ML Magazine n.7

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI 25 SETTEMBRE ‘13 N°7 anno XX

euro 2,00

180 ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.VIAGGI.DESIGN

Speciale

MaceratEse

Dossier

Comunicazione e impresa

Imprese

The Hive porta i Business Angels nelle Marche

Fabrizio Facchini “La mia è una cucina fusion”

Le grandi famiglie

I Ciccarelli

La famiglia che ha fatto sorridere gli italiani

A casa di

Benvenuti a Castel di Luco ISSN 20367589

Vittoriano

Solazzi

“Tutela dello stato sociale, sostegno all’economia e taglio agli sprechi”

30007 >

1 9 772036 758002


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Speciale Maceratese La provincia di Macerata: territorio di scoperta tra i fiumi Chienti e Potenza

Antiche torri:

un'eccellenza della formazione

Ferdinando Cavallini “Ci salveranno export e agroindustria”

Giovanni Clementoni

Confindustria Macerata: una lenta ripresa

Giuseppe Ripani Acceleriamo sulla “digitalizzazione” delle imprese

Lucia Biagioli

“Fare il possibile per mantenere in vita le attività commerciali nei centri abitati”

Assuero Zampini

“Puntare sugli eventi per promuovere i prodotti locali”

Ad Unicam

il futuro non è in crisi

Luca

Bartoli

Il presidente di Ex.it: puntare tutto su qualità, design e innovazione 3


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Benessere

Cultura

Gift il regalo giusto per ogni gusto! 6


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L’Angelica sostiene la

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SOMMARIO BORSA 30 brevi dal territorio 32 news dal mondo 34 YOUNG NEWS 28

Vittoriano Solazzi

Le grandi famiglie marchigiane

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36 I Ciccarelli

La saga della famiglia che ha fatto sorridere gli italiani

ALTO ARTIGIANATO 40 Sauro Ciuffolotti

"Realizzo opere d’arte, non su tela, ma su vetro"

VITA DA MANAGER 42 Gilberto Santini

Luca Bartoli

22

determination & love

44

acquisizioni e cessioni

imprese

48

decreto lavoro: novità per srl semplificate e start up innovative

50

impresa sociale: insieme per intraprendere

consulenza

58

Equitalia, per il fermo dell’automobile occorre il “preavviso”

formazione

65

Velika Papiri

26

Dal La. Ri.Ca di Urbino: l’informazione un sistema che cambia

innovazione

70 72

Rubrica

13 L’editoriale di Flavio Guidi

strat-up innovative: nasce goextra the hive porta i business angels nelle marche

74

PRIMOPIANO 14 Massimiliano Polacco

"Le country house? Una scelta vincente"

COVERSTORY 16 Vittoriano Solazzi

“Tutela dello stato sociale, sostegno all’economia e taglio agli sprechi”

CONTROCOPERTINA 22 Luca Bartoli

Il presidente di Ex.it: puntare tutto su qualità, design e innovazione

il personaggio

26 Velika Papiri

Vincitrice del Premio Smau 2013

le marche che spiccano

78

“raffaello sanzio da urbino a sofia”

mare nostrum

80

M/Y stella del mare conquista cannes

internazionalizzazione

82

micam: l’export rallenta e non compensa il crollo del mercato interno

84

Carriere e poltrone

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Contributi e bandi


Turismo

Focus:

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90

Investimenti e coperture finanziarie nel settore turistico-alberghiero

92

Parchi tematici e parchi giochi: turismo e divertimento

SPECIALE

Maceratese 96 100 La provincia di Macerata: 104 Antiche Torri

A CASA DI Benvenuti a Castel di Luco

106 Ferdinando Cavallini

dossier

territorio di scoperta tra i fiumi Chienti e Potenza

“Ci salveranno export e agroindustria”

energia

108 Giorgio Clementoni

Confindustria Macerata: una lenta ripresa

Acceleriamo sulla “digitalizzazione” delle imprese

113 Ad Unicam il futuro non è in crisi 114 Lucia Biagioli

“Fare il possibile per mantenere in vita le attività commerciali nei centri abitati”

118 Cantine Belisario, dove nasce il Verdicchio di Matelica

UFFICIO COMMERCIALE commerciale@mlmagazine.it Tel. 071 2912331 Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

luci della ribalta

REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it

Cultura 154 Guglielmo Vecchietti Massacci

120

124 Andrea Libenzi

La pubblicità in movimento

126 Renato Picciaiola

Viaggi

160 Per staccare la spina 161 Proposte a due passi da casa 162 I viaggi di Michela

Chiuso in redazione il 25/09/2013 progetto grafico: Ricciarelli (An) stampa: Tipoluce (An)

sport

Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona

164 Team Marche Master sul tetto d’Europa

salute e benessere

Con il web anche le piccole imprese nel mercato globale

130 Mirco Giardetti

166 Sanità in burrasca. A causa dell’austerità? 168 Una nuova proposta nel campo della riabilitazione

134 Silvio Cardinali

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“Emozioni via web: ecco la nostra strategia in rete”

HANNO COLLABORATO AL NUMERO Ivan Antognozzi Roberto Antonella Carlo Badioli Alessandra Balducci Margherita Camilletti Letizia Ciaccafava Tommaso Costantini Fabio Di Giulio Laura Osmani Cristina Panara Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Mario Timio

Uno scultore tra le colline delle Marche

dossier

CAPOREDATTRICE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it

Una dedica al Conero: “Nte Stu Mare”

“Puntare sugli eventi per promuovere i prodotti locali”

comunicazione

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152 Alessandro Menghiale

116 Assuero Zampini

Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mlmagazine.it

eventi

148 Pane nostrum e Agribirrio: successi di filiera 150 Porsche 911. Il futuro ha 50 anni di storia

COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it

COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@mlmagazine.it

110 Giuseppe Ripani

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un’eccellenza della formazione

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Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it

“Web e sviluppo: sfida aperta per le micro imprese”

136 TonidiGrigio

Innovatori della comunicazione

138 Alice Barigelli

“l’imprenditrice 2.0”

174 appunti

in agenda

I grandi chef 176 Paolo Antinori

inchiesta 140 In alto i Calici

libri

173 Incontriamoci tra le righe

“La mia è una cucina fusion”

178 OLQ

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Una copia euro 2,00 Arretrati euro 4,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 www.mlmagazine.it/abbonamenti/ abbonamenti@mlmagazine.it

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EDITORIALE di Flavio Guidi

Il nuovo mondo Digitale Un irreversibile processo di cambiamento che impone attenzione

I

l grande contributo offerto dal digitale si misura anche nella crescita culturale e nella diffusione della conoscenza a livello universale. In ogni luogo del Pianeta, persino nelle località più sperdute, la rete si sta diffondendo, soprattutto tra i giovani, portando sempre più consapevolezza, informazioni e mettendo a disposizione di molti anche strumenti educativi. Il web è per definizione uno strumento di connessione, crea legami, interazione, fino a diventare uno strumento per l'affermazione di sé. A volte è un diversivo contro la noia e l'isolamento, ma non costituisce affatto un'alternativa alla necessità di un confronto nella vita reale. Il rischio, infatti, è che stando dietro uno schermo, con la possibilità di comunicare restando nell'anonimato, non ci si renda conto delle responsabilità e delle conseguenze che hanno le proprie attività in rete. Oggi il web offre un'abbondanza di informazioni in tempo reale, che ci permette di attingere da più fonti, ampliare la nostra conoscenza, strutturare il nostro pensiero, ma come tutti gli strumenti tecnologici, bisogna tener conto delle “istruzioni per l'uso”. La sovrabbondanza di notizie e nozioni che ci giungono in ogni momento del giorno e della notte può provocare quello che alcuni psicologi definiscono “bulimia informatica”. Non si ha il tempo, né gli strumenti adeguati, per assimilare ciò che si legge e per distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Per questo è fondamentale comprendere le dinamiche del web e cercare di trarne il massimo giovamento possibile, prendendo le dovute precauzioni sui potenziali rischi. Questo vale sia per chi usa il web come fonte di informazione e conoscenza, sia per chi ne fa uno strumento per ampliare ed espandere la propria attività economica, culturale, ricreativa, politica. Se si è in rete, vuol dire che si esiste. Avere un sito internet, un profilo sui principali Social Network, un blog, vuol dire che si ha qualcosa da dire, da condividere; il numero delle

interazioni, dei follower, dei like e dei commenti dà la misura dell'efficacia della nostra comunicazione in rete e quindi anche del nostro potenziale attrattivo e persuasivo. Sono nate e continuano a nascere nuove professioni, con sempre maggiori specializzazioni legate allo strumento della rete. Si andrà sempre più diffondendo una rivoluzione di massa, che vedrà nel digitale il centro dell’agire e, nei casi peggiori, provocherà quella che è stata definita “tecnofobia”. Grande attenzione dovrà essere posta sulla manipolazione e strumentalizzazione di questi mezzi. I leader e i talenti troveranno spazio per esercitare un ruolo più ampio, con conseguenti processi di deviazione mediatica e forse anche culturale. Le organizzazioni che andranno accrescendosi e specializzando, dovranno sviluppare una nuova funzione: l’adattamento sociale ai sistemi, favorendo processi di sempre maggiore connettività. Una bella ricaduta si avrà sugli impatti ambientali. I dati si renderanno sempre più permanenti e ciò in funzione dello sviluppo delle piattaforme ICT e delle loro integrazioni e interconnessioni. Perderemo una buona parte della nostra intimità, individualità, riservatezza, libertà, spontaneità ed empatia, si andrà sviluppando sempre più un pensiero collettivo, comunitario, che senz’altro rappresenterà un nuovo oppio dei popoli, un’illusione tecnologica e democratica riguardo alla quale nel breve periodo difficilmente saremo capaci di sottrarci. Ad un periodo di entusiasmo succederà la delusione, poi la maturità, infine il declino. Socrate affermava che “il libro scritto annichilisce le facoltà della mente e le rende schiave alle idee altrui”. Saremo capaci di dominare questo nuovo mondo e mantenere la mente integra per preservare la nostra individualità esistenziale e un progresso che conservi i tratti di umanità? E’ comunque un processo irreversibile a cui dobbiamo cominciare a guardare con sempre maggiore consapevolezza.

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PRIMO PIANO

“Le country house? Una scelta vincente” Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche, traccia un bilancio della stagione turistica appena conclusa di P. Duranti

D

irettore, è presto per tracciare un bilancio della stagione turistica? “La stagione sta chiudendo i battenti, per cui i dati in nostro possesso non sono ancora definitivi. Tuttavia si possono già svolgere talune considerazioni che ritengo non saranno smentite dalle note ufficiali, a disposizione nelle prossime settimane”. Ad esempio? “Come in tutti gli anni in cui la Pasqua cade di marzo, anche nel 2013 gli albergatori al termine di questa breve festività hanno chiuso gli esercizi per riaprirli con l’avvicinarsi dell’estate. Negli anni in cui, invece, la Pasqua si festeggia qualche settimana dopo, se il tempo lo permette si tiene aperto”. Con il tempo che ha fatto a maggio, non

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è che sarebbe andata tanto meglio … “E’ vero, è stato inclemente. E per proprio per questo motivo la stagione è partita in fortissimo ritardo, con i mesi di maggio e giugno che hanno sofferto non poco”. E quando è partita, vi è stato qualche segnale incoraggiante? “Da luglio ad oggi il turismo marchigiano ha sostanzialmente tenuto e probabilmente le ultime settimane dell’estate riusciranno a compensare il calo registrato a giugno. In linea generale, poi, possiamo dire che i numeri hanno premiato principalmente le località che hanno saputo organizzare eventi sul territorio”. Quindi anche i volumi saranno in linea con quanto registrato negli anni precedenti? “Purtroppo no: se le presenze hanno

tenuto, la stessa cosa non può dirsi per il giro d’affari complessivo, che è nettamente inferiore rispetto allo scorso anno. A fronte della cessione di interi pacchetti vacanze a gruppi organizzati, vi è stato infatti un calo della redditività. Però vorrei sottolineare un aspetto non secondario che ha influito negativamente, un po’ in tutta Italia: le incertezze persistenti in merito alla disciplina dei contratti di lavoro”. Insomma la riforma Fornero ha fatto un disastro … “Diciamo che in questo momento non ci voleva proprio”. Per quanto attiene al luogo di provenienza dei turisti, si confermano i dati degli scorsi anni? “Su questo aspetto mi pare di notare una redistribuzione degli arrivi, nel senso


“Se le presenze hanno tenuto, la stessa cosa non può dirsi per il giro d’affari complessivo, che è nettamente inferiore rispetto allo scorso anno. A fronte della cessione di interi pacchetti vacanze a gruppi organizzati, vi è stato infatti un sostanziale abbattimento dei prezzi”

che i dati – se confermati – rilevano una diminuzione degli italiani e un incremento dei turisti stranieri”. Da quali Paesi? “Principalmente belgi, olandesi, svedesi, tedeschi e in genere dai Paesi del Nord Europa hanno confermato una particolare predilezione per Senigallia e la Riviera del Conero, mentre gli olandesi hanno “ripagato” gli investimenti in promozione fatti per Senigallia e la zona di Arcevia”. Mentre i russi apprezzano maggiormente la Riviera delle Palme … “Si, ma vi è di più: la costa meridionale della regione ha registrato un forte aumento delle presenze di russi della fascia media”. Quanto alla tipologia di alloggio, l’albergo rimane la scelta preferita?

“Si, la maggior parte dei turisti opta per le classiche strutture alberghiere. Però anche le country house sono sempre più gettonate”. L’idea che si dovesse puntare molto su questi “alberghi di campagna” è un Suo merito, a detta di molti. Oggi ne sarà ancor più convinto … “Quella della country house è una scelta che si è dimostrata vincente perché in grado di coniugare esigenze di sviluppo turistico, ricerca di comfort da parte dei turisti e tutela del paesaggio”.

no bene i progetti promozionali pensati su base territoriale, purchè siano posti sempre sotto l’ombrello regionale. Del resto, la storia insegna che una politica promozionale parcellizzata esce perdente dalle sfide del mercato”.

Direttore, una battuta sul Consorzio MarcheMaraviglia. Qual è la sua opinione a riguardo? “Per la prima volta nelle Marche esiste una realtà in grado di indirizzare a tutto il territorio regionale le attività promozionali della Regione. Intendiamoci: van-

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COVER STORY

Vittoriano Solazzi 16


Tutela dello stato sociale, sostegno all’economia e taglio agli sprechi: il Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche traccia un bilancio dei primi tre anni di legislatura di P. Duranti

P

residente, in un momento delicato come questo, qual è il ruolo dell’Assemblea legislativa regionale, e della Regione nel suo complesso? “Il compito dell’organo legislativo assume ancor più valenza strategica in un passaggio difficile come quello che stiamo attraversando. A questo proposito, non posso che cogliere positivamente l’invito fatto, in occasione delle recenti comunicazioni al Consiglio, dal Governatore Spacca circa l’esigenza di privilegiare il ruolo legislativo, nella condivisione e formulazione delle scelte e degli indirizzi da seguire”. Secondo Lei questa funzione è stata ricoperta in modo efficace durante questi primi tre anni di Legislatura? “Direi proprio di sì, grazie anche alla diffusa consapevolezza da parte di tutti i gruppi politici che compongono l’Assemblea, del ruolo che oggi ha l’istituzione Regionale”.

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COVER STORY

Questa unità d’intenti si è tradotta in misure concrete? Pur partendo da un contesto estremamente difficile, derivante da sei anni di crisi (tre dei quali caratterizzati da recessione) che hanno messo a dura prova il “modello marchigiano” e da una politica perseguita a livello centrale improntata alla spending review – che solo nel triennio 2012-2015 sottrae alla regione 1,3 miliardi di euro di trasferimenti statali– abbiamo adottato iniziative concrete sul terreno del taglio dei costi, in difesa dello stato sociale e per agevolare il rilancio economico”.

drasticamente i trasferimenti di risorse ai gruppi consiliari e azzerato le spese di consulenza. Insomma, una serie di provvedimenti che dal 2010 ad oggi hanno comportato per il bilancio dell’Assemblea legislativa un risparmio di un milione di euro di spese di funzionamento. Un risultato, questo – e lo dico con orgoglio,

Partiamo dai tagli dell’Assemblea. “Le cifre e gli atti adottati dal Consiglio regionale parlano da soli. Siamo stati tra le prime Regioni italiane ad aver deliberato la diminuzione del numero dei consiglieri (da 43 a 31, ndr) abbiamo cancellato il vitalizio e la sua reversibilità, eliminato le spese di trasferta, ridotto

- reso possibile da un’intesa unanime di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio”.

centriamoci su questo secondo tema. “A differenza dei Governi centrali la politica perseguita, in questi difficili anni, dalla Regione, non è stata quella dei tagli lineari. Si è adottata una politica di spesa selettiva confermando l’impegno finanziario della Regione in alcuni capitoli strategici quali lo stato sociale, la cultura, il turismo, l’ambiente per noi assi fondamentali. In particolare, per quanto attiene alla difesa dello stato sociale, vorrei ricordare che la Regione è intervenuta, con lo strumento della Cassa Integrazione in deroga , a sostegno di oltre 80mila cittadini marchigiani. Non vanno poi dimenticate le misure finalizzate al sostegno dell’economia nel suo complesso, con particolare attenzione ai giovani”.

Anche il bilancio della Regione contiene misure che vanno nella direzione di un ulteriore abbattimento dei costi e di sostegno ad imprese e famiglie? Con-

Cioè? “La Regione Marche ha impiegato importanti risorse per incentivare la creazione di start-up e l’imprenditorialità

“Dal 2010 ad oggi l’Assemblea legislativa delle Marche ha risparmiato un milione di euro di spese di funzionamento”

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Un manager prestato alla politica Nativo di Mondolfo, Vittoriano Solazzi risiede a Marotta, è coniugato e ha un figlio. Si è laureato in giurisprudenza presso l’università di Urbino con una tesi in Diritto Amministrativo. Funzionario di banca, è stato per diversi anni Direttore Marketing. Numerose le cariche istituzionali ricoperte: Vice Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, con deleghe al Bilancio, Patrimonio, Finanze e Turismo (1999); Sindaco di Mondolfo (2001); Consigliere regionale delle Marche (2005); Assessore regionale al Turismo, Beni e Attività culturali, Commercio, Fiere e Mercati, Tutela dei Consumatori e Pesca (2008); Presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche (2010); Responsabile per le Politiche Europee in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome (2010).

giovanile, ha stanziato fondi per il sostegno al commercio, alle Pmi, ha incentivato l’assunzione di giovani. In questa rassegna menzionerei anche le misure a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle nostre imprese. Sono state infine introdotte disposizioni volte ad accorciare i tempi di pagamento dei debiti maturati nei confronti dei fornitori”. A proposito dei debiti della Pa, vi è comunque il problema dei vincoli derivanti dal Patto di Stabilità, che impedisce agli Enti, anche i più virtuosi, di pagare i propri fornitori. “Proprio per far fronte a questo problema, la Regione ha limitato tali vincoli con il patto di stabilità verticale, ridando respiro a molti Enti locali e permettendo alle imprese di incassare i propri crediti”. Lei ha citato il turismo e la cultura quali fattori di sviluppo dell’economia regionale. “Una riflessione su questo aspetto impo-

ne una premessa: siamo consapevoli che il territorio è caratterizzato da un tessuto produttivo fortemente manifatturiero, e che questa fisionomia ha rappresentato per decenni un modello vincente che va tutelato con ogni mezzo a nostra disposizione. È altrettanto evidente però che la congiuntura in atto ha indebolito tale

della nuova programmazione europea 2014-2020: vi sono buone notizie in arrivo per le Marche? “I fondi strutturali destinati alla Regione ammonteranno a quasi un miliardo di euro e saranno nei prossimi anni le vere risorse finanziare da destinare alla ripresa economica. Si tratta di lavorare in questi mesi nel confronto con il Governo nazionale per la loro migliore allocazione, cioè perché vengano indirizzate per misure che riteniamo strategiche. Un lavoro peraltro che l’esecutivo sta svolgendo con il massimo impegno”.

“Con la Cassa Integrazione Guadagni abbiamo sostenuto oltre 80.000 cittadini marchigiani” struttura, ragione per cui occorre puntare su un secondo motore di sviluppo economico, che abbiamo individuato nella cultura, nel turismo, nell’ambiente e nell’agricoltura. Settori, questi, che hanno ancora notevoli capacità espansive”. A questo proposito siamo alla vigilia

Secondo Lei quali sono alcuni punti di debolezza dell’economia marchigiana? “Sicuramente il nostro territorio sconta ritardi infrastrutturali notevoli e ciò è certamente un handicap sul quale peraltro negli ultimi anni la Regione ha lavorato. Solo per citare alcuni esempi penso alla 3° corsia, alla quadrilatero, alla re-

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COVER STORY

Pur partendo da un contesto estremamente difficile, derivante da sei anni di crisi (tre dei quali caratterizzati da recessione) che hanno messo a dura prova anche il “modello marchigiano” e da una politica perseguita a livello centrale, improntata alla spending review – che solo nel triennio 2012-2015 sottrae alla Regione Marche 1,3 miliardi di euro di trasferimenti statali - abbiamo adottato iniziative concrete sul terreno del taglio dei costi, in difesa dello stato sociale e per agevolare il rilancio economico” cente creazione della società di progetto per un’opera che è a tutti gli effetti un’incompiuta: La Fano-Grosseto. Poi va detto che per un sistema produttivo, come quello marchigiano, con prevalenza di imprese medio piccole che non possono ricorrere al capitale di rischio c’è il tema centrale del credito alle aziende”. A proposito di credito c’è la grave situazione di Banca Marche. Rischia il fallimento? “Assolutamente no, non è questo il problema, il problema è che le difficoltà indotte dalla crisi di alcuni settori finanziati in questi anni, espone Banca Marche al rischio di essere acquisita da qualche gruppo bancario nazionale o internazionale e questo rappresenterebbe per il sistema del credito regionale sicuramente un danno.

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Siamo così convinti di ciò che il Consiglio regionale ha votato una mozione in cui si auspica che la comunità marchigiana sottoscriva l’aumento di capitale richiesto da Banca d’Italia. Siamo certi che sarà così”. In più occasioni Lei ha sottolineato l’importanza di fare squadra, creare reti, aggregare e integrare. Ritiene che rispetto al passato siano stati compiuti passi in avanti? “Guardi, la propensione all’individualismo, al campanilismo , al frazionismo è un freno del nostro Paese, se questo nel passato ha rappresentato un limite alla crescita ed allo sviluppo ed una fragilità per i nostri sistemi, oggi ciò è insostenibile. Passi in avanti se ne fanno, ma il ruolo delle pubbliche amministrazioni non è

secondario nell’accompagnare, incentivare, sollecitare una accelerazione in tal senso. Ciò riguarda il privato e il pubblico. Ma anche qui non si sta con le mani in mano. Solo per citarle un esempio la Regione Marche è fra le regioni protagoniste nella realizzazione di integrazione fra i comuni: integrazione di servizi, unioni, fusioni. Questa è la strada”.


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CONTROCOPERTINA

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Luca Bartoli

Il Presidente di Ex.it, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Macerata per l’internazionalizzazione, ricorda come “in competizione con produttori stranieri più dinamici ed efficienti, i nostri industriali hanno dovuto puntare tutto sulla qualità, sul design e sull’innovazione” di P. Duranti

Q

ual’è la situazione delle aziende della provincia sull’export e sui processi di internazionalizzazio- ne? “La crisi economica ha messo in difficoltà molteplici settori produttivi della provincia di Macerata, soprattutto a causa del crollo della domanda interna. Pertanto gli imprenditori si sono resi conto molto presto che l’unica strada da percorrere era quella di guardare ai Paesi esteri, sia per poter esportare i nostri prodotti - e in questo senso si puntava sulle aree economicamente più floride come il Medio e l’Estremo Oriente -, sia per portare all’estero alcuni settori produttivi delle nostre aziende e per questo si sono individuati alcuni Paesi in cui la manodopera fosse meno costosa e permettesse di competere sui prezzi. Molti sono stati i tentativi fatti per portare la nostra produzione all’estero, puntando soprattutto sulla Romania o sulla Polonia, ma i risultati non sono stati pari alle aspettative”. Secondo Lei perché? “Perché si otteneva un abbassamento dei costi di produzione ma i prodotti diventavano sempre meno apprezzati nei Paesi in via di sviluppo, dove la clientela cominciava a preferire una produzione di fascia alta e soprattutto chiedeva il made in Italy. Su questa strada, quindi, molti operatori economici del territorio hanno

dovuto fare marcia indietro. Ma non tutti. Infatti chi aveva delocalizzato ad esempio in Cina o in Paesi dell’ex Unione Sovietica ha trovato un nuovo mercato proprio in quei territori dove hanno potuto aprire negozi o show-room. Hanno avuto più fortuna quanti sono andati alla ricerca di nuovi mercati nei Paesi in via di sviluppo”. Soffermiamoci su questo aspetto. “In competizione con produttori stranieri più dinamici ed efficienti, i nostri industriali hanno dovuto puntare tutto sulla qualità, sul design e sull’innovazione, presentando modelli di alta classe e di sicuro successo nei ceti emergenti di Paesi che vantavano un incremento da primato del loro Pil. Ma l’innovazione delle nostre aziende non ha riguardato soltanto il prodotto, ma anche la loro organizzazione interna: sono infatti diventate sempre più efficienti e razionali, ottenendo così un’alta competitività. In questo processo di trasformazione alcune aziende si sono “perse” mentre la delocalizzazione ha spazzato via le imprese che lavoravano per conto terzi. Quindi sono rimaste in piedi, ed anzi si sono rafforzate, le aziende più strutturate e dinamiche le quali, in molti casi, sono riuscite a riassorbire le migliori professionalità che avevano perduto il lavoro per la chiusura delle piccole imprese.

Quindi c’è stato un miglioramento anche professionale di tutti i dipendenti. A tutto questo c’è da aggiungere che proprio le aziende più strutturate, avendo trovato nuovi sbocchi di mercato e quindi aumentando gli utili, hanno potuto investire anche nell’acquisto di nuovi macchinari, e molte catene di montaggio sono state robotizzate, ma soprattutto nell’acquisizione di materiali di alta e altissima qualità ai quali i loro competitor potevano accedere con maggiori difficoltà. Tutto ciò ha consentito di portare la qualità dei nostri prodotti ai massimi livelli, aumentando a dismisura il valore aggiunto di tutti i prodotti che hanno il marchio “made in Italy”. Una spinta alle esportazioni è venuta anche dalla possibilità di molte aziende, specialmente di quelle più dinamiche, di essere presenti alle più importanti fiere nazionali e soprattutto a quelle internazionali”. In tale ambito un ruolo importante è stato svolto proprio da Ex.it. … “Questa partecipazione è stata sostenuta anche dalla Camera di Commercio e da Confindustria Macerata ma soprattutto dall’Azienda Speciale Ex.it, che ha dato il supporto logistico anche alle imprese meno strutturate, per andare all’estero e di mostrare i loro prodotti di nicchia che hanno sempre incontrato il favore degli acquirenti stranieri. Così è accaduto che

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CONTROCOPERTINA

Ex.it incrementerà l’attività già avviata nella Civica Enoteca Maceratese per favorire sia la conoscenza dei prodotti del territorio sia l’afflusso di turisti italiani e stranieri che visitano la città, in modo che trovino qui un punto di accoglienza” qualche piccola azienda partecipando ad una sola fiera internazionale sia riuscita ad acquisire commesse utili per lavorare per un’intera annata. E questo non è il “miracolo italiano” di una volta, ma soltanto la grande voglia di lavorare, di farcela, di non rimanere indietro, di dare un calcio alla crisi e soprattutto di non buttare sul lastrico i propri dipendenti con le loro famiglie”. Quali sono i settori più attivi? “Il settore che fa maggiormente da traino nell’export è quello delle calzature, grazie alle potenzialità del distretto calzaturiero Maceratese-Fermano. Un settore che, avendo superato già in passato altre crisi, è stato il più sollecito ad individuare le strategie per superare le difficoltà iniziali puntando tutto sul miglioramento della qualità del prodotto. Non da meno sono stati gli altri settori di eccellenza della provincia di Macerata”. Cioè? “Mi riferisco in particolare all’abbigliamento, alla pelletteria, agli strumenti musicali, all’enogastronomia. Ma anche

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l’elettronica e la meccanica, pur avendo soltanto delle piccole punte di eccellenza, hanno saputo conquistare mercati con prodotti innovativi non facilmente trovabili altrove. Ho accennato all’enogastronomia che potrebbe sembrare un settore marginale per la provincia di Macerata, rispetto ai colossi dell’Emilia Romagna, eppure va detto che ci sono alcuni nostri pastifici che, grazie ai loro prodotti esclusivi, riescono ad esportare persino in Inghilterra. Non parliamo poi dei vini e dell’olio extravergine che, grazie ai premi vinti di anno in anno in manifestazioni internazionali, riescono ad avere un mercato di nicchia non solo in Italia ma anche all’estero. Analogo il discorso per gli strumenti musicali. Infatti in questo settore le nostre imprese non possono competere con i colossi stranieri, ma c’è ad esempio una piccola azienda che riesce a produrre strumenti musicali addirittura “su misura” per i clienti (ovviamente tutti musicisti di chiara fama) cui sono destinati. Ebbene, vi sono dei grandi musicisti che sono venuti anche dagli Stati Uniti per acquistare direttamente dal produttore lo strumento più

adatto per loro. A parte questo c’è anche il fatto che quest’azienda utilizza anche un materiale speciale che consente una grande duttilità. Si potrà dire che questi settori non consentono una produzione di massa, né che offrano grandi opportunità di occupazione della manodopera ma è chiaro che queste eccellenze, sia pure di piccole dimensioni, se messe tutte insieme consentono di tenere molto alti i livelli di export della nostra provincia tanto da poter competere con altre realtà più dimensionate”. Quali i rapporti della Ex.it con gli enti locali, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali e gli istituti di credito? “Quello di avere ottimi rapporti con tutti questi interlocutori è un fiore all’occhiello della Ex.it che, grazie proprio alla politica portata avanti in questi anni, è riuscita a creare una vera e propria rete che consente di realizzare molte iniziative collaborando fattivamente per i settori di propria competenza. L’ultima nata è la creazione della Civica Enoteca Maceratese, in pieno centro storico, che ha visto


la collaborazione del Comune, della Provincia, dei produttori vitivinicoli, dell’Associazione sommelier e di altre associazioni. Non solo, ma quegli stessi locali vengono di volta in volta messi a disposizione anche di altri enti e istituzioni per varie iniziative sia culturali che promozionali o divulgative. Proprio questa collaborazione ha consentito di realizzare, in occasione di grandi fiere, soprattutto all’estero ma anche in Italia, degli spazi di accoglienza riservati ai nostri operatori economici e ai loro clienti, in cui non solo sono esposti dei prodotti di nicchia ma si possono gustare le eccellenze gastronomiche della provincia e piatti della tradizione preparati dagli allievi dell’Istituto alberghiero di Cingoli. Proprio in occasione di queste manifestazioni fieristiche si riesce ad organizzare, con la collaborazione di vari enti (in primis ovviamente la Regione Marche) e con la sponsorizzazione dei privati, anche delle serate promozionali in cui a trionfare è proprio il “made in Macerata”, con grandissimo interesse delle autorità locali e degli operatori stranieri. La rete di reciproca collaborazione creata con i vari

enti ed associazioni ha anche consentito alla Ex.it di mettere insieme un pool di professionisti e aziende interessate ad operare in Libia in progetti di ricostruzione delle strutture scolastiche, sanitarie e creditizie, nonché di altre opere pubbliche che erano andate distrutte durante la “rivoluzione araba”. Pool di professionisti e di aziende che hanno organizzato, proprio grazie alla Ex.it, un forum con la partecipazione della controparte libica. E i contatti e le intese stanno andando avanti positivamente”. E i rapporti con le Università del territorio come sono? “Non manca neppure la collaborazione con le Università di Macerata e Camerino e non poche volte i due Rettori hanno preso parte ad iniziative programmate nei locali dell’Enoteca di Corso della Repubblica, che negli ultimi tempi sono diventati punto di ritrovo e di incontro di quanti frequentano il centro storico di Macerata. Molto spesso anche alcuni sindaci dei Comuni della provincia chiedono la disponibilità dell’Enoteca per presentare i loro prodotti, sia che si tratti

di vini che di formaggi, oli e addirittura pesce. Il che consente di organizzare anche dei corsi gratuiti per far conoscere ai consumatori i prodotti di eccellenza del territorio, creando così un circolo virtuoso tra produttori e consumatori”. Ci può parlare di qualche progetto? “Innanzitutto si incrementerà l’attività già avviata nella Civica Enoteca Maceratese per favorire sia la conoscenza dei prodotti del territorio sia l’afflusso di turisti italiani e stranieri che visitano la città, in modo che trovino qui un punto di accoglienza. Si potenzierà poi il ruolo istituzionale della Ex.it e cioè la promozione della internazionalizzazione delle aziende del territorio, organizzando trasferte all’estero in occasione delle fiere internazionali più interessanti per i nostri produttori. Si continuerà a dare assistenza agli operatori economici che intendono avere informazioni di prima mano sulla situazione economica dei vari Paesi in cui intendono trasferire i loro prodotti e aprire shoow-room, indicando loro anche i canali burocratici da seguire”.

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IL PERSONAGGIO

Velika Papiri, vincitrice del Premio Smau 2013 “La nostra società nel Fermano ha ricevuto il riconoscimento sullo stesso podio in cui è stato premiato un sistema informatico della Microsoft” di A. Dachan

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ecentemente le è stato conferito il Premio Smau di Bologna, nella categoria “Sistemi Gestionali Integrati”. Vuole parlarci del concorso e del prodotto che ha presentato? “SMAU attraverso una giuria del Politecnico di Milano ha selezionato i migliori progetti in tema di ‘Information and Communication Technology’ presentati dalle imprese che hanno innovato il proprio business attraverso l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La nostra Società, AssiFinBank, che gestisce le agenzie di assicurazione Allianz a Fermo e Grottammare, ha presentato un sistema gestionale integrato, con applicazioni di ‘business intelligence’ a interfaccia web. Un programma sviluppato su misura per il settore assicurativo e bancario, ma che in realtà può essere impiegato in qualsiasi segmento economico, poiché altamente personalizzabile. Si tratta di una piattaforma che gestisce i dati aziendali e monitora costantemente il lavoro dei dipendenti supportando i processi, i flussi di cassa, le criticità; è

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utilizzabile anche da applicativi mobili come tablet e smartphone, e questo significa accesso ai dati e monitoraggio a distanza, nessun errore umano, e finalmente documenti dematerializzati. Analizzare le vendite e le prestazioni, automatizzando e velocizzando le attività, ha un vantaggio economico e produttivo, migliora la qualità del servizio offerto al cliente e la flessibilità del lavoro dei collaboratori che possono fare tutto comodamente da casa o in mobilità con una semplice connessione internet”. Cosa significa questo riconoscimento per lei? “Un grande orgoglio per un progetto in cui ho sempre creduto e che mi ha reso perseverante verso lo scopo. Abbiamo ricevuto il riconoscimento sullo stesso podio in cui è stato premiato un sistema informatico della Microsoft, può immaginare? E’ stata la conferma che la sinergia di più menti può creare qualcosa che singolarmente non riusciremo mai a realizzare. Io non ho una formazione informatica, la mia è passione per il mon-

do assicurativo e finanziario e una forte convinzione che la tecnologia deve semplificare il nostro lavoro, e migliorare la qualità della vita. Svolgere la propria attività meglio ed in minor tempo per aumentare la produttività e avere più spazio per le passioni, lo sport, la famiglia”. Vuole raccontarci il suo percorso professionale? “Appena terminati gli studi entrai nell’ambito bancario, una realtà in pieno sviluppo ma che non mi dava l’entusiasmo che cercavo, dopo qualche anno rimasi affascinata dal mondo assicurativo, dall’aspetto sociale di questa professione, e non l’ho più lasciata. Mi licenziai da un posto fisso che tutti m’invidiavano, entrai come apprendista impiegata in una piccola agenzia assicurativa. Due scrivanie in 40 mq, un solo computer e matite talmente corte che dovevi rovesciare il portapenne per prenderle. Eppure sentivo che aveva grandi potenzialità e diventò una sfida che mi diede gli stimoli giusti per vincerla. Ho avuto la fortuna di avere un datore di lavoro giovane e di mentali-


Competenze e riconoscimenti • Dal 2004 al 2010 ha contribuito alla realizzazione di un software assicurativo che ha ottenuto i riconoscimenti delle principali riviste del settore (Assinews, Assicura, Economy inserto di Panorama) • Vincitore del premio IDA indetto da “Assicura” Edipi Editore (2009) • Vincitore SMAU Sistemi Gestionali Integrati (2013)

tà aperta, che ha creduto in me e mi ha dato lo spazio necessario per crescere e realizzarmi. Dal 2001 faccio parte della Società e sono all’interno del Consiglio di Amministrazione”. Che tipo di formazione e competenza richiede un ruolo come quello che lei riveste? “Per diventare Agente bisogna anzitutto superare una prova d’abilitazione. Studiavo dopo il lavoro per prepararmi all’esame, ma ho imparato molto di più sul campo ascoltando il mio capo durante le trattative di vendita e consulenza. Superai l’esame e l’anno dopo, a 23 anni ero in Allianz l’agente donna più giovane in Italia. Lavorare per una delle Compagnie più solide e potenti al mondo ti dà un’impronta internazionale, e la possibilità di frequentare le migliori accademie di formazione assicurativa. Il cliente ci affida la tutela di ciò che gli è più caro: la casa, l’azienda, la famiglia, questa fiducia merita di essere ripagata con una competenza impeccabile, per questo Assifinbank ha sempre investito in cultura

assicurativa e finanziaria, anche all’estero, e questo ha richiesto sforzi economici e organizzativi”. Spesso si pensa che quello bancario sia un settore ad appannaggio prevalentemente maschile: lei è l’eccezione che conferma la regola? “Per tanti anni questo Paese ha associato al ruolo femminile lo stereotipo di moglie e madre, ma oramai la donna si è inserita a pieno titolo nel mondo del lavoro, anche se viene spesso esclusa da ruoli manageriali e professioni che richiedono una certa flessibilità d’orario o disponibilità a viaggiare, condizioni che non collimano con gli impegni familiari di una donna. Eppure una maggiore rappresentanza femminile porta a organizzazioni più concrete e a migliori performance; non dare spazio al talento e alla sensibilità femminile è perdita di valore per l’impresa. Nonostante tutto non ho mai condiviso appieno il principio delle “quote rosa”, l’idea che una donna riceva un incarico grazie ad un obbligo di legge mostra ancor di più una presunta

inferiorità rispetto all’uomo, sono invece convinta che una donna debba farsi valere, e meritare un ruolo dirigenziale cosi come lo deve meritare un uomo. E’ una questione di cultura che si basa, come in tantissimi paesi nordici, sulla meritocrazia e la valutazione del talento. Io ho avuto un datore di lavoro (ora mio socio) senza pregiudizi. Gli sarò sempre riconoscente per questa opportunità”. Quali sono le sue prossime sfide? “Stiamo per partire con un nuovo progetto di “banca-assicurazione” in collaborazione con Allianz Bank. In merito al gestionale informatico, si sono approcciate società estere interessate a portare innovazione tecnologica oltreconfine, il mio cuore è in Italia, ma adesso il momento propizio è altrove, anche se il programma sarà sempre 100% made in Marche”.

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BORSA

Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate

Biesse Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

ELICA Star +35,18% +18,02%

Fase positiva per la pesarese BIESSE, che vede un aumento interessante del prezzo per azione, guadagnando così il +35% negli ultimi sei mesi. Dagli ultimi dati, si ipotizza ora una fase di stabilità, rintracciabile anche nella performance rispetto al Ftse All-Share (-0,501%) sulla giornata di borsa del 19/09/2013. I volumi sono risultati pari a 35.000 pezzi scambiati, e il mercato è partecipe. Volatilità elevata.

BlueChip +25,19% +83,07%

Ottime performance per il titolo INDESIT COMPANY: per un’azione si devono sborsare ben 7,25 euro, un prezzo che non si registrava (fatta eccezione per il mese in corso) dal giugno 2011. La performance rispetto al Ftse All-Share (-0,322%) sulla giornata del 19/09/2013, segna una pausa nella direzione del trend. I volumi sono moderati (135.000 pezzi scambiati), volatilità ridotta. Trend di breve stabile.

TOD’S Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

BlueChip +21,77% +66,84%

Cresce senza esitazioni l’azione del “patron” Della Valle; il titolo TOD'S si posiziona infatti a quota 138,4 euro, un dato importante e premessa favorevole ad una evoluzione di breve termine al rialzo. In termini di performance sul Ftse All-Share (+ 0,51%) sulla giornata del 19/09/2013, l’azione ha fatto meglio della media di mercato. Tuttavia i volumi scambiati sono bassi (67.000), un valore inferiore alla seduta precedente. Trend di breve incerto. Volatilità ridotta.

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Star +31,18% +55,66%

Buona progressione per il titolo della fabrianese ELICA, che si apprezza fino a quota 1,43 euro per azione. In termini di performance sul Ftse All-Share, tuttavia, si registra una variazione negativa del -0,123% sulla giornata del 19/09/2013. Lo strumento ha fatto peggio del mercato. I volumi sono in discesa rispetto alla media (25.000 unità scambiate), segno di una partecipazione decrescente da parte del mercato. Volatilità ridotta.

Poltrona FRAU

Indesit Ord. Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:

Star +89,39% +100,11%

Guadagna consensi e si apprezza il titolo POLTRONA FRAU, che fa registrare un prezzo per azione di 1,88 euro, aumentato del +89% rispetto a 6 mesi fa e più che raddoppiato rispetto a settembre dell’anno scorso. I volumi sono pari a 96.000 pezzi scambiati, valore superiore alla seduta precedente del 19/09/2013 ma inferiore alla media settimanale, segno comunque di attività crescente intorno allo strumento. Trend di breve a rialzo.

Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521

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BREVI

RIO DAL TERRITO

Turismo nelle Marche: a luglio e agosto segnali di crescita

Il turismo marchigiano registra il segno più, soprattutto grazie alle presenze straniere. Lo rivela la Regione Marche, anticipando i dati dell’Osservatorio turistico. Relativamente a luglio si parla di +2,20% di arrivi e +2,26% di presenze, con un'ottima performance soprattutto per gli stranieri (+3,60% di arrivi e +4,10% di presenze). A crescere, in particolare, i turisti provenienti dalle aree dove più forte è stata l'azione di promozione e di incoming della Regione Marche, come la Russia, che ha registrato un +31,9% di presenze e un +44,7% di arrivi.

I marchigiani incoronano Giacomo Leopardi. Il poeta de “L’infinito” è il personaggio che rappresenta meglio l’anima delle Marche. Arte e cultura prevalgono anche con Rossini e Raffaello, ma Valentino Rossi e Diego Della Valle ricordano che le Marche sono anche vittorie, successo e capacità imprenditoriale. L’ultimo sondaggio di Sigma Consulting svela la classifica dei personaggi preferiti per rappresentare le Marche in Italia e nel Mondo. Con percentuali di citazione inferiori, segue un elenco di ulteriori trenta nomi tra i quali spiccano: Neri Marcorè 7%, Giovanni Allevi 6%, Valentina Vezzali 3%.

Cresce il No profit nelle Marche: + 37,1 per cento in 10 anni

Sono 131.386, pari al 3% del totale nazionale (4.425.950) le imprese rilevate sul territorio delle Marche dal 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit. La regione presenta rapporti molto elevati di volontari rispetto alla popolazione residente: l'incidenza sulla popolazione e' pari a 1.037 volontari per 10 mila abitanti, valore al di sopra della media nazionale (801 volontari per 10 mila abitanti).

Promuovere la candidatura di Urbino a Capitale europea della cultura 2019 e diffondere la conoscenza del suo patrimonio artistico–culturale. Con questi obiettivi la regione Marche, la città e la Soprintendenza di Urbino, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di New York, promuovono, dal 1° al 28 ottobre, un’esposizione straordinaria della Santa Caterina d’Alessandria, uno dei principali dipinti dell’età giovanile di Raffaello nella Grande Mela. Un’occasione unica per i newyorkesi che va ad arricchire il programma di iniziative per la celebrazione dell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Dopo Sofia, la Santa Caterina del nostro Raffaello vola così verso la Grande Mela per essere esposta all’Istituto Italiano di Cultura di New York, per la mostra Urbino, il Rinascimento, Raffaello: viaggio nel cuore dell’Umanesimo Europeo. 30

Leopardi batte Valentino Rossi e Diego Della Valle

Urbino 2019 negli Stati Uniti con Raffaello


Nella basilica romana di Santa Maria dei miracoli in piazza del Popolo è stato dato l’ultimo addio al cantautore marchigiano, originario di camerino, Enrico Sbriccioli, in arte Jimmy Fontana, che si è spento mercoledì 11 settembre. Tra i suoi brani più celebri si ricorda “Il mondo”, che nel ’65 lo ha portato in vetta alle classifiche internazionali e “Che sarà”; il compianto artista si era esibito per l’ultima volta lo scorso 30 agosto, a San Severino, incantando il pubblico proprio con questi due brani. “Con la morte di Fontana Macerata perde uno dei suoi artisti più autentici e appassionati”, ha affermato il sindaco Romano Carancini.

Il Carnevale di Fano apre le porte ai fanesi per la selezione dei bozzetti

La Carnevalesca ha aperto le sue porte alla cittadinanza per la selezione dei bozzetti per il Carnevale di Fano 2014. L’annuncio è stato dato dallo stesso Ente di piazza Andrea Costa che ha organizzato un evento pubblico, a Bellocchi di Fano, a cui la cittadinanza ha risposto con entusiasmo. “Per la prima volta i fanesi sono stati protagonisti di un passaggio fondamentale nella costruzione dell'evento simbolo di Fano” ha detto Luciano Cecchini, presidente dell'Ente Carnevalesca”. Una commissione composta da artisti, rappresentanti dell'Ente Carnevalesca e autorità locali ha valutato la bellezza, l'originalità, il senso satirico degli elaborati preparati dai maestri della cartapesta e della gommapiuma e finalizzati alla realizzazione di carri allegorici di 1^ e 2^ categoria, del Pupo e delle Mascherate per l’edizione 2014 del Carnevale di Fano.

Dall’online alla realtà: i migliori Instagramers e Blogger d’Italia hanno portato tutti i loro followers (più di 400.000) a conoscere alcune zone della nostra Regione. Dal 13 al 15 settembre 2013, bloggers, instagramers e influencer (persone con ampio seguito e visibilità on line) della rete web e molto presenti nei social media, hanno visitato alcune zone delle Marche alla scoperta di prodotti tipici, della cucina, dell’ospitalità e delle bellezze naturalistiche, spirituali e culturali del nostro territorio, vivendo di persona quello che sono soliti vedere solo su web. Il principale obiettivo del tour, patrocinato e in collaborazione con la Regione Marche, prima regione Social d’Italia, dal Comune di Ancona Ass.ti Turismo e Cultura, Comune di Osimo, Comune di Senigallia, Comune di Arcevia, è stato la promozione della regione Marche e della #destinazionemarche.

Spacca scrive a Zuckerberg: perché Urbino in Emilia Romagna?

Addio a Jimmy Fontana, la voce delle Marche che ha conquistato “Il mondo”

I blogger più seguiti a spasso per Osimo e Riviera. Raggiunti 400 mila follower

Un invito garbato a "mettere in ordine la geografia" su Facebook. Lo ha rivolto il governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca al fondatore del social network Mark Zuckerberg. " Caro Mark Zuckerberg, mi chiedo perché alcune città delle Marche, come Urbino, candidata a Capitale europea della cultura, risultano essere, per Facebook, in Emilia Romagna e non nella nostra regione? E così altre città delle nostre meravigliose Marche, come Arcevia, Fabriano, Camerino, alcune in provincia di Pesaro e Urbino, come Acqualagna, Cagli, Urbania e altre. Possiamo provvedere a mettere in ordine la geografia di Fb? Grazie!”.

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S W E NDAL MONDO USA I have a dream, 50 anni dopo il discorso di Martin Luther King

“Io ho un sogno: che i miei quattro bambini un giorno possano vivere in una nazione nella quale non verranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per la sostanza del loro carattere”: è lo storico discorso pronunciato di fronte a 250 mila persone dal reverendo attivista per i diritti umani Martin Luther King il 28 agosto 1963 in occasione della marcia per il lavoro e la dignità che si tenne a Washington. Il presidente Usa Barack Obama: "Sono qui, siamo qui, grazie a quelle battaglie e a quelle marce. La fiamma della giustizia non è mai morta. Siamo in debito con chi ha sacrificato la vita per cambiare il nostro Paese. Con chi ha marciato insieme in quegli anni. Per noi".

La Commissione europea ha confermato la sua decisione di vietare dal prossimo primo dicembre l’utilizzo di alcuni ‘pesticidi-killer’ perché considerati dannosi per le api, che negli ultimi anni hanno subito morie. Nel mirino dell'Esecutivo Ue sono finiti i pesticidi thiamethoxam, imidacloprid e clothianidin prodotti da Syngenda e Bayer, e Fipronil della tedesca Basf. Il provvedimento adottato nei mesi scorsi, tiene a precisare l'Esecutivo Ue, '' è basato su informazioni scientifiche e sulle conclusioni dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)''.

Germania Troppe informazioni mandano in tilt il cervello

Secondo un recente studio del famoso ricercatore, il neurobiologo tedesco Martin Korte, i danni che potrebbe provocare sul cervello un eccessivo uso di internet sarebbero molteplici, perché l’uomo non è fatto per una gestione multitasking. La mole di informazioni con cui si ha a che fare creerebbe un caos tremendo e la concentrazione mancherebbe quindi di lucidità. Registrare ogni notizia letta senza applicare un minimo filtro, comporterebbe, infatti, una perdita di raziocinio A cascata un aumento del tasso di errori e l’instaurarsi del bisogno sempre più frenetico di soddisfare le proprie necessità in tempi immediati.

Entro il 2030 le rinnovabili costituiranno più della metà della nuova produzione di energia in Cina e la potenza installata di energie rinnovabili sarà uguale a quella del carbone: lo rivela un rapporto pubblicato dalla Bloomberg New Energy Finance (Bnef) sul futuro energetico del gigante asiatico. Il rapporto Bnef sottolinea che “Dopo la sua rapida espansione economica negli ultimi decenni, la Cina è diventata il mercato energetico più grande del mondo, il più grande emettitore di anidride carbonica a livello mondiale e consuma la metà del carbone nel mondo”.

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Belgio Stop dell’UE ai pesticidi killer

Cina Il 2030 sarà “rinnovabile”


La capitale colombiana si è qualificata prima ai “City Climate Leadership Awards” - categoria Urban Transportation - i premi internazionali destinati alle città che meglio si sono distinte nella lotta al cambiamento climatico e nella sostenibilità urbana. Bogotà ha reso il trasporto pubblico ecologico col progetto “Transmilenio”, che ha già permesso di risparmiare circa 350.000 tonnellate annue di Co2 e promette di convertire all’elettrico o ibrido il 100% della rete entro il 2024;

Gran Bretagna Effetto crisi: Londra patria mondiale dei super ricchi

Il Pakistan ha ospitato nei giorni scorsi una rassegna dedicata alla cooperazione italo-pachistana, in particolare nel settore della ricerca scientifica sulla catena himalayana del Karakorum, dove sorge il K2, la seconda montagna più alta del mondo conquistata dagli italiani nel 1958. Il programma ha previsto un festival cinematografico, una mostra fotografica di Filippo de Filippi (1913-1914) e diversi seminari. L'evento è stato organizzato dal Comitato Ev-K2-Cnr e dall'Università Internazionale del Karakorum con il patrocinio dell'ambasciata d'Italia.

Senegal Il nuovo premier è Aminata Touré

Colombia Bogotà al primo posto tra le Smart City premiate per il cambiamento climatico

E' Londra la capitale dei super-ricchi in Europa, davanti a Parigi e Zurigo. Nella classifica stilata da Ubs nel rapporto annuale sugli 'Ultra high net worth individuals', cioè coloro che possiedono un patrimonio di almeno 30 milioni di dollari, anche Roma si guadagna una buona posizione, la nona, davanti a Madrid. Secondo il rapporto 'Ubs World Ultra Wealth 2013', i Paperoni hanno raggiunto il ragguardevole numero di 199.235, con un aumento di oltre il 6% rispetto al 2012 e le loro ricchezze totalizzano 28.000 miliardi di dollari, grazie ai 2.000 miliardi che si sono aggiunti nell'ultimo anno, l'equivalente del Pil dell'India.

Pakistan Festeggiamenti per il primo secolo di collaborazione con l’Italia sul K2

Classe 1962, nata a Darak, Aminata Touré è la seconda donna nella storia a diventare premier in Senegal. Militante per i diritti umani dall’età di quattordici anni e coordinatrice del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), Aminata ha presentato la sua nuova squadra di governo, che conta trentadue membri che dovranno subito affrontare la difficile sfida della crisi economica che investe il paese.

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S W E N G N U YO La genetista molecolare dell’Univpm Elena Bitocchi riceve il Premio Siga 2013

Catia Azzolini (classe 1976, residente a Urbania) assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino (sezioni di Biochimica e Biologia Molecolare) ha vinto il premio internazionale “Young Investigator Awardee of IUBMB Life 2013” (International Union of Biochemistry and Molecular Biology). La giovane ricercatrice è stata selezionata perché il suo lavoro, intitolato “Sodium dependent tran sport of ascorbic acid in U937 cell mitochondria” (autori: Catia Azzolini, Mara Fiorani, Liana Cerioni, Andrea Guidarelli, Orazio Cantoni) è stato giudicato il più rilevante, sulla base dei criteri applicati e il migliore fra quelli presentati, tutti di elevato livello scientifico. Il premio, finanziato dalla casa editrice Wiley – Blackwell, consiste in una somma di denaro pari a duemila dollari.

Dottore di Ricerca Unicam vincitore del Premio Nazionale “Vincenzo Buonocore”

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In occasione del 57° convegno annuale della Società Italiana di Genetica Agraria, è stata premiata la dottoressa Elena Bitocchi, Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche. Bitocchi, già vincitrice del Premio L’Oreal Unesco, è risultata vincitrice del “Premio SIGA 2013 - Ercole Ottaviano per la Genetica Agraria” per l'articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Americana PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America dal titolo " Mesoamerican origin of the common bean (Phaseolus vulgaris L.) is revealed by sequence data.".

Biologia molecolare. Premio internazionale a una giovane ricercatrice Uniurb

E’ un dottore di ricerca Unicam in “Diritto civile nella legalità costituzionale”, Carlo Mignone, il vincitore del Premio Nazionale “Vincenzo Buonocore” indetto dalla Società Italiana degli Studiosi del Diritto Civile per premiare la migliore tesi di dottorato discussa in Italia nel 2012, in ambito civilistico. Nella commissione c’erano, tra gli altri, il Prof. Francesco Donato Busnelli, già Direttore della Scuola Sant’Anna di Pisa, e il Prof. Annibale Marini, già membro della Corte Costituzionale.


Il 1° settembre è partito dall’aeroporto di Falconara il dottor Pietro Coletta, primo specializzando dell’Università Politecnica delle Marche a prendere servizio presso il Centro Chirurgico e Pediatrico di Goderich, Sierra Leone, gestito dall’Organizzazione non Governativa Emergency, ove rimarrà per un periodo di sei mesi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’accordo stipulato nel 2012 tra Emergency e l’Università Politecnica delle Marche, promosso dalla Professoressa Cristina Marmorale, allora Presidente della Commissione Chirurgia Umanitaria della SIC (Società Italiana di Chirurgia) nonché Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale della Facoltà di Medicina e dal Dottor Gino Strada, fondatore di Emergency.

Nuoto master: oro europeo alla staffetta del Team Marche

Undici interventi per la messa in sicurezza, l'efficientamento energetico e la riqualificazione di altrettanti istituti scolastici sparsi sul territorio provinciale. È quanto prevede il lungo elenco di progetti esecutivi approvati questa mattina dal commissario straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande. L'ammontare complessivo è di oltre 4 milioni 770 mila euro. Entro il 15 settembre, tutti i progetti verranno presentati al bando regionale emanato nell'ambito del cosiddetto "decreto del fare" varato dal governo Letta e convertito in legge dal Parlamento lo scorso 9 agosto

La carta protagonista di due corsi formativi d’eccellenza a Fabriano

Operativo il protocollo d’intesa tra Emergency e UNIVPM

Michele Luconi, Giacomo Medici, Andrea Cavalletti, Valerio Serrani: ecco i nomi dei quattro staffettisti del Team Marche Master, squadra di nascita jesina ma falconarese di adozione, che ha conquistato l'oro europeo nella 4x50 misti nella 14' edizione della rassegna continentale tenutasi ad Eindhoven in Olanda. Straordinario il tempo finale di 1.50.70 per la formazione che si presentava ai blocchi di partenza con i favori del pronostico in virtù del record europeo ritoccato al recente meeting di Gubbio.

Edilizia scolastica: la Provincia di Ancona approva undici progetti esecutivi

Fabriano lancia due nuovi corsi formativi d’eccellenza, rivolti a giovani disoccupati e inoccupati al di sotto dei trentacinque anni, che ruotano attorno a quello che da secoli è il simbolo della città, la carta. Il primo corso riguarda la “Carta come strumento di lavoro creativo”, mentre il secondo è incentrato sul “Fare impresa con la carta”. I corsi, che si terranno prevalentemente in lingua inglese, rientrano nell’ambito del progetto internazionale che vede protagonista la Fondazione Aristide Merloni e sono compresi nel programma "Officine Unesco della Cultura e dell’Impresa" che riserva il 30% dei posti a giovani stranieri.

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LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE

“La formula del capitano è molto più della ricetta che ha dato origine al celebre dentifricio, la Pasta del Capitano. È uno stile di vita e un modo di fare impresa fatto di coraggio e moderazione, di tradizione e innovazione. Una saga famigliare e imprenditoriale che racconta una pagina di storia italiana”

ILa Ciccarelli saga della famiglia che

ha fatto sorridere gli italiani Ci sono memorie familiari che rappresentano pagine importanti della storia d’Italia. Come quella che vi raccontiamo oggi, che costituisce l’ennesimo esempio della grandezza e dell’intraprendenza dei marchigiani di A. Dachan

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ottor Pasetti, come è nata l’dea di raccontare la storia della famiglia Ciccarelli, di cui è discen-

dente? “In partenza non avevo velleità di fare lo scrittore, anche se ho sempre avuto una profonda ammirazione per mio padre Aldo, noto giornalista e scrittore, e tutti mi riconoscevano un certo talento. Se non che i miei amici, quando mi sentivano raccontare aneddoti sulla famiglia, mi dicevano che dovevo assolutamente mettere quelle storie su carta e trasformarle in un libro. Così, un giorno, mi sono deciso e la cosa straordinaria è che mentre scrivevo con carta e penna

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stilografica, i ricordi si affacciavano con chiarezza e trasparenza, compresi i volti delle persone di cui parlavo e ciò mi lasciava come folgorato. È stato piacevole e allo stesso tempo semplice per me: si tratta della storia della mia famiglia e conoscevo molti particolari. Coincidenza fortunata un giorno l’editore Mursia mi ha invitato a partecipare alla collana piccoli – medi imprenditori. Così è stato l’editore a venire a cercare me e non viceversa”. I Ciccarelli: ci presenta la famiglia che ha fatto sorridere gli italiani? “Prima della guerra i Ciccarelli erano

una famiglia di speziali e farmacisti. Mio bisnonno Nicola aveva la casa e la farmacia a Cupra Marittima, nell’Ascolano; fu il capostipite dei farmacisti. Dopo di lui suo figlio Clemente, capitano di cavalleria, ha proseguito la sua attività, ricoprendo il ruolo di farmacista e veterinario del Savoia Cavalleria. A sua volta suo figlio Nicola si dedicò all’attività farmaceutica, a cui affiancò quella imprenditoriale; aveva due sorelle, Emilia e Maria Ciccarelli, la quale ha sposato Aldo Pasetti, da cui ha avuto due figli: Maddalena e io, Marco, che sono padre di Monica e Luca, che oggi portano avanti la tradizione famigliare”.


Come avvenne la svolta da farmacisti a imprenditori? “Fu mio zio Nico che negli anni ’60, iniziò a creare prodotti, scegliendo come marchio il nome stesso della famiglia, a partire dal callifugo Ciccarelli. Successivamente, grazie al Carosello, che vedeva come testimonial Giorgia Moll e Carlo Dapporto, ha avuto luogo un’impennata delle vendite di due prodotti in particolare: la Cera di Cupra e la Pasta del Capitano, due prodotti i cui nomi hanno una storia importante e che sono riusciti ad entrare e rimanere nelle case degli italiani. Il primo è una crema a base di cera d’api che porta il nome della città d’origine della famiglia, Cupra Marittima, dove è stata ritrovata una statua della dea Cupra, dea della bellezza e della fertilità; il secondo è in omaggio al padre Clemente, che aveva il grado di colonnello, ma veniva chiamato capitano”. A proposito di Carosello: che importanza ebbe per voi? “Il Carosello, negli anni Sessanta, era una forma di pubblicità assolutamente innovativa e originale; uno spettacolo di due minuti in prima serata su Rai 1 a cui venivano aggiunti 30 secondi di pubblicità. All’epoca c’era un solo canale e tutta la famiglia aspettava questo appuntamento, tanto che i genitori che volevano punire i figli, li mandavano a letto senza far vedere loro il programma. Ogni volta che il Carosello lanciava i nostri prodotti si produceva il risultato che, il giorno dopo, i telefoni bruciavano, perché tutti in Italia volevano i nostri prodotti”. Nonostante il trasferimento a Milano, i Ciccarelli hanno sempre conservato un forte legame con la terra d’origine, è così? “ Direi proprio di sì. Mio zio Nico era affezionato a Cupra, tanto che quando la locale scuola si spostò nella parte bassa del paese, fece un investimento e si assunse la responsabilità della creazione di una casa di riposo per anziani, che dedicò ai genitori, Clemente e Nella Ciccarelli. Questo legame con il territorio venne trasmesso di generazione in generazione. Mi racconta mia madre che quando avevo un solo

mese di vita mi portò da Milano, dove risiedevamo, a casa dei nonni a Cupra: stavo male e i medici non avevano capito quale fosse il mio problema e lei voleva assolutamente salvarmi. Così mi accompagnò dal dottor Ruzzi, noto per essersi formato nella prestigiosa scuola del professor Murri, a Bologna. Quel medico comprese il mio problema e trovò il sistema per guarirmi, facendomi fare immersioni prima in acqua calda, poi in acqua fredda, che permisero il dilatarsi del mio polmone. Cupra mi salvò la vita. Ci ho passato trenta estati, giocando a pallone con gli amici su campi impervi”. Un elemento importante nella vostra storia è la continuità: chi sono i Ciccarelli oggi? “L’azienda continua ad essere a conduzione familiare. Quando mi trovai al bivio al momento in cui dovevo fare la scelta della vita, se diventare giornalista, seguendo le orme di mio padre, o ascoltare i solleciti di chi voleva che entrassi in azienda con mio zio Nico, visto che lui non aveva figli e sarebbe spettato a me l’importante compito di portare avanti l’attività della famiglia, optai per questa seconda via, accettando la clausola di laurearmi in farmacia. Per me, che venivo da studi classici, non è stato facile, ma raggiunsi il mio obiettivo. Così diventai pian piano l’ombra di mio zio, cercando di imparare tutto il possibile da lui. Mi fece direttore generale e nel ’77, quando si spense, divenni amministratore unico. Ora siamo alla quinta generazione e in azienda ci sono i miei due figli, Monica, che ha assunto il ruolo di direttore generale e Luca, che si occupa delle farmacie”. Ha mai avuto ripensamenti o momenti di difficoltà? “Nel ’75 persi mio padre; nel ’77 mio zio. In quel momento mi tremarono i polsi: ero solo, non avevo più alcun appoggio; a mio padre ero molto legato per la grande morale, l’etica e la storia che mi ha sempre trasmesso e senza di lui non avevo più un termine di confronto. Lo stesso per mio zio, che mi ha insegnato l’arte del mestiere; ho avuto istanti in cui mi sono sentito in grave difficoltà. Col senno

37


LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE

“Manager è una parola che mi faceva venire l’orticaria. Oggi un po’ meno, ma preferisco di gran lunga il tranquillizzante e familiare sostantivo italiano: dirigente. Manager mi fa sempre venire in mente, per una bizzarra associazione d’idee, déménager, che in francese significa traslocare, sgomberare, ma anche andarsene. Sarà forse perché alla Ciccarelli i manager esterni sono passati rapidamente e altrettanto rapidamente sono stati traslocati fuori?” Tratto da

“La formula del capitano”

di Marco Pasetti, Mursia Editore

di poi, mi rendo conto che grazie a Dio ho portato avanti l’azienda nonostante le difficoltà, non da ultima la concorrenza delle multinazionali. Ciò si deve soprattutto ai due marchi principali – Cera di Cupra e Pasta del Capitano – che hanno una forza intrinseca e un enorme valore proprio per la loro storia, per ciò che rappresentano per i consumatori”. Oltre alla vocazione per la farmacia, i suoi nonni avevano qualche hobby? “Una delle caratteristiche della famiglia Ciccarelli è sempre stata l’amore per la caccia. Qualche volta, infatti, il mio bisnonno arrivava a mettere il cartello

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“Torno subito, sono a caccia”, lasciando i clienti allibiti. Con il professor Vermiglio Ricci, storico di Cupra Marittima, ho trovato documenti dell’Ordine dei farmacisti, in cui veniva richiamato proprio per questo suo comportamento. Arrivò perfino a minacciare di cambiare città pur di continuare a praticare questa passione”. Da parte materna ha quindi ereditato la tradizione farmaceutica, da parte paterna il dono della scrittura: può raccontarci un aneddoto legato al mestiere di suo padre? “Mio padre per tre anni è stato inviato in Marina per il giornale Popolo d’Italia,

durante la seconda guerra mondiale. Mi raccontò che un giorno, una domenica, era sull’Ammiraglia Giulio Cesare; tutti gli uomini erano in allarme ed erano molto impegnati. Stava scrivendo degli appunti quando il cappellano di bordo si rivolse a lui e gli disse: ‘Ehi tu, con quel taccuino in mano, non star lì a fare niente. Perché non servi messa con me? Così papà, che non aveva mai svolto un ruolo simile, quel giorno fece da chierichetto’”.


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ALTO ARTIGIANATO

“Vorrei trasmettere il mio sapere ai giovani; il mio è un mestiere ‘in via di estinzione’”

Sauro Ciuffolotti “Realizzo opere d’arte, non su tela, ma su vetro” Pittore, scultore, designer, grafico pubblicitario, decoratore di vetri e specchi: sono i mille volti dell’artista artigiano di Jesi che, tra le sue opere, annovera “Il salotto alla memoria di Falcone, Borsellino, Livatino” di A. Dachan

Q

uando è stato il suo primo incontro con l’arte del fare? “Fin da giovanissimo avevo una predisposizione per le arti in generale. Non a caso, quando frequentavo le scuole medie avevo una grande predisposizione per le materie umanistiche e il disegno, tanto che le insegnanti mi consigliarono di iscrivermi all’istituto d’arte. Cosa che feci, studiando ad Ancona nella scuola fondata da Edgardo Mannucci. Terminati gli studi e dopo aver prestato servizio militare, sono partito per Milano, dove ho lavorato per anni come disegnatore di fumetti. Ho successivamente operato in un settore che non aveva nulla a che fare con l’arte, ma dopo tre anni ho deciso di mettermi in proprio”. Scelta coraggiosa. Come sono andate le cose? “Ho iniziato con l’attività di pittore, scultore e grafico pubblicitario, fino a ci-

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mentarmi nelle decorazioni su vetri e specchi e nella realizzazione di opere di arte sacra. Mi accorsi che c’era un certo desiderio da parte di molte persone, amanti dell’artigianato e desiderose di possedere oggetti unici, di avere in casa specchi e vetri decorati. Di questa tendenza ho fatto un’arte e di quest’arte ho fatto il mio lavoro, avviando collaborazioni con varie vetrerie del territorio, presso le quali espleto ormai da anni questa attività”. Come si svolge il suo lavoro? “Uso le tecniche della sabbiatura, dell’incisione e del dipinto a mano per realizzare specchi, vetri e opere uniche, personalizzate. Le decorazioni vengono sempre realizzate in armonia con il luogo in cui vengono inserite. Si spazia da decorazioni molto classiche ad altre di tipo moderno, gestuali, minimaliste. Quelle che realizzo sono opere d’arte, che non vanno su tela, ma su vetri. Con-

centrandomi soprattutto sul lavoro su commissione, al fianco delle vetrerie, sono riuscito ad ottenere il risultato di poter vivere con la mia arte. Il bacino di utenza di questo tipo di creazioni è piuttosto ampio; non mi rivolgo ad una nicchia chiusa di collezionisti d’arte, ma ad utenti del mercato del mobile, dell’arredamento e del design, sia nelle Marche, che nel resto d’Italia”. Le tecniche con cui opera sono insegnate nelle scuole? “Purtroppo no, le ho apprese e perfezionate proprio lavorando nei laboratori. Il vetro è un materiale particolare e va trattato in modo specifico per ottenere risultati interessanti. Oggi molte scuole d’arte vengono a visitare le vetrerie dove lavoro proprio per conoscere da vicino questa materia. Mi preoccupa e rattrista il fatto che non si garantisca una continuità nel tempo. Il mio è un lavoro ‘in via d’estinzione’; se non viene trasmesso ai


giovani, le decorazioni in futuro verranno realizzate solo attraverso stampe digitali. Vorrei trasmettere il mio sapere ai ragazzi; non sono geloso del mio lavoro e ci terrei tanto che qualcuno continuasse a portarlo avanti. Le creazioni artigianali hanno un valore insostituibile e vanno salvaguardate. Purtroppo, invece, non si fa nulla per tutelare questo patrimonio”. Come avviene il confronto con il cliente? “A volte il committente viene da me con un’idea ben precisa, altre volte sono io che gli do suggerimenti su quello che è il suo progetto di base. Di base c’è che chi si rivolge a me vuole qualcosa di personalizzato, che non abbia doppioni. Io credo molto nei rapporti umani e spesso basta uno sguardo, un sorriso per far scattare l’intesa e iniziare un rapporto di reciproca fiducia. La fiducia è un elemento fondamentale nel mio lavoro, perché ciò che creo è destinato alle abi-

tazioni della gente e ognuno in casa sua vorrebbe avere oggetti che riflettano la sua sensibilità, il suo gusto. L’esperienza accumulata negli anni mi permette di procedere serenamente, di soddisfare le richieste che mi arrivano. Per me non si tratta solo di portare a termine bene un lavoro, ma di consegnare qualcosa in cui ho messo una parte della mia anima. È come se mi dividessi in più persone”. Dalle sue parole emerge un profondo coinvolgimento emotivo, oltre che professionale, nel suo lavoro. “Lavoro con le mani, vivo di emozioni. Ogni volta che mi cimento in una nuova realizzazione provo un misto di ansia e gioia; ogni volta è come se fosse la prima volta. Prima di iniziare cerco sempre di immaginare l’opera completata; la prefiguro nella fase finale, pensando all’ultima vite che devo avvitare, poi mi metto al lavoro. Che sia un dipinto su uno specchio o su una porta, o una scul-

tura, il mio modus operandi è sempre lo stesso. Prima di consegnare un lavoro, infatti, mi fermo lì a guardarlo, lo osservo in ogni dettaglio, poi lo saluto. Ogni opera è il risultato di un momento unico e irripetibile della mia vita e quando è completata inizia a vivere di vita propria”. Crea anche per se stesso? “Come vuole la tradizione, il ciabattino ha sempre le scarpe rotte. Per me non ho creato quasi nulla, ma vorrei trovare il tempo e il modo di farlo”. Qual è la realizzazione di cui è più orgoglioso? “Il monumento alla Savoia Marchetti direi”. Un’ultima domanda: come vede il suo futuro? “Ho sessantuno anni e ciò nonostante, devo ancora scoprire cosa farò da grande”.

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VITA DA MANAGER

Determination & Love Il recupero della Costa Concordia, tra commozione e mito. Osservando il lavoro di squadra sono emersi elementi importanti: l'armonia del gruppo, la determinazione e la dedizione. da una conversazione con Gilberto Santini

I

l recupero della Costa Concordia è stato un evento che ha catturato l'attenzione dei media internazionali, suscitando grande emozione. Il ritorno dalle acque del relitto della nave da crociera naufragata al largo dell'Isola del Giglio ha provocato commozione nel senso più profondo della parola anche per la natura del coinvolgimento delle persone che hanno realizzato l'impresa. Un coinvolgimento che, visibilmente, andava ben oltre il lavoro fine a se stesso. Osservando il lavoro di squadra, la sincronia, l'impegno di più mani e più menti, nelle delicate ore che ha richiesto l'operazione di recupero, infatti, è emerso un elemento importante: l'armonia del

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gruppo, fondamentale per la riuscita dell'impresa. Il filo conduttore delle operazioni era senza dubbio l'equilibrio, un elemento difficile da mantenere in condizioni così precarie, ma allo stesso tempo un elemento chiave. Alcuni particolari relativi alle operazioni di recupero mi hanno molto colpito. Il primo era il continuo riferimento di Nick Sloane l'esperto che ha diretto le operazioni di “parbuckling” - al fatto che si lavorasse in squadra. Non ha mai parlato al singolare, usando sempre il pronome “noi” e mai “io”. Il suo è stato certamente un ruolo chiave, da team leader, da direttore d'orchestra, ma ha mantenuto l'atteggiamento di una persona che è parte di un gruppo, dove il lavoro di un singolo

è determinante per il raggiungimento dell'obiettivo finale, tanto quanto quello collettivo. Ha dato a tutti una lezione di stile, di umiltà e passione che ha lasciato il segno. Molte persone volevano l'eroe, il personaggio, ma Sloane ha voluto sempre mettere in risalto il gruppo. Il secondo aspetto che mi ha colpito era un dettaglio importante dell'abbigliamento del team - undici uomini e una donna - impegnato nella “cabina di regia”: tutti indossavano una t-shirt con la scritta “Determination & Love”. Che un gruppo coinvolto in un'impresa così delicata, che consegue comunque ad un dramma, abbia scelto queste due parole, “determinazione” e “amore”, è molto significativo. Il look univoco era


Campidoglio - Dioscuri all'alba

certamente un elemento rafforzativo dell'idea di appartenere ad una squadra; guardandoli da lontano sembravano quasi un gruppo di amici. Tornando allo slogan stampato sulle t-shirt: la parola “determinazione” è un forte richiamo alla lucidità, alla responsabilità, alla volontà di riuscire nel migliore dei modi. La parola “amore” invece richiama un concetto di grande importanza: non si può non amare ciò che si fa. Per molto tempo sembrava che questi due termini fossero in qualche modo antitetici, invece sono strettamente legati. Qui ritorna il senso della parola commozione: muoversi con, muoversi insieme per qualcosa. Mi è tornata in mente la vicenda di Steve Jobs, quando

venne escluso dall'azienda che lui stesso aveva fondato, la Apple; nonostante tutte le difficoltà e i dispiaceri, ha continuato a dire che amava il suo lavoro, perché l'amore non si estingue con un rifiuto. Quando parlava ai ragazzi Jobs li esortava: “siate affamati, siate folli”, “il lavoro prenderà gran parte del vostro tempo, fate un lavoro che amate”. La motivazione è fondamentale per riuscire nella vita e, per riprendere il fil rouge di questa impresa, per mantenere un equilibrio in ciò che si fa. Il terzo punto riguarda una sfumatura mitologica che circonda questa tragedia. La chiatta su cui i dodici esperti hanno seguito le operazioni è stata chiamata “Polluce”. È un nome legato alla mitologia greca.

Secondo la leggenda, Polluce era il figlio di Zeus e aveva un fratello, Castore, nato anche lui da un'umana, Leda, non da una dea. Quando Castore muore, Zeus dice a Polluce che avrebbe vissuto con lui sull'Olimpo e che sarebbe diventato una divinità, ma questi gli rispose che avrebbe rinunciato all'immortalità, se suo fratello fosse tornato in vita, perché senza di lui si sentiva un nulla. Zeus lo accontentò, così lui e il fratello, anche conosciuti come i Dioscuri, trascorsero la loro esistenza un giorno sull'Olimpo e un giorno nell'Ade. Il fatto che alla chiatta sia stato dato questo nome è altamente significativo: non importa l'immortalità, è più significativo rinunciare ad una parte di sé per aiutare gli altri. 43


ACQUISIZIONI / CESSIONI

ACQUISIZIONICESSIONI

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IMPRESE

CONTO ECONOMICO 01.01 - 31.12.2012 Consuntivo

DESCRIZIONE

2012

2011

1.208.000

1.180.000

A. VALORE DELLA PRODUZIONE 1 Ricavi 2 Variazione delle rimanenze 3 Variazione dei lavori in corso su ordinazione 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5 Altri ricavi e proventi

501.881

506.155

1.709.881

1.686.155

(479)

(541)

7 Prestazioni di servizi

(182.242)

(207.844)

8 Costi per il Godimento Beni di Terzi

(35.232)

(37.241)

9 Spese per il personale

(118.992)

(122.271)

10 Ammortamenti e svalutazioni

(619.172)

(619.955)

11 Variazione delle scorte (+/-)

0

0

12 Accantonamenti per rischi

(118.000)

0

0

0

(8.048)

(4.851)

(1.082.165)

(992.703)

627.716

693.452

20.773

25.270

TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE

B. COSTI DELLA PRODUZIONE 6 Costi per Materie Prime, Sussidiarie, di Consumo e Merci

13 Altri accantonamenti 14 Oneri diversi di gestione TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE

DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DI PRODUZIONE (A-B)

C. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI 15 Proventi da Partecipazioni 16 Altri proventi finanziari 17 Interessi e altri oneri finanziari

(410.508)

(467.240)

TOTALE PROVENTI E ONERI FINANZIARI (15+16-17)

(389.735)

(441.970)

D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE

0

0

18 Rivalutazioni

0

0

19 Svalutazioni

0

0

TOTALE DELLE RETTIFICHE (18-19)

0

0

286.352

7.634

21 Oneri straordinari

(19.499)

(6.563)

TOTALE ONERI E PROVENTI STRAORDINARI (20-21)

266.853

1.071

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B+/-C+/-D+/-E)

504.834

252.553

22 Imposte sul reddito dell’esercizio

(175.073)

(35.220)

329.761

217.333

E. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI 20 Proventi straordinari

23 UTILE (PERDITA) DI ESERCIZIO

Il Direttore Geom. Giacomo Aquilanti

46

Il Presidente Prof. Alessandro Mancinelli


Consuntivo

ATTIVO

2012

2011

0

0

24.061.317

24.672.093

21.504

26.521

24.034.563

24.640.322

5.250

5.250

1.176.179

1.872.138

0

0

1.173.687

1.869.295

A. CREDITI VERSO ENTI PUBBLICI DI RIFERIMENTO 1 Crediti verso enti pubblici di riferimento

B. IMMOBILIZZAZIONI I. Immobilizzazioni immateriali II. Immobilizzazioni materiali III. Immobilizzazioni finanziaria, con separata indicazione C. ATTIVO CIRCOLANTE I. Rimanenze II. CREDITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, dagli importi esigibili oltre l’esercizio successivo: III. Attività finanziaria che non costituiscono immobilizzazioni IV. Disponibilità liquide D. ratei e risconti TOTALE ATTIVO (A+B+C+D) CONTI D’ORDINE

PASSIVO

0

0

2.492

2.843

31.600

33.264

25.269.096

26.577.505

9.317

422.684

2012

2011

A. PATRIMONIO NETTO

15.699.840

15.370.079

I. Capitale di dotazione

12.793.896

12.793.896

IV. Fondo riserva

1.138.962

1.095.495

VI. Riserve statuarie o regolamentari

1.437.221

1.263.355

IX. Utile (perdita) dell’Esercizio

329.761

217.333

B. FONDO PER RISCHI E ONERI

1.217.176

1.658.584

27.633

26.844

8.317.815

9.515.150

371.208

395.957

a) Quota mutui scadenti entro l’anno successivo

1.083.162

1.027.480

b) Quota mutui scadenti oltre l’anno successivo

6.234.813

7.319.555

81

81

140.196

146.232

0

0

C. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO lavoro subord.

D. DEBITI, con separata indicazione, per ciascuna voce degli importi esigibili oltre esercizio successivo: 3. Debiti Vs Tesoriere, Banche, Poste a) Tesoriere 4. Mutui

5. Acconti 6. Debiti verso fornitori a) Scadenza entro l’anno successivo 8. Debiti Vs imprese controllate

0

0

10. Debiti verso Entri pubblici di riferimento

9. Debiti Vs imprese collegate

204.631

204.631

11. Debiti tributari

220.989

99.793

12. Debiti verso Istituti di Previdenza e sicurezza sociale

22.948

42.246

13. Altri debiti a) Scadenza entro anno successivo b) Scadenza oltre anno succesivo

E. RATEI E RISCONTI

TOTALE PASSIVO + PATRIMONIO NETTO (A+B+C+D+E)

Il Direttore Geom. Giacomo Aquilanti

39.787

39.130

0

240.045

6.632

6.848

25.269.096

26.577.505

Il Presidente Prof. Alessandro Mancinelli

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IMPRESE

Novità per Srl semplificate e start up innovative Con il “decreto lavoro” cambia la disciplina della Srl semplificata e a capitale ridotto. Novità anche per le start up innovative a cura della Redazione

C

on la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del cosiddetto “decreto lavoro” nella sua versione definitiva (risultante dalle modifiche apportate dal Parlamento in sede di conversione in legge), entrano in vigore importanti novità in tema di società. Innanzitutto, per quanto attiene alle Srl semplificate viene meno il limite dei 35 richiesto in precedenza dall’art. 2463-bis del Codice civile; gli amministratori non devono più essere scelti tra i soci e le clausole del modello standard tipizzato sono inderogabili. Infine, è venuto meno il divieto di cedere le quote a soci non aventi i requisiti di età prima prescritti. Il provvedimento, inoltre, elimina la figura della società a responsabilità limitata “a capitale ridotto”: è stato infatti abrogato l’art. 44, commi 1, 2, 3 e 4, del D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modifiche dalla L. 7 agosto 2012, n. 134. Le Srl di questo tipo già iscritte presso il Registro delle imprese si considerano Srl semplificate. Cambia anche la disciplina ordinaria delle Srl: a seguito dell’entrata in vigore del “decreto lavoro”, infatti, il 25 per cento dei conferimenti in denaro e l’intero sovrap-

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prezzo dovranno essere versati non più presso una banca ma all’organo amministrativo nominato nell'atto costitutivo. Inoltre, per quanto attiene alla costituzione di Srl si prevede che l'ammontare del capitale sociale possa essere di un solo euro. Comunque, in caso di ammontare sotto i 10mila euro, i conferimenti devono essere fatti in denaro ed essere versati per intero alle persone cui è affidata l’amministrazione. La somma da dedurre dagli utili netti risultanti dal bilancio, per formare la riserva di cui all’art. 2430 c.c., dev’essere almeno pari a 1/5 degli stessi, fino a che la riserva non abbia raggiunto, unitamente al capitale, 10mila euro. La riserva può essere utilizzata solo per imputazione a capitale e per copertura di eventuali perdite, e dev’essere reintegrata se per qualsiasi ragione viene diminuita. Start up innovative Importanti novità anche per le start up innovative: ora la maggioranza delle quote o azioni possono essere detenute anche da soggetti diversi dalle persone

fisiche; le spese in ricerca e sviluppo devono essere uguali o superiori al 15 (e non più al 20) per cento del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa; in alternativa al requisito afferente la presenza di collaboratori in possesso di dottorato di ricerca, è prevista la possibilità di impiegare, per almeno i 2/3 della forza lavoro complessiva, personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’art. 3 del Dm 22 ottobre 2004, n. 270; sono ammesse anche le start up titolari dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore; gli incentivi fiscali riconosciuti dall’art. 29 del citato D.L. 179/2012 spettano anche per il 2016. Soppresso il termine del 17 febbraio 2013 entro il quale le società già costituite alla data del 19 dicembre 2012 dovevano depositare l’apposita dichiarazione del rappresentante legale al Registro delle Imprese, per essere considerate start-up innovative.


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IMPRESE

Impresa sociale: insieme per intraprendere Già a partire dagli anni Ottanta, in Italia sono nate nuove forme imprenditoriali ed organizzative con l’obiettivo di perseguire finalità sociali: queste iniziative di natura privata sono state avviate e gestite, nella maggior parte dei casi, da volontari impegnati principalmente nella produzione di servizi sociali e in attività produttive volte a favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate

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on la legge 381 del 1991, le imprese sociali sono state normate come “cooperative sociali”. Nel corso degli anni Novanta e anche nell’ultimo decennio il concetto di “impresa sociale” ha assunto anche forme giuridiche diverse da quella cooperativa, come le associazioni senza scopo di lucro, impegnate soprattutto nella creazione di posti di lavoro per soggetti svantaggiati e nella produzione di servizi per la comunità. Le imprese sociali sono nate innanzitutto per dare risposta a quei bisogni sempre più presenti nella vita quotidiana trascurati dalle imprese a scopo di lucro, e a cui le politiche pubbliche di protezione sociale non sono state in grado di far fronte in modo adeguato. L’obiettivo principale è quello di favorire la creazione di luoghi di lavoro educativi e in senso lato “sociali”, dove persone “svantaggiate” e “normodotate” (operatori, volontari, ecc.) potessero interagire per il pieno recupero dei soggetti in difficoltà e contribuire al miglioramento della qualità della loro vita. L’impresa sociale deve senza dubbio possedere sia requisiti economicoimprenditoriali (produzione di beni e ser-

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vizi, autonomia gestionale, presenza del rischio economico per gli imprenditori e presenza di lavoratori retribuiti accanto a volontari o utenti), sia requisiti sociali (produzione di benefici per la comunità, essere un’iniziativa collettiva, garantire una partecipazione allargata ai processi decisionali, prevedere la non distribuibilità degli utili). L’impresa sociale si distingue dalle altre forme di impresa privata, in quanto caratterizzata da obiettivi, forme proprietarie, vincoli e modalità di governance e di gestione che escludono la ricerca e soprattutto la massimizzazione dei vantaggi (monetari e non) dei proprietari. È diversa anche dall’impresa pubblica, perché fondata e gestita da soggetti privati, e dalle varie istituzioni pubbliche di erogazione di beni e servizi. La creazione di un’impresa sociale può rappresentare, oggi, un valido strumento per l’aggregazione di giovani che cercano nel lavoro sia un riconoscimento economico, sia una realizzazione concreta dei propri ideali che si possono tradurre, ad esempio, nell’impegno sociale e nel supporto a determinate categorie di persone svantaggiate. Date la natura e le

caratteristiche di queste iniziative, ovviamente la tipologia di personale attivo è molto eterogeneo: in particolare, oltre ai classici ruoli presenti nelle aziende tradizionali, possiamo trovare nuove professionalità, figure specializzate ed esperte con competenze ed esperienze in ambiti professionali specifici, come quello della salute, del sostegno psicologico, ecc… Costituire un’impresa sociale è inoltre un’occasione per riuscire a coinvolgere soggetti cosiddetti “svantaggiati” che cercano un’occasione per poter lavorare ed essere quindi “utili” per sé stessi e per la società. Il soggetto economico identificato nell’impresa sociale può essere visto quindi come un’opportunità di sinergia tra soggetti che annoverano in sé competenze diverse, ma che insieme possono contribuire al miglioramento sociale e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

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IMPRESE

I contratti di sviluppo sull’area cratere sismico aquilano L’idea di tale tipologia contrattuale nasce dall’esigenza di far coincidere il più possibile la direzione degli investimenti pubblici con le reali esigenze manifestate dalle aziende. In estrema sintesi, i contratti di sviluppo nascono per finanziare grandi investimenti industriali privati in aree arretrate del Paese attraverso un accordo di tipo contrattuale attraverso il quale la parte privata si impegna ad un piano di investimenti concordato, e la parte pubblica a sostenerne una parte del costo

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ella prassi, accanto all’investimento di tipo industriale si è richiesto alle imprese di specificare obiettivi occupazionali da raggiungere all’entrata a regime degli impianti, di prevedere attività di ricerca, e, a volte, attività formative per i dipendenti. Si comprende allora come tale istituto si sia notevolmente evoluto nel corso degli anni, partendo dalla ex Cassa per il Mezzogiorno, passando per la Legge 488/92 ed arrivando ai giorni nostri con questa nuova formula di partecipazione alle decisioni strategiche. Nell’attuale assetto normativo i contratti di sviluppo hanno ad oggetto la realizzazione, su iniziativa di una o più imprese, di uno dei programmi seguenti: a) programma di sviluppo industriale: iniziativa imprenditoriale finalizzata alla produzione di beni e/o servizi, per la cui

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realizzazione sono necessari uno o più progetti di investimento ed eventualmente progetti di ricerca industriale a prevalente sviluppo sperimentale, strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione al processo di produzione dei prodotti finali; b) programma di sviluppo turistico: iniziativa imprenditoriale finalizzata allo sviluppo dell’offerta turistica, attraverso il potenziamento e il miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva, delle attività integrative dell’offerta ricettiva e dei servizi di supporto alla fruizione del prodotto turistico, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti d’investimento ed eventualmente progetti di ricerca industriale a prevalente sviluppo sperimentale strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione alla definizione di offerta turistica per il territo-

rio di riferimento; c) programma di sviluppo commerciale: iniziativa imprenditoriale finalizzata allo sviluppo del settore commerciale, attraverso il potenziamento e la qualificazione dell’offerta distributiva del territorio, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti d’investimento ed eventualmente progetti di ricerca industriale a prevalente sviluppo sperimentale strettamente connessi e funzionali tra loro in relazione alla definizione dell’offerta distributiva per il territorio di riferimento. Il programma può prevedere anche la realizzazione di opere infrastrutturali, materiali ed immateriali, funzionali all’oggetto del contratto di sviluppo. I relativi oneri, compresi quelli di progettazione, sono integralmente a carico delle risorse pubbliche. Solo ove sia accertata


Il palazzo del Governo dopo il sisma

la carenza, totale o parziale, di risorse di carattere generale destinabili alla realizzazione delle infrastrutture, la relativa copertura può essere garantita attraverso le risorse riservate ai contratti di sviluppo. I progetti di investimento devono essere volti ai seguenti obiettivi di sviluppo: a. Realizzazione di nuove unità produttive; b. Ampliamento di unità produttive esistenti; c. Diversificazione della produzione di un’unità produttiva in nuovi prodotti aggiuntivi; d. Cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di un’unità produttiva esistente.

Non sono ammissibili alle agevolazioni i progetti costituiti da investimenti di mera sostituzione. Possono inoltre essere presentati, in aggiunta ai progetti di investimento, dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, con quota preponderante di sviluppo sperimentale rispetto alle attività di ricerca industriale. Possono essere realizzati da più soggetti anche in forma congiunta attraverso espliciti accordi di collaborazione, formalizzati mediante appositi contratti e/o la costituzione di consorzi e altre forme di associazione anche temporanee tra imprese. Questa misura, attiva finora solo in cinque regioni del Sud Italia, è stata di recente riattivata per l’area del cratere sismico aquilano con uno stanziamento di 40 milioni di euro, mentre nel “decreto

del fare” sono stati inseriti ulteriori 150 milioni per estendere la misura ad alcune altre regioni del Centro Nord. L’area del cratere sismico aquilano interessa diversi Comuni del territorio ma anche alcuni Comuni limitrofi dislocati nelle province di Teramo e Pescara.

Maurizio Camiscia Responsabile Area Abruzzo Sida Group Tel. 071.28521 m.camiscia@sidagroup.com

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CONSULENZA

Quando la Start Up si fa rimedio anticrisi Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto in Italia livelli record, salendo a giugno 2013 al 39,1 per cento. Secondo una recente indagine Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), l’aumento è attribuibile essenzialmente ai “neet” (not in employment, education or training), ovvero ragazzi che non lavorano, né sono occupati in attività di formazione e che sono arrivati a rappresentare il 21,4 per cento della popolazione italiana

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uesti sono certamente dati preoccupanti, che riflettono un profondo disagio economico-sociale e che richiedono celeri soluzioni. Tra queste, si sta facendo via via sempre più solida l’idea che la creazione di start up innovative possa svolgere un ruolo cruciale nella lotta alla disoccupazione giovanile. La convinzione nasce dallo studio del caso di successo israeliano, che ha fatto della start up la propria ragione di crescita e sviluppo. Israele infatti, sebbene coinvolto in un conflitto acceso da decenni, è diventato il Paese con il più alto numero di società tecnologiche quotate al Nasdaq e con il più alto numero di brevetti hi-tech medici pro capite, assicurandosi così un giro d’affari di 12,6 miliardi di dollari, 54

pari al 6,5 per cento del Pil. La cosiddetta Silicon Wadi è attualmente capace di generare 120mila posti di lavoro (il 4 per cento della forza lavoro nazionale) e vale più del tradizionale settore delle infrastrutture industriali, che “copre” il 6,8 per cento del Pil (fonte: Dan Senor-Saul Singer, Start-Up Nation, Mondadori). Se torniamo invece in Italia, vediamo che le imprese guidate da giovani under 30 sono di poco superiori alle 515mila unità e rappresentano poco più del 5 per cento sul totale (fonte: Unioncamere – Infocamere, Movimprese). Queste misure entrano in forte contrasto con i dati dell’esperienza israeliana: perché tanta disparità? Probabilmente una risposta può essere fornita dall’analisi delle principali barriere all’imprenditorialità gio-

vanile italiana: 1. Poca “educazione” all’imprenditorialità e assenza di formazione adeguata: a livello sia scolastico che familiare i giovani non sono incoraggiati, né tanto meno preparati, ad intraprendere la strada dell’imprenditoria. Docenti e genitori molto spesso non hanno una visione aggiornata del contesto socio-economico delle nuove generazioni, per cui vengono solitamente a mancare momenti di contatto con le realtà aziendali durante il percorso formativo del giovane. In un contesto educativo sarebbe utile strutturare l’attività didattica in modo tale da prevedere simulazioni in classe ed intensificare la partecipazione a tirocini e stage durante


la stagione estiva. Investire nell’alta qualificazione e nella creazione di un solido network università-impresa potrebbe certamente essere un ulteriore aiuto. 2. Mancanza di fondi: è risaputo che i giovani imprenditori tendano ad incontrare una maggiore difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie e che la situazione sia peggiorata a causa della crisi economica. Sarebbe utile pertanto iniziare a parlare di strumenti quali contributi economici regionali e nazionali per le giovani aziende, cercando di evitare di cadere in dinamiche poco trasparenti legate alla speculazione nel settore. Altri strumenti potrebbero essere rappresentati da programmi

di finanziamento a tasso agevolato, agevolazioni fiscali per investimenti in settori R&D o per aziende destinate ad esportare e capaci di creare occupazione nel tempo. 3. Eccesso di burocrazia: la ridondanza e il continuo mutamento della materia normativa non fa che scoraggiare la nuova imprenditorialità, allungando i tempi ed incrementando i costi. 4. Crisi dei valori: l’Italia è diventata sfortunatamente una Nazione concentrata eccessivamente sul breve periodo, che ha perso l’obiettivo del lungo. E’ necessario ribaltare questa concezione ed iniziare ad improntare una ricerca orientata al lungo termine. Inoltre è necessario un ritorno alla professionalità, all’etica, allo

spirito di sacrificio e all’intraprendenza. Di conseguenza, se da una parte all’Italia come Stato si chiedono maggiore stabilità politica, trasparenza, efficienza del sistema normativo oltre che legale, una visione di lungo periodo e una maggiore propensione a scommettere sull’imprenditoria giovanile al fine di alimentare la ripresa, dall’altra si chiede ai giovani uno sforzo a non lasciarsi trasportare da questa ondata di sfiducia che sta attraversando lo Stivale. Pensare che ormai si sia innescata una spirale destinata solamente a peggiorare le condizioni attuali non farà che far degenerare il tutto. Roberta Et Tamini Collaboratrice Incubatore – THE HIVE

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CONSULENZA

Autoimpiego: una timida strada per risolvere il problema della disoccupazione Quante volte ci siamo sentiti chiedere, soprattutto in tenera età: cosa vorresti fare da grande? E a quella domanda le nostre idee e i nostri desideri cominciavano a viaggiare con la fantasia... Quella stessa domanda, oggi, molti giovani (e non solo) sono costretti a riproporla a sé stessi, e purtroppo la risposta non è sempre scontata. Tutt’altro di N. Riggio

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ino a pochi anni fa chi cercava lavoro aveva come obiettivo quello di trovare un posto come dipendente, nel pubblico o nel privato, con l’idea e la speranza di poterlo mantenere il più a lungo possibile, se non per tutta la vita lavorativa. Oggi la situazione è radicalmente cambiata: i licenziamenti, la cassa integrazione e la chiusura delle aziende sono oramai cronaca di tutti i giorni e questo la dice lunga sulla difficoltà che attanaglia i disoccupati nel trovare un’occupazione. Probabilmente il periodo di crisi, o meglio, di cambiamento che stiamo vivendo, sta spingendo molte persone in cerca di lavoro a rivolgere lo sguardo verso nuove attività e soprattutto verso nuove

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forme d’impiego. Lo sviluppo del lavoro, attraverso il sostegno alle aziende per l’assunzione di nuove figure lavorative, rimane senza dubbio prioritario; allo stesso tempo però sono sempre più importanti il supporto e l’incentivazione alla nascita di nuove attività attraverso misure ad hoc, come quella dell’autoimpiego. È proprio questa la parola che oggi sta prendendo sempre più campo, e che potrebbe rappresentare una valida alternativa e una soluzione efficace alla estenuante ricerca di lavoro, che molto spesso non porta i frutti sperati, e che lascia dietro di sé situazioni di incertezza e precarietà nelle persone. A supporto e sostegno degli obiettivi di crescita e sviluppo dell’occupa-

zione, il Governo è intervenuto attraverso lo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per l’assunzione di 200 mila giovani, attraverso la detassazione dei contratti a tempo indeterminato per 18 mesi, il rifinanziamento degli incentivi all’autoimprenditorialità e l’autoimpiego (solo per le aree svantaggiate del territorio), il rilancio dei tirocini e l’alternanza scuola-lavoro. Con il “pacchetto occupazione” (decreto legge n. 76 del 2013) si stima di “attivare” una platea di circa 200 mila giovani disoccupati e inattivi. Gli 800 milioni diretti alla detassazione potrebbero produrre 100 mila occupati, mentre 15 milioni per l’alternanza studio-lavoro potrebbero attivare circa 10 mila studenti universitari.


Con l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego, per i quali sono previsti fondi per circa 80 milioni di euro nel periodo 2013-2015, potranno essere coinvolti circa 8-10 mila soggetti. Il decreto-legge interviene anche sul fronte della normativa del lavoro, attraverso ritocchi alla riforma Fornero, partendo dai contratti a termine, riportando a 10 e 20 giorni gli intervalli tra i contratti a tempo determinato (rispettivamente inferiori o superiori a sei mesi) e viene eliminato il divieto di proroga del primo contratto acausale. Per quanto riguarda l’autoimprenditorialità, vengono ripristinate le misure che incentivano la nascita di nuove attività, principalmente sotto forma di ditta individuale e società

di persone. Il finanziamento, che si suddivide tra fondo perduto e prestito a tasso agevolato, prevede la copertura delle spese relative agli investimenti che vengono programmati per l’apertura della nuova attività e che hanno carattere di essenzialità e funzionalità per lo sviluppo e la crescita del business che si va ad intraprendere. All’interno della medesima misura, è prevista inoltre la copertura per le spese relative al primo anno di gestione, con l’obiettivo di sostenere sin dall’inizio la nuova entità economica.Questa tipologia di aiuto può essere considerata, anche alla luce dell’ottimo riscontro fino ad ora ottenuto, una buona strada da percorrere ed incentivare per cercare di alleviare e ri-

solvere il problema della disoccupazione: in questo modo, infatti, potranno emergere più facilmente le capacità e le attitudini dei singoli, e allo stesso tempo si potranno sostenere ed agevolare tutte quelle persone dotate di competenze e conoscenze tali da creare valore aggiunto e ricchezza per la collettività. Allo stesso tempo, può rappresentare un’opportunità per contribuire alla ricostruzione e ristrutturazione del tessuto imprenditoriale nazionale, che negli ultimi anni ha subito un progressivo ed inesorabile assottigliamento, a causa di diversi fattori esogeni (vedi crisi economica), ma soprattutto endogeni (prima tra tutte, la gestione non sempre efficiente ed efficace delle risorse finanziarie).

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CONSULENZA

Equitalia, per il fermo dell’automobile occorre il “preavviso” Il “decreto del fare” è definitivo. Rispetto alla versione originaria, sintetizzata sul n. V - Luglio 2013 di questa Rivista (pagine 50-52), il testo risultante dalle modifiche introdotte in sede di conversione contiene importanti novità a cura della Redazione

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l decreto introduce la liberalizzazione del wi-fi e taglia numerosi certificati medici oggi richiesti ai fini lavoristici. Relativamente al wi-fi, si precisa che quando l'offerta di accesso a internet al pubblico non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non si applicano l’art. 25 del Codice delle comunicazioni elettroniche (D.Lgs. 1° agosto 2003, n. 259) e l’art. 7 del D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito con modifiche dalla L. 31 luglio 2005, n. 155. In sede di conversione sono state introdotte disposizioni dirette a tutelare le imprese che vantano crediti nei confronti di enti che versano in situazioni di dissesto finanziario. Al fine di ampliare la platea delle Pmi che potranno accedere al Fondo Centrale di Garanzia, vengono introdotte modifiche agli attuali criteri di accesso per il rilascio della garanzia. Inoltre, il Fondo potrà contare su un ulteriore finanziamento di circa 50 miliardi. Il testo definitivo del decreto prevede l’aumento della misura massima della garanzia diretta concessa dal Fondo fino all'80 per cento dell'ammontare dell’operazione finanziaria, per le anticipazioni di credito, verso imprese che vantano

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crediti nei confronti di Pa e per le operazioni finanziarie di durata non inferiore a 36 mesi, di cui rispettivamente agli articoli 4 e 5 del D.M. 26 giugno 2012. Il decreto stanzia 5 miliardi per sostenere finanziamenti a tasso agevolato alle micro e Pmi per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo. Tali prestiti - della durata massima di 5 anni e per un valore non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa - saranno concessi entro il 31 dicembre 2016 attraverso l’intervento di banche convenzionate. Tra i beni agevolati vi sono ora anche hardware, software e tecnologie digitali. In sede di conversione la misura in commento è stata estesa alle Pmi agricole e del settore della pesca. Introdotte misure di liberalizzazione del mercato del gas naturale e dei carburanti per le Pmi, in linea con le indicazioni della Commissione europea e dell’Antitrust. Con la modifica dei criteri di determinazione delle tariffe e con il blocco degli aumenti, deriveranno risparmi per gli utenti sulle bollette elettriche. Una norma del provvedimento prevede la possibilità di disporre di crediti agevolati per finanziare la quota di ca-

pitale di rischio per la costituzione di imprese miste, anche in Paesi in via di sviluppo. I cittadini potranno chiedere una casella di posta elettronica certificata (Pec), indicando la stessa quale proprio domicilio digitale (art. 10, comma 3-quater, D.L. 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla L. 12 luglio 2011, n. 106). Oltre 2 miliardi di euro per il quadriennio 2013-2017 consentiranno il proseguimento dei cantieri in corso e l'avvio di nuovi lavori (dal miglioramento della rete ferroviaria nazionale a determinate infrastrutture stradali locali). Sono sospesi fino al 15 settembre 2013 i pagamenti dei canoni per le concessioni demaniali marittime di cui all'art. 03 del D.L. 5 ottobre 1993, n. 400, convertito con modifiche dalla L. 4 dicembre 1993, n. 494. La sospensione opera anche se i relativi importi siano stati iscritti al ruolo esattoriale e siano state emesse cartelle di pagamento. Fino alla stessa data sono sospesi i procedimenti amministrativi relativi alla sospensione, revoca o decadenza dalla concessione demaniale marittima derivante dal mancato versamento del canone. Abolita la tassa sulle piccole imbarcazioni, in-


trodotte semplificazioni nelle procedure relative ai dragaggi e rimodulate le tasse portuali. Le Pubbliche Amministrazioni in ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi saranno tenute a risarcire l’interessato, fino a un massimo di 2mila euro. Nei procedimenti nei quali intervengono più amministrazioni, l'interessato deve presentare l’istanza all'amministrazione procedente, che la trasmette tempestivamente al titolare del potere sostitutivo dell'amministrazione responsabile del ritardo. Introdotte importanti semplificazioni nei procedimenti amministrativi: il soggetto che necessita della segnalazione di inizio attività può chiedere allo Sportello Unico di acquisire tutti gli atti di assenso necessari all’intervento edilizio; inoltre, il certificato di agibilità può essere chiesto anche per singoli edifici, singole porzioni della costruzione o singole unità immobiliari purché funzionalmente autonomi, se sono state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione primaria. Da segnalare, poi, che il decreto introduce sempli-

ficazioni nelle procedure relative alla ristrutturazione degli edifici nelle città. Le Regioni e le Province autonome possono prevedere deroghe al D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, nonchè emanare norme in materia di spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati ad attività collettive, al verde e ai parcheggi (art. 2-bis, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380). Importanti le novità per il settore agricolo: per la vendita al dettaglio esercitata su superfici all'aperto nell'ambito dell'azienda agricola, e per la vendita esercitata in occasione di sagre, fiere, manifestazioni a carattere religioso, benefico o politico o di promozione dei prodotti tipici o locali, non è richiesta la comunicazione di inizio attività. La vendita diretta mediante il commercio elettronico può essere iniziata contestualmente all'invio della comunicazione al Comune del luogo ove ha sede l'azienda di produzione. Nell'ambito della vendita diretta è consentito il consumo immediato dei prodotti oggetto di vendita, utilizzando i locali e gli arredi nella disponibi-

lità dell'imprenditore agricolo, escluso il servizio assistito di somministrazione e nel rispetto delle norme di carattere igienico-sanitario. La vendita diretta dei prodotti agricoli, infine, non comporta cambio di destinazione d'uso dei locali ove si svolge la vendita e può esercitarsi su tutto il territorio comunale, a prescindere dalla destinazione urbanistica della zona in cui sono ubicati i locali a ciò destinati. Per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) potrà essere acquisito in via informatica. In presenza di lavori privati di manutenzione in edilizia realizzati senza ricorso a imprese direttamente in economia dal proprietario dell'immobile, non vi è l'obbligo di richiesta del documento. Sarà realizzato un piano nazionale per le zone a “burocrazia zero”, e si prevede che per i campeggi non sia necessario il permesso a costruire, se il posizionamento degli allestimenti mobili viene effettuato in conformità alle leggi regionali di settore e al progetto già autorizzato con il rila-

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CONSULENZA

scio del permesso a costruire. Introdotte semplificazioni nella disciplina dei materiali di riporto (D.L. 25 gennaio 2012, n. 2, convertito con modifiche dalla L. 24 marzo 2012, n. 28); modificato inoltre l'art. 243 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in materia di acque sotterranee emunte. Novità anche per le terre e rocce da scavo e per gli impianti ad inquinamento “scarsamente significativo”. Soppressi numerosi certificati sanitari attestanti l'idoneità psico-fisica al lavoro (come ad esempio il certificato di sana e robusta costituzione e il certificato medico comprovante la sana costituzione fisica per i farmacisti, il certificato di idoneità fisica per l'assunzione nel pubblico impiego e per i maestri di sci). Cambia la normativa sulle competenze in materia di omologazione di macchine agricole (art. 107 del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285) nonché sull'abilitazione all'uso delle stesse (art. 73, comma 5, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81). Per gli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture sottoscritti dalle pubbliche amministrazioni a partire dal 21 novembre 2013, la documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico organizzativo ed economico-finanziario dev'essere acquisita esclusivamente attraverso la banca dati 60

di cui all'art. 6-bis del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163. Sul fronte giustizia, il decreto introduce misure dirette a diminuire i tempi dei procedimenti civili, anche attraverso i seguenti interventi: a) ripristino dell’istituto della mediazione obbligatoria; b) revisione del cosiddetto “concordato in bianco”, l’istituto introdotto nel 2012 per evitare il fallimento. In particolare, al fine di contrastare le domande dirette soltanto a rinviare il momento del fallimento, il decreto prevede che l’impresa non potrà più limitarsi alla semplice domanda iniziale in bianco, ma dovrà depositare l’elenco dei suoi creditori. Il Tribunale potrà nominare un commissario giudiziale, con la funzione di verificare se l’impresa si sta effettivamente attivando per predisporre una proposta di pagamento ai creditori. In presenza di atti in frode ai creditori, il Tribunale potrà chiudere la procedura. I limiti alla pignorabilità dei beni - contenuti nel Codice di procedura civile con riferimento alle sole ditte individuali - sono estesi alle società di capitali. Sono previsti contributi - nel limite del 50 per cento della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto disponibile sul Fondo per la ricerca applicata (Far) - per favorire lo sviluppo di start up innovative e di spin off universi-

tari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani sotto i 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca. Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, quando è presentata opposizione il giudice dovrà fissare la prima udienza entro 30 giorni e in tale sede decidere in merito alla provvisoria esecuzione. Negli accordi di partenariato pubblico-privato finalizzati alla realizzazione di infrastrutture di importo superiore a 200 milioni di euro, si introducono un credito d’imposta (ai fini Ires ed Irap) e l’esenzione dal canone di concessione, a favore del titolare del contratto. Il decreto stanzia 5 milioni per il 2013 e per il 2014, e 7 milioni per il 2015, al fine di istituire le “borse per la mobilità” a favore di studenti con un curriculum scolastico eccellente. Si tratta della possibilità di iscriversi per l’anno accademico 2013-2014 ad università con sede in regioni diverse da quella di residenza. Numerose le novità in materia fiscale: innanzitutto, è stata abolita la responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore in materia di Iva. Inoltre, dal 1° gennaio 2015 i titolari di partita Iva potranno: a. comunicare in via tele-


matica all'Agenzia delle entrate i dati analitici delle fatture di acquisto e cessione di beni e servizi, incluse le relative rettifiche in aumento e in diminuzione; b. trasmettere quotidianamente l'ammontare dei corrispettivi delle operazioni effettuate e non soggette a fatturazione, risultanti dagli appositi registri. Seguirà un provvedimento attuativo. Sono esclusi dalla segnalazione i corrispettivi relativi alle operazioni, non soggette a fatturazione, effettuate dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni e da altri organismi di diritto pubblico, nonchè dai soggetti che applicano la dispensa dagli adempimenti di cui all'art. 36-bis del D.P.R. 633/1972. In materia di modello 770 è stato soppresso l’obbligo di comunicare (in via telematica) i dati retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e dei relativi conguagli. A decorrere dal 2014, i titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati di cui agli articoli 49 e 50, comma 1, lettere a), c), c-bis), d), g) (con esclusione delle indennità percepite dai membri del Parlamento europeo), i) e l), del Tuir, in

assenza di un sostituto d'imposta tenuto ad effettuare il conguaglio, possono comunque presentare la dichiarazione dei redditi e la scheda relativa al 5 e all'8 per mille, con le modalità indicate dall'art. 13, comma 1, lettera b), del D.M. 31 maggio 1999, n. 164, ai Caf dipendenti e ai professionisti abilitati. In materia di pignoramenti immobiliari, si prevede l’impignorabilità dell’unico immobile di proprietà del debitore, che sia adibito ad abitazione principale, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli). Per tutti gli altri immobili, il valore minimo del debito in presenza del quale è possibile espropriare l’immobile passa da 20mila a 120mila euro. Inoltre, l’esproprio può essere eseguito solo trascorsi sei mesi dall’iscrizione dell’ipoteca (e non più quattro mesi). Passa da 72 a 120 rate mensili la dilazione concedibile da Equitalia in presenza di difficoltà finanziarie del debitore, che non siano dovute a sua colpa e siano dipendenti dalla crisi economica. La rateizzazione decade se il de-

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bitore non effettua il pagamento di otto rate, anche non consecutive (e non più due rate consecutive). Fino al 31 dicembre 2013 Equitalia gestirà la riscossione non soltanto dei tributi degli enti locali, ma anche dei crediti non tributari, come ad esempio le multe. La procedura di iscrizione del fermo di beni mobili registrati dev'essere avviata dall'agente della riscossione con la notifica al debitore (o ai coobbligati iscritti nei pubblici registri) di una comunicazione preventiva contenente l'avviso che, in mancanza del pagamento delle somme dovute entro 30 giorni, sarà eseguito il fermo, senza necessità di un'ulteriore comunicazione. L'iscrizione del fermo non opera se in questi 30 giorni il debitore o i coobbligati dimostrano all'agente della riscossione che il bene mobile è strumentale all'attività d'impresa o della professione». (art. 86, comma 2, D.P.R. 602/1973). Per saperne di più: D.L. 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla L. 9 agosto 2013, n. 98 (Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20 agosto 2013 - Supplemento Ordinario n. 63

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PROFESSIONI

La formazione è una parte importante nel percorso di un designer e richiede soprattutto la convinzione che sia una pratica quotidiana che ti accompagnerà per tutta la vita

Faccio ciò che sono

Giulio Ceppi, architetto, docente al Politecnico di Milano, è fondatore ed oggi managing director di Total Tool, studio integrato di design, comunicazione, architettura e visioning con sedi a Milano, Buenos Aires e Tokio. A ML spiega quali sono secondo lui le prospettive del designer, in un contesto in continua evoluzione di A. Fabri

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uale futuro ha la professione di designer in Italia? ”Per certo la professione del designer ha mutato molto il suo significato negli ultimi dieci anni e ancora di più lo farà in futuro. In Italia esistono oramai 14 Facoltà del Design e ogni anno escono migliaia di laureati, in un sistema che non può più sempre e solo vedere il designer come una celebrity o una star, ma semmai come un tecnico della creatività, un professionista capace di risolvere ed affrontare sfide note piuttosto affrontare temi nuovi. Oggi non si parla più solo di product design, ma di interaction design, visual design, service design, transportation design, strategic design, fashion design, experience design … declinando la pratica del designer in una serie di campi specifici e mirati, data la complessità del panorama artificiale e produttivo che ci circonda”. Su quali settori economici puntare? ”Credo che settori come l'arredo e l'abitare, il cibo e l'alimentazione, il tessile e la moda, il turi-

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smo e l'ospitalità siano e saranno i terreni dominanti e trainanti per il Made in Italy, soprattutto guardando ai rapporti con il resto del mondo e con le economie emergenti. Comunque vada per la nostra economia in forte difficoltà, ci viene riconosciuto un primato ed un’expertise nel mondo del "bello" e del "ben fatto" che credo non possiamo correre il rischio di perdere in futuro. Il design lavora in tale direzione oggi, cercando di tenere conto della nostra storia e della nostra specificità, ma capendo a livello internazionale quale sono le dinamiche e i cambiamenti in corso. Tuttavia non possiamo trascurare che oggi il bello, senza il giusto (socialmente) e il pulito (ambientalmente), non ha ragione di esistere: quindi una coscienza sociale ed ambientale sono requisiti prioritari per essere un progettista”. Il ruolo della formazione … ”La formazione è una parte importante nel percorso di un designer e richiede soprattutto la convinzione che sia una pratica quotidiana che ti accompagnerà per tutta la vita. Per quanto una


buona scuola sia fondamentale, non basta certo un diploma di Master per credersi creativi, ma si tratta invece di acquisire quanto anche Achille Castiglioni definitiva "uno stile di vita", ovvero un proprio modo di guardare le cose intorno a sé, costante e quotidiano: la formazione è la tecnica personale per alimentare la propria curiosità ed attenzione verso il mondo. Oggi vedo invece troppa fretta ed arroganza, la certezza di essere tutti subito "capaci di fare", solo perché si maneggia con grande maestria un programma di modellazione virtuale: tuttavia la realtà è fatta ancora di atomi, di processi produttivi e materiali, ma soprattutto di persone. Conoscere e riconoscere ciò di cui siamo fatti e come è fatto il mondo, che continuamente muta e si trasforma, la cosiddetta "carne del mondo" come la chiamava Merleau Ponty, padre della fenomenologia, è fondamentale”.

… e delle iniziative di alternanza studiolavoro. “In tal senso fare pratica e soprattutto capire le dinamiche sociali e psicologiche del nostro lavoro è importantissimo: il progetto è guidato dalle persone. Tecnologie e mercati sono conseguenze, non priorità. Inoltre va tenuto conto che spingere l'innovazione, sollecitare il cambiamento, non è sempre una pratica consolidata o attesa: il concetto di innovazione è oggi estremamente relativo e dinamico, si modifica da mercato a mercato, da cultura a cultura; spesso si sostituisce "novità" con "innovazione", ma sono due dimensioni molto diverse tra loro. Avere esperienza sul campo, riconoscersi in maestri e figure guida, costruire la propria personalità sul proprio lavoro e non viceversa, sono tutti temi fondamentali per un futuro progettista. Anche l'insegnamento, come mi accade al Politecnico di Milano, dev’essere

un'occasione di apprendimento e di continuo ragionamento sul "perché "e sul "come" delle cose”. Un progetto che Le sta a cuore ”Il progetto che mi sta più a cuore è sempre il prossimo, quello che ancora non ho fatto, quello a cui vanno i miei pensieri e i miei desideri. La vita di un progettista è una strana tensione tra il passato (ciò che ho fatto e serve a dimostrare sul campo le mie capacità) e ciò che farò: la tensione di vedere il mondo cambiare in meglio e adoperarsi affinché ciò avvenga. Il presente esiste solo in quanto dimostrazione che "nel progetto non si è quello che si fa, ma si fa quanto si è”.

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FORMAZIONE

L’informazione: un sistema che cambia Continuiamo con il nostro tour negli atenei della nostra regione, dando oggi spazio ad un progetto curato dal La.Ri.Ca. che riguarda gli italiani e la formazione e che ha coinvolto studenti e docenti dell’Università di Urbino di L. Fava

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el corso del Festival del Giornalismo tenutosi a Perugia dal 24 al 28 aprile sono stati presentati i principali risultati dell’“Indagine triennale sull’informazione degli italiani in un sistema che cambia” implementata dal La.Ri.Ca, Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Università di Urbino Carlo Bo. Tale studio fa seguito ad analoghe ricerche svolte per gli anni 2011 e 2012 e si colloca all’interno di un progetto di monitoraggio dell’evoluzione dei metodi con cui gli italiani si informano a seguito della diffusione delle innovative pratiche generate, in particolar modo, dall’avvento dei nuovi media. L’indagine è stata condotta su un campione di 1013 unità rappresentativo della popolazione nazionale per età, genere e provenienza (rilevazione dati svolta da Demetra nel dicembre 2012) e riprende un questionario e una metodologia già testati ed implementati negli Stati Uni-

ti dal Pew Internet and American life Project. Tendenze… Negli ultimi 20 anni l’utilizzo dei media tradizionali (TV, radio, quotidiani) ha subito un lieve declino, accentuato negli ultimi 10 anni dalla massiccia diffusione di internet. L’impiego del web a scopo informativo ha fatto registrare un costante aumento della sua quota di fruitori fino al 2011, quota rimasta poi invariata nell’ultimo anno (dati ISTAT). Perché mi informo … Dalla rilevazione effettuata emerge che le principali motivazioni che spingono l’utente ad informarsi sono di carattere sociale (motivate da un desiderio/dovere di conoscenza e di condivisione con gli altri), seguite dalla necessità di tenersi aggiornati nel quotidiano o per lavoro e dal considerare l’informazione un’attività di intrattenimento

Cosa ricerco… L’utente ricerca notizie in merito ad argomenti sui quali non si concentra abitualmente, atteggiamento più frequente rispetto al prestare attenzione soltanto a notizie su argomenti specifici o al lasciarsi indirizzare da altri su informazioni di rilievo. Cosa trovo… Il sistema informativo viene giudicato nel complesso in grado di coprire tutte le notizie e gli argomenti di maggior interesse anche se la quantità di informazioni è talmente elevata da essere talvolta percepita come “eccessiva” e le fonti di informazione ritenute spesso di parte. Dove ricerco… L’analisi delle abitudini degli italiani relative all’ottenimento dell’informazione dalle diverse tipologie di media rivela una spiccata preferenza per la TV nazionale impiegata dall’88% degli intervistati

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FORMAZIONE

Grafico .2

Grafico .1

(dato in leggero calo nel triennio), seguita da internet (passato dal 51% del 2011 al 62% del 2013) e dalle emittenti televisive allnews nazionali (salite dal 53% del 2011 al 61% del 2013). Il triennio ha tuttavia fatto registrare un forte calo nell’uso di alcuni media tradizionali, quali i quotidiani nazionali (-8%) e locali (-10%), la radio (-10%) e le TV locali (-5%). (GRAFICO 1) Internet come canale di informazione… Per quanto concerne la frequenza e il comportamento di consumo dell’informazione su internet si evidenzia che i principali fruitori risultano essere giovani adulti (dai 19 ai 30 anni), con un trend in aumento nel triennio preso in esame. L’informazione web registra un numero di utilizzatori in crescita per tutte le fasce di età sotto i 65 anni. (GRAFICO 2) Le fonti maggiormente consultate risultano essere i siti web dei quotidiani

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nazionali e locali, quelli specializzati su determinati argomenti ed i portali, mentre le notizie più ricercate attengono gli eventi di rilevanza nazionale, il meteo e la salute. Gli italiani ricorrono al web come canale informativo, tendenza accentuata principalmente in relazione ai giovani adulti. Questi ultimi tendono ad informarsi meno frequentemente nell’arco della giornata rispetto alla media della popolazione intervistata, ricevendo informazioni provenienti da portali online e soffermandosi principalmente su argomenti mai presi in considerazione in precedenza. Il mobile… Coloro che invece consultano le notizie su dispositivi mobili definiti “mobile consumer” ricevono più spesso news via email, alert o social network rispetto agli altri fruitori di informazione web e sono

anche coloro che riescono in maggior misura a consultarle tutte o quasi. Emerge infine che gli individui informati attraverso i social network definiti “SNS consumer” sono i più propensi a tenersi quotidianamente aggiornati, navigando online appositamente per cercare notizie o ricevendone dai siti web dei quotidiani, tendenza spesso agevolata dall’uso di “applicazioni” per l’accesso alle news tramite Tablet o SmartPhone. http://news-italia.org/2013/04/25/ presentazione-dei-risultati-delledizione-2013dellindagine/


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LAVORO

“Riformare i Centri per l’Impiego” Rispetto alle valutazioni generali sulla crisi globale, nelle Marche è necessario valutare l’attuale congiuntura economica tenendo conto degli elementi tipici e caratteristici solo della nostra regione: quegli elementi che sono stati i punti di forza del sistema economico marchigiano di Francesco Massi (*)

M Francesco Massi Capogruppo Pdl in Consiglio regionale

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i riferisco alla diffusione della microimpresa e al suo legame con il territorio, le istituzioni, le banche, grandi e piccole, ma sempre “vicine” e capaci di comprendere, conoscere e “riconoscere” le capacità e le potenzialità imprenditoriali dei nostri artigiani ed industriali. Nelle Marche la governance degli enti locali, il management, i vertici degli istituti di credito e le famiglie (famose o meno) degli imprenditori si sono sempre “conosciuti” con un legame profondo e reciproco che garantiva tutti. Oggi è entrato in crisi proprio tale rapporto/legame: la delocalizzazione ha indebolito non solo la produzione locale ma, soprattutto, il prestigio di molti imprenditori e la capacità trainante dei maestri artigiani. Il sistema del credito, con un blocco generalizzato, non ha più distinto ed individuato i progetti migliori da sostenere. Il sistema della governance ha continuato a cercare di sostenere e fronteggiare la crisi con erogazioni che, spesso, non hanno costruito o risolto niente. Come ne usciamo? La Regione Marche è, da oggi, l’unica a non aver ancora stipulato un accordo di programma sui distretti tecnologici (si era accennato a quello della domotica ma siamo ancora indietro). Occorre accelerare, anche per dare al sistema del credito un messaggio chiaro, di programma-

zione, sulle zone e sulle tipologie di produzione sulle quali si vuole puntare. Parimenti importante è insistere sulla necessità di valorizzare la “risorsa umana”. Come? In primo luogo, il sistema istruzione/formazione della regione (con le risorse europee che non diminuiranno nel periodo 2014-2020) deve puntare a formare imprenditori e non solo “addetti/dipendenti”. In secondo luogo, la formazione degli addetti dev’essere costruita facendo ricorso al principio di sussidiarietà: occorre cioè coinvolgere e responsabilizzare di più l’imprenditore con il criterio. L’artigiano forma, la Regione sostiene. Non è un caso che ora anche il Governo centrale si ponga il problema di riformare e potenziare i Centri per l’Impiego che, così come sono oggi, non forniscono risposte adeguate in termini di occupazione e formazione. Oltretutto costano molto … (* Capogruppo Pdl in Consiglio regionale)



INNOVAZIONE

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Start-up innovative: nasce Goextra Imprenditori si nasce. Ma proprio dalle Marche, la regione che sta evidenziando la fine di un modello imprenditoriale che ha fatto epoca, emerge una riflessione più ampia rispetto a quella legata semplicemente alla vocazione di fare impresa di Fabio Lo Savio

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egli ultimi 10 anni, grazie a progetti come il Prestito d'Onore regionale della Regione Marche ed altre iniziative legate al sostegno all'imprenditoria, si è affermato il concetto di start-up, inteso come organizzazione temporanea che dovrebbe trasformarsi in un'azienda in tempi brevi. Né una buona idea né i finanziamenti o l'accesso al credito facilitato sono sufficienti da soli a far sì che un progetto d'impresa diventi un business che funziona, essendosi rivelate condizioni necessarie ma non sufficienti, trascurando concetti come la sostenibilità e la scalabilità. In Italia il mondo delle start-up sta manifestando grande vivacità, in particolare per quelle ad alto contenuto tecnologico, con numeri in ascesa. La distribuzione territoriale è influenzata, soprattutto per le start-up innovative, dalle attività di ricerca e sviluppo che nascono nelle università come gli spin-off; infatti gli atenei di Milano, Torino, Roma, Padova, Bologna, così come Ancona negli ultimi anni, sono una culla preziosa e florida di idee e progetti potenzialmente di successo. Per misurare il fenomeno, la Camera di Commercio d'Italia ha creato dallo scorso marzo una sezione dedicata alle start-up innovative all'interno di registroimprese.it; i dati aggiornati allo scorso 24 giugno, certificano che sono 908 le realtà italiane attive. Quelle marchigiane sono 43, circa il 5 per cento del

totale, in linea con i dati proposti da altri network di riferimento come indigenidigitali.com e startupitalia.eu. Queste rilevazioni riconoscono al Centro Italia una quota pari al 40 per cento delle start-up attive nel Paese, con un peso crescente rispetto alle rilevazioni precedenti, a testimonianza del contributo anche della nostra regione. Il settore legato alla tecnologia è prioritario insieme alla Social Innovation e all'Ict. Avere un'idea, è un'ottima cosa, ma è ancora meglio sapere come portarla avanti. “Così scriveva orami un secolo fa Henry Ford” ha detto Michele Luconi nell'introdurre Goextra, la business unit di e-xtrategy, azienda di Monsano attiva da 12 anni nel settore delle nuove tecnologie, che ha scelto la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” per presentarsi al pubblico e riproporre attenzione al tema. “Nella straordinaria attualità del pensiero di Ford – ha aggiunto lo stesso Luconi - risiede l'approccio proposto da Goextra che da qui prende il via proponendo un'analisi preliminare di un modello di business che consente ad un'idea d'impresa di potersi concretizzare in un progetto imprenditoriale effettivamente vincente”. I fattori di successo di un'azienda, infatti, possono essere validati prima della propria costituzione anche se “un progetto sperimentato troppo a lungo difficilmente è destinato al successo”, ha aggiunto Luconi nell'introduzione. “Bisogna avere

il coraggio di fare e anche di sbagliare”. Goextra propone un modello che consente di completare una fase di analisi dalla quale si avranno risposte che dovrebbero consentire di potersi approcciare al nuovo business in maniera più consapevole e meno azzardata. Attraverso un format fatto di 9 interventi da parte di esperti provenienti da varie realtà imprenditoriali italiane come Ideato di Cesena, Cocoon Projects di Roma e Live di Ancona, la presentazione ha percorso tutti gli step che attraversano la genesi di un business di successo. L'analisi è partita dallo scenario per definire poi il modello di business e il business plan, la presentazione ai finanziatori, lo sviluppo del prodotto, la misurazione della sostenibilità del business e l'attenzione al lavoro in team fino alla creazione della squadra vincente, punto curato nell'evento di Goextra dal formatore di Senigallia Paolo Manocchi.

Gli atenei di Milano, Torino, Roma, Padova, Bologna, così come Ancona negli ultimi anni, sono una culla preziosa e florida di idee e progetti potenzialmente di successo 71


INNOVAZIONE

The Hive porta i Business Angels nelle Marche Quella che stiamo vivendo non è una crisi. E' una vera e propria svolta, che ci sta conducendo verso una nuova economia, popolata di originali ecosistemi di imprese dove i giovani, e non solo, dovranno essere innovativi e imprenditoriali, combinando e ricombinando competenze e risorse complementari, lavorando in gruppo, lanciando nuove imprese, valorizzando le tecnologie

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a se è relativamente semplice avviare un’impresa, più difficile è garantire la sua permanenza sul mercato e tra le principali criticità, un posto di rilievo spetta alla difficoltà di reperire adeguate risorse finanziarie. Questo è uno degli aspetti da risolvere al fine di traghettare un’azienda dalla fase di avvio fino allo stadio successivo, caratterizzato da una solidità che può essere raggiunta attraverso la generazione di cicli virtuosi di autofinanziamento. Per ovviare alla mancanza di capitali in questa fase delicata della vita dell’impresa, si può ricorrere ai cosiddetti business angels. Un business angel svolge un ruolo essenziale nell’ecosistema del capitale di rischio perché colma quel vuoto esistente fra il seed capital (il capitale messo insieme ricorrendo a familiari e amici) e il venture capital (il capitale reso disponibile da investitori professionali). Nella filiera italiana degli attori finanziari in modo particolare, il business angel si caratterizza per un forte potenziale di crescita, stimolato dalla significativa riduzione dell'asimmetria informativa tra imprenditori e investitori informali nel capitale di rischio, che aveva caratterizzato questo mercato negli anni scorsi.

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Ma chi sono i business angels? Il termine, utilizzato per la prima volta a Broadway all'inizio del ventesimo secolo per indicare quei soggetti che finanziavano gli spettacoli teatrali con il proprio denaro, è oggi utilizzato per indicare individui, tipicamente manager, imprenditori e professionisti, in attività o in pensione, che investono i propri risparmi nel capitale di giovani aziende dalle alte potenzialità. L'intervento degli angels in queste prime fasi di vita dell'azienda risulta essere determinante per il suo successo, non solo perché apportano risorse finanziarie indispensabili al raggiungimento di determinati obiettivi, ma soprattutto perché trasferiscono la loro pluriennale esperienza, il loro know how e la propria rete di contatti. Gli angeli, infatti, risultano essere molto attivi nella fase post investimento, contribuendo in maniera importante all'assunzione di decisioni strategiche e operative. IBAN - Italian Business Angels Network Il cosiddetto informal venture capital è un mercato che si sta evolvendo, non solo da un punto di vista quantitativo (i dati parlano di un aumento nel numero di soggetti che intraprendono tale attività

e del numero di aziende che beneficiano dei loro capitali) ma anche e soprattutto da un punto di vista qualitativo. Tale mercato, infatti, è passato da una forma “invisibile e atomistica”, basata cioè sull'azione di singoli angel operanti in maniera autonoma e attenti a salvaguardare il proprio anonimato, a una forma più strutturata e organizzata, basata sulla creazione di network specifici. Nel 1999, un gruppo di manager si fece promotore di una missione: portare in Italia la pratica dell'angel investing, trasformando imprenditori di successo in business angels. Nacque così l'IBAN (Italian Business Angels Network), con l'obiettivo di coordinare, sviluppare e incoraggiare, anche attraverso la struttura organizzativa rappresentata dai BAN (Business Angels Network) le proprie attività, contribuendo alla creazione di programmi locali, nazionali ed internazionali, promuovendo un ambiente favorevole in termini di strumenti, attori e cultura, per agevolare gli investimenti. Il circuito IBAN: i Business Angels Network (BAN) territoriali Da un punto di vista organizzativo IBAN si configura come una “rete delle reti”,


L'intervento degli angels risulta essere determinante per il suo successo di un'azienda soprattutto perché trasferiscono la loro pluriennale esperienza, il loro know how e la propria rete di contatti

con il compito di coordinare e definire i parametri di azione entro cui le diverse strutture locali radicate nel territorio possono muoversi (BAN, Club di angels, ecc). I network di business angel rappresentano una risposta concreta alle problematiche connesse alla ricerca degli investitori informali e agli elevati costi di “scouting” che investitori in cerca di progetti ed imprenditori in cerca di finanziatori sostengono. Per tale motivo, il circuito IBAN si presenta con un interlocutore di riferimento per l’imprenditore motivato ad aprire la sua compagine azionaria e dove le sue leve operative sul territorio sono rappresentate dai singoli network locali di business angels. Questa soluzione rimane pertanto il canale di comunicazione più immediato con il mondo dell’informal venture capital, in quanto è in grado di portare i progetti di investimento all’attenzione di un vasto numero di finanziatori in maniera simultanea. I servizi offerti si rivolgono ad entrambe le parti coinvolte nel processo, con il fine ultimo di agevolare il connubio tra imprenditore e finanziatore. In particolare: per i business angels: attività di screening dei business models dei vari im-

prenditori, analisi e successiva classificazione nel database disponibile agli stessi investitori, attività di formazione e orientamento, opportunità per la costituzione di syndication, partecipazione ad eventi e manifestazioni; per gli imprenditori: consulenza ed analisi sul business model del progetto, formazione sui contenuti essenziali per presentarsi all’investitore, diffusione dello schema di presentazione (elevator pitch) e del business plan presso gli investitori, preparazione della presentazione, opportunità di co-investimento. IBAN e The Hive, nasce la collaborazione per l’avvio del BAN Marche La necessità di offrire anche alla comunità marchigiana di imprenditori e manager la possibilità di incontrarsi e di avviare collaborazioni tra imprese, competenze e capitali a favore della nascita e dello sviluppo di nuove imprese, ha spinto The Hive, coworking e incubatore di imprese, nato ad Ancona nel mese di giugno, a farsi promotore del BAN Marche che, attraverso la rete dei business angels marchigiani, contribuirà ad elevare la capacità manageriale e la disponibilità di capitali per le start up del

territorio. La collaborazione è stata presentata in occasione della seconda edizione di ILikeStartup, organizzata da The Hive per favorire l’incontro tra startupper e potenziali investitori che si è svolta presso il Conero Golf Club di Sirolo e alla quale ha partecipato il Vice Presidente di IBAN, Tomaso Marzotto Caotorta. The Hive vuole diventare il più grande costruttore d’impresa nel nostro territorio e un modello di business da replicare, caratterizzandosi per la velocità e l’efficacia. La missione di The Hive consiste, infatti, nell’aiutare imprenditori e professionisti ad avviare, rilanciare, far crescere con rapidità e successo il proprio business, integrando le eccellenze e la passione dell’imprenditore, professionista, startupper.

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Marche

in web

La brand reputation passa per Google Non solo la new economy si nutre di tecnologia e Internet ma l’intero mondo del lavoro si va sempre più ristrutturando intorno alle ICT. Se la vecchia economia industriale e manifatturiera era orientata ai mercati locali, statali e nazionali, la “nuova” ha un focus globale

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igliaia di consumatori utilizzano sempre più la rete per ottenere informazioni sui prezzi e le caratteristiche dei prodotti, ed è su Internet che cercano e scelgono cosa o da chi comprare. Le regole del marketing sono state irreversibilmente stravolte. Nella valutazione degli acquisti, il consumatore inserisce una parola chiave su un motore di ricerca, Google in primis, consulta le fonti (siti web, blog, forum), raccoglie e confronta le informazioni necessarie a programmare le spese. Queste ricerche in rete, compiute attraverso il più celebre dei motori di ricerca, lasciano tracce che possono costituire un prezioso materiale per chi vuole conoscere i gusti e le tendenze dei consumatori in tempo reale. Le statistiche ufficiali, indispensabili per le previsioni economiche e i business plans aziendali, possono essere affiancate da strumenti più flessibili e immediati volti a sondare le preferenze e le attitudini dei consumatori nell’im-

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mediato. Come fare in un’epoca di trasformazioni impreviste, di cambiamenti repentini e d’interdipendenza globale, a monitorare il presente? Un valido strumento è Google Trends, un’applicazione online che mostra l’intensità di un’indagine effettuata attraverso Google. La frequenza con cui una parola chiave è inserita nel box di ricerca è rapportata al tempo e al volume delle indagini effettuate nel mondo. I dati possono poi essere scomposti per regione, città e lingua. Per utilizzare Google Trends, una volta giunti sulla pagina dell’applicazione, è necessario inserire il termine desiderato nel rettangolo che appare in alto alla schermata, a cui fa seguito immediatamente l’elaborazione grafica dei dati. I diagrammi che appaiono automaticamente sono due: quello in alto mostra la frequenza con cui il termine selezionato è stato inserito dagli utenti nel box di ricerca a partire dal 2004, mentre l’altro esprime invece l’interesse mostrato dai media per l’argomento

correlato alla parola. Esperti sostengono grazie ad elaborazioni statistiche che l’aumento delle ricerche su tali marchi, registrato su Google, corrisponde a un incremento delle vendite realizzate. Le imprese italiane, stando a diverse ricerche specializzate, non approfittano, se non in minima parte, delle opportunità economiche offerte dal web. Il controllo della Brand Reputation può passare anche attraverso l’utilizzo costante e professionale di strumenti a disposizione in rete, ma fondamentale restano la cultura e l’informazione verso questo nuovo potenziale settore.

Claudia Bartolini Product Manager Web Marketing Sida Group c.bartolini@sidagroup.com Tel. 071.28521


Killer Application: il Caso Nokia-Microsoft Sottovalutando il cambiamento si va out of market. Tanti aspetti interessanti di marketing nell’acquisizione del marchio svedese

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on questo termine in informatica si intende quella innovazione tecnologica che cambia radicalmente il mercato. Un cambio di paradigma che azzera lo sviluppo più o meno lineare del ciclo di vita del prodotto. Quando arriva il killer, i competitors sono in fortissima difficoltà. Il rischio di uscita dal mercato è altissimo se non si opera una riconversione strategica. Spesso mancano le risorse, o il tempo, e il gap che si è creato nel mercato, non si riesce più a colmarlo. Un esempio. Nel nostro distretto negli anni ‘80 arrivarono le tastiere elettroniche giapponesi, i nostri produttori di strumenti musicali classici, fisarmoniche e chitarre, anche elettriche, andarono fuori mercato. La storia si ripete continuamente. Chiunque, qualche anno fa, avesse detto che la ditta svedese sarebbe uscita sconfitta dal mondo dei cellulari sarebbe stato giudicato un folle. La follia invece è stata quella di Nokia. Continuare a snobbare gli smartphone, giudicare gli avversari come iphone, ”assolutamente irrilevanti perchè

vendono un milione di pezzi e noi vendiamo milioni e milioni di cellulari” - come disse il Ceo dell’azienda svedese - è stato un errore madornale. Nokia nel 2007 valeva in borsa 110 miliardi di dollari: oggi ne vale 15. Microsoft ha sborsato 3,8 miliardi per i cellulari, comprando il mercato dei modelli più bassi che potrà vendere con il marchio, e i marchi Lumia ed Asha. Per 1,25 miliardi si è assicurata anche l’uso dei brevetti per dieci anni. Nokia ha annunciato che si occuperà di mappe e di tlc con la sua divisione Nokia-Siemens. Cosa cerca Microsoft in termini strategici? Market share nei cellulari. Oggi Windows Phone ha solo il 5 per cento del mercato. Si, perché anche Microsoft non ha ben interpretato questo nuovo mercato, ma cerca anche margine perché avere hardware e software rende molto di più. Apple docet. Tante questioni di marketing ruotano su questa case history, come si dice in termini didattici. Ora c’è la sfida per il futuro e come affrontarla. Con quale marchio? Con quale elemento di differen-

ziazione sulla concorrenza? Come sfruttare questa sinergia? Altre operazioni del genere sono fallite o non hanno portato risultati. Mettere insieme due debolezze può non generare energia. Stare a vedere sarà molto interessante per chi si occupa di marketing e strategia aziendale. Un insegnamento fondamentale viene però ancora una volta confermato: occorre non sottovalutare, mai, la concorrenza. Anzi, bisogna studiarla minuziosamente, non peccare mai di alterigia, perché dagli altri c’è sempre molto da imparare. Ma oltre all’aspetto comportamentale c’è quello sostanziale: saper interpretare il cambiamento, non temerlo, non sottovalutarlo. L’innovazione è elemento competitivo essenziale, senza … si esce dal mercato.

Aleardo Campagnoli Consultant Senior Marketing e Strategia a.campagnoli@sidagroup.com Tel. 071.28521

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L’ICT e la relazione con il Cliente: la Customer Relationship Management (CRM) Una componente fondamentale per una Pmi è rappresentata dalla gestione e dal mantenimento della relazione con il cliente e dalla capacità di acquisirne nuovi, in Italia e soprattutto nel mondo. Affinché un’azienda possa generare profitto deve assolutamente conoscere i clienti e soprattutto i loro bisogni. Anche in questo caso l’ICT può rivestire un ruolo fondamentale mettendo a disposizione strumenti e piattaforme specifiche denominate CRM

A

nche in questo caso l’ICT può rivestire un ruolo fondamentale mettendo a disposizione strumenti e piattaforme specifiche denominate CRM. Il CRM (Customer Relationship Management) può essere definito come un processo integrato e strutturato per la gestione e la relazione con la clientela, il cui scopo è la costruzione di relazioni personalizzate di lungo periodo capaci di aumentare la soddisfazione dei clienti e di conseguenza aumentare il valore per il cliente e per l’impresa. Con il sistema CRM il cliente diventa l’elemento centrale della strategia commerciale: l’azienda deve essere in grado di confezionare offerte personalizzate, offrire un servizio completo dal primo contatto con il cliente fino alla fase di postvendita. Il CRM è composto da due macro componenti, il CRM operativo - che tende a mettere a disposizione strumenti informatici per gestire le transazioni con il cliente lungo tutto il ciclo di vita - e il CRM analitico, per la gestione della conoscenza sul cliente e in questo caso si utilizzano tecnologie complementari come la Business Intelligence. Il CRM

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operativo a sua volta può essere utilizzato dall’azienda nelle componenti Sales , After Sales Service, Marketing. Sales per la gestione dei rapporti commerciali con il cliente, dell’organizzazione della struttura di vendita, della relazione con la rete distributiva, della conoscenza e del rapporto diretto con il cliente. After Sales Service come supporto alle esigenze e ai problemi di post vendita del cliente, per la evasione e il controllo dei servizi forniti, per l’organizzazione della struttura di servizio, per una conoscenza diretta del cliente al fine di una Customer Satisfaction. Marketing per supportare una conoscenza e un’analisi del mercato, la proposizione dei prodotti/servizi specifici per target di clienti, per avviare nuove iniziative (campagne) sul mercato. L’introduzione di un sistema CRM non solo permette di aumentare il livello qualitativo di gestione del cliente, ma di migliorare anche l’efficienza di gestione dei processi interni. Una case history vissuta come miglioramento della efficienza nella gestione operativa dei rapporti commerciali dei clienti è stata la introduzione in una PMI di

un sistema CRM. Per la componente Sales, a supporto di 21 agenzie di vendita Italia e 34 estere, si è ottenuto come risultato una drastica riduzione del data entry di sede degli ordini in quanto il 95 per cento degli ordini di vendita erano inseriti dalle agenzie Italia e il 35 per cento dalle agenzie estero. Per la componente After Sales Service, a supporto di 78 centri assistenza Italia e 55 estero, si è altresì raggiunto un notevole miglioramento dell’efficienza di sede in quanto il 92 per cento degli ordini dei ricambi e il 96 per cento dei rapportini di intervento in garanzia erano inseriti dai centri di assistenza tecnica. Per quelle aziende che si rivolgono direttamente ai clienti finali (B2C) si stanno imponendo i social CRM, ovvero si stanno sfruttando le piattaforme dei social network per avere un contatto diretto e vicendevole con il cliente finale.

Romano Mataloni Consulente Senior ICT & Organization r.mataloni@sidagroup.com


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LE MARCHE CHE SPICCANO

“Raffaello Sanzio da Urbino a Sofia” La mostra che sigilla l’amicizia tra le due candidate città della cultura 2019. Marcolini: “Urbino e Sofia camminano insieme verso un grande progetto culturale”. Una liaison che ha il volto delicato di Santa Caterina d’Alessandria ritratta da Raffaello quella tra Urbino e Sofia candidate Città della Cultura 2019: il capolavoro giovanile dell’artista urbinate è rimasto esposto fino al 22 settembre nella Galleria d’Arte Nazionale della capitale bulgara per la mostra “Raffaello Sanzio da Urbino a Sofia” di L. Osmani

L

a città del Montefeltro è stata l’unica ad essere invitata a Sofia in occasione delle celebrazioni per la presentazione come candidata bulgara a capitale europea della cultura. “Un sigillo al legame di amicizia tra Urbino e Sofia – ha commentato l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini, presente all’inaugurazione della mostra insieme al sindaco di Sofia, Yordaka Fandakova, il Viceministro della Cultura, l’Ambasciatore d’Italia S.E. Marco Conticelli, Malina Edreva, assessore alla cultura di Sofia – Due città che camminano insieme verso un grande progetto culturale attraverso un ponte virtuale e reale allo stesso tempo”. "Un sigillo al legame di amicizia tra Urbino e Sofia" ha commentato l’assessore alla Cultura Pietro Marcolini. Dalle colline del Montefeltro, il Mare Adriatico e Monte Vitoša, le due città si sono avvicinate in un programma comune basato sulla sintonia d’intenti, con lo sguardo verso l’Europa, in un dialogo interculturale autentico. Elementi che hanno permesso di sottoscrivere ufficialmente un accordo tra la


città di Urbino e la Regione Marche e la città di Sofia e la Regione Sud Occidentale della Bulgaria, il 12 giugno scorso a Roma, durante la presentazione ufficiale della candidatura della città ducale a Capitale Europea della Cultura. “La mostra di Sofia – ha aggiunto Marcolini – rientra in quel percorso di conoscenza reciproca per promuovere con collaborazione e cooperazione cultura, arte, istruzione, educazione, turismo e innovazione scientifica”. Il dipinto di Raffaello rappresenta l’espressione delle Marche, regione di cultura e terra natale di musicisti, artisti e creativi come Gioachino Rossini, Giovan Battista Pergolesi, Gaspare Spontini, Donato Bramante, Raffaello Sanzio e Giacomo Leopardi. E’ la città che diede i natali a Raffaello nel 1483, la più nota tra i capoluoghi d’arte delle Marche, costruita intorno al grandioso Palazzo Ducale, la corte rinascimentale del duca Federico da Montefeltro che accolse artisti come Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Bramante e il giovane Raffaello.

In alto: Malina Edreva (assessore alla cultura Sofia), Pietro Marcolini (assessore regionale con deleghe ai beni ed attività culturali). Sotto: L'ingresso della Mostra a Sofia

Il pittore, come nel Rinascimento, è il simbolo della cultura, dell’arte, della perfezione che Urbino, le Marche e l’Italia trasmettono al mondo intero. Ammirare da vicino una sua opera racconta il genio della sua pittura e la cultura millenaria della regione e della terra che gli ha dato i natali. L’inaugurazione della mostra è stata preceduta dalla conferenza “Urbino-Sofia: dialoghi sulla cultura rinascimentale” a cura di Lorenza Mochi Onori, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche. In occasione della candidatura di Urbino, la Regione Marche sta mobilitando il suo sistema culturale per sostenere la città. A tal proposito è stato realizzato il nuovo portale Marche Beni Culturali www. beniculturali.marche.it grazie al quale è possibile conoscere non solo opere d’arte e reperti archeologici, documenti e oggetti della memoria ma anche attraverso percorsi tematici, tutte le risorse catalogate collegate al tema di Urbino 2019.

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MARE NOSTRUM

M/Y Stella del mare conquista Cannes Cantiere delle Marche ha presentato il nuovo 30 metri della gamma di Explorer Yacht Darwin Class

È

stato presentato ufficialmente a settembre al Festival de la Plaisance di Cannes, M/Y “Stella di Mare”, Explorer vessel di 30 metri in acciaio e alluminio costruito presso il Cantiere delle Marche, su progetto dell’Ingegnere Sergio Cutolo, responsabile dello studio Hydro Tec. M/Y Stella di Mare è stato disegnato al fine di soddisfare le richieste dell’armatore, che, dal giorno della consegna, a sole 2 settimane dal varo avvenuto ad Ancona alla fine di marzo, ha navigato nel Mediterraneo insieme alla propria numerosa famiglia. Dopo il Boat Show, l’armatore proseguirà la navigazione nel Mediterraneo, anche nelle stagioni e nelle destinazioni più inusitate, per poi attraversare l’Oceano Atlantico e prolungare la propria crociera tra la costa Est degli Stati Uniti e le Isole Caraibiche. Essendo l’Armatore un vero appassionato di mare e di barche, ama pilotare la sua nave e passa lunghi periodi in plancia ad occuparsi della conduzione del proprio Yacht. Nelle passate esperienze, però, questo lo ha portato ad isolarsi dalla famiglia e dagli

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amici. Al fine di avere la possibilità di rimanere comunque in contatto con i suoi ospiti, Cantiere delle Marche ha disegnato e realizzato per lui una sky lounge aperta sulla timoneria, la quale in caso di navigazioni notturne si può isolare per mezzo di uno schermo a scomparsa. Pur mantenendo il family feeling della gamma di Explorer Yacht Darwin Class, ed in particolare dell’86 piedi, lo yacht presenta caratteristiche progettuali differenti rispetto ai precedenti Yacht della stessa gamma oltre alla sopraddetta timoneria open space: i saloni sono più grandi di più di 10 metri quadrati ciascuno, la cabina VIP è stata allungata di circa 1,50 mt conferendo un volume quasi uguale alla cabina armatoriale, il pozzetto main deck è a sua volta sensibilmente più profondo al punto da permettere la presenza contestuale del classico divano a poppa e di un tavolo da pranzo separato per 10 persone. Non solo, per quanto riguarda gli spazi operativi: la zona crew ospita alloggi per 6 persone di equipaggio, sono stati aumentati e ottimizzati tutti gli spazi di stivaggio, il ga-

rage è stato aumentato in superficie di circa 10 m all’interno del quale – peraltro – vi trovano spazio 4 biciclette di cui due elettriche dotate di dedicata stazione di ricarica per le batterie. Anche gli spazi esterni guadagnano in metrature disponibili per la vita a bordo: tutti i ponti sono sensibilmente allungati, lo spazio prendisole sulla tuga prodiera può ospitare sei persone comodamente sdraiate e il sun deck ha una superficie di quasi 50 metri quadrati. I motori MTU 8V 2000 M72 da 720 Kw regalano ben 13,5 nodi di velocità pur mantenendo silenziosità e consumi a livelli minimi grazie alla taratura Heavy Duty che caratterizza tutte le costruzione CdM. Una particolare menzione va fatta all’isolamento ed al controllo della rumorosità: su specifica richiesta dell’armatore, particolarmente sensibile a tale caratteristica, CdM all’esito di uno studio effettuato insieme ai migliori esperti del settore, ha realizzato un sistema di isolamento degli ambienti di importante efficacia.


Vasco Buonpensiere, Socio e Direttore Commerciale di Cantiere delle Marche “Questo 30 metri è ancora una volta la dimostrazione di quanto sia importante la relazione ed il coinvolgimento tra armatore e cantiere: voglio ringraziare per questo la famiglia armatrice ed il team di tutti coloro che hanno contribuito in cantiere a realizzare questa magnifica, lussuosa, solida e sicura nave. Cantiere delle Marche si contraddistingue e si contraddistinguerà sempre per questo: una dimensione, non solo fisica, tale per cui il centro della propria attività è, e sarà sempre e solo la soddisfazione dei propri armatori”.

Gli interni Disegnati dall’ architetto Pierluigi Floris, gli interni sono contemporanei, lineari e molto luminosi: pareti laccate banche a poro aperto, mobili e dettagli in essenza di olmo. Questa linea, oltre alle ampie finestrature dello scafo, garantisce agli ambienti un immagine aperta, pulita e allo stesso tempo calda, grazie alle tonalità dell’olmo che virano dal marrone sino ai riflessi oro. Nel cofferdam sottostante la cabina VIP è stata ricavata una “cantina” nella

quale possono essere stivate più di 600 bottiglie di vino. Questo dettaglio è stato fortemente voluto dall’armatore, il quale è anche un fine produttore di vini bianchi. Tutti i bagni sono realizzati in analogia con il resto dell’imbarcazione, con pareti bianche poro aperto, frontali dei mobili in olmo. I sistemi di lavabi sono tutti custom e realizzati in travertino, mentre le docce sono interamente rivestite con un motivo a mosaico in ceramica. 81


INTERNAZIONALIZZAZIONE

Micam: l'export rallenta e non compensa il crollo del mercato interno Cleto Sagripanti, presidente Assocalzaturifici: “Ormai siamo di fronte ad un mercato duale, una situazione che richiede un colpo d’ala se non vogliamo il tracollo” di L. Ciaccafava

“D

obbiamo a tutti i costi evitare il tracollo sul mercato interno, perché rischiamo di perdere quello che storicamente è un mercato esigente e quindi uno stimolo a continuare a migliorarci”. Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, commenta in questo modo la situazione del mercato del settore calzaturiero italiano in chiusura del Micam, che si è svolto a Milano dal 15 al 18 settembre. I temi si ripetono ormai da alcune stagioni: bene l’export che continua a premiare la calzatura italiana di qualità; male, malissimo i consumi interni, che risentono del clima di crisi dell’intera economia nazionale; bene il saldo commerciale e in contrazione le importazioni. “In questo quadro – prosegue il presidente Sagripanti - le valutazioni non possono che tracciare uno scenario nel quale per il calzaturiero, dopo il rimbalzo favorevole post-crisi del biennio 2010/2011 e il rallentamento del 2012, la “luce in fondo al tunnel” appare ancora lontana, frustrata dalla marcata contrazione dei consumi interni e da dinamiche della domanda poco premianti in Unione Europea, dove esportiamo 7 calzature su 10”. Uno scenario, quello italiano, che continua ad essere bifronte: da un lato i mercati esteri che, pure con differenze marcate tra Europa e extra-Europa, stanno dando risultati positivi, e dall’altro il mercato interno,

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che è ormai avvitato in un circolo vizioso. L’internazionalizzazione è per le imprese calzaturiere, che esportano già l’83% della loro produzione, non più una strategia, ma una necessità. Sebbene questo concetto sia chiaro ormai da diversi anni, oggi diventa evidente un’ulteriore tendenza: è l’internazionalizzazione a lungo raggio, quella verso i Paesi emergenti e extraeuropei a premiare maggiormente. L’export italiano di calzature nei primi 5 mesi 2013 è aumentato sia in valore (+4,9%) che in volume (+1,4%) e nonostante un incremento contenuto ha raggiunto un nuovo record in valore; una vera e propria boccata d’ossigeno per le aziende italiane. Il prezzo medio, seppure ancora in aumento (+3,5%), presenta ritmi di crescita più modesti rispetto al 2012, segno che le imprese hanno comunque fatto i conti con listini che solo parzialmente si sono adeguati all’incremento del prezzo delle materie prime. In totale sono stati esportati, tra gennaio e maggio, 98,2 milioni di paia (1,3 milioni in più rispetto all’analogo periodo del 2012) per un valore di circa 3,3 miliardi di euro, ma, mentre tutte le aree hanno mostrato incrementi significativi, l’Unione Europea è rimasta pressoché stabile in valore (-0,3%) e con un decremento in volume (-1,2%). Per contro, sui mercati extra-UE la situazione appare esattamente opposta, con performance sia in valore

(+11,2%) sia in quantità (+7,3%) che dimostrano quanto le nostre calzature siano ancora competitive. I calzaturifici italiani hanno trovato nei primi cinque mesi dell’anno da un lato il recupero negli Stati Uniti e in Canada (rispettivamente +5,4% e +15,2%, in valore) e, soprattutto, l’espansione in Russia e Kazakistan (+16,4% e +10,8%). La vera frontiera per la crescita dell’export però si è rivelata ancora essere il Far East (+15,5% globalmente): non solo i tassi di crescita rimangono significativi (Cina +31%, Sud Corea +14%, Giappone +8,2% solo per citare alcuni casi), ma anche in termini di importanza relativa questi Paesi cominciano ad assumere un ruolo decisivo per la strategia di internazionalizzazione delle imprese italiane. L’aggregato “Cina+Hong Kong” si è confermato il nostro settimo mercato di destinazione, con una quota sul totale export (pari al 5% in valore) più che triplicata rispetto ad un decennio addietro. “Questo successo – spiega il presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti - è certamente dovuto alle capacità imprenditoriali delle imprese italiane, ma anche alla forza che ha acquisito nel tempo la nostra manifestazione theMICAM, modello oggi rinnovato e sempre più internazionale: un modello espositivo che raccoglie i leader mondiali nelle fasce fine e medio-fine di prodotto e genera un evento che i più importanti buyer, per


“È assolutamente necessario un colpo d’ala senza il quale le imprese italiane non potranno che vedersi costrette a fuggire dal mercato nazionale” Cleto Sagripanti

qualificarsi tali, non possono mancare. Ma la nostra fiera è anche un progetto di internazionalizzazione, theMICAM nel mondo, capace di accompagnare con grande efficacia le imprese a conquistare proprio quei mercati internazionali più promettenti”. “Non ci stupisce la perfomance positiva delle nostre imprese in Cina - prosegue Sagripanti - perché è accompagnato dal successo di theMICAMshanghai: 248 aziende, di cui il 30% straniere, su un’area di oltre 5.000 metri quadrati hanno incontrato quasi 6.000 operatori provenienti da tutto l’Estremo Oriente. E la prossima edizione supereremo le 250 aziende, un successo che è stato originato dalla capacità di cercare e stringere alleanze strategiche con partner italiani e stranieri”. La situazione del mercato però se da un lato mostra la crescita costante delle esportazioni, dall’altro registra la caduta persistente dei consumi interni. Secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca, dopo il decremento del 4,5% in valore a consuntivo dello scorso anno, la prima metà del 2013 si è chiusa con un ulteriore crollo degli acquisti delle famiglie pari al 6,1% in spesa e al 4% in quantità. Tra aprile e giugno la flessione è stata del 5,3%, ancora consistente sebbene meno significativa del –7,2% del primo trimestre dell’anno. “È assolutamente necessario un colpo d’ala senza il quale le imprese

italiane non potranno che vedersi costrette a fuggire dal mercato italiano – sostiene il presidente Sagripanti. Dall’indagine del nostro Ufficio Studi emerge chiaramente come l’84% degli imprenditori ritenga prioritaria – tra le politiche fiscali che potrebbero rimettere in moto l’economia nazionale – la riduzione del cuneo fiscale su lavoro e imprese per aumentare il reddito disponibile delle persone e riequilibrare la tassazione sui fattori produttivi. Ridare respiro al lavoro è oggi assolutamente essenziale perché le nostre imprese non possono più sostenere, come è successo fino ad oggi, il peso della crisi. I livelli occupazionali, se la situazione dovesse continuare, non potranno che peggiorare”. Come detto, il calzaturiero oggi può vantare successi importanti sui mercati esteri, confermati dall’aumento del saldo commerciale che si è attestato, nei primi 5 mesi, a 1.635 milioni di euro, che rappresentano un aumento del 12,7% sull’analogo periodo 2012. Si tratta dell’effetto congiunto dell’aumento delle esportazioni e della diminuzione delle importazioni (in calo del 1,6% in quantità e del 2% in valore), trascinate verso il basso dai consumi interni. “I successi ottenuti sui mercati internazionali – conclude il presidente Assocalzaturifici Cleto Sagripanti - ci spingono a sollecitare le Istituzioni italiane ed europee a creare contesti di com-

petizione sempre più equi. Oggi, mente il mercato UE è accessibile a tutti, scontiamo ancora mercati nei quali paghiamo dazi importanti, come Mercosur e Vietnam, oppure abbiamo un sistema di quote e contingenti sulle calzature in pelle come in Giappone. La situazione delle pelli, poi, vede il 50% del prodotto sottratta al mercato degli scambi da dazi in uscita proibitivi o contingenti. Inoltre non possiamo dimenticare i temi della contraffazione, che oggi passa anche attraverso internet, e quello dell’etichettatura di origine dei prodotti in Europa, sulla quale si sta giocando una lotta tutta politica tra diverse visioni europeiste”. Le prospettive del mercato purtroppo anche nei prossimi mesi non sono destinate a migliorare. L’indagine di Assocalzaturifici sembra escludere nel secondo semestre dell’anno modifiche sostanziali del panorama congiunturale. Sul versante domestico, il 53% degli operatori interpellati prevede una stabilità nella raccolta ordini, a cui si contrappone più di un terzo di rispondenti per i quali le attese sono di una riduzione degli ordinativi. Come sempre si tratta di una media tra un mercato interno molto negativo e un portafoglio estero che, seppure non con incrementi brillanti, lascia aperte speranze di una sostanziale stabilità (53%), con un buon 27% dei rispondenti che si dicono ottimisti.

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CARRIERE E POLTRONE

Chi entra e... chi esce In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani Marcello Mataloni vicepresidente della sempre appassionato, ricopre anche la carica di Team Manager dell'Aesis '98 Jesi, squadra del Fondazione Carima Il cavalier Marcello Mataloni è stato nominato vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Macerata. Al Consigliere civitanovese sono andati i migliori auguri dei colleghi del Consiglio di Amministrazione.

Progetto Teammates dell'Aurora Basket con la quale sono state intavolate partnership di collaborazione sulla crescita dei giovani prospetti.

L’assessore Maria Francesca Crespini lascia l’incarico

Macerata e Civitanova: nominati tre nuo- L’assessore comunale di Urbino Maria Francesca Crespini ha presentato le proprie dimissioni vi primari

Il direttore dell’Area vasta 3, Enrico Bordoni, ha reso noti i nominativi di tre nuovi primari a Macerata e Civitanova. Beniamino Susi è il nuovo direttore responsabile dell’emergenza a Macerata. Sempre a Macerata a Massimo Giannini è stato affidato l’incarico di direttore dell’Unità operativa di Radioterapia. Infine, Giorgio Turri è stato confermato primario del pronto soccorso a Civitanova.

al sindaco Franco Corbucci, il quale assumerà ora le deleghe per il Turismo, Attività Produttive, Arredo Urbano e Risparmio Energetico. Crespini è stata consigliere comunale dal 2004 al 2009, e assessore dal 2009 a oggi.

Alessandro Migliore direttore provinciale Cna Fermo

Nominato durante un incontro tra le associazioni aderenti (Aimpes – manifattura pelli-cuoio e succedanei, Anfao – occhialeria, Federorafi – oreficeria-gioielleria e Aip – Associazione Italiana Pellicceria, oltre ad Assocalzaturifici), Sagripanti raccoglie il testimone da Cirillo Marcolin con l’obiettivo di rappresentare il sistema delle associazioni legate al mondo dell’accessorio valorizzandone il ruolo all’interno di tutto il sistema moda. “Il mio mandato – dichiara Cleto Sagripanti – sarà orientato, in continuità con l’ottimo lavoro svolto dall’amico Marcolin, a rafforzare la sinergia tra la città di Milano, i Saloni che le nostre associazioni rappresentano e i principali attori della moda.

La Presidenza della CNA di Fermo ha ufficializzato la nomina di Alessandro Migliore, già coordinatore, a Direttore Provinciale. Un ruolo di fatto già ricoperto da Migliore, ma formalmente proposto dal Presidente Provinciale Sandro Coltrinari e approvato dalla Presidenza stessa riunita nella sede provinciale.

Ascoli Piceno: La Volla nominato comandante provinciale dei Carabinieri

Ciro La Volla, 46 anni, di origini napoletane, sposato con due figli, è il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno. L’alto ufficiale, che ricopriva il ruolo di vice comandante della scuola carabinieri di Benevento, sostituisce Sergio Piermanni. L’altra novità riguarda la nomina a capo ufficio comando del tenente colonnello Aldo Scalinci che proviene dalla legione carabinieri Marche di Ancona dove ricopriva il ruolo di capo del personale.

Carlo Cardinaletti responsabile organizzativo del settore giovanile dell’Aurora Basket di Jesi Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: scrivici@mlmagazine.it

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Lo jesino Carlo Cardinaletti è il nuovo "Responsabile organizzativo del Settore Giovanile" dell'Aurora Basket Jesi. Carlo andrà a prendere il posto di David Luconi nell'organigramma societario. Cardinaletti non è nuovo al mondo del basket: da

Cleto Sacripanti nuovo presidente della Federazione delle imprese dell'accessorio moda

Michele Tegaccia all’Unione dei professionisti della comunicazione e del Terziario Avanzato

Michele Tegaccia – titolare della storica tipografia artigiana La Grafica di via Luca Della Robbia – guiderà l’unione di mestiere della Confederazione Nazionale dell’Artigianato delle Marche, che raggruppa fotografi, tele e cine operatori, grafici, web designer, editori e pubblicisti del web, progettisti informatici, tipografi, stampatori digitali e tradizionali, copisterie, serigrafie. Un universo complesso e variegato di professionisti della comunicazione che nella regione conta oltre 2mila imprese e che, attraverso l’indotto, da lavoro ad oltre 7mila persone.


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CONTRIBUTI E BANDI

MARCHE >MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI "Sostegno agli investimenti autotrasporti" Incentivi a fondo perduto per l'acquisizione di autoveicoli industriali, rimorchi, semirimorchi rivolti ad imprese di autotrasporto per conto terzi. Il contributo a fondo perduto può arrivare fino ad € 960.000,00. SCADENZA: 31/01/2014 >CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Incentivi Legge Sabatini" Finanziamenti a tasso agevolato per l'acqusito di macchinari, impianti, beni strumentali d'impresa e attrezzature ad uso produttivo. I beneific della Sabatini sono stati estesi anche all'ICT (hardware, software, e tecnologie digitali). Il plafond a disposizione è pari a 2,5 mld € per l'anno 2013. >REGIONE MARCHE "Agevolazioni per le PMI culturali" Sono ancora disponibili fondi per la concessione di finanziamenti agevolati, con cui la Regione Marche incentiva gli investimenti delle imprese che operano nel comparto culturale. A sostegno delle iniziative sono concedibili finanziamenti agevolati di importo non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 150.000 euro. BANDO APERTO > DIPARTIMENTO AFFARI REGIONALI, TURISMO E

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SPORT "Contributi per le reti di impresa nel settore del turismo" Contributi a fondo perduto per progetti miranti alla costituzione di nuove aggregazioni di imprese finalizzati a promuovere il turismo nella regione, lo sviluppo di piattaforme condivise, sistemi di promo-commercializzazione. Il contributo massimo erogabile è pari ad € 200.000,00 con un'intensità massima del 50%. SCADENZA: BANDO IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE >BEI - Banca Europea degli Investimenti "Incentivi per promuovere lo sviluppo aziendale" I finanziamenti previsti sono finalizzati a promuovere lo sviluppo aziendale, attraverso prestiti a tasso agevolato e di durata variabile, a copertura massima del 50% dell'investimento previsto. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO >ISMEA "Agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura" Sono previsti interventi al fine di favorire l'insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. L'agevolazione prevede contributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società

agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio massimo erogabile è pari ad € 40.000,00.

35 anni non compiuti. I contributi vanno da € 5.000 ad €10.000. Le domande possono essere presentate a partire dla 20/02/2013.

SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO

SCADENZA: 31/12/2013

>INVITALIA - Agenzia per lo sviluppo e l'attrazione degli investimenti "Agevolazioni per il subentro in agricoltura" Finanziamenti volti a favorire la nascita di nuova imprenditorialità e il ricambio generazionale in agricoltura, in particolare nel settore della trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli. Le agevolazioni consistono in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato fino ad un massimo di € 1.032.000,00. L'importo del premio per il primo insediamento consiste in un contributo a fondo perduto fino a € 25.000,00. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO >ITALIA LAVORO "Agevolazioni per il trasferimento d'azienda" "Il bando ha l'obiettivo di favorire il rinnovo del tessuto dell’imprenditoria di tradizione. L’avviso è infatti finalizzato a rafforzare l’appeal dei mestieri tradizionali supportando la creazione, nei comparti produttivi della tradizione italiana, di nuova imprenditoria per il trasferimento d’azienda da imprenditori con età superiore ai 55 anni a giovani imprenditori di età compresa tra i 18 e i

>ITALIA LAVORO "Agevolazioni per le assunzioni di apprendisti" Sono stati prorogati i termini previsti per l'erogazione di agevolazioni per le assunzioni di apprendisti effettuate a partire dal 30/11/2011. In particolare sono agevolati i contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e i contratti di apprendistato professionalizzante. I contributi vanno da € 4.700 ad € 5.500. Scadenze previste: REGIONI COMPETITIVITÀ - 31/03/12 REGIONI CONVERGENZA 31/12/2013 SCADENZA: 31/12/2013 EMILIA > MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI "Sostegno agli investimenti autotrasporti" Incentivi a fondo perduto per l'acquisizione di autoveicoli industriali, rimorchi, semirimorchi rivolti ad imprese di autotrasporto per conto terzi. Il contributo a fondo perduto può arrivare fino ad € 960.000,00. SCADENZA: 31/01/2014 > CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Incentivi Legge Sabatini" Finanziamenti a tasso agevo-


lato per l'acqusito di macchinari, impianti, beni strumentali d'impresa e attrezzature ad uso produttivo. I beneific della Sabatini sono stati estesi anche all'ICT (hardware, software, e tecnologie digitali). Il plafond a disposizione è pari a 2,5 mld € per l'anno 2013.

ad agevolare progetti di efficientamento energetico, produzione di energie da fonti rinnovabili. Il bando eroga finanziamenti a tasso agevolato per importi che vanno da un minimo di € 75.000,00 fino ad € 300.000,00. SCADENZA: 29/11/2013

>AGREA "Risorse per Lambrusco, Pignoletto e vini tipici" Finanziamenti per aziende vitivinicole, sia per le imprese agroindustriali sia agricole di base, che svolgono attività di trasformazione e commercializzazione. I contributi, di intensità variabile dal 20 al 40% sono rivolti sia all’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, che alla realizzazione di punti vendita diretta o siti di ecommerce.

>CCIAA MODENA "Sostegno del credito alle PMI" Sostegno del credito alle PMI operanti nelle provincia di Modena, attraverso operazioni di finanziamento bancario o leasing effettuate tramite organismi di garanzia fidi, relative alla copertura delle spese da effettuare o effettuate fino ad un anno prima delle presentazione della domanda. I contrbuti vanno da 5.000 euro a 20.000 euro.

SCADENZA: 11/10/2013 >CCIAA RAVENNA "Incentivi alle start-up emiliane" Contributi a fondo perduto per la nascita di nuove PMI femminili e giovanili: gli incentivi finanziari coprono le spese sostenute nel corso dell'anno 2013 e relative ai costi per l'avvio d'impresa. L'entità del contributo è pari al 50%, fino ad un massimo di € 4.000,00.

SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO

>FONDO ENERGIA "Energie nuove per l'impresa"

>CARIPARMA "Credito alle imprese" Il Gruppo Cariparma Crédit Agricole dà il via al progetto “Sosteniamo le eccellenze”, volto a favorire la liquidità delle imprese nazionali con uno stanziamento di 740 milioni di euro, dei quali 125 milioni sono destinati alle PMI della Provincia di Parma. Il fondo messo a disposizione da Cariparma si rivolge alle imprese del settore agricolo e dell’artigianato, ma non sono escluse le PMI del commercio, dell’industria e dei servizi.

Finanziamenti

SCADENZA: APERTO

SCADENZA: 31/10/2013

finalizzati

>BEI - Banca Europea degli Investimenti "Incentivi per promuovere lo sviluppo aziendale" I finanziamenti previsti sono finalizzati a promuovere lo sviluppo aziendale, attraverso prestiti a tasso agevolato e di durata variabile, a copertura massima del 50% dell'investimento previsto. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO ABRUZZO > MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI "Sostegno agli investimenti autotrasporti" Incentivi a fondo perduto per l'acquisizione di autoveicoli industriali, rimorchi, semirimorchi rivolti ad imprese di autotrasporto per conto terzi. Il contributo a fondo perduto può arrivare fino ad € 960.000,00. SCADENZA: 31/01/2014 > CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Incentivi Legge Sabatini" Finanziamenti a tasso agevolato per l'acqusito di macchinari, impianti, beni strumentali d'impresa e attrezzature ad uso produttivo. I beneific della Sabatini sono stati estesi anche all'ICT (hardware, software, e tecnologie digitali). Il plafond a disposizione è pari a 2,5 mld € per l'anno 2013. > PROVINCIA DI TERAMO "Contributi ai consorzi di imprese della Provincia di

Teramo per favorire export e internazionalizzazione" Contributi ai consorzi di imprese della Provincia di Teramo per promuovere l’export e favorire l’internazionalizzazione. Gli incentivi concessi dalla CCIAA sono pari al 40% delle spese ammissibili, fino a un tetto massimo non superiore a € 13.000 per consorzio. SCADENZA: 15/11/2013 > CCIAA TERAMO Contributi per l'internazionalizzazione alle PMI abruzzesi" "Il bando ha l'obiettivo di favorire la partecipazione a fiere nazionali e internazionali da parte delle imprese della Provincia di Teramo. Gli incentivi camerali possono essere richiesti per la partecipazione a eventi fieristici sia in Italia sia all’estero relativi a qualsiasi settore economico. Sono previsti incentivi fino al 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di € 3.000,00. " SCADENZA: 15/12/2013

A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com

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FOCUS

turi smo “Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti”

Italo Calvino 89


FOCUS: TURISMO

Investimenti e coperture finanziarie nel settore turistico-alberghiero Quali strategie per aumentare il proprio fatturato in un periodo di crisi economica? Le best practice dell’industria alberghiera italiana sono state estrapolate da un campione di aziende con fatturati annui superiori al milione di euro e monitorate dal Servizio Studi e Ricerche Industry and Banking del gruppo bancario Intesa San Paolo

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imprese alberghiere hanno ottenuto buone performance reddituali nel biennio 2010/2012, prevalentemente hotel 4 stelle (80% del campione) situati in località balneari e città d’arte. Oltre un terzo (35%) del campione ha effettuato interventi di ristrutturazione delle strutture, interventi che a fronte di una chiusura temporanea di alcune aree – hall, cucina o ristoranti – hanno consentito di affrontare il deciso incremento della concorrenza nel segmento 4 stelle. Parte degli investimenti in ristrutturazioni hanno consentito anche l’innalzamento degli standard qualitativi di strutture e servizi, nell’ottica di “allungare” la

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stagione – puntando sul valore aggiunto della struttura - e soddisfare nuove fasce e nazionalità di clientela. Alle soglie del 2013, con l’acuirsi della crisi, un quarto del campione ha adottato una politica di contenimento dei costi, azione adottata prevalentemente dalle strutture ricettive concentrate in città o in località termali e lacuali. La comunicazione e il marketing hanno rappresentato la leva di circa il 20% del campione, che ha scelto la rete e le pubbliche relazioni per promuovere le proprie attività. Un trend ancora più interessante è l’attenzione crescente verso le certificazioni non solo del sistema di gestione ma anche di eco-sostenibilità ambientale.

L’adozione di queste certificazioni va ad influire sia direttamente nei confronti dei costi di gestione della struttura, sia indirettamente, orientando il brand verso un carattere green. In termini di certificazioni ambientali – riporta lo studio Intesa SanPaolo - si possono identificare 593 aziende del panorama alberghiero italiano in possesso della relativa documentazione, distribuite sulla base delle diverse tipologie di certificato: 264 con la Iso 14001, 14 in possesso della Emas, 130 Ecolabel, 195 Legambiente turismo e 8 con la Green key (dati aggiornati tra il dicembre 2011 e l’aprile 2012). Ampia è la diffusione nella fascia “vincente” di strutture dedicate al benessere e al con-


gressuale, scelte che consentono da un lato di intercettare una domanda sempre più attenta a una vacanza all’insegna della forma fisica e mentale, dall’altra di lavorare anche fuori stagione. Investire in tempi di crisi paga, sembra l’indicazione dello studio e più sulla struttura che sulla comunicazione: forse perché il valore aggiunto della ristrutturazione diventa, al tempo stesso, un potente strumento di comunicazione. L'offerta finanziaria del sistema bancario, dedicata al settore turistico, dovrebbe essere strutturata tenendo conto delle necessità delle aziende che vi operano, guidate da una forte stagionalità dei flussi finanziari e dalla periodica necessità

di effettuare ristrutturazioni e rinnovi. Le diverse tipologie di finanziamenti da proporre, di breve e medio lungo termine, dovrebbero mirare a sostenere concretamente le aziende turistico-alberghiere e a supportarne la crescita nel mercato. Gli strumenti tecnici ideali per finanziare questo modello di business, così strutturato, dovrebbero essere: - finanziamenti per coprire gli investimenti fissi finalizzati al miglioramento (adeguamento continuo) o all’ampliamento delle strutture ricettive, inclusi gli interventi periodici di rinnovo e di manutenzione straordinaria tipici del settore; - finanziamento a breve termine per le imprese alberghiere, che consente loro

di ricevere un anticipo a fronte della presentazione di uno o più documenti che attestino l’avvenuta prenotazione dei servizi di ospitalità; - linee di credito per le esigenze di liquidità delle imprese del settore contraddistinte da elevata stagionalità nei flussi di cassa.

Alessandro Stecconi Divisione Corporate Finance - Gruppo Sida a.stecconi@sidasrl.it Tel. 071.28521

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FOCUS: TURISMO

Parchi tematici, che successo! Accanto alla classica offerta turistica prendono sempre più piede questi luoghi del divertimento

I

l nostro Paese è ormai da tempo meta privilegiata di un turismo “globale” e complesso, che abbraccia esigenze sempre più ampie e specifiche, e che soddisfa desideri, curiosità e richieste di turisti provenienti da tutte le parti del mondo. L’Italia è conosciuta nel mondo come il paese della bellezza e della cultura: capolavori assoluti, paesaggi meravigliosi, artigiani eccellenti, gente creativa e ospitale. È un insieme di bellezze, luoghi unici e non replicabili altrove, che ogni anno attirano milioni di persone da tutto il mondo, confermando così il ruolo primario, benché sottovalutato, che ha il settore turistico nell’economia nazionale. Oggi, accanto alla classica offerta turistica, stanno prendendo sempre più piede i Parchi Tematici, luoghi di divertimento destinato a giovani, adulti famiglie con bambini. Un parco tematico è una tipologia di parco di divertimenti che si svi-

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luppa in parte al coperto e in parte allo scoperto, con ingresso a pagamento, e dotato di tutti i servizi utili per l'ospitalità e lo shopping. Si tratta spesso di importanti e interessanti mete turistiche, dove trascorrere un intero week-end all'insegna del divertimento, del gioco e dello spettacolo. Dietro agli imponenti spettacoli di strutture avveniristiche e moderne, c’è un’intensa fase di progettazione, che nel tempo è divenuta quasi più una progettazione urbanistica, fantastica ma funzionale: infatti non si tratta solamente di un lavoro di natura architettonica, ma anche logistico e organizzativo. La crescente popolarità ha portato, negli ultimi anni, a un’evoluzione dei parchi di divertimento, basandone l’attrattività su contenuti specifici cari soprattutto ai bambini, come ad esempio film di animazione. Alle attrazioni ludiche sono poi affiancati e integrati servizi di vario ge-

nere, punti di ristoro, luoghi per il relax e lo shopping. A partire dagli anni ’50, in Italia sono nati i primi parchi gioco: basta citare, come esempi illustri, La Città della Domenica, fondato alla fine degli anni ’50 da Mario Spagnoli, Fiabilandia (nato nel 1965) e Gardaland (1975), nato con l’obiettivo di creare un parco di divertimento simile a Disneyland, negli Stati Uniti. Nel corso degli anni a seguire, il settore in Italia si è evoluto ed i livelli di fatturato hanno raggiunto cifre considerevoli. Sono nate strutture di vario genere, come parchi acquatici, parchi faunistici, didattici e a tema. Tra i più importanti, occorre ricordare il parco Oltremare, l’Acquario di Genova, Mirabilandia e l’Italia in miniatura. Proprio quello dei parchi tematici sta riscuotendo un successo sempre più ampio: basta citare, tra tutti, l’esempio di Rainbow Magicland, parco alle porte di


Roma, che ha come tema conduttore le protagoniste della fortunata serie di cartoni animata ideata nelle Marche. Nelle Marche abbiamo diversi esempi di parchi tematici, a partire dal Parco Zoo di Falconara, il Parco Avventura del Lago di Cingoli, il Parco Verdeacquatico e il Parco Eldorado, sempre nel comune di Cingoli. Il proliferare dei parchi giochi e tematici porta con sé diversi aspetti positivi. Innanzitutto in un’ottica occupazionale, queste attrazioni richiedono obbligatoriamente il reperimento di personale e figure generiche da adibire alle mansioni più diverse, come cassieri, giardinieri, commesse, etc…Non manca però, al contempo, la necessità di reperire figure professionali specializzate, che spaziano dal manutentore al musicista, dal falegname al biologo marino. Allo stesso tempo, è nata l’esigenza di creare ex novo professionalità da adibire a sup-

porto della struttura, creando in questo modo sia nuovi spazi e aree di impiego, sia nuove opportunità di espressione lavorativa, soprattutto a vantaggio dei giovani che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro. Secondo aspetto da prendere in considerazione è sicuramente la possibilità di aumentare il grado di attrattività per il territorio che lo ospita: i turisti, e in particolare le famiglie, oltre a visitare le attrazioni culturali, museali ed artistiche della zona, troveranno sicuramente interessante passare alcune ore di relax e divertimento all’interno di queste strutture organizzate. L’elevata offerta di monumenti, mostre e itinerari culturali, associata alla presenza di questi parchi può accrescere, attraverso l’utilizzo di un sistema di comunicazione mirato e calibrato, il giro d’affari per la zona, potenziando in questo modo l’incoming territoriale, accrescendo così il numero delle

presenze turistiche. Infine occorre considerare la possibilità, in molti casi concretizzata, di creare sinergie tra operatori presenti nel medesimo territorio, rappresentate principalmente da accordi commerciali, di pubblicità e di marketing. Riuscire a stipulare collaborazioni che prevedano scontistiche per l’ingresso al parco per chi soggiorna in una determinata struttura, o viceversa, tariffe agevolate in strutture convenzionate per coloro che trascorrono una giornata all’interno del parco giochi. Su questa falsa riga, sarà possibile stipulare accordi di vario genere con esercizi commerciali, ristoranti, e generare in tal senso un circolo virtuoso che, nel tempo, potrà garantire un flusso continuo di turisti, anche in un’ottica di destagionalizzazione delle presenze. Nicasio Riggio Gruppo Sida

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FOCUS: TURISMO

La fidelizzazione del turista passa attraverso il gadgeting Una delle leve più interessanti per promuovere il nostro territorio è il turismo esperienziale. Segmentare il mercato in modo innovativo vuol dire abbandonare gli schemi standard della segmentazione, indifferenziati e generalisti, per andare a scavare in ciò che i nostri turisti desiderano in un determinato periodo temporale

U

n simile approccio, da un lato mette in crisi la standardizzazione maturata dal turismo di massa; dall’altro provoca la scoperta e la nascita di tanti segmenti di nicchia sui quali poter lavorare per un’offerta di tipo esperienziale e che permette una maggiore e profonda differenziazione di prezzi giustificata dalla differenziazione dei prodotti offerti. La sfida è quella di costruire valore esperienziale per i diversi segmenti di mercato, tenendo sempre in mente che il turista non è un cliente, ma un nostro ospite. Bisogna mettersi nei panni del turista e chiedersi che cosa sia realmente rilevante per la sua esperienza da vivere nel nostro territorio, quindi saper ascoltare ed interpretare le esigenze. Essere innovativi e creativi rispondendo ai bisogni dei turisti: è facile dire: “sono un albergo per famiglie”. Il difficile è esserlo realmente. Bisogna avere il coraggio di porsi alcune domande e di mettersi in gioco. Quali sono le esigenze di una famiglia in vacanza? Quali quelle dei bambini? Che servizi cercano le mamme in vacanza? Cosa cercano invece i bambini? In risposta a questi dilemmi possiamo certamente iniziare a costruire quel valore esperienziale che possa garantire 94

al nostro ospite/turista quella qualità che sicuramente sta cercando nel nostro territorio. Il valore esperienziale è strettamente dipendente dall’interlocutore. Per fidelizzare un turista bisogna coccolarlo, essere ospitali e rendere la sua vacanza davvero unica. Ma non basta. Non dobbiamo e non possiamo adagiarci sugli allori. Dobbiamo andare oltre, superarci. Un’ottima iniziativa sarebbe quella di organizzare una campagna di gadgeting partendo dalle strutture ricettive che al termine del soggiorno possano proporre all’ospite gadget e prodotti rappresentativi del nostro territorio, per prolungare mentalmente la sua esperienza marchigiana e per espandere l’esperienza diretta anche ad altre persone e in altri luoghi. Ecco allora che allestendo una piccola vetrina nella hall di tutti gli hotel con gadget della regione Marche e dei prodotti tipici del territorio, potremmo far arrivare i sapori della nostra terra in tutto il mondo, sfruttando la tecnica del gadgeting per facilitare il passaparola e cavalcare l’onda del turismo sensibile. Sarebbe magnifico inoltre organizzare un concorso di idee per la creazione di un brand Marche che possa rappresentare un ricordo per il turista e un lega-

me con la nostra terra; questo progetto potrebbe risvegliare gli animi di tutti noi marchigiani fieri. Turismo significa vivere momenti di vita quotidiana della destinazione che si visita, partecipando attivamente e in prima persona alle attività che vi si svolgono, andando a scavare nelle tradizioni, negli usi e nei costumi di una località. Ciò permette da un lato al visitatore di godere (visivamente e materialmente) di un’esperienza autentica, unica e personale; dall’altro di influire direttamente sulla vitalità della destinazione e sulla riscoperta delle proprie radici da parte della popolazione locale. Il gadgeting da proporre al turista dev’essere ricordo, emozione, legame; ma deve prima di tutto essere lo specchio della nostra realtà e di noi marchigiani. Bisogna amare profondamente la propria terra per far innamorare di essa anche i nostri ospiti.

Matteo Bartoloni Product Manager – Hotel Management Gruppo Sida Tel. 071.28521 m.bartoloni@sidagroup.com


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Macerata, lo Sferisterio e la Porta Picena

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SPECIALE

MAC era tese “L’arte non può mai uguagliare la ricchezza della natura” Giacomo Leopardi, poeta recanatese (tratto da Lo Zibaldone)

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SPECIALE: MACERATESE

Bene chi guarda all’export Se le Marche sono considerate “l'Italia in una regione”, la provincia di Macerata ben può definirsi “le Marche in una provincia”: mare, colline, montagna, arte, cultura, teatri, enogastronomia d'eccellenza, e tanto altro. E ovviamente un tessuto produttivo artigianale e industriale che l'ha resa famosa in tutto il mondo. a cura della Redazione

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a come si stanno muovendo gli imprenditori di fronte alla difficile situazione economica? E’ il tema dello Speciale che proponiamo nelle pagine che seguono. Dopo aver proposto un suggestivo itinerario (realizzato dal Consorzio MarcheMaraviglia in collaborazione con Anci Marche) alla scoperta del territorio, abbiamo intervistato Dea Pellegrini, fondatrice dell’associazione culturale di Sarnano “Le antiche torri”, che ben può essere annoverata tra le eccellenze impegnate nella valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e artigianale italiano. A seguire, Ferdinando Cavallini, direttore della Banca della Provincia di Macerata, dopo aver tracciato un chiaro quadro della situazione economica del territorio, ci confessa di intravvedere prospettive positive per i prossimi mesi. Assuero Zampini, direttore della sezione provinciale di Coldiretti, ha illustrato le più importanti iniziative promosse a tutela degli agricoltori e degli allevatori locali, mentre per la direttrice di Confesercenti Macerata, Lucia Biagioli, un valido rimedio contro la rassegnazione dei commercianti del territorio va trovata nel dialogo con gli amministratori locali. Importante anche la testimonianza dell’Università di Camerino, che illustra le iniziative messe in campo a favore degli studenti meritevoli: l’Ateneo ha stabilito infatti l’esenzione dal pagamento delle tasse di iscrizione per le matricole diplomate con almeno 90/100, che abbiano uno o entrambi i genitori in cassa integrazione o in mobilità, o siano stati licenziati, purchè residenti nei Comuni della Consulta per lo sviluppo di Unicam. Molto interessanti anche gli interventi di Giovanni Clementoni, presidente di Confindustria Macerata, della Confartigianato provinciale, che – per bocca di Giuseppe Ripani - ci illustra il nuovo Servizio di Innovazione Digitale e di Luca Bartoli, presidente di Ex.it, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Macerata.

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G I O I E L L I

P E R

A M O R E

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SPECIALE: MACERATESE

Lago di Fiastra

Itinerari a cura di: Alessandra Balducci Consorzio Marche Maraviglia

La provincia di Macerata: territorio di scoperta tra i fiumi Chienti e Potenza Guido Piovene, nel suo Viaggio in Italia, definì questo territorio “riassunto di tutti i paesaggi del mondo” ad indicarne la ricchezza e la varietà, capaci di stupire ed emozionare il viandante. Quello che vogliamo proporvi, in questo contesto, sono tanti piccoli spunti di viaggio, utili ad individuare il proprio fil rouge alla scoperta del territorio

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a provincia di Macerata offre molteplici visioni, che vanno dalle colline alle montagne e che comprendono tratti di spiaggia, boschi lussureggianti e campi disegnati dalle diverse colture, con una pittoresca varietà di colori. Il territorio è dominato prevalentemente dalle colline, attraversate dai fiumi Chienti e Potenza, che ne disegnano la fisionomia e determinano la varietà di piante e fauna della zona. Una varietà che si moltiplica, in modo suggestivo, in

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prossimità del Parco Nazionale dei Sibillini e delle Riserve Naturali, quella di Fiastra e quella di Torricchio.

zaturiere di fama internazionale, come Fornarina, Cesare Paciotti, Nero Giardini, Tod’s e molti altri.

Partiamo dalla costa, per addentrarci nell’interno, fino a Macerata, lungo un percorso caratterizzato da un continuo saliscendi. La nostra prima tappa è Civitanova Marche, cittadina vivace sotto diversi punti di vista, dalla cultura ai locali, passando per rinomate boutique di moda e importanti spacci di aziende cal-

Lasciandosi alle spalle Civitanova, si procede verso l’interno, in direzione di Montecosaro, piccolo comune che ospita l’Abbazia romanica di Santa Maria a Piè di Chienti. Si prosegue poi per Morrovalle, sino a raggiungere la località medievale di Montelupone, menzionata tra i “Borghi più belli d’Italia” e caratte-


Borghi murati e Castelli

Archeologia

Natura & Escursioni

Pievi & Abbazie

SS16 E D C

B

G

SS76

A

F

SS77 H J

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SS3

I

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O P

SS77

SS209 Q R

A Civitanova Marche (MC)

J

B Montecosaro (MC)

K Caldarola (MC)

C Morrovalle (MC)

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D Montelupone

M Castelraimondo (MC)

E San Firmano (MC)

N

Camerino (MC)

F S. Claudio al Chieti, Corridonia (MC)

O

Pievebovigliana (MC)

G Macerata

P

Fiastra (MC)

H Abbazia di Fiastra

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Ussita (MC)

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Visso (MC)

Urbisaglia (MC)

Tolentino (MC)

Rocca D'Aiello, Camerino (MC)

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SPECIALE: MACERATESE

Rocca D'Aiello Complesso dell'Abbazia di Fiastra

rizzata da quattro porte d’ingresso perfettamente conservate. Meritano senza dubbio una visita l'Abbazia benedettina di San Firmano (del IX secolo) caratterizzata da un’imponente scalinata necessaria a tenere alta la cripta e ad evitare le inondazioni del Potenza, e all’originalissima Abbazia di San Claudio, dall’inconfondibile facciata stretta tra due torrioni cilindrici. Una cinquecentesca e maestosa cinta muraria circonda il centro storico di Macerata, dove sono concentrati suggestivi monumenti d’epoca: la Loggia dei Mercanti, il Palazzo del Comune, la Torre dell'Orologio e il Teatro Lauro Rossi. Il fiore all’occhiello di Macerata è certamente l’Arena Sferisterio, di epoca ottocentesca, eretta per il gioco della “palla al bracciale”. Dal 1921 il teatro all’aperto

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è sede di un’importantissima stagione lirica, lo Sferisterio Opera Festival.

la Rancia, il cui guerresco profilo genera forti suggestioni medievali.

Scendendo lungo la Valle del Chienti, si arriva alla Riserva naturale di Fiastra, con la sua ampia distesa di prati verdi attrezzati per percorsi ippici e ciclistici e l’Abbazia di Chiaravalle (www.abbadiafiastra.net). Notevole anche la vicina Urbisaglia con Museo e Parco Archeologico e con la fiabesca rocca divenuta tema grafico di un francobollo della serie Castelli d’Italia del 1990.

Siamo in un territorio costellato da alcuni dei castelli più belli e suggestivi delle Marche, a partire dal Castello di Pallotta a Caldarola, che ancora conserva gli arredi originali (www.castellopallotta. com), passando per Rocca d’Aiello oggi incantevole dimora privata della contessa Vitalini Sacconi, per giungere, nei pressi della città ducale di Camerino, al rinascimentale Castello di Lanciano a Castelraimondo, regno di delizie di Giovanna Malatesta da Rimini sposa di Giulio Cesare da Varano.

A seguire la città di Tolentino, con la Basilica di San Nicola che si propone al visitatore con la sua maestosa facciata in pietra bianca d’Istria e i superbi affreschi trecenteschi del Cappellone dove riposano le spoglie mortali del Santo. Poco distante dall’abitato sorge il Castello del-

La città di Camerino merita senz’altro una visita, con il suo imponente Palazzo Ducale, dal cui cortile rinascimentale si apre uno stupendo panorama sui Sibil-


Camerino - vista sui Sibillini

Porta d'ingresso all'Abitato di Visso

Caldarola

San Claudio al Chienti

lini, il Palazzo Arcivescovile e il Duomo. Poco distante i ruderi dell’austera Rocca Varano rimangono a testimonianza del luogo nel quale ebbe origine la storia medievale e rinascimentale di queste terre. Essa fu, infatti, la primitiva dimora della dinastia dei Da Varano, Signori di Camerino, dal ‘200 al ‘500. Per difendere il proprio territorio la famiglia fece costruire nei secoli una formidabile rete di fortificazioni, in parte ancora esistente, comunemente detta Scacchiere dei Da Varano. Dodici chilometri di linea difensiva punteggiata di costruzioni militari, rocche, torri e cinte, alcune delle quali punti di sosta privilegiati per l’osservazione della volta celeste. Da Camerino si può partire alla scoperta del vicino Parco Nazionale dei Monti Si-

billini, accedendo da nord ovest attraverso Pieve Bovigliana. Il Parco istituito nel 1933, si estende a cavallo delle regioni Marche e Umbria, toccando le province di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Perugia. Qui la natura rigogliosa e il paesaggio antropizzato costituiscono un unicum perfetto. Si può effettuare un bellissimo e completo percorso escursionistico di ben 120 km, detto Grande Anello dei Sibillini, che, con le sue nove tappe dotate di rifugi, contempla la visita ai centri montani di Fiastra, Ussita e Visso, tutti in provincia di Macerata, offrendo soprattutto itinerari alla scoperta delle emergenze naturalistiche. Queste ultime sono costituite dal Monte Vettore, la più alta di ben 18 cime che superano i 2.000 metri, la

Gola dell’Infernaccio, ben cento metri di profondità, il più importante canyon dei Sibillini, e il Lago di Pilato, leggendaria tomba del governatore romano, per secoli meta di maghi e negromanti. In questo territorio, citato da Goethe nel suo “Faust”, sopravvivono riti e leggende, come quella della Sibilla, donna misteriosa alla quale ci si rivolgeva per scoprire che cosa avrebbe riservato il futuro.

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SPECIALE: MACERATESE

Le antiche torri Tra le realtà d’eccellenza che animano il territorio del Maceratese l’associazione culturale 'Le antiche torri' di Sarnano. Abbiamo incontrato la fondatrice, Dea Pellegrini, che da oltre dieci anni si impegna a valorizzare il patrimonio artistico, culturale e artigianale del Bel Paese attraverso la formazione di studenti stranieri in Italia e all’estero di A. Dachan

V Dea Pellegrini

“I nostri sono corsi che valorizzano le nostre eccellenze culturali, quel patrimonio italiano che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia”

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uole presentarci l’associazione Le antiche torri, da lei fondata e presieduta? “Le antiche torri è un’associazione culturale nata nel 2002. Ho voluto creare sul territorio una realtà che si occupasse di formazione, ambito in cui ho sempre operato, prima come ispettore della pubblica istruzione, poi lavorando all’estero, come addetto educativo per dieci anni, in America Latina e in Africa. L’attività è nata come una sfida, con un forte desiderio di crescita”. Quali sono gli ambiti principali in cui operate? “Siamo partiti con l’attività di scambio con paesi europei ed extra europei, con corsi di formazione ad Addis Abeba, Asmara e in Ucraina. Nel giro di poco tempo si sono verificati due fatti che hanno influenzato il nostro lavoro, determinando un cambiamento: la mancata possibilità di proseguire lo scambio (che avveniva in attivazione con ministeri e ambasciate) dovuta alla crisi economica e l’avvio di un corso di formazione per studenti cinesi che in Italia vogliono frequentare le università i conservatori e le accademie di Belle Arti, alla luce dell’accordo firmato nel 2006. Collateralmente abbiamo avviato corsi di lingua inglese in collaborazione con scuole del territorio, promuovendo attività culturali con docenti specializzati e offrendo

anche concerti e spettacoli. I corsi iniziano a gennaio e terminano ad agosto, con gli esami finali. I nostri docenti sono madrelingua, laureati in lettere, in lingue e con conoscenza del cinese e/o dell’ inglese e fungono da mediatori linguistici e docenti”. Che tipo di certificazioni rilasciate? “Noi ci occupiamo di formazione, mentre per le certificazioni, abbiamo una convenzione con l’Università Roma Tre e l’Università degli stranieri di Siena, due realtà che hanno l’abilitazione per il rilascio”. Perché tanto interesse per gli studenti cinesi? “Perché sono i più numerosi ed è il canale che coinvolge più settori. C’è interesse anche da parte della Russia, del Brasile e dei Paesi del Golfo arabo ma ci sono vari problemi, per alcuni di questi paesi i problemi sono legati anche alle certificazioni: infatti in Brasile ed in Russia, la scolarità dura solo dieci anni, un periodo che non risponde ai parametri richiesti per il rilascio degli attestati a livello italiano ed europeo”. Oltre alle lingue, cosa insegnate? “Teniamo corsi di arte e musica per paesi di tutto il mondo, sia per gli amanti di queste discipline, che per gli studenti che intendono specializzarsi. Sono corsi che valorizzano le nostre

eccellenze culturali, quel patrimonio italiano che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia. Ci rivolgiamo ad un pubblico di persone maggiorenni e in certi casi accettiamo anche studenti minori, purché siano accompagnati da un tutor”. Avete in programma delle novità per il futuro? “Vorremmo realizzare corsi di formazione per studenti stranieri, collegati alle nostre industrie, puntando sia sulla lingua, che sulla specificità del territorio, con stage all’interno delle aziende che consentano di formare referenti nei paesi di provenienza dei ragazzi. Il problema è che nelle aziende ancora c’è una certa forma di resistenza culturale e non si recepisce pienamente il valore aggiunto di simili figure. Vorrei, inoltre, focalizzare l’attenzione su progetti legati all’ambiente e al recupero delle arti e dei mestieri antichi. Sarebbe bello riprendere le attività di settori come il tessile, la lana, con la realizzazione di prodotti artigianali di nicchia, che porterebbero un giovamento a tutta la comunità”.

Per info: Associazione culturale “Le antiche torri” Piazza Perfetti 22 – Sarnano (MC) www.leantichetorri.com Tel: 0733658662


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SPECIALE: MACERATESE

“Ci salveranno export e agroindustria” Sfodera un cauto ottimismo Ferdinando Cavallini, direttore della Banca della Provincia di Macerata, che conferma la linea che sinora ha premiato il “suo” istituto di credito: dare fiducia alle imprese che hanno buone prospettive di P. Duranti

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irettore, in due parole: come vede il futuro economico di questo territorio? “Lo vedo con ottimismo”. Una bella risposta, tanto più se proviene da un personaggio come Lei, che vanta esperienze di assoluto prestigio nel panorama creditizio nazionale. Però la crisi del manifatturiero, fiore all’occhiello del maceratese, è sotto gli occhi di tutti. “Per poter svolgere un’analisi attendibile della situazione, e quindi rispondere alla sua domanda, occorre partire dai dati. E questi ci fotografano una situazione indubbiamente difficile: la nostra provincia – e la regione nel suo complesso – ha sofferto forse più di altri territori, appunto per la massiccia presenza di aziende manifatturiere. Peraltro non possiamo certo limitarci ad una visione così semplicistica ed approssimativa”.

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In che senso? “Prendiamo ad esempio un settore particolarmente rilevante per la provincia di Macerata, qual è il calzaturiero. Possiamo affermare, dati alla mano, che abbia sostanzialmente retto alla grave congiuntura che ci ha colpito, perché si era già fortemente riorganizzato a seguito della crisi dell’inizio degli anni Duemila. In altre parole: vi era già stata una selezione degli operatori, che gli ha consentito di affrontare preparati questi ultimi anni. Ecco, la trasformazione che ha caratterizzato il calzaturiero è un elemento che – se letto congiuntamente ad altri fattori - mi induce ad essere moderatamente ottimista”. Quali sono gli altri fattori? “Oltre a quanto appena detto per il calzaturiero, che ovviamente riverbera i propri effetti su tutto l’indotto, fa ben sperare la

vocazione all’export che caratterizza le nostre aziende. Inoltre, almeno nel calzaturiero, è positiva la presenza di imprese forti in termini di brand”. Parliamo di internazionalizzazione: quali sono i mercati migliori per i nostri prodotti? “Sicuramente la Russia rappresenta un buon mercato di sbocco, ma anche la Germania sta dando discrete soddisfazioni”. E per gli altri settori quali prospettive vi sono? “In linea generale le prospettive sono legate all’export. Le aziende meccaniche, ad esempio, stanno registrando un buon successo nei Paesi del Medio Oriente e in Cina, mentre l’abbigliamento risente del fatto di avere meno brand forti rispetto al calzaturiero. Il turismo si sta


risvegliando e si nota un progressivo ritorno ai campi”. L’agricoltura può costituire uno sbocco occupazionale per le nuove generazioni? “Nella provincia di Macerata il settore primario rappresenta il 7-8 per cento del Pil, a fronte di appena il 2 per cento della media nazionale; ragione per cui è una parte importante dell’economia. Per il futuro, vedo bene tutte quelle attività legate in qualche modo all’agroindustria”. Parliamo dell’immobiliare. “Purtroppo è in profonda crisi, anche se si intravedono alcuni spiragli a seguito dell’introduzione delle agevolazioni fiscali finalizzate ad incentivare gli interventi di ristrutturazione; ma le nuove costruzioni restano al palo. Inoltre c’è

l’enorme problema dell’invenduto, costituito spesso da unità immobiliari non più in linea con i nuovi dettami normativi. Insomma, una crisi dentro la crisi …”. Com’è la situazione del sistema bancario provinciale? “Ha registrato cadute di credito superiori rispetto alla media nazionale, ma non si avvertono situazioni di credit crunch più gravi rispetto al resto d’Italia”. In questo contesto, come si è mossa la Banca della Provincia di Macerata? “Abbiamo sempre cercato di non far mancare la liquidità alle imprese del territorio che meritano fiducia. Certo, all’azienda che non ha prospettive è opportuno evitare di erogare ulteriore credito perché gli affidamenti concessi “male” distruggono ricchezza, mentre se sono dati “bene”, creano ricchezza”.

E’ piuttosto recente la notizia dell’aumento del capitale sociale della banca: una scelta che rispecchia il Suo ottimismo? “Certo. Pur non avendone necessità, abbiamo deciso di rafforzare il capitale sociale con l’apporto di altri 10 milioni di euro appunto per garantire al territorio ancor più assistenza creditizia . E anche le continue nuove assunzioni che stiamo effettuando testimoniano la nostra coerenza: presto l’economia riprenderà a svilupparsi, e Banca di Macerata dovrà farsi trovare pronta … Insomma, Banca della Provincia di Macerata è una piccola Banca votata al localismo ed alla creazione di valore aggiunto per la comunità e per gli azionisti”.

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SPECIALE: MACERATESE

Una lenta ripresa Investimenti nella formazione, ricerca e innovazione, infrastrutture e supporto nell’approccio all’export: per Giovanni Clementoni presidente di Confindustria Macerata, sono queste le priorità per uscire dalla crisi di F. Di Giulio

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uale ruolo ricopre (e potrebbe ricoprire) Confindustria Macerata? “Confindustria oggi deve consolidare e rafforzare sempre di più il suo ruolo di rappresentanza per fare si che il suo contributo al superamento dell’attuale situazione socioeconomica, possa essere sempre più concreto ed efficace. La nostra associazione di categoria, in quanto collettore di imprese, è non solo un “portatore d’interessi” propri, ma anche di quelli collettivi a maggior ragione se si considera che il mondo dell’Industria è da sempre la colonna vertebrale dell’economia e contribuisce in modo significativo a determinare il benessere di un territorio”. Al momento attuale, si intravede una via d’uscita dalla crisi per il territorio maceratese? “L’Italia è ad un punto di svolta di questa lunga crisi, ma l'uscita sarà purtroppo lenta. Molti segnali confermano che l'inversione di tendenza è prossima, ma persistono ancora evidenti difficoltà, prime fra tutte i consumi interni ancora troppo bassi, l’elevato costo del lavoro e la contrazione del credito alle imprese. Il tessuto imprenditoriale maceratese, prevalentemente manifatturiero, ha risentito senza dubbio della difficoltà dei mercati, soprattutto di quello interno. La via d’uscita si potrà dunque trovare nella combinazione di diversi fattori, a partire dalla via

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dell’internazionalizzazione,ma la ripresa rimarrà lontana se non interverranno decisioni politiche atte a supportare in maniere efficace e concreta le aziende in termini di investimenti nella formazione, ricerca e innovazione, infrastrutture e appunto supporto nell’approccio all’export”. Quali sono i settori che stanno reggendo e quali quelli con maggiori difficoltà? “Non credo sia appropriato parlare di performance di settore, in quanto all’interno dello stesso comparto ci sono aziende che hanno ottenuto risultati positivi in termini di crescita ed altre invece che hanno risentito in modo molto forte degli effetti della crisi. Sicuramente quelle imprese che hanno potuto incrementare il proprio giro d’affari attraverso le esportazioni sembrano avere avuto una maggiore resistenza alle difficoltà di questi ultimi anni, tuttavia non tutte le aziende hanno al proprio interno una struttura tale da poterne supportare l’affermazione nei mercati esteri. Ecco perché sottolineo ancora l’importanza di quegli elementi che possono consentire alle aziende di riprendere con slancio la propria attività vale a dire, fare investimenti sulla formazione e qualificazione delle risorse, in modo particolare di quelle figure professionali che possano consentirne una proiezione all’estero, puntare sulla ricerca per fare dell’innovazione una formidabile arma competitiva e anche


Il settore industriale rappresenta l’elemento di punta del Made in Italy nel mondo sull’aggregazione delle competenze per creare sinergie fra i diversi attori presenti nel nostro territorio”. Che aiuto può dare Confindustria Macerata alle aziende associate rispetto al processo di internazionalizzazione? “Confindustria già da anni ha avviato alcune iniziative per facilitare l’internazionalizzazione delle sue associate, rivolte principalmente alle piccole imprese. Attività realizzate in sinergia con gli altri Enti preposti all’internazionalizzazione come Camera di Commercio e la sua Azienda Speciale Ex.It., la nuova Ice e la Regione, per consentire alle imprese che operano prevalentemente in Italia di guardare al mercato estero come una grande opportunità di sviluppo. Serve poi affiancare nei processi di internazionalizzazione quelle aziende che operano in mercati di nicchia e che hanno difficoltà a partecipare ad iniziative collettive. Occorre sostenere, infine, anche le aziende medio-grandi offrendo un sostegno a quei settori che rappresentano il Made in Italy nei mercati esteri e che necessitano di investimenti ingenti per il loro consolidamento. Sarà altresì vantaggioso fare più formazione alle aziende, indirizzan-

dola alle figure dedicate allo sviluppo delle imprese sui mercati esteri. Il settore industriale rappresenta l’elemento di punta del Made in Italy nel mondo, ed è per questo che può e deve contare di più nelle strategie di internazionalizzazione adottate, partecipare maggiormente alle scelte strategiche degli Enti preposti e promuovere iniziative realmente utili al nostro tessuto economico”. Recentemente ci siamo occupati di formazione e giovani, coinvolgendo i rettori delle università marchigiane con una domanda importante: conviene ancora laurearsi? In base alla vostra esperienza e in considerazione della realtà imprenditoriale che offre il territorio maceratese, lo studio rappresenta ancora un’opportunità per i ragazzi o meglio specializzarsi in ambito tecnico? “Credo molto nei giovani e nella dinamicità che, con le loro idee, possano portare in un’impresa per consentirle di essere sempre al passo con i tempi. Lo studio oggi non è un’opportunità, ma una necessità. La formazione, attraverso un adeguato percorso di studi, fornirà al giovane quegli strumenti che gli consentiranno di affrontare il mondo del lavoro

e la vita stessa in modo meno difficoltoso, dandogli quell’apertura al confronto sempre necessaria nelle relazioni. Detto questo però ritengo che ci sia ancora molto da fare per ridurre le distanze tra Università (e sistema educativo in generale) e mondo del lavoro. Servono più ragazzi che frequentino le nostre imprese, più progetti di alternanza scuola-lavoro, più educazione all’auto-imprenditorialità e soprattutto più iniziative rivolte ai docenti. Ritengo inoltre di fondamentale importanza andare a recuperare quella cultura “tecnica” che ha reso il nostro Paese famoso nel Mondo per la qualità ed eccellenza della nostra produzione industriale. Questo non significa sottovalutare la formazione umanistica, perché l’industria necessita di entrambe le figure, con un unico filo conduttore però: avere una preparazione che sia il risultato di un giusto connubio tra scuola ed impresa. Confindustria Macerata ha da anni avviato collaborazioni e progetti con le Scuole, Università e con Enti prestigiosi come l’Istao, ma occorre sempre più potenziare queste iniziative riportandole ad una concretezza che è garanzia di qualità ed efficacia soprattutto per il futuro dei giovani”.

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SPECIALE: MACERATESE

Acceleriamo sulla “digitalizzazione” delle imprese Istituito dalla Confartigianato Imprese Macerata il Servizio di Innovazione Digitale, a beneficio delle piccole e medie imprese della provincia per sostenerle nell’accesso alle opportunità create dalla crescente digitalizzazione e dalle nuove tecnologie

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a Web Economy – afferma il responsabile del servizio, l’Ing. Giuseppe Ripani - non è traducibile in modo semplicistico come l'economia prodotta da internet ma si può invece correttamente definirla come l’attività delle imprese che accrescono l’uso del web e della cultura digitale per rimodulare o riprogettare i propri modelli di business e sviluppare nuove opportunità. E’ la via migliore per modificare gli approcci tradizionali di molte imprese manifatturiere che registrano, anche per questo, una perdurante perdita di valore e clienti, oltre che di visione strategica. Il resto del mondo industrializzato è già fortemente orientato verso questo orizzonte, basta guardare i fortissimi tassi di crescita dell’utilizzo della rete internet, specie dell’e-commerce, per scopi di business in Europa e in USA. L'Italia e le Marche, in particolare la nostra provincia, manifestano invece un preoccupante ritardo. Il dato strategico è che comunque le PMI attive su internet, mediante azioni di webmarketing operate con strumenti quali, ad esempio, i social network e/o su siti di e-commerce, aumentano i loro fatturati anche in questo periodo di crisi. Quindi la scelta giusta è quella di spingere ancor più sull’acceleratore della “digitalizzazione” delle imprese. Da queste considerazioni la necessità di istituire il nuovo servizio di innovazione digitale che da fine settembre sarà pienamente operativo”. Il Servizio Innovazione Digitale di Confartigianato fornirà alle aziende associate innanzitutto

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un check-up gratuito utile ad individuare l’utilizzo delle tecnologie ICT in queste imprese, a conoscere gli obiettivi strategici aziendali ed a suggerire quindi un percorso di efficace riposizionamento degli investimenti in tecnologie, servizi e prodotti informatici. Attiveremo iniziative formative e consulenziali “di base” quali corsi d’uso di applicativi gestionali, di posta elettronica e PEC, di creazione e gestione di profili e pagine sui principali Social Network, corsi ed applicazioni per smartphone e tablet, seminari sulla sicurezza informatica e sulla tutela da frodi telematiche, corsi sugli strumenti di transazione commerciale via web. Progetti, consulenze ed attività formative verranno assicurate ed erogate sia ricorrendo alle importanti relazioni e collaborazioni che Confartigianato ha con le Università ed i Centri di Ricerca e trasferimento tecnologico del territorio, sia soprattutto attraverso una rete creata appositamente e costituita da otto imprese associate specializzate altamente qualificate: 4M Software di Montecosaro, AMS di Sant’Elpidio a Mare, MF Consulting di Tolentino, Drop di Civitanova Marche, Jef Knowledge di Montegranaro, Med Innovation di Macerata, Italsoft di Potenza Picena, Servili Computer – Fidoka di San Ginesio. “Con l’istituzione di questo nuovo servizio – conclude l’Ing. Ripani – che fa seguito alla recente costituzione (fine luglio) del nuovo Gruppo di Mestiere “ICT”, alla cui Presidenza è stata eletta all’unanimità Sara Servili, creato appositamente per dare un preciso riferimento associa-

tivo ad un settore sempre più importante per lo sviluppo della nostra economia, pensiamo di aver posto le basi per dare nuove opportunità, in termini di crescita quantitativa e qualitativa, alle tante piccole e medie imprese manifatturiere del territorio che sono alla ricerca di nuovi mercati, specie internazionali, e nuovi modelli di business in grado di tirarle fuori dal pantano della pesante crisi in cui sono piombate da alcuni anni”. Direttivo “gruppo di mestiere ICT” Confartigianato Imprese Macerata Presidente: Sara Servili V.Presidente: Fabio Mazzocchetti Consiglieri: Mirko Calvigioni Alessandro Marilungo Stefano Parcaroli Confartigianato Imprese Macerata Servizi Digitali per l’Innovazione Check-up gratuito Formazione PEC Networking & Security Wi – ADSL Telefonia VOIP Web Design & Web Marketing CRM E-commerce APP


SPECIALE: MACERATESE

Sicuramente Made in Italy Il produttore che appone la dicitura “100% made in ltaly” può farlo soltanto nel caso in cui la merce è ideata, realizzata e confezionata in Italia. In caso contrario il produttore commette un reato ed è passibile di sanzioni amministrative e penali

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el novembre 2009 il Governo italiano approvò la “Legge 166”, che all’art. 16 contempla finalmente, e dopo anni di pressioni della nostra Associazione, il 100% Made in Italy. Questa norma si pone l'obiettivo di garantire che il prodotto che si etichetti con il “100% Made in Italy” sia integralmente “IDEATO, PRODOTTO E CONFEZIONATO IN ITALIA”. Tutto questo pone fine agli infiniti equivoci generati dall'uso del più semplice e noto “Made in Italy” come permesso dal Regolamento (CE) n. 450/2008, il quale autorizza di etichettare il prodotto come “Made in Italy”, anche se alla sua produzione hanno partecipato più Paesi. Va tenuto presente che la legge in questione tutela tutti i fabbricanti di beni che producono integralmente in Italia, indifferentemente dal prodotto realizzato (agroalimentare, moda, mobili e arredo, accessori per la casa, oreficeria, ecc.). Il manuale che la nostra Associazione ha sviluppato ha carattere informativo-esemplificativo del citato art. 16 e le immagini inviate rappresentano solamente una ipotesi, tra le innumerevoli, che potrebbero essere utilizzate (es. 100% Italia, Tutto italiano, Integralmente italiano, Fatto tutto in Italia, ecc.) per rappresentare i prodotti realizzati “totalmente in Italia”. Molti buyers nazionali ed esteri (Russia, Giappone, Cina, Brasile, Emirati, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, ecc.) stanno apprezzando la valenza della Legge

166/2009 tanto da richiedere, per i loro prossimi ordinativi, beni che ne rispettino la disciplina. Utilizzare al meglio tale normativa è il mezzo per tutelare nel migliore dei modi i consumatori, le nostre imprese e il lavoro dei nostri collaboratori, dando prestigio a quello che siamo: i veri produttori del “tutto fatto in Italia”. L’esperienza già maturata su materie specifiche quali il 100% Made in Italy, l'internazionalizzazione, le fiere, i mercati e il materiale prodotto allo scopo dalla nostra Associazione Provinciale sono a disposizione (gratuitamente), se

produci INTEGRALMENTE IN ITALIA. Questo ti permetterà di partecipare a questa battaglia, una battaglia non solo di trasparenza verso i consumatori ma anche di opportunità per le nostre aziende che da sempre incorporano “l’essere ITALIA”.

Confartigianato imprese Macerata Vicolo Santa Croce, 11 - 62100 Macerata Tel. 0733.3661 www.macerata.confartigianato.it

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SPECIALE: MACERATESE

Da sinistra: Il Presidente Gian Mario Spacca, l'attore Elio Germano e l'assessore Pietro Marcolini

“Eravamo certi – come è risultato in un recente sondaggio – che Giacomo Leopardi fosse il personaggio più conosciuto e amato delle Marche – ha dichiarato Pietro Marcolini, assessore alla Cultura della Regione Marche. Sono i marchigiani a dirlo, ma non solo”

“Il giovane favoloso” Sono iniziate a Recanati, nel Maceratese, le riprese del film del regista Mario Martone dedicato al grande poeta Giacomo Leopardi, prodotto da Carlo Degli Esposti per Palomar con Rai Cinema. Il film si avvale del contributo di Regione Marche e Cinema Multimedia -,oltre che di quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema.

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opo aver adattato per il teatro con grande successo le Operette morali, Martone e Ippolita di Majo hanno iniziato a lavorare alla sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all'insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la breve vita di Leopardi dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio. Ed ecco la famiglia di Leopardi, il compagno della vita Antonio Ranieri, gli intellettuali del tempo, la donna per la quale si accese di passione, Fanny TargioniTozzetti. Ma l'interesse di Martone non è per l'aneddoto: la vita di Leopardi è tutt'uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c'è un verso, non c'è un rigo di Leopardi che non sia autobiografico. Come fosse un grande del Novecento e non dell'Ottocento, Leopardi sa che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali.

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È per questo che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza, e non è un caso che le sue opere, recentemente tradotte in inglese da importanti editori, stiano appassionando lettori di tutto il mondo. Affrontare la vita di Leopardi significa inoltre svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, Martone continua con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un'anima, da raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema. Per questa avventura ha chiamato a raccolta collaboratori preziosi come Renato Berta (fotografia), Giancarlo Musel-

li (scenografia), Ursula Patzak (costumi), e attori amatissimi attratti dal temibile viaggio, primo fra tutti Elio Germano che impersonerà Giacomo Leopardi. Massimo Popolizio sarà il padre Monaldo, Raffaella Giordano la madre, Isabella Ragonese la sorella Paolina, Edoardo Natoli il fratello Carlo; Sandro Lombardi il precettore di casa Leopardi; Valerio Binasco interpreta Pietro Giordani, Michele Riondino sarà Ranieri e Anna Mouglalis Fanny; Iaia Forte introduce la parte napoletana. Carlo Degli Esposti per Palomar insieme a Rai Cinema, con Patrizia Massa produttrice esecutiva, già realizzatori di Noi credevamo, si accingono alla nuova impegnativa sfida potendo contare sull’impegno produttivo di un gruppo di imprenditori della Regione Marche, sul contributo della Regione Marche, della Fondazione Marche Cinema Multimedia Marche Film Commission e di quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema.


SPECIALE: MACERATESE

Ad Unicam il futuro non e’ in crisi! L’Università di Camerino premia gli studenti meritevoli, anche in questo particolare momento di crisi che sta vivendo il nostro Paese. L’Ateneo ha stabilito infatti l’esenzione dal pagamento delle tasse di iscrizione per le matricole Unicam diplomate con almeno 90/100, che abbiano uno o entrambi i genitori in cassa integrazione o in mobilità, o siano stati licenziati (devono essere però residenti nei Comuni della Consulta per lo sviluppo di Unicam)

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non basta: dieci borse di studio, per studenti che si siano diplomati con un voto superiore a 90/100, i cui genitori risentano della crisi dell'indotto industriale fabrianese (cassa integrazione, licenziamenti, mobilità). "Il futuro non può e non deve essere in crisi - ha commentato il Rettore Flavio Corradini - nel futuro occorre investire. Dobbiamo superare questo momento e dobbiamo farlo tutti insieme. Dobbiamo capire che o vinciamo tutti, o perdiamo tutti. Ognuno deve fare la propria parte, deve dare il proprio contributo, anche se piccolo". Restano poi le borse di eccellenza, l’iscrizione gratuita per chi conseguito il diploma di scuola superiore con 100/100 ed altre iniziative e borse di studio per gli studenti meritevoli. Per il prossimo anno accademico è possibile iscriversi ad uno dei numerosi corsi di laurea Unicam negli ambiti di Architettura e Design, Bioscienze e

Biotecnologie, Giurisprudenza, Scienze Ambientali, Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Scienze Mediche Veterinarie, Scienze e Tecnologie. Attività sportive e culturali, servizi di orientamento per le matricole, stage in Italia e all’estero per tutti gli studenti in aziende leader, corsi di laurea interamente in lingua inglese e in consorzio internazionale, generalizzazione del Sistema Qualità certificato ISO 9001:2008 a tutte le attività e servizi dell’Ateneo, master altamente innovativi, job placement per i laureati: questi alcuni degli aspetti che più caratterizzano l’Università di Camerino. Dal 2010 è attiva la Scuola di Studi Superiori “G.Leopardi” - sezione di Camerino, percorso di qualità con il quale Unicam ha scelto di premiare il talento degli studenti universitari per indirizzarli verso un eccellente futuro. Per il decimo anno consecutivo, poi, l’Università di Camerino si conferma al

primo posto nella classifica degli Atenei fino a 10.000 iscritti, stilata come ogni anno dal Censis per il quotidiano La Repubblica. Unicam conferma il suo posto da leader registrando un punteggio complessivo di 92,6, che la colloca anche al primo posto tra gli Atenei marchigiani e davanti ad altre prestigiose università italiane. “Siamo ancora una volta molto soddisfatti – ha dichiarato il Rettore – perché il risultato ottenuto conferma il forte impegno del nostro Ateneo nel mantenere sempre elevata, e migliorare dove è possibile, la qualità dei servizi e della didattica offerta agli studenti”.

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SPECIALE: MACERATESE

“Fare il possibile per mantenere in vita le attività commerciali nei centri abitati” Lucia Biagioli, direttrice di Confesercenti Macerata, vede nel dialogo con gli amministratori locali un valido rimedio contro la rassegnazione dei commercianti del territorio di M. Camilletti

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ottoressa, da tempo Lei sostiene che le attività commerciali svolte nei centri urbani hanno anche una valenza “sociale”. Ci può spiegare questo ragionamento? “Ritengo che gli effetti per così dire “sociali” del piccolo commercio siano evidenti sotto più profili. Innanzitutto, è un settore tuttora estremamente importante dal punto di vista del fatturato, anche nella provincia di Macerata. Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, parliamo di un servizio offerto alla popolazione, che altrimenti vivrebbe situazioni di disagio. Infine, ci sono anche ragioni di ordine pubblico”. Non capisco. “Una via in cui c’è un negozio aperto è 114

“viva”, illuminata, vi passano più persone … il tutto allontana rischi di microcriminalità”. Su questi temi avverte l’attenzione degli enti locali? “Sostanzialmente si, anche se le dinamiche che gravitano attorno al commercio dipendono in gran parte dalla situazione economica generale, di fronte alla quale i Comuni possono fare ben poco. Certo, la chiusura di un esercizio commerciale rappresenta una sconfitta della città, del paese, e quindi anche dell’amministrazione comunale”. Non vi sono rimedi a livello locale? “Si deve continuare ad investire in eventi, attività promozionali del territorio, mo-

menti di attrazione culturale ed iniziative simili. Solo così vi potrà essere un ritorno anche economico a beneficio non soltanto degli operatori ma anche della cittadinanza nel suo insieme”. In un certo senso, però, oggi la funzione aggregativa dei centri storici è ricoperta dai centri commerciali … “Non vi è dubbio che i centri storici delle nostre città non siano per nulla aiutati dalla nascita dei centri commerciali. Ma occorre anche sfatare dei miti: il centro commerciale non provoca necessariamente un incremento di ricchezza per la zona in cui è situato; anzi, direi che quel territorio alla lunga si impoverisce”. Sta di fatto che si vedono sempre più lo-


cali vuoti: segno di una tendenza netta. “Ma noi abbiamo il dovere di lottare contro questa tendenza”. Come? “Premesso che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, sono dell’idea che dobbiamo muoverci su più fronti: realizzare sul territorio le iniziative ideate da Confesercenti a livello nazionale; contribuire a “rivitalizzare” i centri storici, come dicevo poc’anzi; favorire nell’impresa commerciale quello spirito innovativo di cui si avverte un grande bisogno”. Soffermiamoci su quest’ultimo aspetto. “Sono convinta che i nostri imprenditori vadano aiutati a scardinare taluni luoghi comuni, che spesso conducono alla

rassegnazione. Prima di cessare un’attività commerciale bisogna provarle tutte, e un’associazione come la nostra ha l’obbligo di accompagnare l’imprenditore anche in tale delicata fase. Oggi un negozio non può essere gestito come negli anni Settanta: al commerciante è chiesto non di rado di approcciarsi al mercato secondo nuovi canoni, sinora rimasti inesplorati da questa tipologia di imprenditori”. A cosa si riferisce in particolare? “Ad esempio all’importanza della comunicazione, del marketing, del web marketing, delle nuove modalità di vendita che si stanno affacciando con forza. E poi vi è il fondamentale tema del passaggio generazionale, che ci vedrà seriamente

impegnati nei prossimi mesi. Non possiamo comunque trascurare l’importanza del dialogo tra i vari soggetti coinvolti: associazioni di categoria, operatori ed amministratori locali”.

“Prima di cessare un’attività commerciale bisogna provarle tutte, e un’associazione come la nostra ha l’obbligo di accompagnare l’imprenditore anche in tale delicata fase” 115


SPECIALE: MACERATESE

“Puntare sugli eventi per promuovere i prodotti localiâ€? Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Macerata, ci illustra le piĂš importanti iniziative promosse a tutela degli agricoltori e degli allevatori locali. Con un occhio di riguardo alla vendita dei prodotti di M. Palumbo

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“Sinora l’impresa agricola ha investito molto sull’innovazione tecnica. Ora si deve porre l’attenzione anche alla cultura manageriale”

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irettore, una curiosità: che rapporti vi sono con Confagricoltura? “Tra noi e loro vi sono differenze macroscopiche, e per questo solitamente noi facciamo da soli … Però la politica di Coldiretti è tradizionalmente aperta: non chiudiamo le porte in faccia a nessuno”. Peraltro il progetto relativo al Consorzio Agrario dell’Adriatico ha visto il sostegno anche di Confagricoltura … “Più che dall’associazione in sé, direi che la valenza del progetto è stata colta da alcuni suoi dirigenti”. Parliamo di questa iniziativa. “Il progetto – sorto dalle “ceneri” del Consorzio Agrario di Macerata - che abbiamo sostenuto sin dall’inizio, è espressione di una strategia ben precisa: porre le condizioni per incrementare il reddito dei nostri agricoltori. Una realtà che ha saputo andare oltre i campanilismi, se solo si pensa al fatto che copre un’area che va da Forlì fino ad Ascoli”. In che modo il Consorzio si pone l’obiettivo di produrre ricchezza per i soci? “Ponendosi quale strumento funzionale non soltanto all’ottimizzazione dei fattori produttivi ma anche alla collocazione delle merci”. In quali settori opera il Consorzio? “Considerato che il settore di punta della provincia di Macerata è rappresentato dai cereali, abbiamo posto una particolare attenzione a tale ambito; e ciò soprattutto al fine di tutelare i nostri soci dai rischi derivanti dalle fluttuazioni del mercato. E’ per questo motivo che il

Consorzio è diventato socio di maggioranza del Pastificio Chigi”. Per gli altri settori dell’agroalimentare come vi state muovendo? “Stiamo lavorando, in prospettiva, per creare un consorzio per l’ortofrutta. Ricordo che a livello nazionale con il progetto FAI (Filiera Agricola Italiana) la Coldiretti ha stipulato accordi con la GDO per il settore ortofrutticolo. Ora vorremmo applicare questa bellissima iniziativa anche sul nostro territorio. E poi c’è il settore zootecnico, che ci vede fortemente impegnati nella valorizzazione della carne marchigiana. A questo proposito teniamo presente che quella di Macerata è la provincia con il maggior numero di allevamenti”. Qual è il rapporto tra l’associazione e il territorio? In che misura cercate di promuovere i prodotti locali? “Il nostro obiettivo è di sostenere e tutelare le imprese associate; tutte le nostre iniziative si muovono in questa direzione. Pensiamo ad esempio al recente protocollo, al quale abbiamo aderito, finalizzato ad individuare gli eventi e le attività da svolgersi sul territorio, attraverso le quali potranno essere promossi e veicolati i prodotti delle nostre aziende; ecco, queste attività avranno il nostro sostegno. L’importante è che gli eventi organizzati nella provincia di Macerata offrano prodotti locali, e non si pongano in concorrenza con essi”. Sotto questo punto di vista occorre un dialogo costante con i Comuni. Che rapporto c’è con le amministrazioni locali? “Al di là di talune limitate eccezioni, con

i Comuni abbiamo da tempo un ottimo rapporto. Lo stesso dicasi per altri enti: penso ad esempio al Parco dei Sibillini, con il quale abbiamo stipulato un accordo d’area”. Ce ne parli. “Un accordo tra un’associazione rappresentativa degli agricoltori e degli allevatori e un ente estremamente sensibile ai problemi connessi alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ha un sapore straordinario. Due mondi che sinora non si sono mai parlati, e che invece ora comprendono l’importanza di creare quelle giuste sinergie a tutela di esigenze condivise, non più contrapposte”. Ci può descrivere l’imprenditore agricolo maceratese? “Nella nostra provincia, così come in moltissime altre aree del Paese, vi sono sostanzialmente due categorie di imprese agricole: quelle rivolte soprattutto, o quasi esclusivamente, all’autoconsumo, e le vere e proprie imprese agricole”. Soffermiamoci su questa seconda categoria: c’è la consapevolezza dell’importanza dell’innovazione, del marketing, della comunicazione? “Gli imprenditori agricoli maceratesi sono convinti della necessità di uno scatto innovativo; solo che tale spinta si è indirizzata per lo più verso un’innovazione di tipo tecnico. Forse è giunto il momento di investire anche su altri fattori, come ad esempio quelli da lei citati, oppure la cura del rapporto con il consumatore”.

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SPECIALE: MACERATESE

Cantine Belisario, dove nasce il Verdicchio di Matelica “Il vino è un oggetto di piacevolezza, deve essere buono”: parola dell’enologo Roberto Potentini di M. Palumbo

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uole presentarci le Cantine Belisario? “Cantine Belisario è un’azienda nata nel 1971 ed è oggi la cantina più grande della Provincia di Macerata, specializzata nella produzione del Verdicchi di Matelica DOC e Riserva DOCG. Si tratta di una cooperativa con 180 soci viticultori dell’alta Vallesina, una cooperativa alternativa però, perché il socio conferisce il vigneto prima del prodotto e questo permette di avere una produzione di altissima qualità, perché si riesce a intervenire a monte. La cantina ha messo in piedi servizi vitivinicoli, chiudendo il cerchio di un progetto del vino completo, che comprende anche diverse enoteche, tra cui quella di Matelica è una delle più fornite, con oltre 1000 etichette di vini nazionali e internazionali”. Quanto contano le certificazioni nel vostro settore? “Il Verdicchio tra Matelica e Jesi è il vino più premiato. Si vende, funziona, ma non c’è certezza del futuro e si lavora sempre

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puntando il massimo sulla qualità. Lo confermano le certificazioni ISO 2008 e ISO 9001 e la certificazione di IMC per la produzione di uve e vini biologici. Il certificato più importante, tuttavia, è quello che otteniamo dalla produzione di vini che definisco "logici" perchè frutto del 'saper fare' acquisito in oltre 40 anni di vitivinicoltura”. La filiera corta è un motivo di forza? “Sì, ma non è la risoluzione definitiva: il nostro è un territorio vocato alla viticultura e si produce vino perché viene bene e se ne fa tanto. Produciamo 25 mila quintali di uva, gestendo 250 ettari di vigneti. Sentiamo una profonda responsabilità verso il territorio, producendo oltre il 70 per cento del verdicchio di Matelica. Svolgiamo una funzione imprenditoriale e sociale grande: tutto ciò che facciamo ha ripercussioni sull’immagine e sulla qualità percepita del prodotto. Nel mio specifico, come enologo, progettista vitivinicolo di un’etichetta, organizzo il pro-


Vi rivolgete solo al mercato interno? “I nostri mercati sono sparsi nel mondo ma le radici sono nel territorio: siamo dei fautori del consumo a km 0 ma vogliamo far bere i nostri vini anche dove il vino non esiste”. La partecipazione a fiere ed eventi è importante? “Tutto conta in qualche modo. Per noi le fiere più importanti sono quelle a livello europeo. Tra i settori produttivi, è quello meno in crisi. Quest’anno arriviamo in vendemmia con le cantine vuote e ’export continua a incedere molto rispet-

to al consumo interno. Il mercato ci ha premiato e sono stati vincenti anche gli investimenti che abbiamo fatto in comunicazione su Radio 2”. Avete collaborazioni con il mondo universitario? “Abbiamo una collaborazione consolidata con diversi enti del settore, con cui, in base al contesto, possiamo esaminare e fondo certe situazioni e trovare soluzioni ad hoc. Con le università abbiamo collaborazioni a termine finalizzate a progetti specifici, dal marketing a programma vitivinicolo, fino alla messa a punto di tecniche coltivazione particolari”. Come sarà la vendemmia 2013? “Si prospetta buona grazie alle condizioni climatiche favorevoli. In controtendenza alla minor quantità di uve, si registra un livello qualitativo molto alto, favorito dalle escursioni termiche. È una bella annata, soprattutto per i bianchi”.

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cesso di produzione specifico per quella bottiglia: il vino è sempre il frutto di un progetto vitivinicolo, mai di casusalità. Do le indicazioni sui procedimenti che bisogna adottare per produrre un certo tipo di vino. Lavoriamo sia nel settore della ristorazione (ho.re.ca), che con la GDO organizzata, con marchi diversi, perché diversi sono i progetti vitivinicoli che ci sono dietro”.

Sede: Matelica Presidente: Antonio Centocanti Commerciale: Patrizio Gagliardi Amministrazione Sandra Micucci

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dossier

comu nicaz ione “Comunicare l’un l’altro, scambiarsi informazioni è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date è cultura" Johann Wolfgang Goethe (poeta, scrittore, umanista tedesco)

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DOSSIER: COMUNICAZIONE

comuni cazione

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Se non sei in rete, non esisti

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a rivoluzione di internet ha aperto a nuovi scenari e opportunità e ha cambiato il modo di comunicare a livello globale, offrendo una vastità di informazioni praticamente in diretta e permettendo a realtà di ogni zona del pianeta di connettersi. Ma come abbiamo reagito a questo cambiamento epocale? C’è una generazione nativa digitale, che cresce insieme alle nuove tecnologie, e una generazione autodidatta che spesso fatica a familiarizzare con i nuovi strumenti a disposizione di privati, enti pubblici e aziende. Siti web, social network, reti professionali on line: se non sei su internet, oggi non esisti. Anche la politica, spesso ostile ai cambiamenti, ha compreso l’importanza della presenza nel mondo digitale e oggi tutti i parlamentari e i senatori sono rintracciabili in rete. Perfino il Pontefice ha scelto un social media per comunicare con la comunità mondiale dei credenti e in poco tempo il suo profilo Twitter, Pontifex, ha raggiunto oltre 2 milioni 400 mila follower.

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ML, da vent’anni al fianco delle aziende marchigiane, lancia uno spunto di riflessione: che rapporto hanno le Marche con il web? Le istituzioni sembrano aver colto l’immenso potenziale che offre una forte presenza in rete e si stanno muovendo per affermarsi sempre di più. La Regione Marche, ad esempio, è risultata la “Più social” d’Italia per il coinvolgimento di fan. Riguardo alle imprese, invece, abbiamo riscontrato che la realtà regionale viaggia su due binari opposti: da un lato aziende assolutamente d’avanguardia, che per le loro innovazioni hanno ottenuto riconoscimenti importanti a livello nazionale e non solo; dall’altro, aziende che ancora non hanno neppure un indirizzo web. Possibile che nel 2013 si possa fare a meno di un proprio sito, o di un profilo su Facebook, Twitter, Pinterest, YouTube, Instagram, Google+, Flickr? Si può crescere, puntare all’internazionalizzazione, progredite se non si esiste on line?


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DOSSIER: COMUNICAZIONE

La comunicazione esterna "Con noi le buone idee circolano rapidamente" Quante volte vi ha incuriosito un banner esposto su un autobus o negli spazi immensi di un aeroporto? Per capire la realtà che sta dietro a questo tipo di messaggi, abbiamo incontrato Andrea Libenzi, direttore della Libenzi Pubblicità Esterna, azienda leader nel settore, partner esclusivo in Italia della IGPDecaux di A. Dachan

A

ndrea, vuole presentarci la Libenzi pubblicità esterna? “Siamo agenti commerciali e ci occupiamo di vendita di spazi pubblicitari esterni. Lavoriamo nel settore da oltre vent’anni e abbiamo raggiunto una buona notorietà, nelle Marche e nel resto d’Italia, anche in virtù della concessione, in esclusiva, di IGPDecaux, azienda leader nella comunicazione esterna. Gestiamo la concessione della pubblicità nei mezzi di trasporto (bus e tram), nelle metropolitane, ma anche negli aeroporti”. Quali sono i vantaggi di fare pubblicità esterna? “Come consulenti di comunicazione Outdoor consideriamo tutte le opportunità a disposizione, puntando persino alla creazione di un “engagement” per avere un approccio stretto con l’utente. Ad esempio, per le pensiline, abbiamo

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studiato una comunicazione che comprendesse QR code, così l’utente che è lì fermo ad aspettare l’autobus entra in una dimensione differente e accede a più servizi. Inoltre con la nuova app Blippar, ogni persona, usando il suo smartphone può inquadrare un manifesto pubblicitario ed entrare in una realtà tridimensionale, accedendo a contenuti scelti dal cliente/inserzionista: moda, musica, video, shop online ecc.. In questo ambito parliamo di servizi che ancora non hanno una così ampia diffusione sul territorio, rispetto ad altri Paesi dove invece si fa anche la spesa sul web”.

si può lavorare “chirurgicamente” sul territorio, andando a pianificare sia la grande città, che il piccolo paese, fino ad un’area, o quartiere di una big city. Possiamo “vestire” la città, creare un arredo urbano elegante e funzionale. Il nostro portfolio clienti comprende aziende dei più disparati settori: arredamento, Gdo, alimentare, moda e cosmetica, palestre, concessionari auto, telefonia, enti pubblici. Un vantaggio dell’outdoor è che è un mezzo “democratico”: chi lo utilizza sa che il cliente vede la pubblicità, che è il messaggio a muoversi, ad andare verso di lui”.

Può tracciare un profilo dei vostri clienti? “Ci rivolgiamo ad un ampio target: ci sono i clienti 'locali' e quelli 'nazionali', per i quali creiamo campagne mirate sul territorio, con un pacchetto a fruizione completa. Il plus dell’esterna è che

In che modo si è sviluppata la vostra attività? “Siamo partiti come venditori di spazi pubblicitari. Poi la nostra attività è andata strutturandosi, fino a diventare consulenti specializzati. Diamo risposte su misura, studiate insieme alle agenzie


pubblicitarie. Non dimentichiamoci che offriamo un servizio alla collettività: l’intuizione di Igp è stata quella di comprendere che, visto che i mezzi di trasporto girano, tanto vale farli girare con messaggi pubblicitari”. Come reperite la clientela? “Il 90 per cento del nostro fatturato nasce andando direttamente a “trovare” il cliente, spiegandogli cosa possiamo fare per lui, trasmettendogli la “cultura del mezzo” e mostrandogli tutti i vantaggi delle offerte qualitative che riusciamo a garantirgli”. Che tipo di riscontro avete sull’efficacia delle vostre realizzazioni? “L’Italia è uno dei paesi europei con il più alto tasso di mobilità e per questo un mediamix di prodotti risulta funzionale. Facciamo ricerche a livello nazionale per avere riscontri sull’efficacia della nostra

comunicazione; c’è un’indagine, chiamta Audiposter, commissionata da gruppi di comunicazione esterna come IGPDecaux, che ci permette di dire al nostro cliente quante volte è stato visto il suo messaggio pubblicitario. Il momento di fruizione è brevissimo e i messaggi, quindi, devono essere estremamente stringati e concisi per essere coerenti con la realtà outdoor. Quando lanciamo una campagna individuiamo delle aree test che ci danno subito la misura del risultato". In questo periodo, quali sono le pubblicità che vanno per la maggiore? “Il periodo di settembre è interessante perché ripartono molte attività come le scuole di lingue, le palestre o l’abbigliamento; a Natale, invece, i settori merceologici che vanno per la maggiore sono l’ alimentare, la Gdo, i giocattoli, i parrucchieri, i viaggi, la gioielleria. Se riuscia-

mo a vendere a buoni livelli, è perché c’è continuità nel lavoro, qualità del prodotto e del servizio. Ci premia il bassissimo turnover della forza vendita, che conferma la qualità in termini di servizio e di competenza”.

Per info: Libenzi pubblicità esterna www.libenzi.it - pubblicitaautobus.net IGP Decaux S.p.A. igpdecaux.it Tel:0712905425 Cel: 335466305

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DOSSIER: COMUNICAZIONE

Con il web anche le piccole imprese nel mercato globale Renato Picciaiola, presidente Cna Marche, illustra le iniziative messe in atto per favorire la digitalizzazione delle Pmi e cogliere le opportunità che offre la presenza in rete e sui social network di A. Dachan

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ottor Picciaiola, oggi anche nel panorama imprenditoriale si dice che chi non è in rete non esiste. Qual è il suo punto di vista su questo tema? “Sostenere che si esiste solo se si naviga in rete è una forzatura dei nostri tempi. Diciamo che per chi fa impresa Internet può diventare un importante strumento di promozione commerciale ed un sistema di penetrazione sul mercato globale. Utilizzare la rete significa ridurre i costi aziendali e migliorare il servizio reso ai clienti in termini di qualità e di quantità. Avere un proprio sito e frequentare i social network aumenta inoltre la capacità di attrazione di nuovi clienti. Per quanto riguarda il marketing, una caratteristica di Internet è proprio quella di rendere

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possibile la proposizione di offerte differenziate e personalizzate per gruppi o anche per singoli clienti. Insomma, la rete offre alle imprese potenzialità enormi e cancella le differenze tra grandi gruppi industriali e piccoli imprenditori, che un tempo si sarebbero definiti di nicchia. Le piccole imprese migliorano così i rapporti con i clienti, i fornitori, il personale e la rete commerciale. Grazie alla rete è inoltre possibile, anche per i piccoli imprenditori locali, operare sul mercato globale, superando problemi logistici e promozionali altrimenti insormontabili”. Nello specifico del panorama marchigiano troviamo realtà fortemente improntate all’uso di Internet e altre che

ancora non hanno nemmeno un sito web: dai dati in vostro possesso è confermato questo quadro? “Purtroppo le cose stanno proprio in questi termini. Dagli ultimi dati Unioncamere, le imprese marchigiane che utilizzano Internet e che hanno un sito web sono poco più della metà, anche se in costante crescita. In ogni caso, anche per chi ha deciso di dotarsi di un proprio sito mancano spesso consapevolezza degli obiettivi e delle strategie che si vogliono perseguire. Per molti l’importate è poter dire di essere sul web perché ci sono anche i concorrenti, ma il sito non viene ‘vissuto’ pienamente, mancano aggiornamenti regolari e tempestivi, non si curano nei modi dovuti le relazioni on line. Questo vale soprattutto per gli im-


“Aiutare le piccole imprese a cogliere le opportunità offerte della web economy, favorendo la formazione professionale dei giovani: questi gli obiettivi del progetto 'Digitalizzi@moci', promosso da Cna e Google”

prenditori di prima generazione e vale molto meno per i giovani imprenditori, più a loro agio con gli strumenti digitali. Sono soprattutto questi ultimi a considerare la presenza sul web non semplicemente uno status ma più concretamente una componente essenziale della strategia aziendale, al pari dei processi produttivi e della rete commerciale.” La Cna nazionale ha sottoscritto un accordo con Google che ha lo scopo di avvicinare le imprese alle opportunità della web economy. In che cosa consiste esattamente? “Aiutare le piccole imprese a cogliere le opportunità offerte dalla web economy, favorendo la formazione professionale dei giovani: questi gli obiettivi del pro-

getto 'Digitalizzi@moci', promosso da Cna e Google. Il piano, fa sapere la Confederazione nazionale degli artigiani, permette alle aziende associate Cna di creare gratis un loro sito web, un portale e-commerce, un sistema social media aziendale. Le imprese avranno inoltre a disposizione un coupon del valore di 100 euro per promuovere la propria attività con Google AdWords e facilitazioni sulle spedizioni. L’idea favorisce infine l’inserimento dei giovani ‘digitalizzatori’ nel tessuto imprenditoriale, grazie ad accordi con istituzioni locali e appositi strumenti formativi per scuole superiori e università. Nel concreto, Cna aiuterà gli aspiranti digitalizzatori a trovare un’azienda interessata ad ospitarli, promuovendo il coinvolgimento nel progetto delle istitu-

zioni territoriali: Regioni, Province, enti per la formazione professionale, scuole superiori e università. Google metterà a disposizione dei giovani e delle imprese che li ospiteranno materiali formativi e strumenti gratuiti per avviare la digitalizzazione”. Le imprese aderenti alla Cna Marche ricevono una qualche forma di sostegno o di orientamento che le porti a sfruttare il potenziale di Internet? “La Cna dal 2008 ha costituito ‘Cna Sixtema spa”, che ha come obiettivo quello di essere un punto di riferimento per supportare in maniera sempre più efficace i modelli di business degli associati al sistema Cna attraverso la promozione di applicazioni informatiche, tecniche, or-

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DOSSIER: COMUNICAZIONE ganizzative e di gestione. Inoltre, le singole Cna provinciali assistono le imprese associate nell’utilizzo della rete e utilizzano corsi di formazione. Sono recenti i corsi di formazione organizzati dalla Cna della provincia di Ancona sui social network e sul loro uso strategico per un’efficace azione di marketing online. Questo perché oggi siamo tutti consapevoli del fatto che non è più possibile esimersi dal capire le dinamiche e i linguaggi dei social network: dobbiamo imparare a sfruttare al massimo le potenzialità che essi offrono per il personal branding e per il business aziendale”. La stessa Cna oggi, oltre che avere un suo sito Internet, è presente anche sui social network: quali sono i vantaggi di questa presenza? “La Cna Marche ha un proprio sito che viene aggiornato quotidianamente, così come hanno un proprio sito le associazioni provinciali. L’obiettivo al quale

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stiamo lavorando è quello di andare oltre i siti web e creare un vero e proprio ‘portale del sistema Cna delle Marche’. Avremo così la possibilità di portare in primo piano le notizie principali sia del livello regionale sia dei livelli territoriali dell’associazione, selezionando e divulgando con grande tempestività ciò che serve per gli associati e per le imprese in tema di servizi, leggi, finanziamenti europei e altre notizie. La Cna Marche e anche le strutture territoriali sono presenti pure sui social network. A differenza del sito, questi ultimi permettono una comunicazione non unidirezionale ma a rete, anche entrando nella sfera personale dell’imprenditore. Se la presenza su Facebook è ormai diffusa tra la Cna e gli stessi imprenditori ed anche Twitter ha una certa capacità di penetrazione, pur con il limite dei 140 caratteri, a mio avviso andrebbe incentivato l’utilizzo di Linkedin, un social media professionale, dedicato ai professionisti e agli impren-

ditori, con cui è possibile svolgere attività di ‘businnes to businnes’, contattare imprese, conoscere opportunità, ricercare risorse umane.”

“L’obiettivo al quale stiamo lavorando è quello di andare oltre i siti web e creare un vero e proprio ‘portale del sistema Cna delle Marche’”



DOSSIER: COMUNICAZIONE

“Emozioni via web: ecco la nostra strategia in rete” Intervista con Mirko Giardetti, Internetworking IT Manager Cucine Lube, azienda delle Marche tra le più efficienti nella comunicazione digitale. “Massima attenzione ad ogni singolo utente e risposte in tempi brevissimi; siamo presenti sui principali social e la gestione del contatto avviene in tempo reale”. Il web marketing? “La definizione degli obiettivi passa sempre dalla soddisfazione di chi si avvicina al mondo Lube e dal buzz che può scatenare” di S. Coricelli

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Cucine Lube è stato assegnato il “Best Web Reaction Time 2013”, premio alle imprese marchigiane più efficienti e rapide nel rispondere ai clienti attraverso gli strumenti web: la vostra propensione ‘social’ di quali risvolti è capace? “Va innanzitutto detto che da un decennio a questa parte Internet è una tappa obbligata per chi vuole prepararsi ad un acquisto importante come la cucina. La rete non è una piattaforma statica ed è quindi difficilmente decodificabile. Il nostro progetto quindi non poteva che orientarsi verso un Customer Care evoluto e modulato in funzione della tipologia delle richieste che arrivano da

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più canali (website, social network, blog …) e del crescente bisogno di ‘relazione’ dei prospect e dei clienti già fidelizzati. La propensione ai social è innata per il gruppo Lube. E’ la naturale trasposizione di quello che da sempre facciamo nel mondo ‘analogico’ nei confronti di tutti i nostri rivenditori sparsi nel mondo: un ascolto costante e professionale attraverso il quale abbiamo consolidato rapporti decennali”. In che modo siete presenti sui social media e che tipo di servizio accompagna il vostro prodotto? “Siamo presenti da qualche anno sui principali social (Facebook, Twitter, You-

Tube, Google+…) e l’approccio deriva dalla consapevolezza dell’importanza di stabilire un contatto diretto con i nostri utenti, ingaggiandoli con post, tweet o video emozionali dei nuovi prodotti. Il fulcro è tutto nella gestione quotidiana dei contatti: il premio ‘Best Web Reaction Time 2013’ ne è la riprova. Massima attenzione alle problematiche di ogni singolo utente e risposte in tempi brevissimi. I social ci permettono di sviluppare una vera e propria Social Customer Relationship Management attraverso la quale esprimere al meglio il nostro potenziale in termini di attenzione e cura nei confronti degli utenti, cercando di far loro vivere un’esperienza unica che li


trasforma così in potenziali clienti prima e in clienti fidelizzati poi”. Quali opportunità vengono dalla rete? “Le opportunità offerte dalla rete sono infinite. Dobbiamo imparare dagli Stati Uniti, che nel web sono indubbiamente più avanti e lo cavalcano in lungo e in largo. Questa condizione, apparentemente per noi sfavorevole, ci dà in realtà un vantaggio competitivo: possiamo evitare gli errori commessi da altri prima di noi. Possiamo dedicarci a quello che sappiamo fare meglio (il made in Italy fortunatamente è ancora percepito come un plus) e comunicarlo attraverso un marketing digitale ad personam. Per gli ita-

liani non è facile, siamo il paese della tv commerciale che non segmenta, mentre il web lo fa alla grande. In questo senso la rete non sovverte le regole, le evolve. Prima metabolizzeremo questo concetto, prima ne trarremo benefici”. Qual è la vostra strategia riguardo al marketing digitale? “Siamo presenti in rete ormai da più di venti anni e abbiamo vissuto tutta l’evoluzione digitale sino ad arrivare ai social. Il web prima seguiva quelle che erano le linee guida del marketing tradizionale e ne realizzava un supporto imperniato sul prodotto. Attualmente, invece, al centro c’è l’utente con la sua voglia di informa-

zioni e di emozioni. La definizione degli obiettivi passa sempre dalla soddisfazione di chi si avvicina al mondo Lube e dal buzz che può scatenare. La scelta degli strumenti e dei canali digitali è sempre in funzione di questo processo di analisi che ormai si sviluppa innanzitutto attraverso un sito con grafica responsive (html5 e css), adattabile quindi ad ogni tipo di dispositivo, ad un blog legato al mondo del food e alla presenza massiccia nei social network, per i quali redigiamo piani editoriali mensili. Ultima ma non meno importante è l’indicizzazione nei motori di ricerca, soprattutto per quello che riguarda il posizionamento organico sul quale puntiamo da tempo con ottimi

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DOSSIER: COMUNICAZIONE

Profilo Gruppo Lube Cucine Lube, leader del mercato della produzione e vendita di cucine (più di 50 i modelli tra classico e moderno, oltre alle proposte in muratura firmate con il marchio Borgo Antico), si contraddistingue per il design, la qualità e la competitività dei suoi prodotti. Nei suoi stabilimenti, di oltre 110mila mq collocati a Treia (Mc) e dove operano più di 550 addetti, si realizzano ben oltre 55mila composizioni annue. Cucine Lube nasce nel 1967 e rapidamente inizia una forte fase di crescita tecnologica che la porta, in poco tempo, a raggiungere le attuali dimensioni. La distribuzione nel mercato nazionale è capillare e da sempre coadiuvata da servizi post-vendita e di assistenza che ne rappresenta uno dei principali fattori strategici di successo. Le strategie future vedono il Gruppo Lube fortemente impegnato nelle politiche di sostenibilità ambientale con l’adozione nel 2009 del marchio Lube Ecologic. Dal 2011 l’azienda produce tutti i suoi prodotti con energia pulita: sul tetto degli stabilimenti è in funzione uno dei più grandi impianti fotovoltaici d’Italia.

risultati (esempio: su Google digitando la parola ‘cucine’ siamo da anni primi sia nella risposte suggerite che nella Serp Search Engine Results Page) e grazie a brevi campagne AdWords e PayPerClick in occasione del lancio di nuovi modelli. Ma, come dicono gli americani con una frase circa il business online, ‘the money is in the list’, e cioè il capitale è nella lista dei contatti collezionati. Studiamo spesso il database che cresce giornalmente per anticipare le esigenze degli utenti così da regalare loro le migliori emozioni nello scoprire il mondo Lube. Analizziamo frequentemente gli Analytics (visitatori unici, provenienza, tempo medio di permanenza, frequenza di rimbalzo,

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sistemi e referrer) e, in base a come variano nel tempo, tariamo la nostra strategia online. Sono ‘numeri’ preziosissimi: ci danno il polso della situazione e la possibilità di misurare il Roi in modo analitico”. Il Mobile è la tecnologia del futuro (le app uno degli elementi possibili di una strategia mobile aziendale): la vostra azienda ne sta già tenendo conto? “Il Mobile è il futuro. Da inizio anno anche Cucine Lube ha le sue app, per ora rivolte esclusivamente ai nostri agenti e rivenditori. Una prima per la gestione delle consegne dei materiali di comunicazione alla filiera (tracking) e una

seconda che si sviluppa attorno ad un catalogo sfogliabile, un configuratore che abbiamo chiamato ‘mix&match’, col quale giocare tra gli abbinamenti colore/ essenze dei nostri modelli di punta, e una sezione per la connessione diretta ai nostri canali social (presto disponibile anche per gli utenti finali). Siamo certi che tutto ciò è solo l’inizio di una nuova ed entusiasmante avventura digitale. E Cucine Lube, come sempre, vuole esserne protagonista”.


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DOSSIER: COMUNICAZIONE

“Web e sviluppo: sfida aperta per le micro imprese” Parla Silvio Cardinali, professore aggregato in Marketing e Comunicazione al Dipartimento di Management della Facoltà di Economia “G. Fuà”, Università Politecnica delle Marche, e membro del comitato scientifico Network Lab, laboratorio di ricerca permanente nato con l’obiettivo di fornire alle aziende un contributo significativo per la reale comprensione delle opportunità offerte dalla rete di F. Di Giulio

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’imprenditoria marchigiana e il mondo del web: in che rapporto sono, in un’ottica di marketing? “Nel corso degli ultimi anni è facile notare un crescente interesse da parte delle imprese marchigiane verso le tematiche del digital marketing. Stando ai dati emersi dalla prima indagine condotta dal team di Network Lab sull’utilizzo dei social network da parte delle imprese marchigiane nel 2011, il 59% delle prime cento imprese marchigiane della Classifica stilata dalla Fondazione Aristide Merloni era presente su almeno un social network, mentre nel 2012 la percentuale è cresciuta di oltre 6 punti percentuali. Tuttavia, la presenza sui social non è sinonimo di una profittevole gestione di questi strumenti: essere nei social network non significa di per sè, infatti, realizzare una presenza efficace. Come si evidenzia nel Network Lab Index (indicatore che misura anche la qualità della presenza delle imprese sui social network), su una scala di valori da 0 a 5 il valore medio espresso dalle prime cento imprese marchigiane è stato di 1,25”. Quali sono le opportunità offerte dalla rete?

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“La rete offre numerose opportunità per le imprese, che possono percorre nuove strade per comunicare ed interagire con i propri clienti ricorrendo a modalità meno onerose rispetto all’utilizzo dei media tradizionali. Questa rappresenta una grande opportunità per le piccole aziende e le realtà artigiane che caratterizzano il tessuto imprenditoriale della nostra regione. Da questo punto di vista, c’è una sfida aperta per le micro imprese, che attualmente ricorrono al web per finalità di marketing solo in poco più del 30% dei casi (Osservatorio Ebam). A fronte di questa situazione, che evidenzia una potenzialità elevata di crescita, si riscontra la presenza di molte aziende particolarmente dinamiche che sviluppano profittevoli progetti di ecommmerce”. In che modo Network Lab aiuta l’impresa a trasformare tali opportunità in risultati di business? “Network Lab nasce con l’obiettivo di creare una rete fra imprese e studiosi aggregando conoscenze e competenze differenti. Il supporto alle imprese si concretizza nel fornire loro un’analisi del panorama del settore di


interesse e favorire un processo di valutazione delle opportunità di business che il web offre”. Il tema della ricerca cui è intento il vostro laboratorio è il Mobile e le app come strumento di marketing per le imprese: che cosa risulta, allo stato attuale? “Abbiamo condotto un’indagine su un campione di 400 imprese italiane allo scopo di analizzare l’utilizzo delle app come strumento di marketing da parte di queste ultime. Dalla ricerca è emerso che il 13,75% di esse ha sviluppato delle applicazioni mobile ma solo il 40% di queste le rende visibili ed accessibili direttamente dal proprio sito corporate. L’83% delle app individuate ha funzionalità di marketing, il 12% istituzionali e il 5% di e-commerce. L’indagine mette in risalto una forte eterogeneità fra i settori esaminati (alimentare, meccanica, fahion, retail food) ed un utilizzo ancora basic delle app: molta informazione e poca interazione e vendita. Il 2013 sembra tuttavia essere un anno di forte cambiamento, in cui si po-

trà evidenziare il passaggio ad una ulteriore fase di utilizzo di questi strumenti. Il nostro convegno annuale si è chiuso con lo slogan “From WoW to How”: l’aspettativa è quella di un passaggio dalla fase di stupore per le potenzialità dello strumento alle fasi di exploitation delle stesse”. Quali sono i settori del manifatturiero marchigiano con maggiore vocazione al commercio elettronico? “Il fashion, in particolare il calzaturiero, è uno dei settori caratterizzati da un forte dinamismo anche per le potenzialità offerte dalle vendite on line. Le aziende analizzate che appartengono a questi settori hanno dimostrato di saper integrare fortemente le proprie strategie di marketing offline e online, realizzando iniziative significative per incentivare il commercio elettronico. Molto interessante e in crescita è sicuramente l’ecommerce orientato al B2B, che, data la particolare struttura del tessuto industriale marchigiano, è una delle opportunità più concrete”.

L’e-commerce trova nell’impresa le professionalità adeguate perché vengano sfruttate le potenzialità di questo canale? “Innanzitutto va detto che lo scenario marchigiano non consente una visione unitaria: esistono realtà diverse in termini di dimensione, struttura, core business e allocazione delle risorse. Il vero tema è, tuttavia, proprio quello delle competenze, in cui si evidenzia un gap da colmare. E ciò non vale solo per le imprese, ma anche per i nostri studenti, che sono ‘nativi digitali’ e che spesso hanno una notevole capacità di usare questi strumenti (dal lato user), ma che non riescono però a capitalizzare queste competenze per scopi funzionali alle imprese. Network Lab nasce come ponte anche per questa istanza, cercando di coniugare opportunità della ricerca, opportunità per le imprese, opportunità per gli studenti, e ciò al fine di un rinnovato rapporto con il territorio che la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche persegue come uno dei suoi obiettivi primari”.

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DOSSIER: COMUNICAZIONE

Innovatori della comunicazione Intervista con Alessandro Piccioni, titolare dell’agenzia tonidigrigio: “Stabilire una strategia e degli obiettivi chiari, condividere con il partner finalità e aspettative e solo alla fine scegliere gli strumenti più efficaci. Nel tempo, abbiamo strutturato un team di oltre dieci persone capace di coordinare molti aspetti: branding, advertising, web, media planning, socialmedia strategy” di S. Coricelli

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e Marche (delle imprese, delle associazioni, degli enti, delle istituzioni) e il web: in che rapporto sono, dal vostro angolo di visuale? “Il web ha reso possibile l’eliminazione dei confini territoriali, quindi le Marche, come l’Italia e il resto del mondo, sono rappresentate sia da organizzazioni che sfruttano le potenzialità delle nuove tecnologie e che riescono ad essere innovatrici sul web, sia da organizzazioni che si dimostrano pigre di fronte ai progressi della comunicazione. Ci sono aziende, associazioni e istituzioni che si muovono con eccellenza e altre che devono ancora stringere amicizia con il web. Le seconde possono essere guidate verso migliori approcci e pratiche per la gestione del proprio sistema di comunicazione”. Dalla brand identity al visual design, dall’advertising al web: chi sono i vostri

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clienti e come li aiutate nella realizzazione di una presenza online che risulti adeguata e quindi utile? “Non abbiamo un cliente tipo, ma collaboriamo con realtà molto diverse tra loro, in molti settori: dalle grandi aziende alle medio-piccole imprese, dagli enti pubblici alle associazioni, fino ai liberi professionisti. Più che le aziende, scegliamo da sempre le persone, che divengono nel tempo nostri partner in un rapporto di fiducia e scambio continuo. La comunicazione è sempre di più un processo e non solo una serie di prodotti; è necessario quindi stabilire una strategia e degli obiettivi chiari, condividere finalità e aspettative e solo alla fine scegliere gli strumenti più efficaci. Nel tempo, abbiamo strutturato un team di oltre dieci persone capace di coordinare molti aspetti della comunicazione come branding, adevertising, web, media plan-

ning, socialmedia strategy, ma sarebbe riduttivo fare un elenco”. Il mondo delle start up e dell’imprenditoria innovativa: qual è il vostro ruolo nel fare di un’idea un progetto concreto? “Il panorama delle start up è decisamente variegato e per ogni progetto il nostro ruolo viene modellato sulle esigenze di chi ci troviamo di fronte. Possiamo essere dei partner a tutto tondo e supportare le nuove realtà attraverso un sistema strutturato e integrato di comunicazione, così come possiamo occuparci di un singolo strumento. In ogni caso, soprattutto per queste realtà, cerchiamo di guidare i nuovi imprenditori verso un approccio corretto alla comunicazione, senza il quale risulterebbe difficile emergere in un mercato saturo al quale vanno raccontati gli elementi che differenziano un


tonidigrigio Laboratori creativi Una realtà innovativa che progetta e realizza sistemi integrati di comunicazione, pensati per essere in dialogo con i vari media e i diversi linguaggi. Dall’advertising alla corporate identity, dal marketing all’analisi strategica, dalle web application ai social media, ricopre tutte le esigenze dei suoi partner. Il processo di comunicazione viene affrontato con metodologie strategiche e analitiche, gestendo e curando tutte le componenti che rendono efficace un progetto grazie alle specifiche professionalità interne. Nei laboratori creativi tonidigrigio si cerca l’identità e le specificità di ogni progetto per farle emergere e per esprimerle con un carattere unico e inconfondibile.

imprenditore dagli altri, rendendolo a tutti gli effetti un innovatore”. Pepe Lab è una vostra originale iniziativa e si rivolge a chi intende fare della creatività un mestiere: di che cosa si tratta? “Pepe Lab è la nostra associazione culturale nata dalla voglia di confrontarci, approfondire, far nascere una rete di partecipazione e collaborazione intorno al mondo della creatività. Gli intenti principali di Pepe Lab sono lo sviluppo di attività volte a valorizzare e formare talenti e professionisti del territorio marchigiano, la promozione di iniziative dinamiche e attuali che esplorino nuove opportunità creative, nuovi canali di business e nuove tecnologie. Seguendo i principi della collaborazione e della partecipazione attiva da parte di tutti i soggetti coinvolti, abbiamo realizzato la nostra

prima iniziativa,‘Professione creatività’: un evento che ha racchiuso in sé quattro workshop e un talk, al quale hanno partecipato più di cento professionisti. Ne stiamo preparando altre, ne anticipiamo una in via di realizzazione: ‘Falcomics’, la fiera del fumetto a Falconara, in collaborazione con la scuola internazionale di Comics e il Comune di Falconara Marittima”. Le imprese tradizionali del manifatturiero marchigiano, dal vostro punto di vista, sono pronte a cogliere le opportunità che vengono dalla rete? “Sicuramente sì: alcune hanno già iniziato interessanti percorsi di comunicazione ed altre sono pronte a farlo. Le opportunità della rete sono moltissime e alcune possono rappresentare dei buoni motori di sviluppo per le piccole realtà, perché offrono un potenziale alto a fron-

te di investimenti economici ridotti, o aprire nuove linee di business come con l’e-commerce, che è uno dei prodotti di maggior successo al momento. Comunicare ad un pubblico ampio in mercati internazionali, cosa che fino a dieci anni fa avveniva principalmente attraverso operazioni televisive o campagne pubblicitarie a mezzo stampa, oggi è possibile attraverso il web e in particolare operazioni sui social media, che hanno il vantaggio di fidelizzare il potenziale cliente. Il che non significa che i media tradizionali abbiano perso di efficacia, ma solo che si sono aperte nuove possibilità, interessanti anche per quei produttori che si rivolgono ad un pubblico di nicchia, sparso in tutto il mondo”.

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DOSSIER: COMUNICAZIONE

“Ogni prodotto da me realizzato è frutto di creatività e ingegno personale. Le mie creazioni sono per lo più pezzi unici fatti e dipinti totalmente a mano utilizzando spesso materiali e tecniche inusuali. È un lavoro artigianale al 100 per cento: qualsiasi possibile imperfezione diviene garanzia d'originalità e artigianalità”

Alice Barigelli, “l’imprenditrice 2.0” Moda ecosostenibile e una presenza importante sui social network: così la ventinovenne anconetana si è aggiudicata il concorso indetto da QN il Resto del Carlino di A. Siria

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i vuole presentare il suo progetto Alice Made in Wonderland, che le è valso il premio “Imprenditore 2.0 dal Borgo al Mondo”? “Il mio progetto d’impresa consiste nella produzione e vendita di abbigliamento e accessori donna, utilizzando principalmente materiali di ‘riciclo’ (campioni, stoffe e sfilati in disuso da aziende e fornitori), e tessuti caratteristici di altre culture (Africa, India, Sud America, Asia), con interventi e personalizzazioni pittoriche su capo. I prodotti, che costituiscono per lo più pezzi unici, vengono realizzati artigianalmente, sfruttando anche tecniche di lavoro inusuali e dipinti a mano. Sono prodotti particolari, estrosi, unici, e, soprattutto, made in Italy, con l’obiettivo di cercare di rivalutare l’artigianalità italiana, che ci ha contraddistinto per secoli, e il pezzo unico, capace di distinguerci dalla massa e dall’omologazione. Altro obiettivo che si prefigge questa attività è quello di incentivare l’idea di arte eco-

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sostenibile e riciclo creativo realizzando capi attraverso il recupero di tessuti, filati e capi in disuso dalle aziende, col fine di limitare lo spreco di materiale buono e utilizzabile. Per quanto riguarda l’impiego di tessuti etnici, si vuole da un lato promuovere l’utilizzo di tessuti notevolmente differenti da quelli classicamente usati nel mondo dell’abbigliamento (sia per fantasie sia per mano del tessuto), e dall’altro si vuole aiutare i paesi meno sviluppati, tentando di aumentare il commercio attraverso l’acquisto di materie prime tramite fornitori ‘affidabili’ come le Fairtrade (le quali garantiscono che i prodotti siano stati lavorati senza causare sfruttamento e povertà e siano stati acquistati secondo i criteri del Commercio equo e solidale), le Onlus o direttamente il loco”. Cosa significa essere imprenditore 2.0? “Gli imprenditori 2.0 sono quelli della ‘nuova generazione’, che usufruiscono della comodità


e visibilità che la tecnologia e internet possono offrire. Al giorno d’oggi penso sia fondamentale essere in rete per chi fa business. Grazie ad internet, ai siti, ai blog, ai social, è possibile raggiungere chiunque in qualsiasi parte del mondo, e in pochissimo tempo”.

lità, anche grazie al premio, in diverse parti d’Italia e non solo. Non ho ancora clienti all’estero, ma so di avere un buon appeal anche in Europa e America e ho intenzione di sfruttare la comodità del web per poter ampliare contatti con clienti internazionali”.

Oltre ad avere un suo blog in internet, su quali social è presente? “Da circa un anno ho aperto anche la pagina Facebook ‘AliceMadeinWonderland’; ho da poco avviato un profilo su Google+ e su Fashionple e Behance, due portali fatti apposta per tutti coloro che lavorano con la moda e con l’arte, e sto riattivando il profilo su Linkedin.”

La moda “solidale” e il web: un binomio inedito, ma realizzabile? “Sì, assolutamente. Anzi penso che nella società attuale, così tanto interattiva, sviluppare tramite internet un discorso solidale più curioso e accattivante, incentrato su un aspetto da sempre ritenuto importante in Italia, come quello della moda, possa incrementare, col tempo, anche una certa sensibilità solidale e dare più spinta all’aiuto dei paesi poveri”.

Che tipo di risposta le ha dato la rete? Ha clienti anche all’estero? “La rete mi sta dando una buona visibi-

Ha attivato un canale di vendita diretta?

“Non ho ancora attivato una rete ecommerce vera e propria, ma è uno dei prossimi passi che farò. Per quanto riguarda la vendita diretta, al momento sto prendendo contatti con diverse realtà per possibili collaborazioni; vorrei tanto aprire un mio negozio, ma per ora preferisco muovermi lentamente e focalizzarmi principalmente sulla vendita on-line”. Dopo lo sbarco su internet, quali saranno le sue prossime sfide? “Al momento sto per partire per un Erasmus sull’imprenditoria in Portogallo, a Cascais, per approfondire la mia formazione imprenditoriale, migliorare la mia rete e-commerce e ampliare la rete di contatti utili nel campo dell’abbigliamento; ma ho già alcuni appuntamenti ed eventi in programma previsti per il mio rientro in Italia”.

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INCHIESTA

In alto i calici La vendemmia 2013 sarà da ricordare, come quella del 1999 rimasta nella storia e nella memoria dei nostri viticoltori di C.Gregori

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n’analisi della Coldiretti nazionale, sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativo al primo quadrimestre 2013, prevede un aumento in valore del 10 per cento delle esportazioni del vino Made in Italy. Se l’andamento sarà rispettato potremo parlare di un record storico: 5 miliardi di spedizioni verso l’estero. E’ in corso la vendemmia, giudicata di qualità più che buona, rispetto al raccolto non proprio ottimo del 2012 e si prevedono aumenti sino al 5 per cento per Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche. Una notizia che non può che farci piacere ma che vogliamo verificare. In vino veritas. Abbiamo cercato, raggiunto e fatto parlare, tra un grappolo e l’altro, alcuni imprenditori marchigiani del vino. Serenella Moroder è stata la prima anche perchè in una nostra precedente

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intervista, ha definito le Marche: “regione femminile plurale come le donne intelligenti che sanno coinvolgerti senza opprimerti, che ti accolgono con affetto e sostanza”. Definizione interessante e con il suo Rosso Conero Classico "Moroder" conferma l’ottimo rapporto qualità prezzo con il premio Vino Quotidiano. “Il vino va assaggiato e giudicato quando è pronto – ci ha detto Serenella Moroder - è stata una stagione piovosa, abbiamo avuto anche la grandine. I vignaiuoli del Conero sono attenti alla qualità. La nostra, rispetto allo scorso anno, potrebbe essere una produzione inferiore in quantità ma superiore in qualità. Attenzione, ho detto potrebbe……”. Staremo a vedere! Il vino si giudica alla fine. E come suggerito sarà nostra cura assaggiare il Rosso Conero con tutte le dovute attenzioni. Del resto una vendemmia come

quella di questi giorni fa battere il cuore agli addetti ai lavori. In molti affermano che sarà “una buonissima annata” come quella del 1999; un’annata indimenticabile per il vino marchigiano. La stima della produzione supera il milione e 280 quintali di uve raccolte lo scorso anno. Alberto Mazzoni – direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini – non ha dubbi: “Bisogna sempre essere fiduciosi e speriamo in giornate soleggiate e calde. Questa è una vendemmia particolare; un’annata diversa, direi storica! Bisogna tornare indietro di 20 anni per trovarne una simile. Il tempo è stato capriccioso e grazie all’intelligenza e alla preparazione dei nostri viticoltori è stato possibile prevenire e gestire le malattie della vite.” In primavera e all’inizio dell’estate, infatti, le piogge sono state abbondanti creando riserve nel sottosuolo e provocando


anche, in diverse zone, non pochi problemi a causa dei virulenti attacchi fungini. “Andiamo incontro a dati decisamente confortanti – dice ancora Mazzoni - Ma non voglio anticipare nulla, aspettiamo la fine. Ora abbiamo bisogno di sole e di luce. Solo alla fine stileremo un bilancio”. Siamo nelle mani del Signore! E i meteorologi dicono che facciamo bene. Avremo ancora belle giornate, almeno si spera! Un altro parere qualificato nel nostro viaggio all’interno della vendemmia 2013 è di Marco Menghini, Dottore Agronomo, Presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Marche e anche Consulente Scientifico di RAI UNO “Linea Verde”, insomma un “signor esperto”, anche socio di un’azienda che produce vino, la Col di Corte: “Fino ad un mese fa – dice Menghini -

si poteva definire un’annata eccellente quella della vendemmia 2013 e con un ritardo di raccolta delle uve previsto intorno ai 10-15 giorni rispetto agli ultimi anni. Infatti, le frequenti piogge di maggio e giugno, un’estate in generale fresca ma con numerosi giorni di sole e caldo non eccessivo, hanno permesso ai suoli di mantenere buone riserve idriche che hanno evitato stress alle viti. Questo andamento climatico, inoltre, ha permesso una buona evoluzione della maturazione aromatica che ogni vitigno è in grado, in particolari condizioni, di sviluppare nei futuri vini. Oggi, però, vista la precoce fine della stagione estiva ed un ritorno di piogge, con correnti fresche, si va verso una maturazione più lenta delle uve, confermando in generale i 7-14 giorni di posticipo della raccolta e possibili ritardi di maturazioni fenoliche e zuccherine

di alcuni vitigni a bacca rossa”. Il parere dell’esperto è confortante e andiamo di nuovo all’attacco chiedendo a chiare note “Come sarà quest’annata”? “L’annata rimane comunque ottima – conclude l’esperto di Linea Verde - sia dal punto di vista produttivo che rispetto alla qualità delle uve. Le basi spumante sono state raccolte e si stanno iniziando a raccogliere le prime uve a bacca bianca, tra cui il Verdicchio. Chi ha lavorato bene in vigna con un’attenta preparazione invernale e buona protezione delle uve in estate, può anche ritardare la vendemmia e contare su una raccolta più tardiva senza problemi di muffe e marciumi”. Quella del 2013 sarà dunque un’annata buona, quasi ottima, forse eccellente! Comunque un’annata da ricordare. Nel frattempo alziamo i calici per un brindisi ben augurante.

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dossier

Se si potesse sfruttare la noia disporremmo della pi霉 potente fonte di energia.

Ram贸n G贸mez de la Serna Scrittore e aforista spagnolo

* Gli interventi e gli articoli ospitati nell'ambito del focus sono spontanei e non vincolati in alcun modo

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DOSSIER: ENERGIA

Ricostruire la politica energetica in Europa Le nove società più importanti al mondo lo chiedono al Parlamento europeo

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imitare l'incremento delle bollette energetiche, garantire un approvvigionamento sicuro di energia elettrica e di gas, rafforzare l'ambizione europea nei confronti della salvaguardia dell'ambiente. Sono le tre misure principali per ricostruire la politica energetica europea indicate dalle nove principali società energetiche del Vecchio Continente (Enel, Eni, E.On, Gas Natural Fenosa, Gas Terra, Gdf Suez, Iberdrola, Rwe, Vattenfall), presentate al Parlamento europeo. La politica energetica europea così com’è ora confonde gli investitori e manca di quella sicurezza necessaria per assicurare uno sviluppo sostenibile continuato: è questo il parere di nove colossi energetici europei auditi a Strasburgo. Nel corso di un’audizione a cui ha preso parte il commissario Ue all’energia Günther Oettinger, il gruppo di società ha voluto denunciare come gli sforzi compiuti per attirare gli investimenti siano stati ostacolati “dall’incertezza legata alla mancanza di un quadro

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di politica energetica chiaro, prevedibile e obiettivo, basato su regolamentazione stabile e affidabile”. Le imprese energetiche sono concordi nell’affermare che le tecnologie rinnovabili più mature dovrebbero competere nel mercato energetico regolare in un’ottica di promozione della competitività; questo significa adeguare gli incentivi statali concessi alle green energy ai costi reali di mercato per evitare ulteriori aumenti nelle bollette. “Dobbiamo ridurre la velocità a cui l’Europa sta realizzando nuovi impianti eolici e fotovoltaici. Al momento, non è sostenibile”, ha affermato Gérard Mestrallet, chief executive di GDF Suez. I nove leader hanno anche insistito sulla necessità di “rafforzare le politiche di ricerca e sviluppo e dei finanziamenti (Horizon 2020) e di sostenere le tecnologie dell’energia da fonti rinnovabili meno mature attraverso maggiori sforzi di R&S, piuttosto che con sovvenzioni alla produzione”. Le proposte del gruppo per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici riguar-

dano anche la riattivazione del Gruppo di coordinamento per l’energia elettrica europeo, l'applicazione immediata del terzo “Pacchetto energia” in tutti gli Stati membri, l'utilizzazione della capacità produttiva esistente piuttosto che crearne di nuova, la realizzazione di linee guida dell’Ue in materia di meccanismi di remunerazione della capacità non discriminatori; l'attuazione, il prima possibile, del programma europeo che contribuisce al finanziamento di importanti infrastrutture.

Fonti: Ansa, Rinnovabili.it


Ecco come si vive ad Ecocittà A Porto Potenza Picena è stato inaugurato nei giorni scorsi il primo appartamento del quartiere eco-sostenibile, Ecocittà. Ospiterà 500 unità abitative, 10.000 mq di verde pubblico, servizi e spazi commerciali, una piazza di 5.000 mq, piste ciclabili e parcheggi

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cco il primo appartamento di Ecocittà, il quartiere eco-sostenibile che sta nascendo al posto dell’area industriale in abbandono dell’ex Ceramica a Porto Potenza Picena. Chiunque fosse interessato o curioso ha avuto modo di entrare nel primo appartamento, pensato e realizzato all’insegna del vivere sostenibile. Una volta completato, il quartiere ospiterà 500 unità abitative di cui circa 150 in edilizia convenzionata, 10.000 mq di verde pubblico, servizi e spazi commerciali, una piazza di 5.000 mq, piste ciclabili e parcheggi. All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Potenza Picena, Sergio Paolucci, il rappresentante di Ecocittà Management, Guy Bertolozzi, e il presidente di Generale Costruzioni, Costantino Sarnari. “Un momento molto importante per questo progetto e per la città – ha detto Bertolozzi –; l’inaugurazione del primo appartamento segna la rinascita del centro di Porto Potenza Picena: al posto di un’area in degrado, origine in passato di

molti problemi, ci sarà uno spazio bello, vivibile, pieno di verde e di luoghi per incontrarsi”. Il progetto, frutto di un investimento da 100 milioni di euro del Fondo Immobiliare Ecocittà, costituito da investitori italiani e stranieri, ha generato un indotto significativo sul territorio. Tra le realtà coinvolte, Fima Engineering per la progettazione, F.lli Simonetti per gli arredi, e Generale Costruzioni, azienda che ha acquisito un ruolo di primo piano nel progetto, diventandone partner: “Siamo particolarmente orgogliosi di essere stati scelti da realtà internazionali per un progetto così imponente e di alto profilo qualitativo – ha commentato Costantino Sarnari, presidente di Generale Costruzioni -; opere del genere ridanno fiducia e vitalità al comparto dell’edilizia e al suo indotto, in un momento di particolare sofferenza per il settore”.I lavori di costruzione sono stati avviati all’inizio del 2012 e oggi, mentre procede la realizzazione dei primi tre lotti, anche la “vita” ad Ecocittà sta prendendo forma:

il quartiere ha già il suo supermercato (Ce.Di. Marche ha acquistato l’immobile destinato) ed ora il primo appartamento. Ecocittà è realizzata con elevati standard di efficienza energetica e comfort abitativo, secondo una pratica costruttiva al passo con i nuovi interventi che si stanno eseguendo in Europa; al tempo stesso comprende abitazioni alla portata di tutti, con grande attenzione ai consumi e al risparmio energetico. L’energia elettrica arriverà dal sole grazie agli impianti fotovoltaici, mentre il solare termico garantirà il riscaldamento degli ambienti e l’acqua calda, con un sistema centralizzato che comporterà considerevoli risparmi. Accorgimenti tecnici sono pensati per evitare dispersioni di calore: dai materiali impiegati per un isolamento ottimale all’eliminazione dei ponti termici. Tutti questi sistemi integrati concorreranno ad un utilizzo responsabile dell’energia e ad un notevole risparmio nelle spese di gestione dell’appartamento. 145


DOSSIER: ENERGIA

Reti di ricarica per i veicoli elettrici, la Regione partecipa al bando nazionale Protocollo con i Comuni interessati. Viventi: “Mobilità sostenibile e riduzione dell’inquinamento da traffico”

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e Marche parteciperanno al bando nazionale per l’assegnazione di quota parte dei 5 milioni di euro destinati alla realizzazione degli impianti cittadini di ricarica per i veicoli (pubblici e privati) alimentati a energia elettrica. La partecipazione richiede la preventiva firma di un protocollo d’intesa con i singoli Comuni che collaboreranno alla costruzione delle reti. La Giunta regionale ha approvato lo schema di protocollo che andrà sottoscritto con le amministrazioni comunali interessate. La scelta della Regione coinvolge i capoluoghi di provincia (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro), insieme alle città costiere

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più significative, dove la concentrazione del traffico è particolarmente elevata. “L’obiettivo è quello di favorire la mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico nelle aree urbane più trafficate – evidenzia l’assessore ai Trasporti, Luigi Viventi – Il bando nazionale offre la possibilità di contribuire alla risoluzione del problema attraverso lo sviluppo delle reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici destinati al trasporto delle persone e delle merci. Insieme ai Comuni coinvolti, con i quali abbiamo predisposto il progetto, saremo impegnati a concretizzare gli interventi, convinti che la mobilità elettrica offra la

possibilità di numerose applicazioni a livello cittadino, tra le quali la mobilità privata su due e quattro ruote, il trasporto pubblico, la logistica urbana”. Regione e Comuni collaboreranno alla realizzazione della mobilità elettrica sul piano istituzionale, amministrativo e tecnico, in base agli impegni che verranno sottoscritti con il Protocollo. Gli interventi proposti allo Stato svilupperanno reti di ricarica diffuse, con l’indicazione delle infrastrutture scelte, delle aree coinvolte, delle soluzioni prospettate.



EVENTI

Sono i laboratori di rete nel territorio di Confcommercio Pane nostrum e Agribirrio: successi di filiera Record di affluenza: 100 mila presenze tra Senigallia e Osimo

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entomila presenze con record di affluenza. E' la cifra da capogiro collezionata da Pane Nostrum a Senigallia e Agribirrio ad Osimo, i più riusciti successi di filiera di Confcommercio Imprese per l'Italia Provincia di Ancona, che ha lanciato una serie di progetti di sviluppo nel territorio. Il clou di questa nuova tendenza progettuale vi è stato nel penultimo weekend di settembre, quando si sono tenute le rassegne del pane, Pane Nostrum, e della birra agricola, Agribirrio, sotto l'egida di Confcommercio, che ha ideato queste manifestazioni. Confcommercio non ha solo organizzato le iniziative ma è stata parte attiva del-

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le manifestazioni e a Pane Nostrum ha presentato una serie di progetti dedicati al mondo economico nella propria area in piazza del Duca a Senigallia con un proprio laboratorio proattivo dal nome “Idee in fermento”. Tra i progetti presentati spiccano certamente “Impresiamo: progetto avvio d'impresa”, dinanzi agli studenti dell'ultimo anno dell’Istituto Alberghiero di Senigallia Panzini, cui sono state fornite tutte le informazioni utili per poter avviare una propria attività commerciale, il focus group sulle nuove opportunità di assunzione dedicato alle aziende già esistenti e la sinergia territoriale con Fabriano per la promo-

zione locale e dei prodotti enogastronomici. Anche Agribirrio di Osimo, la Rassegna Marchigiana della Birra Agricola giunta alla sua seconda edizione, è stato un vero e proprio laboratorio di rete marchigiano, utile a sviluppare una forte sinergia economica tra Agricoltura, Commercio e Turismo tanto da suscitare un interesse di stampo nazionale. La seconda edizione di Agribirrio ha visto infatti una crescita esponenziale dei birrifici presenti, che sono raddoppiati passando dai sette iniziali ai quindici di quest'anno con presenze dalla Sicilia al Lago di Garda. ''Stiamo lavorando per realizzare queste reti economiche basa-


te sul collegamento tra più settori – ha commentato Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Imprese per l'Italia Marche e Provincia di Ancona –, utili a ridare slancio all'economia regionale e a promuovere un nuovo tessuto commerciale. Si stanno attivando sinergie importanti che possono divenire manifesto per un nuovo modello economico. Noi di Confcommercio stiamo puntando molto anche sulla promozione dei nostri territori nei Social Network come Twitter ed Instagram''. Polacco ha sottolineato poi la portata di progetti come quello partito sullo sviluppo della birra agricola: ''Si tratta di asset di crescita anche

per la nuova imprenditoria giovanile che è nata attorno a questi splendidi agribirrifici. Tramite il Cobi (Consorzio Italiano Produttori Orzo e Birra), Confcommercio conta a sé già più di 79 agribirrifici. E' la testimonianza di un segmento che cresce in sinergia con lo sviluppo offerto dalla nostra Associazione''. Determinante nel successo di Agribirrio e dell'indotto della birra agricola anche l'apporto della Regione Marche, che sta contribuendo alla crescita del settore con il proprio supporto e con dei finanziamenti legati allo sviluppo dei birrifici. Anche Agribirrio di Osimo, come Pane Nostrum, è stato caratterizzato da iniziative di approfondi-

mento, da momenti culturali e di svago legati al prodotto birra agricola, attorno al quale sono state costruite una serie di iniziative molto apprezzate dalle migliaia di visitatori che hanno reso vivissimo il centro storico cittadino. La strada per questi nuovi laboratori locali è avviata e nel futuro sarà sempre più percorsa nell'ottica di una nuova economia territoriale.

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EVENTI

Porsche 911. Il futuro ha 50 anni di storia Porsche Italian Tour ad Ancona, Piazza Cavour

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a Porsche 911, icona dell’automobilismo globale, compie 50 anni. Porsche Italia ha festeggiato con un Tour nazionale, che domenica 20 settembre ha fatto tappa ad Ancona in Piazza Cavour. L’auto sportiva creata dall’ing. Ferdinand Alexander Porsche nel 1963 è uno dei maggiori esempi di longevità e capacità evolutiva di un modello che ha appassionato intere generazioni di automobilisti. In 50 anni è stata prodotta in più di 820.000 esemplari, nelle versioni coupé, targa (con tettuccio rigido asportabile), cabriolet (con capote apribile) e speedster (versione cabriolet più sportiva, spartana e leggera), con motori via via sempre più potenti, aspirati e turbo, da 130 cavalli fino alla attuale serie, la settima generazione, con oltre 400 cavalli che la spingono ad oltre 300 km/h. Steve McQueen ne guidava una per raggiungere il set del film “24 ore di Le Mans”, ma la 911 oltre ad essere un grande successo commerciale ed a sfrecciare nelle autostrade di tutto il mondo, si è imposta in ogni tipo di com-

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petizione sportiva: dalle piste (Daytona, Le Mans) ai rally (Montecarlo) alla Parigi-Dakar, ai circuiti stradali (Targa Florio), grazie all’incessante evoluzione tecnologica. Il Centro Porsche Ancona ha celebrato i 50 anni di questa straordinaria vettura con una grande festa” al quale hanno partecipano 50 Porsche 911. Tutti i 50 equipaggi hanno contributo alla raccolta fondi in beneficenza dell’associazione “Le Patronesse” per aiutare i bambini ricoverati presso l’Ospedale materno-infantile ”Gaspare Salesi” di Ancona. L’evento ha avuto inizio con il Concorso d’eleganza “Made in Germany” al quale hanno partecipato 30 Porsche 911 costruite tra il 1965 ed il 2013, selezionate in modo da rappresentarne tutte le versioni e l’evoluzione del modello nel tempo, in continuo miglioramento ma mantenendo sempre una riconoscibilità assoluta, un design coerente con il segno inconfondibile tracciato da Porsche nel 1963. Le vetture in Concorso sono state valutate da una Giuria di esperti. Presso lo stand

Porsche ha avuto luogo “Dalla pista alle strade”, un road-show con Mauro Borella, pilota milanese che ha corso con le Porsche sui circuiti di tutto il mondo, riportando grandi successi, ed autore delle più autorevoli pubblicazioni sulla storia della 911. Marco Nocchi, esperto di Porsche storiche, ha condotto l’incontro stimolando anche il pubblico ad intervenire per conoscere aneddoti di gara, e sulla famiglia Porsche, che Borella ha frequentato a lungo. Alle 11.30 è partita la “Porsche Parade” lungo le vie del centro storico della città, che si è conclusa al Ristorante Passetto di Ancona. Alle ore 13.30 circa si è svolta la premiazione. Ad accogliere gli equipaggi, oltre a Luca Bonazza, Direttore commerciale del Centro Porsche Ancona, ed il suo staff, il cantautore Gianmarco Fraska, anconetano reduce dai successi dell’Edicola di Fiorello, che ha presentato alcuni dei suoi più recenti successi, uno dei quali legati proprio ad una Porsche d’epoca protagonista del noto video “Rock’n roll”.


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LUCI DELLA RIBALTA

Una dedica al Conero: “Nte Stu Mare” Alessandro Menghiale, cantautore anconetano: “Il dialetto è uno strumento che un popolo utilizza per non perdere le sue origini; credo quindi sia importante per un artista occuparsene per mantenerlo in vita” di A. Dachan

C

ome ha iniziato la sua carriera e dove ha studiato musica? “Mi sono avvicinato alla musica da piccolo, cominciando con la fisarmonica, ma mi sono accorto presto che non era il mio strumento ‘ideale’ e mi sono detto ‘non fa per me’. Crescendo poi, oltre alla musica di vario genere che già ascoltavo ho approfondito l’opera di cantautori americani e, in particolare, italiani ‘scrittori di versi non omologati dalle sonorità ricercate’. È stato allora che è scattato qualcosa di importante e mi sono ritrovato con la chitarra in mano (strumento che non ho più abbandonato) ed ho iniziato a scrivere canzoni e a registrare i primi provini. Ho studiato chitarra classica per circa cinque anni presso un istituto musicale marchigiano poi ho approfondito lo studio dello strumento con diversi musicisti e parallelamente ho frequentato dei corsi privati di canto. Il momento più alto dell’insegnamento l’ho avuto sicuramente con il chitarrista Jazz Amedeo Nicoletti, il quale, oltre ad avermi aperto un mondo nuovo ed affascinante sullo strumento, ha arrangiato e suonato assieme a Belinda Riquelme Rodriguez, violoncellista e cantante cubana, un mio brano dal titolo ‘La mia piccola luna’ che Radio Skyline sta trasmettendo da qualche anno”.

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Come si è fatto conoscere dal pubblico? “Attraverso i concerti ma soprattutto attraverso i molti concorsi nazionali che ho fatto in tutta Italia. Mi sono presentato come cantautore e con diverse formazioni musicali che si sono occupate dei miei brani curandone gli arrangiamenti. Ho iniziato con il gruppo ‘Cantinando’, e con’L’uomo rosa’, brano scritto contro l’omofobia, utilizzato come colonna sonora qualche anno fa al Palermo Pride, siamo arrivati tra i primi posti della prima edizione del Premio Ivan Graziani a Teramo nel ‘98. Poi con il gruppo ‘Concerto Musicale Ambardan’, un’esperienza durata circa un decennio, fatta di molti concerti nelle diverse parti d’Italia e importanti collaborazioni e partecipazioni; in particolare ricordo al Monsano Folk Festival dove, assieme al gruppo popolare la Macina e alla rock-band la Gang, abbiamo reso omaggio a Luigi Tenco, spettacolo nato da un’idea dal poeta anconetano Francesco Scarabicchi, che tra l’altro riscosse un notevole successo di pubblico, tanto da essere riproposto per diversi anni. Ricordo ancora nell’agosto del 2007 l’apertura del concerto della PFM in occasione del San Lorenzo Festival svoltosi a Falconara, e infine l’importante risultato ottenuto nel 2007 alla XVIII edizione del Musicultura

Festival dove siamo rientrati tra vincitori del Festival con un brano che ho scritto in dialetto loretano dal titolo ‘l’amico con gli stivali’. L’esperienza paradossalmente si è conclusa con la realizzazione di un cd dal titolo ‘A conduzione familiare’ in cui compaiono diversi ospiti quali i chitarristi Michele Ascolese, stretto collaboratore di De André, Sandro Severini dei Gang e Antonio Del Sordo, Roberto Marcucci al pianoforte e Francesco Savoretti alle percussioni. Infine, un’ottima vetrina è stata la menzione speciale ottenuta alla XX edizione del premio ‘Nosside’ di Reggio Calabria, premio internazionale di poesia, plurilinguistico e multimediale, aperto a tutte le lingue, con un brano in dialetto loretano intitolato ‘Nina Mia’ pubblicato nell’antologia del premio Nosside 2004 presentata a Cuba durante la XIV Fiera Internazionale del Libro dell’Avana”. A cosa si ispira quando compone e suona? “Per me scrivere è quasi un bisogno ‘fisiologico’, come suonare del resto, quindi quando la mente non è troppo carica di cose legate alla quotidianità, il momento propizio arriva da solo; così inizio a riflettere e a scrivere. Mi ispiro ai fatti che accadono nel mondo, quelli che più mi


toccano nel profondo ma può bastare il volto di una persona oppure un dono della natura come ad esempio il mare al tramonto, la musica in fondo è il linguaggio delle emozioni e dei sentimenti. Spesso e volentieri poi, attraverso l’utilizzo del dialetto mi occupo della mia terra - terra cha adoro - in particolare la riviera del Conero a cui ho dedicato una canzone che si intitola ‘Nte stu mare’. Di questo brano il regista Mattia Toccaceli ha realizzato, per conto dell’etichetta discografica Rara Records, un video ufficiale che si trova su YouTube. Il dialetto è uno strumento che un popolo utilizza per non perdere le sue origini, le sue tradizioni e le sue usanze, credo quindi sia importante per un’artista occuparsene per mantenerlo in vita”. Essere un cantautore marchigiano, cosa significa? “Questa è davvero una domanda interessante: le Marche, sotto il profilo musicale sono fortemente penalizzate, in quanto risiedono in una zona d’ombra, sono cioè distanti dai luoghi tradizionali che detengono il potere della musica, dove magari c’è più possibilità di essere notati. Poi oggi la situazione economica e discografica del nostro paese la conosciamo tutti, è in forte crisi, quindi nessuno investe più

su un lavoro di un artista emergente, a meno che non esca da qualche talk show televisivo e quindi goda già di un minimo di visibilità. Va comunque detto che il web dall’altra parte offre opportunità alternative all’industria discografica “old school”, con costi di produzione e promozione decisamente più bassi. Quindi tornando alla domanda, cosa significa essere un cantautore marchigiano, credo che prima di tutto significhi avere qualcosa di interessante da dire, circondarsi di validi arrangiatori e musicisti, realizzare un buon progetto e avere un buon management per la cura degli aspetti live”. Dove la vedremo impegnato prossimamente? “Recentemente con altri musicisti ho creato il gruppo Barrique, nato per rendere omaggio alla canzone d’autore. Da quest’incontro è venuto fuori un cd dal titolo ‘Canzoni d’autore prese in prestito’, uscito con l’etichetta discografica Rara Records; un album di ‘standard’ d’autore italiani, oltre a contenere due inediti, da Tenco, a De Andrè, passando per Gaber, Endrigo, Jannacci ecc. Una rivisitazione in chiave latin-jazz, etno-jazz, swing e funky-blues ecc con l’utilizzo di strumenti

a corde e percussioni. Stiamo quindi presentando il cd nei vari teatri, festival; è in fase di definizione il calendario con le date dei concerti per il prossimo autunno e inverno”. Perché un album di cover d’autore? “Perché, a mio avviso, rappresenta un patrimonio significativo della cultura italiana e pertanto credo sia importante che venga preservato. Da qui il nome ‘Barrique’ (piccola botte) cioè il nome in cui ci siamo identificati. La barrique ‘custodisce’ il vino donandogli quel profumo di spezie più o meno dolci che lo fanno apprezzare ancor di più; noi abbiamo cercato di fare lo stesso con gli arrangiamenti conferendo ai brani il nostro gusto musicale. Il gruppo vanta al suo interno musicisti molto apprezzati nel panorama musicale nazionale ed internazionale, Tonino Monachesi alle chitarre e arrangiamenti, Maurizio Scocco al basso- Stick e Francesco Savoretti alle percussioni”.

Su YouTube è possibile ascoltare il video ufficiale del brano inedito: “Filastrocca del soldato cacciatore”

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CULTURA

Uno scultore tra le colline delle Marche La materia e i beni comuni: ritratto dell’artista Guglielmo Vecchietti Massacci di G. Bevilacqua

E

splorando il nostro territorio ci s’imbatte in un singolare casolarelaboratorio. Adagiato con discrezione nelle pieghe delle colline dell'entroterra senigalliese, precisamente presso Roncitelli, appare come una sorta di vascello se non fosse che al posto di eliche e pale vi sono grandi vele di marmo bianco di Carrara. Tutto attorno, la campagna marchigiana sembra davvero coltivata come un giardino. Da qualche anno, qui vive, lavora, pensa, ama, pedala, accoglie, all'insegna di una sempre evocata sintesi e armonia (corpo, anima, spirito), lo scultore Guglielmo Vecchietti Massacci. Con piacere lo propongo ai lettori di «ML». Per più di un motivo. Lo spirito conviviale della sua dimora-laboratorio, aperta a tutti (e dunque non solo laboratorio di scultura o sede per le Marche dell’International Association for Art and Psycology). La statura internazionale dell’artista, la collezione di opere ivi presenti. Infine, quel senso panico di energia vitale, declinata

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secondo una forte virtus educativa (l'artista, infatti, nato a Jesi nel 1946 e allievo di Mastroianni e Carpigiani, è docente presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna). Vecchietti Massacci è un artista che crede ancora fortemente nel ruolo pubblico dell'arte e soprattutto della scultura, così come risulta nella bellissima “exposition en prise direct avec l’habitant" a Ville de Fontanay-sous-Bois, in Francia, nel 1981-82, o nelle altrettanto suggestive disseminazioni per i centri storici di Pieve di Cento (1987-88) e Jesi (1989). Una vocazione che però non cerca scorciatoie; anzi si cimenta con la materia (dallo sbozzo alla finitura) come in una "gara dura", un’"espugnare il fortilizio". La scultura, infatti, è "impresa da uomini di taglio forte" (G. Ruggeri). Forte e severa come le notevoli dimensioni delle sue opere, impegnative nelle fasi della lavorazione e collocazione (ben documentate fotograficamente nei testi critici che corredano le diverse esposizioni in Italia

e soprattutto all’estero). Ciononostante, la gravità monumentale del marmo, la cui natura esige a maggior ragione spazi urbani, si risolve in uno sprigionarsi di forze complesse o in un sottrarsi della materia fino a un apparente minimalismo che, in realtà, è essenzialità severa (come nella suggestiva serie di opere degli anni Ottanta, ben rappresentata da La porta del pensiero). Qui il vitalismo sembra aver raggiunto una fase di equilibrio, alla fine di una convulsione dinamica tipica di molta scultura europea del secondo dopoguerra e in particolare penso ai monumenti alla Resistenza di Umberto Mastroianni. Questi cenni hanno una continuazione nella filosofia di vita del maestro: sempre più le sue opere evidenziano un radicamento alla terra madre, vascello spaziale instabile ma anche nicchia nell'universo per amplificare la voce e le domande dell'uomo navigatore. Ecco allora Grembo (marmo bianco di Carrara, 2005) appunto a forma di nicchia che ap-


Grembo (marmo bianco di Carrara, 2005)

parentemente isola dal mondo e proietta nell'infinito, ma in realtà, proprio attraverso il linguaggio artistico, è raccoglimento, in nome di una serenità/intensità di vita/donazione così comune nei grandi mistici antichi e moderni e apertura contro tutti gli egoismi. L'arte dello scultore così rimanda a un processo di umanizzazione dell'uomo, ove si combina spazialità cosmica e tensione verso l’alto (tema questo consacrato in appuntamenti internazionali e in mostre come quella del 1989 a Nonantola dal titolo significativo “I voli e le vele della speranza”, con Icaro del 1986). Un processo nell’ordine di una visibilità come donazione, eccedente il puro dato oggettivo (qui il riferimento è a Credere per vedere del filosofo francese J.-L. Marion). Secondo una concezione sociale della scultura, fortemente sensibile alla presa di coscienza planetaria su beni comuni come l’acqua e il sapere. Non a caso, proprio il nesso fra arte e visione olistica è stato oggetto della sua

Vitalità (ferro, 1981)

ultima lezione all’aperto con allievi, amici ed estimatori (agosto, 2013). Di là dal dibattito attuale (sull’argomento si può vedere Contro i beni comuni di E. Vitali, 2013), e proprio per quanto abbiamo finora richiamato, c’è nelle opere dello scultore, così profondamente legato alla sua terra d’origine, una profonda sensibilità verso le res communes omnium, ossia quei beni universali, naturali e sociali, oggetto di diritti fondamentali e fonte di vivibilità per l’intero genere umano. È una sensibilità all’insegna di una materialità dello spirito, magari in sintonia con le parole di uno scienziato russo, che Vecchietti Massacci ha citato in quell’occasione: “l’umanità non rimarrà per sempre legata alla terra”. Proprio come le sue sculture, superbo e greve dono (della terra grembo e madre, come nelle opere degli anni ‘70), sforzo sinusoidale liberatorio verso il cielo (come in Vitalità, 1981), per non rimanere legato alla terra.

La porta del pensiero (bianco di Carrara, 1986; opera realizzata per la città belga di Hasselt)

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A CASA DI

BENVENUTI A

CASTEL DI LUCO

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Le origini Una bolla di Papa Leone IX datata 1052 testimonia già a quell’epoca l’esistenza di questo raro e singolare castello del Piceno che conserva quasi intatta la sua struttura medioevale. Sulle origini del castello sono state formulate diverse ipotesi: la più accreditata è quella del Colucci, storico marchigiano del ’700, il quale riteneva che Luco (dal latino lucus) fosse anticamente un bosco sacro nelle cui ombre erano celebrati orrendi riti pagani. Il castello, quindi, sarebbe stato eretto, nel mezzo di quel bosco, proprio sopra il poggio di travertino dove probabilmente erano situati gli altari sui quali venivano eseguiti i sacrifici. Notizie certe dell’esistenza del castello si hanno invece, a partire dall’XI secolo come testimonia una bolla di Papa Leone IX, datata 1 Luglio 1052 e conservata nell’archivio della cattedrale di Ascoli, in cui si legge che il vescovo Bernardo Il ne aveva il dominio insieme ad altri castelli della zona. Tra storia e leggenda Castel di Luco, situato nel comune di Acquasanta Terme a circa 15 chilometri da Ascoli, é uno dei più rari e singolari castelli del Piceno che conserva ancora, quasi intatto, il suo aspetto di struttura architettonica medioevale. L’anno di costruzione del castello si presume intorno all’anno mille in piena epoca Templare. Sopravvissuto all’invasione delle milizie di Carlo D’Angiò e alle soldatesche di Galeotto Malatesta, Castel di Luco è rimasto protagonista di eventi storici di eccezione. Da qui, infatti, il 10 agosto 1445 partì Pietro di Vanne Ciucci, signore di Luco, alla testa di una schiera di montanari per liberare Ascoli dal potere di Rinaldo fratello di Francesco Sforza. Ancora una volta la montagna teneva alta la fiaccola della libertà. Fu qui, in questo castello, che un bandito famoso di Ascoli, il Parisani, fece trucidare nell’estate dei 1562 Chiarino Montaroni al quale era stata affidata la difesa del maniero. I banditi, al comando dei Parisani, lo assediarono. A tradimento fu chiamato sulla porta il difensore del castello, quasi ci fosse l’intenzione di arrivare ad un accordo. Chiarino Montaroni uscì e fu freddato da un colpo di archibugio. Il Parisani si impadronì del cadavere e con l’aiuto dei suoi sgherri lo gettò nel fiume Tronto. Nei secoli successivi il castello, da fortezza che era, si é trasformato in residenza gentilizia continuando ad ospitare la famiglia Ciucci che ne è stata proprietaria fino al 1800 quando l’ultima ereditiera, Maria, andò in sposa a Giuseppe Amici che ha tramandato fino ad oggi tutta la proprietà ai suoi diretti discendenti. Attualmente il castello conserva ancora la sua struttura originaria e nelle stanze affrescate adibite a ristorante è possibile, su prenotazione, gustare raffinati piatti locali e rivedere, con la visita al castello, la storia di un intero millennio. Una stradina circondata dal verde introduce il visitatore a Castel di Luco, un borgo medioevale immerso nella quiete dei boschi e nella semplicità della vita rurale. Attraverso una scala ricavata nella roccia il visitatore si lascia alle spalle la realtà del quotidiano per tuffarsi in un’atmosfera fiabesca. Nell’immaginario, dame e cavalieri accolgono l’ospite al suono di flauti e chiarine e lo conducono a ritroso nella storia, attraverso il suggestivo cortile fiorito che introduce al castello, dove l’austera bellezza delle stanze evoca atmosfere di storie e

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A CASA DI

leggende narrate accanto al camino, di leggiadre fanciulle che danzano nei saloni e di misteriosi passaggi segreti che conducono al cuore del maniero. Qui tra i raffinati decori delle volte che ricordano volti medioevali di donne intente a ricamare preziosi tessuti, il visitatore viene bruscamente sottratto alle note di questa antica armonia dai genuini sapori della gastronomia locale, sapientemente evocati nelle settecentesche sale del ristorante, dove l’ospite può gustare la tradizionale cucina locale. Ora la serata a Castel di Luco volge al termine: Laura e Francesco Amici, i proprietari del castello, salutano l’ospite che si attarda ancora sulla soglia cercando di prolungare per qualche istante la magia della serata.

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Oggi Castel di Luco, immerso nella quiete dei boschi e nella semplicità della vita rurale, vi accoglie attraverso una scala ricavata nella roccia, vi predispone all'emozione di varcarne la porta d'accesso; Laura e Francesco, i proprietari, hanno realizzato nel borgo, sotto il castello, anche quattro suite, vi accoglieranno con gioia e semplicità, vi offriranno i genuini sapori della gastronomia locale, vi trasmetteranno le emozioni e l'entusiasmo di chi vive in un luogo unico e di chi, al suo recupero, ha deciso di dedicare i propri sforzi. Il castello non è l’unico elemento di suggestività, il borgo che ne cinge la base, con tutti i suoi particolari ambientali ed architettonici, contribuisce in modo determinante al mantenimento della dimensione medievale del luogo. Completamente addossata nella roccia sulla quale sorge il maniero, un’antica casa del ‘400, già abitazione di artigiani alle dipendenze del signore del castello, successivamente utilizzata come stalla e fienile, è stata ristrutturata rispettandone le caratteristiche architettoniche originali. Ne sono state ricavate quattro singolari suites dai pavimenti in cotto originale, le pareti in travertino a vista e soffitti in travi di legno, che prendono il nome dalle nonne della famiglia Amici: Eva, Maria, Elena e Maria Teresa. Tutte godono di una splendida vista che spazia sull’aperta campagna. L’arredo, nella sua semplicità, rievoca la vita medievale che vi si svolgeva, senza per questo rinunciare alle comodità della vita moderna. Per info: Castel di Luco Frazione Luco, 1 63095 – Acquasanta Terme (AP) Tel: 0736 802319 Cel: 338 2132286 E-mail: info@casteldiluco.com

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VIAGGI

A cura di Maraviglia viaggi www.maravigliaviaggi.it

PER STACCARE LA SPINA

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Gran Tour dell’Andalusia Spagna

Tour della Florida Stati Uniti d’America

L’Andalusia è la regione più calda e passionale della Spagna, lì dove nascono tutte le tradizioni più sentite dagli spagnoli, come il flamenco, la corrida e le tapas, lì dove si svolgono le feste più caratteristiche e vivaci del paese, come la Semana Santa a Siviglia, la capitale della regione. L’Andalusia è la terra della magnifica Alhambra di Granada, l’edificio più famoso della Spagna, ma anche delle moschee e dei palazzi moreschi di Cordoba, del museo di Picasso di Malaga, delle spiagge della Costa del Sol e della Costa de la Luz, delle montagne della Sierra Nevada e dei suoi parchi naturali.

Un tour che vi farà scoprire il meglio della Florida, un viaggio attraverso “The Sunshine State”. Miami, frizzante e glamour, con i ristoranti all’aperto lungo la Collins e i numerosi negozi dove impazzire per lo shopping; il mare e la vita di Key West, il punto più a sud degli Stati Uniti dove non perdere il tramonto a Mallory Square. E per finire la laguna delle Everglades abitata dagli alligatori, il mare della costa che si affaccia sul Golfo del Messico ed i famosi parchi divertimento di Orlando.

Partenze iL 5,12,26 ottobre e 9,23 novembre da Milano Malpensa Tappe del tour: Malaga, Ronda, Jerez de la Frontera, Siviglia, Cordova, Granada, Malaga, Gibilterra, Puerto Banus, Malaga Le quote comprendono: volo di linea a/r Milano-Málaga, trasferimenti aeroportuali e durante il tour con pullman GT, 7 notti in hotel 4 stelle in camera doppia in trattamento di mezza pensione, accompagnatore parlante italiano, escursioni con guide locali parlanti italiano ingressi inclusi. Quote a partire da 998 euro a persona, tasse e assicurazioni incluse.

Partenze fino al 31 ottobre a date fisse Tappe del tour collettivo di 9 notti: Miami, Key West, Everglades, Sarasota, Orlando, Fort Lauderdale, Miami Le quote comprendono: trasferimento da/per aeroporto, pernottamento e prima colazione in hotel, tranfer in pullman climatizzato durante il tour, visite ed escursioni da programma, facchinaggio in hotel. Quote a partire da 986 euro a persona, tasse e assicurazioni incluse.

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LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA v

Trek & Wine CASA OLIVA/PESARO TREK&BIKE Un tuffo nell’enologia delle Marche settentrionali attraverso una passeggiata rilassante a ridosso dei vigneti, con la guida di un esperto pronto a rispondere ad ogni vostra curiosità. Da abbinare ad una pausa rigeneratrice tra le mura di Bargni di Serrungarina, dove godere della calda accoglienza di Casa Oliva e di una benefica sosta nell’area benessere dell’hotel. Il pacchetto comprende: 1 notte in BB persone • 1 accesso per 2 persone all'area benessere •Escursione con guida naturalistica (2 ore) alla scoperta dei vigneti con visita in cantina e degustazione finale Da 70 euro a persona Fano/Serrungarina (PU)

Un incantevole suite benessere VILLA FORNARI Intitolata alla più insigne proprietaria della villa, la Suite Rosa Beri è la camera più grande e prestigiosa di Villa Fornari, Unica per tappezzerie ed arredi, elegante e raffinata, dispone di una cabina hammam con musica e doccia multi direzionale. Perfetta per un soggiorno romantico da coronare con una sosta al ristorante, dove Alessio, il proprietario saprà incantarvi con la sua gentilezza fuori da comune. Il pacchetto comprende: 2 notti in Suite Rosa Beri con cabina hammam con musica e doccia multi direzionale • 1 cena per 2 persone, 2 calici di vino incluso con menù composto di un primo ed un secondo con contorno a scelta dal menù del giorno. Da 124 euro a persona - Camerino (MC)

Terra di castelli, dame e cavalieri RELAIS BORGO LANCIANO Bellezza e armonia della natura saturano i sensi mentre si percorre la strada, che si snoda tra campi, castelli e borghi rurali per giungere infine a questo delizioso angolo di paradiso. Arrivati a destinazione il calore dell’ambiente, scrupolosamente curato in ogni dettaglio e la grazia dell’accoglienza trasportano l’ospite in un mondo incantato e familiare allo stesso tempo. Il pacchetto comprende: 1 notte in camera superior in BB per 2 persone • 1 accesso Spa per 2 • Apericena per 2 persone con antipasti assortiti, primo piatto e calice di vino Da 99 euro a persona - Castelraimondo (MC)

Panorami mozzafiato sulla valle dell’esino RELAIS DEL BORGO &SPA Se con uno sguardo abbracci monti, dolci colline, vigneti, mura medioevali, archi di pietra, vicoli stretti, alti campanili che suonano ancora le ore e riesci ad intravvedere anche l’azzurro del mare, allora sei a Staffolo, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Sulle mura che cingono la cittadina una villa signorile diventa un relais di charme, mantenendo intatto un antico splendore fatto di volte a botte, scale in pietra e travi di rovere. Il pacchetto comprende: 2 notti in BB per 2 persone in Junior Suite con welcome drink • Ingresso illimitato alla nuovissima del Relais Da 124 euro a persona - Staffolo (AN)

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VIAGGI

I VIAGGI DI MICHELA Macerata: la magia dello Sferisterio

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iei cari lettori, questa volta parliamo di Macerata, città di arte e di cultura, il cui simbolo indiscusso è l’Arena Sferisterio, insieme al prestigioso ateneo universitario. L’estate volge ormai al termine e la città si prepara al ritorno del grande afflusso di studenti che sono il cuore pulsante della città. La festa del patrono San Giuliano segna che il cartellone estivo degli eventi è quasi al termine, ma le suadenti e popolate serate allo Sferisterio restano ancora un bagaglio vivo di emozioni. Una volta un anziano signore mi disse: “Bada bene! I posti migliori sono quelli in balconata: si spende poco, l’acustica è ottima e la vista è da favola!”. Aveva proprio ragione! Ho avuto modo di provarlo per la prima volta giusto poco tempo fa, una sera con il mio fidanzato, in occasione del concerto che ci siamo regalati di

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Patti Smith. Per noi lo spettacolo è iniziato a partire già dal tramonto, da quando accanto alla Torre Civica ha fatto capolino la prima stella, sul fondo sempre più blu cinereo del cielo. Le luci che si accendono ad illuminare i monumenti e tutto intorno a noi diventa più bello e più magico che mai. Da lassù la vista è davvero spettacolare. Lo sguardo abbraccia tutto il nucleo del centro storico, dal borgo San Giuliano, con il Duomo e l’adiacente Chiesetta di Santa Maria della Misericordia, sino a soffermarsi sulla Torre Civica e il profilo della Chiesa di San Paolo che delimitano l’area di Piazza della Libertà, con il Teatro Lauro Rossi e l’elegante Loggia cinquecentesca dei Mercanti. E poi lo sguardo prosegue ancora più a sinistra, sull’imponente cupolone della Chiesa di San Giovanni e sui due campanili a bulbo della Chiesa di San Filippo. Sotto lo spaziosissimo palco dell’arena e l’ampia platea, dove la folla scalpitante freme

in attesa della sua star. L’illuminazione è davvero favolosa e mette in risalto, una ad una, l’eleganza neoclassica delle ben 56 colonne doriche che sostengono la doppia arcata di palchi. Il rosso dei tendaggi in velluto si armonizza in una cromia raffinata, simmetrica e perfetta con il rosso delle sedute e il bruno del laterizio. Non v’è dubbio, questa è una delle arene più belle e più invidiate d’Italia! E visitare la città da quassù, in questa ora del crepuscolo, immaginandosi a passeggio tra quelle viuzze mentre si cerca di riconoscere gli edifici visitati magari qualche minuto prima a piedi, è una delle esperienze più belle e affascinanti che mi senta di suggerirvi per scoprire Macerata. Fu davvero un gran genio quell’architetto, Ireneo Aleandri, quando, nel 1823, con il contributo di cento magnanimi


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DOVE DORMIRE E MANGIARE:

DA VISITARE:

Country House Le Case Contrada Mozzavinci 16/17, Macerata Tel. 0733 231897 Da non perdere il Ristorante Enoteca (1 stella Michelin)!

Museo Palazzo Ricci Galleria d’Arte del ‘900 (Ivo Pannaggi, De Chirico, Balla, Guttuso, ecc.) Via D. Ricci 1, Tel. 0733/261484

Hotel San Claudio *** Contrada San Claudio, 14, Corridonia (MC) Tel. 0733 288144

Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi e Museo della Carrozza Via Don Minzoni, 24 Tel. 0733.256361 Chiuso il lunedì Da non perdere la carrozza virtuale attraverso la quale si possono percorrere alcune delle più belle località della provincia maceratese!

Hotel Camerlengo *** Via S. Maria, 2, Corridonia (MC) Tel. 0733 432743

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DOVE MANGIARE:

La Volpe e l'Uva Via Berardi 39, Macerata Tel. 0733237879

Visite guidate allo Sferisterio e Torre Civica Info Point piazza Mazzini 1 Tel. +39.0733.271709

Trattoria da Ezio Via Crescimbeni, 65, Macerata Tel. 0733232366

maceratesi (come riporta ancora la gigantesca iscrizione sul fronte dell’edificio), ideò questa costruzione non solo maestosa e armoniosa in sé, ma anche in grado di integrarsi perfettamente nel tessuto urbano della città e di sviluppare nella sua armonica forma un’acustica e una visuale perfetta! Ora silenzio, la star è entrata, inizia lo spettacolo!

Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

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SPORT

Team Marche Master sul tetto d'Europa 164


C’era una volta un quartetto di nuotatori master diretti in Olanda ai campionati europei. C’erano una volta quattro ragazzi marchigiani che si sono allenati duramente per inseguire un sogno. C’era una volta una staffetta d'oro che resterà nella storia di Fabio Lo Savio

I

l Team Marche Master ha ottenuto infatti l’oro nella staffetta 4x50 misti maschile ai 14i campionati europei disputatasi ad Eindhoven. La staffetta dei record, il dream team che ha ottenuto quello europeo ad aprile nel meeting di Gualdo Tadino nella 4x100 mista, si è ripetuta nella 4x50 mista mettendo in fila tutte le squadre europee. La squadra falconarese ma di nascita jesina che si è allenata tutta l’estate per questo appuntamento, è composta da Michele Luconi, dorsista e presidente della società, Andrea Cavalletti, ranista che si è messo al collo anche due ori europei individuali nei 100 e 200 rana, Giacomo Medici, delfinista, e Valerio Serrani, liberista. La sintesi dell'impresa è nella parole del presidente Michele Luconi: “Ti prepari undici mesi, passi per una stagione fantastica e chiudi con una staffetta impensabile a 1’50”70 con l’oro europeo e il tuo miglior tempo di sempre. Questo è il nuoto: la fatica, la dedizione, le rinunce ... e una squadra favolosa”. Il quartetto era partito con un sogno,

quello del titolo nella staffetta, prima ancora di cercare l’affermazione personale nelle gare individuali “perché, a dispetto di quanto si pensi – aggiunge Giacomo Medici – il nuoto è uno sport di squadra e quando si fa parte di una squadra incredibilmente unita come la nostra, nella quale lo spirito di appartenenza è coltivato dal primo all'ultimo componente, vincere nella staffetta significa davvero portare in cima al podio anche quei ragazzi che hanno cominciato da poco a nuotare ma che condividono con noi la medesima passione”. Il riferimento tecnico del gruppo è Andrea Cavalletti, ranista più forte d’Europa e del mondo, in virtù del doppio titolo sui 100 e 200 rana ai campionati mondiali dello scorso anno a Riccione, ex agonista, ma che tra i master si sta togliendo enormi soddisfazioni personali e di squadra. “Quello che abbiamo fatto è incredibile – spiega Cavalletti - e ce ne siamo resi conto nella cerimonia di premiazione nella quale tutti coloro che fino a qualche minuto prima era stati nostri

avversari in acqua, ci hanno tributato un grande applauso riconoscendo che per questa gara siamo stati superiori a tutti”. Valerio Serrani è il quarto frazionista e a lui è stato affidato il compito di chiudere la gara. “Quando mi sono tuffato ho visto che avevo un po’ di vantaggio sulla squadra francese ma ho badato solo a dare il meglio restando concentrato senza pensare a gestire il vantaggio. All’arrivo, poi, quando ho visto il tabellone che ci dava al primo posto e con un tempo eccezionale ho provato una gioia incredibile”. Nel racconto delle sensazioni di questi ragazzi c’è il senso del nuoto master, quello praticato per passione da gente “normale”, che studia, lavora, e che la sera va in piscina a coltivare la propria passione. Ai ragazzi del Team Marche Master ora spetta il meritato riposo in attesa della prossima stagione strizzando l’occhio ai mondiali canadesi che dal 25 luglio al 10 agosto a Montreal riaccenderanno le luci sulle grandi competizioni master. Il Team Marche sarà pronto a raccogliere questa nuova sfida?

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SALUTE E BENESSERE

Sanità in burrasca. A causa dell’austerità? Cosa sta succedendo nella sanità italiana? Effettui una visita ambulatoriale e paghi un ticket in continua ascesa, fai una TAC o una risonanza magnetica e la tua compartecipazione va alle stelle, necessiti di un ciclo di riabilitazione e devi accendere un mutuo, a meno che tu non sia esente … di Mario Timio

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elle Marche il piano taglia-reparti prevede la sforbiciata a sei reparti di Chirurgia su un totale di 17 SOC (Strutture operative complesse). Ciò significa che sei primari vanno a casa o distribuiti sul territorio. A rischio, sempre secondo il medesimo piano, sono nove reparti di Medicina Generale, tre di Otorinolaringoiatria, quattro di Oculistica. Nel complesso 100 reparti sono in bilico. In Umbria le cose non vanno meglio. La solo Asl 1, quella che comprende metà della provincia di Perugia, prevede nella riorganizzazione dell’organico del personale, la soppressione di 16 primari o la riconversione della loro posizione se non

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interviene la pensione. Il tutto, afferma il Direttore Generale, dott. Giuseppe Ligato, “nel rispetto dei principi normativi che impongono di ridurre le spese di gestione”. E’ questo il vero motivo dell’elevata compartecipazione del cittadino e dell’abbattimento dei servizi. In altre parole, è finito il tempo del dare tutto a tutti in sanità. La recente spending review impone queste scelte. E’ giusto? Se l’offerta sanitaria è ancora discreta, da sola non basta a garantire la qualità del servizio, poiché nel frattempo il malato agonizza. In altre parole: sovente l’austerità crea malattia e talvolta uccide. Tutti ricordano che nello scorso mese di

aprile a Civitanova Marche tre persone si sono suicidate per difficoltà economiche. Il fenomeno che lega crisi economica allo stato di salute è già noto fin dall’Ottocento. Ma anche oggi non si scherza. Secondo un recente articolo del New York Times, negli Stati Uniti si è verificata una costante tendenza all’aumento dei suicidi a partire dal 2000 con un picco negli anni 2007-2009 (crisi dei mutui sub-prime). In Grecia, ove il budget per la salute, su indicazione della troika europea, è stato ridotto del 40 per cento fino ad oggi, la mortalità infantile è aumentata con la stessa percentuale. Anche la cancellazione del programma a difesa di chi abusa di droghe, ha condot-


to al raddoppio dell’infezione di Aids e di epatite virale. In ospedale le liste di attesa sono lunghissime ed è difficile curarsi per carenza di farmaci che la gente oramai compra al mercato nero. Insomma, i tagli indiscriminati producono malattie e morte, destabilizzano i sistemi sanitari e, a lungo termine, minano le speranze di ripresa economica. Ogni giorno si discute di finanza, di economia, di spread, di borsa, di Imu e di Iva. Ma chi parla dei costi umani e di salute che ogni manovra finanziaria a ribasso determina? Quale politico ne tiene conto? Eppure i mezzi e le occasioni per informarsi sono tanti e a disposizione di tutti. Come ricorda Giuseppe Remuzzi, un esperto di economia

sanitaria, “le statistiche che legano tagli alle spese per sanità e servizi sociali a malattie e morti, per esempio, si trovano nel numero di “Lancet” dell’aprile 2013, interamente dedicato ai problemi della salute in Europa”. L’indagine del New York Times rileva che investire un dollaro in salute ne porta tre in crescita economica. Evitando tagli sanitari non si salvano solo salute e vite, ma si creano le condizioni per crescere. Sull’argomento lo stesso giornale detta una ricetta che condivido in pieno: a) ciascun Paese disponga di un’agenzia indipendente che valuti gli effetti sulla salute della politica economica; b) si tratti la disoccupazione-associata a depressione, alcoolismo

e tendenza al suicidio - alla stessa stregua delle epidemie -, con programmi che aiutino a trovare lavoro; c) in tempi di crisi è necessario dilatare, non contrarre i programmi di prevenzione e salute. Insomma, tagliare su servizi ospedalieri e sociali, su prevenzione e sanità in periodi di crisi, senza porsi il problema delle conseguenze, come stiamo facendo con la spending review, è un pessimo vezzo che potrebbe essere fatale. I tre suicidi a Civitanova Marche stanno lì a confermarlo.

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SALUTE E BENESSERE

Tiziano Bevilacqua, istruttore, personal trainer, idrochinesiterapista e studente DYSMOFIT速

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Una nuova proposta nel campo della riabilitazione Che cos'è il DYSMOFIT®?

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orse non tutti sanno che anche nel campo della riabilitazione sono stati fatti enormi progressi, che consentono alle persone colpite da patologie spesso irreversibili una convivenza dignitosa con la malattia. Finora, le moderne tecniche si sono concentrate sul sintomo acuto, facendo recuperare parzialmente o in toto le funzionalità colpite, ma non si sono quasi mai interessate al sintomo cronico o alle recidive che sovente caratterizzano le più comuni patologie locomotorie e neuromotorie. Non sono stati offerti trattamenti che migliorano lo svolgimento delle normali attività quotidiane in pazienti che combattono con una sintomatologia cronica e purtroppo spesso irreversibile. È ormai risaputo che patologie come la SLA o le distrofie nel bambino sfidano e vincono le moderne tecniche di riabilitazione e costringono perciò a una condizione incompatibile con la vita. Ma anche malattie più semplici quali

l'artrosi o le comuni scoliosi posturali, seppur trattate acutamente, tendono a ripresentarsi. Non è raro, infatti, il caso di persone, che, pur sottoponendosi a interventi mirati per il trattamento acuto di patologie osteo-articolari, abbiano, dopo una remissione del sintomo, ricadute addirittura più gravi. Nonostante tutto, non è di nostra competenza o intenzione criticare e sminuire le moderne tecniche fisioterapiche o creare il ridicolo fenomeno dell’"impeachment" professionale tra le varie figure che ruotano in ambito riabilitativo. Motivo per cui sarebbe bello e proficuo un lavoro di squadra tra la figura del Fisioterapista e il laureato in Scienze Motorie, con il fine di affrontare la malattia a 360°, sia per un trattamento acuto, sia per uno cronico qualora la malattia fosse incurabile, con l’obiettivo di rieducare il paziente a una convivenza funzionale con essa. La risposta a questo crescente bisogno potrebbe venire proprio dal metodo DYSMOFIT®.

Questa speciale ginnastica di tipo attivo, ideata negli anni Ottanta dal docente nazionale Coni, Paolo Violante, sfrutta le tecniche chinesiologiche della scuola americana. Si tratta di una metodica riabilitativa che non si limita a trattare solamente la zona del corpo colpita, ma applica un trattamento globale che tende al rafforzamento anche di quelle zone che apparentemente non entrano in diretto rapporto con l'area danneggiata. Inoltre, essa mira, attraverso appositi esercizi, a una riflessione sulla malattia e sui sintomi che da essa derivano e a rafforzare la capacità propriocettiva del paziente, il quale di conseguenza acquista la possibilità di ascoltare il proprio corpo e trattare attivamente i propri limiti. La filosofia di questo metodo è che il non peggioramento è di per sé un miglioramento. Non escludo che in tempi brevi si possa praticare il DYSMOFIT® in apposite strutture, anche nella nostra città.

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messaggio di avvertimento ai sensi dell’articolo 7, comma 5 del D.L. 13 Settembre 2012 n° 158 convertito con modificazioni dalla L. 8 Novembre 2012 n° 189

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ITINERARI DEL GUSTO

ITINERARI DEL GUSTO Antico Borgo Frazione Castiglioni 86, Arcevia (AN) Tel. 0731 983001 Una struttura perfettamente restaurata con vista sulle splendide colline circostanti. Oltre alle camere, tutte arredate con gusto, è presente un piccolo ristorante con 40 posti a sedere, frutto della passione per la cucina dei proprietari. I piatti uniscono alla tradizione di prodotti locali e stranieri aromi e spezie provenienti da tutto il mondo e si arricchiscono con nuove sperimentali tecniche di cottura. Regina della tavola è la carne, che si sposa con una fornita enoteca. Da non perdere la manzina prussiana con aglio nero coreano, i cappellacci e i vari tipi di pane fatti in casa.

Ricolando Via Nevola 66, Corinaldo (AN) Tel. 071 7975339 Un agriturismo ai piedi della splendida Corinaldo, dove recarsi con l’intera famiglia e godersi le pietanze mentre i bambini giocano in un parco giochi a vista, ben attrezzato. Ottimi i sapori, tutti della tradizione marchigiana con ottime tagliatelle ai ceci o al sugo d’anatra e coniglio. La freschezza e qualità dei prodotti è garantita dalla vista diretta sull’aia popolata di animali da cortile e dal contorno di orti e campi coltivati. Non stupitevi di trovarlo pieno anche nei giorni infrasettimanali: i prezzi sono contenuti, le porzioni abbondanti, l’accoglienza familiare.

Agriturismo Roccamaia Loc. Roccamaia 1, Pievebovigliana ( MC) Tel. 335 8216752 Il tempo sembra essersi fermato, quando si arriva nel piccolo borgo di Roccamaia, le antichissime case in pietra arenaria, la stradina tipica di montagna che si inerpica fin su in cima alla collina, un tuffo nella natura, tra paesaggi senza eguali offerti dai Sibillini. La cucina è basata sui prodotti dell’azienda e vanta alcune specialità quali le tagliatelle fatte con farina di castagne e i piatti a base di cinghiale sia esso in salmi, ai funghi o alle mele.

Chiccoteca Via Gramsci 21, Pesaro (PU) Tel. 0721 34324 A Pesaro, in centro e non lontano dal lungomare e dal Palazzo Ducale, si trova il ristorante-pizzeria Chiccoteca. Fa parte di un progetto nato nel 1984 e messo in piedi da sostenitori del biologico e della macrobiotica, che sono partiti da un semplice negozio bio per arrivare nel corso degli anni all’inaugurazione di un centro culturale con annesso ristorante. Menù rigorosamente vegetariano con ampia scelta di pizze. L'accoglienza e il sorriso del personale fanno da ottima corona a tavolini intimamente sistemati fuori, con luce soffusa e le candele sempre accese.

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LIBRI

I ncontriamoci tra le Righe Quinta edizione

Una intera giornata di festa per condividere la passione per la “parola scritta” con lettori, autori, editori, giornalisti, operatori culturali, istituzioni, distributori librari e artisti.

PROGRAMMA ore 9.30 - Confronto aperto sul tema: "Le parole scritte creano legami di vita"

guidato da: Giancarlo Trapanese, Alberto Maggi Roberto Mancini, Ancilla Tombolini Asmae Dachan, Maria Lampa

Domenica

20Ottobre 2013

ore 13.00 - Pranzo a buffet

(prenotazione obbligatoria per chi desidera usufruirne)

Castelfidardo (An) presso il S.S. 16 km 317 - Via Adriatica 22

dalle ore 15.30 alle ore 19.30 conversazioni in compagnia di ospiti speciali, con musica, letture ed espressioni artistiche di vario genere inerenti il tema della giornata.

Gli autori potranno esporre le loro opere letterarie edite e manoscritti inediti che saranno a disposizione di tutti i partecipanti per farsi meglio conoscere.

Interverranno: Maria Grazia Barboni, Olimpia Greco, Paola Saracini, Ennio Monachesi, Angela Giovagnoli, Maria Gabriela Urbani

Klass Hotel

Incontriamoci tra le righe Torna a Castelfidardo “Incontriamoci tra le righe”, kermesse letteraria e artistica giunta alla sua quinta edizione. L’ideatrice, Maria Lampa: “Le parole scritte creano legami di vita”

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i svolgerà a Castelfidardo presso il Klass Hotel, il prossimo 20 ottobre, “Incontriamoci tra le righe” la manifestazione culturale nazionale ideata e organizzata dalla scrittrice fidardense Maria Lampa, giunta alla sua quinta edizione con successo e partecipazione di tanti autori, lettori, editori e giornalisti provenienti da diverse regioni italiane. Il Patrocinio, concesso dal Comune e da varie Istituzioni, dimostra la validità culturale e sociale di questa esperienza aperta a tutti che, nelle precedenti edizioni, ha permesso l’incontro, la conoscenza, la nascita di amicizie e di rapporti collaborativi e il suggerimento per la realizzazione di nuovi progetti culturali e scambi attivi tra i vari partecipanti. La giornata avrà tre diversi momenti in cui la comunicazione, l’arte e la musica offriranno varie espressioni inerenti al tema scelto per l’occasione: “Le parole scritte creano legami di vita”. Il convegno che inizierà alle ore 9.30 sarà guidato da autorevoli personalità della cultura nazionale:

Farà da cornice, l’esposizione di quadri e sculture di vari artisti.

Informazioni e prenotazioni:

MARIA LAMPA Tel. 335-8374212 info@marialampa.it

ancona - 377.2809813

Un’intera giornata di festa, di cultura, di amicizia da condividere. L’evento è aperto a tutti, e chi desidera partecipare o ricevere ulteriori informazioni può rivolgersi direttamente all’organizzatrice Maria Lampa tramite mail info@marialampa.it o telefonicamente chiamando il numero 335-8374212.

Con la presenza di

la radio che ti ascolta FM 93,100

Le parole scritte creano legami di vita Con il Patrocinio di:

Comune Castelfidardo

Giancarlo Trapanese scrittore, giornalista, vice caporedattore RAI 3 Alberto Maggi scrittore, teologo, fondatore del Centro Studi Biblici “Vannucci” Roberto Mancini scrittore, filosofo, docente all’Università di Macerata Ancilla Tombolini insegnante di lettere, esperta di arte e comunicazione Asmae Dachan scrittrice, giornalista, caporedattore della rivista “Mondo Lavoro” Maria Lampa scrittrice, coordinatrice “Salotto Culturale”, conduttrice di Agoradio. Tutti gli Autori di ogni genere letterario potranno esporre in visione, in appositi spazi i loro volumi e i manoscritti inediti a disposizione dei lettori, degli editori e di tutti gli operatori che condividendo la passione per la “parola scritta” promuovono iniziative per facilitare lo scambio di idee e progetti culturali a favore della collettività. Gli operatori dell’emittente radiofonica Agoradio raccoglieranno le testimonianze di Autori ed Artisti con interviste mirate che saranno pubblicate su sito web

Pro Loco Castelfidardo

Lions Club Castelfidardo e Riviera del Conero

Cassa di Risparmio di Loreto

Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto

Provincia di Ancona

Comune di Ancona

Parco del CONERO

per far meglio conoscere il loro pensiero e le loro opere al mondo degli internauti. Nel pomeriggio interverranno a sottolineare l’importanza dei legami che possono nascere da una semplice lettura condivisa diversi artisti: • Paola Saracini attraverso la sand art ci illustrerà una storia • Maria Grazia Barboni suonerà e canterà testi poetici in svariate lingue • Olimpia Greco con la sua fisarmonica ci farà ascoltare alcuni brani particolari • Angela Giovagnoli e Maria Gabriela Urbani esprimeranno i legami con frammenti di body-painting • Ennio Monachesi regalerà momenti di leggerezza e puro divertimento con il cabaret Faranno da cornice alla manifestazione, l’esposizione di quadri e sculture di diversi artisti.

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APPUNTI IN AGENDA

Cosa facciamo di bello stasera? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili! The suit, spettacolo teatrale

3 – 4 dicembre, Teatro dell'Aquila - Fermo È senza ombra di dubbio l’appuntamento più importante della stagione teatrale marchigiana che sta per iniziare. Uno spettacolo evento per la prima volta nella nostra regione firmato dal maestro Peter Brook, uno dei registi più importanti della scena teatrale internazionale, direttore del Teatro parigino Les Bouffes du Nord. The Suit è ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore sudafricano Can Themba, una promessa della letteratura del Sudafrica. Insieme a Marie-Hélène Estienne e al compositore Franck Krawczyk, fedeli collaboratori, il regista britannico dirige tre attori costruendo una scena semplice, raffinata e intensa. Per info: www.atma.it

Biosalus, Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico

Dal 5 al 6 ottobre, a Urbino Biosalus è un evento culturale, artistico, commerciale e gastronomico dedicato al Biologico e al Benessere Olistico. Un evento a carattere nazionale che, fin dalla prima edizione, ha saputo distinguersi coniugando con simpatia e competenza: cultura e commercio, divulgazione popolare e approfondimento specialistico, rigore scientifico e tradizione. Paese Ospite dell’edizione 2013: il Medio Oriente e mondo Sufi. Per info: Tel: 0722/351420 www.biosalusfestival.it

Lo scettro e la bacchetta XIII Festival Pergolesi Spontini

5 ottobre – 3 novembre 2013 - Jesi (AN) “Lo scettro e la bacchetta” sarà il filo conduttore dell’edizione 2013 del Festival Pergolesi Spontini, la tredicesima della rassegna internazionale dedicata alla valorizzazione della produzione musicale dei due compositori marchigiani. Il tema del festival, che si svolgerà dal 5 ottobre al 3 novembre, sarà dunque il rapporto fra musica e potere politico, in un percorso trasversale e multidisciplinare tra musica, arte e cinema che, partendo dalla celebrazione della grandeur imperiale ai tempi in cui Gaspare Spontini era Generalmusikdirektor del Re di Prussia, Federico Guglielmo III, arriva a Wagner e Verdi, in omaggio al bicentenario della loro nascita, mettendone in luce affinità, suggestioni e contrapposizioni. Per info: www.fondazioneperolesispontini.com

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Festival del Giornalismo d'Inchiesta – II edizione

5 – 13 ottobre 2013, Osimo Trapelano le prime indiscrezioni sui personaggi che animeranno la seconda edizione del Festival del giornalismo d’inchiesta che si svolgerà a Osimo dal 5 al 13 ottobre prossimo. Dopo il successo dello scorso anno gli organizzatori (lo Ju-Ter Club Osimo e il Circolo +76, con la direzione di Gianni Rossetti) stanno cercando di allestire un programma che possa confermare e consolidare i consensi ottenuti nel 2012. Si parte dai temi che saranno legati all’attualità: la serata di apertura dovrebbe essere dedicata al femminicidio, un fenomeno che sta dilagando sempre più e coinvolge anche le regioni più periferiche come le Marche. Il Festival anche quest’anno ha come partner l’Ordine dei giornalisti delle Marche, ha ottenuto il patrocinio del Consiglio nazionale e il sostegno dell’Amministrazione comunale. Per info: www.juterclub.it

Modà – Gioia tour 2013

15 ottobre Palarossini di Ancona La musica dei Modà arriverà ad Ancona il 15 ottobre, nell'ambito del Gioia tour 2013, che ha già portato la gettonata band in giro in molte città d'Italia. Il gruppo, guidato da Francesco “Kekko” Silvestro, milanese tifoso del Napoli, si è formato nel 2002 e da allora è sempre stato sulla cresta dell'onda, conquistando il pubblico italiano e non solo. Per info: http://www.musicclub.eu/band/12101460800470/moda

Leguminaria XI edizione Il valore dei piatti poveri della cucina marchigiana

Dal 18 al 20 ottobre ad Appignano (MC) Ceci, fagioli, lenticchie, roveja. In realtà si tratta di piatti sostanziosi, dagli indiscutibili benefici nutritivi. In passato si preparavano in abbondanza: quello che rimaneva si mangiava la mattina successiva, prima di andare a lavorare nei campi. Come altri piatti, anche questi venivano cotti nelle pigne di coccio, dal momento che il camino e il fuoco a legna erano l’unica fonte di calore. Il cibo così preparato aveva un sapore eccezionale: cuoceva lentamente e gli aromi non evaporavano. Ancora oggi Leguminaria propone i suoi piatti serviti nelle ciotole di terracotta realizzate dai Maestri Vasai di Appignano, che i commensali portano a casa con sé, insieme al bicchiere, a fine pasto. Per info:www.leguminaria.it

My fair lady – Teatro Gentile da Fabriano Stagione 2013 -2014

19 ottobre 2013 Di Frederic Loewe e Alan Jay Lerner da Pigmalione di George Bernard Shaw Adattamento e regia Massimo Romeo Piparo My Fair Lady, la favola della povera fioraia trasformata in principessa da un ostinato e burbero professore di fonetica, è uno dei classici più amati della storia del musical. Protagonisti Vittoria Belvedere e Luca Ward. My fair lady deve la propria “immortalità” a se stesso. A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla universalità del suo linguaggio musicale. Per info: www.amat.it

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CHEF

Fabrizio Facchini “La mia è una cucina fusion” Dal Belgio all’Italia, alla scoperta delle proprie radici e delle Marche di A. Dachan

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abrizio, un nome italiano, per uno chef cosmopolita. Vuole presentarsi ai nostri lettori? “Mi chiamo Fabrizio Facchini, sono l’unico figlio di una coppia di italiani emigrati negli anni Sessanta in Belgio.Ho sangue italiano, ma ho ricevuto un’educazione e ho vissuto esperienze che mi hanno permesso di attingere da culture e tradizioni, anche culinarie, di tutto il mondo. Da piccolo, durante le vacanze estive in Italia ho scoperto questo meraviglioso paese, un paese ricco di storia, cultura, paesaggi, e naturalmente, una grande gastronomia composta da prodotti incredibili ”. Quando è avvenuto il suo primo incontro con la cucina? “Ricordo le cene della domenica, quando mia nonna e le sue sorelle preparavano dal primo mattino tagliatelle, lasagne, la famosa Crescia accompagnata dal “Frico”. Il ragù veniva cotto dal giorno prima. Mio nonno portava ogni tanto del tartufo estivo che la gente del paese andava a cercare nelle nostre splendide montagne. Ci facevamo buonissime frittate. Le più belle feste, le facevamo da zio Vittorio e zia Villetta, nella loro fattoria. Quei giorni, la famiglia poteva raggiungere quasi 50 persone tra nonni, genitori, figli, nipoti, cugini, amici intimi. I miei primi piatti mi ricordo di averli cucinati per i miei genitori, all’età di sette anni. Loro lavoravano molto e tornavano la sera tardi”.

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Come è avvenuto l’incontro e la “contaminazione” con le altre culture? “Ho avuto la possibilità di viaggiare molto con i miei genitori e ciò mi ha permesso di accumulare un grande bagaglio culinario e mi ha stimolato alla creatività della cucina internazionale. Quello che mi ha arricchito di più è il Belgio, piccolo paese, con una straordinaria gastronomia. Inoltre, il Belgio, avendo accolto in passato tanti immigranti è ricco di culture e, pieno di ristoranti che offrono pietanze di origine. All’età di 17 anni e con l’aiuto dei miei genitori, ho deciso di partire per gli Stati Uniti. Al ritorno in Europa ho passato poco più di un anno in Italia, tra Perugia e Costacciaro; di passaggio in Belgio, ho incontrato una ragazza di cui mi sono innamorato follemente. Da allora non l’ho più lasciata; il suo nome è Samira, siamo sposati da 10 anni e abbiamo tre figli meravigliosi: Noemie, Matteo e Victoria”. All’epoca lavorava già nella ristorazione? “Non ancora. Ho iniziato nel1999 aprendo la mia attività nel settore IT e telefonia, fino ad arrivare, nel 2005, ad avere anche un’agenzia immobiliare con alcuni soci. Guadagnavo bene e andavamo in vacanza fino a sei o sette volte l’anno, ma ero spesso in viaggio di lavoro e stavo poco con la mia famiglia. Volevo tuttavia realizzare il mio sogno: le mie vere passioni erano la cucina e l’Italia. Così ho preso una decisione con mia moglie che avreb-

be cambiato radicalmente la nostra vita e quella dei nostri figli”. Vale a dire? “Investire in Italia e ritornare alle nostre origini. Questo non dispiacque a mia moglie, visto che aveva vissuto da bambina per nove anni in Sicilia. Così nell’estate 2008, abbiamo cominciato a cercare ‘il posto perfetto’. Abbiamo visitato più di 30 case, ruderi, fattorie, case storiche. L’ultimo posto che abbiamo visionato era un vecchio borgo, che si trova nel comune di Arcevia, in una frazione chiamata Castiglioni, per il quale abbiamo avuto tutti e cinque un colpo di fulmine (abbiamo coinvolto nella scelta anche i nostri figli). Questo posto si chiama ora Antico Borgo. Nell’aprile del 2009, sono partito con i nostri bagagli e mobili, per preparare l’arrivo del resto della tribù. Passo dopo passo, abbiamo scoperto questa meravigliosa regione, le Marche, la sua gente, i suoi tesori sconosciuti, le sue colline, le sue spiagge, la sua terra, la sua storia”. Vi siete ambientati bene nelle Marche? “Benissimo. I paesani ci hanno accolto con molta gentilezza, e ci siamo molto bene integrati in questo piccolo mondo. L’8 dicembre 2010 abbiamo inaugurato; ce l’abbiamo messa tutta per non perdere le feste di fine anno, avviando ufficialmente l’attività di Borgo Country House & Restaurant. Nel marzo 2011, poco prima di


Pasqua, abbiamo aperto le nostre camere. Il ristorante lavorava bene, anche se il primo mese è stato difficile perché sino ad allora non avevamo avuto nessuna esperienza nel settore; avevo sempre cucinato per divertimento per la famiglia e gli amici, ma mai per i clienti". Come è stata la risposta della gente? “All’inizio eravamo un po’ preoccupati, non essendo Arcevia una destinazione turistica così famosa; però abbiamo comunque avviato una prima stagione senza prenotazioni. Ho messo a frutto le mie competenze di web marketing per farci conoscere tramite la rete. Dopo pochi giorni eravamo già su diversi siti e le prime prenotazioni sono subito arrivate. Abbiamo fatto il pieno per la nostra prima stagione da maggio a ottobre 2011. Le altre stagioni abbiamo realizzato lo stesso obiettivo crescendo, e ciò ci ha portato ad aprire tutto l’anno". Che tipo di clientela avete? “La nostra clientela non è solo italiana, ma al 70 per cento straniera (Belgio, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Giappone, Olanda). In pochi mesi di apertura, siamo nelle prime posizioni su vari siti internet, non solo a livello locale, ma anche nella top 5 regionale, non solo per il ristorante ma anche per le camere. Siamo felici che il nostro progetto sia piaciuto e ugualmente la nostra cucina. Dall’apertura ad oggi, ho fatto una notevole evoluzione, sia nella scelta delle materie prime, che nelle tecniche di cucina, cambiando costantemente i nostri menù e lavorando con prodotti di stagione. Questo ci ha fatto avere numerosi premi e segnalazioni in varie guide e siti web nelle edizioni 2012 - 2013 e alcune già riconfermate nel 2014. Anche i giornalisti stranieri ci hanno recensito. Dal 2013, sono anche uno dei 322 cuochi dell’Alleanza dello Slow Food”. Come definirebbe la sua cucina? “La definirei una cucina fusion. Lavoriamo con prodotti locali, nazionali e internazionali, abbinandoli. Le mie esperienze con diverse culture, i miei viaggi, la mia quotidiana ricerca di nuovi prodotti, l’ispirazione e le idee di mia moglie mi aiutano a crescere e a far conoscere ai nostri clienti nuove cose ed esperienze. Mi piace sposare i sapori del mondo, che mi ricordano tanti souvenir. Il Belgio, che mi ha visto nascere e crescere, è presente attraverso alcuni abbinamenti che riprendono la gastronomia tipica e, naturalmente, una carta di birre: le migliori del mondo!". In base alla sua esperienza, crede che la cucina possa essere un buon veicolo per promuovere un territorio? “Con uno sguardo da turista di questa zona, abbiamo scoperto il suo grande potenziale. Cerchiamo ogni giorno di promuovere questa splendida regione e il suo entroterra. Questo in vari modi, come l’evento estivo ideato e maturato da me da più di due anni - in collaborazione con il sindaco di Arcevia Bomprezzi e alcune persone del paese - l’Arcevia Festival che ha avuto l’onore di ospitare l’artista di fama internazionale, il dj Bob Sinclar. L’obiettivo è quello di far conoscere il territorio, sia in Italia, che all’estero e cercare di promuovere il turismo anche in inverno”.

Antico Borgo

Tartare

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Polenta nero di sep

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a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it

> Ricerchiamo per conto di azienda di servizi, nostra cliente, un/una RIF: GA/ADD SEGRETARIA DI DIREZIONE Requisiti richiesti: • Ottima conoscenza della lingua inglese • Laurea in Economia e Commercio • Ottima padronanza degli strumenti informatici • Disponibilità a trasferte • Principali compiti e Responsabilità • Gestione dell’agenda • Gestione la corrispondenza • Preparare testi e presentazioni/produrre documenti/stendere verbali di incontri e riunioni/stendere report e statistiche • Gestione delle pubbliche relazioni e organizzazione eventi • Organizzazione viaggi e meeting di lavoro/organizzazione trasferte • Preparare riunioni/preparare note informative • Gestione/ricerca /archiviazione documenti Vogliamo entrare in contatto con giovani laureati che vogliono esprimere le proprie competenze all’interno di un ambiente giovane e stimolante. Competenze a livello organizzativo, comunicativo, di filtro e mediazione nella gestione dei processi di management, resistenza allo stress ed autonomia, completano il profilo ricercato. La sede di lavoro è Ancona. I candidati interessati possono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.Lgs. 196/03) all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio > Importante società di servizi di direct marketing, per ampliamento propria divisione inbound, ricerca: RIF: GA/OCS OPERATORE CUSTOMER SERVICE I LIVELLO al quale verrà affidata la gestione del servizio assistenza di un importante provider leader in Italia. Nello specifico si dovrà occupare delle seguenti attività: • Fornire informazioni Commerciali su Prodotti e Servizi • Fornire informazioni amministrative • Individuare le problematiche dell’u-

tente (Problem Determination); • Gestire e filtrare le segnalazioni (escalation verso il 2° livello); • Risolvere, laddove possibile, le anomalie utente in real time (One Call Solution). Requisiti del candidato: • Diploma di scuola media superiore, con preferenza per indirizzo Tecnico informatico/Commerciale o Laurea; • Almeno 1 anno di comprovata esperienza maturata come Operatore di Help Desk/Customer Service; • Ottima conoscenza del pacchetto Office; • Buona conoscenza dei sistemi operativi Windows; • Costituirà titolo preferenziale pregresse esperienze in ambito IT Il candidato ideale è una persona fortemente orientata all’obiettivo ed in grado di gestire ambienti dinamici mantenendo elevati livelli di efficacia, problem solving e gestione dello stress. Ottima dialettica, predisposizione alle relazioni e capacità di lavorare in gruppo, completano il profilo. I candidati interessati possono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.Lgs. 196/03) all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio. > Il nostro cliente, che opera nel settore terziario innovativo, specializzato in servizi di marketing diretto e nell’assistenza di tutte le attività connesse alla relazione con il cliente/cittadino, ricerca: RIF: GA/RC RESPONSABILE COMMERCIALE Il quale, in accordo con la direzione, avrà l’obiettivo di elaborare i piani di sviluppo commerciale e di vendita. In particolare si occuperà di: • proporre e presentare alla Direzione Generale il budget dei costi della struttura commerciale e gli obiettivi di vendita di breve e medio periodo • proporre piani di business, assicurare la realizzazione degli obiettivi di vendita • seguire l’andamento dei mercati d’interesse e il comportamento dei concorrenti in ciascuna area di business • strutturare e mantenere un’organizzazione di vendita che assicuri la necessaria pressione quantitativa e

qualitativa sulla clientela • partecipare direttamente alle trattative più importanti. Vogliamo entrare in contatto con candidati laureati che abbiano maturato almeno 5/10 di esperienza nel settore del marketing operativo e/o web marketing e/o servizi innovativi alle imprese; avendo maturato competenze in ambito commerciale e vendita e ottima conoscenza di prodotti informatici. Completano il profilo buona conoscenza della lingua inglese, spiccato spirito giovanile, dinamicità, creatività, problem solving e sensibilità economica. La sede di lavoro è in provincia di Ancona. I candidati interessati possono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.Lgs. 196/03) all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio

> Dinamica ed importante azienda in fase di costante espansione, operante nel settore del packaging, prevalentemente alimentare, ricerca per inserimento all’interno del proprio organico: RIF: GA/03 RESPONSABILE QUALITA’ - SICUREZZA – AMBIENTE Il quale, in staff alla Direzione, si occuperà di garantire la conformità dei prodotti realizzati, monitorando la corretta applicazione del sistema qualità, definendo eventuali migliorie nei criteri, negli obiettivi e nel sistema stesso. Sarà inoltre responsabile del controllo, del monitoraggio e della verifica delle certificazioni di qualità specifiche di processo e di prodotto in possesso dell’azienda ( ISO 9001 – FSC PEFC – ISO 22000 – BRC/IOP), in conformità alle normative in materia e con lo scopo di tutelare l'immagine e le risorse aziendali, interfacciandosi, laddove serva, con i consulenti e i tecnici di laboratorio coinvolti. Sarà anche coinvolto nella gestione delle pratiche in materia di Sicurezza (d.lgs. 81/2008, ex d.lgs. 626) ed Ambiente (normativi rifiuti), garantendo la corretta applicazione delle procedure e delle normative nei tempi e nelle modalità previste. Il candidato ideale è un professionista di età compresa tra i 30-35 anni, è laureato

preferibilmente in Scienze Alimentari o in Ingegneria ha maturato esperienza in ruoli similari di almeno 3-5 anni ed ha una buona padronanza della lingua inglese. Autorevolezza, competenze organizzative e relazionali, orientamento al lavoro per obiettivi e pro positività completano il profilo ricercato. L’aver maturato esperienza nei settori alimentare in genere o in società di consulenza a stretto contatto con realtà comunque del settore alimentare, costituirà titolo preferenziale. La sede di lavoro è nella provincia di Ancona I candidati interessati possono inviare una copia del curriculum, corredata dell'autorizzazione al trattamento dei dati (art.13 D.Lgs. 196/03) all’indirizzo ricercaeselezione@sidagroup.com indicando il riferimento dell’annuncio >Sida group, per conto di un importante gruppo aziendale marchigiano operante nel settore edile, per ampliamento del proprio organico, ricerca RIF: GA/001 MANUTENTORE CON ESPERIENZA il quale, all’interno dell’azienda, si occuperà di mantenere l'efficienza delle macchine, degli impianti e di tutti i mezzi necessari alla produzione. La produzione è a ciclo continuo e potrebbero servire, talvolta, modifiche e personalizzazioni all’impianto che saranno di competenza del manutentore. Inoltre, effettuerà i controlli periodici per verificare l'idoneità dei mezzi di produzione e degli impianti nel rispetto delle esigenze qualitative e quantitative della produzione. Si occuperà della manutenzione periodica degli impianti esterni e di supporto al ciclo produttivo, alla sicurezza del lavoro e al rispetto dell'ambiente. Il candidato ideale è un giovane di età compresa tra i 25 e i 35 anni, in possesso di un diploma tecnico e/o laurea in Ingegneria, residente nel territorio di Ancona. Abilità nel gestire situazioni complesse, doti di problem solving, capacità di operare in situazioni di emergenza completano il profilo. Costituirà requisito preferenziale aver maturato un’esperienza pluriennale in ruoli similari. L’azienda valuta positivamente i candidati che hanno voglia di intraprendere un percorso interno di medio periodo, di crescita professionale,verso posizioni di maggior responsabilità.

Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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