Sommario Direttore EDITORIALE Flavio Guidi - flavio.guidi@mondolavoro.eu COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi - guido.guidi@mondolavoro.eu
COVER STORY
14. EX•IT É importante sostenere le PMI nel loro processo di internazionalizzazione
Direttore responsabile Paolo Duranti - p.duranti@mondolavoro.eu
49. ORDINE ARCHITTE ANCONA La sicurezza, un valore aggiunto del prodotto finale
RESPONSABILI MARKETING Guido Guidi, Giuseppe Mascetti
CREDITO
Editrice GGF GROUP www.mondolavoro.eu Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994 REDAZIONE ABRUZZO
Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 marche@mondolavoro.eu
Via Mazzini, 75/1 65122 Pescara PE Tel. 085 27543 abruzzo@mondolavoro.eu
HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella, Agnese Ausili, Michele Barchiesi, Immacolata Barone, Asmae Dachan, Lorenzo Dattolo, Fabio Di Giulio, Ilenia Funari, Sara Gatti, Guido Guidi, Christian Lucconi, Giuseppe Mascetti, Laura Palanga, Cristina Panara, Enrico Picchio, Michela Rossi, Michele Sasso, Alessandro Stecconi, Alberto Tenan
CAPOREDATTORE Andrea Beato HANNO COLLABORATO AL NUMERO Sergio Di Tillio, Emanuela Gennaioli, Diego Panico, Valerio Simeone, Massimo Di Cintio, Francesca Lupone, Roberto Di Gennaro, Guido Ramini, Maurizio O.Delfino, Francesca Cicchinelli, Isabella Pennoni, Esilde Collini
Chiuso in redazione il 07/10/2010 Grafica e impaginazione: ricciarelli.it Stampa: Grafiche Ricciarelli di Ricciarelli Bernardino via S. Ubaldo, 41 60030 Monsano (AN) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 2,00 Arretrati euro 4,00 Abbonamento annuale euro 15,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11154 – CAB 02684 – ABI 05308 – CIN l “Mondo Lavoro” offre esclusivamente un servizio, non riceve compensi nelle contrattazioni, non effettua commercio, non è responsabile per la qualità, provenienza o veridicità delle inserzioni. La direzione di “Mondo Lavoro” si riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere una inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione per qualsiasi motivo. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa da esso eventualmente sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazione di diritti ecc. a causa dell’annuncio. Si precisa che tutte le inserzioni relative a richieste od offerte di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile sia femminile, essendo vietata, ai sensi dell’art.1 della legge del 9/12/77 n.903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al mondo del lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o ramo di attività. È vietata la riproduzione totale o parziale di tutti i testi, i disegni, le foto riprodotte su questo numero del giornale. Manoscritti, disegni e foto, anche se non pubblicate, non vengono restituite. Tutti i diritti riservati. IMPORTANTE Ricordiamo ai lettori e ai richiedenti le pubblicazioni qui contenute che tutte le rubriche hanno la sola funzione di creare occasioni per il soddisfacimento dei leciti interessi – che questi vengono collocati secondo le loro caratteristiche e le indicazioni ricevute – che è assolutamente escluso ogni interesse di intermediazione dell’editore. Questi non si assume, né del resto si può assumere, responsabilità per gli eventuali tentativi di lettori e richiedenti di utilizzare annunci e loro collocazioni in rubriche per finalità illecite. Per siffatti abusi l’editore si riserva ogni azione legale, anche per i danni subiti.
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44. ATR GROUP e MIVV L’Abruzzo che vince in moto2 46. HONDA Honda Philosophy e Nhc. la storia di un’eccelenza che inzia del basso
EDILIZIA
Direttore EDITORIALE ABRUZZO Donato Parete - donato.parete@mondolavoro.eu
REDAZIONE MARCHE
IMPRESE
50. FIDIMPRESA Aiutare le imprese ad investire il ruolo di Fidimpresa Marche
FORMAZIONE & LAVORO
52. PROVINCIA DI ANCONA Incentivi alla nuove imprese 54. UNICAM A San Benedetto del Tronto la notte dei ricercatori Unicam
56. SPECIALE ENERGIA, AMBIENTE,EDILIZIA PRIMO PIANO
10. TECNO SERVICE FOTOVOLTAICO A COSTO ZERO ANCHE NEL 2011
RICERCA
20. Ricerca energetica, anche l’Italia protagonista
INTERNAZIONALIZZAZIONE
22. Marche e Abruzzo alla conquista di Australia e Cina 24. Grande successo per l’edizione 2010 del MICAM 26. ANCI - FABIO AROMATICI La presenza del calzaturiere sui mercati internazionali si sta consolidando 28. CALZATURIFICIO IDEA “All’estero il credito è più tutelato” 29. GIAN MARIO SPACCA “La nostra calzatura non teme la concorrenza…” 30. MARAVIGLIA “Complici dei vostri sogni” 32. EXPO DI LUBANGO Mercati emergenti: aziende abruzzesi all’Expo di LUBANGO 34. EXPO DI SHANGHAI L’Abruzzo protagonista all’Expo di Shanghai 36. SIDA GROUP “Edilizia, alcuni mercati stranieri sono in espansione” 38. GRANDINETTI Una storia moderna perché antica 42. CNA Per la Cna Marche occorre l’impegno di tutti 43. Nuove misure sul fronte degli incentivi
CONSULENZA
107. L’imprenditorialità: una professione che conduce all’autorealizzazione 108. APCO Nuovi scenari. Il consulente prima e dopo la crisi
TIME OUT
111. GIANCARLO TRAPANESE “Le Marche fanno grandi cose, ma non amano parlare di sé” 112. TONINO SANTEUSANIO La scultura tra passione, lavoro, emozione e riflessione
OFFERTE DI LAVORO
113. Offerte di lavoro qualificato
NEL PROSSIMO NUMERO (NOVEMBRE): SPECIALE SANITÁ E BENESSERE e SPECIALE LUSSO E DESIGN
- Sanità: diamo le pagelle alle strutture pubbliche e private di Marche e Abruzzo. I conti sono in regola? E la qualità dei servizi? - Marche e Abruzzo, artigianato e manifatturiero da vetrina. Il bello che ha conquistato il mondo
Editoriale
Scienza, tecnologia ed energia... cosa direbbero Cristoforo Colombo, Don Chisciotte e Van Gogh?
L
a macchina del progresso continua a correre senza sosta, spingendo l’uomo alla scoperta di nuove frontiere, portandolo a conquistare nuovi traguardi, a superare ostacoli e barriere, a fare cose che credeva inimmaginabili. Le innovazioni tecnologiche hanno spostato il baricentro del mondo, perché oggi come ieri le giornate sono di 24 ore, ma tutto scorre più velocemente, i ritmi sono incalzanti, tutto sembra più vicino. Dal sorgere del sole al suo tramonto si riescono a portare a termine lavori che in passato avrebbero richiesto giorni, se non settimane. In poche ore si attraversa in volo l’Europa e basta mezza giornata per arrivare dall’altra parte del mondo, persino Oltreoceano. Chissà cosa direbbe Cristoforo Colombo…! Quello che solo un ventennio fa sembrava fantascienza oggi è realtà: basta guardarsi intorno e contare, ad esempio, i telefonini che ci fanno comunicare e che comunicano, a loro volta scambiandosi foto brani musicali e documenti ufficiali. Abbiamo il nostro ufficio in tasca; anzi, portiamo in tasca il nostro passaporto per il mondo. Sì, perché oggi non basta avere un nome e un codice fiscale per essere identificati, ma per attestare la nostra presenza dobbiamo essere “connessi”, diventando tecnologicamente protagonisti dei nuovi scenari e dei nuovi contesti che, a ritmi esorbitanti, mutano e si evolvono. E allora si corre. Non solo mentalmente, ma anche fisicamente e per correre servono energie. L’umanità ne ha consumate tante e con l’aumento progressivo della popolazione mondiale di energie ne serviranno sempre di più. Secondo alcuni studi le fonti fossili si stanno esaurendo; secondo altri studi se continuiamo a consumare il petrolio e i suoi derivati a questi ritmi, raggiungeremo soglie di inquinamento allarmanti. Così, oggi, parallelamente al binario delle nuove conquiste tecnologiche, corre quello delle nuove conquiste in materia di tutela dell’ambiente e della ricerca di energie alternative. Per vincere questa sfida, la parola d’ordine è efficienza: contenere i consumi e le emissioni e ripensare al nostro modo di vivere. Per farlo si dovrà percorrere la strada delle “4R”: 1 - research, sostenendo la ricerca 2 - reduce, attraverso le innovazioni tecnologiche 3 - reuse, allungando il ciclo di vita dei prodotti, 4 - recycle, rimettendo in circolazione i prodotti. Chiaramente si tratta di una questione talmente urgente e delicata che si richiede l’impegno di tutti, dai semplici cittadini alle comunità, dai singoli Stati alle unioni internazionali. Dato che la consapevolezza rispetto a questa tematica è relativamente recente, è prematuro trarre un bilancio di cosa è stato fatto, ma i primi risultati cominciano a farsi vedere e sentire, anche “ai piani alti della politica mondiale”. Bisogna avere fiducia e andare avanti in questa direzione e si arriverà, oltre che ad un’inversione di tendenza di tipo mentale e culturale, anche ad una progressiva mutazione degli skyline delle nostre città, con pannelli fotovoltaici a ricoprire i tetti delle case, isole ecologiche negli angoli delle città, case termo-isolate ecc. Invece dei mulini a vento probabilmente Don Chisciotte oggi avrebbe a che fare con turboline eoliche… E chissà cosa direbbe Van Gogh, se sapesse che i suoi innocenti e amati girasoli stanno diventando carburante per auto… Flavio Guidi
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Primo piano
Fotovoltaico a costo zero, anche nel 2011 Tecno Service, con sede a Pescara, si è già imposta come protagonista nel settore delle energie rinnovabili grazie alla capacità di realizzare impianti di qualità su tutto il territorio nazionale. Il racconto dell’azienda con Camplone, Bellucca e Motolese
È
di pochi giorni fa la notizia che in Italia sono più di 100 mila gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio con il sostegno degli incentivi in conto energia gestiti dal Gse (Gestore dei servizi energetici). Tra vecchio e nuovo conto energia, risultano in attività 100.200 impianti fotovoltaici, per una potenza installata pari a oltre 1.600 MW. Secondo le previsioni, entro la fine del 2010 la capacità fotovoltaica installata nel nostro Paese supererà i 2.500 MW. Il prossimo anno ci si aspetta che le nuove realizzazioni possano raggiungere i 2.000 MW. A livello territoriale, la Lombardia rimane in testa alla classifica delle regioni con il maggior numero di impianti (più di 15 mila), seguita da Veneto (11 mila) ed Emilia Romagna (oltre 9 mila). Per quanto riguarda invece la potenza installata, la Puglia è prima con 320 MW. In questo quadro anche l’Abruzzo si pone all’avanguardia e in un numero di Mondo Lavoro dedicato ad energia, fonti rinnovabili ed edilizia non potevamo non interessarci di una giovane e dinamica realtà impegnata in quest’ambito. È Tecno Service fondata da Patrizio Camplone nel 2006, a Pescara. Analizzare lo sviluppo di questa società significa ricostruire, in qualche modo, le diverse fasi e il trend di crescita del settore fotovoltaico. “Inizialmente - racconta Camplone - l’attività abbracciava anche l’informatica. Le energie alternative erano ancora un qualcosa di nicchia. Poi, con la Finanziaria 2007 e il Decreto Ministeriale del 19 febbraio dello stesso anno, tutto è radicalmente cambiato:
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gli incentivi hanno spinto il mercato e ci siamo fatti trovare pronti, offrendo una formula vincente, un pacchetto completo “chiavi in mano” (fornitura dei materiali,
progettazione, installazione, fogli di conformità, collaudo ed assistenza per tutte le pratiche necessarie)”. Fondamentale la collaborazione, nata in
Primo piano quello stesso anno, con Ivan Bellucca, progettista meccanico. L’ampliamento societario sancisce una netta divisione dei ruoli, con Camplone maggiormente orientato al marketing e all’aspetto commerciale e Bellucca concentrato sulla parte tecnica. I due ricordano il primo lavoro firmato Tecno Service, un impianto da 4 kW per un privato, il signor Antico Tomassino di Loreto Aprutino (Pescara). “Un intervento non semplice. Il Conto Energia era uscito da pochissimo e ogni mese venivano introdotte delle modifiche e delle delibere aggiuntive. Fu un compito davvero arduo, ma riuscimmo ad ottenere la piena soddisfazione del cliente”. L’incremento repentino delle richieste per nuove realizzazioni porta, l’anno seguente, ad un ulteriore rafforzamento della squadra, con l’innesto nella compagine dirigente di Valentina Motolese, specializzata in ambito amministrativo e burocratico. Lo sviluppo dell’azienda si fa concreto: nel 2008 il fatturato complessivo aumenta di ben sei volte rispetto a quello fatto registrare del 2007; i confini abruzzesi cominciano ad essere superati grazie ad una rete vendita presente in parte della Puglia e del Lazio, nell’intero Molise, nelle Marche, in provincia di Verona e nella zona di Cinisello Balsamo (Milano). Tecno Service si impone definitivamente nel panorama nazionale. “Quest’anno - conferma Camplone - siamo già andati di gran lunga oltre il limite di 1.200 MW previsti dal Conto Energia. Il business ha subìto un forte impulso, abbiamo raggiunto i 100 impianti realizzati e la quota dei ricavi stimati dovrebbe portarci, per dicembre, a toccare i 2,5 milioni di euro”. Un risultato da festeggiare, insieme a tutto la staff (arrivato oggi a contare circa 50 collaboratori), nella sede in Via Musone, appena rinnovata e ampliata fino a 350 metri quadrati. “Dopo quattro intensi anni, la nostra è una ricetta collaudata, basata su alcuni precisi elementi. In primis la qualità dei materiali utilizzati: impieghiamo prodotti di fascia alta e di marche leader del settore (Sharp, Sanyo, la tedesca Shoot, la norvegese Rec Solar), tutti pannelli e componenti certificati, efficienti, resistenti alle intemperie e con un alto coefficiente termico. Possiamo poi garantire professionalità e rapidità nel completamento di
Parte dello staff Tecno Service davanti alla sede aziendale appena rinnovata e ampliata
TRE SOCI, TRE AMICI Patrizio Camplone, Ivan Bellucca, Valentina Motolese: le loro età, sommate insieme, raggiungono a malapena quota 76 anni. Seppur giovanissimi, ormai hanno maturato un’eccellente esperienza e preparazione nel campo delle energie rinnovabili. Ognuno di loro fornisce un personale apporto alla realtà aziendale. Camplone, fondatore dell’attività e oggi direttore marketing e amministrativo, è nativo di Atri (Teramo), ma cresciuto a Pescara. Tra le sue passioni i balli caraibici (“un modo per scaricare la tensione e per ritrovarci, fuori dal contesto lavorativo, anche con molti dei nostri collaboratori”), la cura per un look ricercato e l’attenzione per tutto ciò che è particolare. Il suo motto è “lavorare divertendosi”. Crede nella tutela dei diritti umani e in quella degli animali. Proprio per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, lui e tutta Tecno Service sostengono le iniziative dell’associazione “Happy for you”. Ivan Bellucca, direttore tecnico esecutivo, di
origini piemontesi, è interessato al cinema, alla lettura e a tutto ciò che concerne il mondo delle energie rinnovabili. Nel progettare ascolta spesso musica classica per raggiungere la concentrazione ideale. Valentina Motolese, direttore amministrativo/burocratico, è pugliese, ma trapiantata in Abruzzo prima per studio, poi per lavoro e per amore. Le piace viaggiare e, nel tempo libero, dedicarsi alle parole crociate. Per lei è importante perseverare e insistere sempre.
Foto di gruppo. Al centro Patrizio Camplone, fondatore direttore marketing e amministrativo di Tecno Service, con i soci Ivan Bellucca e Valentina Motolese
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Primo piano ogni opera, con un record personale di dieci impianti portati a termine in una sola settimana. A questo si aggiunge un servizio postvendita dedicato, che in pochi sono in grado di offrire, con una gestione interna della chiamata e tempi brevissimi per la risoluzione di ogni eventuale problema. Infine, la massima attenzione verso la formazione e la comunicazione: periodicamente vengono tenuti corsi di aggiornamento per le nostre risorse umane ed effettuati importanti investimenti per campagne pubblicitarie, presenze nelle fiere, nei centri commerciali e in importanti eventi programmati”, elementi che contribuiscono a rafforzare, all’esterno, l’immagine aziendale. Il prossimo anno, con l’entrata in vigore del Nuovo Conto Energia 2011-2013, sono previsti molti cambiamenti: verranno applicate nuove tariffe incentivanti, chiaramente meno vantaggiose rispetto al passato, e saranno considerate due nuove categorie di impianti fotovoltaici (impianti realizzati sugli edifici e altri impianti), abbandonando la suddivisione tra impianti non integrati, parzialmente integrati, integrati (architettonicamente - totalmente integrati).
Nonostante queste modifiche, Camplone è comunque fiducioso: “Il 2011 sarà un anno di punta per il settore e le persone possono stare tranquille perché studieremo una formula per farle rientrare sempre a costo zero qualora decidessero di realizzare un nuovo impianto. In più punteremo molto su dei prodotti differenti, grazie ad un accordo di esclusiva con Powerline: sistemi radianti elettrici a pavimento, a parete, a soffitto e una pompa di calore per scaldare l’acqua elettricamente, che consentiranno di staccarsi dalla rete del gas e di realizzare una vera e propria casa ecologica, ad emissioni zero”. Ma Tecno Service non si ferma qui. Nel futuro anche la volontà di avvicinarsi, dal punto di vista della ricerca e sviluppo, ad un nuovo campo, quello degli impianti a idrogeno, già diffusi nelle abitazioni giapponesi: “Il costo è molto inferiore rispetto al fotovoltaico e quando termineranno gli incentivi bisognerà guardare anche ad altre alternative per rendersi autoproduttori di energia”. di Andrea Beato (Foto Diego Panico)
LA PARTNERSHIP CON ENERPOINT Fin dalla sua nascita, Tecno Service ha stretto un importante accordo di partnership (oggi esclusivo per le province di Pescara, Chieti e Teramo) con Enerpoint. L’azienda è una delle pochissime realtà italiane a vantare diversi anni di esperienza nel fotovoltaico. È stata infatti fondata, nel 2001, dall’ingegner Paolo Rocco Viscontini, il cui impegno in questo stesso settore risale già al 1995. Nel tempo Enerpoint si è guadagnata una posizione di rilievo a livello nazionale grazie alla professionalità e all’esperienza dei propri dipendenti. A gennaio 2010, è stato consegnato a Tecno Service il premio per “migliori installatori Enerpoint 2009” a livello nazionale.
Il logo Enerpoint. L’azienda ha sede a Desio, in Lombardia
Impianto fotovoltaico da 4kW, totalmente integrato, realizzato da Tecno Service a Castiglione Messer Marino (Chieti)
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Consegna del premio a Tecno Service come migliori installatori Enerpoint 2009
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Cover story
LUCA BARTOLI PRESIDENTE DI EX•IT
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“Nell’attuale fase storica è importante sostenere le PMI nel loro processo di internazionalizzazione culturale, commerciale, produttiva” Secondo Luca Bartoli, Presidente di EX•IT, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata, occorre “prendere per mano le aziende non ancora strutturate e supportarle nella ricerca di nuovi mercati”
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residente, ci può fare un breve bilancio del Micam? “Stando in stretto contatto con le aziende, devo dire che anche dal loro punto di vista il giudizio su quest’esperienza è estremamente positivo. Del resto venivamo dall’edizione 2009 che si ricorderà per una tra le più difficili. Ora, con soddisfazione, possiamo dire che le cose sono cambiate”. Nel senso che la tanto auspicata ripresa non è un miraggio? “Se pensiamo che eventi come il Micam sono in un certo senso il termometro dell’andamento, i segnali che ci sono giunti dai protagonisti stessi, cioè le aziende, sono incoraggianti. Sottolineamo poi che il Micam appena concluso si riferiva alla primavera-estate 2011, quindi a prodotti estivi, che non hanno certo il mercato di quelli invernali…”. Qui siamo nella capitale della calzatura: EX•IT lavora con un distretto calzaturiero molto forte a livello mondiale. Quali prospettive ci sono secondo Lei? “L’importanza del distretto calzaturiero è duplice: con le sue aziende e le sue produzioni non soltanto dà ossigeno al territorio, ma funge da traino importantissimo anche per altre realtà economiche della zona. Non dimentichiamoci che stiamo parlando della più grande concentrazione di aziende del settore presente nel Paese”. Ed EX•IT come si posiziona rispetto alle aziende del territorio? “Noi cerchiamo di fare la nostra parte nel migliori dei modi. Abbiamo percepito da subito l’importanza del “fare sistema” con altri soggetti, sia pubblici che privati, con l’intento di sostenere i processi di internazionalizzazione delle aziende della provincia di Macerata. In tale contesto il ruolo di un ente come il nostro è essenziale”. Mi faccia capire. “Vede, le aziende di questo territorio, soprattutto quelle di piccole dimensioni, nascono dal variegato mondo della subfornitura. Si tratta in massima parte di artigiani coadiuvati dai loro familiari. Spesso tali realtà riescono a svilupparsi soltanto se ricevono qualche stimolo da soggetti che si dimostrino in grado - per organizzazione, competenza, esperienza, conoscenza dei mercati, ecc. - di accompagnarle ed assisterle in nuove iniziative, quali appunto l’internazionalizzazione. A me piace l’espressione “prendere per mano” l’azienda, perché la ritengo corrispon-
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Cover story dente proprio a quello che facciamo quotidianamente. E questo rapporto si consolida se l’approccio all’imprenditore assorbe una dimensione umana, oltreché professionale”. Cosa intende per assistenza? “EX•IT svolge una serie di attività che aiutano concretamente l’imprenditore a cercare nuove opportunità fuori dai confini nazionali. Non soltanto la cura degli aspetti organizzativi e commerciali connessi, ad esempio, alla partecipazione ad una fiera all’estero, ma anche la massima attenzione per gli aspetti legali. Pensiamo ad esempio ai problemi legati alla tutela di marchi e brand aziendali: in questo campo realizziamo anche attività formative. Un’attività commerciale all’estero si può tradurre in bellissime opportunità ma anche in rischi piuttosto seri. Del resto, se le Camere di Commercio si sono dotate di aziende speciali, un motivo ci sarà”.
“In alcuni mercati - mi riferisco ad esempio all’Estremo Oriente - si avverte un forte interesse per i prodotti italiani” Allora si possono raggiungere traguardi molto ambiziosi come si è verificato con tutto il sistema camerale ed in particolar modo con Fermo”. Il problema dei costi a carico dell’azienda che intende partecipare a una fiera all’estero non è un ostacolo? “Siamo consapevoli delle difficoltà che incontrano le imprese nel sostenere tali costi. Per questo EX•IT copre il 50 per cento
delle spese. I rimanenti, per un massimo di 25.000 euro, possono essere dilazionati in più rate, grazie ad uno specifico accordo che abbiamo stipulato con Banca delle Marche (si veda il riquadro nel servizio, ndr)”. Le associazioni imprenditoriali sono sensibili alle vostre attività di supporto ai processi di internazionalizzazione? “Da parte nostra, abbiamo più volte manifestato la volontà di collaborare con gli enti associativi. Ma ovviamente non possiamo limitarci a questo: siamo particolarmente attenti alle iniziative dei singoli imprenditori. Poi, forse non tutti sanno che per accedere ai servizi di EX•IT non è previsto il pagamento di quote per le aziende iscritte alla Camera di Commercio di Macerata”. Lei guida un’azienda specializzata nell’internazionalizzazione. Sui mer-
Con gli enti locali c’è gioco di squadra? “Consideriamo fondamentale il dialogo con le Amministrazioni locali. Dialogo che si concretizza nella stipula di specifici accordi di collaborazione”. Ad esempio? “Con la Provincia di Macerata è stato firmato un protocollo d’intesa che prevede una piena collaborazione per tutte le attività di internazionalizzazione. Naturalmente con la Regione il rapporto è più che buono: gli eventi legati alla Mostra cinese in onore di Padre Matteo Ricci ne sono una felice testimonianza. Poi, relativamente ai Comuni, mi piace ricordare due iniziative promozionali con Macerata e Pievebovigliana. Però vorrei riconoscere la lungimiranza della Camera di Commercio di Macerata grazie alla fiducia e responsabilità accordataci dal Presidente, Giuliano Bianchi, oltreché da chi lo affianca”. Quanto è importante l’alleanza tra gli enti locali di un territorio? “É efficace nella misura in cui nessuno si preoccupa di chi riceve più applausi e si agisce avendo un unico obiettivo comune: portarsi dietro il territorio di appartenenza. 16
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Il Presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi insieme a Natalia Titova e il Presidente di EX•IT Luca Bartoli
cati stranieri ci sono davvero spazi per le nostre aziende? “Visto che abbiamo iniziato l’intervista parlando del settore calzaturiero, le rispondo con un dato freschissimo. Sa di quanto è aumentato l’export delle calzature italiane in Cina nei primi sei mesi del 2010? Del 78 per cento. É l’ennesima dimostrazione che in questo Paese il made in Italy è molto apprezzato. E questo perché in Cina, grazie alla popolarità del missionario maceratese Padre Matteo Ricci, “Macerata” è vista con grande rispetto e ammirazione per avergli dato i natali. L’ammirano ancora di più quando vengono a contatto con la sua storia, la sua cultura, le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche”. Se non sbaglio quest’anno si festeggia il ventennale di EX•IT. “É vero. L’appuntamento è coinciso con una riflessione sul nostro operato in questi anni. Da noi sono passate numerose aziende, sia piccole che grandi. Abbiamo aperto nuovi sbocchi commerciali, esplorato mercati semisconosciuti. Insomma, me lo lasci dire: EX•IT ha segnato sul territorio qualcosa di importantissimo”.
Ci può parlare del Desk Sebenico? “Abbiamo aperto un Desk, cioè uno Sportello, nella città croata di Sebenico. La struttura – che è gestita dal Vice Presidente della Camera di Commercio di Macerata, Mario Volpini – è sorta con l’obiettivo di sviluppare contatti commerciali con la costa adriatica. Talvolta è più
opportuno guardare con maggiore interesse territori vicini all’Italia”. Lei è sempre molto attento al rapporto tra azienda e territorio. La prima è testimonial del secondo o viceversa? “Entrambe le cose. Noi lavoriamo portando avanti gli interessi delle aziende, que-
Il sostegno alla partecipazione delle Pmi all’attività della EX•IT Caratteristiche del finanziamento concesso da Banca delle Marche alle imprese della Provincia di Macerata che intendono partecipare a manifestazioni fieristiche organizzate da EX•IT BENEFICIARI
Piccole imprese iscritte alla Camera di Commercio di Macerata che utilizzano in fiera spazi espositivi acquistati tramite la EX•IT, beneficiando di un contributo del 50% sui relativi costi
SPESE FINANZIABILI
Acquisto spazi in fiera (50%), allestimento stand, logistica, viaggio e alloggio del personale, vitto e/o catering, materiale promozionale
IMPORTO MASSIMO CONCEDIBILE
25.000 euro per ogni manifestazione
CONDIZIONI
• tasso: euribor 6 mesi msm + spread di punti 1.70 • spese di istruttoria: ridotte al 70% del listino standard • rata mensile con disposizione permanente di addebito in c/c • il prestito è erogato non prima di 30 giorni antecedenti l’inizio della fiera
DOCUMENTAZIONE
Documentazione (oltre a quella di rito): • dichiarazione della EX•IT attestante la concessione dello spazio espositivo (con indicazione della superficie e del costo complessivo) e del contributo del 50% dei relativi costi • documentazione attestante le altre spese da finanziare
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Cover story sto è chiaro. Ma l’intreccio con il territorio, le sue tradizioni, la sua cultura e le sue bellezze è irrinunciabile. Questo connubio rafforza fortemente il messaggio e l’efficacia commerciale delle nostre proposte”. In che senso? “In occasione della Musikmesse (la Fiera di Francoforte dedicata agli strumenti
musicali, ndr) abbiamo organizzato una cena con prodotti rigorosamente del maceratese, allietata da spettacoli realizzati da nostre imprese del settore degli strumenti musicali. Si è trattato di una bellissima iniziativa di promozione del territorio, visto che molti dei buyer presenti hanno trascorso le ferie da noi. In ogni manifestazione, poi, riserviamo uno spazio dedicato a stand
istituzionali, dove ospitare i prodotti enogastronomici locali e documenti turistici: uno spazio del e per il nostro territorio”. di Paolo Duranti
LUCA BARTOLI Nato a Macerata, dove risiede con moglie e due figli, vanta lunghe esperienze di lavoro con crescenti responsabilità in aziende metalmeccaniche del territorio. Nel ‘94 partecipa alla fondazione della LN2 Srl e la segue (come Presidente del Consiglio di Amministrazione e Direttore Generale), sviluppandola fino a farla confluire in una multinazionale. Continua la sua attività imprenditoriale attraverso la Job & Joy Srl, società di contract specializzata nei lavori chiavi in mano e nel campo dell’editoria con Vydia Edizioni d’Arte, con le quali ha pubblicato opere raffinatissime come “La Divina Commedia” e “Paulus”. Ha ricoperto diversi ruoli in Confindustria Macerata (di cui è stato Vice Presidente e Presidente della sezione metalmeccanici dal 2003 al 2007) e presso la locale Camera di Commercio, fino ad approdare alla Presidenza di EX•IT.
Collaborazione tra settori: mini concerto di strumenti musicali al MICAM
Componenti del Consiglio di EX•IT Luca Bartoli (Presidente) Alfredo Santarelli (Vice Presidente) Paolo Capponi (Rappresentante settore artigianale) Massimo Lanzavecchia (Rappresentante settore cooperative) Ugo Maresi (Componente esperto) Gianluca Maurizi (Rappresentante settore artigianale) Rossano Pergolesi (Rappresentante settore artigianale) Enrico Ruffini (Componente esperto) Romano Sagni (Rappresentante settore industriale) Simone Solfanelli (Rappresentante settore agricolo) Vittorio Taffoni (Rappresentante settore industriale) Roberto Toninel (Rappresentante settore credito) Mario Volpini (Rappresentante settore commerciale)
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EX•IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata T. 0733 23 44 67 Fax 0733 234480 e.mail exit@mc.camcom.it www.exitonline.it
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Ricerca
Ricerca energetica, anche l’Italia protagonista ENEA e FIRE per l’efficienza energetica negli ospedali
Nel corso di un recente convegno organizzato presso l’ENEA si è discusso di opportunità di razionalizzazione energetica nelle strutture ospedaliere. Energy manager ed esperti del settore si sono confrontati su aspetti tecnici e gestionali per l’individuazione e la valorizzazione delle competenze necessarie per realizzare interventi di efficienza energetica anche nel settore sanitario.
RAPPORTO SULLE FONTI RINNOVABILI 2010 É disponibile il Rapporto 2010 sulle fonti rinnovabili, curato dall’Ufficio Studi di Enea, dal titolo “Ricerca e innovazione per un futuro low-carbon”. Il documento si conclude con le “Schede tecnologiche” dedicate alle varie tipologie di fonti rinnovabili: solare termico, biomasse termiche, biogas, geotermia, idroelettrico, eolico, fotovoltaico, solare termodinamico e biocarburanti.
É nato Pete, il pannello fotovoltaico del futuro
Ricercatori dell’Università di Stanford, in California, hanno sviluppato un sistema innovativo di produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici in grado di sfruttare contemporaneamente luce e calore solare. In sostanza, con la nuova tecnica – battezzata Pete (Photon Enhanced Thermionic Emission – si sfruttano simultaneamente i processi dei pannelli fotovoltaici e dei pannelli solari.
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Internazionalizzazione
Marche e Abruzzo alla conquista di Australia e Cina I primi segnali di crescita economica si vedono proprio dall’export delle nostre regioni. Secondo gli ultimi dati Istat, nel mese di luglio 2010 le esportazioni, a livello nazionale, sono aumentate del 12,2 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con crescite più consistenti verso il mercato non comunitario (+16,7 per cento), rispetto a quello interno all’Unione europea (+8,9 per cento)
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o stesso si può affermare per il trimestre passato, dove le esportazioni sono cresciute del 6,6 per cento rispetto al trimestre precedente. La dinamica congiunturale nel secondo trimestre 2010 mostra delle variazioni positive delle esportazioni per tutte le regioni italiane, con particolare attenzione per quelle del Centro-Sud. Infatti l’Italia meridionale e quella centrale registrano
incrementi superiori alla media nazionale (rispettivamente +15,3 e +14 per cento). Nei primi trimestri del 2010, i più ampi incrementi tendenziali delle esportazioni hanno riguardato la Sardegna e la Sicilia, ma non è da sottovalutare anche la crescita di Regioni come Toscana, Puglia e Abruzzo. Tra i settori economici che hanno trainato l’export italiano si collocano, oltre ai prodotti petroliferi, i prodotti
dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+35,1 per cento), considerati da sempre il fiore all’occhiello dell’economia italiana. Le regioni che maggiormente contribuiscono alle vendite dirette verso l’estero per questo settore sono quelle del Nord-Est con un +41,9 per cento, seguite dalle Regioni insulari (+23,7), NordOvest (+20,9), e infine dalle regioni centrali (+13,4 per cento).
Tabella 1 - Esportazioni, importazioni e saldi della bilancia commerciale Italia - luglio 2010
Fonte: Istat settembre 2010
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MARCHE Per la Regione Marche nei primi sei mesi del 2010 le esportazioni hanno registrato un aumento del 7,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009: una crescita molto inferiore rispetto alla media italiana. Tra gennaio e aprile, secondo i dati di Cna e Confartigianato Marche, si è registrato un calo delle esportazioni del 6,5 per cento, dato preoccupante visto il calo ulteriore dell’anno precedente e l’attuale ripresa delle esportazioni delle altre regioni, ad eccezione delle più piccole come Basilicata e Molise. A soffrire maggiormente in questi primi tre mesi del 2010 sono stati il sistema moda marchigiano, i mezzi di trasporto, la cantieristica e le aziende di produzione di apparecchi elettrici ed elettrodomestici. In crescita le esportazioni dei prodotti agricoli, alimentari, mobile, chimica e plastica. La presenza dei prodotti marchigiani si è dimezzata in Brasile, in calo anche nei Paesi Bassi, nel Regno Unito e in Russia. Restano Francia e Germania i migliori mercati di sbocco per il “Made in Marche”, senza contare i mercati in crescita della Romania, della Polonia e della Spagna. Da segnalare la crescita avuta verso la Cina (+13,9 per cento), anche se in valori assoluti siamo ad appena 20 milioni di euro: un dato, questo, che rappresenta per il futuro buone potenzialità per crescere ancora sul mercato asiatico. Di fronte a questa situazione preoccupante la CNA e la Confartigianato concordano sull’osservare che servono nuove iniziative a sostegno dell’export, per favorire una rinnovata cultura del prodotto, per evidenziare il legame tra prodotto e territorio, per rilanciare marchi di qualità di tipo innovativo. ABRUZZO La buona performance dell’Abruzzo è dovuta soprattutto agli autoveicoli - che hanno guadagnato il 17,1 per cento delle quote di export italiano contro il 10 per cento dello stesso periodo del 2009 - e al successo del vino abruzzese riconosciuto sul mercato estero. Le esportazioni di vino abruzzese nel primo semestre 2010 sono cresciute del 16,6 per cento, il doppio rispetto alla media italiana. È questo il dato che emerge dalle ricer-
Tabella 2. Esportazioni per ripartizione territoriale Italia, gennaio-giugno 2010
Fonte: Istat settembre 2010
Tabella 3 - Esportazioni per ripartizione territoriale e regionale - gennaio-giugno 2009-2010
Fonte: Elaborazione su dati Istat 2010 che fornite dall’Istat, elaborate dall’Assessorato regionale alle politiche agricole e dal Centro Estero delle Camere di Commercio d’Abruzzo. “Il valore dell’export vitivinicolo nei primi sei mesi dell’anno ha superato infatti i 49 milioni di euro, 7 milioni in più rispetto allo stesso semestre del 2009 – ha commentato l’assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo – grazie alla capacità di fare squadra da parte dell’Abruzzo, capace di mettere in campo per la prima volta un programma di iniziative promozionali pensato in relazione alle esigenze di mercato e soprattutto condiviso con le aziende”. L’Abruzzo ha presenziato anche nell’ambito del Fine
Food Australia di Melbourne (13-16 settembre), il più importante appuntamento fieristico del settore, dove il mercato del vino abruzzese ha registrato un incremento del 71 per cento rispetto allo scorso anno, trainando anche le altre produzioni agro-alimentari come la pasta, i prodotti dolciari, le conserve e l’olio. Fabio Di Giulio GGF Group Divisione Marketing e ricerche di mercato f.digiulio@callworld.it
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GRANDE SUCCESSO PER L’EDIZIONE 2010 DEL MICAM Con oltre 42 mila visitatori, il Salone della scarpa ha chiuso i battenti lasciandosi alle spalle la crisi
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li appassionati di scarpe da ogni zona del mondo si sono dati anche quest’anno appuntamento al MICAM Shoevent che si è tenuto a Milano Rho dal 19 al 22 settembre. Organizzato dall’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, l’atteso evento ha registrato un grande successo, con oltre 42.329 visitatori in totale (6,2 per cento in più rispetto allo scorso anno), 21.103 visitatori stranieri (+2,2 per cento) e una sensibile crescita anche degli operatori italiani, con un +10,5 per cento. Al Salone sono state esposte calzature di fascia medio-alta, appartenenti a duemila collezioni primavera-estate 2011, realizzate da 1.600 espositori italiani e da 585 stranieri. In pratica una scarpa su tre era italiana, a confermare la leadership della produzione associata all’altissima qualità e al design che il Bel Paese detiene da sempre. In controtendenza con la crisi, che ha avuto ricadute anche sul settore del lusso, quello delle calzature di qualità resta un settore che fa da traino all’economia nazionale e a quella locale. Va ricordato infatti che in Italia la produzione di scarpe si colloca in alcuni specifici distretti i quali, ormai da secoli si sono specializzati, tanto da raggiungere punte di eccellenza. Quelli più noti sono: il distretto del Fermano, nelle Marche, il distretto calzaturiero del Brenta, il distretto calzaturiero della Valdinievole, il distretto di San Mauro Pascoli, il distretto della calzatura di Casarano (Lecce) e quello di Barletta. Il MICAM è da sempre un momento importante per i produttori di scarpe, una vetrina che permette loro di esporre i propri prodotti e di incontrare sia gli appassionati che gli esperti di moda, ma anche imprenditori, politici, personaggi dello
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spettacolo che dedicano una cura particolare alla scelta di cosa mettersi ai piedi. Sì, perché la scarpa al Salone non è presentata come un semplice accessorio di abbigliamento, ma come un autentico gioiello, un motivo di vanto, persino uno status symbol. Che siano da bambino, da uomo o da donna, le calzature devono riuscire a coniugare qualità, funzionalità, eleganza e comfort. Se questa può sembrare una sfida facile per le calzature destinate al pubblico maschile, risulta più complicata se il target di riferimento è quello femminile: dalle “ballerine” alle scarpe con tacchi altissimi, i produttori si impegnano a soddisfare ogni esigenza, con un lavoro di ricerca e di studio dei materiali degno del prodotto più nobile. E, se come consiglia un proverbio russo: “Prima di giudicare un uomo, cammina per tre lune (mesi) nelle sue scarpe”, sarà meglio che le scarpe siano davvero comode, belle e sicure! Considerando il volume degli ordini che sono stati fatti, si può dire con assoluta certezza che i nuovi modelli sono stati molto apprezzati e che investire per migliorare la qualità delle produzioni e l’originalità del design significa investire in crescita e successo. In questo il Made in Italy resta leader indiscusso sia sulla scena europea, che sulla scena mondiale. E per sostenere ulteriormente la ricerca, su tutti i suoi fronti, all’interno del MICAM è stato allestito dall’Anci e dal Ministero dell’Università e della Ricerca lo spazio “Spa & Shoes”, dedicato ai progetti realizzati dall’Associazione e dal Miur per lo sviluppo e la qualità della formazione in ambito calzaturiero. Tre le aree tematiche dello spazio, allestito con materiali per lo più riciclati o ri-
ciclabili, che replicano altrettante fasi del processo produttivo: la progettazione, il taglio del pellame, il montaggio della calzatura. Visti tutti gli elementi di successo che hanno contraddistinto l’edizione di quest’anno, gli operatori già puntano con fiducia al prossimo evento, che si terrà dal 18 al 21 settembre 2011, partendo dalla certezza che i segnali di ripresa ci sono tutti.
Gli imprenditori arabi sono sbarcati nelle Marche Unioncamere Marche, Unioncamere Italiana, Regione Marche, Istituto Commercio Estero, Camere di Commercio regionali con le loro Aziende Speciali per l’Internazionalizzazione, Camera di Commercio italo-araba, Fiera di Pesaro hanno organizzato un importante evento all’insegna dell’internazionalizzazione il 13 e 14 ottobre a Pesaro. All’iniziativa, che ha avuto ampio risalto nei numeri precedenti di Mondo Lavoro, sarà dedicato un approfondimento nel prossimo numero della Rivista.
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“La presenza del calzaturiero sui mercati internazionali si sta sempre più consolidando” Per Fabio Aromatici - Direttore di Anci (Associazione nazionale dei calzaturifici italiani) e di Micam ShoEvent Micam - “le principali sfide del settore sono ora l’innovazione, il rapporto con la distribuzione e il marketing”
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ottor Aromatici, può tracciare un bilancio di Micam di settembre 2010? “In sintesi direi che si è trattato di un’edizione decisamente positiva. La ragione più immediatamente evidente è l’incremento dei visitatori che, con 42.329 operatori accreditati in totale, hanno fatto segnare un +6,2 per cento rispetto all’edizione di settembre 2009. Interessante anche la suddivisione fra italiani è stranieri, con una quasi perfetta parità nel numero degli ingressi. Sono stati infatti 21.103 i visitatori stranieri, anch’essi in aumento del 2,2 per cento sull’analoga edizione dello scorso anno, così come sono cresciuti gli operatori italiani, che hanno fatto segnare un +10,5 per cento con 21.226 visitatori. Ma sono il mood positivo e, soprattutto, gli ordini effettuati in misura consistente a consentirci di tracciare un bilancio all’insegna della soddisfazione e dell’ottimismo per il futuro. La ripartenza del settore, evidenziata anche dalle prime note positive sull’andamento economico registrate dai dati del primo semestre 2010, è emersa anche a Micam, vera cartina di tornasole per lo stato di salute del business, dove si è visto anche il consolidamento delle insegne rappresentate dai buyer”. Che ruolo hanno e come incidono simili eventi sulla crescita del settore della calzature di lusso? “Micam ShoEvent, come sapete, è il più importante appuntamento per la moda della calzatura delle fasce più alte del mercato. Quindi sia per la calzatura di lusso, fiore all’occhiello della produzione
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Secondo Lei, perché anche in un periodo di crisi, quello delle calzature di fascia medio-alta è un settore che continua a trainare l’economia? “Direi che per il calzaturiero vale la stessa dinamica che vediamo più in generale nell’ambito dei beni non durevoli: la fascia alta del mercato tiene perché chi ha un’ampia disponibilità economica, per quanto possa essere toccato dalla crisi, ne risente meno delle fasce di reddito più basse. Secondariamente, se durante una crisi tutti sono più attenti al rapporto qualità-prezzo, fasce abbienti comprese, il prodotto made in Italy di fascia alta è particolarmente adeguato a rispondere alla richiesta di chi, a fronte di un costo di un certo tipo, desidera avere il massimo della qualità e dello stile. E comunque la calzatura resta, in tempo di crisi, un tipico bene-rifugio psicologico, a un costo contenuto”. Fabio Artomatici Direttore ANCI
made in Italy, sia per la fascia medio-alta e alta, la nostra manifestazione è il vero punto di riferimento mondiale nel campo delle tendenze moda così come del business. Per questo Micam svolge un ruolo determinante come momento di promozione, di confronto, di scambio, oltre che ovviamente dedicato agli affari ed è l’evento in grado di prefigurare, e allo stesso tempo determinare, il futuro del settore. Certamente, dati di affluenza alla mano, possiamo anche sottolineare che Micam è considerato dai maggiori attori del sistema moda e calzature l’appuntamento da non mancare”.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra il settore? “Vorrei innanzitutto sottolineare che l’ultimo trimestre del 2010, dopo un biennio che ha visto molte imprese attraversare il difficile guado della crisi economica e finanziaria con notevoli sacrifici, ha dato segnali di miglioramento legati soprattutto allo sforzo delle aziende. Imprese che, però, ora devono poter finalmente contare su crescita, certezza di regole e competizione internazionale leale. Una ripresa senza crescita è una ripresa senza occupazione e le aziende hanno bisogno, per il medio termine, di un supporto diverso da parte di politiche attive
di sostegno alla manifattura e all’internazionalizzazione. Di recente, ad esempio, anche alcune nostre collaborazioni cofinanziate da Ice sono state messe a rischio da tagli nei finanziamenti pubblici in un momento strategicamente fondamentale per le aziende. Le principali sfide del nostro settore sono ora l’innovazione, il rapporto con la distribuzione e il marketing. Su tutti questi temi abbiamo fatto molto, ma siamo consapevoli che molto ancora possiamo fare e stiamo seguendo questa strada”. In Italia, come vengono accolti i prodotti dell’eccellenza calzaturiera marchigiana? E all’estero? “Le Marche sono uno dei nostri principali distretti calzaturieri, sinonimo da sempre di buona fattura. I prodotti di origine marchigiana, grazie alle loro qualità intrinseche, godono di grande apprezzamento sia nel nostro Paese che all’estero. Del resto non dimentichiamo che il calzaturiero è un settore fortemente vocato all’export e che sui mercati internazionali abbiamo una presenza che si va sempre più consolidando, con uno speciale riferimento, per quanto riguarda le Marche, alla Russia e una particolare sensibilità verso la Cina come mercato emergente. Tutto questo anche grazie alle iniziative di promozione internazionale attivate da Anci che vedono costantemente, fra l’altro, la partecipazione di gruppi di imprese del distretto marchigiano”. Secondo Lei, quali sono le prospettive per il distretto calzaturiero del fermano? “Il distretto marchigiano, sul fronte del commercio estero, è stato premiato dalla
sua capacità di aver sostituito il mercato Usa con quello russo, che rappresenta il 14,5 per cento delle esportazioni. Questo ha permesso alle imprese, quelle del fermano comprese, di far fronte alla crisi attutendo almeno in parte le ripercussioni negative della contrazione del mercato statunitense, sia per i fattori legati alla domanda in quel Paese sia per fattori più strettamente valutari di rafforzamento dell’euro sul dollaro. I segnali di ripresa che abbiamo visto a Micam, e che speriamo di poter vedere a Mosca in occasione di Obuv’ Mir Koži dal 19 al 22 ottobre, confidiamo possano dare input positivi alle aziende del fermano e di tutto il distretto”. La ricerca e l’innovazione nel settore, a che punto sono? “La componente tecnologica nel lavoro delle imprese del calzaturiero è decisamente strategica ed è da sempre sostenuta da investimenti per l’innovazione non solo di prodotto ma anche dei processi industriali. In questo abbiamo esempi di eccellenza sia nelle singole aziende che negli enti che erogano servizi alle imprese. Sto pensando ad esempio al nostro Centro Italiano Materiali di Applicazione
Calzaturiera – CIMAC, che nel 2010 festeggia i 25 anni di attività, che offre un servizio di consulenza prezioso su materiali e tecnologie applicati al settore. Naturalmente la ricerca e l’innovazione sono ambiti che, per loro stessa natura, sono in continua evoluzione: per questo Anci sostiene anche i poli formativi a orientamento calzaturiero che possono essere le fucine non solo per manodopera specializzata ma anche per risorse umane da impegnare nel campo della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie. Purtroppo, dobbiamo dire che i recenti tagli ai finanziamenti per l’innovazione industriale - e mi riferisco in particolare a Industria 2015 - non hanno riconosciuto gli sforzi progettuali del nostro settore”.
Nell’ultima edizione del MICAM di settembre 2010 si sono registrati i seguenti numeri: Superficie espositiva netta
70.901 mq
Numero di padiglioni
8 (padiglioni 1-3-2-4-5-76-10)
Numero di espositori
1.592
Numero espositori stranieri
585
Numero visitatori
42.329, di cui 21.103 internazionali
Numero di giornalisti accreditati
600
LE PROSSIME EDIZIONI DEL MICAM: - 06-09 MARZO 2011 - 18-21 SETTEMBRE 2011
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“ALL’ESTERO IL CREDITO È PIÙ TUTELATO” Manuele Pierini, titolare del calzaturificio Idea di Recanati e Vice Presidente di Confartigianato – Settore Moda della Provincia di Macerata, sottolinea le difficoltà delle aziende italiane a riscuotere i crediti commerciali
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É vero, c’è la crisi, il mercato italiano per molti aspetti è sempre più difficile, però non nascondiamoci sempre dietro ai soliti motivi. Le aziende sono costrette a guardare fuori anche per un’altra ragione profonda”. Cioè? “In Italia manca un’efficace tutela del credito. L’azienda artigianale fa un’enorme fatica a sopportare gli insoluti. Questa difficoltà rende ancora più stretto il mercato domestico”. Vuole dire che i clienti stranieri sono più solvibili di quelli italiani? “No. Intendo dire che negli scambi internazionali vi sono tutele maggiori. Solitamente i pagamenti con l’estero sono anticipati o assicurati, ad esempio con lettere di credito. É un aspetto di primaria importanza, spesso purtroppo trascurato o non esplicitato a sufficienza”. La vostra tendenza ad esportare all’estero nasce principalmente da quest’esigenza? “Quando un imprenditore decide di internazionalizzare l’attività, molto spesso è perché avverte difficoltà di vario tipo nel mercato italiano. Per quanto ci riguarda, abbiamo affrontato un percorso di espansione internazionale alcuni anni fa, nel momento in cui capimmo che all’estero vi sono ottime opportunità mentre in Italia il mercato è in flessione. E le nostre convinzioni di allora non solo non sono mutate, ma ne sono uscite rafforzate. Siamo infatti sempre più convinti che rispetto ad alcuni anni fa le cose sono cambiate: il lavoro non è più certo come prima. O ti impegni a dare il massimo, oppure ri-
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schi seriamente di soccombere”. In concreto, com’è avvenuto l’approccio con i mercati esteri? “Ci siamo rivolti ad EX•IT, consapevoli dell’importanza che riveste la partecipazione alle fiere internazionali. I piccoli, se vogliono avere spazi per esporre i loro prodotti nel mondo, hanno bisogno di un supporto valido. Non ci sono alternative”. Come Micam? “Micam, alla quale partecipiamo ormai da quattro anni, rappresenta l’evento più importante al mondo per il settore delle calzature. Notiamo che ogni anno consolidiamo i rapporti con i clienti stranieri acquisiti e ne troviamo di nuovi. La nostra intenzione è quella di proseguire in questa direzione”. Quali sono le aree geografiche che vi danno più soddisfazione? “Guardi, riusciamo ad esportare in tutto il
mondo. Naturalmente il discorso andrebbe affrontato compiutamente: vi sono aree diverse l’una dall’altra, gusti e tradizioni molto eterogenee. Noi produciamo esclusivamente collezioni estive di fascia fine ed i nostri mercati di rilievo sono principalmente quelli del Medio Oriente (Paesi Arabi) anche per via del clima di quelle zone che ci permette di ricevere una domanda dei nostri prodotti durante tutto l’anno. Osservando la situazione globale mi azzarderei con una certa convinzione a dire che i mercati interessanti futuri potrebbero essere Brasile, Messico, India e Cina, Paesi dove il Pil sta registrando tassi di crescita esponenziali. Credo che nel giro di pochi anni potrebbero diventare mercati ambiti anche per le aziende che come noi producono moda e qualità”. di Lorenzo Dattolo
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“LA NOSTRA CALZATURA NON TEME LA CONCORRENZA NÉ DEI DISTRETTI DEL MESSICO, NÉ DI QUELLI DELLA SPAGNA O DELLA CINA” Ospitiamo l’opinione del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca a seguito della sua partecipazione al Micam
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segnali di ottimismo che sono venuti dagli operatori presenti al Micam testimoniano la forza del calzaturiero marchigiano: anche di fronte a una crisi durissima come quella che abbiamo attraversato, il comparto non ha mai perso la sua leadership in Italia e in Europa. Con 388 imprenditori marchigiani presenti al Micam ShoeEvent nei padiglioni di Milano Rho, la calzatura regionale ha lasciato l’impronta in uno degli appuntamenti di settore più prestigiosi a livello mondiale. Il Micam è stata un’ulteriore occasione non solo per riaffermare la vitalità della calzatura made in Marche, ma anche per presentare ai buyers internazionali la regione come un sistema integrato fatto di stile, bellezze paesaggistiche e culturali, turismo. Nell’ambito della fiera, infatti, è stata realizzata un’area promozionale dedicata al distretto calzaturiero delle Marche e alla promozione territoriale della regione: in uno spazio di 160 mq suddiviso in due settori, Welcoming area e Press area, sono state proposte su tre schermi al plasma immagini delle bellezze del nostro territorio, inframmezzate dallo spot da 120’’ con Dustin Hoffman e dalla versione 2D del filmato Winx lanciato all’Expo di Shanghai. La nostra calzatura non teme la concorrenza né dei distretti del Messico, né di quelli della Spagna, né della Cina: per qualità siamo in grado di rivestire un ruolo di guida a livello internazionale, ereditan-
Gian Mario Spacca - Governatore Regione Marche
do la grande tradizione inglese del secolo scorso. Su questo profilo di eccellenza, che connota il nostro manifatturiero con il suo punto di forza, la calzatura, vogliamo esercitare il nostro futuro. Girando per gli stand e parlando con gli imprenditori marchigiani durante la mia visita al Micam, ho respirato un clima di grande fiducia. Anche nella difficile fase che abbiamo attraversato, il comparto - vera eccellenza del sistema moda Italia - ha tenuto e le previsioni degli addetti, soprattutto per la stagione autunno-inverno, sono rosee.
Merito anche della capacità indiscussa delle nostre imprese di sapersi innovare e di imporsi sui mercati esteri. Si ritorna sui mercati europei, oltre che su quelli tradizionali dove le Marche esercitano una indiscussa leadership commerciale, come in Russia. Certo, la crisi non è ancora totalmente alle spalle, ma anche grazie alle misure di sostegno messe in campo dalla Regione, il comparto non ha perso la sua competitività. Numerosi gli strumenti varati dalla Regione a favore del settore. Ultimo in ordine di tempo il bando per l’innovazione, pronto per essere pubblicato dopo un’ampia concertazione. Uno strumento particolarmente atteso dagli operatori del settore, perché consente alle imprese calzaturiere di approvvigionarsi di servizi per la commercializzazione. I bandi dedicati si affiancano alle misure adottate a sostegno del sistema produttivo marchigiano: tra le altre, i fondi di garanzia per l’accesso al credito di 7.898 piccole imprese con 337 milioni di euro di finanziamenti garantiti. Nel corso della mia visita al Micam di settembre ho poi ricordato la nascita, a Fermo, di un Istituto tecnico professionale per formare professionalità da spendere nel settore della moda: un annuncio che è stato particolarmente gradito dagli operatori. Gian Mario Spacca Presidente Regione Marche
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“COMPLICI DEI VOSTRI SOGNI” Maraviglia Travel, alla scoperta delle meraviglie nelle Marche
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ichela Rossi, Lei è la Product Manager di Maraviglia Travel: vuole presentarci, in una frase, il vostro nuovo tour operator? “Maraviglia Travel vuole portare una ventata di freschezza nel turismo incoming nelle Marche, per rispondere alla crescente esigenza del viaggiatore più raffinato, che cerca qualcosa di diverso dal solito, di vivere il momento della vacanza come un’esperienza eccezionale, un sogno indimenticabile”.
sia da soli, che con la guida di un nostro operatore, che per tutta la permanenza affianca il turista facendogli da Cicerone. La presenza di un nostro referente in loco costituisce un alto valore aggiunto, perché dalla sua viva voce l’ospite scoprirà la storia, gli aneddoti, i lati inesplorati e sconosciuti della nostra regione. I nostri clienti sono messi a loro completo agio e possono contare sulla nostra assistenza 24 ore su 24. Chiaramente ci rivolgiamo sia al singolo che alla coppia, ma anche a piccoli gruppi: ad ognuno garantiamo un servizio personalizzato e offriamo l’opportunità di soddisfare la sua voglia di scoprire, esplorare, entrare in sintonia con i luoghi, la storia, la cultura marchigiana. Inoltre, abbiamo un’ambizione che ci sta molto a cuore”.
Come nasce l’idea di questo nuovo tour operator? “L’idea nasce circa due anni fa da una riflessione del titolare Guido Guidi, che ha sentito l’esigenza di promuovere le Marche in modo diverso, per far conoscere le meraviglie locali attraverso un approccio nuovo, che riuscisse a valorizzare la regione e a renderla maggiormente competitiva, sia a livello nazionale che a livello internazionale”. Qual è la vostra filosofia? “La nostra filosofia è guidare il turista in un percorso alla scoperta di luoghi segreti e incantati delle Marche, in un’esperienza esclusiva di arricchimento della persona, in un viaggio dei sensi, dell’anima e della mente, ai limiti dell’onirico”. Accattivante… , ma a che tipo di turista sono indirizzate le vostre offerte? “Il nostro è un turista attento ai dettagli, al quale offriamo la possibilità di personaliz-
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zare il suo viaggio in ogni aspetto: dalla scelta tra una rosa di location di altissimo livello, selezionate da noi con gran cura, alla costruzione su misura degli itinerari, che il cliente potrà definire a suo piacimento. Noi proponiamo una varietà di pacchetti, ideati e curati in ogni dettaglio per offrire all’ospite un soggiorno inedito, mai provato prima. Inoltre diamo degli input, suggerendo ristoranti, percorsi naturalistici e culturali, borghi e città da vedere
Sarebbe a dire? “Vogliamo portare il marchigiano stesso a riscoprire, rivivere ed apprezzare in pieno la regione in cui vive, perché spesso si è inconsapevoli di tutte le meraviglie che ci circondano. Ci rivolgiamo, in questo senso, non solo ai singoli, ma anche alle aziende del territorio, dando ai loro clienti, visitatori, partner e fornitori l’occasione di soggiornare nelle più belle strutture ricettive della regione e di scoprire le eccellenze di un territorio, quello marchigiano appunto, che ama poco parlare di sé, ma che ha un immenso patrimonio culturale, enogastronomico, paesaggistico e storico da scoprire con un susseguirsi di emozioni”.
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MERCATI EMERGENTI: AZIENDE ABRUZZESI ALL’EXPO DI LUBANGO Si è svolta a fine estate la ventiquattresima edizione dell’annuale Expo di Lubango, capoluogo della regione della Huila, in Angola. L’evento ha visto la partecipazione di importanti imprenditori abruzzesi aperti al processo di internazionalizzazione. E proseguono le intese tra le nostre istituzioni e quelle locali
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rande successo per la partecipazione di aziende della nostra regione all’Expo di Lubango. La delegazione abruzzese, unica diretta rappresentanza italiana all’evento fieristico africano, ha realizzato una sorta di padiglione nazionale all’interno del quale hanno trovato posto tutte le aziende rappresentate. Questo comune progetto espositivo è risultato premiante per l’immagine dell’Italia e dell’Abruzzo in particolare. La presenza del nostro “brand” sull’area degli stand, l’abbigliamento coordinato per il numeroso personale dedito all’accoglienza dei visitatori, la caratterizzazione delle imprese presenti come espressione della nostra regione, hanno contribuito a generare una grande affluenza di visitatori e di operatori economici angolani fortemente interessati allo sviluppo di relazioni commerciali stabili nei diversi settori merceologici e industriali da noi promossi. Le imprese che ci hanno rappresentato operano in vari settori merceologici: dai mezzi tecnici per l’agricoltura all’industria alimentare, dall’edilizia all’arredamento. Hanno esposto i loro prodotti Puccioni, realtà di Vasto (Chieti) leader nel settore fertilizzanti per l’agricoltura; Molino Alimonti di Ortona (Chieti), che da tre generazioni esprime l’antica maestria della molitura del grano; Peva, con sede a Collecorvino (Pescara), specializzata nella produzione di forni a legna professionali e domestici; Sabila di Sambuceto (Chieti), che si occupa della progettazione e realizzazione di impianti automatici “chiavi in mano” per la profilatura e il taglio della
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lamiera d’acciaio; Rino Rosini di Spoltore (Pescara), che opera nel settore dell’arredamento domestico. Il processo di internazionalizzazione delle aziende abruzzesi può certamente, da oggi, considerarsi avviato in quest’area del mondo. La Huila rappresenta infatti per la nostra delegazione la prima tappa di un percorso che prevede il coinvolgimento di altre regioni del sud a cui seguirà l’intero territorio dell’Angola e l’area confinante. Il grande richiamo di pubblico che ha suscitato lo stand Abruzzo è inoltre valso alla nostra delegazione il conferimento, da parte della Apcil (la locale Camera di Commercio), dell’ambito primo premio come miglior stand all’Expo 2010 di Lubango. Un contributo determinante al successo dell’intera iniziativa si deve al supporto volontario offerto dal cavaliere Aldo Di Clemente, avendo lui stesso coordinato le attività delle nostre imprese sia prima che durante l’Expo, in virtù della sua storica conoscenza della società angolana e delle istituzioni locali. In concomitanza con i giorni dell’Expo hanno avuto luogo a Lubango importanti incontri a carattere istituzionale tra la Regione Abruzzo, rappresentata dal presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, accompagnato dall’ambasciatore Giuseppe Mistretta, e la Provincia della Huila, per la quale era presente il governatore Isaac Francisco Dos Anjos, e dalla gradita presenza dell’ambasciatore in Italia della Repubblica di Angola, Manuel Pedro Pacavira, anch’egli molto impegnato nel miglioramento delle relazioni cultu-
Il padiglione Italia all’Expo di Lubango
rali, economiche e sociali tra i due Paesi. In occasione di questi incontri è stato firmato, presso la sede del Governo di Lubango, il Protocollo di Cooperazione tra la Regione Abruzzo e la Provincia della Hulia. Con una popolazione di circa 18 milioni di abitanti, in parte ancora in condizione di emergenza alimentare, sanitaria e scolastica, l’Angola viene tuttavia definita la “locomotiva dell’Africa”, grazie all’enorme potenziale di sviluppo, che si stima esprimerà nei prossimi anni e che la collocherà al vertice delle economie emergenti del continente. La ritrovata stabilità politica, dopo scenari di guerra spentisi solo nel 2002, la ricchezza di risorse naturali (prime fra tutte il petrolio attestato ad una produzione giornaliera di due milioni di barili), la presenza di ingenti risolse idriche che si vanno rendendo disponibili, tutto ciò ed altro ancora fanno di questo Paese il partner ideale per la condivisione di progetti di sviluppo con le nostre aziende. Al successo riscosso dalle imprese abruzzesi all’Expo di Lubango ha infine contribuito lo stand gastronomico gestito dalla signora Marisa, che ha garantito ristorazione e intrattenimento gratuito ai tanti visitatori. di Emanuela Gennaioli
ALDO DI CLEMENTE E L’ASSOCIAZIONE MARCO DI MARTINO ONLUS: IMPEGNO SOCIALE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE La delegazione angolana accoglie il presidente del consiglio della Regione Abruzzo, Nazario Pagano
Molte le aziende abruzzesi che hanno partecipato all’evento in Angola, realtà che operano in diversi settori: da quello dei mezzi tecnici per l’agricoltura all’industria alimentare, dall’edilizia all’arredamento
Pescarese di nascita, Aldo Di Clemente svolge da molti anni la sua attività in Africa nell’ambito della cooperazione italiana, acquisendo grandi meriti per l’importante opera umanitaria prestata in varie aree di crisi del continente e, nell’ultimo decennio, come responsabile delle attività di cooperazione umanitaria dell’Associazione Marco Di Martino Onlus, proprio nella provincia di Huila. Da qui la sua profonda conoscenza della realtà socio-politica angolana. Gli alti meriti acquisiti in questa missione hanno valso ad Aldo Di Clemente, da parte del nostro ambasciatore in Angola Giuseppe Mistretta, la nomina a console onorario per la Provincia della Huila. Come dichiarato dallo stesso ambasciatore, tale onorificenza premia gli impagabili meriti assunti da Di Clemente nel campo della cooperazione. Il conferimento del titolo onorario consentirà ad Aldo DI Clemente di proseguire ancor più efficacemente la sua importante opera di cooperazione con il territorio della Huila. L’Associazione Marco Di Martino Onlus nasce in Abruzzo nel 2001 (www.onlusmarcodimartino.org) ed è stata rappresentata a Lubango anche dal suo vicepresidente, Antonio Natarelli, noto ortopedico del nosocomio di Pescara e da molti anni attivamente impegnato nella cooperazione internazionale, prestando volontariamente e costantemente la propria opera professionale.
Nell’immagine il logo dell’Associazione Marco Di Martino Onlus
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LE ECCELLENZE ABRUZZESI IN MOSTRA ALL’EXPO DI SHANGHAI A metà settembre la Regione ha partecipato all’Expo mondiale puntando su promozione del territorio, conoscenza del know how locale e attrazione di potenziali investimenti. Le impressioni degli assessori Castiglione e Febbo
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ilancio estremamente positivo per la partecipazione della Regione Abruzzo, nel periodo dal 19 al 29 settembre scorsi, all’esposizione universale di Shanghai 2010. Con lo spazio espositivo allestito all’interno dei settemila metri quadrati del Padiglione Italia, visitato mediamente da circa 40.000 persone al giorno, l’Abruzzo ha saputo rendersi protagonista cogliendo gli obiettivi prefissati alla vigilia di questo importante appuntamento in Cina. In particolare: favorire la promozione del territorio, far conoscere il know how locale e facilitare l’attrazione di potenziali investimenti. L’esperienza della ricostruzione post-terremoto, la qualità della vita e la sostenibilità delle nuove città sono stati i punti chiave su cui si è incentrata la presenza abruzzese, in sintonia con il tema dominante dell’Expo (“Better City, Better Life”) dove l’aspetto della “vivibilità” ricopriva un ruolo centrale. L’Abruzzo si è ufficialmente presentato ai numerosi visitatori con la mostra “La rete delle Città Sostenibili”, inaugurata dall’assessore all’Agricoltura Mario Febbo, dal Commissario generale del Governo per l’Expo di Shanghai, Beniamino Quintieri,
Da sinistra Beniamino Quintieri, Commissario generale del Governo per l’Expo di Shanghai, Mauro Febbo, assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, e Maria Assunta Accili, Segretario generale del Commissariato per l’Expo di Shanghai
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e dal Segretario generale del Commissariato per l’Expo Shanghai, Maria Assunta Accili. “La Cina ha un territorio enorme e popolatissimo - ha spiegato l’assessore Febbo nel suo discorso di benvenuto ai media e agli ospiti - ma riteniamo che i punti di contatto tra le nostre realtà siano tanti e tutti percorribili. Non solo la ricostruzione ma anche la biodiversità, di cui l’Abruzzo è custode, con i prodotti delle oltre sessantamila piccole aziende agricole che rappresentano delle eccellenze di nicchia e che possono, con la loro particolarità, appagare il sempre crescente interesse dei cinesi verso il Made in Italy”. Il criterio fondamentale con cui la Regione Abruzzo ha affrontato questa missione a Shanghai è stato in primo luogo quello di dare risalto ad elementi e problematiche comuni, in modo da colmare le diversità culturali e geografiche rispetto al gigante orientale, nell’ottica di attivare un processo di identificazione con il pubblico cinese. E la drammatica esperienza del terremoto è certamente una delle questioni sentite maggiormente da entrambe le realtà territoriali. Come l’Abruzzo, anche la provincia cinese del Sichuan, nel maggio del 2008, è stata devastata da un sisma, mentre la provincia del Qinghai ha sofferto un’analoga tragedia nell’aprile di quest’anno. Tramite simulazioni in alta definizione, i visitatori cinesi e internazionali hanno potuto rivivere il disastro che ha colpito L’Aquila, i momenti tragici dei soccorsi, il lavoro svolto finora e i primi risultati tangibili della ricostruzione. Proprio i modelli di governance per la gestione di eventi sismici tratteggiano uno dei principali punti di contatto sui quali l’Abruzzo ha espresso l’intenzione di avviare partnership con le aziende cinesi. Inoltre, tra gli scenari più promettenti per l’innovazione e l’espansione dell’economia regio-
Particolare dello spazio espositivo abruzzese
nale in funzione di future relazioni con la Cina, sono stati richiamati il settore Ict, il turismo di qualità, l’energia rinnovabile e l’ecosostenibilità, con particolare riferimento alle aree protette e agli ecosistemi urbano-rurali. “Credo molto nel mercato cinese - ha dichiarato il vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione - e la partecipazione all’Expo di Shanghai rappresenta un’occasione unica per mostrare a tutto il mondo non solo le bellezze della nostra regione, ma tutto quello che possiamo offrire con le nostre risorse, la nostra tecnologia e le nostre eccellenze. Abbiamo già posto delle buone basi: dalla missione dello scorso maggio, a supporto di alcuni produttori del settore pellettiero che già vendono in Cina, a quella attuale, dove confidiamo di riuscire a fare un ulteriore passo avanti nella costruzione di un rapporto più stretto con il colosso delle telecomunicazioni Zte”. L’allestimento presentato dall’istituzione regionale è stato concepito con l’idea di fornire un’esperienza conoscitiva coinvolgente, giocata con l’alternanza delle luci e delle ombre e con rapide figurazioni evocative. di Roberto Di Gennaro
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“Edilizia, alcuni mercati stranieri sono in espansione” Per Flavio Guidi la depressione del settore immobiliare va combattuta attraverso processi di innovazione e di internazionalizzazione, con il supporto determinante di istituzioni e banche. E gli imprenditori potrebbero fare di più?
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ottor Guidi, che rapporto c’è tra edilizia e crescita economica? “In senso lato, in ogni economia il settore immobiliare gioca un ruolo strategico sullo sviluppo economico. La storia ci insegna che un boom economico è generalmente caratterizzato da un boom immobiliare. Stiamo parlando di un comparto strategico nelle economie nazionali, sia per gli investimenti diretti che per l’indotto. Appunto per questo notiamo che l’ampliamento della capacità produttiva o dell’offerta immobiliare comporta uno sviluppo del reddito nazionale e da qui uno sviluppo dei consumi”. La situazione italiana? “In Italia stiamo assistendo ad una rilevante crisi del settore, con caratteri strutturali e in parte congiunturali, mentre la domanda estera solo recentemente sta dando le prime risposte di ripresa”.
Facciamo un quadro del mercato internazionale. “Stiamo assistendo a una modificazione della mappa della domanda. I Paesi a forte tasso di sviluppo, come l’area dell’Estremo Oriente, il Maghreb, il Brasile e il Medio Oriente, rappresentano i mercati che stanno registrando i tassi di crescita di maggior interesse. Ne consegue uno sviluppo anche della domanda immobiliare”. E l’Occidente? “Nei Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa (comprensiva anche dei Paesi dell’ex area socialista), la bolla speculativa che aveva spinto le economie è venuta
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Flavio Guidi Fondatore Sida Group
meno. Anzi, ha contribuito in buona parte all’attuale crisi finanziaria internazionale. In questi mercati si registra un eccesso di offerta rispetto alla domanda. E la conseguenza non può che essere una:
la diminuzione dei prezzi induce a ridurre la motivazione a nuovi investimenti. Non solo: la crisi finanziaria ha comportato una generalizzata riduzione del reddito e dei consumi e pertanto ha modificato la
propensione all’investimento immobiliare”. Quali sono i fattori che maggiormente incidono su tale propensione? “Nell’ambito delle determinanti all’investimento immobiliare, l’attitudine ad investire è determinata dal risparmio pro-capite e dalla redditività sul capitale investito. Entrambi questi fattori sono strutturalmente in situazione depressa”. E questo vale per tutti i comparti dell’immobiliare? “L’analisi andrebbe focalizzata su ciascun componente del settore immobiliare (residenziale, commerciale, industriale, uffici, ricettivo, infrastrutturale e pubblico). I comparti residenziale, industriale/commerciale/uffici, nonché pubblico, sono in forte recessione e per essi è prevedibile non solo una stagnazione ma un’ulteriore contrazione”. Ne restano due: ricettivo ed infrastrutturale. “Appunto. Sono i settori dove ci si può attendere una ripresa e un rilancio. Naturalmente, anche qui molto dipenderà dalle politiche economiche di sostegno che governo ed enti locali saranno in grado di attivare, destinando risorse da sottrarre alle spese improduttive”. E gli addetti ai lavori del settore? “Se si riferisce alle imprese immobiliari, penso che dovrebbero attivare iniziative di penetrazione commerciale all’estero, indirizzando il loro business su quei Paesi che sono interessati a processi di crescita. Ma, lo dico da molto tempo, è compito anche delle istituzioni coltivare e sostenere adeguatamente i processi di internazionalizzazione”. Perchè Lei parla di “Paesi interessati a processi di crescita”? “Vi sono Paesi - quali ad esempio quelli del Maghreb (Tunisia, Libia e Marocco) e del Nord Africa (Algeria ed Egitto), ma anche la Turchia -, in cui la domanda immobiliare è in espansione. E’ lì che dobbiamo essere presenti con insediamenti in loco”. All’inizio dell’intervista ha accennato all’indotto... “Le ripercussioni a livello economico del-
“VI SONO PAESI - QUALI AD ESEMPIO QUELLI DEL NORD AFRICA IN CUI LA DOMANDA IMMOBILIARE È IN ESPANSIONE” la depressione del settore sono rilevantissime non soltanto per le imprese edili. Prendiamo ad esempio il comparto delle macchine per l’edilizia, l’industria dei sanitari e delle ceramiche, l’impiantistica, l’arredamento (sia per la casa sia per ufficio), nonché tutta la meccanica legata a questi settori. Qui si stanno registrando forti contrazioni di fatturato, con una conseguente perdita di mezzi propri e un incremento del tasso di mortalità aziendale. Se aggiungiamo che il mondo del credito si è, almeno in parte, defilato, mostrandosi talvolta reticente di fronte a talune situazioni, è chiaro che si va a creare un ulteriore deterrente allo sviluppo dell’intero settore”. In conclusione, il Suo è un quadro a tinte fosche: prospettive non buone nel mercato domestico, interessanti stimoli provenienti da alcune aree del mondo, invito alle istituzioni e alle banche a fare qualcosa di più ma anche uno sprone alle aziende affinchè
riescano a guardare un po’ all’orizzonte. “Dobbiamo essere realisti: in una situazione come quella che ho delineato - confermata anche dai più recenti dati statistici, sia nazionali che internazionali -, le ripercussioni sui settori connessi all’edilizia, sul reddito degli stessi e di converso sul reddito nazionale e sull’occupazione sono e saranno ancora rilevanti. Ancora non si può intravedere un’uscita da tunnel. Si dovrà passare attraverso un ridimensionamento del rapporto tra domanda ed offerta e, tanto per essere chiari, una “ricostituzione” della propensione all’investimento”. In sostanza un diverso comportamento da parte degli operatori del settore? “Ritengo che la ripresa – che vedrà un ridimensionamento e una riprogettazione del business immobiliare – percorrerà alcune strade obbligate”. Quali? “L’innovazione, l’internazionalizzazione, la qualificazione e la caratterizzazione dell’offerta. La governance politica, con il suo agire, giocherà un ruolo strategico sul processo di ripresa del settore”. di Alberto Tenan
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Grandinetti, una storia moderna perché antica Cinque negozi di calzature nelle Marche, un premio come migliore azienda nazionale, 120 anni di attività: è il biglietto da visita della dinastia Grandinetti. Ne parliamo con Nazareno, che assieme alla sorella Maria Ida oggi guida l’azienda verso nuovi traguardi…
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randinetti nelle Marche è sinonimo di calzature. 120 anni di storia professionale, oggi siamo alla quarta generazione… “I Grandinetti lavorano nel mondo delle calzature dalla fine dell’Ottocento. Non abbiamo certezze riguardo alla data precisa dell’avvio dell’attività, ma secondo accurate ricerche si deve risalire al 1889. Da lì ebbe inizio tutta la storia, con mio bisnonno. Del percorso lavorativo suo e di mio nonno non sappiamo molto, se non quello che ci è stato tramandato a voce: ricordi, aneddoti, episodi. Comunque, è certo che già prima della guerra nostro padre – ventesimo di 21 figli - girava (a cavallo) le campagne per prendere le ordinazioni di scarpe che venivano poi fabbricate su misura nel laboratorio paterno, dove lavoravano dodici operai e nel negozio di famiglia si commercializzava un po’ di tutto, a mò di grande emporio.”
Poi venne aperto un nuovo negozio. “La guerra azzerò praticamente tutto. E mio padre ricominciò da zero, aprendo – con l’aiuto di mamma - il primo negozio di calzature, proprio a Porto Recanati. Siamo nel ’45. Nostro padre era una persona eccezionale, umanamente e professionalmente. Dal punto di vista umano perché era onesto e buono, come raccontano tutti quelli che l’hanno conosciuto. Ha dedicato la sua vita esclusivamente a lavoro e famiglia. Professionalmente, poi, un antesignano quanto a creatività e fantasia. Pensi che è stato il primo a Porto Recanati ad impacchettare le confezioni di cal-
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zature con la carta intestata all’azienda, ad incidere le proprie iniziali sulle maniglie della porta di ingresso del negozio… Particolari che oggi passano inosservati, ma mezzo secolo fa era diverso. Per non parlare dell’inaugurazione del nuovo negozio nel ’60, fatto da papà con l’aiuto di un solo artigiano: a due piani! All’epoca un’iniziativa originalissima, una concezione assai spiccata di design innovativo”. Secondo voi, cosa ha rappresentato Grandinetti per Porto Recanati? “Moltissimo. Nostro padre ebbe il coraggio di fare scelte nette: puntare sulla qualità. E questo permise alla città di fare, in un certo senso, un salto di qualità,
attraendo famiglie che venivano da fuori apposta per acquistare le scarpe da noi. Per questo abbiamo sempre rappresentato e, direi, rappresentiamo tuttora un valido punto di riferimento per la città e per l’intero territorio.” E lo sbarco ad Ancona quando avvenne? “Più tardi. Nel frattempo ci sono state altre tappe fondamentali. Come ad esempio l’inaugurazione del nuovo negozio di Porto Recanati, il 2 giugno 1973. Una struttura molto accogliente, innovativa, che seguiva una concezione del “tutto esposto”, con una vetrina di ben 70 metri quadrati. Ecco, questo negozio ha segnato un’epoca, ci ha reso visibili in tutta la
regione. Anche qui fu decisivo il ruolo di nostro padre, con il contributo di noi familiari.”
Lo potremmo definire un cinque stelle? “In effetti siamo dell’idea, non certo da ora, che anche per le professioni del commercio servirebbe la certificazione. L’assegnazione delle stelle a seconda della categoria sarebbe infatti un’operazione “trasparenza” nei confronti del cliente. La speciale giuria tecnica insediata in seno al Micam, che nel 2004 ci ha assegnato il Premio Award come miglior azienda italiana, è una dimostrazione del nostro valore aggiunto come buyer e un riconoscimento per la nostra visione imprenditoriale”.
In che termini la struttura era innovativa? “Innovativa non soltanto per il design o gli spazi espositivi. L’innovazione stava nella filosofia che accompagnava il rapporto con il cliente. La concezione del “tutto esposto”, di cui parlavo prima, permetteva al cliente di ragionare, di scegliere. Veniva travolto il classico rapporto tra commerciante e consumatore. Mi pare un bellissimo esempio di civiltà: c’è uno sfondo culturale profondo dietro a queste scelte”. Secondo voi, determinate scelte vengono percepite dal cliente? “Le rispondo con un esempio. Sa da quanti anni nei nostri negozi è vietato fumare? Dal ’73. Abbiamo anticipato la legge di una trentina d’anni. E’ ovvio che in termini economici abbiamo pagato questa scelta, ma il nostro compito è anche quello di contribuire attivamente al rispetto delle regole e del prossimo. E’ anche una forma di tutela della dignità dello stesso commerciante”. Dagli anni Settanta ad oggi, quali sono gli altri passaggi importanti? “Nel 1984 aprimmo il negozio di Ancona, nella centralissima via Garibaldi. Si trattò di un grande passo in avanti, un salto sia sotto il profilo professionale, che qualitativo. Non si trattò di una scelta economica, ma di una scelta di immagine, di prestigio. Abbiamo dato ascolto al nostro spirito per certi versi pionieristico, facendo leva sulla nostra capacità di metterci in discussione”. Ci dica, Maria Ida, perché la scelta è ricaduta su Ancona? “Abbiamo voluto valorizzare il nostro territorio regionale, puntando appunto sul capoluogo. La scelta di via Garibaldi, infatti, non è stata casuale, ma è stata fortemente voluta per portare un valore aggiunto ad una delle vie più eleganti della città e per lanciare un importante messaggio sulla qualità, lo stile e il livello della nostra azienda. Abbiamo portato ad Ancona una selezione di prodotti esclusivi che esistono in commercio, ma che non sono molto conosciuti.
Per quale tipo di clientela è stato pensato il negozio di via Garibaldi? “Per i clienti attenti alla qualità, alla lavorazione, che amano il lusso e il bello. Infatti abbiamo prodotti storici, classici del mondo della calzatura d’eccellenza, ma anche lavorazioni di raffinatissimi stilisti emergenti. Abbiamo alcune linee in esclusiva regionale; siamo abituati ad un pubblico che gira il mondo, che viaggia e che ci sceglie con ricercatezza, forte della nostra naturale vocazione alla qualità. Il nostro orgoglio è quello di aver portato questa filosofia, questo modo di pensare al rapporto con il cliente non nelle tradizionali vie della moda, ma nella città di Ancona, che rappresenta il cuore delle Marche”.
Davvero un riconoscimento importante. “Sì, lo è stato e ci ha spronato ad andare avanti, a seguire con la nostra voglia di ampliare il nostro raggio di azione e a provare esperienze imprenditoriali nuove. Infatti non ci siamo fermati ad Ancona: abbiamo avviato altri due negozi, in un’ottica di diversificazione del target. Nel ’99 rilevammo il negozio di Sergio Rossi, aprendo il Grandinetti Basic, un punto vendita che ci ha permesso di essere più vicini ad un mercato diverso, con prodotti sempre di qualità alta, ma in grado di soddisfare esigenze più dinamiche, più quotidiane, per un pubblico che segue le tendenze della moda e ama variare. La forza di un imprenditore, secondo la filosofia Grandinetti, sta proprio in questo: nella ricerca, nell’ascolto del cliente, nella capacità di mettersi in gioco, di trovare nuovi prodotti, sceglierli e poi farli conoscere al pubblico. L’altro punto vendita lo abbiamo aperto nel giugno di quest’anno, grazie ad un accordo con il maggior produttore spagnolo di calzature; abbiamo inaugurato un negozio monomarca, sempre qui in città. Ecco un bell’esempio di internazionalizzazione”.
Quella di Ancona è risultata una scelta davvero premiante… “Oggi questi locali – con i loro 180 metri quadrati disposti su due piani - rappresentano il nostro biglietto da visita, diciamo la nostra sede “istituzionale”, un punto di approdo per la clientela marchigiana più esigente, che cerca prodotti di fascia molto alta”.
E veniamo all’incantevole struttura di Porto Recanati. “Un vero gioiello. Ogni tanto ricordiamo al sindaco di Porto Recanati che abbiamo fatto un bel regalo alla città: un negozio che non stonerebbe certo in via Montenapoleone a Milano, nel cuore della moda mondiale. Invece l’abbiamo voluto qui anche per motivi affettivi, per i ricordi, per
La nostra forza sta proprio in questo: la capacità di selezionare, attraverso una scelta accurata, oggetti unici, prodotti d’eccellenza manufatturiera, che sono difficili da comunicare”.
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la memoria di nostro padre. Vede, noi facciamo delle scelte anche in base al cuore, non solo al portafoglio. Siamo dei sentimentali, ci mettiamo molta passione e per noi scegliere è una vera arte.” Un’arte che declina in molti aspetti del vostro lavoro. “Sì, dall’arte di scegliere appunto, all’arte di saper prendere decisioni importanti anche in momenti difficili. Nel tempo abbiamo anche saputo avvicinare ai prodotti di fascia alta il nostro nome e, pur non avendo un laboratorio interno di produzione, seguiamo tutte le fasi di lavorazione, attraveso collaborazioni con artigiani bravissimi. Purtroppo molti di questi artigiani sono stati mortificati dalla globalizzazione, mentre noi, invece vogliamo ridare alla loro esperienza e manualità il giusto valore. Esperienza e manualità, non lo dimentichiamo, un tempo costituivano la vera forza dell’economia italiana, un autentico patrimonio da valorizzare”. E in tutto questo, quanto conta la famiglia, il gioco di squadra? “Moltissimo, perché proprio dalla consapevolezza di quelle che sono le nostre radici traiamo la forza per guardare lontano, verso nuovi orizzonti. Come squadra poi, ci sosteniamo a vicenda, ci compensiamo e ci integriamo benissimo. La mia indole razionale ed organizzativa abbinata alla creatività di mia sorella (presa da nostro padre) ci ha permesso di raggiungere questi traguardi, seppur tra mille difficoltà”. Nazareno, non è ancora il momento dei bilanci, ma se dovesse spiegare in due parole non tanto quello che ha fatto, ma come l’ha fatto, cosa direbbe? “A mia sorella e a me hanno insegnato alcuni principi cui abbiamo sempre cercato di mantenere fede: l’umiltà, il rispetto delle regole, la trasparenza, l’integrità morale, l’agire secondo le proprie possibilità. Tutto questo si traduce, anche per chi svolge la professione di commerciante, in un rigoroso rispetto del cliente e della legge. E qui mi riferisco anche alle leggi fiscali: aldilà dei luoghi comuni, abbiamo sempre pagato fino all’ultimo centesimo. 40
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E qui mi fermo perché ci sarebbe da parlare per ore…”. Lei ha un passato da dirigente in Confcommercio. Ce ne vuole parlare? “Pensavo che l’esperienza della mia famiglia nel commercio costituisse un patrimonio da mettere a disposizione di tutti gli operatori del settore. Ecco perché per diversi anni ho partecipato, anche come Vicepresidente nazionale, alle attività della Federazione.
Avanzavo idee semplici, dettate da un’esperienza pluridecennale, in difesa delle autonomie commerciali”. In conclusione: vuole anticiparmi un progetto per il futuro? “Ho un progetto molto ambizioso, ma che non posso rivelare, per ora … perché nel lavoro, come nella vita, si vive anche di sogni da poter realizzare.”
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Per la Cna Marche occorre l’impegno di tutti Aggregazioni e reti per essere presenti sui mercati internazionali con le specificità del sistema produttivo marchigiano. Secondo la Cna – ci spiegano il Presidente Renato Picciaiola e il Segretario Silvano Gattari - è questa la strada da seguire per non restare indietro nella rincorsa verso la ripresa dell’economia
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residente Picciaiola, cerchiamo di fare un bilancio della situazione delle Pmi marchigiane. “Per le 158 mila imprese marchigiane, di cui oltre 50 mila artigiane, la crisi ha rappresentato un passaggio epocale e niente sarà più come prima. Se prima le nostre produzioni si rivolgevano prevalentemente al mercato locale e all’Europa, oggi siamo in piena globalizzazione e siamo aperti alla concorrenza ma anche alle opportunità offerte dai mercati emergenti”. Per affermare nel mondo le nostre produzioni cosa dobbiamo fare? “Dobbiamo imparare a “fare sistema” sempre di più e sempre meglio, puntando ad esportare non la singola scarpa o il tal formaggio ma il territorio marchigiano tutto insieme, con l’artigianato, la cultura, l’enogastronomia, l’ambiente. Ecco perché l’impegno del singolo imprenditore non basta più”. Nel senso che occorre l’apporto di tutti gli attori economici? “Serve lo sforzo congiunto di Regione ed enti locali, associazioni di categoria, istituti di credito e sistema camerale per valorizzare ovunque il Made in Marche, meglio se attraverso la creazione di un unico marchio di qualità immediatamente riconoscibile. In altre parole: noi di Cna auspichiamo l’impegno di tutti, una collaborazione più che mai urgente oggi perché la crisi nelle Marche non è passata e si ripercuote ancora sul tessuto delle imprese artigiane”. Come è avvertito dagli enti locali l’appello di Cna Marche?
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Renato Picciaiola Presidente regionale Cna
“Per la difesa dei livelli occupazionali e del reddito dei marchigiani, centrale si è rivelato il ruolo della Regione”. Segretario Gattari, è davvero determinante il ruolo della Regione? “Di recente, anche grazie alla nostra azione sono stati attivati dalla Regione 60 milioni di euro di ammortizzatori sociali in deroga per la protezione dei lavoratori, del reddito e delle piccole imprese. Complessivamente la dotazione nel biennio 2009 –2010 è stata di 150 milioni di euro del Fondo per ammortizzatori in deroga, con la tutela di 35 mila lavoratori. Quello che chiediamo noi sono interventi che possano avere un impatto diretto sulla struttura delle nostre imprese, con particolare ri-
Silvano Gattari Segretario Cna
guardo a quelle di minori dimensioni e su questo ci confronteremo con la Regione. Oltre che sul fronte degli ammortizzatori sociali, servono misure per lo sviluppo ... “La Regione ha deciso di concentrare tutte le risorse sulle green economy e sugli investimenti per le energie rinnovabili, ma anche qui occorre grande attenzione alle piccole e medie imprese”. di Immacolata Barone
MARCHE www.marche.cna.it
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Nuove misure sul fronte degli incentivi La grave crisi finanziaria che ha investito i mercati mondiali ha riversato effetti nefasti sulle economie reali, falcidiando la produzione, l’occupazione e quindi il commercio internazionale. Si è resa quindi sempre più necessaria un’azione di stimolo ai processi di espansione commerciale
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nche l’Italia, seppur meno esposta sul versante finanziario, ne ha subìto le conseguenze che hanno indebolito la competitività delle nostre imprese, specie di quelle più piccole. Come risultato le Pmi sono state coinvolte in un ampio riposizionamento sui mercati per sganciarsi dagli sbocchi commerciali tradizionali e in crisi. Per il nostro Paese dunque è divenuto di cruciale importanza rendere più efficaci le azioni di guida e sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, superando sovrapposizioni e puntando sull’offerta di servizi qualificati e necessari alle Pmi. Il Governo mostra una crescente attenzione al rilancio della competitività sui mercati esteri, attraverso la definizione della delega alla riforma degli organismi operanti nel settore dell’internazionalizzazione e delle relative misure di incentivazione. I compiti di indirizzo e di coordinamento nazionale della politica economica con l’estero sono stati attribuiti al Ministero dello Sviluppo Economico e si esplicano a partire dalla predisposizione ed applicazione delle Linee Direttrici per l’attività promozionale. In relazione alla strategia geografica, il supporto pubblico all’internazionalizzazione è diretto a presidiare i mercati di maggiore interesse per le produzioni nazionali quali Europa, Stati Uniti e Giappone; incentivare la presenza nelle grandi economie emergenti come Brasile, Russia, India, Cina (Bric), Messico, Paesi del Golfo; identificare le opportunità di business nelle economie contraddistinte da prospettive di sviluppo ovvero i Paesi dell’area Caucaso/Asia centrale, i Pae-
l’area dei Balcani e la sponda sud del Mediterraneo. Per la strategia settoriale, la promotion è tesa a sostenere i settori di eccellenza del made in Italy - le cosiddette “4 A”, abbigliamento/moda, arredamento/casa, alimentare ed apparecchi industriali/ meccanica - e i settori ad alta potenzialità di crescita, la GDO (grande distribuzione organizzata), le iniziative sul contract e i settori innovativi. Sul piano delle strategie operative, l’azione di sostegno all’internazionalizzazione è tesa al raggiungimento di obiettivi di breve periodo anche attraverso l’impiego di nuovi fondi destinati alle imprese. Affianco ai consolidati incentivi come i finanziamenti agevolati per programmi di inserimento sui mercati esteri, per studi di prefattibilità o fattibilità collegati ad investimenti italiani all’estero o la partecipazione al capitale di imprese costituite nei Paesi extra Ue, recentemente sono state attivate misure di finanziamento agevolato per le imprese costituite come società per azioni che esportano almeno il 20 per cento del proprio fatturato. É su questo scenario che Governo, regioni, enti, sistema camerale ed associazioni di categoria stanno evitando duplicazioni e sprechi di risorse tramite il rafforzamento dei meccanismi di concertazione e coordinamento.
si africani e del Medio Oriente; accompagnare le attività delle Pmi italiane nei mercati dove esse sono già presenti quali
Enrico Picchio Divisione Corporate Finance Sida Group e.picchio@sidasrl.it Tel. 071.28521
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Imprese
L’ABRUZZO CHE VINCE IN MOTO2 Speed Up, il team rivelazione del campionato 2010 (il cui headquarter è a Vicenza e l’officina a Macerata) parla abruzzese con il trio Iannone, Atr Group e Mivv
Andrea Iannone, pilota di Fimmco Speed Up Team
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re volte Abruzzo nei successi di Fimmco Speed Up. A cominciare dal pilota, Andrea Iannone di Vasto (Chieti), che ha iniziato la sua carriera nell’Abruzzo Junior Team e che, nell’attuale campionato 2010, è già salito più volte sul gradino più alto del podio, collezionando anche cinque pole position, un secondo e un terzo posto. E poi l’apporto decisivo fornito da due realtà imprenditoriali di primo piano: Atr Group di Colonnella (Teramo) e Mivv, la cui sede è a Sant’Omero (Teramo). La prima fornisce carena, codone e reggisella, tutte componenti rigorosamente prodotte in fibra di carbonio; la seconda impiega invece la sua esperienza e specializzazione nell’impianto di scarico. Una collaborazione sotto forma di “technical partner”, che si estende anche al discorso sponsorizzazione: i brand Atr e Mivv sono presenti e ben visibili sulle moto, all’interno dei box e sulle tute dei due centauri della squadra (l’altro è l’ungherese Gábor Talmácsi). Con la vittoria di settembre, nel Gran Premio di Aragon (Spagna), Iannone si è portato al terzo posto in classifica generale. Attualmente
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Talmácsi in sella alla sua moto con componentistica Atr e Mivv
è a 147 punti e a sole quindici lunghezze da Simón. Il titolo iridato, quest’anno, sembra essere distante, ma l’obiettivo è certamente alla sua portata per il 2011. Ne è convinto anche il team manager Luca Boscoscuro, che crede molto nel
talento e nelle indiscusse doti tecniche del vastese. La sua S-10, con telaio Ftr e motore Honda, potrà recitare ancora un ruolo da protagonista, soprattutto continuando a puntare sulle collaborazioni con Atr e Mivv. di Andrea Beato
ECCELLENZE MONDIALI
è presente, con la propria rete distributiva, in oltre 20 Paesi europei ed extraeuropei. Attualmente collabora con alcune delle più prestigiose case motociclistiche del mondo: Yamaha, Ducati, Aprilia, Moto Guzzi, Derbi.
Il Gruppo Atr si occupa di progettazione, prototipazione e realizzazione di parti strutturali e componentistica in materiali compostivi avanzati in fibra di carbonio. L’azienda nasce nel 1982 grazie all’iniziativa del suo fondatore, l’ingegner Umberto Pierantozzi e alla sua passione per le corse. Fin dagli esordi si è contraddistinta, nel panorama delle attività locali, per la particolarità della produzione e il prestigio della clientela, sia nazionale che internazionale, vantando competenze uniche. Mivv (Metal industrial Val Vibrata) è invece specializzata nello sviluppo e fabbricazione di sistemi di scarico di primo equipaggiamento e aftermarket per motoveicoli. Fondata nel 1970, oggi
I loghi delle due aziende abruzzesi
Imprese
HONDA PHILOSOPHY E NHC. LA STORIA DI UN’ECCELLENZA CHE INIZIA DAL BASSO “L’azione senza filosofia è un’arma letale; la filosofia senza azione è priva di valore” (Soichiro Honda)
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el 1982 si chiamò “Spaghetti” e rappresentò Honda Italia al convegno mondiale che si tenne in Giappone; è il 2010 e “Focus Thread”, il team che dopo aver superato a pieno titolo la selezione locale ad Atessa (Chieti) e quella europea di settembre a Bristol, rappresenterà, il prossimo novembre, Honda Italia alla convention mondiale che si svolgerà in Giappone, all’interno dello storico stabilimento di Hamamastu. Parliamo di Nhc, “New Honda Circle”, o circoli di qualità. Arrivati in Honda Mo-
La sede Honda di Atessa (Chieti) e il simbolo “Nhc” in cui si riconoscono i tre elementi: C come “circles”, N come “new” e H come “Honda”. I tre punti rappresentano le persone intente a darsi una mano
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tor nel 1973, si estendono rapidamente, dapprima in Honda Italia nel 1982 e, via via, al circuito dei fornitori. Si tratta di un’attività tesa a promuovere il lavoro di gruppo, incoraggiando i singoli a formare volontariamente dei team, con lo scopo di migliorare il prodotto e l’ambiente di lavoro all’interno dell’azienda, seguendo una specifica metodologia. “I circoli di qualità - spiega Marcello Vinciguerra, Hr Manager Honda Italia Industriale - sono parte del dna Honda e costituiscono un incredibile strumento di integrazione tra l’intraprendenza italiana e il metodo giapponese. L’azienda incoraggia questo tipo di attività, attraverso un percorso di formazione e insegnamento di una metodologia specifica per l’analisi e la risoluzione dei problemi, a partire dal “welcome training” a cui partecipano i neossunti”. Il progetto Honda Italia di Atessa, vincitore alla convention europea, è il risultato del lavoro spontaneo di un gruppo che, avendo individuato un problema nell’ambito di uno specifico processo produttivo, si è costituito per cercare una soluzione. Definito con precisione l’obiettivo di miglioramento da raggiungere, il team ha redatto un piano d’azione per assegnare i vari compiti e stabilire i tempi. Rintracciati i problemi attraverso l’analisi del “process flow” e il metodo delle “4 M” (manodopera, macchina, materiali e metodo), la squadra ha riportato su un diagramma causa-effetto, il diagramma di Ishikawa, gli elementi che incidono sui risultati del lavoro, le cui cause sono state
Il team “Focus Thread”, vincitore alla convention Nhc di Bristol, fotografato con Marcello Vinciguerra, Hr Manager Honda Italia Industriale (primo da sinistra). I componenti del gruppo sono (da destra) Erminio Di Peppe, Paolo De Camillis, Monica Tumini, Amedeo Dell’Osa, Samuele Virgili
individuate con il metodo dei “5 Perché”. Il volenteroso team ha utilizzato lo schema “Pdca” (plan, do, check, action) per ipotizzare le possibili contromisure, sulle quali si sono confrontati nella fase di brainstorming, fino alla scelta di quelle rispondenti ai criteri fondamentali di efficacia, costi e fattibilità. Risultato del tanto impegnativo quanto entusiasmante percorso di ricerca è stata la riduzione dei costi e l’aumento dell’efficienza negli assemblaggi. Decisiva la fase finale di standardizzazione, utile a implementare il nuovo metodo di lavoro con i vantaggi apportati. Nel team non esiste gerarchia, ma forte collaborazione; non ci sono ruoli precostituiti, ognuno opera mettendo a frutto le proprie conoscenze e capacità, secondo i valori stessi dell’azienda, alimentati dal principio dell’unicità della persona. “I circoli di qualità - continua Vinciguerra permettono lo sviluppo del team work, l’individuazione delle potenzialità degli
operatori e l’opportunità di migliorare i processi; consentono inoltre al personale, ad ogni livello, di interagire, acquisire nuove conoscenze, essere maggiormente flessibile e immettersi in uno stimolante percorso di crescita”. L’intera filosofia Honda ha le sue basi nel lavoro di gruppo, in considerazione dell’importanza del contributo di ciascuno al miglioramento continuo, in un contesto in cui la crescita avviene dal basso e il valore fondamentale è riconosciuto alla capacità di pensare, ragionare e creare, insita in ogni persona. Honda Philosophy, Total Quality Management, intesa come logica imprenditoriale e produttiva che mira alla perfezione, e Circoli di Qualità, lungi dall’essere solo teorie, diventano azione e si concretizzano in vere e proprie politiche manageriali capaci di trasformare il modo di produrre, i rapporti tra colleghi e con i clienti e lo stesso essere dell’impresa. di Emanuela Gennaioli
COME CI SI SENTE A LAVORARE IN HONDA? IMPRESSIONI E SUGGESTIONI DAGLI NHC Lavorare in Honda non è come lavorare in un’altra azienda. La nostra storia e i nostri prodotti ci rendono unici. Ma noi sappiamo che non è solo questo; se penso a cosa ci rende davvero speciali penso al giorno in cui Paolo De Camillis mi ha parlato degli Nhc. “Allora, gli Nhc sono i circoli di qualità, sono una cosa che facciamo qui alla Honda e sono un’esperienza bellissima. Se sei alla Honda devi partecipare! Un gruppo, che è il circolo, presenta un’idea per il miglioramento. Sceglie un problema o una situazione che può essere migliorata, individua come lo può fare ed implementa la contromisura. Poi tutte le idee partecipano ad una gara. Partecipano tanti da Atessa e da Roma, dalla produzione e dagli uffici. Ognuno con la sua idea! L’idea che vince va alla Convention europea, con altri circoli di tutta Europa,
Gli altri quattro team Nhc provenienti da Atessa e premiati alla convention di Bristol. Da sinistra, in senso orario, I “Data Basici”, “James Bond is Back”, “Vietnam Destination” e la “Cooperativa Voloentieri” (appartenenti al sistema fornitori)
e chi vince in Europa va alla Convention mondiale. Tutti possono partecipare. Chi vuole partecipare costituisce un gruppo e lo può fare con i colleghi dello stesso o di altri reparti. Per esempio, noi siamo tre di Roma e uno di Atessa. Ti aggiungi a noi?”. Voi ce l’avreste fatta a dire di no? Lavorare in circolo non è sempre facile. Si incontrano e scontrano modi di vedere e ragionare diversi. L’analisi che si deve fare è complessa e i dati che si portano a supporto dell’idea devono essere precisi. E poi c’è la tensione quando si avvicina il periodo della Convention nazionale. Quando entri in Honda, i circoli di qualità sono ovunque. Le targhe degli anni precedenti con il nome del circolo e i partecipanti sono esposte con fierezza negli uffici e negli ambienti comuni. I circoli dominano i racconti della gente Honda e non solo. Con gli Nhc partecipi ad una gara, alla vita del circolo, alle convention, ad una festa, ad un viaggio. Ma, soprattutto, partecipi alla gara degli altri circoli, alla loro vita, alla loro idea e alla loro vittoria. Quando i ragazzi del circolo “Focus Thread” hanno vinto a Swindon, mi sono sentita come se avessi vinto anch’io. Li
vedevo andare sul palco a ritirare il premio ed ero felice. Perché avevo tifato per loro, perché Erminio mi aveva raccontato il progetto con gli occhi che brillavano, perché avevo visto Paolo, Amedeo e Samuele scherzare tra loro, perché avevo fatto coraggio a Monica prima che esponesse in inglese di fronte alla giuria. Il mio cuore ora ha chiesto il passaporto perché in Giappone andrà con i ragazzi di “Focus Thread” e con tutti quelli che hanno partecipato, partecipano e parteciperanno ai New Honda Circles”. di Maria Ilaria Angelicchio Honda Italia Industriale Atessa (Chieti)
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Edilizia
La sicurezza, un valore aggiunto del prodotto finale La sicurezza nei cantieri, nonostante gli innegabili passi avanti effettuati, resta un punto dolente nel processo produttivo edilizio
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l problema sostanziale sta nel fatto che la questione è ad oggi vissuta dagli attori del processo esclusivamente come un costo e non come un valore. Finché tale rivoluzione concettuale non avverrà, le possibilità di intervento non potranno che essere marginali. É proprio in tale direzione che la Federazione degli Architetti delle Marche è intervenuta al Convegno Regionale dal titolo “Il lavoro e la salute nelle Marche: Le possibili strategie per un intervento comune”, organizzato da Regione Marche, ASUR Marche ed INAIL il 28 settembre scorso. La proposta è fortemente innovativa. A differenza di altri fattori, che pur rappresentando inizialmente un puro costo hanno poi concorso a formare il valore degli immobili, la sicurezza non è mai riuscita ad effettuare tale passaggio. Si fa riferimento ad elementi quali il risparmio energetico o l’isolamento acustico o la sostenibilità ambientale o la nuova normativa sulle strutture. Ciascuno di tali elementi, infatti, è stato inizialmente visto come un costo puro dagli operatori del settore, per poi divenire neanche troppo lentamente un fattore di mercato trainante e distintivo. Questo è il concetto cardine su cui impostare le azioni future circa il tema della sicurezza. La sicurezza deve divenire un valore aggiunto del prodotto finale del processo produttivo immobiliare. La proposta si impernia su un meccanismo piuttosto semplice, peraltro simile a quello già impiegato per le questioni della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Vanno cioè introdotti meccanismi di premialità per committenti ed imprese virtuose, con l’introduzione di cri-
Corrado Baldelli Consiglio Ordine Architetti Provincia di Ancona
teri oggettivi di verifica e corrispondenti scaglioni di premio che vanno a seguire la via dello sgravio fiscale, oppure la riduzione dei premi INAIL, quanto i premi di cubatura. Affinché il sistema funzioni, il meccanismo premiante dovrà interessare tutta la filiera con una quota di premio che vada direttamente agli addetti, a coloro cioè che operativamente “fanno la sicurezza”. La speranza è che le istituzioni, che hanno posto tanta attenzione ad energia ed ambiente, decidano di occuparsi del tema della sicurezza in maniera altrettanto incisiva.
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Credito
AIUTARE LE IMPRESE AD INVESTIRE. IL RUOLO DI FIDIMPRESA MARCHE Le Marche sono la regione più artigiana d’Italia, con la più alta percentuale di valore aggiunto prodotta dall’artigianato (19,7 per cento) davanti al Veneto che si ferma al 16,1 per cento. Nell’artigianato marchigiano trova lavoro il 27,6 per cento degli addetti e ci sono 3,3 aziende artigiane ogni 100 abitanti
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er questi motivi, secondo Fidimpresa Marche - il Confidi unico della Cna - per rilanciare l’economia regionale non si può prescindere dall’artigianato. Occorre sostenere le piccole e medie imprese se si vuole far ripartire la domanda interna e rilanciare l’export. Non solo le aziende manifatturiere ma anche quelle dei servizi, diffuse sul territorio e fonte di reddito ed occupazione per migliaia di addetti. Fondamentali, per il perseguimento di questi obiettivi, sono la ripresa degli investimenti e l’accesso al credito, con un ruolo centrale per i Confidi regionali. “L’immobilità delle politiche industriali nazionali, la mancanza di strategie e di serie politiche infrastrutturali, non permettono” - secondo Giuliano Drudi, presidente di Fidimpresa Marche - “di configurare le condizioni minime per nutrire l’ottimismo necessario ad investire. Ma non è solo l’incertezza che frena la disponibilità delle imprese marchigiane ad effettuare nuovi investimenti: il credito garantito artigiano compensa solo in parte le difficoltà finanziarie delle imprese artigiane, strette tra la morsa dei clienti che pagano in forte ritardo e la necessità di non strozzare i fornitori, applicando ad essi le stesse condizioni. In questo contesto è vero che rileviamo una tensione minore nell’erogazione del credito da parte delle banche, ma permane ancora un forte squilibrio tra i pochi investimenti e i molti consolidamenti ai quali i finanziamenti vengono destinati”. Nel primo semestre 2010, secondo l’Osservatorio Ebam, le imprese artigiane che hanno investito sono salite al 6 per cento del totale, dal 4,6 per cento del secondo 50
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negli anni scorsi tale livello di diffusione era salito ad oltre il 20% registrato ogni semestre. Se la crisi ha avuto effetti meno dirompenti di quelli che si sarebbero potuti verificare, bisogna ringraziare in primo luogo i Confidi, che in questo biennio hanno svolto un ruolo fondamentale, sostenendo il fabbisogno di liquidità delle imprese con grande senso di responsabilità. Se oggi il credito non è più l’emergenza di un anno fa, le imprese continuano ad avere problemi ad ottenere i finanziamenti necessari per spingere la ripresa. Così come i Confidi debbono continuare ad essere sostenuti per l’attività di garanzia che mettono per il consolidamento e lo sviluppo del mondo imprenditoriale marchigiano. “Fidimpresa Marche” - ha precisato Drudi - “si propone come partner ideale per tutta l’attività finanziaria delle piccole e medie imprese marchigiane, grazie alla competenza e alla conoscenza del sistema produttivo e del mercato che può mettere in campo. Conoscenze e competenze proprie dell’intero sistema dei Confidi, che si propone di gestire sul territorio la concessione del credito alle aziende della regione”.
Giuliano Drudi il Presidente Fidimpresa Marche
semestre 2009. Si tratta di percentuali ancora troppo basse, se si pensa che
www.fidimpresamarche.it
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Formazione e lavoro
PROVINCIA DI ANCONA, INCENTIVI ALLE NUOVE IMPRESE Il 24 settembre scorso è stata approvata la graduatoria relativa all’Avviso Pubblico per il Sostegno alla Creazione di Nuove Imprese, II scadenza del 14 gennaio 2010
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opo il successo della prima scadenza dell’Avviso Pubblico per il Sostegno alla Creazione di Nuove Imprese, il 15 luglio 2009, con cui sono state finanziate ben 50 nuove imprese, la Provincia di Ancona ha voluto ripetere questo importante intervento a favore dell’occupazione attivando la nuova scadenza del 14 gennaio 2010, la cui partecipazione è stata ancora più consistente vista la presentazione di 229 progetti di nuova impresa. L’Amministrazione Provinciale procederà al finanziamento di circa una sessantina di progetti, salvo ulteriori risorse finanziarie che si renderanno disponibili nel prossimo futuro. I nuovi progetti di impresa pervenuti all’Amministrazione Provinciale prevedono la nascita di nuove imprese in tutto il territorio provinciale, con particolare riguardo a quei centri maggiormente colpiti dalla crisi, come la zona sud di Ancona e l’area del fabrianese. Dei 171 progetti ammessi a finanziamento ben 93 sono rivolti ai settori dedicati ai servizi alle imprese, al turismo, all’ambiente e alla cultura, mentre gli altri mirano all’avvio di attività imprenditoriali nel settore dei servizi alla persona, in quello manifatturiero e del commercio.
Maurizio Quercetti Assessore alla Formazione e al Lavoro
A proporsi sul mercato sono soprattutto imprese individuali e società di persone, composte da pochi soci, che intraprendono l’iniziativa imprenditoriale per autooccuparsi e che spesso vedono il coinvolgimento di giovani. “Nell’ultimo anno, a fronte di un drammatico calo del lavoro dipendente, la nostra regione ha evidenziato un certo incremento di iniziative imprenditoriali”, commenta l’Assessore al Sistema Formativo e alle Politiche del Lavoro della Provincia di Ancona, Maurizio Quercetti, secondo il quale “l’iniziativa, le competenze, la fanta-
sia, la voglia di fare, il realizzare un progetto di vita, oggi come sempre possono rappresentare un punto di partenza per costruire un nuovo futuro. Il successo conseguito con l’avviso pubblico per il sostegno alla creazione di nuove imprese dimostra che se si crea sinergia tra il mondo delle imprese e le istituzioni, i risultati arrivano e sono importanti. Pensiamo, come Provincia, di aver fatto la nostra parte, attenti al confronto, pronti a recepire le giuste proposte e tramutarle per quanto possibile in progetti ed azioni concrete”.
Dipartimento II Settore Istruzione Formazione Rendicontazione Lavoro - Area Istruzione e Formazione Professionale
AVVISO PUBBLICO SOSTEGNO ALLA CREAZIONE DI NUOVE IMPRESE
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I SCADENZA
II SCADENZA
PROGETTI PRESENTATI
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AMMESSI A FINANZIAMENTO
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171
PROGETTI AVVIATI
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60 (circa)
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Formazione e lavoro
A SAN BENEDETTO DEL TRONTO LA NOTTE DEI RICERCATORI UNICAM Ancora un successo per l’edizione 2010 della Notte dei Ricercatori, la manifestazione promossa dalla Commissione Europea, alla quale Unicam ha partecipato con un evento associato
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entinaia di bambini e ragazzi, accompagnati da genitori e insegnanti, hanno infatti invaso la sede Unicam di Lungomare Scipioni a San Benedetto del Tronto. La Notte dei Ricercatori, un importante appuntamento con il mondo della ricerca, che si svolge contemporaneamente in tutta Europa, rappresenta sicuramente un’occasione originale, per giovani e meno giovani, per condividere il fascino del “pianeta ricerca”, un mondo che può apparire misterioso ma in grado di offrire a tutti ottime opportunità di crescita e di stimoli. Il programma è stato, come di consueto, molto ricco, con divertenti giochi ed animazioni da parte di dottorandi e giovani ricercatori dell’Ateneo. All’interno dell’isola di RicerPan i ragazzi hanno seguito un immaginario viaggio attraverso un percorso a tappe che, in un’atmosfera divertente, ha dimostrato come i ricercatori siano persone comuni che lavorano per il bene e il progresso della società e sono in grado di trovare, con le loro professioni, soluzioni originali. In tale contesto i ricercatori presenti hanno coinvolto i ragazzi in un gioco interattivo tra gli stand, al termine del quale i partecipanti hanno ricevuto il diploma di “Ricercatore in erba”. Ha concluso la serata l’esibizione del gruppo teatrale “Le Nuvole”, che fondendo arte, scienza e teatro, ha dato vita ad un coinvolgente spettacolo di divulgazione scientifica sul tema della Biodiversità. La Notte dei Ricercatori 2010 è stata affiancata dal convegno “Ricerca e Benessere: le regole d’oro della salute”, organizzato dal professor Pierluigi Pompei della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam, in collaborazione con il Consorzio Universitario Piceno.
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Università degli Studi di Camerino - UNICAM Staff del Rettore per la Comunicazione Palazzo Ducale - P.zza Cavour, 19/f 62032 Camerino (MC) Tel. 0737.402762 Fax 0737.402100 comunicazione.relazioniesterne@unicam.it www.unicam.info
Speciale energia, ambiente, edilizia
Ener gia, Ambiente, Ediliz ia
“DALLA CONCHIGLIA SI PUÓ CAPIRE IL MOLLUSCO E DALLA CASA L’INQUILINO”. Victor Hugo
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SPECIALE
Cosa accadrebbe, se un giorno ci rendessimo conto che la nostra casa è un’illustre sconosciuta? Se quel luogo dove passiamo tante ore ogni giorno avesse segreti che non conosciamo o a cui non abbiamo mai pensato? Del resto l’abitudine e la routine a volte occludono alla nostra vista dettagli, particolari, angoli che magari solo poco tempo prima abbiamo studiato e progettato, curandoli nel minimo dettaglio. In fondo la nostra casa, come dice il critico d’arte Mario Praz, “non è altro che la proiezione dell’io e l’arredamento non è che una forma indiretta di culto dell’io”. Per gestire una casa al meglio è necessario tenerla pulita, garantirne la funzionalità, la sicurezza, l’armonia, curarla, fare opere di manutenzione. Ma una casa non è solo questo: il nostro rapporto con essa inizia già prima della sua costruzione (quando si sceglie il progetto, poi il luogo dove edificarla, l’azienda che si occuperà dei lavori, della scelta dei materiali, ecc.) e tutto ciò che facciamo al suo interno, in un senso o nell’altro, ha conseguenze anche all’esterno. Nessuna abitazione, infatti, può essere considerata come un luogo o un’entità scollegata dal resto del mondo. Ci si rende conto che dall’inizio dei lavori di costruzione, alla giornaliera fruizione degli spazi domestici, con l’uso dell’acqua, del gas, dell’energia elettrica, con la produzione di rifiuti e di un inquinamento di cui è difficile valutare le effettive dimensioni, tutto ha un impatto sull’ambiente, ha un’incidenza sui costi privati e collettivi e tutto contribuisce (in bene o in male) a “far girare l’economia”. Di tutti questi aspetti bisogna avere una reale coscienza e una consapevolezza vigile e non è un caso se, come dice il proverbio, “non si comincia mai una casa dal tetto”. Quando smettiamo di amare la nostra casa come il primo giorno e non cogliamo più le sfumature che la connotano, i dettagli che la rendono sicura, efficiente, accogliente, in realtà è come se smettessimo di parlare a noi stessi, a quella parte creativa, introversa, riflessiva che ci rende unici, che ci distingue dagli altri. E se, come diceva Victor Hugo, “Dalla conchiglia si può capire il mollusco e dalla casa l’inquilino” si pensa che ognuno di noi voglia essere identificato in modo positivo e che quindi metterà cura, attenzione e il suo tocco personale in quella che è la sua dimora. Oggi più che mai, infatti, la nostra casa non solo ci identifica come persone, ma è il segno tangibile, evidente, inequivocabile della nostra coscienza ambientalista, civile e persino morale. È nei comportamenti di ogni giorno che si risponde, in realtà, alle grandi tematiche che animano i dibattiti odierni, perché, come diceva George Moore: “Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo”.
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Speciale energia, ambiente, edilizia
“Ricerca ed energia, Italia al palo anche per la lentezza del sistema” É l’opinione di Giovanni Riva, già Direttore del SASC e ora docente del SAIFET, il Dipartimento di Scienze Alimentari, Agro-Ingegneristiche, Fisiche, Economico-Agrarie e del Territorio dell’Università Politecnica delle Marche, ed uno dei principali esperti in materia energetica
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rofessor Riva, la situazione della ricerca in Italia è un aspetto dolente, che per certi versi impedisce alle nostre Pmi di essere competitive sullo scenario internazionale, almeno in taluni settori, nei quali l’apporto tecnologico è fondamentale. Qual è la sua opinione al riguardo? “É vero. La competitività nasce da un insieme di fattori che vanno dalla reale disponibilità di incentivi, all’esistenza di opportuni network di conoscenza effettivamente fruibile. La mia sensazione è che uno dei problemi nazionali, con le dovute e non poche eccezioni, sia quello di non riuscire a superare, in molti casi, certi livelli critici: pochi incentivi, magari qualche laboratorio ma che in ultima analisi non funziona perché non c’è personale idoneo e via dicendo. Alla fine chi vuole sviluppare tecnologia è spesso solo e con pochi mezzi o, ancora peggio, viene illuso da un sistema che, in definitiva, è troppo lento e poco efficace. Il risultato finale è la perdita di competitività di tutti. Qualche giorno fa parlavo con un imprenditore italiano che si è spostato in Svizzera e che realizza impianti di buon livello tecnologico. Lo hanno cercato perché in quel Paese la tecnologia specifica, nella quale l’imprenditore è specializzato, era poco rappresentata. Gli hanno offerto delle condizioni fiscali vantaggiose per cinque anni e facilitato i rapporti con una nota università. Ora è là e produce tecnologia a costi competitivi, nonostante operi in un tessuto apparentemente più costoso.
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Prof. Giovanni Riva - Docente SAIFET
“Che c’è tanto lavoro da fare. Sia nel campo delle conoscenze di base, sia in quello dello sviluppo di tecnologie e processi. Gli obiettivi sono quasi sempre quelli di migliorare l’efficienza e l’affidabilità della produzione energetica, di ridurre se non annullare gli impatti ambientali e, naturalmente, di ridurre i costi. Poi ci sono i problemi che ho ricordato prima”.
La sede italiana è pressoché chiusa e vengono al più effettuati dei montaggi sulla base di disegni che ora vengono dall’estero”. Negli ultimi anni lo Stato ha incentivato gli investimenti in ricerca e sviluppo. Questi sforzi si sono dimostrati sufficienti? “Direi di no. É ben noto che l’Italia investe solo una minima parte del suo Pil nei settori più tecnologici e, da questo punto di vista, è nelle ultime posizioni tra i Paesi industrializzati. Tuttavia, un aspetto a mio parere ancora più grave è rappresentato dai tempi richiesti per l’erogazione dei fondi o delle azioni incentivanti: anche tre-quattro anni dalla formulazione dell’idea progettuale. Tempi sufficienti per rendere una buona idea o una buona intuizione del tutto obsoleta e lontana dall’asset internazionale. Voglio dire che, spesso, i progetti finanziati (magari con vistose riduzioni dei budget iniziali) sono già “vecchi” e superati in partenza e questo è un bel problema”. Come si inserisce il mondo accademico in questo dibattito? Qual è il suo ruolo? “Si inserisce come elemento di stimolo che dovrebbe attenuare le attuali problematiche, cercando poi di risolverle. Vedo quindi il suo ruolo nell’accompagnamento soprattutto delle piccole realtà imprenditoriali che vogliono sviluppare tecnologia. Rimane comunque il problema di aggregare le competenze giuste per conseguire una reale efficienza nei rapporti con la realtà operativa”. Il Dipartimento presso il quale opera come si posiziona sul territorio? Fate ricerca applicata? In quali ambiti? “Attualmente ho la fortuna di appartenere a un Dipartimento multidisciplinare (SAIFET) con competenze che vanno dalla fisica all’economia, alle biotecnologie e alle tecnologie agro-industriali. Il gruppo di ricerca che coordino si interessa soprattutto di energie rinnovabili legate al mondo agricolo e alla agro-industria. Abbiamo un laboratorio di un certo livello e abbiamo attivato anche uno spinoff universitario (SIBE s.r.l.) per stimolare l’innovazione e per creare nuove opportunità sia per il territorio che per i giovani.
Siamo tuttavia in pochi e in queste condizioni non siamo in grado di sviluppare della ricerca di base che richiede, oggi molto più di ieri, strutture di una certa dimensione ed adeguati finanziamenti. Riusciamo comunque ad impostare della ricerca applicata a partire dalle esigenze specifiche, che spesso ci vengono sottoposte dagli operatori industriali. Sempre con riferimento al gruppo che coordino, operiamo attualmente, ma sono soltanto degli esempi, sulla produzione di combustibili solidi rinnovabili di qualità, al fine di incrementare la loro valorizzazione e contenere l’impatto ambientale. Inoltre stiamo sviluppando particolari tecniche per il riconoscimento del contenuto rinnovabile di materiali complessi, quali i combustibili derivati da rifiuti”. Che tipo di rapporti avete con le aziende? Sono rapporti in genere mirati alla soluzione di problematiche abbastanza specifiche in tempi ragionevolmente ridotti. Di fatto, oggi troviamo ancora difficile sviluppare dei rapporti stabili, basati sul principio di sviluppare la stessa linea di lavoro con continuità nel tempo”.
É noto che la partita nei prossimi decenni si giocherà sul terreno dell’energia. Anche qui non siamo messi molto bene.... “Il tema energetico è vastissimo e si divide in due grandi settori: risparmio e produzione dell’energia. L’Italia è peraltro un Paese che importa molto (oltre l’85 per cento del suo fabbisogno). In queste condizioni si dovrebbe quindi promuovere con analoga intensità sia la riduzione dei consumi, sia la diversificazione delle fonti energetiche o, meglio, una opportuna integrazione tra fonti fossili e rinnovabili. Invece no. In tema di risparmio facciamo poco (anche se l’attuale situazione generale forse aiuta in questo senso) e in tema di fonti energetiche promuoviamo le diverse fonti in modo molto sbilanciato. Un risultato probabilmente da mettere in relazione all’efficacia dell’operato delle diverse lobbies. Un suggerimento? “Dovremmo quindi sforzarci di analizzare l’intero sistema nel suo complesso, al fine di mettere a fuoco una vera strategia nazionale - da leggere come programma di lavoro - che riesca anche ad armonizzare le diverse visioni regionali”. di Asmae Dachan Il Dipartimanto di Scienze Alimentari Agro-Igegneristiche Fisiche Economico Agrarie e del Terrritorio (SAIFET) si trova presso il Polo di Monte d’Ago dell’Università Politecnica delle Marche
Sul fronte dell’energia e dello sviluppo delle fonti rinnovabili cosa ci può dire?
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Studi sulle biomasse: a che punto siamo? Lo abbiamo chiesto all’ingegner Franco Cotana, Direttore del Centro di Ricerca studi sulle biomasse di Perugia
sempre mantenuto i suoi ritmi di lavoro e le sue attività”.
Ing. Fraanco Cotana
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ngegner Cotana, vuole raccontarci qualcosa sul Suo percorso professionale? “Mi sono laureato a pieni volti nel 1983 in Ingegneria presso l’Università La Sapienza di Roma e ho avuto esperienze lavorative in diverse realtà industriali, pubbliche e private. Dopo circa cinque anni sono tornato all’Università, prima come assistente di importanti docenti, poi, nel 1991, sono diventato ricercatore. Nel 1997 ho iniziato la carriera di professore associato, mentre nel 2001 sono diventato ordinario. Mi sono occupato di iniziative come lo sviluppo del CIRIAF (Centro Interuniversitario di Ricerca sull’Inquinamento da Agenti Fisici) e nel 2003 ho avviato la costituzione, insieme ad altri colleghi, del CRB di Perugia (Centro di Ricerca Studi sulle Biomasse), intorno al quale si sono sviluppate come spin-off diverse società di trasformazione tecnologica. Aver lavorato per molti anni in industria mi ha permesso di avere continuamente nuove idee, che si sono materializzate con la realizzazione di 15 brevetti, in diversi campi. Grazie al coinvolgimento del mondo industriale, delle istituzioni e delle diverse realtà del territorio, il Centro ha
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Cosa L’ha spinta ad intraprendere la ricerca sulle biomasse? “Dopo il 2001 si è iniziato a percepire le problematiche ambientali in maniera sempre più evidente e si è presa coscienza che stava iniziando l’era del tramonto del petrolio. In Italia erano già state avviate iniziative di sviluppo delle energie rinnovabili, ma mancavano ancora dalla scena le biomasse e non esisteva un centro nazionale di ricerca. Così ne abbiamo proposto la creazione al Ministero dell’Ambiente, allora presieduto da Altero Matteoli, che diede il via libera al finanziamento e alla costruzione del Centro, che con grande soddisfazione abbiamo portato a Perugia. La mia passione per lo studio delle energie alternative mi ha sempre spinto ad affrontare il nuovo, a ricercare, anche se il contesto nazionale vedeva un settore non ancora posizionato”. Quali sono i risultati più significativi raggiunti dal Centro da Lei diretto? “Un esempio dei nostri successi è l’ideazione e la realizzazione del Progetto Biomasse Lungarotti, con la realizzazione di un impianto pilota per il recupero energetico degli scarti di potatura dei vigneti. L’impianto di Torgiano è frutto del programma di filiera agro-energetica “ERAASPV (Energia Rinnovabile per le Aziende Agricole derivante da Scarti di Potature dei Vigneti), co-finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Nel 2009 ha ottenuto il Premio Sviluppo sostenibile, che ha visto l’adesione della Presidenza della Repubblica. Sono in cor-
so altri importanti progetti: nel Comune di Marsciano abbiamo realizzato una filiera del girasole, che, tramite l’utilizzo dell’olio vegetale, fornisce energia alla Rocca di Sant’Apollinare. A San Niccolò di Celle è stata invece realizzata una filiera del biogas (progetto ERAAARZ). Tra i risultati più evidenti c’è la realizzazione della nuova sede con laboratorio annesso, una struttura di 4000 metri quadrati che sorge presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università d Perugia. Si tratta di un impianto pilota che conferma che la nostra non è solo attività di ricerca teorica, ma che diamo risultati tangibili, tanto che sono sempre di più gli studenti che decidono di realizzare tesi di laurea e approfondimenti su questa realtà. Sono tutti impianti pilota che vogliono fare da traino, che vogliono diventare un riferimento per quegli industriali che intendono realizzare filiere, consentendo un grosso scambio di know how. A livello di progetti di successo va ricordata anche la stesura, nel 2007, del “Documento propedeutico alla realizzazione del Piano Nazionale biocarburanti e biomasse agroforestali per uso energetico”. Recentemente abbiamo ricevuto l’incarico di aggiornare tale documento e questo ci rende ancora più orgogliosi, in quanto la responsabilità scientifica è nostra e possiamo contare sulla collaborazione di enti come ENEA, CRA, GSE, ITABIA ed altri. A livello internazionale partecipiamo al BEN (Biomass New Energy World Network), che coinvolge quattro regioni europee tra le quali l’Umbria, e al Progetto Rurale.Evolution, che vede la partecipazione della Coldiretti Umbria e che ha l’obiettivo di mettere a punto uno strumento tecnico-giuridico per i distretti agro-energetici per applicare lo schema PPP (Private-Public Partnership)”.
ressanti. Non riusciremo a risolvere il problema energetico, ma diminuiremo il peso sulla bilancia import-export e contribuiremo ad un maggior rispetto dell’ambiente. L’Italia dovrà crescere di 10 punti in percentuale in 10 anni e questo compito sarà affidato alle regioni: non sarà facile e questo richiederà una stabilità importante. Teniamo sempre presente una cosa: che l’Europa ha obiettivi ambiziosi e per questo investe in modo considerevole in ricerca”.
Da quello che ci dice, quello delle biomasse sembra un settore che offre interessanti prospettive occupazionali. “Certamente sì. Sono richieste molteplici professionalità come l’agronomo, l’ingegnere che si occupa di logistica e meccanica, l’ingegnere che si occupa di conversione energetica, ma sono fondamentali anche addetti acquisti e vendita e responsabili di contrattazione. A fianco di queste figure sono richiesti anche esperti di psicologia e comunicazione, il cui contributo è fondamentale nel momento della presentazione dei progetti, per diffondere tra la popolazione un’informazione completa e chiara”. In Italia le biomasse quando diventeranno una realtà consolidata? Secondo Lei, la legislazione in materia è adeguata? “Le biomasse sono una realtà già consolidata; basti pensare alla legna e al pellet, il cui mercato è da tempo affermato. Si può inoltre constatare una crescita vertiginosa degli impianti in molte regioni d’Italia, come l’Emilia Romagna e la Lombardia. In Umbria, ma non solo, visto che si tratta di una questione soggetta alle normative regionali, la legislazione in materia non è del tutto adeguata”. Cosa dovrebbero fare le istituzioni, locali e nazionali, per sostenere lo sviluppo delle biomasse? “Serve un coordinamento normativo nazionale, che dia regole stabili e uniformi la realtà interregionale.
In Italia manca ancora una stabilità in questo senso, serve una scelta che duri nel tempo e consenta al settore di crescere. Gli incentivi statali devono durare di più (anche, se necessario, diminuendoli nel tempo), ma è assolutamente improcrastinabile fare una programmazione a medio-lungo termine e dare una continuità anche a livello legislativo, senza repentini e continui cambiamenti”. Cosa risponde a chi è scettico riguardo alla costruzione di nuovi impianti e all’utilizzo delle biomasse come energie alternative? “Realizzare qualcosa di nuovo è sempre problematico: vale per le industrie come per le infrastrutture. Insomma, per tutto. L’Italia ha sottoscritto un accordo con l’Europa, la “Direttiva Clima-Energia”, che prevede, tra le altre cose, che entro il 2020, il 17 per cento dell’energia che produciamo dovrà venire dalle fonti rinnovabili e che dovremo ridurre del 20 per cento le emissioni di CO2. Fare biomasse fa parte del futuro, un futuro che deve vedere l’Italia in prima linea nell’onorare gli accordi sottoscritti. Altrimenti si rischia di cadere in pesanti sanzioni e di mancare all’appuntamento con il progresso. Non bisogna dimenticare che le biomasse sono l’unica fonte programmabile e offrono il vantaggio di soddisfare sia fabbisogni elettrici che termici”. Quali sono le prospettive per le fonti rinnovabili in Italia? E all’estero? “Le prospettive sono buone, molto inte-
Lei è stato, recentemente, al V New Annual Energy Symposium di New York. Quali sono le novità dalla Grande Mela? “Molte interessanti novità. Sono rimasto ben impressionato: l’incontro non ha avuto un taglio esclusivamente accademico, anzi, nel corso della manifestazione sono stati presentati 20 spin off con idee innovative e la giuria ha premiato i tre migliori progetti con tre milioni di dollari. Mi ha colpito incontrare lì anche l’italiana Unicredit, che insieme ad altri enti vuole investire in simili progetti. In generale il simposio, che si è tenuto alla New York Academy of Sciences, è parso ben equilibrato rispetto alla presenza di ricercatori, rappresentanti delle istituzioni e industriali. Durante l’evento è emerso un intento generale di continuare ad investire nel settore delle rinnovabili”. di Asmae Dachan
A FRANCO COTANA NEL 2007 È STATO ASSEGNATO L’AWARD “COMMITMENT FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT” FOR OUTSTANDING CONTRIBUTION DURING 2006/2007”, NELL’AMBITO DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELL’INTERNATIONAL ASSOCIATION OF ENERGY ECONOMISTS.
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Speciale energia, ambiente, edilizia
“Creare valore aggiunto per i nostri clienti, attraverso l’adozione delle tecnologie green più innovative” Gianfranco Miccini, Fondatore della Newtec System, racconta il successo e le sfide di 35 anni nel mondo delle energie
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ig. Miccini, la Newtec System rappresenta ad oggi una delle realtà marchigiane più innovative, dinamiche e vivaci nel panorama della Green Economy, in particolar modo nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili. Ci presenta la storia e l’evoluzione della sua azienda? “La mia esperienza nel mercato nasce nel 1974. Da piccola realtà artigianale specializzata nella termoidraulica in ambito civile, nel 1989 diventa una delle aziende di riferimento nel campo dell’impiantistica tradizionale, realizzando impianti industriali nelle principali realtà imprenditoriali locali. Nel 2008 l’ulteriore evoluzione: Newtec System. La nostra mission parla chiaro: con passione innoviamo, creiamo valore e contribuiamo al benessere delle realtà con cui lavoriamo. Non più solo impianti industriali, ma soluzioni integrate che rispettino i principi dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili e ne garantiscano nel tempo i principali benefici ambientali ed economici. Da 35 anni, infatti, siamo al servizio dello sviluppo delle Imprese e di quanti ci hanno scelto e ci hanno dato fiducia, ponendoci da sempre come precursori dei tempi e attenti all’innovazione tecnologica, diventando oggi uno dei punti di riferimento a livello marchigiano nel settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Nel 2010 ci accreditiamo come E.S.Co., azienda di servizi energetici, allo scopo di incrementare ulteriormente la qualità delle soluzioni e del service offerto ai nostri Clienti. In tal modo riusciamo a rispondere
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in modo concreto alla crescente richiesta di risparmio, in termini energetici e di risorse, per conto della nostra clientela, sia sul fronte pubblico che sul fronte privato. In un momento come quello che stiamo vivendo attualmente, infatti, Newtec System sta cercando di trasformare la crisi economica, che sta investendo buona parte dell’imprenditoria, in opportunità. Grazie alla nostra esperienza e competenza nel campo, vogliamo creare valore aggiunto per i nostri clienti, aiutandoli a migliorare la loro sostenibilità economica e ambientale attraverso l’adozione delle tecnologie green più innovative, volte alla produzione e all’autoproduzione di energia e l’utilizzo di incentivi a livello statale. In un concetto: System Integrator”. Ci spieghi meglio il concetto del System Integrator, ma soprattutto quali sono i vostri ambiti di business e che cosa offrite ai vostri clienti. “La nostra principale competenza distintiva è, infatti, l’integrazione, ovvero la capacità di saper combinare tra loro, in base alle specifiche esigenze del caso, gli strumenti, le competenze e le tecniche specialistiche relative alle nostre quattro aree di business aziendali: 1. PRODUZIONE/AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA: si tratta del nostro core business e fa riferimento alla progettazione e realizzazione di soluzioni singole e/o integrate finalizzate alla produzione/autoproduzione di energia, quali ad esempio sistemi solari fotovoltaici e termici e sistemi di cogenerazione e trigenerazione. Proprio in questo ambito vorrei sot-
tolineare che siamo in grado di garantire ai nostri Clienti soluzioni “chiavi in mano” grazie anche all’esclusivo sistema a rete creato con Energia+ srl, società di ingegneria partecipata al 49% dalla nostra realtà e al legame esistente con Tedom sro, gruppo della Repubblica Ceca leader europeo nel mercato della cogenerazione. Risale al 2002 il primo accordo in esclusiva per l’Italia per la vendita e il service dei sistemi di cogenerazione. 2. OTTIMIZZAZIONE: è la parte più tradizionale del nostro business in cui ci occupiamo di progettare e realizzare nuovi sistemi energetici o di ottimizzare soluzioni e processi già esistenti all’interno del sistema-edificio, sempre in un’ottica
NewTec Park – fila singola Posti auto coperti
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Interasse basamenti
7,90 mt
Altezza min/max
2,5 mt - 4,1 mt
Superficie coperta
40 mq
Inclinazione Pensilina
17°
Numero Moduli
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esempio, nell’ambito del service energetico, Newtec System in collaborazione con Tedom, studia e sviluppa per ogni singolo cliente un’offerta di “Service Package”, in modo da garantire un’assistenza mirata a seconda delle esigenze specifiche”.
NewTec Park – fila doppia Posti auto coperti
2+2
Interasse basamenti
5,25 mt
Altezza min/max
2,5 mt - 4,719 mt
Superficie coperta
45 mq
Inclinazione Pensilina
17°
Numero Moduli
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di risparmio energetico ed economico. In tanti anni abbiamo contribuito alla messa a punto di processi produttivi industriali, dove molto spesso il costo degli input energetici incide pesantemente sul bilancio aziendale. Tra i tanti interventi possibili, ricordiamo la climatizzazione, il trattamento aria, il teleriscaldamento, ecc. 3. SOSTENIBILITA’: questa è l’area meno tangibile del nostro business, ma non meno importante, in quanto incentrata su tutti quei processi più qualitativi, che danno maggiore valore aggiunto alla nostra azienda e al nostro business. Per noi, infatti, l’attenzione all’ambiente non è solo il nostro business. È nella nostra identità operare nel rispetto per l’ambiente e per la “sostenibilità”, intesa come formazione specializzata interna, sia in ambito tecnico, che manageriale e anche culturale. Intesa anche come la realizzazione di progetti di trasparenza nei confronti dei nostri stakeholder, come ad esempio il progetto I.Re.M., ovvero Imprese Socialmente Responsabili della Regione Marche, progetto sperimentale al quale stiamo partecipando in materia di best practices interne. 4. SERVICE: questa area di business riguarda la gestione e la cura delle soluzioni realizzate al fine di garantire il massimo delle prestazioni attraverso la gestione, la manutenzione e l’aggiornamento continuo dei sistemi installati. L’obiettivo è offrire servizi ad elevato valore aggiunto. Ad
La vostra offerta è quindi completa, a 360°, toccando tutti gli ambiti della filiera energetica. Ci vuole illustrare quali sono le vostre referenze di successo nel territorio marchigiano? “Facciamo riferimento ad alcune tra le principali eccellenze imprenditoriali delle Marche. Ricordiamo il legame storico con i Guzzini, Tecnostampa, Rotopress e Rainbow e la nascente collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, nell’ambito della cogenerazione, non solo per la realizzazione concreta di un sistema di trigenerazione a servizio del Polo di Montedago, ma soprattutto per i tanti progetti che vedranno coinvolte le due realtà dalla fine del 2010, nella diffusione e sensibilizzazione nel territorio della filosofia dell’efficienza energetica. Nel fotovoltaico ci caratterizziamo per un forte attaccamento e una forte vocazione al territorio, ritrovando all’interno della nostra clientela il Comune di Recanati, Elettromedia di Potenza Picena, l’Agenzia delle Entrate di Recanati, ma soprattutto l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Fermo, che rappresenta un’eccellenza e una referenza di primo livello, in quanto primo Istituto sull’intero territorio nazionale a credere nello sviluppo sostenibile e ad investire nelle energie rinnovabili”.
tale grazie al suo innovativo basamento in fase di patent pending. È infatti il basamento a rappresentare l’innovazione principale per il mercato, in quanto grazie alla sua particolare conformazione è in grado di garantire una serie di benefici rispetto alle pensiline attualmente in circolazione. Innanzitutto permette una modalità di ancoraggio al terreno non invasiva a livello ambientale e una semplificazione nel montaggio e nella messa in opera dell’intera struttura. Inoltre, la particolare apertura del basamento, consente di convogliare i cavi elettrici al suo interno, contribuendo ad aumentarne il pregio estetico, a cui si aggiunge la possibilità di integrare fioriere, pannelli decorativi e pubblicitari e un eventuale sistema di illuminazione a led. Per rispondere alle esigenze di spazio di ogni cliente, abbiamo progettato due diversi modelli di NewTec Park, a FILA DOPPIA e a FILA SINGOLA, che si differenziano per le dimensioni e la possibilità di avere file di auto contrapposte, oppure in linea. Sostanzialmente è un progetto su cui Newtec System crede tantissimo, sia perché si tratta di una soluzione poco invasiva e facilmente realizzabile, sia perché il GSE vede positivamente tali sistemi concedendovi importanti agevolazioni nel Conto Energia 2010 e in quello del 2011: non a caso a giorni partiranno i lavori per dotare i nostri stabilimenti della prima pensilina NewTec Park”. di Giuseppe Mascetti
Da sempre attenti all’innovazione tecnologica. Ci vuole raccontare quali sono le vostre novità per il mercato? “Colgo l’occasione per presentarvi il nostro ultimo progetto di R&S, che ci apprestiamo adesso ad offrire al mercato in linea con la filosofia della Green Economy che ci accompagna in ogni attività e con le esigenze dei nostri clienti. Si tratta di NewTec Park – Energia nel Parcheggio, una pensilina fotovoltaica targata Newtec System, in grado di coniugare rispetto delle fonti rinnovabili e buon mix di design e funzionalità, attraverso produzione di energia elettrica da fonte solare, ombreggiamento e protezione delle auto dagli agenti atmosferici e sostenibilità ambien-
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“Abbiamo un capitale umano di alto livello, che dobbiamo assolutamente valorizzare” Il Professor Ballini, Preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino, parla dello stato della ricerca nel settore delle energie
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rofessor Ballini, può dirci qualcosa sullo stato di salute della ricerca applicata in Italia? “L’Italia è abbastanza attiva nel settore della ricerca in materia di energia, anche se manca un preciso settore di riferimento. Non è ancora chiaro su quali fonti energetiche si punta con decisione, incluso il nucleare, e questo comporta spesso una frammentazione delle risorse e dei fondi. In ogni caso, bisogna continuare ad investire sull’energia che, di fatto, significa investire sul nostro futuro”. E nelle Marche? “Le Marche sono una regione molto vivace ed attiva e noi come Università di Camerino siamo coinvolti in alcuni progetti di ricerca riguardanti l’energia”. In questa prospettiva, qual è il ruolo delle Università in generale e dell’Ateneo di Camerino in particolare? “Certamente si tratta di un ruolo decisivo, cruciale. Le Università oggi dovrebbero rendersene conto; in passato non ne avevano coscienza, ora sanno che molto del futuro dello sviluppo e della crescita del Paese è nelle loro mani. L’Ateneo camerte, nonostante le sue piccole dimensioni è, di fatto, uno dei maggiori poli scientifici di tutta la fascia Adriatica e sta sviluppando, con diverse aziende del territorio, progetti legati all’energia, in particolar modo per quanto riguarda le tematiche del solare, del geotermico e delle pile a idrogeno. D’altra parte queste tematiche fanno parte dei principali piani strategici della nostra Facoltà. Per quanto riguarda, più in generale, il ruolo dell’università italiana nella ricerca energetica, possiamo dire che non è molto diverso da quello di altri settori: abbiamo un capitale umano di alto livello, ma non c’è né un indirizzo né un investimento adeguato in questo senso. Purtroppo quando si fanno i
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tagli orizzontali si danneggiano anche settori che raggiungono e garantiscono eccellenti risultati, mentre bisognerebbe puntare molto sulla loro tutela e valorizzazione. Se pensiamo che fino alla metà del secolo scorso l’Europa era leader nel mondo per quanto riguarda la ricerca e poi guardiamo alla situazione odierna, riscontriamo una regressione preoccupante. Noi abbiamo, spesso, un capitale umano di elevato livello che non viene adeguatamente valorizzato e sul quale si investe pochissimo. Certo, ridurre i costi può essere condivisibile, ma al di sotto di un certo investimento si favorisce la fuga di cervelli e il sistema “capitale umano” collassa. Allora? Allora occorre fare delle scelte coraggiose e di prospettiva”. A proposito di costi, l’incidenza del prezzo dell’energia per le aziende italiane è altissima. Secondo Lei, come si può rimediare a questa situazione? “Sono in atto diverse ricerche finalizzate sia allo sviluppo di nuove fonti energetiche che al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente. Non sono convinto che l’energia costi così tanto, infatti noi sprechiamo molta energia proprio perché, ancora, il costo dell’energia non è proibitivo per le nostre tasche. Mi spiego meglio, se si pensa che un litro di benzina, alla pompa, costa meno di un litro d’acqua minerale al tavolo di un mediocre ristorante forse ci possiamo render conto che il costo dell’energia è percepito alla portata delle nostre tasche. Per questo ci sono troppi sperperi energetici, mentre dovremmo cercare di ottimizzare l’impiego delle risorse ad ora disponibili. È cosa risaputa che le risorse petrolifere, attualmente la nostra principale fonte energetica utilizzabile, in tempi medio-lunghi finiranno, mentre la popolazione mondiale e le sue esigenze energetiche stanno
crescendo rapidamente portando ad un forte aumento della domanda. Questo quadro ci ricorda che oggi più che mai dobbiamo trattare l’energia con il dovuto rispetto. Questo concetto deve essere chiaro anche alle aziende.” Cosa si può fare per aiutare le imprese che si occupano di energie rinnovabili? “Come dicevo all’inizio, vanno fatte scelte chiare e bisogna concentrare i settori in cui investire: vanno sostenute in particolare le aziende che si occupano di rinnovabili e, in modo più specifico, di energia solare. Sappiamo bene che oggigiorno non esiste un’energia equivalente al petrolio, ma se pensiamo che il sole ci fornisce energia 10 mila volte superiore al nostro fabbisogno, ci rendiamo conto che non possiamo prescindere dal sostenere la ricerca, gli investimenti, lo sviluppo e le opere di questo settore”. Nell’ascoltarla parlare, si nota che la sua non è solo una grande professionalità… “Sì, è vero; per me occuparmi della ricerca nel settore energetico è diventata una vera passione. La mia formazione è stata condizionata fin dagli inizi della mia carriera professionale quando, appena laureato, ho svolto attività lavorativa, per qualche anno, all’interno dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) dove ho potuto maturare una buona formazione proprio nel settore energetico e sulla ricerca applicata in questo settore. Ora, nella mia attività di ricercatore universitario sto sviluppano con molta passione il tema della chimica ecosostenibile, più nota come “Green Chemistry”, con un progetto che punta anche al risparmio energetico nella produzione di “Fine Chemicals” e ad un ridotto impatto ambientale”. di Agnese Ausili
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Speciale energia, ambiente, edilizia
III rapporto sullo stato di salute dell’ambiente nelle marche La nostra è una regione che può vantare una medietà delle condizioni ambientali, con punte di eccellenza e alcune note di criticità
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a crescita dell’occupazione (65 per cento) e la generale stabilità del Pil (leggermente superiore alla media nazionale) derivano da una situazione economica che vede gradualmente ridursi il ruolo dell’industria nella produzione di ricchezza. Le Marche confermano la propria vocazione manifatturiera, ma a tirare le redini è in particolar modo il settore primario, che mostra una forte apertura all’innovazione, con una diffusione dell’agricoltura biologica più che doppia rispetto alla media nazionale (oltre il 20 per cento della superficie utilizzata). Si registra una crescita anche delle esperienze di scambio cosiddette a “Km zero”, mentre il turismo si conferma fiore all’occhiello dell’economia regionale con un +40 per cento di presenze turistiche rispetto al dato nazionale. Segni contrastanti si rilevano nell’ambito dell’innovazione, con un aumento del numero di giovani laureati in discipline tecnico-scientifiche (che superano la media nazionale) e una spesa in ricerca e sviluppo ancora troppo lontana dagli obiettivi della Strategia di Lisbona (0,6 per cento del Pil contro il 3 per cento prefissato). Contrastante anche il quadro relativo alla mobilità sostenibile: nel 2007 il dato registrato era del 17,5 per cento, contro il 26,3 per cento dell’Italia, con un elevatissimo tasso di motorizzazione privata (628 auto ogni 1000 abitanti); tale valore è tuttavia controbilanciato dal fatto che le Marche sono la regione con la maggior diffusione di veicoli ecologici. Negli ultimi anni è stato registrato un aumento del consumo del suolo (+7,2 per cento, con un incremento superiore a quello della popolazione stessa, +5,8 per 66
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cento), con conseguenze negative per la tutela del paesaggio. La regione risente dei cambiamenti climatici, con un aumento della temperatura media di circa l’1,2 per cento e una riduzione delle precipitazioni del 12 per cento. Dal punto di vista energetico le Marche sono una regione efficiente, con un basso consumo di energia, sia rispetto alla ricchezza prodotta, sia ai valori pro-capite. Tuttavia negli ultimi anni si registra un aumento dei consumi di energia elettrica, con un conseguente innalzamento delle emissioni di gas climalteranti, allontanando la regione dall’obiettivo del Protocollo di Kyoto di riduzione delle emissioni del 6,5 per cento. La regione conferma un modesto contri-
buto dalle fonti rinnovabili alla produzione di energia elettrica (14,1 per cento nel 2008 rispetto al 20,5 per cento dell’Italia), dato composto principalmente (87 per cento) dalla produzione idroelettrica. Sia il mondo privato delle imprese, che gli enti pubblici stanno fornendo risposte, in termini di investimenti attivabili, ai bandi regionali emanati in materia di energia ed ambiente, a testimonianza del grande potenziale in termini di ulteriore sviluppo di questi settori. Sono coinvolti nei diversi piani numerosi e diffusi attori locali, dalle Pmi agli enti pubblici, promuovendo un modello di democrazia energetica alternativo alle “grandi macchine” di produzione a gestione fortemente centralizzata. L’acqua e la biodiversità costituiscono due risorse importanti per la regione, che è caratterizzata da tipologie ecosistemiche classificabili come naturali e seminaturali per una percentuale pari al 60,44 per cento della superficie territoriale. Il territorio ha un buon livello di qualità delle acque superficiali (82 per cento dei campioni con un livello almeno “sufficiente”) e sotterranee (64,3 per cento dei campioni almeno “buono”). Il territorio è interessato sia da rischio frane (per il 14,86 per cento), che da rischio esondazione (per un 2 per cento localizzato nelle aree a fondo valle a maggiore densità abitativa). Una nota dolente arriva dalla situazione dei rifiuti. Nel 2007 ogni marchigiano ha prodotto 563 Kg di rifiuti urbani, più della media degli italiani (546 Kg); solo un quinto viene raccolto in modo differenziato, evidenziando un grande ritardo rispetto al valore medio nazionale e agli obiettivi di legge (65 per cento entro il 2012).
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“NELLE MARCHE Avviata la diagnosi energetica per le Pmi” Secondo Sandro Donati, Assessore all’Ambiente della Regione Marche, “attraverso l’analisi dei propri consumi e degli eventuali sprechi, le imprese artigiane diventeranno sempre più soggetti attivi delle nuove frontiere della green economy”
Sandro Donati - Assessore all’Ambiente alla Regione Marche
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ual è la situazione in regione dal punto di vista dello sviluppo delle fonti rinnovabili? “La Regione Marche, credendo fin da subito nelle potenzialità e nelle opportunità che questo settore può offrire, ha da tempo avviato politiche di sviluppo e sostegno per il settore delle energie rinnovabili. Come recentemente affermato dallo stesso Spacca, uno dei due principali assi di intervento a cui destinare prioritariamente risorse economiche, alla luce dei drastici tagli apportati dalla recente Manovra finanziaria del Governo nazionale, è proprio quello della green economy”. In concreto? “Attraverso l’Asse 3 dei Fondi Por FERS 2007-2013, solo negli ultimi due anni sono stati messi a bando 33 milioni di euro per la concessione di contributi alla Pubblica Amministrazione per l’efficientamento energetico delle strutture e per il ricorso alle fonti rinnovabili: la nostra scelta è stata quella di avviare il cambiamento partendo proprio da noi stessi.
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Una scelta che ha riscosso un ampissimo successo, testimoniato dalla presentazione di oltre 500 progetti esecutivi da parte degli enti pubblici, che così hanno avuto concretamente la possibilità di programmare interventi di risparmio energetico e per la produzione energetica da fonti rinnovabili”. Però non tutti i progetti ammessi hanno ricevuto il finanziamento… “Il totale di investimenti ammessi che al momento non sono finanziabili per l’esaurimento dei fondi stanziati ammonta a oltre 60 milioni di euro. Proprio per non disperdere il patrimonio rappresentato dall’alto numero di progetti presentati, la Regione sta mettendo a sistema canali straordinari di finanziamento che possano sostenere la green economy e supplire anche ai tagli introdotti dalla recente Manovra finanziaria del Governo”. E per il settore privato? “Per quanto concerne il settore privato, gli ultimi dati disponibili (riferiti al 31 agosto di quest’anno, dal computo del Conto Energia trasmesso dal GSE) vedono uno sviluppo del fotovoltaico nelle Marche con 84 MW installati, corrispondenti a 3.600 impianti, di cui il 44 per cento appartenente alla classe di potenza inferiore ai 3 kW. Ciò a testimonianza di una consapevolezza diffusa dei notevoli vantaggi apportati dalle fonti rinnovabili nel “bilancio familiare” per il sostegno dei fabbisogni energetici delle famiglie marchigiane”. Per quanto riguarda le altre fonti rinnovabili? “I dati mostrano ancora qualche ritardo. Facendo riferimento a quanto prospettato nel PEAR, abbiamo perciò avviato il coordinamento di un tavolo di lavoro tecnico, rivolto ai territori e alle aziende interessate, per monitorare l’iter di rea-
lizzazione dei progetti dei quattro parchi eolici autorizzati nelle Marche”. E i prossimi obiettivi? “Con il Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato nel 2005, la Regione Marche ha fissato due obiettivi strategici: raggiungere il tendenziale pareggio del deficit di produzione di energia elettrica e ridurre le emissioni di CO2. La prima azione suggerita dal PEAR è il risparmio energetico: evitare i consumi di energia inutili e sfruttare al meglio la fonte energetica impiegata. Sono stati perciò previsti interventi sia nel settore dell’edilizia, che presenta indici di inefficienza energetica ancora elevati, sia nel settore industriale, attraverso la diffusione di impianti di cogenerazione. Per sensibilizzare ed educare i cittadini al risparmio energetico la Regione ha supportato il PEAR con una vasta campagna di comunicazione. Altra linea di azione è la “filiera corta”. Filiera corta anche nell’energia? “Occorre accorciare la distanza tra il luogo di produzione e quello di utilizzo di energia. Questo evita perdite di energia dovute al trasporto e comporta una maggiore consapevolezza negli utilizzatori (imprese, enti o semplici cittadini). Il modello conseguente è quello di piccole e medie centrali dislocate all’interno delle aree di utilizzo”. Come intendete muovervi? “La Regione Marche ha già intrapreso iniziative volte alla realizzazione di interventi sostenibili in ambiti produttivi, promuovendo la progettazione delle APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate) nell’ambito delle risorse UE Azioni innovative (PRAI ISSOCORE 2006-2007). Si stanno definendo inoltre le Linee guida definitive per il riconoscimento di APEA”. di Guido Guidi
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“In tema di energia la Giunta SPACCA sa dire solo no” Rigassificatori bocciati, idroelettrico ed eolico inesistenti, fotovoltaico boicottato da una burocrazia pesantissima: l’opinione del capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, Francesco Massi, non è affatto positiva
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onsigliere Massi, parliamo di fonti rinnovabili. Qual è la situazione nelle Marche? “Siamo in una situazione paradossale e contraddittoria. Mi sembra che oltre al fallimento del PEAR, che è evidente, non ci sia una cabina di regia che indirizzi la programmazione e la strategia degli investimenti”. Ci faccia capire. “Ancora oggi il deficit energetico stimato, da comuni indicatori, nelle Marche è di circa 700 MW. Il PEAR, approvato da ormai cinque anni, si prefiggeva di dimezzare tale deficit puntando in particolare sulle rinnovabili e su quelle 24 micro– centrali turbogas (una per ogni distretto, nelle intenzioni della Giunta) che noi dell’opposizione giudicammo irrealizzabili e non convenienti economicamente per nessuno. Oggi verifichiamo che le 24 micro-centrali non ci sono, che l’eolico è pressochè inesistente, così come l’idroelettrico, e che il fotovoltaico è l’unico investimento che è decollato e si è diffuso, anche se quello a terra è stato improvvisamente “bloccato” dalla Giunta, sottoponendolo ad una burocrazia farraginosa e a mille vincoli ambientali”. Quindi in prospettiva le Marche faranno fatica a raggiungere l’autosufficienza energetica? “Se si considera che la Giunta regionale dice no al nucleare e, tra ripetuti tentennamenti, dice no ai rigassificatori, c’è da essere pessimisti circa la nostra possibilità di garantirci l’autosufficienza energeti70
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re il piccolo investitore in un momento di grande difficoltà per l’agricoltura e l’artigianato”.
Francesco Massi Capogruppo del PDL in Consiglio Regionale Marche
ca che accompagni e promuova la ripresa e lo sviluppo. Credo che tutto ciò costituisca una forte preoccupazione per gli imprenditori, di qualsiasi dimensione”. A proposito di nucleare, la vostra posizione qual è? “La nostra linea è da sempre chiara: a livello nazionale siamo per il nucleare di ultima generazione con i siti da concordare con il territorio. A livello regionale siamo per una centrale turbogas e per un rigassificatore purchè non insistano su zone caratterizzate da attività turistiche o sul patrimonio ambientale. Sul fotovoltaico abbiamo presentato decine di emendamenti migliorativi dell’attuale normativa restrittiva, soprattutto per snellire le procedure e per non penalizza-
Un tema strettamente connesso all’energia è quello dell’edilizia: due battute sul Piano Casa. “Anche sul Piano Casa noi dell’opposizione ci dobbiamo accontentare della magra consolazione di dire: “l’avevamo detto!”. Un anno fa giudicammo il Piano Casa varato dalla Giunta (migliorato di poco grazie ai nostri emendamenti) del tutto carente ed insufficiente per il rilancio dell’edilizia. Furono determinanti condizionamenti e pregiudiziali ideologiche. Così è stato ed ora, giustamente, le categorie e gli ordini professionali chiedono cambiamenti. Noi abbiamo presentato nostre proposte di legge che spingono di più verso la possibilità di ampliamento, di demolizione e ricostruzione e di miglioramento energetico e, soprattutto, di snellimento delle procedure, superando veti e barriere anacronistiche”. di Alessandra Monticelli
“SIAMO PER UNA CENTRALE TURBOGAS E PER UN RIGASSIFICATORE“
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L’IMPORTANZA DEL PIANO ENERGETICO ABRUZZESE Produzione di energia dalle diverse fonti e risparmio energetico. Ne parliamo con Antonio Sorgi, direttore dell’Agenzia regionale per l’energia
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al 2005 l’architetto Antonio Sorgi è direttore dell’Araen, l’Agenzia regionale per l’energia. Direttore, l’Abruzzo è all’avanguardia per quanto riguarda l’applicazione e la ricerca delle fonti di energia rinnovabili? “A fine 2009 è stato approvato il Piano energetico regionale (Per), lo strumento principale attraverso il quale la Regione programma, indirizza ed armonizza sul territorio gli interventi strategici in tema di energia. Si tratta di un documento tecnico nei suoi contenuti: alla base un bilancio ambientale, datato 2007 (al quale ha collaborato anche il Dipartimento di Energia della Facoltà di Ingegneria dell’Aquila) e un piano d’azione articolato. Il tutto ha subito qualche ritardo nell’approvazione, viste le vicende della precedente giunta regionale, ma la nuova amministrazione ha poi condiviso e promosso appieno il lavoro svolto”. Quale è l’obiettivo del Per? “È sintetizzabile in due step: il raggiungimento almeno della quota parte regionale degli obiettivi nazionali al 2010 e il costituirsi di uno scenario, al 2015, dove la produzione di energia da fonti rinnovabili sia pari al 51 per cento dei consumi alla stessa data, passando attraverso uno stadio intermedio al 2010, dove la percentuale da rinnovabile sia pari al 31 per cento. Entrando nel dettaglio, i principali contenuti riguardano la progettazione e l’implementazione delle politiche energetico-ambientali, l’economica gestione delle fonti energetiche primarie disponibili sul territorio (geotermia, metano, ecc.), lo sviluppo di possibili alternative al consumo di idrocarburi, la limitazione dell’impatto con l’ambiente e dei danni alla salute pubblica, dovuti all’utilizzo delle fonti fossili, la partecipazione ad attività finalizzate alla sostenibilità dello sviluppo. Le macroaree di intervento possono essere sintetizzate nella produzione di ener-
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gia dalle diverse fonti (fossili e non) e nel risparmio energetico. Proprio su quest’ultimo aspetto l’Abruzzo, prima regione in Europa, ha aderito al Patto dei Sindaci, coinvolgendo le nostre Province e la maggior parte dei Comuni, per migliorare e contenere il consumo di energia. Nel complesso stiamo svolgendo un lavoro per fornire delle linee guida - attraverso l’indicazione di buone prassi - per semplificare al massimo le diverse fasi burocratiche. Vogliamo attrarre sul territorio imprenditori seri, di livello nazionale ed internazionale, che vogliono investire seriamente in questo settore e in Abruzzo, senza mai dimenticare la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del nostro paesaggio”. Il vostro operato è preso in grande considerazione anche a livello europeo. Lo scorso mese proprio lei è stato nominato vicepresidente per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili di Fedarene (Federazione eu-
L’architetto Antonio Sorgi, abruzzese, dal 2005 alla direzione dell’Araen
ropea delle agenzie per l’energia e l’ambiente)… “Certamente un motivo di orgoglio personale, ma anche un riconoscimento che convalida il costante impegno della Regione. A questo si è aggiunto il Forum dello scorso 8 ottobre, tenuto a Montesilvano (Pescara) e promosso dall’Aer (Assemblea delle Regioni d’Europa), che ha scelto proprio l’Abruzzo per riunirsi e discutere di fonti di energia rinnovabili. Questi elementi ci danno un ulteriore impulso e confermano che stiamo procedendo sulla giusta strada”. di Andrea Beato
IL RUOLO DELL’ARAEN L’Araen (Agenzia regionale per l’energia) rappresenta un ente permanente e strumentale della Regione Abruzzo, costituito con Legge Regionale n. 6 dell’8 febbraio 2005, articolo 64. Le attività ad essa assegnate sono prioritariamente legate al miglioramento della gestione di domanda di energia mediante la promozione dell’efficienza energetica, a favorire un migliore utilizzo e una migliore gestione delle risorse locali e rinnovabili, ad ottimizzare i costi di produzione, a sostenere la ricerca finalizzata allo sfruttamento delle condizioni ottimali dell’approvvigionamento energetico, alla gestione delle funzioni regionali in materia di energia. Inoltre le sue azioni sono orientate anche al miglioramento dell’ambiente e al controllo dell’inquinamento atmosferico. L’Araen, nello svolgere il suo ruolo di sostegno nell’attuazione e nella predisposizione delle politiche energetiche regionali, si pone come interlocutore per gli attori del sistema energetico regionale e per tutti i cittadini.
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“Le Marche sono una regione che non ha paura” Iacopo Magaldi, Responsabile degli Energy Days, traccia il bilancio della mostraconvegno che si è svolta lo scorso settembre a Pesaro: localizzare il know how e investire sulla conoscenza per superare la crisi
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ottor Magaldi, può farci un bilancio della II edizione degli Energy Days Marche, che si sono tenuti a Pesaro nel mese di settembre? “Possiamo tracciare un bilancio molto positivo: abbiamo portato in piazza un evento che solitamente era riservato ai quartieri fieristici, offrendo un grande know how alla gente. Noi usiamo un motto “Tra la gente, per la gente”. Sono stati quattro giorni molto impegnativi, con l’apertura al pubblico degli spazi di Piazza del Popolo, la cui superficie di 8000 mq ha accolto oltre 45 espositori con ben 85 aziende e marchi rappresentati. Abbiamo registrato un grande successo di pubblico, con oltre 12 mila ingressi e 1300 professionisti che hanno visitato i diversi stand e oltre 600 alunni di ogni ordine grado, tra cui anche i ragazzi della quinta classe dei geometri di Pesaro, che hanno potuto vedere in applicazione, ciò che studiano in teoria. Sul nostro portale ci sono stati oltre 22 mila contatti durante la settimana dell’evento, in più abbiamo realizzato 7 ore di diretta radiofonica al giorno, intervistando specialisti del settore e amministratori. Tra i partecipanti, infatti, abbiamo contato anche molti amministratori locali provenienti dalle Marche e dall’Emilia Romagna, a testimonianza di quanto siano sentite le tematiche affrontate dagli Energy Days. In base ad una stima che abbiamo realizzato con l’Assessore alle Attività Produttive e quello all’Ambiente, un evento simile crea un volano di oltre 8 milioni di euro: è una cifra considerevole, specie in questo periodo”.
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Quali sono le tematiche principali di cui vi siete occupati? “Energy Days si occupa principalmente di bioedilizia, energie alternative, energie rinnovabili e risparmio energetico; a quest’ultimo ambito dedichiamo un’attenzione particolare. Uno dei settori che ci vede maggiormente impegnati è proprio quello dell’informazione e della sensibilizzazione della gente. Insieme alla Provincia di Pesaro Urbino e insieme a molti comuni della provincia, durante la manifestazione è stato presentato il Bando “300x300x3”, finalizzato alla realizzazione di 300 tetti fotovoltaici da 3 Kw interamente finanziati da terzi, tramite FFT, grazie ai quali 300 famiglie in ogni comune non pagheranno più la bolletta per i prossimi 20 anni. È un ottimo esempio di quello che possono fare in concreto le amministrazioni locali”. Come è nata l’idea di questa manifestazione? Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati? “Pensi che Energy Days è nata inizialmente come esperienza all’interno dell’Università di Cosenza, in un ambiente dove esisteva la possibilità di sensibilizzare e portare alla luce simili tematiche. Ci siamo ben presto resi conto che, tuttavia, restare all’interno dell’Ateneo avrebbe significato chiudersi in un circuito ristretto, mentre il nostro intento era quello di trasmettere la conoscenza e la competenza a quante più persone possibile. Abbiamo preso spunto dalle casalinghe”.
Conferenza Stampa di lancio Energy Days Marche II edizione, tenutasi nella sala della giunta nel palazzo della Provincia di Pesaro Urbino
In che senso? “Ci siamo detti che ogni casalinga, ad esempio, ha una lavastoviglie e di questo elettrodomestico conosce tutto, come funziona, quanti coperti ha, di che prodotti ha bisogno. Lo stesso si può dire di noi uomini rispetto alle nostre automobili: conosciamo ogni singolo dettaglio. Invece, rispetto ad un bene come la casa, che ci accomuna tutti e che per molti versi è il più prezioso che abbiamo, non conosciamo quasi nulla. Non abbiamo le istruzioni per l’uso, non sappiamo praticamente niente rispetto ai consumi, alla sicurezza, alle certificazioni. Eppure in casa passiamo dalle 10 alle 20 ore al giorno e le nostre abitazioni hanno sul nostro portafoglio un impatto superiore rispetto ad altri aspetti della vita. Per questo riteniamo che, per un elemento come la casa che fa parte del DNA degli italiani, sia necessaria una penetrazione culturale profonda. Dobbiamo promuovere una consapevolezza a più livelli e ci renderemo conto di quanto la conoscenza possa portare benessere. Anche solo la possibilità di
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Speciale energia, ambiente, edilizia scegliere, di risparmiare, è una forma di conoscenza, che a sua volta genera ricchezza”. La risposta alle vostre iniziative come è stata? “Per rispondere le faccio un esempio: gli studenti che sono venuti all’iniziativa di Pesaro inizialmente sembravano un po’ distratti, come tutti i giovani durante le uscite scolastiche. Così ho richiamato la loro attenzione dicendo che, in ogni classe, ci sono due tipi di ragazzi: quelli che si impegnano e studiano e quelli che sperano nel SuperEnalotto. Mentre i primi sono protagonisti attivi e artefici della propria vita, i secondi aspettano che siano gli altri a guidarli. Posso dire che questa affermazione ha catturato la loro attenzione e che il loro atteggiamento è cambiato, proprio perché tutti loro desiderano costruirsi un futuro con le proprie mani e intendono dare una forma e una sostanza agli studi che stanno compiendo”. Nel concreto, per sostenere il decollo della Green Economy, quali sono le scelte da compiere? “Chiediamo in primo luogo un Piano Casa serio per le Marche e per l’Italia, con procedure che prevedano, per le nuove abitazioni e per i nuovi edifici, l’utilizzo di
Da sinistra, Armando Mansueto, promoter nazionale Energy Days, Giancarlo Parasecoli, assessore all’ambiente del comune di Pesaro e Iacopo Magaldi, responsabile Energy Days Marche
materiali certificati, volti al risparmio energetico ed eco-compatibili. L’altro punto importante è che le nuove costruzioni devono avere una buona indipendenza energetica. Ricordiamoci che andiamo verso il 2020-20 e che, attualmente, ogni comune contribuisce a far avere all’Italia 7 milioni di multa al giorno, perché non ci siamo ancora allineati alle direttive europee. Questi soldi vanno nelle tasche dei nostri colleghi stranieri che, invece, hanno rispettato le regole”. Una batosta non indifferente… “È proprio così. Ripeto, abbiamo un patrimonio immobiliare di grande valore, ma in condizioni pessime. È come avere un
grosso contenitore per l’acqua che ha un buco e da questo buco si generano grandi perdite. Certamente un grande aiuto potrebbe arrivarci dalla localizzazione del know how, valorizzando le aziende che, localmente appunto, hanno investito nella conoscenza in materia di risparmio energetico. Ricordiamoci che chi si occupa di energia oggi, in passato era elettricista, idraulico, un professionista che ha investito sulla propria formazione per rispondere alla crisi. Per questo ritengo che un sostegno reale alla Green Economy possa arrivare proprio dagli investimenti in conoscenza e sapere, da mettere a disposizione di coloro che entreranno in contatto con questi servizi. La filosofia degli Energy Days si basa proprio sulla localizzazione dei servizi”. Secondo lei, l’Italia è pronta ad affrontare questa svolta? E le Marche? “L’Italia deve anzitutto vincere la paura del nuovo, in tutti i settori: dalla politica all’universo associativo esiste una sorta di resistenza, una paura delle innovazioni. Invece non bisogna chiudersi al culto del nuovo. Le Marche, che sono una delle regioni più produttive d’Italia, sono anche una regione che non ha paura. Sono realmente proiettate verso il futuro, proprio perché si sono tolte la paura. Hanno fatto scelte importanti in questo senso e se questo non è ancora un punto di arrivo, è certamente un ottimo punto di partenza. Proprio per questa peculiarità della regione, per il 2011, su 40 appuntamenti Energy Days in tutta Italia, ben 6 si terranno nelle Marche”. È un bel messaggio di fiducia “Sì, lo è, e qui mi rivolgo alle amministrazioni locali, le quali hanno la fiducia dei cittadini che li hanno scelti con il proprio voto. Spetta a loro, ora più che mai, accendere la miccia della Green Economy, sostenendo iniziative pubbliche e private, promuovendo attività specifiche, garantendo sgravi e incentivi. Per superare la crisi, dobbiamo accendere un barlume di luce e le amministrazioni devono e possono farlo, con coraggio”.
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Il settore è in crescita ma il credito rallenta L’industria fotovoltaica sta passando dalla fase dei pionieri a quella dei prodotti commerciali: dai 5mila megawatt installati nel mondo fino al 2005, si è passati ad installarne 6mila nel 2008, 7.200 nel 2009 e, si stima, oltre 10mila nel 2010. E non solo in Europa, anzi con tassi di crescita attesi maggiori in Estremo Oriente e Stati Uniti
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nvestimenti impressionanti, con previsioni di mercato costantemente riviste al rialzo: il fotovoltaico, uscito dalla fase della sperimentazione, affronta con decisione quella dell’industrializzazione, con innovazioni tecniche continue e riduzioni di costo che non si potevano immaginare solo cinque anni fa. Grazie soprattutto alla determinazione con cui alcuni Paesi hanno sostenuto le imprese del settore, riconoscendone le prospettive di lungo periodo.Gli investimenti di settore in Italia sono stimati oltre i 3,5 miliardi di euro per il 2010: non più un ambito marginale, quindi. Il MWh fotovoltaico che nel 2007 in Italia costava 430 euro, oggi ne costa 290: quale aiuto all’innovazione poteva essere più efficace? Sono nate centinaia di nuove imprese e uno degli effetti collaterali del programma è stato anche quello di far fiorire iniziative di ricerca che non si era riusciti ad avviare mai prima d’ora, con prospettive finalmente concrete anche per la ricerca ita-
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liana. Sembra paradossale, ma in questo settore tutti i programmi di supporto alla ricerca del passato hanno dato risultati deludenti; si pensi solo all’esito infausto e vergognoso di Industria 2015, mentre l’interesse delle nuove imprese del settore, italiane e straniere, ha sostenuto la nascita e lo sviluppo di molte realtà innovative. L’aver attratto investitori stranieri è un risultato positivo in una prospettiva di mercato: si sono acquisite competenze in modo rapido, facendo crescere il mercato molto prima di quanto si sarebbe potuto fare con le sole forze imprenditoriali interne.Nel rivedere il sistema che entrerà in vigore nel 2011 appare di vitale importanza analizzare con attenzione quali conseguenze la crisi dei mercati finanziari, e in particolare del credito, hanno sul settore fotovoltaico.I costi di installazione e gestione di un impianto fotovoltaico di 1 MW nel 2011 sono previsti in diminuzione di circa il 15 per cento rispetto al 2007. Questo dato è la conseguenza
della forte diminuzione del costo industriale del sistema (-28 per cento), parzialmente eroso dall’aumento degli oneri che si sono via via aggiunti (Ici, imposta di registro, affitto/acquisto dei terreni, stipula delle convenzioni con i Comuni, due diligence bancarie, etc.). Con questi dati il rendimento industriale di un impianto fotovoltaico da 1 MW nel 2011 sarebbe del 10,5 per cento con una tariffa pari a quella in vigore nel 2010, mentre scenderebbe all’8,8 per cento nel caso in cui la nuova tariffa venisse ridotta del 20 per cento. Questa condizione appare perfino più vantaggiosa di quella che si presentava nel 2007, quando il rendimento industriale di un investimento nel fotovoltaico era del 7,6 per cento.Se però si va ad analizzare il rendimento per l’investitore, a causa della riduzione della leva finanziaria (85-80 per cento) e dell’aumento dei costi per interessi (aumento degli spread dell’ordine di 1,8 punti percentuali), si scopre che questo arriverebbe al 10,8 per cento nel caso di tariffa ridotta del 15 per cento, a fronte di un dato pari al 19,1 per cento nel 2007. Con una tariffa 2011 pari a quella in vigore nel 2010, il rendimento per l’investitore sarebbe invece lievemente inferiore al valore del 2007 (17,9 per cento). Il periodo economico non particolarmente favorevole sta portando le banche a ridurre i prestiti. Per questo motivo il settore del fotovoltaico ha rallentato i ritmi di vendita: se nel 2008 le richieste venivano soddisfatte entro quattro settimane, dall’inizio del 2010 questa procedura richiede mediamente dalle otto alle dodici settimane. Il rischio percepito sugli investimenti è più alto, così le banche si prestano più facilmente a finanziare progetti piccoli, che non superino cioè i 50
milioni di euro. Secondo gli analisti di settore, infatti, il mercato degli ultimi anni si è mosso soprattutto sui tetti delle imprese mentre il residenziale non è decollato e i grandi campi fotovoltaici trovano oggi forte difficoltà sia nelle autorizzazioni amministrative che nei finanziamenti. Secondo Christian T. Junior della Commerzbank, “i finanziamenti sono possibili ma è necessario essere realisti”. Infatti, anche se gli investitori sono molto selettivi a causa delle poche risorse finanziarie, credono in questo settore e tendono comunque ad investire sia sui progetti che sulle compagnie. Alessandro Stecconi Area Corporate Finance Gruppo Sida a.stecconi@sidasrl.it Tel. 071.28521
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L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO PIÚ GRANDE D’ABRUZZO È quello del Gruppo Barattelli a Scurcola Marsicana (L’Aquila). Un investimento da 8 milioni di euro per una potenza complessiva di 2.469,28 kWp
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intera realizzazione, settima per ampiezza in Italia, è stata condotta in tempi record, solo tre mesi, malgrado le enormi difficoltà legate al tragico sisma che ha colpito l’aquilano. Il 18 dicembre 2009 si è proceduto alla connessione alla rete elettrica nazionale, il 23 luglio 2010 all’inaugurazione ufficiale. Stiamo parlando del più grande impianto fotovoltaico presente in Abruzzo e localizzato nel territorio di Scurcola Marsicana (L’Aquila). L’opera porta la firma del Gruppo Barattelli. “Siamo veramente soddisfatti - sottolinea l’ingegner Carlo Barattelli - per questo risultato che è stato possibile attraverso la collaborazione e l’efficienza delle amministrazioni locali, in particolare la Regione (Direzione Ambiente, Territorio, Parchi, Energia), nella persona dell’architetto Antonio Sorgi e della dottoressa Iris Flacco, e il Comune di Scurcola Marsicana, con il sindaco, l’avvocato Vincenzo Nuccetelli, a cui va un doveroso ringraziamento”. In questa sinergia rientrano anche altri prestigiosi partner, come la Cassa di risparmio della provincia dell’Aquila (Carispaq), che ha finanziato il progetto, le aziende Schneider Electric e SunPower, leader mondiale rispettivamente nell’automazione e nella gestione dell’elettricità e nella produzione di moduli fotovoltaici a più alta efficienza al mondo. Sono da porre sicuramente in evidenza l’insieme dei benefici ambientali che l’impianto può assicurare: la produzione di energia elettrica ad emissione zero, per una stima annuale di circa 3.000.000 kWh, soddisfano il fabbisogno di oltre 1.000 famiglie; la potenza complessiva di 2.469,28 kWp consente poi di evitare ogni anno l’immissione in atmosfera di circa 2.160.620 chilogrammi di CO2.
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Un dato molto importante che equivale ad aver piantato 14.405 alberi in grado di fissare la stessa quantità di anidride carbonica. “Nell’intero ciclo di vita dell’installazione - conclude l’ingegnere - stimabile intorno ai trenta anni, saranno circa 64 milioni di
chilogrammi le emissioni di anidride carbonica evitate nell’atmosfera e 23.100 le tonnellate equivalenti di petrolio non utilizzate”. Insomma, un bel risparmio e un motivo d’orgoglio per l’intera regione Abruzzo. di Maurizio O. Delfino
Visuale aerea dell’impianto fotovoltaico realizzato dal Gruppo Barattelli
Al centro Giuseppe Barattelli con i figli, il geometra Ettore (a sinistra) e l’ingegner Carlo
LE CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’IMPIANTO L’impianto fotovoltaico a terra di Scurcola Marsicana è stato realizzato impegnando una superficie di 38.000 mq. Il generatore è costituito da: • 7.839 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino Spr 315 SunPower, con potenza unitaria di 315 Watt, distribuiti in 560 stringhe che occupano un’area complessiva di 12.738 mq. I SunPower 315 sono tra i migliori moduli a più alta efficienza di conversione al mondo (19,3%), grazie anche alla tecnologia back-contact alla quale sono collegate le 96 celle solari del modulo. • 20.000 ml di cavo elettrico solare da 6 mm2 per il collegamento dei moduli ai 43 Array Box. • 10.000 ml di cavo solare da 120 mm2 per il collegamento degli Array Box al Master Slave (quadro di parallelo).
LA PIÚ ANTICA IMPRESA DI COSTRUZIONI D’ABRUZZO Costruttori da sette generazioni, con origini milanesi, il Gruppo è oggi costituito da una serie di aziende partecipate dalla famiglia Barattelli e vede alla guida Giuseppe Barattelli, 80 anni, con i due figli, l’ingegner Carlo e il geometra Ettore. Tutto nasce nell’Ottocento, con la realizzazione delle maggiori opere pubbliche della città dell’Aquila: la sede della Carispaq e della Camera di Commercio, quelle del Banco di Napoli e della Banca d’Italia, l’ospedale San Salvatore, il palazzo degli Uffici Finanziari, la Caserma dei Carabinieri in Piazza D’Armi. La famiglia è nota anche per aver dato i Natali al musicista e compositore dei primi del ‘900 Bonaventura Barattelli, a cui è intitolata la gloriosa Società dei Concerti, attiva sin dal 1946, che ha portato il nome della città di L’Aquila in tutto il mondo. Nel settore dell’edilizia privata, l’impresa ha costruito più di 1.800 appartamenti nel solo capoluogo abruzzese, puntando ad alloggi con caratteristiche tecnologiche
• Due cabine elettriche fornite da Schneider Electric e complete di cinque inverter trifase per la conversione in alternata dell’energia in corrente continua generata dai moduli fotovoltaici. Ogni inverter ha potenza nominale di 500 kW e rendimento europeo pari a 97,60%; cinque trasformatori Mt/bt Schneider Electric, ciascuno della potenza nominale di 630 kVA per l’elevazione della tensione
dell’energia elettrica in uscita dagli inverter da 315 a 20.000 Volt, tensione di allaccio alla rete elettrica nazionale; quadri elettrici di protezione e comando. • Strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici che sono state realizzate tramite 4.760 pali di acciaio zincato, vibroinfissi nel terreno, e 17.000 ml di profilo in alluminio.
Particolare dell’impianto di Scurcola Marsicana
ad alto valore aggiunto. In ambito commerciale/terziario, il nome Barattelli è legato, oltre ad immobili per attività industriali e di servizi, al centro commerciale Barbarossa, dove è stata utilizzata la tecnica della facciata ventilata in cotto impruneta, ideata dal noto architetto Renzo Piano. Il centro è gestito direttamente dal Gruppo attraverso società immobiliari. L’azienda è attiva anche nel restauro e risanamento conservativo, con interventi come il consolidamento del complesso celestiniano della Badia Morronese di Sulmona (L’Aquila) e della Cattedrale dell’Annunziata. Dal 2005 la società ha ampliato le sue specializzazioni, interessandosi al campo delle energie rinnovabili: ha già realizzato e connesso in rete ben 10 impianti fotovoltaici nella provincia aquilana, classificandosi seconda nella graduatoria nazionale del Conto Energia. Con la realizzazione di Scurcola Marsicana, il Gruppo Barattelli è diventato il primo produttore di energia elettrica da fonte rinnovabile della regione Abruzzo. Nel prossimo futuro sono previsti nuovi progetti nel “green”, non solo nel fotovoltaico ma anche nell’eolico. Dopo i
tragici eventi che hanno sconvolto la città dell’Aquila, il 6 aprile 2009, il Gruppo Barattelli è stato impegnato nella realizzazione di importanti opere di recupero post-sismico per conto di enti pubblici e committenti privati, che nella prima fase dell’emergenza hanno comportato, data l’urgenza degli interventi, un notevole impegno tecnico-economico, che continua ancora oggi.
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“Nel mercato delle rinnovabili troppi operatori improvvisati” Rodonea, attiva su tutto il territorio nazionale, ha realizzato e progettato impianti fotovoltaici per circa 20.000 kiloWatt di potenza e studiato la realizzazione del primo impianto da 1 megaWatt entrato in funzione in Italia. Intervista all’amministratore, l’ingegner Angelo Muolo, sul percorso e le prossime iniziative della società
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l settore delle energie rinnovabili è un ambito dinamico, dove le informazioni mutano repentinamente, i costi di mercato fluttuano e in cui l’unica risposta può essere una professionalità ad ampio raggio. In questo contesto Rodonea si è mossa, fin dal 2001, con spirito pionieristico, quando le regole erano ancora poco definite, la sensibilità culturale inesistente e in pochi in grado di scommettere sul fotovoltaico. Dietro al progetto imprenditoriale di questa società c’è la ferma volontà dell’ingegner Angelo Muolo (amministratore unico) di “portare energia pulita in ogni edificio privato ed industriale, proprio attraverso le fonti rinnovabili”. Ingegner Muolo, come è nata in Italia l’attenzione per le energie rinnovabili e perché lei ci ha creduto fin da subito? “Alcuni anni fa, da giovane laureato in Ingegneria elettrica dell’energia e da appassionato, ho cercato di crearmi un’occasione in un settore innovativo, che intuivo potesse essere il trend del futuro. Le attenzioni del mercato erano ancora minime e la realizzazione di impianti fotovoltaici relegate a pochi bandi di natura regionale, in quello che era un programma chiamato “Diecimila tetti fotovoltaici”. Nel 2005, il “Conto energia” ha portato ad un radicale cambiamento, con la percezione che è passata da opportunità a vero e proprio investimento capace di generare un ritorno. Col tempo si è così persa l’ottica “ambientalista” e si è passati ad una logica orientata al business e, in molti casi, anche alla speculazione”. In futuro il nostro Paese riuscirà a diventare un buon produttore di energie rinnovabili? “I presupposti ci sono tutti, ma penso che la giusta sinergia tra fotovoltaico e tessuto economico dovrà avvenire attraverso
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Ing. Angelo Muolo, amministratore unico di Rodonea
l’edilizia. Per far ciò occorreranno una politica di riduzione dei costi e la diffusione di una cultura dell’edilizia energeticamente sostenibile”. Tornando all’aspetto prettamente operativo, quali sono le difficoltà che si incontrano nell’offrire un impianto fotovoltaico ad altri imprenditori? “La prima è sicuramente legata agli innumerevoli “player” che oggi hanno invaso il mercato, molti dei quali improvvisati e di dubbia competenza, che propongono l’investimento nel fotovoltaico in maniera sbagliata. A questo vanno poi aggiunti altri due fattori: l’inadeguatezza finanziaria del momento e uno scarso attaccamento all’eccellenza dei materiali impiegati, con una corsa generalizzata al prezzo più basso”. Che cosa consiglierebbe a chi volesse dotarsi di un impianto nel 2011? “Ritengo, prima di tutto, che sia utile rivolgersi a figure professionalmente ineccepibili, tenendo in forte considerazione il prezzo e la qualità minima che deve essere sempre garantita nella realizzazione”. Rodonea investe molto in ricerca e sviluppo, collaborando con centri di studio e professionisti… “Proprio così. Stiamo portando avanti diversi progetti con importanti poli acca-
Logo e numero verde di Rodonea
demici, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento dell’information technology applicata alle energie rinnovabili. Allo stesso tempo crediamo fortemente nell’espansione di questo settore anche nel biologico, attraverso la generazione di fonti da sfruttare mediante colture specifiche. Come realtà che opera anche in altri Paesi (soprattutto Romania e Albania), siamo coinvolti in una partnership interuniversitaria per l’integrazione e diffusione della cultura rinnovabile nella società. Infine la nostra attenzione è anche sull’eolico e sulle biomasse con studi di sviluppo e fattibilità”. di Andrea Beato
CON WIDE SI PUNTA AI BALCANI
Wide è il fiore all’occhiello dell’ingegner Muolo nel settore eolico nei Balcani. Grazie al personale altamente specializzato, la società si occupa della fornitura e dell’installazione di torri anemometriche complete (fino a 145 metri), con la formula chiavi in mano. Per saperne di più e per eventuali contatti si può visitare il sito www.wideinternational.com (Wind Instruments for Development and Engineering).
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CON JULIA SERVIZI PIÚ IL METANO COSTA MENO. ECCO PERCHÉ Società con capitale pubblico, specializzata nella fornitura di gas metano ad uso civile e industriale, conta 12.000 clienti e 14 milioni di metri cubi annui erogati, attualmente, nella sola provincia di Teramo. Amministratore unico è Simona Conte
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l decreto legislativo n. 164 del 23 maggio 2000 ha liberalizzato il mercato interno del gas naturale: la nascita di molteplici operatori non ha però sempre garantito l’applicazione di condizioni e tariffe vantaggiose per l’utente finale. “Julia Servizi Più - sottolinea Simona Conte, amministratore unico - ha invece l’obiettivo, dal 2004, di offrire un servizio efficiente e qualificato a costi convenienti”. Fino a un -10 per cento rispetto ai prezzi applicati dagli altri gestori. Uno “sconto” possibile grazie ad una struttura dinamica e snella: “La società, di proprietà del Comune di Giulianova (Teramo), è realmente presente sul territorio. Un rapporto diretto con la clientela senza l’obbligo, come spesso avviene, di dover contattare, in caso di necessità, numeri verdi o a pagamento, rimanendo in attesa per interminabili minuti o interfacciandosi con un personale spesso poco qualificato. Con noi c’è l’eventualità di realizzare una “simulazione” di bolletta analitica, così da rendersi conto effettivamente del reale risparmio proposto. Un risparmio ottenuto sul costo del gas, visto che l’azienda non ha alcuna autono-
mia sulle imposte, e che è possibile verificare direttamente sulla bolletta analitica, documento che non tutti mostrano recapitando una “bolletta unica”, dove è visualizzato esclusivamente l’importo totale da corrispondere”. Da non sottovalutare anche il ruolo “sociale” svolto da Julia: “Applichiamo - conclude la Conte - una serie di agevolazioni agli utenti che vivono in situazioni economiche e/o familiari disagiate. Sono previste soluzioni personalizzate per favorirli, su tutte quella di rateizzare i pagamenti previsti”. di Andrea Beato
Con Julia un risparmio del 10% sulla bolletta del gas grazie alla struttura snella
Al centro Simona Conte, amministratore unico di Julia Servizi Più
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LA NUOVA SEDE NEL CENTRO DI TERAMO Da marzo 2010, Julia Servizi Più è presente con una propria sede anche nel centro di Teramo. Nuovi uffici, operativi due giorni a settimana, per riproporre i medesimi obiettivi aziendali e sociali, le offerte commerciali a privati, imprese ed enti con servizi innovativi e personalizzati. Un’ulteriore forma di contatto diretto e frequente tra l’azienda di erogazione e l’utente finale. Nel prossimo futuro non sono da escludere nuove presenze sul territorio.
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SOAVE ENGINEERING, ENERGIE RINNOVABILI A 360 GRADI L’azienda abruzzese che opera nel settore dell’eolico, del fotovoltaico, idroelettrico, biomasse, efficienza e risparmio energetico
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ole, acqua, vento e un pizzico d’ingegno, sono questi gli ingredienti alla base del lavoro di Soave Engineering. La società ha sede legale ed operativa a Sulmona (L’Aquila) e una seconda sede operativa in località Sant’Amico, nel comune di Archi (Chieti). Il nome nasce proprio dall’acronimo dei tre elementi naturali che consentono di produrre energia pulita e i rispettivi campi di attività sono l’eolico (70% del business totale), l’idroelettrico (15%) e il fotovoltaico (10%), ai quali si aggiungono poi le biomasse (5%). Soave Engineering nasce dall’incontro di tre professionisti, Armando Pasquarelli (amministratore delegato), Giuseppe Tarantini (attuale presidente) e Alberico Laudadio (project manager). Oggi è fortemente attiva su tutto il territorio nazionale, ma anche al di fuori di esso con partnership e progetti importanti. Conta 6 soci, 10 collaboratori interni e circa 20 esterni. Armando Pasquarelli ci racconta con orgoglio i maggiori progetti Soave: “Per quanto riguarda l’estero, siamo presenti in Albania con quattro progetti, due progetti eolici di cui uno con 30 aerogeneratori, per un totale di 75 MW, e un altro parco con 22 aerogeneratori, per un complessivo di 48 MW, più due impianti idroelettrici da 3,5 MW. Stiamo guardando anche alla Serbia e Montenegro con 3 impianti da 3,5 MW; mentre operiamo consulenza e forniture di servizi energetici verso gruppi venezuelani ed è in studio la possibilità di avviare un progetto per impianti fotovoltaici, da 100 MW, in Sudafrica. In Italia abbiamo progetti eolici per 120 MW in Abruzzo, 80 in Molise e 160 in Basilicata”. In quest’ultima regione è di grande rilievo la partnership di Soave con un importante imprenditore italo-americano, Mike Rienzi, tra i maggiori produttori e importatori di prodotti alimentari in Usa. Nell’azienda agricola di Rienzi, con circa 500 ettari di
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Armando Pasquarelli, amministratore delegato della società
terreni e 4.000 mq di capannoni e uffici, si stanno sviluppando progetti per la produzione di energia eolica, fotovoltaica e biogas. Parte di questa energia verrà utilizzata per alimentare i fabbisogni energetici dell’azienda agricola e parte verrà ceduta sulla rete nazionale elettrica. Nella nostra regione, infine, tra le tante realizzazioni, spicca per imponenza e visibilità il campo eolico di Collarmele (L’Aquila), visibile dall’autostrada A25 tra le uscite di Celano e Cocullo, mentre l’ultimo progetto idroelettrico, in fase avanzata di realizzazione, è quello sul fiume Pescara, tra i comuni di Cepagatti, San Giovanni Teatino e Spoltore, con una potenza di circa 4 MW. di Guido Ramini
Il campo eolico di Collarmele (L’Aquila)
Giuseppe Tarantini, presidente Soave Engineering
SOSTENERE LA RICERCA Soave Engineering è anche attiva sul fronte della ricerca e sviluppo. Recentemente ha finanziato una borsa del dottorato di ricerca: “Sistemi e metodi per il management delle energie elettrica e termica da fonti rinnovabili ed assimilate per il costruire sostenibile”. Si tratta di un progetto innovativo, unico in Italia, nel quale l’ateneo aquilano e in particolare i dipartimenti di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione, Meccanica Energetica e Gestionale, Chimica, Ingegneria Chimica e materiali, Architettura e Urbanistica, hanno attivato un dottorato di ricerca in collaborazione con la Regione Abruzzo, Soave Engineering e la onlus “Rilaquila”.
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Tiberii Group Management: un nome nuovo nell’edilizia A Pescara la società guidata dal giovane Giovanni Tiberii propone servizi globali, puntando su qualità, sicurezza sul lavoro e rispetto per l’ambiente
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nella fase di start up, ma già sta facendo parlare di sé. Tiberii Group Management progetta e realizza opere e lavorazioni di alta qualità nel campo delle costruzioni. “L’attività - ci conferma il titolare, Giovanni Tiberii - è partita sei mesi fa, dopo approfondite ricerche di mercato e precise scelte sul posizionamento. Offriamo ai nostri clienti un servizio chiavi in mano, partendo dal rilievo definitivo sul cantiere, per proseguire con la progettazione e concludersi con la realizzazione e la messa in opera. Inoltre forniamo una consulenza ad ampio raggio su tutto ciò che riguarda l’architettura d’interni ed esterni, la ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici e privati, lo smaltimento dell’amianto. In particolare, affianchiamo le imprese nel delicato “rapporto” con la sicurezza sui luoghi di lavoro, un aspetto che oggi non può essere sottovalutato: teniamo corsi per responsabile antincendio e primo soccorso, siamo impegnati nella redazione di Pos (Piano operativo di sicurezza), Psc (Piano di sicurezza e coordinamento), Dvr (Documento valutazione
Da sinistra Ivan Ferrante, Giovanni Tiberii e Dario Di Nicola (foto di Diego Panico)
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rischio), Pimus (Piano manutenzione, uso e smontaggio dei ponteggi) e, da pochissimo, abbiamo stipulato un’importante convenzione con l’Efei, l’Ente paritetico bilaterale per la formazione”. Nel suo lavoro di direzione, Tiberii è supportato da Dario Di Nicola (responsabile tecnico) e Ivan Ferrante (responsabile tecnico operativo), un legame professionale e di amicizia che si rafforza, quotidianamente, all’interno della sede della società. 100 metri quadrati in Piazza Ettore Troilo a Pescara, dove sono ubicati gli uffici dal design moderno e raffinato. “La nostra - conclude il giovanissimo titolare - è una crescita sana. In un mese siamo anche arrivati ad eseguire 94 preventivi e ad ottenere 11 nuove commesse. Il nostro business si sta allargando: non più solo il territorio regionale, ma anche il resto del Centro Italia con interventi nelle Marche, nel Lazio e in Molise. Nel prossimo futuro vogliamo che il nome Tiberii Group Management continui ad essere, sempre più, sinonimo di qualità e affidabilità nell’edilizia”. di Andrea Beato
L’interno della sede pescarese della società progettata e realizzata dallo stesso Tiberii
Giovanni Tiberii, titolare e responsabile commerciale della società (foto di Diego Panico)
GLI INTERVENTI Tiberii Group Management ha eseguito, ultimamente, l’installazione di alcuni evacuatori di fumo presso lo stabilimento della Comel, azienda di Villa Raspa di Spoltore (Pescara), specializzata nella produzione di sedute. In un condominio nel centro di Pescara si è invece proceduto alla rimozione, bonifica della copertura costituita in amianto ed applicazione di pannelli sandwich isolanti.
L’intervento eseguito presso la Comel con l’installazione di alcuni evacuatori di fumo
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Rapporto Comuni Rinnovabili 2010 I dati emersi dal Rapporto di Legambiente sui Comuni Rinnovabili 2010 raccontano un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano
I
Comuni dove ad oggi risulta costruito e messo in funzione almeno un impianto sono 6.993, con una crescita, rispetto al 2008, di 1.413 unità. È interessante notare che tali impianti sono diversi in ogni territorio. Per quanto riguarda il solare, sono 6.801 i Comuni coinvolti e ancora una volta sono i “piccoli” ad evidenziare i dati più significativi. I Comuni dell’eolico sono 297, quelli del “mini idroelettrico” 799, quelli della geotermia 181, mentre quelli della biomassa 788. Facendo un confronto con i dati di altri Paesi europei, come ad esempio la Germania, emerge tuttavia che la strada da percorrere è ancora lunga, ma certamente la direzione intrapresa è quella giusta. La ricerca continua in questo settore e i nuovi sistemi di incentivo fanno sì che oggi le fonti rinnovabili siano tecnologie
altamente affidabili, capaci di dare una risposta concreta ai fabbisogni energetici e un’alternativa sempre più competitiva ai combustibili fossili nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici. Il merito va anche ad un processo imprenditoriale che, malgrado qualche contraddizione, si è comunque messo in moto, collocando l’Italia tra i mercati più importanti a livello mondiale. Dal Rapporto emerge che “per quanto riguarda le fonti energetiche rinnovabili, la crescita nel 2009 è stata senza precedenti sia in termini di installato (oltre 1.000 mw di eolico, 500 mw di fotovoltaico e la crescita per tutti i tipi di impianti) che di produzione, arrivando a coprire il 20 per cento del consumo lordo di energia elettrica rispetto al 16,5 per cento del 2008. Gli stessi dati dell’Autorità per l’Energia mostrano come sia cresciuto il
contributo di tutte le fonti: eolico 6.600 GWh (+35 per cento rispetto al 2008), biomasse 6.500 GWh (+10 per cento), fotovoltaico 1.000 GWh (+400 per cento), idroelettrico 47.000 GWh (+13 per cento)”. Le fonti pulite, in conclusione, rimangono marginali solo nei Paesi che guardano al passato, ma è indispensabile che si apra un confronto sul piano di azione nazionale per le rinnovabili e che si assumano gli obiettivi comunitari al 2020. In quest’ottica è importante muovere l’innovazione del settore edilizio, integrare fonti rinnovabili ed efficienza energetica e sostenere un mercato che premi efficienza e concorrenza. Le Marche rinnovabili Analizzando nello specifico la situazione della regione Marche, si registrano ele-
Diffusione delle fonti rinnovabili in Europa Paese
Solare termico mq
Solare fotovoltaico mw
Eolico mw
Austria
3.240.000
30
995
Danimarca
418.280
3
3.465
Francia
1.624.000
91
4.492
Germania
11.094.000
5.351
25.777
Grecia
3.868.200
18
1.087
Italia
1.606.230
754
5.112,57
Olanda
363.341
54
2.229
Regno Unito
385.920
21
4.051
Spagna
1.411.166
3.404
19.149
Fonte: Elaborazione di “Comuni Rinnovabili 2010” di Legambiente su dati Estif, Eurobserver, Ewea
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menti contrastanti, con esempi di efficienza e avanguardia e dati, in particolare quelli legati all’inquinamento, piuttosto inquietanti. Partendo dai numeri, emerge che nella regione le rinnovabili sono così diffuse: 230 mw idroelettrici, 40 mw Solari (Fv), 0,02 mw eolici, 1,82 mw geotermici, 13,80 mw biomasse e rifiuti. Se si considera che la produzione elettrica da fonte fossile è pari a 3.548,80 Gwh, ci si rende conto che il ricorso alle rinnovabili è ancora agli antipodi. Nella regione la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile risente fortemente dell’andamento della disponibilità della risorsa idrica, disponibilità condizionata dai parametri climatici (temperature e regime pluviometrico). Tra i Comuni marchigiani che si sono distinti in senso positivo troviamo Maiolati Spontini (An), insignito da Legambiente per “L’interessantissima esperienza nel settore del biogas da discarica”. Grazie ad un mix energetico fatto di pannelli solari fotovoltaici (135 Kw), di un impianto mini idroelettrico (400 Kw) e di un impianto a biogas, Maiolati entra di diritto nella categoria “100% elettrici”. Tra i primi 50 Comuni del fotovoltaico i marchigiani sono tre: Camerata Picena (An), al ventunesimo posto con 5.420,85 Kw/1000 abitanti, Pollenza (Mc), al ventitreesimo posto con 540,57 Kw/1000 abitanti e Corinaldo (An) al trentaquattresimo posto con 446,42 Kw/1000 abitanti. Un Comune ascolano, Monteprandone, risulta tra i primi dieci in Italia per l’uso del fotovoltaico in edilizia: 404 Kw (il primo è Bologna con 1.966). Senigallia (An) è invece al terzo posto per quanto riguarda i metri quadrati di pannelli solari termici istallati (4.000), preceduta da Bolzano e Trento. Per quanto riguarda l’istallazione del solare termico in edilizia, nella top ten italiana risulta, all’ottavo posto, il Comune di San Benedetto del Tronto, con 500 metri quadrati. I dati regionali relativi agli impianti idroelettrici rilevano che nelle Marche risultano 104 impianti funzionanti, con una potenza lorda di 230 Mw e una produzione di 500,70 Gwh/A. La regione si colloca in una via di mezzo tra il primato piemontese - con 486 impianti - e la maglia nera della Puglia, con
soli due impianti. Nella classifica di Legambiente sui primi 50 Comuni della geotermia elettrica si piazzano quattro realtà marchigiane: Loreto (An), diciannovesimo posto con 600 Geo Kwe, Jesi (An), al ventitreesimo posto con 360 Geo Kwe, Montecalvo in Foglia (Pu) al ventottesimo posto con 213 Geo Kwe e infine un altro Comune del Pesarese, Fano, al quarantottesimo posto, con 54,60 Geo Kwe. Nessuna marchigiana nella classifica dei primi cinquanta per la geotermia termica. Maiolati Spontini risulta tra i primi 20 Comuni del biogas elettrico, mentre Osimo (An) è l’unica città marchigiana ad entrare tra le migliori 50 per il teleriscaldamento da biomassa.
supera quella nazionale: nelle Marche sono state prodotte 875.120 tonnellate di rifiuti, pari a 563 Kg/abitante per anno, contro i 546 mila della media nazionale. In pochi anni la produzione dei rifiuti è aumentata di circa 30 Kg a persona. L’analisi a livello provinciale mostra come la produzione procapite sia aumentata in tutte le province tranne Ancona, mentre la situazione più critica emerge a Pesaro e Urbino. Di questi rifiuti, secondo lo stesso Rapporto, il 59 per cento finisce in discarica, il 21 per cento subisce un trattamento meccanico biologico, mentre solo il 14 per cento viene recuperato. Il 4 per cento va al compostaggio, mentre il 2 per cento finisce nell’inceneritore.
Allarme inquinamento Nel corso del mese di luglio 2010 la centralina di monitoraggio delle polveri sottili installata nel porto di Ancona ha fatto registrare ben 22 superamenti del limite giornaliero di Pm10. Indici di superamento sono stati registrati anche dalla centralina di Ancona Torrette, dove transita gran parte del traffico diretto agli imbarchi. Attraverso l’istallazione di diverse stazioni uniformemente distribuite nel territorio, la regione effettua il monitoraggio continuo della concentrazione delle polveri sottili (Pm10), da cui emerge che l’area urbana è quella dove si registra il maggior numero di superamento del limite giornaliero (50 ug/mc), seguita dal centro città e dal fondo urbano (parco). Un altro dato preoccupante emerge dai dati Istat relativi agli ultimi dieci Comuni capoluogo di provincia per maggiore attenzione all’eco-compatibilità, tra cui risulta Fermo. Un passo in avanti è stato invece fatto dal capoluogo di regione, che si annovera tra gli undici Comuni che hanno approvato, oltre alla zonizzazione acustica, altri due strumenti previsti dalla normativa: relazione biennale e piani di risanamento acustici.
Raccolta differenziata Nelle Marche la raccolta differenziata ha raggiunto una percentuale pari circa al 21 per cento, contro un valore del 20,8 per cento del Centro Italia e del 27,5 per cento dell’Italia. Molti Comuni, tuttavia, grazie all’avvio della raccolta porta a porta, hanno superato gli obiettivi minimi di legge del 45 per cento. Tra questi possiamo elencare Serra De Conti (An), con il 77,60 per cento, Appignano (Mc) con il 75,61 per cento e Montelupone (Mc) con il 75,63 per cento. La provincia con il livello di raccolta differenziata più alta è Macerata, con il 22,6 per cento; seguono la provincia di Pesaro e Urbino con il 21,3 per cento, quella di Ancona con il 20,4 per cento e infine la provincia di Ascoli Piceno, con il 19,9 per cento. Il 64,9 per cento di questi rifiuti è costituito da frazioni secche (carta, cartone, vetro, plastica e legno), il 22,7 per cento sono frazioni umide o comunque compostabili (organico da cucina e verde), il 12,4 per cento altre raccolte, tra cui i Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). L’analisi dei dati relativi alla produzione di rifiuti speciali evidenzia, negli ultimi anni, una variazione del 12 per cento (11 per cento per i rifiuti non pericolosi e 27 per cento per quelli pericolosi). Si tratta di un incremento superiore a livello nazionale (7 per cento rifiuti speciali, 6,3 per cento rifiuti non pericolosi, 9 per cento rifiuti pericolosi).
Questione rifiuti Un dato negativo emerge riguardo alla produzione dei rifiuti. Dal Rapporto ISRPA sulla produzione pro-capite dei rifiuti urbani a livello provinciale emerge che la media regionale
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“Maiolati Spontini 100% elettrico” Il Comune della Vallesina premiato da Legambiente per la categoria “buone pratiche”: l’Amministrazione si è distinta per l’interessante esperienza nel settore del biogas da discarica e per il futuro punta a nuovi risultati di eccellenza. Ne abbiamo parlato con il Sindaco Giancarlo Carbini
S
indaco Carbini, prima la Medaglia d’oro della Triennale di Milano al progetto di recupero della biblioteca La Fornace, poi la menzione da parte del Sole24Ore come Comune più virtuoso d’Italia, infine il Premio Legambiente 2010… complimenti! “Sono riconoscimenti che gratificano le nostre scelte e la nostra attività amministrativa. Ne siamo orgogliosi e ci hanno fatto molto piacere anche se … dietro al riconoscimento di Comune più virtuoso d’Italia c’è anche amarezza: si prende atto che il Comune di Maiolati Spontini ha una situazione finanziaria molto solida, ma nello stesso tempo si conferma il famigerato “Patto di stabilità” che ci impedisce di realizzare gli investimenti programmati, pur disponendo dei fondi necessari. In poche parole, ci impediscono di spendere i soldi che abbiamo in cassa”. Come e quando l’Amministrazione da Lei guidata ha deciso di impegnarsi in favore della green economy? “Abbiamo fatto nostra una definizione “estesa” della green economy che chiamerei meglio “economia ecosostenibile”. Non solo fonti di energia alternativa e rinnovabili, ma anche tutela e massimo rispetto dell’ambiente, uso e consumo “intelligente” del territorio, salvaguardia del paesaggio (che costituisce un nostro straordinario patrimonio), ampia dotazione di verde pubblico attrezzato. Non solo ricerca di nuovi mestieri ma anche salvaguardia e sostegno di occupazioni esistenti. Sulla base di questi criteri l’economia ecosostenibile è stata fin dall’inizio l’ossatura portante delle nostre
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linee programmatiche. Su queste basi abbiamo poi dotato alcuni dei nostri edifici di energia prodotta da impianti fotovoltaici. Ci siamo opposti alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra in una delle zone a miglior vocazione agricola del nostro Comune, essendo circondata da storici uliveti e vigneti. Abbiamo previsto contributi per la realizzazione di impianti solari termici per la produzione di calore ed impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; tramite la Sogenus Spa abbiamo
realizzato due importanti centrali elettriche alimentate dal biogas prodotto dalla nostra discarica di Moie, coniugando due importanti obiettivi: massima tutela dell’ambiente - catturando tutto il biogas prodotto ed evitandone la fastidiosa dispersione - e suo utilizzo per produrre energia elettrica in quantità superiore al consumo di tutte le famiglie del nostro Comune”. Lei ha già annunciato che ci saranno nuove iniziative in favore di un’ulteriore integrazione tra ambiente, territo-
rio ed energia. Ce ne vuole parlare? “A breve presenteremo un progetto con cui prevediamo di realizzare tutta una rete di piste ciclabili a Moie con stazioni di bike sharing. Lo scopo è quello di incentivare un maggiore uso della bicicletta come mezzo di trasporto eco-sostenibile migliorando la situazione del traffico e contribuendo a ridurre l’inquinamento. Una corretta “economia ecosostenibile” deve puntare anche a preservare il territorio, a conservare e migliorare il paesaggio, a salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici ed è per questo che con il prossimo bilancio prevederemo dei contributi a sostegno degli agricoltori per progetti di recupero dei terreni abbandonati, di intervento di riqualificazione e sistemazione delle scarpate e per ripristinare coltivazioni tipiche del nostro territorio, oggi praticamente scomparse”.
sione, condizione fondamentale per la migliore riuscita di ogni progetto”. Quali sono gli aspetti più interessanti emersi dal coinvolgimento delle scuole nei progetti legati all’ambiente? “É sempre stata una costante il coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo di Moie che ogni volta ha partecipato e collaborato con noi con molto entusiasmo, al punto da costituire un forte stimolo a proseguire
in tale direzione. É fondamentale “investire” nei ragazzi, trasmettere loro una cultura per uno stile di vita ecosostenibile. A volte sembrano piccole iniziative o gocce d’acqua in un oceano, ma possono diventare invece le fondamenta per costruire insieme un mondo più a misura dell’ambiente e quindi più a misura d’uomo”.
Come risponde la cittadinanza? “La maggioranza dei cittadini risponde positivamente, fino al punto da sollecitare interventi in tale prospettiva. Sarà nostro compito stimolare una sempre maggiore collaborazione e condivi-
Con il termine Green Economy (economia verde) si indica una economia il cui impatto ambientale sia contenuto entro dei limiti accettabili. Nella green economy svolge un ruolo di primaria importanza la tecnologia e la conoscenza scientifica. Le fonti di energia tradizionali (di origine fossile) sono affiancate, se non sostituite, dalle fonti di energia alternative. In particolar modo, svolgono un ruolo di primaria importanza le energie rinnovabili, come ad esempio l’eolico, le biomasse, il solare, la geotermia, l’idroelettrico ecc. Allo stato attuale della storia dell’uomo, la green economy è una economia in cui le fonti fossili e quelle alternative contribuiscono a comporre il mix energetico necessario al soddisfacimento del bisogno energetico di un paese. Altra caratteristica peculiare della green economy è l’impiego di tecnologie e tecniche in grado di aumentare l’efficienza energetica dei macchinari o delle abitazioni. Ciò significa che gli sprechi di energia e di risorse sono ridotti al minimo. I macchinari svolgono un medesimo lavoro consumando meno energia (save energy). Il guadagno in termini di efficienza è dato, in particolar modo, dalla riduzione degli sprechi e delle perdite di energia durante il processo di lavoro. Nelle economie verdi il ciclo di produzione-consumo è studiato per ridurre al minimo la produzione dei rifiuti e degli scarti. I prodotti sono progettati per garantire un adeguato stoccaggio al termine del ciclo di vita di prodotto. I rifiuti sono raccolti mediante la tecnica della raccolta differenziata ed avviati al riciclaggio che permette, in tal modo, di reimmettere le materie prime in un nuovo ciclo di promozione. I rifiuti non riciclabili sono stoccati nelle discariche speciali o distrutti mediante termoincenerimento o biodistruzione (smaltimento chimico dei rifiuti). In tutti i casi, il ciclo prodotti-rifiuti deve garantire un impatto ambientale minimo. Nella green economy l’ambiente non è più considerato come fonte di pericolo o come risorsa da sfruttare fino all’osso, bensì come una risorsa da gestire con attenzione. Il rapporto tra uomo e ambiente è paritario. L’ambiente è preservato per proteggere la biodiversità, per produrre in modo sostenibile senza penalizzare le generazioni future, a tutela del paesaggio e per ridurre al minimo le conseguenze dell’inquinamento sulla salute dell’uomo.
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PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO E DELL’ECONOMIA L’ingegner Giuseppe Marino, amministratore unico di Icaro, spiega cambiamenti e opportunità che caratterizzano sempre più la green economy
“
Lo sviluppo della green economy è ormai in piena accelerazione e nessuno si può più permettere di restare indietro: la rivoluzione verde è iniziata!”. Questo il pensiero dell’ingegner Giuseppe Marino, amministratore unico e socio fondatore di Icaro, realtà imprenditoriale impegnata da diversi anni nel campo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica su tre macro settori: industria, edilizia e soggetti privati. “Dietro la spinta dei forti impulsi derivanti dalle direttive europee e nazionali e dalle necessità di contenere emissioni e consumi, il mercato sta vivendo una fase estremamente dinamica e favorirà sempre più le aziende del settore che saranno in grado di fornire un servizio integrato. Icaro supporta i committenti a tutto tondo. Iniziando dalla diagnosi energetica, si possono programmare gli interventi migliorativi, scegliendoli, dopo attente analisi, tra i più favorevoli in termini tecnicoeconomici. In tutti i casi si possono riscontrare anche evidenti benefici indiretti derivanti da un approccio sistematico ai temi energetici, quali ad esempio il miglioramento dell’ambiente di lavoro, l’aumento della produttività, l’immagine green, l’allineamento alle disposizioni legislative in materia, l’aumento del valore degli immobili. Le nuove norme comunitarie promuovono gli enti e le aziende che attuano interventi di risparmio energetico nel rispetto dell’ambiente. “L’argomento è di estremo interesse anche per gli imprenditori, i tecnici e i progettisti che operano nel settore edile - aggiunge Luca Lella, Energy Manager e collaboratore di Icaro per quanto riguarda la divisione “Efficienza Energetica Edifici”. Dopo anni di oblio legislativo, dove molti obiettivi sono stati disillusi, finalmente si inizia a delineare un quadro preciso di come saranno gli edifici del
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futuro, destinati a diventare sempre più sostenibili ed energeticamente efficienti”. A tale proposito si sottolinea il forte segnale dato dalla Commissione Europea all’inizio dell’estate con l’emanazione della nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (la 2010/31 CE) dove si elevano i limiti imposti dalla precedente direttiva 2002/91 CE e si sancisce che tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad energia quasi zero, a partire dal 2018 per gli edifici pubblici e dal 2020 per tutte le altre tipologie di edifici. I primi effetti si iniziano già ad intravedere ed un esempio concreto lo fornisce ancora Luca Lella: “Già ora noi siamo pronti per il prossimo anno per quanto riguarda il settore del fotovoltaico. Infatti il sistema incentivante a partire dal primo gennaio 2011 subirà numerose modifiche, che sostanzialmente andranno ad incidere sulla potenza media nazionale dell’installato (finora concentrato su impianti di media taglia), favorendo gli impianti di piccola taglia, distribuiti sugli edifici e con alta integrazione architettonica. Si confermano inoltre i premi maggiorativi sulle tariffe per gli impianti abbinati ad edifici a bassi consumi e con un uso efficiente dell’energia, già presenti nell’attuale Conto Energia”. Icaro offre un completo supporto a riguardo, dalla consulenza preliminare alla progettazione e realizzazione degli edifici e degli impianti, passando per una fase intermedia di diagnosi e valutazione energetica (in autonomia o in affiancamento a tecnici committenti), confermandosi come un partner serio e strategico ad alto know how, capace di operare, in maniera affidabile, per lo sviluppo sostenibile del territorio e dell’economia locale. di Maurizio O. Delfino
Intervento realizzato da Icaro nel fotovoltaico
UNA NUOVA SEDE PER ICARO Il settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica cresce e Icaro, come azienda affermata del settore, non poteva non seguire questo trend. L’aria del cambiamento si respira da vicino, perché dal mese di ottobre saranno operativi i nuovi uffici in via degli Artigiani, nella ex zona Pip di Santa Teresa di Spoltore (Pescara). Spazi più ampi per accogliere meglio clienti e fornitori, un magazzino meglio strutturato per evadere in tempi più brevi gli ordini ed una accresciuta volontà di continuare per la strada intrapresa, con la competenza e cortesia di sempre.
La sede a Santa Teresa di Spoltore (Pescara)
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Ibc Solar, idee forti per cambiare il mondo Intervista ad Angelo Rivolta, Amministratore Delegato, che ci presenta lo storico gruppo tedesco che ha scelto come sede Ancona per sviluppare il proprio business in Italia
In Italia Ibc Solar si rivolge specialmente ai piccoli e medi installatori che possono contare su un partner affidabile e attento alla massima qualità dei suoi prodotti”.
Angelo Rivolta Amministratore Delegato IBC SOLAR Srl
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ottor Rivolta, partiamo dal vostro pay off: “Un grande plus per il tuo business”. Cosa volete comunicare al vostro mercato? “Sicuramente competenza ed esperienza. Una partnership con Ibc Solar significa infatti collaborare con uno dei più importanti specialisti fotovoltaici del mondo. La Ibc Solar - fondata nel 1982 a Bad Staffelstein, in Germania - assiste le aziende installatrici di sistemi fotovoltaici passo dopo passo con prodotti all’avanguardia, formazione tecnica al top, suggerimenti e consigli utili, materiali di comunicazione, servizio professionale e supporto, per non parlare della vasta conoscenza del mercato, delle competenze tecnologiche e molto altro ancora. Una partnership con Ibc Solar è dunque un plus: significa avvantaggiarsi di una forte opportunità di business dove i numeri sono il vero valore aggiunto.
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Un’attenta lettura dell’evoluzione del mercato di riferimento ha permesso alla Ibc Solar di affermarsi quale leader di settore. Ci fa una panoramica generale della situazione attuale, nello specifico dei vantaggi del fotovoltaico e degli incentivi in Italia? “Sicuramente il fotovoltaico comporta notevoli vantaggi indiscussi. Non solo l’uso di energia che ciascuno può produrre per sé, con inevitabili risparmi in bolletta, ma soprattutto la presenza del Conto Energia, ovvero degli incentivi statali su ogni kilowattora. Infatti per rientrare nell’investimento occorrono 7-8 anni con produzione a regime, dopodiché si guadagna fino ai 25 anni, durata media di un impianto con un’adeguata installazione e manutenzione. Inoltre, parlando ancora di incentivi, attraverso il decreto ministeriale del 6 agosto 2010 il Governo ha rinnovato le tariffe incentivanti del Conto Energia, che supporteranno il settore fino al 2013. Al 30 settembre 2010 il Gse (Gestore servizi energetici) ha dato come potenza installata 1,6 gigawatt. Il mercato italiano è dunque il secondo a livello mondiale, caratterizzato da un trend di crescita positiva, con una proiezione dai 6 ai 9 GW previsti per il 2014 secondo uno studio dell’Epia, l’Associazione europea dell’industria fotovoltaica”. Qual è il settore di attività che vi ha permesso di distinguervi negli anni ed essere presenti oggi in tutto il
mondo con sette filiali? “La nostra azienda ha distribuito materiale per un totale di 1 GWp, corrispondenti ad oltre 100.000 impianti fotovoltaici in tutto il mondo. Le dimensioni vanno dalle grandi centrali elettriche fotovoltaiche agli impianti domestici che immettono
IBC SOLAR Italia foto sede
Ibc Solar ha distribuito finora più di 1 GWp di moduli fotovoltaici, con i relativi inverter, strutture di fissaggio ed accessori elettrici. Più di 100.000 impianti fotovoltaici di ogni tipo: a tetto, in campo aperto, integrati nell’edificio. Ibc Solar è presente nel mondo con 7 filiali in Olanda, Francia, Spagna, Italia, Grecia, Malesia e Repubblica Ceca. Ad oggi impiega circa 350 lavoratori, di cui 250 in Germania. La sede centrale dell’azienda è a Bad Staffelstein, in Baviera.
energia elettrica in rete, fino ai sistemi di generazione di energia elettrica indipendenti che riforniscono di elettricità abitazioni private, ma anche ospedali in Africa, scuole del Sud Est asiatico, stazioni radio in Sud America, baite alpine e piattaforme petrolifere offshore”. Cosa può dirci delle principali linee di prodotto offerte? “Nel suo portafoglio prodotti, Ibc Solar ha una linea a marchio proprio, che risponde ai più elevati standard di qualità. In particolare, nell’offerta di moduli: Ibc MonoSol 235 TT, primo modulo monocristallino Ibc di alta gamma a celle quadrate made in Germany, per una maggiore efficienza e innovazione tecnologica; Ibc PolySol 230 TE, prodotto caratterizzato da un ottimo rapporto qualità-prezzo e adatto a tutte le tipologie di applicazioni. Relativamente all’offerta degli inverter, la linea Ibc ServeMaster è caratterizzata da un’altissima efficienza in termini di rendimento (99,9 per cento), oltre che da una grande flessibilità, grazie alla presenza di ingressi MPP (Maximum Power Point) multipli, che consentono di collegare all’inverter stringhe con livelli di corrente differente, aumentando di conseguenza la potenza prodotta dall’impianto. La linea è composta da 7 modelli: 4 monofase (1650 W, 3300 W, 4600 W e l’ultimo modello da 2750 W) e 3 trifase (10000 W, 12500 W, 15000 W)”. Per il mercato italiano avete creato un prodotto ad hoc? “Si. Studiando il mercato e le sue esigenze abbiamo predisposto dei kit fotovoltaici già dimensionati da 2 a 6 kWp, pronti all’installazione, comprendenti moduli, inverter, connettori e struttura di montaggio”. Quale è stata l’arma vincente della Ibc Solar? “Sicuramente le competenze acquisite negli anni e il nostro personale. Promuoviamo la crescita dei nostri dipendenti. Lo sviluppo del personale è una componente fissa del nostro lavoro quotidiano e solo uno dei tanti motivi per cui i nostri dipendenti sono così soddisfatti. A dimostrazione di ciò ci sono nuove forme di collaborazione che stiamo instaurando con le università, per coinvolgere
Ibc Solar sta crescendo a forte velocità sviluppando le proprie divisioni interne. Attualmente stiamo selezionando le seguenti figure: • Responsabili Acquisti • Customer Advisor • Technical Advisor Per inviare la tua candidatura entra nella sezione www.ibc-solar.it/opportunit.html
“Sicuramente partirei dall’adesione della nostra azienda al GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane). Il GIFI è riconosciuto come principale interlocutore industriale nel mercato del fotovoltaico ed aggrega le maggiori imprese operanti in Italia nel campo della produzione, progettazione ed installazione di componenti e sistemi fotovoltaici, coprendo l’intera filiera del mercato. Altro importante passo è stato diventare membri della Pv Cycle Association, il consorzio nato nel 2007 ed impegnato nella realizzazione di un sistema volontario di raccolta e riciclaggio di pannelli a fine ciclo di vita”. Qualche anticipazione sui progetti futuri ad Ancona? “Oggi ci avvaliamo di installatori e distributori qualificati per commercializzare i nostri prodotti, sia a marchio proprio sia a marchio di terzi. Proprio per gli installatori abbiamo pensato di realizzare un percorso di formazione con training presso la nostra struttura con innovative tecniche entro la fine dell’anno”.
tirocinanti e tesisti, formandoli ed offrendo loro la possibilità di entrare a far parte di un team motivato e qualificato”. Da quanto tempo siete presenti in Italia? “La nostra presenza in Italia si è consolidata nel tempo, grazie anche alla predisposizione di un’offerta commerciale e di servizi a supporto dei nostri clienti, con soluzioni personalizzate per rispondere alle più svariate esigenze. Nell’ottobre 2009 è stata aperta la sede di Ancona. Io sono stato nominato Direttore Generale della filiale italiana, affiancato da Hartmut Kuehn, a capo dell’ufficio locale in qualità di Regional Head. Da fine settembre ho assunto l’incarico di Amministratore Delegato, mentre Hartmut Kuehn continua a supportare il team italiano in qualità di Affiliate Strategic Manager”. Quali sono stati i passaggi degni di nota che hanno caratterizzato la vostra crescita e l’impegno nel settore?
IBC SOLAR srl Via Giovanni Conti, 12 60131 Ancona (AN) Tel.: +39 071 2137201 Fax.: +39 0712137210 info@ibc-solar.it www.ibc-solar.it
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SOSTENIBILITÁ E RISPETTO DELL’AMBIENTE: LE LINEE GUIDA DELL’INNOVAZIONE IN VALAGRO L’installazione di moduli fotovoltaici d’avanguardia nella sede Valagro di Atessa (Chieti), come ulteriore indice dell’impegno e dell’attenzione da parte dell’azienda alle tematiche ambientali
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l binomio sviluppo sostenibile e innovazione tecnologica da sempre accompagna la crescita di Valagro, con sede in Atessa (Chieti), leader mondiale nei prodotti speciali per l’agricoltura. In un’ottica di miglioramento continuo delle performance ambientali, della qualità e sicurezza dei prodotti e degli impianti, l’azienda presta una costante attenzione alla ricerca, sia in campo tecnologico che scientifico, con l’intento di allinearsi agli standard qualitativi più elevati. Senza mai perdere di vista l’obiettivo della soddisfazione del cliente, questo viene perseguito attraverso strategie, processi e prodotti rispettosi dell’uomo e della natura. Un orientamento, quello di Valagro, che è evidente in ogni aspetto, da quel-
lo produttivo, con la creazione di biostimolanti d’avanguardia a basso impatto ambientale, a quello dei comportamenti e delle abitudini o buone pratiche quotidiane. Risulta coerente con questa linea la scelta dell’azienda di realizzare nell’headquarter un impianto fotovoltaico di ultima generazione e di alimentare, anche se per il momento solo in parte, i propri impianti con la “Green Power”, attraverso lo sfruttamento dell’energia solare. I 1.764 moduli in silicio monocristallino, attentamente scelti da Valagro per qualità e prestazioni, sono totalmente integrati sui tetti di due capannoni industriali, occupano una superficie totale di circa 4.000 metri quadrati e sono in grado di
La sede di Valagro in Val di Sangro
sviluppare una potenza complessiva, in condizioni ottimali, di 423,4 Kwp. Inoltre, la produzione annua di energia è stimata in 500.000 kWh equivalenti al consumo medio di energia elettrica di circa 100 famiglie, con zero emissioni di gas serra
A sinistra l’impianto fotovoltaico installato nella sede Valagro. A destra, il team interno, coordinato da Simone Di Silvestro (terzo da sinistra), che ha seguito il progetto. Il tutto è stato realizzato da Ceit Impianti di San Giovanni Teatino (Chieti)
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nell’atmosfera. Un team interno, coordinato da Simone Di Silvestro, ha lavorato a lungo per studiare la fattibilità, i costi e i benefici del progetto, che è stato realizzato da un’impresa esterna e che ha comportato un investimento di circa due milioni di euro. L’energia prodotta verrà utilizzata per le necessità degli impianti aziendali, spiega Di Silvestro, con conseguente minore necessità di acquistare quella proveniente
da altre fonti, contribuendo alla riduzione sia dell’inquinamento, che degli sprechi fisiologici che avvengono durante il trasporto dell’energia da una centrale agli utenti finali. Non è dunque solo il vantaggio economico ad avere guidato Valagro in questa scelta, considerando che l’energia prodotta dall’innovativo impianto andrà a coprire un ottavo del fabbisogno complessivo dell’azienda.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÁ. VALAGRO ALLA RIBALTA INTERNAZIONALE
pea che si svolge nel mese di ottobre ad Amsterdam. Forte di 34.000 visitatori da tutto il mondo nell’edizione 2009, Horti Fair è la piazza più qualificata per fare il punto sull’orto-floricoltura in ambito internazionale e il tema di questa edizione, sostenibilità e sviluppo, è molto sentito da Valagro, che ribadisce quindi la sua presenza e testimonianza con un’area espositiva di ottantacinque metri quadrati a rappresentare undici controllate, duecento collaboratori e le varie divisioni di business. L’azienda, fautrice di un’innovazione rispettosa dell’ambiente attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie e processi, mette in evidenza il proprio know-how presentando prodotti che garantiscono straordinarie prestazioni a fronte di un basso impatto ambientale, grazie a formulazioni che impiegano sostanze attive naturali, secondo la regola prima della scienza al servizio della natura.
Numerosi sono gli eventi di caratura internazionale di cui Valagro è spesso protagonista. Lo scorso settembre l’azienda è stata sponsor del settimo Symposium on Kiwifruit, organizzato dall’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna e dall’Ishs (Internatin Society for Horticultural Science) svoltosi a Faenza (Ravenna). Tema dell’evento la coltivazione del kiwi in tutti i suoi aspetti e di notevole interesse le relazioni dei due esperti Valagro, Alberto Piaggesi e Gianluca Di Tommaso, rispettivamente business innovation manager e head of agronomic research, in cui si evidenziano i risultati positivi di un’innovazione rispettosa della natura, a favore di un’agricoltura sostenibile e capace di competere sul mercato globale. Anche quest’anno Valagro è presente ad Horti Fair, la più grande fiera euro-
Lo stand Valagro protagonista ad Amsterdam di Horti Fair
La motivazione di fondo è la ricerca di metodi e strategie, ogni qualvolta sia possibile, che garantiscano una continua crescita dell’azienda, sempre nel segno distintivo della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente e della salute dell’uomo. di Emanuela Gennaioli
ARIA PIÚ PULITA CON LE PIANTE ORNAMENTALI “Verde e ambiente: un binomio di ampio respiro”. Questo il tema del convegno (nell’immagine la locandina dell’evento) che si è tenuto la primavera scorsa a Milano, su iniziativa di Promogiardinaggio, Associazione italiana di “promozione del verde” di cui Valagro è socio fondatore. L’evento ha inteso porre l’accento sul grande potenziale delle piante per combattere l’inquinamento di case, uffici, scuole e ambienti pubblici. Le piante, infatti, non sono solo un ornamento, ma “puliscono” l’aria delle nostre case inquinate da benzene, formaldeide e altre sostanze presenti a causa dell’evaporazione dei solventi di pitture, vernici, adesivi. E non è tutto. Le piante abbattono anche l’inquinamento da ozono dei nostri uffici, prodotto da stampanti laser o fotocopiatrici e sono un ottimo schermo dalle polveri sottili sui balconi delle grandi città. Promogiardinaggio, insieme ai maggiori esperti italiani, invita tutti noi a capire in che modo possiamo migliorare l’ambiente con pochi semplici gesti naturali.
Valagro presente anche al settimo Symposium on Kiwifruit di Faenza (Ravenna)
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La rivoluzione delle “professioni verdi” La tendenza al “verde” non è mai stata in così forte sviluppo nel mondo del lavoro, come in questi ultimi anni; un settore, quello dell’ambiente, che premia donne e lavoratori qualificati offrendo loro un impiego stabile; ben l’80 per cento degli occupati, infatti, ha un lavoro a tempo indeterminato
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a maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica alle tematiche ecologiche e la nuova attenzione all’ambiente, allo smaltimento rifiuti, al risparmio energetico e alla difesa del territorio hanno fatto nascere l’esigenza di nuove figure professionali ma anche nuovi mercati che offrono, in particolar modo per i laureati in discipline scientifiche, numerose possibilità di impiego. Per ciò che riguarda la formazione, si è potuto riscontrare uno sviluppo significativo dei percorsi professionali specializzati in “green economy” a carattere sia pubblico che privato; corsi universitari, corsi post laurea e master di alta formazione. Corsi di laurea e master si adeguano, anche se lentamente, al mercato del lavoro e offrono percorsi formativi ad hoc per le nuove “professioni verdi”. Oltre alle tradizionali Scienze Naturali e Biologia, anche indirizzi come Ingegneria, Architettura e Scienze della Comunicazione hanno inserito corsi di laurea dedicati all’ambiente. Anche l’economia punta al “verde”, con master rivolti a temi quali le fonti rinnovabili e la finanza legata all’ambiente. Secondo i dati più recenti, il 42 per cento dei laureati nel settore risulta occupato, così come il 45 per cento dei qualificati e ben il 76 per cento dei diplomati universitari. In quest’ottica l’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori) ha individuato otto macroaree di azione: • architettura a basso impatto ambientale; • acquacoltura ecocompatibile di qualità; • agricoltura biologica; • biotecnologie sostenibili; • difesa del suolo e utilizzazione delle acque;
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• aree protette e turismo sostenibile; • energie rinnovabili; • gestione integrata dei rifiuti urbani. Per ciascun settore sono richieste figure specializzate come quella del progettista di manufatti edilizi per l’architettura a
basso impatto ambientale. A seguire, i manager specialisti in biologia e zootecnica, tecnici di qualità per il controllo e la verifica delle norme sulle colture e il coordinamento della filiera; bioingegneri e ingegneri progettisti
di sistemi per il rifornimento di energia da fonti rinnovabili; esperti nel recupero delle materie per la gestione dello smaltimento dei rifiuti. Dall’energy manager al certificatore di sistemi di qualità, dall’ingegnere ambientale all’operatore di parchi, dall’agricoltore bio all’installatore di impianti fotovoltaici, dall’esperto in riciclo all’imprenditore di ecoturismo, in Italia sono già 80 le figure certificate per rendere competitivi i sistemi produttivi, riprogettati in conformità ai canoni di qualità ambientale. Al primo posto delle professioni ricercate possiamo trovare l’energy manager, chiamato più tecnicamente il responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. Giuridicamente la figura è stata introdotta in Italia dalla Legge n. 10 del 1991 per le aziende (enti pubblici e privati) caratterizzate da consumi importanti di energia. Le mansioni principali dell’energy manager sono numerose: progettazione e realizzazione degli interventi gestionali e tecnici rivolti all’uso razionale di energia;
promozione delle pratiche per un corretto uso delle risorse energetiche; definizione dei consumi; ottimizzazione delle forniture rivolte al risparmio energetico; analisi e valutazioni; modifiche di impianti e procedure. Un mestiere in ascesa è quello dei certificatori “tecnici abilitati” alla certificazione energetica degli edifici. Possono svolgere questa professione i laureati in Ingegneria, Architettura, Scienze Agrarie, forestali e ambientali, nonché geometri, periti industriali, agrari ed agrotecnici. É inoltre obbligatoria la frequenza a specifici corsi di formazione per la certificazione energetica degli edifici, generalmente tenuti da università, enti di ricerca, regioni, ordini e collegi professionali. I tecnici più ricercati in questo momento sono sicuramente gli installatori, cioè operatori (periti tecnici o ingegneri) che si occupano della progettazione e dell’installazione di impianti solari termici o fotovoltaici. I commerciali, specializzati nelle attività di consulenza e vendita nel settore delle forniture di energie rinnovabili, impianti
fotovoltaici e pannelli solari sono ovviamente indispensabili per lo sviluppo di questo settore emergente. Altre figure di spicco in questo nuovo mercato del lavoro sono quelle dell’avvocato ambientale - che si occupa della sicurezza del territorio e della gestione delle risorse forestali - dell’eco-chef e dell’eco-coiffer, figure che utilizzano solo prodotti a basso consumo e basso impatto ambientale; infine, lo stilista sostenibile e l’eco-cool hunter, specialisti di moda che coniugano tendenze ed ecosostenibilità. Una rivoluzione “verde” che sta delineando, anche in Italia, nuovi modi di ideare, produrre, consumare e smaltire in ogni settore dell’economia, rivoluzionando settori dall’agricoltura al mercato energetico, dai trasporti all’edilizia, dalla finanza al marketing e alla gestione dei rifiuti. Maddalena Antonucci Area Risorse Umane Gruppo Sida info@sidasrl.it Tel. 071.28521
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Speciale energia, ambiente, edilizia
KEY CONSULTING, LA NUOVA FRONTIERA DELLA CONSULENZA PER LE ENERGIE RINNOVABILI Daniela Magini, business developer della giovane azienda jesina, ci illustra i punti di forza di un team competente e dalla consolidata esperienza a 360 gradi
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ott.ssa Magini, consulenza e progettazione sono le chiavi del vostro successo. In pochissimi anni avete raggiunto importanti traguardi. Ci presenta la sua azienda? “La Key Consulting Srl nasce nel 2008. La nostra società, con sede a Jesi, opera nel settore delle energie rinnovabili concentrando il proprio business su ricerca, sviluppo e progettazione di impianti fotovoltaici di media e grande dimensione”. A quale segmento di mercato vi rivolgete? “La nostra attività si rivolge sia ad enti pubblici che a privati. Oggi siamo infatti un punto di riferimento non solo di investitori e general contractor, ma anche di privati che possono contare, oltre che su di una esperienza nel settore dell’energia, anche su un’assistenza continua pre e post vendita, unita ad una serie di servizi inclusi nella prestazione”. Quali sono gli elementi che hanno contribuito al vostro sviluppo ed affermazione sul mercato? “Sicuramente l’assodata esperienza nel
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campo dell’impiantistica elettrica, dovuta ad un solido background. Questo ha contribuito a raggiungere i nostri successi che ci stanno permettendo di farci conoscere”. Ci fornisce una panoramica delle vostre aree di business? “Una delle prime aree di business è rappresentata dal Research and Project Development. La Key Consulting, a partire dalla fase di studio del progetto, effettua un sopralluogo preventivo e verifica la fattibilità dell’impianto considerando una serie di variabili come i vincoli ambientali, l’inquadramento territoriale nonché l’armonia paesaggistica. Successivamente redige un business plan dettagliato dell’impianto e svolge tutte le pratiche burocratiche per la messa in opera, come stabilito dal D.Lgs. 387/03. Un’altra area di business della Key Consulting è l’Engineering. Tra le attività obbligatorie e non, l’azienda svolge rilievi plano-altimetrici e relazioni geologiche, la relazione paesaggistica e la verifica dell’impatto ambientale. Ci occupiamo inoltre di progetti civili: strade, recinzioni, basamenti e cabine; progetti esecutivi elettrici completi di relazione tecnica; capitolato di spesa e documentazione di appalto; capitolato tecnico ed elenco compensi; redazione del Piano di Sicurezza e coordinamento; richiesta permesso a costruire; assistenza tecnica durante l’appalto dei lavori; direzione lavori, contabilizzazione e collaudi in opera; coordinamento della sicurezza in
cantiere; assistenza in fase di prove, collaudi e messa in servizio; approntamento del fascicolo tecnico as-built e redazione dei piani di esercizio e manutenzione. Circa i rapporti con i Gestori Competenti? “Anche per quest’attività abbiamo creato un’area di business dedicata, che si occupi della gestione dei rapporti con gestori quali Enel, Terna, GSE, etc. In questo caso ci occupiamo della stesura del progetto preliminare per la richie-
IL NOSTRO VALORE AGGIUNTO • Sopralluogo e studio di fattibilità dell’impianto, richiesta connessione con gestore locale ed elaborazione documentazione per inizio attività - DIA o permesso a costruire • Realizzazione progetto esecutivo: planimetrie opere civili, elettriche e relazioni tecniche • Elaborazione documentazione per Valutazione Impatto Ambientale – VIA • Redazione POS, direzione lavori con visite periodiche in cantiere, collaudi e messa in servizio e gestione pratiche con GSE, gestore di Rete, Terna • Conduzione e Manutenzione ordinaria/Straordinaria Impianti • Effettuazione due diligence tecnica • General Contractor: coordinamento opere di impiantistica civile ed elettromeccanica. sta di allaccio alla rete Enel e alla rete ai sensi della delibera AEEG 99/08. Inoltre analizziamo il preventivo Enel e forniamo assistenza al contratto. Quando richiesto realizziamo progetti di impianto di rete per la connessione e per la consegna e realizziamo una serie di interventi, dall’assistenza all’attività di allaccio alla rete e alla messa in servizio, alla richiesta della patente officina elettrica, all’assistenza contratto ritiro dedicato di energia elettrica con il GSE”. Quindi un servizio a 360° quello che la Key Consuleting offre. Dalla realizzazione alla gestione dell’impianto fotovoltaico.
IMPIANTI GEOTERMICI DOMESTICI Tra le nuove attività della Key Consulting vi è la realizzazione di impianti geotermici domestici, il cui costo, di poco superiore a quello di una caldaia tradizionale, può essere recuperato, grazie ai risparmi energetici, in un tempo attorno ai 5 anni per essere economicamente attraente. Attraverso i nostri impianti, spesso au-
“Non solo. Con i nostri servizi integrati copriamo non solo le fasi di realizzazione e di gestione, ma anche di manutenzione dell’impianto. Questo è ciò che realizziamo con la nostra area Plants, Service e Facility Management che si occupa nello specifico di: realizzazione di impianti con la formula chiavi in mano; sorveglianza, guardiania e controllo accessi; raccolta report e dati di funzionamento impianto; raccolta ed elaborazione grafici e dati statistici; rapporti con il GSE per il controllo delle tariftoalimentati grazie all’abbinamento di pannelli fotovoltaici, diamo la possibilità di ottenere mediamente un risparmio del 40% di energia grazie all’utilizzo delle pompe geotermiche rispetto a quelle ad aria, con un’aspettativa di vita di circa 20/25 anni (maggiore rispetto a quelle ad aria in quanto il compressore è sottoposto a minori sollecitazioni meccaniche ed è protetto dall’ambiente).
fe incentivanti; rapporti con l’Enel per la gestione delle attività di misura; rapporti con il GSE per la vendita dell’energia elettrica; esecuzione periodica di ispezioni all’impianto ed interventi di manutenzione ordinaria ed infine assistenza negli interventi di manutenzione straordinaria.
Key Consulting srl C. so Matteotti, 21 60035 Jesi (An) Ph. +39 0731 203706 Fax. +39 0731 212497 P. Iva 02359140429 Gianfranco Borri Amministratore Unico Mob. +39 348.59.30.190 g.borri@kcnetwork.it d.magini@kcnetwork.it
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CON SO.CA.BI. ANCHE L’ASFALTO DIVENTA PIÚ VERDE A Controguerra (Teramo) il primo impianto abruzzese di cogenerazione per conglomerato bituminoso. Consente di ridurre il combustibile usato nella produzione dell’asfalto, con un notevole risparmio economico
L’
inaugurazione è avvenuta lo scorso aprile. La realizzazione porta il nome del Gruppo So.ca.bi., che fa capo alla famiglia Piergallini, attiva nel campo dell’industria delle costruzioni dal 1950, e sorge in Contrada Piane Tronto, dove è operativo un grande impianto per la produzione dell’asfalto. L’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in questo caso oli vegetali (colza, palma, girasole) è stato portato a termine dalla società Costell di Forlì ed è in grado di erogare una potenza nominale di 1.000 kWe. L’energia elettrica viene interamente riversata in rete. Il calore residuo, per una potenza termica di circa 850 kWt/h, viene in gran parte recuperato immettendolo nel processo di produzione del conglomerato bituminoso, convogliandolo all’interno della miscelatrice di inerti e bitume mediante un componente meccanico appositamente realizzato dalla Asphalt Technologies Impianti di Villa-
dossola (Verbania). Oltre ad un risparmio economico per l’azienda, stimato intorno al 60-70 per cento sui consumi di metano, questo ciclo consente di ridurre notevolmente le emissioni di gas ad effetto serra. Inoltre, quando l’impianto di produzione d’asfalto non è in funzione, il calore viene impiegato nel riscaldamento dei serbatoi di stoccaggio del bitume, mantenendoli sempre alla temperatura costante di lavorazione. Il costo totale dell’impianto è di circa 1,7 milioni. Il completamento del progetto prevede la copertura dell’intero impianto di produzione con pannelli fotovoltaici, soluzione con la quale l’azienda arriverà a risparmiare fino al 90 per cento di metano su un costo annuo di 150mila euro, ai quali devono aggiungersi anche gli oltre 30mila euro per la manutenzione. Gli inerti, infatti, arriverebbero già asciutti nella miscelatrice, e pronti per essere lavorati. di Andrea Beato
Nella foto l’impianto di cogenerazione che sorge su un’area di 6 ettari in Contrada Piane Tronto (Teramo). La realizzazione porta la firma di So.ca.bi.
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L’IMPIANTO RIASSUME LA STORIA DELL’AZIENDA
Incontriamo Maurizio Piergallini, amministratore delegato di So.ca.bi., negli uffici della società a Colonnella (Teramo). Piergallini, come nasce il progetto di questo nuovo impianto? “Nasce da un’idea condivisa all’interno del nostro ufficio tecnico un paio di anni fa, quando l’azienda ha aperto una sezione “Ambiente e Energia”, assumendo una laureata in ambiente e territorio, l’ingegner Barbara Chicchirichì, project manager dell’impianto, insieme al progettista, l’ingegner Luca Ferracuti, entrambi collaboratori della Avm+d, società di ingegneria del Gruppo. Questa tecnologia rappresenta un grande passo verso una maggiore sensibilità al rispetto dell’ambiente. Ci auguriamo che essa si sviluppi sempre più nell’ambito della realizzazione di impianti tradizionali”. Il sito operativo di Controguerra riassume un po’ la vostra storia… “Proprio così, dalla produzione del conglomerato bituminoso, motivo prevalente ancora oggi dell’attività del sito, l’impianto è stato integrato dapprima con un’articolata attività di recupero di materiale, nello specifico inerti; poi si è evoluto con il recupero termico dell’impianto di produzione di energia elettrica: da qui nasce la cogenerazione”.
Maurizio Piergallini, amministratore delegato di So.ca.bi., negli uffici societari
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LA PREVENZIONE E LA TUTELA AMBIENTALE AL PRIMO POSTO Una panoramica sulle attività e le iniziative messe in campo dall’Agenzia per la Tutela dell’Ambiente della Regione Abruzzo
L’
Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente (ARTA) nasce come ente strumentale della Regione Abruzzo con la legge regionale n. 64 del 1998. Formalmente costituita nel gennaio 2000, l’Agenzia inizia la sua attività, utilizzando le risorse umane e strumentali degli ex P.M.I.P. (Presidi Multizonali di Igiene e Prevenzione) delle USL. L’attività di prevenzione, protezione e tutela ambientale che viene affidata all’ARTA dalla legge 64/98 (modificata e integrata con legge regionale 27 del 2010, pubblicata sul BURA del 30 luglio scorso, approvata all’unanimità in consiglio regionale), è complessa e specialistica e risponde all’esigenza di sviluppare processi mirati alla salvaguardia dell’ambiente. L’Agenzia opera sul territorio locale attraverso i suoi servizi tecnici ed amministrativi presso la sede centrale di Pescara (in via Marconi) e le attività tecnico-specialistiche dei cinque dipartimenti territoriali (Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo e Vasto San Salvo). Le attività svolte possono essere così riassunte: supporto tecnico-scientifico alla
LA SCUOLA EMAS ABRUZZO, ISTITUITA DALL’ARTA, SI RAFFORZA È dello scorso luglio la notizia che vede la Provincia di Pescara aderire alla Scuola Emas Abruzzo. L’ingresso dell’amministrazione pescarese nell’associazione senza fini di lucro, istituita nel dicembre 2006 (soci fondatori ARTA Abruzzo, Provincia di Teramo e Provincia di Chieti, socio ordinario il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, socio onorario l’Anci Abruzzo), aggiunge un importante tassello alla rete istituzionale di quello che è ormai diventato il centro regionale di riferimento per la formazione superiore
pubblica amministrazione; controllo delle pressioni ambientali determinate dalle attività umane che, prelevando risorse ed interagendo con l’ambiente circostante (scarichi, emissioni, rifiuti, sfruttamento del suolo…), producono impatti sull’ambiente naturale; monitoraggio dello stato dell’ambiente determinato dal livello di qualità delle diverse matrici (aria, acqua, suolo); prevenzione finalizzata alla promozione della sostenibilità ambientale secondo i dettami dell’Unione Europea (Regolamenti UE EMAS, Ecolabel-Ecoaudit ecc.). Inoltre, con il SIRA (Sistema sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Lo conferma lo stesso Francesco Marconi, assessore presidente pro-tempore dell’associazione: “Si tratta di un potenziamento, dalla valenza innovativa e strategica, di questa alleanza trasversale tra enti locali abruzzesi. Il prossimo passo sarà il coinvolgimento della Provincia dell’Aquila. I traguardi raggiunti e la qualità della didattica hanno, tra l’altro, garantito l’immediato impiego del personale formato nelle iniziative realizzate da istituzioni e imprese del territorio, spingendo la Scuola a predisporre nuovi corsi specialistici sempre più adeguati alle richieste del mercato. Vediamo così concretizzarsi un progetto su cui, inizialmente, forse pochi scommettevano”.
Nelle foto tecnici Arta al lavoro e la motonave laboratorio Ermione
informativo regionale ambientale), l’ARTA si pone due scopi principali: sostenere le politiche di governo del territorio regionale e garantire l’informazione ambientale ai diversi livelli istituzionali, proprio attraverso la realizzazione di questa banca-dati. Tali obiettivi sono garantiti anche dalla più efficiente gestione dello scambio informativo tra l’ARTA Abruzzo, la Direzione Territorio e Ambiente della Regione Abruzzo, il Ministero dell’Ambiente e l’ISPRA. Al proprio interno l’Agenzia regionale ha sviluppato anche mansioni specialistiche, con l’istituzione di Centri di Riferimento Regionale su diverse tematiche ambientali: amianto, legionella e radioattività ambientale. L’ARTA Abruzzo sviluppa competenze tecnico-scientifiche in continua evoluzione e per rispondere alle esigenze dettate da progetti in campo ambientale, siano essi comunitari, nazionali o regionali. di Andrea Beato
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Consulenza
L’ IMPRENDITORIALITÀ: UNA PROFESSIONE CHE CONDUCE ALL’ AUTOREALIZZAZIONE Non è un mestiere per tutti, ma chi pensa di diventare imprenditore ha titolo per coltivare un sogno, avviarsi verso un’ avventura concreta, forse un percorso di vita in cui il confronto con la realtà è una continua sfida
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una vita di lotta, di sacrifici, di frustrazioni, di soddisfazioni, di gratificazioni, di esistenza. Intraprendere significa cercare la lotta, il confronto, la crescita, la scoperta, l’ignoto. Significa costruire, significa creare. Da qui raccogliere sensazioni talvolta anche culminanti. Forse significa vivere più che esistere. Imprenditori non necessariamente si nasce: alcuni elementi genetici devono comunque sussistere. Tuttavia, come per ogni altra professione, è coltivando, apprendendo ed esercitando, che si possono sviluppare le abilità e conoscenze necessarie per diventare un buon imprenditore. Tre sono le attitudini e le qualità fondamentali che caratterizzano una strada imprenditoriale volta al successo: - capacità di cogliere le opportunità che il contesto offre. É in funzione di quest’ultimo che occorre saper enucleare obiettivi e costruire delle strategie che dovranno poi susseguirsi nel futuro in modo creativo; - capacità organizzativa, che si manifesta nel saper delineare organizzazioni al mutare dei cambiamenti; - possesso del “carisma”, cioè del talento che facilita la possibilità di coordinare e dirigere i cambiamenti delle organizzazioni che si oppongono al mutare degli eventi, spesso condizionati dal conformismo e dall’abitudine. Fare l’imprenditore oggi richiede una professionalità più completa. Bisogna coniugare cultura manageriale di tipo “verticale” (pianificazione strategica, conoscenze
metodologiche in materia di marketing, finanza e controllo, ottimizzazione dei processi organizzativi produttivi, tecniche di sviluppo dei prodotti) con capacità sistemiche di tipo “orizzontale” (conoscenze micro e macroeconomiche, nozioni di diritto del lavoro, conoscenze legali, fiscali e societarie, ecc.). Altra rilevante caratteristica dell’imprenditore di successo: l’umiltà. Questa acuisce la percezione, la rende concreta, controlla lo sviluppo della creatività e della pianificazione strategica rendendo l’ azione realizzativa più coerente, prudente e sistematica. L’ umiltà si traduce nella costante apertura al confronto e all’apprendimento, favorisce l’azione positiva: da qui la sistematicità nella crescita. Importanti studi sulle caratteristiche di successo degli imprenditori hanno consentito di delineare i seguenti tratti caratteriali: - bisogno di autonomia; - fiducia in se stessi, che porta sicurezza nel controllo degli eventi e dei comportamenti esterni; - rapporto distaccato dal potere, motiva-
zione al successo; - moderata propensione al rischio, con una buona capacità di superare la frustrazione e dominare complessità crescenti; - costanza, determinazione, laboriosità, con capacità di sostenere anche duri ritmi di lavoro; - desiderio di realizzare, creando, costruendo qualcosa con le proprie mani; - motivazione a svolgere attività che assicurino risultati tangibili; - creatività, tendenza verso la trasgressione e la ribellione; - capacità di leadership. L’imprenditore diventa un centro di un sistema, il generatore e il motore di un organismo: l’azienda. La quale a sua volta potrà, se l’imprenditore è bravo, autorigenerarsi all’infinito, diventando fonte di produzione, di valore e ricchezza.Da qui il grande valore sociale dell’attività dell’imprenditore. Egli è creatore di ricchezza per sè e per la società, è il nucleo che conferisce esistenza all’atomo, un elemento fondamentale del nostro divenire. di Giorgio Guidi
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Consulenza
NUOVI SCENARI. IL CONSULENTE PRIMA E DOPO LA CRISI Marco Beltrami, presidente Apco (Associazione professionale consulenti di direzione ed organizzazione) analizza i cambiamenti legati al difficile momento globale: anche la figura del consulente dovrà evolversi per competere
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a crisi c’è stata. La crisi è finita, siamo in ripresa? Il tema è controverso e non voglio entrare in una discussione spesso accademica: desidero però fare qualche ragionamento dal punto di vista dei consulenti, che sono degli attori del sistema economico. Alcuni consulenti, sia singoli che società, nel 2009 sono andati bene, ma i più hanno sofferto molto. In un recente incontro, organizzato da Apco a Bologna, abbiamo parlato di “strategie per una ripresa debole” e il dibattito si è proprio spostato sui consulenti, sulle società di consulenza, sul modo di fare consulenza: tutti abbiamo condiviso che, anche nell’ipotesi della ripresa piena del mercato, il mondo della consulenza cambierà. Sono personalmente convinto che il contributo che i consulenti possano dare continui ad essere estremamente importante
Quirino Piccirilli, coordinatore territoriale della delegazione abruzzese di Apco
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e decisivo per molte aziende, ma questo avverrà solo se i consulenti sapranno rinnovarsi, specializzarsi, focalizzarsi. I clienti chiedono al consulente supporto per affrontare nuovi problemi, originati dalla crisi o specialistici, e si aspettano un consulente che abbia dimestichezza con questi problemi. Il cliente si aspetta che il consulente sia più avanti di lui, sia propositivo, segnali i problemi futuri, le opportunità finora non colte. Forse la crisi per i consulenti non è finita, ora è meno di mercato, ma più interiore: una sfida forte a rimettersi in gioco su contenuti, organizzazione, relazione con il cliente. Io sono certo che i consulenti possano riuscirci: non a caso coloro tra essi che in questo periodo hanno avuto risultati positivi sono quelli che hanno saputo cogliere bisogni specifici del mercato e dare loro risposta, che hanno saputo far evolvere la loro “value proposition”. Apco non vuole lasciare soli i consulenti ed i clienti ad affrontare queste sfide. Ad esempio, un contributo importante che offriamo come associazione per semplificare e far crescere la relazione cliente-consulente è rappresentato dalla certificazione Cmc (Certified management consultant), unica certificazione internazionale esistente per la consulenza di management, che qualifica i consulenti che hanno un livello “certificato” di professionalità, competenza, esperienza. La stessa iscrizione ad Apco è per il cliente una forma di garanzia, perchè segnala un consulente che si riconosce in una comunità professionale, ha delle esperienze dimostrate, aderisce ad un codice etico. Con questo spirito abbiamo dato rinnovato stimolo alla nostra delegazione abruzzese, con la nomina di Quirino Piccirillo a coordinatore territoriale.
La sua attività permetterà di far crescere i consulenti operanti sul territorio, lavorando sull’aumento delle competenze, il potenziamento del network e l’incremento della visibilità della figura del consulente. L’obiettivo che abbiamo condiviso è di rendere Apco un interlocutore propositivo e proattivo per istituzioni ed aziende abruzzesi. Un contributo alla ripresa dell’Abruzzo. di Marco Beltrami
Marco Beltrami, presidente Apco
L’ASSOCIAZIONE Costituita nel 1968, Apco riunisce e certifica coloro che svolgono professionalmente attività di consulenza organizzativa e direzionale sia individualmente, sia come associati, partner o dipendenti di società di consulenza. Per informazioni www.apcoitalia.it.
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Bandi
I CONTRIBUTI E GLI INCENTIVI SUDDIVISI PER REGIONE marche
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EMILIA ROMAGNA
⇒ POR FESR MARCHE 2007/2013 “Fondo di garanzia per investimenti in energie alternative e risparmio energetico” Il Fondo è finalizzato a sostenere gli investimenti finalizzati all’utilizzo di fonti da energie alternative e al risparmio energetico. E’ prevista anche la possibilità di intervenire con cogaranzia e controgaranzia DAL 02/08/2010 PROCEDURA A BANDO APERTO
⇒ REGIONE ABRUZZO “Contributi per le imprese artigiane LEGGI: 1068/64-240/81-949/52” Contributi in c/interessi (spesa ammissibile max. 500.000 euro, contributo dal 25% al 100% tasso di riferimento) e in c/canoni (max 500.000 euro, dal 35% al 100% t.rif.) per attività di ammodernamento, ampliamento e ristrutturazione di immobili ovvero acquisti di macchinari o materiale. DAL 15 FEBBRAIO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE
⇒ REGIONE EMILIA – ROMAGNA “Fondo di cogaranzia regionale per l’accesso al credito delle imprese” Il Fondo presta garanzie per le imprese (5080% finanziamento erogato max 1.500.000 euro) a fronte delle seguenti operazioni: a) finanziamenti chirografari o assistiti da garanzia reale o aperture di credito, di durata non superiore a 120 mesi b) locazioni finanziarie immobiliari e mobiliari di durata non superiore a 120 mesi, effettuate per i progetti di investimenti c) operazioni di factoring di durata non superiore a 120 mesi BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE
⇒ PROGRAMMA SVILUPPO RURALE 2007/2013 “Insediamento di giovani agricoltori e pacchetto giovani” Contributi in c/interessi (max 15.000 euro) e in conto capitale (max. 40.000) per giovani agricoltori (18-40 anni) in possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali che si impegna a presentare un piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola (business plan). La misura intende favorire il ricambio generazionale con aiuti diretti all’insediamento e con la predisposizione di un “pacchetto giovani” da garantire ai nuovi imprenditori. SCADENZA 27/11/2010 ⇒ FONDAZIONE MARCHE “Start-up di imprese innovative” Promozione e creazione di nuove imprese nella Regione Marche, fornendo agli aspiranti imprenditori un contributo finanziario (partecipazione al capitale o prestito d’onore) e il supporto di tutor nella pianificazione e gestione dell’attività da intraprendere, con lo scopo di contribuire al conseguimento dei risultati auspicati “Start Up di imprese innovative realizzate a seguito di ristrutturazioni o riconversioni” Finanziamento ( partecipazione al capitale o prestito d’onore) in favore di imprese che originano da ristrutturazioni o spin-off di aziende in crisi e in ristrutturazione e si collocano nella medesima area. BANDI APERTI FINO AD ESAURIMENTO FONDI
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⇒ PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 “Investimenti in azienda per attività agrituristica” Contributi in c/capitale (max 60% spese ammissibili) per la realizzazione di interventi di recupero di immobili da destinare all’attività agrituristica a servizi di ospitalità turistica e e didattica, al recupero e valorizzazione di attività artigianali legate alla cultura e tradizione rurale e contadina. SCADENZA 20/10/2010
MOLISE ⇒ FONDO UNICO ANTICRISI “Fondo di garanzia per le imprese” Sono stati approvati i regolamenti di attuazione relativi riferiti agli interventi di consolidamento del debito, sostegno agli investimenti e differimento degli oneri sociali. La garanzia potrà coprire al massimo il 90% dell’importo delle operazioni, per un ammontare limite di 1,5 mln di euro. BANDO A SPORTELLO dal 2 Aprile
“ Sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio” Accordo sottoscritto dalla Regione Emilia Romagna, dal Ministero dell’Economia, dall’A.B.I. e dalle Associazione imprenditoriali per la sospensione dei pagamenti delle P.M.I. nei confronti del sistema bancario, compresi quelli relativi leggi/interventi/misure di incentivazione regionale. BANDO APERTO ⇒ WE TECH OFF “Bando per la creazione di imprese innovative” Progetto per l’erogazione di servizi a favore di gruppi portatori di idee imprenditoriali e start-up tecnologiche nelle fasi di incubazione e avvio dell’attività. SCADENZA 31/12/2011
PUGLIA ⇒ POR FESR 2007/2013 “Contributi a micro e piccole imprese” Contributi in c/impianti (max 45% micro 35% piccole) su finanziamenti fino a 1 mln di euro per attività di creazione nuova impresa, ampliamento, ammodernamento, diversificazione della produzione, cambiamento fondamentale del processo di produzione SCADENZA 31/12/2010
Aldo Bruno, Enrico Picchio, Michele Sasso, Alessandro Stecconi, Marco D’Ascanio Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida Tel. 071.28521 finanza@sidagroup.com
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“LE MARCHE FANNO GRANDI COSE, MA NON AMANO PARLARE DI SÉ” Giancarlo Trapanese, giornalista, scrittore, docente universitario, si racconta e ci racconta le sue Marche
dere i momenti della nostra vita”. Come si conciliano in Lei la passione per lo sport e quella per la letteratura? “So che questi possono sembrare due piani distinti, lontani, ma in realtà io ho sempre seguito lo sport come un fattore di crescita, come un anelito a migliorare se stessi, a livello di prestazione agonistica, di risultati, di tempi e in questo senso le regole dello sport, che considero un’autentica metafora della vita, sono le stesse che una persona deve seguire ogni giorno. Posso quindi dire che sport e letteratura hanno la stessa matrice, sono animati da emozioni e sentimenti autentici e dalla stessa voglia di comunicare”.
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rofessor Trapanese, secondo la Sua esperienza di vice caporedattore di Rai Marche, di scrittore pluripremiato e di docente universitario, che importanza ha oggi la comunicazione? “La comunicazione è la grande scommessa su cui si gioca il futuro dell’umanità. Viviamo in un’epoca in cui, sul piano delle opportunità, abbiamo risorse e mezzi straordinari, come internet, il telefonino, le Tv satellitari, ma in realtà non riusciamo a comunicare cose autentiche. Purtroppo sul piano dei sentimenti e delle emozioni non comunichiamo affatto, siamo entrati in una logica per cui ognuno crede di bastare a se stesso e le informazioni circolano solo per raggiungere determinati scopi. Stiamo perdendo l’abitudine a parlare, a sentire, a percepire gli altri, a fare con loro qualcosa, a condivi-
Restando in tema di emozioni, ci vuole raccontare la Sua esperienza con Cristina Tonelli, la “Sirena senza coda” che ha scoperto grazie ad un concorso letterario per le scuole? “È stata in assoluto una delle più belle e autentiche esperienze della mia vita, come quella con Don Oreste Benzi; è stata profonda e costruttiva sin dal primo momento. Mi ha fatto cambiare la scala dei valori della vita, ho capito quante inutili preoccupazioni e ansie abbiamo e grazie a lei, così giovane, ma così forte, nonostante i limiti fisici che il suo corpo le impone, oggi mi sento un uomo più saggio. Cristina è un’autentica forza della natura”. La cultura è davvero uno strumento straordinario per conoscere la vita. A proposito di cultura, vuole fare qualche considerazione sulla situazione nelle Marche?
Giancarlo Trapanese nato ad Ancona nel 1954, attualmente risiede nel capoluogo marchigiano e a Numana. Sposato, con due figli, è vicecaporedattore della sede Rai per le Marche, professore a contratto di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo presso Scienze delle Comunicazioni - Università di Macerata e autore di sei libri: “Se son fiori”, Moretti Editore, “Luna traversa”, Halley Editore, “Da quanto tempo”, Neftasia Editore, “Sirena senza coda”, Vallecchi editore e “Quella volta che, avventure e ricordi di Alceo Moretti”, pubblicato nel 2010. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Nettuno d’Argento, il Premio Marche Cesma (Roma), il Premio alla carriere al Concorso Letterario Internazionale Città di Cattolica e, nel 2010, il Premio Marchigiano dell’anno. “Le Marche sono una regione straordinaria e molto particolare, fanno grandi cose, hanno grandi valori, ma non si propongono, non parlano di sé, hanno il piacere di essere scoperte. La nostra regione ha una grande dignità e un elevato livello culturale, abbiamo valori profondi, rapporti umani unici, legati sia alla famiglia, che alla società e al territorio. Quando si organizza qualcosa la risposta è sempre molto forte, ma purtroppo spesso mancano i fondi per finanziare e promuovere simili eventi. La capacità di produrre cultura, in tutte le sue forme, è molto alta e andrebbe valorizzata e risaltata maggiormente”. di Michela Rossi
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LA SCULTURA DI TONINO SANTEUSANIO, TRA PASSIONE, LAVORO, EMOZIONE E RIFLESSIONE “Non mi lascio mai guidare dalla materia, sono io che la devo plasmare. È l’unica forma di potenza che la natura ti concede, perché è molto faticoso e difficile tirar fuori con martello e scalpello, forme mentali dalla pietra…”
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ella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Maria da Piede, nel Comune di Crecchio (Chieti), incontriamo Tonino Santeusanio, presente nell’ambito di una mostra interamente dedicata alle sue opere di scultura. Originario di Villa Tucci, una delle quindici “ville” che compongono il piccolo centro in provincia di Chieti, Santeusanio si racconta volentieri, con semplicità e schiettezza, in sincera apertura verso chi, come noi, con interesse e ammirazione, intende avvicinarsi alla sua arte e al suo pensiero. La lunga e dura esperienza in Germania, iniziata in giovanissima età, si è rivelata per l’artista profondamente formativa; qui
frequenta atelier di scalpellisti e marmisti, matura la sua passione per l’arte e per la pietra, segue un percorso di studi e legge molto, soprattutto di Michelangelo, nella ricerca di ciò che muove l’uomo a «scolpire un blocco totalmente chiuso». Tornato in Italia frequenta l’Accademia delle Belle Arti di L’Aquila, città che egli stesso definisce “prolifica” per la sua arte e nella quale avviene l’incontro determinante con Andrea Cascella, che egli chiama ancora adesso “il professore” e su incoraggiamento del quale intraprende l’esperienza di studi a Milano, presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera. «A lui ho dedicato venti anni della mia
Visione d’insieme della mostra dedicata a Tonino Santeusanio, in corso presso la Chiesa di Santa Maria da Piede, Crecchio (Chieti)
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Primo piano dell’artista Tonino Santeusanio, nel corso della nostra intervista
vita» dice Santeusanio nel raccontare con emozione le notti di lavoro nello studio del grande artista suo conterraneo, alle cui forme si sentiva così congeniale e dal quale ha appreso i segreti della lavorazione del marmo e della pietra. Di lui Cascella ha scritto: «Conosco Santeusanio da molti anni, sia come allievo attento e scrupoloso di cui mi ha conquistato l’indocilità nel plasmare la materia con eleganza, sia come uomo caparbio e irruente, ma di una sensibilità estrema. A lui importa la resa finale di ciò che crea, la fedeltà all’esasperazione, alla forma e alle emozioni che la vita reale gli scatena nell’animo. Diverse volte nel suo studio, già dalle prime opere appena abbozzate, notavo la tensione gestuale, leggevo la genesi dell’uomo inteso come concetto filosofico, conscio delle miriadi di cose che lo circondano e di se stesso». La maturità che acquisisce, grazie al lavoro duro dal quale mai rifugge e allo studio
attento della storia dell’arte, gli permettono di affrontare tematiche sempre più complesse e profonde, dalla sacralità alla sofferenza umana, dall’amore, come gioia e unione, al contrastato rapporto uomo donna, fino al messaggio sociale e politico. «Le mie ricerche - dice l’artista - sono sempre fondate sulla figura umana e sul discorso di un’osmosi tra interno ed esterno, tra donna e uomo, in un magnifico incontro in cui nasce il futuro». Mosso dalla passione e dall’interesse, ama lo studio e la storia dell’arte, quale momento, dice egli stesso, di conoscenza, confronto e riflessione. Conscio delle difficoltà di un artista nell’affermarsi, auspica un maggiore avvicinamento all’arte, a partire dalle scuole e consiglia ai giovani che intendano perseguire un simile percorso, di studiare e di non trascurare il valore della tradizione, quale trasferimento di esperienze che si acquisisce solo frequentando un artista che si ponga come mediatore, in una sorta di passaggio di padre in figlio. Nello studio-capannone, a Villa Tucci, dove vive e lavora dal ’90, nascono le sue opere, realizzate con fatica e impegno, a colpi di martello e scalpello: con forza e decisione viene tolta la pietra superflua fino a tirare fuori e dare vita fisica a quella che era una forma mentale, l’idea maturata dall’artista. Qui Santeusanio coltiva la sua arte con strenua determinazione e passione, porta avanti la sua idea e il suo messaggio, coerente con la sua storia e le sue riflessioni, fuori da ogni corrente, ma dentro un profondo sentire della vita, delle emozioni, dell’amore, dell’umanità. La sua è una riflessione, afferma, «sulla persona, sull’ambiente in cui vive, produce e muore. Intendo rappresentare i suoi valori immortali, gli stessi che troviamo nella scultura arcaica, ma non più come evocazione, bensì come messaggio da rivelare, perché nell’uomo è già contenuto ciò che io scolpisco, in esso è solo sepolto sotto tanta polvere, che voglio togliere via». di Emanuela Gennaioli (Foto di Diego Panico)
In alto, Pensiamoci. L’opera in pietra bianca abruzzese, rappresenta una donna matura, che ha vissuto e lavorato. Questo tipo di donna è di solito poco considerata, piuttosto spaventa l’uomo; per questo il suggerimento dello scultore: «pensiamoci insieme a migliorare l’idea e la condizione della donna, perché è lei la portatrice del futuro». Sopra, Tensione. In queste linee si esprime il movimento ritmico di una figura che conquista lo spazio, lo rende attivo e vive in esso.
In alto, L’indifferenza. La scultura veicola un messaggio sociale. Le braccia distese e chiuse della figura in piedi mostrano una non disponibilità all’accoglienza. Sopra, Amplesso/ Tango. Uomo e donna insieme a generare una gioia e una passione continua, nell’amplesso come nel più passionale dei balli.
Klessidra, strumento atto a scadenzare il trascorrere meccanico del tempo, in questa scultura si chiude nell’abbraccio umano che ci distingue dalla meccanicità
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Offerte di lavoro a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it Gruppo Monaldi, gruppo di rilevanza europea con stabilimenti produttivi in Italia e all’estero dedicati alla produzione di uova e prodotti derivati, per il potenziamento del proprio ufficio vendite ricerca: RIF: MN/02 IMPIEGATO BACK OFFICE COMMERCIALE Il nuovo collaboratore, rispondendo alla Direzione Commerciale e in affiancamento all’attuale assistente di back office, gestirà le seguenti pratiche: monitoraggio rapporti di vendita, gestione data – base e anagrafiche clienti, ricerche in internet, organizzazione viaggi e agenda per la direzione. Curerà inoltre gli aspetti legati alle rassegne stampe e ai bollettini nazionali e internazionali per l’aggiornamento dei listini e delle relative quotazioni. Il candidato ideale è un giovane, anche senza esperienza professionale, motivato ad intraprendere un percorso professionale e di crescita all’interno della segreteria commerciale di una delle aziende internazionali più importanti del territorio. É necessaria la conoscenza della lingua inglese. Attitudine all’ organizzazione, spirito di collaborazione, disponibilità all’apprendimento e tendenza alle public relations completano il profilo. Si tratta di un lavoro full time che necessita di essere affrontato con impegno, motivazione e flessibilità di orario; disponibilità e impegno sono quindi requisiti imprescindibili per il buon esito dell’inserimento in azienda.L’inserimento avverrà con un contratto di lavoro da dipendente (CCNL – Alimentare) a tempo determinato o indeterminato in funzione del livello della professionalità del candidato prescelto. La sede di lavoro è Petritoli (AP). Azienda di medie dimensioni, operante nel settore retail, con punti vendita in tutta la regione Marche ricerca RIF: AV/01 ASSISTENTE ALLA VENDITA La nuova risorsa sara’ parte del gruppo di lavoro che si occuperà di tutta la gestione del negozio: - vendita e gestione diretta del cliente garantendo l’eccellenza del servizio - supporto alle realizzazione del visual merchandising secondo le direttive del punto vendita - supporto alla gestione dell’area destinata al magazzino. Il candidato ideale, di circa 20 – 30 anni ha maturato preferibilmente esperienza (anche breve) in ruoli similari. Saranno tuttavia prese in considerazione anche candidature senza esperienza purchè motivate a ricoprire il ruolo in oggetto e dotate di buone doti relazionali ed attitudine alla vendita. La sede di lavoro è nella provincia di Ancona Azienda di medie dimensioni, operante nel settore retail , con punti vendita in tutta la regione Marche ricerca: RIF: CR/01 CAPO REPARTO Il candidato, riportando direttamente allo Store Manager, svolgerà le seguenti attività: • Massimizzare le vendite del reparto assicurando il raggiungimento dei target definiti;
• Supervisionare le attività di vendita dello staff assicurando che il livello di servizio al cliente sia in linea con gli elevati standard definiti dall’azienda; • Curare direttamente le attività di vendita ai principali clienti con l’obiettivo di garantire massima soddisfazione e fidelizzazione; • Effettuare le opportune analisi del venduto per ottimizzare il riassortimento dei prodotti e supportare le iniziative di merchandising; • Formare il proprio staff sul prodotto e sulle tecniche di comunicazione e vendita; • Organizzare e gestire la turnazione del personale del reparto; Il candidato ideale è un professionista di età compresa tra i 25 e i 35 anni, che ha maturato esperienza in ruoli analoghi, preferibilmente in aziende operanti nel settore abbigliamento e/o sportivo. Completano il profilo doti relazionali, attitudine a lavorare per obiettivi e in team, predisposizione al problem solving e spiccate capacità di analisi. La sede di lavoro è in provincia di Ancona. GRUPPO GGF è l’ azienda del Gruppo Sida specializzata in servizi di direct marketing e costumer care. Per il progetto che la vede impegnata nella gestione del Servizio di Assistenza e Supporto Commerciale ad importanti tour operator ricerca: RIF: OB/10 10 OPERATORE BOOKING I nuovi collaboratori saranno inseriti nella divisione (inbound) “Booking/Servizi turistici” per i Tour Operator. Nello specifico i candidati ci si interfacceranno con le AdV (Agenzie di Viaggi) per supportarle nella promozione e vendita dei pacchetti dei propri tour operator: booking on line, modifiche di prenotazioni, illustrazione offerte, last minute ecc. Il candidato ideale, di età compresa tra i 20 e i 29 anni, diplomato e/o laureato, ha maturato preferibilmente esperienze similari (agenzie di viaggi, tour operator, call center, uffici informazioni ecc), anche di breve durata. Completano il profilo doti comunicative, utilizzo del pc, orientamento al cliente e precisione. PERCORSO DI INSERIMENTO: - I FASE: Colloqui Selettivi (di Gruppo e Individuale) - II FASE: Corso di Formazione/Selezione (GRATUITO) della durata di 1 mese. Al termini del Corso di formazione l’azienda propone un contratto a tempo determinato (CCNL) di 9/10 mesi (impegno full time 40 ore settimanali) con possibilità di rinnovo indeterminato. La sede di lavoro è Ancona. Noto Gruppo di rilevanza nazionale e riconosciuta per la qualità e la specializzazione dei servizi erogati alle aziende operanti nell’ambito del turismo ricerca: RIF: GGF/05 COORDINATORE UFFICIO MARKETING Il nuovo collaboratore sarà responsabile del coordinamento di un gruppo di lavoro che opera con l’obiettivo di studiare, proporre e realizzare progetti di marketing ai propri clienti. I progetti comprendono indagini di mercato, valo-
rizzazione del marchio, innovazione del prodotto, soddisfazione del cliente, ecc. L’attività consisterà quindi nel supportare i colleghi nelle fasi di gestione del rapporto con il cliente e nella fase di analisi del fabbisogno consulenziale per poi contribuire alla sua impostazione e monitorarne l’andamento in fase di realizzazione. Il candidato ideale è un laureato di 34 – 40 anni che ha ricoperto un ruolo significativo nella funzione marketing di aziende di servizi e/o società di consulenza. Siamo interessati ad entrare in contatto con brillanti e dinamici professionisti in grado di coordinare, motivare il proprio gruppo di lavoro e di gestire con professionalità rapporti con i clienti a livello nazionale e internazionale. Sono richieste quindi: ottima preparazione in termini di marketing strategico, predisposizione ai rapporti interpersonali di taglio commerciale, leadership e spirito di gruppo. Costituisce requisito preferenziale la conoscenza del settore turismo. Previsto inserimento nell’organico come dipendente. La sede dell’azienda è Ancona Con l’obiettivo di promuovere le competenze manageriali e favorire la diffusione di una solida cultura d’impresa nell’ambito del marketing, GGF, azienda specializzata nella fornitura di servizi di direct-marketing, assegna: RIF: GGF/02 2 BORSE DI STUDIO TOTALI MASTER IN “SALES A MARKETING MANAGER” I vincitori delle 2 borse di studio verranno inseriti in un piano di formazione e job rotations all’interno dell’azienda con l’obiettivo di comprenderne i processi in modo globale. L’obiettivo del percorso è quello di formare professionisti in grado di operare e gestire con progressiva autonomia i seguenti ruoli: business analys, key account, addetto al marketing operativo. La posizione è particolarmente interessante per un giovane di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, preferibilmente laureato in discipline economiche e/o linguistiche che ha forte motivazione e interesse ad intraprendere una professione nell’ambito della funzione marketing a livello internazionale. Sono preferibili il domicilio nella regione Marche (preferibilmente nelle provincie di Ancona e Macerata) e la conoscenza di una lingua straniera. Organizzazione, predisposizione ai processi di analisi e ottime doti relazionali completano il profilo. Si Offre: - Borsa di Studio a copertura totale del MASTER IN SALES E MARKETING MANAGER gestito da SIDA GROUP con formula Week End (venerdì + sabato mattina). Il candidato non sosterrà quindi nessun costo per l’iscrizione e la frequenza al percorso formativo. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al corso) presso una delle sedi delle aziende clienti che aderiscono al progetto. - Possibilità di inserimento lavorativo all’interno dell’azienda al termine del percorso di formazione/ stage INFORMAZIONI Il percorso formativo avrà inizio il ad fine Ottobre 2010 e la durata prevista è di 6 mesi (aula e stage compresi).
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio • 60131 Ancona - Fax 071/2852245 • info@sidasrl.it • www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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