssessore, qual è la situazione infrastrutturale della regione? “Le Marche scontano un gap infrastrutturale che incide considerevolmente sulla competitività delle aziende, oltre che sulla qualità della vita dei cittadini. Un gap che va ridotto drasticamente, anche per aiutare la nostra comunità a resistere alla crisi. E’ la sfida di questo governo regionale”. Quali sono i risultati più significativi di quest’anno in termini di infrastrutture? “Le buone notizie delle ultime settimane riguardano i lavori della terza corsia dell’A14, che in molti tratti sono addirittura in anticipo sul cronoprogramma previsto, e il positivo passaggio al Cipe, che ha approvato lo schema di convenzione per la realizzazione dell’Uscita Ovest di Ancona. Siamo dunque all’ultimo snodo istituzionale dell’iter ed ora è possibile la prosecuzione della gara d’appalto per l’individuazione del concessionario che realizzerà l’opera in project financing, quindi senza alcun investimento pubblico”.

L’avvicinamento dei tempi per la realizzazione dell’Uscita Ovest ci permette di stringere anche per quanto riguarda la programmazione delle opere per lo sviluppo del porto di Ancona? “In parte sì. Al porto di Ancona, e quindi alle sue principali infrastrutture, è legato anche un altro degli obiettivi fondamentali della Regione: creare una piattaforma logistica di collegamento tra lo scalo dorico, l’aeroporto e l’interporto. La Regione, coordinando gli investimenti propri e dello Stato su questo nodo infrastrutturale, sta trasformando i nodi singoli del trasporto regionale in un sistema integrato dal quale si aspetta significativi risultati per lo sviluppo economico. Se si ripercorre la recente storia degli investimenti che vanno dalla nuova aerostazione di Falconara, in grado di ospitare fino ad un milione di passeggeri l’anno, agli interventi per la costruzione dell’Interporto per 100 ettari di area a disposizione delle aziende, agli oltre 30 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture stradali e ferroviarie dedicate, all’ampliamento della Darsena Marche, e alle infrastrutture

di accesso al porto (allaccio ferroviario della Darsena Marche alla stazione FFSS, allaccio ferroviario dello Scalo Marotti, collegamento stradale Porto-Grande Viabilità), risulta chiaro che la Regione Marche ha lucidamente pianificato la costruzione della Piattaforma Logistica negli ultimi dieci anni. Ora occorre però che a questo corrisponda un’azione per la gestione integrata, che coinvolga le amministrazioni pubbliche, le società, gli enti di gestione e gli operatori economici”. Qual è lo stato dei lavori per la realizzazione della Quadrilatero? “Il primo maxilotto - relativo alla Statale 77 CivitanovaFoligno - è sostanzialmente in linea con il cronoprogramma dei lavori, consegnati a novembre 2009, la cui conclusione è prevista entro il 2013. L’intervento è di circa 35 chilometri tra le Marche e l’Umbria, di cui 22 in galleria. I problemi relativi al secondo maxilotto - tratto Ancona-Perugia della SS 76 - sono costantemente monitorati dalla Regione, soprattutto in relazione alla delicata fase societaria del contraente generale.


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DOSSIER: INFRASTRUT TURE La richiesta della cessione del ramo d’azienda della Btp, azionista di maggioranza della società di progetto aggiudicataria del raddoppio della viabilità tra Marche e Umbria, è presa in considerazione anche dal commissario giudiziale nominato dal Tribunale di Prato come ipotesi concreta su cui lavorare, per non penalizzare i subappaltatori impegnati nei cantieri e non rischiare un’incompiuta. La Regione Marche continuerà ad essere vigile e a sollecitare gli enti coinvolti, per la definizione di una soluzione in grado di favorire la completa realizzazione della Strada Statale 76. Nel frattempo siamo riusciti a non far fermare i lavori e a mantenere operativi cantieri, come dimostra il rispetto, fino a oggi, del cronoprogramma aggiornato”. E per la Fano-Grosseto? “Il Ministro Matteoli ha più volte evidenziato il profilo strategico che dovrà assumere questa importante arteria, che dovrà consentire il collegamento tra l’autostrada A14 Adriatica e l’autostrada A1 Tirrenica, intercettando l’itinerario europeo dell’E45. Fondamentale è la convergenza di intenti delle tre Regioni interessate (Marche, Umbria e Toscana), che hanno condiviso la necessità di una visione globale dell’intera arteria, abbandonando definitivamente la strategia dei piccoli lotti funzionali. La Grosseto-Fano è ora in Tabella 2: Priorità 20102013 del Programma Infrastrutture Strategiche predisposto dal Governo. Per terminare tutta l’opera rimangono ancora da realizzare circa 140 chilometri sui 270 totali e sono necessari circa 4 miliardi di euro. La Regione Marche sta attualmente sollecitando la prosecuzione dei lavori del tavolo tecnico, volti ad individuare e valutare tutte le possibili soluzioni tecnicoeconomiche (project financing, parternariato pubblico-privato o altre soluzioni)”. Facciamo, infine, il punto sulle infrastrutture ferroviarie. “Il raddoppio della Ferrovia Orte-Falconara vede le Marche, insieme con l’Umbria diretta interessata, spingere sempre per ottenere anche solo piccoli passi avanti, come l’ultimo finanziamento, concesso per il tratto di Montecarotto, che costituisce un altro tassello della difficile ma necessaria tratta verso la capitale. In un recente incontro con l’ad di Trenitalia Vincenzo Soprano abbiamo inoltre sollecitato le procedure per l’appalto del nodo di Falconara. Sull’alta velocità, infine, la Regione è impegnata in un confronto costante con Trenitalia, con il fine di garantire una serie di servizi anche sul territorio regionale, così da compensare alla penalizzazione delle Marche. Molti servizi, infatti, sono attualmente tarati in funzione dello snodo di Bologna senza che la nostra regione ne tragga vantaggi in termini di velocizzazione”.

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

LA REGIONE ASSUMA LE SUE RESPONSABILITÀ Per il Capogruppo Pdl in Consiglio regionale, Francesco Massi, in materia di infrastrutture, grandi opere e lavori pubblici la Regione deve rivedere quasi totalmente le sue strategie di programmazione, superando le visioni “provinciali” e campanilistiche

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i sta avvicinando il sistema “federalista” e quindi, tra pochi mesi, non servirà più continuare a “rincorrere” lo Stato. Stato che ad oggi ha garantito grandi investimenti: Terza Corsia A14, Quadrilatero Umbria–Marche, Ferrovia Ancona–Roma; si risolveranno la Fano–Grosseto e i problemi del Porto di Ancona. Tuttavia è lecito domandarsi: come e quando la Regione definirà le “opere–obiettivo” di rilievo “regionale”, che dovranno imprimere al territorio una qualità particolare nella fruibilità del nostro ambiente, insieme con una viabilità più snella e non invadente, per promuovere turismo e cultura? Certamente mi auguro che il criterio dell’individuazione degli obiettivi e la distribuzione delle risorse non sia quello del Bilancio 2011, dove è risultato prevalente il vecchio ed arcaico sistema della “distribuzione a pioggia” e in cento rivoli, senza minimamente selezionare i progetti, bensì, scegliendo solo in base a qual-

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che “vicinanza” politica: e così è stato finanziato qualche bocciodromo, qualche cimitero, qualche campetto di calcio, senza una graduatoria o una valutazione complessiva. Così non si va molto lontano! La Regione deve riprendere quel filo interrotto del dialogo con gli enti locali per individuare le infrastrutture che possono fare “sistema”. Riporto alcuni esempi: il Piano delle metropolitane di superficie o linee ferroviarie regionali; un servizio di eli-taxi; almeno due centri natatori con piscine olimpioniche; auditorium per la convegnistica; un autodromo o un motodromo; eventuale copertura dello “Sferisterio” ed interventi su strutture culturali e museali. La Regione dovrà necessariamente “scrollarsi di dosso” metodi e politiche superate dalla storia, provincialismi e campanilismi nocivi per la pari dignità dei territori e delle comunità. Francesco Massi


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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

QUADRILATERO, UN COLLEGAMENTO STRATEGICO TRA MARCHE E UMBRIA

Il Quadrilatero Marche Umbria, infrastruttura viaria strategica per il territorio delle due regioni coinvolte, va avanti. I lavori sono in corso su entrambe le direttrici principali, mentre sulla Pedemontana l’approvazione del progetto è attesa entro il 2011. Il nodo dei finanziamenti e le importanti ricadute economiche. Mondo di J.Celant Lavoro ne ha parlato con il Presidente della Società Quadrilatero, Gaetano Galia.

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el dicembre 2009 è stato aperto al traffico un primo tratto del cosiddetto Quadrilatero Marche Umbria. Oggi come vanno avanti i lavori? “Il 3 dicembre 2009 è stato aperto al traffico il tracciato Pontelatrave–Collesentino nel Comune di Camerino, primo tratto del progetto realizzato sull’asse SS77 della Val di Chienti. L’apertura è avvenuta congiuntamente al tratto Anas che arriva allo svincolo di Sfercia. In tal modo la variante a quattro corsie ha reso disponibili agli utenti circa sei chilometri complessivi di nuova viabilità, permettendo un significativo decongestionamento del traffico veicolare, soprattutto di quello pesante. Il completamento dell’arteria da Pontelatrave a Foligno è in corso. I lavori su questo tratto, consegnati nel novembre 2009, procedono secondo il crono programma”.

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Si tratta di territori montuosi dove la costruzione di opere pubbliche non è facile. “Le gallerie infatti sono numerose e rappresentano il 60 per cento dell’intera tratta; ciò consente una sensibile riduzione dell’impatto ambientale e paesaggistico. Sul tracciato totale di oltre 35 chilometri, il progetto prevede 15 gallerie naturali per oltre 22 chilometri lineari (44 se calcolata la doppia canna) e ulteriori 10 artificiali. La massima lunghezza è raggiunta dalla galleria di “Varano”, nel comune di Serravalle del Chienti, di 3.455 metri. Attualmente gli scavi stanno avanzando ovunque e vari diaframmi sono stati abbattuti: la galleria “La Franca” in località Leggiana (Foligno), situata in un contesto orografico molto complesso a 700 metri di quota, è aperta per entrambe le canne di oltre un chilometro, ed è stata aperta

pure una canna della galleria “Palude”, anch’essa lunga circa un chilometro, che si trova nella piana montana di Colfiorito al confine con la frazione di Cesi, nel comune marchigiano di Serravalle di Chienti”. L’altro collegamento riguarda i due capoluoghi Perugia e Ancona. Come si procede su quest’asse? “A fine 2010 è stato abbattuto su questa direttrice un diaframma di grande impatto simbolico. Si tratta della galleria “Collalto” a Fossato di Vico sulla Strada Statale 76 della Val d’Esino ed è la prima galleria, lunga 234 metri, nel tratto Fossato di Vico–Cancelli che, travalicando il confine tra i comuni di Fossato di Vico e Fabriano, rappresenta la via di collegamento tra le regioni Umbria e Marche. Anche nelle altre gallerie, nonostante qualche iniziale ritardo, si


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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

continua ad avanzare e per l’importante galleria “Gola della Rossa” siamo arrivati ad uno scavo di oltre 1000 metri. Come noto, è un’opera complessa e necessita di circa quattro anni di lavoro con impiego di esplosivo, per la durissima roccia calcarea che la caratterizza”.

lavori. La Società continua a monitorare da vicino l’evoluzione dei fatti per garantire l’avanzamento delle attività. Alla luce dei dati rilevati sui cantieri, c’è un incremento progressivo della produzione, che dimostra l’impegno del contraente generale al completamento dei lavori”.

Ha parlato di iniziali ritardi. Su quest’asse le opere sono affidate al contraente generale DIRPA, il cui principale affidatario (BTP) non gode di buona salute. Che implicazioni ci sono per i lavori? “Bisogna premettere che il regolare adempimento contrattuale è posto in carico esclusivamente al contraente generale, il cui obbligo – secondo Legge Obiettivo – consiste nel “realizzare l’opera con qualsiasi mezzo”. Pertanto la situazione difficile di un suo affidatario non può incidere sull’esecuzione dei

E per quanto riguarda la Pedemontana? “Sulla Pedemontana delle Marche è in corso la Conferenza dei Servizi. In quest’ambito gli enti locali hanno espresso le proprie richieste per migliorare il tracciato secondo le esigenze del territorio. Entro il 2011 si prevede di ottenere l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe per l’intero tratto Fabriano–Muccia/ Sfercia, ma rimane aperto il nodo del finanziamento. L’investimento richiesto, infatti, è parzialmente coperto da fondi

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derivanti dall’Accordo di Programma Quadro della Regione Marche e pertanto risulta finanziato il solo tratto di Fabriano–Matelica, mentre non lo è il restante Matelica–Muccia/Sfercia”. La realizzazione di un’opera infrastrutturale come il Progetto Quadrilatero è destinata a produrre, immediatamente e nel tempo, una serie di effetti positivi sul contesto sociale, economico e territoriale. Qual è stato l’impatto finora e quali sono le previsioni? “I contraenti generali sui due maxilotti a fine 2010 hanno stipulato contratti per lavori, forniture e servizi con 183 imprese locali di Marche ed Umbria per un importo complessivo di circa 370 milioni di euro. Attualmente i cantieri sui due assi impiegano oltre 1.200 persone tra maestranze e indotto. Sono dati

rilevanti e non ancora a pieno regime, ma l’impatto sarà anche successivo alla fase di costruzione. Il potenziamento viario consentirà di ridurre il gap infrastrutturale dell’area, migliorandone l’accessibilità, la mobilità e i servizi logistici, permettendo quindi un incremento dello sviluppo economico e della produttività”.


“I CONTRAENTI GENERALI SUI DUE MAXILOTTI A FINE 2010 HANNO STIPULATO CONTRATTI PER LAVORI, FORNITURE E SERVIZI CON 183 IMPRESE LOCALI DI MARCHE ED UMBRIA PER UN IMPORTO COMPLESSIVO DI CIRCA 370 MILIONI DI EURO. ATTUALMENTE I CANTIERI SUI DUE ASSI IMPIEGANO OLTRE 1.200 PERSONE TRA MAESTRANZE E INDOTTO”

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

Roberto Pesaresi Laureato, libero professionista. Dal luglio 1999 è Presidente di Interporto Marche Spa e dal 2007 Amministratore Delegato. Dal gennaio 2004 è vicepresidente della Unione Interporti Riuniti, aderente a Confindustria, con delega, da maggio 2008, al “quadro normativo” e “rapporti con la Conferenza delle Regioni”. Dal maggio 2010 è vicepresidente della Sezione Trasporti & Logistica di Confindustria Ancona.

“LE AZIENDE HANNO BISOGNO DI CERTEZZE” Per il Presidente dell’Interporto Marche, Roberto Pesaresi, “è doveroso parlare di strategie a medio termine, ma ora dobbiamo dare risposte sulla base della situazione attuale, che non è esente da criticità. E nonostante tutto la Piattaforma Logistica delle Marche sta dando risposte efficaci, in termini di tempi e di costi”

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residente Pesaresi, cos’è la Piattaforma Logistica delle Marche? “E’ una realtà che non ha eguali sul territorio nazionale: nel raggio di 30 chilometri vi si trovano l’aeroporto, l’interporto e il porto. Anche se in altri contesti del Paese vi sono indubbiamente esperienze analoghe di intermodalità, nessuna possiede caratteristiche paragonabili alla nostra. Queste tre infrastrutture stanno andando verso una gestione per così dire unitaria”.

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Con una maggiore attenzione a nord o a sud? “La Piattaforma muove una proposta unitaria a livello internazionale, guardando verso il nord: la stragrande maggioranza dei traffici è rivolta al Nord Italia e all’Europa”.

prenditore di Terni di affidarsi a noi per gli aspetti logistici, anche se i servizi forniti in tal senso dall’Interporto delle Marche sono senz’altro competitivi, in termini di qualità dei servizi offerti e di costi. Quando parliamo di intermodalità, invece, Interporto è un punto di riferimento per un’area molto più vasta della regione, espandendosi in Umbria e persino in altre aree del Centro Italia. Ci si riferisce infatti alla integrazione/scambio tra varie modalità di trasporto (in particolare strada e ferrovia), ma nel caso della Piattaforma Logistica delle Marche le modalità di trasporto si estendono anche a quella via mare e via aereo. Quando si parla di infrastrutture il tema centrale è proprio quello dell’intermodalità, al cui sviluppo non vedo alternative”.

In che senso Lei parla di intermodalità? “E’ importante distinguere tra due tipi di attività: la logistica e l’intermodalità. La logistica – che attiene alla manipolazione della merce - può essere concentrata ma fino a un certo punto: non posso ad esempio chiedere a un im-

Quali risultati sta portando la Piattaforma? “Con l’Autorità Portuale di Ancona vi è una collaborazione molto stretta, ben avviata, anche perché passare da acqua a ferro è senza dubbio più facile. L’intesa è pienamente operativa: ora stiamo valutando assieme alcuni ulteriori

sviluppi, tra i quali gli aspetti marketing e promozionali della Piattaforma Logistica delle Marche”. E con l’aeroporto di Falconara? “Con l’aeroporto la questione è un po’ più arretrata, anche perché i traffici merci aerei sono di dimensioni più limitate. Però è un rapporto che si sta sviluppando. Le attività di supporto all’attività aerea sono importanti soprattutto per certi prodotti e/o destinazioni. Ora auspico una maggiore integrazione, anche societaria, tra i tre enti, ad esempio nel senso di uno scambio di partecipazioni o comunque di accordi che garantiscano una maggiore flessibilità, anche decisionale. Non dimenticando, però, che per noi l’intermodalità è un core business, mentre per il porto e l’aeroporto è un “di cui””. Come giudica la situazione infrastrutturale del Paese? “In Italia vi è sicuramente un grosso problema: la dotazione infrastrutturale. Ma dobbiamo distinguere tra le infrastrutture in sé e i servizi infrastruttu-


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DOSSIER: INFRASTRUT TURE rali, tra i quali i più importanti sono i servizi doganali. Chi sceglie un collegamento con l’Europa guarda ad entrambi”. In un contesto come l’attuale, caratterizzato da una contrazione di risorse, cosa bisogna fare? “Tutti i Paesi stanno incentivando l’intermodalità. Per carità, siamo tutti consapevoli che le risorse sono scarse, a livello regionale, nazionale e comunitario. Va da sé che tale situazione ci obbliga a compiere delle scelte secondo una scala di priorità. E l’intermodalità rappresenta una scelta saggia, anche in rapporto ai costi di infrastruttura, ai costi ambientali, ai costi di gestione del territorio e a quelli connessi alla salute”.

“L’obiettivo è quello di agevolare la logistica, attraendo maggiormente gli operatori del settore. In questo senso altre Regioni sono molto avanti”

Quali sono i vantaggi dell’intermodalità per le aziende? “La sfida è costituita certamente dai costi, ma anche dai tempi, che alla fine comunque si traducono in oneri a carico delle aziende. L’appetibilità di uno scalo dipende moltissimo dai tempi: per questo si è reso indispensabile collegare meglio possibile il Porto all’Interporto”. A livello territoriale le priorità sul fronte infrastrutturale quali sono? ”Relativamente alle infrastrutture, a noi interessano quelle immediatamente fruibili: quello che c’è, non quello che ci sarà. I nostri interlocutori, cioè le aziende, chiedono il servizio oggi, non possono sentirsi dire: “c’è un progetto per fare questo o quello ...”. Pertanto ci dobbiamo chiedere come sono le infrastrutture attuali. Ciò non significa che non siano importanti le strategie: anzi, sono fondamentali, ma fatte salve le premesse di cui sopra”. A proposito di progetti? “Dobbiamo assolutamente dotarci di una stazione, in modo da proiettarci verso Orte; non è più possibile dipendere unicamente da Falconara Marittima, anche se quest’ultimo scalo manterrà

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la propria importanza nevralgica. Ma qui rimaniamo in un ambito in cui le responsabilità sono, per così dire, nostre: questi lavori dipendono da noi. E qui posso dire che si tratta di commesse già appaltate, per cui siamo abbastanza tranquilli. Semmai, quello che gli operatori hanno bisogno di sapere è se due grandi infrastrutture di cui si sta parlando da molto tempo saranno realizzate o no: mi riferisco all’uscita dal porto di Ancona e al by-pass di Falconara Marittima. Il by-pass di Falconara è strategico perché permetterebbe di non dover più attraversare la Raffineria dell’Api, di avere una linea diretta Orte-Falconara Marittima-Bologna e un migliore smistamento nella nostra area. Quelle delle sagome attuali delle gallerie, in realtà è un falso problema, per i nostri traffici. Qui occorre capire cosa accadrà in futuro: è chiaro che non si tratta di opere che si possono fare dall’oggi

al domani, ma è altrettanto evidente che le imprese hanno bisogno di certezze. E io mi inserisco tra quelli che oggi chiedono se si faranno oppure no. Una decisione piuttosto che un’altra darà poi maggior sicurezza a chi è intenzionato ad investire sull’Interporto. E tutto ciò a prescindere dal fatto che noi dobbiamo lavorare sull’oggi, non sul domani”. Quanto sono le alleanze tra i vari attori in questo settore? “Occorre puntare sempre di più su una logica di rete: non più l’uno contro l’altro. Prendiamo ad esempio la situazione dei porti italiani: se ciascuno ragiona ed opera in modo autonomo, perdiamo tutti. Vi dev’essere collaborazione, si trovino le forme più idonee per allearsi … Altrimenti lo spazio sarà sempre minore. Lo sa che un container proveniente dalla Cina e destinato all’Italia del Nord passa da Rotterdam, Anversa o Amburgo? E ci impiega meno che

passando per un porto italiano. Come è possibile?”. Che ruolo ha la Regione Marche? “Riveste un ruolo chiave, e non soltanto perché ha un potere decisionale nell’ambito della compagine societaria delle tre strutture (detenendo la maggioranza della Società Interporto, la maggioranza relativa di Aerdorica e un ruolo comunque centrale in seno all’Autorità Portuale di Ancona, ndr). Nel nostro settore le Regioni hanno un ruolo attivo in quanto è prevista una loro competenza concorrente con lo Stato”. L’Interporto Marche serve un’area che va al di là dei confini regionali. Quali sono i rapporti con gli altri enti locali? “La Regione Umbria esprime il Vice Presidente dell’Interporto, a testimonianza del ruolo che la struttura riveste anche per quella regione. Il

territorio di Marche e Umbria è molto simile: le principali attività economiche si snodano lungo l’asse Fabriano-Foligno-Terni. Noi dobbiamo garantire un buon collegamento di questa vasta area con i corridoi europei”.

“Disponiamo di ampispazi perun’efficiente attività logistica, che rappresenta la parte con il più elevato valore aggiunto”

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

Questo vale, come molti sappiamo, anche nei comparti Istruzione, Sanità e Giustizia! Cioè stessa mano, stessi risultati.

GIOVANNI MAURO: "C’È PIÙ POLITICA NEI PORTI ITALIANI CHE ACQUA DI MARE!!!" M

a, tenuto conto che non siamo il mago Merlino, occupiamoci del comparto infrastrutturale, cioè quello in cui tutti noi italiani siamo immmersi, o meglio, dove tutti noi viviamo quotidianamente, ovvero lo scatolone che contiene tutte le altre scatole! Chi legge tenga sempre presente che noi non siamo un Paese a mono-cultura, solo petrolio, solo carne bovina, solo pesca ecc., ma un Paese che è profondamente mistilineo: turismo, industria, alimentari, moda, tradizione artistica, letteraria ecc. e non come molti ci vedono dall’esterno e cioè, la pizza, la Juve e la Ferrari!! Quindi, quando si parla di infrastrutture si allude a: • porti • aeroporti • autostrade • ferrovie • porti • aeroporti • autostrade • ferrovie

in evidente stato di fatiscenza

Porti in prima fila per il semplice fatto che pochi realizzano e che, rispetto agli altri segmenti, questo rimane il settore che muove

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tutt’ora il 70% delle merci che si riferiscono alla vita di circa sei miliardi di persone!! La globalizzazione ha improvvisamente stravolto l’antico e creato il moderno (il Bric contro il Piigs). Risultato: un avanzamento travolgente del primo rispetto al secondo che è rimasto quasi infartuato per la propria vetustà da un punto di vista finanziario, industriale, statale, ideologico, demografico, ecc. ecc.. Il “gap” è lacerante, drammatico, incolmabile!! Il nostro scatolone principale è come un antico vascello che imbarca acqua da ogni parte! Chi si intende di vita di mare sa che l’unica speranza di salvare la propria esistenza è il “getto” del carico e di ogni peso superfluo in mare. Questo per tentare di continuare il viaggio e di raggiungere la destinazione prefissata. D’altro canto, Socrate diceva che, se però la destinazione non è decisa, il viaggio stesso, giustamente, non si compirà mai. Nell’ultima metà dello scorso secolo e millennio lo Stato Italiano ha mantenuto ferma la rotta con le seguenti coordinate: • investimenti a pioggia su 188 porti, squeri, darsene, attracchi, ecc. • nessun tipo di coordinamento rispetto ai 3 scacchieri Nord-Centro-Sud. Plateale scelta


dei responsabili non in base alle competenze, ma rigorosamente con alla mano il manuale Cencelli sulla destra della propria scrivania. Le autorità portuali, che dovevano sostituire i vetusti consorzi del porto e/o le aziende mezzi meccanici, sono “de facto” attraverso la cinghia di trasmissione dell’Assoporti e dei Comuni delle città porto italiane. Una palestra di esercizi ginnici di trapezisti per lo più non olimpici, ma semplici saltimbanchi! Lo spettacolo desolante è oramai sotto gli occhi di tutti, ma non tanto in Italia, quanto nel resto del mondo! Chiunque abbia bisogno di ruotare merce nel Mediterraneo fa sforzi erculei per evitare di sostarvici con altre sponde ben più attrezzate e adeguate al resto del sistema europeo. Intanto nel presente millennio

gli sport nazionali sono: 1. Tiro al piccione sui presidenti delle A.P. in primis da parte dei sindaci; 2. Accentuato lavorìo politico a favore dei porti più marcatamente di sinistra a prescindere se del Nord o del Sud; 3. Lamentazioni generali sul marcato calo del traffico per lo più tradizionale e del tutto avulso da nuovi scacchieri del global village. Infatti, i tempi dove la talassocrazia coincideva perfettamente con la politica sono tutti rimasti nei libri di storia! Oggi, infatti, soprattutto nel nostro Paese, vige la cultura tutta made in Italy che è il sindacalista che rivaleggia nell’arena mondiale con i grandi campioni industriali, che è come dire: far combattere a spada sguainata un parroco di campagna con il “dragone rosso”, ovvero la mafia cinese!!

Come in un gioco di scacchi, le partite con lo “scacco matto affogato” si abbandonano e si chiede di passare al prossimo game. Re e regina dovranno essere competenza ed efficienza privata; torri, cavalli e alfiere – ricerca, creatività e coraggio, molto coraggio! Ai pedoni non possono essere demandate le funzioni di politici, in quanto è risaputo dal giocatore consumato che gli stessi rivestono un ruolo determinante. Come tutti arguiscono, stiamo parlando della palingenesi del sistema, una vera e propria utopia, ma va ricordato quel famoso, in Inghilterra, aforisma che recita:”L’utopia è sempre l’orizzonte della realtà”. Perciò tenuto conto che il nostro sistema infrastrutturale non è riformabile nell’arco di tempo della generazione che è ormai pronta a sostituire quella che tramonta, dobbia-

mo invece decidere tutte le manovre di grave emergenza da attuare appunto nel caso di “getto del carico in mare” per evitare un naufragio dalle caratteristiche medievali. Il protocollo è tutto lacrime e sangue per dare un posto dignitoso nel “global village” ai nostri nipoti. Questo grazie all’Italietta delle cicale che deve spiegarlo ora alle formiche che ne dovranno pagare il prezzo e ai propri figli. • Ferrovie: potenziare le direttive principali e ignorare il resto; • Autostrade: tanto sature quanto fatiscenti, stessa ricetta; • Aeroporti: stessa ricetta; • Porti: il lavoro più delicato quanto impegnativo, semplicemente fare esattamente il contrario di quanto fatto nella seconda metà dello scorso secolo.

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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

Questo testo è stato composto non con il “plurale maiestatis” ma nel nome di cinque milioni di italiani (la cosiddetta minoranza silenziosa) che ha dovuto assistere impotente e derisa alle gesta della ennesima armata Brancaleone transitata per terra e per mare in Italia. Per la solita crociata, per cui gli ordini superiori della mattina, già nel tardo pomeriggio erano stati dimenticati. Quanto sopra esposto è la chiave per meglio comprendere le cose di casa nostra nel senso che le cause della contrazione delle attività portuali e/o armatoriali non hanno solo cause endogene, ma anche esogene. Le dimensioni fisiche del por-

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to sono lillipuziane rispetto alle dimensioni delle navi attuali. Il bacino acqueo del porto oggi è addirittura inferiore a quello anteguerra. Gli stessi fondali dello scalo sono ugualmente inferiori per un marcato naturale interramento dello stesso. I piazzali, nonostante la nuova darsena, sono assolutamente insufficienti per i traffici presenti. Quello che però rimane evidente a chiunque, anche ai profani, è la tanto reclamata e ricercata polifunzionalità (cioè qualunque tipo di traffico) come i grandi scali giustamente perseguono. Mentre per Ancona è significato: • pochi traffici merceologici a fronte di grandi numeri nella

traghettistica a crocieristica; • una marcata e molto maggiore espansione del traffico passeggeri, con un vero e proprio boom delle crociere nell’Adriatico, dopo l’ormai sedimentato incremento in tutto il Mediterraneo, come anche delle attività traghettistiche, a cui si sta assistendo con la naturale delocalizzazione nei porti adriatici più adatti alle merci. Anche per Ancona questa partita a scacchi persa è al game over!! Chi avrà il coraggio di dichiarare l’abbandono e reiniziare una partita?! Semplice, quegli operatori che, fatti i dovuti controlli dei propri bilanci, si renderanno conto che si è chiusa un’epo-

ca e ne è incominciata un’altra. Se questo non dovesse avvenire immediatamente, l’Anconina diventerà per sua scelta una vittima di un normalissimo processo biologico darwiniano, con le ben note conseguenze della sparizione di alcune specie di mammiferi in favore di nuove altre. Dai dinosauri ai primati. Ultima riflessione: l’Italia è la numero uno del mondo, seguita dal Giappone e la Grecia, per le attività traghettistiche. Giovanni Mauro Ancona, 12 Maggio 2011


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Questo vale, come molti sappiamo, anche nei comparti Istruzione, Sanità e Giustizia! Cioè stessa mano, stessi risultati.

“LE PROSPETTIVE DELL’ AUTOTRASPORTO SONO OTTIME” Secondo Franco Danelli, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Adriacar, “siamo fiduciosi in una ripresa delle immatricolazioni di autocarri pesanti per il trasporto merci”

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residente, quali sono le prospettive dell’autotrasporto? “In tutto il mondo dell’autotrasporto si comincia a percepire un po’ di ottimismo, dopo quasi tre anni tra i più difficili per il settore. Sono Concessionario Fiat e Fiat Veicoli Industriali dal 1953 (Iveco è nata nel 1975) e di periodi difficili ne ho visti tanti, dalla crisi petrolifera degli anni ’70 fino a quella più recente del 1992-93, quando la flessione del mercato del trasporto e quindi dei veicoli industriali fu così grave da determinare un cambiamento degli assetti industriali, ma la crisi che stiamo superando è stata notevolmente più grave e capillare. Nel 2010 il traffico di autocarri pesanti sulle autostrade italiane è aumentato del 2,2% rispetto all’anno precedente (dato Osservatorio Autopromotec), e siamo fiduciosi che questo trend positivo potrà determinare una ripresa delle immatricolazioni di autocarri pesanti per il trasporto

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merci, in quanto dopo quasi tre anni di “blocco degli acquisti” le aziende di autotrasporti hanno bisogno di rinnovare il loro parco circolante anche per adeguarsi alla nuova normativa Euro 6”. Voi rappresentate il marchio Iveco, indubbiamente fortissimo … “Siamo orgogliosi di rappresentare questo marchio, che da sempre è in grado di supportare - con l’ampia scelta di veicoli prodotti e con servizi finanziari mirati - le aziende del settore autotrasporto e in generale gli operatori economici di tutti quei settori che necessitano di mezzi che vanno dai 29 q.li di peso totali a terra fino alle 44 ton. per i veicoli stradali e alle 56 ton. per i veicoli da cantiere. Ma Iveco riesce a stare vicino ai propri Clienti anche con prodotti innovativi e con motorizzazioni a metano, spesso necessarie per accedere nei centri storici delle nostre città”.

Quali sono le esigenze del “Cliente trasportatore”? “Sono molte e variegate e riguardano, oltre all’acquisto, l’assistenza, gli allestimenti, le trasformazioni e i finanziamenti; tutte operazioni che vengono esaminate con competenza e professionalità dai nostri collaboratori nell’intento di trovare la soluzione più vantaggiosa e più soddisfacente per il Cliente”. A Martina Danelli, Direttore Amministrativo, chiediamo di parlarci brevemente della storia dell’azienda. “La Concessionaria Iveco Adriacar è nata nel 1998 per volontà di mio padre Franco esperto nel settore delle vendite in quanto dal 1953 concessionario Fiat, Auto e Veicoli Industriali - e dei fratelli Luca e Davide D’Onofrio, esperti nel settore ricambi in quanto contitolari dell’Adriatica Ricambi, primaria azienda di vendita ricambi”.

Il Vostro mercato? “Siamo concessionari per la vendita di veicoli industriali, ricambi originali Iveco e assistenza e abbiamo come zone “storiche” di competenza le province di Pescara, Chieti Nord e Teramo mentre dal marzo 2011 abbiamo ricevuto il mandato dalla casa madre per le province di Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. Attualmente ci avvaliamo della preziosa collaborazione di 80 collaboratori”. Luca D’Onofrio, Direttore Customer Care, ci offre una panoramica dei servizi della concessionaria. “La concessionaria offre un servizio di assistenza veicoli e di distribuzione ricambi originali Iveco in maniera capillare su tutto il territorio di propria competenza. Questi servizi sono svolti presso le due sedi di S.Giovanni Teatino e di Marina di Montemarcia


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DOSSIER: INFRASTRUT TURE

Qual è il mercato del trasporto, come incidono le variazioni del prezzo del petrolio e le nuove leggi Ue? Ne parliamo con Maurizio Cionna, titolare della TDN.

“IL MERCATO DEI TRASPORTI SU STRADA CHIEDE CONTINUI INVESTIMENTI” di M.Camilletti

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ual è il mercato del trasporto, tra la variabilità del prezzo del petrolio e l’adeguamento alla normativa europea? “Il mercato del trasporto è caratterizzato da una clientela sempre più esigente sia in termini di affidabilità ed efficienza del servizio che in termini di puntualità della consegna. A tali esigenze si somma la necessità per le aziende di sostenere sempre minori costi, in quanto nel bilancio la voce “costi di trasporto” ha sempre una notevole incidenza”. In che senso parla di efficienza del servizio? “L’esigenza di migliorare il servizio, tendente ormai a quella che gli economisti degli anni ’70 definivano “qualità totale”, si scontra fortemente con la necessità della clientela di una riduzione dei costi di logistica, in quanto in questo periodo il mondo del traspor-

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to sta vivendo un momento estremamente difficile e di epocale cambiamento. Infatti negli ultimi anni il settore è stato colpito da un vero e proprio tsunami economico ed organizzativo”. Non capisco … “La Comunità Europea ha uniformato le leggi relative ai trasporti di tutta Europa e l’Italia si è adeguata alla normativa inserendo all’interno del nuovo Codice della Strada normative stringenti, riguardanti ad esempio le ore di guida, i tempi di pausa, ecc. Inoltre il settore ha avuto difficoltà nell’adeguarsi a tale normativa, necessaria e doverosa nei confronti dei lavoratori, ma soprattutto non è stato in grado di farsi riconoscere “economicamente” tale adeguamento normativo dai clienti e di conseguenza si è creato un primo gap negativo tra la domanda di servizi

di trasporto e l’offerta. Infine, dal gennaio 2009 al maggio 2011 abbiamo assistito ad un aumento di oltre il 35 per cento del prezzo del gasolio per autotrazione (da 0,876 a 1,188 euro/litro – valore imponibile): ciò ha generato un secondo gap negativo tra domanda e offerta”. Per affrontare tali difficoltà l’azienda di trasporto di cosa necessita? “Oltre che di capacità imprenditoriali e gestionali, come necessitano tutte le altre imprese, anche di una capacità ingegneristica per una visione di sistema di tutte le attività in corso, in modo da gestire al meglio mezzi e autisti, evitando sempre più sacche di improduttività. Ma la capacità degli imprenditori di innovarsi non può colmare differenze determinate da una così elevata variabilità del prezzo del petrolio, che incide notevol-


mente sui costi delle aziende di trasporto. Pertanto oggi per superare le difficoltà sopra evidenziate bisogna fare in modo che si verifichi: A. un adeguamento delle tariffe, come previsto dalla normativa, all’aumentare o al diminuire del prezzo del gasolio, in modo che tale variabilità rimanga una variabile esogena al sistema e non diventi un sistema di “dumping” economico per mercati in difficoltà; B. il superamento del gap infrastrutturale con altre regioni/nazioni. Si pensi ad esempio ai tempi di uscita dal Porto di Ancona, per poter avere efficienze sulla percorrenza e sulla gestione delle attività degli autisti; C. una maggiore velocità dei tempi di carico e scarico da parte dei clienti, che porterebbe ad un miglioramento del servizio e al superamento di molte inefficienze; va dato atto che il Governo è intervenuto in materia e ha emanato una circolare che prevede il pagamento a carico del cliente per le soste di carico/scarico superiori alle due ore. Quindi, oggi l’imprenditore che ha deciso di intraprendere la strada verso la regolarizzazione della sua posizione nei confronti della normativa, risulta essere completamente estromesso dal mercato, in quanto la presenza di una forte concorrenza sleale, non fatta da concorrenti cinesi ma da nostri connazionali, penalizza fortemente le aziende virtuose e regolari”. E i clienti come la pensano? “Molti di loro preferiscono purtroppo avere un costo minore del trasporto, seppur non regolare, piuttosto che supportare un cambiamento radicale favorendo imprenditori che garantiscano elevata qualità e correttezza. Se

proprio vogliamo dirla con Svetonio, sono passati quasi duemila anni ma ancor oggi “Pecunia non olet” – ovvero non si va ad indagare se chi ci fornisce i servizi di trasporto è in regola con le ore di guida, il pagamento dei contributi, ecc. – pur consapevoli che la legge rende colui che ha affidato la merce al trasportatore terzo responsabile in merito a debiti retributivi e contributivi verso i dipendenti del trasportatore stesso”. Ci parli un pò della Sua azienda. “TDN è una società di trasporto merci su gomma, fondata nel 1994. Dispone di un parco automezzi di oltre 60 unità aventi le più svariate capacità di carico (furgoni, motrici, bilici, autotreni per casse mobili e trailers porta container) per le quali viene svolta un’accurata gestione tecnica, finalizzata a far fronte in qualsiasi momento a tutte le richieste del mercato. Particolare attenzione viene altresì rivolta alla selezione e al reclutamento del personale viaggiante, perché l’azienda ritiene questa una componente di fondamentale importanza al fine di fornire servizi sempre in linea con quanto richiedono i clienti; sulla base di questa filosofia TDN si propone quindi come partner sicuro ed affidabile per ogni tipo di attività relativa al trasporto. L’azienda ha posto tra i suoi obiettivi principali quello di erogare un servizio in linea con le aspettative qualitative dei propri clienti analizzando giornalmente il proprio livello di servizio. L’azienda, certificata ISO 9001/2008, si è dotata di una centrale operativa notturna e diurna che coordina il traffico del proprio parco mezzi garantendo un servizio puntuale ed efficiente, svolge per i propri clienti tratte de-

dicate e servizi occasionali, monitorando e gestendo anche contrattualmente i livelli di servizio con i propri clienti. Gli indicatori più importanti dell’azienda sono la percentuale di livello di servizio (PLS) con i clienti e la percentuale di puntualità e correttezza sulla consegna della spedizione effettuata; per il raggiungimento della massima qualità possibile nei confronti dei clienti, con l’obiettivo della “qualità totale” sopra citata, l’azienda ha deciso di dotarsi di fornitori certificati e di un rinomato nome a livello internazionale. In considerazione degli orari forniti dal cliente (posizionamento, partenza, tempo di percorrenza, arrivo, ecc.), l’azienda giornalmente monitorizza gli orari indicati all’interno di un programma customizzato ed estrae una reportistica che permette il controllo del livello di servizio offerto. Tale procedimento ha avuto un periodo di prova nel 2010 con l’avvio della centrale operativa notturna ed è stato integrato ed adeguato nel 2011, con l’adeguamento alla centrale operativa 24 su 24

ore – con l’inserimento della valutazione sul tipo di ritardo a seconda dell’evento che ha generato il ritardo stesso. TDN può annoverare tra i suoi clienti storici alcuni tra i più importanti corrieri nazionali ed internazionali per i quali svolge diverse relazioni primarie (da nord a sud dell’Italia), oltre al prelevamento e posizionamento container; fornisce inoltre a tutte le aziende interessate servizi di consegna di carichi completi e parziali, nel massimo rispetto delle istruzioni fornite dai committenti”.

Via del Consorzio, 34 60015 Falconara Marittima (AN) Tel: 071.91.61.770 Fax: 071.91.88.055 info@tdntrasporti.it

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INNOVAZIONE

Innovazione, formazione, territorio, sinergie: sono tutti ingredienti di un nuovo prodotto lanciato dall’azienda fermana Tre Elle. Ne parliamo con il titolare, Stefano Luzi, membro del Direttivo di Confindustria di Fermo

“NELLE SCUOLE TECNICHE DEVE ENTRARE LA CULTURA DEL BELLO” di F.Di Giulio

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ei, come imprenditore e come rappresentante della Confindustria fermana, ha da sempre sostenuto la necessità di abbinare prodotto e territorio. Ci spiega qual è la filosofia che sta dietro a questo concetto? “Il mio ragionamento parte da due presupposti: da un lato il futuro italiano di taluni comparti, come la metalmeccanica, presenta delle serie incognite, dall’altro il nostro territorio è un qualcosa di unico, che all’estero non esiste. Secondo me non abbiamo alternative, perché la concorrenza straniera, soprattutto da parte dei Paesi emergenti, crescerà”. In concreto cosa bisognerebbe fare? “Ancora più della partecipazione alle fiere (che comporta investimenti non indifferenti), occorre creare open house, abbinando turismo e affari. Il che significa portare qui imprenditori e clienti stranieri con le loro famiglie … Questo comportamento, ne sono convinto, verrà apprezzato”. Chi dovrebbe farsi carico dell’iniziativa? “Qui il ruolo delle associazioni di categoria è importantissimo, però dipende soprattutto da noi stessi”. Secondo Lei c’è la consapevolezza delle potenzialità del territorio? “I marchigiani sono giustamente fieri delle proprie aziende, ma ad essi va addebitata purtroppo anche una certa miopia”. In che senso? “Ad esempio, vediamo troppo spesso la concorrenza come di-

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struttiva, mentre invece il più delle volte rappresenta uno stimolo”. Tre Elle si sta affacciando con un nuovissimo prodotto tecnologicamente avanzato, risultato di un impegnativo investimento in ricerca: sto parlando delle vetrine e delle teche espositive. Quando nacque l’idea? “Queste vetrine furono realizzate per la prima volta per “Tipicità”, l’evento di promozione territoriale che annualmente porta migliaia di persone a Fermo. Visto che il prodotto piacque a molti, decidemmo di lanciarne la produzione con tipologie e caratteristiche diverse, a seconda delle necessità”. I primi risultati come sono? “Molto buoni, anche perché queste vetrine possono ospitare, valorizzandoli grazie allo sfruttamento della luce, prodotti di tutti i comparti merceologici: dal gioiello al prodotto alimentare, dalla calzatura all’accessorio per l’abbigliamento. Se l’oggetto viene posizionato nel giusto modo e con la tonalità di illuminazione adeguata, l’effetto è meraviglioso”.

to. Perché? “Innanzitutto una precisazione: siamo terzisti e continueremo ad esserlo. Trent’anni di storia non si cancellano. Anzi. La novità è rappresentata dal fatto che pur continuando a fare i terzisti vogliamo anche essere protagonisti sul mercato con un prodotto nostro. Ritengo che questo sia il momento propizio: siamo una bella realtà, in crescita ed aperta al mercato, che fa prodotti di alta qualità, l’affiatamento è forte. Insomma, una squadra più che buona …”. La crisi non la spaventa? “Seppur con cautela, dobbiamo essere consapevoli delle nostre forze: rispetto al 2010 stiamo registrando un incremento di fatturato ”.

Le prospettive commerciali? “In un’ottica di espansione del nuovo prodotto anche sui mercati stranieri, vorremmo comprendere un pò meglio le esigenze degli imprenditori, per essere pronti a valutare nuove soluzioni, dai materiali utilizzati alla componente estetica”.

Abbiamo fatto un accenno agli investimenti alla ricerca. Cosa pensa della situazione degli aiuti pubblici all’innovazione (di prodotto o di processo)? “Sul fronte degli incentivi, oggi purtroppo dobbiamo fare i conti con le casse pubbliche, che non consentono granchè. D’altra parte, le aziende soffrono troppo la carenza di liquidità, e questo limita fortemente gli stimoli allo sviluppo e all’innovazione; forse aiuterebbe la crescita un diverso atteggiamento delle banche, che attualmente mi pare non prestino un’adeguata attenzione al progetto imprenditoriale e alla persona, vista anche nella sua storicità aziendale”.

Con la produzione delle vetrine Tre Elle ha compiuto una metamorfosi: da terzisti vi siete buttati direttamente sul merca-

Quanto possono aiutarvi le università? “Il loro ruolo è fondamentale e sopratutto strategico collabo-

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INNOVAZIONE rando anche con le piccole e medie imprese, ma nell' immediato punterei maggiormente sulle reti tra aziende e tra professionisti, creando le giuste sinergie”. Reti, appunto. Tre Elle è attiva su questo fronte? “Si. Prendiamo ad esempio il nostro ultimo prodotto, le vetrine. Noi abbiamo curato la parte meccanica, mentre gli aspetti connessi alla luce sono stati affidati ad uno studio specializzato in illuminazione. Cosa pensa della scuola italiana? “Esiste troppa lontananza tra scuola ed impresa. Sotto questo profilo sono due gli aspetti che vorrei sottolineare: innanzitutto è evidente che per i giovani non è possibile fare certe esperienze a scuola, per cui occorre l’alternanza con l’azienda e il lavoro; in secondo luogo nelle scuole tecniche devono entrare la “cultura del bello” e il design, cioè gli elementi che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo”. Quali sono le prospettive delle scuole tecniche? “Per molti anni le abbiamo trascurate, ma oggi iniziano ad essere rivalutate … A garanzia di questo anche gli ultimi dati di Confindustria evidenziano un fabbisogno per la produzione italiana di circa 110mila tecnici”. Recentemente la Tre Elle ha fatto un bel regalo alla città di Fermo. Qual è il Suo rapporto con il territorio? “Qui sono nato e vissuto; è logico che, da fermano, io cerchi di rendere la città più bella e più vivibile. Comunque è fondamentale che l' impresa restituisca al territorio una parte di risorse destinate alla cultura, che è uno dei veicoli principali per la crescita di un territorio Quanto al regalo (un’opera d’arte del Professor Pazzi, posta ad una rotatoria, ndr) è stato un modo per festeggiare il trentesimo anniversario del Palio dell’Assunta”. Progetti per il futuro? “Stiamo lanciando un nuovo progetto, cha abbiamo battezzato DACA (Disporre, Architettura, Conservare, Arte, ndr), per la realizzazione di espositori museali”. Teche per le opere d’arte? “Vede, l’Italia ospita il 70 per cento del patrimonio artistico mondiale; la cultura, l’arte e la storia fanno parte del nostro Dna e rappresentano una componente importante del Pil del Paese. Perché non realizzare prodotti innovativi in grado di valorizzare le opere attraverso il design e la luce e al contempo garantire la sicurezza dei beni esposti?”. Il mercato come reagirà? “La curiosità mostrata nei confronti del nostro nuovo progetto in occasione della Fiera del Restauro di Ferrara ci incoraggia”.

Tre Elle srl Via Ete 17 63900 Fermo T. 0734 25481

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AUTO

Con un occhio al downsizing ormai in atto da qualche tempo e in diversi settori, il 2011 sarà l’anno delle auto compatte, che si batteranno guardando al design come unica strategia di conquista del mercato di A. Petronelli

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d è in questo senso, per continuare nel segno della tradizione chic, che Lancia ha interpretato la nuova Ypsilon, una piccola premium finalmente in grado di confrontarsi con la migliore concorrenza internazionale. Potrebbe apparire un nuovo modello tra tanti. Ma la nuova creatura Lancia rappresenta, per il gruppo torinese, un passo importante, come è stata la nuova 500 per FIAT: potrebbe infatti riaprire le porte del mercato USA a una delle case automobilistiche più famose,

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PICCOLE, ELEGANTI, PRATICHE E DIVERTENTI

antiche e prestigiose d’Italia. Tutto cominciò con la A112 del 1969, una delle prime citycar di tendenza, apprezzata dal pubblico femminile (e da quello maschile nella versione Abarth), ritirata dal mercato dopo 25 anni di onorata carriera. Segue, nel 1985, la Autobianchi Y10, l’auto - per citare la campagna pubblicitaria dell’epoca - che “piace alla gente che piace”: coda tronca e portellone nero, anche opaco, verticale. Un must per gli anni ’80. Nel 1996 la prima Y a marchio

Lancia, cui segue nel 2003 l’attuale Ypsilon, la prima con motore diesel multijet da 1.3 litri chiaramente ispirata ad uno stile retrò. Ora, con questa ulteriore generazione, Lancia apporta sostanziali modifiche alla sua citycar mantenendo tuttavia un legame con la precedente Ypsilon, che rimane una vettura giovane e attenta, oggi più che mai, alle esigenze di mobilità e dinamicità che la città richiede. La vera rivoluzione sono le cinque porte: le posteriori, con maniglia a scomparsa, introdotte nell’or-

mai lontano 1996 da Walter de Silva sull’Alfa Romeo 156 si innestano perfettamente in una linea volutamente nel solco di quella precedente, ma allo stesso tempo originale e non banale. Certo, l’alleanza tra FIAT e Chrysler c’è e si vede, soprattutto nel musetto molto american style. La vettura sarà a breve disponibile in tre allestimenti (Silver, Gold e Platinum) con ampie possibilità di personalizzazione: si parla di oltre 600 combinazioni interni/esterni/optional oltre alle infinite


possibilità di impreziosire la propria Ypsilon che, ricordiamolo, rimane l’icona del lusso non ostentato, la city limousine per eccellenza, con allestimenti speciali come inserti in Swarovski o pregiati interni in pelle Poltrona Frau. Si parla, al momento del lancio, della possibilità di scegliere tra 16 tinte per la carrozzeria, 4 tonalità di bicolore e 6 allestimenti interni. A bordo l’abitabilità è buona se si pensa che si è partiti dal pianale della Panda e che storicamente le poltrone Lancia sono comode e spaziose, per offrire il massimo comfort di viaggio sull’utilitaria così come sulla grande berlina di rappresentanza che da troppo tempo manca nel listino della casa di Chivasso. Ottimo l’isolamento all’interno dell’abitacolo, segno che è stato profuso un grande sforzo al fine di rendere l’autovettura più confortevole e silenziosa. Nessuno scricchiolio delle plastiche e sospensioni totalmente rinnovate, che filtrano agevolmente le asperità del fondo stradale. Sempre all’interno, è stata mantenuta la caratteristica strumentazione centrale declinata, questa volta, come una lastra di vetro scuro e lucido (satinato sulla versione precedente) che dalla console prosegue oltre la traversa della plancia per riemergere sotto il cupolino copri–strumenti. “È un interno accogliente, ispirato ad un abbraccio” - spiega Marco Tencone, direttore del design Lancia - “la nostra clientela è propensa all’autoindulgenza e si gratifica con oggetti e materiali di pregio”. L’effetto è molto piacevole, d’impatto, ma la visibilità non è sempre ottimale a causa dei numerosi riflessi. Tutti gli elementi contribuiscono a garantire una sensazione di comfort e facilità. Il comando della frizione

e il cambio sono morbidi e vellutati, il pedale del freno richiede uno sforzo minimo e lo sterzo rende persino inutile il pulsante City (servoassistenza elettrica per limitare lo sforzo durante le manovre in città), assicurando al contempo un discreto feeling alle velocità più sostenute. Questo comportamento viene replicato dall’assetto, che permette di assorbire asperità ed imperfezioni stradali senza eccessive ripercussioni nell’abitacolo. Sarà disponibile con tre motorizzazioni, un benzina da 1.2 litri e il nuovo TwinAir 0.9 litri, rispettivamente 4 cilindri (69cv) e 2 cilindri (85cv) e un turbodiesel di 1.3 litri per 95cv, tutti integrabili con cambio robotizzato DFN (DolceFarNiente) disponibile anche, finalmente, in modalità automatica. È cresciuta, la piccola Lancia: lunga 384cm, larga 167cm, alta 152cm e con un passo di 239cm la nuova Ypsilon è, a richiesta, omologata per 5 persone e dotata di un bagagliaio tra i più capienti della categoria e si conferma intenzionata a catturare l’attenzione, oltre che del consueto target femminile, anche di quello maschile e delle giovani famiglie, in un segmento B nel quale i due terzi delle vendite sono riservate a vetture a 5 porte. Il prezzo di listino va dai 12.400 euro della versione 1.2 litri benzina in allestimento Silver ai 17.300 euro della versione 1.3 litri multijet in allestimento Platinum. La dotazione di serie comprende il sistema Start&Stop (arresta il motore della vettura nelle code, per poi accenderla non appena si innesta la prima marcia), 6 airbag, il divano posteriore sdoppiabile 50/50, ma non la radio né l’omologazione per 5 passeggeri.

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TENDENZE

CAPPELLI D’ESTATE Non sapete cosa mettervi in testa e non volete apparire come le damesd’oltremanica? Eccovi i consigli di chi davvero se ne intende: Adriano Totò, titolare della Calimar di A. Camilletti

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ig. Adriano, ultimamente si fa un gran parlare di cappelli, soprattutto dopo il matrimonio tra il principe William e Kate Middleton. Possiamo parlare di una nuova primavera per questo accessorio? “Per la mia esperienza, le posso dire che la linfa vitale del cappello risiede nella sua capacità camaleontica di respirare il proprio tempo. Nel corso degli anni e delle stagioni, questo accessorio, come pochi altri, ha visto e conosciuto “varianti sul tema” che oserei dire infinite. Dato ciò, parlare di nuova primavera è assolutamente piacevole ed intrigante, considerando comunque che un vero e proprio inverno non è ancora stato vissuto”. Lei che da anni disegna e produce artigianalmente cappelli, come giudica quelli sfoggiati all’Abbazia di Westmister? “Assolutamente “inglesi”. Conosciamo il loro amore per questo accessorio e la voglia di distinguersi, anche grazie a forme e strutture non comuni. I cappelli visti sono l’esempio di come un cappello possa arricchire e personalizzare la persona che lo indossa, dando una forte impronta di carattere e sicurezza di sé”. Questo accessorio sembra piacere molto all’estero, mentre in Italia si usa poco. Secondo Lei, perché? “Mi perdoni, ma non sono molto d’accordo sul poco utilizzo del cappello in Italia. Vedo molte persone che indossano una cappello, così come c’è una forte attenzione agli abbinamenti con altri accessori come le sciarpe

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e guanti. Forse, ciò che fa un pò da sordina è una tradizionalità di modelli. A differenza degli inglesi, in Italia non c’è un grande utilizzo di modellistiche particolari e questo magari fa percepire un ridotto utilizzo”. Qual è il cliente tipo che si rivolge a Lei? “Le nostre produzioni sono molto diversificate. Sviluppiamo articoli sia per uomo, che per donna, non dimenticando i più piccoli. Il cliente tipo lo potrei identificare con una persona che vuole comunicare gusto ed eleganza, che vuole parlare di sé in modo puro senza appartenere per forza a cliches pre-strutturati. Insomma, un carattere solare e sicuro”. Può raccontarci qualcosa sulla collezione primavera estate 2011? “La nuova collezione estiva è dominata dal colore, linee pulite e profonda ricerca dei materiali. Il concept che guida le nuove proposte è il connubio di divertimento e leggerezza; dominano i materiali naturali ed eco-friendly e la voglia di serenità”. Che consiglio darebbe a chi vuole avere un look impeccabile? “Sentirsi in sintonia ed armonia con ciò che si indossa, perché “l’accessorio è lo specchio dell’anima!” E, ovviamente, di venirci a trovare e cercare i nostri prodotti nelle maggiori città italiane, per poter trovare gli articoli perfetti per ogni occasione”. www.calimar.it T. 0734 760140

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A CASA DI...

Nome della casa: Casa Baleani Località: Provincia di Ancona Anno di costruzione: Maggio 2009 Architetto progettista: Arch. Emanuela Panini Designer d'interni: I PROPRIETARI Ditta costruttrice: Subissati s.r.l. Metratura: Mq. 280 circa lordi Spazio verde: Mq. 1.500

BENVENUTI A CASA BALEANI Caratteristiche: Casa in legno Sistema costruttivo Platform Frame (sistema costruttivo americano) il più antico e diffuso tra i sistemi costruttivi in legno; considerando l’attuale normativa è uno dei migliori sistemi costruttivi per la resistenza agli eventi sismici Realizzata interamente in bioedilizia con isolanti naturali dello spessore minimo di mm. 160 Abitazione in Classe Energetica “A” con elevate prestazioni: la casa è fresca d’estate e calda d’inverno grazie agli isolanti utilizzati La costruzione presenta ampie zone vetrate che esaltano la visuale panoramica dell’edificio Pur essendo tutta la struttura in legno, esternamente l’abitazione risulta intonacata e, in alcune zone, è rivestita con mattoncino faccia vista mentre all’interno solai e tetto hanno tutta la parte lignea a vista La casa non ha un impianto gas (funziona tutto a elettricità pannelli fotovoltaici solare termico - geotermico) 218


LE CASE PIÙ BELLE DELLE MARCHE

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STORIA E DINTORNI

“È merito di queste rievocazioni rendere speciali molte delle sere d’estate di questa terra che tutti ci invidiano” Natasha Stefanenko Imperdibile il calendario di eventi proposto per l’estate dall’Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche

“Le rievocazioni storiche contribuiscono fortemente alla valorizzazione delle Marche e dell’intero territorio”. Presidente Regione Marche Gian Mario Spacca

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EMOZIONI DELLA STORIA D

a Nord a Sud le Marche offrono una foto- passato che ritorna. Oltre a fare da volano per grafia variegata di epoche, stili, corren- il senso di appartenenza ad una terra gloriosa ti artistiche e culturali diverse. Di ogni come le Marche, le rievocazioni sono uno demomento storico sono rimasti monumenti, gli spettacoli in assoluto più amati dai turisti, piazze, città a testimoniarne la ricchezza e la italiani e stranieri, che raggiungono le località vivacità che c’era e viene spontaneo chiedersi dove si svolgono le manifestazioni e restano cosa facesse la gente del posto, come si vesti- rapiti dai colori, dai ritmi, dai valori che vengova, cosa festeggiava, cosa è accaduto in quella no riportati a nuova luce. determinata data ecc.. L’Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche risponde a tutte queste domande, impegnandosi nella valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle “Rievocare la storia è manifestazioni che aderiscono ad essa. L’imun modo per sentirla portanza delle rievocazioni storiche è triplice: presente e viva e la ricerca delle fonti storiche e la valorizzazione della memoria locale, lo spettacolo proposto per ispirare i nostri che diventa valido veicolo di promozione cultu- comportamenti ai rale e turistica, lo spirito di forte aggregazione modelli di una virtù nella collettività locale. “Questi eventi”, spiega civica e a una capacità il Presidente della AMRS, Giovanni Martinelli, di azione che oggi “sono di grande importanza dal punto di vista rischiano di essere dell’attrattiva turistica e hanno un gran valore paralizzate o limitate”. anche sotto il profilo culturale, spettacolare e Vittorio Sgarbi artistico”. Dietro ad ogni singola rievocazione, infatti, c’è una grande e approfondita ricerca storica, che porta a ricostruire con minuzia di dettagli gli accadimenti, i costumi, le dinamiche di ogni diversa rievocazione. Ciò avviene con il coinvolgimento della gente, con una passione che riesce ad eliminare lo stacco tra l’attuale e la storia, con naturalezza e facilità. Le manifestazioni hanno luogo da aprile a Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche Le Rievocazioni Storiche settembre e riescono a ravvivare la memoria Via Errighi, 3 - 63811 Sant' Elpidio a Mare (FM) la promozione delle Marche e il sentimento comune della gente, sempre per Tel. e Fax 0734 858218 più desiderosa di ricreare situazioni e contesti www.rievocazionimarche.it in cui vivere sulla propria pelle il brivido del info@rievocazionimarche.it


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Viaggio di nozze e non solo... Viaggio Individuale da Milano e Roma

Tour nel cuore dell’Andalusia Dal 18 al 25 settembre

Tour di 15 giorni consigliato alle coppie in viaggio di nozze e non solo... dalla bellissima baia di Sydney, ai canguri e leoni marini di Kangaroo Island, al misterioso monolito di Ayers Rock, fino a Port Douglas, punto di partenza per escursioni nella foresta pluviale e alla Grande Barriera Corallina. Pernott amenti in hotel tipo “boutique” o di particolare carattere e Bed & Breakfast a Kangaroo Island. 15 giorni/11 notti Sydney (2 notti), Kangaroo Island (2 notti), Adelaide (1 notte), Ayers Rock (1 notte) e Port Douglas (4 notti), porta d’accesso alla Grande Barriera Corallina e alla foresta pluviale. Pernottamenti in boutique hotel, incluse escursioni a Kangaroo Island ed Ayers Rock, prime colazioni, 2 pranzi e 2 cene. Quota da € 4.100 p/p in doppia (sconto di € 250) Info su: www.saimaviaggi.it

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DURATA 1 SETTIMANA • Tour in autopullman granturismo riservato con aria condizionata • Trattamento di pensione completa con bevande • Alberghi di categoria ufficiale 3 stelle. • 4 notti sulla Costa del Sol, 2 a Siviglia, 1 a Granada • Guida/accompagnatore parlante italiano durante il tour • Esclusiva: prenotabile in Italia solo con Alpitour • Partenze garantite con minimo 20 partecipanti Info su: www.saimaviaggi.it


LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIAADUEPASSIDACASA 24-26 giugno RADUNO NAZIONALE DELLE MONGOLFIERE 2 notti in hotel 3/4 stelle o in country house

Seguire il filo dei propri pensieri e lasciarsi cullare dal ventoa bordo di una variopinta mongolfiera. Questa èl’emozione chevi attende in occasione della quinta edizione di“Mongolfiere sul Balcone”,uno spettacolo unico che vede radunarsi decine e decinedi mongolfiere intorno al delizioso balcone panoramico di Cingoli.Il pacchetto comprende: 2 notti in camera doppia,colazione a buffet, volo in mongolfiera. A partire da euro 276,00 a persona. Info su: www.maravigliatravel.it

MORBIDI SAPORI SUI SIBILLINI

L'itinerario che vi proponiamo alla scoperta dei Sibillini inizia proprio da qui, dalla delizia dei suoi più antichi e schietti sapori, dai suoi pascoli brucati dalla rara e pregiata pecora Sopravvissana, dalla raffinatezza di una residenza d’epoca immersa in un panorama da sogno. Il pacchetto comprende: 2 notti con prima colazione presso Antico Borgo di Gallano, un pranzo tipico in agriturismo, pecorino e bottiglia di vino in omaggio. 145 euro a persona. Info su: maravigliatravel.it.

GIUGNO-LUGLIO, in occasione della fioritura di Castelluccio NORDIK WALKING SUI SIBILLINI

Immaginate la scenografia delle nevi appena disciolte sulle alte cime del Vettore, le ampie valli del Pian Grande e del Pian Perduto dove la morbidezza dei fianchi e le variopinte fioriture donano uno spettacolo quasi surreale. Il pacchetto comprende: 2 notti in camera matrimoniale con prima colazione presso la Querceta Country House, lezione introduttiva ed escursione di nordic walking con istruttore ANWI, un pranzo pic-nic con prodotti tipici. 199 euro a persona. Info su: maravigliatravel.it.

CORSO FOTOGRAFICO

L’opportunità di vivere un’esperienza di viaggio che è anche un’esperienza di fotografia. Affiancati da un fotografo professionista, affinerete la vostra passione con i trucchi del mestiere. Avrete per voi gli scorci più belli, dal Conero, ai Sibillini, alle dolci colline, e la magia dei colori più intensi, come quelli dell’alba e del tramonto. Il pacchetto comprende: 2 notti con colazione al Resort Le Case, lezioni teoriche di fotografie e applicazioni pratiche sul campo (in due giornate due mete diverse), post-produzione e attrezzatura professionale a disposizione. A partire da 360 euro a persona. Info su: maravigliatravel.it.

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VIAGGI

I VIAGGI DI MICHELA Michela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.

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n mucchietto di bianche case in pietra tra le tonde cime dei Sibillini e un cane pastore seduto di fronte a una vecchia porta. Quando arrivai a Cupi sentii il piacere della semplicità esplodermi nel petto, una quiete sprigionata dalla bellezza di questi ampi pascoli e dal profumo di un’aria così impregnata di incontaminati monti. Non c’è dubbio, Cupi è il cuore dell’antica via dei pastori, un piccolo vero paradiso bucolico per chi vuole assaporare la “dolce vita” sui Sibillini. Un tempo la via era attraversata da pastori transumanti e da pellegrini in viaggio verso la Santa Casa di Loreto o verso la Valle del Chienti. Il bellissimo Santuario di Macereto, che sorge in stile bramantesco sull’omonimo altopiano, a 1000 m di altitudine, serviva spesso da rifugio per i forestieri. Si narra che il 12 agosto del 1359, nel trasportare una statua lignea della Madonna da Loreto al Regno di Napoli, i muli di alcuni pellegrini si fermarono in ginocchio sul sito attualmente occupato dal santuario e da lì non vollero più ripartire. Alcuni passanti accorsi in aiuto videro nell'accaduto un segno divino e pretesero che la statua rimanesse lì. Fu così che, nel giro di pochi anni, sul luogo vennero eretti una piccola chiesa dedicata alla Madonna

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e un ricovero per i pellegrini, le cui offerte favorirono la trasformazione in un santuario più bello e più grande. Oggi il luogo è ancora carico di grandi suggestioni, che si possono vivere abbeverandosi al vecchio lavatoio e percorrendo l’intero porticato della cinta muraria che ad ogni arco offre uno scorcio diverso sulla grande mole ottagonale del Santuario. Arrivai a Cupi con il desiderio di assaggiare l’autentico pecorino dei Sibillini e per fare una buona scorta di salumi di Visso. Il mio percorso ebbe inizio proprio da Visso. Per chi non lo conoscesse, Visso è uno dei cento borghi più belli d’Italia, non lontano dal confine tra Marche e Umbria. Accedendo da Porta Pontelato, è irresistibile la tentazione di seguire, attraverso i bianchi vicoli del borgo, il corso del fiume Nera che taglia in due l’abitato. Giunta a Piazza Vissani, scorsi finalmente la norcineria di Giorgio Calabrò. Questo minuto signore mi fu simpatico sin dal primo impatto, con la sua espressione buffa e il parlare un pò impacciato, ma un pieno di bontà che gli brillava negli occhi. Mi presentai: “Salve! È lei il signor Calabrò?”. “Sì, sono io.”. “Piacere. Sono Michela. Ho sentito dire della sua specialità, il salame ai fiori di finocchio. È possibile assaggiarne un pò?”. Cari

Sulla via dei pastori: Visso, Cupi, Fiastra lettori, andatelo a provare! È davvero squisito come dicono! Non a caso, il salame al finocchio ha ricevuto molti premi e riconoscimenti dallo Slow Food, così come il ciauscolo prodotto dallo stesso Calabrò. Il primo, più stagionato, mi spiegavo Giorgio, si aromatizza del sapore dolce e delicato che hanno solo i primi fiori del finocchio. Il secondo, più morbido e pastoso, è fatto di una grana così fine che si può mangiare spalmato su una fetta di pane. Con la mia buona scorta di salumi in mano, salutai il signor Giorgio e, visto che ero lì, ne approfittai per una visita al Museo dei Manoscritti Leopardiani. Mi ha sempre affascinato Leopardi come poeta, ma, credetemi, mai l’ho sentito così vero e “vivo” come in quell’istante. L’emozione di poter cogliere, dalle correzioni appuntate sui manoscritti originali, la dinamicità del pensiero mentre dal cuore scaturiva la poesia L’Infinito. E la lettera scritta con tono amichevole alla sartoria di fiducia per confermare la scelta delle stoffe per il prossimo vestito. Per la prima volta Leopardi mi appariva come qualcosa di diverso dal personaggio un pò cupo e austero che associavo ai libri di scuola. Carica di queste emozioni, proseguii il mio cammino verso Cupi, seguendo le indicazioni per il Santuario di

Macereto. Nel saliscendi tra gli ampi pascoli, le bianche mulattiere sulle dolci curve dei monti e questi spazi brucati dalla pecora sopravvissana parlavano chiaramente di un villaggio che vive di pastorizia. Giunta a Cupi, ad accogliermi fu il sorriso di Sandra e Beniamino, nella bottega “Il Pastorello di Cupi”. Stavano giusto terminando la produzione delle ricotte della giornata e ne potei scorgere alcune fasi della lavorazione. Sandra e Beniamino sono ancora tra i rari allevatori della pecora sopravvissana, dalla quale ottengono un latte eccezionalmente saporito, che viene lavorato senza alcuna aggiunta di additivi artificiali. È da questo loro amore, dalla purezza dell’aria, dai profumi di zafferano e di fiori di monti assorbiti dal latte che deriva la bontà dei loro formaggi. Uscii dalla loro bottega con una ricottina ancora calda, che portai a casa con tanto orgoglio. Ricordo ancora le parole di mia madre quando la sera ce la mangiammo insieme: “Non provavo sapori così da tanto tempo, forse da quando ero bambina!”. Se dei “pastorelli di Cupi” mi restarono decisamente impresse le ricottine di pecora, poco più oltre lungo il percorso posso dire di aver trovato probabilmente il migliore produttore di pecorino della zona, un certo Fabrizio


dell’Agriturismo Le Casette. La pasta morbida e ben lievitata, il sapore intenso e leggermente pungente, proprio come piace a me. La posizione in cui sorge l’agriturismo è stupenda, un luogo dove poter restare in contemplazione per ore e ore. E poi sarà l’aria buona, sarà l’ottima cucina del ristorante, sarà il sorriso sempre stampato sul volto di Fabrizio, quel posto mi ha lasciato dentro tanta serenità. “Vedi – mi diceva Fabrizio – qui noi stiamo bene. Non ci manca niente. Non ci mancano neanche i soldi, visto che abbiamo meno esigenze. Anzi, ti posso confidare, qui siamo tutti ricchi! E viviamo in un posto sano e bellissimo.”. E già! Con dispiacere ho lasciato questo piccolo angolo di paradiso per tornare verso casa, verso un altro tipo di civiltà. Buon viaggio, cari lettori, e alla prossima! Ma prima del rientro non mi sona fatta sfuggire un’ultima grande chicca. Scendendo dagli altipiani di Fiastra verso il lago sottostante, si può proseguire a destra, in direzione di Bolognola. Quando si è più o meno all’altezza di Borgo Pintura, gli occhi restano estasiati dallo scorcio che si gode sulla catena appenninica, sul Monte Bove, sul Monte Rotondo e sul Monte Priora. Siamo sui Prati di Ragnolo. Era maggio quando mi trovai lì per la prima volta e le cime dei monti avevano ancora qualche spruzzo di neve. Ma già i prati iniziavano a riempirsi dei colori delle prime fioriture di primavera, donando uno spettacolo indescrivibile, non di meno di quello ben più noto delle fioriture delle lenticchie a Castelluccio. Di questi altri angoli di paradiso magari vi racconterò meglio un’altra volta. Per oggi spero di avervi già dato abbastanza spunti per un bel weekend. Buon viaggio, cari lettori, e alla prossima!

DOVE DORMIRE Antico Borgo di Gallano (Residenza d’Epoca) – Fraz. Gallano, Pieve Torina (MC) – Tel. 0737.612057 Rifugio di Cupi – Via Piana – Cupi di Visso (MC) - Tel. 0737.971041 Agriturismo Le Casette – Loc. Campobonomo, 26 - Fiastra (MC) – Tel. 0737.52571 GOLOSITA’ DA NON PERDERE Salame al finocchio e ciauscolo prodotti da Norcineria Calabrò – P.zza Capuzi, 49 – Visso (MC) - Tel. 0737.95286 Ricotta di pecora e pecorini aromatizzati prodotti da Il Pastorello di Cupi – Via Piana 105 Cupi di Visso (MC) - Tel. 0737.99129 Pecorino e carne biologica di agnello prodotti da Fabrizio Fabrizi (Agriturismo Le Casette) – Loc. Sant'Ilario - Fiastra (MC) – Tel. 0737 52208 DA VEDERE A Visso: il Santuario di Macereto e il Museo dei Manoscritti Leopardiani (P.zza Martiri Vissani, Tel. 0737.9271). A Pievebovigliana: l’Abbazia Romanica di San Giusto e il centro storico. DA FARE Un’escursione sui Prati di Ragnolo (Pintura di Bolognola) o sui Piani di Castelluccio, in occasione delle splendide fioriture tra giugno e luglio. Un giro in canoa sul Lago di Fiastra.

Vuoi raccontare anche tu un’esperienza emozionante nelle Marche? Scrivi a m.rossi@maravigliatravel.it. I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

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ITINERARI DEL GUSTO

ITINERARI DEL GUSTO a cura di Giulio Giacca

RISTORANTE ULIASSI Via Banchina di Levante 6, Senigallia, tel. 071.65463 Aperto: sempre; chiuso: lunedì; ferie: da fine dicembre a metà marzo Sito: www.uliassi.it Tra i più rinomati ristoranti italiani, l’ Uliassi si trova lungo la Spiaggia di Velluto, a due passi dalla celebre Rotonda a mare. Si presenta esternamente con un caratteristico stile marinaresco e internamente con un arredamento curato dal design originale. L’esperienza e la creatività dello chef Mario Uliassi sono sinonimo di una cucina di altissima qualità. Il menù propone particolari piatti di pesce, frutto di ricercati accostamenti volti ad esaltarne al meglio i sapori. Un selezionato menù di vini di origine locale e francese, vi permetterà di trovare sempre la giusta combinazione con i piatti scelti. Servizio di sala impeccabile: la signora Catia Uliassi, sorella dello chef, vi accoglierà con cordialità e sarà lieta di farvi vivere con attenzione e professionalità un’ esperienza indimenticabile.

RISTORANTE HOTEL POSILLIPO via dell'Orizzonte, 1 61011 Gabicce Monte (PU) Tel. (+39) 0541 953373 Sito: www.hotelposillipo.com Un’incantevole vista sul mare Adriatico vi darà il benvenuto in questo rinomato ristorante, situato sulle alture di Gabicce Monte e nel cuore del Parco del San Bartolo. La cucina, orientata alla stagionalità e alla tradizione culinaria del territorio, propone uno stuzzicante menù composto soprattutto da piatti di pesce. L’Enoteca Posillipo, accanto ad un’accurata selezione di vini italiani ed esteri provenienti dalle migliori cantine, offre gustosi prodotti tipici. Grazie alla professionalità e alla gentilezza dei fratelli Artuini trascorrerete una deliziosa cena romantica o, qualora scegliate di pernottare nell’accogliente hotel, un piacevole soggiorno.

L'OSTERIA DELL'ARANCIO Piazza Peretti, 1, 63013 Grottammare Ascoli Piceno Tel. (+39) 0735 631059 Sito: www.osteriadellarancio.it Nel cuore del pittoresco borgo di Grottammare, l’ Osteria dell’Arancio si presenta in una posizione esclusiva: da un lato potrete godere di una vista mozzafiato sul mare, dall’altro vivrete l’atmosfera suggestiva della piazza del paese. All’interno un arredamento molto originale, che unisce tratti rustici a quelli del design moderno. La scelta degli accostamenti proposti nel menù è improbabile e seducente, una vera scoperta per i sensi che vi consentirà di degustare piatti tipici della tradizione marchigiana, curati nei minimi dettagli e serviti con gentilezza. Ogni settimana il menù presenta gustose novità che trovano sempre il giusto accompagnamento con uno dei raffinati vini della cantina.

RISTORANTE LU FUCARO' Via Nazario Sauro, 2 63010 Torre di Palme (FM) Tel. (+39) 329 0589528 Sito: www.bed-and-breakfast-torredipalme.it Posto nel centro di uno dei borghi più suggestivi delle Marche, il ristorante Lu Focarò gode di una posizione unica e panoramica. Nel periodo primaverile e in quello estivo potrete accomodarvi presso la splendida terrazza, dalla quale si arriva a scorgere in lontananza, tra il mare e le colline, il Monte Conero. Tra i gustosi piatti proposti dalla signora Patrizia troverete la stuzzicante tagliata di bovino locale, un’ampia scelta di primi caratterizzati dalla pasta fatta a mano e deliziosi dessert. Il signor Ettore sarà invece lieto di guidarvi nella scelta dei vini. La cortesia, il calore e la professionalità dei titolari vi faranno trascorrere una serata piacevole, che vorrete sicuramente ripetere.

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E VENTI CONCERTO DEL PREMIO OSCAR LUIS BACALOV Una chiusura calda, ammaliante e in grande stile per la Stagione concertistica 2011 del Comune di Senigallia (Marche – AN). Domenica 8 maggio, il pubblico alla Rotonda a Mare ha accolto e ascoltato dal vivo uno dei più apprezzati compositori e arrangiatori degli ultimi decenni, il Premio Oscar Luis Bacalov, in un programma di autori latinoamericani e sue composizioni per piano solo. La Stagione concertistica 2011 è stata realizzata dal Comune di Senigallia (Assessorato alla Cultura e Assessorato ai Turismi), in collaborazione con l’Ente Concerti di Pesaro e a cura del Maestro Federico Mondelci, nell’ambito della Stagione Unica di Teatro, Danza e Musica 2010-2011 tra Teatro La Fenice e Rotonda.

SAPORI & MOTORI TAGLIA LA LINEA DEL TRAGUARDO Conclusa con successo la V edizione Grande successo di pubblico per la V edizione di Sapori & Motori, la manifestazione organizzata dall’associazione sportiva Mimosa Bike ha visto il lido di Fano riempirsi di appassionati di motori e di prodotti tipici. Il ritrovo delle Ferrari l’arrivo delle Triumph Spitfire a cura del RITS hanno aperto la mattinata di domenica: per la prima volta in provincia circa 40 auto iscritte al registro nazionale, che rispondono a canoni di bellezza internazionale. La giornata ha poi “costretto” tutti visitatori ‘a naso in su’ con lo Spettacolo di paracadutismo con atterraggi in spiaggia a cura del centro Skydive Fano.

CIVITANOVA DANZA XVIII festival internazionale nel nome di Enrico Cecchetti È stato presentato il 25 maggio presso l’Hotel Miramare a Civitanova Marche il programma della XVIII edizione di Civitanova Danza. Civitanova Danza diventa maggiorenne. Dal 1 luglio all’11 agosto Civitanova Marche, la città della danza, ospita la diciottesima edizione del festival internazionale dedicato al Maestro Enrico Cecchetti, originario della città marchigiana. “Civitanova danza tutto”, slogan che accompagna da qualche anno la manifestazione, testimonia da un lato l’aspirazione a riunire in sé i rappresentanti del mondo e delle diverse culture, dall’altro la tensione ad una onnicomprensività dello sguardo per le differenti tipologie di danza, diversi stili e linguaggi con cui la danza dialoga.

“ZURAB TSERETELI. INCANTO DELLE ORIGINI. RADICI DEL MONDO” Si è conclusa con grande successo alla Mole Vanvitelliana di Ancona la mostra “Zurab Tsereteli. Incanto delle Origini. Radici del mondo” (20 aprile – 29 maggio 2011), ideata dall’Accademia Russa di Belle Arti e realizzata dalla Regione Marche e dall’agenzia di sviluppo regionale Svim, in collaborazione con i Ministeri degli Affari Esteri e della Cultura della Federazione Russa e il Comune di Ancona, con il patrocinio del Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona, il Ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali e la Provincia di Ancona. L’esposizione è stata inaugurata dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca insieme con Zurab Tsereteli: “È un grande onore avere qui l’artista più importante della Federazione Russa – ha detto il presidente in apertura. Nell’anno della cultura Russia in Italia e della cultura italiana in Russia questo evento rappresenta il modo migliore per rinsaldare i profondi legami tra le Marche e la Russia. Attraverso le relazioni culturali abbiamo modo di ampliare anche quelle economiche, già molto intense”.

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PRESENTAZIONE DEL CONSORZIO MARCHE SPETTACOLO Alla presenza di Pietro Marcolini Assessore alla Cultura della Regione Marche, Carlo Maria Pesaresi, Presidente del Consorzio Marche Spettacolo e Gilberto Santini, Direttore del Consorzio Marche Spettacolo è stato presentato a Palazzo Leopardi, nella sede della Regione Marche, il Consorzio Marche Spettacolo. Il Consorzio è costituito tra i soggetti privati operanti nella regione Marche nel settore dello spettacolo dal vivo. Persegue gli scopi sociali dello sviluppo e della razionalizzazione dei soggetti consorziati, proponendosi di garantire la migliore funzionalità e lo sviluppo del sistema regionale dello spettacolo nella piena garanzia del rispetto degli ambiti di competenza dei singoli consorziati. Sono Consorziati Promotori, intendendosi per tali i soggetti che hanno sottoscritto l’atto costitutivo: l’Associazione Arena Sferisterio – Teatro di tradizione, la Fondazione Rossini Opera Festival (R.O.F.), la Fondazione Pergolesi-Spontini, la Fondazione Teatro delle Muse, la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche (FORM), l’Associazione Musicultura, l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali (AMAT), la Fondazione Le Città del Teatro – Teatro Stabile delle Marche, l’Associazione Inteatro e il Teatro del Canguro.

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E VENTI

PORSCHE GREEN CUP 2011 Sabato 7 maggio si è disputata presso il Conero Golf Club di Sirolo la tappa del circuito nazionale PORSCHE GREEN CUP 2011. La gara si è svolta con la formula 18 buche stableford 3 categorie e ha visto la straordinaria partecipazione di 140 giocatori, di cui almeno 60 provenienti da tutta Italia, in particolare dai golf club di Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio

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na bellissima giornata di sport iniziata molto presto al mattino; il primo team è partito alle 8 ed ogni 10 minuti si sono succedute le partenze fino alle 13.40, per terminare alle 19.15. L'evento è stato fortemente voluto da Luca Bonazza e Claudio Zito, referenti del Centro Porsche Ancona, Marche Motori, che è riuscito a portare una tappa del prestigioso circuito al Circolo di Sirolo ed è stato allietato dalla presenza in esposizione di 5 bellissime auto Porsche di cui una Panamera e un Cayenne, utilizzate per un test-drive a disposizione dei numerosi affezionati del prestigioso marchio accorsi per l'occasione. Ottimamente condotta dal giudice federale Roland Van Maanen, la gara ha visto l'affermazione del nostro Francesco Benedetti, mentre nella speciale classifica dei soci Porsche Green Club si sono affermati Claudio Rovacchi del Golf Club Reggio Emilia e Osvaldo Cella di Castello di Tolcinasco (Milano). Nel corso della premiazione il direttore del Circolo, Roberto Malatini, visibilmente soddisfatto per il grande successo della manifestazione, ha sottolineato come ancora una volta il Conero Golf Club si sia distinto a livello nazionale quale prestigiosa realtà nell'ambito golfistico.

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ARTE E MUSICA

“Riscoprire una prassi vocale così suggestiva e meravigliosa è come trovare un affresco di strepitosa fattura dietro l’intonaco di una sacrestia”.

CANTAR LONTANO Di A. Dachan Foto di Lorenzo Franzi

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aestro Mencoboni, dal 24 giugno prenderà la XII edizione del Festival Cantar Lontano, di cui Lei è Direttore Artistico: vuole presentarci questa manifestazione? “Cantar Lontano Festival giunge alla 13esima edizione. A guardare indietro 13 anni sono tanti e sono anni pieni di tante belle produzioni realizzate. È una manifestazione che nasce dal preciso desiderio di divulgare in tempi moderni quella che fu con ogni probabilità una delle più incredibili invenzioni, in tema di prassi esecutiva del mondo barocco. Un signore di nome Ignazio Donati, chiamato a lavorare nelle Marche inventò un nuovo modo di fare musica o meglio di far ascoltare la musica in chiesa. La genialità del Donati, spinto forse per la “povertà” di mezzi che dovette trovare qui da noi, fu quella di far cantare lontani e nascosti i singoli individui. Una vera illusione sonora. Questa “invenzione”come lui stesso la chiamò nel 1612 (e che poi portò con se fino alla carica di Maestro di Cappella del Duomo di Milano), dovette

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avere uno straordinario successo qui da noi, poiché si cominciarono a costruire chiese a misura di quel modo di far musica. Ne sono testimonianza le numerosissime cantorie che troviamo nelle chiese della nostra regione; esse rappresentavano dei piccoli teatri nel mondo sacro, un capitale culturale enorme, che in tanti luoghi ci invidiano e che noi ci siamo prefissi di recuperare per la musica. Per questo è nato Cantar Lontano Festival e per questo continuerà a lavorare”.

Maestro Marco Mencoboni

Lei ha diretto lo scorso anno delle navi nel porto di Ancona, anche quello era Cantar Lontano? “Ho applicato lo stesso concetto del Donati alle sirene delle navi. Erano sette con le trombe intonate sulle note dell’esacordo di Guido d’Arezzo”. La riscoperta della prassi vocale seicentesca: un obiettivo unico nel suo genere. Da cosa nasce questo intento? “Riscoprire una prassi vocale così suggestiva e meravigliosa è come trovare un affresco

Maria Cristina Cleary (arpa) e Lia Serafini, Serra San Quirico, 2009


di strepitosa fattura dietro l’intonaco di una sacrestia. Dopo il primo tassello ti viene il desiderio di continuare a scoprire, pulire, restaurare, significa ritrovare un mondo antico che continua ancora ad emozionarci. Nessuna civiltà moderna lascerebbe crollare una Cattedrale dell’anno 1.000 perché la bellezza del passato è capace di indicarci la strada per il futuro, restaurare un affresco di Piero Della Francesca e recuperare una prassi vocale del primo barocco hanno esattamente lo stesso significato ma la musica svanisce, non la puoi toccare, non la puoi guardare. La musica ha la potenza evocativa dell’amore, è leggera, fugace, imprendibile”. L’inaugurazione del Festival sarà particolarmente suggestiva, con un appuntamento alle Grotte di Frasassi: vuole darci qualche anticipazione? “È uno degli appuntamenti a cui stiamo lavorando da mesi ed è il concerto a cui tengo di più insieme a quello di chiusura che si terrà a Loreto il 3 luglio. Nel primo sarà la grotta stessa a “far musica” grazie ad una serie di risuonatori costruiti dai bimbi delle scuole elementari. Posti sotto alcune gocce che cadono dall’alto essi entreranno in vibrazione producendo suoni, ritmi e melodie: sarà la grotta stessa a suonare. Lacrime si chiamerà lo spettacolo, poiché su questo sottofondo eseguiremo i brani polifonici composti da Ocheghem e Josquin per la scomparsa dei loro maestri. Le lacrime sonore della grotta si uniranno all’evocazione della musica. A Loreto partiremo da un manoscritto che si conserva nell’Archivio della Santa Casa. È un canone doppio scritto su un ex voto speciale, perché solo recentemente è

stato attribuito con certezza a Orlando di Lasso, uno dei più grandi compositori del rinascimento che a Loreto si era recato come pellegrino. E non è mai stato eseguito”. La Sua ultima tournée con Gemma Bertagnolli con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana si è chiusa con un grande successo di pubblico e critica: qual è stato il momento più bello? “L’applauso del teatro di Iesi alla fine del concerto”.

“Cantar Lontano è una manifestazione che nasce dal preciso desiderio di divulgare in tempi moderni quella che fu con ogni probabilità una delle più incredibili invenzioni, in tema di prassi esecutiva del mondo barocco”

Cosa pensa del patrimonio musicale contemporaneo? “Non pratico la musica contemporanea ma nutro verso questo mondo un grande rispetto. Come per la musica antica sprigiona una grande forza quando viene suonata dai grandi. Non dimenticherò mai l’esecuzione degli studi per violino di John Cage suonati da Irvine Arditti”. Pochi giorni fa ha fatto un’esperienza insolita all’interno di un carcere. “Sono stato invitato da un gruppo attori a fare una lezione di musica ai detenuti in un carcere di massima sicurezza. Abbiamo creato un’orchestra di bicchieri e bottiglie facendo musica a livello elementare, per un’ora si sono sentiti liberi, così mi hanno detto, anche questo è il potere della musica”. Ha un sogno musicale che vorrebbe realizzare? “Dirigere la Passione secondo Matteo di Bach, con i due cori e le due orchestre disposti a distanza, così come Bach l’aveva concepita a Lipsia per la sua Thomaskirche. Non lo fa nessuno in questo modo, potrebbe farlo Cantar Lontano Festival un giorno”. Maria Cristina Cleary (arpa) a Serra San Quirico 2009

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APPUNTI IN AGENDA PIERLOMBARDO DANZA - LE VENT NOIR Venerdì 24 giugno 2011, h 21.15 Macerata Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi

PIERLOMBARDO DANZA LE VENT NOIR

Coreografie e regia Susanna Beltrami Musiche Sandro Dandria Interpreti Matteo Bittante e Compagnia Susanna Beltrami Lara Viscuso, Fabrizio Calanna, Cristian Cucco, Floriana Battista Francesco Pacelli, Alice Carrino, Giulia Murgianu Elementi scenici Giorgio Martino Immagini Mario Mattioli Maitre du ballet Matteo Bittante Produzione DanceHaus Susanna Beltrami

L’ARTE NELLE DIMORE DEL SILENZIO Da Domenica 12 Giugno a Domenica 17 luglio 2011. Dove: Pennabilli (PS) Via della Rupe - Monastero. Info: osa.pennabilli@infinito.it

CATERRADUNO 2011: Fratelli in Italia sulla spiaggia di velluto

L’arte nelle dimore del silenzio

CATERRADUNO 2011: FRATELLI IN ITALIA SULLA SPIAGGIA DI VELLUTO Nel 150° Anniversario dell’Unità i “Fratelli in Italia” si danno appuntamento a Senigallia dal 27 giugno al 2 luglio per l’edizione 2011 del CaterRaduno. Per il sesto anno consecutivo l’allegra compagnia della più ascoltata trasmissione radiofonica di Radio 2 Caterpillar, sbarcherà sulla “spiaggia di velluto” alla guida di Massimo Cirri e Filippo Solibello. Il titolo dell’edizione 2011 sarà “Fratelli in Italia”, mentre nulla cambia nella formula che prevede una settimana di dirette radiofoniche e spettacoli tutti rigorosamente ad ingresso libero. Si parte mercoledì 29 giugno con Ben L’Oncle Soul, il 30 con i Figli di madre ignota e, per finire in bellezza, Vinicio Capossela il 1 luglio e Caparezza il 2. In Piazza Roma Linea Notte mentre, per i fan più nottambuli, ancora musica in Piazza del Duca con Brunori sas il 29 giugno, la Banda Osiris il 30, Nada e Fausto Mesolella il 1 luglio e la chiusura il 2 con Bollani Danish Trio, Davide Riondino, Antonio Di Bella e Erica Mou.

CAMPIONATI ITALIANI DI PATTINAGGIO Dal 9 all’11 giugno oltre 800 atleti nella nostra città Sarà il nuovo pattinodromo di Senigallia ad ospitare a giugno del 2011 i campionati italiani di pattinaggio in linea, manifestazione che sarà tra l’altro trasmessa in diretta televisiva su Raisport.

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Campionati italiani di pattinaggio


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APPUNTI IN AGENDA 50° EDIZIONE “COPPA PAOLINO TEODORI”

50° EDIZIONE “COPPA PAOLINO TEODORI”

Grande appuntamento quest`anno per la storica gara automobilistica di velocità “Coppa Paolino Teodori” che si appresta a festeggiare la 50° edizione il 17, 18 e 19 giugno 2011. È previsto un programma ricco di eventi che faranno da cornice a questo appuntamento prestigioso grazie all’impegno del Gruppo Sportivo AC AP, dell’’Automobile Club di Ascoli Piceno-Fermo e della Simbiosi Marketing. Info su: info@gsacascoli.org Gruppo Sportivo Automobile Club Ascoli Piceno Viale Indipendenza 38/a 63100 Ascoli Piceno Tel. 0736-338231/45820 Fax. 0736-344736

FESTIVAL “SPILLA”: Torna il festival ‘Spilla’, anche Anna Calvi ad Ancona. Il programma completo Inizierà il 18 giugno il Festival “Spilla”, organizzato dalla’agenzia Comcerto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Dopo Baldy Drawn Boy e Richard Ashcroft, l’ospite principale dell’edizione 2011 sarà la cantautrice britannica Anna Calvi. Sarà come di consueto un Festival che, per usare le parole di Eric Bagnarelli (Comcerto), “cercherà di portare la grande musica internazionale nel centro storico di Ancona, con eventi unici e set molto particolari, appositamente pensati per Spilla”. Non solo musica e cultura. Gli eventi principali di “Spilla” 2011 si terranno dal 22 al 25 giugno, perché (sottolinea Bagnarelli) “si tratta di un festival che attira un pubblico per lo più proveniente da altre Province o Regioni, e può diventare una buona occasione per rilanciare il turismo cittadino”.

LA QUINTANA

FESTIVAL “SPILLA”

Sabato 25 giugno 2011 Ore 11.00 Sede dell’Ente Apertura punto di accoglienza mostra quintana Sabato 2 luglio 2011 Ore 11.00 Sala della Ragione Presentazione Palio Luglio e Palazzo dei Capitani Palio Sbandieratori Ore 18.00 Vie Piazze Centro Lettura del bando di sfida Ore 21.00 P.za Arringo Gara Sbandieratori Singolo e piccola squadra

Domenica 3 luglio 2011 Ore 21.00 P.za Arringo Gara Sbandieratori Coppia Grande squadra Premiazioni Venerdì 8 luglio 2011 Ore 19.00 P.za S.Agostino Saluto Madonna Pace sorteggio giostra luglio Sabato 9 luglio 2011 Ore 19.00* P.za V.Basso Ammassamento figuranti inizio corteo storico

BAIA IMPERIALE Inaugurazione ufficiale estate 2011 Baia Imperiale summer Venerdì 17 giugno non perdere l'evento dell'estate: L'inaugurazione ufficiale della stagione estiva 2011 della Baia Imperiale!!! Sabato 18 ci sarà l'apertura della suggestiva Terrazza dei Cesari e l'inaugurazione del Toga Party: Il party dell'estate in puro stile romano.

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BAIA IMPERIALE


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SPORT

“Credo che le vetture da competizione abbiano un’anima e con la mia Porsche 997 GT3 CUP ci parlo”

ENRICO FULGENZI di M. Palumbo

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nrico, la passione per le auto da corsa è nata frequentando la pista o è un dono avuto in eredità da Suo padre? “Mio padre era già pilota quando nel 1986 nascevo; i motori inevitabilmente sono diventati parte della mia vita fin da subito. Poi mio padre Fernando oltre ad essere stato un pilota di primo livello (4 titoli italiani vinti in categorie Turismo), intraprese anche l’attività imprenditoriale nel motor sport fondando un team che ancora oggi è in piena attività”. A che età ha guidato per la prima volta un’auto sportiva? “Nonostante a casa si mangiassero “pane & motori” quotidianamente, da subito mi è stato chiarito che fino al termine delle scuole superiori non avrei mai guidato in pista nemmeno un go-kart. Così è stato, ma devo dire di aver avuto il merito di accettare questa decisione. Anziché abbattermi ho scelto di seguire mio padre cercando di imparare e di acquisire la maggior esperienza possibile osservando da dietro il muretto dei box. È stato cosi fino all’età di 19 anni quando per la prima volta ho indossato il casco e affrontato delle sessioni di allenamento in pista: non a caso la prima sensazione che ho avuto è stata che quello che stavo vivendo era un qualcosa di normale, di già vissuto, era la cosa per cui mi stavo preparando da tempo e quando era arrivato il mio momento non mi sono fatto trovare impreparato”. Cosa prova quando si mette al volante? “Io non sono il classico amante dei motori o

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delle belle auto. Piuttosto sono una persona competitiva, grintosa, che ama le sfide e che fa di tutto per vincerle. Nella mia vita ho provato molte discipline sportive, ma l’automobilismo è sempre stato il mio “talento” più spiccato che ho sentito dentro di me e la mia carriera “anomala” rispetto alle tradizionali dei piloti vincenti, mi ha spinto ancor di più a volerlo dimostrare. La guida e la velocità non mi danno un’emozione particolare, ma battere l’avversario, realizzare una pole position o vincere una gara mi fa provare quella sensazione che probabilmente fa del motor sport la mia ragione di vita”. Che rapporto ha con la Sua auto? “Il rapporto è quello che potrebbe avere un fantino con il suo cavallo. Credo che le vetture da competizione abbiano un’anima e con la mia Porsche 997 GT3 CUP ci parlo, ci dialogo mentalmente mentre affronto ogni curva, ma è un dialogare “intimo” che difficilmente si può spiegare a parole”. Nel 2009 ha vinto, appena ventenne, la Cayman Cup: cosa ha significato per Lei questo traguardo? “Nel 2009 a soli 2 anni dal mio debutto nelle competizioni avevo praticamente realizzato un qualcosa di incredibile, perché senza affrontare nemmeno una gara di go-kart e vantando appena una quindicina di gare in totale in carriera in categorie inferiori, avevo vinto un campionato monomarca di assoluto livello come la Porsche Cayman Cup. Mi hanno etichettato come giovane promessa del Gran Turismo


e da li ho capito che il motor sport poteva essere la mia vita a tempo pieno. Ho scelto così la sfida definitiva partecipando alla Porsche Carrera Cup Italia che è considerato in assoluto in Italia e in Europa il campionato con il più alto tasso tecnico di piloti e vetture. Questa esperienza avrà luogo in questo 2011 e sarà un’ulteriore occasione per stupire e dimostrare tutto il mio valore, definitivamente”. I suoi studi in scienze manageriali dello sport hanno in qualche modo contribuito ai suoi successi in pista? “Senza i miei studi credo che Enrico Fulgenzi oggi sarebbe un normalissimo pilota che oltretutto, forse, non avrebbe ottenuto quei risultati. La mia formazione, oltre ad avermi creato molta forza interiore, mi ha permesso di essere una persona capace e competente nel gestire anche gli aspetti commerciali e manageriali del motor sport. Io tratto personalmente con gli sponsor e anche in stagioni economiche difficili sono riuscito a concretizzare sponsorizzazioni che mi hanno permesso di supportare la mia attività agonistica. Poi oggi nell’automobilismo non contano più solo cronometro e bravura, ma anche la propria persona e le relazioni con il mondo esterno. Ora le case automobilistiche e i team importanti osservano molto questi

aspetti poiché la figura del pilota deve rispecchiare i principi e le caratteristiche che riguardano, ad esempio, un brand come Porsche”. Qual è la gara che sogna di vincere? “La prossima. Non c’è notte che non mi addormenti senza pensare alla gara successiva, ogni volta è cosi. Si gareggia solo per vincere e credo quindi che non ci siano gare più importanti o meno importanti, io vorrei vincerle tutte e arrivare fino a dove il mio limite mi consentirà di arrivare”. Vuole darci un’anticipazione sui Suoi prossimi impegni sportivi? “Quest’anno parteciperò alla Porsche Carrera Cup Italia che, come dicevo, è il campionato in assoluto più difficile e competitivo attualmente in Italia. I presupposti sono ottimi e per questo devo ringraziare vivamente il Centro Porsche Ancona e in particolar modo Giovanni Paglione e Luca Bonazza, che mi hanno dato fiducia credendo in me come pilota e rappresentante della loro azienda”.

ENRICO FULGENZI nato a Jesi il 3/10/1986 CARRIERA • 2011 PORSCHE CARRERA CUP ITALIA • 2010 PORSCHE CARRERA CUP ITALIA 3 gare disputate 1 podio • 2009 PORSCHE CAYMAN CUP Campione (4 vittorie, 5 pole, 4 giri veloci, 6 podi) • 2008 PORSCHE CAYMAN CUP 3° Classificato • 2007 CITROEN C1 CUP 2° Classificato, Campione Under25 • 2006 CITROEN C1 CUP debutto, 5 gare disputate 1 podio Laurea in Management dell’Azienda Sportiva Master in Motorsport Management presso Luiss Business School

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SPORT

Giovanni Scapagnini, professore Associato Biochimica Clinica Facoltà di Medicina Università degli Studi del Molise

GIOVANNI SCAPAGNINI Omotaurina, nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della patologia di Alzheimer

Questo studio rappresenta anche un fondamentale incoraggiamento per la valutazione di tale sostanza come trattamento specifico per la prevenzione dell’insorgenza della malattia di Alzheimer, soprattutto nei numerosi soggetti affetti da Mild Cognitive Impairment" (MCI), cioè in persone non dementi con deficit cognitivi evidenziabili ed un maggior rischio di sviluppare demenza.

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L’

Alzheimer (AD) è una malattia neurodegenerativa progressiva e la causa più comune in età adulta di demenza, cioè di uno stato clinico caratterizzato dalla perdita di memoria e di funzioni cognitive complesse. L’AD ha un esordio tipicamente senile e in molti paesi la sua incidenza, soprattutto in ragione dell’allungamento della vita media, è in costante aumento. Gli ultimi dati presentati dall’Alzheimer Association parlano di una triplicazione dei casi di Alzheimer da oggi al 2050, definendo questa malattia una vera e propria epidemia silente. Questo argomento acquista sempre maggiore importanza in una società, come la nostra, che sta vivendo una sorta di “rivoluzione demografica”: nel 2000, nel mondo c’erano circa 600 milioni di persone con più di 60 anni, nel 2025 ce ne saranno 1,2 miliardi e 2 miliardi nel 2050. Una caratteristica misteriosa dell'AD è la variabilità con cui colpisce le persone e la difficoltà di porre una diagnosi precoce. I pazienti affetti da AD presentano un progressivo aumento di deficit cognitivi, lungo un arco di 8 - 10 anni di media dalle prime manifestazioni

cliniche, che vanno da lievi deficit mnestici nelle prime fasi della malattia fino alla morte passando per disturbi cognitivi, disturbi di carattere emotivo, alterazioni motorie, disturbi comportamentali, episodi di depressione, psicosi con deliri e allucinazioni e disturbi del sonno. La diagnosi richiede l'applicazione di un pacchetto di test neuropsicologici piuttosto ampio. Tuttavia l'analisi neuropsicologica non riveste caratteri di specificità eziopatogenetica. Tipicamente risulta difficile porre una diagnosi precisa, soprattutto all'esordio. I sintomi vengono spesso confusi con cambiamenti dell'umore e del comportamento o si presentano in modo incompleto. Attualmente la diagnosi di AD è anatomopatologica e si fonda sul riscontro autoptico a livello cerebrale delle placche di beta amiloide e dei grovigli neuro fibrillari, le due tipiche lesioni che caratterizzano questa malattia. Sebbene sia noto che alla patogenesi dell’AD concorrono la formazione di aggregati proteici e la perdita di popolazioni neuronali, poco si conosce circa le modalità con le quali questi fattori interagiscono tra loro e quale di essi sia causa o

conseguenza della patologia. Altrettanto poco noti sono gli eventi molecolari alla base del processo di morte causato dalle proteine coinvolte in queste malattie. Secondo una delle ipotesi patogenetiche più accreditate, il peptide di 42 aa beta amiloide (Abeta), che rappresenta la maggior componente delle placche amiloidi, gioca un ruolo determinante nel causare la degenerazione neuronale caratteristica dell'AD. Un dato costante comunque è che la presenza di aggregati proteici è associata a morte neuronale. La prevenzione degli effetti devastanti di queste malattie richiede pertanto la prevenzione della morte e perdita dei neuroni. La scarsa efficacia dimostrata dagli inibitori dell'acetilcolinesterasi nel frenare la progressione della malattia sembra supportare l'idea che solo la diagnosi ed il trattamento precoce potrebbero incidere significativamente sulla sopravvivenza neuronale e sul risparmio delle funzioni cognitive. In particolare la perdita di volume dell’ippocampo, una area del sistema nervoso centrale fondamentale per la memoria e tra le prime ad essere danneggiate durante lo svi-


luppo della patologia neurodegenerativa, è stata direttamente collegata al grado di declino cognitivo dei pazienti di Alzheimer. Il livello di perdita di volume dell’ippocampo valutato attraverso Risonanza Magnetica (MRI) è stato proposto come un valido strumento diagnostico per predire la progressione e l’andamento della patologia di Alzheimer. Su tali basi, composti in grado di proteggere il cervello contro la neurotossicità da Abeta, in grado di ridurre i cambiamenti volumetrici dell’ippocampo e al tempo stesso di rallentare il declino cognitivo costituirebbero degli ideali strumenti terapeutici per il trattamento dell’AD. L’omotaurina, o tramiprosato, è un composto solfonato di basso peso molecolare in grado di legarsi, in vivo ed in vitro, al peptide Abeta nella sua forma solubile. Il legame con la forma solubile di beta amiloide

impedisce al peptide di assumere la struttura fibrillare, non più solubile, e ne favorirebbe l'eliminazione prevenendone l'accumulo. In vitro l’omotaurina si è dimostrata in grado di proteggere nei ratti i neuroni e il tessuto di ippocampo in cultura contro la tossicità da beta amiloide. In vivo l’omotaurina produce una riduzione dose-dipendente di entrambe la beta amiloide solubile e aggregata, nei cervelli di topi transgenici (TgCRND8). Nell’uomo la somministrazione di omotaurina in soggetti sani, giovani e anziani, e nei pazienti di Alzheimer è risultata essere sicura e ben tollerata. Sul numero di Luglio della rivista scientifica “ The Journal of Nutrition, Health and aging” il gruppo di ricerca della McGill University di Montreal ha pubblicato i primi dati relativi allo studio Alphase, uno studio clinico di fase III, multicentrico, randomiz-

zato e controllato con placebo, condotto su 1052 pazienti affetti da Alzheimer da lieve a moderato, già in trattamento con inibitori dell’acetilcolinesterasi, e seguiti per 18 mesi. Il presente studio ha valutato un sottogruppo di pazienti (312) a cui sono state effettuate analisi di imaging mediante risonanza magnetica volumetrica per valutare l’andamento della perdita di volume dell’ippocampo durante il periodo del trattamento. In questa pubblicazione gli autori dimostrano per la prima volta che l’omotaurina somministrata due volte al giorno ad un dosaggio di 100 mg o di 150 mg, è in grado di ridurre in maniera significativa la perdita di volume dell’ippocampo tipica della patologia di Alzheimer. Nello stesso studio gli autori hanno anche evidenziato nei pazienti osservati, un migliore andamento dello stato cognitivo, valutato

attraverso la scala per la valutazione cognitiva del morbo di Alzheimer (ADAS-cog). Lo studio rappresenta la prima sostanziale evidenza di una efficacia clinica dell’omotaurina nei pazienti affetti da Alzheimer, anche in un’ottica di trattamento coadiuvante la terapia con inibitori dell’acetilcolinesterasi. In questa prospettiva, l’utilizzo a lungo termine dell’omotaurina potrebbe costituire un’aggiunta essenziale a ulteriori approcci oggi consigliati nella prevenzione primaria e secondaria dell’Alzheimer (controllo della dieta, aumento dell’attività fisica e dell’esercizio mentale) o nella prevenzione medica di comorbidità (controllo dell’ipertensione, del diabete o della dislipidemia).

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