AGOSTO - SETTEMBRE ‘11 N°6 anno XVIII
180 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 3 53/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.4 6) Art. 1, comma 1, DCB Ancona
AGOSTO - SETTEMBRE ‘11 N°6 anno XVIII casa editrice GGF GROUP
CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MLmagazine.it
ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.DESIGN
SPECIALE XXV Congresso Eucaristico
L’Arcivescovo Menichelli: “E’ bello poter dire, domani: Io c’ero!”
DOSSIER IL FUTURO DEI DISTRETTI
INTERNAZIONALIZZAZIONE LE OPPORTUNITÀ DAL VIETNAM E DALL’ AUSTRALIA
A CASA DI: Benvenuti a Villa Lattanzi TENDENZE
MODA E STILE SECONDO VITTORIO CAMAIANI ISSN 20367589
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Francesco Casoli L’azienda? Una comunità PER IL SENATORE, TITOLARE DI ELICA E “ANIMA” DELLA FONDAZIONE INTITOLATA AL PADRE ERMANNO, OGGI “OCCORRONO PIÙ DIALOGO E SOLIDARIETÀ”
Michele Andreano
CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI mlmagazine.it
“ Il futuro premierà gli studi legali attenti all’etica” 3
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EDITORIALE di Flavio Guidi
Riforma Fiscale L
a riforma fiscale è il primo provvedimento che dovrà essere adottato. Bisogna ripristinare il sistema di propulsione che regola e governa l’economia. La spesa pubblica, con tutte le sue inefficienze, ha generato un sistema fiscale assurdo, che con i suoi meccanismi rende l’investimento, l’intraprendenza, il lavoro non remunerativo. Principio fondamentale di ogni attività economica è che all’investimento e al lavoro debba corrispondere un adeguato ritorno. In Italia il 94 per cento delle imprese hanno meno di 10 dipendenti; per esse si può prospettare un’imposizione fiscale di non meno del 70 per cento (in alcune configurazioni anche del 100 per cento). Se il soggetto opera in condizioni di alto indebitamento il livello di imposizione viene ulteriormente appesantito. Se l’azienda è in perdita, vi è un ulteriore aggravamento in termini di prelievo fiscale dovuto all’Irap e al recupero a reddito di costi non deducibili: oneri finanziari, spese telefoniche, spese di rappresentanza, ammortamenti, sanzioni, minusvalenze, perdite su crediti, perdite su partecipazioni, imposte, ecc… È assurdo! Il soggetto con i ricavi non produce risorse dopo aver pagato tutti i costi. Al flusso delle uscite si sommano le imposte. L’autofinanziamento, se esistente in ogni sistema economico, dopo aver remunerato il lavoro è destinato a generare risorse per migliorare la situazione finanziaria e per sostenere lo sviluppo. In questa situazione il sistema fiscale, non sostenendo l’autofinanziamento inibisce, disincentiva l’azione economica, spinge le aziende al disimpegno. Il lavoro, il rischio e il capitale devono essere remunerati. Perché un soggetto dovrebbe lavorare, rischiare, impegnare capitali, se poi, come viene prodotto un euro di margine lor-
do, questo viene risucchiato nel “buco nero” che entropizza il sistema? Il sistema finanziario dipende dal sistema economico: se questo vacilla o si imballa, il sistema finanziario impazzisce diventando preda della speculazione. Ad un sistema fiscale perverso non può che rispondere un comportamento perverso. L’evasione fiscale, in questo modo, diventa prima una protezione e, successivamente, una scusante. Bisogna in primis risanare la spesa, renderla funzionale, parsimoniosa e non superflua. È necessario un maggiore impegno da parte di quelle categorie che godono di privilegi. Ogni riforma si deve basare su un sistema “morale”. Una famiglia parsimoniosa ha al suo interno rigore, stabilità, crescita e rispetto. Le misure sul costo della politica, l’allungamento dell’età pensionabile, il taglio delle maxi-pensioni e dei maxi-stipendi, l’eliminazione delle pensioni di invalidità inesistenti, l’incremento dell’Iva sui beni superflui e voluttuosi, la revisione dei rapporti lavorativi, la razionalizzazione delle strutture pubbliche e parapubbliche, lo smobilizzo delle proprietà immobiliari statali o parastatali, le privatizzazioni, l’eliminazione dei benefici della Chiesa, l’inasprimento delle pene per l’evasione fiscale correlate ad una drastica riduzione della pressione, la riduzione del debito se necessario anche attraverso una patrimoniale straordinaria: questi i principali provvedimenti o campi su cui articolare un risanamento radicale. Lo ripeto: alla base di un’azione drastica ci deve essere un comportamento rigoroso e serio. L’esempio di sacrificio, rispetto e coerenza dev’essere il fondamento di ogni provvedimento, altrimenti ogni azione correttiva perde la sua funzione, generando disagio e perpetuando la situazione.
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PRIMO PIANO
Sena Gallica, la cultura del pesce A Senigallia abbiamo incontrato Maddalena e Matteo Montanari, due fratelli che hanno fondato, assieme ad alcuni amici, la cooperativa Sena Gallica, divenuta un insostituibile punto di riferimento nel mercato del pesce di P. Duranti
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addalena Montanari, dottore commercialista e revisore contabile, ma soprattutto … socia di Sena Gallica, una cooperativa di nove amici che hanno cercato di realizzare un sogno: riscoprire alcune attività marinare tipiche della cultura della loro città, Senigallia, che nel tempo erano andate quasi smarrite. Così si spiegano l’area marina in concessione per l’allevamento delle cozze, gli impianti per la lavorazione del pesce, la pescheria per la vendita al dettaglio, l’attività all’ingrosso, l’accogliente locale “Cucina di Mare” proprio di fronte alla stazione e, ultimo arrivato, l’accogliente ristorante al porto, realizzato in un edificio costruito ex novo a due passi dal faro, con una terrazza dalla quale si scorge la magnifica costa che dalla Rotonda scende sino al Conero.
Dottoressa Montanari, dai libri contabili al pesce. Come ci è finita? “Una decina di anni fa, mio fratello Matteo si gettò in quest’avventura con alcuni amici, ma pose a tutti una condizione: “la società si fa soltanto se entra anche mia sorella” … Ed eccomi qui”. In questo numero parliamo anche del rapporto tra etica ed impresa. Voi avete scelto la forma giuridica della cooperativa di lavoro, caratterizzata, sia sa, dalla valorizzazione della componente umana. A distanza di alcuni anni ritiene che la filosofia di Sena Gallica non sia cambiata? “Innanzitutto ritengo che sulle considerazioni di tipo formale debbano prevalere aspetti sostanziali. L’aver dato lavoro a moltissime persone, sostenendo anche progetti costosi e finan-
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ziando importanti investimenti innovativi, secondo me possono essere visti come buoni esempi. Noi soci siamo tutti a stipendio minimo: ci sarà un motivo!”. E qual è, scusi? “Che nella vita e nel lavoro ci sono successi che vanno oltre al fatturato”. Ci parla degli investimenti in ricerca e sviluppo? Vorrei ricordare soprattutto due progetti, portati avanti uno con l’Università di Ancona e l’altro con il Cnr”. Partiamo con il primo. “Abbiamo messo a disposizione dell’Ateneo dei locali ed acquistato macchinari che hanno permesso la realizzazione di un laboratorio per lo studio sulla riproduzione della vongola nostrana, la venus gallina”. Non avete ottenuto contributi pubblici? “Un finanziamento comunitario, ma le garantisco che i soci hanno messo soldi di tasca loro, e non pochi!”. Il progetto con il Cnr invece cosa riguarda? “Con la dottoressa Fabi del Centro Nazionale Ricerche di Ancona stiamo conducendo uno studio sulla riproduzione e la crescita del dattero bianco, un mollusco che è sempre cresciuto anche nella roccia del Conero. Ma oggi, dopo decenni di sfruttamento selvaggio della costa, c’è il rischio di estinzione”.
“Nel nostro punto vendita la qualità è sempre garantita, visto che dietro al banco lavora un collaboratore che per vent’anni ha fatto il pescatore”
Maddalena e Matteo Montanari
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PRIMO PIANO Insomma, anche sul fronte dell’innovazione non vi siete mai tirati indietro. Ma gran parte dell’impegno della cooperativa è stato indirizzato all’allevamento delle cozze. “Un’area marina lunga 22 chilometri – avuta in concessione dal Demanio – che per noi è motivo di vanto: ci abbiamo creduto da subito ed è andata bene. Le cozze, comunque, non le alleviamo soltanto in mare (con le boe), ma anche nello stabilimento, per mezzo di impianti all’avanguardia – certificati a livello comunitario -, attrezzature e celle frigorifere che ne garantiscono la massima igiene del procedimento e la genuinità del prodotto”. Oltre alla vendita al dettaglio curate anche l’ingrosso, coprendo un territorio ormai molto vasto … “Forniamo ristoranti da Falconara Marittima fino a Fano”. Nel settore della ristorazione la crisi si è avvertita maggiormente rispetto al dettaglio? “Diciamo che dopo un 2008 nero, il 2009 ha registrato una discreta crescita, confermata pienamente l’anno successivo. Si, il 2010 è stato proprio l’anno della ripresa, anche per i ristoranti”. Per capire cosa rappresenta ora Sena Gallica e quali sono i progetti futuri incontriamo il fratello di Maddalena, Matteo Montanari, marchigiano doc, classe 1967, sposato con tre figli, ideatore e “dominus” della cooperativa, pescatore ed imprenditore. “Gli scopi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti tutti”, ci confida, osservando orgoglioso il suo ultimo capolavoro – “Mare Magno” -, il ristorante stagionale al porto. “Abbiamo conquistato il mercato domestico, ricoprendo spazi vuoti ed “inventandone” altri”. Ad esempio? “Siamo riusciti a penetrare nel mercato spagnolo, facendo una scelta controcorrente, visto che di solito è la Spagna a venderci il pesce …”. Perché ha scelto proprio la Spagna? “Avevamo il vivaio pieno di cozze che stentavamo a vendere; a Valencia, sulla costa mediterranea del Paese, incontrai altri imprenditori locali e da qui nacque una bella collaborazione”. Quindi le cozze dell’Adriatico sono apprezzate anche all’estero. “La cozza allevata sulla costa mediterranea del Paese iberico – la cosiddetta cozza estiva – è molto simile a quella italiana, mentre la cozza atlantica (invernale) è più grande, e generalmente serve il mercato europeo”.
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“In Parlamento è ancora troppo rilevante il peso delle corporazioni”
Francesco Casoli
“Occorrono più dialogo e una politica forte” Etica e solidarietà: due parole che in una fase delicata come l’attuale assumono un significato particolare. Ne parliamo con Francesco Casoli, senatore e Presidente di Elica, che ci illustra anche le attività e i progetti della Fondazione intitolata a suo padre Ermanno, fondatore dell’azienda fabrianese di P. Duranti
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enatore, la situazione in generale è delicata: Lei è reduce dall’approvazione di due Manovre consecutive, rese necessarie dalla congiuntura, particolarmente gravosa con il debito pubblico che ci ritroviamo, e dalla turbolenza che sta investendo i mercati finanziari di mezzo mondo. Dove stiamo andando? “Beh, la situazione economica generale è davvero molto delicata, è inutile nascondercelo. Lei accennava alle ultime misure estive … Mi pare che il Governo abbia già fatto dei miracoli, se consideriamo anche il fatto che la politica monetaria sfugge alla sua competenza”. Altrimenti cosa sarebbe accaduto? “Magari, ad esempio, avremmo imboccato la strada della svalutazione della moneta ...”.
Quindi il grosso del potere decisionale sarebbe a Bruxelles? “L’Unione Europea da un lato e gli enti locali dall’altro hanno profondamente inciso sulle competenze statali, riducendole. Lo Sta-
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Un riconoscimento al talento artistico e creativo Nello scorso mese di febbraio a Francesco Casoli sono stati assegnati dall’Accademia di Belle Arti di Macerata il Premio “Svoboda al talento artistico e creativo” - un riconoscimento agli investimenti nell’arte finalizzati a favorire la competitività di un’azienda - e il titolo di Accademico honoris causa quale “imprenditore-mecenate”, come riconoscimento per le attività ideate e realizzate per la promozione dell’arte nel mondo imprenditoriale.
to talvolta è impotente: prendiamo ad esempio la sanità, che incide moltissimo sul bilancio del Paese e che però è di competenza delle Regioni. Che ora contano non poco”.
è un po’ a macchia di leopardo. Se il comparto calzaturiero ha mostrato segnali incoraggianti, per il mobile del pesarese è un dramma”.
D’accordo, ma nella situazione in cui ci troviamo cosa possono fare le Regioni? “Moltissimo. Per permettere alle imprese del territorio di sopravvivere, talvolta creando le giuste sinergie ed alleanze, occorrono amministratori lungimiranti, con forti doti manageriali. Il tempo dei furbi mi pare arrivato oramai al capolinea. Con questo non intendo nascondere la necessità di una seria strategia economica nazionale; la politica deve rispondere sì a livello nazionale ma anche, e direi soprattutto, a livello locale”.
Colpa anche delle banche? “Il mondo del credito non dà più soldi; le banche non fanno fallire le aziende perché altrimenti il sistema soffocherebbe, ma se tale situazione si fosse presentata una decina d’anni fa … la metà delle aziende sarebbero state chiuse”.
Limitando un discorso alla realtà marchigiana, è indubbia la presenza di forti criticità. Come andrebbero affrontate? “Prendiamo la Antonio Merloni: è fallita, ma nessuno ne parla. Tradotto, significa che tremila persone vanno a casa, pare nell’indifferenza generalizzata. Quali prospettive ci sono per questi lavoratori? Continuano a dirci che verrà il salvatore della patria. Ma chi è? Se in altre regioni si piange, diciamo che qui non si ride affatto. Diciamo che se avessi un lavoro che si concentra nelle Marche, sarei molto preoccupato”.
Versando la “patrimoniale”? “Innanzitutto adottando stili di vita più sobri. Poi, perché no, anche contribuendo al risanamento. Lei ha accennato alla patrimoniale: personalmente, io sarei favorevole all’introduzione di una tassa sui ricchi, anche del 10 per cento, sempreché i soldi vengano dati a chi ha le idee chiare e sempre che si abbia di fronte un’opposizione seria. Oggi purtroppo, quest’ultima non sta facendo la sua parte”.
E gli imprenditori non devono fare un po’ di mea culpa? “Gli imprenditori marchigiani sono di terza generazione e il più delle volte sembra che i loro figli non abbiano molta voglia di intraprendere …”. Però i dati sull’export delle aziende regionali sono confortanti .. “Si tratta di dati e numeri che vanno interpretati: la situazione
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Come ne usciremo? “Il sistema dovrà necessariamente cambiare, cominciando da noi imprenditori”.
wInvece secondo Lei la maggioranza si? “La colpa di questa situazione è da dividere un po’ tra tutti, maggioranza e opposizione. Quello di cui ora avvertiamo un grande bisogno è un po’ di tregua”. In che senso? “Proviamo tutti – politici, imprenditori, magistrati, avvocati – a concederci un paio d’anni di pace, evitando di utilizzare i pro-
pri mezzi per far fuori l’altro. Altrimenti non si finisce più e si lascia spazio all’antipolitica, che considero il peggior male per il Paese”. E i sindacati? “Devono maturare, ma noi dobbiamo dargli qualcosa in cambio di ciò che chiediamo, sul modello che in Germania hanno adottato alla Siemens”. E cioè? “In quest’azienda la proprietà ha stipulato un contratto con i rappresentanti dei lavoratori: riduzione dello stipendio in cambio della garanzia di un impiego a vita. Ecco, ritengo che questi siano i modelli da seguire: impegno e serietà da parte di tutti”. In Italia si potrà avvertire lo spirito giusto in tal senso? “Quello che da noi manca è il coraggio di fare scelte forti: per questo serve una politica forte, sia nazionale che regionale. Ma oggi purtroppo è debole”. Quale potrebbe essere una scelta “forte”? “Tagliare i costi degli organi istituzionali, dal Comune di Agugliano a quello di Milano. Lo sa che in Italia un milione di persone lavorano in politica? Se si dimezzasse questo numero, significherebbe che 500mila persone rimarrebbero a casa. E cosa farebbero? E’ un problema complicatissimo. L’Italia è fortemente frenata da questi problemi”. Sì, ma anche l’amministrazione statale, a cominciare dal Parlamento, ci mette del suo quanto a costi e burocrazia … “La macchina statale – mi riferisco all’attività parlamentare -
va a rilento per mille motivi: i regolamenti sia di Camera che di Senato, che frenano tutti i provvedimenti, hanno certamente grandi colpe. Per non parlare delle corporazioni, il cui peso fortissimo condiziona troppo spesso il contenuto dei provvedimenti approvati”. Lei dipinge una situazione che indubbiamente produce forti preoccupazioni. Però il sistema delle imprese va. I dati relativi alle esportazioni dei primi cinque mesi del 2011 sono ottimi: la Germania ci distanzia di appena lo 0,7 per cento. “E’ vero, ma l’economia tedesca, rispetto alla nostra, ha assimilato un concetto fondamentale, quello della “produttività”. Da noi stenta ad affermarsi. La Germania ha una struttura di filiera e, aspetto tutt’altro che secondario, presenta una dialettica sociale più matura della nostra: tra imprenditori e sindacati si è instaurato un rapporto proficuo”. Un sogno da politico e da imprenditore? “Vedere l’Italia vincere le sfide dei mercati internazionali”. Senatore, la passione per l’arte l’ha portata a promuovere un Premio Internazionale d’Arte Contemporanea e la Fondazione Ermanno Casoli. Ce ne vuole parlare? “Il Premio è un riconoscimento istituito nel 1998 e dedicato alla memoria di mio padre, Ermanno. Al 2007, invece, risale la costituzione della Fondazione, sorta con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea facendo da ponte tra il mondo dell’arte e quello dell’impresa, tradizionalmente molto diversi in quanto rispondenti a logiche differenti”.
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“Occorrono amministratori locali lungimiranti, con forti doti manageriali”
Cosa significa per un’azienda investire in arte? “Investire in arte significa puntare sull’innovazione e quindi investire sul proprio capitale umano, arricchendolo, nonché sull’internazionalizzazione”. Non ho chiaro il rapporto tra gli investimenti aziendali in arte e l’internazionalizzazione. “Il nesso in realtà è fortissimo: il confronto tra differenti culture, espressione di diverse comunità professionali, genera innovazione e apertura, innalzando la qualità ”. E in questi valori si riconosce Elica … “Direi di si: l’azienda si identifica in questi principi”. In questo contesto si inseriscono numerose iniziative, come ad esempio “E-Straordinario”, che quest’anno si è tenuto a maggio. In cosa è consistito? “E’ un appuntamento di formazione con l’arte contemporanea realizzato da Elica e dalla Fondazione “Ermanno Casoli”, che ha visto la partecipazione, per questa quinta edizione, di alcuni nostri dipendenti a un incontro con l’artista Francesco Barocco dedicato alla tecnica dell’incisione. L’obiettivo è quello di creare un rapporto tra arte e produzione industriale, particolarmente importante per un’azienda manifatturiera come la nostra, in cui il prodotto si distingue per l’alto contenuto di design (come dimostra l’aggiudicazione del “Red dot award: product design 2011” per la cappa Skin e del Premio “Le Fonti” 2011, ndr). Ma si finisce col produrre anche un miglior clima aziendale”.
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Elica è l'azienda dove si lavora meglio in Italia ... Dopo aver conquistato per tre anni il primo posto nella classifica realizzata dal Great Place to Work, quest'anno il Gruppo Elica ha ricevuto il premio quale migliore azienda in assoluto in Italia per il miglior clima di lavoro. Inoltre, per il terzo anno consecutivo l'azienda fabrianese è stata inserita nell'Annuario Top Employers Italia 2011, che – basandosi su un'indagine condotta dall'organizzazione internazionale CFR - premia le eccellenze imprenditoriali per quanto attiene alle politiche di gestione delle risorse umane. Gli aspetti presi in considerazione, valutati sulla base dei severi criteri previsti dalla Top Employers HR Best Practices Survey, sono molteplici: dalle politiche retributive alle condizioni di lavoro, dai benefit alla cultura aziendale, dai percorsi di formazione e sviluppo alle opportunità di carriera. … e in Europa Tra le grandi aziende, Elica è anche la prima in Europa dove si lavora meglio: lo ha sancito la classifica stilata dal Great Place to Work Institute, che ha condotto una ricerca su oltre mille aziende del continente.
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CONTROCOPERTINA
Michele
Andreano
“Il futuro premierà gli studi legali attenti all’etica” Andreano Studio Legale è la prima Società tra Professionisti (S.t.P.) del capoluogo marchigiano. Lo Studio ha un organico di cinque soci e altri cinque avvocati, oltre allo staff di segreteria e service. Tredici Studi affiliati nelle Marche più altri due (a Roma e a Milano) testimoniano la forte espansione che lo Studio ha conosciuto in questi anni, particolarmente verso l’estero (Addis Abeba, Londra, Dubai) di P. Duranti
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a sua vocazione commerciale, societaria e internazionale lo ha reso un punto di riferimento per le piccole e medie imprese, che trovano nello Studio un affiancamento completo in tutte le fasi della loro vita economica e nell’esplorazione di opportunità di sviluppo verso nuovi mercati e nuove aree di interesse. Un alleato d’impresa multi e polivalente, capace di soddisfare le esigenze locali, regionali, nazionali ed internazionali. La dinamicità della STP Andreano si riflette anche nella fitta rete di collaborazioni consolidate con altri studi nazionali ed internazionali, grazie alle quali è in grado di offrire un servizio interdisciplinare integrato ed efficaci strategie di internazionalizzazione. Proprio grazie ad esse, secondo l’avvocato Michele Andreano, le imprese potranno superare il difficile momento economico e contemporaneamente svolgere una determinante funzione sociale ed etica. La stessa valenza sociale ed etica che il ruolo stesso di avvocato impone a chi esercita la professione.
gruppo. Un codice di comportamento che rispecchia la nostra sensibilità verso tematiche sociali, personali, le vostre ambizioni, i vostri timori. Alla base di ciò la nostra consapevolezza di essere i “custodi” di tutto questo, delle mille esperienze, storie e accadimenti. Per questo investiamo in capitale umano con una spiccata propensione al rispetto delle persone, dell’avversario, dell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate: clienti, fornitori, collaboratori, stakeholder, così si dice oggi e a noi piace dire: “to more, to much!”.
Avvocato Andreano, quale il futuro dell’avvocatura? “Sul futuro dell’avvocatura in generale non posso fare previsioni. Ho però molto chiaro il ruolo del nostro Studio: il nostro primo dovere è quello di essere consci dell’effetto del nostro fare, come del nostro non fare. Impegnarci anche in settori extralegali, contribuire concretamente al benessere della comunità è nella nostra indole, nel nostro essere, l’essenza più profonda delle nostre idee, il nostro “sogno segreto”. Le soluzioni dei problemi esistenti sul territorio, attraverso l’adozione di politiche di sviluppo sostenibili, il rispetto di standard etici, il sostegno a cause di particolare interesse sociale sono e resteranno il nostro primario impegno sociale, la nostra stessa ragione di esistere, di essere avvocati. Queste sono in sintesi le regole che da anni applichiamo nella nostra attività personale, di studio, di
Quindi nuovi scenari e determinazione di scelta… “Certo. Da una parte ci sono delle aziende in difficoltà, forse anche per miopia dei loro dirigenti che nel passato hanno pensato solo a delocalizzare la produzione senza portare vantaggi economici al cliente finale e senza acquisire quote di mercato nei Paesi scelti. Dall’altra ci sono Paesi emergenti che hanno bisogno delle nostre capacità e delle nostre esperienze e che sono disposti ad investire sia nei loro Stati che nei nostri…”.
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Crisi, etica e affari: come si leggono questi tre concetti apparentemente così distanti? “Per capirlo dobbiamo condividere due aspetti fondamentali. Il primo è che in Occidente abbiamo un grande bene primario ed essenziale che è la libertà di decidere cosa fare in ogni momento della nostra vita. Il secondo è che da ogni situazione, anche di crisi, bisogna cercare di ricavare nuove opportunità”.
Manca l’incontro tra domanda e offerta… “Ma anche un pizzico di coraggio e una politica economica più lungimirante che attiri capitali nel nostro Paese. Certo è che aziende disposte ad affacciarsi ai nuovi mercati del Medio ed Estremo Oriente e del Corno d’Africa, avrebbero molte possibi-
lità di crescita e contribuirebbero non poco a rendere quei Paesi più forti e a risolvere molti dei loro problemi endemici. E questa sarebbe la quadratura del cerchio”. E’ quello che state facendo con l’Etiopia? “Proprio così. Il nostro ruolo è quello di fornire contatti e consulenze che possano far integrare mentalità e legalità tanto diverse e distanti. Purtroppo spesso ci troviamo a combattere con la burocrazia italiana che non aiuta questo tipo di operazioni, al contrario degli altri Stati che ci mettono a disposizione mezzi e soluzioni per realizzare imprese e progetti”. Se poi questo si proietta anche nel sociale e nel Terzo Settore… “A quel punto nascono le Onlus come la nostra Colibrì. Ma questa è un’altra bellissima storia”.
L’
avvocato Fabio Freddi, socio e amministratore di Andreano Studio Legale Stp, si occupa di diritto penale commerciale, diritto societario e fallimentare. Ha maturato una consolidata esperienza nel diritto penale di impresa e in particolar modo in relazione ai cosiddetti “reati fallimentari”. Un ambito che negli ultimi tempi ha conosciuto purtroppo un grande sviluppo per la nota crisi dei mercati finanziari che ha dato un duro colpo all’economia reale. Oggi, infatti, anche imprese sane si devono confrontare con un sistema bancario restio a mantenere gli stessi tetti di affidamento e ancor più restio a concedere nuova finanza. Tutto questo, unito ad una notevole difficoltà di incassare regolarmente e puntualmente i propri crediti, aumenta in maniera esponenziale le problematiche del-
le imprese sia locali che nazionali. Lo stesso scenario ha provocato il moltiplicarsi di processi penali per reati di bancarotta e ricorso abusivo al credito che vengono sempre più spesso contestati dalle Procure all’esito delle dichiarazioni di fallimento. Proprio per approfondire questo tema così delicato, l’avvocato Freddi parteciperà per lo Studio Legale Andreano, socio dell’ASLA (Associazione Studi Legali Associati) ad un gruppo di studi sul diritto penale di impresa composto da prestigiosi Colleghi appartenenti a studi legali associati, per poi dar corso ad una serie di convegni in diverse parti d’Italia in cui saranno analiticamente trattate le peculiarità del cosiddetto diritto penale di impresa e sull’evoluzione di questa tipologia di reati. La filosofia dell’avvocato Freddi, così come quella dell’intero Studio Legale Andreano, è quella di contenere al minimo il contenzioso giudiziario, consigliando ai clienti strade alternative, evidenziando sin da subito i potenziali elevati costi del contenzioso che spesso non trovano giusto ritorno negli esiti processuali. La figura dell’avvocato di impresa deve quindi essere orientata sempre di più alla consulenza preventiva, indirizzando il cliente-impresa ad un nuovo metodo di scelta della clientela con controlli preventivi sulla solvibilità, consigliando l’assicurazione sui crediti laddove possibile e, cosa ancor più importante, indirizzando l’imprenditore verso nuovi mercati, in particolar modo esteri. Non va difatti dimenticato che molte imprese italiane sono spesso diffidenti nel cercare nuovi clienti su mercati emergenti che sono invece il futuro dell’economia, sia per il tasso di crescita che per le necessità di consumo e che la carta vincente è proprio quella di prendere per mano l’imprenditore ed essere un suo partner nelle scelte, anche grazie ad una rete di seri e preparati corrispondenti esteri che possono in ogni momento garantire ampia assistenza legale sia giudiziale che stragiudiziale. Ulteriore ruolo del legale di impresa è poi sicuramente quello di mettersi
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CONTROCOPERTINA
Martina Coppari
Giovanni Ballone Burini
Giorgio Benedetti
a disposizione anche della clientela estera che sempre più di frequente è interessata ad investire in Italia, ma troppe volte è disincentivata dal “sistema giustizia” con i suoi tempi lunghi. La sintesi dell’avvocato Freddi sul ruolo dell’avvocato moderno: più tempo all’interno dell’azienda e meno nei meandri dei tribunali. L’avvocato Laura Martinelli collabora da alcuni mesi con lo Studio Legale Andreano e proviene da esperienze professionali presso studi legali di Roma e Milano. E’ da poco rientrata da Londra dove lo Studio le ha consentito di frequentare un corso in materia di diritto contrattuale e diritto processuale civile inglese presso la City University of London. E ciò a conferma del fatto che la formazione non si fa soltanto “in casa”, ma anche all’estero, nella prospettiva di “internazionalizzare” la professione. Si è perfettamente integrata con la struttura che le garantisce una moderna visione della professione e una prospettiva innovativa che consente di guardare “oltre i confini”, offrendo al cliente un’assistenza completa ovunque egli si trovi e ovunque intenda espandere la propria attività anche oltre i confini del territorio nazionale. Proprio questo aspetto è stato intuito dal quotidiano londinese The Times che nel mese di maggio ha pubblicato un articolo in cui lo Studio Legale Andreano è stato indicato quale esempio di “crescita dell’avvocatura italiana” e ciò in occasione di una joint venture conclusa tra lo Studio e uno studio legale della City londinese. L’avvocato Gianluca Grisolia fa parte dello Studio Legale Andreano dal 2006 ed è socio dello studio dal 2008. Si occupa delle questioni di diritto civile giudiziale e stragiudiziale, del diritto di famiglia, della contrattualistica, del diritto fallimentare, del recupero crediti, dell’infortunistica stradale. E’ responsabile del sistema di gestione della qualità essendo lo studio certificato Iso-9001. E’ un attento osservatore del mondo economico e pensa che, anche se la crisi economica, che interessa il mondo occidentale da diverso tempo, non è ancora superata, si vedono all’orizzonte alcuni segnali di recupero. In Italia e, nello specifico, nella nostra regione, infatti, prosegue la lenta fase di ripresa dell’industria. Questo è dipeso anche dal miglioramento degli
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Fabio Freddi
Giorgio Pierucci
scambi internazionali, che non ha interessato la totalità delle aziende ma solo quelle che hanno avuto un grado di apertura all’export e capacità di seguire la domanda internazionale. Ciò significa che le aziende strutturate ed organizzate hanno ancora possibilità di rendersi competitive sui mercati, sia nazionali come su quelli internazionali. Nei primi sei mesi del 2011 sono nate nelle Marche oltre tremila attività imprenditoriali, mentre ne sono scomparse circa duemila, con un saldo attivo di più di mille unità. Dopo i primi sei mesi dell’anno risultano complessivamente iscritte alle Camere di Commercio della regione oltre 177 mila nuove imprese. Le Marche alla luce dei dati suddetti, si conferma come la regione con il più alto numero di imprese rispetto agli abitanti: 10,3 ogni 100 abitanti contro una media nazionale di 8,8 imprese per 100 abitanti. Questi segnali, pertanto, debbono far ben sperare per il prossimo futuro, considerando che l’innovazione e l’organizzazione sono le scelte obbligate per le imprese marchigiane e non solo, che vorranno uscire rafforzate dalla crisi economica globale. Ha una grande convinzione: che in quest’ottica anche i professionisti legali, nonché tutti gli operatori di supporto alle imprese, che credono nell’innovazione e nell’organizzazione delle proprie realtà, possono dare un adeguato sostegno al rilancio dell’economia, mettendo a disposizione di chi opera quotidianamente sul mercato, non solo risorse umane adeguatamente preparate e aggiornate, ma anche strumenti tecnologici che permettono un’ottimizzazione dei costi e dei tempi, col fine unico di garantire e garantirsi la prosecuzione delle proprie attività. L’avvocato Giovanni Ballone Burini collabora con lo Studio Legale Andreano da due anni come responsabile del Dipartimento di Diritto Internazionale. E’ profondamente convinto che la particolare situazione economica attuale possa ad ogni modo consentire alle imprese di riadattare le loro politiche aziendali di internazionalizzazione, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento delle conoscenze e delle capacità imprenditoriali in quei Paesi ove la crescita economica impone l’apprendimento delle tecniche di produzione e commercializzazione. Questo grazie alla validità del metodo operativo applicato dallo Studio,
Gianluca Grisolia
Emanuele Silvi
che consente di rispondere in maniera tempestiva e con l’approccio dello spirito di gruppo dei propri professionisti, alle varie esigenze ed aspettative dei suoi clienti, sia privati che aziende. All’azienda interessata a trasferire all’estero parte delle proprie attività per ragioni di sopravvivenza o per altri motivi economici non viene fornita una semplice legal opinion, sul sistema di un determinato Paese. Lo Studio è abituato ad accompagnare, quando non addirittura precedere, l’azienda in quel determinato Paese, a studiarne profondamente la cultura, la mentalità economica oltre che, ovviamente, il sistema legale. Insomma lo Studio, attraverso l’avvocato Ballone Burini, prepara concretamente il terreno agli operatori italiani che devono investire nei Paesi esteri, per portare ove richiesto tecnologia e know-how ed anche per acquisire negli stessi Paesi nuove quote di mercato. L’avvocato Ballone Burini ha vissuto per lunghi periodi in Africa, prova tangibile che lo Studio Legale Andreano ha abbracciato in pieno questa filosofia, coniugando una prospettiva di espansione internazionalistica della propria struttura sia in ambito comunitario, a Londra, che extracomunitario, in Addis Abeba. Il recente apprezzamento apparso sul Times riguardo le attività dello Studio costituisce ulteriore stimolo alla realizzazione del progetto dello Studio Legale Andreano. L’avvocato Martina Coppari si è laureata presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata con una tesi in diritto commerciale-fallimentare. Collabora con lo Studio Legale Andreano dal 2007. Si occupa prevalentemente di diritto penale e di diritto fallimentare, ma anche di diritto civile. E’ particolarmente soddisfatta di aver trovato una vera squadra in cui lavorare e di poter contare ogni giorno su un continuo scambio di informazioni e collaborazione che garantisce una perfetta interdisciplinarietà e una copertura a 360° a tutti i clienti dello Studio Legale Andreano, portando ad un’assistenza completa, fatta di competenza e professionalità, nella fase giudiziale, ma anche in quella stragiudiziale e, ancor di più, nell’attività di consulenza, fondamentale per il cliente-azienda. E’ pronta al cambiamento che richiede il momento storico in cui stiamo vivendo
Giovanni Trapanese
Laura Martinelli
e che non può non interessare anche il mondo della professione forense, ed è pronta a mettersi in gioco per “reinventare” la professione senza per questo snaturarla dell’impronta tradizionale. L’obiettivo? Individuare soluzioni che consentano alle aziende in generale, ma soprattutto alle piccole-medie imprese, una ripresa economica e un risparmio di costi e di tempi, mettendo a disposizione opportunità di investimento, incoraggiare sempre di più, dove possibile, soluzioni stragiudiziali in presenza di situazioni di difficoltà che potrebbero sfociare in un contenzioso destinato a durare anni. L’Avvocato Giorgio Benedetti ha iniziato da poche settimane la sua collaborazione all’interno dello Studio Legale Andreano. Si occupa di diritto amministrativo, edilizia, urbanistica e appalti. “Affrontare la vita combinando la saggezza dell’adulto con l’entusiasmo del bambino”, è il motto che predilige. In un mondo che cambia, secondo lui, ad una velocità frenetica, l’intera società deve adeguarsi, senza essere quasi mai preparata alle profonde trasformazioni e cambiamenti che si susseguono costantemente. Questo adattamento deve però avvenire tenendo sempre presenti principi e valori di chi ci ha preceduto, senza che questo comporti sterili ingessature finalizzate al conservatorismo. Al contrario, le nostre radici devono costituire l’occasione e il mezzo per affrontare con entusiasmo le sfide della modernità, che devono essere accettate, condivise, superate e, soprattutto, vinte. E’ in questa società mutevole ed in perenne evoluzione che deve oggi esplicarsi il ruolo dell’Avvocato: che per lui rimane quello, immutabile nel tempo, di guida e ausilio, per il cittadino ma anche per la Pubblica Amministrazione, che sappia sempre indicare fra le tante, nuove, soluzioni possibili, quella più agevole e pratica che si ponga nel solco del rispetto, dell’etica, della legalità. L’avvocato Giorgio Perucci si occupa della difesa delle persone fisiche nelle liti su questioni di diritto civile, materia della quale si occupa in prevalenza. Da rilevare il suo apporto anche in termini di contrattualistica, sia per i privati che per le imprese, visto che, a fronte dell’attuale situazione della Giustizia è
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CONTROCOPERTINA ormai fondamentale cercare di regolare anticipatamente ed in maniera efficace i rapporti giuridici tra i diversi soggetti al fine di prevenire e di evitare, per quanto possibile, il ricorso all’autorità giudiziaria, o almeno, al fine di rendere l’eventuale causa più semplice per il cliente e quindi potenzialmente meno lunga e dispendiosa. E’ convinto che, accanto al concetto di “difesa”, sia importante oggi recuperare anche i concetti di “assistenza” e di “consulenza”, funzioni dalle quali l’Avvocatura sembra aver abdicato a favore di altre categorie professionali, senza nulla togliere a queste ultime, soprattutto alla luce della situazione di crisi globale che si protrae ormai da tempo. assistenza e consulenza sono tre termini che sintetizzano la professione dell’Avvocato, termine che deriva dal latino advocatus, è, appunto, colui che è “chiamato a” difendere interessi di parte nelle aule di giustizia; è colui che è “chiamato a” regolare determinati interessi di parte attraverso la consulenza e l’assistenza stragiudiziale; in estrema sintesi è colui che è chiamato ad aiutare gli altri. Il tutto sempre nel rispetto della legge, quale interesse generale. Ama il confronto con i colleghi ma anche con le controparti perché da tutti pensa di poter prendere qualcosa per migliorare se stesso. L’avv. Emanuele Silvi ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Macerata. Ha frequentato il Master in Diritto privato europeo e comparato, organizzato dall’Università di Macerata, e il Master di specializzazione in Diritto societario organizzato dall’IPSOA (Roma). Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Ancona dal 2004. All’interno di Andreano Studio Legale s.t.p. si occupa di diritto societario, tributario e immobiliare. In vista della imminente visita di Benedetto XVI ad Ancona ha ritenuto opportuno ricordare le illuminanti parole usate nell’Enciclica Caritas in Veritate che meglio di tante analisi possono spiegare le cause della attuale crisi (che pure non risparmia il territorio marchigiano) e consentono di individuare le possibili vie d’uscita: «Vecchie modalità della vita imprenditoriale vengono meno, ma altre promettenti si profilano all’orizzonte. Uno dei rischi maggiori è senz’altro che l’impresa risponda quasi esclusivamente a chi in essa investe e finisca così per ridurre la sua valenza sociale. Sempre meno le imprese, grazie alla crescita di dimensione ed al bisogno di sempre maggiori capitali, fanno capo a un imprenditore stabile che si senta responsabile a lungo termine, e non solo a breve, della vita e dei risultati della sua impresa, e sempre meno dipendono da un unico territorio. Inoltre la cosiddetta delocalizzazione dell’attività produttiva può attenuare nell’imprenditore il senso di responsabilità nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i fornitori, i consumatori, l’ambiente naturale e la più ampia società circostante, a vantaggio degli azionisti, che non sono legati a uno spazio specifico e godono quindi di una straordinaria mobilità. Il mercato internazionale dei capitali, infatti, offre oggi una grande libertà di azione» (…) «La globalizzazione, a priori, non è né buona né cattiva. Sarà ciò che le persone ne faranno. Non dobbiamo esserne vittime, ma protagonisti…. Opporvisi ciecamente sarebbe un atteggiamento sbagliato, preconcetto, che finirebbe per ignorare un processo contrassegnato anche da aspetti positivi, con il rischio di perdere una grande occasione di inserirsi nelle molteplici opportunità di sviluppo da esso offerte. I processi di globalizzazione, adeguatamente concepiti e gestiti, offrono la possibilità di una grande ridistribuzione della ricchezza a livello planetario
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come in precedenza non era mai avvenuto». Per l’avvocato Silvi sono parole illuminanti. Il Santo Padre invita le imprese (ma il discorso può valere per tutti gli operatori economici), da un lato, a non essere spettatori passivi della globalizzazione, dall’altro, a governare i cambiamenti epocali che interessano il sistema produttivo nel segno di un nuovo umanesimo. Riportare l’uomo e il territorio al centro dell’impresa e dell’attività produttiva, questa è la sfida che tutti gli operatori economici debbono lanciare alla globalizzazione e alla delocalizzazione. Anche la classe forense può (e deve) dare il suo contributo: nell’assistere e nel consigliare le aziende, sempre più spesso chiamate ad assumere decisione in mercati internazionali ed estremamente concorrenziali, gli avvocati debbono farsi portatori della cultura e del territorio di cui sono espressione. L’avvocato Giovanni Trapanese si occupa di diritto commerciale, societario e delle procedure concorsuali. E’ arrivato allo Studio Legale Andreano nel 2010 e collabora attivamente con l’Università degli Studi di Macerata. Ha ben chiaro che in un paese a due facce, al contempo terra d’approdo e di miraggi per alcuni e di profondo disagio sociale per altri, la professione legale ha l’onere - ancor prima che l’opportunità - di saper modulare la propria azione su più fronti, senza per questo perdere la propria funzione. Da un canto, infatti, è sorta e sorge tutt’ora la necessità di saper guardare oltre i confini territoriali e mentali, nell’ottica dello sviluppo delle relazioni commerciali e giuridiche nascenti dal rapporto con nuovi interlocutori che sappiano intravedere opportunità di investimenti, siano essi legati direttamente o indirettamente al territorio nazionale. E’ altrettanto convinto però che l’internazionalizzazione non possa importare un calo d’attenzione rispetto alle lacerazioni del tessuto imprenditoriale locale e, più in generale, alle situazioni di difficoltà che quel mondo oggi vive in ogni suo comparto. In questo senso, allora, si comprende anzitutto la duplice anima dello studio, nonché, quanto al secondo degli aspetti, la sua attività al suo interno ed il suo modo di intendere la professione: non possono esistere ripresa o sviluppo se al pur fondamentale afflusso (diretto o indiretto) di nuove attività e di nuove risorse non si affianchi la ristrutturazione, il risanamento o quantomeno il controllo della crisi di quelle imprenditorialità territoriali che tutt’ora rappresentano la struttura portante della realtà marchigiana e nazionale. E’ per questo che l’affiancamento legale - di cui l’avvocato Trapanese si occupa - nelle questioni giudiziali o stragiudiziali di diritto societario o nelle diverse fasi delle ristrutturazioni aziendali (a prescindere dal fatto che si svolgano o meno all’interno delle aule di giustizia) o, infine, nelle situazioni di conclamata crisi, rappresenta un punto essenziale nella (ri)costruzione di quel tessuto imprenditoriale e sociale. Senza arrivare a dire che la crisi è un’opportunità, si può comunque sostenere che per l’impresa può essere la (non desiderata, evidentemente) occasione per analizzare con nuovi strumenti e con nuovo sguardo la propria struttura e, ove possibile, per darle nuovo slancio. La sua passione resta comunque il processo civile, le cui innegabili difficoltà non possono rappresentare un alibi, soprattutto per chi come lui, giovane avvocato, si ritrova dinnanzi ad un mondo complesso che mostra continuamente le due facce della stessa medaglia.
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a crisi umanitaria somala che è alla ribalta delle cronache internazionali di queste settimane, è una crisi originata da una carestia, l’ennesima, di acqua e di cibo, che porta milioni di individui a cercare aiuto. In tutta la sua drammaticità è l’ulteriore conseguenza dell’instabilità politica in quell’area del Corno d’Africa, fattore che amplifica la mancanza di politiche di raccolta e trattamento delle acque e della gestione delle emergenze Quando ho immaginato il Progetto YOWA YOLI your water is your life, nel mese di marzo di quest’anno, l’idea era stata frutto d’immagini, riflessioni e considerazioni che mi hanno arricchito, negli anni, durante i miei viaggi nel Continente Africano e negli incontri con le Genti di quelle Terre, Sotto Certe Latitudini. L’immagine è quella che tutti coloro che hanno viaggiato in Africa hanno certamente visto molte volte…donne e bambini che camminano con un contenitore per l’acqua, vuoto e leggero se li incontrate all’alba, pieno di vita e pesante al ritorno dal pozzo o dal fiume a metà giornata o la sera, quando il sole rosso scende all’orizzonte. Abbiamo quindi varato, come Colibrì per Africa Onlus, un intervento umanitario nel settore dell’acqua perché crediamo fortemente un Paese così ricco di risorse, terra, acqua, irradiazione solare, oltre che di fonti energetiche e minerali abbia in se tutte le energie per sostenere i suoi abitanti, prima che essi debbano cercare, attraverso un lungo viaggio, spesso drammatico, fatto di sacrifici, pericoli, rischi ed umiliazioni, una strada verso il nord del mondo. La consapevolezza del valore della vita umana e dei diritti della persona, ci porta infatti a fare scelte che non rispondono sempre e soltanto a logiche mercantili, ci sprona a trovare la strada ed i mezzi per aiutare altri, viepiù in tempi come questi, a vivere in maniera più dignitosa e, nel farlo, mettere a fattore comune i talenti di tanti come in una vera comunità. Con il supporto organizzativo della Società Italiana Sviluppo & Impresa abbiamo quindi organizzato il 9 luglio un incontro di calcio fra Vecchi Leoni per raccogliere i fondi necessari a realizzare il Primo Progetto Pilota. Il Progetto si svilupperà nella zona dell’Eparchia di Emdibir, nella zona di Guraghe, a circa 240 km a sud-ovest di Addis Ababa, nella regione dell’Oròmia. Un distretto che ha importanti necessità di acqua potabile per sostenere la propria sussistenza. In quest’aerea esiste l’unica Clinica, nel Villaggio di Zizencho situato a 2700 metri di altitudine, che soddisfa le necessità di circa quarantamila persone, visto che l’Ospedale di Wolisso, realizzato con il contributo fondamentale della Cooperazione Italiana e della CEI, dista più di cento chilometri. Utilizzeremo dei macchinari potabilizzatori, prodotti in Italia da una qualificata ditta che rifornisce già sia l’Unicef che il nostro Esercito nelle Missioni all’Estero, capaci di trattare e rendere quindi potabile dai 4.000 ai 5.000 litri di acqua l’ora. Realizzeremo una presa d’acqua nei pressi del Lago Arekit e riforniremo di acqua potabile per il complesso della Clinica di Zizencho e per l’abbeveraggio degli animali da allevamento. Nell’aerea provvederemo anche alla sistemazione di un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque piovane, alla dotazione dei servizi igienici ed al trattamento delle acque reflue che saranno poi destinate all’irrigazione delle colture. Il Progetto potrà contare sul supporto della struttura dell’Epar-
chia, che ha già un’intensa attività nel settore idrico. Infatti con il loro Water Supply Program hanno già realizzato 125 chilometri di acquedotto a caduta, 10 cisterne, 116 vari punti di distribuzione di acqua e 22 abbeveratoi per animali, in un’area dove i Cristiano Cattolici sono meno del 2% della popolazione, a riprova di quello spirito di servizio che non guarda il colore della pelle o la fede professata di chi ha bisogno. Un intervento quindi che rientra fra gli Obiettivi del Millennio, fornire le popolazioni dei Paesi in Via di Sviluppo dell’accesso all’acqua potabile, una risorsa indispensabile per la sopravvivenza e lo sviluppo, e dotarle di servizi igienico sanitari diminuendo così le condizioni disagiate che sono alla base di infezioni croniche e diarrea.
E’ possibile vedere nel sito www.colibriperafrica.it il Progetto nei dettagli ed anche contribuire, con la vostra goccia d’acqua, alla realizzazione dello stesso versando su queste coordinate bancarie IT92 P031 2702 6000 0000 0001 188 Dott. Luca Bargilli Vice Presidente Project Manager YOWA YOLI
Portare una goccia d’acqua con il proprio becco…questo stava facendo il piccolo colibrì per spegnere l’incendio.
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IL PERSONAGGIO
Ama tornare nelle Marche, è sposata e ha un bimbo di un anno. Da piccola sognava di fare l’ingegnere alla Lego e di giocare a basket a livello agonistico. Ammira i ricercatori italiani che, nonostante le difficoltà, scelgono di restare in patria
Chiara Daraio
La giovane anconetana nella “Brilliant 10”, la classifica degli scienziati under 40 premiati dalla rivista americana “Popular Science” di A. Dachan
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ottoressa Chiara, ben tornata ad Ancona. Come si sente quando torna a casa? “Grazie. E’ sempre un piacere tornare, specialmente per essere di nuovo con la famiglia. Passeggiare per la città suscita un mix di ricordi e di sorprese. E’ bello vedere come Ancona stia cambiando, la sua internazionalizzazione e mi piace vivere le tante iniziative estive”.
Vuole raccontarci come è iniziata la Sua avventura negli States? “Sono arrivata in California (a San Diego) nel 2000, durante il mio ultimo anno di studi presso l’Università di Ancona (ora, Politecnico delle Marche). Nel primo anno a San Diego ho portato avanti ricerche per la mia tesi di laurea presso l’Università della California (UCSD) lavorando sulla risposta meccanica dello zirconio, per il contenimento di rifiuti nucleari. Ho così conseguito la laurea quinquennale in Ingegneria Meccanica in Ancona nel Dicembre 2001, specializzandomi in metallurgia. A seguito della mia iniziale permanenza a San Diego ho deciso di tornare a UCSD per conseguire un master e un dottorato in scienza dei materiali e ingegneria, lavorando sulle proprietà acustiche ed elettroniche di materiali nonlineari. Durante il mio ultimo anno come studentessa di dottorato, sono stata assunta
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dal Caltech come Assistant Professor. La promozione a professore ordinario è invece arrivata a gennaio di quest’anno (2011)”. In ambiente universitario il suo nomignolo è “The sound magician”: vuole raccontarci perché? “Il nomignolo e’ stato inventato dalla rivista “Popular Science”, in uno dei suoi articoli in cui presentava parte del lavoro del mio gruppo. Ci occupiamo di ricerca su materiali con inusuali proprietà acustiche, per controllare la propagazione del suono e vibrazioni. Per esempio, di recente abbiamo creato un materiale che funziona come una lente acustica e che può focalizzare in maniera efficiente onde sonore di varie frequenze, ottenendo ampiezze di fuoco elevate con grande precisione. Ma in realtà di magico non c’e’ molto. Siamo aggrappati a solide leggi fisiche”. A proposito delle lenti-acustiche: per i non intenditori sembra quasi un ossimoro, invece si tratta di uno strumento di grande importanza. Ce lo potrebbe descrivere? “Le lenti acustiche sono strumenti comunemente usati oggi in varie applicazioni, dalla medicina (si pensi agli ultrasuoni per vedere bimbi nella pancia delle mamme) all’ingegneria edile. Noi abbiamo creato un avanzamento nel campo, creando lenti acustiche nonline-
ari. Come le classiche lenti acustiche questi strumenti possono essere utilizzati per focalizzare onde acustiche/ sonore in un punto di fuoco adiacente alla lente (un po’ come le lenti usate in ottica si usano per focalizzare luce). La novità della nostra scoperta risiede nell’uso di sistemi nonlineari. Questi permettono di trasformare onde acustiche in impulsi molto compatti all’interno della lente, per poi focalizzarli in maniera molto precisa e controllabile nel mezzo adiacente alla lente. Queste lenti acustiche potrebbero essere usate in apparecchiature biomediche, come per esempio per acquisire immagini con ultrasuoni a più alta risoluzione, o in chirurgia. Altre applicazioni si possono trovare nei sistemi di valutazione non-distruttiva di materiali, per determinare, per esempio, le condizioni strutturali di ponti e sistemi meccanici. In queste applicazioni l’uso di onde acusti-
che permette di scoprire la presenza di piccole fratture o danneggiamenti nascosti nei materiali, non visibili con altri metodi”. Quest’anno il Suo nome è comparso nella lista “Brillant Ten”, la classifica 2011 degli scienziati più promettenti, che hanno meno di 40 anni e lavorano negli Stati Uniti la rivista Popular Science. Come ha accolto questo riconoscimento? “E’ stata una bellissima sorpresa, cha ha riconosciuto il nostro lavoro e i successi di tutti i componenti del mio gruppo di ricerca. Siamo molto felici. In una recente intervista Lei ha espresso la sua ammirazione per i ricercatori che restano in Italia nonostante le difficili condizioni in cui devono operare… “Sì, nonostante la cronica carenza di fondi, e i pochi spazi per i giovani nell’Università
Italiana, ci sono punte di eccellenza che lavorano e raggiungono ottimi risultati e scoperte innovative competitive con le migliori università estere. La ricerca e’ una ricchezza che l’Italia dovrebbe riscoprire”.
se le chiedevano cosa avrebbe voluto fare da grande? “Che volevo fare l’inventrice, l’archeologa, o l’ingegnere alla Lego. Che volevo viaggiare. Per un periodo, volevo anche essere giocatrice di pallacanestro a livello agonistico.
Oltre che docente e ricercatrice, Lei è anche moglie e madre: come dire, si può fare? “Si può fare, ma certamente non cercando di adempiere le aspettative classiche della mamma-a-tempo-pieno. Basta un po’ di organizzazione e, nel mio caso, grande collaborazione in famiglia”.
E se guarda al futuro, come si vede? “Spero non diversa da come sono adesso. Magari con un po’ più di tempo libero”.
Nel tempo libero, a cosa ama dedicarsi? “Di tempo libero non ne resta molto. Dopo il lavoro cerco di stare il più a lungo possibile con mio figlio, e se resta ancora tempo, mi piace giocherellare”. Da bambina, cosa rispondeva
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IL PERSONAGGIO
Compositore per la televisione, il cinema, il teatro e la pubblicità Dopo l’esperienza parigina, Giovanni Seneca si dedica maggiormente alla composizione, scrivendo ed interpretando musiche da concerto per vari organici cameristici e orchestrali, ma anche per la televisione, il cinema, il teatro e la pubblicità. I suoi concerti e i suoi dischi hanno avuto costante riscontro sulla stampa nazionale ed internazionale e su quella specializzata. E’ stato invitato come ospite musicale in diversi programmi radiofonici e televisivi della Rai e di France Musique. E’ consulente artistico e ideatore di rassegne come il Klezmer Musica Festival, Sconcerti e il festival Adriatico Mediterraneo, nonchè docente di chitarra all’Istituto di alta formazione artistica e musicale G.B. Pergolesi di Ancona. 36
Giovanni Seneca Nato a Napoli, è ancora bambino quando si trasferisce a Pesaro, dove nel 1988 si diploma al Conservatorio Rossini con il massimo dei voti e la lode. Trasferitosi a Parigi, si specializza all'Ecole Normale de Musique e al Conservatorio Ravel, conseguendo i diplomi di specializzazione in chitarra classica, analisi musicale e orchestrazione. E’ tornato nelle Marche nel 1993 di L. Dattolo
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iovanni, come nasce la passione per la musica? “Ogni essere umano nasce con una propria predisposizione naturale verso il canto e la musica, che ciascuno di noi poi sviluppa e affina secondo le opportunità che gli vengono offerte e le esperienze musicali con le quali viene a contatto”. Ci racconta qualcosa delle Sue esperienze canore e musicali dei primi anni? “Ho passato i primi dieci anni della mia vita in Campania, dove assieme a mio padre, musicista dilettante, mi esibivo spesso in matrimoni ed altre ricorrenze. Mio padre stesso ha indirizzato sia me che le mie sorelle, fin da piccoli, verso lo studio della musica, facendoci anche partecipare a manifestazioni e concorsi destinati ai bambini”. Così nel 1972 vinse la finale nazionale del concorso canoro “Girontondissimo” con una canzone inedita … “Avevo appena cinque anni! Il concorso - organizzato dal giornalino “Topolino” e dalla Walt Disney Italia – venne presentato dall’indimenticabile Alberto Lupo”. Cosa è cambiato con la maturità artistica? “Dopo 40 anni di studio e di ricerca e dopo centinaia di concerti e produzioni musicali in tutto il mondo è cambiata soprattutto la percezione e la conoscenza della musica, che è diventata più profon-
da, anche se l’entusiasmo e l’emozione che provavo da piccolo nel salire sul palco sono rimasti invariati”. Composizione, concerti … sono la Sua vita: come passa la giornata Giovanni Seneca? “Nonostante una vita intensa, piena di spostamenti e incontri, tento ogni giorno di ritagliarmi uno spazio di solitudine per trovare nuove strade musicali e l’ispirazione per scrivere una musica che possa continuare ad attirare e stimolare la mia curiosità e l’attenzione verso ciò che produco”. Cosa consiglia a un bambino o ad un giovane che intende avvicinarsi alla musica? “Di scegliere insegnanti e modelli musicali che lo facciano sentire a proprio agio e in armonia con il repertorio che affronta durante lo studio. La musica è sempre stato un insegnamento “a bottega”, per cui un rapporto fruttuoso e sereno docente-allievo è indispensabile per avere dei risultati. Molto spesso alcuni studenti abbandonano lo studio della musica proprio perché non sono riusciti a trovare un insegnante che riesca far emergere le proprie potenzialità”.
I CONCERTI
Si è esibito in prestigiosi festival, rassegne e stagioni concertistiche nelle maggiori città italiane ma anche a Parigi, Cannes, New York, Philadelphia, Tel Aviv, Sarajevo, Spalato, Belgrado, Smirne e Durazzo. Nell'aprile 2009 ha effettuato una tournèe di 12 concerti in Nuova Zelanda. E' stato ospite solista nelle stagioni delle seguenti orchestre: Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, Orchestre des Concerts Lamoreux di Parigi, Orchestre Symphonique Français di Parigi, Orchestre Philarmonique di Cannes, Orchestra Filarmonica Marchigiana di Ancona, Orchestra Pro-Arte Marche di Fano (PU), Orchestra Filarmonica di Udine. Il grande Ennio Morricone ha scritto e dedicato un concerto per chitarra e orchestra a Giovanni Seneca, eseguito in prima assoluta a Parigi e inciso su cd con Orchestra Nazionale dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma. 37
ANTICIPAZIONI
Marche, il gusto … del benessere C
ari Lettori, pagina dopo pagina, ci siamo inoltrati insieme nella seconda metà dell’anno. Dell’estate rimangono ancora pochi giorni, una miriade di ricordi, foto scattate durante le vacanze e soprattutto il desiderio che il rientro sia sereno, positivo e che i benefici del riposo si prolunghino il più possibile. ML ha pensato a voi e sta lavorando ad un numero creato ad hoc, che offrirà spunti importanti per
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stare tutto l’anno in una condizione di armonia ed equilibrio. Con un dossier dedicato all’agroalimentare e uno speciale dedicato al benessere, ML proporrà un binomio prezioso, che inizia dai buoni prodotti, che fanno la buona tavola e continua con la giusta attenzione al proprio corpo, fatta di trattamenti, coccole, cure termali ecc. Le Marche sono una terra fertile e generosa, che offre prodotti di alta qualità, certificati e apprezzati anche
all’estero. Molte ricerche vedono nella buona alimentazione che si consuma in regione, associata alla buon aria e alla corretta cura di sé, il segreto della longevità dei marchigiani, che in Italia sono sul gradino più alto del podio. Non perdetevi, quindi, il prossimo numero di ML: il vostro mensile preferito diventerà il vostro nuovo alleato di benessere!
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BRE VI DAL TERRITORIO
PESCA, CONTRIBUTI PROGETTI PILOTA
INTERVENTI A SOSTEGNO DELL’ECCELLENZA ARTIGIANA Promozione del marchio di eccellenza artigiana, tutela e valorizzazione delle produzioni artistiche, tradizionali e dell’abbigliamento tramite contributi alle imprese: sono questi gli obiettivi delle misure varate dalla Regione Marche, per un totale di 436mila euro. Possono usufruirne imprese artigiane, singole o associate, che svolgano attività artistiche e che investano nell’ammodernamento, nella ristrutturazione e nel mantenimento dei laboratori e delle attrezzature, oppure che avviino l’attività, acquistino impianti, macchinari, attrezzature e brevetti, oppure affrontino spese per la commercializzazione dei prodotti.
PIANO ENERGY RESOURCES HOLDING 2015
PRESTITO D’ONORE REGIONALE: PROROGATI I TERMINI Sono stati prorogati i termini del bando che consentirà di accedere al prestito d’onore regionale. La Regione Marche, in collaborazione con Banca Marche, Gruppo Sida e Camera Work, sulla base dell’interesse e dell’attenzione dimostrata nei confronti del “Prestito d’Onore regionale” e soprattutto dei risultati raggiunti a soli 10 mesi dall’uscita del bando, ha infatti ritenuto doveroso sostenere ancora coloro che hanno bisogno di un’opportunità per trasformare la propria idea imprenditoriale in impresa. In continuità con l’attuale bando, sono stati quindi prolungati i termini di scadenza al 30/06/2012, con la possibilità di finanziare altre 80 domande grazie al “Prestito d’Onore regionale”. Informazioni: www.prestitodonore.marche.it o presso le Filiali Banca Marche.
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PESCA, CONTRIBUTI PER PROGETTI PILOTA La Regione Marche, settore Attivita` Ittiche, ha attivato la misura 3.5 del Fondo Europeo per la Pesca programmazione 2007-2013, dedicata all’incentivazione di progetti pilota finalizzati all’acquisizione e diffusione di nuove conoscenze tecniche nel settore della pesca. I progetti pilota saranno realizzati da operatori ittici organizzati in forma collettiva o enti pubblici territoriali, con il monitoraggio di organismi tecnici o scientifici. Le domande dovranno essere presentate entro il 26 ottobre 2011.
Interventi a sostegno dell’eccellenza artigiana
PIANO ENERGY RESOURCES HOLDING AL 2015: MERCATI ESTERI, EOLICO E BIOMASSE, INNOVAZIONE Energy Resources Holding, gruppo marchigiano attivo nello sviluppo sostenibile (impianti da fonti rinnovabili, efficienza energetica, edilizia e mobilità sostenibili), ha approvato il piano industriale al 2015 che prevede tre punti cardine: ingresso nei mercati esteri, sviluppo di impianti eolici e a biomasse, spinta ulteriore all’innovazione. Nuove assunzioni previste già nel 2012. Obiettivo: 500 MW installati entro i prossimi cinque anni. “Ci aspettiamo una crescita del 40 per cento l’anno” - commenta Andrea Cardinaletti, presidente di Energy Resources Holding - “ci apriremo ai mercati esteri, con filiali nei Paesi di area Ue (in particolare Francia, Regno Unito e Grecia) ed ingresso in Usa, Africa del Nord e Paesi europei emergenti”.
Prestito d’onore Regionale: prorogati i termini
FIDUCIA, PARTNERSHIP, SOSTEGNO FINANZIARIO
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ALTO ARTIGIANATO
“Gli amanti della cultura considerano i libri come parte di sé... l’attività del rilegatore si regge proprio grazie a questo grande interesse per il libro”
Angela Roscani L’arte della rilegatura Nella sua sartoria una collezione di ditali da ogni zona del mondo, un corredo di aghi e fili, scampoli e tessuti preziosi che parlano di abiti da sogno, che hanno saputo regalare emozioni uniche a chi li ha indossati di A. Dachan
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ig. ra Roscani, quando e come è iniziata la Sua attività? “Nel 1985 avevo due figli piccoli ed ero alla ricerca di un’attività con un orario abbastanza flessibile; sono venuta a conoscenza di una legatoria che si stava chiudendo. Dopo un periodo di apprendistato, nel mese di marzo del 1986 ho rilevato ufficialmente l’attività”.
Chi è stato il Suo maestro? “Il compianto Basili Egino, storico rilegatore di Montecarotto, che anche dopo la cessione dell’attività, per molti anni non ha mancato di darmi i suoi consigli quando ne avevo bisogno”. Sta tramandando la Sua arte a qualcuno? “Al momento no; nessuno sembra interessato, almeno non a livello professionale. A livello amatoriale, invece, sono in molti a chiedere consigli sull’arte della rilegatura. Purtroppo si tratta di un’arte povera ed è impensabile, al giorno d’oggi, intraprendere questo mestiere come attività principale, specie in un piccolo centro come Moie”. Che tipo di clienti si rivolgono a Lei, oggi come oggi? “Principalmente lavoro per enti pubblici. Per il resto la clientela spazia dallo studente che deve rilegare la propria tesi, al pensionato che sta riordinando una vecchia libreria”. Che tipo di rilegature offre? Quali sono i materiali che predilige? “C’è molta differenza fra lavoro d’archivio, riservato ad enti pubblici e il lavoro dei privati. Dovendo rilegare libri d’epoca, per la scelta del materiale ci si deve necessariamente ba-
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sare sul periodo della sua pubblicazione. Ad ogni periodo corrisponde una diversa tipologia di prodotti: si va dalla pergamena, alla pelle, alla tela, fino ad arrivare al similpelle, che è il materiale attualmente più utilizzato”. Quella della rilegatura manuale è una delle arti legate al mondo del libro che ancor oggi è molto apprezzata: qual è il segreto di tanta longevità? “Gli amanti della cultura considerano i libri come parte di sé; alcuni libri sono custoditi come tesori, che vengono conservati gelosamente. Spesso capitano libri molto usati, pieni di appunti, segno di un utilizzo molto frequente. L’attività del rilegatore si regge proprio grazie a questo grande interesse per il libro”. Di tutti i Suoi lavori, qual è quello di cui va più fiera? “Sicuramente più il libro da rilegare è antico e malridotto, maggiori sono le soddisfazioni; forse perché si riesce a ridare vita a libri che il tempo aveva ormai reso non più consultabili”. A livello professionale, c’è un sogno che vorrebbe realizzare? “Al momento no. Negli anni passati avrei voluto far crescere la mia attività, ma dopo essermi informata sui costi da sostenere ho desistito. Questa è e rimarrà un’attività prettamente artigianale”.
Legatoria Roscani Angela via G. Leopardi 19 60030 Moie di Maiolati Spontini (AN) tel e fax 0731 701273 mail: legatori@libero.it
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
“Nell’Estremo Oriente vi sono ampi spazi per l’export marchigiano” Il Presidente di Unioncamere Marche Alberto Drudi, di ridtorno da una missione in Vietnam, Laos e Cambogia, commenta i dati più recenti relativi alle esportazioni delle aziende della regione e delinea le prospettive per il futuro di M. Palumbo
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Alberto Drudi
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ommendatore, come giudica i recenti dati relativi all’internazionalizzazione delle imprese marchigiane? “Li osservo con grande soddisfazione. Agli importanti risultati raggiunti ha senz’altro contribuito il costante impegno profuso dalle Camere di Commercio della regione, che attraverso le rispettive aziende speciali e in attuazione di un’efficace sinergia con la Regione, hanno portato a casa traguardi significativi. I numeri, del resto, sono sotto gli occhi di tutti. I risultati sulla crescita dell’export regionale sono, infatti, piuttosto confortanti: nel triennio 20052007 le Marche sono cresciute in percentuale molto di più rispetto a numerose altre regioni”.
Quanto incide la professionalità di chi si propone all’estero come “ambasciatore” di un territorio? “Vede, l’80 per cento di chi gira il mondo è rappresentato da quaquaraquà. Organizzano un incontro e poi chi li vede più? Tutto finisce lì. Noi, al contrario, vogliamo lasciare un messaggio di credibilità, di impegno, di forza nella costruzione di relazioni. Relazioni che non si improvvisano dall’oggi al domani e che devono essere improntate alla serietà e alla correttezza reciproca”.
Lei, in veste di “regista” delle politiche di internazionalizzazione, ha sempre attribuito grande importanza al gioco di squadra. Perché?
Lei è in un certo senso un pioniere dell’internazionalizzazione. Traccia delle vie nuove che poi in molti seguono …
“Il fatto di presentarsi davanti agli interlocutori stranieri come un unico soggetto aumenta la credibilità e l’affidabilità delle proposte messe sul tappeto”.
“Beh, in effetti … In Cina sono stato il primo ad andare, con il Presidente Spacca: ricordo le critiche che ricevemmo! Ora però ci dovete riconoscere il merito che quella strategia era giusta … Stessa cosa in India nel 2005 e poi nei Paesi arabi …”. La Cina continua ad essere un importatore del made in Italy? “Il mercato cinese, come d’altronde moltissime altre parti del mondo, cerca prodotti di qualità. “Qualità” che il più delle volte è vista come sinonimo di made in Italy. Talvolta mi dico: se riuscissimo a comprendere al meglio le esigenze di qualità dei cinesi, potremmo ridare il lavoro a tutta l’Italia …”. Lei è appena tornato da una missione nell’Estremo Oriente: Vietnam, Laos e Cambogia. Che idea si è fatto di questi mercati? “In questi Paesi, in particolare
in Vietnam, si stanno aprendo molte opportunità per le nostre aziende. Il Vietnam ha un’economia che cresce in modo stabile del 6-7 per cento annuo. E’ un Paese che conta circa 86 milioni di abitanti (quindi una volta e mezza gli italiani …), con un paesaggio naturale incantevole e una costa straordinariamente bella. Sotto l’aspetto professionale è un popolo molto serio e gentile”. In che senso vi sono opportu-
nità economiche? “Il costo del lavoro è inferiore del 30 per cento rispetto alla Cina. Vi sono settori in fortissima espansione – come il mobile, il calzaturiero e la pelletteria – che registreranno un sensibile incremento della domanda di macchine per la lavorazione. Ma anche l’agroalimentare italiano, che all’estero non tradisce mai, presenta importanti prospettive di sviluppo, soprattutto per i vini: quelli marchigiani li prenderebbero anche do-
mani … Nel febbraio 2012 una delegazione di imprenditori vietnamiti verrà a Pesaro, mentre per la seconda metà dell’anno organizzeremo una missione di imprenditori marchigiani in quel Paese”. Secondo Lei la maggior parte degli imprenditori marchigiani ha maturato la consapevolezza della necessità di guardare oltre i nostri confini? “Dobbiamo convincerci che il nostro mercato non è più
rappresentato dall’Italia o dall’Europa, ma da altri continenti: tre miliardi di persone stanno migliorando il loro tenore di vita e vivono in mercati in costante crescita: pensiamo ad esempio, come accennavo prima, all’Asia o al Sudamerica. Lo sa che l’Argentina segna un tasso di crescita dell’8-10 per cento annuo? Tra l’altro, sono mercati che ci cercano …”.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Ex.it:
nuove opportunità dal mercato australiano
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Presidente di EX.IT Luca Bartoli
EX•IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata T +39 0733.251239 F +39 0733.251262 exit@mc.camcom.it www.exitonline.it
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a Ex.it Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata ormai da oltre vent’anni si occupa di internazionalizzazione puntando soprattutto alla ricerca di nuovi mercati per le aziende del territorio. Tuttavia va detto che, a volte, la ricerca di mercati economici nuovi non premia, per cui si rende necessario diversificare l’offerta delle aziende consentendo alle stesse di scegliere tra più opportunità. Pertanto la Ex.it si sta concentrando non solo sui nuovi mercati, ma anche sui mercati già consolidati, dove poter commercializzare tutte le produzioni del territorio, scoprendo così nicchie di mercato anche in Australia. Tutto è partito dalla volontà di intensificare i rapporti con le Camere di Commercio italiane all’estero coinvolgendo gli stessi segretari generali per operazioni di scouting. Numerosi i contatti avuti con riscontri anche positivi, ma quello che ci ha offerto maggiori prospettive è stato quello con la Camera di Commercio italiana in Australia, con sede ad Adelaide (che figura al primo posto delle cinque città australiane presenti tra le prime dieci città del mondo per vivibilità). Risale al dicembre del 2006 un primo contatto con l’Australia, quando la Camera di Commercio di Adelaide inviò a Macerata la dott. ssa Mareta Marrapodi, responsabile di marketing, promozione e commercializzazione, la quale visitò alcune aziende; la sua attenzione si concentrò in particolare sui macchinari e le attrezzature, soffermandosi soprattutto sulla Barigelli di Cingoli e la Zaffrani di Corridonia. Molto più positivi i risultati conseguiti il mese scorso con la visita a Macerata di due funzionari della sede di Adelaide della Camera di Commercio Italiana in Australia: il Segretario Generale dott. Teodoro Spiniello e il Projet Officer dott. Antonio Rosato. Essi si sono incontrati con i titolari, o comunque i responsabili, di alcune imprese del Maceratese, per discutere le tematiche relative al mercato australiano e alle possibilità di esportare i nostri prodotti di eccellenza. Le imprese maceratesi che hanno colto al volo l’opportunità di questo contatto con la realtà australiana sono state la Meloni Tecno-Handling (metalmeccanica), la Borgani Saxophone (strumenti musicali), la Ralò (sott’oli) e la Pasta di Aldo
(azienda artigianale produttrice di pasta all’uovo essiccata). A seguito di questi incontri avuti con i diretti interessati e con i funzionari della Ex.it, la Camera di Commercio Italiana di Adelaide ha deciso di puntare molto sui prodotti del territorio maceratese, “avendo scoperto che si tratta di una delle poche realtà italiane che conservano intatte tutte le caratteristiche proprie del made in Italy, riuscendo a fornire prodotti di altissima qualità derivati da un’artigianalità e scrupolosità nei dettagli difficile ormai da trovare altrove”. Nelle ultime settimane si sono ulteriormente incentivati i contatti diretti tra varie imprese del Maceratese e la Camera di Commercio italiana di Adelaide e i risultati sono stati più che positivi. Lo stesso dott. Rosato recentemente ha segnalato alla Ex.it che “le aziende maceratesi mai prima di adesso si sono registrate in numero così elevato nell’arco di pochi giorni…e le richieste ci dicono che vi è un forte interesse da parte delle stesse a scoprire il territorio australiano”. A questo punto l’evolversi della situazione apre le porte alla realizzazione di una prima missione istituzionale di scouting in Australia, guidata dalla Ex.it con al seguito alcune delle aziende che più sono interessate ad entrare nel mercato australiano con i propri prodotti di eccellenza. Il che potrebbe essere programmato entro la fine del 2011 per prevedere poi a primavera del 2012 una visita alle imprese maceratesi di operatori australiani interessati ad acquistare i nostri prodotti. Ma anche nel caso le nostre aziende non trovassero subito operatori interessati all’acquisto, la stessa Camera di Commercio Italiana di Adelaide si assumerebbe il compito di trovare le controparti australiane adeguate. Gli sviluppi futuri quindi sul mercato australiano, che è in forte crescita e alla ricerca di prodotti di prima qualità (in quanto la forza economica pro capite di quella popolazione è notevole), sono più che allettanti. E le prospettive possono essere quelle di organizzare fiere internazionali con la partecipazione di importatori, non solo australiani, ma anche asiatici. Il punto di arrivo potrebbe essere quello di allestire ad Adelaide un desk come punto di appoggio per tutte quelle aziende che cominceranno ad esportare sul mercato australiano.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Decolla il progetto per l’internazionalizzazione Incubatoi di impresa, temporary manager, direct marketing, webmarketing, reti di impresa, finanziamenti agevolati: tutti strumenti che facilitano lo sviluppo delle offerte con l’estero
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IDA Group, GGF Group, ISD-Istituto Studi Direzionali e CFM-Centro Formazione Marche (consorzi per la formazione manageriale) hanno messo a punto un progetto a sostegno delle aziende per sviluppare i loro affari con l’estero. Il progetto consiste in un insieme di strumenti e più precisamente: • Incubatoio per la formazione di talenti da destinare allo sviluppo della funzione commerciale • Consulenza a mezzo temporary manager • Scouting con individuazione e profilazione di clienti o intermediari con cui sviluppare subito rapporti commerciali (APRE) • Interventi di integrazione con altre aziende, contratti di rete assistiti da contributi fiscali e coperture finanziarie agevolate per progetti di penetrazione commerciale all’estero
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• Interventi finanziari per dare copertura - progetti di de-localizzazione - di penetrazione commerciale in Paesi esteri • Web international marketing, che verranno forniti alle aziende per facilitare processi di strutturazione aziendale atti ad accrescere o conquistare la domanda estera. Caratteristiche di questi strumenti sono l’efficacia operativa e l’economicità dell’investimento rapportato al ritorno dello stesso. L’incubatoio per l’internazionalizzazione è il prodotto che nasce dall’esperienza formativa manageriale di SIDA/ISD/CFM. L’idea è quella di fornire all’azienda: - l’individuazione delle potenzialità di esportazione e delle aree geopolitiche per le quali risultano esigenze di strutturazione; - la ricerca di talenti di nazionalità italiana o estera; - la formazione manageriale
in aula, diretta a preparare i candidati per il futuro inserimento aziendale; - uno stage aziendale con stretto tutoraggio di consulenti esperti nell’internazionalizzazione, per favorire rapidamente l’inserimento e la veloce creazione di valore (o efficacia) del candidato; - l’inserimento del candidato in azienda, prevalentemente nella funzione di esperto o country manager e l’eventuale successiva attribuzione del ruolo di mentoring da parte del consulente e in un secondo momento, in presenza di determinate condizioni, la strutturazione del rapporto di consulente in temporary manager. Il progetto prevede discenti di nazionalità italiana o straniera, a seconda delle esigenze specifiche aziendali. Accanto alle tradizionali conoscenze manageriali, problematiche e strumenti specifici all’inter-
nazionalizzazione, saranno somministrate conoscenze sui sistemi-Paese, informazioni sulle fasi informative propedeutiche allo sviluppo dei nuovi rapporti e best-pratice che attualmente operano con l’estero. Esperti che operano sui singoli blocchi internazionali, operatori istituzionali, consulenti, imprenditori e manager faranno parte del corpo docente. Il percorso di specializzazione si terrà in lingua inglese. Il candidato, se di provenienza estera, dopo un congruo periodo di stage e di inserimento aziendale, potrà ritornare al Paese di origine e svolgere la funzione di export manager, country manager, agente, franchisee, con rapporti di dipendenza o professionali.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
L’internazionalizzazione
per il rilancio e lo sviluppo aziendale Tempi duri per le nostre imprese: il mercato domestico ristagna, il mercato comune europeo non tira piĂš, Usa e Giappone latitano. Per ricercare i tassi di sviluppo del fatturato andati perduti bisogna guardare oltre i mercati abituali
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l credit crunch del 2007, limitato ai mutui ipotecari Usa, ha generato una crisi globale dapprima finanziaria e poi economica ma soprattutto ha ribaltato completamente il concetto (e le aspettative) di solvibilità finanziaria, tanto in termini di rapporto debt/equity come di soggetti a rischio. Non soltanto oggi le leve finanziarie tollerate viaggiano a valori quattro/cinque volte inferiori a quelli del 2007, ma è la platea di soggetti considerati rischiosi che si è estesa in maniera quasi automatica, applicando gli stessi criteri di rating al debito della pmi come al debito sovrano delle maggiori economie mondiali. Implicazioni di business? Gli stati meno indebitati sono gli unici che possono guardare ai prossimi 4-5 anni con la ragionevole certezza di sostenere e financo incrementare il loro ritmo di crescita. E i più grandi tra questi, guess what, si chiamano Cina, Brasile, India e - un poco staccata - Russia. Al pari dei BRIC ve ne sono altri che si muovono bene, dal Messico all’Indonesia, dal Sudafrica alla Turchia, ma è chiaro che questi e non quelli abitualmente presidiati saranno i principali mercati di sbocco a cui puntare nell’immediato futuro per intercettare la domanda in crescita. Ce lo confermano le stime al 2020 sulla creazione di nuova classe media, quella con un reddito disponibile annuo superiore a 30.000usd: dei 123 milioni di individui previsti a livello mondiale, metà sarà concentrato nei BRIC (Cina da sola 40 milioni), un quarto nei Paesi avanzati (Usa, Europa) e un altro quarto negli altri Paesi emergenti, come quelli già ricordati sopra (e numerosi altri). Ancora, ce lo conferma l’Osservatorio Pmi - edizione 2011 - che indica nell’internazionalizzazione e nell’innovazione (di prodotto, di mercati, di politiche commerciali, ecc.) le leve che caratterizzano le Pmi di successo, ovvero quelle che registrano performances al di sopra della media. Lo studio ci mostra come mentre il 70 per cento delle imprese indica nell’innovazione la sfida principale per la crescita, soltanto un quarto pone l’accento sull’internazionalizzazione: alea, dimensioni ridotte d’impresa, sordità dei canali abituali di reperimento
dei mezzi finanziari, sono in testa alla classifica delle cause di questa ritrosia imprenditoriale. Volendo gestire e non subire questo scenario, le nostre imprese sono chiamate a puntare lontano e a dedicare risorse, umane e materiali, a questa sfida. I mercati vanno studiati, capiti, selezionati ed affrontati sulla base di un progetto di medio e lungo periodo. Spesso notiamo come venga posta poca attenzione ai momenti di studio ed analisi ed invece molta all’azione, alla vendita. Pur condividendo il fatto che le aziende non si reggono su studi ed informazioni ma piuttosto su fatturati e margini, metodologicamente non è un approccio auspicabile ed è per questo che, come Sida, esercitiamo un monitoraggio continuo dei principali mercati esteri e delle opportunità di filiera per poter meglio sostenere l’azione delle imprese del territorio. Tra gli strumenti più attuali rientrano le forme aggregative (Ati, contratti di rete, consorzi per l’ export, ecc.) utili a superare le cause di ritrosia sopre ricordate, condividendo con altri soggetti gli investimenti ed i rischi relativi a progetti di promozione e di penetrazione commerciale. ciascuno di essi, con gradi e modalità differenti, prevede agevolazioni finalizzate agli scopi di cui sopra. Sida mette a disposizione tutto il suo know-how e il suo network estero per assistere le imprese nell’affrontare i mercati mediante lo studio del potenziale di mercato, l’individuazione di partner locali, la stesura e la realizzazione di un piano promo-commerciale.
Piergiorgio Gigli Area International Business Gruppo Sida p.gigli@sidagroup.com Tel. 071.28521
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VITA DA MANAGER
Fiorella Faggiolati “Devo ammetterlo: il lavoro e la famiglia sono la mia vita” di A. Dachan
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ott.ssa Faggiolati, Lei è Direttore finanza, Amministratore e Procuratore Generale della Faggiolati Pumps SpA. Vuole raccontarci gli inizi della Sua carriera? “Sono entrata in Azienda, ancora inesperta, ma con tanta voglia di fare, dedicando la mia vita negli ultimi venti anni quasi esclusivamente allo sviluppo, alla crescita sana e graduale oltre che al diretto controllo delle Aziende che rappresento, compresa la Faggiolati Pumps SpA, anteponendo a questo grande impegno e obiettivo di sviluppo prefissatomi, solamente il benessere della mia famiglia”. Nel corso della Sua crescita professionale, c’è stata una persona che le ha fatto in qualche modo da guida o da modello di riferimento? “Devo molto per quello che sono e di questo ringrazio infinitamente mio marito Giovanni, che pur essendo stato il fondatore dell’Azienda che rappresento in qualità di Procuratore Generale, mi ha concesso tutta la sua fiducia, appoggiandomi senza mai ostacolarmi, in quella che è stata la mia strategia aziendale. Il mio obiettivo era una crescita graduale e sana, senza andare a bruciare quelle tappe che per me non erano da scavalcare. Sottolineo anche che le mie scelte economicoamministrative, non avrebbero avuto successo se non fossero state supportate dalla sua lungimiranza e continua innovazione, che ha sottoposto l’Azienda Faggiolati ad una costante ricerca tecnica, creando così un prodotto di alta qualità e di grande specializzazione che, alla data odierna, grazie ai nostri grandi sacrifici e con grande soddisfazione, viene esportato in tutto il mondo”.
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Ritratto di una Manager
Fiorella Faggiolati: Direttore finanza, Amministratore e Procuratore Generale della Faggiolati Pumps
SpA. Nel tempo libero amo… stare in semplicità con i miei amici “veri” e godermi la mia bellissima casa. Io credo che la cosa più importante sia costruirsi dei rapporti, veri e sinceri: il tempo libero, va speso bene, con della gente con cui hai corrispondenza di affetti, o di ideali. La mondanità intesa in senso superficiale non mi interessa. Tutte le cose che per molti sembrerebbero banali, per me sono la base di un’esistenza felice. Vivo sempre nella consapevolezza che tutto ciò che possiedo, salute, serenità, amore, amicizia…. Non è mai scontato. Il mio motto è: evitare ogni forma di negatività; vorrei mantenere per sempre questa positività nei confronti della vita. La mia famiglia è: la mia vita e il mio successo.
Quali sono i vantaggi di lavorare in un team con legami di sangue? “Condividere gli stessi obiettivi professionali e velocizzare qualsiasi strategia Aziendale. Si creano, comunque, delle sinergie contrastanti: se da un lato c'è un forte sentimento di appartenenza e il comune intento di portare avanti qualcosa che sentiamo essere parte di noi e non è ridotto ad un semplice oggetto di business, dall'altro non c'è modo di non sentirsi continuamente coinvolti nel sistema. Il lavoro non resta mai tra le mura dell'Impresa, le problematiche più difficoltose sono oggetto del colloquio quotidiano e spesso, non lo nego, l'onere della conduzione risulta un pochino pesante”. Oggi come oggi, qual è l’aspetto del Suo lavoro che preferisce? “Anche se può sembrare assurdo, devo ammettere che ciò che più mi stimola ogni giorno sono le difficoltà, piccole e grandi, che devo affrontare: quelle difficoltà che una volta superate vanno ad affermare il mio successo personale e il successo dell’Azienda. Metto il cuore in tutto quello che faccio. Amo il mio lavoro, in tutte le sue sfumature, è davvero speciale per me e lo ritengo un grande privilegio”. La vostra è un’azienda che si rivolge molto ad un target estero: cosa implica l’incontro e il lavoro con realtà tanto diverse dalla nostra? “Occorre una predisposizione mentale nell’accettare il diverso come “altro” da noi e non come superiore o inferiore. E’ interessante il confronto ed e’ anche molto stimolante perché non
si finisce mai di mettersi in discussione. Il 63% del nostro fatturato è all’estero: vendere in Europa, in Cina, in America, negli Emirati Arabi… non è assolutamente uguale e questo implica un prodotto conforme alle normative vigenti in ogni Paese, con rilascio dei relativi certificati di collaudo. Ci sono poi le trattative commerciali, con contratti a volte molto complessi e stressanti, poiché sono predisposti inizialmente, a completa tutela di chi compra: il mio lavoro é di grande e responsabilità mirato a tutelare l’Azienda da qualsiasi rischio”. Se guarda indietro, a quando era bambina, cosa sognava di fare “da grande”? “Da bambina sognavo di essere mamma, desideravo almeno tre bambini, ma il destino ha riservato per me anche grandi progetti professionali, che mi permettono di confrontarmi ogni giorno con persone illustri, brillanti, intelligenti e soprattutto concrete”. E se guarda al futuro, dove si vede? “Devo ammetterlo: il lavoro e la famiglia sono la mia vita… spero proprio di invecchiare accanto a mio marito, festeggiare i miei 70 anni, in salute, sulla mia poltrona in Azienda con mia figlia Dora, laureanda in “Economia & Management”, che spero voglia entrare nel Gruppo, continuando ad affermare il marchio Faggiolati in tutto il mondo”. Il Suo è uno dei nomi più noti tra quelli delle imprenditrici delle Marche e non solo: un bel riconoscimento… “Tengo a sottolineare che, pur rivestendo un ruolo di grande
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VITA DA MANAGER responsabilità in campo professionale, lavoro senza difficoltà per quindici ore al giorno; per mia scelta non sono abituata a trovarmi al centro delle situazioni e a ricevere attenzioni, tantomeno a livello pubblico, ma sono veramente lusingata per questa vostra considerazione e non posso fare a meno di ringraziavi e ringraziare tutti i miei collaboratori, nessuno escluso, sottolineando che alcuni di loro, in particolare, hanno contribuito alla mia crescita professionale e umana. Mi hanno accompagnata in quasi ogni momento della vita, aiutandomi a superare o a condividere momenti di tensione, oltre che di grande soddisfazione per il raggiungimento degli obbiettivi che tutti insieme ci eravamo prefissati�.
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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE > L.r 5/2003 “Provvedimenti per favorire lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione” Contributi a fondo perduto e in conto capitale per: 1) Progetti finalizzati alla realizzazione di attività di informazione e promozione della cooperazione, all’attività di ricerca, studi e centri di documentazione per la cooperazione. BENEFICIARI: Organizzazioni regionali delle associazioni cooperative riconosciute con decreto ministeriale 2) Agevolare l’accesso al credito per investimenti che comportino miglioramenti nelle tecnologie o nelle strutture organizzative aziendali o incremento dei livelli occupazionali da parte delle cooperative associate e loro consorzi, prestano le garanzie fideiussorie per: a) operazioni a breve termine; b) operazioni a medio termine c) operazioni a lungo termine d) fideiussioni su operazioni di credito a favore di enti pubblici. BENEFICIARI: Consorzi fidi 3) Spese sostenute da cooperative di nuova costituzione per: A) INVESTIMENTI B) SPESE DI GESTIONE C) TUTOR BENEFICIARI: Cooperative costituite dal 1° gennaio 2010 alla data di scadenza dei bandi. 4) Concessione di un finanziamento agevolato (max. 60.000 €) proporzionale al capitale sociale versato BENEFICIARI: Cooperative ed ai loro consorzi operanti nella Regione Marche 5) Investimenti innovativi avviati a partire dal 1° gennaio 2010 relativi a: • acquisto di macchinari e di attrezzature di tipo innovativo; • costi per la ricerca e sviluppo; • concessioni, acquisizione di brevetti o licenze e creazione o acquisizione di marchi; • certificazione dei sistemi di qualità aziendale e marcatura CE dei prodotti; • certificazione dei sistemi di
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gestione ambientale; • trasferimento di tecnologie relative ai materiali, ai processi produttivi e di servizio e ai prodotti. BENEFICIARI: Cooperative 6) Progetti sperimentali volti a sostenere: - iniziative di aggregazione tra cooperative, - programmi di internazionalizzazione , - sviluppo di nuove forme di cooperazione tra utenti nei settori delle comunicazioni, dell’energia e del gas. BENEFICIARI: Cooperative 7) Realizzazione di iniziative imprenditoriali cooperative nelle aree di crisi BENEFICIARI: Cooperative 8) Programmi di animazione economica, supporto, formazione e informazione a sostegno di programmi sperimentali per il settore cooperativo BENEFICIARI: Soggetti attuatori dei programmi di animazione economica SCADENZA AL 15/09/2011 > POR FSE 2007/2013 “Prestito d’onore regionale per la creazione di nuove imprese”. Concessione di un finanziamento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A. (max 50.000 euro – t.rif. 3,20%) da restituire in 6 anni e da utilizzare per fare fronte alle spese di costituzione, agli investimenti e alla gestione della nuova iniziativa economica; è ammissibile la costituzione di nuove attività d’impresa in tutti i settori di attività, ad esclusione dell’agricoltura e dell’industria del carbone. E’ ammissibile anche la rilevazione di un’attività già esistente purché non gestita da familiari. SCADENZA AL 31/12/2011 > FONDI DI GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO “Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzionati” • LEGGE 949/52 - contributo in c/interessi per le operazioni di credito artigiano (finanziamento min 10.329,14 max 500.000 euro, tasso agevolato fino al 70% t.rif.) + contributo a fondo
perduto “una tantum” pari a 2% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. • LEGGE 240/81 - contributo in c/canoni per le operazioni di locazione finanziaria da parte delle imprese artigiane (finanziamento min 10.329,14 - max 350.000 euro, tasso agevolato pari al 60% t.rif) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 1,5% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. SCADENZA AL 31/12/2011 > C.C.I.A.A PESARO URBINO “Contributi a sostegno della partecipazione a fiere all’estero” Concessione di un contributo a fondo perduto per le imprese iscritte al Registro delle Imprese di Pesaro e Urbino pari al 40% delle spese sotenute per la partecipazione a fiere all’estero, fino ad un massimo di 3.000 euro. SCADENZA AL 31/12/2011 > C.C.I.A.A PESARO URBINO “Contributi a sostegno di investimenti mediante abbattimento degli interessi” Concessione di un contributo sugli interessi maturati su finanziamenti garantiti da organismi di garanzia collettiva (es. Confidi), finalizzati a specifici investimenti previsti dal bando. Il contributo è pari al 90% degli interessi previsti per il primo anno dal piano di ammortamento, su un finanziamento di massimo 50.000 euro. SCADENZA AL 31/12/2011 EMILIA ROMAGNA > POR FESR 2007/2013 “Bando Nuove Imprese. Modalità e criteri per la presentazione delle domande, la realizzazione degli interventi e la concessione dei contributi anno 2011” Contributo in c/capitale in regime “de minimis” del 50% della spesa ammissibile fino ad un contributo max. di 150.000 euro, per progetti presentati da PMI costituite dopo il 1° gennaio 2010 e riguardanti la creazione di nuove imprese anche innovative e volte a favorire ricadute positive sull’occupazione delle imprese stesse in termini di lavoro durevole e di qualita. SCADENZA IL 31/12/2011 > REGIONE EMILIA ROMAGNA “Fondo di cogaranzia regionale
per l’accesso al credito delle imprese” Il Fondo presenta garanzie per le imprese (50-80% finanziamento erogato max 1.500.000 euro) a fronte delle seguenti operazioni: a) finanziamenti chirografari o assistiti da garanzia reale o aperture di credito, di durata non superiore a 120 mesi b) locazioni finanziarie immobiliari e mobiliari di durata non superiore a 120 mesi effettuate per i progetti di investimenti c) operazioni di factoring di durata non superiore a 120 mesi BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE > FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA “Rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finanziamenti erogati da banche convenzionate” Garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo termine. PROCEDURA VALUTATIVA DELLA DOMANDA ABRUZZO > PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 “Programma regionale di Consolidamento delle passivita’ a breve” I debiti bancari a breve delle Piccole e Medie imprese abruzzesi, con scadenza entro i 12 mesi (ad esempio anticipi su fatture, scoperti di conto corrente), potranno essere consolidati in un finanziamento a cinque anni, il cui importo non potrà superare i 250mila euro. Il contributo spettante alle imprese è pari al 100% del tasso di riferimento indicato e aggiornato con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico. BANDO APERTO
A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com
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CONSULENZA
Come muoversi nel complesso mondo della previdenza Strumenti a disposizione degli operatori del settore (e non solo)
È
da tempo che si sente parlare dell’insostenibilità del sistema previdenziale e del fatto che la pensione pubblica non è sufficiente a garantire un adeguato tenore di vita una volta che il lavoratore raggiunge l’età di quiescenza: da qui l’esigenza di tutti i lavoratori di prendere coscienza di questa realtà e della conseguente necessità di effettuare una scelta consapevole e personalizzata nei confronti della previdenza complementare. Attualmente neanche un lavoratore su tre ha fatto questa scelta … è necessario quindi creare cultura previdenziale non soltanto presso i lavoratori, diretti interessati, ma anche sul versante degli intermediari, soggetti preposti ad offrire consulenza previdenziale e quindi forme di previdenza complementare. Per questo motivo nel 2008 nacque l’idea di redigere un manuale sulla previdenza, “Il Vademecum della Previdenza”, che potesse essere un adeguato strumento di indagine e di informazione per tutti gli interessati alla materia previdenziale, con lo scopo di cercare di capire i meccanismi che la regolano, le variabili che la influenzano e le problematiche che la caratterizzano. In questo volume si focalizza l’attenzione su tutte le tipologie di fondi di previdenza obbligatoria (dalle categorie più conosciute e diffuse nel mercato del lavoro, come i lavoratori dipendenti del settore privato e i commercianti, a quelle di più recente costituzione come gli attuari, i lavoratori per progetto, gli agrotecnici …) attualmente previste dal sistema pensionistico italiano. Si vanno così ad analizzare tutti gli aspetti legati alla previdenza di base, comparandoli a quelli previsti dalle forme di previdenza complementare, attualmente presenti sul mer-
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cato, destinate nello specifico a tali categorie. Di conseguenza ogni lettore sarà in grado di individuare, tra le 46 previste, la categoria di interesse; analizzare la situazione previdenziale nel complesso (sia essa pubblica che complementare) ed infine verificare quale possa essere la soluzione migliore. Per facilitare la comprensione dell’argomento e delle sue problematiche sono presenti una serie di esemplificazioni e casistiche per ogni categoria professionale, sufficienti a rappresentare situazioni tipiche di ogni categoria. Consultandole si riesce a capire approssimativamente quanto garantisce la previdenza pub-
blica e in che modo integrarla con quella complementare. Proprio la comparazione tra le soluzioni pubbliche e quelle complementari rappresenta il vero focus del libro e prende in considerazione requisiti di pensionamento, situazione all’età di pensionamento, entità, prestazioni, tipologie: insomma, tutto quanto concorre a determinare la situazione previdenziale di un lavoratore. Tutto ciò significa creare cultura previdenziale e questo è proprio l’oggetto di questa pubblicazione anche nella sua seconda edizione, proprio di questi giorni. La nuova edizione è aggiornata con tutte le informazioni in base alle recenti novità previdenziali, come
ad esempio l’età di pensione di vecchiaia per le donne del pubblico impiego e le nuove finestre di pensionamento valide dal 1° gennaio 2011. Sono state aggiornate le normative relative alle casse previdenziali privatizzate e sono state inoltre approfondite alcune professioni che in precedenza o non erano state considerate oppure erano state trattate in maniera meno dettagliata; in particolare è stata inserita la categoria previdenziale delle collaboratrici domestiche (colf e badanti). L’obiettivo di questi inserimenti è quello di creare, e quindi mettere a disposizione dei Lettori, uno strumento sempre aggiornato.
Viviana Dabusti Responsabile Area Previdenza e Soluzioni Applicative di IRSA Membro ufficio stampa Ordine Attuari
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CONSULENZA
Il socio Fisco Si prende la maggior parte degli utili, è difficile colloquiare con lui, se non gli dai quello che gli spetta non esita ad azionare procedure esecutive, ti fa perdere tempo e soldi per sbrigare tediose procedure burocratiche e potrebbe essere alquanto discutibile come sperpera il denaro nel suo tempo libero
V
i presento il socio Sig. Fisco, che ha una partecipazione di maggioranza in tutte le imprese italiane. In un periodo in cui le parole d’ordine sono ristrutturazione, cassa integrazione, riconversione, il sistema produttivo avrebbe bisogno di tutt’altro, avrebbe bisogno di un sostegno da parte dello Stato, o almeno di non avere ostacoli ed intralci nel difficile e tortuoso sentiero da seguire in questo periodo di prolungata crisi. Invece molte volte il Fisco si presenta vestito da boia e sancisce la parola fine alla vita produttiva dell’azienda. Ora, invece, l’esigenza forte è quella di liberare risorse per investire, cercare di rilanciare lo sviluppo attraverso l’investimento in nuove idee, in nuovi progetti. L’ingente quantità di risorse drenate dal sistema-impresa e che vengono convogliate nelle casse dell’Erario frustrano tali intenzioni. Un tipico esempio riguarda l’Irap, l’imposta meno amata dagli italiani, visto che non sono rari i casi in cui imprese che presentano un risultato civilistico in perdita si trovano a dover versare ingenti somme a titolo di Irap, considerata l’indeducibilità del costo del lavoro e degli oneri finanziari. Senza considerare il danno economico e finanziario procurato alle imprese, è evidente la discriminazione che penalizza le aziende labour intensive e che sono maggiormente indebitate. Aziende indebitate che sono ulteriormente colpite dal meccanismo di deducibilità
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degli interessi passivi dal reddito d’impresa introdotto nel 2008 che presenta un conto salato proprio a quelle aziende che non hanno buoni risultati economici e che fanno un maggior ricorso al capitale di debito. Considerando che la variabile fiscale assume un ruolo cruciale nelle scelte manageriali sugli investimenti prendendone in considerazione la tipologia, la localizzazione, le risorse da impiegare, ecc…., risulta chiaro come il sistema fiscale influenzi in maniera determinante i flussi di autofinanziamento e condizioni pesantemente l’equilibrio finanziario dell’azienda. Per rendersi meglio conto della situazione, potrebbe essere utile porre l’attenzione anche su qualche cifra. Rielaborando i dati di due ricerche effettuate dall’Ufficio Studi di Mediobanca su, rispettivamente, 2.025 società italiane e su 3.921 medie imprese industriali del Bel Paese, è interessante analizzare il rapporto tra le imposte sui redditi e il risultato ante imposte così come emerge dall’analisi dei dati di bilancio. relativamente alle società, la media del rapporto tra il 2001 e il 2009 si attesta al 38,30 per cento ed è interessante notare come l’incidenza delle imposte si riveli pressoché insensibile rispetto all’andamento economico delle imprese. A fronte di un calo drastico del risultato ante imposte nel 2002, il rapporto sale all’85,50 per cento in quell’anno e a fronte di un calo di circa il 40 per cento del risultato lordo tra
il 2007 e il 2009, come effetto della crisi in cui ci troviamo tuttora, le imposte sui redditi accantonate in bilancio rimangono pressoché stabili in valore assoluto ed aumentano quindi in termini percentuali (dal 32,93 per cento del 2007 al 39,17 per cento del 2009). Ancora più interessante risulta analizzare lo stesso rapporto per le medie imprese industriali. Il dato che balza subito all’occhio è l’incidenza delle imposte, che risulta molto più alta visto che tra il 1999 e il 2008 la media si attesta al 57,2 per cento ed anche in questo caso il rapporto si mostra insensibile all’andamento economico considerando che a fronte di un calo del 30 per cento del risultato lordo tra il 2007 e il 2008, il peso delle imposte passa dal 53,1 al 56,9 per cento. Considerando che sono proprio le medie imprese italiane il fiore all’occhiello del nostro sistema produttivo perché capaci di creare innovazione, di presentarsi competitive sui mercati internazionali e spesso simboli del made in italy nel mondo, risulta paradossale che il nostro sistema fiscale vada a pesare proprio sul tessuto più vitale della nostra economia e privi queste realtà delle risorse necessarie per effettuare nuovi investimenti e per svilupparsi.
Roberto Antonella Aera Fiscale Gruppo Sida r.antonella@sidagroup.com zTel. 071.28521
RISTRUTTURAZIONI AZIENDALI
Le strategie di risanamento: la ristrutturazione finanziaria Tutte le aziende, nel corso del loro ciclo di vita, possono attraversare una o più fasi di crisi, che se non affrontate adeguatamente comportano sempre una progressiva distruzione di valore per azionisti e creditori. In assenza di opportune soluzioni ogni crisi, qualunque sia la sua origine, è destinata a diventare irreversibile e a degenerare in insolvenza
L
’obiettivo di qualsiasi ristrutturazione finanziaria è comprendere ed interpretare le risorse e le modalità sulle quali fare leva per attrarre i mezzi finanziari necessari per innescare e sostenere il nuovo processo di sviluppo. Nell’approcciare il tema occorrerebbe fare sempre una premessa strategica e di cultura d’impresa: l’azienda può ritenersi in equilibrio economico se è in grado di soddisfare le aspettative dei soggetti che hanno investito i loro capitali, compensando anche il rischio accettato. E’ opportuno non sottovalutare che il capitale impiegato, sia a titolo di rischio sia a titolo di debito, è oneroso per l’impresa. In una logica competitiva dei mercati finanziari i capitali affluiscono nell’impresa se essa produce un flusso operativo al netto delle imposte superiore al costo figurativo del capitale impiegato. Con queste premesse di impostazione di lavoro, il team di Sida Corporate Finance offre assistenza professionale agli stakeholder interni ed esterni di imprese in crisi per il superamento di situazioni di squilibrio finanziario, per la minimizzazione dei rischi legati a stati di insolvenza, per l’individuazione delle forme migliori per investire in distressed assets. Il team è specializzato nell’identificazione, nella negoziazione e nell’implementazione di soluzioni per arrestare il processo di crisi e ricreare le condizioni della ripresa. Sida Corporate Finance assiste gli azionisti o il management nell’elaborazione di piani di ristrutturazione finanziaria, con un intervento strutturato nelle seguenti fasi: 1. Stabilizzazione • Analisi delle esigenze finanziarie immediate • Elaborazione di budget di cassa d’emergenza • Identificazione di soluzioni finanziarie alle necessità urgenti di cassa 2. Analisi • dell’andamento economico-finanziario storico • dell’indebitamento e delle relazioni con i creditori • del business plan
3. Elaborazione • Individuazione delle opzioni disponibili • Elaborazione di un progetto di ristrutturazione • Presentazione della proposta di ristrutturazione ai creditori 4. Negoziazione e implementazione • Assistenza nel negoziato con le parti della proposta di ristrutturazione • Assistenza nella formalizzazione degli accordi di ristrutturazione • Assistenza nella implementazione degli accordi Inoltre Sida è attiva nel promuovere la strategia di rinegoziazione e ristrutturazione del debito finanziario per uscire dalla crisi aziendale tramite l’art. 67 della Legge Fallimentare. L’impresa in crisi economica e finanziaria ha a disposizione uno strumento ancora poco utilizzato a livello di Pmi ma di notevole portata per congelare la situazione finanziaria e dare avvio ad un piano di ristrutturazione e rilancio: si tratta, appunto, di attuare la procedura normata dall’art. 67, comma 3, lettera d), della Legge Fallimentare. Non è una procedura fallimentare: é invece un accordo stragiudiziale tra l’impresa e i suoi maggiori creditori (cioè di solito le banche). L’accordo prevede che le banche sospendano qualsiasi azione legale nei confronti dell’azienda in crisi finanziaria per un periodo di tempo concordato (in pratica: non fanno fallire l’azienda per 18 mesi) ed inoltre le vengono incontro accordando tassi di interesse più bassi ed allungando la struttura finanziaria del debito, ad esempio trasformando parte dell’esposizione debitoria dell’impresa da breve a medio termine.
Alessandro Stecconi Sida Corporate Finance www.sidacorporatefinance.com a.stecconi@sidasrl.it - Tel. 071.28521
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CONSULENZA
ITAS energy
ENERGIA PULITA: UNA RISORSA DA PROTEGGERE. ITAS, SOLUZIONI ALL’AVANGUARDIA.
DAL 1821 CERTEZZE E SERENITÀ. 62
ITAS ENERGY è una polizza assicurativa specifica che offre un’ampia tutela ad aziende e privati che utilizzano impianti fotovoltaici per la produzione di energia pulita.
ITAS ENERGY prevede l’indennizzo dei danni diretti e materiali causati da qualsiasi evento improvviso e accidentale, compresi quelli provocati da guasti alle macchine, fenomeno elettrico e furto. ITAS ENERGY offre un’ulteriore garanzia contro danni indiretti proteggendo l’assicurato dalle perdite di profitto derivanti dalla mancata produzione di energia di impianti danneggiati da sinistri. ITAS ENERGY offre una tutela ampia e completa che assolve l’assicurato dagli obblighi della responsabilità civile, proteggendo dalle conseguenze di danni involontariamente causati a terzi e connessi alla proprietà degli impianti. L’importo del premio da versare varia in relazione alla potenza dell’impianto e alla tipologia di copertura richiesta. ITAS ENERGY, la soluzione specifica per proteggere gli impianti di energia pulita.
Responsabile di zona:
CALISTRI BARBARA Gruppo Itas Assicurazioni
Cell. 331.5275666 Fax 0721.455152 Email: barbara.calistri@gruppoitas.it
63 P ri ma d e l l a s o tto scri zi one l eggere attentamente l e condi zi oni di polizza
BORSA
Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate* Biesse Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
ELICA Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
- 31,83% - 18,31%
Mesi di luglio e agosto contrastati, per via delle tensioni sui mercati internazionali; il titolo BIESSE ha risentito della congiuntura e registra un calo di quasi il 20% sulla rilevazione precedente. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione negativa del -3,03% sulla giornata di borsa del 02/08. Lo strumento ha fatto peggio del mercato. I volumi sono risultati pari a 118.293 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve incerto.
Fase di lieve empasse per il titolo ELICA, che ha archiviato un calo del -7% sulle rilevazioni di luglio, posizionandosi con un prezzo per azione di poco superiore all’unità; Purtroppo anche in termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione negativa del -4,30% sulla giornata di borsa del 02/08. il titolo ha sotto performato il mercato. Tuttavia i volumi sono risultati pari a 59.528 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve incerto.
Poltrona FRAU
Indesit Ord. Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:
- 33,17% - 7,06%
Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
- 42,64% - 20,83%
INDESIT COMPANY continua nella discesa, che in maniera altalenante ha caratterizzato il cursus di questi mesi. Il prezzo del titolo mensile ha fatto registrare un -20% sulla rilevazione di metà luglio. Tuttavia in termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione positiva del 2,93% sulla giornata di borsa del 02/08. Il titolo ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 739.634 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve incerto.
+ 44,68% - 1,03 %
POLTRONA FRAU rimane sostanzialmente stabile, facendo registrare un modesto calo del -1% sulla rilevazione precedente; nonostante ciò emergono segnali interessanti sul futuro andamento del corso, provenienti dalla performance positiva sull’indice Mibtel, con una variazione positiva del 2,60% sulla giornata di borsa del 02/08. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 97.115 pezzi scambiati, valore superiore alla seduta precedente, segno comunque di attività crescente intorno allo strumento. Il Trend di breve ancora incerto.
TOD’S + 50,65% - 1,36%
Le rilevazioni di inizio agosto del titolo TOD’S fanno registrare un lieve calo ( -1% ), dovuto perlopiù agli accadimenti internazionali in atto. Il titolo è sano e spunta un +50% su base annua e certamente tra i titoli osservati è quello più interessante in termini di potenzialità e performance. In termini di performance relativa rispetto all’indice Mibtel, si registra una variazione negativa del -0,87% sulla giornata di borsa del 02/08. L’azione ha fatto peggio del mercato. Tuttavia i volumi sono risultati pari a 243.271 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve in crescita. 64
Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521
*Rilevazioni aggiornate al 3 Agosto
Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:
ACQUISIZIONICESSIONI
ACQUISIZIONI / CESSIONI
di aziende e attività commerciali by SIDA Corporate Finance
ITALIA Importante gruppo industriale, operante nel settore della componentistica per elettrodomestici ed automotives, è interessato ad acquisizioni di aziende operanti sul territorio nazionale in settori equivalenti od analoghi (Cod. 018)
MARCHE Cedesi quota maggioritaria di importante azienda vitivinicola marchigiana, con BRAND di rilievo internazionale. OTTIME PROSPETTIVE DI RENDIMENTO (Cod. 011)
CENTRO ITALIA Cercasi partners industriali e/o finanziari per azienda operante nel settore della produzione di distillati per liquori (cod. 024)
MARCHE – ANCONA Realtà storica del settore tipolitografico, ricerca acquirente o partner. Clientela consolidata (Cod. 016)
RIVIERA DEL CONERO Cedesi, compreso l’immobile, attività alberghiera di pregio sul mare, con annesso stabilimento balneare. Clientela turistica e business (Cod. 010)
MARCHE – ANCONA Cedesi stabilimento industriale di mq 14.000, in ottima posizione strategica e di visibilità (Cod. 020)
MARCHE Prov. AN – Cercasi partners finanziari e/o industriali per affermata azienda operante nel settore delle coperture architettoniche per esterni. Design e tecnologia ai massimi livelli di mercato. Area d’affari internazionale (Cod. 019) UMBRIA Vendesi due avviati Wine Bar rispettivamente nel centro storico di Perugia e nelle immediate vicinanze presso un Centro Commerciale, in alternativa cedesi in gestione anche separatamente Cod (027)
MARCHE Affittasi palazzina uffici mq 500+500 in ottime condizioni strutturali, ottima visibilità e posizione fronte strada, sita in località Camerano (AN), vicinanze autostrda (Cod. 015)
MOLISE Prov. CB – Termoli - Cedesi azienda operante nel settore della carpenteria metallica, dotata di robot industriali e di un ottimo livello di automazione. Fatturato consolidato (cod. 022)
PUGLIA Prov. FG – Cedesi o Affittasi stabilimento di mq 20.000 con autorizzazioni per impianti fotovoltaici da destinare ad attività logistica. Annessa palazzina uffici di mq 1.000 ca. Vicinanze autostrade e polo industriale di Melfi (Cod. 017)
MOLISE Cedesi o Affittasi stabilimento industriale in ottime condizioni di mq 9.000, predisposto all’installazione di impianti fotovoltaici, attualmente affittato. Prov. CB (Cod. 014)
PUGLIA Prov. FG – Azienda di produzione di divani di fascia medio–alta, dotata di moderne attrezzature ed impiantistica industriale, fatturato consolidato, ricerca partners (Cod. 021)
SANTO DOMINGO Importante società immobiliare italiana valuta proposte di partnership per investimento immobiliare a finalità turistica a Santo Domingo, località Bavarò. OTTIMO INVESTIMENTO (Cod. 013) CERCASI MANAGER/INVESTITORI (Business Angels) per aziende operanti nei seguenti settori industriali: - Stampaggio materie plastiche - Legno - arredo (produzione mobili d’ufficio, cucine, componenti per l’arredamento, porte) - Litografia e stampa - Componenti elettronici (Cod 025)
ROMANIA Cedesi importante realtà dell’industrial packaging a capitale italiano, economicamente e finanziariamente interessante, con mercato europeo di elevati standard qualitativi (Cod. 012) Aziende di rilievo nazionale operanti nei settori meccanica, alimentare, arredamento, prodotti per l’edilizia, stampaggio materie plastiche, oggettistica d’arredo, abbigliamento, ricercano partner industriali per realizzare progetti sinergici finalizzati alla creazione di reti d’impresa (cod. 026)
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IMPRESE
Formula franchising: la forza del gruppo sviluppa la tua imprenditorialità La legge che agevola l'autoimpiego rappresenta un valido strumento di sostegno alla realizzazione e all'avvio di piccole attività imprenditoriali. Perché diventare imprenditori è così difficile?
L
e statistiche registrano il mancato successo di tante imprese al primo anno e, tra le cause, vi è la mancanza di esperienza, la capacità di gestire le risorse umane, la formazione sul prodotto o servizio ed anche la capacità finanziaria per sostenere il business. Per chi avvia una nuova impresa, la metodologia del franchising può rappresentare una interessante opportunità da prendere in considerazione con attenzione. Il franchising (o affiliazione commerciale) è una forma di collaborazione continuativa per la distribuzione di beni o servizi tra un imprenditore (affiliante o franchisor) e uno o più imprenditori (affiliati o franchisee), giuridicamente ed economicamente indipendenti l’uno dall'altro, che stipulano un apposito contratto attraverso il quale: l'affiliante concede all'affiliato l'utilizzazione della propria formula commerciale, com-
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prensiva del diritto di sfruttare il suo know-how (l'insieme delle tecniche e delle conoscenze necessarie) ed i propri segni distintivi, unitamente ad altre prestazioni e forme di assistenza atte a consentire all'affiliato la gestione della propria attività con la medesima immagine dell'impresa affiliante; l'affiliato si impegna a far proprie politica commerciale ed immagine dell'affiliante, nell'interesse reciproco delle parti medesime e del consumatore finale, nonché il rispetto delle condizioni contrattuali liberamente pattuite. Perché il franchising conviene Il contratto di affiliazione in franchising risolve problemi e dà benefici in termini di profitto: permette alle aziende di sviluppare quote di mercato risparmiando capitali, riduce i costi di intermediazione commerciale, permette di vendere di più e più rapidamente rispetto alla concorrenza,
aumenta la percentuale di ricarico sui prodotti venduti, riduce i costi di gestione dell'azienda affiliata e riduce i rischi di impresa. All’affiliato conviene perchè egli può fruire dell'avviamento commerciale e della notorietà dell'impresa affiliante, utilizzandone i segni distintivi, nella sua proposta al cliente; può beneficiare della pubblicità dell'azienda affiliante a livello locale e nazionale, anche per il lancio del punto vendita, riducendo notevolmente questo capitolo di spesa; può rinnovare o allestire ex novo il punto vendita garantendosi, grazie al prestigio dell'affiliante, a livello di immagine e impatto sul cliente; può beneficiare delle iniziative di formazione del personale, di aggiornamento ed assistenza; può usufruire della struttura commerciale dell'affiliante che provvede a svolgere le funzioni di acquisto e/o di ricerca fornitori, unitamente alle trattative commerciali,
per conto dell'affiliato; può potenziare la propria clientela a seguito dell'indotto generato dagli altri punti vendita affiliati al franchisor. La legge che agevola l'autoimpiego (decreto legislativo n. 185 del 2000, Titolo II) costituisce il principale strumento di sostegno alla realizzazione e all'avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di non occupati o persone in cerca di prima occupazione. Il sostegno finanziario consiste nell’erogazione, a favore di iniziative gestite in affiliazione con franchisor convenzionati, di un finanziamento per la realizzazione degli investimenti e per contribuire alle spese di gestione, concesso sotto forma di fondo perduto e mutuo agevolato.
Aldo Bruno Area Corporate Finance Gruppo Sida a.bruno@sidasrl.it tel. 071.28521
Diamo spazio alle emozioni
CIELLE SOLUTIONS: una nuova dimensione dello spazio
C
IELLE SOLUTIONS è un team di esperti fondato nel 1991; progetta e realizza soluzioni d’arredo per la casa, l’ufficio, strutture ricettive e centri direzionali. Il nostro intervento spazia dal progetto iniziale al rilevamento in cantiere, alla valutazione delle offerte, all’ assistenza per l’esatta posa in opera dei vari materiali, ma soprattutto, pone al centro del proprio lavoro l’emozione attraverso concept abitativi forti e capaci di creare valore aggiunto per i clienti. CIELLE SOLUTIONS completa il proprio team con artigiani professionisti selezionati con attenzione che garantiscono esperienza, affidabilità e puntualità. Da sempre, offriamo servizio e rigoroso rispetto della tempistica prevista che fanno di CIELLE SOLUTIONS il partner ideale per chi cerca per le proprie esigenze di arredo un servizio chiavi in mano e garanzia nella gestione dei cantieri.
La passione per il design, per la cultura del progetto ha suggerito la realizzazione di uno spazio espositivo che non fosse solo fisico , ma luogo di incontro e di diffusione di idee, il tutto ben rappresentato nel tour virtuale all’interno del ns sito. Il nostro show room è uno spazio dedicato al design e all’interpretazione di un uff cio realizzato con criteri tecnici e innovativi con uno sguardo alle nuove proposte emozionali come il verde verticale e l’architettura olfattiva. Il ns team offre inoltre servizi specifici per i progettisti, architetti, per creare soluzioni ad hoc; tutto questo in linea con la tendenza a mostrare il meglio di noi e soprattutto a fare ciò che più ci piace: arredare i luoghi del lavoro e non solo.
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L AVORO
Agricoltura, servono più formazione ed informazione Nei giorni scorsi presso la sede nazionale di Acli Terra a Roma è stato presentato il Codice del Lavoro in Agricoltura, edito da Ipsoa, curato da Giulio D’Imperio, docente a contratto di Diritto del Lavoro comunitario ed internazionale presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma e consulente del lavoro
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l testo presentato a Roma, frutto di una felice intuizione dell’autore, ha suscitato notevole interesse tra gli addetti ai lavori in quanto è ritenuto il primo codice del lavoro settoriale pubblicato in Italia. Da dove nasce l’idea di redigere un testo simile? “Dopo aver redatto numerosi testi sul rapporto di lavoro ho pensato che fosse giunto il momento di curare una raccolta di norme, prassi, accordi interconfederali e contratti collettivi riferiti ad un settore particolare come quello agricolo di cui mi occupo da sempre”. Quali sono stati i riscontri avuti dopo la pubblicazione? “Senza ombra di dubbio positivi, perché dopo la pubblicazione del testo sono stato contattato da due differenti organizzazioni datoriali agricole interessate alla presentazione del testo. La prima è stata proprio Acli Terra”. Perché ha redatto un codice e non un manuale operativo, come solitamente avviene per testi tecnici? “Semplicemente perché ritengo che la gente sia stanca dei soliti testi operativi e che in questo momento occorra anche suscitare l’in-
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teresse del Lettore con opere originali e non scontate”. Un pregio di quest’opera? “Il pregio è averlo redatto conglobando norme, prassi e quant’altro per argomenti in modo che gli operatori del settore possano trovare subito quello che serve per singolo argomento”. E un difetto? “Il difetto che riscontro in questo testo è non aver previsto un CD Rom, dove riportare i provvedimenti legislativi, le circolari i contratti e quant’altro, oltre alla possibilità di aggiornarlo on line”. Secondo lei il comparto agricolo necessita di riforme in modo da prevedere una nuova edizione del testo? “Certamente il comparto agricolo, anche sotto l’aspetto normativo giuslavoristico, necessita di un forte cambiamento per tentare di rivitalizzarlo. Ultimamente sono state presentate due proposte. La prima - più organica - prevedeva uno schema di decreto legislativo di riordino delle normative sull’attività agricola al quale era abbinato un decreto del Presidente della Repubblica che dava attuazione a tale
decreto. La seconda, invece, era una proposta più snella presentata da Confagricoltura”. Che fine hanno fatto? “Ebbene, la prima proposta è stata bocciata dalla Commissione del 24 febbraio 2010 del Consiglio di Stato, mentre la seconda, da quello che so non ha avuto alcun seguito”. E lei ha un’idea di riforma da proporre? “Sì, e con Acli terra ci siamo dati appuntamento per le prossime settimane, se non ci sono cambiamenti di sorta, viste anche le ultime vicissitudini che hanno colpito l’economia mondiale”. Infine vorremmo chiederle, al di là del libro, cosa serve alle aziende agricole? “Sicuramente formazione ed informazione, che può concretizzarsi in seminari e convegnistica riferita al settore agricolo fino ad ora quasi mai prodotta. Dico questo perché la maggior parte delle aziende agricole si stanno organizzando e strutturando, non trovando però quasi mai eventi che possano aiutarle a crescere”.
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CARRIERE E POLTRONE
Jacopo Angelini È lui il nuovo Presidente del WWF Marche
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l WWF Marche ha un nuovo presidente: Jacopo Angelini, che sarà affiancato dai neo consiglieri: Danilo Baldini, Giuseppe Dini, Andrea Fazi, Simone Gatto Il Nuovo Consiglio di sezione regionale in carica per i prossimi tre anni appena eletto dai soci WWF della Regione Marche. “La gestione che proseguirò” dichiara Jacopo Angelini “ve-
drà l’associazione impegnata soprattutto nel coinvolgimento dei nostri attivisti e soci attraverso azioni e iniziative che interessano sia i temi più urgenti della nostra regione sia le aree maggiormente a rischio. Manterrò la struttura capace di proseguire e potenziare nei rapporti con le istituzioni regionali, provinciali e locali. La rete composta da referenti
tematici, attivisti, personale di staff, responsabili delle nostre strutture territoriali locali, dei nostri Cea e Fattorie del Panda e le Guardie ecologiche volontarie sarà ancor più capillare e presente nel territorio”.
Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email redazione@mlmagazine.it
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Un RAGGIO di Sole è sufficiente per SPAZZARE VIA MOLTE ombre S. Francesco d'Assisi
CONGRESSO
EUCARISTICO L’anima è un albero fatto per amare e però non può vivere altro che d’amore. Se ella non ha amore divino di perfetta carità, non produce frutto di vita, ma di morte. Conviene che la radice di quest’albero, stia dentro il cerchio del vero conoscimento di sé che è unito a Me. S. Caterina da Siena
Dialoghi della Divina Provvidenza
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Dopo 81 anni il Congresso Eucaristico torna nelle Marche L’Italia è stata la prima nazione del mondo a celebrare un Congresso nazionale: il primo, infatti, si tenne a Napoli nel 1891. Seguirono i Congressi di Torino (1894), Milano (1895) e Orvieto (1896)
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n quest’occasione, il Papa Leone XIII con la lettera Monumenta pietatis aveva indetto un Giubileo straordinario, da svolgersi nel Duomo di Orvieto e nella Chiesa di Santa Caterina a Bolsena. Seguì il Congresso di Venezia del 1897, dopodiché si dovette attendere ben 23 anni: il VI Congresso si svolse infatti a Bergamo nel 1920, e poi Genova (1923) – al quale parteciparono 280 corrispondenti di giornali -, Palermo (1924), Bologna (1927), Loreto (1930) – in occasione del quale il Pontefice elargì l’indulgenza plenaria per la recita dell’Ufficio divino davanti al SS. Sacramento -, Teramo (1935) e Tripoli (1937). Un’altra “pausa” di 14 anni, e si giunse all’appuntamento di Assisi del 1951 (come legato pontificio, con la lettera In urbe Assisiensi del 2 agosto 1951, fu nominato il Cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano). Tre anni più tardi si aprì il XIV Congresso a Torino, che si ricorderà per l’arrivo di 1.500 operai provenienti da Roma a bordo di 30 pulmann, scortanti il SS. Sacramento esposto in un’auto adibita a cappella. Seguirono i Congressi di Lecce (1956), Catania (1959), Pisa (1965) - a conclusione delle celebrazioni del VII Centenario della bolla Transiturus, con cui Urbano IV estendeva a tutta la Chiesa la festa del Corpus Domini (11 agosto 1264) – Udine (1972), primo Congresso dopo il Concilio Vaticano II, e Pescara (1977), concluso con la presenza del Papa. Venendo ai tempi più recenti, si ricordano il Congresso di Milano del 1983 – che vide la presenza di Giovanni Paolo II per due giorni e mezzo, con incontri anche con il mondo imprenditoriale e del lavoro. Dopo cinque anni fu la volta di Reggio Calabria (1988), e poi Siena (1994) - città di uno dei 18 miracoli eucaristici verificatisi in Italia (nel mondo sono circa 123) –, Bologna (1997), nel corso del quale si ricorda l’incontro che il Santo Padre ebbe con oltre 300.000 persone, in gran parte giovani.
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Mons. Menichelli:
“Mi piace pensare che la gente, le autorità, le istituzioni, si rendano conto che questo è un avvenimento storico, per il quale conta l’esserci e il partecipare. È bello poter dire, domani, Io c’ero…” 76
Monsignor
Edoardo Menichelli “É bello poter dire, domani: ‘io c’ero!” Alla vigilia dell’atteso XXV Congresso Eucaristico abbiamo incontrato L’Arcivescovo di Ancona-Osimo. Attesa, partecipazione e speranza: così la città si prepara a vivere un evento di grande fede e comunione Di A. Dachan
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ua Eccellenza, ben venuto sulle pagine di ML… “Grazie, ben venuti a voi”.
A settembre Ancona ospita la XXV edizione del Congresso Eucaristico: qual è il clima della vigilia? “Siamo ormai nei momenti che precedono l’evento. Tutto è pronto ed è forte il desiderio che tutto vada bene, che la città sia ospitale e manifesti il volto più bello della sua identità storica antica e presente; alla vigilia quello che si registra è un forte sentimento di attesa”. A cosa si deve la scelta del Capoluogo marchigiano? “Non c’è una ragione particolare. I Congressi Eucaristici nazionali, nella loro storia più che centenaria (il primo si svolse nel 1891), si sono realizzati in una sorta di pendolarismo geografico rispetto all’Italia, vale a dire ora nel Nord, ora nel Sud, ora nel Centro. Essendo stati gli ultimi due celebrati a Bologna e Bari, era ovvio che si scegliesse una città del centro. A questo riguardo, nella consapevolezza che la Diocesi di Ancona-Osimo non ha caratteristiche di ampiezza come altre, ho desiderato che il Congresso prendesse la fisionomia territoriale, interessando anche le Diocesi della provincia di Ancona, Senigallia, Jesi, Fabriano-Matelica, Loreto. Questa territorialità svela la caratteristica della “popolarità” di un Congresso Eucaristico nazionale, essendo quest’ultimo un convenire di popoli attorno al mistero dell’eucaristia”. Con quale messaggio si aprirà l’evento? “Più che un messaggio il Congresso custodisce qualche speranza che posso riassumere in una duplice forma: una interna alla vita della Chiesa (rinnovare la fede nel mistero eucaristico) e una sociale, nella consapevolezza che il sacramento dell’eu-
caristica ha contenuti che sollecitano la solidarietà, la fraternità, la condivisione”. Quali sono i momenti più importanti di questo evento? Come si realizzerà il progetto delle “tre C”? “Ho riassunto con questa simbologia delle “3 C” l’intero programma del congresso: la prima “C” sta per Celebrazioni, che ognuno può ben conoscere guardando il sito web (www.congressoeucaristico.it). La seconda “C” sta per Carità, dal momento che si porrà in essere un segno in favore dei poveri. La terza “C” sta per cultura; attorno al Congresso, infatti, ci saranno mostre, convegni e animazioni artistiche”. Di grande valore simbolico è anche la scelta di celebrare la Messa nell’Area Portuale di Ancona… “La scelta dell’area della Fincantieri è stata pensata perché quest’ultima, collocata nel Porto, è un po’ il simbolo più riassuntivo della storia di Ancona: infatti, nel porto si sono realizzate varie opere e si è aperta una prospettiva di economia di mare. L’area, collocata sotto il Colle Guasco, dove sorge il Duomo di S. Ciriaco, rappresenta anche una modalità di forte rapporto tra il mondo del lavoro e della Chiesa. Purtroppo, al presente, si verifica una dolorosa situazione per la quale spero vivamente che si aprano strade di soluzione, che ridiano una nuova speranza a tante persone che lì prestavano la propria professionalità. Sono certo che anche la presenza del Santo Padre sarà di grande stimolo”. Speriamo davvero. Ci dica, Eccellenza, qual è il rapporto tra il mondo del lavoro e dell’impresa nelle Marche e la religione? “La fede cristiana è un po’ quella realtà che nel tempo ha caratterizzato la storia del nostro Paese e di questa nostra città:
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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO non c’è angolo di Ancona-Osimo, Senigallia, Jesi, Fabriano-Matelica, Loreto e Matelica che non custodisca un’opera che porta i segni del cristianesimo. La fede, checché se ne dica, è sempre un invito all’unità, è un collante per il popolo ed è ovvio che il Congresso Eucaristico si fa occasione per ripresentare a tutti la storia passata e quella meravigliosa cultura che rende l’Italia tutta un museo diffuso. A riguardo custodisco una speranza: che tutti siano capaci di riscoprire la meraviglia e lo stupore, oggi piuttosto banalizzati da un meccanicismo superficiale e da un correre che limita il pensare e che riduce gli spazi della bellezza”. Personalmente, come uomo e come cittadino, che emozioni Le suscita la visita del Pontefice nella Sua città? “La visita del Santo Padre rappresenta un grande dono e va vissuta come eccezionalità. Il Papa è il punto di riferimento della fede cattolica, è elemento di comunione, è il Maestro che rieduca ai valori cristiani e richiama a valori umani: come non gioire della Sua presenza e come non unirsi alle tante persone che parteciperanno alla celebrazione che il Pontefice presiederà”. Con quale messaggio Le piacerebbe che si chiudesse questo evento? “Mi piace pensare che la gente, le autorità, le istituzioni, si rendano conto che questo è un avvenimento, per il quale conta l’esserci e il partecipare. È bello poter dire, domani, ‘Io c’ero’…”.
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Cosa significa
Congresso Eucaristico
È un convenire di popolo attorno al mistero dell’Eucaristia. L’Eucaristia è il sacramento della presenza viva, reale, seppur misteriosa, di Cristo Signore. Nel Vangelo di Giovanni Gesù annuncia che egli è il cibo per la vita dell’uomo e seme di eternità. Questa promessa egli la realizza prima della sua morte e nella sua passione, in quella che chiamiamo la cena pasquale. Possiamo anche dire che l’Eucaristia è il sacramento che rende contemporaneo Cristo a ogni essere umano.
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La vocazione all’impresa Volontà, focalizzazione, speranza. Se doveste chiedervi se queste sono peculiarità distintive di un uomo di fede, un missionario, oppure di un imprenditore, forse vi trovereste a fare una scelta multipla
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ffettivamente il ruolo dell’imprenditore nella società è forse stato in parte sottovalutato nel tempo e nel corso dello sviluppo della nostra civiltà: chi intraprende un’impresa è un soggetto che va ad interagire con la fitta ragnatela dei rapporti economici e sociali di un territorio, generando istantaneamente una reazione a catena fatta di stimoli e di risposte da parte di una lunga serie di interlocutori (privati cittadini, altre imprese, professionisti, istituzioni, ecc.). Tutto ciò che noi abbiamo (e in parte ciò che siamo) lo dobbiamo a coloro che decidono, per vocazione, per tradizione, per voglia di realizzazione o per sete di ricchezza (o qualsiasi combinazione di questi fattori), di assumersi la responsabilità di generare e portare avanti un’azienda. Dunque, alla luce di queste considerazioni, l’icona dell’imprenditore che la nostra cultura del quotidiano ha sdoganato è corretta? Risposta difficile e pericolosa, visto che immancabilmente si andrebbe a finire in un ginepraio di esternazioni di stampo politico, un campo, questo, in cui mi muovo a disagio e a fatica. Preferisco invece prendere lo spunto per fare delle riflessioni sull’importanza che deve ancora essere tributata alla cultura dell’intraprendere. L’Italia è un Paese il cui sistema formativo istituzionale prepara i giovani a svolgere ruoli subordinati. Non esiste, a ben guardare, una qualche forma di insegnamento diffuso che punti ad affinare efficacemente le doti di lungimiranza, coraggio, senso
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del rischio e della prospettiva, creatività, reattività, opportunismo, leadership, empatia, o quant’altro possa essere utile a creare e sviluppare autonomamente un qualsivoglia progetto. Piuttosto, usciamo dalle nostre scuole con una spiccata abilità nell’eseguire procedure, nell’attenerci a precetti, nel delegare la responsabilità a qualcun altro, chiunque esso sia. Questa dottrina porta anche a distaccarsi dai problemi, reputandone artefice sempre e comunque un terzo soggetto, e conseguentemente a distaccarsi dal senso dello Stato in quanto comunità di persone, di idee, di intenti e di sinergie. Facile, per esempio, addossare colpe all’ennesima classe politica (scusate, ma se tutti ce ne lamentiamo, chi l’ha eletta?), mentre è probabile che sia più complicato chiedersi se oggi abbiamo fatto qualcosa per migliorare il nostro territorio, o se ci siamo limitati a sfruttarne le opportunità e le risorse più superficiali e facilmente disponibili, impoverendolo inesorabilmente. Quindi, la mia riflessione si estende a tutti, senza fare eccezioni e senza difese d’ufficio a favore di alcuna categoria. Essere imprenditore vuol dire assumersi il ruolo, la responsabilità o, in certi termini, la presunzione di poter generare così come distruggere tessuto economico. E dove il tessuto economico cresce e si consolida, si sviluppa la cultura, il benessere, la prosperità di un intero Paese e perfino di comunità più grandi, anche se con contributi apparentemente infinitesimali. Quindi non si tratta di soli fini egoistici di arricchimento del conto in banca e del proprio ego. Essere imprenditori vuol dire
rischiare, accumulare e gestire un patrimonio, vuol dire dare lavoro, direttamente o indirettamente, ad altri operatori, vuol dire generare aspettative e permettere progettualità, vuol dire essere corresponsabili dell’andamento di un’intera economia. L’Italia sta vivendo un momento di transizione fatto di rischi, pericoli, prospettive. Occorre ripensare i nostri schemi di ragionamento, vincere le nostre paure, scrollarci di dosso questo odioso catastrofismo fatalista e comprendere che, nel bene e nel male, la responsabilità della nostra vittoria o della nostra sconfitta sarà nostra e solo nostra. Di tutti noi. Vorrei concludere citando Abraham Lincoln, in particolar modo una sua frase che ho trovato illuminante, a patto che la si legga lucidamente, senza filtri ideologici: “Non si può arrivare alla prosperità scoraggiando l’impresa, non si può rafforzare il debole indebolendo il forte, non si può aiutare chi è piccolo abbattendo chi è grande, non si può aiutare il povero distruggendo il ricco, non si possono aumentare le paghe rovinando i datori di lavoro, non si può progredire serenamente spendendo più del guadagnato, non si può promuovere la fratellanza umana predicando l’odio di classe, non si può instaurare la sicurezza sociale adoperando denaro imprestato, non si può formare carattere e coraggio togliendo iniziativa ed indipendenza, non si può aiutare continuamente la gente facendo in sua vece quello che potrebbe e dovrebbe fare da sola”. Michele Barchiesi CSI - Centro per lo Sviluppo Industriale
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“Si può fare impresa mettendo al centro la persona” Intervista a Paolo Capogrossi, fondatore dell’agenzia di Ancona della compagnia assicurativa Cattolica - che ora gestisce con il fratello Massimo e il figlio Daniele nonché Presidente della sezione marchigiana dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) di I. Barone
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residente, quali furono i principi ispiratori dell’UCID? “L’Associazione nacque a Milano, per poi espandersi in altre zone della Lombardia e in Veneto e poi in tutta Italia. La principale finalità era quella di promuovere i valori cristiani, mettendo al centro di tutto la persona umana. La nostra attività fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa. È una sfida educativa: formare la persona, il capitale umano. Si tratta, in fondo, di applicare il principio di sussidiarietà”.
Massimo Capogrossi, la gioia di fare qualcosa per gli altri
Un esempio che sia espressione del principio di sussidiarietà? “L’imprenditore che costruisce un asilo per i dipendenti della propria azienda, oppure che dona al proprio Comune un edificio …. Sono iniziative realizzate qui nelle Marche! Alla base di un comportamento di questo tipo c’è una visione della vita e del ruolo dell’individuo nella società che si rifà apertamente alla dottrina sociale della Chiesa: se io sono bravo come imprenditore, una parte di ciò che guadagno la destino al bene comune, in ambito locale oppure nazionale o internazionale”. Lei avverte sensibilità ai temi religiosi da parte degli imprenditori? “Stando ai numeri, direi di si: oggi l’UCID conta circa seimila iscritti, con una continua crescita, oggi più di ieri”. Nei confronti degli imprenditori rimane una diffidenza generalizzata, non crede? “Noi chiediamo l’abbandono di qualsiasi tipo di pregiudizio nei confronti della figura dell’imprenditore, purchè quest’ultimo abbia uno spiccato senso del dovere e si comporti di conseguenza”. Come vede Ancona? “Ancona è una città che sta soffrendo una crisi economica profonda. Purtroppo la realtà è questa: noi assicuratori abbiamo un po’ il polso della situazione”.
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“La vera questione non è l’etica, ma l’antropologia”
Per Massimo Valentini, Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud, “non c’è bisogno di un correttivo che dall’esterno imponga delle regole, ma di una esperienza umana vera in cui l’aspetto più caratterizzante è il desiderio che nell’intrapresa trova la sua naturale espressione” 84
di A. Monticelli
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residente, qual è oggi il ruolo della Compagnia delle Opere? “La Compagnia delle Opere parte nella sua azione da un’esperienza dell’umano che riconosce nella singola persona un valore unico ed irripetibile. Il desiderio dell’uomo crea l’opera che diventa segno espressivo di questa unicità e bene sociale per tutti. In questa responsabilità della costruzione si esprime la dignità dell’umano e la CdO è un luogo in cui il desiderio del singolo viene sostenuto, non riducendolo o parzializzandolo, passando attraverso la contingenza dei bisogni specifici dell’impresa e aiutando pertanto la crescita di una responsabilità personale. Tale sostegno si realizza mettendo in comune, attraverso la dinamica della rete, le eccellenze di ciascuno, sia nella cultura d’impresa che negli aspetti tecnici e gestionali. Per il contesto in cui operiamo, questo approccio trova riscontro in quanto va da una parte a valorizzare un aspetto della tradizione, che in passato ha reso possibile lo sviluppo dei distretti produttivi della regione e che oggi ha bisogno di essere riproposto come esperienza presente e non facente parte di un passato, dall’altra va ad incidere su un elemento strategico che permette di sostenere oggi la competizione globale”. E i servizi realizzati per le aziende? “Sul tema dei servizi per noi è determinante una visione sussidiaria in quanto anche a livello associativo potrebbe esprimersi una concezione statalistica che anche in questo campo si è rilevata fallimentare. Nella CdO non esiste l’impostazione della creazione e gestione di un centro servizi interno che risponde a tutti i bisogni degli
associati. Al contrario, la nostra impostazione è centrata sul riconoscimento che la prima risorsa è il socio stesso e quindi la prima responsabilità è quella di far crescere una rete in cui questa ricchezza possa essere fruita da tutti. Nella rete si valorizzano delle eccellenze che hanno dimostrato sul campo del mercato di poter dare una risposta adeguata alle necessità delle imprese. Anche tutta l’esperienza di assistenza finanziaria alle imprese, sia sotto il profilo dell’accesso al credito che della consulenza finanziaria, ha portato 15 anni fa alla creazione del gruppo Cosvim da parte di alcuni imprenditori che ogni giorno si sottopongono al giudizio del mercato, divenendo per questo punto di riferimento delle imprese e quindi anche della Compagnia delle Opere. Naturalmente fa parte integrante e sostanziale della qualità del servizio una impostazione culturale che non tende a sostituirsi all’imprenditore, bensì a dargli tutti gli strumenti perché possa essere sempre più protagonista della sua responsabilità”. Ci vuole parlare di qualche progetto per le Marche? “I progetti più importanti della CdO nel nostro territorio riguardano in particolare tre aspetti: lo sviluppo delle reti, lo sviluppo di una nuova cultura di impresa, lo sviluppo di strumenti di supporto alla finanza aziendale”. Partiamo dallo sviluppo delle reti. “Oggi è un tema decisivo per le nostre imprese e su questo verte gran parte del lavoro associativo, i cui strumenti principali sono il Matching, il Matching estero, l’Expandere with matching e le Commissioni di filiera. Il Matching si svolge ogni anno alla Fiera
di Milano alla fine di novembre e vede la partecipazione di 2.500 imprese. Il Matching estero si tiene ogni anno in un Paese particolarmente strategico per lo sviluppo delle nostre imprese (nel 2011 si è tenuto in Russia), l’Expandere with matching, anch’esso a cadenza annuale, si svolge ai primi di aprile all’Abbazia di Fiastra e vede la partecipazione di imprese marchigiane e di altre regioni, mentre le Commissioni di filiera durante l’anno svolgono un lavoro di scambio di opportunità e conoscenze tra aziende dello stesso settore”. Per quanto riguarda lo sviluppo della cultura di impresa? “A questo proposito lo strumento principale è la Scuola d’Impresa, che propone percorsi formativi durante l’anno, a cui associamo work shop informativi e formativi di aggiornamento”.
di una naturale malvagità o ingiustizia che esiste nel fare impresa. Non è questa la nostra impostazione in quanto l’esperienza da cui si origina la CdO mostra che nella natura dell’uomo, se vissuta integralmente, c’è la possibilità dell’unità di una posizione che tiene insieme tutto all’origine. Ciò di cui c’è bisogno pertanto non è di un correttivo che dall’esterno imponga delle regole, ma di una esperienza umana vera in cui l’aspetto più caratterizzante è il desiderio che nell’intrapresa trova la sua naturale espressione. La Compagnia delle Opere è un luogo, come dicevo all’inizio, in cui il desiderio dell’uomo viene sostenuto e la testimonianza reciproca segna un percorso umano tangibilmente verificabile nel modo di fare impresa. Potrei concludere dicendo che oggi la vera questione non è l’etica, ma l’antropologia”.
Infine, gli aspetti finanziari. “Si tratta di un settore che oggi sta incontrando difficoltà sempre maggiori. Il nostro soggetto professionale di riferimento è il Cosvim, che garantisce l’accesso al credito attraverso il confidi ed altri strumenti di sostegno agli start-up e al microcredito, nonché il miglioramento della gestione finanziaria attraverso l’introduzione di strumenti di controllo e pianificazione che permettono all’imprenditore di migliorare la sua capacità di gestione”. Etica e impresa: che rapporto c’è? “Per quanto riguarda il rapporto tra etica ed impresa la nostra origine ci aiuta ad uscire da un possibile equivoco che è frequentemente riscontrabile in dibattiti sul tema. Normalmente l’etica viene presentata come correttivo
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“Etica? Contano i fatti, non le chiacchiere” Intervista a Mario Formica, imprenditore e manager, e nuovo Presidente della Fiera delle Marche di G. Guidi
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residente Formica, secondo Lei etica e impresa rappresentano due mondi così distanti come molti sostengono? “Mi pare che oggi quello dell’etica sia un tema che va di moda …”. Come di moda? “E’ piuttosto ricorrente. Attorno al concetto di etica avverto un certo abuso. Si vede che dà visibilità. Per cui prima di risponderle dobbiamo chiarire cosa si debba intendere per etica”. Mi piacerebbe sentire la Sua definizione di etica, anche in riferimento ai ruoli istituzionali che ricopre (Confindustria di Rimini, Aeroporto Federico Fellini, Fiera delle Marche, ndr) e al Suo vissuto di imprenditore di successo (titolare di Alfad, ndr). “Ovviamente le rispondo sulla base della mia esperienza. Secondo me, quando un imprenditore si dedica con serietà alla sua azienda, alle persone che vi lavorano, magari preoccupandosi anche di talune loro vicende personali, che esulano dal suo ruolo di datore di lavoro – ad esempio aiutando i collaboratori a trovare casa –, significa che è corretto anche con i propri clienti e fornitori. Ecco, io penso che egli tenga un comportamento all’insegna dell’etica. In sostanza, contano i fatti, non le chiacchiere. L’etica va valutata sul campo, non sulla base dei proclami; se la pratichi, non hai bisogno di raccontarlo: te lo riconoscono gli altri. Per questo guardo sempre con molta ammirazione tutti coloro che si impegnano ogni giorno, in silenzio, ciascuno nel proprio ambito”. Però lei mi insegna che non sempre l’etica è contraccambiata: c’è il dipendente con il quale non riesce ad instaurare un buon rapporto, il cliente che tarda i pagamenti, il fornitore
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che a volte non è corretto … “Etica per me significa rispettare le persone e assumersi delle responsabilità. In quest’ambito è chiaro che talvolta devi adottare determinate scelte per il bene dell’azienda (e quindi anche di chi lavora con essa), seppur a malincuore. Non trovo incompatibili l’etica e la fermezza”. Quanto incide l’aspetto religioso in questo tema? “Per quanto mi riguarda è una componente importante, ma mi piace vivere il mio rapporto con Dio e la mia esperienza di credente e praticante in modo molto silenzioso e riservato”. Riesce a ritagliarsi qualche momento per la famiglia? “Sono legatissimo alla mia famiglia; il tempo purtroppo è sempre tiranno, ma cerco di impormi uno stile di vita che mi permetta di passare del tempo a casa, tra i miei affetti. I due piani, quello lavorativo e quello familiare, possono e devono essere coniugati. Poi ho la fortuna di trovare i familiari anche al lavoro …”. I figli? “Due su tre lavorano con me: il primo amministra una delle società del gruppo, mentre l’altro è direttore commerciale di un’altra realtà, che fa sempre capo alla famiglia”. E il terzo? “Ha appena passato l’esame di maturità; il giorno dopo l’avevo già messo in magazzino!”. Insomma, in Alfad si deve respirare una bella aria … “Per ora mi pare vi sia la giusta serenità. Vi lavorano oltre 150 persone, ma non ho mai avuto problemi particolari”.
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“La libera creatività imprenditoriale ha comunque bisogno di un fondamento etico, sia in termini individuali che nel senso di risultato di un processo collettivo”
“In molte imprese si avverte un nuovo approccio, condivisibile”
Per il Segretario regionale della Cisl, Stefano Mastrovincenzo, “serve un ascolto delle diversità, perché solo nella sintesi c’è la possibilità di rispettare la realtà” di P. Duranti
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o Statuto della Cisl mette al centro la persona, facendo leva su principi quali solidarietà e giustizia sociale. Che rapporto vi è con una concezione religiosa del lavoro? "Al rispetto delle esigenze della persona debbono ordinarsi società e Stato", recita tra l'altro lo Statuto della Cisl. La persona vista non come un individuo isolato: "la personalità umana si svolge naturalmente attraverso l'appartenenza ad una serie di comunità sociali"; "le condizioni dell’economia debbono permettere lo sviluppo della personalità umana attraverso la giusta soddisfazione dei suoi bisogni materiali, intellettuali e morali (…)". La Cisl, indipendente da influenze esterne e autonoma da governi e partiti, aconfessionale e aperta a lavoratori di ogni provenienza religiosa, etnica, politica e culturale, considera il lavoro come una delle espressioni massime della persona umana, e come tale sovraordinato al capitale. Certamente la dimensione religiosa del lavoro, vissuto come partecipazione ad un progetto trascendente, come elevazione non solo materiale ma anche morale e spirituale dell’uomo, come mezzo per creare solidarietà e giustizia sociale, trova un’eco, anche se non esclusiva, nella concezione della Cisl. Tra l’altro, la centralità della persona che si sviluppa in comunità, l’importanza data al lavoro dell'uomo nella visione Cisl, sono temi che traggono ricca ispirazione anche dalla dottrina sociale della Chiesa”. Come si può manifestare l’etica nei rapporti di lavoro? “Il lavoro è una componente importantissima della vita dell’uo-
mo, intimamente connesso all’espressione della sua dignità. La dimensione etica quindi è naturalmente associabile al lavoro, che è fonte di sostentamento, ma anche di relazionalità, di crescita umana e professionale, di identità, di appartenenza, di partecipazione alla vita sociale e alla costruzione del benessere comune. Basti pensare alla Costituzione italiana, che sul lavoro fonda la nostra Repubblica e che in vari ed intensi articoli indica le attenzioni che vanno riconosciute al lavoro, alle persone che lavorano, alla loro possibilità di associarsi per tutelarsi. Il rispetto per la persona e per la sua dignità è la chiave perché si instaurino dei rapporti di lavoro che, pur non ignorando i problemi, evolvano in senso partecipativo-cooperativo, superando forme di paternalismo e di contrapposizione a prescindere. Il rispetto per la persona e per la sua dignità è la chiave per evitare che momenti di grave difficoltà e di crisi in una realtà lavorativa possano causare traumi personali e sociali ancora più gravi; l’esigenza di rispetto per le persone e per la loro dignità è la chiave perché in questa fase, ad esempio, siano approntate misure urgenti per favorire e promuovere la creazione di nuove opportunità di accesso al lavoro”. Imprenditorialità ed etica: due mondi inconciliabili? “Al contrario, credo che la libera creatività imprenditoriale abbia comunque bisogno di un fondamento etico, sia in termini individuali che nel senso di risultato di un processo collettivo. Oggi, con i mercati di riferimento di molte imprese sempre più globali, spesso produrre profitto non equivale a produrre
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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO anche benessere diffuso. La maggiore mobilità del capitale porta troppo spesso gli azionisti di un’impresa a sentirsi meno responsabili ai propri obblighi sociali e verso i territori in cui l’impresa opera. Fortunatamente nella realtà delle imprese, per necessità quando non per convinzione, avanzano anche approcci diversi; possono prevalere la condivisione degli obiettivi, la partecipazione dei lavoratori, la reciprocità tra persone con ruoli diversi, la cooperazione che massimizza l’efficienza. È un’ impostazione che va condivisa e diffusa: la responsabilità sociale d’impresa non rappresenta un ostacolo agli obiettivi di profitto aziendale: anzi, sono convinto che possa contribuire ad un miglior benessere organizzativo e alla qualità del rapporto con il territorio”. In un momento molto difficile per il lavoro, anche nelle Marche, quanto è importante ispirarsi a certi valori, soprattutto da parte di chi come Voi ha un ruolo sociale importantissimo? “Questi riferimenti sono fondamentali; in primo luogo sul pia-
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no personale come sindacalisti, per mantenere viva la voglia di incontrare uomini e donne del lavoro, cercando di “tenere insieme” le loro aspirazioni e le loro intelligenze. La grande complessità odierna richiede pazienza, conoscenza, adattabilità, accoglienza. Serve un ascolto delle diversità, perché solo nella sintesi c’è la possibilità di rispettare, in qualche modo, la realtà. In secondo luogo credo che questa impostazione rappresenti l’unico approccio realmente costruttivo per le nostre comunità. I problemi dell’occupazione, delle crescenti vulnerabilità sociali, delle nuove prospettive del nostro sviluppo, dell’aggiornamento del nostro sistema di welfare potranno essere affrontati solo se ognuno, a partire da chi ha ruoli istituzionali e politiche, sociali ed imprenditoriali, assumerà in prima persona l’etica della responsabilità, capace di valorizzare le varie ispirazioni, aperta ad ogni intelligente compromesso, capace di valutare un’azione non solo per quello che è, ma anche per le sue conseguenze, per gli effetti che essa potrà produrre”.
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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO
Laici e cattolici: l’incontro Il Congresso Eucaristico ad Ancona. La città, le autorità civili e religiose, si sono organizzati al meglio, anche per la giornata conclusiva, che vede un Ospite d’eccezione: il Papa di F. Guidi
I Flavio Guidi
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l Pontefice viene per celebrare l’Eucarestia: la consacrazione della pratica religiosa dell’ultima cena di Gesù Cristo, ripetizione del rito del pane, del vino e del calice, il Sacramento istituito da Gesù prima della Passione, in cui si ripropone la comunione e la manifestazione rituale della sua unione con Dio. Il fermento in città è tangibile, nonostante le preoccupazioni per l’attuale situazione economica e sociale coinvolgano buona parte della cittadinanza. È come se, di fronte a questo evento epocale si sia deciso di accantonare momentaneamente i problemi per fare spazio alle celebrazioni, anche se spesso, per quanto riguarda le difficoltà sociali, in molti si trovano a percepire una sorta di distanza tra il mondo ecclesiastico e quello lavorativo. Certamente il primo ha a cuore il benessere del secondo ed è moralmente vicino alle famiglie, ma esiste un impegno e una diversità di ruoli non indifferente. Da un lato ci sono gli ecclesiasti (preti, suore, frati) e dall’altro gli operatori economici (imprenditori, professionisti, manager, lavoratori in genere). Senz’altro chi sviluppa imprese, chi crea reddito, chi crea lavoro, chi crea ricchezza, chi con coraggio combatte quotidianamente contro le difficoltà della gestione e della creazione di valore, della crescita del reddito e conseguentemente della ricchezza è impegnato in modo concreto, tangibile nel gene-
rare tranquillità e appagamento. È corretto affermare, quindi, che non solo la devozione, ma anche la crescita economica, culturale e del tempo disponibile finisce per arricchire lo spirito e conseguentemente per aumentare il benessere individuale e collettivo. Michael Novak - medaglia d’oro al Merito della cultura cattolica, titolare della cattedra di “Religione e Pubblic Policy” presso l’American Entreprise Institute di Washington” - sostiene che il vero messaggio evangelico consiste nel favorire il bene comune e che esso si realizza attraverso l’intraprendenza. E’ attraverso la pratica e con la diffusione di spirito di operosità e imprenditorialità che si può combattere la povertà, fonte di ignoranza, disagio economico, sociale, psicologico, fonte di rabbia, di aggressività, di scontro e di aberrazioni, di deviazioni, di emarginazione individuale e sociale. Una visione, quella di Novak, che conferma quanto questi due mondi (ecclesiastico e imprenditoriale) possano e debbano camminare parallelamente. Le conoscenze acquisite ad oggi ci dicono che per “benessere” dovrebbe intendersi liberazione dai condizionamenti primari (fame, sete, deficienze fisiche e psichiche), dalla paura e dall’insicurezza. La tranquillità economica porta alla tranquillità personale familiare e sociale. Il benessere crea serenità psicologica, riduce l’aggressività, predispone alla comprensione e
riduce i conflitti sociali, razziali, religiosi e ideologici, conduce alla tolleranza, al bene e all’amore. È auspicabile e doveroso, vista l’evidente gravità dell’attuale congiuntura, che ognuno, a modo suo, con i suoi mezzi e il potere in suo possesso, si impegni in modo più diretto per favorire la crescita sociale ed economica. Ridare libertà e dignità alle persone tutelando il loro posto di lavoro e il loro potere d’acquisto significa anche tutelarne la libertà, la dignità, la serenità personale e famigliare. All’allontanamento tra il mondo laico e quello cattolico si può rispondere con una maggiore sinergia, un nuovo dialogo, un confronto aperto tra tutti gli attori sociali, che veda coinvolti, ognuno nel suo ambito, i protagonisti della vita spirituale, economica, culturale e politica. Ricordiamo che è il connubio intelligenza/anima che porta alla crescita e all’evoluzione del pensiero e del concetto della funzione esistenziale. E’ attraverso la ricerca dell’unione dello spirito con il corpo che si realizzano la crescita e il distacco. Penso che nei processi di cambiamento e di ammodernamento delle missioni dei sub sistemi sociali, anche la Chiesa dovrebbe meditare sull’importanza di svolgere un ruolo imprenditoriale o di implementazione più attivo: in altre parole, diventare protagonista dello sviluppo sociale, culturale ed economico.
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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO
“Mi chiedo cosa restituire, in cambio di quanto ricevo” Carlo Urbani, da una lettera ad un amico – 6 maggio 2001
Ad oltre otto anni dalla morte del medico marchigiano scopritore della SARS, continua l’attività dell’Associazione che porta il suo nome. Per saperne di più abbiamo intervistato un suo amico d’infanzia, oggi neo-Presidente dell’ente: Mauro Ragaini
L
a mamma di Carlo Urbani, Maria Scaglione, ha dichiarato: “La nomina di Mauro Ragaini è la conferma della stima nei suoi confronti da parte mia e di tutto il Consiglio AICU, oltre che il riconoscimento per l’impegno che ha sempre profuso seguendo e contribuendo al cammino dell’Associazione con interesse, professionalità e affetto verso Carlo”.
Mauro Ragaini
Dottore, parole dense di significato. A quando risale questa vicinanza con l’Associazione? “Carlo ed io siamo nati a pochi metri di distanza, nel centro storico di Castelplanio. Lui due anni più grande di me, per molto tempo abbiamo condiviso lo stesso gruppo di amici, facendo assieme importanti esperienze di volontariato. Lui era un po’ la guida, l’ispiratore del gruppo di solidarietà che si era costituito in paese”. Poi l’esperienza politica … “Esperienza bellissima. Mentre io ero vicesindaco, lui faceva il consigliere di opposizione. Parliamo del periodo che va dall’80 all’85. Ma la politica non ha mai scalfito la profonda amicizia che durava già da molto tempo”. Ora la nomina a Presidente dell’Associazione, nella quale peraltro ha collaborato dalla sua costituzione, essendone anche cofondatore. “Nel primo triennio di vita della Onlus ho ricoperto la carica di tesoriere e segretario, mentre nel mandato precedente ero il vicepresidente”. Quali sono le attività dell'Associazione? “Grazie alle donazioni, sia di privati che di aziende, finanziamo progetti sanitari in va-
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rie parti del mondo in partenariato con altre organizzazioni, sia italiane che straniere. Quello che mi preme sottolineare è la cura e l’attenzione con la quale scegliamo i nostri interlocutori: devono avere solide referenze e un’indiscussa capacità di rendicontazione. E’ un aspetto delicatissimo in questo contesto, perché è forte il rischio di lavorare a fianco di persone poco limpide oppure armate di molto entusiasmo e basta”. Solitamente chi sono questi enti? “Si può trattare di missioni che gestiscono ospedali oppure di enti che si sono guadagnati la fiducia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”. Quindi l’Associazione vive soltanto grazie alla generosità della collettività. Niente contributi pubblici? “Neppure un centesimo”. Presidente, sbaglio o Carlo Urbani è un personaggio più conosciuto fuori regione che nelle Marche? E non è così anche per l’Associazione? “Condivido questa sensazione. Per questo abbiamo pensato di intraprendere iniziative dirette a far conoscere meglio nel territorio regionale l’Associazione e le attività che essa porta avanti. Penso ad incontri pubblici, a forme di collaborazione con i Comuni, le Università, le scuole … Soprattutto, direi che dovremmo divulgare con più forza gli ideali di Carlo: tutelare il diritto alla salute per tutti, il che si traduce nella disponibilità di strutture sanitarie adeguate e di farmaci anche nelle aree più povere del Pianeta”.
Un breve profilo di Carlo Urbani
(Tratto dal sito dell’Associazione - a cura di Pierluigi Fiorini)
C
arlo Urbani nasce a Castelplanio (An) il 19 ottobre 1956. Già da giovane si dedica ai più bisognosi ed è una presenza costante in ambito parrocchiale: collabora a raccogliere le medicine per Mani Tese, promuove un gruppo di solidarietà che organizza vacanze per i disabili, entra a far parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale, suona inoltre l'organo e anima i canti. Il desiderio di prendersi cura delle persone sofferenti lo porta a scegliere gli studi di Medicina e la specializzazione in malattie infettive. Dopo la laurea, lavora in un primo tempo come medico di base, poi diviene aiuto nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale di Macerata, dove rimane 10 anni. Nel frattempo sposa Giuliana Chiorrini; insieme avranno tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena. Sono gli anni in cui Carlo comincia a sentire più forte il richiamo ad assistere i malati dimenticati, trascurati dai Paesi opulenti, dai giochi di potere, dagli interessi delle case farmaceutiche. Con altri medici organizza, dal 1988-89, dei viaggi in Africa centrale, per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Ancora una volta la sua comunità parrocchiale lo accompagna e lo sostiene con un ponte di aiuti alla Mauritania. La conoscenza diretta della realtà africana gli rivela con chiarezza che le cause di morte delle popolazioni del Terzo Mondo sono troppo spesso malattie curabili - diarrea, crisi respiratorie - per le quali mancano i farmaci che nessuno ha interesse a far giungere a un mercato così povero. Questa realtà lo coinvolge al punto che decide di lasciare l'ospedale, quando ormai ha la possibilità di diventare primario.
Nel 1996 entra a far parte dell'organizzazione Medici Senza Frontiere e parte insieme alla sua famiglia per la Cambogia, dove si impegna in un progetto per il controllo della schistosomiasi, una malattia parassitaria intestinale. Anche qui rileva le forti ragioni sociali ed economiche del diffondersi delle malattie e della mancanza di cure: si muore di diarrea e di Aids, ma i farmaci per curare l’infezione e le complicanze sono introvabili. Nella sua veste di consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per le malattie parassitarie ha l'opportunità di ribadire ulteriormente che la causa primaria del diffondersi delle malattie è la povertà. Nell'aprile del 1999 viene eletto presidente di Msf Italia. In questa veste partecipa alla delegazione che ritira il premio Nobel per la pace assegnato all’organizzazione. Dopo la Cambogia, il suo impegno lo porta nel Laos, e quindi in Vietnam. Nelle ultime settimane di vita si dedica con coraggio alla cura e alle ricerche sulla Sars, la terribile malattia respiratoria che minaccia il mondo intero. E’ perfettamente conscio dei rischi che corre; tuttavia, parlandone con la moglie, osserva: "Non dobbiamo essere egoisti, io devo pensare agli altri". All'inizio di marzo si reca a Bangkok per un convegno, nulla lascia intuire che abbia contratto il contagio. Dopo l'arrivo i sintomi si manifestano con forza e Carlo, tra i primi a occuparsi della malattia, capisce benissimo la propria situazione. Ricoverato in ospedale a Bangkok avverte la moglie di far tornare in Italia i figli. L’amore per il prossimo che lo ha accompagnato tutta la vita, lo fa rinunciare anche all'ultimo abbraccio per evitare ogni possibilità di contagio. La moglie gli resta vicina, ma nessun incontro diretto è più possibile. Dopo aver ricevuto i sacramenti, Carlo Urbani muore il 29 marzo 2003.
Il sostegno all’AICU Coloro che sono interessati a sostenere l’AICU possono farlo mandando un contributo attraverso il bollettino di c.c.p. Il numero del conto è 47249503, intestato all’Associazione Italiana Carlo Urbani – A.I.C.U. O.N.L.U.S. Piazza Mazzini, 1 – 60031 Castelplanio (An)
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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO
SPECIALE Marche, una regione di volontari Secondo il primo (e unico) censimento dell’universo del Terzo Settore, realizzato dall’Istat nel 1999, risulta che le istituzioni non profit attive in Italia erano 221.412, oltre la metà delle quali (51,1 per cento) operanti al Nord, il 21,2 per cento al Centro e il 27,7 per cento nel Mezzogiorno. Rispetto a 12 anni fa molte cose sono indubbiamente cambiate; riteniamo peraltro utile riportare alcuni dati che, se nel frattempo possono risultare superati, testimoniano comunque il grado di sensibilità di un econdo il primo (e unico) 27,7 per cento nel Mezzogior- confronti di temi quali la so- in media vi sono 38,4 enti non territorio neidell’universo confronti dino. temi qualia la volontariato (sia religioso che ogni laico), lo sport censimento Rispetto 12 solidarietà, anni fa mol- illidarietà, il volontariato (sia profit 10.000 abitanti, e del Terzo Settore, realizte cose sono indubbiamente religioso che laico), lo sport nel Centro Italia 42,3, l’assodilettantistico, la promozione della cultura e dell’arte. Da questi numeri emerge un quadro zato dall’Istat nel 1999, risul- cambiate; riteniamo peraltro dilettantistico, la promozio- ciazionismo marchigiano sepernon la nostra regione (si veda se acultura livelloenazionale 38,4(con tagratificante che le istituzioni profit utile riportare alcuni la datiTabella che, neI):della dell’arte. in gnamedia un bel vi 51,2sono per cento attive in Italia erano 221.412, se nel frattempo possono Da questi numeri emerge 7mila e cinquecento enti). enti non profit ogni 10.000 abitanti, e nel Centro Italia 42,3, l’associazionismo marchigiano segna oltre la metà delle quali (51,1 risultare superati, testimo- un quadro gratificante per la per operanti Nord, il niano comunque il grado di nostra regione (si veda la Tauncento) bel 51,2 peralcento (con 7mila e cinquecento enti).
Marche, una regione di volontari
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21,2 per cento al Centro e il
sensibilità di un territorio nei
bella I): se a livello nazionale
Tabella I – Istituzioni per regione
Tabella I – Istituzioni per regione
REGIONI Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA NORD CENTRO MEZZOGIORNO
ISTITUZIONI DATI ASSOLUTI 18.700 833 31.120 8.308 21.092 6.119 7.841 19.160 18.021 4.347 7.476 17.122 5.841 1.021 11.411 12.035 1.271 5.300 16.524 7.870 221.412 113.173 46.966 61.273
Fonte: curaStoppiello) di Sabrina Fonte: IstatIstat (a cura(a di Sabrina
% 8,4 0,4 14,1 3,8 9,5 2,8 3,5 8,7 8,1 2,0 3,4 7,7 2,6 0,5 5,2 5,4 0,6 2,4 7,5 3,6 100,0 51,1 21,2 27,7
Stoppiello)
LeLe Marche, quindi, si collocano al quinto posto a livelloposto nazionale, Marche, quindi, si collocano al quinto a livello nazionale, e al terzo nel Centro Italia, ma ad un soffio rispetto a Toscana ed Umbria.
ad un soffio rispetto a Toscana ed Umbria.
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ISTITUZIONI per 1.000 ABITANTI 43,6 69,2 34,2 88,7 46,7 51,6 48,2 48,1 51,0 52,0 51,2 32,5 45,7 31,1 19,7 29,5 21,0 25,8 32,5 47,6 38,4 44,0 42,3 29,4
e al terzo nel Centro Italia, ma
Portatori d’Acqua
Il lavoro di Comunità Volontari per il Mondo con le popolazioni etiopi, colpite dalla terribile siccità del Corno d’Africa di S. Accattoli
A
ll'apparenza può sembrare una contraddizione in termini, ma non lo è. Si chiama “carestia verde” e sta ad indicare il dramma che vivono milioni di persone nelle aree agricole del Sud dell'Etiopia, dove CVM (Comunità Volontari per il Mondo) da tempo opera con l'obiettivo di contrastare tale costante minaccia, tanto più subdola e ingannevole quanto visivamente nascosta, almeno al primo sguardo, su un territorio che non richiama subito i concetti di siccità e aridità. “È tutto molto verde, – scrive Anna Rubert, ingegnere e coordinatrice di CVM in Etiopia - ma la pioggia di inizio primavera quest’anno non c’è stata e non sono maturati i tuberi, come la patata dolce, di cui normalmente la popolazione si sfama fino all’autunno, quando finalmente si raccoglie il mais, grazie alle piogge estive. Ora le precipitazioni sono meno abbondanti del solito e non c’è abbastanza cibo per aspettare i raccolti. L’alta densità di popolazione del Wolayita (zona nel Sud dell’Etiopia, dove CVM opera) non permette alle famiglie di mettere da parte abbastanza mais per tutto l’anno; una piccola alterazione al ciclo di piogge ed ecco la carestia.” • In tale contesto, CVM collabora anche con le Diocesi lì presenti da anni e partner preferenziali, sia per la condivisione di valori, sia per il comune forte radicamento e la conoscenza del territorio. Una missione ed un impegno condivisi, tanto più in questo momento, in cui il verde dell’altopiano nasconde la terribile verità di raccolti che non sono arrivati a maturazione. • CVM punta all’auto-sviluppo delle comunità beneficiarie. Ciò avviene attraverso la partecipazione attiva ad ogni fase del progetto, dalla formazione sul corretto utilizzo della risorsa idrica e sulle basilari norme igienico-sanitarie, fino alla realizzazio-
ne della struttura realizzata dagli stessi beneficiari, tra i quali vengono formati manutentori e gestori. Solo così si può costruire uno sviluppo reale e duraturo. • Questa è l’attuale situazione in diverse aree dell’Etiopia, dove, a dispetto delle risorse economiche sempre più scarse, CVM si sta impegnando nel 2011 a realizzare la protezione di 18 sorgenti, costruire 4 grossi acquedotti, scavare 5 nuovi pozzi e mantenerne altri 15 dismessi, promuovendo orti e cooperative di donne per garantire la sicurezza alimentare, nonché l'impianto di 325 latrine. Verranno raggiunte circa 40.000 persone localizzate in aree rurali poco servite da altri interventi. Si tratta però di un risultato che potrà essere raggiunto ed emulato nel prossimo anno, solamente con l’appoggio di tanti soggetti che condividono questo impegno. • Una delle modalità per sostenere il nostro lavoro è quella di aderire alla nostra campagna “La Solidarietà fa Miracoli: trasforma il vino in acqua”: acquistando una confezione regalo di 2 bottiglie di ottimo vino marchigiano o abruzzese si può fornire di acqua una persona in Etiopia. • Coloro che volessero aderire possono inviare il loro sostegno indicando la causale “ACQUA - ETIOPIA”: cc bancario n. 112.866 - IBAN : IT51B0501802800000000112866 - Banca Popolare Etica SCARL - Filiale di Firenze, via dell'Agnolo n.73/r 50122 Firenze su cc postale n. 1116.8622 – Intestato a Comunità Volontari per il Mondo, Piazza Santa Maria, 4 – 60121 Ancona Per maggiori informazioni e dettagli tel. 0734.674832 – e-mail cvm@cvm.an.it – sito www.cvm.an.it)
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DOSSIER: DISTRET TI
SIAMO CIÒ CHE FACCIAMO
R I P E T U TA M E N T E
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L’ECCELLENZA NON È UN’AZIONE
MA UN’ABITUDINE
Aristotele
Quando lavorate siete un flauto attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica. Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e muta quando tutte le altre cantano all’unisono? Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine. Vivendo delle vostre fatiche, voi amate in verità la vita. E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo”. ( Jibran Khalil Jibran)
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DOSSIER: DISTRET TI
I distretti industriali nelle Marche “Un prodotto d’eccellenza, può nascere solo in un contesto d’eccellenza”
S
arebbe bello poter iniziare il dossier sui distretti industriali con un contributo musicale: l’Inno delle Marche. Sì perché le Marche sono l’unica regione in Italia che, oltre a riconoscersi nell’immortale Inno di Mameli, si ritrova anche nel componimento creato ad hoc da un artista locale, il Maestro Allevi, che celebra con le sue note lo spirito, il cuore, l’essenza della terra del picchio. In questa regione la creatività, l’ingegno, l’originalità sono nel DNA degli abitanti e questa peculiarità si riflette in tutto ciò che essi fanno. Passeggiando per gli antichi borghi o attraversando in auto le moderne zone industriali, si coglie una crescita economica che pian piano ha interessato tutta la regione, modificandone la fisionomia urbana. La continuità del lavoro degli antichi artigiani, che nelle loro botteghe, lavorando il legno, cucendo le pelli, intrecciando la paglia, costruendo strumenti musicali, si sono nel tempo specializzati in uno specifico ambito è premiata dal riconoscimento, in molti casi anche a livello mondiale, del valore e dell’eccellenza delle creazioni. Intorno ai diversi centri produttivi sono sorti veri e propri indotti, in cui la crescita produttiva è andata di pari passo con lo sviluppo sociale, culturale e turistico. I distretti, infatti, nonostante le difficoltà che hanno attraversato e stanno attraversando, hanno dimostrato sempre di più di essere un volano non solo per l’economia locale, ma anche per lo sviluppo culturale delle zone di riferimento. È proprio vero, dalla buona terra nascono i buoni frutti e le buone idee. Le Marche, in questo senso, offrono molti spunti per quella che la Psicologia Industriale e delle’organizzazioni ha ribattezzato come “Biodata”. Come dire, dimmi da dove vieni e capirò come sei…
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DOSSIER: DISTRET TI
I DISTRETTI NEL DETTAGLIO Distretto Industriale Plurisettoriale
Pesaro
di Recanati, Osimo, Castelfidardo
Distretto Tessile-Abbigliamento di Urbania, Sant’Angelo In Vado, Pergola, Sassocorvaro, Mondolfo
Urbino
Ancona
Distretto del Legno e Mobili
di Pesaro, Fossombrone, Piandimeleto
Distretto della Meccanica Fabrianese
Fabriano
Macerata
Distretto Pelli, Cuoio e Calzature
di Civitanova Marche
Fermo
Distretto delle Calzature di Fermo
Ascoli Piceno
Distretto Agro-industriale
di San Benedetto del Tronto
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D
istretto Industriale Plurisettoriale di Recanati - Osimo Castelfidardo Il Distretto comprende 14 Comuni delle province di Ancona e Macerata: Camerano, Castelfidardo, Filottrano, Loreto, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Numana, Offagna, Osimo, Porto Recanati, Recanati, Santa Maria Nuova, Sirolo. La caratteristica saliente del Distretto e uno dei suoi fattori di maggior forza è la natura plurisettoriale delle produzioni e la flessibilità di sistema. Il distretto plurisettoriale offre: illuminotecnica, fotovoltaico, telecomunicazioni avanzate, giocattoli intelligenti, strumenti musicali, lavorazioni metalli e pietre preziose, articoli da regalo, articoli religiosi, apparecchiature elettroniche e componentistica, materie plastiche, circuiti stampati abbigliamento, turismo. Elemento
peculiare del sistema produttivo locale è la prevalenza di produzioni di semilavorati e componenti eseguite in conto terzi. Si segnala la presenza nell’area di specifiche strutture per la ricerca e sviluppo, orientate soprattutto ad innovazioni di processo. Il distretto conta 139 imprese (2009), con circa 700 addetti. Distretto Tessile-Abbigliamento di Urbania - Sant’Angelo In Vado - Pergola - Sassocorvaro – Mondolfo Il Distretto si estende nel pesarese nei comuni montani di Urbania e S.Angelo in Vado e lungo tutta la valle del Cesano, tra Pergola e Mondolfo, per poi sconfinare nella zona di Ostra in provincia di Ancona. Il Distretto può essere definito come una “jeans valley”. Nel Distretto operano imprenditori terzisti che lavorano su commessa per marche come Moschino, Swish,
Coveri, Trussardi, Avirex, Benetton, ecc. Nononostante le crisi, il tessile-abbigliamento di Urbania mantiene una notevole valenza economica. Negli anni si è adattato alle nuove sfide, interpretando al meglio le mutevoli tendenze della moda. Le aziende del distretto formano una vera e propria catena di montaggio del jeans. Accanto alle aziende direttamente impegnate nella produzione dei capi d’abbigliamento, altre si occupano di ricerca e progettazione, dell’informatizzazione, dei macchinari. Il distretto conta 516 imprese (2009) con circa 3500 addetti. Distretto del Legno e Mobili di Pesaro - Fossombrone – Piandimeleto Dal punto di vista territoriale, il Distretto è composto da 30 comuni appartenenti alla provincia di Pesaro-Urbino: Belforte all’Isauro, Carpegna,
Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fermignano, Fossombrone, Frontino, Isola del Piano, Lunano, Mercatino Conca, Lombaroccio, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montefelcino Montegrimano, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Pesaro, Petriano, Piandimeleto, Saltara, San Costanzo, Sant’Angelo in Zizzola, Sant’Ippolito, Sassofeltrio, Serrungarina, Tavolato, Tavullia, Urbino. Le imprese del Distretto sono specializzate nella costruzione di mobili in legno (soggiorni e camere da letto, ecc.). Il secondo comparto per importanza è quello delle cucine, da molti autori considerato la specializzazione del distretto, in virtù della presenza di diverse imprese leader sui mercati nazionali e internazionali. A sostegno e complemento delle attività della filiera principale, si sono sviluppate negli anni alcune
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DOSSIER: DISTRET TI
specializzazioni produttive correlate quali il comparto meccanico, quello della lavorazione del vetro, così come alcuni servizi commerciali. Il distretto conta circa 700 imprese oltre 12 mila addetti. Distretto della Meccanica Fabrianese Il Distretto comprende 16 comuni, 14 nella provincia di Ancona e due nella provincia di Macerata. I comuni interessati sono quelli di: Jesi, Monsano, Castelplanio, Castelbellino, Mergo, Rosora, Maiolati Spontini, Monte Roberto, Sassoferrato, Genga, Serra San Quirico, San Paolo di Jesi, Fabriano, Cerreto d’Esi, Esanatoglia e Matelica. Il Distretto è caratterizzato dalla presenza di imprese principalmente legate all’industria dell’elettrodomestico, la cui storia ha alimentato lo sviluppo di una filiera meccanica ricca di eccellenze e competenze. La produzione di elettrodomestici nel fabrianese si concentra prevalentemente in due comparti: la produzione di elettrodomestici bianchi (di cui sono imprese rappresentative Indesit Company e Antonio Merloni); la produzione di cappe aspiranti (Faber, Best, Elica, Tecnowind). Il distretto conta 76 imprese, con oltre 13 mila addetti. Distretto Pelli, Cuoio e Calzature di Civitanova Marche Il Distretto coinvolge 3 comuni della provincia di Macerata: Civitanova Marche, Montecosaro, Potenza Picena. Il distretto è specializzato nella produzione di pelle, cuoio e calzature. Il prodotto di specializzazione del distretto è la calzatura, per tutte le categorie di consumatori (donna, uomo, bambino) e la produzione di tutte le componenti della scarpa. È caratterizzato da un elevato grado di specializzazione manifatturiera, da reti locali di imprese costruite sui bassi costi di transazione, da una struttura produttiva estremamente frammentata che dà luogo ad una elevata disintegrazione verticale del processo produttivo. Esiste un limitato numero di imprese leader che delegano fasi del processo produttivo ad un numero molto elevato di imprese conto terziste di piccole e piccolissime dimensioni. Il distretto conta oltre 1600 imprese, con circa 11 mila addetti. Distretto delle Calzature di Fermo Il distretto fermano-maceratese delle calzature si colloca tra le province di Ascoli Piceno e Macerata e rappresenta la più grande concentrazione di imprese calzaturiere nel territorio italiano. Nel distretto prevalgono tre poli produttivi diversamente specializzati per prodotto: l’area che circonda il comune di Montegranaro, dove vengono realizzate prevalentemente calzature da uomo; la zona di Monte Urano, specializzata nella
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produzione di calzature per bambino/ragazzo; il comprensorio di Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio, dove è particolarmente accentuata la produzione di scarpe da donna. Il grosso dell’imprenditoria locale è formato di piccoli imprenditori che fino a pochi anni prima erano operai. Ci sono i calzaturifici con marchio proprio, quelli senza marchio e una miriade di imprese subfornitrici che formano l’indotto. L’azienda leader della zona è la Ema di Diego Della Valle (marchi Tod’s e Hogan). Il distretto conta oltre 4400 imprese, con quasi 30 mila addetti. Distretto del Cappello di Montappone e Massa Fermana Il Distretto si colloca sulla sommità delle colline che dall’entroterra del Fermano fronteggiano il confine Maceratese e si estende su un territorio che comprende i comuni di Massa Fermana, Falerone, Monte Vidon Corrado, Servigliano e Montappone. Il core business del Distretto risiede tra le cittadine di Montappone e Massa Fermana dove lavorano oltre l’80% delle aziende. Le attività tradizionali del distretto consistono nell’intreccio della paglia e nella produzione e confezione di copricapo in paglia; ad essa si è affiancata la confezione di cappelli e copricapi di qualsiasi forma e materiale, per uomo, donna e bambino. Le aziende locali si sono specializzate anche nella lavorazione di altri accessori per l’abbigliamento, tra i quali guanti, sciarpe e scialli nonché di articoli promozionali. Il distretto conta oltre 440 aziende, con circa 2200 addetti. Distretto Agro-industriale di San Benedetto del Tronto Il distretto comprende 26 Comuni della provincia Ascoli Piceno compresi nella fascia di territorio che iniziando dalla costa adriatica si estende nell’entroterra ascolano e arriva fino ai piedi dei monti Sibillini (Acquaviva Picena, Appignano del Tronto, Carassi, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Comunanza, Cossignano, Force, Massignano, Montalto delle Marche, Monte Rinaldo, Monte Vidon, Combatte, Montedinove, Montefiore dell’Aso, Monteleone di Fermo, Monterubbiano, Moresco, Affida, Ortezzano, Palliano, Petritoli, Ripatransone, Rotella, San Benedetto del Tronto, Spinetoli). Le principali filiere agroalimentari del Distretto agro-industriale di San Benedetto del Tronto sono tre: ortofrutta, lavorazione e conservazione del pesce, produzione di vini. Sviluppato è l’indotto del distretto. Sono presenti nel distretto imprese produttrici di imballaggi specifici, progettazione e costruzione di macchinari, impianti per la lavorazione, per la conservazione ed il confezionamento dei prodotti e relative attività di servizio (assistenza, manutenzione, commercializzazione di articoli tecnici, ecc.). Il distretto conta circa 50 aziende, con 254 addetti.
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DOSSIER: DISTRET TI
Il Presidente della Federazione dei Distretti Italiani: “Sono state le Pmi e quindi i distretti a salvare l’Italia imprenditoriale dal baratro”
VALTER TARANZANO
Di A. Dachan
D
ott. Taranzano, vuole presentarci la Federazione dei Distretti Italiani, di cui Lei è Presidente? Qual è il suo ruolo principale? “In primo luogo la Federazione dei Distretti Italiani rappresenta i distretti affiliati nei rapporti con le istituzioni, sia a livello locale, sia a livello nazionale, dove spesso bussiamo per proporre idee e cercare finanziamenti. Il suo ruolo è inoltre determinante per creare progettualità condivise tra i distretti. L’aggregazione oggi più che mai è un’arma vincente. La Federazione crea progetti comuni per i suoi distretti, che vanno dall’innovazione all’export. Inoltre cerca di favorire la formazione delle cosiddette “reti”, cioè l’unione di più aziende all’interno di uno stesso distretto. Una novità del nostro lavoro è che stiamo facendo un confronto sistematico tra aziende distrettuali e non. Un lavoro iniziato tre anni fa con il comparto della meccanica e che stiamo sviluppando a tutti gli altri settori. I risultati dicono sempre che le aziende distrettuali stanno soffrendo di meno rispetto alle aziende non riunite in distretto. Il mio ruolo? Essendo il Presidente della Federazione devo essere il supervisore di tutto, badando che le linee operative tracciate in consiglio di amministrazione con i rappresentanti dei vari distretti siano
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sempre seguite e rispettate”. In che termini si traduce il vostro rapporto con Confindustria e Unioncamere? “Sono due dei soci fondamentali della Federazione. Confindustria da sempre, Unioncamere da qualche anno. Con loro discutiamo ogni nostra azione. Sono fondamentali perché uno dei nostri obiettivi è di estendere il concetto di rete non solo tra le aziende, ma anche tra i soggetti con funzioni pubbliche che intendono operare al consolidamento e allo sviluppo delle stesse”. Quanti sono i distretti che aderiscono alla Federazione? Quanti, tra questi, sono quelli marchigiani? “Ad oggi i distretti aderenti alla Federazione sono 44. Quelli marchigiani sono due: il Distretto del cappello di Montappone e Massa Fermana e il Distretto delle calzature di Fermo”. Cosa ci può dire rispetto a questi ultimi? “Sono due distretti che interessano il comparto dell’abbigliamento, un settore che sta ancora soffrendo la recessione. La crisi la sente un po’ di meno il distretto del cappello, in quanto punta su un prodotto di qualità e di nicchia che
I DISTRETTI INDUSTRIALI IN ITALIA
Abbigliamento - Moda Automazione - Meccanica Arredo - Casa Alimentare - Agroalimentare - Ittico Altro
sta andando benino anche all’estero. Ecco, la chiave di volta è proprio l’export. Chi ha investito in questo senso oggi sta uscendo dalla crisi, chi non l’ha fatto sta attraversando un brutto momento e spiragli di un cambio di tendenza non se ne intravedono”. In base alla vostra esperienza, quali sono le maggiori difficoltà che oggi affrontano i distretti? “Paradossalmente il problema principale resta quello di fare sistema, rete. Le reti, come attualmente possono essere configurate, anche nella loro forma trans territoriale, appaiono come lo strumento più adatto per affrontare la globalizzazione dei mercati e per inserirsi nei circuiti di fornitura delle grandi aziende multinazionali. La rete nella nuova realtà dei mercati globali e fortemente competitivi consente di integrare conoscenze tecniche reciproche e progettualità disperse tra le aziende la cui sopravvivenza può essere determinata da processi di integrazione di attività aziendali. Tali sviluppi organizzativi creano un salto dimensionale sia economico, che tecnico per cui aziende appartenenti a territori distrettuali diversi possono creare la massa critica economica e tecnica che consente di presentarsi sui mercati come player importanti. Ci sono
però ancora aziende distrettuali che vedono l’azienda vicina come il competitor principale. Quindi, nessuna collaborazione reciproca, ma rivalità esasperata. Tutto questo è deleterio. E non porta da nessuna parte. Le aziende che continueranno a pensarla così, che non faranno sistema, sono secondo me destinate a scomparire in breve tempo”. I distretti sono ancora un volano per l’economia territoriale e la promozione turistica, o il loro ruolo è stato in qualche modo ridimensionato dalla congettura economica internazionale? “Il ruolo dei distretti esce rafforzato dalla crisi che stiamo ancora attraversando. Perché sono state proprio le Pmi e quindi i distretti a salvare l’Italia imprenditoriale dal baratro. L’Osservatorio Nazionale dei Distretti, gestito dalla Federazione, segnala che i distretti, o gran parte di essi, hanno risposto alla crisi riposizionandosi nei principali mercati di riferimento e hanno profondamente ridefinito le proprie strategie organizzative, mostrando così chiaramente il perpetuarsi di un modello flessibile, proattivo e, per molti aspetti, inesauribile. È un modello a “tripla A”, ovvero “adattativo, affidabile, alternativo”, attraverso il quale le
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DOSSIER: DISTRET TI imprese dei distretti captano i possibili mutamenti della domanda e degli orientamenti del mercato e propongono innovazioni di prodotto o di processo, operando attraverso reti sempre più leggere di cooperazione a livello locale. Così stiamo uscendo dalla crisi. Così i distretti si dimostrano sempre più importanti per la nostra economia imprenditoriale”. Quali sono le opportunità che dovrebbero cogliere oggi i distretti per riprendere a crescere? “Sul fronte operativo, l’export e l’innovazione, sia di prodotto, sia di processo, stanno facendo la differenza e la faranno ancora di più nel futuro. Mi permetto poi di aggiungere che in questa delicata fase congiunturale è necessario mettere a punto un patto banca-impresa che, con un sistema premiante in termini di valutazione del rischio e assegnazione del rating, abbia l’effetto di produrre comportamenti innovativi e virtuosi da parte delle Pmi: più cultura imprenditoriale, più internazionalizzazione, più aggregazione. Un patto che provi ad incrociare una nuova politica del credito con un’evoluzione dei comportamenti delle piccole aziende”.
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“I distretti stanno perpetuando un modello flessibile, proattivo e, per molti aspetti, inesauribile. È un modello a “tripla A”, ovvero “adattativo, affidabile, alternativo”, attraverso il quale le imprese dei distretti captano i possibili mutamenti della domanda e degli orientamenti del mercato e propongono innovazioni di prodotto o di processo, operando attraverso reti sempre più leggere di cooperazione a livello locale.
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DOSSIER: DISTRET TI
I DISTRETTI INDUSTRIALI NELLA COMPETIZIONE INTERNAZIONALE: Cinque comportamenti diversi
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distretti sono diversi per specializzazione produttiva, per livello di integrazione verticale e struttura dimensionale delle imprese, per mercati di riferimento e organizzazione di vendita, per grado di apertura e livello di internazionalizzazione, per capacità di produrre nuovi prodotti. E si comportano in modo diverso, anche rispetto ai processi di integrazione dei mercati mondiali: è possibile individuare almeno cinque casi diversi. La tassonomia proposta di seguito aiuta a individuare differenti modi in cui i distretti industriali hanno reagito e stanno reagendo al mutamento delle condizioni della concorrenza. 1: La delocalizzazione all’estero Il primo caso è costituito da quei distretti nei quali è in atto un processo consistente di de-
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localizzazione all’estero della produzione. Una parte non indifferente è specializzata nell’industria tessile e dell’abbigliamento e si rivolge verso l’Est Europa (soprattutto Romania per la realizzazione sia di lavorazioni sia di prodotti finito), i paesi del Nord-Africa (soprattutto Tunisia per semilavorati) e la Cina (prodotti finiti e semifiniti), dove i salari sono bassi e si possono facilmente ridurre i costi del lavoro. Il dato su cui soffermarsi è che, in generale, il livello di competenze dei produttori esteri è aumentato in modo significativo. Tra i primi effetti della delocalizzazione sulle aree di partenza c’è la riduzione dell’occupazione, che interessa soprattutto le imprese subfornitrici. Vi sono altri effetti di natura profonda sul sistema sociale. Spostare la produzione all’estero, infatti, genera cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, nei rapporti tra impresa e lavo-
ratore nel sistema locale, nel sistema di valori, nelle relazioni tra le imprese, nelle stesse competenze presenti nel tessuto produttivo. 2- Il distretto “catturato” dal brand globale In anni recenti nell’industria della moda è aumentato il peso dei grandi marchi. Il problema è che i brand globali, soprattutto quando hanno origine in aree diverse dal sistema produttivo specializzato, tendono a usare il distretto come centro di produzione specializzato, come luogo delle competenze manifatturiere, recidendo i legami diretti con i mercati e i consumatori. In queste circostanze, le imprese locali tendono a perdere il controllo del design, del marchio, del rapporto diretto con il mercato. Si ha, cioè, quello che si è soliti definire: “functional downgrading”: attività con valenza strategica per l’impresa e il sistema locale si spostano al quartier generale dell’impresa con brand globale. In questo senso, i brand globali possono mettere i distretti in gabbia, possono, appunto, almeno parzialmente, “catturarli”. Nel breve termine, la dipendenza di un
sistema locale dai brand globali ha effetti ambigui sulla performance delle imprese: in alcuni casi le imprese possono avere una migliore redditività. Rimane però vero che il sistema locale si impoverisce. 3 - La convivenza “pacifica” con le imprese sovranazionali Può accadere che la grande impresa dal marchio noto apra mercati nuovi in cui poi si inserisce lo sciame di imprese distrettuali, capaci di produrre prodotti di qualità similare per una fascia di consumatori potenzialmente molto più ampia. Ma possono anche esserci effetti di altra natura che contrastano questa tendenza: può accadere, infatti, che il numero di subfornitori si contragga; ma che quelli che rimangono si collochino su lavorazioni a più alto valore aggiunto: l’impresa recupera profitti e capacità di pagare realizzano in altro modo. 4- La bassa qualità e la standardizzazione Alcuni distretti hanno tentato la sorte dei bassi costi e della standardizzazione del prodotto. In Italia il caso forse più em-
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DOSSIER: DISTRET TI blematico è quello di Barletta, dove oggi, il 70% della subfornitura va verso i paesi della ex-Yugoslavia e, soprattutto, verso l’Albania. Si tratta di prodotti spesso di qualità medio-bassa e fortemente esposti alla concorrenza delle produzioni provenienti dalla Cina, dall’Indonesia, e dalla Thailandia. Il distretto delle calzature ha subito perdite notevolissime e sembra in una crisi irreversibile. 5- L’alta qualità e la risposta rapida Un diverso comportamento è quello in cui il distretto coniuga risposte rapide e flessibili, con una ricca varietà dell’offerta attraverso investimenti nei cataloghi, nei campionari e nelle collezioni di entità molto rilevante. La dimensione assai piccola di molte imprese, il tipo e la qualità del prodotto, la produzione su serie cortissime e i tempi molto brevi di risposta al mercato rendono questa strategia non praticabile per la gran parte delle imprese. E, nondimeno, la globalizzazione avviene per altre vie: si può presumere, ad esempio, che circa la metà delle lavorazioni di confezione - in termini di quantità - faccia capo, in forme più o meno sommerse, alla comunità cinese. Fenomeno analogo, sebbene di dimensioni assai più modeste, riguarda le stirerie gestite da pakistani. La diffusione di queste imprese ha, per il sistema locale, implicazioni contraddittorie e allo stesso tempo accresce un’area “grigia” di lavoro irregolare o semiregolare, con effetti negativi sugli standard salariali e di lavoro. Conclusione: Come si è detto, molti distretti “in carne e ossa” non sono riconducili alla tassonomia proposta. Se l’Italia si affaccia al nuovo millennio come paese manifatturiero, lo deve in misura non trascurabile alle aggregazioni di piccole e medie imprese concentrate nel territorio. A fronte di una caduta irrefrenabile della grande impresa, i distretti industriali, considerati nel loro insieme, mostrano nel decennio una capacità di tenuta, per molti aspetti, inattesa. E, tuttavia emerge un quadro a luci e ombre, in cui a situazioni di crescita si accompagnano evidenti situazioni di difficoltà e di crisi.
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DOSSIER: DISTRET TI
INIZIATIVA ADRIATICO-IONICA Le Marche capofila del modello di macroregione promosso da Bruxelles
“C
ollegare e proteggere, sostenere la crescita e favorire lo sviluppo. Queste le parole chiave che riassumono il significato profondo della strategia per la macroregione Adriatico-Ionica, il cui percorso verso l’avvio definitivo segna oggi una tappa importantissima". Con queste parole il Presidente della Regione Marche ha commentato, l’approvazione a Bruxelles lo scorso luglio- da parte della commissione COTER, Coesione Territoriale del Comitato delle Regioni - del parere da lui preparato sulla strategia per la macroregione. Si tratta di una proposta di parere per il riconoscimento della Macroregione Adriatico-Ionica presentata dal Governatore davanti a tutti gli stakeholders, parlamentari europei, commissari eu ropei, ministri ed ambasciatori degli otto Stati IAI, associazioni di regioni e città, reti europee, Forum delle camere di commercio, delle università, delle città Adriatico ioniche La Macroregione rappresenta una modalità innovativa di cooperazione territoriale a livello interregionale e transnazionale in grado di
rafforzare la coerenza ed il coordinamento delle azioni politiche in vari settori, razionalizzando l'impiego delle risorse finanziarie e valorizzando il ruolo degli enti regionali e locali in base ai principi della governance multilivello, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della società civile. “A un livello più ampio – ha sottolineato poi Spacca - la strategia adriaticoionica si propone di essere uno strumento prezioso non soltanto per la Macroregione, ma per l'UE nel suo complesso. Essa sarà pienamente conforme agli orientamenti strategici dell'Unione europea in materia di sviluppo, crescita e stabilità, e in particolare alla strategia Europa 2020. Vi è una dimensione marittima in ogni questione fondamentale che interessa oggi la Macroregione adriatico-ionica, comprese la protezione e conservazione dell'ambiente, l'energia, i cambiamenti climatici, la ricerca e l'innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la competitività e la creazione di posti di lavoro, il commercio, i trasporti e la logistica”.
MARCHE E ALBANIA UNITE DAI DIRITTI N ei giorni scorsi a Tirana, il responsabile di ISCOS Marche (l’Istituto Sindacale di Cooperazione allo sviluppo), Fausto Mazzieri e il suo collega Dino Lorimer, sono stati coinvolti in uno sciopero dei minatori di Bulqiza, per rivendicare migliori salari e sicurezza nel lavoro. Bulqiza, la più grande miniera albanese, 50 Km a nord di Tirana, é di proprietà della società austriaca DCM DECO metal GmbH, ed è gestita dall’Albanian Chrome Sh.p.k. Lo sciopero è proseguito con un presidio permanente nel centro della capitale, e poi con uno sciopero della fame da parte di una ventina di minatori che si trovano in una galleria, a circa 800 metri di profondità. Molti dei minatori hanno iniziato ad accusare gravi malesseri al punto da dover ricorrere ad urgenti cure mediche. La protesta, sostenuta dalla confederazione sindacale albanese KSSH, con cui la Cisl Marche coopera da anni, si basa sulla richiesta di aumenti salariali, di migliori condizioni di lavoro e di sicurezza, di una politica di investimenti sulle strutture (risalenti ai tempi
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del regime comunista) che garantiscano la continuità produttiva. La miniera di Bulqiza è aperta da oltre 60 anni, quando furono trovati i primi giacimenti di cromo, che si rivelarono così ricchi da portare negli anni ‘80 l’Albania ad essere il terzo Paese esportatore di cromo al mondo. Oggi vi lavorano oltre 700 persone che spingendosi fino a 800 metri sotto terra, con un salario medio di circa 400.000 lek albanese, 287 euro mensili più un buono pasto giornaliero di 500 lek (3,6 euro), estraggono 70.000 tonnellate di cromo all’anno. “Le varie proprietà succedutesi nel tempo non hanno mai avuto troppo a cuore la sicurezza dei minatori, tanto che la sequenza di morti sul lavoro è impressionante – ha affermato Fausto Mazzieri – né hanno pensato ad investire sulle infrastrutture necessarie a mantenere l’impianto funzionale, presupposto indispensabile per migliorare le condizioni di lavoro e garantire la produzione”. Cinzia Castignani
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DOSSIER: DISTRET TI
Sara Giannini L’Assessore alle Attività Produttive: “La Regione Marche è in prima linea nel difendere le creazioni del territorio, puntando sulle produzioni di eccellenza e qualità” Di A. Dachan
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ssessore, vuole presentarci il programma 2011 per la promozione del marchio “1M – Marche Eccellenza Artigiana”? “Il piano promozionale 2011 del marchio “1M – Marche eccellenza artigiana”, segno distintivo regionale, che identifica e valorizza le imprese del territorio marchigiano appartenenti al settore dell’artigianato tipico e tradizionale, rappresenta la sintesi di alcuni interventi che abbiamo avviato a sostegno dell’artigianato artistico. Il primo appuntamento è stato a Gradara dall’11 al 17 luglio, mentre l’antico borgo tornava nel 1445, con ricostruzioni di ambienti, allestimenti di botteghe artigianali, spettacoli e figuranti in abito storico. Poi è stata la volta di Macerata, dal 21 luglio al sei agosto presso gli “Antichi forni”, i locali sotterranei del Teatro Lauro Rossi risalenti al XIV secolo, recuperati a spazio espositivo. Qui, con allestimento a cura dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata, all’interno delle manifestazioni culturali dello Sferisterio, una ventina di imprese del settore hanno dato luogo a “Liberi di creare” esposizione di produzioni dell’artigianato tipico locale. Poi Offida, dal due al quattro settembre, presso la Basilica di Santa Maria della Rocca. Qui viene, infatti, organizzata la manifestazione intitolata “Eccellenze artigiane a S. Maria della Rocca”, nell’ambito della manifestazione “di Vino in Vino”. Infine Ancona con programma in via di definizione”.
“1M - Marche eccellenza artigiana” abbiamo scelto una modalità nuova. In collaborazione con diversi comuni, con le associazioni artigiane e con le imprese che beneficiano del marchio, abbiamo organizzato esposizioni delle più importanti creazioni artistiche artigianali, all’interno di grandi manifestazioni culturali previste nel cartellone estivo di diversi comuni”.
La scelta delle località espositive non è stata affatto casuale… “Quest’anno per la promozione del marchio
Le produzioni artistiche regionali abbracciano diversi settori, dagli strumenti musicali alle ceramiche, dai cappelli ai mobili: come
Che impatto hanno le produzioni artistiche locali sulla crescita economica e sulla promozione turistica del territorio? “Le produzioni di qualità che il settore sa esprimere, oltre a rappresentare la storia e l’identità regionali, evidenziano una buona domanda di mercato e rappresentano anche un fattore di richiamo turistico”. Cosa si sta facendo per tutelare le imprese e i distretti artigianali? “Dal sostegno al credito, alle operazioni Artigiancassa - per la cui operatività stiamo lavorando con la Cassa Depositi e Prestiti - dalla promozione, al sostegno dell’artigianato tipico e locale che, come detto, ha riflessi anche sul turismo e l’attrattività territoriale, senza tralasciare le semplificazioni burocratiche e amministrative, che riducono tempi e costi d’impresa. Abbiamo anche reso più trasparenti e accessibili gli appalti pubblici, in modo da facilitare le imprese più piccole”.
“Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee e manualità che non possono essere copiate o fatte su larga scala: il nostro è un patrimonio ineguagliabile”
stanno reagendo di fronte alla crisi? “Le nostre produzioni tengono, sono produzioni di nicchia, i possibili acquirenti sono persone con elevato potere d’acquisto che ricercano emozioni e qualità. Dobbiamo intercettare questa domanda facendo riconoscere le nostre produzioni”. È possibile tutelare queste eccellenze dalla minaccia della concorrenza, in particolare quella straniera? “La Regione Marche è in prima linea nel difendere le creazioni del territorio, puntando sulle produzioni di eccellenza e qualità. Da qui tutta una serie di interventi per favorire la nascita di imprese del settore artistico tipico e tradizionale, oltre al rafforzamento di quelle esistenti. Quest’anno, malgrado le ristrettezze finanziarie, abbiamo avviato il programma di promozione del marchio; presto partiranno i bandi per la concessione dei contributi a favore delle imprese del settore dell’artigianato artistico e successivamente partiranno le “botteghe scuola” che consentiranno a molti giovani di “imparare un mestiere” all’interno di laboratori guidati da Maestri artigiani. Questo significa creare occupazione e allo stesso tempo salvaguardare e tramandare le nostre migliori tradizioni. Certamente i nostri giovani potranno avere un lavoro sicuro e pieno di soddisfazioni. Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee e manualità che non possono essere copiate o fatte su larga scala: il nostro è un patrimonio ineguagliabile”. Ci permetta una domanda personale: oltre che da una grande professionalità, è evidente che Lei è animata anche da una passione autentica per ciò che fa… “E’ la passione che trasmette una terra laboriosa, solidale, seria. Come quella dove sono nata”. Nei prossimi giorni la nostra regione ospiterà il Congresso Eucaristico: cosa significa accogliere il Papa in terra Marchigiana?
“Le Marche sono grate alla Chiesa italiana per aver scelto la Diocesi di Ancona-Osimo come sede del XXV Congresso Eucaristico Nazionale che la nostra comunità e` onorata di ospitare in settembre. Per la seconda volta le Marche saranno la sede del grande evento, occasione di riflessione e di confronto sugli aspetti dello sviluppo integrale della persona, orientato al bene comune dell’Italia. Sarà, naturalmente, anche un momento promozionale d’eccezione per la nostra terra. A questo proposito, tra le eccellenze produttive, c’è anche quella dell’oggettistica religiosa: come vive questo settore oggi? Qual è il target principale di riferimento? Verrà fatto qualche omaggio al Pontefice? “Il distretto argentiero di Osimo/Recanati offre al mercato una serie di oggetti religiosi quadri, ritratti di immagini sacre, rosari e molto altro, che vengono esportate in tutto il mondo. La Regione, per facilitare le opere di punzonatura dell’argento e di conseguenza abbassare i costi per le aziende esportatrici, ha voluto, insieme alle Camere di commercio di Ancona e Macerata, che nelle Marche fosse insediato uno dei primi tre laboratori italiani accreditati presso il segretariato della convenzione di Vienna. I nostri artigiani del settore orafo stanno preparando una sorpresa al Santo Padre. Un concorso per la realizzazione di opere d’arte sul tema centrale del Congresso Eucaristico “ Signore da chi andremo, L’eucarestia per la vita quotidiana” ( la vita affettiva, il lavoro, la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza). Il vincitore – sono sicura- offrirà la sua opera al Santo Padre”.
“Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee e manualità che non possono essere copiate o 117 fatte su larga scala: il nostro è un patrimonio ineguagliabile”
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NELLE MARCHE LA CULTURA FA RICCHEZZA Secondo i dati emersi da una ricerca di Unioncamere e Fondazione Symbola, nella nostra regione l’industria culturale ha un incidenza sull’economia pari al +6%. Numerose le realtà marchigiane citate come esempio d’eccellenza di A. Dachan
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’Italia che verrà – Industria culturale, made in Italy e territori” è una ricerca realizzata da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola che è stata presentata a luglio al Fortino Napoleonico di Portonovo (AN) alla presenza delle autorità regionali. Lo studio mette in evidenza le regioni italiane la cui industria culturale incide sull’economia regionale. Il risultato per le Marche è davvero incoraggiante: la regione, infatti, con un buonissimo 6% è seconda a pari merito con il Veneto e si piazza subito dopo il Lazio, che sta al 6,1%. Inoltre, nella classifica nazionale, due città marchigiane si piazzano ai primi dieci posti: si tratta di Pesaro e Urbino (al quarto posto) e Macerata (al decimo posto); il capoluogo regionale si piazza al sedicesimo posto. “Quello delle Marche è un risultato molto confortante che non solo invita a proseguire, ma convalida il percorso virtuoso avviato in questa legislatura sulla Cultura, secondo la metodologia di una moderna spending rewiew per far fronte non solo a situazioni di stress dei conti pubblici, ma soprattutto per comprendere quale sia l’effettivo ruolo e peso di un’attività economica, quale quella intitolabile alla Cultura, che attraversa svariate branche di attività della consueta nomenclatura statistica”, ha detto l’Assessore alla Cultura della Regione Marche, Pietro Marcolini. A livello nazionale, l’industria culturale frutta al Paese quasi il 5% della ricchezza pro119
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dotta (4,9%, per l’esattezza: 68 MLD di euro) e dà lavoro a un milione e mezzo di persone (il 5,7% dell’occupazione nazionale), superando, ad esempio, il settore della meccanica e dei mezzi di trasporto. È sicuramente questa la migliore risposta a chi sostiene che la cultura “non dà da mangiare. Lo studio è il primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura nell’economia nazionale. La ricerca smentisce chi descrive la cultura come un settore statico e rivolto al passato, inquadrandola invece come fattore trainante per molta parte dell’economia italiana, sicuramente una delle leve per ridare fiato ad un Paese in apnea. Basti guardare la tendenza del triennio nero 2007-2010: la crescita del valore aggiunto delle imprese del settore della cultura è stata del 3%, 10 volte tanto l’economia italiana nel suo complesso (+0,3%). Dato che si riflette sul numero di occupati: saliti di quasi un punto percentuale (+0,9%, +13 mila posti) a fronte della pesante flessione del 2,1% subita a livello complessivo. Ancora: il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2010 ha registrato un attivo per 13,7 miliardi di euro. A livello di economia complessiva, invece, la bilancia indicava -29,3 miliardi.
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L’export di cultura vale circa 30 miliardi di euro e rappresenta l’8,9% sull’export complessivo nazionale; l’import è pari a circa 16 miliardi di euro e costituisce il 4,5% del totale. Realtà marchigiane menzionate Tra gli enti e le aziende più illustri menzionate nello studio, le marchigiane sono numerose, citate per ragioni di lustro, prestigio e per l’unicità e l’originalità delle loro produzioni e per il loro potenziale comunicativo. • Le Marche come esempio, insieme alla Toscana, per la creatività dei territori del made in Italy, sia per quanto riguarda le calzature, che la moda e gli accessori. Un riferimento particolare, inoltre, viene fatto per l’artigianato d’eccellenza legato alla cultura; • La Comunità di Capodarco per la comunicazione nel sociale nell’ambito del Progetto Gaia; • Il Consorzio CIR33, che ha realizzato sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani e assimilati ha investito in comunicazione, realizzando il primo esempio di campagna infor-
mativa condotta in modo omogeneo su tutto il territorio consortile, con l’obiettivo di superare la frammentarietà territoriale e intraprendere un processo di comunicazione diretta col cittadino; • Il Sistema delle Città del vino, che nelle Marche conta realtà d’eccellenza; • Lo sceneggiatore Premio Oscar Dante Ferretti, la cui opera ha fatto scuola a livello internazionale; • La Rainbow, creatrice delle Winx, le fatine che solo in Italia fatturano 3 milioni di euro e di altri successi comeWinx Club, PopPixie, Monster Allergy, Huntik, Geronimo Stilton, i Cuccioli, Teen Days, Uffa che pazienza e i Gormiti. L’azienda ha prodotto lungometraggi animati e presto avvierà una Academy per formare professionisti dell’animazione. La Rainbow è citata anche per le sue capacità di sfruttare l’indotto derivato dall’animazione dopo aver creato un vero e proprio fenomeno mondiale del merchandising, con le fatine del Winx Club, ha da poco inaugurato il Rainbow Magicland, un parco a tema che segue il modello
degli Universal Studios negli Usa, che basa il successo su attrazioni che seguono i buoni esiti del cinema; • La fabrianese Elica viene indicata, oltre che leader mondiale per la produzione di cappe aspiranti e per le ottime condizioni di lavoro assicurate ai propri dipendenti, per il Premio d’Arte Contemporanea dedicato a Ermanno Casoli, promosso dal figlio Francesco, Vice Presidente dell’omonima Fondazione Casoli, al fine di realizzare nel distretto industriale in cui opera, un polo per l’arte contemporanea diffuso nel territorio.
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GLORIANAGAMBINI L’Assessore alla Cultura, Fundraising e Pari Opportunità di Pesaro: “le politiche culturali contribuiscono alla crescita civile di una comunità e contemporaneamente fanno da volano alle imprese operanti nel settore del turismo, ma anche a quelle artigianali e manifatturiere in genere” di A. Dachan
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ssessore Gambini, l’estate pesarese è stata particolarmente ricca di eventi: cosa può dirci della vivacità culturale di questa città? “Credo di poter individuare due elementi essenziali che stanno alla base di una buona ed efficace programmazione culturale comunale. Il primo fa riferimento alla capacità di interagire con unità d’intenti e senza inutili e dannose divisioni tra i vari livelli amministrativi, le istituzioni e le fondazioni culturali cittadine. Altro elemento decisivo è poi la continuità dell’azione nel tempo: non basta produrre e realizzare buone idee, occorre saperle far crescere nel tempo. A Pesaro cerchiamo piuttosto di rinnovare ed attualizzare costantemente le proposte nel solco delle importanti tradizioni culturali cittadine”.
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Può farci qualche esempio? “La mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro è giunta alla 47° edizione, Il Rossini Opera Festival alla 32° la Fondazione Rossini opera nel settore della ricerca musicale dall’immediato dopoguerra e si potrebbe continuare per la rassegna nazionale dei G.A.D. (Gruppi di arte drammatica) che si avviano alla 64° edizione, per il Festival dei Burattini e del Teatro per Ragazzi (B.O.F.) che si svolge da 24 anni. Siamo poi riusciti quest’anno a mettere in campo anche alcuni nuovi progetti, grazie al sostegno di sponsor privati, ma senza pesare sui bilanci comunali. Questa attenzione a lavorare non sull’”effimero” ma sul lungo periodo, fa sì che si creino circoli virtuosi ed effetti benefici a lungo raggio, che amplificano di anno in anno la capacità di richiamo del pubblico, la percezione di vivacità culturale e quindi l’iden-
tificazione del “prodotto” culturale con il territorio”. La cultura fa ricchezza: secondo i dati emersi da un recente studio della Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, Pesaro è quarta in Italia, con un valore aggiunto della cultura del + 7,5 per cento. Come commenta questo dato? “È in atto in tutto il Paese una profonda trasformazione dell’economia, in cui gli unici settori che crescono sono quelli della cultura e dei servizi alla persona. In alcuni territori, come il nostro poi, questo è più evidente perché da anni si investe in maniera strategica sulle attività culturali. Dovrebbe essere ormai a tutti chiaro che le politiche culturali, mentre da un lato contribuiscono in maniera sostanziale alla crescita civile di una comunità, contemporaneamente esercitano un’azione di stimolo, non solo per le imprese operanti nel settore del turismo, ma anche per le imprese artigianali e manifatturiere in genere”. Come si traduce, tutto questo, nel concreto? “La nostra ferma e convinta fiducia nel ruolo strategico delle politiche culturali nel quadro delle politiche economiche e di sviluppo cittadine ci spinge a proseguire nel promuovere e realizzare una diffusa presenza di attività ed eventi culturali nei più diversi settori, cercando di compensare gli effetti negativi e le innumerevoli difficoltà derivanti dalla contrazione di risorse umane e finanziarie negli enti locali, con la messa in campo di nuove e fruttuose relazioni tra pubblico e privato ed individuando nuovi modelli gestionali. Inoltre, stanno nascendo e si consolidano sempre più molte imprese, prevalentemente formate da giovani, che riescono a fondere in maniera innovativa arte, creatività e design, con la capacità di fare impresa, generando utili ed occupazione. È tramontata, si spera definitivamente, l’idea che le attività culturali possano esistere solo se sostenute economicamente da investimenti pubblici o da forme di mecenatismo ottocentesco e si fanno strada ottimi esempi di fruttuose collaborazioni tra pubblico e privato e nuovi modelli gestionali di servizi culturali. L’industria culturale non è un miraggio teorico”. In che modo l’Amministrazione comunale si impegna per sostenere la cultura e incoraggiare l’iniziativa personale e la creatività dei giovani? “Ogni iniziativa culturale viene accompagnata da un progetto legato al mondo della scuola. Se, ad esempio, sta per iniziare una rassegna teatrale, organizziamo iniziative che, per un’intera giornata, facciano stare gli attori a contatto con i giovani, attraverso laboratori, incontri e progetti mirati. In questo modo, prepariamo il terreno per il domani, facendo sentire la scuola protagonista di questo movimento artistico. Fare cultura in prima persona porta i ragazzi a capire che, ad esempio, il gioco della musica, può diventare, in futuro, una professione.
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DOSSIER: DISTRET TI Secondo Lei, questa grande ricchezza culturale, ha in qualche modo influenzato la creatività e l’inventiva degli imprenditori locali, che con le loro aziende hanno contribuito a fare la storia del made in Italy? “È una sorta di reciproco scambio: il territorio offre un contesto stimolante e allo stesso tempo si fa lustro delle grandi aziende che lo animano. Volendo fare un esempio su tutti, potremmo citare la grande realtà della Scavolini. L’azienda è entrata nella storia delle grandi d’Italia, grazie ad un prodotto eccellente e a campagne pubblicitarie vincenti; pur con le difficoltà che il settore sta vivendo, Scavolini continua ad operare con ottimismo e a investire molto in cultura, sponsorizzando eventi, squadre sportive ecc.”.
“È tramontata, si spera definitivamente, l’idea che le attività culturali possano esistere solo se sostenute economicamente da investimenti pubblici o da forme di mecenatismo ottocentesco e si fanno strada ottimi esempi di fruttuose collaborazioni tra pubblico e privato e nuovi modelli gestionali di servizi culturali”.
A settembre il capoluogo regionale ospiterà il XXV Congresso Eucaristico: cosa può dirci a proposito della devozione nella nostra regione? Che ruolo ha? “Da sempre le Marche hanno avuto un patrimonio di derivazione ecclesiastica importantissimo, di cui sono testimonianza viva le innumerevoli chiese, i monumenti, i dipinti sparsi sul territorio. Ci sono, inoltre, realtà come la ex chiesa della Maddalena e del Suffragio che sono state trasformate in centri d’arte, dove hanno luogo iniziative culturali che fondono l’ottica religiosa e quella culturale”.
L’ARTE CHE VIVE IN CITTÀ Le foto si riferiscono all’inaugurazione della mostra di Luigi Ontani, realizzata presso la suggestiva location del Centro Arti Visive Pescheria. La mostra e l'opera sono dedicate dall'artista a Gioacchino Rossini e al Rossini Opera Festival. Luigi Ontani è uno dei massimi esponenti nel panorama dell'arte contemporanea internazionale e Pesaro è molto "orgogliosa" di avere attualmente in corso (sino al 25 settembre) una mostra delle sue sculture più importanti negli spazi del Loggiato e della Ex- chiesa del Suffragio che compongono il Centro Arti visive Pescheria.
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“Le parole non bastano a descrivere la mia città, solo un soggiorno consente di goderne fino in fondo i colori e la musicalità” di A. Dachan
IRENE MANZI Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Macerata
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ssessore Manzi, a giugno si è svolto il 33° Pellegrinaggio Macerata Loreto, a settembre la nostra regione ospiterà il 25° Congresso Eucaristico: le Marche sono una regione con una grande devozione ... “La spiritualità riveste un ruolo molto importante nella storia di questa Regione, di cui si trova traccia nei tanti monumenti che abbelliscono le nostre città e negli itinerari che segnano il territorio. Penso, ad esempio, al progetto della Via Lauretana che il Comune di Tolentino, insieme ad altri Enti ed Istituzioni, sta portando avanti in questi mesi al fine di recuperare questo importante itinerario storico- religioso così legato all’identità di questa comunità”. A proposito di monumenti: qual è lo stato di conservazione di questo patrimonio? “Il patrimonio è stato intelligentemente recuperato in questi anni, grazie al concorso finanziario degli Enti pubblici ( Regione, Provincia, Comuni) al fine di mantenere e preservare un elemento importante dell’identità del territorio. Nella città di Macerata è in corso di recupero l’antica Chiesa di San Fillippo, gioiello
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barocco, lesionato dal terremoto del 1997, che grazie all’azione congiunta di Diocesi di Macerata e Regione Marche, speriamo di ridare quanto prima alla città”. Che rapporto hanno i cittadini con questi luoghi? “I cittadini sono senza dubbio legati a questi luoghi, che fanno parte della loro storia e tradizione. Alta è l’attenzione verso i progetti di restauro e recupero dei contenitori storici e religiosi”. Secondo lo studio “L’Italia che verrà”, realizzato da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, Macerata è decima a livello nazionale per l’incidenza dell’industria culturale sulla crescita dell’economia territoriale. Come commenta questo dato? “I dati forniti da Symbola sono importanti e significativi per la nostra città, non solo perché registrano un quadro incoraggiante e positivo, ma perché confermano la positività del percorso intrapreso in questi anni dalle istituzioni (penso alla Camera di Commercio con il suo progetto Macerata città della Cultura e al
recente progetto degli Stati Generali della Cultura, varato dall’Amministrazione comunale). Molto è stato fatto, dobbiamo proseguire lungo il percorso fin qui tracciato per far emergere in modo sempre più forte e convinto le potenzialità culturali di questa città e le prospettive che la cultura può offrire alla sua crescita, lavorativa ed economica”. In che modo l’Amministrazione Comunale è impegnata per sostenere la vivacità culturale del territorio? “In questi mesi stiamo cercando di favorire in modo sempre più accentuato la collaborazione tra le istituzioni e le associazioni che operano sul territorio. Macerata è caratterizzata da una profonda vivacità culturale ma, pur di-
sponendo di un’ampia e qualificata offerta, la città stenta ad affermare un’identità chiara e riconoscibile. E ciò è penalizzante: comporta mancate economie di scala, necessità di maggiori investimenti di risorse per promuovere la propria immagine, difficoltà, per il pubblico, di ricondurre in una cornice unitaria le tante proposte presenti. Ecco perché risulta importante far emergere alcuni elementi forti di questa offerta culturale: dalle eccellenze (Musicultura, Sferisterio Opera Festival), agli spazi storici significativi ( le piazze, i cortili storici, i teatri) per far sì che la città riscopra con consapevolezza la propria identità”. Qual è, secondo Lei, il fiore all’occhiello della cultura
maceratese? “La forza di questa città sta nell’estrema varietà culturale assicurata dalle tante associazioni che operano sul suo territorio; è difficile quindi ridurre ad un esempio soltanto le tante attività. Mi piace citare le due manifestazioni più importanti ospitate in città e riconosciute a livello nazionale: lo Sferisterio Opera Festival con la sua stagione lirica e Musicultura con la sua qualificata offerta di musica popolare e d’autore. Ma non solo questa città ospita delle eccellenze culturali di primo piano: è il caso, ad esempio, del Master in illustrazione per l’Editoria, attivato presso la locale Accademia di Belle Arti, che ogni anno coinvolge i più importanti illustratori mondiali nella formazione di
giovani e qualificati talenti”. Visto che ci siamo, vogliamo avvalerci della Sua esperienza di ricercatrice e studiosa: come racconterebbe Macerata a chi non ha ancora avuto il piacere di visitarla? “Macerata unisce in sé tanti elementi: la storia e la tradizione di un centro urbano molto antico, la dolcezza di un panorama che spazia dal mare verso i monti, la bellezza di una città ricca di monumenti storici e architettonici. Le parole non bastano a descriverla, solo un soggiorno consente di godere fino in fondo i colori e musicalità della mia città”.
“Macerata è caratterizzata da una profonda vivacità culturale ma, pur disponendo di un’ampia e qualificata offerta, la città stenta ad affermare un’identità chiara e riconoscibile” 127
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Per Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, “il futuro della nostra economia passa attraverso la gestione efficace dei distretti, lo sviluppo delle reti e dell’integrazione delle imprese”
ATTENZIONE AL FUTURO DELL’ECONOMIA REALE di J. Celant
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l futuro della nostra economia è fortemente legato ai livelli di competitività del sistema Italia”.
Perché? “Osservando l’evoluzione delle economie mondiali e dei fattori che determinano il successo di talune di esse, dobbiamo rilevare che risulteranno vincenti quei Paesi che dispongono maggiormente di disponibilità quantitativa di forza lavoro a basso costo, di livelli elevati di scolarizzazione e di un costo più contenuto delle risorse energetiche”. L’Italia non ha queste caratteristiche? “Noi potremmo disporre di una buona scolarizzazione, ma non certo di disponibilità di forza lavoro a basso costo o di risorse a condizioni competitive!”. Lei ci sta prospettando un quadro non proprio entusiasmante… “La situazione è senza dubbio seria, con un settore manifatturiero e industriale tendenzialmente in declino. Se altri settori non avranno la forza di colmare questo decadimento, l’economia italiana è destinata a perdere posizioni nel contesto internazionale e a ridurre il processo di crescita, se non a registrare processi di contrazione del reddito”.
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E come si potrà equilibrare le difficoltà della nostra industria manifatturiera? “In presenza di risorse limitate ritengo che si debba perseguire strategie di “specializzazione”, di “integrazione” e una seria politica in un’ottica “dimensionale” dell’azienda”. Cioè? “Indirizzando le risorse e lo sviluppo del knowhow (vale a dire le conoscenze) su quei settori che rappresentano eccellenze, dove per caratteristiche endogene e per motivi storici disponiamo di punti di forza che costituiscono delle barriere all’entrata, oppure queste si possono fortificare attraverso politiche e strategie di crescita”. Quali sono questi settori? “Penso al turismo, al lusso, all’agroalimentare, all’energetico, a diversi settori della meccanica, della mecatronica, delle costruzioni, della nautica, al mondo dei servizi. A questo proposito si rendono necessarie un’attenta analisi e una puntuale pianificazione di medio e lungo periodo dei settori economici sui quali concentrare la strategia della “specializzazione” e degli strumenti con cui far leva per sviluppare l’”integrazione””. Quindi un’attività di pianificazione finalizzata anche all’integrazione?
“La pianificazione dovrebbe orientare le politiche fiscali e monetarie da adottare per favorire una più veloce crescita della competitività e l’integrazione tra le aziende appartenenti ai settori che presentano maggiori possibilità di sviluppo, alla luce di quanto detto poc’anzi”. Mi pare di capire che Lei faccia parte di quella schiera di autorevoli osservatori per i quali i processi aggregativi delle nostre Pmi siano ormai un passaggio obbligato. “Il discorso è questo: poiché la nostra economia è fortemente caratterizzata da piccole aziende (non dimentichiamo infatti che il 94 per cento del numero delle aziende ha meno di 10 dipendenti) è attraverso lo sviluppo delle reti e successivamente con le integrazioni societarie che si supera il problema dimensionale. Il tutto con un unico scopo: realizzare quelle economie di scala necessarie a favorire le strutturazioni aziendali per poter aggredire la domanda estera ed affrontare programmi di investimento di sviluppo, di marketing e di comunicazione indispensabili per migliorare la competitività”. Chi dovrebbe attivarsi per stimolare ed organizzare tali processi? “Una volta delineate strategia e politiche di medio e lungo periodo a livello centrale, la palla passa alle Regioni, che a mio avviso sono proprio i soggetti deputati a realizzare le integrazioni nella forma che definirei classica, cioè quella dei distretti”. Il distretto può essere considerato tuttora uno strumento efficace? “Il distretto territoriale o di settore si presenta come lo strumento strategico sul quale dovranno essere indirizzate le stra-
tegie di specializzazione e di integrazione. È in questo contesto che si può realizzare l’incontro tra pubblico e privato; è sulle caratteristiche specifiche del territorio e del settore che si possono concentrare le analisi dei punti di forza e di debolezza ed individuare strategie, progetti di sviluppo e pianificazione attorno ai quali gli operatori pubblici e privati possono essere chiamati a svolgere in modo sinergico e qualificato un ruolo realizzativo”. Rapporto tra pubblico e privato, appunto. Ma è sempre possibile? “Se il focus è rappresentato dal territorio o dal settore, i diversi ruoli - imprenditoriale, finanziario, politico, culturale e formativo - si possono, anzi si devono comporre, proprio su di un terreno operativo”. Lei ha accennato al ruolo della finanza. “Oggigiorno le economie sono pressate da problemi finanziari di breve periodo dove il debito pubblico rappresenta la variabile critica per il risanamento. La rimodulazione temporale del debito, accompagnata da manovre dirette a ridurre la spesa pubblica, produce una riduzione dei fabbisogni futuri, ma di pari passo non deve rallentare il flusso delle entrate. Quest’ultimo elemento è correlato alla pressione fiscale e all’andamento dell’economia reale. Se il sistema riduce la sua crescita - che dipende dall’economia reale - anche la manovra finanziaria sul lungo periodo risulterà meno efficace. L’esempio della Grecia può essere di grande insegnamento”.
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Dario Musolino Ricercatore in economia territoriale ed economia del lavoro, Università Bocconi, Milano. Collabora con il CERTeT e il Gruppo Clas (società di ricerca e consulenza con sede a Milano) dal 2006-2007. Dal 2000 al 2004 poi lavora presso il Politecnico di Milano, presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, occupandosi di economia territoriale, con particolare riferimento alle metodologie di valutazione di impatto territoriale e all’economia urbana e collabora alla docenza nel corso di Economie e politiche urbane in Europa (corso di laurea in Architettura presso la Facoltà di Architettura).
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ottor Musolino, Lei ha curato, per la Fondazione Fiera di Milano, una pubblicazione sul distretto del mobile nel Pesarese. In che contesto è nato questo studio? “E’ nata nel contesto di un progetto di ricerca svolto dal CERTeT Bocconi per la Fondazione Fiera Milano su alcuni distretti italiani (legno-arredo in Brianza; occhiale a Belluno; tessile-abbigliamento a Prato; tessile a Biella, distretto serico comasco), trattati come casi studio, con analisi di tipo quantitativo (questionnaire survey alle PMI) e con approfondimenti di natura qualitativa (es., interviste dirette alle leader e agli osservatori privilegiati)”. Qual è il quadro che è emerso rispetto alla realtà distrettuale esaminata? “Da quello studio è emer-
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IL DISTRETTO DEL MOBILE NEL PESARESE Una fotografia con luci e ombre dalle pagine di una pubblicazione della Fondazione Fiera di Milano, curata dal Dottor Dario Musolino: filiera, qualità e flessibilità i punti di forza dell’indotto. La crisi ha rallentato la spinta verso l’internazionalizzazione di A. Dachan
so un quadro di un distretto che, pur mantenendo le sue storiche specializzazioni (es. cucine, armadiature) e la sua compattezza territoriale, era in forte cambiamento, sotto la spinta di due driver, due “imperativi” a cui obbedire per sopravvivere: la ricerca della qualità del prodotto e del servizio, l’internazionalizzazione. Il cambiamento era osservabile attraverso diversi fenomeni: le strategie di riposizionamento su fasce più alte, i processi di integrazione/concentrazione orizzontale e verticale, l’allungamento delle reti di fornitura (in particolare, per input standard), il potenziamento della fase di vendita (per esempio, la realizzazione di negozi monomarca da parte delle leader del segmento cucine), la ricerca di nuove nicchie di mercato (arredi per la nautica, arredo per negozi, contract, ecc. ), il crescente
sforzo per innovare (in particolare nel design, ma non solo). Una serie di cambiamenti che avevano tra l’altro il risultato di un progressivo ridimensionamento numerico del distretto, inducendo i “pezzi più deboli” a chiudere ed esaltando il ruolo e la posizione delle – generalmente medie - imprese di produzione finale ed intermedia di maggiore eccellenza”. A distanza di circa quattro anni, ritiene che ci siano stati cambiamenti radicali? “Le dinamiche che avevamo osservato con le nostre indagini sono di natura strutturale. Essendo peraltro dinamiche che spesso investono più in generale le imprese di questo settore, anche in altre realtà territoriali e più generale le imprese italiane in questa fase storica, è difficile credere che certe tendenze
abbiano cambiato segno in pochi anni”. Rispetto ad altri distretti italiani del mobile, quali sono le peculiarità di Pesaro? Quali i punti di forza e/o debolezza? “Tra i punti di forza, peculiari, del distretto, sono emerse la completezza delle fasi produttive (un distretto in cui si trova tutto!), la grande flessibilità dei fornitori, la presenza di segmenti di specializzazioni forti e competitivi (cucine, armadiature) e di eccellenze di nicchia di rilevo, nel contesto nazionale ed internazionale (per esempio, nel vetro per l’arredamento). Tra i limiti, la più ridotta proiezione internazionale rispetto agli altri distretti italiani del mobile (Pesaro storicamente si era sviluppato sul mercato interno, in particolare del Centro-Sud), e l’organizzazione e strutturazione delle fasi
Il libro “Il distretto del mobile di Pesaro tra dinamismo e continuità” A cura di Dario Musolino Quaderni Fondazione Fiera Milano Libri Scheiwiller
Foto Musolino
di commercializzazione e distribuzione generalmente più modesta”.
mantengono diverse forniture nel distretto, a riprova della “tenuta” del distretto …”
nalizzazione del distretto che sembrava prospettarsi dalle nostre indagini”.
Quanto incide la forza della filiera sul posizionamento di Pesaro come una delle realtà nazionali che fanno da volano al made in Italy? “Dall’indagine la filiera produttiva locale è emersa come un fattore molto importante di competitività. La filiera produttiva del mobile pesarese, nelle sue varie fasi a monte e a valle, è, infatti, completa, ha dei produttori intermedi (per esempio, nella produzione di componenti semilavorati, come antine, top, mensole) che sono cresciuti negli anni e a loro volta si sono sviluppati fuori dal distretto ed è ricca di piccoli fornitori “su misura”, di qualità. Alcune delle imprese leader del distretto, pur avendo ormai una rete di fornitura di livello globale,
La pubblicazione offre spunti sulle sfide che il distretto avrebbe dovuto affrontare nel quinquennio successivo, in particolare, indica l’internazionalizzazione come scommessa da vincere. Alla luce dei dati in vostro possesso, questa scommessa è stata vinta? “Dai dati disponibili, si rileva che la crisi del 2008 ha colpito in modo significativo le esportazioni del distretto (tra il 2008 e il 2009 l’export del comparto mobili della provincia pesarese si è ridotto del 32% - Fonte: Istat-coeweb). Vi è stato un certo recupero nel 2010, ma si è ancora distanti dai livelli pre-crisi. La crisi ha quindi probabilmente bloccato, quanto meno rallentato, la spinta verso l’internazio-
Da “osservatore esterno”, che idea si è fatto rispetto alla realtà delle aziende marchigiane? “Dall’esame del distretto pesarese sono emerse parecchie aziende competitive, appartenenti spesso al miglior capitalismo familiare italiano, con grande potenziale innovativo, ben radicate nel tessuto produttivo e sociale del territorio regionale, che di suo offre istituzioni locali attente alle problematiche delle imprese e una qualità della vita elevata, che ovviamente non può che favorire l’attrattività dell’area e l’efficienza dei processi produttivi”.
lenza, non amino mettere in risalto la propria origine? “Penso che dipenda da una sorta di “complesso di inferiorità”, da parte degli operatori del mobile pesarese rispetto ai più blasonati distretti veneti e lombardi del mobile. Una “immagine” di sé come produttori di mobili “inferiori” per qualità ad altri produttori italiani oggi probabilmente non più motivata, che aveva ragion d’essere in alcuni dei punti di debolezza visti in precedenza, ma appunto ormai superati, almeno con riferimento ai principali e più dinamici protagonisti imprenditoriali del distretto”.
Come giudica il fatto che molte di queste aziende, pur nascendo in contesti d’eccel-
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DOSSIER: DISTRET TI
Il distretto calzaturiero di Fermo-Macerata risulta il migliore tra quelli della Moda sotto il profilo economicofinanziario, mentre quello del cappello di Montappone e Massa Fermana dimostra una grande propensione alla vendita sui mercati esteri: lo rivela un progetto di analisi dei Distretti della Moda ideato e realizzato da UniCredit e Federazione dei Distretti Italiani
I DISTRETTI DELLA MODA NELLE MARCHE
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ono due aree di importanza vitale per l’economia regionale delle Marche, due distretti rappresentativi di un settore fondamentale per il sistema industriale italiano: il Distretto calzaturiero di Fermo e il Distretto del cappello di Montappone e Massa Fermana. Proprio da fermo ha preso il via il tour di presentazione del progetto “I Distretti della Moda – Un viaggio lungo 12 distretti per un progetto al servizio dei territori” ideato e realizzato da Uni Credit e Federazione dei Distretti Italiani della Moda. Il convegno, tenutosi presso la Camera di Commercio di Fermo, è stato introdotto da Saverio Misto della Federazione dei Distretti Italiani e da Luca Lorenzi, Responsabile di Territorio Centro Nord di UniCredit, preceduti dai saluti istituzionali del Presidente della Camera di Commercio Graziano Di Battista. L’indagine, un lavoro qualiquantitativo basato su colloqui e interviste con opinion leader locali e su analisi dei principali indicatori di bilancio di un campione di oltre 250 aziende, ha messo in luce i punti di forza e le aree di miglioramento, con l’obiettivo di individuare linee di intervento per lo sviluppo strategico dei distretti. Per quanto riguarda il Distretto calzaturiero fermano maceratese,
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costituito da 2.700 aziende per lo più di piccola e piccolissima dimensione sono emersi brillanti risultati ottenuti sul versante della strategia, in particolare modo in termini di: - riposizionamento strategico: il distretto ha dimostrato lungimiranza e prontezza nel cogliere i mutamenti di scenario, focalizzandosi su segmenti ‘medio-fine’ e ‘fine’ e risultando secondo, in ambito nazionale, solo al distretto toscano di Santa Croce; - internazionalizzazione: grande capacità di aprirsi ai mercati internazionali, con la quota di export più alta tra i distretti analizzati (80%); - politiche di marca: alcune imprese leader hanno saputo creare brand distintivi grazie ad attente strategie di marketing, dimostrando una buona capacità di individuare e seguire prontamente le tendenze del mercato; Il distretto di Fermo ha poi registrato il miglior risultato, tra i distretti analizzati, dal lato economico-finanziario: dati positivi sono stati evidenziati sia sul piano dell’efficienza (ROI medio per il periodo 2005-2009 al 10,5%, primo in Italia) che su quello della performance (fatturati in crescita annua del 7,1%). A trainare il risultato le imprese più grandi, con redditività tripla e produttività di 5 volte superiore rispet-
to alle imprese di piccola dimensione. Da segnalare poi la solidità in termini di sostenibilità finanziaria del distretto: l’indicatore di sostenibilità finanziaria, dato dal rapporto tra Posizione Finanziaria Netta e Ebitda, si attesta a 0,8 (miglior risultato tra tutti i distretti analizzati dalla ricerca). A tale risultato fa, però, da contraltare una diffusa criticità inerente la capitalizzazione delle imprese, riguardante soprattutto le aziende di piccola dimensione (il 59% delle imprese del campione analizzato risulta sottocapitalizzato). Per quel che riguarda il Distretto del cappello di Montappone e Massa Fermana, che raggruppa 60 imprese di piccole dimensioni e 40 imprese dell’indotto, l’analisi ha evidenziato, quali aspetti virtuosi: - reti fornitura estese: le reti di fornitura si allungano al di fuori del distretto e all’estero (sourcing di materie prime e semilavorati dai mercati asiatici) mantenendo però le competenze del territorio; - internazionalizzazione: quota di export elevata (circa 60%) indice di una buona propensione dei produttori locali a vendere sui mercati internazionali. L’analisi quantitativa dei bilanci segnala, quali ulteriori punti di forza per le imprese del distretto di Montappone, la capacità delle imprese di riuscire a mantenere i livelli di marginalità lorda nonostante la crisi (Ebitda al 9,7% e tasso di crescita del fatturato in positivo) e un buon livello medio di capitalizzazione. Sul fronte delle criticità emerse si segnalano una debole propensione all’innovazione e una mancanza di fenomeni di marca riconosciuti dal mercato. “Quest’iniziativa è la testimonianza –
ha dichiarato Luca Lorenzi, Responsabile del Territorio Centro Nord di UniCredit – dell’attenzione di UniCredit nei confronti dei distretti, vera ossatura portante dell’economia del territorio. I distretti della moda marchigiani rappresentano poi un esempio di eccellenza del capitalismo della piccola impresa e del territorio. E’ bene però che questi distretti siano reattivi di fronte al mutato scenario globale e, in un’ottica di maggiore collaborazione, sappiano aprire le proprie filiere per meglio approcciare i mercati esteri ad elevato tasso di crescita”. “Il cambiamento deve essere visto come una grande opportunità – ha dichiarato il Presidente della Federazione dei Distretti Italiani Valter Taranzano – e due dei distretti storici italiani che per primi si sono internazionalizzati devono continuare a dimostrare di investire nelle reti e nelle filiere aperte”. Nel corso dell’incontro sono poi stati affrontate, con il contributo di imprenditori marchigiani e di specialisti UniCredit, tematiche correlate come le Reti d’Impresa, individuate come strumento utile a far convivere tradizione produttiva e innovamento, e l’Internazionalizzazione, con la presentazione di “Destinazione Cina”, un’iniziativa a supporto dell’export del settore fashion&luxury verso il Paese asiatico.
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DOSSIER: DISTRET TI
Il Presidente della Proloco Aldo Belmonti: “L’incidenza dell’industria della fisarmonica si attesta al 6/8 per cento; qui si costruiscono anche chitarre, organi, tastiere, apparecchiature elettroniche musicali, accessori ...” di: L. Osmani
CASTELFIDARDO: IL DISTRETTO DELLA MUSICA
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residente Belmonti, quando si pensa a Castelfidardo, la prima immagine che viene in mente è quella di una fisarmonica. Come dire, questo prodotto d’eccellenza è diventato la bandiera del territorio? “La fisarmonica (e anche l’organetto, suo antenato ancora vivo e presente), è lo strumento che ha accompagnato tutti gli italiani nelle loro peregrinazioni nel mondo e la sua voce si è fatta ben volere indistintamente da tutti, sia nella gioia, che nel dolore. È uno strumento che è stato ed è presente nei più svariati generi musicali; per questo, in ogni angolo del mondo, dall’Alaska, alla terra del fuoco, da Adelaide a Tokio, quando si dice fisarmonica ( o organetto ) viene spontaneo dire Castelfidardo, la città dove viene fabbricata e questo è certamente motivo di grande orgoglio”. Dall’antica tradizione artigianale delle piccole botteghe, si è passati a un indotto ben strutturato. Cosa può dirci a questo proposito? “Il mondo va avanti, così pure la tecnologia.
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Qui bisognerebbe aprire un argomento difficile per la continuità della costruzione di questo strumento. Bisognerebbe chiamare in causa le istituzioni, la scuola e i costruttori stessi, con stage appropriati per avere un futuro e interessare i giovani. Oggi l’incidenza dell’industria della fisarmonica a Castelfidardo, fatta cento l’economia della città, si attesta circa al 6/8 per cento, quindi, tutto deve essere ben strutturato ed efficiente per quelle poche ditte che sono rimaste e per le richieste di materiali specifici per quelle che non sono in loco. Tutto questo però ha fatto sparire la magica atmosfera che si respirava quando erano operative le tantissime botteghe artigiane, i garage sotto casa, da dove camminando per la città si sentivano provenire miriadi di suoni di chi intonava, di chi ripassava, odore di colla e sottili sferragliamenti di chi costruiva le tantissime parti minute che compongono la fisarmonica”. Oltre a creare occupazione e ricchezza, l’arte della fisarmonica è diventata un vero volano per le iniziative culturali. Vuole farci un quadro della situazione? (mostre, festival ecc..)
Il distretto della musica di Castelfidardo Dal 1863, quando Paolo Soprani iniziò la costruzione dell’organetto, è il distretto d’Italia più importante e famoso in tutto il mondo per la produzione di fisarmoniche made in Italy. Si è affermato soprattutto nel periodo compreso tra le due guerre e nel secondo dopoguerra ha goduto di una vera e propria età dell’oro, grazie agli emigrati italiani negli Stati Uniti. Il distretto ha superato il momento di crisi che lo ha colpito negli anni passati ed oggi esporta il 95% della produzione locale. Il vero problema si è trasferito sul versante occupazionale: il punto critico riguarda il trasferimento tecnico delle competenze. L’apprendistato, in questo settore, è fondamentale e per ottenere una manualità consapevole ed esperta, ci vogliono almeno sette anni. Info su: www.proloco-castelfidardo.it www fisarmonica-castlfidardo.com
“Castelfidardo è di per sé la città della musica, ma non solo per la fisarmonica: vi si costruiscono, infatti, chitarre, organi, tastiere, apparecchiature elettroniche musicali, accessori, etc. È qui presente il più interessante e importante Museo Internazionale della Fisarmonica, con pezzi rarissimi e di gran pregio. È presente anche il Museo del Risorgimento. È una città viva, che durante l’anno si veste di musica e cultura. L’auditorium San Francesco per due terzi dell’anno ospita mostre di pittura, di fotografia, a temi vari. Si organizzano concerti di tutti i generi musicali, possibilmente con la presenza della fisarmonica, giornate musicali con gemellaggi fra musei (Musei & Musica). In estate, a luglio ed agosto, tutti i giovedì c’è l’“InGirogustando”, evento enogastronomico, accomunato ad eventi musicali nel centro storico. Il top delle iniziative comunque, è la settimana del Festival Internazionale della Fisarmonica, che quest’anno si tiene a fine settembre, dove più di 300 partecipanti che si contendono il titolo e da dove sono emersi i più grandi fisarmonicisti mondiali”. Ma Castelfidardo ha anche altri mille volti da scoprire. Che tour consiglierebbe a chi ancora non ha avuto il piacere di visitarla? “Se si vuol scoprire tutta Castelfidardo, possibilmente, è consigliabile un tour di una giornata. Per prima cosa visita al museo della fisarmonica in tutti i suoi aspetti e reparti. Una capatina
alla cripta della Collegiata (Chiesa S. Stefano) e poi una visita al Museo del Risorgimento. Si continua camminando per la città verso il “Monumento alla fisarmonica e al lavoro” davanti al Palazzo Paolo Soprani, per poi arrivare al grande parco che racchiude il Monumento al Generale Cialdini e ai vittoriosi della Battaglia per l’unità di Italia. A pranzo in una trattoria cittadina per assaporare le prelibatezze enogastronomiche del territorio e a seguire visita ad una fabbrica di fisarmoniche con piccola dimostrazione musicale. Prima di lasciare Castelfidardo scoprire il gusto e i sapori in una cantina della zona con degustazione”. Lo scorso maggio per Castelfidardo è passato anche il Giro d’Italia. Cosa vi ha lasciato questa esperienza? “È stata un’esperienza devastante, in senso buono. Enorme visibilità per la città, un immenso pubblico, uno stretto contatto con i campioni del ciclismo, una positiva risposta fra istituzioni, industria, commercio, associazioni e privati. Una città tutta vestita di rosa consapevole di assaporare un evento che non si sa quando potrà accadere di nuovo”.
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DOSSIER: DISTRET TI
FILIERA TURISTICO CULTURALE AMBIENTALE Firmato ad Ancona il “Documento delle Regioni dell’Italia di Mezzo”. L’Assessore Regionale al Turismo Serenella Moroder: “Anche in questo settore è necessario fare squadra”
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u invito dell’Assessore Regionale al Turismo Serenella Moroder, si sono riuniti ad Ancona, il 29 luglio scorso, i suoi omologhi del Centro Italia: Cristina Scaletti della Toscana, Fabrizio Bracco dell’Umbria, Maurizio Melucci dell’Emilia Romagna, e Mauro Di Dalmazio dell’Abruzzo. L’incontro è stato pensato e voluto per definire una collaborazione tra Regioni che hanno un’identità economico-sociale similare con punti di forza comuni, quali: il tessuto produttivo fondato sulla piccola e media impresa e sui distretti industriali, lo straordinario patrimonio culturale diffuso sul territorio, l’ambiente naturale di fascino, il turismo, in particolare come attività produttiva di primissimo rilievo e chiave di volta del futuro sviluppo. Un’area, quindi, non solo geografica ma anche storicoculturale, che deve sempre più attrezzarsi per superare la crisi economica e competere con successo. “Accanto alle iniziative già avviate in altri settori per collaborazioni comuni – ha detto l’assessore Moroder - appare necessario fare ‘squadra’ anche nel settore del turismo, in un momento in cui la competizione globale e lo sviluppo dei flussi turistici, anche da Paesi e aree cosiddetti ‘emergenti’, spingono per l’offerta di prodotti diversificati e integrati, sia dal punto di vista geomorfologico (costaentroterra), che di quello tipologico (culturale, enogastronomico, religioso)”. Dalla riunione è scaturito un documento in cui sono state avanzate una serie di proposte, a cominciare dalle attività di promozione internazionale integrata, da realizzare in collaborazione con l’ENIT, al progetto “Le Vie del Gusto”, di cui la Regione Marche è capofila, che prevede la realizzazione di percorsi enogastronomici, la promozione delle eccellenze agroalimentari, la salvaguardia della tradizione gastronomica del territorio. Proposta anche la realizzazione di una filiera turistico-culturale-ambientale, alla luce dei dati sempre più lusinghieri degli ultimi anni che premiano il segmento del turismo culturale, in grado di generare un’offerta più competitiva, attraverso la realizzazione di itinerari tematici tra le regioni.
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INNOVAZIONE
RIORGANIZZARE IN TEMPI BREVI LA PROPRIA RETE COMMERCIALE? SI PUÒ, RISPARMIANDO
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ggi ghd - fondata nel 2001 in Gran Bretagna (nello Yorkshire) – è leader nel mercato dell’acconciatura a caldo, grazie soprattutto ad un prodotto (la styler) diffuso ormai in tutto il mondo. La struttura italiana del gruppo, affidandosi a Zucchetti Centro Sistemi, è riuscita a razionalizzare i propri processi interni, con notevoli economie in termini di efficienza e di organizzazione Negli ultimi anni l’azienda è riuscita ad innovare ed ampliare notevolmente il proprio catalogo, con prodotti di cosmesi per capelli, spazzole e pettini e puntando fortemente su qualificati percorsi di formazione professionale. Risale alla fine del 2004 lo sbarco in Italia con una propria filiale - gestita dall’amministratore delegato Loriano Cuccoli – sin da allora affiancata da Zucchetti Centro Sistemi. Perché questo partner? Il motivo è semplice: l’incremento di fatturato e dei prodotti offerti, nonché l’ampliamento della rete di vendita hanno manifestato l’esigenza di fornire ai propri agenti uno strumento innovativo che da un lato permettesse agli stessi di essere più autonomi, produttivi ed efficaci, dall’altro di armonizzare il flusso delle informazioni tra la sede e la singola forza vendita. Analizzate le esigenze di ghd, Zucchetti Centro Sistemi ha proposto con successo la Mobile SFA di Cassiopea, con l’aggiunta di alcune personalizzazioni richieste dal cliente. In sostanza, si tratta di un prodotto web, utilizzabile attraverso tablet PC e collegato al proprio gestionale, che permette agli agenti di sfogliare il catalogo prodotti e compilare gli ordini, avendo sempre a disposizione tutte le informazioni relative agli articoli. Inoltre la
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Mobile SFA di Cassiopea ha fornito ulteriori servizi aggiuntivi: gestione del planning degli agenti e giro visite, informazioni sui clienti, situazione ordini e consegne, gestione di allegati (documenti, file multimediali e contratti), statistiche di vendita. “Eravamo alla ricerca di un prodotto web che permettesse ai nostri agenti di accedere a tutta una serie di informazioni aziendali attraverso tablet PC. ZCS ha risposto ottimamente alle nostre richieste, fornendoci uno strumento innovativo, di facile consultazione ed accattivante. La Mobile SFA di ZCS, inoltre, ha apportato del valore aggiunto all’attività della nostra forza vendite migliorando anche la qualità del servizio svolto presso i nostri clienti. Rendendo gli agenti più autonomi, poi, la Mobile SFA ha comportato economie in termini di efficienza ed organizzazione”.
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AUTO
FERRARI ETERNITÀ Come sarà nel futuro la Rossa del cavallino? Chiedetelo ai giovani designer coreani vincitori del premio Ferrari World Design Contest di J. Celant
È
la Corea ad aggiudicarsi il primo premio del Ferrari World Design Contest, che ha coinvolto 50 prestigiose scuole e università di tutto il mondo, impegnate a disegnare e immaginare la Rossa del futuro. Una sfida per reinventare la hypercar del cavallino e fornire agli uomini di Maranello una nuova finestra sul mondo e sui giovani. Tra i 400 progetti presentati e i sette finalisti, hanno prevalso gli studenti della scuola di Hongik di Seul, che hanno conquistato il primo
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posto con il modello Eternità realizzato da Kim Cheong Ju, Ahn Dre e Lee Sahngseok. Si tratta del concept, in scala, di una super barchetta biposto, con superfici leggere a strati di carbonio, ispirata al tradizionale design della Formula 1 della Ferrari: in questo progetto gli studenti si sono dedicati in particolare all'aspetto dell'efficienza e ripongono un gruppo propulsore innovativo, composto da superfici di carbonio a strati leggeri, un sistema di immagazzinamento dell'energia del volano e
un motore superconduttore potente e ad alta efficienza, con un generatore di idrogeno. Eternità ha anche vinto un premio speciale di Autodesk, il colosso del software di progettazione, partner del contest di Ferrari. I giovani designer dopo aver affrontato una prima fase di ricerca di stile 2D hanno realizzato i modelli sia in 3D con Autodesk Alias che un modello fisico in scala 1:4, curando in particolare i dettagli e lo sviluppo della vettura, senza tralasciare gli aspetti funzionali. I tre premi
finali sono stati consegnati dal Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, dall'Amministratore Delegato Amedeo Felisa e da Paolo Pininfarina, presidente del gruppo Pininfarina, storico partner per lo stile della Ferrari con oltre 60 anni di collaborazione, e da Flavio Manzoni, direttore del centro Stile Ferrari, organizzatore del concorso. A questi studenti vanno premi in denaro e uno stage presso il Centro Stile della Ferrari.
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Infatti, così come attribuiamo fortuna e successo a chi viaggia a bordo di una bella automobile, altrettanto accade per le pubblicità: il mezzo è il messaggio e una rivista esclusiva contribuisce ad aumentare la qualità percepita di un prodotto. Quando scegli una pubblicità perciò, pensa a quello che vorresti per te e smetti di farla viaggiare solo su mezzi affollati, dove si sta stretti.
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LO STILE NELLA TUA CITTÀ Per avere il look perfetto in ogni occasione, bisogna iniziare dalla giusta acconciatura. Ma come scegliere il taglio e il colore che ci valorizza di più? Lo abbiamo chiesto ad un maestro in fatto di capelli, Marco Domenichelli, titolare del Brand DM
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l Brand DM è sinonimo di stile e originalità: come è iniziata la Sua avventura nel mondo della moda? “Per me la moda è sempre stata un’autentica passione, che ho coltivato nel tempo e a cui continuo a dedicarmi ogni giorno con lo stesso entusiasmo. Sono già trent’anni che lavoro come parrucchiere; pensi che ho iniziato a soli tredici anni. Per me essere parrucchiere significa mettere creatività, inventiva, intuizione e sensibilità in ogni servizio, partendo dal presupposto di base che è il rispetto per la natura della persona che si affida al nostro stile. Questa consapevolezza mi ha spinto a viaggiare molto alla ricerca di nuove idee, nuovi spunti e diversi punti di vista, confrontandomi con i migliori parrucchieri che operano su Londra, Parigi e New York ”. Quando ha aperto il Suo primo Salone? “Nel 1993, ad Ancona con l’importante appoggio e il contributo di collaboratori che, come me, hanno creduto in questo progetto, che coniuga stile e creatività e mette al centro la bellezza. Mia sorella Donatella, insieme a Sonia Serenelli, si occupano
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da sempre del coordinamento delle attività e, grazie al lavoro di squadra, alla condivisione dei valori e soprattutto alla continua formazione di tutto lo staff, con sacrificio e tenacia abbiamo migliorato la nostra professionalità. Nel 2005, abbiamo aperto il secondo salone in via del Conero, avvalendomi della più che ventennale e apprezzata esperienza di Morena Iobbi; nel 2008 è arrivato il terzo DM Point, in via Valenti, coordinato con originalità e successo dal responsabile Mauro Campanari”. Tre negozi e un team di creativi… “Sì, la creatività è un trait-d’union nel nostro lavoro, così come l’armonia e lo spirito di affiatamento. In questo clima riusciamo a lavorare bene e ad offrire ai nostri clienti efficienza e originalità”. A proposito di originalità, da cosa trae ispirazione per creare le nuove “collezioni”? “L’ispirazione può venire da varie fonti, bisogna guardarsi intorno, aprirsi alle novità, avere la sensibilità di cogliere e anticipare
i cambiamenti, le nuove tendenze. Nel nostro lavoro, proprio per questo, è fondamentale la formazione. Tutti i miei collaboratori seguono, durante l’anno, corsi di formazione sui nuovi trend e sulle nuove tecniche. La nostra forza sta proprio in questo: siamo un team affiatato e in sintonia e con noi i clienti sanno di poter trovare sempre l’innovazione”. Anticipare gli stili e puntare sulla qualità: come si traduce tutto ciò nel vostro lavoro? “Abbiamo adottato un metodo di lavoro frequentando ogni anno, con assiduità corsi di formazione e collezioni moda presso l’accademia Aldo Coppola di Milano, che si basa principalmente sull’uso di ritrovati naturali, che offrono un’ottima resa rispettando l’armonia e l’equilibrio dei capelli. La scelta dei giusti prodotti, è, infatti, fondamentale, proprio per questo, ho creato una linea di prodotti completamente naturali Che differenze ci sono tra la clientela maschile e quella femminile?
“Non parlerei di differenze, ma di attenzioni. Con il nostro lavoro aiutiamo le persone a rispecchiarsi in un’immagine in cui si riconoscono, in cui si sentono a proprio agio, si piacciono. Nel nostro stile non stravolgiamo mai la natura di una persona, ma cerchiamo di valorizzarne la sua bellezza più autentica e questo è molto apprezzato, perché stare bene con se stessi e ritrovare la propria armonia, anche attraverso il giusto taglio e un colore in equilibrio con i propri lineamenti e tratti somatici, non ha prezzo. In ognuno dei nostri saloni c’è un responsabile che si occupa esclusivamente del settore maschile per soddisfarne al meglio le esigenze e le richieste”.
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TENDENZE
VITTORIO CAMAIANI Stilista e viaggiatore, creativo: dal suo Atelier di San Benedetto del Tronto i suoi abiti sfilano sul Red Carpet indossati da donne bellissime. Per lui la moda “è la cornice che ci racconta, perché ogni persona comunica attraverso il suo stile, un messaggio chiaro in sé” Di A. Dachan
“Viaggiare è lo strumento che rende chiunque un ottimo compositore, resta solo da scegliere la giusta opera”
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V
ittorio Camaiani, il Suo nome è da sempre sinonimo di eleganza, stile e prestigio: vuole raccontarci i Suoi esordi nel mondo della moda? “Era il 1984, avevo18 anni e muovevo i primi passi su una passerella come modello. Lo stilista? Massimo Fioravanti, principe della moda made in Marche degli anni '80. Poi sono stato assistente full-time per l'Atelier romano di via della Fontanella Borghese: principesse, attrici, scrittrici, mogli di ministri varcavano ogni giorno la porta dell'atelier per uscirne ancor più belle. Erano anni di eccessi, di eleganza: il mio cuore vedeva fluire tagli, pieghe, satin, volumi, ricami... Poi il tempo e l'esperienza mi hanno permesso di aggiungere e togliere al momento giusto”. Le Sue creazioni hanno sfilato sulle passerelle più prestigiose in Italia e all’estero: quale sfilata ricorda con maggiore emozione? “2009, Le Note – lo Stile" a villa Montanari Rosati (Porto S. Giorgio). Si trattava della collezione dedicata alla forma del triangolo; alla presentazione si fondeva un racconto dedicato al grande maestro Arturo Toscanini. Nel 2006, alla prima scaligera, la contessa Emanuela di Castelbarco indossava un lungo abito di chiffon nero con decolleté e maniche tempestate di 5000 cristalli Swarovski neri. La nipote del Maestro mi chiese di recuperare il famoso frac del nonno (Caraceni 1933) e gli abiti da sera appartenuti alle signore di casa Toscanini (Ventura, Biki, Gattinoni, Yves Saint Laurent, Balenciaga). Ebbi l'onore di disegnare il foulard commemorativo dei cinquant'anni dalla scomparsa dell’artista parmense. Si susseguirono mostre dal nome Viva Toscanini: Torino Auditorium Rai oggi, intitolato al Maestro, Prato teatro Politeama, Roma Senato della Repubblica. Le Marche hanno avuto l'opportunità di poter ammirare parte dell'entusiasmante vita del Maestro: per tutti è stata
davvero una grande emozione". Lei veste donne bellissime come Martina Colombari, Barbara Capponi, Rossana Ridolfi Letta e altre ancora: com’è avvenuto l’incontro con queste celebrità e cosa implica soddisfare i gusti e le esigenze di donne così diverse? “Martina, dopo aver ricevuto la corona di Miss Italia, vestì un mio abito gold (1991). Barbara indossò per anni mise mie e del mio maestro, oggi straordinaria giornalista Rai. Rossana, dopo aver visto una mia sfilata, scelse un mio abito da sera, per il Red Carpet del Festival del Cinema di Roma (2009). Mi capita spesso di incontrare maggiori difficoltà nel consigliare un abito a signore con una vita meno mondana. Molte celebrity si lasciano consigliare e apprezzano i miei suggerimenti. La sicurezza che mostrano sul Red Carpet e in Tv viene meno nelle sale prova dell'atelier; spesso poi ci sono situazioni che ti uniscono agli altri e così si diventa amici”. Uno dei leitmotiv del Suo lavoro è il viaggio: cosa rappresenta, per Lei, il viaggiare? “Ossigeno puro. Ogni viaggio, lungo o breve, rappresenta un'occasione per muovere la mente. Ognuno di noi ha una dose di creatività da coltivare; a volte necessitiamo di stimoli. Viaggiare è lo strumento che rende chiunque un ottimo compositore, resta solo da scegliere la giusta opera. La mia destinazione più frequente è Bali, Indonesia: risaie, fiori, colori, spezie, le movenze delle danzatrici che venerano le loro divinità sono fonti inesauribili di ispirazione”. Alta moda, Prêt-à-Porter e accessori: da cosa trae spunto per le Sue creazioni? “Un pistillo di un fiore diventò cinta per un abito a petali di chiffon da sposa; un tetto di una moschea, in Indonesia, rovesciato, diventò una borsa qualche anno fa, così come un quadro di Kandinsky si trasformò in un abito triangolo nella
collezione autunno-inverno 2009. Potrei continuare all'infinito con questo elenco. La mia fortuna? Daniela Bernabei "filtro delle mie idee". Qual è il capo che preferisce creare? “Nella costruzione di una collezione vi sono forti emozioni, che poi si trasformano in ispirazioni che traccio su camice, pantaloni, giacche e borse. L'abito da sera concede una più forte carica di espressività, c'è la possibilità di utilizzare più tessuto, ricami, con lunghe ore di lavorazione. Forse è “lui” il capo che preferisco?”. Come definirebbe la moda? “Userei la parola Modus in latino. Il significato? Misura, confini al di là non si può andare, non si sconfina. Il creatore era solo uno, chi osava varcare la soglia non veniva ben visto. La moda è la cornice che ci racconta, ogni persona comunica attraverso il suo stile un messaggio chiaro in sé. La moda ha permesso una tracciabilità del tempo anche se il Novecento ha raccontato anche brutte pagine. Per nostra fortuna stilisti come Giorgio Armani, per semplicità ed eleganza, Gianni Versace per forte carica creativa, ci hanno resi grandi nel mondo. A volte è me-
glio sconfinare”. Che consiglio darebbe ad una donna per sentirsi più bella? "‘Cura dentro e fuori’ e poi togliere, semplificare: un insegnamento che viene da lontano, da Madame Chanel, maestra di stile”. Può darci qualche anticipazione sulle prossime collezioni? “Partendo sempre dall'idea che aprendo un ipotetico armadio, non devono mancare pezzi basici: una camicia bianca, gonna che può variare secondo l'ispirazione, pantaloni, giacche, cappotti. Per la stagione più fredda ho tolto e aggiunto ad orli, ho ripercorso un viaggio intorno a cornici Decò, cercando di dar loro nuova vita, colori accesi che illuminano un inverno spesso grigio, cappotti resi più leggeri perdono pezzi che permettono di vedere il sotto”. Info su: Tel. +39 0735780113 Via Lucania 47 63039 San Benedetto del Tronto (AP) Italy www.vittoriocamaiani.it
Vittorio Camaiani Ritratto di un artista: I miei colori preferiti sono: “Il bianco e il nero” Quando non lavoro mi piace: “viaggiare” Il mio libro preferito è: “Infinita Varietà – vita e leggenda della Marchesa Casati”Un giorno mi piacerebbe creare un abito per: “Rania di Giordania”
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A CASA DI..
Benvenuti a...
VILLALA
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ATTANZI 147
A CASA DI...
Il nuovo hotel di charme a 5 stelle apre le sue porte in esclusiva a ML
Un gioiello riportato alla luce con dedizione e passione. Un antico rifugio immerso in una gemma verde delle Marche. Benvenuti a Villa Lattanzi, un’esclusiva dimora di charme a 5 stelle.�
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el cuore del fermano, a Torre di Palme, si trova Villa Lattanzi, uno splendido luxury refuge abbracciato da un rigoglioso tratto di Macchia Mediterranea. Un capolavoro dell’hotellerie a cinque stelle riportato a nuova vita dopo un lungo lavoro di restauro, che ha lasciato immutata l’armonia delle forme, la poesia, l’eleganza di questa dimora, nel cui passato si intrecciano storia e leggenda. Ogni dettaglio, dagli antichi affreschi agli inserti in legno, racconta l’amore per il bello e l’arte dell’ospitalità che sono da sempre nell’anima di questo luogo. 18 camere dalle sfumature delicate, tutte dotate di vasca idromassaggio, iPad e connessione wi-fi, l’altana trasformata in una moderna spa con vista mare, il ristorante con cucina tradizionale e 35 mila metri quadri di parco privato: dentro e fuori dalla villa, passo dopo passo, si scopre il piacere di immergersi in un’incantevole oasi di benessere. È il luogo ideale per chi vuole ritagliarsi una parentesi di puro relax, magari da condividere con il partner, facendo anche una visita alla suggestiva Grotta degli amanti nascosta nel parco. Villa Lattanzi è un gioiello rinato dall’amore del suo nuovo proprietario, che di gioielli è davvero maestro, il marchigiano dell’anno 2011 e Patron del marchio Brossway Lanfranco Beleggia. Dal 7 settembre, se state cercando un posto d’incanto, lo troverete a Torre di Palme.
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CULTURA E DINTORNI
“È LA CULTURA CHE FA DI UNA TELA UN’OPERA D’ARTE”. ENRICA BRUNI, DIRETTRICE DELLA PINACOTECA MORETTI “Un artista deve essere colto, perchè è la cultura che fa di una tela un’opera d’arte.” di I. Barone
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ottoressa Bruni, vuole raccontarci i trent’anni della storia della pinacoteca? “La Pinacoteca è stata istituita nel 1972 grazie ad un lascito di Luciano Moretti al Comune di Civitanova ed è stata intitolata al figlio Marco, scomparso prematuramente. Al suo interno sono esposte centocinquanta opere di arte moderna e contemporanea, una parte sono delle opere ( olio, incisioni, acqueforti), che Moretti aveva raccolto grazie all’amicizia con artisti del ‘900, figure culturalmente vivaci che frequentavano Civitanova e si stringevano intorno al grande Arnoldo Ciarrocchi. Dal 2002, oltre all’attività istituzionale, si organizzano quattro grandi mostre l’anno, “Civitanova Arte”. A queste si affiancano il laboratorio d’incisione “Sotto torchio” istituito nel nome del Maestro Arnoldo Ciarrocchi, un concorso a premi DIDART e DIDART SCUOLE intitolato al Maestro Wladimiro Tulli, presentazioni di cataloghi d’arte, libri a carattere storicoartistico-letterario e incontri con personaggi del mondo della cultura internazionale che abbiamo voluto denominare “Parole d’Arte”. Poi ci sono seminari, convegni, corsi d’aggiornamento con relatori di fama e docenti universitari specialisti in storia, storia dell’arte, letteratura, filosofia, appuntamenti che ormai tutti conoscono con il titolo di “Genius Loci” e apprezzano con grande partecipazione. A
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questa attività va sommata “Riscopriamo la Città” una iniziativa che mettiamo in essere soprattutto durante la bella stagione e che consiste in visite guidate alla Città Alta e ai Beni Monumentali. Nell’ambito di “Civitanova Arte” va detto che una volta l’anno diamo voce alle eccellenze artistiche marchigiane, pittori, scultori, incisori, noti in Italia e all’estero, che tornano nelle Marche e raccontano la loro carriera a chi li ha visti partire giovani di belle speranze e oggi affermati sono d’esempio e di sprone alle giovani leve”. A cosa si deve il successo e l’interesse che ruota intorno alla Pinacoteca Moretti? “Siamo diventati un importante riferimento culturale perché offriamo iniziative e attività differenziate e sempre di qualità, rivolte a diverse fasce di utenza. Organizziamo eventi culturali che hanno sempre appeal e servono anche per la crescita culturale della collettività, aprono una finestra sul mondo che gira oltre Civitanova Marche e nello stesso tempo valorizzano il nostro territorio. Ecco perché negli anni sono crescite anche le collaborazioni che la Pinacoteca Moretti ha voluto con Enti pubblici e privati, con le Scuole, le Accademie e l’Università. Sono tutte iniziative che comportano un grande impegno anche in termini di denaro, ma la cultura fa bene e costa sempre meno dell’ignoranza”.
All’interno delle diverse sale si possono ammirare collezioni di epoche e stili diversi; vuole farci una panoramica dei nomi e delle opere più importanti? “Al primo piano si trova una quadreria dove sono esposte opere che vanno dal 1500 al 1800; si tratta di tele provenienti dalle chiese di Civitanova Alta alienate molti anni fa, alcune delle quali sono particolarmente importanti, come la Madonna del Soccorso di Baldo Dè Serafini, come le tele realizzate da Filippo Ricci o un “Bacchetto” che ha destato l’interesse del famosissimo critico e studioso Maurizio Marini. Al piano terra si trovano esposte una selezione di opere ad olio e il corpus della sezione di opere realizzate con le tecniche dell’incisione. Voglio anche dire che abbiamo un disegno di grandissime dimensioni di Biagio Biagetti e una bellissima serigrafia di Andy Warhol” Come vengono selezionate le opere da esporre? “Abbiamo un nutrito deposito di opere e all’occasione presentiamo percorsi museali diversi dall’esposizione permanente. Per le mostre temporanee partiamo da un progetto studiato in dettaglio da me in qualità di Direttore della Pinacoteca Moretti e spesso mi affianca un curatore che ha specifiche competenze su quel tema o quel particolare soggetto. Possono essere diversi gli specialisti con i quali collaboro e con i quali, una volta pianificato anche il più piccolo dettaglio, lavoro per la realizzazione dell’evento o dell’esposizione, curando anche il catalogo e l’impianto grafico, a volte facendo anche l’editing dei testi critici. Naturalmente è significativa quella rete di conoscenze e collaborazioni che un Museo ha e deve avere con altri Enti, critici d’arte e specialisti, con le Sovrintendenze e con il MIBAC”.
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Secondo Lei, quello odierno è un momento di vivacità culturale o di appiattimento? “Nella storia ci sono sempre stati picchi e depressioni. Oggi e soprattutto in provincia è difficile “fare cultura” un po’ perché le risorse economiche sono sempre meno un po’ perché è difficile svincolarsi da certi modi di fare, che non sempre o meglio con una certa difficoltà premiano il merito e sponsorizzano l’eccellenza. Con questo non voglio dire che manca la genialità, si deve puntare con coraggio verso scelte e proposte fatte per la crescita, la sensibilizzazione, la valorizzazione del bello, della ricerca artistica e premiare il valore oltre che l’impegno.” Qual è il rapporto dei giovani con la pittura? “A Civitanova i giovani hanno la possibilità di conoscere l’arte e non solo nelle aule scolastiche, ma anche in Pinacoteca. Quest’ultima, infatti, mette in essere una serie di percorsi formativi di cui abbiamo parlato, non per ultimo gli incontri con gli autori che sono fondamentali per iniziare alla conoscenza e comprensione dell’arte e di questo mondo variegato e in continuo movimento. I giovani emergenti, che hanno già fatto un serio percorso di formazione e studio, possono mettersi alla prova anche partecipando alla “Biennale dei giovani artisti marchigiani” che la curatrice della Sala Foresi di Civitanova Marche sta organizzando e dove anche la Pinacoteca Comunale “Marco Moretti” ha una particolare sezione e collaborazione, con un concorso di prestigio che apre proprio agli emergenti che hanno “stoffa” e che sosterrà quelli che tra tutti hanno meritato il premio”.
Ginnastica posturale
Marcela Pastura
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Alla luce di questo “quadro”, secondo Lei, tra gli artisti emergenti, ci sono delle promesse? “In realtà a Civitanova non sono in molti a dirsi artisti; ci sono tante persone che dipingono e altrettanti hanno velleità, altri ancora che con pazienza e dedizione lavorano e maturano e certamente avranno merito per gli sforzi fatti. Mi viene in mente una frase celebre dell’impareggiabile Pablo Picasso che, ricordo, recita così: “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”.
“Si deve puntare con coraggio verso scelte e proposte fatte per la crescita, la sensibilizzazione, la valorizzazione del bello, della ricerca artistica e premiare il valore oltre che l’impegno.”
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CULTURA E DINTORNI
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irettor Nisi, tra pochi giorni darà il ciak d’inizio alla seconda, attesa edizione del Conero Doc Campus. Come e quando è nata l’idea di questo corso per cinema documentario? “Il Conero Doc Campus è nato nel 2010 da un'idea della documentarista Laura Viezzoli. Lei, per prima, ha riconosciuto la mancanza di un progetto di formazione sul territorio legato al cinema e alla capacità di raccontarlo in modo poetico ed originale. Esistono le inchieste televisive che ci raccontano i luoghi della nostra regione, ma non come il rapporto tra persone, storie e luoghi renda viva questa terra e le doni quel fascino ricercato da turisti e viaggiatori”.
AL VIA LA II EDIZIONE DEL CONERO DOC CAMPUS A colloquio con il Direttore Roberto Nisi, che dalla splendida cornice del Conero ci dà alcune interessanti anticipazioni Di A. Dachan
A chi è rivolta l’iniziativa e come si svolgerà? “Il Campus è rivolto a tutti coloro che, con un'esperienza base in campo audio-video o del suono, siano interessati a sviluppare queste conoscenze, a confrontarle con alcuni dei maggiori professionisti del cinema italiano, mettendosi in gioco nella realizzazione di un proprio breve lavoro documentaristico. Una sfida non da poco, considerando che il tutto si dipana nell'arco di un mese di teoria e pratica; 28 giorni che, davvero, possono fortificare e aprire grandi orizzonti”. Quali sono le tematiche guida di quest’anno? “Il tema di quest'anno è l'identità in relazione al territorio. Abbiamo evidenziato, con l'aiuto di Comuni, associazioni, privati, le ricchezze culturali ed economiche della nostra terra. Su alcune di queste, come la pesca per Numana o le Grotte Romane di Osimo, i partecipanti dovranno sviluppare il proprio ingegno con totale libertà creativa. Il tema è quindi fissato, ma starà agli aspiranti documentaristi trovare la giusta chiave di lettura”. Come è avvenuta la scelta della prestigiosa rosa di docenti? “Sono alcuni tra i migliori autori dell'immagine. Alessandro Rossetto e Tarek Ben Abdallah, ad esempio, li reputo due creatori prima che rispettivamente un regista e un direttore della fotografia. Abbiamo scelto gli artisti-docenti seguendo questa regola: devono cercare di unire forte autorialità alla capacità di trasferire la propria arte”. Una bella iniziativa, in un contesto altrettanto bello, quello del Parco del Conero… “Le due realtà, per noi, non potrebbero vivere separate. È proprio il Conero, grazie anche all'Ente Parco, all'Associazione Riviera del Conero, all'agenzia Taunus che ci sostiene con l'ospitalità, a darci la forza di guardare avanti e ispirarci”. Le Marche e il cinema: un rapporto d’amore? “Sì, specie negli ultimi anni con il forte sostegno della Regione alla settima arte e come in tutti i rapporti d'amore, a volte ci si prende per i capelli...”
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IL PIÙ VICINO A TE. Bello quando a portarti ogni giorno il buon latte fresco è chi ti conosce da sempre. Quando il latte viene da mucche allevate a due passi da casa tua e cresciute con un’alimentazione sana e controllata. È il latte TreValli Alta Qualità, quello con la garanzia del marchio QM della Regione Marche. E TreValli non ti offre solo questo perché, insieme ad altre eccellenze locali, fa parte di una grande realtà che pone in primissimo piano la tutela e la valorizzazione del territorio insieme alla ricerca di prodotti sempre nuovi. Questa realtà ha un nome, Noi di TreValli, e un valore condiviso, insieme per la qualità. Oltre a tanti progetti da realizzare. Perché è bello quando, chi ti è così vicino, riesce a guardare anche così lontano.
Dagli allevamenti di casa tua. 155
CULTURA E DINTORNI
Charlotte Rampling
FESTIVAL ADRIATICO MEDITERRANEO, CONNUBIO DI CULTURA, ARTE E RIFLESSIONE Abbiamo chiesto al compositore Giovanni Seneca qualche considerazione in merito all’importante evento estivo che promuove il dialogo e la cooperazione culturale tra Paesi constorie e tradizioni diverse
Pino Petruzzelli Zingari
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’Associazione Adriatico-Mediterraneo si connota per un forte impegno verso il dialogo con l’atra sponda del mare Adriatico: ci vuole parlare dei principali progetti culturali che avete realizzando e dei progetti futuri? “L’Associazione culturale Adriatico Mediterraneo svolge la propria attività con il sostegno e la collaborazione di soggetti culturali e istituzioni sia italiane che straniere. In quattro anni di attività si è consolidato il confronto e lo scambio culturale tra la Regione Marche e le Nazioni del bacino Mediterraneo e dell’Area Balcanica. Nei Paesi dove si è svolta l’attività in passato - come Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Egitto, Israele, Macedonia, Serbia, Tunisia e Turchia - si continuano a consolidare e rafforzare le reti territoriali di cooperazione culturale. Il 2011 ha già vissuto una fase internazionale con il progetto “Medin Music”: Identities in Music through Marche and Turkey”. L’Unione Europea, infatti, nell’ambito del programma “Civil Society Dialogue – Istanbul 2010 Capitale della Cultura”, ha riconosciuto il progetto presentato dall’Associazione Adriatico Mediterraneo, tra gli undici progetti meritevoli di finanziamento tra gli oltre 400 ricevuti: unico progetto italiano risultato vincitore. Nel 2010 e nel 2011 sono stati organizzati, sia a Istanbul che nella regione Marche, convegni, concerti e performance con protagonisti italiani e turchi. Partner di questo progetto alcune università turche e marchigiane. Nel 2011, come ogni anno, si sono aggiunti nuovi partner di altri Paesi del Mediterraneo, con lo scopo di contribuire a disegnare nuovi scenari di integrazione e coesione, attraverso il dialogo e la cooperazione culturale”. Pensa che l’unione tra gli artisti faciliti anche un avvicinamento tra popoli con storia e cultura diverse? “L’arte (e la musica in particolare) proprio per il suo carattere
universale permette di dialogare senza filtri tra artisti di varie nazionalità; quindi è proprio il dialogo culturale il primo passo verso un avvicinamento e un confronto fra sensibilità di popoli diversi”. Per cosa si caratterizza il Festival di quest’anno? “Dal 20 agosto al 4 settembre 16 giorni di musica, teatro, danza, incontri, esposizioni, cinema e gastronomia. Oltre 200 tra artisti e intellettuali invaderanno i 20 spazi più belli della città di Ancona. Tra i protagonisti, ricordiamo Charlotte Rampling, Eugenio Bennato, Tahar Ben Jelloun, Vicente Amigo, Licia Maglietta, Teatro delle Albe, Omar Souleyman, Raiz, Giovanni Allevi”. Quest’anno di cosa si parlerà? “Il focus di quest’anno è sulla “primavera rivoluzionaria” del Nord Africa, oltre che sul tradizionale scambio culturale con l’area balcanica. Sono stati invitati intellettuali e artisti per approfondire e riflettere sugli importanti avvenimenti degli ultimi tempi. Ancona assumerà ancora una volta la veste di una vera capitale culturale dell’Adriatico, ospitando ogni giorno una molteplicità di eventi provenienti dall’Italia e dai Paesi del bacino Adriatico Mediterraneo (Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Marocco, Serbia, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia) per vivere assieme al pubblico 16 giorni di cultura, intrattenimento, riflessione e svago. L’offerta culturale si è ulteriormente ampliata includendo tutte le discipline: arte, cinema, musica, letteratura, teatro. Grande spazio anche al territorio marchigiano e alle sue eccellenze culturali”.
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CULTURA E DINTORNI
“La vostra redazione racconta continuamente le emozioni e il vissuto degli imprenditori e degli artisti, pensi quanto sarebbe bello se queste interviste venissero anche interpretate vocalmente!”
LUCA VIOLINI di A. Dachan
È lo straordinario doppiatore di personaggi come James Russo, Chazz Palminteri, Dolph Lundgren, la voce narrante di trasmissioni come “Alle falde del Kilimangiaro”, “Geo &Geo”, “Stella del sud” autore di suggestive letture teatrali: l’artista anconetano ora porta le emozioni vocali anche nel cuore delle aziende
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rima di cominciare mi stavo chiedendo se avrei parlato con l’inquietante James Russo o con la più rassicurante voce di Geo & Geo … “Con tutti e due, in contemporanea; in alcuni momenti prevarrà l’uno che poi cederà il posto all’altro. Si tenga pronta!”
“Con la voce si riscopre il valore della libertà, si trasmettono emozioni vere. Che sia una poesia o un documentario, un doppiaggio o uno spot pubblicitario, tu racconti qualcosa che accende l’immaginazione di chi ti ascolta, lo porta in altre dimensioni.
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Bene! Eccoci con Luca Violini, professione doppiatore. Come ha iniziato questa professione straordinaria? “Sin da bambino ho sempre amato il teatro. Quando ero piccolo (me lo raccontano i miei) ho sempre risposto, a chi mi chiedeva cosa volessi diventare da grande: l’attore. La trasformazione dell’attore in voce è avvenuta nel tempo. Ho lavorato come attore in diversi contesti, come il Teatro Canguro, La Compagnia della Rancia ecc. e mi rendevo sempre più conto delle mie capacità vocali, tanto da decidere di approfondirle”. Qual è stato il suo primo incarico come doppiatore? “È passato tanto tempo, mi faccia pensare… ah, sì, ho iniziato con uno spot pubblicitario, in cui prestavo la voce a Babbo Natale e da lì è stato un cambiamento continuo, con esperienze sempre nuove, emozionanti. Consideri che quando si sceglie il doppiatore, si cerca una persona che abbia punti in comune con il personaggio che va a interpretare, che gli somigli con la voce nella stazza. Ecco perché ho sempre interpretato attori alti, con una certa corporatura”.
Tra tutti questi ruoli, qual è quello che ricorda con maggiore emozione? “Ogni esperienza mi ha lasciato ricordi ed emozioni importanti. La prima volta che ho doppiato un film è certamente indimenticabile: si tratta della pellicola “L’ultimo fuorilegge” e la mia era la voce italiana del co-protagonista di Mickey Rourke. I ricordi sono molti, documentari, pubblicità, cartoni animati come The Mask, Ken In Guerriero, Scemo più scemo o il cattivo di Wakfu, la serie in onda attualmente su Cartoon Network”. Per dedicarsi alla Sua professione ha dovuto lasciare le Marche? “No, partivo e tornavo, come faccio anche attualmente; oggi poi grazie ad internet e alla tecnologia sempre più sofisticate, posso lavorare anche da casa, come faccio per esempio per lo speakeraggio de La7 o HSE 24”. Che tipo di requisiti sono richiesti per questa professione? “La voce, sicuramente; avere un timbro particolare è un ottimo inizio, ma poi bisogna saperlo modulare. Bisogna essere attori con la propria voce, saper interpretare, entrare in empatia con il personaggio. Ritengo che l’emozione che può darti un testo letto sia davvero incredibile. Durante le letture teatrali vedi il coinvolgimento della gente: è un rifarsi al teatro greco, all’antica e immortale tradizione dell’oralità. La voce e il racconto ti lasciano libero di immaginare, di sognare, di spaziare con la mente e ognuno lo fa in modo diverso,
Info su: www.quellichevonlavoce.eu
Professione Doppiatore Luca Violini è nato ad Ancona nel 1966. È una delle più importanti e note voci nazionali nel panorama del doppiaggio cinematografico, documentaristico, pubblicitario, televisivo e radiofonico. In qualità di speaker è la voce de La7, HSE24 e dei canali satellitari, Marco Polo,
National Geographic, Caccia e Pesca, Leonardo, per la realizzazione di trailers, comunicati, documentari, speaker sponsor e promo. La sua è la voce di numerosi attori tra cui Dolph Lundgren, Chazz Palminteri, Bruce Payne, Ron Silver, James Russo, ecc... nonché di molti personaggi dei cartoni animati tra cui uno dei personaggi di Ken il guerriero, The Mask,
Tommy e Oscar, Scemo più Scemo, Ranma, Hercules, Wakfu ecc. Sempre in qualità di speaker ha collaborato e collabora a numerose trasmissioni televisive di successo della RAI quali Percorsi d'amore, Alle falde del Kilimangiaro, Geo & Geo, Amore, Effetto Sabato, Stella del Sud, Magica Italia, ecc. Da diversi anni si dedica attivamente alla creazione ed elaborazione
di una particolare forma di spettacolo, la Lettura Teatrale, basata sulla rappresentazione audioscenica di classici della letteratura mondiale e testi appositamente scritti per questo nuovo genere. È l’ideatore e assieme a Francesco Cardinali il fondatore della struttura “Quelli che con la voce...” Produzioni, di cui è anche il Direttore Artistico.
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assolutamente personale, intimo”. Escluso per ovvie ragioni i cartoni animati, Le è mai capitato di ricevere il commento di un attore da Lei doppiato? “Non ancora, però sarebbe bellissimo. Mi è capitato spesso, invece, di vivere un’altra emozionante esperienza: quando un poeta o uno scrittore mi affida un suo testo e mi chiede di leggerlo e poi, a fine interpretazione, mi dice: “Era talmente bello che non riuscivo a credere di averlo scritto io”. È una vera alchimia, come se, d’un tratto, un brano scritto dall’ingegno di qualcuno che magari vedi per la prima volta diventasse tuo. È una condivisione e allo stesso tempo uno scambio reciproco. L’autore diventa spettatore di quello che ha scritto e si lascia trasportare dalle emozioni. La cosa più bella è lasciar andare le proprie creazioni, non tenerle chiuse nei cassetti: un’opera impara a vivere di suo, acquisisce un carattere, una personalità e va dritta al cuore di chi l’ascolta, che a sua volta la carica delle sue emozioni. Mentre in un film il punto di vista è quello del regista, nella lettura ogni persona è regista delle sue sensazioni”. Qual è il tipo di lavoro in voce che preferisce fare? “Amando molto il mio lavoro Le direi tutti, ma quello che da qualche tempo faccio insieme a Giuliano De Minicis della
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DmpConcept nelle aziende mi piace particolarmente. In pratica ci invitano per leggere in occasione di eventi particolari dell’azienda (anniversari di fondazione, presentazione dei bilanci, ecc…) racconti, storie, progetti, inerenti alla stessa che attraverso la mia voce e interpretazione trasmettono, motivazioni, passione, voglia di fare. Si rimette al centro dell’azienda la cultura dell’uomo; in fondo, la vera cosa che ci accomuna è la capacità di emozionarci. Questa è vera globalizzazione, perché si supera ogni limite, ogni confine. Le letture si ricongiungono con le immagini e la musica, che per antonomasia, sono il linguaggio universale. Ecco, creare quest’atmosfera in azienda ravviva il desiderio di condividere con gli altri i propri obiettivi, di sentirsi una squadra, di rimettersi in gioco, vicini gli uni agli altri. Oltre agli aspetti economici, infatti, le aziende per crescere hanno bisogno che i loro protagonisti si guardino negli occhi, rimettendo continuamente al centro del proprio lavoro l’essere umano, perché secondo noi le Aziende crescono solo quando crescono le persone. La vostra redazione, ad esempio, racconta continuamente le emozioni e il vissuto degli imprenditori e degli artisti, pensi quanto sarebbe bello se queste interviste venissero anche interpretate vocalmente!”.
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ITINERARI DEL GUSTO
ITINERARI DEL GUSTO Scelti per voi, da ML. Buon appettito!
CROCE DEL MORO Via Tassanare 5, 60030 Rosora (AN) Tel. 0731/812112 Sito: www.crocedelmoro.it Se vi state chiedendo che gusto ha il tempo e se oggi è ancora possibile riscoprire i sapori di una volta, non vi resta che salire in auto e dirigervi nel cuore della campagna anconetana, salire piano piano tra i colli e fermarvi all’Agriturismo Croce del Moro. Immerso in un verde contaminato, il ristorante offre, in un contesto caldo e accogliente, in cui tutto racconta dei valori e della vita dell’antica civiltà contadina, tutto il gusto e il sapore della cucina marchigiana più autentica. I prodotti più genuini, preparati con autenticità, vi regaleranno pranzi e cene davvero deliziosi: il menù è ricco e variegato in ogni stagione dell’anno. Non resta che la golosità della scelta…
IL GALEONE Via Colombo 1, 60026 Numana (AN) Tel.: 071.9330445 Il ristorante-pizzeria il Galeone sorge nell’incantevole cornice di Numana, nel cuore del Monte Conero. Originale e suggestivo, con i suoi ambienti eleganti in stile marino, con la sua splendida terrazza panoramica affacciata sulla sottostante laguna e le sue ampie vetrate, il Galeone propone un menù di carne e di pesce preparato con cura e raffinatezza e un’ampia scelta di pizze cotte nel forno a legna. Ideale per chi cerca un posto suggestivo dove provare, oltre al piacere della vista, anche il gusto dei piatti più deliziosi. Apertura serale.
ANTICA OSTERIA “DA LA STELLA” Via Santa Margherita 1 61029 Urbino (PU) Tel: 0722 320228 Sito: www.anticaosteriadalastella.com Nel cuore della città rinascimentale sorge la famosa osteria “da La Stella”, luogo di incontro e ristoro degli artisti (come Piero della Francesca, Raffaello Sanzio e Paolo Uccello) e dei signori del ducato di Urbino. Entrare nel Ristorante Antica Osteria “da la Stella” significa vivere il vero senso dello stare insieme in un’atmosfera che ha tutto il fascino dell’accoglienza e della tranquillità dove assaporare una cucina legata al territorio, alla stagionalità dei prodotti e all’altissima qualità delle materie prime.
RUA DEI NOTARI Via Cesare Battisti 3 63100 Ascoli Piceno Tel. 0736 258393 Sito: www.ruadeinotari.it Il ristorante Rua dei Notari si trova all’interno di un edificio storico di prestigio; offre un ambiente discreto ed elegante, con le sue sale con le volte a crociera e la sua atmosfera che sa di storia. Un’ampia offerta di vini e piatti della tradizione culinaria marchigiana, serviti con cortesia e sorriso, rendono questo ristorante suggestivo il posto ideale per una cena romantica o un banchetto. Dai primi ai dolci, tutto ha un sapore autentico e genuino.
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Unici nel nostro genere, dodici mesi l’anno RIVER BEACH 61121 Pesaro PU - Via Respighi, 10 Cell. 336 3070270 info@riverbeach.it - www.riverbeach.it
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A cura di Saima viaggi
PER STACCARE LA SPINA
SOLUZIONI LONG BREAK
SOLUZIONI MID BREAK
“Il cammino di Santiago de Compostela”
Eden Gold International Club Doryssa Seaside Resort, Samos White Selection
11 giorni (10 notti) 23 agosto/ 2 settembre – 6/16 settembre Partenze in pullman da: Bergamo, Brescia, Milano Il primo giorno si parte in pullman per Ventimiglia, si passa attraverso la Francia per raggiungere poi la Spagna, con tappe in località suggestive, con visite ai luoghi simbolo della religiosità locale. La quota comprende: Viaggio in pullman, alloggio in alberghi di 3 stelle (4 stelle a Santiago), vitto dal pranzo del 1° giorno al pranzo dell’11° giorno, visite ed escursioni con guide locali, assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europe Assistance. Quota di partecipazione: € 1660,00
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Immerso in un meraviglioso scenario naturale a sud dell’isola di Samos (Grecia), tra verdi giardini, arbusti aromatici e trasparenti acque azzurre, il Doryssa Seaside Resort si estende sull’ampia spiaggia protetta della baia di Pythagorion. Il resort propone servizi completi di eccellente livello in completa armonia con l’ambiente circostante e si suddivide in area hotel ed area villaggio. pensione completa con bevande ai pasti; colazione, pranzo e cena a buffet. Sono inclusi a pranzo e a cena 1 litro d’acqua in bottiglia, soft drinks e birra locale in bicchiere, vino locale in caraffa. Una volta alla settimana serata a tema con intrattenimento locale. Quota di partecipazione a partire da :€ 955,00 a persona a settimana
LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA UN SOGGIORNO TRA I VIGNETI DEL PICENO
Situata nella quiete di un’amena collina, con una vista a 360° su filari di vigneti, il Relais del Colle, a Ripatransone sarà una raffinata cornice di un soggiorno dedicato alla passione del vino Il pacchetto comprende: 2 notti in camera doppia con colazione presso il Relais del Colle, 1 degustazione di vini, 1 cena per 2 persone con bevande incluse, Visita guidata del delizioso borgo di Offida, 1 bottiglia di vino in omaggio, 1 ingresso per 2 persone al bagno turco del Relais. 199,00 euro a persona. Info su: www.maravigliatravel.it
IL BRIVIDO DI UN LANCIO CON PARACADUTE
Prova l’emozione della caduta libera da oltre 4000 metri in tutta sicurezza con un istruttore qualificato! La sensazione incredibile di galleggiare nell’aria come su un morbido cuscino! Il tutto sarà documentato da un video operatore che sarà al tuo fianco dalla vestizione all’atterraggio. Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia con colazione presso la Tenuta Santa Elisabetta, 1 lancio con il paracadute in tandem con istruttore qualificato, per 2 persone, fornitura dell’equipaggio necessario, video filmato del lancio su supporto DVD, 2 magliette in omaggio dell’associazione. 229,00 euro a persona. Info su: maravigliatravel.it.
UN WEEK-END TRA SCORCI D’INFINITO
Palazzo Bello sorge all’interno del Parco delle Rimembranze, alle porte di Recanati. Un luogo intriso di storia e di ricordi, meno conosciuto ai più. Fù in questo settecentesco edificio nobiliare che Giacome Leopardi iniziò a scrivere “Lo Zibaldone” ispirato dalla rilassante natura circostante. Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia con colazione presso Hotel Palazzo Bello all’interno del Parco delle Rimembranze, 1 cena per 2 persone. 70,00 euro a persona. Info su: maravigliatravel.it.
FRASASSI ADVENTURE. VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA dal 01/09/11 al 30/09/11.
Si tratta di un percorso adatto anche a chi si avvicina per la prima volta alla speleologia, con brevi arrampicate, cunicoli e strettoie non difficili da affrontare. Il nostro avventuroso cammino inizia dalla “Sala dell’Infinito”… Il pacchetto comprende: 3 notti in camerea doppia con colazione presso la Riserva privata San Settimio, percorso speleologico guidato nelle Grotte di Frasassi, attrezzatura Tecnica inclusa. 378,00 euro a persona Info su: maravigliatravel.it.
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VIAGGI
I VIAGGI DI MICHELA Cari amici, questa voglio condividere a tutti voi le emozioni di cui ci ha reso partecipi una nostra nuova Michelavolta Rossi (classe ’79) è unainsieme sognante lettrice, che ci racconta il suo viaggio. Trasferitasi dalla capitale ad Ancona, ci scrive che… anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.
Ti racconto la mia Ancona...
foto di A. Dachan
A
mici, questa volta voglio condividere insieme a tutti voi le emozioni di cui ci ha reso partecipi una nostra nuova lettrice, che ci racconta il suo viaggio. Trasferitasi dalla capitale ad Ancona, ci scrive che…
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Cara Michela,
mi chiamo Stella e per prima cosa vorrei farti i complimenti per la tua rubrica, così interessante e ricca di preziosi consigli! Conosco da poco Mondo Lavoro, così come le Marche e ti scrivo proprio per raccontarti quanto questa terra mi abbia affascinato e sorpreso al di là di ogni previsione. Sì, perché io, delle Marche, non sapevo assolutamente nulla fino a qualche mese fa, quando…un momento, andiamo con ordine. Dopo anni passati a viaggiare per lavoro, ero sicura che fosse Roma la città della mia vita. Almeno fino ad aprile, quando ho ricevuto l’ennesima telefonata di lavoro: ho dato uno sguardo veloce a Google Maps, sorriso al mio fidanzato…ed eccomi in stazione. Binario tronco uno. Direzione: Ancona. Devo confessarti che, appena arrivata, ho sentito nostalgia di Roma: mi mancava la folla, la metro, i turisti lungo il corso. Ma mi sono bastati pochi giorni per rilassarmi e prendere i ritmi marchigiani: tanto lavoro e altrettanto relax! Finito il lavoro, ormai sono d’obbligo una passeggiata al Passetto e un aperitivo in piazza del Papa con gli amici…perché uno dei miti da sfatare è che i marchigiani siano chiusi: ho incontrato persone disponibili e cordiali, oltre che simpaticissime! E proprio loro mi hanno fatto scoprire questa terra favolosa, a partire da Ancona. Tra i vicoli e sotto gli archi, in mezzo alle botteghe di artigianato (nelle quali scovo sempre qualche piccolo tesoro!) o nei suoi parchi, a godermi la frescura degli alberi e guardare il sole che scompare dietro il mare, regalandogli quella miriade di colori che sempre mi affascinano. Già, il mare. Le spiagge di Ancona e della sua provincia sono meravigliose; non avrei mai pensato che a pochi chilometri da una città potessero esserci delle baie così pulite
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e rilassanti! E che dire del Conero? Ti confido che ho usato il fascino della spiaggia di Portonovo e il meraviglioso profilo delle Due Sorelle per convincere il mio ragazzo a trasferirsi qui. Dopo una sorprendente mini crociera tra le grotte del Conero ed emozionanti tuffi nell’acqua più cristallina che abbia mai visto, gli ho confessato che il mio desiderio era rimanere a vivere qui. Credo che ora ami questa terra più di quanto lo faccia io! Roma, dopo qualche mese, non mi manca neanche per lo shopping, visto che qui ci sono moltissimi centri commerciali e outlet di grandi firme…temo di avere già bisogno di una scarpiera più ampia! Che dire? Abbiamo scoperto il ritmo di un’esistenza serena e ci coccoliamo con piccole gite in campagna, ci viziamo con spettacoli teatrali e iniziative culturali tra le quali abbiamo l’imbarazzo della scelta e, soprattutto, ci godiamo la città e i suoi irresistibili colori pensando che Roma, tutto sommato, non era ancora il massimo della vita. Ora seguo i tuoi consigli per i miei viaggi nel resto delle Marche. Non voglio perdermi proprio nulla di questa meravigliosa terra che mi ha convinto a fermarmi e immaginare un futuro senza più traslochi, finalmente!
”
Stella
Cosa ne dite? Deliziosa, no? Allora non ci resta che dare il benvenuto nelle Marche a Stella e invitare lei e tutti voi a continuare a stare con noi e raccontarci le vostre splendide esperienze
Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it I racconti e le foto più belle saranno pubblicati. 167
E VENTI
MARIO REYS E THE GIPSY FAMILY ALL’HOTEL SAN PAOLO DI MONTEGIORGIO
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e calde note dei ritmi gitani hanno riempito Domenica sera 7 Agosto, 2011 dalle 21:30 il cielo di Ripaberarda, a Castignano (AP): nella pizza centrale si è esibito Mario Reyes con la Gipsy Family, per un concerto in chiusura della manifestazione “Ripaberarda in festa”. Il gruppo, composto da Mario Reyes, Santiago Paul, Chet Patrick Francis, Reyes Georges Marcel e Reyes Mario David, ha proposto brani di sua creazione, alcuni passaggi acustici e pezzi tratti dall’indimenticabile repertorio di famiglia (GIPSY KINGS). Nella loro tappa marchigiana Mario Reyes e la
Gipsy Family sono stati ospiti al San Paolo Hotel, dove hanno voluto rendere omaggio al calore e all’accoglienza ricevuta, in particolare dai padroni di casa, la famiglia Beleggia, improvvisando un concerto in piscina che ha deliziato gli ospiti presenti e i numerosi passanti. “Questa sera - ha aggiunto Mario Reyes prima del concerto – vorrei lanciare un messaggio: imbracciamo una chitarra, non un’arma, così potremo estraniarci dal mondo attraverso le gioie della musica. Mario Reyes, ha anche rivelato che sta scrivendo un libro, in cui racconta le emozioni e le sfide che
si vivono quando si fa parte di una nota famiglia di artisti. I Gipsy Kings, infatti, sono nati dall’unione di due famiglie: i Reyes e i Ballardo; Mario e gli altri sono nipoti, mentre George è il figlio della storica voce dei Gipsy, Nicolò. Proprio alla famiglia Mario vuole esprimere un ringraziamento: ai Gipsy Kings, infatti, si deve il riscatto dell’immagine degli artisti gitani; tramite la loro musica hanno avvicinato la gente alla loro cultura, allontanando quella nomea non sempre positiva che accompagna la loro etnia.
LE DUE SORELLE DIVENTANO UN FRANCOBOLLO
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na veduta della Riviera del Conero, con la spiaggia delle Due Sorelle di Sirolo in primo piano, è una delle quattro scelte di Poste Italiane per l'emissione di un francobollo espressamente dedicato al turismo. Il francobollo del valore di 0.60 euro, stampato dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato in carta fluorescente, di mm.48x40 e una tiratura di 1 milione per ogni esemplare,
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fa parte di un'emissione che comprende altre tre località: un borgo e santuario di Tarvisio (Udine), il sito archeologico di Sepino (Campobasso) e il borgo medievale Bosa (Oristano), oltre ad un quinto francobollo raffigurante il Manifesto storico dell'Enit. L'emissione comprende una serie di prodotti correlati e un folder che raccoglie, oltre al francobollo, la tessera filatelica, la cartolina non obli-
terata, la cartolina affrancata e obliterata con il timbro del primo giorno di emissione e il francobollo in lamina d'argento, oltre ad un bollettino illustrativo sul luogo raffigurato. "Al piacere di vedere le Marche e la Riviera del Conero in un bellissimo francobollo che promuove l'immagine turistica del Paese - ha dichiarato Serenella Moroder, assessore al Turismo della Regione Marche - si aggiunge
anche la soddisfazione di aver contribuito a questa scelta proprio attraverso l'Enit che se ne è fatto promotore presso Poste Italiane". Nei mesi scorsi, infatti, su richiesta del presidente dell'Ente, Matteo Marzotto, la Regione Marche ha segnalato proprio la Spiaggia delle due Sorelle. (AGI)
ANCONA VA DI MODA Il Passetto in versione glamour ha celebrato l’eleganza e lo stile made in Marche
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a splendida cornice del monumento del Passetto di Ancona ha fatto da scenario, il 23 luglio scorso, ad uno degli appunti più glamour dell’estate 2011: la sfilata “Ancona va di Moda”. Giunto alla sua ottava edizione, complice la splendida serata, l’evento, con la regia di Alessandro Mazzini e la collaborazione di Antonella Cavoli è stato un vero successo. Le più prestigiose case di moda marchigiane di fama nazionale e internazionale e i più rinomati artigiani d’eccellenza hanno presentato le loro creazioni di alta moda, di pret-à-porter, di accessori di alta qualità, intervallate da magiche performances artistiche e musicali. La kermesse ha creato, in un’atmosfera da dolce vita, una piacevolissima liaison tra Ancona e il suo mare: il Passetto illuminato e il Viale della Vittoria chiuso al traffico hanno fatto da passerella alle più belle indossatrici reclutate tra le agenzie mi-
lanesi. Applausi e consensi sono stati registrati anche per le giovanissime modelle che hanno sfilato con le collezioni junior; immancabili gli abiti da sposa, i costumi da mare, l’intimo e la moda uomo. A far da madrina alla serata, organizzata dalla Confesercenti Marche con il contributo di Comune, Provincia e Camera di Commercio di Ancona e della Regione Marche, è stata l’impeccabile Daniela Gurini, accompagnata dall’ex concorrente del Grande Fratello 10 Daniele Santonianni. Il numeroso pubblico (con parterre d’onore per autorità, sponsor e aziende partecipanti, 1600 posti a sedere e centinaia di persone in piedi) ha assistito anche alla proiezione del toccante trailer di “Asflato Rosso”, un film sulle stragi del sabato sera.
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APPUNTI IN AGENDA BYE BYE ESTATE!!! XXIII Fano International Film Fest
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Il Fano International Film Festival è la manifestazione che si occupa di eventi di produzione filmica collocandosi, nel panorama cinematografico, nell’ambito del corto e mediometraggio, fondato e diretto dal 1989 da Fiorangelo Pucci. La manifestazione, giunta alla 23ª edizione, si svolgerà quest’anno dal 17 al 22 ottobre 2011. Il Festival, con circa 10.000 presenze nell’arco della settimana, è promosso ed organizzato dal locale Fotovideocineclub in collaborazione con enti istituzionali pubblici e privati, fra i quali il Comune di Fano, la Provincia di Pesaro e Urbino, la Regione Marche, il Miur, il Ministero per Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo, la Federazione Italiana dei Cineclub, la Mediateca delle Marche, l’Agis e la Fice Marche, con il contributo di privati ed aziende, locali e nazionali.
FANO INTERNATIONAL
FILMFESTIVAL
Fano International Film Festival Via Albert Einstein, 11 61032 Fano (PU) Tel. 0721 854372 Fax 0721 830111 Mobile 335 8348462 info@fanofilmfestival.it www.fanointernationalfilmfestival.it
Mostra “Luoghi, tempi e gente d’Italia” Dalla Collezione d’Arte alla Farnesina Palazzo Pergoli, Piazza Mazzini - Falconara M.ma (AN), 26 giugno – 30 ottobre 2011 a cura di Silvia Cuppini e Stefano Tonti
In occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia il CART – Centro per la documentazione dell’ARTe contemporanea di Falconara M. (An), propone una mostra dedicata alla ricorrenza scegliendo di presentare opere di artisti presenti alla Collezione d’Arte della Farnesina che si possono richiamare al tema o far riferimento alla storia d’Italia. Partendo da alcune opere come nucleo centrale intorno alle quali identificare il senso della specificità del progetto, la mostra viene ad essere uno spaccato dell’arte contemporanea attraverso la lettura di aspetti e tematiche che si richiamano alla nostra Nazione, percorsi con stili, tecniche e temi diversi e diversificati da autori temporalmente e poeticamente anche distanti fra loro, ma che sono protagonisti riconosciuti nel panorama artistico nazionale ed internazionale. La mostra inoltre contribuisce anche a rendere nota la tradizione del senso e dell’idea di una Collezione d’Arte come quella presente nel Palazzo della Farnesina a Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri, quale modello di un ruolo didascalico riconoscibile e riconosciuto a codesta istituzione anche per la sua attività nell’ambito della valorizzazione dell’arte contemporanea. Ruolo riconosciuto anche dall’attività del CART di Falconara M. (An) contrassegnato, quest’anno, dall’inserimento, voluto da Vittorio Sgarbi, nei luoghi del percorso culturale consigliato in occasione delle manifestazioni della Biennale di Venezia.
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MOSTRA
LUOGHI
TEMPI
E GENTE D’ITALIA
LUIGI
ONTANI ROSSINA R IA
LUIGI ONTANI - RossinAria a cura di Ludovico Pratesi 24 luglio-25 settembre 2011 Loggiato e Chiesa del Suffragio, Centro Arti Visive Pescheria, PesaroIl Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro è lieto di ospitare la mostra personale di Luigi Ontani, che si configura come un doppio omaggio alla città, sia come luogo di nascita di Gioachino Rossini che come centro di produzione dell’arte della ceramica, che ha espresso maestri del calibro di Ferruccio Mengaroni e Nanni Valentini. Il percorso espositivo, concepito dall’artista appositamente per il Centro Arti Visive Pescheria, si sviluppa tra l’ex Chiesa del Suffragio e il Loggiato dove sono posizionate otto ErmEstEtiche, sculture in ceramica di grandi dimensioni ispirate a personalità significative della storia, che riprendono lo stile dell’arte classica romana. Tra le erme spicca RossinAria, dedicata da Ontani a Gioachino Rossini e realizzata appositamente per Pesaro, città natale del compositore, che organizza ogni anno il Rossini Opera Festival, uno degli appuntamenti internazionali di maggior prestigio per l’opera italiana. Scrive Ludovico Pratesi: “Rossini viene interpretato da Ontani attraverso una composizione di elementi storici, simbolici, letterari ed artistici, in una consapevole autoidentificazione con un uomo tanto famoso da essere definito dai suoi contemporanei come il Napoleone della musica. RossinAria diviene così un palinsesto, dove simboli, testi, immagini e suggestioni si rincorrono per dare vita ad una sorta di trama di senso”.
Fabriano Teatro Gentile 2011/2012
FA BR IA NO
Prosa contemporaneo teatro ragazzi
TEATRO
Tredici spettacoli da novembre a marzo compongono il ricco cartellone della stagione 2011.2012 del Teatro Gentile di Fabriano nato dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’AMAT e realizzato con il contributo della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il sipario del Teatro Gentile si aprirà il 16, 17 e 18 settembre su Dove sei musical scritto e diretto da Don Umberto Rotili, evento di presentazione della stagione fuori abbonamento. Lo spettacolo vede la partecipazione di 150 ragazzi della città.
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FESTA dell’aquilone
GENTILE
2011/2012 56° Festa dell’aquilone Urbino, 3-4 settembre 2011 Nata tra le Contrade, la Festa è cara agli urbinati di ogni età che da bambini hanno tutti costruito e lanciato le loro comete. La manifestazione appare come proposta di svago, di creatività e di semplicità; è, infatti, magia e poesia quell’idea concreta di libertà tenuta in mano, legata ad un filo che è appunto l’Aquilone. La Festa ha il suo momento culminante nella Gara tra le Contrade sulle balze dei monti delle Cesane, nel tentativo di far salire l’Aquilone più alto. Si potranno ammirare centinaia di comete in volo, proprio di fronte a quel famoso Urbino ventoso. Fano International Film Festival Via Albert Einstein, 11 – 61032 Fano (PU) Tel. 0721 854372 Fax 0721 830111 Mobile 335 8348462 info@fanofilmfestival.it – www.fanointernationalfilmfestival.it 171
ENERGIA
L’ENERGIA CHE COSTA MENO È QUELLA CHE NON CONSUMIAMO Cos’è lo “sviluppo sostenibile”? Il mantenimento dei consumi dentro la capacità di carico degli ecosistemi. E l’”efficienza”? L’ottenimento dello stesso risultato utilizzando meno risorse. Con il termine “risparmio”, invece, intendiamo la riduzione dei consumi ottenuta applicando un cambiamento virtuoso alle attività svolte
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ttorno a questi concetti, negli ultimi tempi anche i Legislatori dei Paesi più industrializzati e gli organismi internazionali hanno mostrato una maggiore sensibilità rispetto al passato: tale tendenza trova una conferma in un’importante iniziativa comunitaria, allorquando la Commissione Europea presentò, lo scorso 22 giugno, una proposta di direttiva sul risparmio energetico. Il provvedimento propone l’introduzione di misure vincolanti al fine di centrare l’obiettivo della riduzione del 20 per cento dei consumi energetici prevista per il 2020, che in base ai trend attuali rischia di non essere raggiunto. I soggetti principalmente interessati dalla proposta sono le società di distribuzione o di vendita al dettaglio, gli enti pubblici e le imprese, chiamate ad attuare un’efficiente gestione dei consumi sottoponendosi ad audit energetici. A livello internazionale, poi, recentemente è stata pubblicata la ISO 50001 sui Sistemi di Gestione dell’Energia (che andrà a sostituire la UNI CEI EN 16001, in vigore dal 2009 ed applicata sinora nei Paesi europei). Tale norma ha lo scopo di fornire alle imprese un quadro di riferimento per l’integrazione delle prestazioni energetiche delle loro attività, aiutandole ad utilizzare più attentamente le risorse, promuovendo le migliori pratiche, fornendo assistenza per l’adozione di nuove tecnologie ad alta efficienza energetica. La norma potrà essere integrata con gli altri sistemi di gestione, ad esempio ambientale e salute/sicurezza.
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I sistemi di gestione ambientale permettono alle imprese di migliorare l’efficienza e raggiungere un effettivo risparmio delle risorse materiali ed economiche e quindi di sviluppare un modello di sviluppo sostenibile, fornendo spunti di miglioramento ed innovazione, consentendo un adeguamento continuo alle norme in perenne evoluzione e migliorando la comunicazione dei risultati raggiunti verso i propri stakeholders. Sida, per facilitare le imprese ad attuare tali principi, ha istituito un nuovo servizio di consulenza ambientale, che offre check up di conformità legislativa, l’individuazione dei finanziamenti disponibili a sostegno degli obiettivi ambientali dell’azienda e l’analisi dell’efficienza dei processi aziendali. Sida – Divisione Sviluppo Sostenibile Agnese Massaccesi a.massaccesi@sidagroup.com Sauro Ramazzotti s.ramazzotti@sidagroup.com Tel. 071.28521
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SALUTE E BENESSERE
NOTE DI SANITÀ: LISTE DI ATTESA E TICKET A cura di Mario Timio
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n un mio recente libro (Sanità, Rubbettino Editore) includevo le liste di attesa e il ticket o co-pagamento tra i sette vizi capitali della medicina italiana. Della durata delle liste di attesa si è detto tutto e il contrario di tutto. Anche se è stato tentato di fare molto da parte dello Stato, delle Regioni delle ASL, degli ospedali, i deludenti risultati sono di fronte ai nostri occhi o alle nostre aspettative quando siamo direttamente coinvolti nell’attesa di prestazioni mediche. Vari decreti legislativi, numerose leggi e precise linee- guida concordano che il SSN si impegna a garantire a tutte le persone l’erogazione di prestazioni entro tempi consoni alle necessità, dando particolare rilevanza ai criteri di appropriatezza, di trasparenza, di urgenza. Per alcune Regioni virtuose come le Marche, le indicazioni governative sono cogenti, per altre solo opzionali. Ci sono Regioni o ASL in cui le liste di prenotazione non sono molto trasparenti, se non addirittura chiuse. I due terzi delle Regioni non dichiarano i tempi di attesa sulle pagine WEB. Di fronte al solito gap Nord-Sud, al centro il 75% delle ASL dell’Umbria e il 56% di quelle delle Marche rendono disponibili in rete i tempi di attesa. Perché le liste d’attesa? E’ vero che la maggior richiesta di prestazioni, a fronte di una fissità o comunque di una lenta progressione dell’offerta, è dovuta alla più matura consapevolezza sanitaria della popolazione, ma gioca un ruolo preminente anche l’invecchiamento della società con tutte le sue ricadute, con le problematiche finanziarie, con i modelli di assistenza e di impatto sociale, con i ripetuti accessi alla sanità. Questa ripetizione, che spesso intasa i servizi sanitari, è riferibile ad un preciso motivo: la medicina cura sempre di più e guarisce sempre meno. Ciò vale a dire che le malattie si cronicizzano e quindi durano molto (fortunatamente per il singolo). Di certe malattie una volta si guariva o si moriva in breve tempo. Oggi le cose sono cambiate. Si pensi solo alle malattie renali alle
quali si sopravviveva o si moriva precocemente. Oggi con la dialisi tutto è cambiato: non si muore ma non si guarisce; si vive per anni dipendenti da una macchina, cioè dall’assistenza sanitaria. Ma a questa si ricorre per prestazioni anche meno gravi, ma sempre intasanti il servizio. Che fare ? Accreditare nuove strutture anche private, coinvolgere il maggior numero di specialisti, esprimere un’oculata auto-organizzazione. Oppure ridurre la domanda o modularla su strutture pubbliche e private utilizzando il cosiddetto “buono sanità” già vigente nella regione Lombardia ove le liste di attesa sono tra le più brevi in Italia. Il contenimento della domanda è stato tentato già dal 1989 mediante l’introduzione del ticket sanitario, inteso come strumento di responsabilizzazione dei cittadini, mirato soprattutto a disincentivare gli eccessivi consumi di farmaci e prestazioni mediche. Ben presto però il ticket si è trasformato in una significativa voce di finanziamento della sanità, tanto è vero che nella recente manovra correttiva del 2011 compare proprio per far fronte al disavanzo delle singole regioni, consentendo a queste di recuperare i trasferimenti tagliati dalle finanziarie nazionali. E’ giusto, non è giusto. Ognuno esprime il proprio giudizio, motivandolo. Gian Mario Spacca governatore delle Marche “è contrario al ticket, ma obbligato ad introdurlo, cercando di tutelare i più deboli.”. In senso solidaristico. Qualcuno asserisce invece l’utilità del ticket modello Svezia ove è garantita l’universalità della sanità che non significa servizi gratuiti per tutti, ma copertura equilibrata dell’intera gamma di prestazioni sanitarie, con appropriato “ticket” di ingresso. Così la Svezia da sempre modello di welfare globale e generoso, ci pone di fronte a questo interrogativo: può l’Italia permettersi oggi una sanità incondizionatamente gratuita? La risposta a questa domanda dice anche se il ticket sia giusto oppure no.
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SPORT
ITALIA D’ORO CON LE DREAM TEAM Agli europei di Sheffield, oltre al gradino più alto del podio a squadre, le azzurre hanno vinto anche nelle competizioni individuali. Oro alla fiorettista jesina Elisa Di Francisca, argento per l’altra jesina, la campionessa del mondo Valentina Vezzali
“S
ono felicissima, dopo l’Oro Mondiale e il titolo italiano, mi mancava il titolo europeo – ha festeggiato la Di Francisca -; sono contenta perché ho vinto anche senza tirare benissimo, quello che prima non succedeva. Non conta la stoccata bella, ma l’ultima”. Con queste parole la ventottenne fiorettista jesina ha commentato la sua vittoria agli Europei di Sheffield. Per la campionessa del mondo Vezzali, salita 8-4 nella finale e poi sconfitta 8-10, una delusione che però non la sconforta, anzi, le dà la giusta carica per i Mondiali di Catania. “Mi spiace perché ho smesso di tirare e il mio maestro Giulio Tomassini è molto arrabbiato con me. Sono sempre risalita dopo queste sconfitte, succederà anche stavolta”. Le fiorettiste azzurre hanno fatto sognare singolarmente, ma anche come Dream Team. Dopo la tripletta maschile ottenuta il
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14 luglio dagli azzurri, infatti, i successi della squadra femminile non si sono fatti attendere. Sul podio Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salvatori hanno festeggiato il terzo titolo europeo consecutivo, consacrando il fioretto azzurro quale leader indiscusso in Europa. L’oro delle ragazze del fioretto femminile è, infatti, la settima medaglia delle otto che il programma di fioretto prevedeva in questa rassegna continentale. Una leadership ribadita anche sulla pedana finale della prova a squadre di fioretto femminile. “Oggi abbiamo dimostrato che la nostra forza non è solo la qualità delle singole atlete ma dell’intera squadra – ha affermato il commissario tecnico, Stefano Cerioni -. In avvio abbiamo sofferto, contro una
squadra, la Russia, dalla quale abbiamo subito l’unica sconfitta in questa stagione. Valentina, Elisa ed Arianna sono state però straordinarie e soprattutto capaci di interpretare la giusta tattica che alla fine si è rivelata vincente”.
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OFFERTE DI L AVORO
a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it
> GGA SPA azienda leader nel contesto nazionale per la progettazione e produzione di componenti metallici ed accessori per l’arredamento dell’ufficio, assegna: RIF: BGG/01 1 BORSA DI STUDIO PARZIALE FINALIZZATA AD INSERIMENTO LAVORATIVO - MASTER IN “FINANZA E CONTROLLO” Il percorso formativo e di job rotation è orientato a creare un professionista in grado di operare e gestire con progressiva autonomia un ruolo chiave dell’Ufficio Amministrativo: la nuova figura verrà inserita come IMPIEGATO/A AMMINISTRATIVO/A e, affiancata da consulenti esperti, intraprenderà un interessante percorso di crescita professionale all’interno dell’azienda. Il candidato ideale è un giovane talento di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureato in Economia e Commercio e desideroso di intraprendere un percorso professionalizzante all’interno di una realtà consolidata. E’ richiesta una buona conoscenza della lingua inglese, del pacchetto office e dei principali sistemi applicativi. Precisione, metodo, ottime competenze organizzative e capacità relazionali completano il profilo. Dopo un attento processo selettivo, l’azienda individuerà il nuovo collaboratore che inizierà il seguente percorso formativo: - Frequenza al Master in General Management con specializzazione in Finanza e Controllo organizzato e gestito dalla Sida Group (ad Ancona) della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formativo è previsto l’inserimento lavorativo all’interno dell’azienda. - Il candidato dovrà sostenere solo il costo di iscrizione al Master che avrà inizio a Settembre. Sarà considerato requisito preferenziale la residenza nella Provincia di Macerata.
> RADIO E MEDIA di Civitanova Marche (MC), concessionaria pubblicitaria di emittenti radiofoniche leader nel territorio delle Marche, come Radio Linea n° 1 e Skyline, assegna: RIF: BSK/01 1 BORSA DI STUDIO TOTALE FINALIZZATA AD INSERIMENTO LAVORATIVO MASTER IN “SALES E MARKETING MANAGER” Il vincitore della borsa di studio intraprenderà un percorso formativo e professionalizzante all’interno dell’azienda con l’obiettivo di diventare un professionista in grado di operare e gestire con progressiva autonomia il ruolo di KEY ACCOUNT per la PROVINCIA DI ANCONA. La nuova figura, rispondendo al Responsabile Commerciale, si occuperà principalmente di gestire ed ampliare il portafoglio clienti della propria zona di riferimento, entrando in contatto con attività commerciali, aziende, studi professionali ed ogni altro soggetto interessato all’acquisto di uno spazio pubblicitario radiofonico. Il candidato ideale è un giovane talento di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureato in Scienze della Comunicazione o indirizzi equipollenti, interessato ad intraprendere un percorso professionalizzante finalizzato a ricoprire un ruolo dinamico all’interno di una realtà in continua crescita. Dinamismo, orientamento al cliente, ottime doti comunicative e di vendita completano il profilo. Dopo un attento processo selettivo, l’azienda individuerà il nuovo collaboratore che inizierà il seguente percorso formativo: - Frequenza al Master in General Management con specializzazione in Sales e Marketing Manager organizzato e gestito dalla Sida Group (ad Ancona) della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formativo è previsto l’inserimento lavorativo all’interno dell’azienda. Il Master avrà inizio a Settembre. Sarà considerato requisito preferenziale la residenza nella Provincia di Ancona.
> TDN Trasporti Srl, azienda leader nei Servizi logistico distributivi, per il potenziamento dell’area Amministrativa e Logistica ha deciso di puntare sui giovani assegnando: RIF: BTD/01 1 BORSA DI STUDIO TOTALE ad OCCUPAZIONE GARANTITA PER MASTER IN GENERAL MANAGEMENT Il percorso formativo e di job rotation ha l’obiettivo di creare un professionista in grado di ricoprire il ruolo JUNIOR ANALYST che si occuperà principalmente del controllo della produttività del processo e del livello di servizio ottenuto, al fine di ottimizzare i processi di trasporto. Il candidato ideale è un giovane talento di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureato in Ingegneria (preferibilmente gestionale, civile o trasporti) ed interessato ad intraprendere un percorso professionalizzante finalizzato a ricoprire un ruolo di responsabilità all’interno di un’azienda giovane e dinamica. E’ richiesta l’ottima conoscenza del pacchetto office e dei principali sistemi applicativi. Dopo aver superato un attento processo selettivo, l’azienda individuerà il nuovo collaboratore che inizierà il seguente percorso formativo: - Frequenza al Master in General Management organizzato e gestito dalla Sida Group (ad Ancona) della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formativo è previsto l’inserimento lavorativo all’interno dell’azienda. Il Master avrà inizio a fine giugno; è quindi richiesta disponibilità immediata. La sede di lavoro è in provincia di Ancona.
> Brosway, azienda leader a livello nazionale nella commercializzazione di accessori moda fashion, per il potenziamen-
to del proprio organico decide di puntare sui giovani assegnando: RIF: BW/01 1 BORSA DI STUDIO TOTALE ad OCCUPAZIONE GARANTITA per il MASTER IN GENERAL MANAGEMENT con specializzazione in SALES E MARKETING Il percorso formativo e di job rotation è orientato a creare un professionista in grado di ricoprire il ruolo di account – area manager per conto dell’azienda all’estero. I candidati ideali sono giovani talenti di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureati in Scienze Economiche o Umanistiche ed interessati ad intraprendere un percorso di crescita professionale all’interno di un’azienda giovane e dinamica. E’ richiesta l’ottima conoscenza delle lingue tedesco e inglese e preferibilmente di una terza lingua. Dopo aver superato un attento processo selettivo, l’azienda individuerà il collaboratore che inizierà il seguente percorso professionalizzante: - Frequenza al Master in General Management organizzato e gestito dalla Sida Group (ad Ancona) della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formativo è previsto l’inserimento lavorativo all’interno dell’azienda. La sede di lavoro è nelle Marche; è richiesta quindi disponibilità al trasferimento immediato all’avvio del progetto. > Nota azienda del settore arredamento ricerca: RIF: VV/06 EXPORT AREA MANAGER ( SETTORE IMBOTTITI) Il candidato ideale ha maturato un esperienza di almeno 5 anni nella gestione di agenti/distributori e key clients per marchi posizionati nel segmento medio-alto e nell’elaborazione di strategie di marketing mirate ad ogni diverso mercato. Sarà considerato titolo preferenziale la provenienza da azienda del settore imbottiti. Un’ottima conoscenza di una o più lingue completano il profilo. La sede di lavoro è nella Provincia di Ancona
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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