CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI euro 2,00
ML PER urbino capitale EUROPEA della cultura
NOVEMBRE ‘13 N°8 anno XX
Speciale
Pesaro & Urbino
Dossier
BaNCHE & IMPRESE
Legge di Stabilità 2014 CON GLI INTERVENTI DI Mario Baldassarri e Antonello Delle Noci
TENDENZE
Maurizio Galimberti per Coltorti
Le grandi famiglie
Jimmy Fontana
IL MARCHIGIANO che ha conquistato “Il mondo”
A casa di
Benvenuti a Castel di NARO ISSN 20367589
Massimiliano
Polacco
I “drive” commerciali per per la tutela dei nostri prodotti
30008 >
3 9 772036 758002
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Speciale Pesaro & Urbino Franco Corbucci
“Urbino, laboratorio di idee aperto al mondo”
Per un nuovo umanesimo Urbino Capitale Europea della Cultura 2019
Renato Claudio Minardi Tartufo che vacanza!
Amedea Salvi
“Combattere individualismo e autoreferenzialità”
Nardo Filippetti
“Bisogna puntare alla qualità e alla buona comunicazione dell'offerta”
Disegni Diversi
I giovani di Rule-Hot per una ventata di energia creativa in città
Regina Scarlatta
“La pipa, come una bellissima donna, ha una forma sinuosa”
Urbinoinscena 2013-2014 Nuova stagione a 160 anni dall'apertura
Antonello
Delle Noci "Stiamo dando risposte concrete alle famiglie e alle imprese" 5
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ACQUALAGNA 27 OTT. 01.02.03.09.10 NOV. 2013 48^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco pregiato di Acqualagna SANT’ANGELO IN VADO 12.13.19.20.26.27 OTT. 02.03 NOV. 2013 - 50^ Mostra Nazionale del Tartufo Bianco pregiato delle Marche PERGOLA 06.13.20 OTT. 2013 18^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco pregiato di Pergola e dei prodotti tipici APECCHIO 04.05.06 OTT. 2013 31^ Mostra Mercato del Tartufo e dei prodotti del bosco “Pillole di alogastronomia” PIANDIMELETO, LOC. SAN SISTO 28.29 SETT. 05.06 OTT. 2013 Festa del Fungo 46^ Mostra Micologica Regionale PIOBBICO 13 OTT. 2013 29^ Mostra Mercato del Fungo CARTOCETO 03.10 NOV. 2013 37^ Mostra Mercato dell’oliva e dell’olio extravergine URBINO 05.06 OTT. 2013 Urbino Terra di Biodiversità - Biosalus Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico FANO 24 NOV. 01 DIC. 2013 26^ Mostra e Fiera, sapori e aromi d’autunno Il salotto del gusto Provincia di Pesaro e Urbino
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Benessere
Cultura
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Gusto
Avventura
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NEGOZI ELETTRONICA:
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SOMMARIO
Le grandi famiglie marchigiane 40 Jimmy Fontana
La voce marchigiana che da Camerino ha conquistato “Il mondo”
ALTO ARTIGIANATO 44 All Gold
Quarant’anni di tradizione orafa
Massimiliano Polacco
VITA DA MANAGER
18
46 Stefano Muzi
“Sapersi proporre con serietà può fare la differenza”
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acquisizioni e cessioni
imprese
52 Ce.DI. Marche: Valore a territorio e impresa 54 Alessandro Cola
dove sono i vostri clienti? In rete
consulenza
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Debutta il nuovo modello per lo spesometro
60 Legge Stabilità
Antonello Delle Noci
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Detrazioni Irpef per interventi edilizi e risparmio energetico
64 Mario Baldassarri
Rubrica
13 L’editoriale di Giorgio Guidi
PRIMOPIANO 14 Maurizio Sacchi
"Investire in diamanti? Un’ottima scelta"
COVERSTORY 18 Massimiliano Polacco
I “drive” commerciali per per la tutela dei nostri prodotti
CONTROCOPERTINA 24 Antonello Delle Noci
“Stiamo dando risposte concrete alle famiglie e alle imprese”
il personaggio
28 Cristian Fattinnanzi
Un maceratese “alla Nasa”
BORSA 34 brevi dal territorio 36 news dal mondo 38 YOUNG NEWS 32
“Trasformare i sussidi a fondo perduto"
66 Antonello Delle Noci
“tagliare al comune, significa prelevare direttamente dai cittadini"
formazione
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UNICAM: “L'Europa unico interlocutore di supporto finanziario”
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mare nostrum
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Macroregione Adriatico-ionica: seminario sul piano d'azione
LE MARCHe CHE SPICCANO 76 Alessandro Cattabrini
“Nel nostro lavoro uniamo alla foto artistica una visione aziendale”
internazionalizzazione
80
GLI STRUMENTI FINANZIARI PER L'INTERNAZIONALIZZAZIONE
82
Carriere e poltrone
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Contributi e bandi
Turismo
Focus:
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88
Turismi nella “Regione al plurale”
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XII Trofeo Nazionale giovanile al Conero Golf Club
92
Blogger protagonisti al TTI di Rimini
“I mini-bond? In Italia vi sono 3.500 aziende
potenziali beneficiarie”
136 Banca dell'ADRIATICO Verificare la bontà dei progetti presentati dalle aziende
140 Lanfranco Marsigliani
Pesaro & Urbino 94 98 Franco Corbucci
Verificare il settore in cui opera l’azienda richiedente, ma soprattutto il suo progetto
Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it
inchiesta 148 Unioncamere Marche
“Urbino, laboratorio di idee aperto al mondo”
100 Per un nuovo Umanesimo
138 Loris Tartuferi
SPECIALE
134 Enrico Doni
COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it
Marche, i giovani fanno impresa, ma l'artigianato continua a perdere colpi
Urbino Capitale Europea della Cultura 2019
Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mlmagazine.it
104 Renato Claudio Minardi Tartufo che vacanza!
108 Nardo Filippetti
Cultura 154 Marco Morena
“Combattere individualismo e autoreferenzialità”
“Bisogna puntare alla qualità e alla buona comunicazione dell'offerta”
110 Disegni Diversi
I giovani di Rule-Hot per una ventata di energia creativa in città
Un percorso alternativo per riscoprire la città di Pesaro
Nuova stagione a 160 anni dall'apertura
HANNO COLLABORATO AL NUMERO Ivan Antognozzi Roberto Antonella Carlo Badioli Alessandra Balducci Margherita Camilletti Letizia Ciaccafava Tommaso Costantini Fabio Di Giulio Laura Osmani Cristina Panara Barbara Piccolo Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Mario Timio
a CASA DI...
Viaggi
164 Per staccare la spina 165 Proposte a due passi da casa 166 I viaggi di Michela
122 Le imprese alla ricerca di fonti alternative 123 Visco alle banche: “Attenzione ai costi, compresi gli stipendi dei dirigenti”
124 Flavio Guidi
Reimpostare la struttura deL credito sulla scia delle esperienze stranierte
128 I mini bond per le Pmi 130 Banca delle Marche “Agroalimentare, meccanica di precisione e biomedica: i settori su cui puntare”
Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona
168 Le Terme dell'Aspio
oltre la bellezza c'è di più…
170 Itinerari del gusto
libri
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118
Chiuso in redazione il 05/11/2013 progetto grafico: Ricciarelli (An) stampa: Tipoluce (An)
173 “Puoi chiamarmi Luca” 174 appunti
in agenda
I grandi chef 176 Alberto Melagrana
“Come dice il proverbio: Dio ci ha dato il cibo, il diavolo i cuochi e le pentole”
178 OLQ
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dossier
REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it
160 Benvenuti a Castel di Naro
116 UrbinoInScena 2013-14
132 Michele Polverigiani
Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994
158 Maurizio Galimberti per Coltorti
114 La BiciPolitana
BANCHE&IMPRESE
“La scrittura ti fa conoscere la vita attraverso le sue pieghe più nascoste”
Vizi e virtù del pensare minimal
“La pipa, come una bellissima donna, ha una forma sinuosa”
UFFICIO COMMERCIALE commerciale@mlmagazine.it Tel. 071 2912331
TENDENZE 156 Less is More?
112 Regina Scarlatta
COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@mlmagazine.it
152 Giacomo Leopardi è “Il giovane favoloso”
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luci della ribalta
106 Amedeo Salvi
CAPOREDATTRICE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it
Una copia euro 2,00 Arretrati euro 4,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 www.mlmagazine.it/abbonamenti/ abbonamenti@mlmagazine.it
Editore GGF Group
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EDITORIALE di Giorgio Guidi
Verso una politica industriale più calata sul territorio La pianificazione strategica territoriale: una risposta efficace al problema della ristrutturazione, dello sviluppo e dell’occupazione
M
ettere assieme gli attori dell’economia all’interno di un contesto territoriale delimitato: questa potrebbe essere una valida ricetta da applicare all'attuale contesto, nel quale individuare i territori provinciali quali alveo dove concentrare la diagnosi, la prognosi e l’azione. Immaginiamo che i soggetti coinvolti nei processi economici (banche, imprese, mondo politico, università, sindacati, associazioni di categoria, centri di ricerca) si concentrino su azioni specifiche del territorio e collaborino in modo integrato alla realizzazione di progetti che nascono da un’attenta analisi dei punti di forza e di debolezza di settori presenti, con un approccio rivolto ad esigenze specifiche. Tradotto in termini più concreti, proviamo ad abbozzare un’analisi delle caratteristiche del patrimonio del territorio. Ci accorgeremmo che oggi molte risorse sono intangibili, ma al tempo stesso costituiscono una ricchezza e un elemento di ampio valore, se adeguatamente responsabilizzate e valorizzate.
Parlavamo dei punti di forza: i bilanci aziendali delle singole realtà dei territori individuati – corrispondenti alle aree provinciali – potrebbero consegnarci una solida chiave di lettura, una base informativa dei caratteri strutturali e tendenziali dei settori, accompagnata dalle indicazioni fornite dagli stessi protagonisti. A tale attività, compresa nella fase di diagnosi, seguono la prognosi e le indicazioni per elaborare un piano industriale con azioni mirate. Progetti dove i singoli soggetti svolgono ciascuno la propria parte in modo sincrono e in un'ottica fattiva. In tale gioco di squadra, le Università e le Camere di Commercio sono chiamate a svolgere un ruolo di centro di ricerca (applicata) e sviluppo delle diverse aree individuate. Se si concentrano le energie, considerato l’alto contenuto imprenditoriale, le risorse disponibili anche non valorizzate, la cultura manageriale disponibile, focalizzando il focus sui settori/territori, potremmo trarre enormi vantaggi sul piano della crescita e dell’occupazione.
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PRIMO PIANO
“Investire in diamanti? Un’ottima scelta, purchè vi siano etica e trasparenza” Maurizio Sacchi, amministratore delegato della Diamond Private Investment e uno dei massimi esperti a livello internazionale del settore, spiega a ML la filosofia di una scelta di investimento della quale forse ancora in pochi conoscono i reali benefici di P. Duranti
16
D
ottore, Lei parla dell’investimento in diamanti come di un investimento di “patrimonializzazione”. Cosa significa? “Il diamante è un classico bene rifugio, che dà sicurezza a chi lo effettua in un’ottica di lungo periodo, proprio come un immobile. Un prodotto estremamente interessante, a patto che sussistano taluni requisiti a mio avviso imprescindibili”. Cioè? “Da un lato la correttezza contrattuale e il rispetto di principi di natura etica che devono essere posti alla base dell’attività di un’azienda come la nostra, e dall’altro un giusto approccio da parte del cliente”.
YTD
3,10
2012
3,97
2011
5,15
330,00
2010
3,14
300,00
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2,06
2008
6,71
2007
4,06
2006
3,87
318,91 292,59
Oro € (fonte LBMA)
270,00
281,22
Diamanti (fonte Il Sole 24 Ore)
240,00
243,11 205,98
210,00
3,67 2,98
2003
2,98
2002
2,81
2001
3,39
2000
3,95
90,00
1999
4,10
60,00
1998
3,92
1997
8,70
1996
6,04 8,73
I dati, anche internazionali, ci consegnano una situazione molto positiva per
Inflazione (fonte ISTAT)
2004
1994
Allora Lei cosa suggerisce? “Alla luce di quanto detto poc’anzi, consiglio di investire in un bene rifugio come il diamante il 5, 10 per cento al massimo, del proprio patrimonio. Un investimento, quindi, pienamente capace di andare incontro ad esigenze di sicurezza patrimoniale ma che non incida sulla capacità finanziaria a breve e medio termine di una famiglia. In caso contrario, si rischia di snaturare le peculiarità dell’offerta di cui stiamo parlando”.
360,00
2005
4,78
scelte non oculate, compiute per lo più sull’onda dell’emotività”.
Andamento Quotazione Diamanti/Inflazione/Oro
Rendimenti Annui
1995
Che significato ha l’”etica” nel Suo lavoro? “Etica per me significa che il prodotto dev’essere venduto “bene”, e vorrei rimarcare con forza questa peculiarità. Non dobbiamo vendere sempre e comunque, ma sforzarci di mantenere il nostro comportamento lungo una traiettoria ben definita, indicata dal sottoscritto e condivisa dai prestigiosi membri del Consiglio di Amministrazione, dai 50 nostri funzionari e dai circa 3.500 sportelli bancari che propongono il servizio della Diamond Private Investment”. Soffermiamoci su questo aspetto. “Vede, molte persone decidono di investire nel diamante quantità importanti di denaro, fette non trascurabili del proprio patrimonio. Ma non di rado si tratta di
191,86 198,16
180,00
184,35
150,00 120,00 106,97 86,22 54,19 51,34
30,00 0,00
-3,01 0,16
-30,00
-5,66
-9,00
-6,31 -16,33
-2,95
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1,36
10,10
-22,78
Ottobre2013
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PRIMO PIANO quanto riguarda questo tipo di investimento. E' soddisfatto? “Sono soddisfatto quando vedo nell'investitore un interlocutore consapevole perché correttamente informato, che ha compreso nella giusta dimensione lo spirito che lo deve accompagnare in questa scelta”.
Voi lavorate con le banche, le quali propongono il prodotto ai loro clienti. Avete buoni rapporti con il mondo del credito? “Certamente. La DPI ha compiuto una scelta ben precisa: intrattenere rapporti principalmente con gli istituti di credito ben radicati sul territorio”.
Comunque l'aspetto remunerativo mantiene pur sempre una rilevanza fondamentale … “Il valore del diamante cresce costantemente di 1,5-2 punti oltre l’inflazione (in questo periodo il 4 per cento annuo circa): si tratta quindi di un incremento lento ma costante. Da qui la sicurezza dell'investimento, alla quale si aggiungono gli aspetti connessi alla tutela legale del bene”.
Lei prima ha in un certo senso paragonato l'investimento in diamanti all'acquisto di un immobile a titolo di investimento. Vi sono però differenze sostanziali, tanto più oggi che la tassazione immobiliare è caratterizzata da contorni ben poco chiari … “Se vi sono analogie tra le due tipologie di investimento, è altrettanto vero che non mancano le differenze. Se io investo una determinata somma in diamanti, una volta pagata l'Iva posseggo un bene che non è soggetto a capital gain, è di libera circolazione e … non è soggetto alla tassazione che colpisce il mattone”.
Vale a dire? “Che i diamanti acquistati dal cliente tramite DPI sono garantiti, sigillati, tatuati, certificati e quotati”.
“In tale contesto, per il risparmiatore è opportuno diversificare il proprio risparmio, tutelandosi attraverso beni rifugio che hanno un valore costante nel tempo. Il diamante da investimento rientra sicuramente in questa categoria, visto che assicura un rendimento attorno al 4 per cento annuo (circa 1,5-2 per cento oltre l'inflazione) e non vi sono problemi quando se ne deciderà lo smobilizzo” Mario Baldassarri
www.diamondprivate.it
“Necessario agire con prudenza e rigore” Il Professor Massimo Santoro – già Direttore principale della Vigilanza di Bankitalia e Vicedirettore generale di Capitalia – è presidente del Cda di DPI
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rofessor Santoro, qual è il Suo ruolo all’interno della DPI? “La società si è data una governance e un assetto organizzativo improntati alla massima trasparenza, con l’obiettivo prioritario di rappresentare un interlocutore assolutamente affidabile nei confronti di tutti gli interlocutori: banche, clienti, vigilanza, ecc. In tale contesto, la DPI si è anche adeguata – e così rispondo alla sua domanda - ai nuovi standard imposti dalla normativa, con particolare riferimento a tre aspetti”.
Massimo Santoro
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Cioè? “Innanzitutto, gli obblighi dettati in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Com’è noto, l’azienda è esente dalla responsabilità conseguente alla commissione di un reato commesso da uno dei suoi componenti qualora dimostri di aver fatto tutto il possibile per attenersi ai dettami normativi.
Ecco, per questo motivo all’interno della DPI è stato creato un apposito organismo di vigilanza, coordinato da un consigliere indipendente. Un altro aspetto affrontato attiene agli obblighi antiriciclaggio, che applichiamo con la massima scrupolosità, pur non essendovi tenuti per legge”. Ad esempio? “In presenza di una nostra segnalazione di sospetto riciclaggio, la banca è tenuta a non effettuare l’operazione chiesta dal cliente, senza dover motivare le ragioni del diniego. Anche a salvaguardia di questi obblighi prudenziali vi è un consigliere indipendente di DPI”. Terzo punto? “La compliance. Tutti gli atti della società (circolari, regolamenti, ecc.) devono essere conformi alla normativa vigente e allo statuto”
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COVER STORY
Massimiliano
Polacco I â&#x20AC;&#x153;driversâ&#x20AC;? commerciali
per la tutela dei nostri prodotti 20
Il direttore di Confcommercio Marche affida alla distribuzione un ruolo-chiave nella promozione e realizzazione delle reti d'impresa, che probabilmente oggi sono l'unica arma per tutelare il made in Italy nel mondo di P. Duranti
D
irettore, qual'è la situazione del commercio e della distribuzione nelle Marche e più in generale in Italia? “Ci troviamo in una situazione che risente dei gravi errori commessi, sia dal mondo politicoistituzionale, sia dagli stessi imprenditori”. Iniziamo da questi ultimi. “L'errore più grave è quello di non essere riusciti a siglare un forte patto tra produzione e distribuzione: al contrario, numerosi industriali hanno provato a crearsi i propri canali distributivi e non poche aziende attive nella GDO si sono messe a produrre direttamente, creandosi le proprie 'private label' ”. E' per questo motivo che in Italia la distribuzione è in mano agli stranieri? “Alle considerazioni che ho appena espresso va aggiunta – e qui mi riferisco alle “colpe” politiche – l'incapacità da parte del Legislatore nazionale di tutelare con norme adeguate i distributori italiani. Quando, negli anni Ottanta ma
soprattutto Novanta, le imprese italiane della distribuzione (per lo più di dimensioni mediopiccole) erano in crescita dimensionale, nel nostro mercato fecero la loro comparsa gli operatori stranieri, portandosi dietro i loro prodotti”. Con un danno anche per i nostri produttori? “Certo. L'aver distrutto la nostra capacità distributiva ha provocato gravi danni anche a tutto il made in Italy, non soltanto all'estero ma anche, per i motivi anzidetti, nel mercato domestico”. L'attuale situazione è rimediabile? “Ritengo di si, a patto che la politica e l'economia si convincano degli errori commessi ed agiscano di conseguenza”. Gli imprenditori, ad esempio, cosa dovrebbero fare? “Non spetta a me dirlo. Ma un buon punto di partenza sarebbe riuscire a fare quel salto culturale indispensabile per rispondere alle sfide della globalizzazione con un nuovo atteggia-
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COVER STORY
mento. Provo a spiegarmi meglio: secondo lei è ancora possibile che in Italia ogni marca di produzione abbia un proprio showroom e una propria rete distributiva ed organizzativa? La verità è che purtroppo manca tuttora quel patto tra produzione e distribuzione di cui parlavo prima”. La via d'uscita quale dovrebbe essere? “Una rete sul piano della distribuzione, laddove non sia possibile realizzarla nell'ambito produttivo; il distributore, soggetto terzo, può davvero rappresentare un solido anello di congiunzione. Pensiamo ad esempio all'interesse che susciterebbe in una grande città straniera uno spazio dedicato al lifestyle italiano, a partire dal design, passando per la moda e all'enogastronomia … Insomma, un vero e proprio “drive”
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commerciale. Non dimentichiamo che il Made in Italy rappresenta uno dei tre brand più conosciuti e apprezzati al mondo. Da questo punto di vista, ritengo che l'Expo 2015 – al quale secondo recenti previsioni confluiranno dai 22 ai 26 milioni di visitatori – è la nostra grande occasione di proporre lo stile di vita italiano all'interno di una cornice unica”. Sul terreno istituzionale cosa suggerisce? “Se il mondo imprenditoriale deve esprimere tutta la forza manageriale di cui dispone, i politici sono chiamati ad adottare normative in grado di rafforzare la capacità di penetrazione commerciale delle nostre aziende”. Però negli ultimi anni sono state intro-
dotte diverse misure a favore dell'impresa … “Ben vengano tutte le iniziative finalizzate a sostenere le nostre imprese. Attenzione però agli interventi spot e non strutturati. E' invece opportuno partire da una visione progettuale ben definita di lungo periodo”. In tale contesto sono coinvolte anche le associazioni imprenditoriali. Come? “Ritengo che un'associazione rappresentativa di una determinata categoria imprenditoriale debba possedere due requisiti di fondo: capacità di ascolto ed elevate competenze professionali. Detto questo, aggiungo che un'organizzazione come la nostra debba in primo luogo contrastare un atteggiamento che per troppo tempo è apparso ostile agli operatori del commercio”.
“L'Expo 2015 è la nostra grande occasione di proporre lo stile di vita italiano”
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COVER STORY
“
Quando, negli anni Ottanta ma soprattutto Novanta, le imprese italiane della distribuzione (per lo più di dimensioni medio-piccole) erano in crescita dimensionale, nel nostro mercato fecero la loro comparsa gli operatori stranieri, portandosi dietro i loro prodotti” Direttore, recentemente Lei ha affermato che non è soltanto la crisi economica a creare grossi problemi alle attività commerciali. In che senso? “Una piaga è legata all'abusivismo, in tutte le forme attraverso le quali si manifesta. Diciamolo francamente: viviamo in un Paese dove troppo spesso l'illegalità è tollerata. Fenomeni diffusi di abusivismo commerciale da un lato e di contraffazione dei prodotti dall'altro stanno minacciando seriamente le nostre aziende, sia di produzione che commerciali”. Anche nelle Marche? “Assolutamente sì, e in misura tutt’altro che irrilevante come in tutta Italia. La Confcommercio Nazionale infatti ha deciso di organizzare per l’11 novembre una Giornata di Mobilitazione Nazionale “Legalità, mi piace”. Anche la ns. Organizzazione ha aderito e a questo proposito ha inteso organizzare
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una Tavola Rotonda incentrata proprio sui temi dell’abusivismo commerciale e della contraffazione per denunciare , dati alla mano, l’entità e le conseguenze sull’economia reale di questi fenomeni illegali che di fatto rappresentano una vera e propria concorrenza sleale che altera il mercato e continua ad alimentare l’economia sommersa.” Oltre a tutto questo si registra anche una forte contrazione dei consumi. “Guardi questi dati (si vedano le tabelle, ndr), tratti da un'indagine commissionata da Confcommercio su base nazionale. Praticamente la metà delle famiglie italiane è stata costretta a tagliare i consumi e, cosa piuttosto grave, anche le spese alimentari. Penso sia la prima volta dopo molti decenni che gli italiani tagliano sul cibo”. Note meno dolenti provengono dal settore turistico. Ci traccia un bilancio del-
la stagione estiva? “La stagione l'hanno salvata gli stranieri”. I numeri quindi promuovono la strategia adottata dalla Regione Marche? “Direi proprio di si. Condivido la scelta di effettuare missioni promozionali all'estero, scegliendo con estrema attenzione i mercati per noi più attrattivi. Contemporaneamente, sforzandoci di incentivare il miglioramento delle nostre strutture ricettive”. Mi pare che Confcommercio Marche si sia adoperata molto in questa direzione. “Abbiamo adottato una linea molto chiara: spingere su mercati dove già esistono collegamenti aerei con le Marche, e lì promuovere il nostro territorio. I dati ci confermano che questa è la strada giusta”.
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CONTROCOPERTINA
Antonello
Delle Noci 26
“Stiamo dando risposte concrete alle famiglie e alle imprese” ML ha chiesto al giovane assessore al Bilancio e alle Politiche giovanili del Comune di Pesaro di illustrare le iniziative intraprese per il rilancio dell’economia e a tutela dei cittadini in difficoltà di P. Duranti
A
ssessore, proviamo a tracciare un primo bilancio dell’azione di governo della città. “Rispondo volentieri partendo da una premessa: negli ultimi anni i Governi nazionali che si sono succeduti non sono riusciti a risolvere i maggiori problemi economici degli italiani, con la conseguenza che i Comuni si sono messi in prima linea nell’azione di contrasto ai crescenti fenomeni di povertà che affiorano, ahimè, in modo sempre incisivo nelle imprese e nelle famiglie”. Il Comune di Pesaro come si è mosso? “Con interventi che considero tempestivi ed efficaci. Abbiamo identificato alcune soluzioni, in stretto contatto con i rappre-
sentanti del mondo del lavoro, dell’impresa e del volontariato: certamente sono misure insufficienti, ma che dimostrano da un lato il forte impegno profuso da tutti i soggetti coinvolti, dall’altro una strategia dai contorni ben definiti”. Quale? “Sostenere le classi meno abbienti della popolazione e contribuire al rilancio dell’economia”. Relativamente al primo aspetto si riferisce al Fondo anticrisi, per il quale il Comune di Pesaro è stato il primo in Italia? “Questa è una misura di estrema importanza, ma non l’unica. Con uno stanziamento di 250mila euro, il Fondo anticrisi
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CONTROCOPERTINA
“Abbiamo identificato alcune soluzioni, in stretto contatto con i rappresentanti del mondo del lavoro, dell’impresa e del volontariato: certamente sono misure insufficienti, ma che dimostrano da un lato il forte impegno profuso da tutti i soggetti coinvolti, dall’altro una strategia dai contorni ben definiti”
ha offerto un valido sostegno (di circa 1.200 euro) a circa 210 famiglie. e tutto questo nonostante i pesanti tagli agli enti locali decisi a Roma. Poi vorrei citare la costituzione di un fondo di solidarietà, al quale tutti – cittadini ed imprese – possono effettuare una donazione anche di valore simbolico: le somme incassate vengono destinate alle famiglie che versano in una situazione di disagio. Misure, queste, che vanno ad aggiungersi alle pregevoli attività che da sempre svolgono i servizi sociali del Comune”. Lei ha accennato ai tagli ai Comuni. Li può quantificare? “Il Comune di Pesaro ha visto ridursi i
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trasferimenti statali per circa 10 milioni di euro nel giro di quattro anni. Ma, nonostante questo, siamo comunque riusciti a non intaccare i servizi legati al welfare; anzi, li abbiamo aumentati”. Cioè? “Mi riferisco ad esempio ai nuovi 90 posti letto realizzati alla Casa di riposo Santa Colomba”. E per quanto riguarda il sostegno al mondo imprenditoriale? “A fine maggio 2013 il Comune ha sottoscritto un protocollo con le parti sociali che contiene importanti incentivi alle imprese. Innanzitutto, il documento di-
spone l’esenzione dai tributi comunali (Imu, imposta sull’occupazione di spazi pubblici, addizionali comunali ed imposta sulla pubblicità) a favore delle aziende che dal 1° luglio hanno costituito una nuova attività imprenditoriale assumendo almeno una persona, a tempo indeterminato oppure determinato ma per almeno un anno”. L’esenzione quanto dura? “Tre anni per le assunzioni a tempo indeterminato e un anno per tutte le altre. Questa misura si avvicina ad un’altra agevolazione, anch’essa contenuta nell’accordo che ho citato e il cui bando è di imminente pubblicazione”.
“
Il distretto del mobile? La Regione Marche si sta muovendo nel miglior modo possibile”
Di cosa si tratta? “Di un fondo costituito con un apporto complessivo pari a 50 mila euro, da destinare come contributo a fondo perduto a dieci nuove imprese giovanili, che vengano costituite da under 30”. Tempo fa Lei parlava di incentivi al settore edile. A che punto siamo? “Il Consiglio comunale ha approvato da poco il congelamento degli oneri di urbanizzazione e la possibilità di rateizzarli, proprio con l’obiettivo di dare una spinta al settore delle costruzioni e dell’indotto artigianale ad esso strettamente collegato. Stiamo inoltre monitorando i territori degradati della città, con la prospet-
tiva di promuoverne il rilancio attraverso un bando di idee”. Nella nuova strategia regionale di promozione turistica che ruolo devono avere la Provincia di Pesaro Urbino e i maggiori centri urbani del territorio? “Un ruolo importante di partecipazione alle iniziative messe a punto dalla Regione Marche, che non può peraltro prescindere dal coinvolgimento delle imprese, soprattutto del settore. Per quanto attiene in particolare alla città di Pesaro, oggi la nostra capacità turistica è aumentata, grazie ai recenti investimenti privati e all’impegno e alla professionalità delle associazioni di categoria (alber-
gatori, commercianti, bagnini, ecc.)”. Pesaro è anche sinonimo di distretto del mobile. Quale funzione può avere il Comune per attutire i contraccolpi della crisi del settore? “Ritengo onestamente che il Comune stia già facendo sforzi notevoli per la comunità pesarese e a tutela della città; le misure che ho succintamente indicato sono lì a testimoniarlo. Nello specifico, alla domanda su come si può rilanciare il distretto, sono dell’idea che la Regione Marche si stia muovendo nel miglior modo possibile. E’ a quest’azione che noi dobbiamo e possiamo affiancarci”.
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IL PERSONAGGIO
Cristian Fattinnanzi
un maceratese “alla Nasa”
Progettista di professione, foto-astronomo per passione: con i suoi scatti ha conquistato per ben due volte “il podio” sul sito della Apod di A. Dachan
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V
uole raccontarci come è “arrivato alla Nasa”? “Da molti anni faccio fotografia astronomica e mando i miei scatti a riviste nazionali e internazionali; ho anche una mia mailing list con diversi contatti, tra cui c'è anche il referente del sito della Nasa che seleziona e pubblica su Apod - Astonomy Picture Of the Day - 'la foto del giorno'. Lo scorso 20 settembre è stata scelta la mia foto scattata alle Due Sorelle di Sirolo”. Non è la prima volta che gli americani si accorgono di lei. “È vero: il 20 luglio 2012, infatti, un'altra mia immagine veniva scelta e pubblicata come 'foto del giorno'. Lo scatto ritraeva la Luna vicino a Giove”. Si sarebbe mai aspettato che il suo scatto venisse selezionato? “Ci si spera sempre quando si vede un'immagine riuscita bene. La pubblica-
zione sul sito della Nasa è un riconoscimento molto ambito per gli appassionati di astronomia e per me è stata una gioia immensa entrambe le volte”. Quando ha scattato la foto alle Due Sorelle? “L'ho fatta il 5 luglio 2013 grazie ad una spedizione organizzata con gli amici Paolo Bolognini, che si è occupato di tutti gli aspetti legati alla logistica e l’aiuto di Piero Scarabotti. Abbiamo caricato l'attrezzatura su una barca e ci siamo accampati lì per la notte; la serata era limpida, molto favorevole. Abbiamo fatto diverse inquadrature e poi le abbiamo rielaborate. Lo scatto scelto dalla Nasa è il risultato di due differenti immagini: un primo scatto per ritrarre i soggetti terrestri ed un secondo per la parte del cielo, con una metodologia che ha permesso di ritrarlo 'fermo'. Dall'unione dei due scatti è nata la foto pubblicata su Apod”.
Facciamo un passo indietro: quando si è avvicinato all'astronomia? “È un amore che è nato in me sin da quando frequentavo le scuole medie, dalle prime lezioni sul Sistema Solare. Ho coltivato questa passione documentandomi fino ad acquisire l’esperienza e gli strumenti di osservazione necessari. Ho fatto studi tecnici e mi sono iscritto ad ingegneria, ma ho poi abbandonato l'università e sono stato assunto come progettista alla “iGuzzini Illuminazione”; la cosa curiosa è che il mio lavoro in qualche modo è un po’ in contrasto con l'astronomia, dove invece è molto importante il buio. Oggi, che ho quarantuno anni, continuo a dedicarmi all'osservazione e allo studio con lo stesso entusiasmo di allora, anzi, ancora di più”. Come si svolge la sua giornata, tra lavoro e osservazione? “Quando sono in ufficio sono concentrato sui miei progetti e nel tempo libero
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IL PERSONAGGIO
“Non conoscere la Via Lattea è grave come non aver mai visto il mare”
mi dedico a inventare nuovi strumenti, a studiare certi tipi di fotografia; sono vent'anni che faccio foto astronomiche e ho sviluppato la tecnica grazie all'esperienza. I miei strumenti principali sono il telescopio e la fotocamera”. I cieli delle Marche sono buoni per l'osservazione? “In alcune zone, come ad esempio sui Sibillini, si riesce a rimediare qualche buona foto perché ci sono tratti di cielo limpidi, puliti. Ma c'è un nemico che rende difficile scrutare il cielo ed è un segnale d'allarme sullo stato di salute del nostro pianeta”. Vale a dire? “L'inquinamento luminoso, ovvero tutta la luce che non viene usata per illuminare il suolo, ma viene rivolta verso l'alto. Il cielo risulta così come imbiancato in
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corrispondenza e nei dintorni delle grandi città, nascondendo le meraviglie che il cielo potrebbe mostrare. È un vero peccato che non si conosca parte del posto in cui viviamo; non conoscere la Via Lattea secondo me è grave come non aver mai visto il mare. Bisognerebbe impegnarsi per illuminare meglio, consumare e inquinare meno; le leggi ci sarebbero già, ma non si fa molto per farle rispettare”. Cosa provi quando sei al telescopio? “Mi sento pienamente appagato, è bellissimo per me. Mi piace riprendere i pianeti, osservare il movimento che avviene in cielo. Giove e Saturno, in particolare, sono due pianeti in continua evoluzione e, anche da amatore, riesco a dare il mio contributo alla scienza col mio lavoro. Per rendere l'idea, su Giove, negli ultimi anni, sono caduti diversi meteoriti, che hanno avuto un forte impatto ed han-
no modificato l'aspetto del pianeta. Chi, come me, si dedica all'osservazione, riesce a cogliere queste evoluzioni e a darne conto”. Hai un sogno nel cassetto? “Lavorare in un osservatorio professionale, anche se mi rendo perfettamente conto che ora come ora sarebbe difficile. Provo piacere a fare quello che faccio e sarei felice di fare fotografia astronomica in modo stabile e in strutture professionali”.
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BORSA
Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate
Biesse Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:
Elica Star +81,07% +77,35%
Cresce la quotazione del titolo BIESSE, con un prezzo per azione salito del +81% negli ultimi sei mesi. L'ipotesi di nuovi apprezzamenti è inoltre supportata dalla performance sull'indice Ftse All-Share (+5,8% sulla giornata di borsa del 04-11-2013), segno che il titolo ha fatto meglio della media di mercato. I volumi scambiati sono pari a 159mila unità, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. Ipotesi di alta volatilità e trend di breve al rialzo.
BlueChip +48,33% +69,30%
Buona progressione per il titolo INDESIT COMPANY; il titolo infatti si apprezza fino a raggiungere i valori ante crisi del 2008. La performance rispetto al Ftse All-Share dimostra la forza del titolo rispetto alla media di mercato (+ 12,9% sulla giornata di borsa del 04-11-2013). I volumi sono risultati pari a oltre 1.300.000 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. Volatilità elevata e attenzione sul titolo.
TOD’S Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:
BlueChip +9,63% +30,69%
Lieve flessione per le azioni TOD'S, che cedono circa l’11% su base mensile, tornando a valori che non si registravano da luglio 2013. Tale fase di rallentamento è confermata dalla performance sotto la media dell'indice Ftse All-Share (-1,39% sulla giornata di borsa del 04-11-2013). I volumi tuttavia sono risultati superiori ai 106.000 pezzi scambiati, e viste le potenzialità del titolo, il prezzo è invitante e la volatilità si sta intensificando.
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Star +47,11% +72,31%
Sale in maniera progressiva e senza incertezze il titolo della fabrianese ELICA, con un +47% in 6 mesi, un +72% in un anno e crescendo nell’ultimo mese di oltre il 10%. Numeri, questi, che fanno presagire un periodo molto favorevole. Le performance sul Ftse All-Share, sono tendenzialmente nella media (-0,50% sulla giornata di borsa del 04/11/2013). I volumi sono di circa 90.000 azioni scambiate, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. Alte la volatilità e la partecipazione del mercato.
Poltrona FRAU
Indesit Ord. Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:
Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:
Segmento: Performance 6 mesi: Performance 1 anno: Trend:
Star +133,03% +169,07%
Il titolo POLTRONA FRAU è il top player di questo mese; con una variazione mensile di oltre il +44% e una performance a 6 mesi di oltre il 133%, permette agli investitori di realizzare ottimi capital gain. Anche rispetto alla media di mercato (Ftse All-Share), il titolo fa registrare una variazione positiva del 3,0%, segno del periodo favorevole di crescita. I volumi sono elevatissimi (oltre 835.000 pezzi scambiati), un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. Trend di breve al rialzo. Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521
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Ekaterinburg, Russia Maidan 16-18 mag.
Ekaterinburg, Russia Furniture Salon 16-18 apr.
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BUILDING
Shanghai, Cina Finefood 31 mar.-3 apr
Novosibirsk, Russia SibBuild 10-13 feb.
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Krasnodar, Russia YugBuild 26 feb.-1 mar.
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BREVI
RIO DAL TERRITO
Facebook riordina la geografia delle Marche
Forse serviva una lettera direttamente dal presidente della regione Marche Gian Mario Spacca, ma finalmente il più popolare social nerwork fa ordine nelle sue indicazioni geografiche. Così Urbino torna nelle Marche, insieme a Fabriano, Arcevia, Camerino, Acqualagna, Cagli Urbania. Non si sa bene per quale ragione, ma mentre la Città ducale era “finita” in Emilia Romagna, le altre cittadelle erano state assegnate ad altre regioni. Che Zukergerg abbia passato troppo tempo sui social e poco sui libri?
Ascoli Piceno e di Jesi sono state dichiarate European City of sport 2014 agli Aces Europe Awards, tenutisi nel Parlamento europeo di Bruxelles. “Un riconoscimento che riempie di orgoglio l’intera comunità regionale – ha commentato l’assessore Malaspina – Si tratta di un premio prestigioso che riconosce il lavoro delle comunità locali a favore dello sport, quale fondamento di responsabilità e di etica, fattore di coesione sociale, miglioramento della qualità di vita, del benessere fisico e mentale, dell'integrazione piena e rispetto dell’altro. Una politica sportiva, quella delle due città, riconosciuta come esemplare, anche per le adeguate strutture disponibili. Ascoli Piceno, Jesi e tutte le Marche sono davvero onorate di questo evento che riconosce e avvalora gli obiettivi che perseguiamo con tenacia”. La città di Anversa ha consegnato il titolo di Capitale europea dello sport alla città di Cardiff 2014; tutte le città, i Comuni e le comunità riconosciute hanno poi ricevuto il loro titolo e una bandiera per il 2014.
Trasparenza: Macerata quarta in Italia
Il primo monitoraggio sull'attuazione del decreto sulla trasparenza, realizzato dalla "Bussola della trasparenza" per conto della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, (www.magellanopa.it/bussola/) ha stilato una graduatoria delle amministrazioni trasparenti, in cui Macerata risulta al quarto posto con 63 indicatori su 65 soddisfatti, pari al 95,38 per cento, una posizione dignitosa, che non toglie però la consapevolezza alla struttura comunale di dover ancora lavorare molto su questo fronte per il completamento di tutte le informazioni ai cittadini. "Un grosso impegno per gli uffici non solo di adempiere un obbligo di legge, ma soprattutto di offrire un servizio ai cittadini cui dare conto delle buone prassi amministrative", ha affermato il sindaco Romano Carancini.
La Regione Marche ha partecipato alla missione in Russia organizzata in collaborazione con Enit (Agenzia nazionale del turismo) in occasione dell’Anno incrociato del turismo, con una delegazione istituzionale ed economica guidata dal presidente Gian Mario Spacca. È proprio alle Marche che l’Ambasciata italiana a Mosca ha, infatti, affidato il compito di essere la prima regione ad avviare le attività promozionali nell’ambito dell’Anno incrociato del turismo. Per questa importante scadenza la Regione Marche ha definito un progetto “a impatto multiplo”: promozione turistica e attrazione degli investimenti anche tramite road show; proposte culturali ed eventi promo commerciali per il settore alimentare e del vino; comunicazione e pubblicità.
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Le sportive Ascoli e Jesi premiate a Bruxelles
Affidato alle Marche l'avvio dell'anno incrociato del turismo
Il nuovo servizio di Emeroteca comunale di Ancona è disponibile on line dalla home page del portale istituzionale (www.comune.ancona.it) e con esso oltre quaranta anni di vita politica, amministrativa e sociale della nostra città raccontata dai quotidiani locali e nazionali. L’emeroteca offre a tutti i cittadini in maniera semplice e gratuita la possibilità di consultazione e ricerca di articoli raccolti e acquisiti in formato digitale negli anni attraverso la rassegna stampa del Comune a partire dal 1968. Con la collaborazione di Camera Work – Infodata, gli oltre 200 mila articoli selezionati della rassegna stampa del Comune (che fino al 1998 veniva fatta “a mano” attraverso i ritagli dei quotidiani) e poi “riunificati” in un unico omogeneo serbatoio di informazione a quelli selezionati digitalmente dal ’98 – sono ora a disposizione di ricercatori, studenti, associazioni, appassionati di storia locale con una certa completezza (purtroppo devono ancora essere digitalizzati articoli del periodo del terremoto della città). Non mancano gli articoli di testate locali e nazionali oggi scomparse.
Italo taglia il traguardo dell'Adriatica: Ancona-Milano in meno di tre ore
Italo riaccende i motori dell’Adriatica e si prepara alla nuova rotta che collegherà la capitale milanese del business con il distretto industriale di Ancona e con il traffico turistico della costiera romagnola. Le Marche e la Romagna non sono mai state così vicine. Il debutto è segnato per il 15 dicembre: il primo Italo per Milano parte da Ancona alle 6.57 del mattino. Tre coppie di treni ogni giorno sperimenteranno il nuovo collegamento tra Milano (via Reggio Emilia e Bologna), Rimini e Ancona per verificare la risposta del territorio in termini di gradimento dei Viaggiatori. Una coppia di treni arriverà anche a Torino. Italo percorrerà fino a Bologna la tradizionale linea adriatica, per poi immettersi nel nodo emiliano sulla nuova linea ad Alta Velocità (e viceversa).
La città di Fabriano ha ottenuto il riconoscimento di Città creativa dell'Unesco nella Categoria Artigianato e Arti e Tradizioni popolari. Per il presidente della Commissione italiana Unesco Giovanni Puglisi ''è il punto di arrivo di un lungo processo di candidatura, che ha visto protagonista una straordinaria rete: amministrazioni locali, privati e società civile''. Molto soddisfatti il governatore Gian Mario Spacca, il sindaco Giancarlo Sagramola e Francesca Merloni, coordinatrice del progetto. La rete Creative Cities Network è nata nel 2004 e comprende attualmente 38 città del mondo.
Al via il Distretto Culturale Evoluto delle Marche
L'emeroteca comunale di Ancona è online
Fabriano Città creativa dell'Unesco per l'Arte, l'Artigianato e le Tradizioni Popolari
Diventa realtà la risposta delle Marche alla crisi nel segno di un nuovo sviluppo a base culturale: sono 10, infatti, i progetti che la Regione ha stabilito di cofinanziare e 4 le macro aree di attività a regia regionale che rilanceranno nei prossimi anni le imprese culturali ad alto contenuto di conoscenza come traino dello sviluppo e opportunità di riequilibrio economico, in particolare nei contesti territoriali teatro di crisi del manifatturiero tradizionale. Sono stati elaborati i progetti di iniziativa e a regia regionale, coerenti con lo sviluppo del distretto culturale evoluto, individuabili in 4 macro aree di intervento per un totale di 1.750.000 euro previsti: Progetto Adriatico, Urbino, la città ideale, S.IN.C Spettacolo, Innovazione, Creatività, Filiera del cinema. www.cultura.marche.it.
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S W E NDAL MONDO Svezia Nobel per la Medicina a tre biologi per il “sistema di comunicazione” delle cellule
James E. Rothman, Randy W. Schekman and Thomas C. Südhof - due americani e un tedesco - hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina per aver scoperto le strade attraverso le quali le proteine e gli altri elementi delle cellule vengono trasportate sia all'interno che tra le cellule, rivelando come comunicano tra di loro, e le tempistiche di trasmissione delle informazioni. "Ogni cellula - hanno spiegato gli scienziati del Comitato di Stoccolma che assegna il Nobel - è come una fabbrica che produce ed esporta molecole utili per le funzioni più varie".
Il patron della più grande industria europea per la produzione di caramelle, Hans Riegel, Mr Haribo, si è spento lo scorso 15 ottobre all'età di 90 anni. Figlio dell'omonimo fondatore Hans Riegel, ha portato la Haribo - acronimo nato da “Ha” di Hans, “Ri” di Riegel e “Bo” di Bonn – a diventare leader in Europa, con produzione in ben 15 paesi e un'esportazione che raggiunge oltre 110 nazioni. Tra i prodotti più noti dell'azienda ci sono gli orsetti gommosi e le girelle di liquirizia.
Francia Il Natale parigino vestirà Prada
Il department store Printemps parigino ha scelto Prada per una collaborazione nell'ambito di un progetto legato alle prossime festività. Massimo riserbo sui dettagli dell'accordo, ma intanto viene anticipato che "le facciate di Printemps Haussmann faranno da sfondo alla magia della Vigilia di Natale quando, a bordo della sua slitta di 16 metri trainata dalla leggendaria renna, Babbo Natale decollerà verso il cielo in mezzo a una nuvola scintillante di stelle e fiocchi di neve e scivolerà lungo lo stemma e i nodi della casa reale sabauda, emblemi di Prada, drappeggiati sulla facciata".
Via libera da Bruxelles alla concessione all'Albania dello status di Paese candidato all'adesione "fermo restando che prosegua l'azione nella lotta contro il crimine organizzato e la corruzione". A incidere positivamente sul giudizio positivo dell'esecutivo Ue, sono stati due elementi: la rgolarità delle ultime elezioni e i ''buoni progressi'' nel percorso di riforme indicate da Bruxelles. Sulla base del medesimo rapporto della Commissione europea, toccherà ai leader dei 28 Paesi Ue dare il via libera all'Albania nel Consiglio Ue di dicembre. Attualmente i Paesi ufficialmente candidati ad entrare nell'Unione dei 28 sono Turchia, Islanda, Serbia, Montenegro ed ex repubblica jugoslava di Macedonia. 38
Germania Addio a Mr Haribo, il re delle caramelle
Albania Via libera alla candidatura per l'adesione all'UE
Si terrà al quartier generale dell'Unione per il Mediterraneo, a Barcellona, il primo Forum economico del Mediterraneo occidentale. All'evento sono previsti oltre 300 partecipanti dai dieci Paesi del dialogo 5+5. Il Forum, riferisce il sito web di Enpi (www. enpi-info.eu), riunirà insieme i ministri di Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia, mentre ad aprire i lavori sarà il premier spagnolo, Mariano Rajoy. L'evento vedrà la partecipazione anche di rappresentanti delle principali aziende e delle associazioni di lavoratori del Mediterraneo occidentale, per rafforzare la cooperazione economica fra i Paesi dell'area occidentale del bacino e la regione del Maghreb.
Cina Crescita economica record nel terzo trimestre 2013
La Società energetica statale Libra ha annunciato di voler concedere in appalto ad alcune aziende straniere i diritti per lo sfruttamento di un grande giacimento petrolifero scoperto nel 2010, che sarebbe in grado di rendere complessivamente fra gli 8 e i 12 miliardi di barili (circa la metà dell’intera riserva di petrolio brasiliana) e che è attualmente fermo. La notizia ha suscitato l'irritazione di sindacati e semplice cittadini, che hanno manifestato a più riprese per esprimere la propria contrarietà a quella che considerano una “svendita” delle ricchezze del Paese.
USA Svolta green di Google
Spagna Al via a Barcellona il primo Forum economico del Mediterraneo occidentale
La Cina continua a crescere: tra il mese di luglio e quello di settembre l'economia del gigante asiatico ha registrato un incremento del 7,8 per cento, stando ai dati dell'Istituto nazionale di statistica. La produzione industriale è salita del 10,2 per cento, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 13,3 per cento.
Brasile Il petrolio che infiamma le proteste
La società americana Google ha acquistato un impianto eolico di Happy Hereford in Texas da 240 Megawatt. Il nuovo accordo rientra nell'impegno preso dall'azienda di riuscire a coprire l'intero fabbisogno energetico con le energie rinnovabili. L'impianto entrerà in funzione nel 2014 e sarà in grado di azzerare le emissioni di CO2 generate dai numerosi server dell'azienda. Google ha spiegato che, nonostante la struttura attuale del mercato non permetta di consumare direttamente l'energia rinnovabile prodotta dal parco eolico, “l'impatto sulla nostra impronta ecologica (emissioni inquinanti) e la quantità di energia rinnovabile utilizzata dalla nostra rete, saranno di entità pari a quanto sarebbe potuto accadere se l'uso diretto fosse stato possibile”. 39
S W E N G N U YO Le scuole Leopardi ammesse nella graduatoria dei progetti a finanziamento ministeriale
Le scuole medie Leopardi di Ancona sono state inserite nella graduatoria regionale dei progetti ammissibili a finanziamento in base alla legge 9 agosto 2013 “Misure urgenti in materia di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali”, che prevedono l'erogazione di un finanziamento complessivo sul territorio nazionale di 150 milioni di euro. Lo sancisce un decreto del dirigente dell'Edilizia della Regione che trasmetterà al Ministero della Pubblica Istruzione la graduatoria dei progetti per interventi su istituti scolastici delle Marche cui il MIUR assegnerà complessivamente 3 milioni di euro.
Marisa Eleonora Labanca, studentessa dell’IFG (Istituto per la Formazione al Giornalismo) dell’Università di Urbino ha vinto una borsa di studio promossa dal gruppo editoriale Condé Nast Usa, tra le cinque assegnate a giovani studenti italiani meritevoli. La cerimonia di premiazione a cura di Condé Nast America è avvenuta lo scorso 18 settembre nella splendida cornice del Salone Napoleonico dell’Accademia di Brera in occasione della giornata di apertura della Fashion Wee milanese. Lella Mazzoli, direttore dell’IFG ha dichiarato: “siamo davvero molto orgogliosi di essere tra le cinque università italiane che ricevono un premio così importante. Siamo felici per le parole pronunciate dal direttore del New Yorker che si è complimentato per il lavoro dell’IFG, tra le migliori scuole di formazione, ha detto”.
La Danimarca cerca giovani medici e ricercatori
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L’IFG nella squadra che vince Condé Nast Usa
Facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro europeo di giovani medici, ricercatori e ingegneri biomedici. È questo l’obiettivo del tour promozionale/divulgativo che ha avuto luogo mercoledì 23 ottobre presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia i a Torrette di Ancona - che la Regione Marche ha organizzato in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche nell’ambito degli accordi fra i Ministeri del Lavoro italiano e danese. La Danimarca, infatti, cerca figure sanitarie come psichiatri, cardiologi,anatomopatologi, ginecologi, urologi ecc. oltre a chimici ed ingegneri biomedici per impiegare nelle sue strutture pubbliche sanitarie e nei laboratori di ricerca. La rete di contatto, attraverso la quale è stato possibile organizzare l’iniziativa che toccherà 5 città italiane (Padova, Milano, Bari, Roma e Ancona) è l’ EURES (European Employment Services ) struttura pubblica che fa capo alla Commissione Europea, presente con un proprio ufficio anche all’interno della Regione Marche Servizio Formazione – Lavoro.
Il capoluogo marchigiano ospiterà, nel 2014 le Olimpiadi della Macroregione Adriatico-Ionica. Che coinvolgeranno circa mille ragazzi nati tra il '98 e il '99. L'iniziativa è stata presentata a Mostar, in Bosnia e ufficializzata dal sindaco di Ancona Valeria Mancinelli in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca. Gli atleti si sfideranno in diverse discipline: tennis, pallamano, ginnastica, basket, pallavolo, calcio, vela, pallanuoto, atletica leggera, taekwondo. “Come stiamo facendo con l'Area vasta - ha spiegato Mancinelli - con la stessa logica di promuovere aggregazione e fare partenariato ci stiamo muovendo con i soggetti omologhi dei Paesi dell'area per costruire progetti, in particolare sui temi dell'ambiente, del mare e dei porti, ma anche della produzione culturale”.
Celebrate a Roma le città europee dello sport, tra cui le marchigiane Jesi e Ascoli
Olimpiadi Macroregione Adriatico-Ionica ad Ancona
Tutte le Città Europee dello Sport 2014 sono state ricevute nella giornata di lunedì dal Presidente del Coni, Giovanni Malagò, al Salone d’Onore del Foro Italico, a Roma. Per le Marche sono due i comuni che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento: Jesi e Ascoli Piceno. Questo il commento del Presidente del Coni Marche, Fabio Sturani: “Poter contare su due città dello sport contemporaneamente è una grande soddisfazione per tutto lo sport marchigiano, significa che c’è un riconoscimento del buon lavoro fatto da tutti, amministrazioni comunali, società sportive, le migliaia di volontari, tutto il movimento sportivo del territorio. Sono particolarmente felice poi perché anche in questa occasione è stato sottolineato il valore sociale dello sport come momento di crescita per tutti. Ci auguriamo che la Regione tenga conto anche di questo: lo sport è un pezzo del welfare locale e una bandiera delle Marche nel mondo”.
Con oltre 15 mila fan la pagina Facebook dedicata ad Urbino Capitale Europea della Cultura 2019 risulta la più quotata dal pubblico dei social media. Le persone che interagiscono ogni mese con la pagina sono 9.400, mentre quelle che la visitano sono 213.000. Le visualizzazioni dei post presenti sulla fan page arrivano a 602.500 al mese, i contenuti associati alla pagina vengono visualizzati da un numero elevato di persone: 1.023.000. I numeri della fan page di Urbino 2019 sbaragliano quelli delle altre città candidate al ruolo di Capitale Europea 2019 (Ravenna, Lecce, Palermo, Perugia e Assisi, Bergamo, Mantova, Matera, Taranto, Siena, Siracusa, Caserta, L’Aquila, Venezia). Pur se con un distacco ampio (7.177 fan) è Ravenna la città che più di tutte contende il primato a Urbino. Anche i seguaci di Twitter non sono da meno. Urbino, infatti, vanta più follower di tutte le altre candidate messe insieme (8.439 contro 6.879).
Ricercatrice Unicam entra a far parte di AcademiaNet
Il pubblico di Facebook tifa per Urbino
La ricercatrice Unicam Irene Ricci è una delle pochissime italiane ad essere entrata a far parte di AcademiaNet, la banca dati che riunisce le migliori ricercatrici in Europa. Il data base AcademiaNet nasce nel novembre 2010 in Germania per volontà della Cancelliera Angela Merkel, con l’obiettivo non solo di far emergere le donne che maggiormente si distinguono nella loro disciplina, ma anche di favorirne la leadership in ambito accademico, scientifico e industriale. “Ho appreso con grande entusiasmo ed orgoglio – ha dichiarato Irene Ricci – la notizia di essere stata inserita in questo prestigioso network. E’ un riconoscimento che conferma ancora una volta la qualità del mio progetto di ricerca e dei ricercatori che lavorano all’interno delle università italiane”. 41
LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE
Jimmy Fontana La voce marchigiana che da Camerino ha conquistato “Il mondo” di A. Dachan 42
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o scorso 11 settembre si è spento nella sua casa romana il cantautore marchigiano Enrico Sbriccoli, in arte Jimmy Fontana. Un uomo d'altri tempi, di grande spessore artistico e umano. Nato a Camerino il 13 novembre del 1934; appassionato di jazz, autodidatta e talentuoso, ha cominciato a farsi conoscere dal pubblico esibendosi prima come cantante nelle orchestrine jazz, poi intraprendendo la carriera di compositore e cantante solista. L'incontro con Ennio Morricone, agli inizi degli Anni ’60, fu per lui particolarmente importante: il Maestro lo presentò, infatti, alla Casa Discografica RCA, che si rivelò, negli anni successivi, il fondamentale complemento per tutti i suoi successi. Nel '65, con la canzone “Il mondo”, Jimmy Fontana conquistò definitivamente il pubblico internazionale. Vogliamo rendere omaggio a questo ambasciatore delle Marche, discreto e geniale, ricordandolo attraverso le parole del suo primogenito Luigi. Come descriverebbe suo padre? “L’uomo Enrico Sbriccoli è stato ‘artista’ in tutti i sensi, anche nella vita. Figlio di un dirigente bancario della allora ‘Cassa di Risparmio di Macerata’, ha studiato ragioneria, ma, come è noto, ha poi fatto tutt'altro mestiere; in lui l’elemento razionale veniva sempre sopraffatto dal suo istinto indomito; metteva, in tutto ciò che faceva, un entusiasmo ed una carica incredibili, impegnando ogni volta se stesso e rischiando spesso oltre modo. Certamente questo aspetto “irrazionale” della sua personalità non ha voluto trasmettercelo come insegnamento, anzi: lui stesso ci ammoniva di non fare nulla se non fossimo stati assolutamente sicuri delle nostre potenzialità. Ad ogni modo, la sua raccomandazione più grande è stata quella di essere sempre noi stessi, così come è sempre stato lui: senza finzioni, autentico fino in fondo. A casa, invece, nella gestione familiare, è stata mia madre ad aver sempre avuto il ruolo principale e a tenere le redini. Sono stati una coppia bellissima e si compensavano a vicenda. Oltre cinquant’anni di matrimonio, vissuti con un sentimento ed un equilibrio che io trovo davvero rari per gente che vive questo tipo di vita. Per provare invece a descrivere l’artista Jimmy Fontana, io direi che è stato si-
curamente un artista ‘sui generis’, quasi 'anarchico': sempre poco attento alla forma, molto concentrato sulla sostanza. Si è sempre fidato del suo istinto e del suo talento, che in cambio gli hanno dato risultati davvero importanti”. A livello artistico, chi è stata la persona più importante per suo padre? “Credo che, la persona più importante nella sua vita artistica - e in seguito anche nella mia - sia stata Italo Greco, detto “Lilli”: un produttore semplicemente mitico, che, fra gli altri, ha lanciato artisti del calibro di De Gregori, Venditti e Paolo Conte. Lilli è stata in origine la persona che ha seguito tutto il lavoro di produzione di mio padre in seno alla Casa Discografica RCA: con la RCA mio padre incise tutti i suoi brani più importanti, compresi, ovviamente, 'Il mondo' e 'Che sarà'. Lilli, che fra l’altro firmò con mio padre tutti i suoi più importanti successi, ci diceva sempre: 'Vostro padre è un pazzo scatenato, ma quando si mette a scrivere musica e a cantare… colpisce sempre. Al cuore”. Come è stato crescere con due personaggi così? “Sono stati entrambi un arricchimento incredibile ed essenziale per me. Potrei raccontare tante situazioni che abbiamo condiviso e affrontato insieme, nelle quali emergeva tutta la loro diversità. Una volta, ad esempio, ero con loro nello studio di registrazione e facevo le prove per un pezzo scritto da me. Lilli mi parlava per farmi entrare in un certo meccanismo psicologico e interpretare al meglio la canzone con una profondità di ragionamento. Mio padre era lì con noi e intanto armeggiava con i suoi cacciaviti; amava sistemare tutto con le sue mani. Lilli gli propose di cantare il pezzo per me a mò di esempio e lui, senza preparazione e senza aver minimamente ascoltato tutte le nostre elucubrazioni mentali, lo cantò subito in modo magistrale. Era perfetto perché aveva una potenza interpretativa assoluta”. Quando ha cominciato a seguire suo padre? “Nel 1982, quando ho scritto insieme a lui ed a Lilli “Beguine”, una canzone che portammo al Festival di Sanremo, dove mio padre arrivò sesto. Da allora sono
sempre stato in giro con lui, in Italia e nel mondo. In quest'ultimo anno però, in concomitanza con l'attesa dell'uscita del mio primo album da solista, abbiamo insieme deciso che fosse meglio io mi defilassi; ma con lui è rimasto mio fratello Andrea, che nel frattempo, più precisamente una decina di anni dopo di me, si era unito a noi nelle tournée. Tecnicamente, negli ultimi trent’anni, credo di aver vissuto con mio padre di più di quanto non abbia fatto mia madre stessa…tra la vita di casa, le tournée e il nostro studio di registrazione, dove insieme a Lilli Greco lavoravamo incessantemente alle nuove produzioni, non c’era giorno nel quale non si stesse a contatto continuo. E non è stato semplice stargli accanto! Era istintivo, spesso invadente, egocentrico, tosto, sempre impegnativo…ma è stato sempre e comunque bello. Era un vero un purosangue”. Nella vita privata aveva un atteggiamento diverso? “La cosa che più lo caratterizzava era il suo amore assoluto per la mamma, la sua fedeltà. Non ho mai visto una persona così, specie nel nostro ambiente. Ed amava incredibilmente anche tutti noi figli; il suo senso della famiglia era fortissimo e radicato; in questo venivano fuori le sue profonde radici marchigiane e la sua autenticità. Schivo e riservato, non ha mai amato il gossip, gli scandali e le copertine patinate. La famiglia era per lui una cosa seria, da proteggere e preservare. Era estremamente generoso e per noi ha sempre dato il massimo, per non farci mancare mai nulla". Come si compone la vostra famiglia? “Oltre a me ci sono Paola, medico ricercatore, Andrea, anche lui impegnato nella musica e Roberto, che fa il fonico all’Auditorium di Roma e che, per il momento, è l'unico ad avergli dato una nipotina, Gaia. Mia madre Leda è una splendida donna lucana che ha conosciuto mio padre negli anni '50, in ambiente universitario; lei studiava e anche lui avrebbe dovuto farlo, ma invece di dedicarsi ai libri se ne andava in giro a cantare”. Che rapporto aveva Jimmy con le Marche? “Aveva un legame fortissimo con la sua
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LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE
terra e ci tornava con infinito piacere, molto spesso, anche se negli ultimi anni le sue visite erano sensibilmente diminuite da quando, sono mancati i suoi genitori. A Macerata mia nonna aveva una casa di circa 90 metri quadrati in viale Piave dove, a Natale, ci ritrovavamo tutti: la bisnonna, la nonna, tre zii ed una zia con rispettive/i consorti, mio padre, mia madre e noi, tredici nipoti. In casa eravamo 25 persone per 4 o 5 giorni l'anno, pigiati in quello spazio stretto…ma stavamo bene, in festa, eravamo uniti e felici. Sono anni che ricordo con grande nostalgia”. C'è un aneddoto legato alla sua famiglia che vuole raccontarci? “Ce ne sarebbero un'infinità. Ad esempio, per il Natale papà portava ogni anno a Macerata la novità del momento: era perdutamente ed irrimediabilmente innamorato delle tecnologie. Girava il mondo e ogni volta tornava dai suoi viaggi con qualcosa di geniale ed innovativo.
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Mi ricordo ancora di quando si presentò con una specie di scatoletta di plastica grigia, con dei tastini numerici ed un piccolo display, che ci incuriosì tutti: era la prima calcolatrice Texas Instrument. Tutti ci giocammo rimanendo sbalorditi ed affascinati; lui, che aveva un fiuto particolare per certe cose, spense subito i nostri entusiasmi dicendoci che si, era un oggetto molto utile e presto sarebbe diventato diffusissimo nel mondo, ma uno dei risultati sarebbe stato che, da lì in poi, quasi nessuno avrebbe più saputo come fare le divisioni e le moltiplicazioni senza quel supporto. Qualche anno dopo arrivò con un televisore Sony a colori: all'epoca in Italia esisteva solo il bianco e nero. Sistemammo il televisore al centro della sala nella casa dei nonni; tutti noi eravamo rapiti da quell'oggetto e stavamo lì ore e ore seduti a guardare il filmato “prove tecniche di trasmissione” della RAI, che veniva trasmesso ciclicamente: sempre la stessa scena e noi lì fermi, rapiti ed incapaci di andarcene…
come degli idioti! Fortunatamente, almeno, c’era, ad accompagnare la scena muta, un Notturno di Chopin”. Dei quattro figli di Jimmy Fontana lei è quello che in qualche modo gli somiglia di più? “Caratterialmente direi di no; siamo sempre stati piuttosto diversi, ma abbiamo sempre condiviso una grande passione, che ci ha avvicinati molto: la musica. A quattordici anni presi in mano la chitarra e dissi a mio padre: 'Voglio fare il tuo mestiere'. Lui mi disse di lasciar perdere, che era un mondo difficile. Ci rimasi decisamente male. Per un certo periodo ho messo in stand-by quella mia idea, senza mai abbandonarla del tutto e ho continuato a studiare, fare sport e ad andare in giro per il mondo con lui. Quando arrivavamo in qualche posto lui si chiudeva in albergo, col televisore acceso su qualche programma sportivo e col telefono in mano per chiamare mia madre, mentre io andavo in giro per
La testimonianza di Fabio Corvatta, già sindaco di Recanati e presidente del Centro Studi Leopardiani “Ho conosciuto Enrico una ventina d'anni fa grazie ad un amico comune, Andrea Valentini. Avevamo frequentazioni romane e capitava spesso di incontrarci e ritrovarci intorno ad un tavolo a parlare di varie tematiche. Era un uomo molto attento e accorto rispetto a tutto ciò che avveniva intorno a lui. Nell'ottobre del '99, quando sono stato eletto sindaco di Recanati, mi venne in mente un'idea che per quell'epoca era piuttosto originale: festeggiare il Capodanno in piazza, creando un evento che coinvolgesse la cittadinanza. Così ho pensato ad un concerto e ho invitato Enrico, che con quella spontaneità e semplicità che lo ha sempre caratterizzato ha accettato di buon grado. Ha amato molto il territorio delle sue origine e non mancava mai di dimostrare il suo affetto alla gente. Non disdegnava mai gli inviti, che si trattasse di un incontro pubblico o di un festeggiamento, rispondeva sempre con gentilezza e passione. Un inverno di qualche anno fa un'impresa del Recanatese lo invitò per festeggiare una ricorrenza; quel pomeriggio nevicò talmente tanto che tutte le strade rimasero bloccate. L'evento, naturalmente, è stato rinviato, ma Enrico si presentò lo stesso, nonostante le difficoltà: aveva dato la sua parola e voleva mantenere l'impegno preso. Così ci ritrovammo in tre: lui, il titolare dell'azienda ed io. Il ricordo più caro che mantengo di Enrico è la passione con cui si dedicava a ciò che faceva: aveva un dono e con le sue canzoni ha lasciato un'impronta indelebile nella storia e nel cuore degli italiani”.
scoprire quei luoghi, conoscere, capire; mi piaceva godere della magia che ogni nuova città riserva a chi la visita per la prima volta”. Quando ha deciso di riprovarci? “A diciotto anni mi sono iscritto all'università, ho dato qualche esame, ma sentivo di esser fuori strada. Dopo due-tre anni, parlai nuovamente con mio padre per convincerlo della mia idea e lui mi disse che, se avessi voluto fare il cantante, avrei almeno dovuto scrivere i miei pezzi, cosa che iniziai subito a fare, insieme al mio amico del cuore Marco Greco, che, guarda caso, era il figlio primogenito di Lilli Greco! In quel periodo però le case discografiche cercavano profili diversi dal mio, personaggi più eccentrici e a loro avviso io avevo la faccia 'troppo pulita' e facevo musica 'troppo pulita'. Fu allora che Lilli mi coinvolse nel mondo delle colonne sonore; da lì in poi, ho iniziato a vivere di musica, a lavorare anche per il cinema e il teatro,
senza mai smettere di esibirmi con mio padre, a Tolentino come a San Francisco, a Taranto come in Australia: ovunque e comunque avessimo la possibilità di stare davanti ad un pubblico, andavamo sempre volentieri. E’ in questo tempo che sono entrato nel mondo di mio padre e ho imparato da lui tutto quello che c'era da imparare, fino a prendere in mano lo studio di registrazione che lui aveva creato con le sue mani e che è poi diventato il nostro laboratorio in comune, la nostra scatola dei sogni, dove creare musica, per lui, per me, per Lilli e per tutte le produzioni di cinema e teatro che abbiamo fatto”. E il duetto con suo padre? “Tre anni fa Lilli mi ha detto che era arrivato il mio momento, che dovevo incidere un mio disco e di fronte alle mie esitazioni legate soprattutto al fatto che non ero più un ventenne, mi ripeteva costantemente che anche artisti come Paolo Conte hanno pubblicato il loro pri-
mo album dopo i quarant'anni. Ho preso coraggio e ho lavorato all'album, ma ahimè, un anno dopo Lilli si è spento. È stato un colpo durissimo per tutti noi e ci ha lasciato un vuoto incommensurabile: lui è stato il produttore ed uno dei più grandi amici di mio padre, nonché il mio padre artistico. Ora se ne è andato anche mio padre. Il dolore che prima era forte, è ora straziante. Sono mancati due personaggi immensi per tutti ed insostituibili per noi. Il mio album è pronto per essere pubblicato ad inizio 2014 e contiene anche un duetto con papà che avevamo registrato in maggio e che avremmo dovuto cantare insieme negli spettacoli del mio tour teatrale di lancio. Quest'album uscirà, non più soltanto per una mia ambizione personale, ma anche per rendere omaggio a questi due grandi uomini che hanno fatto diventare vera arte la musica d'autore ed hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia”.
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ALTO ARTIGIANATO
All Gold: quarant’anni di tradizione orafa I gioielli sono da sempre un oggetto di piacere, che rispecchia la nostra identità ma che racconta molto anche di chi li crea. Oggi vi presentiamo una realtà d’eccellenza, che affonda le sue radici in trazioni molto antiche: la All Gold di Fossombrone. Giorgio Aguzzi, uno dei tre soci, ci racconta la storia e lo spirito di questa prestigiosa bottega di A. Dachan
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ome nasce la bottega orafa All Gold? “La nostra tradizione orafa nasce circa quarant’anni fa e ha conosciuto nel tempo una continua evoluzione, mantenendo vivo il suo legame con le antiche tradizioni. A iniziare quest’avventura umana e professionale è stato il più anziano dei tre soci, mio fratello Oscardo Aguzzi, che nel 1965 intraprese il mestiere di orafo presso la vecchia bottega artigiana di Fossombrone, che all’epoca si chiamava “Fabbrica Artigiana Bordoni Alfio”. Si trattava di una realtà di vecchio stampo, dove tutto si faceva interamente a mano. Lavorò lì per molti anni, finché; nel 1971, venne premiato alla Rassegna Orafa di Sant’Eligio, come miglior apprendista d’Italia. Sin dai primi anni della mia infanzia ero consapevole che mio fratello era un bravo orafo e a quattordici anni per me è stato naturale affiancarlo e iniziare a lavorare con lui. Nel 1986 abbiamo dato vita alla All Gold, rinnovando il laboratorio artigianale dove lavoravamo. Negli anni successivi abbiamo preso come apprendista Flavio Topi, diventato poi nostro so-
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cio, insegnandoli il mestiere dell’orafo; la collaborazione era tale che nel 2001 abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, rilevando la vecchia gioielleria del nostro maestro Bordoni Alfio e aprendo nel centro storico di Fossombrone”. Può parlarci delle caratteristiche delle vostre lavorazioni? “Nel nostro laboratorio mettiamo in pratica diverse tecniche di lavorazione artigianale: lastra a filo, cesello, incisioni, fusioni ad osso di seppia, fusioni a cera persa, ma la tecnica di cui siamo più orgogliosi e sulla quale abbiamo investito di più è la tecnica dell’oro filigranato. La caratteristica è che vengono creati fili minuscoli in oro, che poi vengono intrecciati e curvati, fino a comporre un disegno, come un mosaico: da lì prendono vita diverse creazioni”. Cosa fate per tutelare e tramandare il vostro patrimonio di conoscenze e il vostro know how? È un aspetto del nostro lavoro su cui puntiamo molto. Già nel 2001, quando abbiamo effettuato l’espansione di All
Gold, riportando al suo antico splendore la bottega del 1600, abbiamo previsto l’inserimento di nuove leve, di giovani, dando loro l’opportunità di apprendere tutti i segreti del vecchio mestiere. Attualmente con noi lavorano quattro ragazzi che hanno frequentato l’Istituto d’arte Apolloni di Fano e che si sono formati con noi imparando tutti i passaggi necessari per la creazione di un gioiello artigianale”. Cosa ha significato per voi il riconoscimento da parte della Regione di “Maestro artigiano”? “Sicuramente è stato un riconoscimento importante, che valorizza ulteriormente il nostro impegno e la nostra dedizione. Abbiamo inoltre voluto aderire al Progetto bottega-scuola, per far conoscere ai giovani il nostro lavoro e trasmettere loro il bagaglio di conoscenze e competenze che noi stessi abbiamo ereditato dal nostro maestro. I giovani sono una risorsa, un investimento per il futuro e una risorsa per il nostro paese e bisogna dare loro la possibilità di mettere a frutto il patrimonio delle nostre tradizioni e del made in Italy”.
Le vostre specificità possono costituire una carta vincente anche sul mercato internazionale? “Il nostro patrimonio di know how è sicuramente una carta vincente e si è dimostrato tale specie negli ultimi anni. Tempo addietro,, infatti, eravamo una piccola realtà con una grande tradizione, ma non ci muovevamo al di fuori del territorio nazionale. Nove anni fa, invece, abbiamo iniziato a partecipare a mostre all’estero: a Parigi, presso la Biblioteca Nazionale, a Bruxelles, al White Plains di News York, ai Magazzini Harrods di Londra, in Florida e in California. Abbiamo così fatto conoscere la particolarità della tecnica della filigrana, che ha subito suscitato l’interesse di un pubblico di nicchia. Grazie a queste mostre siamo cresciuti, abbiamo preso contatti e ordinazioni. In particolare, nel 2008, è arrivata una commessa per la Ben Bridge, una catena che ci ha selezionati con altre importanti aziende italiane come fornitrice dei loro 78 negozi negli Usa. In quella fase Alla Gold ha saputo coinvolgere i giovani, in particolare per gli aspetti legati alla comunicazione, tanto che la nostra bottega
è diventata oggetto di una tesi di laurea sulla Comunicazione interculturale d’impresa. Recentemente siamo arrivati con le nostre creazioni anche negli Emirati, in particolare a Sharjah e a Dubai”. Può tracciare un profilo del vostro cliente tipo? “Abbiamo un’ampia varietà di clienti, di cui il 90 per cento circa sono italiani. Ci sono clienti fedeli, che ci seguono da trent’anni e si sono affezionati alle nostre creazioni e clienti giovani, che scoprono le nostra lavorazioni e le apprezzano. L’elemento comune è che si tratta sempre di persone molto esigenti, che vengono con richieste precise perché sanno che possono fare bella figura se vogliono fare regali importanti e soprattutto sanno che possono avere oggetti unici, esclusivi, realizzati appositamente per loro con eleganza e originalità”. Per le prossime festività, che tipo di gioielli proporrete? “Il nostro laboratorio di design è sempre attivo: puntiamo molto sulla ricerca, sia per quanto riguarda le nuove mode, che per quanto riguarda le esigenze del mer-
cato. Dobbiamo tenere conto che il costo della materia prima è sensibilmente lievitato e in questo particolare periodo è importante creare gioielli accessibili. Per questo abbiamo puntato alla creazione di oggetti leggeri come peso, mantenendo il nostro stile di sempre. Stiamo creando gioielli natalizi, per quei clienti che amano gli oggetti animati, che affiancheranno i classici di sempre: solitari su oro bianco, pietre preziose incastonate, gioielli filigrana con fiori e forme geometriche e tratti d’arte contemporanea”.
Per info: Allgold snc Corso Garibaldi, 86 61034 Fossombrone (PU) Tel:0721 715709 – Fax: 0721 742322 www.allgold.it allgold@libero.it
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VITA DA MANAGER
“Sapersi proporre con serietà può fare la differenza” Stefano Muzi, Sales Manager presso la Falmar Project S.r.l., nel Pesarese, racconta la sua vita da manager e il percorso professionale che l'ha portato dal mondo dell'editoria religiosa a quello dell'arredamento e design di A. Dachan
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al lavoro in Casa Editrice al mondo del mobile: nella sua carriera ha ricoperto diversi ruoli, vuole raccontarci il percorso che l'ha portata a diventare sales manager ? “Stimolante l’inizio con i fratelli Walter e Oscar Serra dell’Editrice Velar e Centro Culturale Cattolico con sede a Gorle Bergamo; una importante realtà nel mondo editoriale religioso; dopo la formazione nella vendita e nella comunicazione, con la giusta dose di umiltà e facendo mio il principio 'non mollare mai', ho iniziato dal porta a porta, maturando esperienza pluriennale 'sul campo' tra Brescia, Bergamo e Sondrio, in Lombardia dove sono nato. I miei genitori sono originari di Jesi e Senigallia e si sono trasferiti nel nord Italia negli anni '60. Circa nove anni fa la professione mi ha riportato con piacere nelle Marche, dove ho proseguito nella sensibilizzazione e divulgazione per l’Istituto Serafico di Assisi con le vendite delle opere editoriali. Per la voglia di confrontarmi e apprendere, mi è stato permesso da alcune aziende di collaborare per approfondirne le dinamiche interne: il Gruppo Troiani &
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Ciarrocchi di Monteprandone AP (energie rinnovabili, costruzioni e impianti), la Full Mobili di Martinsicuro TE (office furniture), la Soema ed il Consorzio OptiMus con sei imprese di Recanati e Ancona (elettronica, impianti di sanificazione per l’igiene di spazi pubblici e medicali). Ho promosso le loro attività, la ricerca di nuove opportunità ed i rapporti con le Associazioni. Nella primavera di quest’anno ci siamo ritrovati con un amico ventennale, Fabio Mattioli, che mi ha proposto di condividere l’area commerciale della sua azienda Falmar Project con sede a Pesaro (Pareti divisorie e arredi per uffici operativi e direzionali); mi è stato affidato l’incarico di Responsabile Commerciale/Sales Manager e il coordinamento di agenti e collaboratori in Italia e all’estero”. Anche in base alla sua personale esperienza, ritiene che il “posto fisso” sia un modello lavorativo superato? “Sicuramente rappresenta una grande certezza, in particolare per i lavoratori che hanno impegni economici e/o altre esposizioni finanziarie; altresì credo
importante uniformarsi alle richieste ed alle flessibilità del mercato e del mondo del lavoro. Gli altri paesi europei e i nostri cugini comunitari, offrono esempi che dimostrarsi disponibili al cambiamento, può offrire situazioni di miglioramento, sicuramente con l’aiuto di amici consulenti del lavoro che potranno verificarne gli aspetti sostenibili e la serietà. La formazione personale è fondamentale, per migliorarsi, così come aprire le visuali e guardare le prospettive sempre da vari punti di vista”. Quali sono le caratteristiche principali che, secondo lei, deve avere un manager? “Porsi sempre in 'posizione' di ascolto, riflettere, confrontarsi e dare fiducia ai propri collaboratori. Senza banalità e retorica cercare di essere quotidianamente autorevoli e mai autoritari, con umiltà e senza risparmiarsi. Cercare collaborazioni, sinergie con la figure fondamentali delle persone sempre al centro”. Per essere vincenti, conta di più una
La benedizione di Papa Giovanni Paolo II “Con Editrice Velar e Centro Culturale Cattolico, abbiamo promosso insieme l’opera di sensibilizzazione presso: aziende, consulenti, professionisti, Enti pubblici e Fondazioni Bancarie; con le opere editoriali si realizzano ambiziosi progetti per l’Istituto Serafico di Assisi Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto che dal 1871 fondato dal Frate Francescano Beato Lodovico da Casoria, svolge opera di riabilitazione per disabili dell’udito e della vista ed oggi è un centro di eccellenza per la sperimentazione metodologica. Papa Giovanni Paolo II l’ha visitato nell’86 e nel '93 lasciando un vivo ricordo 'Questa è una grande opera, Dio benedica chiunque la sostiene'. Papa Francesco nelle scorse settimane giungendo ad Assisi da Roma, ha scelto come prima tappa una visita agli ospiti del Serafico”.
buona formazione o l'esperienza acquisita sul campo? “Vincenti è un termine forse anni '80, da film tipo Wall street e Top gun. Collaborativi lo trovo più interessante e le esperienze sul campo altrettanto. La formazione dovrebbe essere sempre al primo posto, come interesse personale, unitamente alla curiosità e all’entusiasmo positivo che può rivelarsi contagioso”. Può raccontarci una sua giornata tipo? “Prima colazione in famiglia, presto in ufficio, qualche minuto di confronto con lo staff e tutti insieme pronti a cogliere le iniziative che si presentano, sempre nel pieno rispetto della qualità di vita, cercando di rispettare questi presupposti quando è possibile”. I mobili e il Pesarese: un binomio ancora vincente? “Il distretto del legno e del mobile della provincia di Pesaro e Urbino, è ubicato in un’area particolarmente favorevole logisticamente, per il mercato interno e per l’estero. La regione Marche ha una vocazione per la piccola impresa ed il
saper fare. Unire gli imprenditori e i professionisti è molto importante e 'facendo squadra', possiamo essere apprezzati per le nostre peculiarità in tutti i mercati del mondo”. Qual è lo stato di salute del settore oggi come oggi? “La crisi è assolutamente un cambiamento, le trasformazioni devono essere rapide e sapersi proporre con serietà può fare la differenza. Varie imprese a mio modesto parere soffrono il cambio generazionale ed il poco rinnovamento. L’accesso al credito apparentemente problematico, può essere affrontato con un confronto più sincero e master plan trasparenti. È necessario attivarsi per promuovere l'essere team e proporsi all’estero con forza e lungimiranza”. Nel design come in altri settori, ritiene che il made in Italy sia una carta vincente per vincere la sfida dell'internazionalizzazione? “Gli interlocutori che iniziano a selezionarci, per le loro esigenze e per i tenders che rappresentano nelle loro aree ope-
rative, dimostrano subito un particolare apprezzamento per il made in Italy che si è affermato negli scorsi decenni. Oggi la sfida è mantenerne ed accrescerne il prestigio, con soluzioni estetiche e tecniche innovative e continue”. Per superare la crisi sono state proposte diverse soluzioni: lei ha una sua ricetta? “Premesso che cucinare nel tempo libero è una grande passione, non seguo mai ricette, e con creatività tento sempre nuove idee, gusti e sapori. Lo stesso concetto, con grande prudenza insieme allo staff, lo portiamo anche nel nostro impegno quotidiano”. Che consiglio darebbe ad un giovane che voglia fare carriera? “Serietà innanzitutto, atteggiamento positivo e dimostrarsi realmente coinvolti nei project che seguono e sviluppano le aziende con cui possono crearsi collaborazioni. Evitare sempre atteggiamenti critici che possono apparire polemici; piuttosto proporre sempre confronti costruttivi”.
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rofessore, la disoccupazione giovanile in Italia ha superato ormai il 40 per cento. Pensa che abbiamo raggiunto il fondo? “Assolutamente no, purtroppo”. La sua mi sembra un’affermazione drastica. Su cosa si basa questa convinzione? “Guardi, fino a quando in Italia non avremo una politica industriale degna di tale, nome i vari governi che continueranno a succedersi non potranno pensare di rilanciare l’occupazione semplicemente fornendo incentivi, sia pure allettanti per le aziende, se poi non creano le basi per far lavorare le aziende”. Tutti addebitano l’attuale situazione catastrofica occupazionale alla crisi mon-
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diale. Lei sull’argomento cosa ne pensa? “Non sono d’accordo con questa affermazione, altrimenti anche alcuni Stati come ad esempio la Svizzera e la Germania, dovrebbero essere nelle nostre stesse condizioni ed invece non lo sono. Anzi, in questi Paesi si stanno trasferendo molti nostri connazionali in cerca di occupazione”. Secondo lei, allora, qual’è la causa di questa situazione disoccupazionale catastrofica? “Quando qualcosa non va, sono abituato prima a farmi un esame di coscienza per cercare di capire dove ho sbagliato, in modo da iniziare a correggere i miei errori e poi guardare agli errori degli altri. Purtroppo questo in Italia non lo
si è mai fatto. Ad esempio continuare a non invogliare, con politiche industriali serie, le aziende già esistenti in Italia a non abbandonare i nostri territori. Altro punto importante: come si può pensare di creare occupazione, incentivando le aziende ad assumere, continuando ad avere un costo del lavoro tra i più alti al mondo? Oltretutto i nostri ragazzi una volta terminato il loro ciclo di studi, nella maggior parte dei casi non sono pronti ad affrontare il mercato del lavoro che richiede competenze e conoscenze da un mondo sempre più globalizzate. Ad esempio la scarsa conoscenza delle lingue straniere da parte dei giovani risulta un handicap di non poco conto”. Si sta insistendo con i contratti di apprendistato e i tirocini formativi. Lei
pensa che possa essere questa la strada da seguire? “Non prendiamoci in giro, per favore! Il tirocinio formativo è un percorso formativo di massimo sei mesi, spesso utilizzato per eludere la formalizzazione di un vero e proprio rapporto di lavoro. Pensate che in sei mesi una persona possa essere formata per essere immessa nel mercato del lavoro? Il contratto di apprendistato rivisitato più volte non ha mai funzionato come ci si aspettava. Insomma, se questi due istituti non verranno abbinati ad un percorso scolastico, in cui si debba studiare anche il diritto del lavoro, non serviranno a nulla. Fino a quando non si comprenderà che l’apprendista dovrà formarsi solo in azienda evitando la formazione trasversale esterna, questa tipologia contrattuale non troverà mai pie-
na attuazione. Oggi più che mai ritengo opportuna l’applicazione del contratto di lavoro ripartito, per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro di giovani disoccupati, perché oltre a rappresentare una valida opportunità di formazione a costo zero potrebbe rappresentare una modalità per far risparmiare un po’ di euro alle aziende”. Il 30 ottobre 2013 è stato approvato il Piano per la “Garanzia Giovani”. Ritiene valida questa iniziativa? “Teoricamente le dico di sì, ma sono abituato a ragionare concretamente. Vi porto un esempio: già dal 2000 il decreto legislativo n. 181, più volte modificato, prevede che nei confronti di giovani fino a 25 anni di età compiuti (o 29 anni compiuti se in possesso di un diploma
universitario), debba esserci la garanzia di una proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, di formazione o di riqualificazione professionale, o ad altra misura che favorisca l’integrazione professionale. Avete visto attuare tutto questo? Io no. Quindi per rendere concreto quanto previsto dal Piano “Garanzia Giovani”, in primis occorre mettere i Centri per l’Impiego nelle migliori condizioni possibili di lavorare, ad esempio, fornendogli computer e strumenti validi per attuare tutte queste cose previste dalla Raccomandazione del 22 aprile 2013”.
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IMPRESE
Valore a territorio e impresa Ce.Di.Marche, crescita condivisa + 2,88% nei primi 9 mesi del 2013. Nuove aperture e nuova occupazione nelle Marche ed in Abruzzo di L. Ciaccafava
S
i è tenuta al Fermo Forum il 17 Ottobre la consueta Convention di Ce.Di.Marche, la cooperativa marchigiana proprietaria dell’insegna “SI’ con te” che opera nella distribuzione commerciale con oltre 100 supermercati nelle Marche ed in Abruzzo.
Il presidente CE.DI. Principi Michele
Anche quest’anno l’iniziativa è stata fortemente partecipata dagli interlocutori che hanno rapporti commerciali ed economici con Ce.Di.Marche, erano infatti presenti circa 600 rappresentanti del mondo imprenditoriale, bancario, professionale e distributivo a livello nazionale e regionale. Dopo il saluto del Sindaco di Fermo Nella Brambatti, il Presidente del Consiglio di Gestione di Ce.Di.Marche, Michele Principi, nell’intervento di apertura, ha introdotto i temi di maggior rilievo che danno il titolo alla giornata:
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Valore a Territorio e Impresa. In tema di territorio, Alberto Monachesi ed Angelo Serri, gli “ambasciatori” del “made in Marche” di TIPICITA’ hanno sottolineato il valore della collaborazione con Ce.Di.Marche e con le altre imprese locali per creare sinergie produttive e per promuovere l’eccellenza del nostro territorio in Italia e all’estero. Il Direttore Generale Paolo Gattafoni e le direzioni di alcuni settori aziendali si sono avvicendate sul palco per evidenziare i risultati, i progetti, le prospettive ed i programmi di sviluppo della Cooperativa che anche nel corso di questo 2013 fortemente selettivo e problematico per i consumi, sta conseguendo risultati commerciali, economici e patrimoniali positivi. in controtendenza rispetto alle criticità del mercato distributivo. In particolare sono stati confermati i ri-
La Platea del Convegno
sultati di crescita del fatturato della Cooperativa e della rete di vendita (+2,88% a Settembre 2013) rispetto ad una media del mercato che è al -2,42% (fonte Nielsen area3). È stata analizzata con preoccupazione la contrazione dei consumi delle famiglie italiane, segnate da redditi intaccati dall’inflazione, che hanno sempre meno riferimenti per le proprie esigenze di spesa: si va meno volte negli ipermercati e nei centri commerciali, perché si è ridotta la disponibilità economica delle famiglie; i discount, per contro, incrementano i servizi, ma faticano ad offrire alternative di qualità per la spesa alimentare di tutti i giorni. In questo scenario Ce.Di.Marche ha deciso di mettere al centro le esigenze del cliente aumentando l’attenzione alla qualità dei reparti freschi ed al servizio
sulla spesa alimentare quotidiana, creando sinergie con i produttori locali e con le aziende del territorio, con l’obiettivo di valorizzare la filiera distributiva sul territorio Marchigiano ed Abruzzese, contribuendo così a creare valore ed occupazione. Grazie a questa strategia Ce.Di.Marche ha pianificato investimenti sullo sviluppo di nuova rete di vendita per oltre 60 milioni di euro nel prossimo triennio, con nuovi supermercati, nuova quota di mercato e nuova occupazione sul territorio. Con questo modello di sviluppo, basato sul presidio del territorio e sull’adattamento alle specifiche realtà locali, la Cooperativa intende rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori e far sì che nelle proprie scelte di acquisto possano riconoscere il valore del proprio territorio.
Con questo modello di sviluppo, basato sul presidio del territorio e sull’adattamento alle specifiche realtà locali, la Cooperativa intende rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori CE.DI. MARCHE Società Cooperativa via Leonardo da Vinci, 5/7 60020 Pine di Camerata Picena (AN) Tel. 071 947121 - Fax 071 9471200 www.cedimarche.it
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IMPRESE
Dove sono i vostri clienti? In rete A tu per tu con Alessandro Cola, fondatore e amministratore delegato di Xplace, digital company di Osimo, convinto che nello sviluppo delle potenzialità della rete internet risieda la sopravvivenza di molte aziende di Fabio Lo Savio
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l protagonista di questa storia (in gran parte ancora da scrivere) è Alessandro Cola, 31 anni di Castelfidardo, innamorato della tecnologia e della rete, poco incline all'apparenza e all'apparire ma molto determinato a dimostrare le proprie capacità, le potenzialità della propria creatura imprenditoriale e la bontà delle proprie convinzioni.
tante aziende di prima fascia si rivolgano a noi quando invece, magari solo due anni fa, nemmeno ci conoscevano. Molti stanno abbandonando le agenzie tradizionali con le quali avevano rapporti consolidati da anni, per aprire le porte alla collaborazione con noi o con aziende come la nostra”.
“Siamo stati tra i primi a proporre concorsi fotografici su Facebook ed anche recentemente, in occasione dei campionati del mondo di vela d'altura, con il partner Hera, abbiamo ottenuto dei risultati incredibili in termini di visite, uploading e accessi. Oggi siamo orientati al couponing, che è un prodotto innovativo e molto in voga”.
La sua azienda, Xplace Company, è in forte crescita. In tre anni ha triplicato il suo fatturato, passando da 2 a 14 collaboratori, acquisito un'importante compartecipazione in una storica agenzia di comunicazione del Nord Italia con un portafoglio clienti di alto profilo e conquistato un'ampia fetta di mercato.
Dati alla mano, oggi gli spot dei big spender della TV portano il consumatore verso l'area social e on-line in genere, e la maggior parte delle azioni off-line hanno l'obiettivo di comunicare proprio la nuova vocazione social dell'azienda.
Da qualche mese, poi, è arrivata la compartecipazione al capitale di Stile di Bologna, agenzia emiliana con oltre vent’anni di storia e un portafoglio clienti che va da Yoga al Bologna calcio, ad Hera, Amarena Fabbri, Air Dolomiti, Isokinetic.
“Xplace è in forte crescita – dice Cola – sono fiero di dirlo perché lavoriamo sodo ogni giorno e non avrei rispetto verso i sacrifici miei e dei miei colleghi se minimizzassi in nome di una presunta falsa modestia. Siamo fortemente specializzati, e quello che proponiamo al mercato lo facciamo molto bene, con rigore da un lato e con creatività dall’altro, tanto che la maggior parte dei clienti arrivano a noi grazie al passaparola”.
“Capita di rado che una piccola realtà imprenditoriale acquisisca una parte di una grande agenzia e di solito accade esattamente l'opposto.
“I nostri competitors, anche coloro che avevano posizioni da leader, sono in difficoltà – racconta lo stesso Alessandro Cola –. Succede in molti settori della nostra economia e anche la comunicazione non ne è evidentemente immune, anche perché i clienti hanno ridotto i budget. I più stanno provando ad uscirne andando verso la rete, provando a scoprirsi esperti di qualcosa che fino a pochi mesi guardavano con diffidenza come i social network, ma il mercato è spietato e i clienti non hanno tempo e risorse da sprecare: solo così mi spiego come mai
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La proposta innovativa di Xplace riguarda prodotti anche pionieristici che in pochi sono in grado di realizzare.
Noi siamo molto fieri di quanto stiamo facendo e in SdB stiamo portando knowhow e capacità di innovare, confermando una tendenza difficile da spiegare che ci porta ad avere più clienti fuori dalle Marche che nella nostra regione. Grazie ad accordi e progetti con clienti come Amicucci Formazione, diventati partner, siamo convinti che saremo presto maggiormente protagonisti an-
che del mercato regionale e ringrazio ML – Magazine per l'opportunità, perché anche attraverso questa intervista penso che nasceranno dei contatti”. Al di fuori dell'azienda Alessandro Cola è anche un atleta, ricavandosi tempo per coltivare l'hobby del pattinaggio. “Sono un grande appassionato e sono presidente della Conero Roller. Disputo gare in giro per il mondo con la mia squadra e abbiamo oltre 130 giovanissimi iscritti ai nostri corsi. Nella mia categoria sono tra i migliori 30 pattinatori al mondo ma che fatica conciliare lavoro ed allenamenti e questi ragazzi, anche perché giovanissimi, vanno veramente forte!”
Il mercato è spietato e i clienti non hanno tempo e risorse da sprecare Alessandro Cola,
fondatore e ammi
nistratore delegato
di Xplace
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CONSULENZA
Debutta il nuovo modello per lo spesometro Sono molte le novità contenute nel modello cosiddetto “polivalente”, da utilizzare ai fini dello spesometro, cioè della comunicazione al Fisco delle operazioni effettuate e rilevanti ai fini Iva a cura della Redazione
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decorrere dal 1° gennaio 2012, infatti, per le operazioni per le quali dev’essere rilasciata fattura occorre comunicare per ciascun cliente e fornitore tutte le operazioni effettuate, indipendentemente dall’importo. Per le operazioni “business to consumer” (per le quali non dev’essere emessa fattura), invece, vanno comunicate le singole operazioni di importo non inferiore a 3.600 al lordo dell’Iva. Peraltro, non tutte le tipologie di operazioni sono oggetto di comunicazione: non sussiste l’obbligo, in particolare, per le importazioni e le esportazioni di cui all’art. 8, comma 1, lettere a) e b), del Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 (si tenga presente però che per le operazioni con operatori black list c’è un’apposita sezione del
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modello, mentre per gli acquisti effettuati da operatori della Repubblica di San Marino è stato predisposto il quadro SE). Non devono essere trasmesse, poi: le operazioni già comunicate all’Anagrafe tributaria (come quelle già acquisite tramite i modelli Intra nonché le operazioni di importo non inferiore a 3.600 euro, effettuate nei confronti di contribuenti non soggetti passivi Iva, pagate con carte di credito, di debito o prepagate; le operazioni finanziarie esenti da Iva (perché già comunicate all’Archivio dei rapporti finanziari); i rapporti e le operazioni di tipo finanziario effettuate tra compagnie di assicurazione e le operazioni riguardanti coassicurazione e riassicurazione che non comportano alcuna variazione delle condizioni contrattuali nei confronti
del cliente. Dal punto di vista soggettivo, oltre ai contribuenti rientranti nel regime dei “nuovi minimi”, sono esclusi dall’obbligo lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti pubblici, nell’ambito delle attività istituzionali diverse da quelle di cui all’art. 4 del decreto Iva. Il modello di comunicazione dev’essere presentato annualmente ed esclusivamente in via telematica, direttamente dal contribuente oppure tramite intermediari abilitati (iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali e dei consulenti del lavoro; iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli dei periti ed esperti tenuti dalle Camere di Commercio per la subcategoria tributi, in possesso di laurea in
giurisprudenza o economia e commercio o equipollenti o di diploma di ragioneria; iscritti negli albi degli avvocati; iscritti nel registro dei revisori contabili di cui al D.Lgs. 21 gennaio 1992, n. 88; associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all’art. 32, comma 1, lettere a), b) e c), del D. Lgs. 241/1997; associazioni che raggruppano prevalentemente soggetti appartenenti a minoranze etnico linguistiche; Caf–dipendenti; Caf–imprese; soggetti che esercitano abitualmente l’attività di consulenza fiscale; iscritti negli albi dei dottori agronomi e dei dottori forestali, degli agrotecnici e dei periti agrari; studi professionali e società di servizi in cui almeno la metà degli associati o più della metà del capitale sociale sia posseduto da soggetti
iscritti in alcuni albi, collegi o ruoli di cui al Decreto Dirigenziale 18 febbraio 1999). Se il termine di presentazione della comunicazione scade di sabato o in giorni festivi, esso è prorogato al primo giorno feriale successivo. L'intermediario abilitato è tenuto a consegnare al dichiarante - contestualmente alla ricezione della comunicazione o dell’assunzione dell’incarico per la sua predisposizione - l’impegno a presentare in via telematica all’Agenzia delle Entrate i dati in essa contenuti, precisando se la comunicazione gli è stata consegnata già compilata o sarà da lui predisposta. Questo impegno dovrà essere datato e sottoscritto dall’intermediario, anche se rilasciato in forma libera. La data dell'impegno, unitamente alla sottoscri-
zione e all’indicazione del proprio codice fiscale, dovrà essere successivamente riportata nello specifico riquadro “Impegno alla presentazione telematica” posto nel frontespizio della comunicazione. Inoltre la legge impone all’intermediario di: a. consegnare al dichiarante, entro 30 giorni dal termine previsto per la presentazione della comunicazione, l’originale del frontespizio e del riepilogo della comunicazione, sottoscritta dal contribuente, unitamente a una copia della comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che ne attesta l’avvenuto ricevimento; b. conservare (anche su supporti informatici) una copia delle comunicazioni trasmesse.
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CONSULENZA
Costituire una società di capitali? Costa solo 169 euro Sembra impossibile ma è vero. Probabilmente non sono mai esistite tante facilitazioni nella legislazione italiana come in questo periodo per poter aprire un’impresa
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li istituti giuridici che vengono incontro a chi ha una buona idea e voglia metterla in pratica con risparmio di costi e tempo sono principalmente due: quello della Srl semplificata e quello della start up innovativa. Per quanto riguarda la Srl semplificata, si tratta della possibilità di costituire una società di capitali, una società a responsabilità limitata per l’appunto, con un capitale sociale che va da 1 a 9.999,99 euro, adottando uno statuto standard (individuato con un apposito decreto ministeriale). Per la costituzione non sono dovuti diritti, né bolli od onorari notarili.
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Gli unici costi sono quelli dell’imposta di registro (168 euro) e del diritto annuale dovuto alla Camera di Commercio (200 euro). Inizialmente la Srl semplificata era stata prevista solo per soci persone fisiche di età inferiore a 35 anni; ora il Decreto Legge 76/2013 ha abrogato il limite di età e ha previsto che l’amministrazione possa essere affidata anche a non soci: si spera solo che la conversione in legge non modifichi le disposizioni del decreto. Se poi l’oggetto sociale della nuova impresa è caratterizzato da un forte carattere di innovatività si può anche usufruire delle agevolazioni ri-
servate alle start up innovative, che si concretizzano in deroghe alla normativa civilistica in materia di assoggettibilità alle procedure concorsuali e sotto il profilo degli adempimenti in caso di perdite che intaccano il capitale sociale. Per tali aziende vi sono poi deroghe alla disciplina lavoristica nonchè agevolazioni di carattere fiscale per le società (non si applica la disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica), per gli investitori (detrazioni fiscali per chi investe nelle start up innovative) e per i lavoratori. Per poter essere iscritti nella sezione speciale del Registro delle Imprese
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Se poi l’oggetto sociale della nuova impresa si contraddistingue per un forte carattere di innovatività si può anche usufruire delle agevolazioni riservate alle start up innovative, disciplinate da una normativa di favore
riservata alle start up innovative occorre che l’impresa operi in Italia, rispetti determinati limiti dimensionali, non distribuisca utili e che, alternativamente: sostenga il 15 per cento delle spese in attività di ricerca e sviluppo; impieghi a qualsiasi titolo persone che per almeno un terzo siano in possesso di un dottorato di ricerca o che, in alternativa, per almeno due terzi siano in possesso di laurea magistrale; sia in possesso di una privativa industriale. Inoltre la start up innovativa non deve pagare il diritto annuale della Camera di
Commercio. Il combinato disposto delle due agevolazioni porta alla possibilità di costituire una società di capitali con una spesa di 169 euro (1 euro di capitale sociale e 168 euro di imposta di registro). Ad onor del vero, occorre precisare che un adempimento immediatamente successivo alla costituzione della società è quello della vidimazione dei libri sociali, che comporta un esborso di 309,87 euro per la tassa di concessione governativa. Hai voluto la bicicletta? Ora pedala. In effetti il difficile viene ora: una volta scavalcati gli adempimenti burocratici, al neo imprenditore sono richieste qualità,
competenze e funzioni che nessun decreto o legge potrà fornirgli ma soltanto un’adeguata e completa formazione. La bontà dell’idea imprenditoriale dev’essere sostenuta da adeguate competenze manageriali, relazionali ed aziendali, altrimenti il tutto potrebbe essere vanificato e risorse, buone intenzioni, e lavoro andrebbero in fumo.
Roberto Antonella Area Fiscale Gruppo Sida - Ancona Tel. 071.28521 r.antonella@sidagroup.com
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LEGGE DI STABILITà 2014
Detrazioni Irpef per interventi edilizi e risparmio energetico: novità dal 1° gennaio Rivalutazione dei beni aziendali, interventi per l’agricoltura, agevolazioni Irap per le nuove assunzioni, detrazioni Irpef per il lavoro dipendente: sono numerose le novità contenute nel disegno di legge di Stabilità 2014, presentato nei giorni scorsi dal Governo al Parlamento a cura della Redazione
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ul fronte degli incentivi, il disegno di legge prevede ulteriori stanziamenti ai Fondi destinati alla crescita e allo sviluppo: Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (50 milioni per il 2014 ed altri stanziamenti per gli anni successivi, fino al 2020. Tale importo sarà destinato per l'80 per cento al Mezzogiorno); Fondo per la Crescita Sostenibile (100 milioni di euro per il 2014 e 50 milioni per il 2015); contratti di sviluppo nel settore industriale, compresa la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli e in ambito turistico (50 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015, 100 per il 2016); Fondo rotativo di cui all'art. 2, comma 1, del D.L. 28 maggio 1981, n. 251, convertito con modifiche dalla legge 29 luglio 1981, n. 394 (50 milioni per il 2014). Quanto agli interventi per il settore agricolo, si prevede che le misure introdotte per incentivare l'accesso al mercato dei capitali, di cui all'art. 66, comma 3, della L. 27 dicembre 2002, n. 289 (Finanziaria 2003), devono essere prioritariamente rivolti a giovani imprenditori
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agricoli di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Inoltre, al fine di agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura, i beni agricoli e a vocazione agricola di cui all'art. 66, commi 1 e 7, del D.L. 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modifiche dalla L. 24 marzo 2012, n. 27, possono formare oggetto delle operazioni di riordino fondiario di cui all'art. 4 della L. 15 dicembre 1998, n. 441. Infine, alla scadenza delle concessioni relative a terreni demaniali o patrimoniali indisponibili, in presenza di interesse da parte di giovani imprenditori agricoli tra i 18 e i 40 anni l'assegnazione deve avvenire al canone base indicato nell'avviso pubblico o nel bando di gara. In caso di pluralità di richieste si procede mediante sorteggio. Nel settore marittimo, il disegno di legge autorizza contributi ventennali per l’industria navalmeccanica ad alta tecnologia,
per importi pari a 80 milioni di euro a decorrere dal 2014, 120 milioni dal 2015 e 140 milioni dal 2016. Dal 1° gennaio 2014 entrerà in vigore una riduzione dei premi e contributi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nei seguenti limiti: 1.000 milioni di euro per il 2014, 1.100 milioni per il 2015 e 1.200 milioni a decorrere dal 2016. Il ddl in esame prevede una nuova rivalutazione dei beni: le società di capitali e gli enti comm e rc i a l i
(di cui all'art. 73, comma 1, lettere a) e b), del Tuir) che non adottano gli Ias possono infatti rivalutare i beni d’impresa e le partecipazioni, ad esclusione degli immobili-merce, risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2012. L'operazione – che interessa tutti i beni appartenenti alla stessa categoria omogenea - dev'essere eseguita nel bilancio o rendiconto dell'esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2012, per il quale il termine di approvazione scade successivamente al 1° gennaio 2014. L’imposta sostitutiva di Ires, Irap ed addizionali è stata fissata nella misura del 10 per cento. La norma dispone altresì che il maggior valore attribuito ai beni in sede di rivalutazione è riconosciuto ai fini di Ires ed Irap a decorrere dal terzo esercizio successivo a quello con riferi-
mento al quale la rivalutazione è stata eseguita applicando un'imposta sostitutiva del 16 per cento per i beni ammortizzabili e del 12 per cento per i beni non ammortizzabili. L’imposta sostitutiva va versata in tre rate annuali di pari importo, senza interessi, entro i seguenti termini: I rata: entro il termine di versamento del saldo dell'Ires dovuta per il periodo d'imposta con riferimento al quale la rivalutazione è eseguita; II e III rata: entro il termine di versamento del saldo dell'Ires relativa ai periodi d'imposta successivi. E' ammessa la compensazione. Le norme in materia di rivalutazione dei beni immateriali, contenute nell'art. 15, commi 10-bis e 10-ter, del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modifiche dalla L. 28 gennaio 2009, n. 2, si applicano anche alle operazioni effettuate a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2012. L’imposta sostitutiva dev’essere versata in un’unica rata entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d'imposta in riferimento al quale l’operazione è effettuata; l’imposta sostitutiva dovuta per le operazioni effettuate nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012 è versata entro il termine di scadenza del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013. Gli effetti del riallineamento (soggetti a revoca in determinate ipotesi) decorrono dal secondo periodo d'imposta successivo a quello del pagamento dell'imposta sostitutiva. Dal 1° gennaio 2014 le funzioni del Garante del contribuente saranno svolte dal Presidente della Commissione tributaria regionale nella cui circoscrizione è compresa la Direzione Regionale dell'Agenzia delle entrate. E' inoltre prevista l'istituzione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di una cabina di regia per il monitoraggio e il coordinamento degli interventi da attuare per le crisi d’impresa. La misura della detrazione Irpef per lavoro dipendente (di cui alla lettera b) dell'art. 13 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) passa a 1.520 euro, aumentata del prodotto tra
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LEGGE DI STABILITà 2014
320 euro e l'importo corrispondente al rapporto tra 15mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 7mila euro, se l'ammontare del reddito complessivo è tra 8mila e 15mila euro. La misura della detrazione di cui alla lettera c) del citato art. 13 passa a 1.520 euro se il reddito complessivo è superiore a 15mila ma non a 55mila euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 40.000 euro. Viene introdotta un'agevolazione ai fini Irap per i datori di lavoro che a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2014 incrementano il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. La deduzione decade se nei periodi d’imposta successivi a quello in cui è avvenuta l’assunzione, il numero dei lavoratori dipendenti risulta inferiore o pari al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati in tale periodo d'imposta. Per ciascun dipendente l’importo delle deduzioni non può comunque eccedere il limite massimo rappresentato dalla retribuzione e dagli altri oneri e spese a carico del datore di lavoro. In materia di detrazioni Irpef per gli interventi di efficienza energetica, la Manovra dispone che la percentuale del 65 per cento si applichi
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anche alle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014; la misura del 50 per cento, invece, alle spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. Per gli interventi relativi a parti comuni di condomini (oppure che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio) si applicano le seguenti misure: a) 65 per cento, per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015; b) 50 per cento, per le spese sostenute dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016 (art. 14, commi 1 e 2, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito con modifiche dalla L. 3 agosto 2013, n. 90). Per le spese relative ad interventi di ristrutturazione edilizia spetta una detrazione dall'imposta lorda fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare. La detrazione è pari al: a) 50 per cento, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2014; b) 40 per cento, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. Per le spese le cui procedure autorizzato rie siano state attivate dopo il 4 agosto 2013, su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274, riferite a costruzio-
ni adibite ad abitazione principale o ad attività produttive, spetta, fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare, una detrazione dall’imposta lorda nella misura del: a) 65 per cento, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2014; b) 50 per cento, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. In relazione alla detrazione riconosciuta per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, si prevede che il beneficio fiscale, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, spetti nella misura del 50 per cento delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014, e sia calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro.La normativa dettata in materia di cinque per mille (art. 2, commi da 4-novies a 4-undecies, del D.L. 25 marzo 2010, n. 40, convertito con modifiche dalla L. 22 maggio 2010, n. 73) si applica anche all'esercizio finanziario 2014, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi 2013 (a tal fine vengono stanziati 400 milioni).
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LEGGE DI STABILITà 2014
“Trasformare i sussidi a fondo perduto in crediti d'imposta legati a nuovi investimenti e nuova occupazione” Cuneo fiscale, tassazione sugli immobili, incentivi alle imprese: il pensiero del professor Mario Baldassarri, fondatore e presidente del Centro Studi “Economia reale” di Giulio Guidi
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rofessore, secondo un'analisi condotta dal Centro Studi da Lei diretto, la ripresa non è affatto dietro l'angolo … “Attenzione a non fare confusione: i mercati registrano delle tendenze in atto, sulla base delle quali possiamo affermare che si può parlare di ripresa, toccheremo cioè il fondo del pozzo alla fine di quest’anno e poi comincerà una lenta risalita lungo la parete del pozzo. Tuttavia, prevediamo che in assenza di ulteriori stimoli all'economia, l’uscita dal pozzo, cioè il ritorno alla situazione precrisi del 2007, si avrà soltanto attorno al 2023-2024. Da qui la necessità di intervenire per accorciare questa distanza temporale, palesemente insostenibile sul piano sociale ed economico per le famiglie e per le imprese, soprattutto per i giovani, che vivrebbero 15 anni della loro
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vita “dentro” il pozzo della crisi”. E la Legge di Stabilità, così com'è stata varata da Palazzo Chigi, garantisce un adeguato accorciamento dei tempi che ha indicato? “Se il tempo che ci separa dalla situazione pre-crisi è di circa 10-11 anni, questo provvedimento – sempre secondo le stime del nostro centro studi – potrebbe produrre un accorciamento di tre mesi … Anche se, ritengo doveroso aggiungere, va nella direzione giusta”. Ritiene condivisibile la scelta di limare (seppur di poco) il cuneo fiscale? “Guardi, in questo momento la priorità sta nel porre le basi per ricreare la domanda, che negli ultimi tempi è risultata essere la grande assente. Le imprese italiane non vendono non perché non
sono competitive ma perché…nessuno compra, o perché non ha soldi o perché è spaventato dal futuro. Ebbene, con un beneficio di circa 50 centesimi al giorno come si può pensare ad una ripresa dei consumi e della crescita?”. Un altro tema caldo è quello della tassazione immobiliare: applicando la nuova Tasi con le aliquote massime, la pressione fiscale degli enti locali potrebbe aumentare di circa 7 miliardi e mezzo rispetto all'attuale gettito Imu. E' una visione troppo pessimistica? “No, è soltanto il frutto di un falso federalismo fiscale. Un grosso equivoco certamente non addebitabile al sottoscritto, che non lo votò in seno alla competente Commissione parlamentare”. Eppure Lei è un convinto federalista.
“Cosa penso dell'Imu? L'attuale tassazione immobiliare è frutto di un federalismo applicato con poca serietà”
“Ma appunto per questo rifuggo da applicazioni distorte del principio”. Dove sta il confine tra federalismo buono e federalismo cattivo? “In un federalismo serio l'imposizione fiscale viene trasferita in capo agli enti locali riducendo progressivamente quella a livello statale. Con questo finto federalismo fiscale invece si sono “aggiunte” tasse locali su tasse statali”. Un'ultima questione: gli aiuti alle imprese: si parla di un credito d'imposta per l'internazionalizzazione, che dovrebbe fare la sua comparsa nel “decreto del fare 2”. Cosa ne pensa? “Ogni anno il sistema imprenditoriale italiano riceve 33 miliardi di euro sotto forma di sussidi a fondo perduto; di questi, 17 sono dati dalle regioni che li
disperdono in oltre 400 rivoli di sprecherie e malversazioni. Una proposta che ho avanzato da tempo mira ad eliminare questi sprechi incrementando al contempo l’efficacia degli incentivi fiscali trasformandoli in credito di imposta. Se si considera che per oltre 25 anni abbiamo sprecato in questa specifica voce di spesa circa 33 miliardi di euro all’anno, si potrebbe dire che metà dell’attuale debito pubblico è dovuto a questi sprechi e malversazioni”. In tale situazione i risparmiatori cosa possono fare? “Diversificare il proprio risparmio. Visti i guai che ha passato (e ha fatto passare ai risparmiatori) quella che chiamo “finanza per la finanza”, è quanto mai opportuno tutelarsi con beni rifugio che hanno un valore costante nel tempo”.
Cioè? “Per molti anni il bene rifugio per eccellenza è stato visto nella casa, mentre oggi si può allargare l'orizzonte delle scelte ad altri prodotti meritevoli”. Ad esempio? “Il diamante da investimento, che secondo autorevoli statistiche assicura un rendimento attorno al 4 per cento annuo (cresce normalmente circa 1,5-2% oltre l’inflazione ogni anno). Un dato contenuto, ma costante. Si tenga inoltre presente che in sede di smobilizzo il risparmiatore può contare su quotazioni e condizioni di rivendita certe, a differenza dell'oro”.
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CONSULENZA
Antonello Delle Noci Dottore commercialista e Revisore contabile; direttore e coordinatore di centri commerciali; Presidente dei Soci Marche – Abruzzo e consigliere di amministrazione di Coop. Adriatica; Presidente del Centro di Servizi alle Cooperative della Legacoop delle Marche; Assessore al Comune di Pesaro
“Tagliare al Comune significa prelevare direttamente dai cittadini” Antonello Delle Noci, assessore al Bilancio del Comune di Pesaro: “se non verrà modificata in Parlamento, la Legge di Stabilità dà continuità alle ultime Finanziarie che hanno ridotto sempre le risorse agli enti locali, unici ed essenziali nell’erogazione dei servizi”
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n giudizio sintetico sul disegno di Legge di Stabilità 2014. “In un contesto di crisi economica, occupazionale e sociale che l’Italia sta vivendo, ritengo che la Legge di Stabilità 2014, seppure individui in alcuni ambiti le giuste linee di indirizzo ed impegno, sia priva di quel coraggio e di quella forza per dare l’impulso alla nostra economia interna. Condivido dunque le critiche istantanee provenienti da Confindustria e Cgil sia relativamente alla debolezza della legge come della sua iniquità, poiché non sostiene come dovrebbe la condizione delle famiglie che appartengono ad un ceto medio-basso”. Per gli enti locali cosa significa? “L’abolizione dell’Imu sulla prima casa, se da una parte può apparire come un’agevolazione ai cittadini, dall’altra ha un duplice
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effetto: il primo è rappresentato dal fatto che i Comuni hanno stanziato a bilancio le somme per la riscossione dell’imposta e conseguentemente gli stessi cittadini saranno chiamati a pagare le stesse somme indirettamente nella fiscalità generale dello Stato e di conseguenza con principi di iniquità e non in base al proprio patrimonio. L’ulteriore effetto è rappresentato dall’introduzione della Trise, che con le due gambe (Tari e Tasi) rischia di aumentare l’imposizione proprio su chi non era chiamato a pagarla grazie alle detrazioni concesse dall’Imu, complicando la riscossione. Dai primi calcoli sulle compensazioni, i Comuni avranno minori risorse, che saranno ridotte nei trasferimenti. Ad oggi quindi se non verrà modificata in Parlamento, la legge dà continuità alle ultime Finanziarie che hanno ridotto sempre le risorse agli enti locali, unici ed essenzia-
li nell’erogazione dei servizi. Tagliare al Comune significa prelevare direttamente dai cittadini”. In caso di applicazione della Tasi con l’aliquota massima si parla di un possibile aumento della pressione fiscale locale fino a 7 miliardi e mezzo: dai 23,7 miliardi di gettito Imu relativo al 2012, la Tasi applicata con l’aliquota massima potrà “valere” fino a 31,2 miliardi. I Comuni saranno costretti ad inasprire le aliquote? “Se le dichiarazioni del Governo relative alla Legge di Stabilità sono vere, e cioè che in questa Finanziaria non vi sono “nuove tasse”, risulta altresì vero che ci sono “tasse nuove” che rischiano - al contrario delle volontà manifestate - di aggravare il peso fiscale per i cittadini. Pertanto, se i Comuni avranno una propria e legittima autonomia decisionale all’interno della fissazione delle aliquote è molto probabile che di fronte ad un taglio lineare dei trasferimenti, le
autonomie locali si trovino con “buchi di bilancio”. Pensare che questi “buchi” possano essere colmati da un aumento della pressione fiscale locale, è inaccettabile ed impraticabile in questo contesto. Di conseguenza, tutto dipenderà dall’equilibro che il Governo riuscirà a mantenere ma che ad oggi non è stato in grado di confermare. Pochi sono e saranno i Comuni virtuosi che potrebbero non inasprire le aliquote al fine di difendere i servizi ai cittadini”. Alleggerimento del cuneo fiscale di circa 14 euro in busta paga: ne valeva la pena oppure era meglio rivedere il sistema delle detrazioni Irpef, per alleggerire il carico fiscale alle famiglie? “Se da una parte l’alleggerimento del cuneo fiscale dimostra una giusta direzione da intraprendere, le scelte e le azioni adottate sono assolutamente insufficienti. Un esempio: l’aumento dell’aliquota IVA al 22 per cento rappresenta un costo annuo medio per le famiglie di circa 250
euro, che assorbe già il recupero in busta paga. Inoltre, se il Governo non riuscirà a rispettare i tagli della spesa pubblica, dal 2015 le detrazioni fiscali passeranno dal 19 al 17 per cento in due anni, aggravando ancora di più il peso per le famiglie italiane, inasprendo l’iniquità della Legge di Stabilità. Pertanto questo primo timido sostegno non solo risulta insufficiente ma rischia di essere vano e controproducente poiché per finanziarlo sarà necessario recuperare le somme con ulteriori ripercussioni economiche sulla spesa familiare”.
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FORMAZIONE
“L'Europa unico interlocutore di supporto finanziario” Conclusa ad Unicam la seconda tappa di confronto con il territorio sui Fondi Europei 2014/2020 Si è tenuto lo scorso 17 ottobre in una Sala della Muta gremita da più di trecento partecipanti, l’incontro organizzato dalla Regione Marche con l’Università di Camerino dal titolo “Una regione intelligente, sostenibile e inclusiva.” Si tratta del secondo appuntamento di ascolto che la Regione Marche ha messo in campo per disegnare il futuro dei fondi strutturali e della programmazione 2014/2020.
ne regionale in un’area interna ricchissima, che può esprimere una peculiarità enorme di contenuti e opportunità. “La scelta di Camerino è chiara e precisa – ha affermato l’Assessore Giorgi – questo secondo appuntamento è importantissimo per la crescita di tutto il territorio. E’ fondamentale infatti ascoltare le istanze di chi si misura con le contingenze produttive e sociali di questo momento storico”.
I lavori sono stati aperti dall’assessore regionale alle Politiche Comunitarie Paola Giorgi, che ha sottolineato la volontà della Regione di organizzare un incontro su questi temi proprio all’Università di Camerino, sia per il ruolo che l’Ateneo camerte ricopre, sia perché è senz’altro fondamentale la presenza dell’istituzio-
“Quanto la Regione Marche sta proponendo ai nostri territori, con questo spirito di apertura internazionale, nella certezza che stiamo tutti investendo nel nostro futuro, è fondamentale” – ha sottolineato nel suo discorso il Rettore Unicam professor Flavio Corradini. “C’è una questione di consapevolezza: chi è
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attento allo sviluppo dei nostri territori non può che vedere l’Europa come l’unico vero e reale interlocutore di supporto finanziario. L’alternativa sarebbe accontentarsi delle briciole ma questo l’Italia, le nostre imprese, non possono permetterselo. Per questo è importante imparare a conoscere l’Europa, il linguaggio europeo, gli strumenti delle politiche comunitarie e della relativa programmazione. E’ l’unica via di uscita, bisogna fare rete, lavorare e crederci!” A questo proposito, il Rettore ha anche sottolineato l’importanza di considerare la ricerca e l’innovazione come motori di sviluppo economico: una maggiore sinergia e messa in rete di uffici e laboratori sulle tematiche europee già esistenti non potrà che aiutare. “Le Università e le
“Le Università e le altre istituzioni di formazione superiore hanno un ruolo fondamentale nella ‘creazione di conoscenza’ così come nella trasformazione di questa conoscenza in prodotti e servizi innovativi nei vari settori di sviluppo”
altre istituzioni di formazione superiore hanno un ruolo fondamentale nella definizione delle strategie regionali e nella progettualità, nella ‘creazione di conoscenza’ così come nella trasformazione di questa conoscenza in prodotti e servizi innovativi nei vari settori di sviluppo,” – ha concluso il Rettore Unicam. Dopo l’intervento del dirigente della P.F. Politiche Comunitarie della Regione Marche, Mauro Terzoni, che ha illustrato nello specifico le varie azioni e i vari livelli d’intervento, ha preso la parola il prof. Fulvio Esposito, Capo della segreteria Tecnica del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, che ha illustrato il quadro generale europeo con particolare riferimento alle attività che Miur e Mise stanno portando avanti, in colla-
borazione con le Regioni, per riprendere quel circolo virtuoso dell’incontro tra domanda e offerta di ricerca ed innovazione: “L’Italia è indietro, occorre aumentare la velocità della performance innovativa” – Ha affermato il Capo della segreteria tecnica del Miur. “Quando ci troviamo di fronte ad uno stallo di questa performance le conseguenze incidono pesantemente sulla produttività del lavoro: in assenza di performance innovativa, il valore aggiunto dei prodotti è scarso; l’Italia sta soffrendo moltissimo questa situazione. Perfino Paesi quali la Spagna, hanno avuto un significativo aumento della produttività rispetto al nostro Paese. Il recente “Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti”, condotto dall’Ocse su 25 Paesi dell’Unione europea, ha
posizionato l’Italia al venticinquesimo posto. E’ necessario interrompere questo stallo e riprendere il circolo virtuoso interrotto.” Istituzioni locali, imprese, terzo settore e mondo dell’associazionismo, consulenti, tecnici, parti sociali e datoriali si sono poi confrontati in quattro workshop paralleli dedicati alle tematiche: “Ricerca, innovazione, competitività, internazionalizzazione delle pmi”; “Agenda digitale”; “Energia e mobilità sostenibile, clima e rischi ambientali”; “Attrattività turistica e valorizzazione delle risorse culturali nelle aree rurali”. Per info: www.unicam.info comunicazione.relazioniesterne@unicam.it
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FORMAZIONE
Una nuova figura professionale: il “manager partecipativo” La crisi finanziaria internazionale - soprattutto in un tessuto imprenditoriale come quello italiano, caratterizzato prevalentemente da Pmi – ha causato problemi di accesso al credito, che stanno peggiorando ulteriormente la situazione di molte aziende in difficoltà. Allo stesso tempo, ha determinato una riduzione del livello occupazionale anche per quelle categorie professionali, come dirigenti e quadri, che hanno una expertise tecnica e una competenza notevoli
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na metodologia per poter rilanciare non solo le prospettive di sviluppo delle aziende in crisi, ma anche per fornire nuove possibilità di lavoro, guadagno e investimento a ex dirigenti o ex quadri, è quella del manager partecipativo, figura molto sviluppata nel Nord Europa e che, progressivamente, sta riscontrando un notevole successo anche in Italia. Con tale termine si definisce un investitore che, intervenendo nel capitale di rischio di un’impresa, apporta non solo risorse finanziarie necessarie per favorirne un rilancio, ma altresì esperienze professionali, competenze tecnico-manageriali, strategiche, di marketing e di organizzazione. In questo senso l’investitore-manager partecipativo instaura con l’imprenditore e i soci uno stretto rapporto di collaborazione, condividendone il rischio di im72
presa e l’obiettivo di ottenerne l’economicità. Il manager partecipa alle scelte strategiche dell’azienda, andando ad intervenire su processi che possono modificare le combinazioni di prodotti, mercati, tecnologie e know how su cui si basa l’azienda e sulle decisioni di investimento più significative. Non solo: il manager lascia al socio imprenditore e/o al gruppo dirigente piena autonomia nella gestione operativa quotidiana dell’azienda ma, al contempo, richiede (e deve ottenere) un colloquio leale, aperto e sano con l’imprenditore, nell’unico interesse dello sviluppo aziendale. Oltre agli aspetti finanziari, dovuti all’apporto di capitale nell’impresa, il manager apporta una serie di vantaggi con enormi potenziali economici: • expertise tecnica; • miglioramento della funzionalità della
compagine sociale; • crescita del potere contrattuale dell’impresa; • miglioramento dell’immagine dell’azienda nei confronti dei più classici finanziatori dell’attività. In merito a quest’ultimo punto, il manager partecipativo può essere considerato come una valida alternativa al finanziamento mediante il canale bancario, soprattutto in un momento di credit crunch come quello attuale, in cui i finanziamenti risultano eccessivamente onerosi, il valore nominale delle garanzie scende e le difficoltà nel reperire risorse finanziarie comporta un aumento dei costi per l’azienda che determinano un aggravarsi pericoloso del giro di vite che, attualmente, sta stringendo l’economia e, in particolar modo, il tessuto imprenditoriale italiano. Il manager partecipativo non prevede
scadenze per il rientro del suo investimento (non finanziamento), è una fonte flessibile di capitali utili per finanziare/ investire in progetti di crescita, e svolge la sua attività con l’obiettivo di perseguire solo il suo interesse che, però, è lo stesso che persegue l’azienda. Il manager può essere fondamentale nelle aziende che perseguano, alternativamente, uno di questi tre obiettivi: • sviluppare un’attività esistente: per espandere il proprio business, con il manager partecipativo possono realizzarsi operazioni di expansion financing non solo mediante apporto di risorse finanziarie aggiuntive, ma anche mediante l’apporto di conoscenze, contatti, reti di vendita e conoscenze di mercato che solo l’esperienza e le capacità del manager possono implementare; • liquidare i vecchi soci: molto spesso, per fronteggiare le nuove richieste
del mercato ed essere in grado di rispondere in maniera più efficiente alle sfide, dopo aver raggiunto la fase di maturità dell’azienda è necessario riformare l’azionariato; in questo senso, il manager partecipativo può intervenire per sostituire temporaneamente i soci che, desiderosi di disinvestire per qualsiasi motivo, rischiano di frenare lo sviluppo potenziale aziendale, senza che la loro fuoriuscita depauperi le finanze aziendali; • risanare un’azienda in perdita: rappresenta il connubio delle due fasi precedenti; in questo caso le risorse del manager e le sue competenze verrebbero usate per rilanciare le prospettive di sviluppo dell’azienda target. Partendo da una situazione di difficoltà, il potenziale di sviluppo e di redditività è altissimo, così come lo è la prospettiva di utili.
In questo senso tale figura dovrebbe essere utilizzata e sfruttata appieno in tutte le sue potenzialità: non fornisce solo risorse, ma competenze; interviene anche e soprattutto in momenti di difficoltà apportando capitale con una visione strategica e prospettica che presuppone un potenziale inespresso dell’azienda, che frutterà in futuro; è una figura plasmabile e diversamente inseribile nella compagine aziendale in qualità di ruolo, competenze e inquadramento lavorativo.
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L’ICT e le informazioni: Internet e l’E-commerce L’esplosione di internet è stata devastante per la vita sociale e non solo. Internet si è rivelato un potentissimo mezzo di informazione e di notizie, un mezzo ludico, un grande repository di conoscenza, una grande vetrina attraverso la quale le aziende possono comunicare la storia, la mission, il brand, i prodotti ed i servizi. Ma soprattutto nel mondo professionale Internet rappresenta un grande mezzo, e se un'azienda ne accresce l’utilizzo in maniera “qualitativa” può incidere indirettamente sull’aumento dei propri profitti
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’ il caso di analisi di competitive intelligence per studiare i concorrenti ed il loro modo di comunicare e proporre i propri prodotti o servizi, oppure di un ufficio approvvigionamenti che può condurre attività di scouting per individuare nuovi fornitori per forniture alternative alle esistenti per tipologia di materiali o per prezzo, oppure il caso di utilizzo di internet da parte di una azienda come canale di vendita diretta E-commerce. Su questo ultimo tema riportiamo i risultati di una indagine condotta dall’Osservatorio Internet SDA Bocconi sulle principali motivazioni e ostacoli rilevate sui consumatori rispetto al commercio elettronico. Le principali motivazioni che spingono i consumatori italiani ad un acquisto on-line sono : trovare ciò che sarebbe difficile trovare altrove (35%), modalità di acquisto più comoda (36%), prezzi più bassi rispetto a quelli della distribuzione tradizionale (13%), servizio migliore (13%), altro (3%).I prin-
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cipali ostacoli che non avvicinano il consumatore al commercio elettronico sono invece: la difficoltà a valutare la qualità dei prodotti offerti, la preferenza per il contatto interpersonale, il timore (sempre meno fondato) di una non sicurezza di mezzi di pagamento elettronici. L’effetto più rilevante che deve essere tenuto in considerazione provocato dal commercio elettronico è quello che concerne i rapporti con i clienti e i fornitori. L’azienda può essere tentata di instaurare un canale diretto verso la propria clientela finale, bypassando la distribuzione tradizionale e cercando di accaparrarsi un frazione del valore che nel precedente assetto della catena del valore veniva lasciato a intermediari a valle. Il contatto diretto con la clientela finale può determinare una significativa riduzione dei costi di commercializzazione dei prodotti. Una parte di questa riduzione può essere trattenuta dall’azienda, con evidenti vantaggi reddituali, e una parte
può essere trasferita al mercato come riduzione del prezzo di vendita.Ma anche a monte, verso i fornitori, il commercio elettronico può indurre presso l’azienda la tentazione di bypassare gli eventuali intermediari e di accedere direttamente ai produttori. Anche in questo caso i vantaggi sarebbero evidenti: l’azienda avrebbe maggiore scelta, probabilmente pagherebbe di meno i componenti e le materie prime, potrebbe ridurre il lead time di rifornimento automatizzando la relazione con il fornitore, la riduzione del lead time determinerebbe una riduzione delle scorte di sicurezza, la riduzione degli stock potrebbe evitare l’ampliamento di magazzini e infrastrutture fisiche. Ebbene questi sono due esempi per i quali accrescere l’utilizzo di internet in azienda favorirebbe l’aumento dei profitti. Romano Mataloni Consulente Senior ICT & Organization r.mataloni@sidagroup.com
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Macroregione Adriatico-ionica: seminario sul piano d'azione La Regione Marche è stata designata a guidare i gruppi di lavoro italiani
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n piano d’azione che parte dai territori, basato sul principio di sussidiarietà, in grado di catturare risorse europee per dare nuove opportunità di sviluppo e maggiore stabilità ai Paesi che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio. Di questo si è parlato nel corso del seminario sulla Macroregione Adriatico Ionica al quale hanno portato il loro contributo associazioni di categoria, enti territoriali e parti sociali. “In base alle regole del Trattato di Maastricht e dell’Unione Europea – ha spiegato il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca in apertura dei lavori – la strategia macroregionale deve avere come protagonisti i cittadini e le loro organizzazioni sul territorio come le Università, le Camere di Commercio, le istituzioni locali. Questi soggetti tutti insieme devono costruire un disegno in grado di integrare progetti ed iniziative nell’ambito dell’Adriatico. Le risorse a disposizione sono quelle dei fondi strutturali e ritengo sia molto significativo che l’Unione Europea abbia fatto coincidere la sua strategia a sud est, il cosiddetto “south est gateway”, con la strategia della Macroregione. E’ la prova di quanto l’Europa oggi sostenga questa iniziativa. Inizialmente infatti – ha proseguito
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Spacca - c’erano perplessità sulla strategia macroregionale perché riguardava l’area più debole dell’Europa. Ma proprio questo elemento ha finito paradossalmente per dare vigore alla strategia, nella quale ora la Ue crede moltissimo: rafforzare il fianco sud-est dell’Europa attraverso la macroregione significa infatti dare stabilità ed equilibrio a tutto il continente”. Quattro i pilastri di cui si compone la strategia per cui sono stati costituiti i gruppi di lavoro: blue economy; connessioni infrastrutturali tra Regioni; ambiente e sostenibilità dello sviluppo, turismo. A questi si aggiungono due priorità trasversali: ricerca, innovazione, sviluppo delle pmi di cui le Marche hanno il coordinamento; formazione e capacity building. La Regione Marche è stata designata a guidare i gruppi di lavoro italiani. “Oggi – ha concluso Spacca - siamo qui per chiarire tutti i dubbi nella implementazione di questo disegno strategico e costruire progetti utili perché le Marche riprendano una strada di crescita nella coesione sociale su diritti fondamentali della sicurezza sociale e sul rispetto degli equilibri ambientali. L’Ambiente è uno dei temi fondamentali della agenda europea insieme alle energie rinnovabili e allo sviluppo sostenibi-
le: una sfida di grande responsabilità per tutta la comunità”. “Le Marche – ha aggiunto l’ambasciatore Fabio Pigliapoco, Segretario generale dell’Iniziativa Adriatico-Ionica – sono una Regione da sempre sensibile a ciò che accade al di là dell’Adriatico, e adesso si trova ad avere un ruolo forte nella costruzione della strategia macroregionale. Per la prima volta i fondi comunitari non saranno distribuiti su progetti e piani decisi in modo centralizzato, ma elaborati dai territori. Questa è la vera rivoluzione e la grande opportunità che dobbiamo essere bravi a cogliere”. Tra i prossimi appuntamenti, una sessione di approfondimento con la Serbia è già fissata, sempre ad Ancona, per il prossimo 14 ottobre, alla vigilia del vertice Italia –Serbia che si terrà appunto nel capoluogo dorico. I tempi per la definizione dei progetti sono molto stretti e coincidono con quelli del Por (fondi strutturali europei 2014-2020). La strategia con il relativo Piano d’azione dovrà essere approvata dai 28 Paesi della Ue nel giugno 2014 quando la presidenza passerà all’Italia. Un via libera che arriva dopo l’approvazione all’unanimità del Comitato delle Regioni d’Europa ed il voto al Parlamento europeo.
MARE NOSTRUM
Al presidente Spacca il premio della Ue European Projects Award 2013 Impegno per la strategia della Macroregione Adriatico Ionica
È
stato assegnato al presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, il premio della Ue European Projects Award 2013, quale riconoscimento al suo impegno per la strategia della Macroregione adriatico ionica. Il prestigioso premio, giunto alla sua terza edizione, viene assegnato alle personalità che hanno avuto una particolare influenza e hanno giocato un ruolo di rilievo nel campo dello sviluppo regionale e locale. A ritirare il premio, per conto del presidente Spacca, impossibilitato a partecipare alla cerimonia per impegni istituzionali, è stata a Bruxelles, l’assessore alle Politiche comunitarie Paola Giorgi. Nella motivazione del riconoscimento si legge: “Per i risultati nello sviluppo della struttura e della strategia della Macroregione adriatico ionica dimostrati, tra l’altro, attraverso il ruolo di relatore del parere Cooperazione nel bacino del Mediterraneo attraverso la Macroregione Adriatico Ionica e per il considerevole risultato nello sviluppo regionale e locale dell’Unione Europea”. “Il tema della Macroregione Adriatico Ionica – ha commentato Spacca – è sempre più centrale nell’agenda europea. Lo testimonia anche questo importante premio che offre un riconoscimento per quanto la Regione Marche ha fatto e sta facendo in ambito europeo per la strategia macroregionale e per la messa a punto del piano d’azione. Un impegno particolarmente intenso oggi che ci apprestiamo a definire i progetti e a implementare questo disegno strategico attraverso il confronto con i territori e gli stakeholders”.
Cronoprogamma Dicembre 2013: raccolta e valutazione da parte della Commissione UE dei contenuti elaborati durante il percorso di consultazione. Febbraio 2014: presentazione della proposta finale di Piano d’azione nel corso della Conferenza in Grecia; avvio delle procedure per i pareri e le richieste di revisione da parte di istituzioni e attori coinvolti. Febbraio – Giugno 2014: revisione e definizione finale del Piano d’azione dell’EUSAIR. Giugno – Dicembre 2014: presentazione e approvazione definitiva della Strategia Macroregionale Adriatico Ionica al Consiglio Europeo nel corso della Presidenza Italiana dell’Unione Europea. 77
LE MARCHE CHE SPICCANO
“Nel nostro lavoro uniamo alla foto artistica una visione aziendale” Lo studio Yourpartners di Alessandro Cattabrini & Raffaella Agostinelli offre un servizio di comunicazione completo e innovativo: dalla foto alla comunicazione, alla grafica ed al web, ogni esigenza imprenditoriale trova una risposta su misura di A. Dachan
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uole presentarci la Yourpartners Sas? “La Yourpartners Sas è nata quattro anni fa con l'obiettivo di offrire servizi a 360° a livello di comunicazione, garantendo all'utente finale un unico interlocutore, riducendo i costi e ottimizzando i risultati. Siamo due soci, io e Raffaella Agostinelli: io mi occupo principalmente di fotografia, grafica e comunicazione, mentre Raffaella cura gli aspetti legati all'amministrazione e all'attività di comunicazione e marketing. Abbracciamo a lungo raggio tutti i settori: dalla moda all'agroalimentare, dall'elettrotecnica al design, dalle grandi aziende alle start up”.
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Come è nata l'idea di avviare una simile attività? “La mia famiglia ha creato molti anni fa una sua agenzia pubblicitaria, mirata anche alle vendite promozionali. Ho lavorato in agenzia con mio padre, ma ho scelto un percorso di studi in un settore differente, l'ingegneria meccanica. Ho lavorato a più livelli, ricoprendo ruoli diversi, diventando direttore generale e commerciale anche in aziende importanti. Sentivo, però, di volere qualcosa di mio: se corri, devi correre per te stesso, non per gli altri. Sin da piccolo avevo la fotografia dentro e ho trasformato questa passione in lavoro. Ho deciso di mettere insieme il bagaglio di esperienze che avevo fatto,
Campagna pubblicitaria per Hair Stylist Bruno&Mauda Galdenzi
â&#x20AC;&#x153;Ho scelto di rimanere nelle Marche perchĂŠ qui si vive bene e credo nel loro potenzialeâ&#x20AC;?
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LE MARCHE CHE SPICCANO
Editoriale per rivista "Collezioni Accessori"
Ristorante "Mangiare Bere Uomo Donna"
Editoriale per rivista "The hat Magazine"
acquisendo nel tempo manualità e professionalità”.
cifiche esigenze che ci vengono presentate. Uniamo alla fotografia artistica, una visione aziendale: il risultato deve essere unico e di qualità e soprattutto funzionale allo scopo per cui il lavoro è stato commissionato”.
sono i bisogni e i desideri che il committente avanza”.
Che tipo di servizi offrite? “I servizi che offriamo sono molteplici: comunicazione e grafica coordinata; listini aziendali; cataloghi, folder, brochure e depliant; ideazione campagne pubblicitarie e promozionali; progettazione grafica; stand fieristici e locali commerciali; web communication. Ci occupiamo anche di fotografia di tipo industriale, pubblicitario, stil life, turistica, d'architettura e locali. Garantiamo servizi che puntando sulla qualità e sulla massima flessibilità, pensati su misura, personalizzati in base alle richieste e ai bisogni del cliente. Io e Raffaella ci occupiamo dei rispettivi ambiti di competenza e studiamo ogni singola richiesta calandoci in quella realtà e rispondendo alle sue spe-
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Foto d'arte e foto commerciale: due mondi distanti? “La fotografia artistica è diversa da quella per funzionalità commerciali: sono due modalità che a volte si incontrano, altre volte sono molto distanti, ma sono entrambe frutto di professionalità e creatività e dell'esigenza di esprimere un significato specifico. Rispondere pienamente alle richieste di un cliente significa interpretare appieno il suo pensiero e offrirgli un 'prodotto' ad hoc. Il mio obiettivo è di creare qualcosa di bello e di unico, rispettando quelli che
Passaggio epocale a foto digitale: che cambiamenti ha comportato? “Nel lavoro commerciale il digitale ha stravolto la fotografia, portandola in mano a tutti; si è semplificato il rapporto tra il fotografo e il cliente, velocizzando i tempi, permettendo una comunicazione in tempo reale, lo spostamento di dati e file che prima era inimmaginabile. Ci sono certamente lati positivi e altri che lo sono meno, ma fa parte del percorso della vita. La fotografia è importantissima nel modo di comunicare che abbiamo oggi e il suo linguaggio si evoluto nel tempo, così come si è evoluto il modo di fare promozione, per stare al passo con la società. Bisogna vincere – anche tra gli imprenditori - la naturale resistenza
Shooting fotografico per settore calzaturiero
che si ha al cambiamento, soprattutto nei momenti di crisi e sapersi rimettere in gioco affrontando l'innovazione come un'opportunità”.
vantaggio per chi vuole mettersi in gioco ed essere competitivo. Anche stando in contesti 'piccoli' ci si può collegare e comunicare con il mondo”.
Le sue foto hanno fatto il giro del mondo, ma lei è rimasto ad Ancona: perché questa scelta? “È una scelta fortemente voluta la mia. Ho girato l'Italia e il mondo, ho viaggiato molto e ho potuto vedere quello che c'era intorno. Da noi si vive bene, il posto è incantevole e dobbiamo 'osare di più', credere di più nelle Marche, nel loro valore e nel loro potenziale turistico, economico e culturale. Se una persona ha volontà, capacità e creatività si può creare un progetto e portarlo avanti ottenendo grandi risultati, senza spostarsi altrove. Il territorio offre molto e le sue peculiarità possono rappresentare un
Cosa esprime con la fotografia? “È una forma di comunicazione che, nel bene o ne, male, ti permette di lasciare un'impronta. Fin da piccolo lo concepivo come un modo di creare qualcosa di tangibile che esprime qualcosa del tuo modo di essere e di vedere la vita. Oggi lavoro con la fotografia sette giorni su sette e quindi è cambiato il mio approccio: nel tempo libero cerco di vivere le emozioni più che immortalarle in uno scatto. Ogni tanto mi concedo qualche progetto, per il quale mantengo la visione artistica e creativa che avevo da bambino. È un lavoro in cui cresci continuamente, sei obbligato a studiare, a innovare; il tuo ba-
gaglio esperienziale cresce ogni giorno. Il mio approccio è: guardare, informarsi e mettere del tuo”. Tra tutti i suoi scatti, qual è la foto più bella? “Ci sono foto che ti portano via intere giornate per la loro realizzazione. Forse la più bella è l'ultima su cui hai lavorato e quella più bella ancora è quella che farò nel futuro. È uno stimolo mentale a non fermarsi, a migliorarsi continuamente.”
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Gli strumenti finanziari per l’ internazionalizzazione Nel contesto competitivo attuale, l’apertura internazionale è il principale volano di crescita per le nostre aziende italiane, in grado di offrire sul mercato interno e internazionale prodotti di eccellenza a livello qualitativo, di immagine e di benessere di vita. Al fine di accrescere la competitiva’ a livello globale, sono a disposizione del tessuto produttivo italiano strumenti finanziari che favoriscono attività promozionali di sostegno e facilitano i molteplici processi legati all’internazionalizzazione. A tale proposito si riportano alcuni dei più importanti strumenti finanziari proposti a livello nazionale:
1)
Finanziamento agevolato per la realizzazione di studi di fattibilità e programmi di assistenza tecnica collegati a investimenti italiani all'estero (Simest, Legge 133/2008), in favore delle imprese che intendono effettuare uno studio approfondito del mercato sul quale vorrebbero operare (in Paesi extra Ue). Lo studio è finalizzato a definire le caratteristiche chiave di tali mercati (situazione politica, economica e sociale, imposte locali, costi doganali, etc.). Il periodo di realizzazione del programma ha una durata minima di 6 mesi e massima di 12 mesi, a seconda del programma scelto. La domanda va presentata alla Simest - Societa’ Italiana per le Imprese all’estero (il modulo è scaricabile dal sito www.simest.it).
2)
Finanziamento agevolato per la realizzazione di programmi di investimento tramite apertura di strutture all’estero in Paesi extra Ue (Legge 133/2008). E’ lo strumento più utilizzato della Simest e consiste in un finanziamento a tasso agevolato per la realizzazione o il potenziamento di una struttura permanente in Paesi extra Ue. E’ destinato alle imprese con sede legale in Italia e sono finanziabili le spese per azioni promozionali e quelle relative all'apertura di strutture estere (il modulo per la richiesta di finanziamento è scaricabile dal sito www.simest.it).
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3)
Finanziamento agevolato dei crediti all’esportazione (Simest, Legge 143/1988 - Fondo 295): consente alle imprese italiane di offrire alla controparte estera dilazioni di pagamento a condizioni competitive, tramite la concessione di contributi sugli interessi. Sono escluse le esportazioni di beni di consumo e semilavorati o beni intermedi non destinati in via esclusiva ad essere integrati in beni di investimento (la modulistica è scaricabile dal sito www.simest.it).
4)
Partecipazione di Simest al capitale di imprese estere (Legge n. 100/90; D.Lgs. n. 143/98; D.L. n. 35/2005, conv. Legge n. 80/2005): tale strumento intende rafforzare l’internazionalizzazione delle Pmi attraverso la presenza della Simest nel capitale di rischio delle società costituite all’estero (quota massima pari al 25 per cento), con la possibilità di integrare l’agevolazione con la partecipazione aggiuntiva del Fondo Venture Capital (successivamente descritto). I beneficiari sono le imprese italiane e/o imprese aventi stabile organizzazione in uno Stato dell’Unione Europea (ma controllate da imprese italiane) interessate a costituire una società estera o sottoscrivere un aumento di capitale sociale o ad acquisire quote di partecipazione in un’impresa estera già costituita.
5)
Fondo unico per operazioni di Venture Capital: tale fondo ha come fine quello di supportare gli investimenti in Africa, Cina, America Centrale e Meridionale, Medio Oriente, Federazione Russa, Balcani. Il fondo integra lo strumento agevolativo che regola (attraverso la L.100/90) la partecipazione di Simest al capitale di rischio di imprese estere. Il fondo Venture Capital punta a sostenere gli investimenti delle imprese italiane attraverso l’acquisizione da parte della SIMEST SpA di quote di capitale di rischio in imprese aventi sede in uno dei Paesi di destinazione previsti dal Fondo stesso. Tali quote devono essere aggiuntive rispetto a quelle acquisite da Simest (modulo scaricabile dal sito www. simest.it).
7)
Assicurazione dei crediti all'esportazione (D.Lgs. 31.3.1998, n. 143 e D.Lgs 27.5.1999, n. 170). L'assicurazione dei crediti e gli altri servizi finanziari offerti dalla SACE (Societa’ per azioni controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) sono uno dei principali strumenti di promozione e di sostegno alle imprese nazionali che operano sui mercati esteri, mettendo gli esportatori in grado di offrire ai clienti esteri, attraverso la copertura dei rischi delle operazioni commerciali, termini e condizioni di credito competitivi. La promessa di garanzia e la garanzia assicurativa vanno richieste su appositi moduli disponibili presso la SACE, la Viscontea e il sistema bancario.
6)
Finanziamento agevolato a favore delle PMI italiane esportatrici per il miglioramento e la salvaguardia della loro solidità patrimoniale per accrescerne la competitività sui mercati esteri (L.133/2008). L’obiettivo e’ quello di fornire alle PMI, costituite in forma di società di capitali, la possibilità di rafforzare il proprio assetto patrimoniale (modulo scaricabile dal sito internet di Simest).
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CARRIERE E POLTRONE
Chi entra e... chi esce In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani Tonti presidente di Confindustria PU
Il nuovo presidente di Confindustria Pesaro Urbino è Gianfranco Tonti. 68 anni, presidente della Ifi spa di Tavullia, è stato eletto all'unanimità dall'assemblea dei soci a Palazzo Ciacchi. Succede a Claudio Pagliano e resterà in carica per il quadriennio 2013-2017. Corinna Sperandini (Superleggera srl) e Gian Marco Scavolini (Scavolini Cucine spa) sono stati confermati vice presidenti.
Sergio Grasso ad della Fratelli Guzzini
Sergio Grasso è il nuovo amministratore delegato della Fratelli Guzzini. Lo ha nominato il cda dell'azienda recanatese, leader nella produzione di articoli casalinghi di design. Adolfo Guzzini, amministratore delegato uscente e punto di riferimento per la società, rimarrà a far parte del Cda. Grasso, 43 anni, ha ricoperto incarichi in Merloni Elettrodomestici/Indesit Company, Bialetti Industrie e nel Gruppo Candy-Hoover.
Il professor Fiorenzo Conti eletto presidente della Società italiana di Neuroscienze SINS
Prestigioso riconoscimento alla carriera scientifica di Fiorenzo CONTI, Ordinario di Fisiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, che è stato eletto presidente della Società Italiana di Neuroscienze (SINS) in occasione del Congresso Nazionale che si è tenuto a Roma dal 3 al 5 ottobre. Il Prof. Conti è anche Direttore del Centro di Neurobiologia dell’Invecchiamento dell’INRCA e Lecturer di Fisiologia presso l’Università Vità e Salute/San Raffaele di Milano.
Emilia Esposito presidente di CNA Impresa Donna
E’ della provincia di Pesaro e Urbino il nuovo presidente di CNA Impresa Donna. Si tratta di Emilia Esposito di Montemaggiore al Metauro (dove ha sede la Veu l’ azienda di metalmeccanica di cui è titolare che conta una ventina di dipendenti). La Esposito - già presidente provinciale di CNA Impresa Donna e vicepresidente della CNA di Pesaro e Urbino - rappresenterà a livello regionale un pezzo importante dell’economia marchigiana.
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Gianluca Straccia presidente Cna giovani imprenditori delle Marche
Gianluca Straccia è il nuovo presidente di Cna giovani imprenditori delle Marche. La nomina di Straccia è avvenuta al termine dell’Assemblea Elettiva Regionale svoltasi all’Hotel Cruiser di Pesaro. Titolare della Santa Barbara Meccanica e presidente della Mirage Motorcompany guida una delle eccellenze tecnologico-manifatturiere della regione. Il neo presidente regionale dei Giovani Imprenditori Cna nel 2010 è stato insignito del Premio ‘Eccellenza Marche’, mentre nel 2011 ha vinto il premio speciale della Camera di Commercio ascolana per il talento imprenditoriale.
Ivan Caterbetti presidente Provinciale Acconciatori
È stato rinnovato il Direttivo Provinciale degli Acconciatori di Confartigianato Imprese Macerata. Ad essere rieletto in qualità di Presidente Provinciale Acconciatori per il prossimo quadriennio è stato Ivan Caterbetti, acconciatore e contitolare della Parrucchieria Ivan e Amleto di Monte San Giusto. A ricoprire la carica di Vice – Presidente è invece Roberto Acquaroli, acconciatore e titolare della parrucchieria PourParler ad Ancona.
Nuovi rappresentanti degli artigiani al CNA Macerata e Porto Potenza Picena
Il nuovo presidente degli artigiani della zona di Macerata è Valerio Fioretti, mentre quello di Potenza Picena è Alberto Brandi. La presidenza neoeletta esprime innovazione rispetto ai mestieri rappresentati perché accanto alla tradizione del restauro, della sartoria, dell'enogastronomia e della produzione, sono presenti anche il terziario del commercio e le professioni di servizio ai cittadini e imprese, come la fotografia, il web-marketing, l’e-commerce, la progettazione europea.
Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: scrivici@mlmagazine.it
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CONTRIBUTI E BANDI
MARCHE >UNIONE EUROPEA "Vouche per ICT" Nel 2014 saranno a disposizione di tutte le Regioni nella UE i vouche europei per l'innovazione IT. Si tratta di voucher di importi fino a € 10.000,00 a disposizione di microimprese e PMI: una piccola linea di credito da utilizzarsi per implementare l’innovazione sul fronte delle nuove tecnologie, da fruire attraverso fornitori ICT accreditati o erogati direttamente alla PMI. Sarà compito delle Regioni predisporre i bandi sulla base dello schema tipo redatto dalla Commissione Europea. > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo per la crescita sostenibile" "È in corso di pubblicazione il decreto che disciplina le procedure per l'accesso al nuovo Fondo per l'innovazione diffusa tramite l'agevolazione di progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione. Il bando ""a sportello"" prevede l'agevolazione di progetti di R&S di importo compreso tra € 800.000,00 ed € 3.000.000,00. L'agevolazione concedibile è rappresentatata da un finanziamento agevolato con un tasso pari al 20% del tasso di riferimento vigente, per un ammontare che può variare tra il 50% e il 70% dell'investimento." SCADENZA: A SPORTELLO
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>MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO "Accesso alla garanzia del Fondo in favore di start-up innovative" Il Dm del 26 aprile 2013 stabilisce i criteri e le modalità semplificate di accesso alla garanzia del Fondo in favore di start-up innovative e incubatori certificati nella misura massima dell'80% dell'ammontare dell'esposizione. L'importo massimo garantibile dal Fondo per singola start-up innovativa o incubatore certificato, è pari a 2,5 milioni di euro. >REGIONE MARCHE "Sostegno a progetti di sviluppo delle PMI in fase di ricambio generazionale" Sostegno a progetti di sviluppo delle PMI in fase di ricambio generazionale che prevede contributi per agevolare le micro, piccole e medie imprese dell'industria, dell'artigianato e dei servizi alla produzione, per la realizzazione di progetti di sviluppo finalizzati alla continuità d'impresa attraverso il ricambio generazionale. Le agevolazioni possono arrivare fino ad un massimo di € 30.000,00 con un'intensità di contributo pari al massimo al 50% delle spese previste. SCADENZA: 30/11/2013 >MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI "Incremento e qualificazione occupazione femminile" Programma obiettivo per l'incremento e la qualifi-
cazione dell'occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete. IL finanziamento può arrivare fino ad un massimo di € 80.000,00.
Il contributo può arrivare fino ad € 145.000,00 per singola impresa. SCADENZA: 03/12/2013 >REGIONE MARCHE "Contributi per il miglioramento delle strutture agrituristiche"
SCADENZA: 30/11/2013 Contributi a fondo perduto per qualificare l'offerta tu>ITALIA LAVORO " Autoimpiego e Creazione ristica ed aumentare la cod'impresa per Quadri Di- noscenza del mondo agrisoccupati" colo e del territorio rurale. Il contributo può arrivare L’intervento è riservato agli fino ad € 50.000,00 per sinex dirigenti e quadri, disoc- gola impresa. cupati, attraverso la concessione di un contributo SCADENZA: 03/12/2013 per la creazione d’impresa INFRAo l’autoimpiego fino ad un >MINISTERO massimo di 25.000 euro STRUTTURE E TRASPORTI lordi elevabile fino ad un "Sostegno agli investimenti massimo 50.000 euro lor- autotrasporti" di nel caso di associazione professionale e/o impresa Incentivi a fondo perduto costituita in forma societa- per l'acquisizione di autoria da due ex dirigenti e/o veicoli industriali, rimorchi, quadri, disoccupati; eleva- semirimorchi rivolti ad imbile fino ad un massimo di prese di autotrasporto per 75.000 euro lordi nel caso conto terzi. Il contributo a di associazione professio- fondo perduto può arrivare nale e/o impresa costituita fino ad € 960.000,00. in forma societaria e/o di cooperativa di produzione e SCADENZA: 31/01/2014 lavoro e dei servizi da più di due ex dirigenti e/o quadri, >DECRETO "DEL FARE" disoccupati ai sensi della "Incentivi Legge Sabatini e Fondo di Garanzia per le normativa vigente. PMI" >REGIONE MARCHE "Contributi per l'ammo- Finanziamenti a tasso agedernamento delle aziende volato (anche nella forma del leasing) per l'acquisto agricole" di macchinari, impianti, Contributi a fondo perduto beni strumentali d'impresa per migliorare la competiti- e attrezzature ad uso provità delle imprese agricole, duttivo. attraverso l'adeguamento I beneific della Sabatie/o ammodernamento del- ni sono stati estesi anche le loro strutture produttive. all'ICT (hardware, softwa-
re, e tecnologie digitali). Vengono inoltre introdotte misure di maggiore efficacia degli interventi del Fondo di Garanzia per le PMI, attraverso l'innalzamento della copertura del fondo fino all'80% per operazioni di anticipazioni a favore di imprese in credito nei confronti della pubblica amministrazione e per operazioni di durata non inferiore a 36 mesi. >REGIONE MARCHE BANCA MARCHE - SIDA Group "Prestito d'onore Regione Marche" Obiettivo è quello di sostenere la creazione di 400 nuove imprese, attraverso finanziamenti agevolati concessi sull'onore ovvero non assistiti da alcun tipo di garanzia (fino a € 25.000,00 per le ditte individuali, e fino ad € 50.000,00 per le società) e la previsione di servizi gratuiti di assistenza tecnica personalizzata (tutoraggio) per i primi 12 mesi di attività. SCADENZA: 31/12/2014 >REGIONE MARCHE "Agevolazioni per le PMI culturali" Sono ancora disponibili fondi per la concessione di finanziamenti agevolati, con cui la Regione Marche incentiva gli investimenti delle imprese che operano nel comparto culturale. A sostegno delle iniziative sono concedibili finanziamenti agevolati di importo non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 150.000
euro. BANDO APERTO >DIPARTIMENTO AFFARI REGIONALI, TURISMO E SPORT "Contributi per le reti di impresa nel settore del turismo" Contributi a fondo perduto per progetti miranti alla costituzione di nuove aggregazioni di imprese finalizzati a promuovere il turismo nella regione, lo sviluppo di piattaforme condivise, sistemi di promo-commercializzazione. Il contributo massimo erogabile è pari ad € 200.000,00 con un'intensità massima del 50%. SCADENZA: BANDO IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE >BEI - Banca Europea degli Investimenti "Incentivi per promuovere lo sviluppo aziendale" I finanziamenti previsti sono finalizzati a promuovere lo sviluppo aziendale, attraverso prestiti a tasso agevolato e di durata variabile, a copertura massima del 50% dell'investimento previsto. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO
duzione di imprese agricole competitive. L'agevolazione prevede contributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio massimo erogabile è pari ad € 40.000,00. SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO >INVITALIA - Agenzia per lo sviluppo e l'attrazione degli investimenti "Agevolazioni per il subentro in agricoltura" Finanziamenti volti a favorire la nascita di nuova imprenditorialità e il ricambio generazionale in agricoltura, in particolare nel settore della trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli. Le agevolazioni consistono in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato fino ad un massimo di € 1.032.000,00. L'importo del premio per il primo insediamento consiste in un contributo a fondo perduto fino a € 25.000,00.
dei mestieri tradizionali supportando la creazione, nei comparti produttivi della tradizione italiana, di nuova imprenditoria per il trasferimento d’azienda da imprenditori con età superiore ai 55 anni a giovani imprenditori di età compresa tra i 18 e i 35 anni non compiuti. I contributi vanno da € 5.000 ad € 10.000. Le domande possono essere presentate a partire dla 20/02/2013. SCADENZA: 31/12/2013 ITALIA LAVORO "Agevolazioni per le assunzioni di apprendisti" Sono stati prorogati i termini previsti per l'erogazione di agevolazioni per le assunzioni di apprendisti effettuate a partire dal 30/11/2011. In particolare sono agevolati i contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e i contratti di apprendistato professionalizzante. I contributi vanno da € 4.700 ad € 5.500. SCADENZA: 31/12/2013
SCADENZA: BANDO SEMPRE APERTO
>ITALIA LAVORO "Agevolazioni per il trasferi>ISMEA "Agevolazioni per il primo mento d'azienda" insediamento dei giovani in Il bando ha l'obiettivo di faagricoltura" vorire il rinnovo del tessuto A cura della Divisione Strategia e Finanza Sono previsti interventi al dell’imprenditoria di tradi- d’Impresa Gruppo Sida fine di favorire l'insedia- zione. L’avviso è infatti fina- T 071.28521 mento di giovani nella con- lizzato a rafforzare l’appeal finanza@sidagroup.com
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Jack Kerouac
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FOCUS: TURISMO
Le Marche sono riuscite nel tempo a conquistare sempre più appeal, grazie alla capacità di realizzare quell’ideale di ambiente (culturale, economico, gastronomico) che si incardina e si riconosce esclusivamente nel concetto di prodotto e servizio made in Italy
Turismi nella regione al plurale Coniugare i termini “turismo” e “Marche” significa inevitabilmente parlare di tipicità, tradizione, cultura e divertimento. La nostra è terra prodiga: città d’arte, borghi, spiagge, parchi nazionali, patrimoni culturali di rara bellezza e attrazioni per il tempo libero. Tutte queste peculiarità riescono a calamitare l’attenzione e il favore di moltissime persone provenienti dall’Italia e non solo, alla ricerca di un modo nuovo di vivere la propria vacanza
I
l territorio è unico nel suo genere, e riesce ad accontentare tutti coloro che sono alla ricerca sinergica di ambiente e patrimonio culturale, relax e divertimento. È sotto gli occhi di tutti la sua marcata diversità, che si concretizza nell’espressione di un’ampia tipologia di paesaggi da vivere e osservare: il litorale, pianeggiante nella sua quasi totalità, le prosperose colline che accolgono paesaggi agricoli di ogni tipo, le montagne che possono essere vissute sia d’estate, sia d’inverno. È proprio la peculiarità del territorio a creare quel vantaggio competitivo che rende le Marche una delle regioni più gettonate in ambito turistico: in un periodo storico nel quale assistiamo alla chiusura quotidiana di decine e decine
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di aziende, è possibile affermare che il settore turistico, e in particolare quello marchigiano, riesce a mantenere salde le proprie posizioni, evidenziando una propria identità e giocando un ruolo di fondamentale importanza nell’economia della regione. Non a caso, mentre prima il territorio marchigiano era percepito come una destinazione a prevalente uso interno, come luogo di vacanza per famiglie e meta di escursioni giornaliere, in tempi più recenti, anche in relazione all’evoluzione del consumo turistico e al maggior interesse verso la cosiddetta “Italia minore”, le Marche si sono affermate come luogo alternativo alle consuete e più affermate destinazioni turistiche. Da non dimenticare, inoltre, il ruolo delle Marche come luogo prescelto
da molti stranieri (su tutti inglesi e tedeschi) per acquistare casolari e abitazioni situate nei borghi storici, fenomeno già conosciuto e presente in altre regioni confinanti come l’Umbria e la Toscana. Non a caso, in un articolo pubblicato da un quotidiano anglosassone, le Marche sono state definite “la nuova Florida”, caratterizzate da un contesto che rivela un elevato potenziale nello sviluppare un’offerta appetibile per la domanda turistica. Recentemente la rivista dell’associazione americana AARP (American Association of Retired Persons), che raggruppa 37 milioni di persone over 50 e pensionati, ha definito le Marche uno dei “cinque paradisi terrestri in cui vivere”. Le peculiarità enunciate sono quindi il sintomo positivo di una percezione
sempre più marcata dell’eccellenza del patrimonio regionale, che certifica il crescente appeal delle Marche come destinazione di viaggio da parte di famiglie, giovani e turisti. Tutto ciò anche grazie al progressivo impegno assunto dall’Amministrazione regionale nelle politiche di valorizzazione del territorio, in virtù dello stanziamento di fondi ed agevolazioni per l’anno in corso e per quelli successivi. Il Piano promozionale ha impostato una comunicazione turistica finalizzata alla costruzione di un brand della destinazione. Per il 2013, e per gli anni successivi, l’obiettivo è quello di consolidare il brand, attraverso una strategia di comunicazione che integri strumenti tradizionali a quelli più innovativi, con particolare riferimento
ai social media, al fine di migliorare la percezione della destinazione e favorire l’aumento di turisti. Altro obiettivo strategico è supportare la promo-commercializzazione e lo sviluppo di contenuti informativi: a tale proposito è imminente l’uscita di un bando a livello nazionale. Si mira, inoltre, ad un forte posizionamento nazionale ed internazionale, sviluppando una definita identità di destinazione, attraverso l’immissione nel mercato dei clusters delle Marche: mare, turismo rurale, cultura, natura, shopping, borghi, turismo attivo, ecc. Insieme a questo, si cercherà di sviluppare le quote di mercato turistico dei Paesi europei, anche dell’ex blocco comunista. Infine, si favorirà il movimento turistico tutto l’anno, destagionalizzandolo sia attraverso la
strutturazione di prodotti fruibili in più fasi dell’anno, sia attraverso l’aumento di competitività dell’offerta delle aree interne e la creazione di pacchetti e soggiorni legati ad eventi di sistema e territoriali, potenziando anche gli incentivi per l’utente finale e per i tour operator per soggiorni nelle Marche.
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FOCUS: TURISMO
XII Trofeo Nazionale giovanile al Conero Golf Club Ottima la prestazione dei due marchigiani Kevin Latchayya e Menghini Lorenzo
S
abato 19 e domenica 20 al Conero Golf Club di Sirolo si è disputato il XII° Trofeo Nazionale dell'attività giovanile 2013. Sono intervenute ed hanno partecipato le 7 squadre suddivise per aree geografiche rappresentando tutto il territorio nazionale. Due giornate di gara molto intense in cui sono stati protagonisti i 70 migliori ragazzi del ranking nazionale. Il Trofeo è stato vinto dalla zona 1 ( Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta) già vincitrice dell'edizione 2012. Sin dal primo giorno, la squadra capitanata da Rosso Marco e Soffietti Marco, è stata in testa grazie alle buone prestazioni di tutti i componenti ottenendo un risultato finale di 895 colpi. Nel secondo giorno si è assistito ad un testa a testa con la
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squadra della Lombardia in grande recipero grazie allo staordinario risultato di Giacomo Bianchi del Golf Club Zoate che ha girato in 65 colpi, -6 sul campo fino ad ottenere un risultato finale di 895 colpi a pari merito con la zona 1. L'area del Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta si aggiudica il Trofeo grazie al miglior risultato di quello scartato per un solo colpo di vantaggio. La squadra delle Marche ed Emilia-Romagna si è classificata al 4° posto con un risultato finale di 911 colpi. In evidenza Giacomo Fortini del Cus Ferrara che ha chiuso in 69 colpi -2 sul campo. Ottima la prestazione dei due marchigiani Kevin Latchayya e Menghini Lorenzo del Mia Golf di Camerata Picena che hanno rappresentato le Marche
per la zona 4 (Emilia-Romagna, Marche); hanno chiuso il giro rispettivamente con 73 e 77 colpi. Grande soddisfazione al Conero Golf Club per la buona riuscita della manifestazione grazie anche all'impegno e la cura con cui è stata preparato l'evento. “è stato un vero piacere - afferma il direttore Malatini, vedere tanti ragazzi impegnati sia negli allenamenti sia nella prova del percorso di gioco. Massima la concentrazione e alto il livello di gioco con cui hanno disputato la gara.” In rappresentanza del CONI, è intervenuto Fabio Sturani che ha avuto parole di elogio per tutti i ragazzi partecipanti e per il club sirolese sottolineando che tali manifestazioni rappresentano una grande opportunità per promuovere il territorio.
XII Trofeo Nazionale dell'attività Giovanile Conero Golf Club 19-20 Ottobre Classifica Finale
CONERO
GO
LF CLUB
CLASS.
ZONA
REGIONI
TOTALE 8 SINGOLI
TOTALE 4 FOURSOME
TOTALE GENERALE
SCARTI
1
Zona 1
Piemonte - Liguria - VDA
609
286
895
78
2
Zona 2
Lombardia
589
306
895
79
3
Zona 6
Lazio - Abruzzo - Campania
597
299
896
4
Zona 3
Triveneto
597
302
899
5
Zona 4
Emilia Romagna - Marche
609
296
905
6
Zona 5
Toscana - Umbria
618
317
935
7
Zona 7
Sud - Isole
654
340
994
l green di Sirolo sempre più meta di campioni e appassionati
I
l binomio Marche e Sport, come mostrano i numerosi primati in diverse discipline che la regione detiene, è un binomio vincente ed è stato uno degli aspetti su cui ha sempre puntato la presidenza del Conero Golf Club. “Siamo lieti di aver accolto questi giovani campioni e le loro famiglie – ha dichiarato il presidente Guido Guidi - e siamo altresì felici che questa disciplina sportiva stia prendendo sempre più piede e sia da richiamo per appassionati che giungono nella nostra regione da ogni zona d'Italia e dall'estero”. Il golf è intrinsecamente uno sport che richiede una cornice prestigiosa, per certi aspetti persino elitaria: verde incontaminato, ambiente tranquillo, strut-
ture ben dotate e il Conero Golf, che tra l'altro si affaccia sul mare, risponde pienamente a questi requisiti. A differenza di altre discipline, le cui competizioni si svolgono in spazi chiusi, il Golf porta ad un'immersione totale nella natura e il pittoresco contesto della sede di Sirolo conferirà al Trofeo ulteriore interesse e prestigio. “Nell'agosto del 2012 – ha aggiunto Guidi – il presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti, in visita al nostro club, ospite del delegato regionale Mario Soprani, rimase colpito dalla bellezza del nostro impianto sportivo e di tutto il territorio circostante, a tal punto da assegnarci subito la responsabilità di organizzare e ospitare la XII edizione
di questa manifestazione, nonostante le numerose candidature di circoli molto blasonati. Ora che l'evento si è concluso, non possiamo che dirci pienamente soddisfatti”.
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FOCUS: TURISMO
Blogger protagonisti al TTI di Rimini Soddisfazione degli operatori marchigiani alla chiusura del Travel Trade Italia 2013 di Fabio Lo Savio
L
e Marche chiudono l'esperienza del Travel Trade Italia 2013, che si è svolto a Rimini dal 17 al 19 ottobre, con un bilancio più che positivo grazie alla grande presenza di buyers ed operatori italiani ed internazionali allo stand Regione Marche. Tra i tantissimi contatti ed appuntamenti mirati, è emerso un grande interesse nei confronti delle eccellenze regionali ma anche del percorso di innovazione dell’offerta orientata a soddisfare in maniera ancora più efficace i bisogni dei diversi target, con una grande attenzione ai percorsi di cultura, natura, tradizioni storiche ed enogastronomiche tipiche della nostra regione.
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Gli “ingredienti” della Destinazione Marche sono stati rappresentati da 30 operatori marchigiani: la costa adriatica, l’entroterra collinare e montano, i parchi e le riserve naturali, le terme e i servizi benessere, i grandi eventi culturali, i luoghi dello spirito, l’enogastronomia, le eccellenze della creatività manifatturiera ed artigianale, i servizi per il business e i congressi. Particolarmente significativa la presenza di buyers ed operatori italiani ed internazionali allo stand Regione Marche, affollato fin dall'apertura con grande soddisfazione di tutti gli operatori. La seconda giornata del Travel Trade Italia di Rimini è stata dedicata, in modo particolare, al
mondo dei blogger turistici che si sono ritrovati in oltre 150 provenienti da tutto il mondo. “Il nostro compito – ha spiegato Pietro Talarico, Dirigente della PF Turismo – è interagire con gli operatori turistici dell'incoming e a tutti i 30 presenti abbiamo dedicato un tweet ma, convinti che nella strategia di implementazione della promozione del territorio regionale e dei prodotti turistici, la comunicazione 2.0 assuma un ruolo fondamentale, stiamo cogliendo l'occasione per conoscere direttamente molti dei principale travel blogger con i quali interagiremo da qui ai prossimi mesi.” “Lo staff della Regione Marche – ha concluso - sta approfittan-
Il Ministro Bray allo stand della Regione Marche al Travel Trade Italia di Rimini Il taglio del nastro nell'area dedicata alla Regione Marche all'interno del TTI e agli operatori turistici marchigiani è stato affidato al Ministro del Turismo Massimo Bray. Nel corso della sua permanenza allo stand, al Ministro è stato sottolineato che l’obiettivo delle Marche è proseguire e rafforzare ulteriormente l’azione di accrescimento della notorietà delle Marche in Italia e all’estero e la Regione è impegnata ad implementare la promozione del proprio portafoglio di prodotti turistici condividendo con gli operatori il percorso di innovazione dell’offerta che permetta di soddisfare in maniera ancora più efficace i bisogni dei target. Il Ministro Bray ha ricordato che a giorni ufficializzerà il Piano Strategico di sviluppo del turismo articolato in 5 linee guida: brand Italia, rilancio della missione dell'Enit, che sarà messo in condizioni di operare in maniera più efficace, miglioramento e potenziamento dell'offerta e del patrimonio ricettivo, riqualificazione delle formazione e investimenti con incentivi specifici, interventi sulla tassa di soggiorno in collaborazione con l'Anci. “Inoltre – il Ministro Bray - ha annunciato la prossima pubblicazione di bandi per reti d'impresa per 8 milioni di euro e l'impegno di creare una holding dei trasporti che abbia come core business il turismo”.
do della qualificata offerta formativa dei numerosi seminari del TTI partecipando agli incontri con esperti provenienti da tutto il mondo traendo interessanti spunti per affinare le strategie per il brand Destinazione Marche”. Le Marche hanno confermato di essere all'avanguardia grazie alla presenza, nell'area dedicata alla Regione Marche, del Social Media Team. “Il rapporto personale – ha affermato Sandro Giorgetti, coordinatore del SMT – è di vitale importante tenendo conto che i travel blogger, nei loro viaggi, puntano a vivere situazioni totalmente esperienziali e vogliono raccontare sensazioni, emozioni, colori dei territori che visitano e di cui scrivono
con gli stessi ritmi con i quali li vivrà il turista richiamato dai loro commenti”. Le Marche, nel rapporto col mondo dei blogger e della comunicazione 2.0, attraverso il Social Media Team ha messo a punto una strategia diversa dalle altre regioni. “Lo sforzo che stiamo compiendo, che ci distingue e su cui stiamo trovando grande consenso – ha aggiunto Giorgetti – è legato alla selezione dei blogger dei quali studiamo attentamente i profili e la comunicazione settorializzandoli per temi legati al mondo del food, del fashion, natura, famiglie e prevedendo per loro e con loro dei tour tematici con blogger tematici che vengono da tutti il mondo”.
Gli “ingredienti” della Destinazione Marche sono stati rappresentati da 30 operatori marchigiani
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“Anche adesso, dopo tanti anni – perché sono arrivato nell’ottobre del ‘38 – non ho ben chiaro in mente quello che ha significato nei secoli questa città, questa isola, questo mondo separato. Eppure qui batte il cuore dell’Italia, c’è qualcosa che miracolosamente è stato realizzato nei secoli passati e che adesso è riassumibile, è simboleggiato nel Palazzo Ducale. Intorno a questa idea, che è un’idea d’arte, un’idea di bellezza, di poesia, attorno a questo nucleo poi si è sviluppato anonimamente – con l’intervento di tante persone, di tante generazioni che si sono susseguite – qualche cosa che continua ad appartenere sempre al regno dell’arte, della poesia, dell’intelligenza, in una parola sola: dell’anima”. Carlo Bo, Parole sulla città dell’anima
(a cura di Gilberto Santini, Comune di Urbino 1997)
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SPEC IALE
PES ARO URB INO 97
SPECIALE: PESARO & URBINO
Pesaro e Urbino, gemelle diverse di A. Dachan
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uesto mese ML dedica il suo speciale a Pesaro Urbino: dopo Macerata, prosegue il tour attraverso le provincie marchigiane, per raccontare alcune realtà importanti che caratterizzano queste città, sia a livello imprenditoriale, che a livello sociale e culturale. Una presentazione a due voci, che rispecchia la doppia anima di questo territorio. Pesaro e Urbino sono le due città che formano il capoluogo più a nord delle Marche e, con le loro peculiarità, rac98
contano molto di questa regione. Pesaro è affacciata sul madre, Urbino è arrampicata sui colli: nei circa 40 chilometri che le separano si intervallano paesaggi di gran suggestione e percorrendo questo tratto sembra di fare anche un viaggio nel tempo, con l'alternarsi di borghi medievali, città rinascimentali e zone più moderne. Entrambe sono impregnate di arte e cultura e sono meta di turisti raffinati, che amano scoprire i capolavori e le eccellenze che nasconde il territorio.
lasciato un'indelebile impronta nella storia locale e non sono si ricordano i Malatesta, i Montefeltro e i della Rovere. Restando in tema di personaggi, qui sono nati geni immortali come il pittore e architetto Raffaello Sanzio, il pittore e matematico Piero della Francesca e il compositore Gioachino Rossini mentre, tuffandosi nella modernità, si possono citare il campione delle due ruote Valentino Rossi e il cantautore e pianista Raphael Gualazzi.
Tra le famiglie più antiche che hanno
Urbino, candidata a Città Europea della
Cultura per il 2019, è Patrimonio dell'Unesco dal 1998. Con il suo Palazzo Ducale voluto da Federico di Montefeltro, richiama ogni anno turisti da tutto il mondo. Questa città gioiello del Rinascimento è sede, dal 1506, dell'Università degli Studi di Urbino, con prestigiose facoltà che fanno, di questo territorio, anche meta di studenti provenienti anche dall'estero. Passeggiare per Urbino significa immergersi nel passato, respirare storia e arte. L'atmosfera di Pesaro è differente, perché, complice la sua apertura al mare,
proietta la sua anima alla modernità: il suo territorio è costellato di piccole e medie imprese, che hanno saputo conquistare anche il mercato internazionale, dal settore del mobile alla produzione di cicli e motocicli, senza mai dimenticare le eccellenze dell'artigianato locale, che spaziano dall'oro alle maioliche. Poi ci sono Fano, abbracciata dalle sue mura augustee, Gradara, con il suo castello dalle atmosfere dantesche, Mondavio, con la sua rocca a dominio delle valli del Metauro e del Cesano, Urbania,
capitale delle maioliche rinascimentali, Fossobrone, con le sue tre corti ducali, Sassocorvaro, dove vennero custodite - ad opera di Giuseppe Rotondi - molte delle principali opere d'arte italiane durante l'ultimo conflitto mondiale, Monte Cerignone, con la sua fortificazione martiniana, Sant'Angelo in Vado, con il suo Palazzo e la sua Torre Civica. Un'unica provincia, un'infinità di tesori da scoprire.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
“Urbino, laboratorio di idee aperto al mondo” Il primo cittadino Franco Corbucci ne è convinto: “il patrimonio culturale del territorio ci indica la traiettoria da seguire per le scelte dei prossimi anni” di P. Duranti
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indaco, partiamo dalla candidatura della città di Urbino a Capitale europea della cultura per il 2019: un ottimo risultato. “E' il risultato di un gioco di squadra che ha registrato uno straordinario impegno della Regione Marche”.
Ad Urbino si ritrova non soltanto una parte fondamentale della storia dell'Europa, ma un laboratorio culturale sempre aperto”
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Anche la stragrande maggioranza degli enti locali marchigiani vi hanno sostenuto. “239 Comuni – cioè la quasi totalità - hanno supportato la nostra candidatura”. Però la partita è solo all'inizio … “Si. E' stata vinta una partita, ma il campionato è appena cominciato. In Italia, infatti, vi sono altre 21 candidature, tra le quali sarà scelta la rappresentante nazionale. E tenga
presente che sono in competizione città artistiche di primissimo livello, come Siracusa, Perugia, Ravenna … Non poteva essere altrimenti: l'Italia è un museo a cielo aperto”. Ci può illustrare lo spirito che accompagna la candidatura di Urbino? “L'articolato dossier che abbiamo presentato a Roma segue una filosofia ben definita: guardare al futuro consapevoli del nostro passato. Mi spiego: la città di Urbino è riconosciuta come culla del Rinascimento e del pensiero dell'“uomo nuovo”, grazie a personaggi del calibro di Raffaello e di Piero della Francesca, che tra queste mura hanno potuto esprimere il loro genio con il
sostegno di un grande mecenate qual'era Federico di Montefeltro. Questo immenso patrimonio che Urbino ha ricevuto in eredità deve guidarci in proiezione futura, per lo sviluppo culturale, economico ed artistico della città e del territorio che la circonda”. Quando parla della dimensione culturale suppongo si riferisca ai rapporti con la storica Università della città? “In massima parte si. Grazie soprattutto all'Ateneo, oggi come ieri ad Urbino si respira un'aria internazionale, che fa di questa città un laboratorio di idee e culture provenienti dall'Europa e dal mondo intero. E' indubbiamente un nostro punto di forza”.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
Per un nuovo umanesimo Urbino Capitale Europea della Cultura 2019 di Ivan Antognozzi
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rbino è candidata al titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, un Programma Comunitario, ideato da Melina Mercouri e da Jack Lang nel 1985 quando, al termine di un consiglio dei ministri della cultura degli stati membri dell’Unione Europea, all’aeroporto di Atene, nell’attesa di un volo in ritardo, condivisero l’opportunità di organizzare un evento annuale di confronto e dialogo interculturale, con l’intendo ultimo di favorire la nascita di uno spazio comune europeo, di conoscenza, di tolleranza, di coesione sociale. Oggi la procedura prevede che ogni anno la CE individui due stati europei dove eleggere altrettante capitali della cultura. Per il 2019 spetta all’Italia e alla Bulgaria. Qui la sola opportunità della candidatura desta orgogli locali, risveglia appartenenze culturali e attiva una competizione serrata. Solo in Italia, in prospettiva del 2019, ci sono 21 città candidate. L’idea di candidare Urbino a Capitale europea della cultura è stata lanciata dal Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e dallo stesso Jack Lang, concordemente con il Sindaco di Urbino Franco Corbucci, riconoscendo alla città il suo
primato storico di culla del Rinascimento, le sue peculiarità e quelle della Regione che la sostiene. La prospettiva è quella di muovere da Urbino un nuovo messaggio di speranza, una nuova idea di sviluppo, una nuova visione del mondo valida per l’Europa moderna. Un nuovo umanesimo. Urbino è sito UNESCO. E’ una piccola città di 15.000 abitanti con un numero doppio di studenti che permanentemente la abitano con il naturale carico di passione, energia, talento, creatività che è proprio dei giovani. Ad Urbino si conta la più alta percentuale di istituti di formazione al mondo rispetto al numero di abitanti, e di massimo prestigio: dalla celeberrima Università degli studi Carlo Bo, alle scuole di grafica e design, l’I.S.I.A. e la Scuola del Libro, l’Accademia di Belle Arti, l’Istituto per la Formazione al Giornalismo, passando per licei ed istituti professionali d’avanguardia. Qui l’ENI, il secondo ente petrolifero europeo, istituì alla Sogesta il suo centro di formazione e sperimentazione tecnologica.Inoltre, Urbino è il cuore della provincia italiana che vanta il maggior numero di imprese culturali e creative (rapporto Symbola 2013).E la Regione
Marche è appena stata titolata Regione Imprenditoriale d’Europa. L’unica in Italia ad esserne insignita. Una piccola regione di un milione e mezzo di abitanti. Creatività e pratica del fare; dimensione micro e mega progetti. E’ questo il doppio paradigma che innanzitutto sta alla base della candidatura di Urbino. Investendo in innovazione; proseguendo e rafforzando le strategie di interazione fra cultura ed economia intraprese con il Distretto culturale evoluto delle Marche; guardando alla costituenda Macro Regione Adriatico - Ionica come luogo di scambio culturale, economico e sociale, Urbino 2019 mira a rimodernarsi nelle funzioni e nei servizi, a riaffermare la propria centralità culturale, a qualificarsi come faro dell’intera regione, segno di appartenenza di un’intera comunità; intende organizzare e rappresentare un modello europeo di città di piccole dimensioni quale laboratorio privilegiato di sperimentazioni di esperienze nuove, intense, esemplari di cui c’è bisogno e che non può essere realizzato in un grande centro. La piccola città come luogo di un nuovo modello di sviluppo: alternativo, innovativo, sostenibile. Il “luogo” di
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SPECIALE: PESARO & URBINO
Tra gli “Uomini Illustri” del Comitato Promotore di Urbino 2019 ci sono: Jack Lang, Carlo Rubbia, Paolo Mieli, Umberto Eco, Andrea Bocelli, Dante Ferretti, Vanessa Redgrave, Andrea Camilleri, Luca Zingaretti, Claudio Abbado, Orhan Pamuk, Antonio Paolucci, Uto Ughi e Barbara Alberti. sperimentazione di questo nuovo umanesimo è la Corte Aperta – Open Court di Urbino 2019. Il riferimento è la corte quattrocentesca di Federico da Montefeltro: un consesso di saperi che ha prodotto scoperte scientifiche, raggiungimenti tecnici, formulazioni teoriche, capolavori di pittura e arte, componimenti poetici e letterari, partiture musicali che costituiscono ancora oggi i fondamenti della cultura europea e della civiltà occidentale. Quella, ristretta e aristocratica; questa, aperta e popolare. L’Open Court di Urbino 2019 è lo spazio della città di Urbino, delle sue piazze, delle vie, dei vicoli, dei parchi, dei chiostri, dei palazzi storici, della loro carica suggestiva e evocativa. Questi spazi saranno popolati e praticati dagli “Uomini Illustri” del Comitato
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Promotore di Urbino 2019: Jack Lang, Carlo Rubbia, Paolo Mieli, Umberto Eco, Andrea Bocelli, Dante Ferretti, Vanessa Redgrave, Andrea Camilleri, Luca Zingaretti, Claudio Abbado, Orhan Pamuk, per citarne solo alcuni, che ad Urbino trascorreranno un periodo di residenza. Lo spazio della città sarà riorganizzato in tanti luoghi di aggregazione dove i cittadini d’Europa, gli studenti, la popolazione residente potrà frequentare e confrontarsi con queste personalità-icone: dell’arte, dello spettacolo, della scienza, della politica, dell’economia, della musica. Cambieranno le strutture, le funzioni e i servizi della città: taluni spazi del Palazzo Ducale oggi musealizzati (quali il cortile del Laurana e il Giardino del Pasquino) saranno aperti e resi pubblica-
mente accessibili; la Data, la piazza del Mercatale, il Parco delle Vigne saranno oggetto di interventi di rinnovamento, bonifica e ridestinazione d’uso.Urbino nel 2019 ospiterà la più alta concentrazione di intelligenze, saperi, geni d’Europa e del mondo coi quali tutti potranno confrontarsi: in momenti informali, in adunanze organizzate, partecipando alle loro performance e ad eventi spettacolari. Questo fermento culturale stimolerà idee, svilupperà talenti, produrrà suggestioni, farà lezione, germinerà altre corti di discussione e dibattito … e produrrà progetti. Alla dimensione del confronto e del dialogo implicita nell’idea Open Court di Urbino 2019 si associa, infatti, la dimensione progettuale e operativa. È la dimensione del lavoro vero e pro-
prio, quella della prassi di laboratorio, della pratica “di bottega”: delle scienze, dell’arte, dell’economia, della tecnologia, della politica, del dialogo interculturale. Qui dal piano concettuale si passa a quello fattuale: l’idea si trasforma in progetto. Il giovane creativo incontra il sapere esperto, il metodo rigoroso, la regola verificata, l’esperienza dell’Accademia. La dimensione progettuale e operativa della Open Court di Urbino 2019 sarà esercitata in taluni spazi cittadini organizzati come laboratori e fabbriche creative. Innanzitutto la DATA, le antiche stalle ducali, poi Orto dell’Abbondanza e oggi spazio straordinario ripensato da un sapiente intervento di Giancarlo de Carlo come spazio multifunzionale, individuata dal Piano Strategico di Urbino
come luogo simbolico in cui realizzare un laboratorio permanente di innovazione e sviluppo. La candidatura di Urbino a prescindere da quale sarà l’esito della valutazione, ha già segnato un punto importante, e determinato una “lezione”. Il punto è quello della straordinaria partecipazione, del coinvolgimento istituzionale e popolare che ha mosso tutti i comuni delle Marche i quali hanno formalmente espresso la propria adesione al progetto, ciascuno con una differente e particolare motivazione; lo stesso hanno fatto le provincie, le associazioni di categoria, il sistema economico, i singoli cittadini che hanno sottoscritto oltre 10.000 moduli di adesione. La lezione è di natura politico-strategica: su progetti di alto livello, pure ambiziosissimi, sulle
grandi sfide si ridestano le migliori energie, si attivano competenze, si generano speranze, si riesce a stimolare l’esercizio di cittadinanza attiva e di partecipazione politica. Il 15 novembre saranno comunicate le città pre-selezionate: ovvero le 4 o 5 città delle 21 candidate che hanno superato la prima fase e competeranno per l’assegnazione del titolo finale. Dopo un approfondimento progettuale e un’ulteriore fase valutativa il titolo di Capiate Europea della Cultura sarà assegnato presumibilmente nel dicembre 2014. Vediamo come va a finire!
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SPECIALE: PESARO & URBINO
Tartufo che vacanza! Renato Claudio Minardi, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo della Provincia di Pesaro Urbino, ci illustra i motivi che stanno alla base di una strategia di promozione turistica del territorio “trainata” dal rinomato prodotto locale di P. Duranti
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ssessore, la Provincia di Pesaro Urbino è impegnata in un’attività di promozione turistica del territorio fortemente incentrata sulla capacità attrattiva del tartufo. E’ una scommessa che potrà essere vinta? “I risultati in nostro possesso ci dicono di si: le diverse manifestazioni incentrate sul tartufo organizzate in queste settimane in vari centri della provincia, stanno catturando l’attenzione di numerosissimi visitatori provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero. Con ottimi risultati di presenze negli hotel, country house, B&B e agriturismi della provincia, in un periodo di bassa stagione come questo. Il tartufo come prodotto che si identifica con le eccellenze del territorio e diventa attrattore di turisti. Ecco il senso del nostro slogan: Tartufo che vacanza”. Quanto incide questo prodotto sull’economia del territorio?
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“Com’è noto quello di Acqualagna è un vero e proprio distretto del tartufo, ricco di realtà manifatturiere impegnate nella sua lavorazione, nel confezionamento e nella commercializzazione. Vi sono aziende locali ben strutturate che esportano in vari Paesi del mondo. Del resto, i numeri parlano chiaro: circa 800 quintali all’anno di tartufo venduto nell’arco di un anno, tra fresco e trasformato, il che significa 60/70 milioni di fatturato”. Il tartufo di Acqualagna si è conquistato il favore dei palati di tutto il mondo. Ma vi è anche una tutela giuridica di questo brand? “E' una legge nazionale (la n. 752 del 16 dicembre 1985, ndr) che parla espressamente di tartufo bianco di Alba (o del Piemonte) e di Acqualagna. Alle due fiere nazionali del tartufo di Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, da quest’anno si è aggiunta anche Pergola”.
Il turista cosa apprezza maggiormente? “Il cosiddetto “turismo esperienziale” che riesce ad abbinare le peculiarità del tartufo all'attrattività del nostro paesaggio, ci sta dando ottime soddisfazioni. E' su queste premesse che sono stati confezionati pacchetti ad hoc con i tour operator, in grado di permettere al turista di “vivere” il territorio nelle sue diverse espressioni: dalla lezione dello chef che spiega come cucinare il tartufo all'esercitazione con il cane per la raccolta, alla cena a base di tartufo ...”. Anche la “strada del gusto” segue questa filosofia? “Certamente. Proprio sulla base dell'esperienza maturata con la “strada del gusto”, proprio in queste ore stiamo lavorando alla realizzazione della “strada del tartufo” - un percorso attraverso le fiere dedicate a questo prodotto – e delle “strade della birra”.
La Gola del Furlo, Furlo (PU)
Entrambe pongono Urbino al centro dell'attenzione”. Il 2013 sarà ricordato come una buona annata per la raccolta? “E' una stagione che potremmo definire … popolare: grazie alle favorevoli condizioni meteo quantitativi notevoli a prezzi contenuti”. Per “prezzi contenuti” cosa intende? “L'anno scorso si viaggiava attorno ai 3-4.000 euro al chilogrammo, mentre quest'anno siamo sui 1.000-1.500”. Questa iniziativa segue quella che da sempre è la Sua strategia: coniugare sviluppo economico del territorio a tradizione enogastronomica. Ma così facendo non si rischia di distrarre risorse importanti che potrebbero dare ossigeno al manifatturiero? “Le eccellenze gastronomiche – che per
noi si identificano, seppur non totalmente – con il tartufo, costituiscono una promozione estremamente efficace del territorio nel suo insieme, con ricadute positive sull'offerta ricettiva, sull'indotto e sull'economia in generale. Detto questo, mi preme sottolineare che le risorse pubbliche stanziate per sostenere gli eventi legati al tartufo (destinate in parti uguali da Provincia e Regione) provengono da fonti vincolati, senza alcuna discrezionalità dell'ente. In linea generale, comunque, sono dell'avviso che se l'Italia avesse puntato di più sul turismo, saremmo probabilmente riusciti ad attutire almeno in parte gli effetti della crisi”. Cosa bisognerebbe fare? “Innanzitutto attribuire al Ministro del Turismo un ruolo di primo piano all'interno della compagine governativa, al pari dei suoi colleghi all'Economia, alla Giustizia o allo Sviluppo Economico. Invece l'Ita-
lia, da tutti considerata un museo a cielo aperto, si ritrova con un Dicastero al Turismo privo di portafoglio ... Poi però non meravigliamoci quando scopriamo che la Francia registra 83 milioni di arrivi internazionali e noi appena 46”.
“Vista la scarsa attenzione che per troppo tempo è stata dimostrata a livello nazionale nei confronti dell'industria turistica, non possiamo meravigliarci se la Francia registra 83 milioni di arrivi internazionali e noi appena 46” 107
SPECIALE: PESARO & URBINO
“Combattere individualismo e autoreferenzialità”, limiti oggettivi allo sviluppo Amedea Salvi, Presidente della Confapi (che rappresenta la piccola e media industria) della provincia di Pesaro e Urbino, nonché membro della giunta nazionale dell'organizzazione, punta l'indice contro la diffidenza che ancora oggi numerosi imprenditori nutrono verso gli altri attori economici di M. Palumbo
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ottoressa, Lei da tempo sostiene che il problema maggiore della piccola industria italiana sia rappresentato dall’individualismo. Ci può spiegare perché? “Perché impedisce di fare squadra e dunque di crescere. E’ un limite che a mio avviso va combattuto anche a livello di relazione umana: dobbiamo sforzarci tutti di “sentire” l’altro, pena il declino del territorio. Oggi invece subiamo ancora gli effetti della diffidenza, temiamo il confronto …”. Su questo terreno un ruolo importante lo può avere il consulente. “Purchè il mondo della consulenza si liberi da quell’approccio autoreferenziale che sin qui – diciamolo francamente – l’ha troppo spesso caratterizzato”. Allora cosa suggerisce? “Da parte del mondo della consulenza, un’offerta di servizi di spiccata professionalità; che il consulente possa davvero essere utile al miglioramento strutturale delle aziende. Auspico quindi un rapporto continuativo e fiduciario. Dobbiamo riappropriarci, noi italiani e marchigiani in particolare, della capacità di vendere il “saper fare”, inteso come abilità manuale,
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che naturalmente non prescinde - anzi lo presuppone – un’elaborazione concettuale di livello molto elevato, frutto di tradizioni secolari. Noi italiani, possediamo un DNA unico al mondo, siamo eccellenze in molteplici campi, dal sapere al design, alla progettazione, alla produzione. Ogni nostro prodotto riceve grande apprezzamento”. Parliamo di internazionalizzazione. “Molti si riempiono la bocca parlando di internazionalizzazione. Ma il rischio è che questa lunga parola rimanga sulla carta; vanno bene i convegni, le tavole rotonde, le innumerevoli iniziative di sensibilizzazione del mondo imprenditoriale, le missioni, ma poi occorre anche tradurre in pratica, essere operativi …! Mancano vere strutture di supporto organizzativo alle piccole aziende, tutto è sempre studiato per i marchi…..! Da qui, la mia insistenza sulla necessità di elaborare nuovi modelli di marketing che consentano di vendere la competenza, il “saper fare”. Non puoi pensare di andare da solo all'estero: gli aspetti da valutare in modo appropriato sono tanti, e, se gestiti male possono sfociare in nulla di fatto, talvolta, in maggiori costi e minori entrate”.
Forse tale situazione dipende anche dal limitato livello di rappresentatività della piccola impresa. In veste di componente della Giunta di presidenza nazionale di Confapi che idea si è fatta al riguardo? “A livello nazionale il problema che lei sottopone c'è, eccome. Sono peraltro fiduciosa che il nuovo corso di Confapi, splendidamente rappresentata dal nuovo Presidente Maurizio Casasco, possa invertire la rotta anche sotto questo profilo”. Progressivamente piccole e medie aziende, stanno riappropriandosi di una rappresentatività significativa. Siamo tornati a ridare al lavoro, la dignità e l’importanza che aveva perduto, per trascuratezza, per una colpevole visione corta di molti personaggi che hanno ruotato attorno al nostro mondo senza valorizzarlo. Un totale cambio di prospettiva è già visibile”. Un altro tema che Le sta a cuore attiene al rapporto tra impresa e formazione. “Alle Università dico: “Uscite dal castello, avvicinatevi alle imprese, collaborate … ne trarrà beneficio tutto il territorio in termini di cultura e di ricchezza. Laddove si sono create le giuste sinergie tra impresa ed università, e si è riusciti a riflet-
tere sul piano concreto la collaborazione, i risultati si sono visti. Creare legami di collaborazione tra le diverse forze in campo, mettersi al servizio l’ uno dell’altro è indispensabile”. In quali termini? “Mi riferisco alla conoscenza pratica del mondo del lavoro, ai processi di innovazione, sia di prodotto che di processo, oggi essenziali. Ma, anche qui, dobbiamo cogliere l'esigenza di lavorare sulla mentalità delle persone, sull'approccio … Fare cultura d’ impresa…….educare al nuovo, per vincere le resistenze dell’abitudine consolidata. Se una fascia di imprenditori considera le nuove figure preposte alla gestione del web marketing e di internet in genere, dei puri costi e non, invece, dei fattori con enormi potenzialità di sviluppo, temo che non si possa andare da nessuna parte. Dunque, c’è del gran lavoro da fare, sia per le università che per le associazioni di categoria”. Rapporti di lavoro: in un recente convegno Lei ha avanzato una proposta alquanto innovativa … “Ritengo che i contratti di lavoro, così come l’ applicazione delle numerose
normative che riguardano l’ impresa, debbano essere calibrati esclusivamente (o quasi) in funzione della dimensione aziendale. La burocrazia, di per sé inutile, diventa letale quando applicata a strutture aziendali piccole. Mi pare che l'idea risponda soltanto a criteri di buon senso”. Presidente, in questo numero di ML ospitiamo anche un approfondimento sul rapporto tra banche e imprese. Possiamo sapere cosa ne pensa? “Guardi, come Confapi provinciale abbiamo davvero buoni rapporti con la maggior parte delle banche del territorio. Però, chiedo al sistema bancario, a tutti gli istituti, a loro chiedo a gran voce di semplificare le procedure ed abbattere la burocrazia interna, tagliare i tempi di attesa nelle risposte agli imprenditori. Parlano di credito di merito? Benissimo: fissino quei quattro-cinque requisiti ritenuti indispensabili in capo all'impresa, ma una volta verificata la loro sussistenza il credito lo devono dare. Ha capito? Lo de-vo-no da-re”. E in tempi brevi, altrimenti nel frattempo, l'azienda muore”.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
“Bisogna puntare alla qualità e alla buona comunicazione dell'offerta” Nardo Filippetti, patron di Eden Viaggi e titolare del primo cinque stelle nelle Marche, l'Excelsior Hotel di Pesaro, traccia un bilancio della stagione turistica estiva nel Pesarese, proponendo nuove strategie per l'avvenire di A. Dachan
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ottor Filippetti, può trarre un bilancio della stagione turistica estiva nella provincia di Pesaro? “La stagione a Pesaro è iniziata tardi, verso il 20-25 giugno, a causa delle avverse condizioni climatiche e ciò ha causato una contrazione dei consumi. Molti albergatori hanno così deciso di ridurre i prezzi per stimolare la domanda, ma trovo che non sia una strategia premiante, se solo si considera che la pensione completa costa 55 euro più IVA e che, con un po' di fiducia, i turisti sarebbero comunque arrivati. Non c'è stata una programmazione fatta ante data e la gente, spaventata dalla crisi e da una
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propaganda mediatica pessimista si è ridotta a fare le prenotazioni all'ultimo”. Quale tipologia di offerta (mare, cultura, eventi) risulta maggiormente attrattiva? “In estate il 90 per cento degli arrivi nel Pesarese è legato al turismo balneare, ma siamo ancora lontani dall'attrattività per i luoghi in sé. Sono di grande richiamo le manifestazioni sportive, dalla Ginnastica artistica alla Pallacanestro, che portano sul nostro territorio migliaia di persone, ma la loro presenza è da attribuire agli eventi in sé, non ad un appeal vero e proprio. C'è un significativo
bacino di utenza nel 'turismo della terza età', che richiama anziani desiderosi di trascorre un breve periodo di vacanza a prezzi contenuti”. Alla luce di questi elementi, quali sono, secondo lei, le prospettive del turismo nel Pesarese? “Bisogna anzitutto fare un discorso di qualità, cominciare a pensare che è fondamentale ristrutturare gli alberghi, modernizzarli, renderli maggiormente funzionali, puntare ad un nuovo senso di ospitalità e accoglienza. È importante, inoltre, seguire la domanda anche in termini di strutture ricetti-
ve e di arredo urbano. Se si viaggia su questi due binari - miglioramento della qualità e potenziamento della comunicazione e dell'attrattività – si potrà avere una svolta”. Può esprimere un commento sulle finalità del Consorzio Marche Maraviglia? “ Ho molta stima del Presidente Guido Guidi, che ha mentalità aperta e lungimirante. Ben venga un team che si dedichi al turismo unendo le rispettive forze ed esperienze e soprattutto che diventi un interlocutore di riferimento, che supporti la Regione nelle strategie di promozione del territorio.
Il Consorzio è formato da operatori che conoscono il mercato, che sono dentro l'attività turistica e quindi sono le persone più adeguate a proporre iniziative mirate. Il loro ruolo non può essere ricoperto da associazioni sindacali, che si occupano dei diritti dei lavoratori di categoria: sono competenze diverse e specifiche. Ognuno, nel suo ambito, deve spingere al massimo per far crescere il turismo e segnare una svolta nell'offerta e nei programmi di promozione del territorio, destagionalizzando gli arrivi”.
“Ben venga un team che si dedichi al turismo unendo le rispettive forze ed esperienze e soprattutto che diventi un interlocutore di riferimento” 111
SPECIALE: PESARO & URBINO
Disegni Diversi I giovani di Rule-Hot per una ventata di energia creativa in città Curiosa l’audace iniziativa del Festival del Fumetto che dal 30 agosto al 1° settembre 2013 ha insediato alcuni luoghi significativi della città di Fano, dalla Mediateca Montanari, alla Sala San Michele fino ad arrivare alla Sala Verdi del Teatro della Fortuna. Ma Disegni Diversi da chi? Da che cosa? di B. Piccolo
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bbiamo intervistato i giovani di Rule Hot, un nome che loro stessi, sul loro sito, descrivono come un falso inglesismo che nel suono rievoca un falso francesismo, che nella mente rimanda agli anni Ottanta e alle vacanze trascorse su una casetta agganciata a una macchina. Al momento sono in tre, amano tutto ciò che ruota intorno alla creatività, al disegno, all’animazione, alla poesia, al graffitismo, al cinema, al fumetto, al teatro, alla fotografia, all’illustrazione, alla grafica, alla letteratura. “Disegni Diversi” diversi da che? Raccontateci un po’ di voi. “Disegni Diversi nasce durante un viaggio in treno da Fano (PU) a Bologna. L'idea di partenza era quella di riportare nel borgo natio quello che abbiamo imparato ad amare in altri luoghi, siano essi di lavoro, di studio o di vacanza. L'obiettivo di 'Disegni Diversi' è far scoprire al nostro territorio ricchezze e potenzialità artistiche, inteso non solo come beni monumentali, ma anche come artisti, giovani e non, co-
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nosciuti e apprezzati 'fuori' ma non presi in considerazione 'in sede'. Il festival vuole anche riportare in città una ventata di colore e di energia creativa per mostrare visioni alternative di problematiche quotidiane e generare così un confronto e una riflessione”. Il fumetto sembra caratterizzare molto del vostro lavoro? Che finalità gli attribuite? “Il fumetto è la sintesi di quello che vogliamo portare a Fano: un connubio di linguaggi e codici espressivi. Il fumetto è il tipico caso in cui il prodotto finale è qualcosa di più della somma dei singoli elementi che lo compongono, cioè l'aspetto visivo e l'aspetto testuale. Ci piace molto l'idea di unire linguaggi diversi tra loro che, mescolandosi, creano qualcosa di nuovo e insolito. Ci piace inoltre l'idea di poter cercare in qualche modo di semplificare, di rendere più comprensibile l'attualità, la quotidianità e le problematiche ad essa collegate. Ed è per questo
che trattiamo tematiche vere e di tutti i giorni per mostrare le diverse sfaccettature, le diverse visioni, i diversi modi di intendere situazioni comuni. La percezione e l'esperienza è personale, ma in questa frantumazione di singolarità, si possono scoprire e riscoprire elementi, valori percepiti da tutti e dai quali iniziare a riflettere sul loro nuovo significato”. La lampadina che vi ha fatto scattare l’idea? “La lampadina si è accesa quando, a causa della crisi, abbiamo avuto più tempo libero e abbiamo avuto modo di pensare meglio alle nostre passioni e a un modo per realizzare qualcosa di positivo in un periodo storico demonizzato. E' nel momento della crisi che si sviluppano nuove energie e noi abbiamo voluto provare a creare qualcosa di nostro, dando spazio e tempo alle nostre passioni, sfruttando anche le nostre competenze personali”. Ma di fumetti si vive?
“Noi non siamo fumettisti, ma amiamo le arti in generale e il disegno nelle sue molteplici espressioni. Confrontandoci con alcuni fumettisti abbiamo capito però che, se ti impegni, se sei costante, se credi in quello che fai e se riesci a entrare, grazie a festival, iniziative, concorsi, nei canali specifici, si può vivere. Purtroppo, come un po' per tutto, la gavetta e lunga perché ci sono i consueti problemi di lavoro non retribuito, non valorizzato, del 'ti pago in visibilità' e le solite storie che la nostra generazione si sente dire e ripetere da sempre”. Qual è il vostro rapporto con le amministrazioni locali? “Le amministrazioni locali purtroppo non sono pronte a supportare tutte le manifestazioni a livello economico. Ovviamente, è più facile sostenere iniziative che possono portare un riscontro 'visibile' nel breve periodo e quindi si preferisce affiancare manifestazioni di sicuro successo, perché magari hanno una lunga storia alle spalle
e, a ragione di ciò, sono un investimento sicuro. Noi, una giovane realtà, formata da donne poco conosciute sul territorio, abbiamo qualche difficoltà a essere prese in considerazione, ma non per questo ci perdiamo d'animo. Siamo dell'idea che solo la qualità del prodotto può portare al vero successo e, nonostante i pochi mezzi a disposizione, cerchiamo di fare molto, in termini qualitativi”. Il target dei vostri laboratori arriva fino a bambini molto piccoli. Ma si riesce davvero a insegnare i “Disegni diversi” anche a un pubblico così in erba? “I bambini sono per natura interessati a tutto ciò che è colorato e che prende vita e si divertono molto a creare con le loro mani. Lo scopo dei laboratori per i piccoli è quello di far sperimentare la realizzazione di qualcosa che appartiene proprio ai bambini. Raccontare le loro storie, le loro paure attraverso personaggi inventati o meno, seguiti da professionisti del disegno. Ci piace pensare anche che i no-
stri laboratori siano un modo per rendere più consapevoli i bambini verso quello che vedono, verso quello che fanno. Cerchiamo di innescare in loro il germe del gusto critico ed estetico, facendo in modo che si possano confrontare con qualcosa di diverso da ciò che, probabilmente, sono abituati a vedere indistintamente in tv”. Classica domanda: dubbi e progetti per il futuro? “Come sempre, dopo ogni edizione, abbiamo nuove idee e nuovi progetti che ci vengono anche suggeriti da persone che vengono al festival, ma per realizzare tutto quello che ci passa per la mente abbiamo necessità di altre forze, sia in termini di risorse umane, sia in termini di fondi. Dopo due edizioni, ci siamo resi conto che 'Disegni Diversi' sta crescendo, nonostante le difficoltà ed è in continua evoluzione; la nostra intenzione è quella di farlo ulteriormente sviluppare, magari attraverso iniziative importanti, realizzate in partnership con altri soggetti”.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
“La pipa, come una bellissima donna, ha una forma sinuosa” Nel Pesarese sorge il laboratorio Regina scarlatta, di Cristian Galeazzi, un'eccellenza che produce pipe uniche ispirate allo stile neoclassico. “L’artigianato è una delle risorse migliori del nostro paese in termini di competitività, ma l’artigiano è forse una delle figure professionali meno tutelate” di A. Dachan
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n nome molto evocativo e originale: ce ne vuole parlare? “Con questo nome ho cercato di dare forma alle emozioni che mi guidano nel mio lavoro e di comunicare, in sostanza, quello che l’oggetto 'pipa' rappresenta per me. Sono profondamente convinto che tra i tanti oggetti che ci accompagnano nella quotidianità ce ne siano alcuni in cui riconosciamo un’anima: un’alone di sensazioni e di vissuti che danno origine ad un legame speciale. La pipa ha, come una bellissima donna, una forma sinuosa, attraente, regale nella sua armoniosità. Scarlatto è il colore del fuoco, della brace, lo stesso colore del sangue, dell’amore e della passione. Così è nato il concetto di 'Regina Scarlatta' che ho provato a sintetizzare in un simbolo presente su ogni mia pipa: una regina con una corona rossa, nata dall’evoluzione di una nuvola di fumo”.
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Come è nata l'idea di dare vita ad un laboratorio artigianale per la produzione di pipe? "E’ stato un felice intreccio di coincidenze, prima tra tutte l’incontro con Franco Rossi, un grande 'Maestro', da cui ho appreso le tecniche e i segreti di quest’arte tanto antica quanto gelosamente conservata. Tutto ciò mi ha permesso di realizzare il desiderio di sempre: quello di creare qualcosa di personale attraverso il quale esprimere la mia passione per l’arte e per la manualità”. La sua attività affonda le radici nell'antica scuola pesarese: quali sono le sue peculiarità e in cosa si distingue rispetto alle altre tradizioni italiane ed europee? “La 'scuola pesarese', con il suo stile neoclassico unico, è apprezzata e conosciuta sin dagli anni ‘60 e rimane ancora oggi un punto di riferimento per gli
intenditori di tutto il mondo. Si ispira ai modelli ed alle forme classiche inglesi, per poi modificarle in modi nuovi e interessanti. Il risultato è una pipa dalle linee pulite, che valorizza la bellezza della radica per creare un prodotto raffinato, più moderno ed elegante”. Può descriverci i diversi passaggi che portano alla creazione di una pipa? “Sono una trentina i diversi passaggi necessari a creare una pipa di qualità lavorata artigianalmente. Si parte dalla scelta del ciocco di radica, la cui qualità e buona stagionatura è essenziale ad assicurarsi che la pipa fumi bene. Sul ciocco disegno la forma che dovrà assumere e procedo quindi alla sbozzatura ed alla creazione del fornello. Un passaggio fondamentale è la creazione del raccordo tra fornello e canna, in cui anche il minimo errore può pregiudicare l’intero procedimento. Quindi inizia la
“Sono una trentina i diversi passaggi necessari a creare una pipa di qualità lavorata artigianalmente”
fase di rifinitura, che coinvolge anche il bocchino floccato; così con il susseguirsi di lime e carte di diversa granulometria raggiungo la forma finita, arrivando ad avere una superficie compatta e priva di graffi residui della lavorazione. Si passa poi al finissaggio che, tramite l’utilizzo di varie tinte sovrapposte e pazientemente spazzolate, dà l’aspetto finale alla pipa. Si conclude, quindi, con la timbratura e la scelta del numero di corone (che ne identificano il grado di qualità). Ultimissimo passaggio è l’inserimento del logo, che battezza la nascita di una 'Regina Scarlatta'”. Qual è il vostro target principale? “I nostri sono prodotti rivolti principalmente ad un pubblico che ama la pipa come oggetto di uso quotidiano e che ricerca un prodotto di elevata qualità, curato nei dettagli ed autenticamente artigianale. La nostra attività è rivolta
all’Italia, ma soprattutto all’estero ed apprezzata dagli amanti del design e dell’italian style”. Come promuovete la vostra attività? “Innanzitutto creando un forte legame con la nostra terra e le sue tradizioni, per cercare di comunicare i nostri prodotti come una eccellenza da valorizzare ed esportare. Partecipiamo agli eventi ed alle iniziative di promozione dell’artigianato locale ed italiano, nonché alle fiere di settore in Italia ed all’estero. Allo stesso tempo credo sia fondamentale adeguarsi ai nuovi modi di comunicare e quindi la nostra attività di promozione continua su Internet: siamo presenti su tutti i principali Social Network (Facebook, Twitter, Pinterest) e attraverso il sito www.reginascarlatta.it, che è anche il nostro negozio di vendita diretta online”. In base alla vostra esperienza, l'artigia-
nato è adeguatamente tutelato? “Purtroppo, nonostante l’artigianato sia una delle risorse migliori del nostro paese in termini di competitività, l’artigiano è forse una delle figure professionali meno tutelate dall’attuale normativa italiana ed europea. Credo anche però che la sopravvivenza di una parte così consistente del nostro tessuto produttivo dipenda inevitabilmente dalla capacità individuale di sapersi innovare ed adeguare alle nuove regole del mercato globale”. Qual è la pipa di cui è più fiero? “Sono tanti i lavori di cui vado fiero; tuttavia, mi piace pensare che la mia pipa più bella sia quella che si trasforma e migliora ogni giorno nella mia immaginazione, e che ancora devo fare. Questo mi spinge ad una continua evoluzione artistica ed è la cosa che amo di più, in assoluto, del mio lavoro”.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
Gli itinerari, per quanto possibile, sono stati realizzati in ambiti naturali e in spazi piacevoli trasformandosi in percorsi paesaggistici, all’interno del verde, adiacenti a un corso d’acqua in una sorta di “green way” cittadina
La Bicipolitana Un percorso alternativo per riscoprire la città di Pesaro di B. Piccolo
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osa c’è di meglio di un passeggiata in bicicletta per riscoprire la propria città? E allora onore al merito al comune di Pesaro che con Delibera della Giunta, nel 2005, ha approvato il piano degli itinerari ciclabili finalizzati a migliorare la circolazione ciclistica in città e a recuperare un giusto equilibrio con l’ambiente. Non si tratta solo di sposare la causa dell’ecosistema e della lotta comune allo smog, motivazione comunque sempre più impellente, ma si tratta a tutti gli effetti di recuperare socialmente e culturalmente il pieno possesso delle strade percorrendole senza fretta. La novità non sta tanto nell’aver permesso, all’interno del piano urbanistico, la creazione di piste ciclabili adeguate e confortevo-
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li, quanto nell’aver realizzato una vera e propria linea metropolitana del ciclo. Di certo Pesaro è una di quelle città che morfologicamente e geograficamente ha permesso la realizzazione di un percorso agibile e adeguato, le sue linee pianeggianti e i suoi collegamenti facilitati hanno permesso all’amministrazione comunale di individuare una linea bicipolitana originale ma anche realmente percorribile. Il comune di Pesaro ha scelto consapevolmente di dar credito ai cosiddetti utenti deboli della strada, a quelli che troppo spesso ci sembrano meramente accessori all’interno del traffico delle città. L’itinerario ciclabile diventa in questo caso vero protagonista, privilegiando percorsi sicuri, più brevi e diretti. Per singola cor-
sia di marcia si parla di una rete lunga ben 62 chilometri, attuata anche attraverso diverse opere di urbanizzazione realizzate dall’amministrazione comunale, la stessa rete dovrà coprire quanto prima una lunghezza di 200 chilometri tra aree centrali e quartieri decentralizzati. Molteplici interventi nelle aree interessate sono stati mirati alla creazione di spazi accoglienti, aiuole, zone di posteggio per le biciclette fino ad arrivare a veri e propri punti di avvistamento delle bellezze di Pesaro. Gli itinerari, per quanto possibile, sono stati realizzati in ambiti naturali e in spazi piacevoli trasformandosi in percorsi paesaggistici, all’interno del verde, adiacenti a un corso d’acqua in una sorta di “green way” cittadina. Parallelamente all’iniziativa, sarà im-
portante individuare tutte quelle azioni che porteranno a un sistema sinergico di riqualificazione della città, basti pensare al sistema di noleggio anche gratuito di biciclette, all’educazione stradale declinata in chiave un po’ meno motorizzata, all’elaborazione di segnali appositi e alla comunicazione dedicata alla mobilità sostenibile. Il materiale informativo, indispensabile quanto la realizzazione dell’opera stessa, dovrà permettere di educare tanto al corretto utilizzo della pista ciclabile quanto al consapevole uso di un mezzo come la bicicletta. Lo stesso mezzo verrà messo in relazione con gli altri mezzi di trasporto con la finalità di creare delle sinergie adeguate fra treni, macchine, autobus e biciclette. Muoversi all’interno
della propria città diventerà un piacere. Tecnicamente il piano è contraddistinto da una rete primaria, costituita da 14 itinerari ciclabili e da una rete secondaria di raccordo tra punti specifici della rete primaria o di servizio alle centralità del quartiere. I percorsi radiali sono quelli che collegano i quartieri periferici alla città con direzione Valle del Foglia/ Centro-Mare e contraddistinti da numeri mentre i percorsi tangenziali sono caratterizzati da lettere. Come si è detto, l’idea è quella di arrivare alla realizzazione di una rete lunga circa 200 chilometri all’interno della quale il mezzo bicicletta potrà assumere un vero ruolo all’interno del traffico cittadino. Proponendo un’analisi non solo dal punto di vista meramente ambientale, punto
di vista comunque essenziale, ma anche dal punto di vista sociologico, sembra cominciare a cambiare l’idea di vivibilità della “polis” come luogo da riscoprire non solo per gli utenti “forti”, per gli adulti o per chi guida mezzi pesanti ma anche per i bambini, i ragazzi che vanno a scuola, le famiglie che vogliono riscoprire la piacevolezza di attraversare in tranquillità la propria città. Pesaro non è la prima città italiana ad aver pensato alla Bicipolitana e ci auguriamo non sia nemmeno l’ultima. Resta il fatto e il merito di aver dato vita anche nelle Marche a una nuova esigenza dell’essere cittadino nell’ottica di una piena riscoperta dei propri spazi.
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SPECIALE: PESARO & URBINO
Urbinoinscena 2013-2014 A 160 anni dall'apertura presentata la nuova stagione del Teatro Sanzio
È
una festa per tutti gli spettatori Urbinoinscena 2013.2014, stagione del Teatro Sanzio di Urbino che nel 2013 celebra i 160 anni dalla apertura. Un ricco cartellone da novembre a maggio - promosso da Comune di Urbino Assessorato alla Cultura e AMAT con il sostegno della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - tocca generi diversi che connotano le sezioni che compongono la stagione: teatro, danza, ragazzi, la città in scena e arte. Testi classici e moderni, riletture, novità e piacevoli appuntamenti domenicali riservati ai più piccoli: Urbinoinscena vuole essere una ricca offerta culturale per la città, più chiara e variegata rispetto ad una generica "stagione teatrale". L'inaugurazione della sezione "teatro" il 6 novembre è con l'atteso spettacolo diretto da Marco Bellocchio, uno dei registi più anticonformisti della storia del cinema italiano, Zio Vanja di Anton Ĉechov con un cast d'eccezione com118
posto da Sergio Rubini, Michele Placido, Pier Giorgio Bellocchio e Anna Dalla Rosa. Saverio Marconi – regista di fama internazionale - torna in scena il 5 dicembre come attore e sceglie Schmitt e le sue Variazioni enigmatiche, piéce accolta da uno straordinario successo di pubblico e di critica in Francia con l'interpretazione di Alain Delon e in Inghilterra di Donald Sutherland. Il meraviglioso testo scritto da Juan Mayorga La pace perpetua viene maneggiato dal giovane e talentuoso regista Jacopo Gassmann il 24 gennaio al Teatro Sanzio con la straordinaria interpretazione di Pippo Cangiano, Enzo Curcurù, Giampiero Judica, Davide Lorino e Danilo Nigrelli. Il 28 gennaio – fuori abbonamento per il giorno della memoria – la scena è per A. H. un intenso assolo sugli abissi del male di Francesco Manetti diretto da Antonio Latella, il lanciatissimo regista campano, classe 67, che si è imposto per sapienza tecnica e profondità nel lavoro con gli attori anche fuori dall'Italia, tanto
da essere ricercatissimo dai teatri europei. Il teatro Sanzio si offre come luogo privilegiato per la creazione artistica ospitando la residenza di riallestimento de L'Avaro di Arturo Cirillo in scena il 25 febbraio. Scritta da Eduardo nel 1936, Sogno di una notte di mezza sbornia in scena l'11 marzo nell'interpretazione del figlio Luca, parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un'umanità dolente, che solo in questo modo riesce a pensare a un futuro migliore, per sopravvivere al proprio presente. Il 27 marzo la stagione prosegue con Rosso del glorioso Teatro dell'Elfo. Il testo di John Logan - nell'allestimento diretto da Francesco Frongia – torna sui palcoscenici italiani con protagonisti Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña; uno scontro umano e concreto che contrappone un allievo e il suo maestro, emblemi di due generazioni d'artisti. La chiusura della sezione "teatro" è con l'amatissimo Alessandro Preziosi che torna a confrontarsi il 10 aprile con
il grande Cyrano de Bergerac nel recital Cyrano e la luna. Tre appuntamenti compongono la sezione dedicata alla danza. Si inizia il 28 novembre con l'intenso e pluripremiatoParkin'son di Giulio D'Anna, in scena con il padre affetto da morbo di parkinson in uno spettacolo che tocca delle corde emotive intime e soggettive, coinvolge, affascina e arriva a un pubblico anche digiuno dell'arte coreutica. Il 18 dicembre l'appuntamento è con Traviata di Monica Casadei, un affascinante spettacolo nel quale la coreografa, che già più volte si è confrontata con la grande tradizione lirico-operistica, affronta il capolavoro verdiano in un imprevedibile corpo a corpo, dove il danzatore è lo strumento che traduce, esalta e trasforma la potenza evocativa dell'opera. L'8 maggio torna la Nuova Danza Italiana con Anticorpi Explo. I "pezzi brevi" di Giovanni Leonarduzzi, Guido Sarli eTiziana Bolfe, talenti e progetti emersi dalla Vetrina giovane danza d'autore, testimoniano con la loro
originalità qualità ed evoluzioni della nuova coreografia italiana. Un viaggio all'interno del suono e dell'orchestra per conoscere, attraverso l'ironia e il divertimento, le varie famiglie strumentali, le loro specificità tecniche e timbriche, i loro caratteri espressivi è offerto il 15 dicembre, primo appuntamento rivolto ai ragazzi, dalla FORM con "O" come orchestra. Archi, fiati (legni, ottoni), dove sono le percussioni?. Di viaggio in viaggio, questa volta alla scoperta del teatro come luogo fisico, è quello proposto da Teatro Sovversivo il 16 febbraio con Dream theatre, un'occasione per conoscere in modo divertente e coinvolgente un spazio così affascinante e per certi versi sconosciuto ai più. Ultima tappa dedicata ai ragazzi il 9 marzo con uno spettacolo di danza Scarpe di Sosta Palmizi nel quale il coreografo Giorgio Rossi trae spunto dalla scarpa come parabola poetica dell'esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale. Anche per questa stagione Urbinoin-
scena accoglie nella sezione la città in scena esperienze del territorio con la Compagnia Dialettale Urbinate che presenta il 28 dicembre La badant, il 21 e 22 marzo Le tu tèt e il 9 e 10 maggio El prét tel lèt. Dal 6 novembre al 10 maggio sarà inoltre possibile visitare presso il Teatro Sanzio la mostra Terre sensibili di Mario Logli a cura dello studio Mjras (Roberto Bua, Silvia Cuppini, Joan Martos) che arricchisce e completa Urbinoinscena con una sezione dedicata all'arte. Dal 28 ottobre è iniziata la vendita di abbonamenti presso la biglietteria del Teatro Sanzio.
Per info: www.amatmarche.net Tel: 0712075880 Biglietteria Tel: 072 2281
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dossier
BAN CHE “Perché gli agenti di borsa vanno in Paradiso? Perché suggeriscono sempre tante buone azioni”
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
Mini-bond per le Pmi e prospettive dei rapporti tra banche e imprese: la parola agli esperti “Il sistema bancario tornerà a fare credito (…). Tornerà a farlo in misura crescente soprattutto dopo aver dimostrato al mercato piena trasparenza sui rischi assunti nel passato e forte orientamento all’efficienza e alla riduzione dei costi”. E’ con queste parole che Luciano Goffi ha scritto per ML che introduciamo il Dossier “Banche & Imprese”, nel quale si è voluto creare un momento di confronto tra alcuni dei maggiori protagonisti del mondo del credito sul territorio
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er l’esperto direttore generale di Banca Marche, soltanto così il sistema bancario “saprà attrarre quel capitale di cui avrà bisogno dopo aver spesato tutti gli effetti sia degli errori che della recessione. a sarà un credito diverso, più selettivo, molto più attento alla sostenibilità dei progetti d’impresa. Quindi il credito tornerà a sostenere le imprese; ma le imprese – soprattutto quelle ancora piccole, quelle ancora in ritardo – debbono rapidamente adattarsi alle sfide del mercato; innovando il proprio modo di fare impresa, investendo sugli uomini, innalzando la capacità di progettare l’efficienza, abbandonando schemi e culture di un passato che non ritornerà più. Uno sforzo enorme che
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imprese e banche non possono ulteriormente rinviare se non vogliamo disperdere irreparabilmente le prospettive di ripresa che si iniziano ad intravvedere in fondo al tunnel”. Diverse le voci intervenute nel dibattito: così, se il Direttore della filiale di Ancona della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Michele Polverigiani, l’agroalimentare, la meccanica di precisione e la biomedica i settori sui quali puntare, per Enrico Doni, responsabile della Direzione Centro Italia di Veneto Banca, è importante favorire l’emissione da parte delle Pmi di strumenti di raccolta di capitale ed incoraggiare la nascita di un canale di accesso alternativo al mondo bancario tradizionale. A questo proposito, Aldo Bruno – responsabile dell’Area
Finanza del Gruppo Sida - ritiene che i mini bond per le Pmi possano rappresentare una risposta innovativa alle esigenze di funding da parte delle imprese. Loris Tartuferi, presidente della Banca della Provincia di Macerata, si sofferma invece sulla necessità di rispettare i rigidi vincoli stabiliti dalle autorità di vigilanza, mentre per Flavio Guidi (fondatore del Gruppo Sida), l’attuale situazione economica impone agli istituti di credito “un veloce processo di razionalizzazione, dove la specializzazione, il recupero dell’efficienza, l’orientamento verso nuove forme di impiego e lo sviluppo dei servizi dovranno trovare sempre maggiore spazio”. Molto interessante, la fotografia tracciata dal direttore di Confidicoop Marche, Lanfranco Marsigliani.
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
Le imprese alla ricerca di fonti alternative La delicata situazione attuale sul fronte del credito è imputabile in larga misura al peggioramento del merito di credito delle imprese: basti pensare che nel trimestre aprilegiugno di quest’anno il tasso annuo di ingresso in sofferenza ha raggiunto il 2,9 per cento, e che a giugno l’ammontare lordo delle partite deteriorate - che includono, oltre alle sofferenze, anche gli incagli, i crediti ristrutturati e quelli scaduti - ha toccato i 300 miliardi
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ome emerge da un recente intervento del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, tale importo si riduce a circa 190 miliardi se si tiene conto delle rettifiche di valore già contabilizzate: di tale somma, poco più di 70 miliardi rappresentano sofferenze “coperte” da garanzie reali e personali. Non solo: il 14,7 per cento (9,6 al netto delle rettifiche) dei prestiti è costituito da partite deteriorate. Di fronte a tale situazione, il Governatore ha parlato di un’”eccessiva dipendenza delle imprese dal credito bancario”, affermando che “le imprese hanno bisogno di risorse alternative per finanziare gli investimenti”. Sotto questo punto di vista, per le banche “facilitare l’accesso delle imprese ai mercati dei capitali è (…) un compito non facile, che richiede la capacità di valutare le prospettive economico-finanziarie delle imprese; vanno evitati con cura i possibili
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conflitti d’interesse”. Ciò che Bankitalia auspica è un’elevata attenzione nei confronti dei governi societari delle banche: in particolare, ha affermato Visco, “la revisione degli assetti di governo delle banche popolari deve mirare a incentivare l’apporto di capitale da parte di nuovi soci e ad accrescere, attraverso un minor frazionamento del possesso azionario, il controllo sull’operato del management. Per quelle di grandi dimensioni e ad ampia operatività, anche territoriale, la forma giuridica più adeguata è quella della società per azioni”. E le fondazioni bancarie? Esse sono chiamate a “diversificare i propri portafogli per ridurre la dipendenza dai risultati della banca di riferimento; soprattutto, devono evitare di interferire nella governance e nelle scelte imprenditoriali degli intermediari”. Senza dimenticare che “nel breve termine il recupero di redditività esige
interventi incisivi sui costi, anche del lavoro (…)”, con evidenti riflessi anche sulla struttura dei canali distributivi. Nello specifico, “i canali a distanza vanno dedicati alla distribuzione di servizi altamente standardizzati e a basso valore aggiunto; la capillarità della rete distributiva tradizionale va ridotta, liberando le risorse necessarie per potenziare gli sportelli residui, la cui attività dovrebbe concentrarsi sui prodotti più complessi”. Un altro aspetto di estrema importanza, sul quale si è soffermato il Governatore, attiene alla partecipazione diretta delle banche al capitale delle aziende: legame, questo, che talvolta “ha distorto le scelte di erogazione del credito, dando luogo ad atteggiamenti collusivi o finalizzati a ritardare l’emersione di situazioni di difficoltà aziendale”.
DOSSIER: BANCHE
Visco alle banche: “Attenzione ai costi, compresi gli stipendi dei dirigenti” “La Bce sta per avviare una valutazione completa (comprehensive assessment) delle condizioni delle banche (…). Si procederà alla valutazione del profilo di rischio di tutti gli intermediari che saranno vigilati in forma accentrata. Sarà condotta un’analisi dei loro bilanci (balance-sheet assessment) che includerà un esame della qualità degli attivi (asset quality review) e uno stress test. Verranno esaminate anche altre caratteristiche degli intermediari, quali la leva finanziaria, la governance e, in generale, l’organizzazione”
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o ha affermato, in occasione della presentazione dell’XVIII Rapporto sul sistema finanziario italiano realizzato dalla Fondazione Rosselli, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Il quale ha rimarcato l’importanza dell’iniziativa, mirante a “verificare la sana e prudente gestione degli intermediari e a rassicurare i mercati circa la loro solidità finanziaria”. Tale verifica dovrà essere condotta – questo il monito del Governatore – nel rispetto della parità di trattamento tra le banche, che attualmente sono sottoposte a sistemi di vigilanza fortemente eterogenei. Questa eterogeneità si nota, ad esempio, nella definizione e nella misura delle partite deteriorate, degli attivi ponderati per il rischio, delle poste fuori bilancio e degli strumenti finanziari che, per l’assenza
di un prezzo di mercato, sono valutati ricorrendo a modelli interni delle banche (i cosiddetti level 3 assets). Inoltre – viene ribadito nell’intervento del Governatore – è “necessaria piena trasparenza sulla composizione degli attivi delle banche. Eventuali fabbisogni di capitale dovranno essere soddisfatti innanzitutto attingendo alle risorse degli intermediari, evitando di distribuire dividendi, cedendo attività non strategiche, contenendo tutte le voci di costo, incluse le remunerazioni dell’alta dirigenza. Laddove necessario, bisognerà procedere ad aumenti di capitale sul mercato. Dovranno in ogni caso essere precostituiti piani nazionali per far fronte a eventuali residue esigenze di ricapitalizzazione (…)”. Per quanto riguarda le banche italiane, Visco ha affermato che il contesto economico
impone loro “di proseguire sulla strada del presidio dei rischi di liquidità e di credito, del rafforzamento patrimoniale, del contenimento dei costi”. Dall’inizio dello scorso anno, è aumentata molto l’esposizione delle banche in titoli di Stato italiani, nel senso che i nostri istituti di credito hanno investito in tale direzione la liquidità resa disponibile dalla Bce. E ciò a causa da un lato del forte calo di redditività dell’attività di impiego (al netto del rischio) e dall’altro dei rendimenti piuttosto elevati dei titoli stessi. Peraltro, “la ripresa dell’economia e il ritorno a condizioni fisiologiche nel mercato del credito consentiranno di rendere le politiche di allocazione dei fondi coerenti con un più ampio sostegno creditizio a famiglie e imprese”, senza creare tensioni nel mercato dei titoli di Stato.
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
“Reimpostare la struttura del credito sulla scia delle esperienze straniere” Per Flavio Guidi (Gruppo Sida) l’attuale situazione economica impone agli istituti di credito “un veloce processo di razionalizzazione, dove la specializzazione, il recupero dell’efficienza, l’orientamento verso nuove forme di impiego e lo sviluppo dei servizi dovranno trovare sempre maggiore spazio” di M. Camilletti
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ottor Guidi, dove sta andando il mondo del credito? “Il mercato italiano del credito sta attraversando una profonda crisi che, oltre a subire gli effetti della situazione economica generale, presenta caratteri soprattutto strutturali”. Soffermiamoci su questo aspetto. “I bilanci delle imprese sono destrutturati, con una ridottissima capitalizzazione. A ciò si aggiunga che anche la situazione economica delle famiglie si fa sempre più difficile. Se queste sono le premesse, è giocoforza pensare che nel prossimo futuro l’impiego di mezzi finanziari da parte delle banche sia sempre più problematico e rischioso. Viviamo infatti un contesto economico caratterizzato da una forte volatilità, soprattutto in termini
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di solvibilità. E, dato assai preoccupante, nei prossimi mesi temo che questa volatilità si possa accentuare”. Lei prima accennava alla situazione delle imprese. “L’intero sistema azienda sta attraversando un processo di profonda trasformazione strutturale, nel senso di mutamento dei suoi connotati. Quello che è stato ieri, non sarà più domani”. Si può intuire approssimativamente la durata di tale cambiamento? “La durata di tale processo di trasformazione dipenderà in gran parte dalla profondità della crisi e dall’abilità della classe politica e imprenditoriale di portarlo a termine. La ripresa del sistema o il suo decadimento dipenderanno quindi
dalla velocità di realizzazione di questo processo”. Rispetto a questi mutamenti e al quadro competitivo internazionale il sistema creditizio come si presenta? “In ritardo, con una profonda destrutturazione determinata sia da mancanza di efficienza, sia da una destrutturazione finanziaria. Mi spiego: l’aumento delle sofferenze, la politica degli impieghi condotta sinora e la pressione di salvaguardia per la raccolta, perseguita con sempre più urgenza dagli organi di vigilanza (Banca d’Italia, Basilea, ecc.) in un contesto aziendale poco preparato e non competitivo, soprattutto rispetto all’estero, pongono l’esigenza di un veloce processo di razionalizzazione, dove la specializzazione, il recupero dell’efficienza,
l’orientamento verso nuove forme di impiego e lo sviluppo dei servizi dovranno trovare sempre maggiore spazio”.
ed Inghilterra, ad esempio, la percentuale di ricorso al mercato diretto dei capitali di rischio si avvicina al 50 per cento”.
Quindi quali sono secondo Lei le prospettive del mercato del credito? “Sono rappresentate da un maggiore approccio verso il mercato dei capitali; al riguardo talune esperienze straniere ci aiutano a comprendere meglio il fenomeno”.
Perchè ritiene che questa sia la direzione giusta? “Ogni politica di sostegno volta a favorire lo sviluppo del mercato obbligazionario, soprattutto per le aziende non quotate, non farà che favorire il processo di ricapitalizzazione aziendale e/o di approvvigionamento a lungo termine, fortificando così le stesse imprese e aiutandole nei processi di ammodernamento e di ristrutturazione, rendendo in tal modo il sistema più forte e quindi più solvibile. Teniamo presente inoltre che il differenziale di spread tra il costo del denaro per approvvigionamenti del sistema aziende e famiglie, tra le banche italiane e quel-
Cioè? “In Europa il ricorso al credito attraverso l’utilizzo del sistema bancario tradizionale è mediamente nell’ordine del 50 per cento (contro un 80 per cento del sistema Italia), di cui un 25 per cento è riservato al mercato dei mini bond e un’altrettanta quota ad altre fonti. In Germania, Francia
le straniere, è nella media del 2-2,5 per cento”. Questo cosa significa? “Che le grandi aziende si stanno sempre più approvvigionando a livello internazionale, mentre il mercato delle banche italiane sarà sempre più, in termini di marginalità, quello delle medie e piccole aziende”. In conclusione? “La strategia delle banche dovrà essere radicalmente reimpostata. E questo, a maggior ragione, per le banche con carattere locale. Il credito dovrà specializzarsi: da un lato il credito commerciale di breve termine, dall’altro quello di medio e lungo termine, e un altro segmento destinato ad essere coperto dalle banche
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
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L’azienda di credito dovrà specializzarsi per segmenti di mercato e in quegli stessi segmenti ampliare l’offerta di servizi; da banca productoriented dovrà trasformarsi in banca orientata al mercato e al consumatore” d’affari. Un’altra specializzazione ritengo che debba riguardare le tipologie di credito: credito per l’internazionalizzazione, per il sostegno allo sviluppo degli affari e per il sostegno allo sviluppo dell’imprenditorialità. Altra specializzazione auspicabile è quella per settori, dove l’azienda di credito è vista non solo come risposta all’esigenza di leva finanziaria, ma anche come organismo di sostegno e orientamento attraverso la fornitura di servizi integrati, elemento di propulsione nei processi di crescita e di sviluppo imprenditoriale. L’azienda di credito dovrà specializzarsi per segmenti di mercato e in quegli stessi segmenti ampliare l’offerta di servizi; da banca product-oriented dovrà trasformarsi in banca orientata al mercato e al consumatore di quei segmenti in cui intende operare. Va rivista
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la mission, vanno rivisti i valori che sottendono il loro ruolo della funzione creditizia e da qui le strategie e le strutture. La territorialità entra prepotentemente nella strategia di marketing della futura banca”. In che senso? “Tutta la gestione della politica industriale e finanziaria dovrà calarsi in una nuova logica territoriale, dove le esigenze specifiche dello stesso territorio dovranno caratterizzare l’offerta dei servizi. Il ruolo della finanza è quello di dividersi tra un ruolo di propulsore dello sviluppo dell’economia di territori più circoscritti e di partecipazione come attore nei processi di sviluppo imprenditoriale, oltre che economico ed occupazionale. Il ruolo compenetrato nei processi di sviluppo
favorisce e incrementa il “carisma” delle banche: da qui lo sviluppo della raccolta. La mentalità dello sviluppo, fagocitata da un processo di crescita costante dell’economia, dovrà essere cambiata con un mentalità basata sull’efficienza e sull’orientamento, sempre attraverso il servizio più spinto verso il consumatore del territorio. Grande è lo sforzo che dovrà essere compiuto in termini di investimenti in formazione, al fine di favorire i cambiamenti culturali e il sempre maggior approccio alle aziende del territorio”.
DEGUSTAZIONI, LABORATORI, INTRATTENIMENTO PER BAMBINI, CASETTA DI CIOCCOLATO
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I mini bond per le Pmi: una risposta innovativa alle esigenze di funding da parte delle imprese Secondo i dati dell’agenzia internazionale Standard&Poors, le imprese italiane si approvvigionano attualmente per il 92 per cento dei finanziamenti in banca e solo per l’8 per cento sul mercato obbligazionario. Per Aldo Bruno, responsabile dell’Area Finanza del Gruppo Sida, “questa situazione, in tempi di credit crunch, rappresenta un grosso limite alla possibilità delle aziende di reperire la liquidità necessaria per far crescere la propria attività” di L. Ciaccafava
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tempi sono ormai maturi perché la dipendenza delle imprese dalle banche venga quantomeno attenuata”, sostiene Bruno. “L’attuazione del “decreto sviluppo”, voluto dal Governo Monti, rappresenta il punto di svolta: prima di questo, per tutte le imprese non quotate in Borsa (la quasi totalità in Italia) era praticamente impossibile emettere prestiti obbligazionari sul mercato: gli handicap fiscali e normativi erano quasi insormontabili e ciò le costringeva ad avere solo la banca come fonte di finanziamento”. Ora invece? “Si aprono nuovi orizzonti per le Pmi: la possibilità di emettere minibond o cambiali finanziarie ed altri strumenti partecipativi permetterà alle imprese di
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potersi finanziare di più sul mercato dei capitali e meno in banca, aprendo un vero e proprio canale complementare al credito. Come ha dichiarato Fabio Gallia (amministratore delegato di Bnl, ndr), “siamo all’inizio di una nuova fase; tra alcuni anni ci sarà un sistema finanziario nuovo, in grado di cambiare anche il mondo delle imprese”. Facciamo un passo indietro: cosa sono i minibond? “In un contesto congiunturale come l’attuale, il cui dato allarmante risiede nella crisi dell’economia reale, pur se originata da una crisi finanziaria, il Governo ha risposto attraverso la predisposizione di nuove modalità di finanziamento, in specie per quelle Pmi dotate di un business model solido, nell’intento di rafforzare
la struttura finanziaria delle imprese, rendendole meno banco-centriche e favorendo nel contempo lo sviluppo del mercato dei capitali. In questo scenario si pone il recente “decreto del fare”, in tema di emissione di minibond e cambiali finanziarie da parte di società di capitali non quotate. A tale nuovo scenario giuridico ha poi fatto seguito la creazione ad hoc del nuovo segmento professionale del mercato ExtraMot, oltre ad un processo di semplificazione della disciplina sia civilistica che tributaria”. Ci spiega cos’è l’ExtraMot? “E’ un segmento del mercato che garantisce l’accesso ai soli investitori professionali, anche internazionali, consentendo all’emittente un ingresso semplificato ed altamente competitivo
“I minibond non rappresentano strumenti alternativi al prestito bancario, quanto, piuttosto, canali di funding complementari, che offrono al contempo l’affidabilità di un asset reale sottostante”
in termini di costi di listing, rispetto ai requisiti di ammissione e di informativa tradizionalmente richiesti per i mercati regolamentati”. E le novità dal punto di vista normativo? “Sono stati superati i limiti all’emissione di obbligazioni societarie previsti dall’art 2412 del Codice Civile per le società non quotate, mentre sotto il profilo fiscale la normativa ha parificato il trattamento dei bond emessi da società non quotate a quello più favorevole dei bond emessi da società quotate, a condizione che i titoli di debito in questione siano “negoziati in mercati regolamentati”. Le società non quotate possono avvalersi dell’esenzione dall’applicazione della ritenuta sugli interessi e altri proventi corrisposti sulle obbligazioni e titoli similari (pari al
20 per cento), nonché della deducibilità degli interessi passivi nei limiti del 30 per cento del margine operativo lordo risultante dall’ultimo bilancio approvato. Permangono comunque taluni requisiti di quotazione in capo alle società emittenti (pubblicazione del bilancio degli ultimi due esercizi e predisposizione di un documento informativo con alcune informazioni essenziali)”. Quindi i minibond rappresentano strumenti alternativi al prestito bancario? “No. Essi, piuttosto, sono canali di funding complementari, che offrono al contempo l’affidabilità di un asset reale sottostante. Rispetto al canale bancario permettono una pubblicizzazione del brand su scala internazionale, che amplia la platea dei potenziali investitori, in
particolare di quelli stranieri, e dunque la collocabilità dei titoli stessi”. Vi è interesse alle Pmi italiane da parte degli investitori stranieri? “Mi pare oramai un dato di fatto: ciò che conta non è tanto il settore di appartenenza, quanto la vocazione internazionale dell’azienda, la presenza di un management professionale e di un valido piano d’impresa. Infine, così come il private equity, l'apertura verso il private debt potrà facilitare anche il processo tuttora in corso del passaggio generazionale nelle Pmi, che da sempre costituisce “croce e delizia” della dottrina societaria, costantemente impegnata nella formulazione di proposte fruibili per favorire tale policy aziendale”
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Il rapporto tra banche e imprese: il pensiero di Luciano Goffi C’è stata una lunga stagione – dagli anni ’60 in poi – durante la quale il rapporto tra banche ed imprese è stato uno dei principali motori dello sviluppo del Paese. L’iniziativa imprenditoriale – che ha portato l’Italia tra le prime economie mondiali – è stata affiancata in quella fase da banche capaci di intermediare correttamente ed efficacemente il risparmio, indirizzandolo verso la manifattura ed i commerci. Il dialogo tra imprenditore e banchiere è stato basato su comprensione e rispetto. Sistema imprenditoriale e sistema bancario sono cresciuti insieme, ciascuno costituendo fondamentale supporto alla crescita dell’altro di Luciano Goffi (*)
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osì è stato anche nelle Marche, dove banche popolari, casse di risparmio, casse rurali – sotto la guida di uomini illuminati – hanno permesso in quegli anni che si affermasse quel modello di sviluppo che così bene seppe coniugare industrializzazione e territorio, impresa e famiglia. E che ha portato le Marche ad essere tra le prime venti regioni europee per livelli d’imprenditorialità e industrializzazione. Ma questo rapporto sembra essersi spezzato in questi ultimi anni. Il credit crunch è divenuto un termine di uso comune nel descrivere una sopraggiunta difficoltà di incontro tra imprese e banche; anche nelle Marche. Anzi gli impieghi bancari nelle Marche si sono ridotti più della media nazionale; e le sofferenze bancarie da noi sono più elevate. Ci si deve chiedere perché ciò sia potuto accadere. Qualcuno si attarda a vederne la causa nei processi di aggregazione che hanno portato, spesso, la “testa” delle nostre banche 132
lontano dal territorio. Una spiegazione che ha un suo fondamento, ma che non aiuta a comprendere a pieno i fenomeni sottostanti, che sono assai più profondi e gravi rispetto a quelle che possono essere semplici difficoltà di dialogo tra un direttore di banca e un imprenditore. La ragione di fondo credo vada ricercata nella situazione in cui si trova l’impresa italiana nel contesto del mercato globale. Per ritardi suoi e del Paese, il nostro tessuto imprenditoriale si è trovato a perdere rapidamente competitività rispetto alla concorrenza internazionale. L’impresa italiana, prevalentemente legata ai settori industriali tradizionali, mediamente piccola, finanziariamente dipendente dal debito bancario, è stata scarsamente reattiva di fronte ad una competizione basata essenzialmente sui costi dei fattori produttivi. Penalizzata inoltre da miopi politiche industriali del Paese e dalla stratificazione di riforme non fatte, di inefficienze non affronta-
te. Da un rapporto di cambio quasi mai a favore. Fenomeni che hanno colpito con maggiore rigore quelle economie di tipo distrettuale – come quella marchigiana – laddove si sono rotti i legami che tenevano uniti i sistemi locali della subfornitura. Alcuni strati del tessuto industriale del Paese hanno saputo reagire, affrontare il cambiamento, schivare i rischi del mercato globale e coglierne le opportunità. Sono però troppo poche ad oggi le imprese trainanti, quelle capaci di crescere e far crescere quanto gli sta attorno. Troppe invece quelle che non hanno resistito o sono alle prese con piani di ristrutturazione dalle prospettive deboli. In tale scenario è elevata nel Paese la propensione ad attribuire appunto alle banche – cioè alla riduzione del credito bancario – la responsabilità dell’aggravarsi di molte crisi aziendali. Credo, in realtà, che il minor credito concesso in questi ultimi anni non sia la causa, ma semmai l’effetto, di una prolungata dina-
mica recessiva della nostra economia, che ha origine ben prima della crisi del 2008 e che nasce proprio dalle difficoltà strutturali del sistema Paese di adattarsi alla globalizzazione dei mercati. Ciò non vuol dire che di tale ritardo strutturale del Paese anche il sistema bancario non abbia le sue serie responsabilità. Ad esso, dopo gli slanci aggregativi degli anni ’90, è mancata infatti successivamente una chiara visione innovatrice. Si è allontanato dal territorio e si è come richiuso all’interno di un difficile circolo vizioso, fatto di costi elevati, tecnologie obsolete, regole stringenti. Alle imprese ha continuato soprattutto a fornire solo credito: non le ha sapute spingere verso i sentieri della innovazione e della internazionalizzazione; ha mantenuto un respiro prevalentemente domestico laddove le imprese, anche quelle più piccole, avevano invece bisogno di aprirsi al mondo, scalare le dimensioni, diversificare in settori a più alto valore. Ha assi-
stito inerme – incapace di proposte e di soluzioni – ai processi di delocalizzazione e di distruzione del lavoro. Ha investito risorse enormi – incapace di vederne i pericoli – nello sviluppo del settore immobiliare, la cui espansione, negli anni precedenti a quelli della crisi, dava l’illusione (dimostratasi poi effimera) che con il “mattone” si potesse compensare il valore che si andava perdendo con le fabbriche che chiudevano. Come superare lo stallo in cui, per responsabilità di tutti e non di una sola parte, ci siamo venuti a trovare. Come guardare avanti per una nuova prospettiva di sviluppo. Il sistema bancario tornerà a fare credito; in parte ha già iniziato in questi mesi a farne di nuovo. Tornerà a farlo in misura crescente soprattutto dopo aver dimostrato al mercato piena trasparenza sui rischi assunti nel passato e forte orientamento all’efficienza e alla riduzione dei costi. Solo così saprà attrarre quel capitale di cui avrà bisogno dopo aver spesa-
to tutti gli effetti sia degli errori che della recessione. Ma sarà un credito diverso, più selettivo, molto più attento alla sostenibilità dei progetti d’impresa. Quindi il credito tornerà a sostenere le imprese; ma le imprese – soprattutto quelle ancora piccole, quelle ancora in ritardo – debbono rapidamente adattarsi alle sfide del mercato; innovando il proprio modo di fare impresa, investendo sugli uomini, innalzando la capacità di progettare l’efficienza, abbandonando schemi e culture di un passato che non ritornerà più. Uno sforzo enorme che imprese e banche non possono ulteriormente rinviare se non vogliamo disperdere irreparabilmente le prospettive di ripresa che si iniziano ad intravvedere in fondo al tunnel.
(*) Direttore Generale di Banca Marche
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
“Agroalimentare, meccanica di precisione e biomedica: i settori su cui puntare” Michele Polverigiani, Direttore della filiale di Ancona della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, rimarca la funzione dell’istituto sul territorio di F. Di Giulio
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irettore, il problema è sempre quello: le imprese lamentano una scarsa fiducia nei loro confronti da parte del mondo del credito … “Indubbiamente rispetto a qualche anno fa le banche operano una selezione più severa in fase di erogazione del credito, ma tale comportamento non è collegabile, se non in minima parte, ad una questione di fiducia nei confronti dell’imprenditore e delle sue prospettive”. E allora a cosa? “Principalmente ai rigidi criteri introdotti con Basilea. Ciò nonostante – mi preme ricordarlo con fermezza – la Bper non ha mai smesso di erogare credito”. Questo lo dicono un po’ tutte le banche … “Con la differenza che noi non avevamo scheletri nell’armadio: derivati e prodot-
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ti del genere. Abbiamo sempre lavorato sul territorio. La liquidità che ci è stata garantita dalla Bce l’abbiamo costantemente impiegata a favore delle famiglie e delle imprese locali. In altre parole: ci consideriamo a pieno titolo una banca del territorio”. Cosa significa? “Le rispondo prendendo a prestito le parole del nostro direttore generale, Fabrizio Togni: “Essere banca del territorio significa vivere in simbiosi con il territorio stesso. Crescere quando il territorio prospera e soffrire nel momento in cui questo soffre”. Lei prima ha accennato all’adozione di criteri più rigidi nell’erogazione del credito. In che senso? “Nel senso che la banca tende a privile-
giare aziende caratterizzate da una spiccata predisposizione all’export, oppure radicate in determinati settori, quali l’agroalimentare o le attività connotate da un elevato grado di specializzazione, come la meccanica di precisione e la biomedica. Ambiti, questi ultimi, che difficilmente subiscono le aggressioni dei competitori insediati in mercati emergenti”.
GRUPPO BPER
Sede di Ancona Via I Maggio 22, 60131 Ancona (AN) Nella foto: il titolare Michele Polverigiani (seduto), i collaboratori Corrado Bellucci e Paolo Egidi Vice Titolare: Carlo Marconi (non in foto)
istanti senza tempo Via della Spiga, 42 Milano - Via del Babuino, 151/A Roma - Via Mazzini, 2/C Forte dei Marmi www.rosato.it
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“I mini-bond? In Italia vi sono 3.500 aziende potenziali beneficiarie” Per Enrico Doni, responsabile della Direzione Centro Italia di Veneto Banca, è importante favorire l’emissione da parte delle Pmi di strumenti di raccolta di capitale ed incoraggiare la nascita di un canale di accesso alternativo al mondo bancario tradizionale di A. Monticelli
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irettore, guardando alla situazione del credito in Italia, con particolare riferimento al rapporto con le Pmi, si riscontrano peculiarità nel territorio marchigiano? “Superfluo rimarcare come la crisi, per una serie variegata e stratificata di ragioni, stia investendo il “sistema Italia” nel suo complesso senza risparmiare, anzi, il modello rappresentato dai distretti manifatturieri ad alta concentrazione di Pmi. Ciò che voglio rimarcare è, invece, come nel primo semestre del 2013 Veneto Banca abbia aumentato del 2,2 per cento i crediti erogati ad imprese e famiglie delle Marche: in netta controtendenza rispetto alla media del sistema bancario regionale, ponendosi a sostegno di tante realtà che altrimenti non avrebbero avuto punti di riferimento. Un dato che però non deve stupire: è la logica conseguenza della storia e del Dna dell’Istituto. Siamo una banca che per natura è il partner delle famiglie e
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di quella miriade di aziende medie, piccole e piccolissime che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo ed occupazionale italiano e tanto più di regioni come lo Marche o il Veneto”. Quali gli interventi con particolare riferimento alle esigenze delle imprese? “La lista sarebbe lunga, visto che sia le nostre scelte di indirizzo che l’operatività quotidiana tengono conto in primo luogo delle istanze che giungono dal territorio. Voglio citare due fattori su cui stiamo lavorando molto. Il primo è stimolare un gioco di squadra fattivo e propositivo attraverso accordi e collaborazioni con associazioni di categoria, Confidi ed istituzioni. Il secondo sostenere l’export: vera e propria luce in fondo al tunnel e fattore nel quale proprio le aziende marchigiane stanno segnando i migliori exploit. Veneto Banca è specializzata nella consulenza sia a coloro che già operano nel mercato
internazionale, sia a coloro che intendono aprirsi al commercio con l’estero. Il Gruppo offre assistenza professionale attraverso la partecipata “Sintesi 2000” e grazie ai servizi “My Export Friend & My International Friend”, che facilitano l’attività con le controparti estere. La nostra, ad esempio, è stata tra le prime banche italiane ad offrire alla propria clientela la possibilità di effettuare transazioni nella divisa cinese. Basta seguire le cronache degli ultimi mesi per giudicare quale opportunità abbiamo fornito e forniamo ai nostri imprenditori: la Cina è sempre più un gigante anche nelle importazioni e la sua valuta si sta rapidamente affermando come terza divisa di interscambio internazionale, dopo dollaro ed euro”. Quale futuro, secondo Lei, per i minibond e i canali alternativi? “Proprio nelle scorse settimane il Gruppo, tramite la Banca Intermobiliare di
Investimenti e Gestioni, ha siglato un accordo commerciale con la società di consulenza ADB per una collaborazione volta allo sviluppo del mercato delle emissioni di mini bond per le piccole e medie aziende italiane. L’obiettivo è quello di favorire l’emissione da parte delle Pmi di strumenti di raccolta di capitale ed incoraggiare la nascita di un canale di accesso alternativo al mondo bancario tradizionale. In Italia ci sono almeno 3.500 aziende solide con un fatturato compreso tra i 30 e i 150 milioni di euro, che costituiscono il motore del Paese e il principale potenziale beneficiario di questi nuovi strumenti”. Direttore, di fronte alla crisi economica che sta mettendo in difficoltà una fetta crescente di popolazione, quali politiche propone la vostra banca? “Innanzitutto, come ho cercato di spiegare, pur con la cautela dovuta a chi gestisce il risparmio della collettività,
Veneto Banca non ha mai negato e non nega fondi a coloro che ne sono meritevoli e con la loro azione creano sviluppo ed occupazione. Poi vale la pena ricordare, solo per citare alcuni esempi, la sospensione delle rate sui mutui per l’acquisto della prima casa, le moratorie a favore delle Pmi, il finanziamento per la copertura delle 13/14sime mensilità e delle imposte, quello per l’anticipo della Cassa Integrazione Straordinaria, l’adesione al Fondo Nuovi Nati e al Programma di microcredito (in accordo con la Cei) denominato “Prestito della Speranza”, a supporto dei nuclei familiari in situazioni di vulnerabilità economica e sociale. In ogni sua scelta il Gruppo si impegna per sposare mission industriale e responsabilità sociale. Senza dimenticare il cardine fondamentale rappresentato dai soci”.
Beijing, La Città proibita
“La Cina è sempre più un gigante anche nelle importazioni e la sua valuta si sta rapidamente affermando come terza divisa di interscambio internazionale, dopo dollaro ed euro”
70mila soci, con una crescita massiccia e costante di coloro che ci danno fiducia, che erano 62mila a fine 2012, e una presenza sempre più significativa anche dalle Marche e dal Centro Italia. Sottolineo con orgoglio questo dato perché i soci costituiscono il legame più stretto con il territorio e un insostituibile strumento di ascolto delle necessità della gente. Questa proprietà diffusa è il valore aggiunto che garantisce a Veneto Banca il carattere di banca dei territori. Alla base della nostra forza vi è questa “democrazia economica” dalla quale scaturiscono il radicamento territoriale, il dialogo con le persone, il senso di solidarietà e di responsabilità sociale”.
Ci spieghi meglio… “Veneto Banca vanta attualmente oltre
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
Banca dell’Adriatico AL FIANCO DELLE IMPRESE PER TORNARE A CRESCERE Intervista a Roberto Dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico
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ual è il territorio in cui siete operativi? Con 243 filiali capillarmente distribuite lungo la dorsale adriatica fra Marche, Abruzzo e Molise, Banca dell’Adriatico è oggi una delle realtà creditizie leader in queste regioni. Un successo dovuto sia alla sua forte attenzione per il territorio, sia all’appartenenza a un grande gruppo bancario internazionale, Intesa Sanpaolo, che la supporta con tutti gli strumenti per servire al meglio le famiglie, le imprese e gli enti clienti. Tali elementi si sono recentemente rafforzati quando, nei primi mesi del 2013, Banca dell’Adriatico si è unita a Carisap, la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno pure appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo, dando vita ad un’unica nuova realtà creditizia che ha adottato il marchio Banca dell’Adriatico e ha fissato la sede ad Ascoli, con importanti direzioni operative a Pesaro e Pescara. Banca dell’Adriatico ha oggi masse intermediate per 15,5 miliardi di euro, di cui 9,1 miliardi sono le attività finanziarie della clientela gestite e 6,4 miliardi i finanziamenti in corso a imprese e famiglie. Serve 375.000 clienti, di cui oltre 45.000 imprese, attraverso i 243 sportelli diffusi su tutti i territori di operatività, 17 dei quali dedicati alle imprese, con una quota di mercato di oltre il 10% delle masse intermediate e con 1.839 dipendenti. Il patrimonio netto ammonta a 433 milioni (dati al 30 giugno.2013). La banca punta oggi a rafforzare il ruolo che Banca dell’Adriatico
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e Carisap già prima svolgevano come banche del territorio, consolidando e rendendo più capillare il radicamento nelle tre regioni e mantenendo la stretta vicinanza alle famiglie, al mondo delle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, agli enti locali ed alle associazioni, forte anche degli strumenti operativi e finanziari di un grande gruppo bancario internazionale come Intesa Sanpaolo. E’ per noi una importante sfida che ci vede ancor più impegnati a sostenere lo sviluppo di tutti i territori in cui operiamo, della loro economia e della loro società.” Che importanza ricoprono le Marche nella vostra attività? Banca dell’Adriatico nelle Marche ha oggi una presenza molto capillare con 143 sportelli, di cui 38 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 ad Ancona, 25 a Macerata, 11 a Fermo e 45 ad Ascoli Piceno. Ha inoltre la direzione generale ad Ascoli e una sede operative della direzione a Pesaro per garantire la miglior attenzione e vicinanza al territorio. Può farci un quadro della situazione odierna delle aziende? La Pmi marchigiane, che costituiscono il nucleo principale della nostra economia, continuano ad esprimere un forte bisogno di liquidità, per affrontare la fase di crisi che non accenna a chiudersi. Stiamo lavorando molto alla ristrutturazione dei crediti in essere con le imprese della regione, allungando le scadenze, rimo-
dulando le rate, modificando le forme tecniche, con l’obiettivo di alleggerire le esigenze di liquidità in questa fase acuta della crisi. In tale contesto fondamentale è il rapporto di collaborazione con il mondo associativo delle imprese che, grazie anche all’intervento dei Confidi, può contribuire al sostegno del sistema imprenditoriale attualmente in difficoltà. E’ un aspetto ritenuto strategico da Banca dell’Adriatico che, in tutto questo periodo, ha mantenuto costante l’erogazione del credito al tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Vogliamo stare sempre più al fianco delle imprese, stringendo un rapporto di maggiore e reciproca conoscenza che consenta a Banca dell’Adriatico di accompagnare e sostenere l’impresa nei suoi progetti, nelle sue sfide di sviluppo ed anche ad affrontare insieme le criticità che si presentano. Solo in questo modo, lavorando insieme, banca e imprese possono costruire un futuro di crescita e porre le condizioni per la ripartenza del ciclo economico. Banca dell’Adriatico dispone di tutti gli strumenti per affiancare l’impresa sia nell’operatività corrente, sia nei processi più complessi, con particolare riguardo per il sostegno all’internazionalizzazione, all’innovazione e alle necessità di rafforzamento patrimoniale, temi cardine questi per le piccole e medie imprese marchigiane. Quali sono i settori a maggior rischio? Preferiamo indicare quali sono i settori
Roberto Dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico
che hanno maggiori opportunità: ovvero quelli che investono in ricerca e innovazione, quelli orientati all’export e alla ricerca di nuovi mercati, quelli che continuano ad investire risorse proprie per nuovi progetti imprenditoriali, per rafforzare l’impresa, per fare rete con le altre realtà produttive. La crisi sta evidenziando una realtà a due facce, con imprese che faticano e addirittura si fermano ed altre che invece riescono, pur nella difficile e persistente crisi, a crescere anche a ritmi significativi. Queste ultime sono quelle che sfruttano un mercato internazionale con molte aree in forte sviluppo (al contrario dello stagnante mercato interno), quelle che hanno saputo innovare i prodotti e i processi produttivi e distributivi, quelle che hanno fatto sistema e si sono rafforzate dal punto di vista organizzativo e patrimoniale. Cosa potrebbero fare le Istituzioni, gli Enti locali, la associazioni di categoria per aumentare la liquidità delle imprese? Banca dell’Adriatico ha sostenuto e sostiene l’economia marchigiana continuando a mantenere aperte le linee di credito e continuando ad erogare credito. In questa fase di complessa crisi che stiamo vivendo, riteniamo particolarmente importante la collaborazione con le associazioni di categoria ed i Confidi territoriali per favorire la reciproca conoscenza e facilitare l'accesso al credito da parte delle imprese. Con le associazioni
imprenditoriali del territorio sono stati recentemente siglati importanti accordi che rafforzano ancor di più la collaborazione tra le associazioni delle imprese e la banca e offrono strumenti operativi e consistenti plafond di finanziamenti. Con Piccola Industria di Confindustria Marche, per esempio, è stata rinnovata un’intesa che fra le altre cose riserva un plafond di 600 milioni di euro per finanziare gli investimenti produttivi, lo sviluppo e la ricerca, l’export e l’espansione nei nuovi mercati, la crescita dimensionale e patrimoniale, i nuovi progetti imprenditoriali con particolare riguardo per le start up. Con queste intese il nostro Gruppo si conferma banca di riferimento per sostenere la crescita delle imprese, in particolare quelle medio piccole che rappresentano il tessuto connettivo e vitale dell'industria e del futuro dell'economia marchigiana. Noi mettiamo in campo ogni iniziativa per rafforzare la partnership strategica tra imprese e banca per innescare una crescita profittevole, aiutando le imprese nei processi di internazionalizzazione, nella ricerca e nell'innovazione, nel rafforzamento delle performance commerciali. Un obiettivo prioritario è anche quello di favorire la nascita di una nuova generazione di imprenditori, creando un "ecosistema" per lo sviluppo di start up basate sulle nuove tecnologie, in collaborazione con i maggiori centri di ricerca nazionali.
ziative, in particolare quelle rivolte ai giovani? Nei confronti dei giovani sono da tempo attive numerose proposte di servizi bancari e finanziari appositamente pensate per le loro esigenze. Dalla carta Superflash che consente di operare come se si disponesse di un conto corrente, con un costo particolarmente contenuto, ai mutui per la casa che prevedono la possibilità di sospendere il pagamento delle rate o di variare durata e importo dei rimborsi, in base alle variabili necessità proprie dei giovani d’oggi. Sono stati sviluppati accordi anche con diverse realtà del territorio per sostenere questa fascia di persone. Per esempio è attiva già da diversi anni un’intesa con la Provincia di Pesaro e Urbino che riserva un’articolata offerta di agevolazioni creditizie ed anche contributi una tantum rivolti all’imprenditoria giovanile e femminile, a studenti e neolaureati per finanziare master, stage, acquisti di materiale per lo studio, nonché a giovani coppie per l’acquisto o ristrutturazione della casa. Con questo accordo abbiamo già concesso 210 finanziamenti, erogando complessivamente 26 milioni, con contributi economici una tantum a favore dei richiedenti per complessivi 183.000 euro, sostenuti dalla banca e dalla Provincia.
Può presentarci alcune delle vostre ini-
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“Verificare la bontà dei progetti presentati dalle aziende” Loris Tartuferi, Presidente della Banca della Provincia di Macerata, ricorda i severi vincoli ai quali sono sottoposte le banche e il dovere primario di salvaguardare il denaro raccolto presso i risparmiatori di R. Graziaplena
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residente, non pochi imprenditori puntano l’indice contro il sistema bancario, reo – a detta loro – di avergli voltato le spalle. “Sono rilievi che il mondo del credito deve saper cogliere con estrema attenzione, tanto più in una fase delicata come l’attuale. Occorre peraltro tener conto del fatto, tutt’altro che secondario, che le banche sono tenute a muoversi nel rispetto di vincoli estremamente rigidi, dettati dagli organi di vigilanza nazionali e comunitari. L’osservanza di tali vincoli consente di realizzare la “sana e prudente gestione” che deve governare qualsi-
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asi azienda. Specialmente gli istituti di credito”. Le vicende anche recenti del sistema creditizio italiano dimostrano però che talvolta la gestione non è stata così sana e prudente … “Senz’altro anche in questo settore vi sono realtà buone e cattive, ma dobbiamo partire da una premessa: la banca è chiamata ad adempiere appieno la propria funzione, che è quella di contribuire a creare ricchezza. Per fare questo occorre che dall’altra parte vi sia un atteggiamento responsabile”.
Cioè? “Le imprese devono essere trasparenti e dimostrare la bontà dei progetti da finanziare, che costituiscono sempre, unitamente a diversi altri elementi, la condizione di base per il rimborso dei prestiti; allora ha un senso parlare di merito creditizio. Altrimenti la ricchezza non la si crea: la si distrugge. Con gravi ripercussioni anche per i risparmiatori che a quella banca hanno affidato i propri risparmi”. A proposito di merito creditizio, è anche evidente che vi sono settori economici
in cui la situazione è così delicata che le banche difficilmente intervengono. “Ma anche questo è vero fino a un certo punto. Rifiuto con forza l’equazione del tipo: se un settore va male, la banca non può concedere finanziamenti alle imprese che vi appartengono. Infatti vi possono comunque essere casi positivi e quindi progetti meritevoli di sostegno finanziario. In altre parole, sia pure nell’ambito di una corretta distribuzione dei rischi tra i diversi comparti economici, bisogna verificare la bontà del progetto, non soltanto il settore di appartenenza dell’azienda richiedente”.
Parliamo della Banca della Provincia di Macerata e del progetto di aumento del capitale sociale. “Trattasi di un’iniziativa che l’attuale immagine non certo positiva del sistema bancario rende molto ambiziosa. In vista della tanto attesa ripresa della nostra economia, l’operazione è esclusivamente finalizzata a consentire alla Banca di erogare un consistente aumento degli impieghi il cui ammontare, come è noto, deve avere un adeguato rapporto con il capitale proprio”.
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“Verificare il settore in cui opera l’azienda richiedente, ma soprattutto il suo progetto” Per Lanfranco Marsigliani, direttore di Confidicoop Marche, “taluni settori dell’economia, seppure in crisi, non possono comunque essere abbandonati, altrimenti muoiono” di M. Palumbo
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irettore, quali sono le prospettive dei mini-bond per le Pmi? “Ritengo si tratti di uno strumento senz’altro innovativo; temo però che per la sua piena utilizzabilità in Italia si debba attendere un periodo di gestazione piuttosto lungo. E’ comunque indispensabile per le aziende, soprattutto quelle meno strutturate, riuscire a diversificare le fonti di finanziamento”. Recentemente la Banca d’Italia ha mosso dei rilievi al mondo del credito, che non avrebbe selezionato in modo appropriato le richieste di finanziamento. Cosa ne pensa? “Le trovo considerazioni da approfondire”. E’ pur vero, tuttavia, che vi sono dei settori che manifestano una scarsa capacità di restituire i finanziamenti. Forse anche le banche hanno qualche responsabilità … “Sono convinto che taluni settori dell’economia non vadano comunque abbandonati, altrimenti muoiono. Il che si traduce nell’esigenza di implementare un’efficace selezione del credito, ma di prescindere – almeno in parte
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– dal settore di appartenenza del soggetto che chiede un intervento di natura finanziaria. Dobbiamo verificare se l’azienda è sana, ha buone prospettive e un progetto serio meritevole di essere sostenuto. Mi rendo conto, ovviamente, che il rischio aumenta, ma – ripeto – non possiamo tirarci indietro”. Questo principio vale sia per le banche, sia per i consorzi di garanzia fidi? “Si, perché il Confidi svolge una funzione di controllo che la banca ricopre in una fase dell’istruttoria che precede l’erogazione del finanziamento”. Il ruolo di controllo svolto da Confidi attenua i rischi che si assume la banca … “Si, perché noi interveniamo concedendo una garanzia; in caso di escussione, solitamente rimborsiamo alla banca il 50 per cento dell’importo del prestito non rimborsato dal cliente. E’ chiaro che per l’istituto di credito il rischio sia fortemente attenuato”. E chi vigila sui Confidi?
La sede di Confidicoop Marche ad Ancona
“La Banca d’Italia. Tenga presente inoltre che Confidicoop Marche, essendo un ente assoggettabile all’articolo 107 del Testo Unico Bancario (non tutti i Confidi lo sono, ndr) è vigilato dalla Banca centrale, è soggetto alle stringenti normative dettate in materia di Centrale dei Rischi, di controlli di bilancio, di ispezioni …”. Più in generale, come giudica il sistema creditizio italiano? “Recentemente la Banca d’Italia ha irrigidito i controlli, in concomitanza con il debutto di Basilea III – previsto per il 2014 – e con l’imminente avvio di una serie di verifiche sul sistema bancario italiano da parte della Bce. Il pericolo maggiore è che la Banca Centrale Europea penalizzi fortemente il nostro sistema bancario”. Taluni osservatori sostengono che si debba procedere ad una massiccia opera di ricapitalizzazione delle banche.
E’ vero? “Al riguardo si parla di circa 40 miliardi necessari per ricapitalizzare il sistema creditizio italiano; se così è, in assenza di questi interventi di ristrutturazione le banche saranno costrette a ridurre le proprie attività, e quindi il credito alle imprese. Sicuramente un grosso problema, soltanto in parte mitigato dall’alta percentuale di accantonamenti che hanno effettuato in passato le nostre aziende di credito”. Cioè? “La politica degli accantonamenti di bilancio ammonta a circa il 32 per cento in più rispetto ai sistemi creditizi di altri Paesi: un dato positivo, ma da non sopravvalutare perché è pur sempre vero che il nostro sistema imprenditoriale sta soffrendo più di altri la crisi economica, essendo l’Italia un Paese fortemente industrializzato. Ne consegue un alto tasso di sofferenze bancarie”.
“Confidicoop Marche, essendo un ente assoggettabile all’articolo 107 del Testo Unico Bancario, è vigilato dalla Banca centrale, è soggetto alle stringenti normative dettate in materia di Centrale dei Rischi, di controlli di bilancio, di ispezioni …”
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
Forme di sostegno e accompagnamento al credito, tra credit crunch e finanza agevolata In questi anni la recessione ha fatto sentire il proprio peso nei mercati europei e mondiali, influenzando negativamente sia gli andamenti delle borse, sia le performance delle aziende, in particolare quelle italiane a cura della Redazione
C
ontrazione delle vendite, cali dei consumi, crisi economica che colpisce la maggior parte della popolazione e aumento progressivo del tasso di disoccupazione sono i segnali più evidenti di una recessione economica che ancora non conosce fine. E, come se non bastasse, si torna a parlare di credit crunch, cioè la contrazione del credito, che oggi interessa l’Italia, ma che non rappresenta un fenomeno sconosciuto nell’economia globale. Il credit crunch consiste nella stretta del credito a privati e aziende, e a livello
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economico è collegato alla riduzione della liquidità degli istituti di credito, ossia una riduzione dell’offerta del credito da parte delle banche. Il fenomeno avviene appunto perché le banche non hanno più liquidità disponibile, né tantomeno patrimoni per effettuare una ricapitalizzazione consistente ed adeguata alle esigenze del momento. Inoltre è sempre più concreta la paura, sempre da parte delle banche, nel concedere un credito: i rischi collegati alla solvibilità aumentano. E le aziende che vogliono investire, crescere, sviluppare il proprio business e
conquistare nuovi mercati? Ovviamente si trovano in difficoltà, a causa dell’oggettiva difficoltà nel reperire le risorse necessarie per effettuare tali investimenti. In conseguenza di questa situazione particolarmente critica, diventano sempre più richiesti e oggetto del desiderio di molte aziende i fondi di finanza agevolata messi a disposizione da parte di istituzioni pubbliche quali la Comunità Europea, le Regioni e gli enti pubblici in generale. Visti chiusi i rubinetti delle banche, infat-
ti, le aziende cercano di reperire liquidità partecipando a bandi pubblici, individuando in tal modo la base concreta e la “partnership finanziaria” per effettuare progetti e investimenti di breve, medio e lungo periodo. Gli strumenti oggi presenti sul mercato per finanziare le attività d’impresa sono di varia natura, e coprono i settori più diversi, a partire dallo start-up d’impresa. Proprio verso questo obiettivo sono rivolte le agevolazioni proposte da Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa),
dirette a sostenere la creazione di nuove attività nel territorio nazionale e in particolare nel Mezzogiorno, attraverso l’erogazione di finanziamenti sia a fondo perduto sia a tasso agevolato (quest’ultimo ben al di sotto dei tassi di mercato praticati attualmente). Altre tipologie di agevolazioni vanno a beneficio di tutte quelle realtà aziendali che vogliono incrementare la propria produttività, attraverso investimenti di medio-lungo periodo: a riguardo si può citare la Legge Sabatini che, secondo le ultime indicazioni del Governo, sarà riat-
tivata nel 2014. Questo provvedimento consente l’acquisto di attrezzature e macchinari attraverso la stipula di finanziamenti a tasso agevolato di una durata massima pari a cinque anni, ovvero tramite operazioni di leasing della medesima durata. Altra forma agevolativa molto interessante è quella proposta da Simest, che attraverso finanziamenti a tasso agevolato e in alcuni casi partecipazioni nel capitale, incentiva la realizzazione di plant produttivi, reti commerciali e piani di fattibilità.
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
La “digitalizzazione del credito”: una nuova forma di approvvigionamento finanziario Le ormai consolidate difficoltà di accesso al credito bancario, marcate soprattutto in quei sistemi economici che a distanza di anni dall’inizio della crisi stentano ancora a mostrare segnali di ripresa, hanno determinato come diretta conseguenza, oltre al deterioramento delle condizioni finanziarie delle aziende, lo sviluppo di forme alternative di approvvigionamento finanziario
P
er le aziende italiane, infatti, il problema dell’accesso al credito ha, oramai, assunto dimensioni preoccupanti. I numeri, periodicamente snocciolati dai principali istituti di statistica quali Cgia di Mestre e Istat, parlano chiaro: in Italia, nel 2012, oltre tre milioni di imprese, pari a circa il 70 per cento del totale, presentano problemi di liquidità; le perdite su crediti ammontano alla iperbolica cifra di 40,5 miliardi di euro; il Dso delle transazioni commerciali, cioè il Days of sales outstanding o “tempo medio di incasso”, è di 96 giorni tra imprese private e di 180 giorni tra imprese private e Pubblica Amministrazione (nel settore sanitario può raggiungere oltre i 1.000 giorni), a fronte, invece, di medie europee che viaggiano, rispettivamente,
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su 52 e 65 giorni. Tali tendenze, nel quadriennio 20082012, hanno causato un dissesto finanziario che ha portato alla quota di 15.000 imprese fallite ed oltre 60.000 posti di lavoro persi. La diretta conseguenza di questa situazione è il continuo incremento delle posizioni in sofferenza e/o incagliate e il persistente decremento dei prestiti bancari erogati alle imprese. Le necessità, pertanto, di trovare fonti di finanziamento alternative hanno creato nuove forme di approvvigionamento che sfruttano canali innovativi e differenti rispetto al passato. L’ultima frontiera di accesso al credito proviene dal Nord Europa e prevede la possibilità di rifornirsi di liquidità mediante il mercato più diretto e libero ad
oggi esistente: il web. Nasce pertanto la cosiddetta “digitalizzazione” del credito o, come hanno proposto altri esperti del settore, la “messa all’asta del credito”. L’idea nasce per dare una risposta semplice e diretta alla vitale esigenza di liquidità di cui le imprese hanno bisogno e che i principali soggetti adibiti a tale compito, le banche, stentano a soddisfare per i motivi sopra esposti. Una nuova piattaforma digitale sta replicando anche in Italia il sistema, già di successo, proposto in Paesi con difficoltà di accesso al credito quali Spagna e Irlanda, consentendo a soggetti privati di mettere all’asta i propri crediti, ottenendo liquidità in poco tempo. La procedura è semplice: è sufficiente che un soggetto titolare di partita Iva si registri al portale
web presentando idonea documentazione e, una volta convalidata l’iscrizione, pubblichi documenti che attestano la presenza di un credito esigibile (al momento sono accettate solo fatture, documenti di trasporto e ordini di acquisto). Lo sconto del valore nominale della fattura viene stabilito dalla piattaforma stessa (varia dall’1 all’8 per cento), così come la durata dell’asta, che può variare da una a 48 ore. Il titolare del credito stabilisce le condizioni di vendita: la percentuale che riceverà in anticipo (massimo l’80 per cento), le tempistiche del saldo e la valuta della transazione. Il venditore, come nelle aste classiche, riceve via via offerte sempre maggiori e, alla scadenza del termine, si definisce la cessione pro soluto del credito, determi-
nando in capo all’acquirente il rischio di insolvenza del debitore originario. La validità del documento in piattaforma è pari a 180 giorni; decorso tale termine, in mancanza di offerte valide la pubblicazione viene eliminata (è però possibile il suo reinserimento). La piattaforma si pone come intermediario o soggetto che facilita il matching tra domanda e offerta e pertanto richiede una commissione fino ad un massimo del 2 per cento sulle operazioni salvo buon fine. Tutte le transazioni avvengono mediante Deutsche Bank. Al fine di limitare situazioni speculative, è obbligatorio garantire, per ogni pubblicazione, un importo minimo pari a 50.000 euro, che può essere raggiunto anche mediante la sommatoria del valore no-
minale di più documenti che attestino il credito, provenienti sempre dallo stesso debitore; contrariamente, non sono previsti limiti massimi. Tale strumento, in definitiva, presenta i caratteri distintivi dei servizi on line: innovatività, semplicità e accessibilità da un lato, rischiosità, incertezza e imprevedibilità dall’altro. Questo portale web, da poco lanciato anche in Italia, si presenta come una fonte di liquidità alternativa a quella bancaria e, considerate le premesse sopra illustrate, un’innovativa tecnica di approvvigionamento finanziario.
di Michele Ciocca
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DOSSIER: BANCHE & IMPRESE
L’alta formazione per un mercato del credito commerciale che cambia Come può una PMI gestire in modo ottimale e strategico il suo portafoglio crediti?
E
’ noto a tutti che per le PMI, ossatura del sistema produttivo italiano, uno dei principali asset è rappresentato dal credito commerciale. In aziende sempre più orientate alla creazione del valore, e impegnate a governare con la stessa ottica anche la propria situazione finanziaria e di liquidità, il ruolo del credit manager si espande oltre la dimensione operativa e va assumendo proprietà strategiche. Detto ciò, è singolare scoprire come il 70 per cento delle Pmi non utilizzi strumenti preventivi di analisi economica per la valutazione della solvibilità dei propri clienti, ma soprattutto non attui politiche strutturate di credit management, rischiando la marginalità o addirittura rischiando di far scegliere a banche e fornitori il destino della propria azienda. Non dimentichiamo che il mancato pagamento dei crediti costa alle Pmi attorno ai 10 mi-
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liardi di euro l’anno, che solo tre imprese su dieci pagano puntualmente e che nel 2012 il DSO ha toccato una media di 92 giorni tra imprese e di 180 giorni da Pubbliche Amministrazioni a fornitore. La Pmi italiana, dunque, sta soffrendo l’attuale congiuntura economica, e il tema dell’ottimale gestione del credito commerciale la tocca da vicino. Il peso dei crediti commerciali nel patrimonio aziendale è assai elevato e in questa tipologia di imprese il credit management è stato per molto tempo scarsamente considerato e spesso risulta essere carente e lacunoso dal punto di vista tecnico-organizzativo. Il ruolo del credit manager ha assunto rilevanza e considerazione solo a partire dagli anni Novanta: da allora si è assistito ad una continua evoluzione e una crescita dimensionale sul campo da parte di questa figura. In periodi di profonda incertezza, come l’attuale,
è fondamentale incrementare la qualità del proprio credit management, al fine di ottimizzare la gestione di quell’asset capace di creare valore in azienda. E’ da sottolineare l’importanza che tale settore può assumere nella realtà aziendale: dalla funzione marketing alla difesa della propria forza contrattuale, fino all’ovvio peso nella creazione del cash flow e dunque nella concretizzazione finanziaria dell’attività economica. Emerge dunque un collegamento tra performance reddituali e finanziarie, prospettive competitive, potenzialità di crescita e di sviluppo, e una corretta gestione dei crediti commerciali. La posizione del credit manager nel contesto organizzativo cambia a seconda della filosofia aziendale: la collocazione più diffusa nella realtà italiana è quella che vede l’ufficio crediti alle dipendenze del CFO, rendendolo una realtà piuttosto au-
tonoma e di natura prettamente contabile, orientata più che altro a un’attività post-vendita di recupero del credito. Il credito commerciale va gestito in ogni suo aspetto: la preventiva valutazione della solvibilità della propria clientela e l’assegnazione ragionata dei fidi, sono alla base di una gestione strutturata del credito. Il fattore strategico di successo, quindi, è rappresentato dal saper padroneggiare strumenti e strategie per prevenire e ridurre l’impatto dell’insolvenza; è fondamentale acquisire competenze specifiche sia per la diagnosi dell’insolvenza dei clienti, sia per la gestione del portafoglio crediti, oltre che per il recupero stragiudiziale e giudiziale dei crediti a perdita. La responsabilità della gestione del credito commerciale comporta pertanto valutazioni e decisioni di natura commerciale, finanziaria, amministra-
tiva, giuridica e fiscale, attuate con criteri specifici, nell’ambito degli obiettivi aziendali. Ne deriva che il credit manager dev’essere in possesso di una solida preparazione in tecnica commerciale, amministrativa ed analisi finanziaria; deve conoscere il sistema bancario e assicurativo, il diritto privato e le normative giuridiche di commercio anche internazionale; deve avere una solida cultura universitaria e conoscere le caratteristiche dei mercati di sbocco della propria azienda. Esso risulta essere una figura completa e complessa: solo un percorso di formazione ad hoc può garantirne il successo. La funzione finanziaria cresce di importanza, diventa il polmone dell’azienda e necessita di una formazione adeguata e mirata. Frequentare un Master rappresenta un’importante occasione per chi opera nei settori del credito e della fi-
nanza, per aggiornare le proprie competenze, consolidare le conoscenze e crescere nel ruolo. Due sono i Master Sida che rispondono più di tutti alle esigenze del mondo finanziario creando figure competitive in grado di spendere direttamente la loro formazione sul campo: “General Management con Specializzazione in Finanza” e “Controllo ed Executive Master in Credit Controller e Risk Management”, naturale approfondimento del primo. Sida è la scuola dei Maestri e non dei Professori. La parola d’ordine? Trasferimento di best practices, esperienze e competenze.
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INCHIESTA
Marche, i giovani fanno impresa, ma l'artigianato continua a perdere colpi Unioncamere Marche: tra agosto ed ottobre, sono nate 2.095 nuove imprese, di cui quasi un terzo guidate da giovani under 35. Nello stesso periodo scomparse 2.086 attività, di cui 795 artigiane LE IMPRESE DELLE MARCHE NEL TERZO TRIMESTRE 2013 iscritte
cessate
Saldo
Totale imprese
Totale Imprese
2.095
2.086
9
175.823
Totale Artigiane
720
795
75
49.219
LE IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI
II Trim
III Trim
Saldo
Agricoltura e pesca
30.638
30.409
-229
Manifatturiero *
20.449
20.359
-90 *
Costruzioni
22.635
22.584
-51
Energia elettrica, gas
444
458
14
acqua e rifiuti
270
271
1
Commercio
37.670
37.711
41
Trasporti
4.253
4.242
-11
Alloggio e ristorazione
9.519
9.573
54
Servizi di informazione e comunicazione
2.649
2.664
15
Attività finanziarie e assicurative
2.983
3.045
62
Attività immobiliari
6.711
6.761
50
Attività professionali e di consulenza
4.866
4.867
1
Ricerca personale e altri servizi alle imprese
3.205
3.242
37
Attività arte, sport, spettacolo
2.026
2.052
26
Sanità e altri servizi sociali
691
704
13
altri servizi per la persona
6.734
6.773
39
* di cui alimentari -9; abbigliamento +12; calzature+11; meccanica-15; mobile -2
I
giovani fanno impresa. Nelle Marche tra agosto e ottobre, su 2.095 aperture di nuove attività, quasi un terzo ha visto come protagonisti neoimprenditori con meno di 35 anni. Soprattutto nel commercio, costruzioni, ristorazione e attività manifatturiere. Complessivamente nella nostra regione le imprese giovanili sono 16.476 su un totale di 175.823 aziende registrate alle Camere di commercio, pari al 9,4 per cento del totale. “I giovani che decidono di avvia-
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re un’attività imprenditoriale” afferma il presidente di Unioncamere Marche Adriano Federici “cercano una risposta alla crescente crisi occupazionale, che riguarda soprattutto chi esce dalla scuola e non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro. Decidere di aprire un’azienda in questo momento difficile, puntando sulle proprie competenze, è una scelta che va sostenuta, aiutandoli nel loro percorso professionale, favorendone l’accesso al credito e la competitività sul mercato. Il
sistema camerale marchigiano è a disposizione di questi giovani neoimprenditori, la maggioranza dei quali alla guida di micro e piccole imprese individuali”. Ma se i giovani scelgono l’impresa, la crisi costringe molte delle aziende in attività a chiudere i battenti, soprattutto nell’artigianato e in agricoltura. Nel terzo trimestre 2013, secondo i dati Movimprese elaborati dal Centro Studi Unioncamere Marche, hanno cessato l’attività 2.086 imprese contro le 2.095 nuove iscrizio-
LE IMPRESE MARCHIGIANE PER RAGIONE SOCIALE iscritte
cessate
Saldo
totale imprese
Società di capitale
419
239
180
35.629
Società di persone
176
251
-75
34.697
Imprese individuali
1.357
1.571
-214
101.420
143
25
118
4.077
2.095
2.086
9
175.823
Altre forme Totale
LE IMPRESE NELLE PROVINCE iscritte
cessate
Saldo
totale imprese
di cui under 35
Ascoli Piceno
282
215
67
24.744
2.325
Pesaro Urbino
479
454
25
41.801
3.564
Ancona
594
580
14
47.178
4.518
Fermo
248
334
-86
22.544
2.058
Macerata
492
503
-11
39.556
4.011
2.095
2.086
9
175.823
16.476
Marche
LE IMPRESE MARCHIGIANE PER TRIMESTRE Trimestre
Iscritte
Cessate
Saldo
1 Trim 2012
3.410
4.970
-1.560
2 Trim 2012
2.959
1.969
990
3 Trim 2012
1.841
1.957
-116
4 Trim 2012
2.219
2.710
-491
Totale 2012
10.429
11.606
-1.177
1 Trim 2013
3.373
4.827
-1.454
2 Trim 2013
2.851
2.104
747
3 Trim 2013
2.095
2.086
9
Totale 2013
8.319
9.017
-698
ni all’Albo delle Camere di commercio, con un saldo positivo di appena 9 unità. A frenare la ripresa il settore agricolo che perde 229 aziende attive, l’artigianato (-75), il calzaturiero (-63) e le costruzioni (-51). In calo anche il numero delle imprese di meccanica, abbigliamento, mobile e alimentari. Complessivamente il sistema manifatturiero marchigiano, in tre mesi, ha perso 90 aziende. Positivi i dati delle attività finanziarie e assicurative (+62), di alloggio e ristorazione
(+54), immobiliari (+50) e commerciali (+41). Complessivamente, nei primi nove mesi del 2013, sono 9.017 le imprese scomparse mentre ad avviare una nuova attività sono stati in 8.319, con un saldo negativo di 698 imprese. L’analisi del Centro Studi Unioncamere ha preso in esame anche l’andamento delle imprese marchigiane in base alla ragione sociale, evidenziando come i neoimprenditori preferiscono le società di capitali (+180) mentre le imprese individuali calano di
214 unità. In diminuzione anche le società di persone (-75). Per quanto riguarda le province marchigiane, Fermo perde 86 imprese e Macerata 11. Positivi i saldi di Ascoli Piceno (+67), Pesaro Urbino (+25) e Ancona (+14). L’addetto stampa Unioncamere: Sergio Giacchi cell.335218058
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LUCI DELLA RIBALTA
Giacomo Leopardi è “Il giovane favoloso” L'autore dei celeberrimi versi de “L'infinito” torna a vivere grazie al regista Mario Martone. Sono, infatti, iniziate a Recanati, città natale del poeta, le riprese del film che racconta in modo originale la sua vita e il suo pensiero
D
opo aver adattato per il teatro con grande successo le Operette morali, Martone e Ippolita di Majo hanno iniziato a lavorare alla sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all'insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la breve vita di Leopardi dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio. Ed ecco la famiglia di Leopardi, il compagno della vita Antonio Ranieri, gli intellettuali del tempo, la donna per la quale si accese di passione, Fanny Targioni-Tozzetti... Ma l'interesse di Martone non è per l'aneddoto: la vita di Leopardi è tutt'uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c'è un verso, non c'è un rigo di Leopardi che non sia autobiografico. Come fosse un grande del Novecento e non dell'Ottocento, Leopardi sa che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali. È per questo
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che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza, e non è un caso che le sue opere, recentemente tradotte in inglese da importanti editori, stiano appassionando lettori di tutto il mondo. Affrontare la vita di Leopardi significa inoltre svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, Martone continua con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un'anima, da raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema. Per questa avventura ha chiamato a raccolta collaboratori preziosi come Renato Berta (fotografia), Giancarlo Muselli (scenografia), Ursula
Patzak (costumi), e attori amatissimi attratti dal temibile viaggio, primo fra tutti Elio Germano che impersonerà Giacomo Leopardi. Massimo Popolizio sarà il padre Monaldo, Raffaella Giordano la madre, Isabella Ragonese la sorella Paolina, Edoardo Natoli il fratello Carlo; Sandro Lombardi il precettore di casa Leopardi; Valerio Binasco interpreta Pietro Giordani, Michele Riondino sarà Ranieri e Anna Mouglalis Fanny; Iaia Forte introduce la parte napoletana. Carlo Degli Esposti per Palomar insieme a Rai Cinema, con Patrizia Massa produttrice esecutiva, già realizzatori di Noi credevamo, hanno intrapreso la nuova impegnativa sfida potendo contare sull’impegno produttivo di un gruppo di imprenditori della Regione Marche, sul contributo della Regione Marche, della Fondazione Marche Cinema Multimedia - Marche Film Commission e di quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema.
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CULTURA
“La scrittura ti fa conoscere la vita attraverso le sue pieghe più nascoste” Funzionario pubblico, poeta e scrittore: è il ritratto di Marco Morena, autore originario di Cagli e appassionato di antropologia di A. Dachan
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uello con la scrittura è un amore nato in età adulta o una passione di vecchia data? “Ho iniziato a scrivere a tredici anni, creando testi per canzoni che poi suonavo con la mia chitarra. A quell'età, però, non avevo la consapevolezza delle parole che ho acquisito nel tempo e sopratutto ero timido e non ero interessato a condividere i miei versi, tanto c'è stato un momento in cui ho buttato via tutto. Ho ripreso con la scrittura da adulto, tornando a coltivare la mia passione, ma anche scegliendola come percorso di vita per rielaborare anche i momenti più dolorosi e difficili. Nel '97 ho scritto l'ossatura di quello che sarebbe diventato il mio primo romanzo “23:58” Nel 2010 ho scelto di spedire la mia silloge alla Casa Editrice Albatros, che lo ha pubblicato, con mia grande gioia”. Come è stato il riscontro con i lettori? “I lettori di poesia sono un pubblico di nicchia, in qualche modo elitario. Sono
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stato lieto dei consensi di pubblico e critica che in qualche modo hanno cancellato quei timori iniziali che ogni autore prova al suo esordio. Il riscontro è stato certamente positivo, anche per la natura dei contesti in cui avvengono le presentazioni e i reading. Ascoltare attrici che leggono i tuoi versi, partecipare ad eventi letterari in teatri, come avvenuto a Cagli, mia città natale, o contesti prestigiosi è gratificante. Con i miei versi ho vinto due premi letterari: il 'Premio Valentina' con la poesia 'A mia figlia' e il 'Premio Versi in Volo' con la poesia 'Tocco di piuma'”. Ci racconti com'è nata l'idea di 23:58? “Nell'aprile del '97 ho fatto stampare in tipografia una mia silloge 'Vapori di vita... Fumi d'amore'. Ricordo l'emozione di veder impressi su carta i miei versi; ho voluto fare una passeggiata sul fiume per riflettere e rielaborare quel groviglio di idee che stava pian piano crescendo in me. Quei versi raccontavano le mie esperienze di vita, i momenti dolorosi, le
difficoltà. Così mi è venuta l'idea di far rivivere quelle stesse esperienze trasformate in poesia ad un personaggio. Ho interrotto la passeggiata e sono tornato a casa a scrivere. La bozza del manoscritto è rimasta lì per anni, fino al 2011”. Cosa è successo poi? “L'energia che mi ha dato l'esperienza della pubblicazione del libro di poesie mi ha spinto a tirar fuori dal cassetto il manoscritto. L'ho così inviato a diverse Case editrici e con grande gioia ho visto che ha ha ottenuto consensi anche da parte di realtà nazionali. È successo poi che, raccontando a mio nipote Matteo della mia scelta di pubblicare il romanzo, è emerso che lui aveva iniziato a lavorare con una casa editrice del Maceratese, la Comunication Project - diventando lui stesso autore – interessata agli autori esordienti. Mi ha colpito l'entusiasmo e la giovane età dell'editore e dei suoi collaboratori, così ho scelto di pubblicare con loro”.
Sette tramonti E il sole sembrava non volesse più dormire come bambini colmi d’emozione che aspettano Natale. Giocava con le nuvole si abbassava socchiudendo gli occhi e poi rieccolo spuntare e dietro di noi il buio. Li abbiamo contati sette mentre brindavamo alla nostra rotta verso ovest al nostro esserci vicini. Finalmente decollati dopo tanto attendere. Io e te in businnes class.
È stata una scelta premiante? “Assolutamente sì. Ogni presentazione è stata organizzata e vissuta con passione e coinvolgimento e devo dire che contare su un editore che ti sostiene e crede nella tua opera è stato davvero importante. Oltre che sul territorio marchigiano il libro è stato presentato in altri prestigiosi contesti, come il Salone del libro di Torino, permettendomi di incontrare lettori in diverse città. Una presentazione particolarmente importante è stata quella in Maremma – territorio in cui è ambientato in parte il romanzo -, al Parco dell'Uccellina. Le autorità e la gente del posto ha dimostrato entusiasmo e stima per il fatto che io abbia parlato della loro terra”. Cosa ti ha dato la pubblicazione del libro? “Sicuramente l'emozione di scrivere, la possibilità di vedere il mio racconto interpretato e fatto proprio dai lettori attraverso le loro emozioni e il loro vissuto. E poi la scrittura è una realtà che ti cattu-
ra, ti sconvolge: sono arrivato più volte ad emozionarmi rileggendo quello che io stesso avevo scritto. Il libro è stato anche un modo per conoscere la vita nelle sue piaghe più nascoste. Poi c'è un altro aspetto importante, quello della reazione dei lettori: ognuno ha personalizzato la trama cogliendo dettagli e sfumature ogni volta diversi, proprio sulla scia di quelli che sono i suoi sentimenti e il suo bagaglio esperienziale. È emozionante confrontarsi con loro, perché le reazioni rispetto all'opera sono davvero infinite”.
della poesia che porta naturalmente all'introspezione”. Stai scrivendo qualche nuova opera? “In cantiere ho alcuni progetti, molto diversi tra loro, ma diciamo che sono in un momento di 'ritiro creativo' e non sto scrivendo nulla di particolare”.
Poesia e narrativa: quale dei due linguaggi ti rappresenta meglio? “Sento più mio il lato del romanziere. Con la poesia ti devi aprire totalmente, devi ascoltare ogni fruscio, ogni bisbiglio del tuo essere, devi indagare continuamente in te stesso. Il romanzo è più una maratona, serve costanza per scriverlo, creatività e un'emozione continua e ti porta necessariamente al confronto continuo con la realtà esterna, a differenza
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TENDENZE
Less is more? Vizi e virtù del pensare minimal di B. Piccolo
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el 2011 Arriet Walker, giornalista legata al mondo della moda, intitola il suo libro “Less is more” con la finalità di analizzare l’influenza del minimalismo anche nella moda. Proprio con la massima di “Less is more” Mies van der Rohe, architetto tedesco di fama internazionale, considerava il minimalismo la miglior forma di architettura come trasparente, priva di orpelli inutili e diretta all’espressione massima dello spazio. Questa tendenza si è poi diffusa a macchia d’olio in molteplici contesti a partire dalla letteratura con pagine così spoglie e scritture così fredde da sembrare telegrafiche fino ad arrivare alla moda dove il termine “bon ton” non è stato altro che la traslazione di uno stile totalmente sobrio, freddo, a tratti inespressivo. Tutt’ora le linee ben definite e l’abbinamento consolidato del bianco e nero non sono altro che la declinazione sulle passerelle di quello che nell’archi158
tettura rappresentano acciaio e vetro. Enormi open space arredati con una sola poltrona, grande, rigida, forse anche non troppo comoda ma l’importante è che segua pedissequamente la filosofia del design minimale, unita spesso a quel tavolo totalmente bianco o in vetro semivuoto, lasciato solitario in mezzo alla sala. E allora il legno diventa materiale consentito solo al naturale, meglio se sbiancato e ovviamente previsto solo nell’ambiente notte, come parquet, adeguatamente unito alle forme rigide e lineari di un arredamento il più possibile asettico. Minimal come risposta a quegli anni Ottanta che ci hanno regalato tanta moda e architettura “Kitch” o come standardizzazione del gusto tout court? Domanda retorica, se consideriamo che l’open space delimitato da grandi vetrate trasparenti e con gli impianti a vista è diventato un must dell’architettura; dove sono finiti gli ambienti caldi ed ac-
coglienti delle case dei nostri nonni? Persino il camino, elemento primordiale dell’architettura, se non altro come risposta a una vera e propria necessità del vivere, si è trasformato in un freddo cubo cementificato delimitato da un vetro e nella peggiore delle ipotesi anche al bioetanolo, così si sporca sicuramente meno la stanza. Nulla contro l’evolversi del design alla ricerca della funzionalità estrema, ma quanto ci rappresentano oggi le nostre case? La ricerca di un camino in pietra diventa tanto difficoltosa quanto quella di un maglione in lana … già perché forse non ve ne siete accorti ma i maglioni di lana sono sempre più rari. Forse troverete del pregiatissimo cashmere ma non la lana vera e propria; felpa, panno, lana cotta, caldo cotone ma un caldo maglione di lana? Quest’anno le passerelle dell’alta moda sembrano però fortunatamente regalarci un respiro più caldo nell’in-
tento un po’ retrò di riscoprire tessuti alla scozzese, tonalità accoglienti dal verde bosco al rosso porpora uniti a motivi floreali e sgargianti. Sarà questa espressione della necessità di riscoprire la bellezza della personalizzazione? La casa così come l’abito sono efficaci nel momento in cui parlano un po’ di noi, del nostro modo di essere, di presentarci, di vivere la quotidianità. Allora ben venga il minimal, sicuramente di gran gusto, se declinato nel modo di essere di chi lo vive, se scaldato dall’abitudine e dall’esigenza del fruitore. E alla fine che importa se quel divano dai colori tiepidi, non nero né grigio antracite né bianco forse non è proprio il massimo della sobrietà ma continua ad essere il divano più comodo dove trascorrere le mie serate in casa? D’altra parte bisogna tener nel giusto conto che, a onor del vero, anche l’architettura negli ultimi anni sembra aver colto il rischio di stan-
dardizzazione e spersonalizzazione che il minimal ha in qualche modo portato con sé. Un po’ guidati dallo stile nordico, alcuni architetti hanno reintrodotto l’utilizzo del legno, al naturale certo mai in noce ma comunque presente all’interno degli ambienti in modo sempre più massiccio. La tendenza minimalista si è spogliata un po’ del suo rigore per permettere l’introduzione degli oggetti o di qualche fotografia appoggiata sulle mensole, le case sembrano così un po’ più nostre, un po’ più diverse l’una dall’altra nell’ottica che la diversità è una ricchezza inestimabile e che anche il design nella sua ricerca spasmodica di bellezza e funzionalità deve rispondere alle variegate personalità di che ne usufruisce. Bruno Munari, uno dei massimi esponenti della grafica, dell’arte e del design del XX Secolo, nel suo libro “Arte come mestiere” scriveva: “Se volete poi sapere qualcosa di più sulla bellezza,
che cos'è esattamente, consultate una storia dell'arte e vedrete che ogni epoca ha le sue veneri e che queste veneri (o apolli) messi assieme e confrontati, fuori dalle loro epoche, sono una famiglia di mostri. Non è bello quello che è bello, disse il rospo alla rospa, ma è bello quello che piace”. La convinzione è che ogni cosa, ogni oggetto ogni moda, è di buon gusto ed efficace nel momento in cui è pienamente contestuale al luogo, alla personalità di chi la crea, la vive o la veste e alle finalità per cui lo fa. Possiamo allora pensare al minimalismo in maniera meno assolutistica, mettendolo in relazione alle molteplici altre tendenze del progettare e considerandolo valido e inequivocabile tanto quanto rappresenta la personalità e gli intenti di chi lo vive nella quotidianità. E chissà se ripensando la questione sotto questi termini, potremmo quanto prima ritrovare il nostro caldo maglione di lana! 159
Foto Maurizio Paradisi
TENDENZE
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Maurizio Galimberti per Coltorti
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a boutique Coltorti di Ancona diverrà teatro di un interessante progetto artistico. Ospite d’eccezione l’instant artist Maurizio Galimberti, noto a livello internazionale per la sua peculiare tecnica fotografica. I suoi mosaici di Polaroid hanno immortalato luoghi e volti, fra cui molti personaggi del mondo del cinema e dell’arte come Robert De Niro, Johnny Depp ed Ennio Morricone. Questa volta l’artista sceglierà i suoi soggetti all’interno del flagship store Coltorti, recente protagonista di un importante intervento di ampliamento e riprogettazione, nel capoluogo marchigiano. La sua opera scomporrà e ricomporrà un'immagine per ricrearla e reinterpretarla, metafora del lavoro stesso di Coltorti, che da sempre seleziona i migliori capi e accessori delle più importanti griffe del prêt-à-porter proponendoli secondo chiavi di lettura contemporanee e in linea con lo stile di ogni suo cliente. Dopo la sua realizzazione, l’opera sarà presentata il 10 novembre con un evento dedicato che
vedrà la partecipazione dello stesso Galimberti, per riflettere insieme sul rapporto fra arte e moda. Un'esperienza coinvolgente per tutti i clienti, le autorità e i giornalisti invitati, a partire dal cocktail organizzato in collaborazione con lo Chef Moreno Cedroni. Nelle settimane successive sarà esposta al pubblico all’interno della boutique, che nella sua nuova veste rappresenta il modello di riferimento per lo sviluppo dell’immagine di tutte le altre boutique Coltorti. L'organizzazione di eventi speciali dedicati ai propri ospiti conferma la visione contemporanea di Coltorti, che offre occasioni di affermazione e confronto a tutti coloro che scelgono le sue boutique.
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A CASA DI
BENVENUTI A
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LA STORIA Recenti studi di alcuni storici locali fanno risalire l'esistenza del Castello di Naro già al 552 dopo Cristo. Il castello di Naro racconta una storia di fierezza e coraggio: è “il castello dei Siccardi”, una potente fortezza, simbolicamente innalzata a estrema difesa contro l’ingordigia del comune di Cagli e poi contro quella dei conti di Urbino, i Montefeltro. Ma chi erano i Siccardi? Erano potenti feudatari, un’antica e potente famiglia guelfa, citata nelle cronache già dall’XI secolo: addestrati all’esercizio delle armi, i suoi membri custodivano diverse fortificazioni tra Cagli e Piobbico e avevano dominio su ampie terre. Ubicato su un'aspra altura che domina la vallata del fiume Candigliano, a 417 m s.l.m., il castello si erge isolato sulla roccia, in posizione strategica e a controllo di un’importante via di comunicazione, che in antico era il passaggio per la Massa Trabaria. Nei primi anni del XIII secolo le mire espansionistiche del vicino libero comune di Cagli toccarono anche Naro: il castello, per la sua posizione strategica, poteva diventare un’importante fortezza di controllo del territorio comunale (oltre a garantire reddite fiscali al comune). Nelle estati degli anni 1217 e 1219 Filippo, Angelo e Rainaldo Siccardi sono costretti a sottomettere il castello di Naro ed altri loro castelli al comune di Cagli. Rainaldo chiese al comune, in cambio della fedeltà dei propri castelli, la carica di Podestà (per un anno) e diversi denari, più grano, vino, legna e una degna abitazione nel centro della città. Ma il patto di convenienza tra i Siccardi e Cagli durò ben poco. Qualche anno più tardi Filippa Siccardi, feudataria del castello di Naro, riaprì, sua sponte, le ostilità contro il comune. Filippa non potè resistere che pochi anni contro la schiacciante forza di Cagli. Già nel 1227 Cagli poteva reintegrare nel proprio distretto i castelli di Bosso, Valveduta, Castiglione, Frontone e Naro. Ma Filippa aveva resistito fino all’ultimo assedio e restituì al comune di Cagli castelli piuttosto malconci. La resistenza era stata talmente forte che il comune di Cagli, nel timore di subire altre rappresaglie, la obbligò a non risarcire le proprie fortezze danneggiate. Nel XIV secolo il castello non è più in mano ai
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A CASA DI
Siccardi, ma è di proprietà della famiglia Mastini, una famiglia di guerrieri, la cui origine si fa risalire al 1162 quando l'Imperatore Federico di Svevia ebbe a conquistare Cagli. Nel 1388 signore del castello è Nolfo Mastini, cagliese di parte ghibellina, capitano delle milizie del Conte Antonio di Montefeltro, nonché marito di Calepretissa, sorella dello stesso Conte Antonio. Non si hanno altre notizie sul castello di Naro e le sue vicissitudini fino alla seconda metà del XVI secolo, quando ormai il castello appartiene alla famiglia Berardi, altra nobile casata cagliese, che vanta tra i suoi antenati un cardinale, il Cardinale Berardo Berardi, nominato dal Papa Nicolò IV, e in mano alla famiglia Berardi rimarrà fino ai primi anni dell’800.
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IL CASTELLO DI NARO OGGI Il paziente ed impegnativo restauro durato cinque anni ha riportato la struttura al suo antico splendore, fondendo insieme il rigore storico con elementi di innovazione e facendo del Castello di Naro una location straordinaria per eventi e cerimonie oltre ad una dimora unica per soggiorni esclusivi. La sala meeting, la sala ristorante e soprattutto gli ampi spazi verdi rappresentano una cornice estremamente suggestiva per qualunque evento; dal meeting aziendale alla cena esclusiva al party nuziale. Lo staff ed i partners del Castello di Naro sono in grado di supportare il cliente su ogni aspetto organizzativo dell'evento con l'obiettivo di rendere ogni iniziativa un successo. Lâ&#x20AC;&#x2122; ospitalitĂ del Castello di Naro si articola su otto camere, ciascuna capace di suscitare emozioni diverse negli ospiti, accogliendoli in spazi pensati per godere del luogo in totale pace e relax. Il Castello è dotato inoltre di spazi dedicati al benessere; la sauna, il bagno turco, la piscina nella roccia con idromassaggio, la cromoterapia; tutti perfettamente integrati con gli elementi architettonici e naturali di questo suggestivo luogo, che donano un'esperienza di totale armonia intrinseca della struttura e del paesaggio che la circonda. Per info: Castello di Naro Via Case Sparse di Naro, 36 Abbadia di Naro - Cagli (PU) Tel: +39 333 2113128
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VIAGGI
A cura di Maraviglia viaggi www.maravigliaviaggi.it
PER STACCARE LA SPINA
SOLUZIONI MID BREAK
SOLUZIONI LONG BREAK
Al centro del Mediterraneo: il volto inedito di Malta
Cambogia: nel regno dei Khmer
Leggendaria isola dei cavalieri, Malta offre meravigliose città d'arte, antichi villaggi di pescatori, luminose atmosfere marinare e maestose scogliere, veri e propri monumenti naturali. Dalla valle di Zurrieq, con la meravigliosa Grotta Azzurra, al villaggio di Marsaxlokk, presso cui ormeggiano imbarcazioni colorate, fino a La Valletta, capitale ricca di tesori artistici come la cattedrale di San Giovanni. Un’isola che stupisce. Partenze da Malpensa e Fiumincino, ogni sabato e lunedì da ottobre a dicembre 2013 Tappe del tour 7nt/8gg: La Valletta, Cottonera,,Mdina e Rabat, Gozo, Grotta Azzurra, Templi di Tarxien, Grotta preistorica di Ghar Dalam, La Valletta Le quote comprendono: Volo di linea da Milano o Roma a Malta a/r in classe turistica, trasferimenti dall'aeroporto all'hotel a/r, escursioni da programma con guida locale parlante italiano (inclusi ingressi), alloggio in hotel 4 stelle in camera doppia, mezza pensione in albergo, 3 pranzi durante le escursioni di intera giornata, assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio. Quote a partire da euro 760 a persona, tasse e assicurazioni incluse
info su: www.maravigliaviaggi.it Tel. 071 206402
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Un viaggio in Cambogia consente di tuffarsi in una dimensione unica al mondo: lo stile di vita è rimasto inalterato nel tempo e i paesaggi incantati strabiliano il visitatore. Troverete una vegetazione lussureggiante sfidare l’imponenza delle costruzioni in pietra e il popolo vivere nei villaggi disseminati attorno al placido corso del Mekong o nella capitale, Phnom Penh, cosmopolita e di grande fascino. La Cambogia è il paese più misterioso dell'Estremo Oriente, il meno frequentato dai turisti e per questo ricco di sorprese. Partenze il 6, 13, 20 e 27 novembre 2013 Tappe del tour 6nt/9gg: Phnom Penh, Phnom Chisor, Ta Keo, Sambor Prei Khuk, Siem Reap Il pacchetto comprende: voli di linea in classe economica dai principali aereoporti; sistemazione in camera doppia con servizi privati; trattamento di pernottamento e prima colazione in albergo; 4 pranzi; tutti i trasferimenti aeroporto/albergo/aeroporto; tutte le con guida locale parlante italiano, assistenza in Italiano. Quote a partire da euro 1540 a persona, tasse e assicurazioni escluse
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LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA Tartufi di Acqualagna e sapori d’autunno VILLA TOMBOLINA Un weekend per gli amanti dei buoni sapori d’autunno, tartufi, funghi di bosco, formaggi di fossa e pregiati oli extravergini d’oliva, di cui è particolarmente ricco il territorio intorno ad Acqualagna. Con soggiorno in una dimora di charme immersa nella campagna, dove assaporare un’atmosfera genuina e d’altri tempi. Il pacchetto comprende: 2 notti in camera Casolare presso Villa Tombolina Country house, a Montemaggiore al Metauro • Ricca prima colazione a buffet con salumi e dolci fatti in casa • 1 bottiglia del pregiato olio-extravergine di oliva di Cartoceto • 1 cena a 3 portate con specialità locali + 2 calici di vino presso Ristorante La Palomba a Mondavio • Lista dei ristoranti consigliati dove degustare il tartufo bianco di stagione Da 140 euro a persona Montemaggiore al Metauro (PU)
Vino, benessere e bio tra i colli del Piceno RELAIS DEL COLLE Situato nella quieta di un’amena collina, con vista a 360° su filari di vigneti, l’agriturismo Relais del Colle, a Ripatransone, è la raffinata cornice di un weekend di charme dedicato al benessere e alla passione del vino. 3 giorni rilassati nel verde sorseggiando un buon bicchiere, all’insegna del viver sano, naturale e biologico. Nelle vicinanze: Ripatransone col vicolo più stretto d'Italia,il borgo di Grottammare e Offida con le caratteristiche merlettaie e la particolare chiesa-castello. Il pacchetto comprende: • 2 notti in camera matrimoniale • Prima colazione a buffet con dolci, pane, marmellate fatti in casa, miele di produzione locale, cereali bio • Bottiglia di vino omaggio • 1 cena bevande escluse • Visita guidata della cantina “Domodimonti” a Montefiore dell’Aso, con degustazione di Offida Pecorino DOC e prodotti tipici • Omaggio di pregiato olio extravergine di oliva • 2 percorsi benessere con piscina idromassaggio e bagno turco da euro 125 a persona Ripatransone (AP)
Wine tasting alle tenute Domodimonti VILLA LATTANZI Domodimonti è poesia e arte del vino. È vinificazione con metodi rigorosamente naturali, da uve biologiche e vendemmia a mano, senza aggiunta di zuccheri, acidi o additivi. Una grande passione e sapienza per realizzare vini di eccellenza, un percorso unico per scoprirli, conoscerli e degustarli! Il pacchetto comprende: • 2 notti in camera matrimoniale Superior con prima colazione presso VILLA LATTANZI Luxury Refuge 5* a Torre di Palme • Upgrade in camera di categoria superiore o vista mare • Visita guidata della prestigiosa cantina Domodimonti, con degustazione di 5 vini accompagnata da formaggi e salumi del territorio e dalle famose olive all'ascolana • Omaggio del pregiato olio extravergine di oliva "Olio Monte Fiore" • 1 cena degustazione con abbinamento di vini locali • Uso esclusivo dell'area benessere situata all'ultimo piano della Villa, comprensiva di sauna ed idromassaggio alle erbe aromatiche e ai fiori del parco da euro 326 a persona Torre di Palme (FM)
Candele a Candelara Torna come ogni anno “Candele a Candelara”, il mercatino natalizio italiano dedicato alle candele. L’atmosfera di un borgo medievale, la magia della luce della candela e i numerosi intrattenimenti per adulti e per bambini rendono unico questo appuntamento che ogni anno attira migliaia di visitatori. In tre diversi momenti della giornata il paesino resterà illuminato solo dalle luci di migliaia di candele… un'emozione straordinaria da vivere! E a fare di contorno vi sono numerosi itinerari alla scoperta delle meraviglie delle Marche! Il pacchetto comprende: • 2 notti in hotel 3* a Senigallia • 2 cene in hotel, bevande incluse • 2 pranzi in ristorante • ingresso al mercatino di Candelara • ingresso e visita guidata a Grotte di Frasassi, Museo della Carta di Fabriano, Villa Berloni e Pieve S. Stefano a Candelara • ingresso a Palazzo Ducale di Urbino e al Castello di Gradara • 1 degustazione in cantina da euro 195 a persona Candelara (PU)
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VIAGGI
I VIAGGI DI MICHELA Il Natale alle porte con “Candele a Candelara”
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iei cari lettori, non sentite già nell’aria l’atmosfera del Natale che si avvicina? Pian piano i negozi si popolano di dolciumi, giocattoli, festoni, presepi e babbi Natale e intimamente tutti ci sentiamo un po’ più bambini, più gioiosi e più buoni! Se quest’anno per i vostri regali di Natale o per l’addobbo della vostra casa state cercando qualcosa di sfizioso e davvero speciale, allora non potete mancare all’appuntamento con Candele a Candelara, nei tre weekend di sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, sabato 7 e domenica 8 dicembre e sabato 14 e domenica 15 dicembre. Candele a Candelara è un colorato e suggestivo mercatino natalizio, che si svolge nell’antico borgo medievale di Candelara, sulle colline attorno a Pesaro, richiamando ogni anno migliaia di persone da tutta Italia. La particolarità di questo mercatino è che qui le candele
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sono le assolute protagoniste, non solo perché le potete trovare in tantissime e bellissime forme, aromi e colori diversi nelle tipiche casette di legno del mercatino, ma anche perché qui le candele sono il magico e fiabesco allestimento che impreziosisce la cittadina, offrendo una cornice unica ed emozionante da vivere. In tre momenti ben precisi della serata (17.30 - 18.30 - 19.30) la cittadina di Candelara spegne tutte le sue luci artificiali per lasciarsi illuminare della sola calda luce delle tante fiammelle sparse per il paese: sulle finestre delle case, sui tetti, sulle strade, sugli alberi e sulle innumerevoli bancarelle che animano la festa. Tutto intorno diventa magia e le persone si uniscono all’unisono in un grande e lungo “Ohhhhh!!!” di meraviglia, con gli occhi brillanti ed emozionati che si guardano intorno. Poi all’improvviso tutti a guardare su, verso il cielo, dove palloncini e lanterne luminose si librano leggeri e sempre più lontani sopra i tetti del borgo, portando con sé i nostri sogni.
Insomma, un momento straordinario di grande emozione! Oltre alle grandi emozioni, poi indubbiamente ci sono le occasioni di shopping natalizio per fare i vostri regali e numerosi intrattenimenti per grandi e per piccini durante tutta la giornata. Immancabili sono gli oggetti di alto artigianato e i prodotti tipici di qualità, oltre alle candele. A proposito, non perdete l’occasione di assaggiare il vino di visciole, deliziosa specialità della zona. Nella gettonatissima Officina di Babbo Natale centinaia di bambini potranno lavorare con diversi materiali (creta, cera, carta, legno ) e realizzare bellissimi addobbi natalizi da portarsi a casa. Passeggiando per le vie del borgo potrete vedere il suggestivo lavoro dei cerai che modellano la cera “filandola” proprio come si faceva nel Medioevo. Vi potrete imbattere poi in una banda di divertenti Babbi Natale: Babbo Natale sui trampoli, Babbo Natale che suona l'organo, un'intera Banda Musicale di Babbo Natale e il tradizionale
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DOVE DORMIRE:
DOVE MANGIARE:
Hotel Exelsior 5* L.go mare Nazario Sauro 30/34, Pesaro Tel. +39 0721 630011 www.excelsiorpesaro.it
Ristorante “Grotta Di Barbarossa” Strada San Giovanni 4, in centro a Candelara Tel. 339 7638115 - 0721 286953
Il Pignocco Country House Strada del Pignocco n. 3, Loc. Santa Veneranda, Pesaro Tel. 0039 0721 430162 info@ilpignocco.it
Osteria da Fofo Str Borgo Santa Lucia 60, in centro a Candelara Tel. 0721286005 - 393 8656285
ma intramontabile, Babbo Natale che suona la zampogna e la cornamusa. Nella Via dei Presepe potrete ammirare natività realizzate con i più disparati materiali (cera, sughero, pietra, ecc.) e trovare il pezzo unico che fa per voi. Non mancheranno ovviamente giochi pirici, acrobati, giocolieri, cantastorie e tanti altri artisti di strada per far ridere e divertire grandi e piccini. Insomma un'esplosione di buon umore per iniziare nel migliore dei modi il conto alla rovescia verso il Natale. A fare da supporto in tutto questa vi è un’ottima organizzazione logistica. La cittadina mette a disposizione un comodo e gratuito servizio navetta che collega continuamente durante tutto il giorno il piccolo borgo con la città di Pesaro. Un servizio comodissimo per (perché no) visitare nello stesso giorno entrambe le cittadine, tanto più perché in occasione dell’evento anche la città “gemellata” di Pesaro offre altre iniziative complementari da non
farsi sfuggire. La centralissima Piazza del Popolo, ad esempio, ospita “la Piazza dei sapori” con esposizione, degustazione e vendita delle eccellenze gastronomiche del territorio. Al Teatro Rossini, il 14 dicembre, si svolge invece il tradizionale concerto di Natale. Poi, per i più interessati all’arte, sicuramente meritano una visita la Cattedrale con i suoi stupendi mosaici pavimentali (900 mq circa), i Musei Civici con la bellissima raccolta di ceramiche antiche, e la Casa Rossini con cimeli di gioventù del grande compositore pesarese. Non mi resta che augurarvi buoni acquisti! Alla prossima!
Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.
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SALUTE E BENESSERE
Terme dell'Aspio: oltre la bellezza c'è di più… Una tavola rotonda per parlare dell'utilità della Psicologia del Benessere e del Bellessere
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i è svolta lo scorso 11 Ottobre ad Ancona, presso la Loggia dei Mercanti, una tavola rotonda organizzata dall'IPSE – Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia – e dalle Terme dell'Aspio, per far luce sull'importanza della psicologia del benessere e del bellessere e presentare gli ambulatori dedicati nella sede di Aspio Terme. All'evento hanno preso parte Enzo Spaltro, medico e psicologo pubblicista, responsabile scientifico-didattico dell’Università delle Persone di Bologna, Giordano Pierlorenzi, psicologo e psicoterapeuta, direttore Istituto di Psicologia e di Ergonomia Poliarte di Ancona, Gianfranco Maggi, medico radiologo e omeopata, agopuntore, direttore Poliambulatorio Terme dell'Aspio, Ronaldo Guidi, medico specialista in dietologia, direttore sanitario Terme dell'Aspio, Serena Rabini e Valeria Catufi psicologhe cliniche dell'Istituto di Psicologia ed Ergonomia Poliarte di Ancona. All'evento moderato dalla giornalista Alessandra Camilletti del Corriere
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Adriatico, ha preso parte anche la redazione della rivista “Senza età. Salute & Famiglia”, diretta da Luca Guazzati. Nel suo intervento d'apertura il dottor Spaltro, figura di riferimento nella definizione del concetto di bellessere, ha affermato che “Il bellessere è una realtà aumentata di benessere soggettivo, che nasce nel quotidiano per durare nel tempo. Il passaggio dal benessere al bellessere è un processo di auto conoscenza che va stimolato e seguito da esperti. Favorisce la comprensione delle proprie potenzialità e aspirazioni per superare i propri limiti e le proprie paure”. Significativo l'intervento del dottor Pierlorenzi: “Il benessere psicologico è uno stato di armonia che va ricercato e mantenuto per la salute fisica, mentale ed emotiva. Le tre dimensioni dell'uno, infatti, - psiche, soma, pneuma - contribuiscono con modalità, tempi ed intensità diverse all'equilibrio e all'integrazione della persona. Le esigenze dell'uomo di oggi, tuttavia, vanno oltre a questo benessere e mirano
a ricercare il bellessere come tendenza alla perfezione e al vivere in pienezza”. Al termine della sua testimonianza il dottor Pierlorenzi ha incontrato alcune persone interessate in una performance per dimostrare l'utilità dei percorsi psicologici sul benessere e bellessere. Le psicologhe Serena Rabini e Valeria Catufi hanno illustrato i servizi offerti alle Terme, volti ad aumentare la conoscenza di se stessi e del proprio corpo: “le Terme dell'Aspio, assieme all'Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia di Ancona propongono percorsi psicologici, anche associati a cure termali che riguardano la conoscenza approfondita di sé e del proprio corpo. I percorsi psicologici aiutano a progettare al meglio una vita in armonia con la realtà che, ogni giorno, più complessa e stressante, ci richiede un impegno cognitivo e socio-relazionale sempre maggiore. L'ambito termale favorisce la cura integrata della mente, del corpo e dello spirito, cambiando l'abitudine agli illusori interventi separati”.
Ambulatorio di Psicologia del Benessere e Bellessere A chi è rivolto I destinatari di questo servizio sono giovani e meno giovani, chi sta proseguendo un percorso riabilitativo sia da sportivo, che da non sportivo, o chi semplicemente ha voglia di rilassarsi e recuperare le energie perse durante la frenetica vita quotidiana e lavorativa. Le attività possono essere svolte da persone singole e gruppi più o meno strutturati. Obiettivi Fornire validi strumenti per fronteggiare adeguatamente lo stress; ridurre le sensazioni di tensione e di eccessiva attivazione; migliorare le competenze socio-emotive per instaurare relazioni appaganti; potenziare l'auto-efficacia e il livello ottimale di performance; incrementare la fiducia in se stessi e la consapevolezza del proprio valore; gestire la
propria energia volta al raggiungimento di un equilibrio psicofisico. Metodologia e attività Percorsi di psicologi per mantenere il benessere e prevenire il malessere: percorsi per giovani e adulti; percorso benessere per le future mamme: per la preparazione del parto; percorso benessere successful aging: per un invecchiamento felice; percorso benessere per gli sportivi: volto a seguire il cliente non soltanto da un punto di vista del benessere fisico, ma anche dal punto di vista del benessere psicologico. Gestione di: • Problemi correlati alla propria percezione estetica • Disturbi d’ansia • Disturbi dell’umore • Stress (somatizzazione e lavoro
correlato) • Disturbi della condotta alimentare • Disturbi della sfera sessuale • Difficoltà relazionali e comunicative Gruppi di sostegno • Soggetti infartuati • Soggetti diabetici • Soggetti asmatici • Soggetti in menopausa/andropausa • Soggetti con dipendenza dal tabacco Per informazioni e prenotazioni: Terme dell'Aspio Via delle Terme 5 60021 Camerano (AN) Tel 07195691 www.termeaspio.it IPSE Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia Poliarte, via Valle Milano 41 a/b 60125 Ancona Tel 328 9034493 www.ipseancona.it
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ITINERARI DEL GUSTO
ITINERARI DEL GUSTO Agriturismo Terra del Vento Via F. M. Grimaldi, 6 Talacchio di Colbordolo (PU) Tel 0721.478800 Magnifica la location, immersa nel verde delle colline tra alberi e ulivi e la cura degli ambienti. Il miele è servito direttamente dall’arnia, salumi e formaggi raffinati sono di produzione locale, le carni, di ottima qualità e annaffiate da ottimo vino. Un paradiso del cibo dove non lasciarsi sfuggire alcune prelibatezze come chitarrine al formaggio di fossa e gnocchi filanti, ripieni di formaggio con sugo al pomodoro e melanzane.
Ristorante Pizzeria Il Coccaro Giardini Giacomo Leopardi Parco San Rocco, Monterubbiano (FM) Tel 339.5060755 Il ristorante si trova accanto ad un parco con splendido terrazzo sulle colline marchigiane giù fino all’Adriatico. Ottima la presentazione dei piatti che spaziano dalla pizza, agli arrosticini passando per fritti di verdure, agnello e pesce spada. Ingredienti genuini e presentazioni curate affiancate da un’ottima lista dei vini vengono esaltati dalla cordialità dei gestori sempre pronti a dispensare consigli culinari ai commensali.
Fonte della Valle Località Tenna, Montefortino (AP) Tel. 0736.85 90 26 / 346.6636166 Cucina fatta con amore e attenzione al territorio per questo locale a pochi chilometri dal suggestivo Santuario della Madonna dell’Ambro. Incredibili le tagliatelle ai funghi porcini, molto particolari quelle alla Mela Rosa, l’antico frutto riportato in auge nel territorio dei Sibillini. La carne è assoluta protagonista con ricche grigliate da alternare a salumi e formaggi locali. Un plauso all’acqua minerale Tinnea, a KM 0, servita in tavola e tra le migliori d’Italia.
Il Casino del Marchese Via Piandelmedico, 109 - Jesi (AN) Tel. 0731 64140 / 393.9073412 Il locale è ricavato da un’antica nobile scuderia dei marchesi Trionfi Honorati, dove il soffitto a volte rende l’ambiente autenticamente tradizionale. E’ evidente l’intento di accorciare la filiera portando in tavola i prodotti del caseificio e dell’azienda agricola di proprietà. Il menu’ varia settimanalmente proponendo piatti antichi e ricette campagnole di gusto gradevolissimo dove certamente trionfano carne e latticini. Da provare.
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cure inalatorie | medicina antiaging | dietologia | psicologia medicina naturale-olistica | cardiologia | ginecologia ostetricia
IL BENESSERE CHE SOGNI... A DUE PASSI DA TE! via delle Terme, 5 - 60021 Camerano.An tel. 071 95691 info@termeaspio.it www.termeaspio.it
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LIBRI La trama Immerso nella solitudine di una prigione, non solo fisica, ma anche mentale, che intrappola i suoi pensieri e persino la sua voglia di reagire e di difendersi: si presenta così il primo protagonista, Guiomar De Marco, camionista portoghese. È una persona mite, dignitosa, che nasconde un doloroso segreto. Un'altra prigione, senza sbarre, ma forse ancor più subdola perché impercettibile, circonda l'altro protagonista, Luca De Feudis, agente di Polizia penitenziaria, che si trova a fare i conti con alcune situazioni della vita lavorativa e di coppia che lo pongono davanti a difficili e coraggiose scelte. Sullo sfondo di questa vicenda un faro, il mare, il passato che torna e la speranza di un riscatto. In quell'esortazione, “Puoi chiamarmi Luca”, che dà il titolo al romanzo, c'è tutta la sofferenza di un'umanità in fuga, di uomini che lottano per la propria dignità e di un sentimento, l'amore, che con le sue infinite sfumature, rappresenta un seme che porta la pace interiore e sociale. “Puoi chiamarmi Luca”
Edizioni Italic Pequod - Ancona (2013)
“Puoi chiamarmi Luca” È la seconda fatica letteraria della scrittrice anconetana Luisa Mazzocchi, che dopo il successo di “Doric Hotel” torna con un romanzo di grande impegno sociale, dalle tinte noir, e ambientato nelle Marche, che affronta il controverso tema delle carceri italiane di A. Dachan
L
uisa, ben tornata sulle pagine di ML. Parlaci del tuo nuovo romanzo. “Sono partita da un caso di cronaca anconetano: la storia di un camionista portoghese arrestato al porto dorico per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quella del carcere è un’esperienza che ho avuto modo di conoscere in maniera indiretta attraverso il lavoro di una persona a me molto vicina. Inoltre, durante gli studi universitari di giurisprudenza, ho potuto visitare il carcere toscano di Porto Azzurro e questo poco prima della famosa rivolta capeggiata dall’ergastolano Mario Tuti, avvenuta circa 25 anni fa. A quel fatto di cronaca mi sono tra l’altro ispirata nel ricostruire un’importante sequenza del mio secondo romanzo. Mi sono documentata anche con la cronaca sindacale, in particolare quella del Sappe (il noto sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che ha riconosciuto il valore e l’attendibilità del mio testo in una sua recente recensione). Tutto quello che racconto nella mia storia, seppur in forma romanzata, è assolutamente verosimile. Questa è la triste condizione di chi vive nel mondo carcerario di oggi: ci si dimentica di chi è detenuto e di chi, in quelle atrocità, è costretto tutti i giorni a lavorare. Personalmente, non credo si arriverà mai alla soluzione di un problema così complesso”.
Che realtà hai trovato? “Una realtà per molti versi sconosciuta, che mi ha colpito profondamente: le condizioni tremende delle nostre carceri, la situazione del porto d'Ancona, l’atroce morte del povero ragazzo afghano sotto le ruote di un tir (avvenuta un paio di anni fa al Mandracchio). Nella mia trama emergono legami sentimentali che scricchiolano, la solitudine dei personaggi in cerca del magnetismo, al pari delle “calamite del Geomag”, il misticismo di fondo con la benedizione del faro di Guiomar e la basilica di Loreto e, infine, la banalità del male che si insidia ovunque: nel mare che abbatte il faro, nei mercanti di vite umane, in Dragan, nei falsi frati della Santa Casa, nel viaggio dei disperati, ovunque...”. Dunque un romanzo di grande attualità. “Sì, persino quando cito Eichman, proprio ora che si parla della morte di Priebke. Si tratta, comunque, di una storia coinvolgente che propone spunti di riflessione in un’atmosfera costantemente avvincente, o almeno credo di averci provato!”. Che riscontri ha avuto questa tua nuova avventura letteraria? "'Puoi chiamarmi Luca' è stato presentato a giugno di quest'anno al Mattatoio Open day, al Caffè Guasco e al pub Ter-
raferma di Senigallia dal professor Antonio Luccarini. A ottobre, nell'ambito della rassegna "Piovono libri" del Comune di Falconara, è stato presentato al Centro Pergoli. In queste occasioni il pubblico si è dimostrato molto attento e sensibile. Certamente l'approccio e il riscontro dei lettori - forse perché in parecchi si aspettavano un seguito della storia di Lara Isabel – è diverso, meno caldo se vogliamo, ma credo sia naturale, considerando che i temi scottanti trattati non preannunciano ore di 'evasione' per il potenziale lettore”. Cosa ti resta del "Doric Hotel"? “Mi ha dato un gran numero di soddisfazioni in termini di commenti entusiasti dei lettori. Il mio editore lo considera con compiacimento un “piccolo caso letterario dorico”. Non mi sembra poco. Sono riuscita a presentarlo anche in due scuole. E' incredibile come i ragazzi non sappiano nulla della loro città, a malapena qualcuno sa che è stata bombardata durante la seconda guerra mondiale. Ad aprile, inoltre, ho organizzato il "Doric Hotel tour", una passeggiata sui luoghi del romanzo con tappa finale alla sinagoga: un bel successo di pubblico che ha aderito in massa all’evento anche sotto la pioggia!”.
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APPUNTI IN AGENDA
Cosa facciamo di bello stasera? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!
Emma in concerto – Schiena Tour 2013
17 novembre 2013 – Palarossini, Ancona Schiena Tour fa tappa ad Ancona: la vincitrice, dell'edizione 2010 di Amici, del Festival di San Remo nel 2012 e di sette Wind Music Award porterà nel capoluogo dorico tutta la sua energia e la sua arte con un atteso concerto. Emma Marrone, classe 1984, si esibirà con il suo repertorio e i brani del suo ultimo fortunato album di inediti. Per info: www.ticketone.it
Laura Pausini, 20 The greatest Hits
5 dicembre - Adriatic Arena, Pesaro Per la data zero del suo world tour Laura Pausini ha scelto le Marche, in particolare la città di Pesaro. Un appuntamento atteso dagli amanti della musica che hanno consacrato la cantante come la voce italiana femminile più amata. Dal suo esordio nel ’93, quando cinse il Festival di Sanremo con la canzone “La solitudine”, Laura Pausini è arrivata a conquistare le classifiche di mezzo mondo, collezionando un’infinità di premi e riconoscimenti. Nel febbraio di quest’anno diventa madre per la prima volta e questa novità segna un’ulteriore svolta nel suo ricco percorso umano e professionale. Per info: www.adriaticarenapesaro.it
Franco Battiato “Diwan l’essenza del reale”
8 dicembre - Teatro delle Muse, Ancona Diwan è un progetto musicale per ricordare una cultura dimenticata e una lingua che nella sua diversità appartiene al nostro patrimonio. Fu attorno all'anno Mille che in Sicilia fiorì nell'arco di tre secoli un'importante scuola poetica araba le cui ricche testimonianze sopravvivono in preziosi manoscritti. Franco Battiato ripropone queste preziose opere, con un ensemble multietnico d'eccezione, un evento musicale che è molto più di un semplice concerto. Per info: www.teatrodellemuse.org
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CHEF
“Come dice il proverbio: Dio ci ha dato il cibo, il diavolo i cuochi e le pentole” Alberto Melagrana, Cuoco di Marca e chef del ristorante Antico Furlo ad Acqualagna, ci racconta la sua cucina al profumo di tartufo e non solo di A. Dachan
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uando è stato il suo primo incontro con la cucina? “Sin da piccolo osservavo mia madre che cucinava in casa; ogni giorno la vedevo uscire la mattina e poi tornare sul tardi, ma non avevo ancora realizzato che lavorasse e che facesse proprio la cuoca. Me ne sono reso conto crescendo e pian piano ho cominciato a capire quanto fosse impegnativo il suo mestiere. Ho frequentato la Scuola Alberghiera, prima in sala, poi in cucina e all'età di 16 anni ho deciso che avrei voluto fare la stagione estiva al suo fianco. Mia madre si è spenta quando aveva solo 59 anni, ma nel tempo in cui le sono stato vicino ho imparato molto da lei. Sono entrato in cucina per amore di ciò che faceva e per continuare la sua tradizione”. Qual è il percorso che l'ha portata a diventare Cuoco di Marca? “Dobbiamo tornare al lontano '69, ai tempi in cui frequentavo la Scuola Alberghiera e Lucio Pompili era mio compagno di banco. Già da allora pensavamo di creare una sorta di rete per unire gli sforzi e fare della ristorazione un motivo di ulteriore attrattività turistica valorizzazione del territorio. Completata la formazione e create le nostre rispettive attività, abbiamo ideato il motto: 'Sei mete, sei sommelier, per un delizioso itinerario gastronomico nelle Marche'”.
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Avete creato una rete per promuovervi a vicenda? “Sì, abbiamo ideato una rete di persone che hanno posto come obiettivo la promozione di un territorio attraverso uno strumento semplice quale è la ricevuta fiscale. Siamo partiti da un nucleo di sei, fino a raggiungere 32 ristoranti in tutta la regione. Questo progetto si chiama Cuochi di marca ed è stato appoggiato dalla Regione Marche; inoltre. con l’aiuto economico della Regione stessa sono nati due volumi contenenti la storia e le ricette di ciascuna attività. Ora il libro è offerto anche come simbolo del territorio in occasione di scambi internazionali”. Può raccontarci la storia del suo ristorante? “Il ristorante è una delle strutture storiche in regione. Era un'osteria e una stazione di posta per il cambio dei cavalli già dal 1825. Chi partiva da Roma e percorreva la Flaminia si fermava sempre qui, era un posto molto magico ed interessante per me e per mia moglie e così, nel 1990, insieme ad altre due persone decidemmo di fare questa scelta: venire a vivere al Furlo e continuare l’attività di ristorazione e albergo. Nel '94 siamo rimasti io e mia moglie, prendendo completamente in mano la situazione sino ad arrivare all’anno 2000, anno in cui abbiamo fatto il grande passo: l’acquisto di tutta l’attività. Nel 2005 abbiamo ristrutturato sette
camere e reso funzionante anche l’albergo”. C'è qualche aneddoto che può riportare? “Gli aneddoti all'Antico Furlo sono legati a tutto ciò che successe tra il '22 e il '43: Mussolini è passato qui circa 55 volte e la stanza dove dormiva, il tavolo su cui mangiava sono ancora funzionanti”. Che tipo di legame avete con il territorio? Essere nella suggestiva zona del Furlo ha influenzato il suo modo di cucinare? “Il nostro è un territorio con una natura incontaminata, custodita e protetta dalla Riserva Naturale Statale del Furlo. Ci sono animali protetti, pascoli in altura dove il bestiame mangia bene e beve acqua di sorgente dandoci prodotti veramente d’eccellenza; qui inoltre crescono molte erbe spontanee. C'è anche la prima tartufaia nazionale voluta dalla forestale, che produce un tartufo denominato Pianello che è semplicemente fantastico, di altissima qualità. Vivendo in un ambiente simile, fai della qualità e della naturalezza i tuoi ingredienti principali per ogni ricetta. Diventa così facile divertirsi in cucina a preparare piatti succulenti”. La sua è una cucina legata alla tradizione o più propensa all'innovazione? “La mia è una cucina che affonda le radici
nella tradizione, ma sa anche innovarsi, non con stravolgimenti profondi, ma poco a poco alleggerendola dai grassi antichi, utilizzando solo olio extra vergine di oliva. Un buon piatto prima di scendere nello stomaco deve salire al nostro cervello facendoci riflettere ed emozionandoci. Per me vale solo una regola: la cucina è una sola, quella buona che ti dà emozioni che non si scordano”. Che menù proporrebbe oggi? “Darei libero sfogo alla mia creatività e come dice un proverbio: 'Dio ci ha dato il cibo, il diavolo ci ha dato i cuochi e le pentole'. Siamo nel periodo dei funghi e di sua maestà il tartufo bianco. Saperlo cucinare con amore è un'arte e un modo di far conoscere il nostro territorio”. Il tartufo è un prodotto che racconta molto della vostra storia. Ce ne vuole parlare? “La città di Acqualagna è la 'Capitale del tartufo fresco tutto l'anno'. Di questo prelibato prodotto della terra, infatti, ne esistono alcune varianti, che crescono in periodi differenti: dal 1 ottobre al 31 dicembre si raccoglie il tartufo bianco di Acqualagna; dal 15 dicembre al 15 marzo il tartufo nero pregiato; dal 1 marzo al 15 aprile il tartufo bianchetto Marzuolo, infine, dal 1 giugno a fine agosto lo Scorsone nero estivo. Che dire ancora: facciamo attenzione il tartufo può creare dipendenza”. In cucina meglio solo o … in buona compagnia? “Quando si lavora in famiglia si ha il vantaggio di un servizio fatto sempre con qualità e dedizione. Mia moglie è sommelier e anche io lo sono stato, ma preferisco dedicarmi alla preparazione dei cibi. Il nostro ristorante ha una cucina a vista, così riesco ad osservare le persone che entrano, a salutare amici e clienti e ad avere sempre il polso della situazione, così non mi sento mai solo ma sempre in buonissima compagnia”. C'è una persona per la quale vorrebbe cucinare qualche piatto speciale? “Vorrei cucinare per il medico che 2 anni e mezzo fa mi ha operato al cuore: l'ho invitato più volte senza avere successo. Vorrei cucinare per lui e la sua famiglia e mostrargli che sono bravo ai fornelli tanto quanto lui in sala operatoria. Sarebbe il mio modo per mostrargli tanta gratitudine e riconoscenza”.
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OFFERTE DI LAVORO
a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it
> Sida Group, per azienda cliente operante nel settore del fashion, ricerca: RIF: AUCE/01 ADDETTO UFFICIO COMMERCIALE ESTERO (italiano – tedesco) Il/La quale, in accordo con la Direzione Commerciale, garantirà il corretto svolgimento delle pratiche di gestione degli ordini, dal contatto con il cliente all’inserimento dell’ordine, fino alla gestione del post vendita e consegne; sarà inoltre di supporto alle attività di segreteria commerciale estera, occupandosi dell’organizzazione delle fiere, del mantenimento dei contatti con i clienti e della preventivazione. Requisiti richiesti: • Conoscenza della lingua inglese e/o tedesco • Esperienza pregressa di almeno 3 anni nello stesso ruolo • Provenienza dal settore fashion, abbigliamento, calzaturiero • Residenza in provincia di Fermo, Ascoli • Età compresa tra i 25 e 35 anni Completano il profilo doti organizzative, intraprendenza, predisposizione alla relazione e disponibilità ad eventuali trasferte. La sede di lavoro si trova nelle bass >Sidagroup per Euronics, leader nella distribuzione dell’elettronica di consumo, ricerca per aperture nuovi negozi: RIF: DPV/01 RESPONSABILE PUNTO VENDITA Il quale sarà responsabile di tutti gli aspetti inerenti la gestione del negozio. Si occuperà quindi di: • presidiare la superficie di vendita intervenendo sull'organizzazione degli spazi; • gestire, motivare, formare ed organizzare il team di lavoro; • controllare la rotazione ed il flusso della merce in assortimento. • verificare la corretta applicazione dei criteri espositivi di Visual Merchandising indicati dall'Azienda Sarà inoltre responsabile della gestione e dell'andamento dei costi del punto vendita e del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi assegnati. Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 30 ed i 40 anni,
ha maturato esperienza significativa in ruoli analoghi, (store manager e/o responsabile punti vendita) preferibilmente nei settori GDS e/o GDO. Desideriamo conoscere candidati ambiziosi con una forte predisposizione ai rapporti interpersonali, autorevolezza, capacità di motivazione ed attitudini organizzative. Le sedi di lavoro sono nelle Marche ed Emilia Romagna; si richiede preferibilmente il domicilio in zona. >Azienda marchigiana di medie dimensioni operante nel settore del fashion, presente a livello nazionale ed internazionale attraverso una rete di agenti e distributori, ricerca, per potenziamento del proprio organico commerciale un: RIF: AME/02 AREA MANAGER ESTERO Azienda marchigiana di medie dimensioni operante nel settore del fashion, presente a livello nazionale ed internazionale attraverso una rete di agenti e distributori, ricerca, per potenziamento del proprio organico commerciale un: AREA MANAGER ESTERO rif: AME/02 Il quale, collaborando con il Direttore Vendite, avrà il compito di assicurare il raggiungimento degli obiettivi commerciali prefissati nella area di propria competenza (Germania, Olanda Francia, Russia, Spagna, Medio Oriente) attraverso il potenziamento e la gestione della rete vendita che si compone di agenti e distributori. Principali mansioni e responsabilità: • Gestisce attività ricerca agenti e potenziamento distributori • Coordina e partecipa a fiere di settore • Gestisce e coordina filiale in Germania ed uno showroom in Italia, in particolar modo nel periodo campagna vendite • Monitora ed analizza le informazioni relative all’attività della concorrenza. Effettua attività di mappatura di clienti attuali e potenziali Ricerchiamo: • Età indicativamente compresa tra 30 e 35 anni • Laurea ad indirizzo economico o equipollente
• Esperienza almeno 3 anni in posizioni analoghe • Provenienza preferibilmente dal settore calzaturiero o affine • Conoscenza della lingua INGLESE e TEDESCO • Disponibilità a frequenti spostamenti sul territorio internazionale. • Interesse a crescere professionalmente in ruoli di maggiore responsabilità Capacità di analisi, buono standing, dinamismo, spiccate capacità relazionali e negoziali, doti organizzative e forte orientamento al risultato completano il profilo richiesto. Sede di lavoro: Marche
re calzaturiero o affini (moda), in aziende di medie dimensioni (sopra i 15 MIO) • Conoscenze informatiche dei principali sistemi operativi ed applicativi Office. Al candidato saranno affidati inoltre il coordinamento delle risorse umane presenti del comparto produttivo. Predisposizione al problem solving, capacità di pianificazione e programmazione, orientamento all’obiettivo e leadership completano il profilo della persona ricercata. La sede di lavoro è nelle Marche, si richiede la residenza in provincia di Ascoli Piceno, Fermo.
>Azienda di medie dimensioni del settore calzaturiero, licenziataria di importanti brand di fascia alta, molto noti, che sta attraversando un positivo e importante momento di espansione, al fine di strutturare la propria funzione produttiva, ricerca un:
>Ricerchiamo per conto di azienda di servizi, nostra cliente, un/una
RIF: GRP/02 DIRETTORE OPERATIONS Il quale, in accordo con la DIREZIONE COMMERCIALE, avrà la responsabilità di pianificare e programmare il processo produttivo, dalla valutazione degli acquisti alla gestione delle consegne, stabilendone i timing di realizzazione ed il coordinamento con le produzioni esterne. Sarà inoltre responsabile dei processi tecnicoproduttivi dei reparti nel rispetto degli standard e dei costi prefissati. Sua responsabilità sarà quindi quella di presidiare i seguenti processi: • Gestione portafoglio ordini clienti • Pianificazione stagione, programmazione schedulazione • Acquisti e approvvigionamenti • Assegnazioni fasi ai terzisti e lancio della produzione • Controllo e avanzamento produzione interna ed esterna • Consegne clienti Requisiti richiesti: • Età compresa tra i 35 e i 45 anni • Laurea, preferibilmente in Ingegneria • Buona conoscenza della lingua inglese (utilizzata al lavoro) • Esperienza lavorativa tra i 5 e 8 anni in ambiti Operation (acquisti, produzione e logistica) nel setto-
RIF: GA/ADD SEGRETARIA DI DIREZIONE Requisiti richiesti: • Ottima conoscenza della lingua inglese • Laurea in Economia e Commercio • Ottima padronanza degli strumenti informatici • Disponibilità a trasferte • Principali compiti e Responsabilità • Gestione dell’agenda • Gestione la corrispondenza • Preparare testi e presentazioni/ produrre documenti/stendere verbali di incontri e riunioni/stendere report e statistiche • Gestione delle pubbliche relazioni e organizzazione eventi • Organizzazione viaggi e meeting di lavoro/organizzazione trasferte • Preparare riunioni/preparare note informative • Gestione/ricerca /archiviazione documenti Vogliamo entrare in contatto con giovani laureati che vogliono esprimere le proprie competenze all’interno di un ambiente giovane e stimolante. Competenze a livello organizzativo, comunicativo, di filtro e mediazione nella gestione dei processi di management, resistenza allo stress ed autonomia, completano il profilo ricercato. La sede di lavoro è Ancona.
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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