CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI SETTEMBRE ‘12 N°6 anno XIX
180
euro 1,00
mlmagazine.it
economia.lavoro cultura.attualità stile.viaggi.design
Speciale
AGROALIMENTARE Il ritorno alla Terra Il Ministro Catania a
“Così vi difendo a Bruxelles”
Dossier INNOVAZIONE PREMIO ERMANNO CASOLI Le grandi famiglie marchigiane Beniamino Gigli INCHIESTA IL SISTEMA CARGO AEREO, un’opportunità per le marche?
à porter
Il CITTADINO DEL MONDO ISSN 20367589
9 77 2 0 3 6 7 5 8 0 0 2
10006 >
Giovanni Fileni Un autentico testimonial delle Marche
Speciale Il ritorno alla terra “L’ agroalimentare eccellenza marchigiana”
180 economia.lavoro cultura.attualità stile.viaggi.design
Mario Catania
Il Ministro delle politiche agricole, ambientali e forestali “A Bruxelles stiamo difendendo l’agroalimentare italiano”
Paolo Petrini
“I giovani marchigiani hanno portato nuova vitalità al settore”
Bruno Mezzetti
“La collaborazione tra università e aziende è ancora insufficiente”
Coldiretti
L’agricoltura batte la crisi Marche, regione mezzadrile: un tuffo nel passato
Villa dei Pini l’eccellenza della sanità privata a Civitanova Marche 3
4
5
6
LAB81 - Ph. Lucia Giacani
7
8
9
10
11
SOMMARIO
Le grandi famiglie marchigiane
32 Beniamino Gigli
“Il cantore del popolo”
news dal mondo 38 brevi dal territorio 36
GiovanniFileni
18
ALTO ARTIGIANATO 40 Francesco Bortolotti
Un mondo in miniatura
INTERNAZIONALIZZAZIONE 42
I PRODOTTI DEL PICENO ALLA CONQUISTA DEGLI URALI
38 bORSA
AntonioAprile
VITA DA MANAGER
24
46 Maria Toni
A. D.della Toma, prima donna ad aver ricevuto il Premio Belisario
imprese 50 Performance Strategies
“Se sei un imprenditore e non ti occupi di vendite … lo sarai ancora per poco!”
consulenza 54 Sergio Cimino
AchilleCesarano
Rubrica
28
Il cambiamento dei sistemi di governance e controllo dell’impresa familiare
60
contributi e bandi
62
carriere e poltrone
15 L’editoriale di Flavio Guidi
PRIMOPIANO 16 Maria Katia Sciarrino
A San Marino Master per i moderni Sherlock Holmes
COVERSTORY 18 Giovanni Fileni
Un autenticotestimonial delle Marche
CONTROCOPERTINA 24 Antonio Aprile
villa dei pini: l’eccellenza della sanità privata a Civitanova Marche
ilpersonaggio 28 Achille Cesarano
12
L’uomo che ha imparato a volare
Anticipazioni Nel Numero di Ottobre Nel periodo solitamente dedicato alla vendemmia, non possiamo non dare un’occhiata ai bicchieri e ML, il bicchiere, lo vede sempre mezzo pieno. Niente ebbrezza però, bisogna rimanere sobri e affrontare ogni salita con la giusta carica e concentrazione. Per questo ad ottobre, mese in cui la ripresa dopo la pausa estiva è entrata nel vivo, dedicheremo uno speciale alle eccellenze marchigiane. Un tour tra le creazioni, i prodotti, le filiere che rendono la nostra regione un fiore all’occhiello del sapere made Italy. Come sempre, interviste ai protagonisti più rinomati della regione, suggerimenti di stile e di proposte viaggio, notizie e approfondimenti imperdibili.
PREMIO ERMANNO CASOLI XIII EDIZIONE
FONDAZIONE ERMANNO CASOLI
inchiestA
144
Il sistema Cargo aereo in Italia, nel mondo e … nelle Marche
a casa di..
136
150 Benvenuti al Museo del giocattolo
L poesia della Campgna 114
motori 152 Coppa Teodori: ha vinto Scola jr
Speciale: Ritorno alla terra 64
COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it
CULTURA
154
Lavoricidi: Successo al Festival del Contemporaneo
155 MarIlyn, un’emozione sempre viva
68 Dati: Aziende agricole, sempre più diffuso il modello societario
ML A PORTèR
76 Il Ministro Mario Catania
156 Nuovo stile: cittadino del mondo a cura di SG lifestyle
80 L’Assessore Paolo Petrini “I giovani marchigiani hanno portato
“A Bruxelles stiamo difendendo l’agroalimentare italiano”
TENDENZE
158 GRANDE SUCCESSO AL VICENZA ORO FALL PER IL LANCIO UFFICIALE DELLA NOVA, SUGGESTIVA ESPERIENZA Rosato
nuova vitalità al settore”
82 Francesco Massi “I finanziamenti si sono spesso dispersi in mille rivoli”
TURISMO
84 Coldiretti
L’agricoltura batte la crisi
162 Villa Lattanzi
Anghiò, il Festival del pesce azzurro
LA LOCATION DA SOGNO PER IL GIORNO DEL Sì
:
88 Bruno Mezzetti “La collaborazione tra università e aziende è ancora insufficiente”
164 Grotte di Frasassi
107
Marche, regione mezzadrile: un tuffo nel passato
110
Sulle Marche sventolano 150 bandiere… del gusto
sport
112 Vita: Quando piccola impresa e università fanno innovazione 114
la poesia della campagna a cura di SG lifestyle
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA
166
Un grazie a tutti gli atleti marchigiani
167
Londra 2012: Elisa Di Francisca… Elisa d’Oro
i grandi chef
164 Rosaria Morganti
Vincitrice del Premio Pellegrino e Cuoca di Marca
dossier: INNOVAZIONE
170 APPUNTI VIAGGI
124 Walter Del Prete
“Internet per le aziende, un mondo ancora tutto da scoprire”
126 Alfredo Celiberti
e-commerce, un’impresa a tutti gli effetti 128 Garbini Consulting
Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mlmagazine.it CAPOREDATTRICE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@mlmagazine.it UFFICIO COMMERCIALE commerciale@ggfgroup.it Tel. 071 2912331 Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994 REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it
160 SHOPPING TIME!
86 Grande successo a San Benedetto per la III edizione di
Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it
IN AGENDA
172
Per staccare la spina
173
Proposte a due passi da casa
Un “risparmio virtuoso” che crea solidarietà
174 I viaggi di Michela
132 “Take A Breath” Il mondo dell’auto a confronto in Italia
176 Itinerari
134 Legambiente green e soft economy per uscire dalla crisi
del gusto
HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella Alessandra Balducci Margherita Camilletti Letizia Ciaccafava Tommaso Costantini Fabio Di Giulio Sara Gatti Guido Guidi Laura Osmani Cristina Panara Enrico Picchio Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Foto di Copertina Alessandro Magi Galluzzi Chiuso in redazione il 7/09/2012 progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione (An) stampa: Grafiche Ricciarelli (An) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 abbonamenti@mlmagazine.it Editore GGF Group
salute e benessere
177 Idrocolonterapia per ripristinare l’equilibrio della flora batterica
178 OLQ
13
14
EDITORIALE di Flavio Guidi
I giovani, un futuro per l’economia G
iovane è sinonimo di energia, entusiasmo, slancio, coraggio, ottimismo, laboriosità, ricerca di realizzazione, di identità, voglia di fare, di costruire, di dimostrare, di confrontarsi, di lottare, di credere. Sono tutti fattori che - se non frustrati o repressi - si traducono in operosità, genialità, produttività. Un’energia incommisurabile. Una risorsa che può invertire il processo di decadimento della nostra economia. Però i dati sono impietosi: in Italia quasi un giovane su tre è disoccupato. E’ evidente che se non si ricorre prontamente ai ripari, si corra il serio rischio di abituare tutta questa fetta della società al ruolo del disoccupati cronici, disadattati, precari a vita, trasformando di fatto lo stato di disoccupazione in una “professione”. Per evitare tutto ciò, nell’attuale contesto occorre che i nostri governanti escano da schemi o condizionamenti vari, dal quella sorta di pregiudizio sinora imperante, dettato (o imposto) per lo più dalle regole finalizzate a salvaguardare quell’espressione magica che prende il nome di “sicurezza del posto di lavoro”. Fatti ovviamente salvi i casi – riconducibili a situazioni di obiettiva debolezza del soggetto – meritevoli di soluzioni particolari, ritengo che il mercato si dovrebbe “aprire”, favorendo l’ingresso libero nel lavoro: dev’essere affidato al mercato stesso il compito di regolare il rapporto e il relativo compenso. Al contempo, prevedendo adeguate forme di tutela a carico dello Stato, che attualmente lascia completamente indifeso il giovane. Non dimentichiamoci infatti che al lavoro, in quanto diritto, non si possono frapporre vincoli o barriere: e sul punto le istituzioni nel loro complesso hanno una grande responsabilità. E’ un sogno? Può darsi, ma l’auspicio è che un tentativo nella direzione tracciata andrebbe fatto: il risultato potrebbe essere stravolgente.
15
PRIMO PIANO
A San Marino Master per i moderni Sherlock Holmes L’Università della Repubblica del Titano si veste di giallo: il Direttore Tecnico del Centro Universitario di Formazione sulla Sicurezza, l’avvocato e criminologo Maria Katia Sciarrino, ci illustra le nuove offerte formative in materia di criminologia e psichiatria forense di P. Duranti
A
vvocato Sciarrino, vuole presentarci il Dipartimento di Studi Giuridici di S. Marino? “Con Decreto Reggenziale del 29 settembre 2003 n. 125 è stato istituito il Dipartimento di Studi Giuridici, all’interno del quale operano l’Istituto Giuridico Sammarinese e il Centro Universitario di Formazione per la Sicurezza (CUFS). Obiettivi del Dipartimento sono l’individuazione, l’elaborazione e l’attuazione di progetti di ricerca e di attività didattica finalizzati allo sviluppo degli studi giuridici, alla loro divulgazione, alla crescita economica, sociale e culturale della Repubblica e alla sua presenza nella comunità scientifica internazionale, nonché alle esigenze di qualificazione e riqualificazione professionale, alla progettazione e formazione di nuovi profili professionali”. Quali sono le sue principali attività? “Il Dipartimento si muove su diverse aree
16
di interesse, nell’ambito delle quali si inseriscono le precipue attività scientificodidattiche, l’area criminologico-forense, l’area giuridica, l’area della ricerca e l’area editoriale, che condivide con l’Istituto Giuridico”. L’offerta formativa è ampliata anche dall’avvio del Master in Criminologia e Psichiatria Forense: ce ne vuole parlare? “L’attività di eccellenza nell’ambito del Dipartimento è il Master di I° livello in Criminologia e Psichiatria Forense di cui sono già aperte le iscrizioni per l’edizione 2013 e che segue un’organizzazione ormai divenuta tradizionale, data la validità - dimostrata negli anni - della formula adottata. Il Master è rivolto a laureati in discipline legate alle tematiche affrontate (Forense, Medico-legale, Medico-psichiatrica) e agli afferenti alle Forze di Polizia. L’eccellenza della quali-
tà formativa è garantita da una selezione di docenti di grande calibro, la cui fama professionale è nota anche al di fuori degli ambienti strettamente specialistici”. Quali opportunità offre un percorso di studi così altamente specializzato per i giovani che intendono frequentarlo? “Il Master fornisce una solida preparazione criminologica e psichiatrico-forense per chi già opera o chi vuole operare nel campo della prevenzione e del trattamento delle condotte antisociali e criminose, in quello psichiatrico forense, investigativo e di tutela dell’incapace”. Ci parli del Centro Universitario di Formazione sulla Sicurezza di cui Lei è il Direttore Tecnico. “Il CUFS nasce nel 2010 in seno al Dipartimento di Studi Giuridici, con l’obiettivo di sviluppare un’area di eccellenza rivolta allo studio e all’applicazione delle
“In un sistema in cui tutte le informazioni sensibili passano attraverso la rete telematica, si è guadagnato in efficienza ma si è perduto in sicurezza. Questo scenario apre nuovi spazi alla criminalità che esce dai confini convenzionali per inserirsi in ambiente virtuale. Il che impone all’operatore di pubblica sicurezza, ma anche ai responsabili della sicurezza informatica a qualunque livello, di acquisire abilità tecniche e culturali complesse e in continuo aggiornamento”
scienze criminologiche e forensi. Il CUFS svolge la propria attività mettendo al centro dei propri programmi la sicurezza, intesa nel suo senso più ampio, dalla securety alla safety. L’azione formativa e l’attività di ricerca sono così proiettate verso i problemi della sicurezza urbana e delle nuove tecnologie di sorveglianza, verso il sistema organizzativo e formativo delle Forze di Polizia e delle strutture - formali ed informali - di difesa sociale. Verso le tecniche operative di polizia, verso la preparazione psicologica e culturale nell’uso delle armi, verso la criminalità informatica e quella economico-finanziaria, verso l’educazione alla sicurezza sul lavoro, le questioni dell’abuso, del plagio, della violenza sui soggetti deboli, verso le forme di devianza giovanile. Nascono così i corsi di primo e secondo livello sulla Criminalità Informatica, il ciclo di riflessioni intorno alla criminologia InsanaMente,
il programma di ricerca PoSt “Politiche della Sicurezza e Territorio” e il ciclo di conferenze Polizie a confronto”. Parliamo di “La criminalità informatica” e “InsanaMente – Riflessioni intorno alla criminologia”: a chi sono rivolti? Che tipo di strumenti forniscono? “L’irruzione delle tecnologie nella vita quotidiana ha in pochi decenni straordinariamente rivoluzionato la società e il modo di vivere, lavorare, produrre; l’uso dei sistemi e delle reti informatiche rappresenta un indiscutibile passo avanti per la società, ma contribuisce a renderla più vulnerabile. In un sistema in cui tutte le informazioni sensibili, a qualunque livello, passano attraverso la rete telematica, si è guadagnato in efficienza ma si è perduto in sicurezza. Questo scenario apre nuovi spazi alla criminalità che esce dai confini convenzionali per inserirsi in ambiente virtuale.
In questo contesto la lotta alla criminalità informatica è una nuova sfida che si apre al comparto della sicurezza, una sfida che muove sia sul versante delle tecnologie che delle forze preposte alla tutela dell’ordine pubblico. Dal punto di vista operativo, le sfide sono aperte e richiedono professionalità sempre più sofisticate e all’avanguardia, sia nel settore di ricerca che in ambito applicativo; il che impone all’operatore di pubblica sicurezza, ma anche ai responsabili della sicurezza informatica a qualunque livello, di acquisire le abilità tecniche e culturali complesse e in continuo aggiornamento”.
17
COVER STORY
Giovanni Fileni Un autentico testimonial delle Marche 18
“Io cerco di essere leale con tutti, non solo con i miei collaboratori, ma anche con i fornitori e con i clienti, con le banche e con le istituzioni sociali. Vorrei essere sempre contraccambiato. Purtroppo nel passato ho avuto esempi (per fortuna pochi) che mi hanno fatto pensare di essere un ingenuo”. Tratto da: “Giovanni Fileni Passione e lavoro di un imprenditore”, a cura di Riccardo Varvelli e Maria Ludovica Varvelli
Cosa rappresenti oggi Fileni non solo per le Marche, ma anche per l’Italia intera, lo sappiamo: chi non ha mai acquistato almeno un prodotto alimentare o gastronomico dell’azienda di Cingoli? Ma forse pochi sono a conoscenza del percorso umano e professionale del suo fondatore, Giovanni Fileni. Un esempio indiscusso di intelligenza, laboriosità, umiltà e lealtà, che vorremmo condividere con i nostri Lettori. Insomma, un ottimo ambasciatore delle Marche in Italia e nel mondo di P. Duranti
N
el numero di ML dedicato in larga parte all’agroalimentare, il servizio di punta – quello con maggiore risalto - non poteva che essere dedicato ad un’azienda che rappresenta un’eccellenza del settore e che si identifica con il suo fondatore: Giovanni Fileni. E’ un vero piacere sentire direttamente da lui alcuni tratti della sua storia, un’avventura avvincente che ascolto assieme ai figli Roberta e Massimo, con i quali il patron condivide la “stanza dei bottoni”. Il tutto alla costante presenza della “squadra” Fileni: dirigenti, impiegati, operai ed ausiliari. 1.800 persone che lavorano per portare sulla tavola degli italiani – da Bolzano a Palermo – una varietà inimmaginabile di prodotti, realizzati quasi esclusivamente con un’unica materia prima: le carni bianche.
“Sa come sono finito ad allevare polli? Glielo spiego subito ...” - esordisce Giovanni, anticipandomi nella domanda che gli stavo per porre. “Attorno alla seconda metà degli anni Sessanta decisi di dedicarmi a questo tipo di allevamento, sfruttando un piccolo terreno dei miei genitori, che facevano i mezzadri. Proprio i polli perché … è un lavoro che si può fare con il denaro di altri!”. Non capisco. “Dopo appena sei mesi una gallina genera i pulcini e quindi in poco tempo si crea un effetto moltiplicatore, con risultati straordinari dal punto di vista finanziario, perché l’allevatore è in grado di autofinanziarsi grazie al ciclo produttivo dell’animale. Nel caso dei bovini, invece, la vacca impiega circa due anni per di-
19
GLI SNACK FILENI DIVENTANO GLADIATORI Simpatiche novità in occasione del lancio dell’attesissimo film in 3D “Gladiatori di Roma” (prodotto da Rainbow CGI Animation Studio e distribuito da Medusa). Come ci spiega Roberta Fileni, i gustosi dischetti di petto di pollo Patapollo, i bastoncini Chicken Stick, le Crocchette di pollo, le alette di pollo Alì Babà e i bocconcini piccanti Tangos conterranno un grazioso gift in ogni confezione: un magnetstick collezionabile ispirato al film. Acquistando una sola confezione sarà poi possibile partecipare a due concorsi: in palio, il kit Samurai Party edizione speciale “Gladiatori di Roma 3D” e un weekend per quattro persone presso una struttura Italy Family Hotels.
ventare adulta: ma nel frattempo come finanzio l’impresa?”. La leggenda dice che da ragazzo Lei fece anche il meccanico … “Non è leggenda, è storia! Avevo 14 anni quando entrai come apprendista in un’officina di motociclette e automobili di Jesi. Quattro anni dopo il mio datore di lavoro fallì e così decisi, con un amico anch’egli meccanico, di realizzare un’officina tutta nostra”. Per poi buttarsi nel mondo dei polli? “Per la verità, nei primi anni portavo avanti entrambe le cose: allevamento ed officina. La tuta blu la indossai per l’ultima volta nel ‘68”. Dall’avere un pollaio a guidare un’industria leader a livello nazionale ce ne passa … quali sono le altre tappe significative? “Un passaggio fondamentale nello sviluppo della nostra azienda è rap-
20
presentato dal debutto nel mondo della distribuzione. Risale alla fine degli anni Sessanta, infatti, il primo negozio targato Fileni, al quale se ne aggiunsero altri, sino ad arrivare a quota quarantasette, una decina d’anni dopo”. E ora? “Una ventina d’anni fa decidemmo di abbandonare la presenza diretta nella distribuzione con i nostri punti vendita, per evitare qualsiasi forma di concorrenza con i distributori della GDO; certo, tenere i negozi avrebbe significato anche garantirsi margini maggiori derivanti dall’accorciamento della filiera… Un altro punto di importanza fondamentale per la nostra storia è rappresentato dallo sbarco nel segmento dei piatti pronti”. E’ un’attività recente? “Mica tanto … Già nel ‘77-’78 organizzavo riunioni periodiche con i commessi – che al tempo erano una novantina – chiedendo loro di captare preferenze, gusti e richieste
COVER STORY
della clientela. Del resto, l’idea del piatto pronto mi fu data, seppur inconsapevolmente, da un amico cliente il quale un sabato mattina mi chiese che gli venisse cucinata una faraona, visto che né lui né la moglie erano capaci di farlo… E da questa simpatica vicenda si sviluppò un filone che per noi, negli anni a seguire, si rivelò strategico. Non dimentichiamo che in Italia siamo stati i primi a realizzare uno stabilimento dedicato proprio ai piatti pronti. Parlo del 1989”. Secondo Lei a cosa è dovuto il successo di questa linea? “Vede, il piatto pronto risponde ad un’esigenza primaria delle famiglie moderne, caratterizzate da poco tempo a disposizione e ritmi frenetici, nonché dal fatto che raramente vi è la casalinga addetta ai fornelli come la intendevamo qualche generazione fa. Senza contare l’enorme diffusione dei single. Ecco, il piatto pronto è una risposta di tipo sociale prima che alimentare. La Fileni decise di puntarvi all’inizio degli anni Ottanta, ma fu solo
dopo il 1985, con l’utilizzo dei canali della GDO (Grande Distribuzione Organizzata, ndr) che vi fu il boom. Soprattutto perché si ebbe l’intuizione di offrire i piatti direttamente al banco, senza “aspettare” un’esplicita richiesta del cliente”. Presidente, i numeri – se non sbaglio – dicono che anche in tempo di crisi il settore delle carni bianche sostanzialmente tenga, rispetto a quello delle rosse. E’ così? “In effetti, è così. E non solo perché le carni rosse oggi costano molto. Accurate indagini di mercato – che commissioniamo regolarmente – ci hanno affidato dati estremamente interessanti: ad esempio che la carne bianca – che notoriamente si cucina con maggiore facilità, è meno grassa e più digeribile – è prediletta soprattutto dai giovani. Il pollo, poi, è una carne estremamente versatile”. Lei accennava alle indagini di mercato:
quanto sono importanti per un’industria alimentare? “Più che importanti, direi che sono fondamentali! I nostri nuovi prodotti, in tutti i loro aspetti – dal nome alla forma, dagli ingredienti alle modalità di cottura – seguono le inclinazioni e i gusti dei clienti. Vale anche nel nostro settore – anzi, forse anche più che in altri – una regola sacrosanta: il mercato è sovrano”. Il Gruppo Fileni ha puntato moltissimo sul biologico, con il consorzio Almaverde. Siete, infatti, la prima azienda in Europa per le carni avicole biologiche. Vi è davvero differenza tra il prodotto “bio” e quello tradizionale? “Sì, la differenza c’è”. Dove si manifesta questa diversità, nell’utilizzo dei fertilizzanti? “Nasce dalla qualità del terreno, che per ottenere la certificazione “bio” deve attraversare un processo di “disintossicazione” lungo ben due anni”.
21
COVER STORY
Ma secondo Lei non vi sono abusi nell’utilizzo del termine “biologico”? “Io posso parlare per Fileni, non per altri. E se guardo in casa nostra devo constatare che i controlli sono molto rigorosi e frequenti, com’è giusto che sia. Senza scendere in aspetti tecnici, le posso dire, ad esempio, che per ottenere la certificazione “bio” – oltre a quanto appena detto riguardo al terreno - occorre che l’allevamento abbia ampi spazi, sia coperti sia all’aperto (almeno quattro metri quadrati per pollo, ndr) e che i mangimi utilizzati siano tutti certificati “bio”. Poi, aspetto tutt’altro che secondario, all’animale possono essere somministrati esclusivamente medicinali omeopatici. Inoltre tenga presente che il ciclo di vita dell’animale “biologico” è circa il doppio rispetto a quello convenzionale. Per non parlare dei controlli sul versante delle vendite. Insomma, procedure molto complesse”. 22
Un tema sempre caldo è quello della ricerca e sviluppo. Cosa ne pensa, ora che il Ministro Passera ha posto un freno agli incentivi automatici …? “Intendiamoci innanzitutto sui fattori da tenere presenti in un’ottica innovativa e attenta sotto il profilo della ricerca, almeno per un’azienda come la nostra. Da un lato è imprescindibile – oggi più di ieri – lavorare incessantemente sul fronte della competitività e qui entrano in gioco tutti gli aspetti connessi al cost saving, alla redditività delle singole strutture, ecc., avendo sempre un occhio vigile ai temi della sostenibilità ambientale e del rispetto delle persone. D’altro lato, però, non dobbiamo mai stancarci di investire ed impegnarci sul fronte della ricerca di nuovi prodotti e di un’altissima qualità di quelli esistenti. Guai se su questo punto arretrassimo di un solo millimetro”.
Presidente, in conclusione mi permetta una domanda provocatoria: non Le sembra, da affermato uomo d’azienda, che l’Italia sia tuttora vittima di una burocrazia paralizzante, che si pongano troppi ostacoli iniqui nei confronti di chi ha nuove idee e risorse per realizzarle? E anche le Marche non fanno eccezione a questa regola … “Mi pare che lei abbia già risposto alla sua domanda …”.
VILLA LATTANZI
Viaggiare ha una nuova meta
Hotel | Ristorante | Meeting | Banqueting | Area benessere | Wi-Fi free Limousine service | Bosco con percorsi relax | Parking privato | Area balneare convenzionata Torre di Palme, Fermo (FM) 63900 Contrada Cugnolo, 19 - Tel +39 0734 53711
23 - www.villalattanzi.it - info@villalattanzi.it
CONTROCOPERTINA
La nostra salute, un investimento sicuro
24
Casa di cura Villa dei Pini Offerta integrata, multi-specialistica e organizzazione avanzata: l’eccellenza della sanità privata a Civitanova Marche. Ce ne parla il Direttore Generale, Dottor Antonio Aprile di A. Siria
D
ottor Aprile, vuole presentarci l’offerta avanzata della Casa di cura Villa dei Pini? “La Casa di cura Villa dei Pini è una struttura poli-specialistica prevalentemente chirurgica, che ha sviluppato diversi ambiti specialistici e ampliato la sua offerta, tenendo conto della popolazione che invecchia, e del conseguente mutamento delle esigenze sanitarie nonché del mutato assetto familiare e sociale di questi correnti anni. Oggi ci sono nuove criticità che bisogna affrontare, anche alla luce delle contingenze economiche, che di certo non risparmiano il settore sanitario. Abbiamo, quindi, deciso di orientarci verso un’offerta multi-specialistica, offrendo, affianco alle classiche soluzioni di degenza, anche forme di degenza diurna e attività ambulatoriali mirate. Riusciamo a garantire regimi assistenziali a più basso impatto sui pazienti, dilatando gli orari d’esercizio, andando incontro alle problematiche delle famiglie che assistono i propri congiunti, in particolare gli anziani, garantendo i servizi anche durante il fine settimana. Un altro aspetto importante che ci contraddistingue è il superamento delle singole attività, offrendo, invece, pacchetti clinico-diagnostici multispecialistici integrati”.
Può farci un esempio? “Un esempio d’eccellenza della nostra clinica è certamente l’ortopedia, che trattiamo non solo a livello chirurgico, ma anche garantendo tutto il percorso riabilitativo, favorendo, in questo modo, un veloce reintegro del soggetto nella vita quotidiana. Altro esempio la clinica del piede dove convergono molte specialità: la podologia, l’ortopedia, la chirurgia e la diabetologia. Spesso si trascura che senza piedi sani non si cammina…”. Come considera il rapporto tra la sanità pubblica e quella privata? “Perseguiamo il superamento dell’antitesi pubblico/privato, come se fossero mondi contrapposti. Oggi, anche alla luce dei minori fondi a disposizione, l’elemento fondamentale deve essere l’integrazione tra le due offerte, quella pubblica, quindi, che rimane centrale e quella privata”. In generale, come valuta l’offerta sanitaria marchigiana? “L’offerta pubblica marchigiana è importante, sia per la qualità, che per la diffusione delle strutture nel territorio. Ad essa si affianca un’ampia offerta privata, che si adatta alle nuove esigenze dei
25
CONTROCOPERTINA Il Direttore Generale, Antonio Aprile Da febbraio 2011 è Direttore Generale della Casa di Cura Polispecialistica Villa dei Pini, Sanatrix Gestioni srl – Gruppo KOS Spa. Ha ricoperto tra il 1997 ed il 2010 il ruolo di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale 7 di Ancona, dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale (Marche) e dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico INRCA. Nel periodo 1986-1996 è stato Coordinatore Medico dei Centri Ambulatoriali e Direttore Area Medica/ Vice Direttore Generale presso l’Istituto di Riabilitazione S. Stefano di Porto Potenza Picena. Ha svolto attività di docenza in cinesiologia, cinesiterapia e clinica della riabilitazione presso l’Università degli Studi di Chieti Facoltà di Medicina e Chirurgia – DU per fisioterapisti e la Scuola per Terapisti della Riabilitazione Istituto S. Stefano – Porto Potenza Picena. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Bologna, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Fisioterapia presso l’Università degli Studi di Pisa, ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Organizzazione e Gestione Sanitaria presso l’Università Bocconi di Milano.
pazienti in modo più dinamico rispetto a quella pubblica, rispondendo a richieste e bisogni in continua crescita e mutamento. I due sistemi, quindi, devono sempre più collaborare e integrarsi, arrivando al punto di essere indifferenti per il paziente. Con le risorse che ci sono, bisogna solo puntare al miglioramento dei servizi offerti: va privilegiata una competizione solo sul piano qualitativo. Ci sono certamente spazi di collaborazione tra queste due realtà, che sono ancora tutti da esplorare. Una giusta via da percorrere potrebbe essere quella di trovare profili di rapporto che possano consentire al pubblico di privilegiare le attività più tradizionali e di far sviluppare al privato le altre aree di competenza”.
bito chirurgico: chirurgia ortopedica, oculistica, vascolare e generale. Altre realtà di punta sono quella oncologica e quella gastroenterologica. Inoltre, abbiamo sviluppato un centro di patologie del piede caratterizzato, come accennavo in precedenza, dall’interdisciplinarità. A livello ambulatoriale abbiamo riorganizzato l’intera attività, con un nuovo centro prevenzionale denominato my-ceckup che consente di valutare tutte le condizioni della nostra salute, sia per il singolo organo o apparato, che generale. Per chiudere questa panoramica sintetica ricordo il rinnovato centro di diagnostica per immagini, che consente, grazie ad una tecnologia d’avanguardia, di diagnosticare le principali patologie”.
Tornando alle specificità della vostra struttura, potrebbe farci una panoramica dei servizi d’eccellenza che garantite? “Il nostro ventaglio di specialità è molto ampio, la nostra offerta privilegia l’am-
Villa dei pini si occupa anche di formazione? “Certamente sì. La nostra filosofia è quella di non fungere solo da “centro prestazioni”: riteniamo che non sia suf-
26
ficiente rispetto alle esigenze attuali. Presso la nostra struttura ospitiamo medici e tecnici sanitari in formazione, neo laureati che da noi trovano evidentemente un terreno stimolante. Inoltre, abbiamo sviluppato un’ampia offerta formativa per il nostro personale interno e teniamo spesso convegni e seminari aperti al pubblico. Oggi, per una struttura come la nostra, sviluppare un discorso culturale e scientifico è fondamentale. Per questo collaboriamo a progetti di ricerca clinica e applicata insieme a diverse realtà universitarie e imprenditoriali. Tali iniziative confermano la nostra vitalità e modernità come struttura poli-funzionale e questo ci rende un riferimento, oltre per la qualità dei servizi offerti, anche per l’innovazione che ci contraddistingue”.
PERSONE, PER PERSONE, PER SERVIRE SERVIRE LE PERSONE PERSONE La Cura La Casa Casa di Cura Villa una Villa dei dei Pini è una struttura struttura sanitaria sanitaria del Gruppo che del Gruppo KOS che sisi occupa occupa dell’area dell’area dell’acuzie della dell’acuzie e della post-acuzie. Casa post-acuzie. La Casa didiCura Villa dei Pini Cura Villa Pini ben rete benintegrata integrata nella rete assistenziale assistenziale regionale, regionale, rivestendo ruolo rivestendo un ruolo rilevante in tutto rilevante ilil percorso del percorso di cura del paziente. paziente. II principali principali ambiti si ambiti di di intervento intervento si esplicano nell’attività esplicano nell’attività medica medica internistica, internistica, oncologica, oncologica, chirurgica chirurgica ed ed ortopedica. ortopedica. 27
Achille Cesarano
“L’uomo che ha imparato a volare” Quello di avere le ali e poter guardare il mondo dall’alto è un sogno che sono in molti ad avere… un sogno che chi ha la fortuna di incontrare Achille, vede trasformarsi in una meravigliosa realtà di A. Dachan
28
IL PERSONAGGIO
P
er l’intervista di questo mese abbiamo scelto per voi un personaggio davvero straordinario: Achille Cesarano. Classe 1976, nato a Jesi, ha una grande passione, che è diventata la sua ragione di vita: il volo. A sedici anni, dopo aver scoperto il mondo dei deltaplani, si appassiona all’argomento e per lui quello del volo diventa un desiderio irrinunciabile. Inizia da autodidatta, usando una vela di parapendio, poi perfeziona la sua tecnica, fino ad ottenere il brevetto da istruttore per velivoli ultraleggeri e la licenza da pilota privato. Siamo andati a trovarlo a Recanati, nella sua base operativa al Centro Volo “Ali sul Conero”. Prima di iniziare l’intervista, Achille mi invita a scoprire da vicino il suo mondo, immerso nel verde dei colli leopardiani, dove uomo e natura vivono in perfetta armonia: prati verdi, voliere, la casa delle oche e grandi ali con motore a metallo pronte al decollo. Sono da poco passate le sette, è una bella giornata di fine luglio, il cielo è terso, il caldo concede una tregua... è la situazione ideale per il mio battesimo alato. Il deltaplano a motore è pronto e ci sta aspettando in pista. Indosso il casco, mi accomodo dietro, sul sedile del passeggero; sistemato il contatto radio, ci alziamo in volo. Achille mi dà poche e semplici istruzioni; il suo modo di fare è rassicurante e mentre il velivolo e l’adrenalina salgono, sembra di entrare in una
dimensione surreale. Recanati e Loreto diventano incantevoli città in miniatura sotto i miei occhi, così come tutti i paesini che si alternano tra la collina e la pianura; perfino l’autostrada da lassù pare una sottile striscia d’asfalto su cui procedono rapire formichine colorate… e ancora casolari e aziende, fino ad arrivare sul lungomare e godere, dall’alto, della bellezza del Monte Conero e delle acque antistanti. Volare sul mare e sul verde con Achille, che sembra nel suo habitat naturale, significa lasciare a terra ogni pensiero e preoccupazione, guardare le cose con una luce diversa e riscoprire quanto sia bello il territorio in cui viviamo. Sul deltaplano si provano solo emozioni positive e a metà volo, quando sei inebriato da tanta bellezza e dalla frescura dell’aria che sembra penetrarti fin nell’anima, Achille ti invita ad aprire le braccia (fino a quel momento strette, un po’ per quella paura che mai ammetteresti di avere, un po’ perché non sai dove metterle) non sembra più nemmeno di essere seduti su un velivolo, ma pare davvero di avere le ali e, finalmente, di volare liberi nel cielo…
Al Centro Volo “Ali sul Conero” potrete provare l’emozione di volare sul deltaplano con Achille: www.achillecesarano.com 393.9726646
29
IL PERSONAGGIO
L’AMICO DELLE OCHE
“Il mio sogno è riunire in volo i due Capi del mondo: Capo Nord e Capo Sud”
A
chille, la tua passione per il volo ti ha portato, letteralmente, a puntare in alto, tanto da farti stabilire un record italiano… “Sì, nel 2006 ho stabilito il record italiano di altitudine in deltamotore, toccando i 17.700 piedi di quota. Ci ho creduto fino in fondo e ci ho messo tutto il mio entusiasmo”. Dopo aver “imparato a volare” sui cieli di casa, ti sei avventurato anche in lunghi viaggi verso destinazioni lontane. Vuoi raccontarci queste esperienze? “Nel 2003 sono stato in Iraq per un’iniziativa di pace che ha coinvolto piloti, musicisti e giornalisti e non dimenticherò mai l’entusiasmo della gente, che sui propri cieli ha visto volare velivoli non bellici, con un grande messaggio di speranza. Nel 2004 è stata la volta dell’Himalaya, dove ho voltato sul tetto del mondo insieme alla spedizione “Fly over Everest”. Un anno dopo, studiando la migrazione delle oche lombardelle, mi è venuta l’idea di raggiungere in volo Capo Nord: 10 mila Km di volo per raggiungere Honningsvag, l’aeroporto più a Nord dell’Europa. Nel 2007, invece, ho fatto un viaggio in Deltaplano che dall’Italia mi ha portato in Africa, fino al Senegal in 35 giorni. Sono partito dall’avio superficie di Madonna di Loreto il 19 maggio e sono arrivato a Dakar il 23 giugno”. Cosa ti hanno dato questi viaggi? “Mi hanno portato a percorrere distanze lunghissime, affrontando le intemperie atmosferiche, la tensione degli atterraggi di emergenza, i controlli burocratici di ogni paese in cui mi sono fermato. Ho incontrato persone di culture e razze diverse, 30
sono entrato nel loro mondo, mi sono chiesto come abbiano fatto ad adattarsi a condizioni climatiche tanto avverse e per me è stata un’esperienza bellissima, significativa, che mi ha arricchito molto. Devo dire che ogni volta l’accoglienza della gente dal posto è stata molto calda: ti vedono atterrare con il tuo velivolo e vogliono sapere tutto della tua avventura. Ho creato un documentario su queste avventure, grazie alle riprese fatte sul deltaplano e ora sogno di collegare in volo, Capo Nord a Capo Sud (Cape Town, South Africa): sarà la mia prossima avventura”. Le hai appena citate, le tue muse ispiratrici pennute: cosa ti ha portato a sceglierle come compagne di volo? “Come appassionato di volo ho sempre studiato gli uccelli e il loro comportamento e mi sono reso conto che le oche sono animali intelligenti, con un senso dell’orientamento straordinario. Sembra che abbiano una sorta di quarzo magnetizzato nel becco, che le aiuta a individuare il Nord, riescono a percepire quanti giorni hanno volato, quanti Km hanno fatto. Nel loro mondo esiste una severa gerarchia, delle regole che anche tu, che vuoi avvicinarle, devi rispettare: me ne rendo conto ogni volta che mi alzo in volo con loro e avverto il loro fastidio se mi avvicino troppo o se in qualche modo urto la loro sensibilità. Servono giorno poi per riconquistare la loro fiducia… Oltre al volo con le oche ho ideato il “Progetto Cicogne” che mi permetterà di diventare genitore adottivo e guida di uno stormo di cicogne bianche a cui insegnerò una nuova traiettoria, da Ancona a Pavia. La TV giapponese è molto interessata alle mie avventure e sta lavorando ad un documentario”.
31
LE GRANDI FAMIGLIE
Beniamino Gigli “Il cantore del popolo”
Questo mese ML dedica un tributo particolare ad uno dei più grandi cantanti lirici di tutti i tempi, il recanatese Beniamino Gigli, che partito da umili origini (il padre era il campanaro del Duomo della città di Leopardi) si esibì nei più importanti teatri del mondo, portando canzoni che ancora oggi nessuno dimentica, come “Non ti scordar di me”, “Mamma” e “O sole mio” di P. Duranti
I
l 30 novembre di 55 anni fa moriva nella sua casa romana Beniamino Gigli, uno dei più celebri tenori di tutti i tempi. Nato a Recanati il 20 marzo 1890, a 21 anni si trasferì a Roma e grazie ad una borsa di studio poté studiare al Liceo musicale di Santa Cecilia. Tre anni dopo, un’altra borsa di studio a Parma e il debutto ne La Gioconda al Sociale di Rovigo, il 15 ottobre 1914. Da qui, il grande salto al Metropolitan di New York, città nella quale visse dal 1920 al 1932. Dopodiché fu un continuo susseguirsi di concerti nei più grandi e importanti teatri del mondo: la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli (1915), l’Opera di Roma, il Carlo Felice di Genova, il Real di Madrid (1917), Buenos Aires e tanti altri. L’attività artistica, interrotta a causa della Seconda Guerra Mondiale, riprese nel 1947 per terminare il 25 maggio 1955, giorno in cui tenne l’ultimo concerto (alla Constitution-Hall di Washington). Spesso cantò
32
assieme alla figlia Rina, ottimo soprano, scomparsa a Recanati nel 2000, mentre l’altro figlio, Enzo (morto nel ’78 e padre di Beniamino junior, che ci ha concesso l’intervista) intraprese un’altra carriera. Il suo repertorio fu vastissimo: oltre sessanta opere liriche tra il leggero, lo spinto, il drammatico e, inoltre, brani sacri, romanze e canzoni napoletane. Incise anche moltissimi dischi con il famoso marchio “La Voce del Padrone”. Ma Gigli non fu soltanto cantante: nella sua carriera interpretò anche numerosi film. Il tenore marchigiano è ovunque ricordato anche per aver messo le sue immense doti a vantaggio dei più poveri, con moltissimi concerti organizzati in tutto il mondo per beneficienza, ai quali si aggiungono ingenti donazioni. Egli ha, infatti, devoluto notevoli somme, tra l’altro, ai sinistrati del Polesine e dell’Olanda, per gli Italiani d’America e per la Croce Rossa Internazionale.
UN MUSEO A LUI DEDICATO A MONFALCONE A Monfalcone, in provincia di Gorizia, si trova il “Museo lirico permanente Beniamino Gigli”, che ospita una delle più vaste raccolte di documenti riguardanti il cantante: foto, costumi di scena, manifesti e locandine, registrazioni e raccolte complete di dischi e film connessi all’attività del tenore. Nella città friulana opera dal 1985 anche l’Associazione “Circolo del bel canto-Museo Beniamino Gigli”, sorta su iniziativa del collezionista Antonio Doria, cittadino onorario di Recanati. L’attuale presidente è Orlando Manfrini. LA LIRICA, UNA PASSIONE DI FAMIGLIA 65 anni proprio in questi giorni, stimatissimo pediatra a Roma, si chiama Beniamino Gigli: col grande tenore recanatese – suo nonno - ha in comune non soltanto il nome, ma anche la passione per la lirica. Sua l’idea di costituire cinque anni
“MAMMA” Mamma, son tanto felice perché ritorno da te. La mia canzone ti dice ch’è il più bel sogno per me! Mamma son tanto felice… Viver lontano perché? Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma, sarai con me, tu non sarai più sola! Quanto ti voglio bene! Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore forse non s’usano più, mamma!, ma la canzone mia più bella sei tu! Sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più! Sento la mano tua stanca: cerca i miei riccioli d’or. Sento, e la voce ti manca, la ninna nanna d’allor. Oggi la testa tua bianca io voglio stringere al cuor. Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma, sarai con me, tu non sarai più sola! Quanto ti voglio bene! Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore forse non s’usano più, mamma!, ma la canzone mia più bella sei tu! Sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più! Mamma… mai più! Beniamino Gigli C. A.Bixio – B.Cherubini (1940)
fa un’associazione che organizza ogni anno un concorso lirico internazionale e raccoglie fondi con lo scopo di aiutare tenori e soprani in situazioni di difficoltà. “Quando la lirica incontra la medicina”, è il felice slogan coniato per far assaporare ai profani la filosofia che sta dietro all’iniziativa. “E’un’associazione senza finalità di lucro – ci confida Beniamino junior – le poche somme che ci vengono donate le destiniamo tutte alle attività statutarie, in primis per finalità benefiche”. Il tutto nel nome del grande nonno … “Si. Con quest’iniziativa siamo certi di interpretare anche il suo pensiero: lo ricordiamo tutti per la sua voce, ma non dimentichiamo che aveva anche un grande cuore …”. Ho letto da qualche parte che si esibì in centinaia di concerti per beneficenza. E’ vero? “Oltre cinquecento concerti. Era davvero
una persona generosissima, sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Si esibiva ovunque glielo chiedessero, in aereo, nelle piazze … non aveva bisogno degli accompagnatori!”.
ti a Recanati. Nell’ultimo periodo, poi, si esibiva di meno nei concerti e quindi era molto più presente a casa. Per cui è naturale che io abbia tuttora tantissimi ricordi di lui”.
Un carattere forgiato anche dalle umili origini? “Senza dubbio il fatto di provenire da una famiglia molto umile – il padre faceva il campanaro, poi il ciabattino – costituì un punto di forza, un fattore che impresse a mio nonno un carattere molto forte e al contempo aperto verso i meno fortunati, i poveri, gli ammalati …”.
Ad esempio? “Anche durante le calde giornate estive, nella villa di Recanati continuava ad allenarsi, a cantare, a sottoporre le sue corde vocali a sforzi estenuanti e io spesso gli stavo accanto. La passione per la lirica, l’assiduità, l’impegno e la costante ricerca della perfezione non l’hanno mai abbandonato, fino alla morte. Pensi che anche nelle ultime settimane di vita si lamentava perché la “i” – a sentir lui – non riusciva a scandirla come forse avrebbe voluto …”.
Quando morì suo nonno, Lei era bambino. Mantiene ancora qualche ricordo? “Moltissimi! Quando mancò, il 30 novembre 1957, io avevo dieci anni. Con lui trascorsi molti momenti, perché qui a Roma abitavamo assieme, a Villa Coppedè, mentre l’estate la passavamo tut-
Un professionista molto esigente con sé stesso, quindi. “Non per niente amava ripetere spesso: 33
LE GRANDI FAMIGLIE
“L’episodio più memorabile, tuttavia, dell’intera tournée, si svolse a Francoforte, dove ricevetti una lettera da un ragazzo italiano che mi implorava di visitare suo padre all’ospedale. Quel vecchio italiano, che aveva vissuto tanti anni a Francoforte, importando aranci e limoni, aveva avuto le due gambe amputate due giorni prima ed ora stava morendo. Andai all’ospedale e mi sedetti al suo capezzale. Egli mi chiese di cantare una nota appena. Cantai tutto lo “Spirito gentil” della Favorita. “Grazie” mi disse, “adesso posso morire felice”.
“Se non canto per un giorno, me ne accorgo. Se non canto per due giorni, se ne accorge il pubblico”. Una capacità di autocritica fuori dal comune, allora come oggi”. Beniamino Gigli è ricordato in tutto il mondo come un uomo generoso e sensibile. Era molto affettuoso anche come nonno? “Mi è sempre stato molto vicino. Mi commuovo se penso di avere avuto la fortuna, da piccolo, di addormentarmi con le dolci parole di “Mille cherubini in coro” che di tanto in tanto mi cantava la sera come ninna nanna”. Un episodio che ci vuole raccontare? “Avrò avuto sei-sette anni, eravamo in
34
un ristorante di Mergellina, a Napoli. Ad un certo punto entrò un signore con il cappello in mano per cantare qualcosa e guadagnarsi la giornata. Cantò fino a quando non si accorse della presenza di mio nonno il quale, per toglierlo dall’evidente imbarazzo, si mise anche lui a cantare davanti ai numerosi commensali. Terminata questa esibizione improvvisata, mio nonno prese il cappello di quell’uomo, passò ai tavoli e quando fu riempito di quattrini glielo restituì. Gli aveva risolto i problemi per almeno un anno …”. Di zia Rina cosa ci dice? “Una bravissima cantante, ma con un padre così … era obiettivamente impossibile brillare di luce propria”.
Altri parenti? “Mio fratello, mia sorella e un nostro cugino, Maurizio Lorenzelli (figlio di Rina, ndr), che vive a Roma”. Parliamo del concorso organizzato dalla Sua associazione. “E’ un appuntamento che attrae cantanti lirici da tutto il mondo. Ammetto che alcuni vengono solo per conoscere il nipote del grande Gigli … ma non mancano personaggi di primissimo livello: sono venuti come giurati al concorso, ad esempio, personaggi del calibro di Adua Veroni - la prima moglie di Luciano Pavarotti -, del Direttore artistico del Teatro dell’Opera, e qui mi fermo perché rischio di dimenticare qualcuno …”.
IL FUTURO DI UN PROGETTO
EDILCOST opera dal 2003 in tutto in centro Italia con cantieri nelle Marche, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna e Umbria. L’azienda ha un’organizzazione efficiente capace di affrontare con flessibilità e professionalità l’organizzazione dei lavori. Particolare impegno viene espresso nel campo della sicurezza dei cantieri e dei lavoratori. Le principali linee di intervento sono nell’edilizia pubblica e privata ed in particolar modo nel settore delle ristrutturazioni e manutenzioni ordinarie e straordinarie, oltre ai vari interventi stradali. La Nostra Società è attualmente attestata presso l’Organismo di Attestazione SOA RINA S.p.A. di Genova nelle Categorie OG1 (opere edili) ed OG3 (opere stradali) entrambe nella categoria II.
EDILCOST srlu • Ancona • 071.2802094 info@edilcost.com • www.edilcost.com
35
NEWS DAL MONDO
S W E NDAL MONDO Marissa Mayer nuovo AD di Yahoo!
Il Premio Nobel per la Pace nel 1993, simbolo della lotta contro l’apartheid, ha compiuto, il 19 luglio scorso, 94 anni. Madibà, come viene soprannominato per via del titolo onorifico assegnato agli anziani della sua famiglia, ha passato ben 26 anni in carcere per le sue attività contro l’apartheid e per il suo impegno in favore della democrazia e dei diritti civili per tutti. Nel 1994 viene eletto democraticamente presidente del Sudafrica, diventando il primo capo di Stato di colore in Sudafrica. Dal 2004, dopo anni di impegno politico e umanitario, si è ritirato a vita privata, ma per il suo compleanno ci sono state celebrazioni in tutto il paese.
Finalmente libera Rossella Urru
36
Yahoo! ha nominato la trentasettenne Marissa Mayer, ex Vicepresidente di Google, nuovo Amministratore Delegato, facendone la donna più giovane in posizione apicale in una società web e una delle donne più potenti degli States. Mayer è stata la prima donna assunta a Mountain View nel 1999 e una dei primi venti dipendenti dell’azienda, contribuendo alla nascita del motore di ricerca e di Gmail e ricoprendo il ruolo di responsabile di alcuni prodotti come Google Maps, Google Earth, Zagat e Street View. La Mayer, inoltre, ha una marcia in più: è in dolce attesa di un maschietto, che nascerà ad ottobre.
Nelson Mandela compie 94 anni
Dopo 270 giorni di sequestro la cooperante italiana Rosella Urru è stata rilasciata il 18 luglio scorso in Mali. La giovane era stata sequestrata all’interno di un campo profughi Saharawi, nel Sud-Ovest dell’Algeria, insieme a due colleghi spagnoli, liberati anch’essi, Ainhoa Fernández de Rincón e Enric Gonyalon. Rossella Urru, che lavora per la Ong Comitato italiano sviluppo dei popoli (Cispi), è tornata dalla sua famiglia in Sardegna, dopo 9 lunghi mesi di prigionia.
Ann_24x29_pagina 04 26/06/12 17.50 Pagina 1
L’inno vazione della specie.
Darwin diceva: sopravvive solo chi è capace di adattarsi. Noi rilanciamo: cresce solo chi è capace di innovare. Il Gruppo Roncaglia in questi anni ha saputo evolversi: da agenzia, a gruppo di comunicazione, rimanendo sempre italiani ed indipendenti. Un modello all’avanguardia che vede sei aziende tra loro integrate che coprono altrettanti settori della comunicazione: Roncaglia & Wijkander, Lindbergh, Endeavour, Indigo, Ultra, Hypatia. Rispettivamente: advertising; CRM, loyalty & promotion; digital & social; point of sale; new media; research. E le parole d’ordine sono: innovazione, creatività, integrazione, nuove tecnologie, misurabilità. È il modello che ci ha permesso negli ultimi mesi di acquisire clienti come Mercedes-Benz, Smart, Sony PlayStation, Bulgari, MetLife, Shenker, Cantine Siciliane Riunite, Telepass, Telecom, Zalando. Per continuare ad evolverci, non smettiamo di cercare talenti che abbiano voglia di cambiare la comunicazione. Persone che, come noi e i nostri clienti, credono nell’innovazione e nel futuro.
grupporoncaglia.it
37
BREVI DAL TERRITORIO
BREVI
RIO DAL TERRITO
Moody’s: rating delle Marche è ok
A margine di un incontro tra il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e gli assessori regionali al Lavoro, l’assessore Marco Luchetti ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra il Governo e la Giunta della Regione Marche sulle modalità di rilancio e valorizzazione dell’apprendistato, “principale varco d’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”. Inoltre, Roma ha deliberato lo stanziamento a favore delle Marche di 20 milioni da destinare agli ammortizzatori sociali in deroga.
Assunta Legnante: oro e record del mondo alle Paraolimpiadi di Londra
38
Moody’s taglia il rating di 23 enti locali (tra cui 14 Regioni e 4 capoluoghi di Provincia) dopo il downgrade dell’Italia del 13 giugno scorso, ma non quello della Regione Marche. ‘’In uno scenario così difficile per il nostro Paese – ha affermato il presidente Gian Mario Spacca - le Marche confermano la loro solidità finanziaria. Prosegue il rispetto dei parametri di stabilità fiscale, si conservano il nostro tessuto economico florido, i solidi fondamentali finanziari, le buone pratiche finanziarie e i conti sanitari sono in equilibrio’’.
20 milioni per gli ammortizzatori in deroga ed accordo per l’apprendistato
Con uno strepitoso 16,74m, Assunta Legnante, l’atleta napoletana d’origine, marchigiana d’azione, ha vinto a Londra la medaglia d’oro nella specialità del lancio del peso, stabilendo, così, il nuovo record mondiale, nella categoria T11. Fabio Sturani, Presidente Coni Marche: “Vittoria dell’impegno, della tenacia e del talento. Continua il momento d’oro dello sport marchigiano”. Con questo nuovo successo, il medagliere marchigiano a Londra 2012 sale a 59 medaglie.
39
ALTO ARTIGIANATO
Francesco Bortolotti Il suo è un mondo in miniatura, realizzato con passione, genio e maestria; bolognese d’origine, figlio d’arte, vive e lavora a Fabriano, dove crea suggestivi plastici in legno e altri materiali di A. Dachan
F
rancesco, vuole presentarci il suo studio, “Segnodisegno”? “Con grande piacere. Non capita spesso che gli artigiani possano avere una vetrina così importante e qualificata. Le dico subito che lo studio “Segnodisegno” nasce a Bologna, la mia città, nel 1986. Nel nome c’è tutta la storia: l’Istituto d’arte che ho frequentato negli anni settanta all’ombra delle due torri, qualche anno di architettura, l’amore per le forme, l’attenzione per i dettagli e per i materiali, un ambiente stimolante, tutto questo ha permesso che sviluppassi una visione particolare della vita che il mio lavoro mi permette di esprimere”. Essere figlio d’arte ha in qualche modo influenzato la sua vocazione creativa? “Certo che sì. Mio padre è stato un importante designer e negli anni nei quali lui ha lavorato, Bologna è sempre stata molto all’avanguardia sia dal punto di vista culturale, che da quello creativo ed innovativo. Lavorando accanto a lui ho imparato moltissimo, eravamo una coppia straordinaria! Mi diceva sempre che eravamo indispensabili l’uno all’altro. Quando dovevamo fare un lavoro eravamo davvero complementari. Mio padre mi ha insegnato il gusto dell’essenziale, dell’assoluta concretezza, l’impegno, l’ironia, la pazienza e, soprattutto, la capacità di vedere la realtà da diversi punti di vista. Quest’ultima dote si è dimostrata fondamentale non solo per realizzare i miei lavori, ma anche per vivere una realtà professionale molto difficile e competitiva”.
40
Che tipo di competenze impegna per la realizzazione dei suoi modelli plastici? Posso saltare la domanda? Non amo molto parlare di me e del mio lavoro…Sono riservato e certo questo non mi aiuta, ma le assicuro che per realizzare modelli plastici è necessaria prima di tutto tanta pazienza. Le competenze indispensabili sono molte: progettare un plastico significa prima disegnarlo, “interpretarlo” e, a seconda dell’utilizzo, della location, trovare le soluzioni più giuste ed appropriate. Dalla progettazione, alla meccanica, dall’idraulica, alla tecnologia avanzata, alla manualità necessaria per l’esecuzione di modelli anche in movimento, attività, mi lasci dire, che non si riscontra facilmente negli ormai rari artigiani del nostro settore”. Lavora su commissione, o crea anche per il puro piacere di fare? “Principalmente su commissione, ma non posso negare che, quando i tempi me lo permettono, mi scateno con creazioni folli e originali. Adoro osservare e creare la mia realtà con ogni tipo di materiale”. Quali sono i suoi materiali preferiti? “Ultimamente ho partecipato ad una mostra a Fabriano dal titolo: “La carta…sua immagine e forma ” e per realizzare in scala la fontana Sturinalto, ho usato legno compensato, carta pesta e plastica. Come vede uso tutti materiali che ho a dispo-
Amore per i dettagli Francesco Bortolotti ha lavorato negli anni per le più prestigiose realtà italiane, costruendosi la giusta fama di Maestro artigiano. Le sue opere sono visibili in alcuni dei più importanti musei di Bologna
sizione. Ma il mio preferito è sicuramente il legno, che può e deve essere diverso a seconda del modello plastico da realizzare. Le dirò che la scelta del materiale è molto importante nella realizzazione di un lavoro”. Oltre che artigiano, lei è anche pittore: quali delle due modalità espressive preferisce? “Non ho alcuna preferenza. Dipingere o realizzare plastici mi dà lo stesso piacere, anche se non nego che “costruire”, inventare, trovare sempre nuove soluzioni, soprattutto nei modelli in movimento, mi gratifica molto e mi dà la possibilità di esprimere la mia creatività. Direi che mi piace trovare le giuste soluzioni, quelle che la gente” normale” solitamente non vede”. In che modo comunica ciò che fa? “Devo dirle che in questo non sono molto bravo. Quando abitavo a Bologna non avevo bisogno di farmi conoscere. I miei clienti sapevano bene dove trovarmi. Funzionava molto il passa-parola ed i miei plastici mi facevano grande pubblicità! Da poco mi sono trasferito nelle Marche, mi sto organizzando e sento di più la necessità di comunicare. Tra l’altro, il mio, è un lavoro particolare quasi “estinto” e sento il bisogno di far conoscere cosa e come lo faccio. Per questo grazie ad un amico ho rinnovato il mio sito: www. plasticisegnodisegno.it, ma ho poco tempo per pensare ad una giusta campagna di “web marketing”. Forse comunicare me-
glio è un problema comune agli artigiani che realizzano molto e bene, ma hanno difficoltà a rendersi visibili”. Cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse intraprendere un percorso professionale come il suo? “Mi lasci dire che questo “lavoro” non nasce a tavolino. O lo senti dentro, oppure non lo fai. Tanta passione, tanto amore, tanta pazienza, tante ore dedicate a trovare le giuste soluzioni, i giusti materiali. Cercare e vincere le sfide! Dalle più piccole alle più grandi! Non accontentarsi mai, tentare e ritentare perché esiste sempre una nuova soluzione alla quale non avevi pensato, anche solo un attimo prima. Per intraprendere questo “lavoro” è indispensabile, come dicevo, la passione, la pazienza, l’abilità, una giusta dose di follia e qualcuno che ti metta in condizione di imparare qualche segreto di un “mestiere” quasi estinto. In Italia siamo rimasti davvero in pochi a realizzare plastici. In tempi di crisi come questi è più facile ed economico affidarsi alla computer-grafica piuttosto che ad un modello. Ma non disperiamo! E per chiunque voglia iniziare, sono disponibile! Ho un laboratorio in una casa di campagna nel fabrianese dove organizzo corsi”.
www.plasticisegnodisegno.it.
41
INTERNAZIONALIZZAZIONE
I prodotti del Piceno alla conquista degli Urali Se Innoprom – la più importante fiera internazionale dell’industria e dell’innovazione degli Urali – era un banco di prova per i prodotti dell’ascolano, la missione può considerarsi compiuta
I
l lavoro di Piceno Promozione, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Ascoli Piceno che ha organizzato la missione, è stato premiato, confermandosi la Russia uno dei Paesi maggiormente interessati ai nostri prodotti. La partecipazione della delegazione marchigiana – che rientra in un più ampio accordo finalizzato ad incremen-
42
tare la collaborazione commerciale tra i due Paesi – testimonia anche l’ottimo lavoro di squadra svolto dai protagonisti dell’economia regionale, da Unioncamere Marche – presieduta dall’instancabile Alberto Drudi - al Parco Scientifico e Tecnologico Tecnomarche. Che l’internazionalizzazione rappresenti la via maestra anche per l’economia marchigiana,
del resto, è stato detto e ripetuto in più occasioni. Anche in un recente convegno svoltosi ad Ancona, il Governatore Spacca è tornato sull’argomento, rimarcando il fatto che “gli imprenditori che sono andati sul mercato internazionale hanno aumentato il fatturato, con importanti ricadute sull’economia e sull’occupazione del nostro territorio”.
career directory, la guida gratuita al lavoro e ai master cartacea, digitale, social La career directory è la guida gratuita alle carriere per universitari e giovani laureati. Vengono presentati i company profile, le interviste ai direttori del personale, i master erogati da prestigiose Università e Business School, le testimonianze di giovani che raccontano la loro esperienza in azienda, tanti consigli utili su come orientare e progettare la propria carriera. La guida cartacea è distribuita gratuitamente presso università, informagiovani, career day, biblioteche. La versione digitale è sfogliabile on-line sul sito: www.careerdirectory.it: un test di compatibilità permette di individuare le realtà di interesse in base a diverse chiavi di ricerca. Il canale social su facebook offre infine news, offerte di lavoro e stage, servizi personalizzati di orientamento e ricerca lavoro, calendario eventi. /careerdirectory
jobadvisor.it il motore della tua carriera È il portale WEB dedicato alle opportunità di carriera di universitari, neolaureati e giovani professionisti. È possibile consultare e candidarsi alle offerte di lavoro e di stage, leggere i company profile, gli school profile, le informazioni sui principali career day, gli approfondimenti sui master e sulle opportunità di carriera in Italia e all’estero. Ogni Lunedì viene spedita agli iscritti la newsletter settimanale attraverso cui segnaliamo le più interessanti opportunità inserite sul portale. @jobadvisor
Viale Brianza, 30 - 20127 Milano Numero verde: 800 193776 info@jobadvisor.it
43
BORSA
Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate
ELICA
Biesse Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
-9,81% -12,31%
Importante flessione del titolo BIESSE, che mostra un ribasso del -12,3% su base mensile. Inoltre, in termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra una variazione del -3,03% sulla giornata di borsa del 30/08/2012. il titolo ha sotto performato il mercato. I volumi, tuttavia, sono risultati pari a 70.911 pezzi scambiati, valore superiore sia alla seduta del 30/08 che alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando. Trend di breve incerto.
-30,74% +31,80%
Il titolo INDESIT COMPANY segna un forte rialzo rispetto alle rilevazioni del mese precedente (+31,8%). In termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra però una variazione negativa del -1,02% sulla giornata di borsa del 30/08/2012. I volumi sono risultati pari a 256.178 pezzi scambiati, un valore superiore alla seduta del 30/08 ma sotto la media settimanale; il mercato è comunque consistente e c’è attenzione attorno al titolo. Trend di breve al rialzo.
Crescita interessante per il titolo ELICA, che fa registrare un +15,88% sul mese precedente. In termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra tuttavia una variazione negativa del -3,48% sulla giornata di borsa del 30/08/2012, segno che il titolo ha sotto performato il mercato. I volumi sono risultati pari a 27.263 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale; evidente quindi l’attenzione degli operatori alle potenzialità del titolo e probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve incerto.
Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
+12,65% +20,18%
Il titolo TOD’S sale in maniera consistente, con un apprezzamento su base mensile del +20,18%. In termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra una variazione minima (-0,35%) sulla giornata di borsa del 30/08/2012. Lo strumento è stato in linea con il mercato. I volumi sono risultati pari a 77.780 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente del 30/08, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Ipotesi di trend al rialzo. 44
-11,62% +1,66%
Rispetto alle rilevazioni della prima settimana di luglio 2012, il titolo POLTRONA FRAU ha subìto un segnato deprezzamento; tuttavia su base mensile (31 luglio - 31 agosto), l’azione ha avuto un incremento del +1,66%; l’ipotesi di nuovi apprezzamenti viene però mitigata sia dalla sotto performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share (-0,83% sulla giornata del 30/08/2012), sia dai volumi - pari a 95.284 pezzi scambiati - risultati inferiori sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli investitori sta scemando, con probabile avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.
TOD’S Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:
-35,32% +15,88%
Poltrona FRAU
Indesit Ord. Segmento: MTA Performance 1 anno: Performance 1 mese:
Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521
Contattaci per ulteriori informazioni sulla tracciabilitĂ industriale
www.gruppowecare.it
45 srl
VITA DA MANAGER
Maria Toni È Amministratore delegato della Toma Srl e detentrice di diversi primati: è la prima donna ad aver ricevuto il Premio Belisario, la prima ad entrare in Confindustria Macerata e una delle prime donne ad aver avviato una sua impresa nelle Marche di A. Dachan
S
“Sono sempre stata uno spirito libero, ho sempre cercato di concretizzare ciò che avevo in mente”
ignora Toni, la sua è una carriera costellata di successi: cosa significano per lei tanti riconoscimenti? “Sono contenta e orgogliosa, sono situazioni che ti gratificano molto, che ti incoraggiano ad andare avanti in quello che fai. Il Premio Belisario viene assegnato alle eccellenze femminili ed essere stata scelta per la prima edizione è stata per me una grande gioia, così come quando ho ricevuto dalla prestigiosa Università di Cambridge la laurea honoris causa, o quando mi hanno scelta come maceratese dell’anno o il Premio per i Creativi, assegnatomi dalla Provincia di Macerata. L’esperienza in Confindustria è stata significativa non solo per me, che mi addentravo in questo mondo tanto diverso dal mio, ma anche per gli altri imprenditori, che non erano assolutamente abituati, all’epoca, a vedere una donna imprenditrice; devo dire, però, che mi hanno sempre trattata con grande rispetto e stima. Ero molto giovane, le prime volte, alle riunioni, non parlavo mai, poi, come in tutte le situazioni, ho saputo metterci la giusta dose di grinta e farmi spazio”. Facciamo un passo indietro: come ha iniziato la sua carriera? “Ho iniziato a lavorare molto giovane, a sedici anni; era un’altra epoca e io volevo
46
emergere e crescere, un passo alla volta, fino a coronare il mio sogno, che era quello di creare qualcosa di mio. Ho fatto la cameriera, la sarta, non mi sono mai tirata indietro; poi ho frequentato la scuola per fare la stilista, che mi ha permesso di iniziare a lavorare per la Brummel, per la quale disegnavo il campionario e, contemporaneamente, per la Borletti, vendendo macchine da cucito (ben 27 pezzi, un record per l’epoca!). Il passo successivo è stato disegnare camici da lavoro, partendo dall’Agip, per poi creare per Piaggio, Fiat, Enel e arrivare, infine alla Ferrari, dove ho lavorato per ben 22 anni. L’ingegner Ferrari aveva grande fiducia in me: mi mandava in giro con taccuino e penna a segnare ciò che, secondo me, non andava bene, per poi riferirgli. Quando è arrivata la crisi degli anni ’70 e non c’era più lavoro come prima, mi sono chiesta, “cosa fare adesso”? Ho pensato che l’Italia è un museo a cielo aperto, così mi sono messa a lavorare per il settore alberghiero, settore in cui sono tutt’ora impegnata”. Il lavoro che fa oggi, rispecchia quelli che sono stati i suoi sogni da bambina? “All’epoca in cui ero bambina io, non ti sarebbe mai venuto in mente che esistesse la figura dell’imprenditrice donna e la società stessa non era abituata a vede-
re figure femminili in ruoli dirigenziali. Quando chiamavano in azienda per delle commesse, mi chiedevano di passare loro il titolare e se dicevo che il titolare ero io, spesso chiudevano o non richiamavano più. Così, per ben tredici anni, ho dovuto fingere di essere la segretaria di me stessa…”. Quali sono le sue “carte vincenti”? “Credo che le carte vincenti siano la spontaneità, la semplicità, l’essere diretti e non atteggiarsi. Ci vogliono forza di volontà e dedizione, ci vuole la passione per ciò che si fa e la capacità di andare avanti anche di fronte alle difficoltà. Sono sempre stata uno spirito libero, ho sempre cercato di concretizzare ciò che avevo in mente, quando ho creato la mia azienda, o quando ho aperto il negozio di scarpe in paese, rimasto attivo fino a pochi anni fa, o ancora la sala da ballo, chiusa poi dalla SIAE perché all’epoca, giovane e istintiva com’ero, non mi ero preoccupata di chiedere i necessari permessi. L’idea della sala era comunque vincente, tanto che è stata poi riaperta da un’altra gestione”. Come è riuscita a conciliare impegni lavorativi e familiari? “Sì rinuncia a tante cose e per tanti anni.
Con mio marito avevamo costruito una villa e, al pian terreno, c’era il mio laboratorio; mi alzavo alle sei, sistemavo la casa e preparavo tutto per la mia famiglia, poi, alle otto, iniziavo a lavorare. Anche quando i miei due figli erano piccoli, dovevo spesso viaggiare, stare ore lontana da casa. La vita è passata velocemente, senza che mi pesassero mai il tanto lavoro e i tanti sacrifici. A una cosa, però, non ho mai rinunciato, la mia femminilità: ho sempre curato molto i miei capelli e indossato solo scarpe con il tacco”. C’è un aneddoto legato alla sua vita professionale che ama raccontare? “Ce ne sarebbero moltissimi… Come quella volta che la moglie di Alberoni aveva realizzato a Milano, al Castello Sforzesco una mostra dedicata all’abbigliamento da lavoro e mi ha chiamato per l’allestimento. Abbiamo vestito oltre 300 manichini in una giornata, mettendoci tutta la creatività e la fantasia necessaria, incassando poi il plauso gratificante di Fiorucci, che incontravo allora per la prima volta”.
mo sopravvissuti, ma devo dire che quella odierna è davvero dura. È un problema mondiale, che il nostro sistema economico, così com’è, non può reggere. Ci sono troppe tasse, ormai troppe persone senza lavoro, pur essendo qualificate e motivate. Però vogliamo e dobbiamo tenere duro, non arrenderci mai”. Come vede il futuro dell’imprenditoria marchigiana e, in particolare, di quella femminile? “Non fare una differenza tra maschile e femminile, ma tra persone creative o tradizionali, volenterose o arrendevoli; non credo che la differenza di genere possa essere una determinante nella gestione aziendale. Noi marchigiani siamo gente tosta, determinata e questi sono elementi fondamentali per uscire dalle difficoltà e riprendere a crescere”.
Essere manager in un’epoca di crisi economica: cosa significa? “Abbiamo affrontato una crisi economica simile circa vent’anni fa, alla quale sia-
47
CONSULENZA
Edifici non residenziali, dal 2014 obbligatoria la centralina per veicoli elettrici Importanti misure di semplificazione per privati, professionisti ed imprese quelle inserite nel testo definitivo del cosiddetto “decreto per la crescita”, varato dal Parlamento nel corso dell’estate a cura della Redazione
I
48
ni o perizie sulla veridicità e sull’autenticità di tali dati. Novità anche per i veicoli elettrici dal 1° giugno 2014. Al fine di incentivarne l’utilizzo, da quella data per gli edifici privati di nuova costruzione ad uso non residenziale con superficie utile superiore a 500 metri quadrati (e per le relative ristrutturazioni), sarà obbligatorio installare infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli idonee a permettere la connessione di una vettura da ciascuno spazio a parcheggio (coperto o scoperto) e da ciascun box per auto. Le opere edilizie necessarie dovranno essere approvate dall’assemblea condominiale. Previsti anche incentivi per l’acquisto di tale tipologia di mezzi. Per quanto attiene al mondo tributario, fa ingresso nel nostro ordinamento la possibilità di liquidare l’Iva secondo la contabilità per cassa per i soggetti passivi con volume
d’affari fino a due milioni di euro. Al fine di favorire l’accesso dei giovani imprenditori al credito, il Ministro dell’economia e delle finanze promuoverà un accordo con l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) per fornire credito a condizioni agevolate ai giovani sotto i 35 anni che intraprendono attività imprenditoriale attraverso la costituzione di una Srl “semplificata”.
≥
nterventi che vanno ad aggiungersi a quelli contenuti nella versione originaria (per la quale si rimanda al numero V di ML, pagine 52 e 53). Nel testo definitivo, in particolare, compaiono nuove norme che semplificano i procedimenti amministrativi nell’edilizia: viene previsto infatti che lo sportello unico per l’edilizia diventi l’unico punto di accesso per il privato interessato in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l’intervento edilizio oggetto dello stesso, in grado di fornire una risposta tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte. Inoltre, ai fini della presentazione, del rilascio o della formazione dei titoli abilitativi, le amministrazioni sono tenute ad acquisire d’ufficio i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali, che siano in possesso delle Pubbliche amministrazioni e non possono chiedere attestazio-
Per saperne di più: Decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito nella Legge 7 agosto 2012, n. 134
FORMAZIONE
“Come diventare imprenditore di successo”, un nuovo progetto di formazione Parte ad Ancona il I corso per diventare imprenditore, su iniziativa del Centro per lo Sviluppo Imprenditoriale, divisione di Sida Group specializzata nella diffusione della cultura dell’intraprendere, nella creazione d’impresa, nella promozione ed assistenza di spin off e passaggi generazionali di M.Barchiesi
N
el mese di novembre prenderà avvio il corso “Come diventare imprenditore di successo”, il progetto formativo patrocinato e coordinato da Flavio Guidi, esperto affermato negli start up aziendali, nei programmi di ristrutturazione e rilancio d’impresa e nei passaggi generazionali. Nell’ambito del percorso di formazione, i canditati, opportunamente selezionati, troveranno a propria disposizione un ambiente dove: • sviluppare competenze ed abilità per esercitare il mestiere di imprenditore con efficacia e con uno spiccato orientamento al successo; • accumulare conoscenze pratiche attraverso lo studio e la simulazione di casi aziendali e attraverso esercitazioni mirate, acquisendo così la sicurezza necessaria per affrontare la quotidia-
nità imprenditoriale e gli imprevisti del mercato con piena consapevolezza, capacità di reazione e doti di problem solving; • elaborare e sviluppare la propria idea di impresa, partendo, ove necessario, anche da un’accurata azione di analisi e scouting sul mercato alla ricerca dei migliori sentieri di espansione, grazie anche alla trentennale esperienza di Sida Group, al suo database di schede impresa e al suo network di contatti con aziende, istituti di credito, professionisti ed associazioni di categoria; • verificare e pianificare il proprio inserimento in imprese già avviate; • ampliare la propria esperienza in modo completo, grazie a programmi di stage elaborati secondo il criterio della job rotation e del learning by doing;
• affinare capacità di relazione, nonché di organizzazione e gestione del capitale umano. Ad ogni singolo discente, inoltre, sarà associato un coach specializzato (con compiti di tutoraggio e partnership) che gli garantirà pieno supporto durante l’intero processo di apprendimento. Il corso - rivolto a figli di imprenditori e giovani motivati ad intraprendere la carriera imprenditoriale - avrà una durata di due anni e sarà a numero chiuso, ristretto ad un massimo di 12 partecipanti. Il percorso formativo e le progettualità imprenditoriali che ne possono nascere sono oggetto di finanziamenti agevolati previsti in ambito nazionale e regionale. Per ogni candidato è previsto un piano personalizzato ed assistito di inserimento e sviluppo imprenditoriale.
49
IMPRESE
“Se sei un imprenditore e non ti occupi di vendite… lo sarai ancora per poco!” Con queste parole (del grande esperto di leadership Owen Fitzpatrick) il fondatore e amministratore delegato di Performance Strategies Marcello Mancini ci illustra il “Seminario Intensivo SI 2012”, l’importante evento formativo costruito sulle esigenze dei singoli commerciali, quanto su quelle di team manager, direttori commerciali ed imprenditori di P. Duranti
D
ottore, cosa è Performance Strategies e perché questo nome? “Performance Strategies è un’azienda il cui asset principale è fornire formazione attraverso gli eventi. La formazione è il fattore “strategico”, mentre l’evento è il mezzo per raggiungere l’obiettivo. La nostra convinzione è che la formazione è veramente efficace solo se è in grado di orientare il pensiero e modificare i comportamenti: per questo abbiamo elaborato il concetto di “ROIf”, vale a dire di “ritorno dell’investimento in formazione”. Da questa considerazione deriva anche il nome dell’azienda, “Performance Strategies”: trasmettere, per mezzo degli eventi, le strategie concrete per raggiungere una performance desiderata o un risultato specifico”. Perché è importante, in Italia, soprattutto in questo momento, partecipare ad un “Seminario Intensivo” sui temi della vendita e della negoziazione? “Come ben sa, l’Italia e tutto il mondo occidentale in genere, sono attualmente vittime di due diversi tipi di crisi: quella reale e quella “percepita”. Il secondo tipo di crisi sta rallentando l’economia molto
50
più di quella reale. Noi non ci poniamo nell’ottica di intervenire sulla prima, ma attraverso il Seminario Intensivo daremo ai nostri partecipanti degli strumenti per gestire in maniera più efficace la crisi percepita, andando a lavorare sulle paure immotivate dei clienti – che ne bloccano i processi decisionali – e ridando linfa vitale al reparto commerciale delle nostre aziende”. A chi si rivolge specificatamente il Seminario Intensivo 2012 di Performance Strategies e quale sarà il format adottato? “Il Seminario Intensivo SI 2012 è un evento formativo costruito tanto sulle esigenze dei singoli commerciali, quanto su quelle di team manager, direttori commerciali ed imprenditori. Questo duplice obiettivo verrà raggiunto per mezzo di una scelta di format unica nel suo genere. Il Seminario Intensivo 2012, infatti, prevederà lavori congiunti nella sala principale e sessioni verticali “mirate” nelle due sale tematiche, una per gli imprenditori e i direttori commerciali, l’altra per i venditori e i singoli commerciali”.
Quali saranno i temi trattati durante questo fine settimana intensivo dedicato alla vendita? “Ovviamente ciascuno dei due target riceverà contenuti specifici sulla base delle loro esigenze “reali”. Per citare alcune delle tematiche trattate durante il Seminario Intensivo: come creare delle presentazioni di vendita indimenticabili nella mente dei nostri ascoltatori; come utilizzare l’intelligenza sociale nel rapporto con il cliente e con i propri venditori; come sviluppare il nostro carisma personale per creare un altissimo engagement con collaboratori, clienti e rete vendita; e, infine, come imparare a decodificare la comunicazione non verbale e migliorare così le interazioni con i nostri interlocutori e clienti”. Per gli imprenditori che ci stanno leggendo, quali sono i vantaggi che otterranno partecipando al Seminario Intensivo 2012 di Performance Strategies? Perché, in definitiva, dovrebbero partecipare? “Come disse il grande esperto di leadership Owen Fitzpatrick durante uno dei nostri eventi, “se sei un imprenditore e
non ti occupi di vendite … lo sarai ancora per poco!”. Frequentando il S.I. 2012 gli imprenditori acquisiranno una miriade di strumenti pratici e di strategie concrete da utilizzare in azienda per migliorare le performance dei loro collaboratori e ridare nuova linfa al cuore pulsante delle nostre aziende: le vendite!”. La parola ai relatori del Seminario Intensivo 2012 PAUL BOROSS - per la prima volta in Italia ospite del Seminario Intensivo 2012 - ha lavorato con colossi del calibro di BBC, Google ed MTV, è stato trainer di personaggi famosi (tra cui Sir Richard Branson), ed è considerato il maggior esperto europeo di “Presentazioni Efficaci di Vendita” (il cosiddetto “Pitching”). Mr Boross, può spiegarci meglio che cosa si intende per “Pitching”? “Il “pitching” è, semplicemente, l’arte di far arrivare a destinazione il proprio messaggio. Se il tuo obiettivo è vendere un prodotto o un servizio, o fare tuo un investitore, devi creare immagini, suoni e sensazioni dentro la loro mente che
coincidano con quelle che tu hai nella tua mente. La passione e l’energia che hai devono trasparire nei confronti dei tuoi clienti, se vuoi che loro comprino da te. Pertanto fare “pitching” non significa che obbligherai la gente a comprare da te, significa solo che le persone “giuste” avranno tutte le informazioni di cui hanno bisogno per fare la scelta “giusta”. Facendo il pitch di un prodotto, non ti limiti a trasmettere i “fatti” relativi a quel prodotto, bensì comunichi cosa significa possedere quel prodotto e come ci si sente ad utilizzarlo. Fare il pitch di un servizio non significa descrivere solamente ciò che il cliente ottiene in cambio del proprio denaro, bensì serve a creare una visione coinvolgente di come la vita del cliente migliorerà grazie al servizio che tu gli stai offrendo. Gli investitori, dal canto loro, hanno bisogno di rassicurazione e sicurezza, hanno bisogno di dettagli e di statistiche, e ti scruteranno in profondità se si rendono conto che non conosci il tuo business in profondità. Ogni cliente, ogni pubblico è unico: per questo i migliori presentatori non si limitano a replicare “in serie” gli argomenti che conoscono meglio. Essi ta-
gliano “su misura” la loro presentazione, analizzando nel dettaglio le persone cui si stanno rivolgendo. Pensala in questo modo: da consumatore, per te l’aspetto più importante di un prodotto, servizio o business è l’esperienza che ne trai. Sicuramente saprai già che non tutte le persone che incontri sono “in linea” con il prodotto che stai offrendo. Ma a volte incontri qualcuno che è perfetto, ma che comunque non compra perché non capisce ciò che stavi offrendo loro o non lo considera utile ai propri fini. È colpa loro? No, è colpa tua! Il pitch è il legame tra la tua mente e la loro, e se qualcosa si pone nel mezzo, il tuo messaggio non arriverà mai a destinazione. Quando ti alleni a presentare in maniera efficace, quello che in realtà stai facendo è eliminare ogni barriera che possa mettersi fra te e il tuo interlocutore”. Quali sono i vantaggi che i partecipanti al Seminario Intensivo riscontreranno utilizzando queste tecniche nel proprio business e nella propria attività? “Qualsiasi cosa i partecipanti al Seminario Intensivo si propongano di raggiungere, questo risulterà amplificato se impa-
51
IMPRESE
reranno a sviluppare le proprie capacità di presentazione. Se hanno già in mente una vision specifica legata al proprio business, questa sarà più grande e più luminosa. Se sono già in grado di sentire il loro cliente dire “sì!” alle loro proposte, questo “sì” sarà ancora più forte e deciso. E se sentono di essere investiti dal successo, questa sensazione sarà per loro ancora più forte e potente. Il messaggio che i partecipanti al corso si propongono di trasmettere ai propri clienti e business-partner sarà più chiaro che mai, perché il pitching non è fine a se stesso, bensì è il mezzo più potente per far arrivare il tuo messaggio a destinazione ed offrire a te stesso, ai tuoi clienti e business-partner, un incredibile vantaggio competitivo sulla concorrenza”. L’avvocato GUGLIELMO GULOTTA è stato il pioniere della psicologia giuridica in Italia. Al Seminario Intensivo 2012 parlerà di Intelligenza Sociale e competenza comunicativa in ambito business.
52
Professor Gulotta, in che modo l’utilizzo di questi strumenti può aiutare imprenditori e venditori ad instaurare relazioni più vantaggiose in azienda o in fase di vendita? “L’intelligenza sociale è quel complesso di skill che consentono di agire nel mondo che ci circonda in modo efficace. La capacità comunicativa di comprendere le emozioni proprie e altrui, di far si che i nostri atteggiamenti, le nostre aspettative e i nostri comportamenti diventino motivazioni per l’altro, rappresentano uno strumento indispensabile per l’agire professionale in ogni campo. Ciascuno poi declinerà questi skill traguardando il risultato che vuole raggiungere. Se si dispone soltanto di un martello, si è portati a concepire qualsiasi cosa come se fosse un chiodo; per restare nella metafora, verranno offerti pinze, tenaglie, cacciaviti. Far si che l’altro si apra è come farlo con un’ostrica: se lo si fa male o non si apre o si rompe”.
FELIX B.LECCE è uno dei maggiori esperti in Italia di Comunicazione Non Verbale e di tecniche di comunicazione extra-verbali e metalinguistiche (le c.d. “Lie to Me Skills”). Prof. Lecce, quanto può essere utile per un imprenditore imparare a padroneggiare queste tecniche per migliorare i rapporti con i propri collaboratori o per capire se ci stanno mentendo? “La padronanza di tali innovative abilità relazionali può permettere all’imprenditore di aumentare la sua efficacia e il suo successo grazie alla maggiore e migliore disponibilità della propria intelligenza extraverbale; della selfleadership; della capacità di instaurare proficui rapporti duraturi con clienti, collaboratori e dipendenti; di particolari abilità percettive dei segnali inconsci emessi da chi ménte e di specifiche strategie di (altrui) motivazione inconscia alla sincerità”.
The e-commerce & web tech provider
non regular and custom n Web & Mobile Design: Agile Development / Opensource / Project Management / User Experience / Web Art Direction / Sviluppo / Fine Tuning / Controllo. n e-Commerce: Business Planning / Progettazione Workflow / Sviluppo e Integrazione / Technical Management / Gestione Commerciale / Gestione Marketing / Customer Care / Amministrazione / Business Intelligence / Logistica. n Emerging Markets: Strategia / Logistica / Web Marketing Localizzato / Customer Care / International Asset / Aspetti legali e fiscali. n Marketing: Web Marketing Planning / Controllo del ROI / Lead Generation / email Marketing / SEO / Search Engine Marketing / Social Media Marketing / Analisi / Analytics.
for your online business Drop Srl Civitanova Marche info@drop.it | 0733.779539
www.drop.it 53
CONSULENZA
{
“Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento” Antico proverbio cinese
}
L’ingresso dei giovani Il cambiamento dei sistemi di governance e controllo dell’impresa familiare di Sergio Cimino*
F
ormare o educare? L’ingresso dei giovani costituisce una formidabile opportunità di ripensare l’organizzazione dell’impresa, sprecarla sarebbe un peccato mortale, specie in un contesto in continua evoluzione in cui la capacità di continuare a creare valore è strettamente connessa con l’abilità di interpretare il cambiamento e proporre soluzioni innovative. Perciò la fase di inserimento delle nuove leve, da sempre strategica per la continuità d’impresa, non può essere ridotta alla liturgia che mette insieme modalità di elevato valore formale (l’ufficio, la scrivania, i biglietti da visita) con processi di addestramento all’esercizio delle mansioni assegnate. In realtà è proprio ciò che accade in molte aziende, con il risultato di presentare al giovane una situazione non modificabile, chiedendogli di entrare rapidamente in partita adeguandosi a uno schema
54
di gioco precostituito e scritto da altri, in tempi lontani. E quanto più rapidamente il nostro giovane si adatta alla situazione, tanto prima ne viene premiato l’impegno e apprezzato il comportamento. Insomma, si premia l’adattività (talvolta contrabbandata o confusa per assertività) invece che la progettualità e la creatività. Probabilmente sarebbe necessario rinunciare al rito formativo dello: “Stammi vicino” oppure: “Sta il più possibile vicino al rag. Rossi o all’ing. Bianchi” … “così capirai come si fa”, sostituendolo con processi educativi che inducano il giovane ad analizzare per comprendere e, nei tempi dovuti, elaborare proposte innovative. Più in generale, sarebbe necessario mettere da parte la logica della “formazione”, orientata a “dare una forma” che, proprio in quanto studiata da esperti del passato non si rivela adeguata per chi deve vivere nel futuro, sostituendola con la logica della “educazio-
ne” orientata a tirar fuori le competenze e le valenze, le passioni e le potenzialità del giovane imprenditore o manager. Come per un vitigno pregiato, occorre creare le condizioni ambientali perché possa fornire i migliori risultati. In questo senso, le condizioni di maggior favore si realizzano quando si incontrano un senior disponibile a delegare progressivamente i propri poteri, con uno iunior disponibile ad attendere prima di ottenere tutte le deleghe alle quali aspira o è destinato. Se poi lo iunior è portatore di competenze non ripetitive, ma integrative e complementari rispetto a quelle del senior, si evitano pericoli di sovrapposizione e contrapposizione a favore di opportunità di integrazione e sinergia (cfr. Figura 1). Insomma, meglio un papà enologo e un figlio appassionato/competente di mercati internazionali piuttosto che entrambi enologi o entrambi esperti di marketing internazionale.
COMPETENZE COMPLEMENTARI ED INTEGRABILI
Senior disponibile a trasferire deleghe e poteri
Iunior disponibile ad attendere il trasferimento di deleghe e poteri
Fig. 1. Situazione ottimale: iunior disponibile ad attendere senior, disponibile a trasferire deleghe e competenze complementari ed integrabili
E’ proprio necessario rivedere la governance? Quanto più ridotte sono le dimensioni e maggiore è la caratura familiare dell’impresa, tanto più il sistema di governo risente sostanzialmente delle caratteristiche comportamentali e professionali degli imprenditori e del management. Come in una squadra di calcio, non si può decidere la formazione solo in ragione della forza e della pericolosità dell’avversario, indipendentemente dalle caratteristiche dei propri giocatori. Così in azienda, il sistema di governo (che fa sempre più figo chiamare governance) è fortemente influenzato dall’evoluzione della vita aziendale, dalle modifiche della compagine sociale, dalle competenze e dalla personalità degli imprenditori e del management. Per evitare di sviluppare un ragionamento esclusivamente teorico, propongo un caso concreto: trent’anni fa, tre amici co-
stituirono una piccola società industriale. I tre andavano d’accordo e lavoravano con lo stesso impegno, pur operando in aree funzionali complementari. Ciascuno possedeva un terzo delle quote sociali ed era componente del consiglio di amministrazione della società; pertanto percepiva lo stesso compenso e gli stessi dividendi degli altri soci. Con il tempo, la situazione si modificò profondamente: i soci fondatori cedettero il 25% delle quote ai manager aziendali, alcuni dei quali, insieme con uno dei soci fondatori, andarono in pensione cessando ogni attività. Quasi contestualmente, subentrarono nella gestione operativa il figlio di un socio e il genero di un altro. Erano giovani preparati e motivati, tanto che, soprattutto, per loro merito l’impresa negli ultimi tre anni quintuplicò il fatturato. I cambiamenti descritti ed altri accadimenti fecero sì che all’iniziale categoria
di socio/amministratore/manager alla quale appartenevano i fondatori (Figura 2a), se ne aggiungessero, nel corso di trent’anni, altre sei (Figura 2b): solo soci, solo amministratori e solo manager; soci/manager, amministratori/manager, soci/amministratori, per un totale di sette diverse categorie di attori aziendali. L’incremento di tali categorie e i profondi mutamenti che hanno interessato la compagine sociale, il consiglio di amministrazione e il management non hanno però intaccato il sistema di regole aziendali che è sempre lo stesso: al presidente quasi settantenne sono conferiti tutti i poteri, ad eccezione della gestione finanziaria affidata all’amministratore delegato, di pochi mesi più giovane del primo. Nella realtà quotidiana le cose vanno diversamente: i due bravi giovani si impegnano con apprezzabile efficacia. Il primo cura la gestione commerciale e finanziaria, il secondo quella tecnica e di 55
CONSULENZA
Fig. 2. Evoluzione della compagine aziendale
stabilimento. Per tamponare lo scollamento tra la situazione reale e quella formale, il commercialista ha escogitato uno stratagemma: sono state conferite procure speciali ai due giovanotti perché possano svolgere il proprio lavoro con la necessaria tranquillità. Ma, assorbito l’entusiasmo iniziale, questo sistema non va proprio giù ai nostri giovani amici e c’è da capirli: hanno tutte le responsabilità, pur essendo esclusi dal CdA; inoltre, non essendo soci, non possono partecipare neanche all’assemblea chiamata annualmente ad approvare il bilancio e periodicamente a rinnovare il CdA. Come se non bastasse, il sistema retributivo aziendale segue un criterio strettamente anagrafico, dimensionando il compenso in funzione dell’anzianità di servizio. Per cui i nostri bravi giovani, pur essendo i veri costruttori di valore dell’impresa, percepiscono un compenso fisso inferiore a quello riconosciuto ad un ammini-
56
stratore senior. In una situazione del genere è indispensabile, prima ancora che necessario, procedere alla rivisitazione del sistema di governo e delle regole aziendali. Qual è il percorso ottimale di revisione della governance? Non esistono protocolli o ricette applicabili in tutti i contesti competitivi e familiari e in tutte le stagioni aziendali, ma alcuni indirizzi strategici sono universalmente utili. Occorre innanzitutto verificare la coerenza della struttura organizzativa con il mercato di riferimento. Sembra banale, ma spesso è il compito più arduo da affrontare. Il saggio Keynes sosteneva che “è facile apprendere cose nuove, quanto è difficile rinunciare a vecchie abitudini” così, molto spesso, l’inerzia della tradizione ha il sopravvento sulla logica della razionalizzazione. Mi ricordo di un’azienda in cui ci vollero mesi per cambiare l’organizzazione commerciale
pur essendo strutturalmente cambiato il mercato di riferimento: da un fatturato al 90% costituito da vendite a dettaglianti e 10% alla grande distribuzione, a un fatturato quasi integralmente rivolto alla seconda tipologia di clienti. Una volta adeguata la struttura organizzativa generale, in tutte le funzioni in cui è articolata, occorre procedere a definire il sistema di deleghe, ricordando sempre che il termine deriva dal latino lex, per cui assegnare una delega vuol dire affidare un mandato rigorosamente definito e circoscritto per raggiungere un risultato. Dunque, colui al quale viene conferita una delega, non ha alcun margine di autonomia, come impropriamente si ritiene anche in ambienti insospettabili. Al contrario, l’esercizio della delega presuppone tre condizioni fondamentali: 1. la rigorosa circoscrizione del mandato e, quindi, la determinazione dell’ampiez-
Fig. 3. Indicatori di efficienza e di efficacia per il monitoraggio del valore
za, ma anche dei limiti del potere assegnato; 2. la definizione degli obiettivi coerenti con quella delega; 3. il controllo dei risultati. Dunque non è possibile definire un sistema di deleghe, se non si attua un efficace sistema di controllo delle prestazioni e dei risultati. Cosa si intende per efficace sistema di controllo? Per essere davvero efficace, il sistema di controllo deve riuscire a monitorare la capacità dell’impresa di continuare ad essere competitiva e, quindi, a creare valore nel tempo, ovvero rispetto alla propria storia, e nello spazio, ovvero rispetto ai concorrenti. Dunque il sistema di controllo dev’essere in grado di verificare che i processi aziendali siano in grado di generare risultati coerenti con gli obiettivi dell’impresa. Questo requisito è declinabile a tutti i li-
velli: dalla Direzione ai reparti operativi e in tutte le funzioni organizzative, dalla ricerca e sviluppo all’amministrazione e finanza. Occorre individuare indicatori che consentano a tutti coloro a cui è stata conferita una delega o assegnato un compito di verificare se quanto hanno realizzato è in linea con quanto programmato, se stanno creando o distruggendo valore. Quest’autovalutazione costituisce il primo ineludibile passo per individuare le criticità, definire le azioni correttive, implementarle. Dunque il controllo costituisce l’ossatura di un sistema di responsabilizzazione e valorizzazione del personale, in base al concetto che il miglioramento dei risultati scaturisce dal miglioramento del comportamento. Tanto da far affermare a Ouchi, della Stanford University, che “nessun sistema di controllo è efficace se non modifica il comportamento”. Nella Figura 3 viene riportato uno schema di sistema di controllo per indicatori di
performance. Appare del tutto evidente l’interdipendenza, vorrei dire la simbiosi tra delega e controllo: non ha senso assegnare deleghe se non c’è modo di controllarne i risultati, non ha senso esercitare il controllo se non sono preventivamente definite responsabilità, poteri ed obiettivi. Altrettanto evidente appare la valenza educativa di in sistema integrato delega/ controllo per una giovane promessa che entra in azienda per garantire continuità e sviluppo.
*Consulente di family business RCE Consulting - SIDA Docente di strategia e di organizzazione presso gli atenei di Perugia e Siena
57
L AVORO
“La riforma del lavoro presenta non pochi lati oscuri” Abbiamo chiesto un commento della recente riforma a Giulio D’Imperio, docente a contratto di diritto del lavoro comunitario ed internazionale presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di M. Palumbo
L
a riforma del lavoro (Legge n. 92 del 28 giugno 2012) ha avuto il merito di rivedere le regole del mercato del lavoro italiano. La ritiene una norma in grado di rilanciare l’occupazione nel nostro Paese? “Assolutamente no, perché il rilancio dell’occupazione in Italia dovrebbe passare attraverso numerosi step, non ultimo la riduzione del costo del lavoro su cui nessuno è intervenuto e che spesso frena e spaventa le aziende in grado di assumere. Sicuramente è una norma che salvaguarda maggiormente tutti coloro che pur di lavorare accettano contratti differenti da quelli di lavoro dipendente, con poche e scarse protezioni per il lavoratore”. Il Suo mi sembra un giudizio certamente non lusinghiero ……. “Come crede che io possa esprimere un giudizio del tutto positivo su una norma approvata solo per fornire al Presidente Monti uno strumento per andare alla riunione dell’Eurozona? La mancanza di condivisione di questa norma è tutta nei 1.200 emendamenti presentati dopo neanche un mese dalla sua approvazione. Mi scusi, ma abbiamo dimostrato di essere un Paese poco coeso ed oserei dire 58
ridicolo se ancora ce ne fosse bisogno di ribadirlo a qualcuno che non ne è proprio convinto…”. Lei cosa avrebbe inserito nella riforma? “Sicuramente avrei provato ad inserire la possibilità di applicare il contratto di lavoro ripartito secondo quella che è la mia teoria, per creare in questo momento non solo nuova occupazione reale per i giovani, ma anche per alleggerire il costo del lavoro alle aziende. Avrei cercato di inserire strumenti premiali nei confronti delle aziende che in questo momento con enormi sforzi continuano a mantenere inalterato l’organico senza ricorrere a cassa integrazione, mobilità e licenziamenti. Sarebbe stato opportuno favorire maggiormente il passaggio dei dipendenti della Pubblica Amministrazione prossimi alla pensione (norma già esistente fino al 2014) a realtà di volontariato, anche per aiutare queste persone a crearsi un interesse dopo la pensione”. Cambiamo argomento: ritiene che il contratto di apprendistato possa rappresentare effettivamente lo strumento per rilanciare l’occupazione giovanile? “Assolutamente no, anzi……oltretutto credo poco ai “cibi” riscaldati più vol-
te. Dico questo perché il tutto è fondato sull’aspetto formativo affidato spesso ad enti che a volte non hanno gli strumenti giusti o non sono messi in condizione di agire con autorevolezza, per cui la formazione non viene effettuata come si dovrebbe. Le aziende inoltre spesso non sono attrezzate per attuare e curare l’aspetto formativo del contratto. Qualcuno poi effettua un paragone poco consono tra l’Italia e la Germania, dove l’apprendistato funziona. Quando parlo di poco consono è perché penso vi sia un abisso tra l’organizzazione e il modo di agire in Italia e quello tedesco”. Il nuovo ruolo dei Centri per l’Impiego Lei come lo vede? “Ritengo che far uscire gli impiegati dei C.P.I. dal limbo della burocrazia offrendo loro un ruolo più stimolante a diretto contatto con le aziende sia positivo ed innovativo, perché nei C.P.I. operano molte persone in gamba, e poi perché il loro nuovo ruolo potrebbe fungere da stimolo a molti consulenti”. Se dovesse dare un giudizio da 1 a 10 a questa riforma che voto darebbe? “Sette pieno”.
59 9
CONTRIBUTI E BANDI MARCHE >G.A.L. FLAMINIA CESANO
- PSR 2007/2013 ASSE 4 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese” Contributi in c/capitale con intensità dal 30% al 50% per investimenti aziendali materiali ed immateriali. Obiettivo è sostenere la creazione e lo sviluppo delle microimprese nel comparto della piccola ricettività turistica, dell’artigianato tipico ed artistivo e del commercio, assieme allo sviluppo di servizi complementari alla ricettività turistica. SCADENZA: 28/09/2012 >MIUR - Ministero Università e Ricerca “Smart Cities and Communities e progetti di innnovazione sociale” Contributi in c/capitale e finanziamenti a tasso agevolato per idee progettuali riguardanti Smart Cities e Communities finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana e metropolitana attraverso la realizzazionie di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in diversi stettori tra i quali: sicurezza del territorio, domotica, logistica last-mile, trasporti e mobilità terrestre. SCADENZA: 09/11/2012 >REGIONE MARCHE “Contributi rivolti ad aggregazioni di imprese in filiere tecnologico-produttive per investimenti in R&D” Contributi in c/capitale rivolti ad aggregazioni di imprese finalizzati ad incentivare la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale nelle filiere tecnologico-produttive del territorio regionale, attraverso il sostegno alla realizzzione di progetti in grado di generare occupazione qualificata,
60
coinvolgendo università enti patrimonio architettonico e pubblici di ricerca e centri per storico-artistico di proprietà l’innovazione. Il contributo pubblica; progettazione del potrà andare da un minimo sistema di rete dei punti di del 30% per le grandi impre- informazione e accoglienza; se, fino ad un massimo del sviluppo del cicloturismo, iti50% per le micro e piccole nerari ambientali, artistici ed imprese. enogastronomici. >MINISTERO DELLO SVI LUPPO ECONOMICO SCADENZA: 31/10/2012 UNIONCAMERE “Agevolazioni alle imprese >REGIONE MARCHE “Contributi rivolti alle impre- per favorire la registrazione di se turistiche per la riqualifi- marchi comunitari e internazionali” cazione dell’offerta turistica” Lo strumento prevede agevo lazioni da € 4.000 fino ad un SCADENZA: 31/10/2012 massimo di € 15.000 per fa vorire la registrazione di mar >INVITALIA - Agenzia per lo chi comunitari presso l’UAMI sviluppo e l’attrazione degli (Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno) e/o presinvestimenti “Incentivi per lo sviluppo del so l’OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Inturismo” Contributi a fondo perduto e tellettuale) attraverso l’acquifinanziamenti a tasso agevo- sto di servizi specialistici. lato per sostenere progetti di creazione d’impresa o l’am- BANDO APERTO FINO AD pliamento di aziende già esi- ESAURIMENTO RISORSE stenti e riguardanti la fornitu- ra di servizi nei settori della >MINISTERO DELLO SVIfruizione dei beni culturali, LUPPO ECONOMICO del turismo. La copertura per gli investimenti previsti fi- “Fondo Nazionale per l’Innonanziabili può raggiungere la vazione - F.N.I.” Lo strumento prevede, per le somma di € 516.000. piccole e medie imprese, il supporto della valorizzazione BANDO APERTO ed il finanziamento di progetti innovativi basati sullo sfrut>REGIONE MARCHE “Incentivi per lo sviluppo del tamento industriale di disegni e modelli. Sono previsti turismo” Sono in fase di elaborazione finanziamenti fino a 3 milioni e approvazione una serie di di euro, con durata fino a 10 bandi a cura della Regione anni, senza la richiesta di gaMarche e destinati alle im- ranzie personali o reali. prese turistico-ricettive: € 350.000 per contributi a fondo >ABI E ASSOCIAZIONE DEperduto alle imprese turisti- GLI IMPRENDITORI che che agiscono su sosteni- “Rinnovo Accordo 2009 su bilità, accessibilità, efficienza Moratoria Mutui per le azienenergetica ed innovazione de” tecnologica delle strutture In base all’Avviso Comune siricettive; 4 mln € per il pro- glato in data 28/02/2012 tra getto “Sviluppo e promozio- l’ABI e tutte le Associazioni ne offerta turistica Regione Imprenditoriali, le Piccole Marche” che prevede, tra le e Medie Imprese potranno altre misure, il recupero del beneficiare delle seguenti
misure agevolative: 1) SOSPENSIONE per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei MUTUI BANCARI in essere; b) SOSPENSIONE per 6 o 12 mesi del pagamento della quota capitale implicita dei CANONI DI LEASING; c) ALLUNGAMENTO A 270 gg. delle scadenze per le operazioni di ANTICIPO FATTURE. SCADENZA: 31/12/2012 >CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA “Adozione di sistemi di gestione aziendale, della responsabilità sociale, e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” Contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, fino ad un massimo di Euro 10.000 in caso di progetto di certificazione integrato, per l’ottenimento di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS), di Responsabilità sociale (SA 8000) e/o della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro (OHSAS 18001). SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI >REGIONE MARCHE - MCC “Acquisto e locazione finanziaria di macchine utensili o di produzione” Contributo in conto impianti pari al 100% del tasso di riferimento comunitario vigente alla data di arrivo della domanda a MCC. La misura agevolativa è diretta al finanziamento dell’acquisto o locazione finanziaria di beni di nuova fabbricazione che svolgano una funzione operativa nel ciclo produttivo aziendale. SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI >“Concessione di agevola-
zioni per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti a favore di Micro, piccole e medie imprese “ Premi economici e contributi a fondo perduto di varia natura € per deposito o estensione di domande di brevetto nazionale all’UIBM, all’EPO (European Patent Office) e al WIPO (World Intellectual Property Organization). >D.l. 13/05/2011, n° 70 “Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010. >D. Ministero Ambiente n° 2230 “Promozione dei sistemi di gestione ambientale nelle PMI” Contributi a fondo perduto dal 40% all’ 80% per Pmi produttrici di beni e servizi per acquisizione della: - Certificazione EMAS (ai sensi del regolamento 761/2001/ CE); - Certificazione del sistema di gestione ambientale ai sensi della norma internazinale UNI ISO 14001; - Certificazioni EMAS da parte di imprese già certificate UNI ISO 14001/96; Sono ammesse solo le domande corredate della certificazione rilasciata dall’organismo accreditato e sempre che tale rilascio sia avvenuto dopo il 6 ottobre 2003. Per le imprese dei settori agroindustriale e dei trasporti il rilascio deve essere avvenuto dopo il 1° gennaio 2007.
SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI >MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 70.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011 >MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Agevolazioni per il design a favore delle PMI” Agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della registrazione nazionale, comunitaria ed internazionale di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento economico dei modelli/disegni industriali. Importo max agevolazione: 10.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011 >MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - SIMEST “Fondo Start-up per le imprese che investono all’estero (extra-UE)” Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore a 200.000 euro.
EMILIA ROMAGNA >REGIONE EMILIA ROMA-
GNA “Contributi nel settore dell’apicoltura” Contributi finalizzati al miglioramento di produzione e commercializzazione dei prodotti tipici del settore. Verranno finanziate attività come l’assistenza tecnica e la formazione professionale, il ripopolamento del patrimonio apicolo regionale, la razionalizzazione della transumanza. L’entità dei contributi dipende dal tipo di azione e di beneficiario. SCADENZA: 09/11/2012 >MIUR - Ministero Università e Ricerca “Smart Cities and Communities e progetti di innnovazione sociale” Contributi in c/capitale e finanziamenti a tasso agevolato per idee progettuali riguardanti Smart Cities e Communities finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana e metropolitana attraverso la realizzazionie di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in diversi stettori tra i quali: sicurezza del territorio, domotica, logistica last-mile, trasporti e mobilità terrestre.
SCADENZA: 09/11/2012 >MIUR
“Programmi regionali per le attività produttive e la ricerca - periodo 2012-2015” In via di pubblicazione il Programma regionale per le attività produttive (crescita, sviluppo e internazionalizzazione delle imprese) e il Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico, che prevedono interventi a favpre delle aziende per oltre 170 mln € nel trien-
nio 2012-2015. BANDO APERTO >INVITALIA - Agenzia per lo sviluppo e l’attrazione degli investimenti “Incentivi per lo sviluppo del turismo” Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per sostenere progetti di creazione d’impresa o l’ampliamento di aziende già esistenti e riguardanti la fornitura di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo. La copertura per gli investimenti previsti finanziabili può raggiungere la somma di € 516.000.
BANDO APERTO >CAMERA DI COMMERCIO
DI REGGIO EMILIA “Bando per la creazione di nuove imprese giovanili” Per la creazione di nuove imprese (start-up) da parte di occupati, inoccupati o disoccupati con età compresa tra i 18 e i 35 anni e residenti nella provincia di Reggio Emilia, sono previsti finanziamenti dal 50% al 60% delle spese sostenute, fino ad un massimo di € 8.000, per la creazione di nuove imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile. SCADENZA: 28/09/2012
A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com
61
CARRIERE E POLTRONE
Chi entra e... chi esce In questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani • Luciano Goffi nuovo direttore pubblicazioni e articoli, Accademico dei Georgofili e sceneggiatore. generale di Banca Marche In sostituzione del dimissionario Massimo Bianconi, il Consiglio di Amministrazione di Banca Marche ha nominato Luciano Goffi nuovo direttore generale dell’Istituto. Goffi, 58 anni, ha svolto tutta la propria carriera nella Banca Popolare di Ancona, di cui è direttore generale dal 2002. Nella scelta è stato tenuto conto sia delle forti capacità manageriali espresse da Goffi sia della sua profonda conoscenza del territorio e del tessuto economico delle Marche e dell’Italia centrale.
• Camilla Schiavone nuovo AD di Elsa Schiapparelli
Camilla Schiavone ha assunto l’incarico di amministratore delegato di Elsa Schiaparelli, dal 2007 di proprietà del Gruppo Tod’s. La maison, che ha stabilito il proprio indirizzo in place Vendôme a Parigi, è in piena fase di rilancio da parte del gruppo di Diego Della Valle. Camilla Schiavone, 46 anni, inizia la sua collaborazione con la griffe dopo una lunga esperienza nel Gruppo L’Oréal.
• Paolo Bedetti riconfermato Presidente del Comitato territoriale di Ancona di Confindustria
Paolo Bedetti, Direttore della GLB Ascensori srl di Falconara, è stato riconfermato sabato 15 luglio alla guida del Comitato territoriale del Comprensorio Anconetano di Confindustria Ancona.
• Luciano Brandoni al vertice della Piccola Industria Confindustria Marche
Luciano Brandoni è stato eletto presidente del Comitato Regionale della Piccola Industria delle Marche per il biennio 2012-2014. Brandoni succede a Mario Mancini. Ringraziando il Comitato Piccola Industria per la stima e la fiducia accordatagli, si è detto pronto a proseguire il lavoro del suo predecessore, con l’obiettivo di accompagnare le imprese marchigiane nel loro percorso, di crescita.
• Elisa Moroni nuovo Segretario Generale della Regione Marche
• Francesco Adornato nuovo Pre- In una seduta straordinaria la giunta sidente di Marche Cinema Multi- regionale ha nominato, lo scorso 19 luglio, Elisa Moroni come nuovo Segretario media
Francesco Adornato, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Macerata, è stato nominato componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Marche Cinema Multimedia. Adornato ha assunto l’incarico di Presidente vicario della Fondazione, presieduta da Neri Marcorè e fa già parte dell’Osservatorio regionale della Cultura. È autore di saggi, ricerche, 62
Generale della Regione Marche. Moroni ricopre già il ruolo di segretario della stessa giunta.
• Marco Monaldi eletto Segretario Generale FIOM Pesaro Urbino
La Fiom Cgil di Pesaro Urbino ha eletto Marco Monaldi leader della categoria dei metalmeccanici Cgil. “Sono convinto che la Fiom saprà continuare la sua
forte azione di tutela dei lavoratori e il suo profondo radicamento nel territorio – ha dichiarato il neo segretario-. Credo inoltre nella specificità e nell’autonomia della Fiom da sempre riconosciuta, ma in accordo con la Cgil, come sempre è stato nella nostra provincia”. Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email scrivici@mlmagazine.it
>
63
SPECIALE: AGROALIMENTARE GUIDA ALL’ESTATE
Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi. James Joyce (scrittore e poeta irlandese)
Speciale AGROALIMENTARE 64
Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni. Toto’ (in “Toto’ al Giro d’Italia”) 65
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Coordinamento dello Speciale a cura del Prof. Bruno Mezzetti, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche
Un settore in continua evoluzione ML ha coinvolto amministratori, manager, docenti universitari ed imprenditori del settore per comprendere quali potranno essere le prospettive del settore agroalimentare nazionale e nelle Marche in particolare a cura della Redazione
U
n plauso all’operato del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania - che ci ha illustrato la strategia italiana di difesa delle nostre produzioni a livello comunitario – è arrivato dall’Assessore regionale Paolo Petrini, per il quale la politica adottata negli ultimi anni dalla Regione Marche sta portando buoni frutti, anche con l’efficace coinvolgimento dei giovani. Si dovrebbe invece investire di più sull’organizzazione e sul marketing per il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Francesco Massi, secondo il quale vi è stata purtroppo una dispersione di risorse a livello locale. Per Flavio Guidi (Gruppo Sida) il settore agroalimentare necessita anche di manager che sappiano gestire i cambiamenti in atto derivanti dai processi di globalizzazione. Lamenta una scarsa colla-
66
borazione tra università e aziende Bruno Mezzetti, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche, per il quale “un maggior dialogo tra questi due mondi creerebbe i presupposti per incrementare l’innovazione e quindi la competitività del settore”. Un settore, comunque, che sostanzialmente “tiene”, come ci ha confermato – dati alla mano, il Direttore di Coldiretti Marche, Costante Arosio. Ma nella nostra regione agroalimentare è sinonimo anche di blu economy, di pesca e dell’importante indotto che ne deriva: importanti, da questo punto di vista, le parole di Fabio Urbinati, Assessore alla Pesca di San Benedetto del Tronto: “La pesca nel nostro territorio non è solo un’economia, ma è anche storia, cultura e tradizione”.
67
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Aziende agricole, sempre più diffuso il modello societario Il VI Censimento generale dell’Agricoltura, diffuso lo scorso 12 luglio, ci fornisce una fotografia del settore agroalimentare italiano e marchigiano a cura di GGF Group Tabella 1 – Numero di aziende agricole suddiviso per regione
REGIONE
NUMERO DI AZIENDE AGRICOLE
Puglia
271.754
Sicilia
219.677
Calabria
137.790
Campania
136.872
Veneto
119.384
Lazio
98.216
Emilia Romagna
Regioni e Province autonome
2010
2000
Variazioni %
ITALIA
7,9
5,5
44,2
Piemonte
15,1
10,1
49,6
Valle d'Aosta
15,6
12,0
30,3
Liguria
2,2
1,7
25,6
Lombardia
18,2
14,6
24,0
Bolzano
11,9
11,6
2,4
73.466
Trento
8,3
5,2
60,1
Toscana
72.686
Veneto
6,8
4,8
41,1
Piemonte
67.148
Friuli-Venezia Giulia
9,8
7,2
36,1
Abruzzo
66.837
Emilia-Romagna
14,5
10,6
36,1
Sardegna
60.812
Toscana
10,4
7,1
47,0
Lombardia
54.333
Umbria
9,0
7,1
27,3
Basilicata
51.756
Marche
10,5
8,1
29,6
Marche
44.866
Lazio
6,5
3,8
71,0
Trentino-Alto Adige
36.693
Abruzzo
6,8
5,6
20,7
Umbria
36.244
Molise
7,5
6,8
10,5
Molise
26.272
Campania
4,0
2,5
60,6
Friuli-Venezia Giulia
22.316
Puglia
4,7
3,7
27,6
Liguria
20.208
Basilicata
10,0
7,1
41,7
Valle d’Aosta
3.554
Calabria
4,0
3,2
25,3
Italia
1.620.884
Sicilia
6,3
3,7
72,3
Sardegna
19,0
9,5
99,8
Fonte: Istat – VI Censimento agricoltura
68
Tabella 2 – Dimensione media aziendale per regione. Anni 2010 e 2000 (ha di SAU per azienda)
Fonte: Istat – VI Censimento agricoltura
Nelle Marche quasi 45mila aziende agricole Sul territorio nazionale si contano poco più di un milione e 620mila aziende agricole, cioè quasi tre ogni 100 abitanti: una media pressoché uguale a quella registrata in regione, come si desume dalla Tabella 1.
Istat - le aziende con meno di due ettari di “superficie agricola utile” (SAU) dal 2000 al 2010 sono diminuite del 44,1 per cento ed ora rappresentano il 50,6 per cento del totale (nel 2010 erano il 61,2 per cento). Le aziende con una superficie compresa tra 2 e 9,9 ettari sono diminuite del 19,8 per cento (passando dal 28,3 per cento del 2010 al 33,6 per cento del 2010), mentre le aziende con superficie compresa tra 10 e 29,9 ettari sono diminuite del 4,9 per cento (passando dal 7,3 al 10,3 per cento del numero complessivo). Infine, le imprese con 30 ettari ed oltre, che nel 2010 rappresentavano il 3,1 per cento del totale, dieci anni dopo sono passate al 5,3 per cento. La dimensione
Dimensione media delle aziende Negli ultimi dieci anni si è registrato un sensibile calo del numero delle aziende agricole attive, soprattutto di quelle di piccola e media dimensione (inferiori a 30 ettari), mentre sono aumentate quelle con 30 ettari ed oltre. In particolare – come si legge nel VI Censimento
media delle aziende cresce in tutte le regioni, come si nota dalla Tabella 2. Forma giuridica Relativamente alla forma giuridica assunta dalle aziende agricole italiane, dai dati forniti dall’Istat (Tabella 3) si nota un incremento degli investimenti nel settore da parte di società (di persone o di capitali) e di cooperative. In particolare, rispetto al 2000, le aziende condotte in forma societaria sono aumentate del 48,2 per cento, pur continuando a rappresentare solo il 3,6 per cento del totale (anche se coltivano il 17,7 per cento della superficie agricola utile, cioè il 6 per cento in più rispetto al 2000).
Tabella 3 – SAU per forma giuridica dell’azienda e per Regione e Provincia autonoma. Anni 2010 e 2000 (valori percentuali) SAU 2010
SAU 2000
REGIONE
Azienda individuale
Società
Altra forma giuridica
Totale
Azienda individuale
Società
Altra forma giuridica
Totale
Piemonte
76,6
18,1
5,3
100,0
74,8
11,2
14,0
100,0
Valle d'Aosta
83,4
15,8
0,8
100,0
91,8
3,9
4,2
100,0
Lombardia
53,5
41,1
5,4
100,0
63,6
29,8
6,6
100,0
Bolzano
57,3
1,4
41,3
100,0
57,3
0,7
42,0
100,0
Trento
34,8
5,3
59,9
100,0
39,8
1,7
58,5
100,0
Veneto
69,7
27,8
2,5
100,0
75,2
19,5
5,4
100,0
Friuli Venezia Giulia
67,5
30,0
2,5
100,0
75,0
19,7
5,3
100,0
Liguria
88,5
6,4
5,1
100,0
81,3
3,4
15,3
100,0
Emilia Romagna
62,0
37,2
0,8
100,0
72,0
26,5
1,6
100,0
Toscana
67,2
30,3
2,5
100,0
73,7
22,9
3,4
100,0
Umbria
66,8
26,8
6,3
100,0
71,7
18,1
10,2
100,0
Marche
73,6
21,2
5,2
100,0
76,9
15,3
7,9
100,0
Lazio
70,4
15,6
13,9
100,0
74,0
9,1
16,9
100,0
Abruzzo
70,9
7,3
21,8
100,0
65,0
3,3
31,7
100,0
Molise
90,1
4,5
5,4
100,0
88,7
2,0
9,2
100,0
Campania
87,4
4,2
8,4
100,0
86,3
2,0
11,7
100,0
Puglia
90,8
7,9
1,3
100,0
94,5
3,5
2,0
100,0
Basilicata
88,5
4,9
6,5
100,0
89,9
2,3
7,8
100,0
Calabria
89,5
6,7
3,8
100,0
85,9
3,0
11,1
100,0
Sicilia
90,6
7,9
1,5
100,0
95,3
2,4
2,4
100,0
Sardegna
83,0
10,3
6,7
100,0
85,5
5,4
9,1
100,0
ITALIA
76,1
17,7
6,3
100,0
79,1
11,7
9,2
100,0
Fonte: Istat – VI Censimento agricoltura
69
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Terra sinonimo anche di fonte rinnovabile… Gli ultimi dati diffusi dall’Istat ci confermano che agricoltura fa sempre più spesso rima con produzione di energia da fonti rinnovabili a cura della Redazione
D
al VI Censimento nazionale, riferito al 2010, risulta infatti che 21.573 vi sono 21.573 unità produttive impegnate nel settore, quasi due terzi delle quali – il 62 per cento – nelle regioni settentrionali. In queste aziende – che hanno una superficie totale media di circa 35 ettari – nell’80 per cento dei casi è installato un impianto solare. Seguono gli impianti geotermici (11 per cento) e quelli a biomassa (9 per cento). In tale ambito si segnalano poi le 1.382 aziende agricole che coltivano (su complessivi 17.018 ettari) specie vegetali utilizzate per la produzione di energia e non a scopi alimentari. Anche in tal caso, circa quattro aziende su cinque sono localizzate al Nord. … e manutenzione del verde pubblico Nel triennio 2008–2010 quasi 274mila aziende agricole – cioè circa il 16,9 per cento del totale) sono state coinvolte in attività di manutenzione o realizzazione di siepi, filari di alberi e muretti, indispensabili per prevenire eventi di dissesto idrogeologico del territorio. Come mostra il grafico riportato a fianco , le Marche si posizionano sotto la media nazionale.
70
Aziende con manutenzione e/o realizzazione di strutture lineari del paesaggio nel triennio 2008-2010 valori percentuali rispetto ad aziende con superficie
Piemonte Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste Lombardia Trento Bolzano/Bozen Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
Fonte: VI Censimento agricoltura - Istat
RIAPERTURA DEL CENTRO TERMALE DELL’ASPIO, CON NUOVI TRATTAMENTI E CURE SPECIALISTICHE ANTIAGING
IL BENESSERE CHE SOGNI... A DUE PASSI DA TE!
medicina termale | medicina antiaging | medicina metabolica nutrizionale | area chek up | cardiologia | ginecologia ostetricia via delle Terme, 5 - 60021 Camerano.An tel 071 95691 fax 071 7302055 info@termeaspio.it www.termeaspio.it
71
SPECIALE: AGROALIMENTARE
L’informatica stenta ad imporsi Sulla base dei dati forniti dal VI Censimento dell’agricoltura, in Italia risultano ancora poche le aziende agricole che utilizzano l’informatica per la gestione delle loro attività o per i servizi amministrativi a cura della Redazione
I
n particolare, nel 2010 sarebbero quasi 61mila, cioè il 3,8 per cento del totale, con significative distinzioni tra Nord, Centro e Mezzogiorno, come si evince dalla Tabella 1 e dal Grafico 2, riportati sotto. Le Marche (con il 3,3 per cento) si posizionano sotto la media nazionale (3,8 per cento).
Grafico 1 - Percentuale di aziende informatizzate sul totale, per regione. Anno 2010
1.0 - 1.5 1.7 - 3.1 3.3 - 5.4 5.9 - 9.7 8.9 - 15.3
Tabella 1 - Aziende informatizzate e loro incidenza sul totale, per regione e ripartizione geografica. Anno 2010 AZIENDE INFORMATIZZATE
% SUL TOTALE
Italia
60.945
3,8
Nord-ovest
15.780
10,9
Piemonte
5.994
8,9
Valle d'Aosta
259
7,3
Liguria
1.205
6,0
Lombardia
8.322
15,3
Nord-est
20.413
8,1
Bolzano
3.020
14,9
Trento
1.870
11,4
Veneto
6.493
5,4
Friuli-Venezia Giulia
1.946
8,7
Emilia-Romagna
7.084
9,6
Centro
10.153
4,0
Toscana
4.292
5,9
Umbria
1.384
3,8
Marche
1.472
3,3
Lazio
3.005
3,1
Sud
8.912
1,3
Abruzzo
898
1,3
Molise
385
1,5
Campania
2.585
1,9
Puglia
2.797
1,0
Basilicata
856
1,7
Calabria
1.391
1,0
Isole
5.687
2,0
Sicilia
3.709
1,7
Sardegna
1.978
3,3
Fonte: VI Censimento Agricoltura - Istat
72
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Il futuro è anche nella Blue Economy In regione si contano oltre 10mila unità locali attive nel settore dell’economia del mare, la cosiddetta “Blue Economy” a cura della Redazione
D
ati confortanti quelli che emergono dal Rapporto “Blue Economy: l’economia del mare. Analisi e prospettive per la Regione Marche”, curato dai Dipartimenti Scienze della Vita e dell’Ambiente ed Economia dell’Università Politecnica delle Marche e presentato recentemente durante un convegno tenutosi presso il Rettorato di Ancona (“Verso la Blue Economy – Un’opportunità di sviluppo per il territorio marchigiano”). Sono infatti 3.224 gli addetti delle oltre mille aziende (soprattutto del comparto ittico) del Blue Food marchigiano (alle quali si devono aggiungere le circa 8.400 imprese del settore Turismo e le 395 del Blue Industry e le 60 della Logistica. Ma come riuscire a far diventare l’economia del mare una forza davvero trainante per l’intero territorio? Ne hanno discusso il Rettore dell’Università del capoluogo, Marco Pacetti, il Presidente della Camera di Commercio di Ancona, Rodolfo Giampieri, il Segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona, Tito Vespasiani, il neo-Presidente di Confindustria Marche, Nando Ottavi, Roberto Tontini (Cna/Cgia Marche) e Roberto Ghiselli (Cgil/Cils/Uil Marche), il Preside della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, il Direttore del Dipartimento Scienze della Vita e dell’Ambiente del medesimo Ateneo, Roberto Danovaro, e il Segretario generale dell’Iniziativa Adriatico-Ionica, Fabio Pigliapoco.
73
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Tornare indietro guardando avanti L’Italia deve immancabilmente puntare sul proprio territorio, inteso come tipicità locali, ricchezze endogene e naturali, patrimoni naturalistici e culturali, creatività e spirito di innovazione di M. Barchiesi
P
are oramai più che evidente che le preoccupanti situazioni economiche, finanziarie, politiche e normative in cui versa il nostro Paese attualmente, non abbiano pressoché nulla a che fare con le cause internazionali di cui si è parlato fino ad oggi e che hanno iniziato a palesarsi tra il 2007 e il 2008. Di crisi ce ne sono state più di una, nonostante a livello di informazione mediatica questo non sia mai stato detto, e quella iniziale è stata forse più importante delle altre solo perché ha rappresentato l’innesco della reazione a catena, la scintilla che ha fatto esplodere la polveriera. Ma quella che è in corso da almeno un anno in Europa, con particolare accanimento in alcuni Paesi, ma comunque grave ed estesa in modo sorprendentemente omogeneo in praticamente tutti gli Stati membri, è una congiuntura negativa peggiore, prepotente, forse inevitabile, che radica nell’arretratezza dei sistemi di controllo, nell’obsolescenza delle infrastrutture e delle istituzioni, nella mancanza di competitività del tessuto economico, nella mancanza di spunti del sistema formativo, nella mentalità stessa delle persone. Diceva Albert Einstein che comunque fosse stata combattuta la terza guerra mondiale, la quarta si sarebbe sicuramente combattuta con le pietre. Riportando questa affermazione alla dimensione economica ed imprenditoriale, essa calza a pennello in modo sorprendente: comunque e quantunque usciremo da questa situazione, l’economia
74
come noi la conosciamo ne uscirà profondamente sconvolta. Verranno dettati nuovi parametri, verranno gettate nuove basi. L’economia è ora una pietra fusa, un materiale molle, ma che si sta consolidando in fretta: occorre dargli forma nel modo migliore e più tempestivo, altrimenti si rischia di perdere uno di quei treni che, più di tanti altri, non tornano indietro. Non si tratta di una visione apocalittica o profetica, ma semplicemente di un passaggio logico, direi quasi matematico, che oramai è doveroso fare, e anzi, in esso giace un messaggio positivo e costruttivo, che invita però all’azione e non al fatalismo: il collasso dei vecchi equilibri dimostra che ora niente è più come prima, e ciò che ancora non è cambiato dovrà farlo, pena l’estinzione. Sono mutate le mentalità, le condizioni di sopravvivenza sui mercati, la cultura concorrenziale, le estensioni geografiche, le disponibilità di risorse (energia, uomini, finanza), la qualità e la quantità di tecnologia, la stessa disponibilità di terreni, strutture ed infrastrutture, insomma, tutto ciò a cui oramai eravamo abituati e tutto ciò che dettava la norma, che risultava come “normalità”. Ma a questo punto, se siamo d’accordo con questa riflessione, occorre domandarsi cosa si dovrà fare domani. I temi della fragilità del tradizionale sistema industriale-manifatturiero italiano sono già stati trattati abbondantemente, quindi è possibile fare direttamente un passo avanti nell’analisi, pensando a quali possano essere i fronti
di espansione più probabili: per conformazione geografica e geomorfica, per posizione e storia, l’Italia deve immancabilmente puntare sul proprio territorio, inteso come tipicità locali, ricchezze endogene e naturali, patrimoni naturalistici e culturali, creatività e spirito di innovazione. E in questo senso, come in ogni ecosistema (e un’economia non fa certo eccezione nelle dinamiche e nei rapporti causaeffetto), esistono mestieri ed operatori che ne possono sfruttare direttamente le peculiarità e altri che le valorizzano e le rinnovano. L’Italia deve dunque tornare ad essere (o diventarlo in termini finalmente concreti) un Paese che produce ed eroga servizi, soprattutto nel turismo, nella cultura e nell’agroalimentare; già che c’è, viste le sue caratteristiche fisiche, potrebbe anche spendersi un po’ di più nella produzione di energia da fonti rinnovabili ed ecosostenibili (e non pensando solo alla speculazione e ai regali del Conto Energia, ma in un’ottica maggiormente integrata e di più ampio respiro). L’Italia (e con essa gli italiani) dovrebbe riscoprire le proprie ricchezze innate, e magari evitare di cementificare e livellare tutto ciò su cui riesca ad arrivare una ruspa o anche solo due uomini e un secchio di calcestruzzo. A completare il quadro, si tenga presente di quanto già abbondantemente riferito in diversi articoli pubblicati in precedenza, ossia che il futuro dei giovani, oggi, è più spostato verso l’impresa che verso il lavoro dipen-
dente (le “vecchie” aziende chiudono o soffrono parecchio, l’iter di ingresso nel mondo del lavoro è segnato da un investimento temporale enorme, fatto di stage gratuiti e che mostrano scarsa coerenza l’uno con gli altri, i contratti a tempo indeterminato sono oramai una rarità assoluta, ecc.). La risposta appare quindi sempre più chiara: esigenza di rinnovare l’approccio a mercati e canali storici, necessità o voglia di creare qualcosa di proprio, importanza della riscoperta e valorizzazione delle ricchezze territoriali ed innate, tendenza allo sviluppo di settori primari e terziari a scapito dell’industria manifatturiera. Si tratta di numerose pennellate che, viste tutte assieme, delineano un profilo quanto mai preciso, che vede il giovane cimentarsi in settori come quelli del macrocomparto agroalimentare. Si tratta di un mercato dove le tecnologie tra le più avanzate si sposano con la tradizione, in un’ottica rinnovata di rispetto ambientale e rilancio del territorio e dove, a ben guardare, si trova con tutta probabilità uno stile di vita di una qualità di gran lunga superiore agli standard metropolitani e cittadini. Non si tratta di una vacanza retribuita, c’è da intendersi a riguardo, si tratta invece di una vita senza dubbio dura, o per dirla in termini non solo più propositivi ma anche più lucidi, una vita senza dubbio impegnativa, laboriosa, ma anche ricca di soddisfazioni. I terreni e le potenzialità ancora ci sono, occorre darsi da fare e ricercare le nicchie alimentari
e, visto il comparto complessivo, anche commerciali, distributive e perfino turistiche, da sfruttare. Per sintetizzare e guardare dall’alto la situazione complessiva, è necessario muoversi su almeno tre differenti fronti caratteristici: la localizzazione, il team, i finanziamenti. La localizzazione è un problema relativo: non si vuole rendere semplice ciò che di base non può automaticamente esserlo, ma attualmente i casolari, le strutture e i terreni sfruttati male o affatto sono più di quanto si immagini; in più si stanno diffondendo tendenze sempre più interessanti sullo sfruttamento innovativo di spazi ristretti, perfino casalinghi, urbani o metropolitani, per i quali diversi operatori potrebbero lavorare in progettazione, consulenza, gestione, fornitura di materiali di struttura e di consumo, e così via. Il business, ancora una volta, nasconde le proprie potenzialità di successo nei dettagli. Occorre guardarsi attorno con rinnovata curiosità e cogliere ogni sfumatura. Per quanto riguarda il team, serve mettere assieme non solo le singole personalità, la forza di volontà e le persone dotate di giusto intuito, ma occorre saper guardare al progetto nel suo complesso: a livello di imprenditori o di loro collaboratori (interni o esterni) occorre oggi sapersi circondare da chi ha competenze tecniche specifiche, ma anche economiche, finanziarie, normative e strategiche. Troppo spesso si lascia al caso il processo effettivo della creazione di impresa, relegandolo solo all’aspetto di ricerca
delle coperture finanziarie (tra l’altro, spesso percepite spannometricamente): occorre quindi progettare fin nei dettagli e pianificare le prospettive dell’azienda, preparandosi a massimizzare l’auspicabile, scongiurare il non auspicabile e sapendo cavalcare anche gli imprevisti. Serve inoltre formarsi il più possibile per essere aggiornati e sempre pronti ad affrontare qualsiasi asimmetria informativa che potrebbe altrimenti penalizzarci. I finanziamenti, infine, sembrano il tasto dolente per eccellenza, e specialmente al giorno d’oggi c’è ben più di una buona ragione per diffidare delle possibilità di ottenerne, ma il comparto della finanza agevolata si sta già muovendo, sia con bandi dall’ambito di applicazione specifico e dalla durata limitata nel tempo (di respiro di solito regionale o provinciale), sia con fondi rotativi ed istituti che sostengono la creazione di impresa in modo pressoché continuativo (si pensi ad esempio alle opportunità rappresentate da Invitalia su scala nazionale). Il nuovo “decreto per lo sviluppo” contiene una serie di soluzioni per rilanciare i più disparati comparti, quindi non si può che aspettare con ansia e curiosità la loro attuazione pratica ed effettiva. Il periodo è duro, si tratta di un lunghissimo e spietato inverno (nonostante i risvolti caldi del meteo), ma in fondo cosa ci rimane da fare se non combattere e cercare nuove soluzioni? Non vorrei sembrare draconiano, ma la resa non è contemplata.
75
SPECIALE: AGROALIMENTARE IN
ES
CL US
IV A
PE
R
“A Bruxelles stiamo difendendo l’agroalimentare italiano” Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania illustra a ML la strategia italiana di difesa delle nostre produzioni a livello comunitario di. Guido Guidi
76
S
ignor Ministro, Lei si è fatto promotore di una vera e propria battaglia contro la cementificazione e il consumo del suolo agricolo. A fine luglio ha presentato una bozza di disegno di legge in merito, raccogliendo il plauso del mondo agricolo e non solo. Quali sono i Suoi obiettivi? “Il disegno di legge che ho messo a punto ha come obiettivo fondamentale quello di arrestare il fenomeno della cementificazione, di valorizzare le aree agricole e contenere il consumo del suolo. Per il momento ho avuto un riscontro molto positivo dal mondo agricolo e dalle associazioni ambientaliste e, prima di presentarlo in Consiglio dei Ministri, stiamo raccogliendo le proposte e i suggerimenti di tutti i soggetti interessati. Si tratta di una battaglia cruciale per il futuro del nostro Paese”. Perchè? “Perché la cementificazione in Italia è a livelli allarmanti. Basti pensare che abbiamo perso negli ultimi 40 anni 5 milioni di ettari di terreni agricoli e ogni giorno si impermeabilizzano 100 ettari di suolo. I danni sono evidenti. È stato deturpato irrimediabilmente il nostro paesaggio rurale e con la diminuzione del suolo agricolo aumenta la nostra dipendenza dall’estero, quando il livello di autoapprovvigionamento alimentare dell’Italia è già basso e dobbiamo importare il 20 per cento di cibo da altri Paesi. È necessario quindi invertire
la rotta e farlo subito, soprattutto se pensiamo che mantenere l’attività agricola sul territorio significa anche difenderlo dai dissesti idrogeologici, dal momento che l’agricoltura è il primo presidio a tutela dell’ambiente”. A proposito del mantenimento dell’attività agricola sul territorio, come impatteranno le nuove misure sull’incentivazione delle rinnovabili in agricoltura? “I nuovi incentivi alle rinnovabili, come previsto dal decreto di revisione che abbiamo messo a punto di concerto col Ministero dello Sviluppo economico e col Ministero dell’Ambiente, permettono di avere un’integrazione del reddito delle aziende agricole in maniera tale da evitare che l’attività agricola sia sostituita da quella di produzione di energia elettrica. Sono premiate infatti le produzioni complementari alle tradizionali attività agricole. Abbiamo dato grande impulso allo sfruttamento dei sottoprodotti e dei residui di lavorazione, per garantire un nuovo slancio alle filiere agroalimentari e alle imprese. Gli obiettivi che abbiamo voluto raggiungere sono stati, da un lato, di mantenere l’incentivazione delle rinnovabili e, dall’altro, di limitare gli oneri a carico dei cittadini. Tutto ciò garantendo una sostenibilità economica e anche ambientale, evitando che terreni utili alla produzione dei prodotti agricoli fossero destinati ad altre finalità. Già nella legge liberalizzazioni avevo introdotto una misura per elimi-
“Il negoziato con Bruxelles è complesso, ma stiamo lavorando con determinazione, con l’obiettivo di ottenere risultati positivi per il nostro Paese anche per altre questioni cruciali che sono sul tavolo” 77
SPECIALE: AGROALIMENTARE
{
}
“Nella legge sulle liberalizzazioni c’è una norma in materia di alienazione e di locazione di terreni pubblici che prevede anche il diritto di prelazione per i giovani sull’acquisto di terreni agricoli”
nare gli incentivi agli impianti fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, proprio per evitare che altri terreni fossero sottratti all’uso agricolo con ulteriori effetti negativi sul paesaggio”. Oltre alla tutela del suolo agricolo, Lei ha ribadito in più occasioni l’importanza dell’agricoltura e la necessità di rimetterla al centro dell’economia del Paese. È davvero possibile un’inversione di rotta in questo senso? “Sono convinto del fatto che lo sia, che in Italia si stia diffondendo una diversa consapevolezza dell’importanza del comparto. L’agricoltura italiana ha una potenzialità enorme che negli ultimi decenni è stata sottovalutata, in favore invece di altri settori che, a dispetto delle aspettative, si sono rivelati fallimentari. Il comparto primario, invece, non solo ha resistito lungo tutto questo periodo, ma ha anche dimostrato una capacità di af-
78
frontare gli effetti della crisi internazionale che stiamo vivendo. Ha saputo dare prova di vitalità, dinamismo e capacità di innovazione senza mai abbandonare la sua identità, fatta prima di tutto di qualità e legame col territorio, che è anche la ragione del successo del nostro Made in Italy agroalimentare. Ma l’importanza dell’agricoltura è legata, oltre che alla produzione agroalimentare, anche a una riflessione più generale”. Cioè? “Quella, appunto, della possibilità di considerare un nuovo modello si sviluppo che la sappia valorizzare, tenendo conto anche delle sue importanti ricadute positive sull’ambiente. L’Italia ha dimostrato di saper fare la differenza, e non solo in campo agricolo, quando ha saputo puntare su elementi quali la specificità, la creatività e prima di tutto la qualità. Sono tutti aspetti da va-
lorizzare e sui quali indirizzare il futuro”. Crede che per far questo sia opportuno stimolare i giovani al ritorno alle professioni del settore? “Assolutamente sì. La presenza di giovani assicura la vitalità dell’agricoltura ma anche dei territori ad essa dedicati. In passato si è fatto l’errore di non dare la giusta importanza al settore agroalimentare. Ciò ha comportato, per i nostri giovani, un distacco dalla terra e da un comparto che, invece, può riservare grandi soddisfazioni, anche in campo economico. Nel corso dei decenni scorsi, infatti, l’agroalimentare ha saputo resistere e indirizzarsi verso nuove frontiere. L’agricoltura italiana, con le sue caratteristiche specifiche, si è conquistata una posizione di rilievo a livello internazionale. Credo che tutto questo possa essere, anche in un momento come questo, un punto di riferimento per i nostri giovani
che possono trovare nel comparto non solo un’opportunità lavorativa, ma anche delle importanti occasioni di crescita”. In tale ottica come si sta muovendo il Governo? “Per favorire il ricambio generazionale, il Ministero delle Politiche agricole ha messo a punto una serie di misure e, tra le più recenti, nella legge sulle liberalizzazioni c’è una norma in materia di alienazione e di locazione di terreni pubblici che prevede anche il diritto di prelazione per i giovani sull’acquisto di terreni agricoli”. Quali novità prevede il “Pacchetto qualità” approvato in sede di Consiglio europeo lo scorso giugno? “Il nuovo “Pacchetto qualità” presenta una serie di elementi importanti, che sono il frutto del duro lavoro che l’Italia ha portato avanti a Bruxelles per tutelare la qualità delle nostre produzioni agroa-
limentari, ottenendo modifiche significative rispetto al testo iniziale del Pacchetto, che è stato sensibilmente migliorato. Tra le novità, quella che ritengo forse più importante è la misura relativa alla protezione ex officio, grazie alla quale gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie a tutelare le indicazioni geografiche senza aspettare una denuncia di parte”. Sempre sul fronte comunitario è in corso un’altra importante partita per l’agricoltura: il negoziato sulla riforma della Politica agricola comune. A che punto siamo? “Il negoziato sulla PAC ha registrato in questi mesi importanti passi in avanti che oggi sono ancora in via di definizione. Tra i più significativi c’è sicuramente quello relativo al greening, sul quale la Commissione europea ha concesso delle aperture, rimuovendo alcune criticità
presenti nella proposta iniziale. Questi risultati sono un buon segnale, come dimostra per esempio l’esenzione dalla diversificazione delle colture nell’ambito delle piccole aziende non solo fino a 3 ettari, come era stato previsto inizialmente, ma fino a 10. Si tratta di una modifica importante per un Paese come il nostro, dove gran parte delle imprese è di media o piccola dimensione. Ora stiamo continuando in un dialogo serrato con la Commissione per ottenere altre modifiche”. Come sta andando il negoziato? “Resta comunque complesso, ma stiamo lavorando con determinazione, con l’obiettivo di ottenere risultati positivi per il nostro Paese anche per altre questioni cruciali che sono sul tavolo”.
79
SPECIALE: AGROALIMENTARE
“I giovani marchigiani hanno portato nuova vitalità al settore” Per Paolo Petrini, Assessore all’Agricoltura e Vicepresidente della Giunta regionale, la politica della Regione Marche per lo sviluppo dell’agroalimentare sta portando buoni frutti di P. Duranti
A
ssessore, una breve fotografia della situazione dell’agricoltura in regione. “In un’economia che registra pesanti segnali di recessione, l’agricoltura è un settore che, tutto sommato, resiste e nel quale molti giovani credono, anche nelle Marche”. Sulla base di quali dati mantiene una visione così ottimistica? “Lo dimostrano i 217 progetti giovanili finanziati attraverso i fondi del Piano di Sviluppo Rurale, per complessivi 109 milioni di euro. Ma soprattutto è importante sottolineare due fattori: da un lato, che l’investimento medio è risultato molto elevato. Dall’altro, è peculiare la destinazione di questi investimenti: si è trattato in numerosi casi di progetti innovativi, caratterizzati da fenomeni di diversificazione di attività che riteniamo saranno premiati dal mercato”. In cosa si manifesta un progetto innovativo in questo settore? “In un insieme di idee, che vanno dallo sviluppo di servizi turistici, agli investimenti nelle energie rinnovabili, al mon-
80
do della cosiddetta “agricoltura sociale”: in quest’ultimo ambito pensiamo ad esempio agli agrinido e ai servizi per gli anziani”. In altre parole, chi riesce a diversificare resiste? “Sostanzialmente sì. Le prospettive negative rimangono per lo più ancorate all’agricoltura classica, monoculturale, mentre le aziende che tentano nuovi approcci al mercato, oppure che hanno intrapreso processi aggregativi, sono sulla strada giusta. In tale situazione il supporto delle nuove generazioni è determinante”. Secondo Lei quanto può incidere il settore per lo sviluppo del territorio? “La Regione Marche sta lavorando intensamente per trasformare il settore agricolo in un perno dello sviluppo. Un settore che per troppo tempo è rimasto all’angolo, vista la predominanza del manifatturiero, ma che oggi sta tornando alla ribalta, quale fattore che – assieme all’elemento storico, culturale, paesaggistico ed ambientale – è in grado di promuovere una seria strategia turistica”.
Quanto è importante la rete? “Si sta dimostrando essenziale, anche perché facilita il raggiungimento di buoni accordi con le strutture di vendita”. Cosa ha fatto la Regione Marche per incentivare la creazione di reti nell’agroalimentare? “Sulla scorta della felice esperienza delle filiere regionali – che hanno interessato ad esempio la carne bovina, i cereali e il latte – abbiamo adottato misure finalizzate a tutelare le filiere locali, cioè aggregazioni concentrate in territori più piccoli. La valorizzazione della Pesca della Valdaso rientra in tale strategia, ma il discorso vale anche per numerosi prodotti tipici. Lungo questa direttrice si inserisce poi il nuovo bando sulle microfiliere, di prossima approvazione, finalizzato a promuovere le piccole economie territoriali”. I rapporti con Roma come sono? “Attualmente siamo molto soddisfatti del rapporto instaurato con il Ministro Catania. Con il Ministero è stato possibile, infatti, allacciare un confronto periodico, facilitato dal fatto che abbiamo una medesima visione sul futuro dei
nostri rapporti con le istituzioni comunitarie”. Cioè? “Ci accomuna un giudizio piuttosto negativo sulla politica comunitaria nel settore agroalimentare, il che porta ad una sostanziale condivisione della strategia di difesa. Certo, c’è il problema delle risorse finanziarie, nel senso che lo Stato non può sostenere un’adeguata politica di sviluppo del settore. Ma questo non dipende certamente dall’attuale Ministro … E’ una situazione che si trascina da tempo”. Assessore, un’ultima domanda: in regione operano alcune eccellenze a livello internazionale della ricerca nel settore agroalimentare. Sotto questo punto di vista, ritiene che sia possibile incentivare il dialogo tra il mondo universitario e le imprese? “L’importanza delle reti e delle aggregazioni si rivela anche con riferimento agli investimenti in ricerca e sviluppo. Da questo punto di vista la Regione continuerà a favorire l’intensificarsi dei rapporti tra aziende locali e università, con particolare attenzione allo sviluppo di singole progettualità”.
“Sulla scorta della felice esperienza delle filiere regionali – che hanno interessato ad esempio la carne bovina, i cereali e il latte – abbiamo adottato misure finalizzate a tutelare le filiere locali, cioè aggregazioni concentrate in territori più piccoli”
81
SPECIALE: AGROALIMENTARE
“I finanziamenti si sono spesso dispersi in mille rivoli” Per Francesco Massi, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, “la Regione dovrebbe investire molto sull’organizzazione e sul marketing e, quindi, incentivare eventi, in Italia e all’estero, che facciano conoscere di più la nostra produzione, anche e soprattutto delle aziende più piccole e meno conosciute” di L. Ciaccafava
D
ottore, ci dia un giudizio della politica perseguita dalla Regione Marche nel settore agroalimentare. “Partiamo da una premessa: l’agroalimentare – ma aggiungerei anche l’enogastronomia - delle Marche sono strategici per lo sviluppo e il rilancio della nostra economia. Se questo è vero, è altrettanto evidente che dev’essere ripensato il sistema complessivo, per fare marketing e per attrarre investimenti, turisti e consumatori”. Ma dobbiamo riconoscere che l’Assessorato guidato da Petrini si è mosso molto … “Indubbiamente negli ultimi anni le azioni di sostegno adottate dalla Regione, anche con l’utilizzo dei fondi comunitari, sono state molteplici. Tuttavia i
82
finanziamenti si sono spesso dispersi in mille rivoli, con il risultato di vedere fortemente indebolita l’incisività dell’azione nel suo insieme. Semmai, mi sento di applaudire i nostri numerosi produttori, che molto spesso si sono dimostrati capaci di perfezionare la qualità dei loro prodotti anche con investimenti sulla tracciabilità, sulla pubblicità e sulla rete di vendita”. Lei ha accennato al marketing. Serve un maggiore sostegno pubblico in questa direzione? “Il quadro che si presenta ora vede i produttori di lunga tradizione e di eccellenza in grado di raggiungere autonomamente i mercati interni ed internazionali con buoni (non di rado ottimi) risultati. Invece, un po’ come accade anche per altre produzioni artigianali, i piccoli produttori
- seppure di nicchia eccellente - faticano molto a stare sul mercato e, spesso, spendono molte energie dovendo correre da soli. Tanto più se si considera che il consumatore di oggi è giustamente attento, sensibile a temi quali la tracciabilità, la qualità dei prodotti che porta in tavola. Per questo credo che la Regione debba investire molto sull’organizzazione e sul marketing e, quindi, incentivare eventi, in Italia e all’estero, che facciano conoscere di più la nostra produzione, anche e soprattutto delle aziende più piccole e meno conosciute”. Lei cosa suggerisce? “Un metodo che si è rivelato incisivo è stato quello, adottato da taluni imprenditori del settore della moda, di abbinare alla pubblicità delle proprie creazioni quella dei prodotti agroalimentari ed
enologici della propria terra. Lodevoli, ma ancora rari esempi. Un’altra iniziativa che potrebbe valere per tutto il settore turistico sarebbe quella di proporre azioni pubblicitarie efficaci in modo sempre più associato tra i Comuni che ospitano nei propri territori produzioni di qualità e di eccellenza e di particolare “gusto”. E su questo, com’è noto, purtroppo siamo ancora lontani da un sistema in grado di operare con incisività per attrarre nuovi turisti e consumatori”.
“E’ probabile che la crisi in atto incentiverà gli investimenti in agricoltura”
Quali potrebbero essere le prospettive del settore, almeno qui in regione? “E’ probabile che la crisi in atto incentiverà gli investimenti in agricoltura: presumo che vi saranno molti imprenditori di altri settori che convertiranno la propria attività nella produzione vitivinicola ed agroalimentare”.
83
SPECIALE: AGROALIMENTARE
L’agricoltura batte la crisi Lo testimonia un’indagine della Coldiretti, presentata a Roma lo scorso luglio: + 0,4 per cento nel Pil e + 6,7 per cento nelle assunzioni. Anche nella nostra regione si registra una tendenza positiva, come conferma il Direttore di Coldiretti Marche, Costante Arosio di A. Dachan
D
ott. Arosio, secondo i dati presentati a luglio nel Rapporto Coldiretti, l’agricoltura è l’unico settore in crescita nell’economia italiana. Come si commenta questa tendenza positiva? “L’agricoltura italiana è l’unico settore nel 2012 capace di far crescere l’economia reale, con un aumento del Pil dello 0,4 per cento sul piano tendenziale nel primo trimestre e un incremento delle assunzioni del 6,7 per cento, sempre nei primi tre mesi. Un segnale del fatto che il nostro Paese potrà ritrovare una via sostenibile di sviluppo e competitività sui mercati locali e globali, solo se saprà ripartire dai territori, in primo luogo dal loro patrimonio ambientale e culturale e dalla creatività delle sue piccole e medie imprese, che insieme rendono distintivo il marchio Italia”. Anche nelle Marche si registra una crescita? “La nostra regione conferma il dato nazionale, tanto che per la prima volta dal
84
2010 il saldo tra imprese iscritte e imprese cessate nei registri delle Camera di Commercio è andato in attivo, con quasi trecento nuove aziende che hanno aperto i battenti nel secondo trimestre di quest’anno”. Quali sono i punti di forza e i punti di debolezza del sistema agricolo regionale? “Un punto di forza è indubbiamente il carattere dell’imprenditore agricolo marchigiano, pronto a rimboccarsi le maniche senza lagnarsi troppo. Ma una componente importante è rappresentata anche dal forte spirito innovativo, come hanno dimostrato le ultime edizioni dell’Oscar Green, il premio alle imprese capaci di battere la crisi con la forza delle idee. Un punto di debolezza può essere costituito dal fatto che circa il 79 per cento della superficie agricola utilizzata sia coltivata a seminativi. Ciò espone le nostre imprese ai rischi di volatilità dei prezzi delle materie prime, spesso determinati da speculazioni di borsa in tutto e per tutto simili a quelle che investono altri beni”.
Quali sono le prospettive occupazionali nel settore? “Rispetto al periodo gennaio-marzo 2011, gli assunti per le varie operazioni colturali nei campi marchigiani sono passati da 3.200 a 7.900, con un aumento record del 120 per cento. In totale, gli occupati in agricoltura nel primo trimestre 2012 sono stati quasi 15.000. Considerato che nel periodo invernale i lavori sono ridotti, si tratta di un dato sicuramente incoraggiante”. Eppure la crisi si fa sentire pesantemente, tanto da spingere gli italiani a cambiare le loro abitudini alimentari. Secondo i dati in vostro possesso, a cosa rinunciano i marchigiani? “Dall’inizio della crisi i marchigiani stanno spendendo sempre meno per la tavola. Dal 2008 l’incidenza della spesa alimentare su quella generale è progressivamente diminuita, passando dal 20,4 per cento al 18,6 per cento di oggi. Ma la tavola non è la sola a soffrire la crisi, poiché diminuiscono anche abbigliamento,
calzature e arredamento”. Il 19 luglio Coldiretti ha presentato a Roma il primo Rapporto “Le Bandiere del gusto 2012”: ce ne vuole parlare? Quali sono i prodotti marchigiani segnalati? “Le “Bandiere del gusto 2012”, le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo sono 150 nelle Marche. Tra i prodotti ci sono i Maccheroncini di Campofilone, la Lonza di fico, il Carciofo monteluponese, il Marrone di Acquasanta Terme, il Salame di Fabriano, il Casecc, il Pecorino in botte, vino cotto e vino di visciole, Salamora di Belvedere”. Quali sono le principali iniziative che vedranno impegnata Coldiretti Marche nei prossimi mesi? “Il primo impegno sarà quello di continuare a far crescere sempre di più la filiera agricola marchigiana, che conta oggi 43 Mercati di Campagna Amica attivati nei principali centri del territorio, 5
Botteghe (ma il numero triplicherà nei prossimi mesi) e oltre 200 aziende accreditate che vendono direttamente ai cittadini, garantiti dai prodotti a marchio. Un sostegno importante per le nostre imprese dei seminativi verrà dalla definitiva realizzazione del Consorzio agrario dell’Adriatico, nato dalla fusione dei Cap di Forli, Cesena, Rimini con Pesaro, Macerata e Ascoli. Altro tema decisivo sarà quello della semplificazione amministrativa, con l’eliminazione della burocrazia inutile e il riconoscimento del ruolo sussidiario dei centri di assistenza agricola che avranno il compito di erogare direttamente alle imprese servizi. Stiamo lavorando anche al rilancio del credito e delle coperture del rischio, attraverso lo sviluppo dell’attività del consorzio fidi e la razionalizzazione dei Consorzi di Difesa. Ma continueremo ad occuparci anche di welfare rurale, che ha già visto l’apertura dei primi agrinido, e di sostegno alle giovani imprese, ovvero all’agricoltura del futuro”.
“Un punto di forza è indubbiamente il carattere dell’imprenditore agricolo marchigiano, pronto a rimboccarsi le maniche senza lagnarsi troppo”
85
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Grande successo a San Benedetto per la III edizione di Anghiò, il Festival del pesce azzurro L’Assessore alla Pesca Fabio Urbinati: “La pesca nel nostro territorio non è solo un’economia, ma è anche storia, cultura e tradizione ” di A. Siria
A
ssessor Urbinati, si è recentemente conclusa a San Benedetto, l’edizione 2012 del Festival Anghiò, il Festival del pesce azzurro. Vuole tracciare un bilancio dell’evento? Qual è lo scopo principale di simili iniziative? “Anghiò si è conclusa con la media di oltre 20.000 presenze, un incremento del 20% rispetto allo scorso anno, con circa 40 ricette diverse dall’Italia e dal mondo! Siamo solo alla terza edizione e già possiamo dire che è un’iniziativa riconosciuta a carattere regionale e non solo. Le nostre intenzioni sono quelle di far crescere il consumo di pesce azzurro locale: Anghiò dimostra che questo prodotto, oltre ad avere una grande duttilità in cucina, ha anche proprietà organolettiche e benefiche tipiche della dieta Mediterranea. Inoltre, in questa edizione è stato presentato un hamburgher di pesce azzurro, che ha avuto un grandissimo successo - anche inaspettato - e noi, in collaborazione con i circoli didattici e gli operatori del settore, cercheremo di introdurre questo prodotto nelle mense scolastiche”.
86
Già si parla dell’edizione 2013: quali saranno le novità principali? “Vista la grande partecipazione di pubblico, cercheremo di dare una dimensione più vasta all’evento, che si spinga anche oltre i confini nazionali. Per questo stiamo pensando di allungare il periodo della manifestazione, cercando di coinvolgere oltre ai produttori locali del settore, anche aziende Europee e non, che lavorano e trasformano i prodotti ittici facendo di San Benedetto e della Regione Marche un punto di riferimento importante per la pesca e il suo indotto. La prossima primavera ci recheremo a Bruxelles al European Seafood Exposition e cercheremo di capire come si muovono gli altri paesi per valorizzare i prodotti del mare”. In generale, qual è la situazione della pesca nelle Marche? E nello specifico del vostro territorio? “Purtroppo la pesca nelle Marche, come nel resto dell’Italia, è arrivata all’inizio dell’attuale crisi economica con una situazione
“Solo a San Benedetto si è passati in pochi anni da una flotta di oltre 200 imbarcazioni, alle attuali 110. Su tutto questo hanno influito anni e anni di politiche sulla pesca totalmente sbagliate, che male hanno interpretato le esigenze dei pescatori del Mediterraneo”
già di gran lunga difficoltosa. Caro gasolio, licenza a punti, sottomisura e tanti altri balzelli, non hanno fatto altro che aggravare la situazione deficitaria del settore, portando ad un calo occupazionale di circa il 40% e ad un alto numero di imbarcazioni demolite. Solo a San Benedetto si è passati in pochi anni da una flotta di oltre 200 imbarcazioni, alle attuali 110. Su tutto questo hanno influito anni e anni di politiche sulla pesca totalmente sbagliate, che male hanno interpretato le esigenze dei pescatori del Mediterraneo; l’Europa ha portato pochi cambiamenti positivi a questo settore, hanno contato di più le associazioni ambientaliste, che non i pescatori che dovrebbero essere i primi custodi del mare. Sicuramente negli ultimi 20 anni i nostri politici a Bruxelles sono stati assenti sul tema della pesca”. Il settore ha ancora margini di crescita? “Secondo gli ultimi studi, l’l’80% delle risorse ittiche studiate sono sovrasfrut-
tate. Decenni di pesca intensiva hanno, infatti, portato a un preoccupante declino degli stock ittici, un tempo abbondanti. Inoltre, circa il 30% di quello che viene pescato, viene ributtato in mare perché poco commerciabile. Questa premessa serve per dire che i margini di crescita ci sono solo se ripartiamo dal mare e dalla tutela dei suoi prodotti. A Bruxelles è nel pieno della discussione la nuova PCP (Politica Comune della Pesca), che dovrebbe regolare il settore da qui a dieci anni. Noi riponiamo molta fiducia in questo nuovo strumento giuridico. Proprio a San Benedetto l’On. Guida Milana, Vice Presidente della commissione Pesca al Parlamento Europeo, ha annunciato la possibilità di attuare un piano di sviluppo e gestione per la pesca nel Mediterraneo e in particolare per l’Adriatico e lo Ionio. Questo è un ottimo punto di partenza e su cui la Politica tutta e le associazioni di categoria dovranno dare il massimo contributo. L’on. Milamna sarà il relatore di questo provvedimento”.
Oggi si assiste ad un recupero dei valori e delle tradizioni antiche: in che modo la pesca ha influenzato la crescita e l’identità del territorio marchigiano? “Io dico sempre che la pesca nel nostro territorio e in tutta la regione non potrà mai finire. Qui essa non è solo un’economia, ma è anche storia, cultura e tradizione! E questa componente è sicuramente uno dei punti da cui si può ripartire e dove le Amministrazioni locali possono fare tanto!”.
87
SPECIALE: AGROALIMENTARE
“La collaborazione tra università e aziende è ancora insufficiente” Per Bruno Mezzetti, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche, “un maggior dialogo tra questi due mondi creerebbe i presupposti per incrementare l’innovazione e quindi la competitività del settore” di. L. Osmani
P
rofessore, dal 1° agosto la competenza in materia di gestione dei corsi prima gestiti dalla Facoltà di Agraria è passata al relativo Dipartimento. Quali saranno gli effetti pratici di questa riorganizzazione? “Il fatto che il Dipartimento d’ora in avanti gestirà non soltanto la ricerca ma anche la didattica produrrà importanti vantaggi in quanto faciliterà l’integrazione tra ricerca, innovazione e formazione, con indubbi benefici sia per gli studenti, sia per le aziende”. Iniziamo con la ricerca. Quanto è importante in questo settore? “E’ fondamentale. Tenga presente che il Dipartimento di Agraria di questo Ateneo gestisce – con le competenze e la professionalità dei circa 50 docenti che vi lavorano - più di due milioni e mezzo di euro provenienti dai fondi di ricerca”. Sono risorse pubbliche destinate alla ricerca? “Per più del cinquanta per cento si tratta
88
di fondi ministeriali e comunitari, mentre registrano misure a mio avviso insufficienti i contributi regionali e gli investimenti privati, da parte delle imprese locali. Eppure – e questo è un tema delicatissimo – anche nel settore agroalimentare la partita della competitività si giocherà sempre più sul terreno dell’innovazione. L’esperienza locale e nazionale ci insegna che le imprese, anche quelle meno strutturate, che hanno investito nella ricerca ne hanno tratto vantaggi indiscutibili”. Gli imprenditori marchigiani dell’agroalimentare sono ancora troppo distanti da questa consapevolezza? “Probabilmente, in parte, è anche per colpa nostra, cioè del mondo accademico che non ha saputo comunicare in modo adeguato l’importanza della ricerca. Però ritengo che dovremmo fare tutti uno sforzo congiunto per aumentare la collaborazione tra università e tessuto imprenditoriale. Il che sarà possibi-
le soltanto in un’ottica di trasparenza, comprensione reciproca e correttezza. Del resto, l’elevato livello scientifico di questo Dipartimento è attestato dalle prestigiose collaborazioni in essere con enti di ricerca internazionali altamente qualificati ed anche con grandi aziende alimentari operanti su mercati internazionali. Gli enti locali, la Regione Marche in particolare, possono avere uno ruolo molto importante nel favorire questa integrazione. Ad esempio, il solo favorire il trasferimento a livello locale dei risultati ottenuti dalle ricerche sviluppate dal dipartimento con fondi da programmi di ricerca internazionale potrebbe già avere, anche con costi ridotti per l’ente, un impatto molto elevato sul territorio”. Sono aziende che Vi affidano studi sugli alimenti? “Per conto delle imprese seguiamo molteplici e variegati progetti specifici di ricerca: da specifiche problematiche delle filiere di produzione vegetale ed animale,
al controllo della qualità e della sicurezza alimentare (presenza fitofarmaci, tossine, biosicurezza delle biotecnologie), fino alle sempre più importanti nuove fonti agro energetiche. Tutto questo cercando sempre di controllare e ridurre gli impatti sull’ambiente”. Ci vuole illustrare un esempio di ricerca innovativa sulla quale siete attualmente impegnati? “Di interessanti ce ne sono diverse. Potrei citarne una finalizzata ad attutire i seri problemi che potranno causare i pannelli solari oggi in funzione, una volta che saranno dismessi, smantellati”. E cioè? “Questi impianti sono tutti al silicio, che com’è noto è nocivo. Come dicevo, quando sarà il momento di sostituirli, il terreno dovrà assorbire in breve tempo un ingente accumulo di tale sostanza, il che costituirà un problema per la salute di tutti noi. Al riguardo il nostro Dipartimento sta
analizzando diverse possibili sostanze prodotte da piante e frutti (gli antociani) note per essere foto sensibili e quindi utilizzabili al posto del silicio per produrre una nuova tipologia di pannelli solari organici. Gli antociani sono gli elementi che fanno diventare rosso il frutto e sono sostanze note anche per l’elevato valore salutistico per il consumatore. Per capirci, si stanno cercando nuove piante che possono offrire nuove opportunità di coltivazione ad alto reddito perché destinato ad un mercato energetico o ad un mercato alimentare ad elevato valore nutrizionale e/o nutraceutico per il consumatore”. Come si presenta secondo Lei il settore agroalimentare marchigiano? “Con molte eccellenze ma ancora troppo frammentato e quindi non sempre in grado di cogliere e sviluppare al meglio l’innovazione che la ricerca può creare”. Parliamo di formazione. Uno studente che si iscrive ad Agraria ad Ancona cosa
89
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Le opportunità lavorative per i nostri laureati sono molteplici, dalla ricerca alla formazione ad una diretta applicazione nelle varie fasi di produzione. E’ importante favorire un corretto sviluppo del settore delle agro energie, che si sta rivelando sempre più interessante, e rendere sempre più sostenibili, sicure e migliorative per la salute del consumatore tutte le possibili produzioni agroalimentari che la nostra Regione può offrire”
si trova di fronte? “Il nostro Dipartimento di fatto offre tre corsi di laurea di primo livello, riconducibili in sostanza ad altrettanti filoni: agrario, alimentare ed ambientale. Il primo – che si declina sul Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie - si occupa della filiera di produzione, partendo da quella vegetale per abbracciare tutto il discorso del “food” e il rapporto tra quest’ultimo e il “non food”: pensiamo ad esempio al settore dei vegetali coltivati a fini energetici. In questo ambito un laboratorio molto importante per gli studenti è l’Azienda Agraria Didattico Sperimentalesita ad Agugliano (An)”. Il corso di laurea specializzato nell’alimentare di cosa si occupa? “Il Corso in Scienze e Tecnologie Alimentari è incentrato sulla filiera alimentare, e quindi degli aspetti connessi alla lavorazione e trasformazione dei prodotti. In quest’ambito vengono analizzati tutti gli aspetti che riguardano le tecnologie di
90
lavorazione e di conservazione dei prodotti, i controlli sulla sicurezza alimentare, nonché la qualità dell’alimento”. In questo settore cosa si intende con il termine “qualità”? “E’ un concetto che sempre più assorbe sia l’aspetto sensoriale sia quello nutrizionale, cioè concentrato sulle caratteristiche del prodotto che maggiormente incidono sulla salute della persona”. Infine, il Corso in Scienze Forestali e Ambientali. “Il quale si occupa sia dell’ambiente coltivato, in termini di sostenibilità delle tecniche di coltivazione, sia di quello non coltivato, per intenderci la caratterizzazione, valutazione, protezione e valorizzazione di tutte le tipologie di ambienti naturali. In questo ambito un laboratorio molto importante è l’Orto Botanico realizzato a Gallignano (An)”. Ma poi quali opportunità di approfondi-
mento offrite. Per gli studenti che raggiungono la Laurea di primo livello si offre con la Laurea Magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio un’opportunità di approfondimento e specializzazione in particolare nei settori delle filiere di produzione agroalimentare ed energetico e della gestione dell’ambiente e del territorio. Come terzo livello della formazione offriamo anche un programma di Dottorato di ricerca finalizzato a formare un numero ridotto di laureati con una specializzazione anche nel settore della ricerca qualificata Attualmente quali sbocchi lavorativi vi sono per i laureati in Agraria? “Per i laureati si presentano opportunità in tutti gli ambiti sopra descritti. Migliorando il rapporto con le imprese si deve riuscire a far meglio capire l’elevata potenzialità di un Dottore di Ricerca nel trasferire e sviluppare innovazione direttamente in azienda”.
91
SPECIALE: AGROALIMENTARE
“Il settore ha bisogno di manager” Per Flavio Guidi (Gruppo Sida) “la globalizzazione sta facendo emergere un incremento della domanda verso determinati prodotti; tra questi, sicuramente l’agroalimentare italiano. Ecco perché investire in questo settore può risultare strategico” di M. Camilletti
D
ottore, se davvero è così l’Italia ne trarrebbe vantaggio. “Noi disponiamo di fattori - territorio, clima, cultura, ecc. – che determinano delle barriere all’entrata, nel senso che non sono replicabili e conferiscono al nostro tessuto economico una risorsa di particolare rilievo. In tale contesto assume un’importanza strategica – sempreché si sia in grado di soddisfare talune condizioni - anche tutto il comparto agroalimentare, che per svariati motivi è da porsi in relazione alle caratteristiche naturali di cui accennavo poc’anzi”. Quali sarebbero le condizioni necessarie? “Per cogliere le opportunità presenti su scala mondiale, occorre innanzitutto muoversi verso un sempre più attento processo di affinamento del rapporto tra prodotto e mercato. Ciò significa dare particolare vigore alle attività di ricerca e sviluppo sulla tipologia di prodotti, concentrandosi sul “cosa” produrre e
92
Una missione affidata agli imprenditori del settore? “La risposta più efficace ai bisogni dianzi delineati si trova nelle risorse umane: imprenditori, manager, quadri, impiegati, operai, collaboratori, consulenti, ecc…., chiamate a questa sfida in termini di competenze e di abilità. Ne consegue che anche qui la formazione diventa una componente di estrema importanza quale fattore di accelerazione dello sviluppo. Nello specifico, si devono produrre soprattutto imprenditori e manager: sono loro che, gestendo le governante, saranno messi nelle condizioni a loro volta di facilitare lo sviluppo formativo all’interno delle rispettive strutture”.
Formazione Marche e GGF Group – ha dato vita ad una serie di master, corsi executive e seminari, miranti a trasferire cultura manageriale in questo settore. Per come è impostata, è un’iniziativa fondamentalmente professionalizzante, centrata sui problemi gestionali, organizzativi, commerciali, strategici. I contenuti dei corsi e le metodologie didattiche mirano a trasferire quelle competenze ed abilità necessarie per gestire le risorse aziendali, con l’obiettivo di controllare i processi e condurli sempre più verso criteri di massimizzazione della redditività. Un’attenzione prioritaria viene posta ai mercati, ai consumatori, all’internazionalizzazione, alla comunicazione, alle strutture distributive, all’ottimizzazione delle attività produttive, ai portafogli: prodotti, clienti e canali di vendita”.
In concreto? “Il Gruppo Sida - assieme ad Istituto di Studi Direzionali, Istituto per l’Alta Formazione Turistica, Consorzio Centro
Chi sono i docenti? “Manager, imprenditori e consulenti del settore, con una pluriennale e consolidata esperienza”.
sul “come”, nonché sul “dove” e “come” proporre i beni sul mercato. Il tutto con costi sempre più competitivi”.
93
Placement 92%
Da oltre vent’anni al fianco delle imprese e dei neolaureati. Ogni giorno immaginiamo il mondo di domani e perseguiamo l’eccellenza attraverso innovazione strategica, sviluppo organizzativo, gestione delle risorse, formazione. Tra le aziende partner: Febal, Pershing, Banca Marche, Fornarina, TreValli Cooperlat, Nero Giardini, Banca popolare di Ancona, Colussi, Clementoni, Bontempi casa, Eden Viaggi, Fiam, Faber, Banca di Credito Cooperativo Federazione Marchigiana, F.lli Monaldi, Togni, Zeis Excelsa, Panatta Sport, Teuco, Prink, Berloni, Albini & Fontanot.
MASTER GENERAL MANAGEMENT VL edizione Sales & marketing management Finanza e controllo di gestione Diritto d’impresa e proprietà industriale Bank management Acquisti e logistica Management settore turistico Energy manager
NOVITA’ 2011 - 2012 Web Marketing Master in International Business Development
94
MA TER
Sono aperte le iscrizioni per l’ammissione ai corsi. Leggi il bando per accedere alle borse di studio a copertura totale e pareziale
SPECIALE: AGROALIMENTARE
I profili professionali più richiesti I nuovi scenari competitivi internazionali confermano una crescente necessità di disporre di figure professionali che, acquisite le necessarie conoscenze, siano in grado di sviluppare modelli di analisi, definire comportamenti operativi ed individuare le caratteristiche che i più idonei strumenti di supporto alle strategie aziendali e di filiera devono possedere visto il nuovo panorama in continua evoluzione del moderno sistema agroalimentare
I
l processo di trasformazione trae spesso origine da interventi normativi che prevedono una modifica dei modelli di comportamento imprenditoriale (ad esempio le norme sulla tracciabilità), ma coinvolgono anche le strategie e i comportamenti operativi adottati dalle differenti tipologie di aziende, sia dal lato della produzione che della distribuzione dei prodotti agroalimentari che, operando in un differente e spesso assolutamente nuovo clima competitivo, si trovano alla continua ricerca di nuovi equilibri economici e gestionali. Il settore agroalimentare ha una filiera produttiva molto ampia e diversificata, che va dall’agricoltore che lavora la terra, passando per l’operaio che utilizza macchinari per la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento alimentare per arrivare, infine, al distributore finale del prodotto. Le figure professionali dell’area “agroalimentare” sono clas-
sificabili in funzione del processo all’interno del quale sono inserite; ne consegue che esse subiscono variazioni di mansioni, competenze e percorsi formativi in funzione del ciclo produttivo e della lavorazione della materia prima interessata. L’analisi di quest’area mette quindi in risalto, per ciascuna funzione, dei profili specifici che sono difficilmente adattabili e trasferibili ai diversi cicli di trasformazione degli alimenti: al variare della complessità del ciclo produttivo e delle specializzazioni, troviamo infatti una serie molto articolata di figure professionali. Le più significative sono rappresentate dagli agronomi e dagli altri specialisti operanti nel campo dell’allevamento di animali e nella piscicoltura. Queste figure, insieme ai periti agrari, ai veterinari e agli analisti di laboratorio, sono oggi ricercate dalle aziende agricole e dalle industrie di trasforma-
zione. Accanto ad esse non vanno dimenticate talune “anti“ tradizionali come la potatura, l’innesto e l’assistenza tecnica nella gestine della difesa. Innovative sono invece quelle professioni che oggi richiedono competenze che una volta erano legate soltanto all’esperienza di lavoro mentre oggi, invece, corrispondono a profili caratterizzati da un’elevata specializzazione; si pensi ad esempio all’enologo e al tecnologo delle produzioni alimentari. La selezione delle figure-tipo di quest’area è il risultato di un processo di aggregazione di alcuni ruoli, sulla base di compiti ed attività tra loro omogenei. Su questa base si è scelto, come primo criterio, quello di individuare le figure tipiche e di accorpare quelle omologhe. Il secondo criterio di selezione fa invece riferimento all’insieme di conoscenze e di competenze, proprie di un gruppo di professioni che ricoprono incari-
95
SPECIALE: AGROALIMENTARE chi specialistici. I profili selezionati rappresentano infatti figure chiave all’interno dei processi di lavoro e svolgono compiti strategici ai fini della realizzazione del prodotto. Il terzo criterio ha riguardato i profili di supporto, che nell’area agroalimentare si collocano essenzialmente nella progettazione e nella ricerca e che, per la loro potenziale trasversalità e indipendenza dal settore produttivo, possono essere inseriti in altre aree occupazionali: sono stati quindi selezionati solo quei profili le cui mansioni risultano specificatamente legate a quest’area.Le figure-tipo individuate rappresentano dunque una semplificazione del reale panorama delle diverse situazioni di lavoro, in quanto le realtà
prese in esame variano fortemente al loro interno per ciò che riguarda i modelli organizzativi di riferimento, le tecnologie adottate, le dimensioni dell’impresa, nonché le denominazioni di volta in volta utilizzate per definirle. Tra le competenze richieste vi è quella di saper lavorare in gruppo e interfacciarsi con le altre figure professionali a monte o a valle della filiera produttiva. Sempre più importanti risultano inoltre la conoscenza e l’applicazione delle norme relative all’igiene sul luogo di lavoro e a tutti gli aspetti legati alla qualità. Oltre a queste caratteristiche di base comuni, ciascuna figura professionale dell’area deve possedere proprie specifiche competenze tecniche e saper utilizzare adeguati attrezzi e strumenti di lavoro. Spesso le piccole aziende
artigianali di produzione alimentare si occupano anche della commercializzazione e della distribuzione dei prodotti alimentari direttamente al consumatore finale: in questo caso risulta importante il possesso di competenze relazionali, comunicative e di orientamento al cliente. Altre opportunità professionali risiedono nel comprendere operativamente quanto ci si possa muovere sulla superficie innovativa con i segmenti del “tipico” e “biologico”, a fronte di una evoluzione continua della domanda dei consumatori ed una crescente esigenza di servizi ad essi legati (rintracciabilità, qualità, sicurezza dei prodotti). Giada Cappelletti Area Risorse Umane Gruppo Sida g.cappelletti@sidasrl.it Tel. 071.28521
Domina ancora l’impresa familiare, ma il lavoro è più specializzato Il VI Censimento dell’agricoltura – i cui dati sono stati diffusi lo scorso 12 luglio – ha rilevato come le recenti trasformazioni gestionali e strutturali che hanno interessato il settore agricolo (per le quali si rinvia alle pagine introduttive dello Speciale) abbiano prodotto rilevanti effetti anche sul versante lavorativo
I
n particolare, nel citato Rapporto Istat si legge che “(…) la forza lavoro diminuisce (-50,9%), si sposta verso la manodopera salariata (la cui quota passa dal 14,3% al 24,2% tra il 2000 ed il 2010), mentre per tutte le tipologie di manodopera aumentano le giornate/uomo
96
mediamente lavorate che passano da 42,3 a 64,8 all’anno. La presenza dei familiari in azienda tende a diminuire (-56,6%) ma coloro che restano intensificano il proprio apporto, specializzandolo e professionalizzandolo”.Le aziende agricole italiane restano comunque tuttora
ancorate al nucleo familiare: il 99 per cento di esse, infatti, fanno ricorso alla manodopera familiare, e il 76 per cento della manodopera complessiva è garantita dal lavoro del conduttore e dei suoi familiari. La quota di manodopera femminile si attesta attorno al 37 per cento.
www.sidagroup.com
Insieme a chi punta in alto Insieme a chi punta in alto Insieme a chi punta in alto
www.sidagroup.com
Strategia e Sviluppo Organizzativo ● Finanza e Controllo ● Operation ● Ristrutturazioni Aziendali ● Risorse Umane ● Marketing e sviluppo commerciale ● Legale Fiscale ● Merger & Acquisition ● Internazionalizzazione ● Formazione Manageriale ● Formazione Finanziata ● Passaggio Generazionale ● Ricercae Selezione 97
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Un aiuto fiscale al settore agrituristico In questi giorni di spread alle stelle e di nubi minacciose che si addensano nei cieli d’Europa occorre fare uno sforzo d’immaginazione e cercare di capire quali possono essere le aree di sviluppo per il futuro. Con il settore manifatturiero in ginocchio e una disoccupazione giovanile a livelli impressionanti (36,2 per cento nel maggio 2012), l’Italia potrebbe ritrovare uno slancio concentrando le proprie risorse nel settore primario, in primis in quello agroalimentare, e sul terziario, in particolar modo nel comparto turistico
I
l patrimonio enogastronomico, unito alla bellezza del territorio italiano (riconosciuta in tutto il mondo), rappresentano degli “assets” che hanno potenzialità ancora tutte da esplorare grazie a delle sinergie che solo in parte, e recentemente, sono state attivate. Una forma tipica di ricezione turistica che coniuga perfettamente queste caratteristiche è l’agriturismo, capace di attirare una clientela intelligente ed esigente, attenta all’eccellenza che i vari territori italiani sono in grado di offrire. A dimostrazione della vitalità del settore, in questi anni di crisi economica è costantemente au-
98
mentato il numero di aziende agrituristiche autorizzate, passando dalle 14.017 del 2004 alle 19.973 del 2010. Tra il 2009 e il 2010 vi è stato un incremento del 5 per cento. Tra le pecore nere proprio la regione Marche, che ha registrato una diminuzione nel 2010 del 2,9 per cento. Il costante incremento delle aziende autorizzate e le previsioni che vedono un turismo internazionale colpito dalla crisi e in flessione lascia credere che la domanda si possa ancora concentrare in questo particolare settore. Dal punto di vista fiscale sono stati previsti dei regimi particolari in tema sia di imposte dirette che
di imposte indirette. Presupposto essenziale per avvalersi di tali regimi è che le aziende agrituristiche rispondano ai criteri indicati nella “legge quadro” n. 96 del 20 febbraio 2006 e nelle singole leggi regionali che disciplinano i diversi aspetti di tale attività (organizzativi, produttivi, igienico-sanitari, amministrativi, ecc…). Per quanto riguarda le imposte dirette, gli imprenditori individuali, le società di persone e gli enti non commerciali che svolgono attività di agriturismo determinano il reddito imponibile applicando all’ammontare dei ricavi conseguiti con l’esercizio di tale attività, un coefficiente
di redditività pari al 25 per cento. Ai fini Iva, invece, tutti i soggetti che esercitano attività di agriturismo determinano l’ammontare del tributo riducendo a titolo di detrazione forfetaria l’imposta relativa alle operazioni imponibili in misura pari al 50 per cento del suo ammontare. Per l’agriturismo, la disciplina descritta rappresenta il regime “naturale”, mentre è sempre lasciata la possibilità di optare per i regimi ordinari mediante espressa opzione da esercitare nel quadro VO della dichiarazione annuale Iva. L’opzione è vincolante per un triennio. Uno dei più grandi ostacoli all’apertura di queste attività è rappresentato dagli alti costi da sostenere all’avvio per la riconversione e ristrutturazione dei fabbricati rurali. Proprio per poter superare tale barriera sarebbe utile inserire una specifica agevolazione fiscale legata agli investimenti da effettuare. A questo proposito si po-
trebbe pensare ad una forma di detassazione del reddito imponibile di importo pari ad una percentuale degli investimenti effettuati per l’avvio di un’azienda agrituristica. Il meccanismo di funzionamento potrebbe ricalcare quello previsto da altre forme di detassazione degli investimenti introdotte in passato (vedasi Tremonti-ter). Dare nuova linfa partendo da settori in cui l’Italia si presenta con un evidente vantaggio competitivo potrebbe rappresentare un importante trampolino di lancio per l’economia, soprattutto per quella del Mezzogiorno del Paese, serbatoio inesauribile di bellezze naturali e tipicità locali.
Dare nuova linfa partendo da settori in cui l’Italia si presenta con un evidente vantaggio competitivo potrebbe rappresentare un importante trampolino di lancio per l’economia,
Roberto Antonella Area Fisco Gruppo Sida r.antonella@sidagroup.it Tel. 071.28521
99
Regala Regala un unweekend weekendbenessere benessere aachi chiami! ami!
100 6
presso presso le le migliori migliori per per info info e e
Maraviglia Maraviglia Maraviglia Maraviglia Gift: Gift: Gift: Gift: 44 cofanetti cofanetti 44 cofanetti cofanetti con con con con 44 fasce fasce 44 fasce fasce di di prezzo di prezzo di prezzo prezzo diverse, diverse, diverse, diverse, ognuno ognuno ognuno ognuno con con con con pi첫 pi첫pi첫 pi첫 di di 30 di 30 di 30 30 esperienze esperienze esperienze esperienze da dada vivere da vivere vivere vivere nelle nelle nelle nelle Marche! Marche! Marche! Marche! Cene Cene Cene Cene romantiche, romantiche, romantiche, romantiche, trattamenti trattamenti trattamenti trattamenti benessere benessere benessere benessere eeweekend weekend eeweekend weekend per perper per due. due. due. due.
MARAVIGLIA MARAVIGLIA MARAVIGLIA MARAVIGLIA GIFT: GIFT: GIFT: GIFT: IL ILREGALO IL REGALO ILREGALO REGALO GIUSTO GIUSTO GIUSTO GIUSTO PER PER PER PER OGNI OGNI OGNI OGNI GUSTO! GUSTO! GUSTO! GUSTO!
i agenzie agenzie agenzie agenzie di didi di viaggio viaggio viaggio viaggio eenei nei eenei nei punti punti punti punti vendita vendita vendita vendita www.maravigliagift.it www.maravigliagift.it www.maravigliagift.it www.maravigliagift.it eprenotazioni prenotazioni prenotazioni prenotazioni 10177
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Assaporate le Marche A cura della Redazione Vincisgrassi
U
na delle tappe obbligate per un turista che vuole scoprire le bellezze della nostra regione, è quella di fare un salto in cucina, sedersi a tavola e assaggiare i piatti tipici della tradizione culinaria locale. Il menù sarà sempre di stagione e offrirà piatti per tutti i gusti, usando solo prodotti del territorio, che hanno ottenuto riconoscimenti e certificazioni di qualità: carne o pesce, pasta o zuppe, legumi, verdure e formaggi e una gran varietà di pane e dolci, miele e marmellate. Tutto preparato secondo il ricettario della nonna, a volte rivisitato dall’intuito degli chef, condito con gli oli certificati e accompagnato da calici di rosso o bianco. Scelti da ML, ecco a voi alcuni piatti che vi prenderanno… per la gola VINCISGRASSI Le “lasagne marchigiane” Come primo vi saranno serviti, in una pirofila da forno, i “vinci sgrassi”. Descritti come “princisgras” per la prima volta da Antonio Nebbia nel “Il Cuoco Maceratese” (1783), secondo una leggenda dovrebbero il loro nome al principe Windisch-Graetz che li “sublimò” nel 1799 quando arrivò a capo dell’esercito austriaco per strappare Ancona alle armate napoleoniche. Pasta all’uovo tirata rigorosamente a mano e ragù di pancetta, prosciutto e pollo per una ricetta che si tramanda di generazione in generazione. BRODETTO ALL’ANCONETANA 13 varietà di pesce per un unico piatto Alcune voci narrano che il segreto del brodetto sia conservato gelosamente dai maestri chef anconetani, al punto da far giurare ai propri aiutanti di non rivelare mai le personalissime variazioni. Triglie, sgombri, rombi, scomponi, cefali, cicale, scorpene, spigolette, merluzzetti, pannocchie, calamari, seppie, sogliole, palombo, cappone, anguille: la scelta allo chef,
102
purché sia pesce fresco dell’Adriatico. La tradizione impone 13 diverse qualità di pesce della zona, quantità che alcuni associano ai commensali dell’Ultima Cena, altri fanno derivare dal numero di bocche della Fontana del Calamo (detta anche delle “13 cannelle”) tanto cara agli anconetani. A differenza di altre note zuppe italiane, questa si presenta molto densa, solitamente servita in piatti fondi con fette di pane abbrustolito. RISOTTO AL TARTUFO BIANCO Prima di farsi prendere… ti fa piegar la testa! Che il tartufo si faccia desiderare è cosa nota, ma che il Conte Camillo Benso di Cavour lo utilizzò persino come mezzo diplomatico, sorprende di certo. Che dire allora, scoprendo che Gioacchino Rossini lo definì “Il Mozart dei funghi”, che il poeta Lord Byron lo teneva sulla scrivania perché il suo profumo gli destasse la creatività e che Alexandre Dumas lo definì il Sancta Santorum della tavola? Abbracciato da tanti chicchi di riso al dente, diventa un eccellente primo, dal sapore forte e indimenticabile. OLIVE ASCOLANE Non chiamatele semplicemente “contorno” Servite calde e croccanti… una tira l’altra. L’ascolano Benedetto Marini, a seguito delle sue ricerche, data la nascita della ricetta delle olive ascolane ripiene e fritte nell’anno 1800. Al tempo, i cuochi che prestavano la loro professionalità presso le famiglie della locale nobiltà, accordandosi tra loro, inventarono il ripieno delle olive per consumare le notevoli quantità e varietà di carni che avevano a disposizione, dovute alla maggiorazione delle regalie che gravavano sui contadini verso i loro padroni. Ripiene di macinato misto, vengono avvolte da una ricca panatura, per essere poi fritte.
Brodetto all’Anconitana
Risotto al tartufo bianco
CONIGLIO IN POTACCHIO Salta che ti salta… dalla padella al piatto! Il coniglio appartiene alla tradizione contadina marchigiana; innumerevoli e gustosissime le ricette utilizzate. Nelle Marche prevalgono, tra le altre, quelle in salmì, in umido e in potacchio. Cosa significa “potacchio”? C’è chi ritiene sia una pentola speciale, chi pensa si tratti di un metodo di cottura. Secondo il dizionario etimologico è una specie di vivanda di legumi o di farina. Insieme al coniglio, protagonisti della ricetta sono l’aglio e il prezzemolo in abbondanza. CRESCIA Sfogliare il sapore della semplicità La leggenda narra che il sole sedotto dalla bellezza di Urbino, un giorno volò tanto in basso da impigliarsi in una delle torri del Palazzo Ducale. Fu la forma infuocata dell’astro e le scintille d’oro che ne cadevano, mentre cercava di liberarsi, ad ispirare una giovane fornaia nel realizzare una focaccia sfogliata, che per la leggera lievitazione e il desiderio di volare in alto, fu chiamata ‘Crescia’. Imparentata con la piadina romagnola, va cotta, secondo la tradizione, sulla brace e si accompagnata con verdure e affettati. CICERCHIA Così dolce da ac-circhia-rti È un dolce della tradizione, a base di farina, uova e miele. Il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe dalla cicerchia (Lathyrus sativus), un legume simile al pisello (Pisum sativum) o al cece (Cicer arietinum), molto diffuso all’epoca nella zona umbro - marchigiana e in tutto il Centro-Sud d’Italia, come in molte altre zone d’Europa e non solo. Il significato di “cicerchiata” sarebbe quindi quello di “mucchio di cicerchie”.
Olive all’ascolana
CITTA’ DELL’OLIO, DEL VINO, DELMIELE 1 Sono 29 i comuni marchigiani che aderiscono all’Associazione Nazionale “Città dell’Olio”, nata nel 1994 allo scopo di promuovere l’extravergine, l’ambiente e il paesaggio olivicolo: sono Cartoceto, Colbordolo, Fano (PU), Ancona, Arcevia, Belvedere Ostrense, Corinaldo, Cupramontana, Jesi, Maiolati Spontini, Monsano, Monte Roberto, Monte San Vito, Montecarotto, Ostra, Ostra Vetere, San Marcello, San Paolo di Jesi, Senigallia, Serra San Quirico, Staffolo, Falerone (FM) Ripatransone (AP); a questi si aggiungono le Province di Pesaro e Urbino, Ancona, Ascoli Piceno e Macerata, la Camera di Commercio di Ancona e la Comunità Montana dell’Esino e Frasassi. 2 Sono 19 i Comuni marchigiani aderenti all’Associazione Nazionale “Città del Vino”: Gradara, Monteciccardo e Montemaggiore al Meaturo nella provincia di Pesaro e Urbino, Belvedere Ostrense, Camerano, Castelplanio, Cupramontana, Jesi, Montecarotto, Morro d’Alba, Osimo, San Paolo di Jesi, Serra de’ Conti e Staffolo nella provincia di Ancona, Matelica, Morrovalle, Potenza Picena e Serrapetrona in provincia di Macerata, Ripatransone in provincia di Ascoli Piceno. Si tratta di una rete di comuni, province, parchi e comunità montane a vocazione vitivinicola, depositari di almeno una DOC o DOCG, impegnati nella promozione dei prodotti agroalimentari di qualità e custodi di una documentata tradizione enologica. 3 Nata nel 2002, All’Associazione Nazionale Città del Miele, nata nel 2002, sono associati quattro comuni marchigiani: Belforte all’Isauro (Pu), San Giorgio di Pesaro (Pu), Ostra (An), Matelica (Mc). L’Associazione sostiene, promuove e tutela la qualità dei mieli italiani e salvaguarda le risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche e storiche legate ai territori con vocazione all’apicoltura.
103
SPECIALE: AGROALIMENTARE
NTROL O L C
DEN O
AZION IN E M
E A AT
D.O.C.G. RGIN IO IE D
Eccellenze a Tavola Uno dei tratti distintivi delle Marche è la naturale vocazione ad eccellere: artigianato di lusso, turismo di charme, moda e design del miglior made in Italy. Anche in fatto di sapori la regione sa farsi apprezzare, grazie a un territorio che offre una gran varietà di prodotti e alla sapienza di chi li sa lavorare e proporre a cura della Redazione
L
a parola d’ordine è qualità: materie prime scelte, lavorazioni da manuale, tradizione e innovazione che si coniugano, per offrire il meglio, in ogni settore. Tale attenzione si riscontra, particolarmente, nel settore alimentare, dove si registrano numerose eccellenze. Le Marche sono state, non a caso, la prima regione in Italia a dotarsi di una legislazione sull’agricoltura biologica e vantano tra gli altri, due dei venti organismi nazionali di controllo e certificazione per l’agroalimentare e l’ambiente: l’Istituto Mediterraneo di Certificazione di Senigallia e il “Suolo e salute” di Fano. PRODOTTI DOP Sono sei i prodotti marchigiani ad aver ottenuto il riconoscimento DOP - Denominazione di Origine Protetta -: il prosciutto di Carpegna, la Casciotta di Ur-
104
bino, il formaggio di fossa di Sogliano, l’olio di Cartoceto, l’Oliva Ascolana del Piceno e i salamini italiani alla cacciatora. La DOP è la certificazione più elevata che un alimento può ottenere, in quanto indica che è stato interamente prodotto e trasformato in un’area geografica delimitata. Prodotti IGP Molto importante è anche la registrazione IGP (Indicazione Geografica Protetta), secondo cui viene riconosciuto che un’area geografica delimitata determina la qualità, la reputazione e le caratteristiche del prodotto. La registrazione IGP è stata ottenuta dal Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, dal ciauscolo, oltre che dalla mortadella di Bologna e dalla Lenticchia di Castelluccio di Norcia, che, seppure marginali, vedono le
Marche coinvolte nella produzione a livello nazionale. Prodotti DOC – DOCG Quindici sono i vini DOC nella regione: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. I vini DOCG, invece, sono cinque: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. Il vino “Marche” ha acquisito il marchio IGT ( Indicazione Geografica Tipica). Marchio QM è il marchio della REgione Marche che garantisce qualità, tracciabilità ed informazione. Si veda il sito www.qui.marche.it
NUTRE CON LEGGEREZZA
PROTETTA DALLE GROTTE DI FRASASSI, VIVE OGNI GIORNO CON LA TUA FAMIGLIA. Dal cuore verde delle Marche, Acqua Minerale Frasassi. Sgorga leggera nel Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi, e unica, scorre protetta da Grotte millenarie arricchendosi di preziosi minerali e microelementi, per portare ogni giorno sulla tua tavola la naturale leggerezza di un’acqua che con un’equilibrata presenza di minerali aiuta tutta la famiglia a sentirsi bene. Acqua Frasassi, nutre con leggerezza.
105
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Le Marche difendono “La qualità nel piatto” Controlli e certificazioni contro la contraffazione alimentare di A. Dachan
S
i è svolto il 25 luglio a Senigallia il seminario nazionale organizzato dalla Cia Marche, dal titolo “La qualità nel piatto. Come garantire produttori e consumatori”, dove è emersa la necessità di un gioco di squadra tra gli organismi accreditati alla vigilanza sui prodotti a denominazione, evitando inutili sovrapposizioni e l’esigenza di migliorare le procedure di tracciabilità, l’informatizzazione del sistema e la professionalità degli ispettori. Rafforzare i sistemi di controllo e di certificazione per proteggere i prodotti di qualità dalla piaga della contraffazione, e promuovere al meglio i marchi Dop e Igp meno conosciuti, offrendo garanzie adeguate ai cittadini e tutelando la filiera agroalimentare del made in Italy. Questo il messaggio lanciato dalla Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, al seminario svoltosi a Senigallia alla presenza del presidente nazionale Giuseppe Politi. Paradossalmente, sono proprio i prodotti di qualità regolamentata, Dop, Igp e biologico, a finire più spesso nel mirino delle frodi alimentari. Quelli cioè che dovrebbero
106
fornire assoluta garanzia di sicurezza alimentare. Non bisogna dimenticare che l’Italia, con le sue 244 denominazioni, è la prima in Europa per numero di prodotti certificati tra Dop (153), Igp (89) e Stg (2) e da sola conta un terzo delle imprese ‘bio’ operanti in tutta l’Unione Europea. Ed è per questo – ha sottolineato Nevio Lavagnoli, Presidente della Cia Marche – “Che bisogna incrementare e potenziare i meccanismi di controllo e di certificazione, migliorando l’operatività degli organismi accreditati e l’efficacia della vigilanza pubblica, in un sistema sinergico ed efficiente finalizzato alla difesa delle nostre filiere di qualità.” Una scelta, questa, che non è possibile rimandare, considerato che le cifre delle truffe sono in costante aumento. Ad oggi, infatti, i sequestri di prodotti alimentari sofisticati superano il valore di un miliardo di euro l’anno e nel 2011 sono state 13.867 le operazioni portate a termine dalle forze dell’ordine. Inganni che sottraggono ai produttori italiani l’equivalente di 3 milioni di euro al giorno.
Ma l’eccellenza agroalimentare italiana va anche promossa. Una ricerca citata dalla Corte dei Conti riporta che solo il 5,6% dei cittadini europei conosce i marchi Dop e Igp e solo il 16% il marchio ‘Bio’. Insomma, promozione da un lato e controlli puntuali dall’altro. E proprio sulle proposte per rafforzare la rete di tutela – ha concluso Giuseppe Politi, Presidente nazionale Cia – “Occorre che i controlli effettuati dalle istituzioni pubbliche e quelli degli organismi di certificazione della qualità siano integrati, senza sovrapposizioni, ma con un efficace gioco di squadra.”
L’Italia, con le sue 244 denominazioni, è la prima in Europa per numero di prodotti certificati tra Dop (153), Igp (89) e Stg (2) e da sola conta un terzo delle imprese ‘bio’ operanti in tutta l’Unione Europea
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Marche, regione mezzadrile: un tuffo nel passato Apriamo l’album regionale dei ricordi della vita di campagna, alla scoperta dei valori, dell’amore per la terra, dell’armonia tra uomo e territorio che ha segnato la nostra stessa identità Testi tratti da: “La civiltà contadina nelle Marche del ‘900”, di Raimondo Orsetti
“L
a gente dei campi condivide il pane della fatica, dal sapore troppo spesso amaro perché condito di fatiche, di stenti, di privazioni. Sono gli ultimi nella scala sociale, sono la stragrande maggioranza della società, ma sono gli ultimi! Gente tenace e silenziosa, che fa dell’umiltà la propria grandezza, della fierezza il proprio orgoglio, dell’onore il vanto della famiglia”. Il contadino “Poco importa, allora, se il termine di “contadì” o “figlio di contadì”, con cui vengono sempre apostrofati, è detto con disprezzo o con scarsa considerazione, come se l’appartenere a quella condizione umana fosse un’infamia, che fa gravare sui miseri molti doveri e pochi diritti. (…) Il contadino ama la terra, ne assapora il profumo; la terra è madre ed amante, è generatrice di frutti, ma anche complice in un rapporto intrigante fatto di reciprocità e di sentimento. Verso la terra c’è rispetto, attenzione, cura. La terra è
tutto per sé, per la propria famiglia, per il destino dei figli. E dalla terra, dai suoi ricavi e dall’oculatezza nel gestire, potrà ricavarne il riscatto dalla sua condizione e soprattutto da quella dei figli”.
scende al 25,3 per cento, ponendosi ancora in testa alle regioni tradizionalmente mezzadrili del Centro Italia. Nel 1981 le Marche rurali sono il 16,5 per cento della popolazione attiva regionale.
La situazione nelle campagne marchigiane “Le Marche sono state la regione più mezzadrile d’Italia. Il processo di popolazione delle nostre campagne è stato lunghissimo, durato centinaia di anni. I tratti del paesaggio agrario marchigiano non sono un dono o un dato naturale, ma il prodotto di secoli di intelligente e cauto intervento dell’uomo, che ha saputo lavorare i suoli, umanizzandoli, senza mai creare squilibri tali da compromettere il territorio. Il contadino ha poi modificato l’ambiente secondo le esigenze della produzione, rispettando la fragile base argillosa che è caratteristica di tanta parte della regione. (…) Al censimento del 1951 (dati Istat), le Marche fanno registrare il 60,2 per cento della popolazione attiva dedita al settore agricolo. Vent’anni dopo la percentuale
La mezzadria “La mezzadria, pur con tutto l’arcaico che aveva addosso, ha creato un’osmosi culturale di non trascurabile peso, perché in essa, in particolare attraverso i fattori, quasi tutti di origine contadina, le due culture, urbana (dei proprietari) e rurale (dei contadini), si incontrano e producono correzioni e aggiustamenti settoriali nei due ambienti”. La casa colonica “Nel 1934 si contavano nelle Marche 112.520 case rurali, che, sparse in massima parte nelle campagne e solo nell’area subappenina, riunite tra loro in piccoli nuclei e villaggi, costituivano i punti di appoggio di una fittissima rete poredale, che copriva e controllava il territorio, dalla costa, fino alle pendici dell’Appennino”.
107
SPECIALE: AGROALIMENTARE
I V E R B La Pesca della Valdaso ottiene il Marchio di Qualità QM
Il Governo ha definito i criteri di attuazione della norma sulla trasparenza della filiera agroalimentare, con contratti scritti e tempi di pagamento certi per le merci. Il decreto applica l’art. 62 della Legge 24 marzo 2012, n. 27, che regola la cessione dei prodotti agricoli e alimentari, con l’obiettivo di sostenere la crescita del comparto.
Forniti i primi dati sul biologico in Italia
108
La Pesca della Valdaso, prodotto tipico dell’ascolano e del fermano, ha ottenuto il Marchio QM ed entra nel progetto integrato di filiera promosso da Nuova Agricoltura. QM (Qualità garantita dalle Marche) è il marchio della Regione Marche che garantisce qualità, tracciabilità ed informazione.
Filiera agroalimentare, nuove regole a sostegno del settore
Diffusi a cura degli Organismi di Certificazione e del Sinab (il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) i primi dati relativi al settore biologico italiano per il 2011. Il settore conta 48.269 (+1,3 per cento rispetto al 2010), di cui 37.905 produttori esclusivi, 6.165 preparatori (comprese le aziende che effettuano vendita al dettaglio), 3.906 che effettuano sia attività di produzione che di trasformazione, 63 importatori esclusivi, nonché 230 importatori che effettuano anche attività di produzione o trasformazione. Tra le regioni con la maggiore presenza di aziende agricole biologiche si trovano Sicilia e Calabria, mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore sul podio vi sono Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Se il numero delle aziende biologiche è aumentato, diminuisce invece la superficie destinata al bio: nel 2011 risulta pari a 1.096.889 ettari (-1,5 per cento rispetto all’anno precedente).
109
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Sulle Marche sventolano 150 bandiere… del Gusto! Il censimento 2012 del patrimonio enogastronomico regionale premia la buona tavola marchigiana: dalle verdure ai condimenti, siamo una regione che prende per la gola
S
ono 150 le “Bandiere del gusto 2012” nelle Marche, le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni che rappresentano il motore del turismo del cibo. Il censimento 2012 del patrimonio enogastronomico regionale è stato presentato a Roma dalla Coldiretti, in occasione dell’incontro “L’Italia che piace nell’estate 2012: il turismo ambientale ed enogastronomico” organizzato insieme alla Fondazione Univerde. Nella classifica delle specialità dominano pane, pasta e biscotti con 44 diverse tipologie di prodotti (come i Maccheroncini di Campo-
110
filone o la Lonza di fico), seguiti da 41 verdure fresche e lavorate (dal Carciofo monteluponese al Marrone di Acquasanta Terme), 30 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere (come il Salame di Fabriano), 11 formaggi (dal Casecc al Pecorino in botte), 8 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, dal vino cotto al vino di visciole, 7 tipi di olio, 4 prodotti di origine animale (miele e ricotte) 4 condimenti (tra cui la Salamora di Belvedere) e una preparazione di pesce. Un lavoro, ricorda la Coldiretti Marche, finalizzato a proteggere dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro, nella sua
originalità, il patrimonio delle tipicità. Ma i prodotti tipici rappresentano anche il vero motore del turismo enogastronomico. Secondo l’indagine Coldiretti presentata a Roma, per più di un italiano su tre (35 per cento) dipende proprio dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Il cibo infatti è considerato dagli italiani l’ingrediente più importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’azzardo (2 per cento).
111
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Quando piccola impresa e università fanno innovazione (lavorando assieme) A Montegiorgio, nel fermano, Luca Vita assieme ai fratelli gestisce un’affermata azienda agricola tramandata dal padre. Dove grazie alla collaborazione con l’Ateneo di Ancona si sono raggiunti traguardi meravigliosi nella ricerca scientifica di R. Graziaplena
D
ottor Vita, di cosa si occupa l’azienda? “L’azienda si occupa di produzione piante ornamentali da esterno e piante da frutto, progettazione, realizzazione e manutenzione di verde pubblico e privato, ricerca in ambito delle produzioni e delle tecniche vivaistiche, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche”. Come è nata quest’avventura? “L’azienda fu fondata negli anni Settanta da Carlo Vita, mio padre, con la produzione di ornamentali e fruttiferi e quindi con la realizzazione di aree verdi e frutteti. Nel 112
tempo si aggiunsero collaborazioni con vari paesaggisti, e il settore della manutenzione del verde. Nel 2004 in azienda iniziò un graduale passaggio generazionale e fu questa la fase in cui decidemmo un nuovo slancio alle attività, grazie ad un PSR ...”. Cioè? “Riuscimmo a costruire una nuova sede aziendale che permettesse lavorazioni più efficaci e per tutto l’arco dell’anno, e ad aggiornare strutture come serre e piazzali di crescita oltre che macchine specifiche per ottimizzare i cicli produttivi”. Lei prima ha accennato alla collaborazione con il mondo universitario.
“Grazie anche al rapporto ormai decennale con il Dipartimento di Agraria di Ancona, nella nostra nuova sede aziendale è stato realizzato un laboratorio di micropropagazione, struttura che permette di produrre grandi quantità di piante con certificazione genetico-sanitaria”. Sotto questo profilo, quanto incide la preparazione delle persone che vi lavorano? “Moltissimo. A conferma di ciò, basti pensare che in questi ultimi mesi sono state inserite nell’organico dell’azienda figure altamente qualificate nel settore dell’agronomia, che permettono di fornire servizi di progettazione e consulenza per il
trattamento specifico di ogni singola realtà ed esigenza del cliente”. Che tipo di formazione possiedono i neo-assunti? “Le nuove figure inserite in azienda sono dottorati di ricerca dell Dipartimento di Agraria di Ancona che hanno completato la loro formazione con esperienze all’estero, presso la “Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio” di Versailles (ENSP) - dove sono state approfondite conoscenze di paesaggistica e integrazione dei progetti nel tessuto urbano e produttivo - e presso Istituti Nazionali di Ricerca, Università ed aziende in Taiwan - dove si sono affrontati progetti per lo sviluppo
“La contrazione di risorse pubbliche e private rischia di provocare un’ulteriore fuga di cervelli e per le aziende maggiori difficoltà nella ricerca e formazione di collaboratori altamente qualificati”
di tecniche di coltivazione di fruttiferi e coltivazione e innovazione varietale in vitro di Orchidea –”. Cosa significa per voi “innovazione”? “Le posso rispondere delineando telegraficamente le nostre iniziative su questo fronte. Oltre ai servizi tipici di un vivaio-garden che offre prodotti per il verde ornamentale l’azienda, con le nuove strutture, sta affrontando una interessantissima collaborazione con il Dipartimento di Agraria di Ancona, oltre che avviando collaborazioni con il CNR di Firenze e l’Università di Pavia, che al momento si sono concretizzate in progetti di ricerca finanziati dal Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali. Tali attività sono portate avanti nell’ambito dello sviluppo di nuove varietà di frutta e piccoli frutti per la valorizzazione di prodotti locali tipici del Medio Adriatico, oltre che dell’applicazione di tecniche vivaistiche innovative, con l’obiettivo di incrementare la qualità del vivaismo nell’area del Medio Adriatico, zona con enormi potenziali ma che presenta un notevole gap tecnico e tecnologico”. A cosa è dovuta tale situazione? “Principalmente ai ritardi negli investimenti e alle politiche adottate in questo settore, fino ad oggi non attente”. Quali sono le prospettive
dell’azienda e in generale della ricerca nel settore agroalimentare? “Attualmente l’azienda ha un enorme potenziale di sviluppo, sia in termini di capacità di lavoro che di gestione di nuove frontiere di ricerca. Purtroppo la situazione economica non è delle più favorevoli, nè come disponibilità immediata, nè come prospettiva futura. In questi termini si sono enormemente ridotti i finanziamenti e gli investimenti anche da parte di figure private per lo sviluppo di progetti mirati”.
soprattutto l’inserimento in modo più stabile di quelle figure che grazie alle attività svolte fino ad oggi sono state formate dall’azienda e dall’università e che la mancanza di nuovi fondi non permette di inserire nell’organico, con il rischio per la comunità di un’ulteriore fuga di cervelli e per l’azienda di dover ricominciare da capo nella ricerca e formazione di collaboratori in un settore così specifico e altamente qualificato”.
Le maggiori difficoltà dove le riscontrate? “I problemi che ci troviamo a fronteggiare riguardano 113
SPECIALE: AGROALIMENTARE
La Poesia della Campagna
a cura di
S
SG
life style
e penso alla campagna la prima parola che mi viene in mente è “poesia”. Svegliarsi nel silenzio cullati dai rumori della natura. Aprire la finestra e vedere piante e campi. Stare fuori o dentro casa senza che ciò faccia alcuna differenza, liberi di non cambiare i nostri abiti. Ditemi se questo oggi non è poesia.Pensando a come ristrutturare e arredare la nostra casa in campagna, ritengo che la questione fondamentale sia la coerenza. Dobbiamo ricordare che ci troviamo a diretto contatto con la natura e non possiamo creare una struttura o un ambiente che non siano integrati con questa realtà e i suoi colori. Se la campagna ci comunica libertà, praticità, natura e senso del vero, coniughiamo queste parole anche per i materiali, le forme e i colori della nostra casa e avremo pronte le regole da seguire. L’uso e il passaggio continuo dal dentro al fuori non può che spingerci verso scelte che siano in sintonia con questo modo di vivere la casa; è impensabile avere un pavimento tirato a lucido, un arredamento troppo formale e tanto meno muri dipinti con rifiniture troppo regolari. Inammissibili le ristrutturazioni finte, con le pareti di simil – pietra nuova e senza segni del tempo, le pareti che a macchie di leopardo lasciano intravedere piccoli tratti di vecchie mura finte, le assi di legno tirate a lucido con troppe mani di olio, i camini ricostruiti con materiali troppo moderni e il cotto nuovo a terra senza un minimo graffio. La pietra, i mattoni, i listoni di legno, anche di recupero, o le piastrelle esagonali di cemento fatte a mano, sono alternative più consone per il pavimento 114
ma senza ricoprirlo di cera o di trattamenti perché qualche scalfitura o irregolarità fin dalla posa, piuttosto che nei colori, darà solo più sapore e ci libererà da inutili schiavitù. Allo stesso modo i muri: meglio dipinti a mano anche se non perfetti, con qualche parete recuperata e l’intonaco lasciato un po’ scrostato se la casa ha già una storia; bene anche la sovrapposizione di 2 differenti toni di vernice o una fascia alta anche 50 cm di colore più scuro al posto del solito battiscopa. Per i colori, guardiamoci intorno: quelli stagionali della terra lavorata nei campi, i toni del fango, del grigio verde, dal marrone mescolato al grigio. Quelli delle piante spontanee: dai verdi pastello agli olivastri più decisi. Quelli delle strade non asfaltate: i bianchi polverosi e cosiddetti sporchi. Mescolando questi colori non si può sbagliare, e anche per i mobili si può seguire la direzione del “vero”: una sedia o una vecchia panca da convento, un armadio o un tavolo che abbiano già avuto un vissuto, le sponde di un vecchio letto in legno o ferro battuto e un po’ arrugginito faranno rima con l’arredo più nuovo, necessario per non sacrificare troppo la praticità delle funzioni d’uso. Trasformate l’incavo di un camino non più in uso in una libreria, o una vecchia porta in testata del letto. Togliete le ante da un vecchio armadio e utilizzatelo come mobile da cucina con pentole e piatti a vista, utilizzate vecchi banchetti come comodini. I trattamenti necessari ai vecchi mobili possono essere ridotti a quelli per mantenerli in buono stato: l’acidatura per sbloccare o uniformare l’effetto arrugginito del fer-
ro, le iniezioni di liquido e le stuccature a cera per bloccare i tarli del legno, una mano di colore denso a creare un effetto solido e materico. I mobili nuovi saranno in armonia con gli altri se avranno linee pulite e semplici, colorati a pennello e poi passati con la cera d’api incolore solo per dare una mano setosa alle superfici. Di divani rivestiti in puro cotone o lino in colori non tinti se ne trovano di bellissimi nei mercatini, piuttosto che con righe centrali azzurre o rosse di origine belga o francese. Ripescate i vecchi termosifoni in ghisa, le tubature per la doccia a vista, i lavabi in cemento cerato, i vecchi interruttori rotondi e i cavi della luce a treccia di cotone visibili lungo le pareti. Per il decoro interno recuperate vasi di vetro colorato e di ceramica nelle forme che si ispirano a lavorazioni tipiche della tradizione campagnola, i pomi verdi o bianchi di Grottaglie, le coppe in ghisa o in legno. Le bugie fungono da portalampade dal gusto essenziale, le lampadine a vista sono coperte da cappelli in garza e i teli, sempre di garza, sono perfetti per tavoli e tendaggi. All’esterno, lasciate crescere l’erba tra i quadrotti di pietre e piantate il verde che più si adatta al territorio: comporta una minor manutenzione e sarà più rigoglioso. Sotto le finestre l’odore dei cespugli di rosmarino e ginepro, il viola delle spighe di lavanda e il verde forte del finocchietto selvatico. Mi raccomando però a non cadere nel tranello: uno sguardo alla tradizione non necessariamente deve trasformare la vostra dimora nella “casa della nonna”. Utilizzatelo come spunto per un nuovo, poetico minimalismo.
115
SPECIALE: AGROALIMENTARE
Fiere ed Eventi Quello dell’agroalimentare è uno degli ambiti produttivi più aperti e con maggiori collegamenti: dal seme alla tavola, la filiera comprende diversi passaggi, con professionalità e strumentazioni specifiche che intervengono in ogni fase. Ecco una selezione degli eventi fieristici più importanti a livello nazionale, che si terranno da fine agosto a fine ottobre, per presentare le novità e le eccellenze del settore.
NOME
DOVE E QUANDO
INFO
Nuce International Mostra convegno dedicata all’industria degli ingredienti nutraceutici, cosmoceutici e per gli alimenti e bevande funzionali
25-27 settembre 2012 Fiera Milano City
www.nuce.pro
Macfrut Mostra Internazionale del settore Ortofrutticolo
28-28 settembre 2012 Cesena Fiera Pievesestina di Cesena
www.macfrut.com
Sapori Italiani Salone dei prodotti alimentari tipici della gastronomia
13-15 ottobre Longarone Fiere
www.longaronefiere.it
13-17 ottobre 2012 Lecce Fiere s.r.l.
www.agrogepaciok.it
25-28 ottobre 2012 Cremona CremonaFiere s.p.a.
bovinodalatte@cremonafiere.it
TriestEspresso Expo Evento dedicato all’industria, al commercio e alla cultura del caffè
25-27 ottobre Fiera Trieste
www.triestespresso.it
Naturalmente in Fiera Salone della floricoltura, vivaistica, reptilia e amphibia day, cinofilia, ornitologia
3 e 4 novembre 2012 Cesena Fiera
www.cesenafiera.com
Eima International Esposizione internazionale di macchine agricole e per il giardinaggio
7-11 novembre 2012 Bologna Fiere
www.unacoma.it
Interpoma Fiera internazionale specializzata nella coltivazione, conservazione e commercializzazione della mela
15-17 novembre 2012 Fiera di Bolzano (Messe Bozen)
www.fierabolzano.it
Agro.Ge.Pa.Ciok. Salone Nazionale della Gelateria, Pasticceria, Cioccolateria e dell’Artigianato Agroalimentare Fiera internazionale del bovino da latte
116
117
DOSSIER: INNOVAZIONE
DOSSIER INNOVAZIONE
”
La scienza è fatta di dati, come una casa è fatta di pietre. Ma un ammasso di dati non è una scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una vera casa.
”
Jules Henri Poincaré Matematico, fisico teorico e filosofo naturale francese
118
“La matematica è una scienza meravigliosa, ma non ha ancora trovato il modo di dividere un triciclo tra tre ragazziniâ€? (Earl Wilson- giornalista americano)
119
DOSSIER: INNOVAZIONE
DAL GRANDE AL PICCOLO, LE MARCHE SONO “INNOVATIVE” In questo numero ML dedica alcune pagine ad un tema la cui attualità non tramonta mai: l’innovazione. Termine sinora abusato fin troppo da più parti, ma di cui il nostro tessuto imprenditoriale avverte un gran bisogno a cura della Redazione
N
el trattare l’argomento, seppur in poche pagine, non possiamo certo tralasciare gli ultimi sviluppi che a livello normativo si sono registrati sul fronte degli incentivi agli investimenti in ricerca e sviluppo: tema, questo, che come vedremo non trova tutti d’accordo. Come non parlare, poi, di “Take A Breath” un bell’evento organizzato dal Gruppo Loccioni, che ha fatto convogliare nelle Marche rappresentanti di dodici Paesi e una cinquantina di aziende per confrontarsi sul futuro e sulle potenzialità del settore automotive. Il futuro del motore, quindi, al centro di questo appuntamento che ha coinvolto costruttori di automobili, produttori di componenti automobilistici ed esponenti della comunità scientifica internazionale. Sull’argomento la nostra Rivista ha poi selezionato alcune specifiche realtà
120
regionali di assoluto rilievo: la “Garbini Consulting Srl” di Castelplanio, con il suo nuovo progetto battezzato “risparmio virtuoso”, che introduce nel linguaggio aziendalistico una forma di innovazione “di processo” in grado di generare solidarietà. Oppure la web agency “e-leva Srl” di Pesaro, che ci aiuta a scoprire le innumerevoli potenzialità della tecnologia web, dall’e-commerce alla comunicazione d’impresa. Strategie di e-commerce sulle quali punta molto (con successo) anche la Drop di Civitanova Marche. L’immancabile “Elica” di Fabriano, che si è aggiudicata il Premio “Imprese per l’Innovazione 2012”, ennesimo riconoscimento per l’azienda fabrianese, a testimonianza dell’attenzione per le attività di R&S. Ma innovazione è anche sinonimo di “green”, come ci illustra Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche.
121
DOSSIER: INNOVAZIONE
SVILUPPO E INNOVAZIONE, IL GOVERNO AL LAVORO SULLE RIFORME Sono stati recentemente approvati dal Parlamento in via definitiva due importanti provvedimenti: il decreto sullo sviluppo e quello concentrato sul taglio delle spese inutili (la cosiddetta “spending review”). Entrambi vanno considerati positivamente in quanto iniziano a riformare il sistema con interventi di miglioramento, di risparmio, di leggera incentivazione e di orientamento di F. Guidi
P
rovvedimenti che non devono essere contestati con sterili resistenze corporativistiche e conservatrici, ciò per non demotivare lo slancio e il coraggio riformatore. L’azione delle categorie interessate a compiere i conseguenti sacrifici debbono agire suggerendo miglioramenti ed ulteriori aree di risparmio e miglioramento, implementando l’azione di intervento qualitativo.Governare significa darsi degli obiettivi, elaborare delle strategie di orientamento e compiere azione operative miranti a favorire il superamento dei problemi nella ricerca dei presupposti e degli spazi di crescita e di cambiamento. Riguardo al provvedimento sulla crescita possiamo rilevare, tra le novità di maggior rilievo,
122
quelli che incidono sul Codice Fallimentare che, ammodernando la legislazione vigente, doteranno l’impresa di uno strumento più efficace per il superamento delle crisi finanziarie aziendali, garantendo maggiori opportunità di continuità aziendale, riducendo altresì la litigiosità tra debitore e creditore legata alla paura di insolvenza. Un provvedimento che sotto il profilo della tutela dei rapporti obbligazionari d’impresa ci avvicina ai Paesi più evoluti, nei quali l’imprenditore dev’essere assistito in tutte le fasi del suo percorso, soprattutto in quelle più critiche. Ritengo che il provvedimento produrrà una rivoluzione sul terreno dei procedimenti giudiziali e stragiudiziali aziendali, rendendo più ordinata la fuoriuscita dal mercato delle
imprese obsolete, recuperando invece quelle che ancora risultano competitive. Riguardo al decreto sui tagli, non si può che condividere, al di là della bontà dei singoli interventi, lo spirito che ha indotto il nostro Legislatore. Ora l’importante, affinchè tali economie non si traducano in fattori depressivi, è reinvestire i risparmi ottenuti in settori innovativi, ad alto contenuto strategico e in grado di produrre un effetto moltiplicativo sul Pil. Se invece essi saranno utilizzati per coprire il debito, molto probabilmente l’effetto sarà depressivo. Su questa linea, concordo con quanti sostengono che il miglior strumento utilizzabile per ridurre il debito e perseguire l’obiettivo dell’equilibrio di bilancio sia la dismissione delle attività patrimoniali.
DOSSIER: INNOVAZIONE
CON IL “DECRETO SVILUPPO” UN FRENO ALLA RICERCA Se il recente “decreto per la crescita” rappresenterà un brutto colpo alla ricerca privata italiana, lo capiremo nei prossimi mesi. Certo che in questo momento non ci voleva … di P. Duranti
F
orse non tutti ricordano che in materia di ricerca ed innovazione, all’indomani dell’ultimo “decreto sviluppo” targato Tremonti – parliamo quindi dell’estate 2011 - da più parti era stata considerata poco liberale la decisione di vincolare la concessione di sgravi fiscali agli investimenti effettuati dalle aziende al raggiungimento di specifici accordi con Università e centri pubblici di ricerca. Ma come, ci chiedevamo, la Cina ogni anno sforna tanti ingegneri quanti sono i nostri laureati in tutte le discipline e noi ci facciamo del male da soli gambizzando la nostra ricerca privata? Per non correre eccessivi rischi sul fronte dell’evasione fiscale, il nostro Legislatore, infatti,decise di “tagliare“ gli aiuti agli imprenditori che affidano i propri soldi (non risorse pubbliche, sia chiaro) a strutture private di ricerca, sia italiane che straniere. Ma ora siamo andati anche ol-
tre: d’ora in avanti basta automatismi. Gli aiuti statali alla ricerca dovranno necessariamente passare attraverso un fondo rotativo creato ad hoc, che provvederà secondo parametri e modalità non ancora definiti. Se – come dice la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato – la misura non comporterà nuovi oneri per il bilancio dello Stato (il che è già indicativo), è verosimile pensare che ancora per molto tempo i documenti annuali di programmazione economica e finanziaria citeranno quello dell’innovazione delle nostre Pmi come uno dei nodi irrisolti del tessuto produttivo del Bel Paese. Per non parlare dei riflessi negativi che la nuova norma potrà comportare sul piano della pianificazione strategica delle aziende, in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie. E poi parliamo del rientro dei cervelli italiani che lavorano all’estero …
123
DOSSIER: INNOVAZIONE
Due recenti seminari svoltisi nelle scorse settimane danno l’idea del ruolo che oggi riveste e-leva nel proprio settore. Durante un evento organizzato dalla Facoltà di Economia dell’Università di Urbino è stato citato proprio il progetto Photoviva (del quale si parla nel corso dell’intervista). Incontro seguito da un importante convegno avuto luogo a Fano, in occasione del quale Walter Del Prete ha illustrato le opportunità che possono riflettersi sulla comunicazione d’impresa dal mondo di internet. Alla fine di settembre, poi, e-leva presenterà una case history di assoluto prestigio durante ITAIS, un convegno accademico internazionale che si svolgerà a Roma.
“INTERNET PER LE AZIENDE, UN MONDO ANCORA TUTTO DA SCOPRIRE” Walter Del Prete, consulente di web marketing per la web agency e-leva Srl di Pesaro, ci introduce nell’universo della tecnologia web, dall’e-commerce alla comunicazione d’impresa di F. Di Giulio
D
ottor Del Prete, ci parli un po’ di e-leva: di cosa si occupa, da quando, l’ambito territoriale in cui opera … “e-leva è una web agency che dal 2005 sviluppa siti internet, e-commerce, progetti e sopratutto strategia sul web, grazie ad un’equipe molto affiatata di quattro specialisti. Su questo aspetto mi preme sottolineare che sin dall’inizio abbiamo seguito una strategia ben precisa: evitare il turn-over dei consulenti, perché siamo convinti che il vero valore aggiunto di una struttura come la nostra sia rappresentato dal patrimonio di conoscenza messo a frutto per il cliente”. Nello specifico, com’è organizzato il lavoro all’interno della struttura? “I collaboratori sono persone estremamente esperte: un ingegnere programmatore, tecnici con esperienza decennale di web, ecc., e ciascuno “copre” un’area ben definita (web marketing, web developing, web
124
content, web design). Inoltre contiamo varie collaborazioni free-lance con altri professionisti di qualità”. E’ per questo che Lei sostiene da tempo che le piccole web agency riescono a rispondere meglio alle esigenze del mercato, in quanto più elastiche? “Sulla base della nostra esperienza non posso che confermare questa regola … La nostra organizzazione, infatti, ci permette di seguire ogni progetto con un approccio professionistico-consulenziale. Non serve andare molto lontano per vedere strutture cresciute numericamente ma che forse hanno perso qualcosa in termini di capacità di seguire il cliente in modo “personalizzato”. Cosa intende dire col termine “personalizzazione”? “Due cose: innanzitutto che e-leva garanti-
“L’agenzia è certificata da Google come Partner Certificato ADWords” sce al cliente di essere seguito costantemente da quattro professionisti in grado di individuare e proporre soluzioni adatte agli obiettivi prefissati. In secondo luogo va sottolineato l’approccio web marketing”. Cosa significa? “Che ciascun progetto viene sviluppato con la definizione esplicita e chiara degli obiettivi commerciali dell’azienda. Ogni sito o servizio e-commerce viene sviluppato con un progetto finalizzato a portare traffico, per farlo conoscere sul mercato, con ipotesi di ordini, budget pubblicitari da destinare a Search Engine Optimization, Keywords Advertising, Social Media Marketing, ecc.”. Qualche case history? “Per citare soltanto alcuni clienti locali, penso a Photoviva.it, www.dcstore.it, l’e-
commerce dell’azienda Della Chiara di Pesaro, www.zerocubo.eu, un portale di architettura nelle Marche, www.contract. it, un nuovo portale di contract direttamente gestito da noi, www.compagnuccistore.com, ecommerce del Gruppo Compagnucci. Mi piacerebbe citare anche www.pavimenti-per-esterni.it, sito tematico per una nuova strategia di prodotto dell’azienda Kronos Ceramiche di Reggio Emilia. Esperienze diverse tra loro ma accomunate da un unico comune denominatore, che va sotto il nome di innovazione”.
stri sforzi, anche di tipo economico. Ma, vorrei dire, con bellissime soddisfazioni, come dimostra ad esempio – per restare alle novità delle ultime settimane – Photoviva, un progetto imprenditoriale di e-commerce costituito da una piattaforma online grazie alla quale è possibile personalizzare le cover dei telefonini smarthphone della Apple”.
Quindi lavorate anche fuori regione? “Si. Abbiamo clienti anche in altre regioni del Centro e vari clienti nel Nord Italia”. Lei ha accennato all’importanza dell’innovazione. “Aspetto attorno al quale gravitano i no-
E-LEVA SRL Tel. 0721.24595 via Mameli, 72/C104 61100 Pesaro walter@photoviva.it www.e-leva.it
125
DOSSIER: INNOVAZIONE
E-COMMERCE, UN’IMPRESA A TUTTI GLI EFFETTI Alfredo Celiberti, ingegnere, fondatore ed amministratore della Drop di Civitanova Marche, illustra le potenzialità dell’e-commerce, dando anche utili indicazioni … di M. Palumbo
I
ngegner Celiberti, sappiamo che la sua società si occupa di e-commerce da molti anni … “In effetti il nostro primo e-commerce, ancora attivo e molto profittevole, è del 2001. Negli anni la Drop, nata come web agency da un background tecnico/ingegneristico, si è evoluta sino a diventare un e-commerce provider in grado di progettare e gestire, a partire dalla fase di startup, un’impresa e-commerce fino a renderla autonoma. Mi piace sintetizzare il concetto definendo Drop come un acceleratore di startup e-commerce. Oggi seguiamo il business online di diverse aziende operanti principalmente (ma non solo) nel settore moda”. Alcuni nomi? “Fabi, Santoni, Loriblu, Roberto Botticelli, Orciani, Kickers, Cesare Paciotti, Annabella, Cromia, ecc.”. Come vede questo momento di grande cambiamento nel retail? “In effetti si parla di e-business da più di dieci anni. Nel 2000 sembrava che la rivoluzione commerciale fosse una realtà; i fatti, però, dissero che il merca-
126
to non era pronto all’e-commerce B2C (business to consumer), se non in alcuni Paesi come Usa o Giappone. Oggi lo scenario è ben diverso, il mercato è pronto: l’utilizzo di internet sia da postazione fissa che mobile è entrato nell’uso comune, la fiducia nei sistemi di pagamento non è più un problema, la logistica riesce a gestire agevolmente le spedizioni B2C, online si può acquistare di tutto. Si può reperire ciò che è difficilmente reperibile, si può acquistare ad un buon prezzo, si può ottenere un servizio di alto livello anche rispetto all’esperienza tradizionale offline. Oggi l’e-commerce è una realtà che sta rivoluzionando il retail sia dal lato dell’esercente/azienda che dal lato del consumatore”. L’e-commerce quindi rappresenta un’opportunità? “L’e-commerce è una grossa opportunità, è – come si dice da anni – un efficace canale di vendita globale. Riteniamo che, come avviene già in molti Paesi, entro il 2015 anche in Italia il retail online arriverà a rappresentare una percentuale a doppia cifra del fatturato retail totale.
Detto questo, occorrono però delle precisazioni”. Cioè? “L’online va approcciato adeguatamente. Provo a spiegarmi meglio: l’e-commerce infatti è, in primis, impresa e commercio. Le basi rimangono le stesse di sempre: capacità progettuale, gestionale e di controllo, reattività, apertura al mercato globale, livello del prodotto e del servizio. Voglio darle alcune parole chiave che a mio avviso identificano un buon approccio all’e-commerce: conto economico convincente, logistica sotto controllo, servizio al consumatore al massimo livello, strategia e pianificazione commerciale e di marketing dedicate, base tecnologica adeguata, specializzazione. Operazioni non progettate, troppo generaliste, o che partono con risorse sottodimensionate, rappresentano soltanto un tentativo, non una startup. A questo proposito mi preme puntualizzare che l’e-commerce, oltre ad essere un’opportunità economica per l’azienda, rappresenta un servizio fondamentale per il consumatore, che oggi si aspetta di poter scegliere ed acquistare diretta-
mente dal sito dell’azienda. Ciò mette quest’ultima nelle condizioni di gestire al meglio il rapporto con il consumatore coinvolgendolo, fidelizzandolo ed instaurando con lui un rapporto diretto”. Cosa si sente di consigliare a chi vuol avviare un progetto e-commerce? “Il primo consiglio è quello di non considerare l’e-commerce come un “sito”, ma come un progetto e un’impresa a tutti gli effetti. Il secondo consiglio, di conseguenza, è quello di progettare l’attività immaginando una fase di startup che può durare anche tre anni, con un ritorno dall’investimento che può essere non immediato. Altro consiglio: identificate preventivamente ogni componente, ogni costo del vostro e-commerce, cercate di ottenere informazioni sui possibili ricavi. Se avete tempo e conoscenze di base è utile leggere un buon libro (basta cercare “web marketing” ed “e-commerce” ad esempio su Amazon, che per l’appunto è uno degli e-commerce più importan-
ti a livello globale). Infine, suggerisco di dimensionare e scegliere con estrema accuratezza il team che gestirà il progetto: dalle risorse interne (dedicate all’e-commerce e con ruoli ben definiti) ai fornitori e consulenti esterni. Tenete presente che l’offerta di consulenti ecommerce oggi è vasta: valutate bene background, portfolio, stabilità e professionalità prima di scegliere. La fase di sviluppo ed impostazione è solo l’inizio. Una volta avviato il progetto, preparatevi a “combattere” da commercianti: marketing, marketing, marketing”. Le prossime sfide di Drop? “La prossima sfida sarà rappresentata dall’accesso ai mercati emergenti attraverso il canale online. La Cina, ad esempio, tra un paio d’anni rappresenterà il maggior mercato e-commerce del mondo. Drop è già pronta con una propria offerta per aiutare le aziende a sfruttare al meglio questa ed altre opportunità relative ai nuovi mercati”.
Drop Srl The e-Commerce & Web Tech Provider C.so Umberto 1°, 171 62012 Civitanova Marche (MC) Italy Tel.+39 0733 77 95 39 Fax +39 0733 77 45 04 www.drop.it - info@drop.it
127
DOSSIER: INNOVAZIONE
UN “RISPARMIO VIRTUOSO” CHE CREA SOLIDARIETÀ Andrea Garbini, fondatore ed amministratore della Garbini Consulting, ci illustra il progetto che permetterà alle aziende di risparmiare e al contempo contribuire ai bisogni “sociali” di P. Duranti
A
ndrea, Voi avete ideato e realizzato un nuovo progetto: il “Risparmio virtuoso”. Di cosa si tratta? “Già la denominazione del progetto può dare l’idea della filosofia che l’ha ispirato: risparmiando si può creare una rete solidaristica capace di andare incontro ai bisogni delle persone meno fortunate. Intendiamo, infatti, promuovere una “nuova” tipologia di risparmio”. In che senso è una rete? “Si tratta di un legame, di un network di aziende che grazie ad una serie coordinata di economie effettuate sugli acquisti, producono risparmio, con effetti positivi sui propri bilanci e anche per la collettività”. In concreto come funziona? “Quando il nostro cliente ci segnala un’azienda e con quest’ultima Garbini Consulting allaccia un nuovo rapporto, il cliente segnalatore avrà diritto ad una percentuale (calcolata sul risparmio generato) e la Garbini Consulting donerà una parte dei propri compensi ad associazioni benefiche”. Un esempio di destinazione a finalità
128
solidali? “Ormai da tempo finanziamo l’Istituto Magnificat di Gerusalemme, che grazie all’insegnamento della musica promuove l’integrazione tra etnie, culture e confessioni religiose diverse. Però se il cliente desidera devolvere l’importo ad altre finalità di tipo solidaristico, va comunque benissimo!”. Secondo Lei quanto è diffusa la sensibilità verso il “sociale” presso il tessuto imprenditoriale? “E’ fortemente radicata, grazie soprattutto alle nostre tradizioni culturali e sociali. Il problema, semmai, è un altro: difficilmente un imprenditore di propria iniziativa decide di fare una scelta ecosostenibile, oppure solidaristica, se non vi è anche un effetto di tipo economico. Attualmente purtroppo se non si riesce a trovare meccanismi innovativi o idee originali – come penso sia il nostro progetto “Risparmio virtuoso” – è improbabile fare breccia nel mondo dell’impresa”. Perché? “Perché molto raramente vi è convenienza in tal senso. Prendiamo ad esempio il
settore degli imballaggi e del packaging: un prodotto ecosostenibile arriva a costare anche il 30 per cento in più. Come è possibile? Dovrebbe costare di meno … Ma la stessa cosa potrebbe essere detta a proposito dell’energia “pulita”, che grava sull’utente circa un euro in più. Se andiamo avanti così, le aziende tenderanno sempre ad optare per la soluzione più economica e le cose non cambieranno mai …”.
Garbini Consulting sostiene concretamente dal 2010 l’Istituto Musicale Magnificat di Gerusalemme, fondato nel 1995 da Padre Armando Pierucci , dove giovani di diverse origini, etnie e confessioni religiose convivono pacificamente uniti dalla volontà di apprendere e praticare l’arte della musica.
129
PROBABILMENTE I PIÙ BRAVI DENTISTI AL MONDO 130
PROBABILMENTE UNO DEI MIGLIORI DENTIFRICI AL MONDO
Innovatori Italiani
I tuoi denti per tutta la131vita.
DOSSIER: INNOVAZIONE
IL MONDO DELL’ AUTO A CONFRONTO IN ITALIA “Take A Breath”: dodici nazioni e cinquanta imprese per parlare del futuro e delle potenzialità del settore automotive
D
odici nazioni, cinquanta imprese - tra costruttori di automobili (OEM), produttori di componenti automobilistici ed esponenti della comunità scientifica internazionale - si sono incontrate in Italia, il 28 e 29 giugno nelle Marche, presso la sede del Gruppo Loccioni, per parlare del futuro del motore. In un mondo che si sta sempre più impegnando per la sostenibilità delle attività quotidiane e dei processi produttivi, i partecipanti alla terza edizione del Take A Breath, il workshop organizzato dal Gruppo Loccioni per parlare delle potenzialità di innovazione del settore auto, si sono confrontati sull’efficientamento degli attuali motori a combustibili fossili per poter rispondere alle problematiche ambientali e creare innovazione. Take A Breath è oggi, forse, l’unico format in cui tutta la filiera auto, dai produttori di componenti ai produttori del prodotto finito e alla ricerca, approccia coralmente le problematiche e le potenzialità del
132
settore. Ed è anche un’occasione preziosa per unire il tema dell’innovazione tecnologica alla valorizzazione del territorio aggiungendo qualità al valore delle relazioni e del business. Attualmente più del 90% del parco auto circolante nel mondo è alimentato a benzina o a diesel e nei prossimi vent’anni, l’impatto dei motori a combustione interna rimarrà sempre determinante. Diventa quindi fondamentale, oltre allo sviluppo di soluzioni alternative, come l’ibrido e l’elettrico, migliorare le prestazioni dei motori tradizionali. Oggi, alle soglie del 2020, ci troviamo quindi paradossalmente di fronte ad un nuovo processo di innovazione dell’auto, che non riguarda solo il necessario passo verso la sua elettrificazione, ma soprattutto il miglioramento dei “vecchi”motori diesel e benzina e dei loro componenti (iniettori, pompe, turbo) per garantire una mobilità più sostenibile e accessibili a tutti. Nei due giorni di convegno gli
ospiti hanno avuto anche la possibilità di vivere le eccellenze storiche, turistiche e enogastronomiche delle Marche e della Vallesina,un mix indimenticabile di tradizione e innovazione. UNA PANORAMICA SUL FUTURO DEL MONDO AUTOMOTIVE: Lo scenario sulla mobilita del futuro “Stiamo entrando in un periodo di cambiamenti senza precedenti nel campo dell’ingegneria motoristica nella quale credo non ci un solo tipo di motore o configurazione powertrain che dominerà il mercato. Al contrario, per i prossimi 20 anni vedremo una gamma sempre più diversificata di soluzioni tecnologiche. da pura trazione elettrica ed una estesa gamma di architetture a carburanti alternativi e tecnologie avanzate IC motore a combustione -. ciascuno rispondenti alle esigenze di nicchie di mercato diverse e a cicli di lavoro ad ottimale utilizzo
Il parterre internazionale di relatori: da Volksvagen a Daimler, da General Motors a Ferrari, con Denso, Magneti Marelli, Continental, Delphi, Bosch, IAV, Cummins, Fev, Ricardo con il Politecnico di Torino e la Chalmers University
di carbonio “. (Ken Pendlebury Ricardo - Gasoline Engine Director) Lo sviluppo di mercato del motore diesel nel mondo “GM è fortemente impegnata nel rispondere alla futura domanda globale sul diesel. General Motors è già presente in tutti i mercati rilevanti per i veicoli diesel tra cui gli Stati Uniti -. dove abbiamo recentemente annunciato una nuova versione del diesel Chevrolet Cruze appositamente sviluppata per gli Stati Uniti e in arrivo nel 2013 - e per l’Asia con un motore diesel frugale 1,0 per il mercato indiano e uno più potente per furgoni in tutta l’Asia “. (Mike Potter – General Motors Chief Engineer for advance diesels) Cosa succederà dopo Euro6 “Il mondo dopo EU6 sarà fortemente segnato da emissioni “off-cycle”. L’ambi-
zioso obiettivo è ridurre drasticamente le emissioni in tutta la mappa del motore. La sfida è quella di trovare un compromesso appropriato tra costo totale e performance”. (Franz Paul Gulde Daimler Advance Engineering – Car Diesel Engine Manager) La F1 come test per nuove soluzioni tecnologiche “Il motore F1 dal 2014 sarà turbocompresso con consumo di carburante limitato per ogni regime. La riduzione della cilindrata e la sovralimentazione sui motori di serie è già in essere e ci si può aspettare lo stesso trend in futuro per ridurre il consumo di combustibile. La cilindrata necessaria per la massima efficienza potrà essere ottenuta con la disattivazione cilindri o con l’alzata variabile delle valvole. Il turbocompressore dovrà garantire prestazioni sempre più elevate e l’unione con la macchina elet-
trica aumenterebbe l’efficienza, anche in ottica ibridazione delle vetture” (Fabio Bedogni - FerrariEngine Performance and Emission Manager) L’importanza della Filiera “Take A Breath vuole valorizzare tutta la filiera del mondo auto perché siamo certi che per progettare un futuro più sostenibile dell’automobile è fondamentale che non solo i costruttori di motori o di componenti, ma anche i fornitori strategici sviluppino nuove competenze e nuove tecnologie. L’apporto che la comunità scientifica e i partner tecnologi come Loccioni Mobility possono dare è infatti essenziale per migliorare componenti già al limite delle loro prestazioni e l’unico modo per farlo è sviluppando nuovi strumenti capaci di misurare differenze infinitesime” Luca Marassi LoccioniMobility Business Unit Director
133
DOSSIER: INNOVAZIONE
GREEN E SOFT ECONOMY PER USCIRE DALLA CRISI Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche: “Innovare significa migliorare la qualità della vita”
L
a crisi economica ha rimesso in discussione il nostro stile di vita e il nostro modo di produrre e lavorare. Se pensiamo, ad esempio, che nelle Marche (che restano una delle regioni più manifatturiere d’Italia) c’è un’azienda ogni 9 abitanti, con produzioni variegate e sparse sul territorio, ci rendiamo conto che ripensare ad aspetti come il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni e l’ottimizzazione della logistica sono imperativi a cui non ci si può sottrarre. In questo senso, Legambiente Marche è in prima fila per promuovere e sostenere una nuova cultura e un nuovo approccio al lavoro, che porti benefici immediati alla filiera produttiva (riduzione dei consumi, lavorazioni meno invasive, miglior efficacia della rete dei trasporti, investimenti in ricerca) e, di conseguenza, anche al nostro stesso stile di vita, con un giovamento della qualità ambientale. Si avranno, così, prodotti migliori, qualitativamente superiori, con un ritorno positivo sul territorio, non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello della tutela dell’ambiente. La parola d’ordine, quindi, è Green Economy, ovvero sviluppo sostenibile: lo confermano anche i risultati del Meeting di giugno “Rio20” per lo Sviluppo Sosteni-
134
bile Mondiale, che a distanza di vent’anni dalla prima edizione, ha ribadito che per affrontare la crisi economica, è fondamentale ripensare l’intero sistema e stile produttivo. In una Nazione come l’Italia, che vanta un patrimonio culturale e paesaggistico incommensurabile, si assisterà ad un ulteriore passaggio, quello dalla Green, alla Soft Economy, con un progressivo spostamento dell’economia dalla produzione di beni, a quella di servizi. Nelle Marche, dove l’offerta d’arte e quella turistica sono un pilastro dell’economia locale, la Soft economy rappresenta l’unica via d’uscita percorribile per lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi. Lo confermano i fatti: le aziende che investono in innovazione e ricerca, stanno affrontando la congiuntura attuale in modo vincente, mentre quelle che sono ancorate ai modelli del passato, stanno precipitando. Più ricerca, più innovazione, più design: sono questi, quindi, i veri anticorpi che permetteranno di arrestare la caduta dell’economia locale e globale. a sfida si combatte non solo con un nuovo approccio economico, ma anche e soprattutto con un diverso orientamento culturale e sociale.
DOSSIER: INNOVAZIONE
“IMPRESE PER L’INNOVAZIONE 2012” IL PREMIO VA A FABRIANO Un prestigioso riconoscimento – che va ad aggiungersi alla “Menzione Speciale Expo 2015” – per il Gruppo Elica nel campo dell’innovazione a cura della Redazione
≥
I
l “Premio Imprese per l’Innovazione 2012” - realizzato da Confindustria con il contributo della Fondazione Mai e con la collaborazione di APQI - Associazione Premio Qualità Italia - e di esperti valutatori nel campo dell’innovazione e della qualità, e giunto alla V edizione, segue un altro importante riconoscimento ottenuto dall’azienda fabrianese nelle scorse settimane: il “Premio dei Premi”, istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed assegnato alle migliori imprese in grado di mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione a 360 gradi. Ciò a testimonianza che l’innovazione in Elica è di casa, avendo l’azienda sviluppato un metodo di innovazione peculiare che fa convivere due approcci in apparenza opposti: comprendere i bisogni dei clienti e rispondere alle loro esigenze e al contempo anticiparli, studiando prodotti innovativi e creando nuove tendenze di mercato. Uno sviluppo di processi innovativi facilitato dalle collaborazioni avviate con Università e Centri di ricerca italiani e internazionali, da un buon clima di lavoro che agevola lo scambio di informazioni e la proposizione di nuove idee, dal supporto fornito dalla Fondazione “Ermanno Casoli”, che mette a disposizione dell’azienda l’arte contemporanea come palestra di pre-innovazione.
Le cappe da cucina non più semplici accessori ma oggetti dal design unico in grado di migliorare la qualità della vita: questa la filosofia che domina nel Gruppo Elica, presieduto da Francesco Casoli e guidato da Andrea Sasso. Attiva nel mercato delle cappe da cucina sin dagli anni Settanta, quotata in Borsa dal 2006, Elica è oggi leader mondiale in termini di unità vendute. Il Gruppo vanta inoltre una posizione di leadership a livello europeo nella progettazione, produzione e commercializzazione di motori elettrici per cappe e per caldaie da riscaldamento. Con circa 3.000 dipendenti e una produzione annua di oltre 18 milioni di pezzi, il Gruppo ha una piattaforma produttiva articolata in nove siti produttivi, quattro dei quali in Italia, uno in Polonia, uno in Messico, uno in Germania, uno in India e uno in Cina.
aria
nuova
135
PREMIO ERMANNO CASOLI XIII EDIZIONE
Un Premio che testimonia il legame con Fabriano È Anna Franceschini – nata a Pavia nel 1979 - la vincitrice della XIII edizione del Premio Ermanno Casoli, promosso dall’omonima Fondazione e curato dal suo direttore artistico, Marcello Smarrelli a cura della Redazione
L Anna Franceschini foto di Alessandro Di Gianpietro
’appuntamento è per giovedì 18 ottobre 2012, presso la sede del Gruppo Elica, a Fabriano: alle ore 18.00 sarà presentata ROCK-PAPER-SCISSORS, una videoinstallazione frutto di un articolato progetto incentrato sulla città di Fabriano e il suo territorio. Le motivazioni dell’assegnazione del Premio La Fondazione ha deciso di assegnare il Premio ad Anna Franceschini – ci spiega Marcello Smarrelli - “per la qualità estetica della sua ricerca, espressa attraverso il linguaggio cinematografico, e per l’abilità nel cogliere il punto di vista da cui un luogo, un oggetto, un fenomeno, rivelano la loro natura più intima. Per l’artista l’uso delle immagini in movimento è il mezzo prediletto per una silenziosa, meditativa osservazione della realtà, uno spazio svuotato della presenza umana, dove lo scorrere del tempo diventa tangibile”. Lo storico legame con la città di Fabriano “La novità che caratterizza questa XIII edizione - dichiara Deborah Carè, direttrice della Fondazione – è rappresentata dalla volontà di coinvolgere in maniera determinante e più diretta la città che ospita il Premio, Fabriano, dove arte e industria hanno trovato una loro prima importante contaminazione nella produzione
136
della carta. Città d’arte e distretto industriale tra i più importanti d’Europa, Fabriano ha un’identità complessa e varia, che oggi più che mai ha bisogno di ripensarsi. Credo che impegnarsi per coniugare sempre più consapevolmente lavoro e produzione culturale d’avanguardia, possa attivare processi di innovazione e stimolare la creatività, aiutandoci ad individuare soluzioni inedite per uscire dalla situazione di stallo economico in cui ci troviamo”. ROCK-PAPER-SCISSORS: il progetto di Anna Franceschini per il Premio Ermanno Casoli Proprio per la sua capacità di cogliere l’essenza della realtà adombrata dalle apparenze, Anna Franceschini è stata invitata a realizzare un lavoro di ricognizione del territorio di Fabriano. La commistione di elementi legati al paesaggio naturale, urbano e industriale, alla storia, alla cultura e alle tradizioni popolari, è il tratto che più ha colpito l’artista. Concepita secondo le regole combinatorie del gioco della Morra Cinese (conosciuto anche come Sasso – Forbice – Carta), la videoinstallazione di Franceschini sovrapporrà e mescolerà le immagini relative ai diversi aspetti che caratterizzano l’identità del territorio, in un ritmico e reiterato tentativo di sopravvento
dell’una sulle altre, così come accade nella storia dei luoghi, sempre soggetti a continui mutamenti. Un dialogo tra arte e industria all’insegna della sostenibilità La presentazione del Premio Ermanno Casoli sarà anche l’occasione per inaugurare lo spazio per proiezioni video progettato dallo studio di architetti Salottobuono all’interno del centro logistico della sede fabrianese di Elica, che ospiterà la videoinstallazione di Anna Franceschini. La speciale conformazione di questo spazio consentirà un’ottimale fruizione visiva e acustica delle opere, permettendo ai visitatori di isolarsi temporaneamente dall’ambiente di lavoro circostante. Inoltre, la superficie esterna riflettente del padiglione, creerà un composto dialogo con la struttura che lo ospita, restituendo la presenza degli impianti industriali e delle fasi di lavorazione. Questo spazio sarà realizzato grazie al sostegno di PLALAM - leader nella produzione di acciaio prerivestito - e di RUBNER, gruppo operante a livello internazionale che da oltre 80 anni, con forte senso di responsabilità nei confronti della sostenibilità, ha messo il legno al centro della visione imprenditoriale, acquisendo una grande competenza nella realizzazione di spazi abitativi.
ROCK-PAPER-SCISSORS entrerà a far parte di Elica Contemporary, la collezione d’arte esposta presso la sede fabrianese di Elica, aperta al pubblico su prenotazione.
Premio Ermanno Casoli, XIII edizione Artista: Anna Franceschini Titolo progetto: ROCK-PAPER-SCISSORS A cura di: Marcello Smarrelli Promosso da: Fondazione Ermanno Casoli In collaborazione con: Elica Con il patrocinio di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Con il contributo di: Provincia di Ancona Con il sostegno di: Plalam, Rubner Inaugurazione: giovedì 18 ottobre 2012, ore 18.00 Presso: Elica, Via Dante n. 288, Fabriano (An) Periodo dell’esposizione: dal 19 ottobre al 22 dicembre 2012 Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 12, su prenotazione Ingresso: libero
Con il patrocinio di:
Con il contributo di:
Provincia di Ancona
In collaborazione con:
Con il sostegno di:
Informazioni Fondazione Ermanno Casoli: Stefania Fois tel. +39 0732 610801 - fax +39 0732 610740 coordinamento@fondazionecasoli.org www.fondazionecasoli.org Ufficio Stampa Fondazione Ermanno Casoli: Marta Colombo mob. +39 340 3442805 ufficiostampa@fondazionecasoli.org Ufficio Stampa Corporate Elica: Lea Ricciardi mob: +39 335 6672892 l.ricciardi@elica.com
FONDAZIONE ERMANNO CASOLI 137
PREMIO ERMANNO CASOLI XIII EDIZIONE
Una Fondazione per avvicinare arte ed impresa La Fondazione Ermanno Casoli - dedicata alla memoria del fondatore di Elica - è nata nel 2007 con l’obiettivo di favorire il rapporto tra il mondo dell’arte e quello dell’industria promuovendo iniziative in cui l’arte contemporanea diventa uno strumento didattico e metodologico per realizzare ambienti di lavoro fortemente orientati all’innovazione a cura della Redazione
S
copo della Fondazione è quello di promuovere progetti capaci di mettere in relazione arte ed organizzazioni aziendali affinché si possano innescare originali processi di innovazione rafforzando la creatività e la coesione sociale. Naturale il collegamento con Elica: tutte le attività promosse dalla Fondazione trovano infatti nella storica azienda fabrianese un incubatore all’interno del quale sperimentarne i risultati, affinché possano poi essere applicati in altri contesti. Il Direttore artistico dell’istituzione è Marcello Smarrelli, mentre del Comitato Scientifico fanno parte esponenti di spicco dell’arte contemporanea come Pippo Ciorra, Cesare Pietroiusti e Mario Cristiani e del mondo accademico e aziendale come Pier Luigi Sacco e Gian-
138
na Pieralisi Casoli. Numerose le iniziative realizzate dalla Fondazione Ermanno Casoli: E-STRAORDINARIO, ad esempio, è un programma di formazione (patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) che porta l’arte contemporanea nel mondo industriale: attraverso un ciclo di incontri teorici e di workshop, artisti di fama internazionale lavorano ad un progetto artistico con i dipendenti di un’azienda. L’iniziativa - realizzata in collaborazione con alcune delle più importanti società di formazione manageriale – è stata sperimentata in aziende prestigiose quali Artsana, Biotronik, Merck, Brico Center e ovviamente Elica. FEC for Factories, invece, costituisce una nuova modalità di interazione tra arte e industria che introduce l’arte contem-
poranea nel vivo dei sistemi produttivi. Gli artisti vengono invitati a confrontarsi con i processi creativi che precedono l’ideazione di un oggetto industriale, condividendo con designer, ingegneri, specialisti del marketing ed operai specializzati un percorso progettuale rivolto a scoprire nuovi linguaggi e inesplorati metodi di lavoro. L’intervento dell’artista non è diretto alla creazione di un nuovo prodotto, ma alla messa a punto di una metodologia innovativa da cui possano scaturire nuovi oggetti industriali, nuove procedure e originali sistemi di comunicazione. In particolare, con il progetto Aspiranti Aspiratori dell’artista Sissi è stata avviata questa metodologia: Sissi ha raccolto la richiesta di Elica e, con il lavoro curatoriale della Fondazione Er-
foto di: Ottavio Celestino
“Il lavoro di Anna Franceschini consiste in un’indagine sull’esistenza umana, la visione di un mondo fatto dagli uomini ma privo della loro presenza, un momento sospeso nel tempo attraverso il quale è più facile percepire l’anima di un luogo”.
Marcello Smarrelli
i
direttore artistico Fondazione Ermanno Casol
manno Casoli, si è cimentata nel compito di ripensare il concetto di purificazione dell’aria. L’artista ha fatto costruire nella sede fabrianese dell’azienda, all’interno del Laboratorio Prototipi, il suo atelier, che ha chiamato Cubatrice. In questo spazio i dipendenti della fabbrica hanno visto nascere e crescere le opere di Sissi, diventando partecipi e complici di questa genesi. I modi di fare e di pensare dell’azienda hanno iniziato a comunicare in maniera osmotica con quelli dell’artista, contaminandosi fino a diventare un unico pensiero creativo. Da questo delicato processo di scambio sono nati disegni, collage, riflessioni, sculture che concorrono alla narrazione, dal sapore mitologico, della nascita di dieci Aspiranti Aspiratori, cioè dieci poten-
ziali oggetti destinati a purificare l’aria. La loro genesi è raccontata da un video d’animazione intitolato Casting. Il video e l’intero progetto sono documentati sul sito www.aspirantiaspiratori.com. Sempre stimolanti sono poi le FEC Lectures, un programma di conferenze, seminari e incontri curati dalla Fondazione. Di volta in volta esponenti di vari ambiti vengono invitati ad esaminare un tema di interesse culturale e sociale. A febbraio 2012, per esempio, si è svolta in Elica una conversazione con l’artista Adelita Husni-Bey, incentrata sugli elementi fondamentali che costituiscono il suo lavoro, volto a indagare il rapporto tra arte, società, politica, educazione, territori e storia. Questo incontro intendeva offrire un’occasione per discutere sull’utili-
MARCELLO SMARRELLI, dal 2007 direttore artistico della fondazione Dopo la specializzazione in Storia dell’Arte Contemporanea si è dedicato in particolar modo allo studio dei rapporti tra estetica, pedagogia e formazione. Già docente di Storia dell’Arte e Storia del Design presso la Facoltà di Architettura alla “Sapienza” di Roma, dal 2011 è direttore artistico anche della Fondazione Pastificio Cerere. Collabora regolarmente con le principali riviste di settore. Ha curato numerosi progetti d’arte pubblica e molte mostre in spazi pubblici e privati. È stato membro di importanti giurie per l’assegnazione di premi per l’arte a nazionali e internazionali (Premio Furla, Premio per la giovane arte Italiana, Premio per l’arte contemporanea della Fondazione Prince Pierre de Monaco, 6 Artista) e curatore della V edizione del Premio Ariane de Rothschild. È consulente per l’arte contemporanea per molte istituzioni, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. tà che l’arte contemporanea può avere in tempi di crisi, come attivatore di un processo partecipativo che aiuti a creare nuovi scenari e a trovare nuove soluzioni. Con il progetto Out of the company, infine, le attività formative della Fondazione proseguono anche al di fuori del contesto industriale, accompagnando le persone che lavorano nelle aziende a visitare le principali sedi espositive italiane e internazionali, le collezioni private, gli atelier degli artisti. Uno storico dell’arte e un trainer specializzato in formazione manageriale si fanno mediatori della decodifica del linguaggio artistico contemporaneo. Interessante l’esperienza fatta con oltre cento dipendenti del Gruppo Angelini accompagnati in visita al MAXXI di Roma.
139
PREMIO ERMANNO CASOLI XIII EDIZIONE
“
Come ama ripetere il Presidente di Elica Francesco Casoli, l’investimento nell’arte va fatto “perché conviene”
“
“L’arte contribuisce a restituire una dimensione umana al lavoro” Deborah Carè, direttrice della Fondazione Ermanno Casoli, afferma che “la sperimentazione, la ricerca, l’accoglienza del nuovo e del diverso, la capacità di muoversi in ambiti disciplinari diversi sono caratteristiche che la Fondazione riconosce all’arte e possono rappresentare le armi vincenti per essere competitivi ed innovativi oggi” di P.Duranti
D
ottoressa Carè, partiamo da una domanda forse scontata ma che ci aiuta a comprendere l’alto significato culturale delle Vostre iniziative. Qual è la missione della Fondazione Ermanno Casoli? “Se devo rispondere in poche battute, direi che è quella di promuovere i rapporti tra il mondo dell’arte e il mondo dell’impresa, il che si traduce in un riverbero positivo per entrambi”. Concentriamoci sull’azienda. “Prendiamo ad esempio l’arte contemporanea: può davvero rappresentare uno strumento molto valido per lo sviluppo manageriale delle persone che lavorano nell’industria, qualunque ruolo queste ricoprano. E ciò per una serie di motivi: innanzitutto per la sua democraticità”.
140
Non capisco. “Solitamente in un’azienda, non essendovi esperti del campo artistico, tutti partono dallo stesso piano, e tale situazione porta gli individui a fare appello alla propria sfera emozionale. Ho utilizzato questo termine non a caso: contrariamente a quanto imposto da un modello che vede nella persona di successo il pieno distacco dalla sua parte emotiva, nell’arte le emozioni e i sentimenti sono parte integrante del lavoro, vengono valorizzate, elaborate ed espresse. Le aziende inseguono valori quali passione, coinvolgimento, fiducia, tutte componenti emozionali dell’organizzazione stessa che l’arte può far riaffiorare. Quando gli artisti vengono invitati a realizzare un lavoro in azienda coinvolgendo direttamente i dipendenti è come se si restituisse una “dimensione umana” al lavoro”.
Lei prima ha detto che partono tutti dal medesimo punto di partenza, in quanto approcciano una disciplina in gran parte ignota. Quindi saltano le gerarchie … “Certo, gerarchie e priorità che prima apparivano inviolabili fanno spazio a nuove scale di valori e dunque si crea un contesto più aperto e partecipato, condizioni necessarie per un’assunzione di responsabilità più diffusa ”. Ma secondo Lei, guardando al tessuto imprenditoriale italiano e marchigiano, vi sono i presupposti per affrontare questi argomenti? “Credo che mai come in questo momento la cultura e l’impresa abbiano necessità di collaborare. L’impresa sostenendo la produzione di arte contemporanea ha la possibilità di intercettare contenuti e linguaggi d’avanguardia utilissimi per
Deborah Carè direttrice della Fondazione Ermanno Casoli
anticipare le esigenze di una società in continua evoluzione e gli artisti possono trovare ambiti sorprendentemente nuovi di espressione. Affinché però ciò accada occorre curiosità, voglia di mettersi in gioco, sensibilità, disponibilità all’ascolto di entrambi i protagonisti, non soltanto dunque da parte degli imprenditori ma anche degli artisti e di quanti operano nel campo artistico!” Nel contesto che Lei ha ben espresso si delinea tutta l’attività della Fondazione Ermanno Casoli, che culmina con un importante appuntamento annuale: l’assegnazione del Premio Ermanno Casoli. Di cosa si tratta? “Il Premio Ermanno Casoli è per storia e per contenuti la manifestazione più rappresentativa di quanto abbiamo detto sin qui. L’iniziativa nasce infatti proprio per
sostenere un artista nella realizzazione di un’opera d’arte che sappia relazionarsi con il mondo dell’impresa e con le persone che vi lavorano. Dalla nascita della Fondazione Ermanno Casoli - nel 2007 - il Premio, che esiste dal 1998, non si configura più come l’assegnazione di un riconoscimento al vincitore di una competizione, ma come una “ricognizione” di giovani talenti presenti nel panorama artistico nazionale, al fine di individuare quello più adatto a ricevere la commissione per un progetto artistico da realizzare con e per i dipendenti di un’azienda che ha fatto propri i messaggi dell’arte. In altre parole, l’artista selezionato deve dimostrare di svolgere con il suo lavoro una ricerca in grado di valorizzare le persone e le relazioni tra di esse attraverso opere con uno spiccato carattere partecipativo e pubblico. Questo perché è
previsto, nella realizzazione del progetto, il coinvolgimento dei dipendenti dell’azienda che decide di sostenere il Premio, condividendo i nostri obiettivi e la nostra mission”. A proposito di aziende sostenitrici, parliamo innanzitutto di Elica … “Elica - principale partner della Fondazione e per il terzo anno consecutivo sostenitrice del Premio – ha fatto di questi valori la propria bandiera: i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti su innovazione e qualità dell’ambiente di lavoro parlano da sé, a testimonianza del radicamento in essa di principi quali l’attenzione alle persone, all’ambiente e alla cultura”.
141
PREMIO ERMANNO CASOLI XIII EDIZIONE
L’ Assessore Pietro Marcolini: “Siamo di fronte ad un’impresa che coglie l’importanza dell’investimento in cultura” L
’attività che la Fondazione Ermanno Casoli porta avanti ormai da anni rappresenta un esempio di come economia, cultura e territorio possono andare a braccetto. Siamo di fronte ad un’impresa, l’Elica – al cui fondatore è dedicata la Fondazione - che coglie l’importanza dell’investimento in cultura, all’arte che entra in fabbrica e ad una comunità, quella dei lavoratori, che partecipa e vive un contesto creativo. Potremmo dibattere se l’arte contemporanea realizza in questo modo il suo messaggio di liberazione, di umanizzazione del lavoro, o se invece essa è chiamata ad esercitare una funzione d’integrazione e adattamento all’ambiente di lavoro; fatto sta che le attività che vengono portate avanti dalla Fondazione Ermanno Casoli mettono al centro meritoriamente gli elementi formativi, di accrescimento delle capacità manageriali, relazionali e creative, l’educazione al bello e l’innovazione negli ambienti lavorativi e produttivi. La Regione Marche guarda con attenzione a questa attività per
142
l’originalità, la replicabilità delle sue sperimentazioni, l’animazione che produce intorno ai temi dell’arte contemporanea e al suo rapporto con il lavoro. Con il Premio annuale si realizza, inoltre, una ricerca preziosa di talenti emergenti nel campo artistico e la scelta di questa edizione incrocia in modo particolare le sensibilità di un territorio, quello fabrianese, che sta cercando di vincere il corpo a corpo con la crisi all’insegna di nuove idee e progettualità. La Fondazione Ermanno Casoli s’inserisce in questo quadro, rispetto al quale sono impegnati gli attori locali e la stessa Regione, fornendo un contributo peculiare all’insegna di un vitale spirito d’avanguardia che interroga opportunamente la tradizione del nostro saper fare.
Pietro Marcolini Assessore Regionale ai Beni e Attività Culturali
1
Anna Franceschini → XIII edizione
A cura di Marcello Smarrelli 18 ottobre 2012, ore18
Elica, Centro Logistico
Rock →
Premio Ermanno Casoli
Padiglione per proiezioni video
Via Dante 288, Fabriano T. +39 0732 610 801 info@fondazionecasoli.org Promosso da
Con il patrocinio di
In collaborazione con
Il contributo della
FEC
Elica
MiBAC Provincia di Ancona Il sostegno di
Plalam e Rubner
Paper →
Scissors →
Salottobuono
143
INCHIESTA
Il sistema Cargo aereo in Italia, nel mondo e.... nelle Marche L’imminente riassetto del sistema aeroportuale italiano annunciato nelle scorse settimane dal Governo sembra prevedere per l’“Aeroporto delle Marche” una focalizzazione dello stesso sul traffico delle merci. Molti sono i commenti negativi, spesso però fondati più su atteggiamenti emotivi che sulla conoscenza del valore del traffico merci. Abbiamo chiesto al dottor Carlo Pietrosanti, che per anni ha ricoperto la carica di “Executive Vice President” presso la società Aeroporti di Roma che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, di aiutarci a capire qual’è il contesto del traffico delle merci aeree e quali possono essere le prospettive per lo scalo di Falconara qualora la decisione di Palazzo Chigi venisse confermata. Sull’argomento ML (anche attraverso il proprio sito www.mlmagazine.it) è disponibile a pubblicare ulteriori interventi e precisazioni, da parte sia del mondo istituzionale e degli addetti ai lavori, sia dei Lettori. di C. Pietrosanti
LO SCENARIO Una relazione tecnica prodotta dall’Anama (Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree) indica che “più del 60% delle merci aeree import/export da e per l’Italia non è gestita dagli scali nazionali. Le cause di questa anomalia vanno ricondotte essenzialmente alla vocazione al traffico passeggeri da parte della maggior parte degli aeroporti nonché alla mancanza di servizi, infrastrutture ed operatori qualificati nel settore”. Se il trasporto via mare fa riferimento alle merci che, per la loro tipologia e per le quantità, i tempi di spedizione non costituiscono la variabile principale, non è così per il trasporto aereo, che si rivolge alle merci leggere che necessitano invece di tempi di trasporto veloci. Il sistema cargo italiano è caratterizzato da una grande supremazia del trasporto su gomma. Laddove le esigenze di trasporto impongono la via aerea, le merci italiane
144
percorrono su strada una parte rilevante del loro viaggio prima di raggiungere i grandi aeroporti nazionali ma soprattutto quelli europei. Ben 1.400.000 tonnellate di merci (dati del 2010), originanti o destinate in Italia, hanno infatti utilizzato gli aeroporti di Parigi, Francoforte e Amsterdam quali terminal della tratta aerea per volare lungo le rotte che collegano l’Europa con gli altri Paesi del mondo. Se a questo valore aggiungiamo le 900.000 tonnellate di merci che utilizzano invece gli aeroporti italiani, possiamo assumere che il potenziale di riferimento per le merci da parte degli aeroporti italiani è di 2.300.000 tonnellate. Per quanto invece riguarda i trasporti tra l’Italia e i Paesi Ue, il vettore gomma rappresenta l’unica modalità oggi utilizzata. Ciò è da ricondursi essenzialmente al fatto che le spedizioni sul territorio europeo avvengono in larga parte attraverso canali diretti e cioè con spedizioni gestite in proprio
dalle aziende che preferiscono questo sistema piuttosto che avvalersi di operatori del settore. Entrambe le situazioni non hanno certo favorito lo sviluppo del traffico merci sugli aeroporti italiani. E’ da domandarsi se ciò sia l’effetto della mancanza di una offerta adeguata da parte di questi o se l’ormai consolidato trasporto su gomma sia la causa per la quale gli aeroporti italiani non entrano in questo business. Porsi questa domanda è un po’ come cercare di capire se sia nato prima l’uovo e poi la gallina o viceversa. GLI AEROPORTI INTERNAZIONALI ITALIANI Lo stato attuale vede gli aeroporti italiani quali fanalini di coda nella graduatoria europea. All’aeroporto di Parigi, primo in Europa, che lavora 2.400.000 tonnellate di merci annue, si contrappone Malpensa, primo in Italia su questo business, con le sue 430mila tonnellate; praticamente
450.000 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 Malpensa
Fiumicino Orio al serio
poco più del 15 per cento! Per non parlare di Fiumicino, secondo in Italia, con le sue 140mila tonnellate annue e Bergamo, terzo in Italia, con le sue 112mila tonnellate. Numeri, questi, che sparirebbero se inseriti nello stesso grafico insieme a Parigi, Francoforte (2.250.000 tonnellate), Amsterdam (1.525.000 tonnellate) e Londra (1.510.000 tonnellate). Per non parlare, anche se solo a titolo di curiosità, di Hong Kong (4.150.000 ton.), Shangai (3.250.000 ton.), Seul (2.700.000 ton.), Dubai (2.300.000 ton.) e Tokio (2.270.000 ton.). Eppure questi sono mercati con i quali le imprese italiane hanno relazioni d’affari. Su tutti questi aeroporti transitano merci provenienti o destinate in Italia; merci che gli aeroporti italiani, spesso, non vedono neanche contrariamente agli utenti delle autostrade che le vedono transitare su grandi, inquinanti, rumorosi, e spesso pericolosi, automezzi. Vanno analizzati con interesse gli aeroporti di
Bologna
Venezia
Ciampino
Linate
Amsterdam e Dubai. Sono aeroporti di Nazioni che non movimentano un così alto quantitativo di merci per i propri consumi interni; sono scali che hanno fatto del trasporto aereo, sia passeggeri che merci, un grande business attraverso la costruzione di due grandi hub. Importante è la sinergia con le rispettive compagnie “di bandiera” (è anacronistico definirle così a seguito della liberalizzazione e delle trasformazioni dei loro assetti societari) e le loro divisioni “all cargo”; sinergie grazie alle quali allo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali ha corrisposto un’offerta di eccezione sul mercato mondiale da parte dei due vettori. Ma è probabile anche il viceversa; e torna l’enigma dell’uovo e la gallina ma in questo caso su una visone strategica di competitività e non in quella, tutta nazionale, di resa incondizionata. Le note difficoltà dell’Alitalia che ha ridotto le
Bescia
Catania
Torino
rotte intercontinentali ridimensionando la flotta per una operatività di corto e medio raggio, ed ha abbandonato definitivamente la attività “all cargo”, hanno portato le imprese e gli spedizionieri italiani (soprattutto nel Centro-Sud del Paese) a ricorrere ai vettori stranieri e a trasportare le merci su gomma agli hub di questi ultimi, favorendo lo sviluppo del trasporto via strada. Oggi la più grande compagnia aerea “italiana” all cargo è la “Cargo Lux”, multinazionale lussemburghese con sede in Italia, che opera su Malpensa. Nonostante il fatto che le stime degli osservatori di settore parlino delle merci aeree triplicate nei prossimi vent’anni, qui in Italia nulla si continua a fare per adeguarsi a tale scenario; il rischio di vedere aumentare il traffico di automezzi sulle nostre autostrade sembra non essere considerato con attenzione. Sempre a titolo di curiosità, va menzionato l’aeroporto di Hong Kong,
145
INCHIESTA
CARLO PIETROSANTI E’ nato a Roma dove ha conseguito la Laurea in Matematica e dove ha iniziato la propria carriera professionale inizialmente nel comparto delle telecomunicazioni (Italcable e Telespazio) ed infine presso la società Aeroporti di Roma, dove ha ricoperto il ruolo di Executive Vice President. Vive oggi a Staffolo (An) dove svolge l’attività di Consulente di Direzione occupandosi principalmente di sviluppo strategico e di reingegnerizzazione dei processi di gestione. Nel comparto dei trasporti ha svolto attività di consulenza, su tematiche di diversa natura, presso la Aerdorica S.p.A., Interporto delle Marche S.p.a. e presso la società Teleporto Adriatico S.p.A., partecipata dalle Autorità Portuali di Venezia e Ravenna.
che ha avviato un piano di ampliamento delle proprie infrastrutture cargo per arrivare ad una capacità di 9.000.000 di tonnellate di merci annue. Numeri che sembrerebbero da capogiro ma che ben rappresentano quanto lo scenario sia in forte evoluzione. Le esperienze di Hong Kong, Amsterdam e Dubai confermano e, anzi avvalorano, l’assunto che per gli aeroporti sia l’offerta a determinare la domanda. Se il trasporto dei container via nave sta vedendo nascere un possibile concorrente nel sistema ferroviario - esistono già collegamenti regolari nella tratta tra la Germania e la Cina (DB Schenker) ed altri sono in via di sviluppo (“Trans-Siberiana”, TRACECA, ed altri) - quello aereo rimane al di fuori dalla mischia in quanto la tipologia delle merci (leggere) e i tempi di trasporto determinano una competizione tutta interna al sistema stesso e cioè tra compagnie aeree ed aeroporti.
146
GLI AEROPORTI REGIONALI ITALIANI Gli aeroporti regionali erano, e sono rimasti, fuori dai giochi. Se nel passato erano fortemente condizionati dall’operativo di Alitalia, oggi le cose vanno diversamente. La liberalizzazione del trasporto aereo ha visto questi aeroporti essere parte attiva sul mercato, alla ricerca di nuovi vettori e di sempre più appetibili offerte di voli per aumentare il numero dei passeggeri e i ricavi da essi derivanti. Lo sviluppo dei vettori “low cost”, Ryanair in primis, ha rappresentato una grande opportunità che ha permesso di dare un forte impulso all’attività propositiva degli aeroporti nello sviluppo del traffico passeggeri. Se però nel traffico ordinario i voli rappresentano delle opportunità di ricavo valide, non è così per questi voli in quanto tale tipologia di compagnie (Ryanair non sfugge a questa regola) prevede il riconoscimento a favore di queste, da parte
dell’aeroporto, di royalty commisurate al numero di passeggeri trasportati. Royalty che erodono in maniera consistente i diritti di scalo incassati. Questo modello di business presupporrebbe che l’aeroporto possa compensare tale impegno economico attraverso le attività commerciali presenti sullo scalo. Ciò risulta altamente improbabile quando il numero dei passeggeri è modesto e non supera la soglia di almeno un milione. In molti casi intervengono le istituzioni locali a compensare gli aeroporti per quanto versato a tali vettori con la convinzione che questi contribuiscano significativamente allo sviluppo del turismo sulla regione. Molto spesso, per avere la certezza del successo, vengono avviate rotte che hanno un buon livello di appetibilità anche da parte dei cittadini residenti che vedono loro offerte nuove possibilità di andare in vacanza a costi ridotti, a spese però di tutti i contribuenti. Gli
Le merci sono per gli aeroporti regionali l’unica via di rilancio e l’unica via di espansione alle morse che li attanagliano
aeroporti regionali non hanno mai considerato con attenzione il traffico merci, fatta salva la attività dei maggiori courier (DHL, FedEx; UPS, ecc.) che però, com’è noto, effettuano trasporti veloci di pacchi con prelievi e consegne a domicilio. Alcuni scali regionali, in verità, avrebbero grosse difficoltà ad orientarsi sul traffico merci sia per collocazioni geografiche, difficoltà logistiche, carenze infrastrutturali e vicinanza con altri aeroporti maggiori. Per altri aeroporti, soprattutto nel Centro-Sud d’Italia, sarebbe invece una salvezza dalla morsa che li comprime sempre di più. Serie sono le minacce per le società aeroportuali che basano la loro operatività in maniera consistente sui vettori low cost; gli aeroporti vedono aumentare l’operatività dello scalo e i costi ad essa associati senza avere i ricavi in grado di compensare tali oneri.Gli aeroporti regionali, tutti indistintamente, devono fare ricorso ai finanziamenti pub-
blici che però, per effetto di un recente decreto governativo, devono cessare. Il rischio che questi corrono è l’uscita dal sistema aeroportuale nazionale e come ultima ipotesi la loro chiusura. Va inoltre considerato lo scarso interesse da parte di investitori privati ad entrare nelle compagini azionarie delle società di gestione di questi aeroporti perché i forti indebitamenti che gravano sui loro bilanci e gli investimenti da effettuare renderebbero l’impresa poco remunerativa in tempi ragionevoli. I nuovi azionisti dovrebbero inoltre sostituirsi alle amministrazioni locali nei finanziamenti che annualmente vengono erogati. Appare ormai abbastanza evidente che per gli aeroporti regionali le compagnie lowcost hanno rappresentato più un danno che un’opportunità vera e propria; i bilanci delle loro società di gestione parlano abbastanza chiaro e il loro futuro non appare roseo. Il sogno di una cresci-
ta con scarso impegno ha sedotto molti manager aeroportuali, ma la situazione attuale vede i 18 aeroporti posti sotto osservazione dal “Piano nazionale di sviluppo del sistema aeroportuale nazionale” lottare tutti per la loro sopravvivenza. Solo l’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini sembra sia stato in grado di uscire da questa condizione di rischio, orientandosi solo sul traffico passeggeri. Tornare indietro, e cioè rescindere i contratti con questi vettori, sarebbe devastante sia per la popolarità dell’aeroporto, sia per l’impatto riduttivo sull’occupazione. Il traffico merci sarebbe per alcuni di questi una via di uscita dalle morse dalle quali rischiano di essere schiacciati. In tanti anni di operatività nessuno scalo regionale ha valutato il traffico merci con attenzione; addirittura alcuni di questi lo hanno abbandonato definitivamente. Gli scali regionali continuano ad essere condizionati dalla mancanza di infrastruttu-
147
INCHIESTA
MODELLO DI BUSINESS POCO PERFORMANTE Aumenta l’operatività dell’aeroporto ma non migliorano le performance economiche della Società.
RAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA AEROPORTUALE ITALIANO Il Piano Nazionale di Sviluppo del sistema aeroportuale ha messo sotto osservazione 18 aeroporti regionali, Falconara incluso, prevedendone la chiusura nel caso di mancanza di capacità di pervenire ad un bilancio sostenibile senza finanziamenti pubblici
DISPONIBILITÀ DI RISORSE FINANZIARIE PUBBLICHE SEMPRE PIÙ LIMITATE L’obiettivo di risanamento del bilancio nazionale assunto dal Governo prevede tagli sempre più consistenti ai trasferimenti finanziari alle Amministrazioni locali condizionando la loro capacità di spesa
SCARSE POSSIBILITÀ DI PRIVATIZZAZIONE Gli aeroporti regionali non sono oggetto di interesse da parte di investitori privati
re adeguate, da un operativo voli basato su aerei di modeste dimensioni non adatti al trasporto delle merci oppure su compagnie, le low-cost, che non accettano merci a bordo. Per quegli aeroporti che hanno condizioni geografiche, logistiche ed infrastrutturali favorevoli si imporrebbe che questi definissero un piano di rilancio operando un cambiamento significativo (va di moda oggi il termine “discontinuità”) alle proprie strategie inserendo lo sviluppo del traffico merci quale fattore fondamentale per la produzione di valore. Le decine di milioni di tonnellate di merci che oggi transitano sulle strade e sulle autostrade nazionali devono essere oggetto di conquista soprattutto in quelle zone del territorio italiano dove esistono distretti industriali di eccellenza e dorsali autostradali facilmente accessibili. Le merci sono per gli aeroporti regionali l’unica via di rilancio e l’unica via di espansione alle morse che
148
li attanagliano. Il sistema aeroportuale italiano, per ciò che concerne il traffico merci, è fortemente sbilanciato verso il Nord Italia e ciò penalizza le imprese del Centro-Sud, soprattutto dell’area adriatica, che devono affrontare lunghe tratte autostradali prima di poter far giungere le loro merci in un aeroporto in grado di soddisfare le loro esigenze di trasporto. Trasferire merci da Bari a Malpensa non è poi tanto diverso dal trasportarle da Ancona a Francoforte. Eppure l’aeroporto di Bari, che ha un movimento di circa 4.000.000 di passeggeri annui e non è considerabile un aeroporto regionale, ha abbandonato definitivamente il traffico merci così come Ancona, nonostante la sua favorevole posizione ma con soltanto 610.000 passeggeri annui, non lo sta considerando con la dovuta attenzione. Sono, questi, indicatori significativi di un sistema nel suo complesso poco reattivo nei confronti delle opportunità derivan-
ti dal traffico merci. Nel caso di Bari si stanno perdendo opportunità di maggiori ricavi, nel caso di Ancona si sta mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza.
di C. Pietrosanti Executive Vice President presso la società Aeroporti di Roma, attualmente svolge attività di consulenza direzionale nelle Marche
149
A CASA DI
BENVENUTI AL MUSEO DEL GIOCATTOLO 150
di A. Siria
“O
ggi i sogni dei bambini si sono addormentati. Un tempo i balocchi venivano da essi costruiti o assemblati con la loro fantasia. Oggi le case produttrici ti offrono milioni di giocattoli già pronti.In tanti anni abbiamo collezionato tutto quello che riguardava il tema dell’infanzia nelle varie fasi. Il fine principale è la condivisione di tutto questo con i ragazzi, la famiglia e la scuola, mondi primari dell’evoluzione dei giovani. Alla fine della visita i piccoli restano incantati dalle cose che non conoscevano e i
grandi emozionati per aver ritrovato tanti oggetti che hanno fatto parte del loro passato. Vedere per credere” Cosa vi aspetta? Il Museo dell’infanzia e dei giocattoli antichi a Sirolo, fondato nel 1994 da Gabriele Schiavoni, appassionato collezionista, propone un’esposizione permanente della suddetta tematica. Nelle vetrine sono esposti balocchi, abiti, accessori e strumenti della vita quotidiana d’altri tempi. Qual è il messaggio? Coscienza critica: Il passato ci
appartiene come le radici appartengono ad un albero, presente e futuro sono il tronco e la chioma dell’albero, senza la storia (le storie) dell’infanzia, questo albero mancherebbe di metà radici e non potrebbe stare in piedi. Sensibilizzazione: Per questo la storia del bambini è importante almeno quanto quella degli eroi e delle battaglie. Noi non pretendiamo di raccontare le storie del bambino. Piuttosto ci concentriamo sui suoi passatempi e sulle immagini di epoche passate.
Contro l’oblio: Chi scrive per loro? La loro innocenza lascia traccia? Noi seguiamo questi percorsi, diamo spazio e importanza al nostro Museo. Sui bambini, per tutti: Questo senso della storia è importante per tutti; mamme, papà, nonni, bisnonni, insegnanti fanno parte delle sue radici.
www.ilmuseodelgiocattolo.net Viale 1° Maggio, 1 Sirolo
151
MOTORI
Coppa Teodori Condizionata dal maltempo: ha vinto Scola jr, erede di una famiglia di piloti di G. Saluzzi
N
el capoluogo piceno, dal 20 al 22 luglio si è disputata la 51^ edizione della Coppa Paolino Teodori, intitolata al presidente dell’Automobile Club che ne avviò l’organizzazione nel 1962. La gara, ottava prova del Campionato Italiano, dove la Teodori è in calendario ormai da diverse stagioni, è stata purtroppo influenzata dal maltempo. Sul percorso da Colle San Marco a San Giacomo (5031 metri e 380 di dislivello) si sono sfidati quasi 200 piloti: al via auto storiche, E3, minicar, Gruppo N ed A, E1 Italia, GT, prototipi e monoposto, davanti al solito grande appassionato pubblico che ha preso d’assalto le curve ed i tratti più spettacolari. La gara, che è una gran festa del piceno, ha vissuto emozionanti prove ufficiali con distacchi minimi tra i protagonisti. La pioggia iniziata a cadere al via della seconda manche, ha reso tutto più difficile per piloti ed organizzatori, oltre che per il pubblico. A poche partenze dalla fine un incidente che ha costretto allo stop e la pioggia diventata nubifragio hanno portato lo staff organizzatore ed il Direttore di Gara a decidere per la sospensione della gara. Nell’albo d’oro è stato così inciso il nome di Domenico Scola junior, classe 1991, che succede al nonno Domenico, “don Mimì” per gli appassionati, che aveva vinto l’edizione 1977 e che corre tuttora, pur ultraottantenne. Anche i figli Emilio e Carlo hanno gareggiato fino a poche stagioni fa. Scola jr, figlio di Carlo, con una Osella Pa21/S-Honda della Cosenza Corse ha portato una ventata di freschezza in un ambiente dove la grande esperienza conta, eccome. Fabrizio Peroni, quinto assoluto dietro al trentino Christian Merli, è stato il miglior marchigiano al traguardo, come spesso gli succede da molte stagioni. L’ascolano aveva un’occasione ghiotta per far ancora meglio: ha debuttato con la Picchio, che nasce nella factory a pochi km da Ascoli, ma non ha avuto il tempo necessario per tirare fuori il potenziale dalla veloce P4 turbo. Il grande spettacolo messo in mostra dai bravi piloti e dalle belle vetture in corsa ha visto in evidenza i vincitori dei vari gruppi come il bolognese Fulvio Giuliani (Lancia Delta Evo) nell’E1 Italia, i trevigiani Antonio Forato (Lamborghini Gallardo) e Lino Vardanega (Mitsubishi Lancer) hanno vinto la GT ed il Gruppo N, il bolzanino Rudi Bicciato (Mitsubishi) si è imposto nel gruppo A, mentre il pescarese Roberto Chiavaroli (Mini Cooper) è prevalso nella Racing Start. Successo ascolano in E3 con Gianlindo Filiaggi (Opel Calibra) e nelle auto storiche con il reatino Graziano Lunari (Volkswagen Golf GTI).
152
153
CULTURA
[…] Nicole ha scoperto il trucco per trovare lavoro. Giacomo aspira a sconfiggere il boss. Domenico programma la sua vita.[…] Gli autori Marco Apolloni, Jonathan Arpetti, Christina Barbara Assouad, Laura Crucianelli, Asmae Dachan, Silvia Del Beccaro, Diletta Fabiani, Andrea Ferroni, Sonia Lattanzi, David Miliozzi, Paolo Nanni, Emanuele Properzi, Francesca Riccioni, Alessandro Seri, Carmelita Tesone.
Lavoricidi Presentato in anteprima nazionale il 1 maggio a Macerata, il romanzo a 30 mani sul lavaoro-non lavoro ha ottenuto grande successo anche al Salone del Libro di Torino
L
avoricidi è un romanzo cooperativo scritto da 15 giovani autori marchigiani che hanno sviluppato altrettanti personaggi, le cui vicende si intrecciano in quei dolci e stretti appezzamenti di Marche che si estendono da Ancona a Macerata a Fermo, nella tragedia quotidiana oggi nota con la dicitura MERCATO DEL LAVORO. Brani di disordinaria frustrazione, tratti da storie vere, spesso vissute in prima persona dagli autori stessi. Lotta quotidiana che si tramuta in letteratura, per raccontare senza peli sulla lingua i luoghi, le situazioni,
154
le illusioni e le disillusioni che stanno minando la salute mentale di tre generazioni di lavoratori. 15 storie che ne compongono una sola, fotografia in movimento che con amara o ironica naturalezza accompagna il lettore in un girone dantesco, ove il contrappasso è perfido e sottile, e la condanna a tempo indeterminato della moltitudine è inversamente proporzionale alla predestinata ascesi del privilegiato. I Registi: vivono entrambi a Macerata e insieme hanno dato vita al progetto di scrittu-
ra collettiva e sociale del Clan Zaratan. Jonathan Arpetti: un po’ impiegato e un po’ scrittore, il suo primo romanzo Fino alla fine del mondo (Giovane Holden editore 2007), da cui è stata tratta la rappresentazione teatrale “Rifrazioni”. Nel maggio 2010 ha vinto un concorso letterario per autori esordienti (Salone del libro di Torino, organizzato da Radio 24 in collaborazione con Cult editore) con il libro I Love Ju (romanzo d’amore sulla Juventus), che presto diventerà un film diretto da Alessandro
Valori e Francesco Colangelo, per il quale sta scrivendo la sceneggiatura. Paolo Nanni: diplomato in giornalismo, lavora nell’ambito della comunicazione e della promozione culturale collaborando con varie associazioni a progetti sociali, artistici e musicali. Videomaker, realizza cortometraggi e videodocumenti. Appassionato di cinema, ha fondato il cineclub “Vertigine” e allestisce rassegne e retrospettive. È anche autore e regista teatrale. www.lavoricidi.wordpress.com
CULTURA
Marilyn, un’emozione sempre viva C’era una volta… in un Castello sulle colline di Recanati un Amanuense di nome Màlleus, che fece un sogno…e compose una musica “Marilyn 2012”
D
a un sogno del musicista-amanuense Màlleus, negli studi di registrazione posti nel sotterraneo del suo Castello di Recanati, nasce “Marilyn 2012”, un brano dedicato alla vita e alla bellezza sempre viva della celebre star americana, in occasione del 50° anniversario della sua scomparsa. Un brano acustico genere country-rock, che nasce da un sogno di Màlleus realmente avvenuto nel 1976 quando, durante il servizio di leva, Marilyn Monroe gli apparve una notte, gli sussurrò alcune note di una melodia e gli chiese di comporre una canzone per lei. Màlleus al risveglio compose e registrò subito quel brano, con l’aiuto di una chitarra e di un registratore, ma terminato il servizio militare al ritorno a casa la cassetta sparì misteriosamente. Fu ritrovata solo pochi
mesi fa, nel sotterraneo del Castello, dopo ben 36 anni. Màlleus ha deciso di registrare e pubblicare il brano, dedicandolo con grande passione e tenerezza a lei, l’unica meravigliosa donna protagonista del sogno, Marilyn Monroe, attrice, straordinaria icona della femminilità, che il prossimo 5 agosto sarà ricordata in tutto il mondo, a 50 anni dalla tragica scomparsa. Il testo della canzone, scritto in inglese, narra di un viaggio nella vita, alla ricerca dei sogni e delle speranze che si portano nel cuore, impacchettati nella valigia del proprio io; sogni che hanno guidato Marilyn in un luogo solitario con tante luci, dove la fama e la celebrità sono il premio. Poi… la scoperta del nulla: quando il vuoto dell’esistenza ha corroso la sua anima, Marilyn è caduta nell’abbraccio della vita, con tante pagine
vuote del suo libro ancora da riempire. Una Marilyn lontana, ma così fortemente presente, un’immagine nella quale possiamo riconoscere ben chiara la sua stella… La luce in lei brilla ancora, attraverso il suo viso, il suo ricordo, grazie alla musica, alle canzoni che ci ha lasciato. Il brano dura 3’ 46”, è interpretato dalla splendida voce solista di Sherrita Duran, cantante americana che vive in Italia, composto e arrangiato da Màlleus, registrato e mixato nei suoi studi di Recanati, con la partecipazione di straordinari musicisti. Michele Lelli alla batteria, Paolo Galassi al basso, Riccardo Carestia alle chitarre, Giuseppe Gismondi alla slide guitar, Savino Lattanzio al banjo, Riccardo D’Angelo al mandolino, Fabio Verdini all’organo Hammond e Sergio Reggioli al violino.
MARILYN 2012 Tutte le speranze che hai portato nel tuo cuore e tutti i sogni che avevi, li hai impacchettati alla partenza. Essi ti hanno guidato in un luogo.....tante luci, tanti occhi, un luogo molto solitario dove la fama e la gloria erano il premio. Tutta la gloria e tutta la fama non potevano colmare il senso di vuoto che sentivi dentro; una dea della bellezza, “ hai avuto tutto! “....dicevano, e insieme al tuo sorriso perfetto, è rimasto il tuo forte desiderio per l’amore. Marilyn, non hai vissuto abbastanza per vedere quanto noi tutti ci rispecchiamo nella tua fragilità. Marilyn, non ti sei mai resa conto della bellezza, della grazia e di tutto l’amore.....che tenevi dentro. Molti anni fa, sei caduta dall’abbraccio della vita con tante pagine vuote del tuo libro ancora da riempire. Anche se sembri così lontana, possiamo ancora vedere la tua stella. La luce in te brilla ancora attraverso il tuo viso immortale. (adattamento del testo inglese in italiano)
E’ possibile scaricare “Marilyn 2012” su iTunes e godere del video, girato in un magico scenario, su youTube. Info www.malleus.biz
155
à porter
Divano - Chesterfield
Cassettiera Gustaviana
Credenza Provenzale
isitando un appartamento da me ri-allestito, una giovane coppia mi disse: “questa atmosfera ci piace! Non sembra di essere in provincia, ma a Parigi o a New York...sembra di essere al centro del mondo! I proprietari viaggiano molto?” Da qui lo spunto: non importa dove vivi, se in provincia o in una grande città. Importa invece cosa pensi e sogni, quali atmosfere preferisci. Non conta se e quanto parti: oggi il viaggio è anche virtuale. Attraverso le immagini e le informazioni, viviamo situazioni anche molto lontane come se fossero quotidiane: siamo dei veri cittadini del mondo. In un attimo, puoi visualizzare qualsiasi posto nel mondo e giudicare, scegliere, preferire. Pensate, per esempio, a quali sarebbero le vostre tappe ideali di un viaggio intorno al mondo: la vostra casa potrà rispecchiare questo desiderio. Una volta si arredava in stile inglese, provenzale, classico, antico o moderno, cercan-
do di rispettare la coerenza di quella ispirazione fin nei dettagli. Oggi sogniamo di vivere a Parigi, però ci piacciono anche le atmosfere da loft americano, e d’inverno preferiamo il calore di un cottage di montagna piuttosto che la suggestione della campagna inglese. Possiamo far prevalere l’atmosfera che vorremmo intorno a noi, per poi capire quale arredo ci riporta a quelle atmosfere, anche differenti e mescolate insieme? Sì, magari comprando mobili già vissuti, non per forza di grande valore, da far risistemare o ridipingere senza doverlo per forza riportare allo stato originale. Va bene anche acquistare pezzi di produzioni attuali che però si ispirano a precisi filoni storici e geografici di design. Nell’abbinare pezzi di stili molto diversi, sono importanti i volumi e le proporzioni, così come i colori. Ad esempio, prima di scegliere, è meglio definire i due o tre colori principali che vogliamo a casa, verificare che
stiano bene insieme e declinarli in toni caldi o freddi. Per mantenere un buon equilibrio evitando gli eccessi, invece, è meglio scegliere pezzi non esasperati nelle forme e dettagli: un conto è un mobile con linee francesi, altra cosa è un pezzo in pieno stile barocco e un mobile d’ispirazione cinese non è per forza una cassettiera laccata nera con disegnati draghi rosso e oro. Se un arredo ha un impatto molto forte, dipingerlo del colore delle pareti aiuta a smorzarne la presenza; oppure dedicare ad una stanza una ispirazione prevalente e abbinare mobili semplici e lineari ad altri più caratterizzati. Partiamo dalla cucina: la parte tecnica completamente in acciaio, di quelle lineari e funzionali che sono a vista in certi bei ristoranti, un tavolo e sedie di origine amish in legno di ciliegio con un grande armadio in legno laccato opaco invece dei soliti mobili componibili da cucina. Il living con un tavolo laccato
Nuovo Stile: Cittadino V
156
Vasca stile Vittoriano
Tavolo stile Amish
del Mondo dalle linee pulite, sedie con braccioli in acero naturale e seduta in paglia di carta di stile danese, una capiente credenza svedese in stile gustaviano con il top lasciato come in origine e il resto ridipinto del colore del muro. Il divano contemporaneo con comodi cuscini imbottiti di piume, abbinato a 2 poltrone di stile francese, ma tutto rivestito dello stesso tessuto e colore. In camera da letto una cassettiera in stile italiano fine ‘800 e il letto di gusto provenzale, entrambi laccati in 2 toni dello stesso colore (più chiaro l’uno, più scuro l’altro). Lo studio – o l’angolo lettura – può ospitare una libreria da pavimento a soffitto con i ripiani in legno e i montanti in ferro verniciato canna fucile in stile post-industriale e un’avvolgente poltrona di design finlandese in pelle color tramonto del nord. Le lampade da terra di ispirazione liberty di metallo color fumo di Londra, abbinate a lampade da tavolo in legno lavorato al
Armadio della Normandia
SG
a cura di
life style
tornio e cerato, ma tutte accomunate dai cappelli in cotone bianco egiziano. Per i quadri e le fotografie, alternate cornici minimali in alluminio satinato bronzo ad altre di legno colorato come le pareti, appesi con corde che scendono a muro dal soffitto. Con un lavoro ben coordinato il risultato sarà sorprendente e le atmosfere coinvolgenti. Un esempio pratico è quello di un cliente che ha posto un forte vincolo nella ristrutturazione della mansarda: “voglio tutto bianco, dal pavimento ai muri a qualsiasi mobile e oggetto. E la voglio moderna”. Superato il primo imbarazzo e riflettendo su come creare un ambiente che fosse comunque confortevole e non gelido e abbagliante, abbiamo risolto recuperando parte degli arredi delle precedenti abitazioni, che comunque testimoniavano la vita e la storia del proprietario, integrandoli con altri nuovi più lineari e attuali. I materiali usati? Legno liscio laccato, legno vissu-
to e levigato, tessuti a trama grossa con altri più leggeri e semi-trasparenti, pietra e vetro opaco ma tutti riportati nello stesso codice di bianco. Insieme hanno dato un effetto materico completamente differente: ognuno dei pezzi dell’arredo ha mantenuto identità e calore contribuendo a rendere accogliente l’ambiente. Alla festa d’inaugurazione per il rinnovo della mansarda, il commento di molti invitati e amici è stato: “sembra di essere a Mikonos“ oppure “ma dove siamo, in California?!” La casa si trova nel Parco del Conero, la nazionalità del padrone di casa è il mondo.
157
Poltrona da lettura di stile danese
TENDENZE
Grande successo al VicenzaOro Fall per il lancio ufficiale della nuova, suggestiva esperienza Rosato Sotto la guida di Bros Manifatture, Rosato conquista il pubblico internazionale
R
osato, l’esclusivo marchio di gioielleria oggi facente parte del gruppo Bros Manifatture, ha presentato la sua prima collezione in occasione di VicenzaOro Fall, la mostra internazionale di gioielleria e orologeria che rappresenta il business hub di eccellenza per il settore. Dall’8 al 12 settembre all’esterno dell’ingresso principale della fiera, i visitatori hanno potuto vivere un’esperienza indimenticabile, con un suggestivo spazio appositamente creato per godere la “Rosato Experience”, un luogo emozionale per conoscerne l’universo e la filosofia. Una presenza fortemente voluta dagli organizzatori dell’evento, che hanno visto nella rinnovata presenza di Rosato una garanzia di attrattività verso i più importanti clienti internazionali, che, immancabilmente, hanno mostrato grande interesse e apprezzamento. Rendere felici le donne, esaltare la sensibilità
158
femminile con oggetti unici, collezionabili e desiderabili, da condividere ed amare. Questa la mission del brand che vanta un’attenzione estrema ai particolari, alla lavorazione e ai singoli dettagli. La nuova “anima” Rosato ha fatto breccia nel cuore delle donne. Bros Manifatture e Rosato: un binomio di stile e originalità È passato un anno – era il 16 settembre 2011- da quando Bros Manifatture, gruppo leader nel design e nella produzione di gioielli, cinturini, orologi e astucci per la gioielleria, ha annunciato di aver siglato un accordo per l’acquisizione del brand di gioielleria Rosato. Bros Manifatture, società a cui fanno capo importanti brand quali Bros, Brosway Jewels, Brosway Watches, Dhiva, Officina Italia e S’Agapò è una solida realtà imprenditoriale che nel 2011 ha registrato un incremento del
43% rispetto all’anno precedente. Tali straordinari risultati sono frutto della costante attenzione prestata alla ricerca stilistica, alla cura per i dettagli e all’innovazione delle forme e dei materiali. Massima attenzione che si è dimostrata anche nei confronti delle esigenze dei consumatori, realizzazione di campagne di comunicazione mirate e di grande impatto. Lanfranco Beleggia, presidente e fondatore di Bros Manifatture esprime così la sua soddisfazione per questa nuova acquisizione: “Rosato è un brand che ha fatto della creatività e della ricerca d’innovazione il proprio credo. Ecco perché sono felice di aver intrapreso questo importante progetto che ha come obiettivo quello di ritrovare presto Rosato nelle migliori gioiellerie d’Italia e del mondo.” Guarda la nuova collezione su: www.rosato.it
MY SH OE S
CO LLECTI ON
Mission: Rendere felici le donne Esaltare la sensibilitĂ femminile, con oggetti unici, collezionabili, desiderabili
Gioielli che raccontano storie: Spesso ci accorgiamo che determinati gesti, profumi o dei semplici oggetti richiamano vivamente sensazioni molto forti appartenenti al nostro passato. Si tratta di libere associazioni mentali che si manifestano inconsapevolmente e che ci procurano uno stato di gioia improvviso.
MY HO ME
CO LLECTI ON
MY BAGS
CO LLECTI ON
Rosato si avvale degli ancoraggi emotivi di oggetti di culto quotidiani I gioielli Rosato rappresentano ogni momento della nostra vita, il caffè la mattina, i viaggi che abbiamo fatto e quelli che sogniamo di fare, la scarpa che abbiamo sempre desiderato possedere, profumo che indossiamo nelle occasioni speciali, il gioco preferito di quando eravamo piccoli... Preziose miniature iperrealistiche in grado di scatenare sensazioni ed emozioni indelebili. Monili da indossare e collezionare, condividere e amare.
159
TURISMO
Shopping time! Tra scarpe griffate e abiti mozzafiato, una mini guida tra gli outlet marchigiani! a cura della Redazione
I
l vostro armadio è strapieno, avete così tanti vestiti che potreste allestire un mercatino vintage e le scarpe hanno iniziato a camminare per casa da sole. Eppure, il vostro sogno più ricorrente è fare shopping e, saldi o meno, riuscite sempre a trovare una buona scusa per fare acquisti! In questo caso, siete nella regione giusta! Nelle Marche - si sa – gli outlet non mancano e partendo da Pesaro fino ad arrivare a Fermo ci sono più di cento buoni motivi per fermarsi e fare shopping. Noi abbiamo selezionato per voi i più invitanti, quelli nei quali fare follie e per i quali concedersi anche più di un giorno di ferie. Per accarezzare tessuti pregiati, lasciarsi sedurre di colori e trovare non un vestito da sogno, ma mille! Partendo dalla provincia di Pesaro – Urbino, vi segnaliamo Free Port a Pesaro, dov’è possibile trovare Polo, Ralph Lauren e Timberand scontati da giugno del 50% (sul prezzo outlet), mentre a Schieti di Urbino potrete svaligiare l’assortimento di pelletteria e abbigliamento di Piero Guidi. Scendendo a Civitanova Marche, è impossibile non fare un salto da Fornarina e da Cesare Paciotti: dei famosi marchi italiani troverete capi per uomini e donne di tutte le età. Se invece è l’abbigliamento sartoriale quello che desiderate, puntate la bussola verso Tolentino (MC): ad attendervi ci sarà 160
Tombolini Area T, con abbigliamento uomo/donna. Siete alla ricerca, oltre che di abbigliamento e calzature, anche di accessori, bigiotteria e profumi? Varcate la soglia di Fabi Shoes a Monte San Giusto e non avrete che l’imbarazzo della scelta. Ma per gli amanti di scarpe e pelletteria, il vero sogno comincia a Fermo, il distretto dei calzaturifici d’eccellenza! Tra i tanti che potete visitare, vi consigliamo Simoncelli Cinture, che produce cinture per uomo e donna anche su misura, Franco Cimadamore, dove si trovano solo prodotti artigianali su misura e di alta qualità (entrambi a Montegranaro) e Gianmarco Lorenzi che dedica la sua produzione esclusivamente alle donne (Porto Sant’Elpidio). Passando ai brand più noti, potrete divertirvi nell’outlet Geox di Montegranaro e al Nero Giardini Bag Spa a Monte San Pietrangeli. Impossibile non citare Tod’s Spa e Prada a Porto Sant’Elpidio: nel primo potrete scegliere tra Tod’s, Hogan, Fay, nel secondo, anche Miu Miu, Car Shoe e Church. Cercate qualcosa di davvero prezioso? Andate allora alla Sartoria Luca Paolorossi che si occupa di abbigliamento maschile su misura e di alta qualità. Infine, per gli amanti dell’abbigliamento davvero rock, c’è l’Harley Davidson Motor Cycles outlet di Montegranaro.
ZONA PESARO – URBINO: FREE PORT Via Esposizione, 9 Pesaro Telefono/Fax: 0721/23273 Marchi trattati: Polo, Ralph Lauren, Timberand www.freeport-outlet.com PIERO GUIDI S.P N.9 FELTRESCA, 224 Schieti di Urbino (PU) Telefono/Fax: 0722.59086 Cosa si trova: pelletteria, abbigliamento www.pieroguidi.com
MACERATA - FERMO: FORNARINA Indirizzo: via Pirelli z.ind.le A - Civitanova Marche Telefono/Fax: 0733.829728 Cosa si trova: Calzature, Abbigliamento uomo, donna, bambino www.fornarina.it TOMBOLINI AREA T Contrada Rancia, 8 62029 Tolentino - Macerata Tel. 0733 961735 - 0733 962704 www.tombolini.it info@tombolini.it Cosa si trova: Abbigliamento sartoriale Uomo / Donna FABI SHOES ViA Bore Chienti . M.S. Giusto Tel. 073383921 www.fabishoes.it Cosa si trova: Calzature, Abbigliamento, accessori, bigiotteria e profumi, Uomo/Donna
SIMONELLI CINTURE ViA San Tommaso 118 c, 63812 Montegranaro Tel. 0734891613 Cosa si trova: Cinture Uomo / Donna, anche realizzabili su misura. www.cinturesimonelli.it FRANCO CIMADAMORE ViA Carducci 20, Montegranaro Tel. 0734 892970 www.francocimadamore.it Cosa si trova: Calzature Uomo, esclusivamente prodotti artigianali su misura di alta qualità SARTORIA LUCA PAOLOROSSI ViA Giovanni di Vittorio 9, Filottrano Tel. 0717223503 www.lucapaolorossi.it Cosa si trova: Confezioni Uomo, su misura di alta qualità GIANMARCO LORENZI Via dell’Artigianato 24 Porto Santelpidio Cosa si trova: Calzature Donna CESARE PACIOTTI Indirizzo: via Pirelli 16 z.ind.le A - Civiitanova Marche Telefono: 0733/7906429 Cosa si trova: Calzature, Pelletteria, Abbigliamento Uomo/Donna www.cesarepaciotti.it TOD’S SPA Str. Provinciale Brancadoro Sant’ Elpidio a Mare Telefono outlet: 0734.871671 Marchi del Gruppo: Tod’s, Hogan, Fay Cosa si trova: Pelletteria, Scarpe, Abbigliamento, Cinte, Cinture, Portachiavi, Tshirt e Maglie www.todsgroup.com
PRADA Via Mostrapiedi II°- Località Brancadoro di Casette d’Ete - Sant’Elpidio a Mare Telefono: 0734-666066 Marchi trattati: Prada, Miu Miu, Car Shoe, Church Cosa si trova: Calzature, Abbigliamento, Pelletteria www.prada.com GEOX Via Alpi, 200 - Loc. Villa Luciani Montegranaro Telefono/Fax: 0734.893901 Cosa si trova: Calzature www.spaccimarche.com HARLEY DAVIDSON MOTOR CYCLES OUTLET Via ALPI , 133/135 Montegranaro Telefono/Fax:0736 - 8991 Cosa si trova: Abbigliamento sportivo www.spaccimarche.com NERO GIARDINI - BAG SPA Via dell’Artigianato, 6 63010 Monte San Pietrangeli Telefono: 0734.969422 Cosa si trova: calzature, abbigliamento, pelletteria, accessori www.nerogiardini.it LORIBLU Via dell’Edilizia 3. Marchi trattati: Loriblu Cosa si trova: Sandali, sneakers con borse abbinate. Sneakers eleganti da uomo. www.spaccimarche.com
161
TURISMO
VILLA LATTANZI: La location da sogno per il giorno del sì Il fascino di una dimora storica nel comfort di un cinque stelle moderno
U
na delle scelte più impegnative nell’organizzazione di un matrimonio è certamente quella della location: dare alla cerimonia e alla festa la cornice ideale è fondamentale per la migliore riuscita dell’evento e per la gioia degli sposi e degli invitati. Villa Lattanzi, a Torre di Palme, nel fermano, è una dimora storica da sogno, il posto ideale dove poter celebrare le proprie nozze. È un’incantevole cinque stelle di costruzione settecentesca, che offre tutto il fascino di un palazzo d’epoca, unito ai comfort di un hotel moderno, con annesso ristorante e parco privato. A sostenere e assistere gli sposi in tutte le fasi dell’organizzazione dell’evento più romantico della vita viene messo a loro disposizione l’event specialist, un professionista del matrimonio che saprà consigliarli e suggerirli, dalla scelta del menù a quella dei fiori, dalla sistemazione dei
162
tavoli alla scelta dell’allestimento. A rendere ancor più speciale questa location è la possibilità di svolgere al suo interno anche la funzione religiosa, grazie alla presenza della chiesetta romanica collegata internamente alla Villa, che con il suo colonnato in marmo e i suoi affreschi è di ineguagliabile bellezza. È possibile anche celebrare la funzione civile. Per i festeggiamenti, Villa Lattanzi mette a disposizione il suo ristorante, con due principali sale comunicanti disposte a L e con capienza massima di 200 persone a sedere e - se richieste in esclusiva anche tre sale minori comunicanti, da 16 posti ciascuna. All’esterno l’incantevole giardino con alberi secolari, vista mare e camminamenti rilassanti può ospitare aperitivi e buffet, cene con seduta e il magico momento del taglio della torta, magari accompagnata da musica live. Lo spazio è modulabile e garantisce anche
un’area coperta, l’orangerie, per attenuare il calore diurno e la frescura della sera. Il menù degli sposi sarà magistralmente preparato dall’Executive Chef Sergio Zarroli, che propone la migliore cucina dell’Adriatico con ingredienti genuini, freschi, a km 0, per gustare i sapori della tradizione marchigiana, unica nella sua semplicità. Cerimonia, aperitivo, pranzo o cena e ricevimento in giardino, tutto in un’unica, splendida cornice… ma Villa Lattanzi può offrirvi qualcosa di più: per chi desiderasse fermarsi per la notte o offrire ai propri ospiti venuti da lontano la possibilità di riposarsi senza spostarsi altrove, sono a disposizione 18 camere dotate di ogni comfort, tutte doppie, distribuite su tre piani. Villa Lattanzi dà la possibilità di organizzare un evento all’insegna dell’intimità e dell’eleganza. Per un matrimonio da sogno, sotto un cielo a cinque stelle.
163
TURISMO
Viaggio al centro della terra Le Grotte di Frasassi, la magia di un luogo rimasto intatto per migliaia di anni in mezzo alla natura del Parco Gola della Rossa di P. Duranti
N
Marco Filipponi Direttore del Consorzio Grotte di Frasassi
164
el ventre della terra, la magia di un luogo rimasto intatto e inaccessibile per migliaia di anni si svela all’occhio umano come un meraviglioso universo sotterraneo composto da fantastiche forme calcaree, cristalli, drappeggi e volute di alabastro. Così si presentano ogni giorno agli occhi dei migliaia di visitatori le Grotte di Frasassi, il famoso complesso carsico marchigiano situato all’interno dell’area del Parco Gola della Rossa e di Frasassi, che conta ad oggi percorsi sotterranei di oltre 30 Km di intrecci di cunicoli e caverne su varie profondità, considerato unico per la sua spettacolarità. Scoperte da un gruppo di speleologi nel
1974, le Grotte di Frasassi rappresentano una delle principali mete turistiche dell’Italia centrale e sono ritenute tra i percorsi sotterranei più grandiosi e affascinanti del mondo. La magia dei riflessi nell’acqua, la meraviglia del gioco di luce e la sospensione delle coordinate spaziotemporali, creano un’armoniosa e straordinaria atmosfera di grande emozione e suggestione. Per comprendere qualcosa in più abbiamo contattato il direttore del Consorzio Grotte di Frasassi, Marco Filipponi. Dottore, ci illustra i principali percorsi che si possono effettuare all’interno delle Grotte? “Il percorso turistico attraversa
attualmente cinque sale principali, coprendo 1,5 Km dei 20 km sino ad oggi esplorati e prevede una passeggiata geologica indimenticabile tra le gigantesche stalattiti e stalagmiti della durata di circa un’ora e mezza. Per i più temerari e curiosi, assolutamente da provare, i percorsi speleo-avventura dove piccoli gruppi di visitatori vengono da noi completamente equipaggiati delle attrezzature necessarie come stivali, tute, lampade ed accompagnati da guide specializzate tra i cunicoli, le strettoie e gli scivoli delle Grotte, per ammirare le sale nascoste allo sguardo del “normale” turista. I percorsi speleo-avventura sono di diversa difficoltà: il “percorso
www.frasassi.com
azzurro” della durata di circa 2 ore e 30 minuti e il “percorso rosso”, della durata di circa 4 ore”. Le Grotte sono popolate anche da specie viventi? “Certo, da quest’anno lungo il percorso turistico della Grotta Grande de Vento è possibile ammirare gli esseri viventi che da migliaia di anni popolano le Grotte di Frasassi. Dopo oltre 10 anni di ricerche scientifiche sull’ecosistema acquatico delle Grotte di Frasassi da parte di numerosi specialisti coordinati dal geologo Alessandro Montanari e dalla Federazione Speleologica Marchigiana, sono stati
creati una sorgente solfurea artificiale e un acquario, chiamato mesocosmo, dove tutti i visitatori delle Grotte possono vedere e studiare le numerose specie viventi che popolano da sempre il favoloso complesso carsico”. Il Consorzio si sta impegnando molto nella formazione e divulgazione dei temi naturalistici delle Grotte tra i ragazzi … “Il Consorzio Grotte di Frasassi da anni è impegnato nello sviluppo sostenibile della grotta turistica mirato all’educazione e alla divulgazione. Grazie anche al sodalizio con Legambiente sono stati creati
importanti progetti di formazione per i ragazzi, composti da visite guidate con coinvolgenti situazioni di scoperta e conoscenza, coadiuvate da ore di laboratorio nei vari livelli di formazione. L’intero complesso delle Grotte di Frasassi è un patrimonio formativo unico al mondo per le sue numerose peculiarità, un vero e proprio laboratorio naturale dove si possono seguire e studiare anche i fenomeni più importanti della vita sulla terra in assenza di energia solare”. Tra le prossime iniziative in programma? “Sempre per promuovere le
Grotte come contesto formativo di alta qualità abbiamo creato un’iniziativa che ci permette di far avvicinare e appassionare i ragazzi dai 6 ai 15 anni alla natura, un nuovo concorso nazionale dedicato ai giovani talenti canori: “Una Voce per l’Ambiente”, in collaborazione con la fortunatissima trasmissione televisiva di Canale 5 “Io Canto”, condotta da Jerry Scotti. Riservato ai piccoli aspiranti di “io Canto”, il concorso sostiene e valorizza le voci nuove del panorama musicale italiano dando spazio e visibilità in uno degli scenari naturali più belli del mondo quali sono le Grotte di Frasassi”.
165
SPORT
Olimpiadi 2012: Un grazie a tutti gli atleti Marchigiani S
i è conclusa a Londra, il 12 agosto scorso, la XXX edizione dei Giochi Olimpici, con un positivo bilancio per l’Italia, che ha conquistato un totale di 28 medaglie (8 d’oro, 9 d’argento, 11 di bronzo). Decisivo il contributo degli atleti marchigiani, con ben tre medaglie d’oro (Elisa Di Francisca, fioretto individuale, Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca, con Arianna Errigo e Ilaria Salvatori nel fioretto femminile a squadre), un argento (Massimo Fabbrizi nel tiro a volo) e quattro bronzi (Valentina Vezzali fioretto individuale e Emanuele Birarelli, Andrea Bari e Samuele Papi nel volley). Proprio il volley, con il punto decisivo di Emanuele Birarelli in ItaliaBulgaria ha portato l’ultima medaglia alle Olimpiadi degli atleti marchigiani. Ma tutti i campioni che erano a Londra hanno fatto onore alle Marche sportive
166
e per questo vanno ringraziati: la bella finale conquistata da Paolo Ottavi nella ginnastica artistica, l’impegno e la grinta dimostrati da Julieta Cantaluppi, Filippo Baldassari, Michele Regolo, Filippo Magnini e Gianmarco Tamberi, senza dimenticare la maratoneta Rosalba Console, “marchigiana d’adozione”, visto che vive e si allena a Jesi. “I risultati di Londra sono la dimostrazione tangibile ad alto livello di quanto sia positiva l’attività di base che viene fatta sul territorio” ha detto Fabio Sturani, presidente del Coni Marche, “Adesso però non molliamo e attendiamo le Paralimpiadi, dal 29 agosto al 9 settembre, con la partecipazione di tre nostri grandi campioni (Andrea Cionna, Giorgio Farroni, Assunta Legnante). Anche a loro va il ringraziamento del Coni Marche e soprattutto un grosso in bocca al lupo”
ATLETA
SPECIALITA’
Valentina Vezzali
Scherma
Elisa Di Francisca
Scherma
Gianmarco Tamberi
Atletica
Paolo Ottavi
Ginnastica
Julieta Cantaluppi
Ginnastica
Samuele Papi
Pallavolo
Emanuele Birarelli
Pallavolo
Andrea Bari
Pallavolo
Massimo Fabbrizi
Tiro a volo
Filippo Maria Baldassari
Vela
Michele Regolo
Vela
Filippo Magnini
Nuoto
I magnifici 12 marchigiani a Londra 2012
Elisa Di Francisca (a sinistra) e Valentina Vezzali con Paolo Eusebi
SPORT
Londra 2012: Elisa d’Oro Podio tutto azzurro nel fioretto femminile ai giochi Olimpici di Londra, con due campionesse jesine, Di Francisca, medaglia d’oro e Vezzali, bronzo
E’
un podio storico quello del fioretto femminile disputato domenica 29 luglio alle Olimpiadi di Londra: un podio tutto azzurro con Elisa Di Francisca, Medaglia d’oro, Arianna Errigo argento e Valentina Vezzali bronzo, un podio come non c’era mai stato. E un podio con tante Marche, grazie alla scuola jesina di Stefano Cerioni, rappresentata da Elisa di Francisca e Valentina Vezzali. “Tantissime emozioni e grande Italia nella scherma, una disciplina che tantissimo ha dato e continua a dare allo sport italiano” – ha detto Fabio Sturani, presidente del Coni Marche – “Grandissima Elisa, che alla sua prima Olimpiade sale sul gradino più alto del podio, ma un enorme grazie anche a Valentina, che ha lottato da campionessa fino all’ultimo secondo”. Nella stessa giornata, in un clima di comprensibile e condivisibile emozione, la Regione Marche si è presentata a “Casa Italia”, presso il “Queen Elizabeth II Conference Centre”. “Vi preghiamo di comprendere la nostra emozione ed il nostro orgoglio, nel presentare le eccellenze artistiche, enogastronomiche, culturali e anche sportive della regione nel giorno in cui le Marche hanno ribadito la loro leadership nella scherma”. Con queste parole l’assessore regionale allo Sport, Paolo Eusebi, ha aperto la conferenza di presentazione delle Marche,
nella sala “Elizabeth II”, gremita di giornalisti, atleti e operatori. E’ poi toccato a Pietro Talarico, Dirigente del Settore Turismo della Regione, illustrare le eccellenze del territorio, sottolineando come oltre al rilancio del manufatturiero, nelle Marche si punti con decisione a valorizzare e promuovere in ogni direzione e occasione l’offerta turistica regionale. Sandro Abelardi, dirigente del Settore Sport, ha sottolineato la volontà di promuovere lo Sport anche ai fini della valorizzazione turistica del territorio e l’importanza di favorire la pratica sportiva soprattutto fra i giovani, in collaborazione con il CONI e con il mondo della Scuola. “I successi di Elisa e di Valentina - ha poi aggiunto Andrea Carloni, nel presentare il volume “Le Marche a Cerchi” - dimostrano che Jesi non ha alcuna intenzione di abdicare dal ruolo di capitale mondiale della scherma, visto che i suoi atleti occupano il gradino più alto del podio olimpico ininterrottamente dal 1984”. Anche il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha raggiunto telefonicamente la delegazione marchigiana a Londra, per esprimere la soddisfazione sua e di tutti i marchigiani per gli straordinari successi conseguiti dai nostri atleti e tecnici, che costituiscono motivo di grandissino prestigio per l’intero territorio”.
167
CHEF
“Mi interessa tutto quanto il pianeta (terra - mare) può offrire, ad ogni latitudine e longitudine, perché si scopre attraverso il cibo, che la storia dell’umanità si ripete in ogni continente; come dire… le zone dove si sono evolute le grandi civiltà, attraverso il cibo esprimono punti comuni”
Rosaria Morganti Vincitrice del Premio Pellegrino e Cuoca di Marca, ama i prodotti nostrani, ma è anche aperta al mondo, curiosa per natura, sa coniugare tradizione e innovazione. Siamo andati a trovarla nel suo ristorante a Montecosaro Scalo, per farci rivelare la ricetta (è il caso di dirlo) del suo successo… di A. Dachan
R
osaria Morganti, il percorso che l’ha portata a diventare “Cuoco di Marca” e pluripremiata, è decisamente originale: non la formazione in una scuola alberghiera, ma una “folgorazione”: ce ne vuole parlare? “Più che folgorazione, una storia di donne “Cuoche” nella valle del Chienti: mia madre, la madre di mia madre… Una storia scritta da sapori, profumi, ricordi, che, dal dopo guerra arriva ai giorni nostri, percorrendo i diversi decenni, intrecciandosi con i fenomeni e i mutamenti dei diversi periodi e “chiede”, senza ombra di dubbio, di dar valore e un credo alla continuità, per attraversare l’epoca contemporanea e completarla con l’evoluzione enogastronomica”. Quali sono gli ingredienti che preferisce
168
usare? Esiste anche un “ingrediente segreto”? “Parto dalla seconda domanda: l’ingrediente segreto è il cervello che continua a girare; è la curiosità e la passione, in cucina, per il nuovo, come per la storia (e di questo devo solo ringraziare un Qualcuno o, se preferite, Madre Natura) da parte mia, ho aggiunto la forza di volontà, il non mollare mai e con questo spirito ho aperto il mio ristorante, i Due Cigni. Per quanto riguarda gli ingredienti, mi piace ricordare una frase di Nadia Santin (grandissima Chef de “Il Pescatore”) “In natura c’è tutto”. A noi l’esigenza di scoprirlo ogni giorno e di “combinare” i prodotti, riconoscendo i miracoli che avvengono negli abbinamenti perfetti. Amo le nostre erbe aromatiche, la nostra frutta, i nostri ortaggi, i nostri pesci, i nostri formaggi, i nostri animali da cortile; amo
i nostri piccoli ed eroici produttori al di fuori degli schemi, che non hanno ancora trovato gli sponsor della comunicazione giusti e ancora camminano con le loro gambe”. Ama l’innovazione in cucina, o preferisce la tradizione? “La nuova situazione mondiale sembra abbia avviato un nuovo periodo in cui si e’ arrivati a capire l’importanza della nostra storia: qualche anno fa’ bisognava ad ogni costo inventarsi un cappelletto alternativo, ora e’ stato “riscoperto” il cappelletto tradizionale anche dagli chef più innovativi e non se ne può fare a meno. Allo stesso tempo è emersa una tendenza/tormentone, il KM 0: senza prodotti del territorio, non si fa’ nulla. Amo l’innovazione che esalta la tradizione e poi i piatti dell’ultimo periodo, fino a
ieri, sono già tradizione: esprimono tutto ciò che e’ stato e che siamo stati”. È possibile offrire una cucina che sia allo stesso tempo sana e golosa? “Assolutamente sì! Diversi anni fa’, quando in tempi impensati iniziai il discorso di cucina e pasticceria salutistica, alcuni ospiti del ristorante mi dissero: “Ripassa tra vent’anni”. Battuta significativa di un territorio…, ma ho continuato comunque. Cucina sana e golosa è un paradigma naturale: non può che essere altrimenti. Abbiamo ingredienti sani e golosi nella nostra dieta mediterranea e sta al nostro talento attingere e proporre. Importantissimo non creare sovrapposizioni di mode”. Anche gli occhi mangiano: quanto conta l’estetica nella presentazione di un piatto? “La vista resta il primo senso che incontra il piatto, almeno una frazione di secondo prima che le papille olfattive registrino il profumo. L’estetica è fondamentale: se non e’ fine a se stessa, se ci
conduce già il valore reale della preparazione, se, attraverso colori e geometrie esprimiamo sapori, ingredienti, cotture, sostanze aromatiche e creiamo delle sane e golose aspettative, allora abbiamo i giusti presagi”. Che menù consiglierebbe a chi, tornato a lavoro dopo un periodo di ferie, sente il bisogno di qualche coccola? “Al ritorno dalle ferie si ha voglia di continuarle nel ricordo, negli atteggiamenti vissuti in un periodo di libertà quindi una zuppetta di cozze con la pesca saturnia, un risotto giallo di zafferano (mette di buon umore) con polpa dolcissima di scampetti crudi, un guazzetto di pomodoro al coriandolo con le vongole e scorfano e poi un dolce tutto di latte “Cubo di latte alla vaniglia”, gelato di latte di pecora al timo, crema bruciata di latte di capra”. Ci faccia qualche confidenza: qual è il suo piatto preferito? “Piatto preferito? Magari ce ne fosse soltanto uno: i frascarelli, i princisgras,
pane uva e prosciutto, i maritozzi con il cedro, i raviolini di zucca gialla ai frutti di mare e ostriche, gli scampi crudi, la ricotta montata con lo sciroppo d’acero, il bombolone salato con la mela rosa e la mortadella, oppure con la pesca saturnia e il ciauscolo… piccole idee piene di sapore della nostra terra. E tutti i classici, anche rivisitati, di tutte le provincie d’Italia e del mondo (per quel poco che conosco)”. È vero che il cuoco preferito di ogni chef è la Sua stessa madre? “Il cuoco preferito la propria madre? Ssssìììì! Mia madre cucina da più di cinquant’anni e una semplice salsa di pomodoro diventa non so cosa…diventa giusta e buonissima. In un periodo di ferie di qualche anno fa, era con noi una stagista giapponese, Kijoko, che chiedeva sempre a mia madre di cucinare per il nostro pranzo, perché sarebbe stato tutto più gustoso. Ma è anche vero che vorrei, tutti i giorni, poter visitare “alcuni” dei miei grandissimi colleghi e lasciarmi “emozionare” dai loro piatti”.
I prodotti Monterosso sono disponibili nei negozi della grande distribuzione (sma - auchan - iper ipercoop - gs carrefour) e nel punto vendita di San Lorenzo in Campo.
LA FARROTECA È APERTA TUTTI I GIORNI
(è gradita la prenotazione)
169
FARROTECA MONTEROSSO via Costantinopoli, 9 61047 San Lorenzo in Campo - PU - Tel. 0721-776511 Cel. 335-5846486
APPUNTI IN AGENDA
Cosa facciamo di bello stasera? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili! “OLTRE LO SPAZIO E IL TEMPO” Mostra opere di Carlo Iacomucci 2 agosto – 15 settembre 2012 Massa Fermana (FM)
37° FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA FISARMONICA Castelfidardo (AN) 19-23 Settembre 2012 Ospiti di grandissimo rilievo e di innovazione musicale sulla spinta del successo dello scorso anno uniranno la fisarmonica a tutte le altre forme di espressione artistica. L’edizione 2012 si aprirà con esclusive Anteprime nelle “terre della musica”, verrà inaugurata mercoledì 19 settembre con il Gran Galà di apertura al Teatro Astra e si concluderà con una festa finale domenica 23 settembre. Per info: www.festivalcastelfidardo.it
2.4MR WORLD CHAMPIONSHIP Porto San Giorgio Dal 16 al 22 settembre la Provincia di Fermo sarà la capitale mondiale della vela classe 2.4mR. Il campionato sarà presentato domenica 4 marzo a Fermo presso il Teatro dell’Aquila durante il Gran Galà a cui prenderà parte anche la Fanfara Militare. Una manifestazione dalla forte valenza socioturistica, che vede il forte appoggio delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali. info: www.24mrworlds2012.org
170
CASTELFIDARDO
Dal 2 agosto al 15 settembre 2012, nel Palazzo Comunale di Massa Fermana (Fermo), la Sala Consigliare ospiterà la mostra di Carlo Iacomucci “Oltre lo spazio e il tempo”, personale dell’artista promossa dal Centro Studi “Carlo Crivelli”, a cura di Stefano Papetti. La vena artistica di Iacomucci, che si manifesta principalmente nelle incisioni, si esprime nelle tecniche pittoriche attraverso un segno gestuale e dinamico che “fluttua tra l’immagine narrante e l’immagine significante”. Iacomucci è tra gli artisti più rappresentativi delle Marche. Per info: carloiacomucci@libero.it tel. 320-0361833
26° Mostra Mercato Nazionale dell’elettronica 16-17 settembre 2012 - Macerata Per gli appassionati dell’elettronica si rinnova l’appuntamento con la Mostra Mercato Nazionale dell’Elettronica, giunta alla sua 26° edizione. Oltre all’esposizione ci sarà anche un mercatino dell’usato e un seminario tecnico informativo sul D-Star. Per info: www.cbclubmaceratese.com
PANE NOSTRUM FESTA INTERNAZIONALE DEL PANE Senigallia – 20/23 settembre 2012 Una delle occasioni più importanti e signi-
49° Mostra Nazionale del tartufo bianco pregiato delle Marche 3 ottobre- 4 novembre Sant’Angelo in Vado (PU)
ficative che celebrano i luoghi e i prodotti di eccellenza della enogastronomia italiana: in Piazza del Duca, Piazza Manni e Rocca Roveresca si svolge la XII edizione della Festa Internazionale - “Pane Nostrum” 2012: quattro giorni di fragranze e ritualità, saperi, tradizione e gusto sulla spiaggia di velluto con forni a cielo aperto e panificatori in piazza all’opera davanti al pubblico; corsi gratuiti di panificazione per adulti e bambini; “un sacco” di pani da tutta Italia e dall’Europa.
Ogni anno durante il mese di ottobre la cittadina “celebra” il suo prezioso diamante ossia il Tuber Magnatum Pico ed il 13 ottobre si apre il sipario sulla 49° edizione della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche per protrarsi nei quattro fine settimana successivi fino al 4 novembre. L’evento si svolge nelle piazze e lungo le vie del centro storico di Sant’Angelo in Vado che per l’occasione diventano il palcoscenico su cui prende vita la manifestazione.
Per info: www.panenostrum.com
Per info: www.mostratartufo.it
6° EDIZIONE BIOSALUS 2012 Urbino – 05/07 ottobre 2012 8° SALONE DEL MODELLISMO Centro Fiere Villa Potenza di Macerata 13-14 Ottobre 2012 Il più importante appuntamento della regione riservato agli appassionati di Modellismo, si rinnova al Centro Fiere Villa Potenza di Macerata il pomeriggio del 13 e l’intera giornata del 14 ottobre 2012, con l’8° Salone del Modellismo allestito all’interno della “Fiera Campionaria dell’Usato”.L’apertura al pubblico è prevista alle ore 14.30 di sabato 13 ottobre e dalle 9.30 di domenica 14 ottobre, con chiusura prevista per entrambi i giorni alle ore 19.00.
Dopo il grande successo ottenuto nel 2011 e il notevole riscontro di pubblico, la città marchigiana di Urbino torna ad essere capitale del benessere, con Biosalus 2012, dal 5 al 7 ottobre. Biosalus è il Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico, un evento culturale, artistico, commerciale e gastronomico organizzato dall’Istituto di Medicina Naturale, con il patrocinio dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, Protezione Civile, Risparmio Energetico, Attività Produttive del Comune di Urbino, della Provincia di Pesaro-Urbino, della Regione Marche e dell’Amministrazione Legato Albani.
Per info: info@servicepromotion.it Info: www.biosalusfestival.it
171
VIAGGI
A cura di Maraviglia viaggi www.maravigliaviaggi.it
PER STACCARE LA SPINA
SOLUZIONI MID BREAK
SOLUZIONI LONG BREAK
KENIA TRA MARE E SAFARI
CRETA PER VERI INTENDITORI
Tre notti di safari per ammirare paesaggi e animali d’Africa nei Parchi Tsavo Est e Ovest e Amboseli, con la possibilità di pernottare in lodge ai piedi del Kilimanjaro e di vedere gazzelle, elefanti, leoni , facoceri e leopardi. E per riposarsi dalle fatiche del game drive un soggiorno indimenticabile in villaggio nell’incantevole scenario del Parco Marino di Watamu tra sabbia bianchissima e vegetazione rigogliosa.
Una proposta unica per scoprire la costa sud di Creta, affacciata sul Mar Libico e ricca di spiagge bellissime e sconosciute ai grandi flussi turistici. Un hotel accogliente a 50 metri dalla spiaggia di Matala con le sue celebri grotte, antiche tombe romane e rifugio hippy negli anni ’60, i suoi ristorantini tipici, il suo clima perfetto anche a settembre. Una location perfetta per raggiungere in auto l’incantevole spiaggia rosa di Elafonissi o effettuare tour culturali alla scoperta di Festos e Gortina, importantissimi siti minoici. Insomma una Creta da vivere fino in fondo e da gustare nella sua essenza più vera.
voli da Milano e Fiumicino 5, 12, 19, 26 ottobre € 1710 a persona ( da riconfermare adeguamento carburante) Il pacchetto comprende Volo charter A/R + trasferimenti + 3 notti di safari con sistemazione in lodge e trattamento di pensione completa + 4 notti di soggiorno mare in camera doppia c/o Aquarius Beach Resort con trattamento di all inclusive + assicurazioni, oneri apt inclusi
voli da Milano 20 e 25 settembre € 704 a persona Il pacchetto comprende: Volo di linea A/R + soggiorno 7 notti in camera doppia c/o HTL FRAGISKOS in trattamento di HB + noleggio auto con aria condizionata + assicurazioni, oneri apt, adeguamento carburante inclusi
info su: www.maravigliaviaggi.it Tel. 071 206402
172
LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA TUA Benessere, Vino & Bio tra i colli piceni Relais del Colle - Ripatransone (AP) Raffinata cornice per un weekend di charme dedicato al benessere e alla passione del vino. Tre giorni di relax nel verde sorseggiando un buon bicchiere, all’insegna del viver sano, naturale e biologico. Il pacchetto comprende: 2 notti in camera matrimoniale con ricca colazione e ingresso giornaliero al centro benessere con idromassaggio e bagno turco - Degustazione di vino biologico di produzione del relais e 1 bottiglia in omaggio - 1 cena in agriturismo, bevande incluse - Visita guidata della prestigiosa cantina “Domodimonti” a Montefiore dell’Aso, con degustazione di Offida Pecorino DOC, prodotti tipici e altri vini + omaggio di pregiato olio extravergine di oliva 216 Euro a persona, dal 01/09 al 30/09 206 Euro a persona, dal 01/10 al 07/12
Per borghi e cantine nel Parco del Conero Valcastagno Relais - Numana (AN) Un delizioso casolare immerso nel verde del Monte Conero, silenzioso, luminoso e curatissimo nei dettagli. Per scoprire eccellenti cantine, produttrici del Rosso Conero, tra i migliori rossi d’Italia e i suggestivi vicoli di Sirolo e Numana. Il pacchetto comprende: 1 notte in BB in camera matrimoniale Superior con letto a baldacchino e vasca idromassaggio - Visita guidata della prestigiosa cantina “Garofoli” a Loreto, con degustazione di Verdicchio dei Castelli di Jesi e Rosso Conero e omaggio di pregiatissima bottiglia tra i top di gamma - 1 ingresso al piccolo centro benessere del relais, con sauna e bagno turco. 99,90 Euro a persona, dal 08/09 al 10/11
Genuinità tra i vigneti del Lacrima Villa Shanti House*** - Morro d’Alba (AN) Immersa fra i vigneti del Lacrima, a pochi minuti dal borgo storico di Morro d’Alba, è il luogo ideale per chi è alla ricerca di pace e genuinità. Un ampio giardino con piscina idromassaggio ed amaca, il calore e la familiarità dell’agriturismo, si uniscono alla professionalità e al confort dell’hotel. Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia standard con ricca colazione (prodotti fatti in casa) - 1 degustazione di vini e prodotti tipici presso la prestigiosa Cantina Lucchetti - Sconto del 10% per pasti consumati al “Ristorante dal Mago”, a 700 mt dall’agriturismo 50 Euro a persona, dal 01/09 al 30/11
Un brindisi …a casa di Bacco B&B Nascondiglio di Bacco - Offida (AP) Una casa mezzadrile del 1500 circondata da vigneti a perdita d’occhio, da vivere come punto di partenza alla scoperta dell’incomparabile Offida e della nobile Ascoli Piceno. Da non perdere la moderna cantina dell’azienda e la bella sala degustazioni con terrazzo affacciato sui filari baciati dal sole. Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia standard in camera e colazione - Visita con degustazione di minimo 2 vini nella cantina aziendale 50 Euro a persona, dal 01/09 al 30/11
173
VIAGGI
I VIAGGI DI MICHELA Michela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.
M
iei Cari lettori, in questo numero, come già promesso, lascio spazio al racconto di due cari lettori, Silvia e Gian Luigi, fotografi di professione, che, appassionati della nostra regione, desiderano condividere con noi le loro emozioni e farci scoprire le bellezze delle Marche attraverso il loro occhi attenti ed esperti. Ecco dunque a voi il loro emozionante foto-racconto, che ci porta alla scoperta dell’Eremo di Montegiove. Grazie a Silvia e Gian Luigi per le parole e gli “scatti rubati” offerti ai nostri lettori (Foto by Eclod Photography).
≥
Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it I racconti e le foto più belle saranno pubblicati. 174
“L’ ACCOGLIENZA” Inizia da qui il nostro viaggio nell’Eremo di Monte Giove a Fano: scopriamo a pochi chilometri dalla costa un’oasi di pace e serenità, dove la calda luce del sole, il profondo silenzio della quiete ed un gentile alito di vento fresco fanno da padroni.
“MONACHESIMO BENEDETTINO” All’interno dell’Eremo vive una comunità monastica Camaldolese, secondo i ritmi della Regola benedettina. L’Eremo è stato predisposto anche per accogliere coloro che desiderano trascorrere qualche giorno di condivisione dello stile di vita monastico, nella preghiera e nel silenzio. Chi viene qui spesso riconosce che in verità i giorni passati sono serviti per “riattaccare la spina” a ciò che ci rende veri uomini e donne del nostro tempo, cercando di vivere in profondità la nostra umanità.
“LA BIBLIOTECA” Grazie all’accoglienza del priore, Padre Natale Brescianini, ci vengono aperte le porte di antiche sale, riservate alla vita monastica della comunità, che ci affascinano immediatamente per quel senso di profonda cultura, saggezza, sapienza e rispetto dell’essere umano. E’ con questa meraviglia che ci affacciamo nella biblioteca, attenti nell’aprire antichi testi e rubarne preziose immagini.
“IL REFETTORIO” Il viaggio nell’Eremo appare molto impegnativo e lungo, ma la deliziosa accoglienza dei Monaci si mostra anche nella condivisione del silenzio e del cibo nella sala di comune incontro: un momento di relax accompagnato dalla riscoperta di sapori dimenticati.
IL “CORO” Il momento più magico della nostra visita! Improvvisamente sembra di tornare indietro nel tempo: immagini normalmente presenti nelle nostre menti, mai vissute e di una bellezza straordinaria. “Ora et Labora”: è il momento di massima elevazione dello spirito, dove il contrasto tra il giorno e la notte rende il disegno della luce nei bianchi abiti dei monaci un’immagine indelebile.
“LA CANTINA” Continuando il nostro percorso all’interno dell’Eremo, arriviamo davanti ad una piccola porticina di legno, semidistrutta dai segni del tempo. A fatica apriamo la porta e scendiamo delle strette scale in pietra, nel più completo buio. Occorrono minuti perché i nostri occhi si adeguino. Lentamente riscopriamo delle forme in legno rotondeggianti, tra ragnatele e piccoli spiragli di luce. Siamo nell’ampio salone di una cantina.
“L’OROLOGIO DEL CAMPANILE E LA SCALA” Restiamo senza fiato per tutto il tempo: percorriamo delle minuscole scalette di legno all’interno del campanile …su gradini scricchiolanti; passo dopo passo lo spazio diventa sempre più stretto, giusto per far passare le spalle; lambiamo gli affascinanti meccanismi dell’orologio e poi proseguiamo verso la botola che va sul tetto, proprio sotto alle campane. Un ultimo piccolo sforzo e ci troviamo nel punto più alto dell’Eremo, con il fiato corto, ad ammirare il meraviglioso paesaggio che ci circonda. “IL PANORAMA” La struttura architettonica dell’Eremo riflette perfettamente lo stile eremitico che è alla base della tradizione Monastico Benedettina: la costruzione appare come un complesso di celle singole, aggregate intorno alla chiesa e ad edifici ad utilizzo comune, ma non manca tutto intorno un panorama infinito che abbraccia le dolci colline marchigiane e l’azzurro del mare più intenso …piccoli spiragli di luce. Siamo nell’ampio salone di una cantina.
175
ITINERARI DEL GUSTO
ITINERARI DEL GUSTO MESSER CHICHIBIO Viale Rinascimento 143 - Lungomare Sud 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Tel. 0735584001 – info@messerchichibio.it Con i gusto di creare nuovi accostamenti, innovando senza dimenticare, la tradizione Gino e Piero con tocchi di maestria deliziano il palato e coinvolgono i sensi dei commensali. Da Messer Chichibio è in scena l’arte gastronomica: il trionfo del gusto secondo i canoni della qualità; bello da vedere, buono da assaggiare.
CASA DE MAR Localita’ Tre Camini 24 - Marina Di Campofilone 63016 Campofilone (FM) Tel. 0734931185 - www.casademar.it In uno scenario naturale di straordinaria bellezza, appoggiata su una scogliera “Casa De Mar” offre un ristorante con specialità di pesce aperto tutto l’anno ideale per ogni tipo di incontro.. una serata tra amici …un pranzo o cena di lavoro, piccole e grandi ricorrenze che meritano un’attenzione. La cucina è un regalo del mare, semplice, gioioso come i Maccheroncini di Campofilone, specialità della “Casa”, preparati a mano dalle donne del Fermano.
NENETTA Lungomare Lepanto 26 62017 Porto Recanati (AN) Tel. 3343771961 Sul Lungomare di Porto Recanati, propone eccellenti primi di pesce e doratissime fritture. Il menù dipende dal pescato giornaliero e sarà il cameriere ad illustrarvelo con perizia non appena avrete la fortuna di accomodarvi in un tavolo: il ristorante è sempre pienissimo.
CHALET GALILEO Viale IV novembre, 20 Lungomare Nord Civitanova Marche (MC) Tel. 0733817656 Intimo ed elegante, questo locale che si affaccia sulla spiaggia di Civitanova Marche, perfetto per una serata romantica. Il menù propone piatti tradizionali e raffinati a base di freschissimo pesce. Nell’attesa del vostro piatto, da non perdere l’assaggio di pane caldo al nero di seppia. Ben curata la carta dei vini.
176
SALUTE E BENESSERE
TERME DELL’ASPIO Idrocolonterapia per ripristinare l’equilibrio della flora batterica di A. Dachan DI COSA SI TRATTA? L’idrocolonterapia è una metodica utilizzata da anni con successo negli Stati Uniti e in Europa, grazie alla quale è possibile ripulire e risanare l’intestino. CHI DEVE SOTTOPORSI A IDROCOLONTERAPIA? Ne beneficiano tutti i pazienti affetti da disbiosi intestinale, ossia l’alterazione della flora batterica intestinale, capace di indurre, se non corretta, l’insorgenza di numerose patologie croniche, quali malattie reumatiche, astemia, malattie della pelle (acne, sporiasi, dermatiti, eczemi). Tutte queste patologie appaiono come la diretta conseguenza di uno stato di intossicazione cronica dell’organismo, causato dalla perturbazione dell’ambiente intestinale, indotto della proliferazione eccessiva di alcuni microbi, di funghi, talvolta di parassiti, in associazione, più spesso, ad una condizione di stitichezza cronica. Occorre considerare ed è ormai noto, che l’80% del sistema immunitario è localizzato sulle pareti intestinali. Si intuisce, pertanto, come una condizione protratta di disbiosi o stipsi cronica rappresenti condizione, di per sé sufficiente, per indurre un indebolimento della capacità di difesa dell’organismo, conseguente all’alterazione della mucosa intestinale. L’intestino sano rappresenta il presupposto irrinunciabile per un corpo sano. Tutte le alterazioni intestinali (stitichezza, diarrea, alternanza di stipsi e diarrea) rappresentano una valida indicazione per ricorrere all’idrocolonterapia. COME AGISCE L’ IDROCOLONTERAPIA? La metodica agisce positivamente, staccando le feci stagnanti, saldamente adese alle pareti intestinali, spesso non rimuovibili con altre metodiche. Si consideri come l’uso, troppo spesso protratto dei lassativi, oltre ad essere inefficace per la rimozione delle feci stratificate, induca un’accentuazione della stipsi, at-
traverso l’induzione di uno stato di atonia delle pareti intestinali. L’idrocolonterapia, per la sua prerogativa, rappresenta un valido strumento terapeutico in tutte le condizioni in cui sia necessario disintossicare l’organismo, rientrando a pieno diritto, tra le tecniche anti-invecchiamento. COME SI ESEGUE? L’esame è assolutamente indolore. L’acqua viene introdotta nell’intestino attraverso un piccolo tubo sterile di plastica, posizionato nel retto. La procedura è eseguita dal medico ed è “operatore dipendente”, in quando è possibile, a seconda delle condizioni specifiche del paziente, regolare il flusso di acqua in entrata, la sua temperatura e la pressione. L’idrocolonterapia è una metodica del tutto naturale, in quanto non arreca alcuna irritazione sulle pareti intestinali, dal momento che utilizza l’acqua della rete idrica, opportunamente filtrata. Non arreca alcun disagio al paziente alcun disturbo, dal momento che non vengono richiamati liquidi nel lume intestinale. Rimossa la patina tossica dalle pareti, queste ultime vengono meglio irrorate di sangue, per riprendere la normale capacità contrattile-propulsiva sul contenuto fecale del lume. La mucosa, inoltre, non più infiammata, impedisce il passaggio di tossine, spesso responsabili delle malattie croniche già descritte. La seduta dura circa quaranta minuti. Il medico viene coadiuvato dal personale qualificato per eseguire, durante tutto il tempo della procedura, un lieve massaggio sulle pareti addominali. Il numero delle sedute cui sottoporsi varia in relazione alle specifiche condizioni del paziente ed è concordato, di volta in volta, con il sanitario. Il paziente deve sottoporsi, prima della procedura, ad opportuna preparazione. L’esame può essere eseguito su qualsiasi paziente, indipendentemente dall’età, non esistendo significative controindicazioni.
DOTTOR GIANFRANCO MAGGI Omeopata – agopuntore Doc di Neuralterapia per corsi medici E.C.M. presso scuole di omeopatia. Responsabile centro medicina naturale – Poliambulatorio Terme dell’Aspio. Cell:3356777559 drmaggi@libero.it Per info Terme dell’Aspio Tel 07195691 www.termeaspio.it
177
OFFERTE DI L AVORO
a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it
> RICERCHIAMO AGENTI PLURIMANDATARI LOMBARDIA SETTORE CARTOTECNICA RIF: apc/01 AGENTI PLURIMANDATARI LOMBARDIA SETTORE CARTOTECNICA AGENTE PLURIMANDATARIO SETTORE CARTOTECNICA Sida Group, per conto di dinamica azienda cartotecnica, in fase di costante espansione, localizzata in Centro Italia, dove è leader nella progettazione e produzione di packaging (astucci, scatole ed espositori da banco), con stampa offset per tutti i settori merceologici, all’interno di un progetto ambizioso di crescita e sviluppo nel mercato internazionale, ricerca: AGENTE PLURIMANDATARIO diplomati e/o laureati per le seguenti aree di competenza: province di Milano, Varese, Brescia e Bergamo. I professionisti dovranno provenire dal settore specifico, automuniti, cresciuti nelle vendite B2B di prodotti cartotecnici. Età non superiore ai 45 anni, dovranno avere al loro attivo una significativa esperienza maturata nelle zone indicate e all’interno di aziende del comparto allargato (film flessibile, scatoloni, imballaggi). Completano il profilo: abilità nella vendita, buona presenza, incisività e metodicità nello svolgimento delle attività. I candidati, ambosessi, che ritengano di essere in linea con
il profilo, interessati alla posizione in oggetto, possono inviare il proprio CV aggiornato, con consenso al trattamento dei dati (D.Leg. 196/03) all’indirizzo di posta elettronica: risorse.umane@sidagroup.com > Sidagroup per EURONICS, leader nella distribuzione dell’elettronica di consumo, ricerca per aperture nuovi negozi: RIF: GC/10 RESPONSABILE MARKETING OPERATIVO Il quale, rispondendo direttamente alla Direzione Generale, pianificherà e curerà la realizzazione delle attività promozionali (Calendari - Volantini – Tv – Radio - Cartellonistica ecc.). Effettuerà inoltre analisi e benchmarking sulle promozioni della concorrenza e sovrintenderà la fase di controllo degli acquisti e delle vendite realizzate con il supporto delle iniziative promozionali. Il candidato ideale è un professionista di età compresa tra i 30 e i 35 anni che ha maturato esperienza significativa in ruoli similari, preferibilmente nel settore food o nei contesti legati alla distribuzione organizzata. Buone doti organizzative e precisione nel metodo di lavoro completano il profilo ideale. La sede di lavoro è nella Provincia di Ancona. > Sidagroup per EURONICS, leader nella distribuzione dell’elettronica di consumo,
ricerca per aperture nuovi negozi:
si richiede preferibilmente il domicilio in zona.
RIF: DPV/01 RESPONSABILE PUNTO VENDITA Il quale sarà responsabile di tutti gli aspetti inerenti la gestione del negozio. Si occuperà quindi di: • presidiare la superficie di vendita intervenendo sull’organizzazione degli spazi; • gestire, motivare, formare ed organizzare il team di lavoro; • controllare la rotazione ed il flusso della merce in assortimento. • verificare la corretta applicazione dei criteri espositivi di Visual Merchandising indicati dall’Azienda
>Azienda che da oltre 30 anni è leader nella produzione e commercializzazione di un innovativo sistema costruttivo ricerca: EXPORT AREA MANAGER - Rif. GM\EM Il candidato risponderà e collaborerà alla definizione delle strategie e degli obiettivi definiti dalla direzione commerciale, occupandosi dello sviluppo e della gestione del business nei territori assegnati. Il candidato ideale avrà maturato una significativa esperienza nel ruolo di Export Area Manager in settori produttivi\ metalmeccanici di respiro internazionale.
Sarà inoltre responsabile della gestione e dell’andamento dei costi del punto vendita e del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi assegnati. Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 30 ed i 40 anni, ha maturato esperienza significativa in ruoli analoghi, (store manager e/o responsabile punti vendita) preferibilmente nei settori GDS e/o GDO. Desideriamo conoscere candidati ambiziosi con una forte predisposizione ai rapporti interpersonali, autorevolezza, capacità di motivazione ed attitudini organizzative. Le sedi di lavoro sono nelle Marche ed Emilia Romagna;
Si richiede un’età tra i 35 e i 45 anni, disponibilità a viaggiare su territori internazionali e una fluente conoscenza della lingua inglese, spagnola, portoghese e\o francese. Completano il profilo ottime doti comunicative e relazionali, organizzazione e pianificazione. La sede di lavoro è nelle Marche. Verranno contatti per un colloquio solo quei profili che rispettano le caratteristiche richieste. Se interessati inviare il proprio curriculum vitae a risorse.umane@sidagroup.com
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
178