CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MAGGIO ‘11 N°3 anno XVIII
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Mi faccio una barca…
DOSSIER ENERGIA & RIFIUTI
Le Marche sempre più green
esclusivo Gianluca Fenucci
Distretto del mare, i tempi sono maturi
Nave Scuola Amerigo Vespucci
La nave più bella del mondo
A casa di... Brachetti Peretti
Benvenuti nella tenuta del Conte
50° anniversario Buon compleanno Scavolini ISSN 20367589
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Bufarini: “Niente di meglio” Affiatamento, sinergia, formazione, sicurezza e qualità dei servizi: così il Commendatore Giuliana Bufarini e il fratello Giordano hanno fatto della loro azienda una realtà d’eccellenza 83
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SOMMARIO
FORMAZIONE
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Università di Camerino: Unicam, raggiunto il primo traguardo per l’accreditamento EAEVE
LAVORO 30 Provincia di Ancona: In provincia di Ancona opportunità lavorative per i disoccupati
EnricoMartini
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Italia Lavoro: Cos’è il “Programma Lavoro & Sviluppo 4”?
INTERNAZIONALIZZAZIONE 36 Gruppo Monaldi in Romania: la formazione come variabile strategica per il successo dello sviluppo organizzativo
CREDITO 38
Bufarini
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Una “Santa Alleanza” tra Fidimpresa Marche e banche per facilitare l’accesso al credito
ALTO ARTIGIANATO
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Giuliana Scipioni “Vivo il mio lavoro come un innamoramento”
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brevi dal territorio
VITA DA MANAGER
44 Maurizio Fiorani
ElisaSantoni
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“Andare all’estero ha costituito per me un’esperienza fondamentale; è stato quasi come avere un’illuminazione sulla Via di Damasco”
NUOVE PROFESSIONI
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Il councelor
CARRIERE E POLTRONE
MaurizioFiorani
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Rubrica
13 L’editoriale di Flavio Guidi
PRIMOPIANO
14 Enrico Martini
il Direttore dell’ENIT di Tokyo
COVERSTORY 18 Bufarini:
“Niente di meglio”
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Comuni della Media Vallesina, cambio al vertice
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contributi E bandi
consulenzA
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È operativo il Fondo Italiano di Investimento
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La media conciliazione: il profilo del mediatore e la specificità del ruolo dell’avvocato
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Crescita del Pil e Stato sociale
BORSA 60
IMPRESA 62
ilpersonaggio
24 Elisa Santoni
La capitana delle “Farfalle Azzurre”
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Il firmamento delle marchigiane quotate
Una boutique del pane a Civitanova Marche
64 Pelletteria Il Ponte: “Il lusso accessibile” punta sull’informatizzazione aziendale
dossier: ENERGIA E RIFIUTI 110
Le Marche sempre più green
112 Mauro Ragaini:
“Gara per il gestore unico, auspico un’intesa tra le società marchigiane”
116 Alessandro Massi:
Sea, sinonimo di sicurezza, ricerca e passione per l’ambiente
124 Giacomo Roscioni:
“La vicinanza alle persone fa la differenza”
128 Gianfranco Miccini:
“Green Economy, l’emergere di nuovi bisogni porterà alla creazione di nuova occupazione”
132 Claudio Regini:
“Abbiamo già tutta l’energia di cui c’è bisogno”
COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mondolavoro.eu guido.guidi@mlmagazine.it
A CASA DI... Aldo Maria Benvenuti nella Tenuta del Conte
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Auto 138
Alfa ROMEO: GIULIETTA
TENDENZE 140 Paola Giorgi:
“Nella mia valigia non manca mai Shakespeare”
Storia e dintorni SPECIALE: NAUTICA 70
I numeri della nautica
78 Gianluca Fenucci:
“Distretto del mare, i tempi sono maturi”70 82 Gianfranco Jacobone: “Se la nautica vuole arrivare al ceto medio, la barca deve costare come un camper”
150 Riccarco Ceccarelli:
La storia di Jesi e della Vallesina, un’avventura
153 Itinerari
del gusto
Eventi
83 Enrico Martini:
156 Buon compleanno Scavolini 158 Vinitaly 160 I Saloni 2011: 50 Years Young
84 Luciano Bilancioni:
Libri
“Vi sono Paesi in cui la nautica è alla portata di molti” Tendenze di mare
92 Giorgio Occhipinti:
“Porti, puntare sull’ammodernamento delle strutture esistenti”
96 Convegno:
Traversata nel tempo
98 Fano Yach Festival:
A Fano il lusso che naviga
100 Roberto Giulianelli:
Il porto di Ancona. Strategie e infrastrutture fra Sette e Novecento
102 Exit:
La provincia di Macerata vi aspetta
104 Nave Scuola Amerigo Vespucci: “La più bella nave del mondo”
Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mondolavoro.eu flavio.guidi@mlmagazine.it
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ML presenta “I love Ju”
Appunti in agenda 164
Chicchi di caffè nella cultura
Arte e musica 170 Sandro Fabbri:
Mostra Antologica a Recanati
172 Elisa chiama i Piccoli Cantori CLAET
Progetti
Intervista a Franco Capponi, candidato alla Presidenza della Provincia di Macerata
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Salute e benessere 176 Antonio Benedetti:
“I punti di forza sono le persone che compongono la facoltà”
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OLQ
Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mondolavoro.eu p.duranti@mlmagazine.it CAPOREDATTRICE Asmae Dachan mondolavoro@ggfgroup.it a.dachan@mlmagazine.it UFFICIO COMMERCIALE commerciale@mlmagazine.it Tel. 071 2912331 COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@ggfgroup.it m.palumbo@mlmagazine.it Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994 REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella Michele Barchiesi Immacolata Barone Margherita Camilletti Antonella Cavoli Lorenzo Dattolo Fabio Di Giulio Sara Gatti Guido Guidi Christian Lucconi Laura Palanga Cristina Panara Enrico Picchio Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Alberto Tenan Massimiliano Zenobi Chiuso in redazione il 22/04/2011 progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione stampa: BIEFFE srl Recanati (MC) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11154 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN I abbonamenti@mlmagazine.it Editore GGF Group
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EDITORIALE di Flavio Guidi
Le chiavi strategiche per la ripresa: strutturare l’apparato pubblico con centri di ricerca e sviluppo L
e previsioni economiche non lasciano intravedere a tutto il 2013 prospettive di ripresa economica ed occupazionale. Cosa fare di fronte a questa realtà? Innanzitutto, prendere coscienza della situazione, diagnosticare con precisione tutti i fattori micro e macro economici che concorrono al processo di depressione (se non di regressione), nonché individuare e classificare le criticità prospettiche. Ad esempio? Costi dei fattori della produzione non più competitivi, deficit strutturali del sistema (giustizia, formazione, infrastrutture), spostamento della domanda a livello internazionale, criticità dei sistemi finanziari, spesa pubblica da contenere, bassa produttività, elevato livello di tassazione, settori economici non più competitivi, ecc. a questo punto occorre individuare i punti di forza del sistema (cosa sappiamo fare e quali sono i fattori che possono sostenerci nella ripresa), nonché le opportunità che, se colte, potrebbero produrre benefici effetti. Ad esempio: esistono settori che presentano opportunità di business (made in Italy, 3F, turismo); con project finance e reti di impresa si possono riavviare le opere infrastrutturali nonché processi di saving sui vari fattori di produzione (fonti alternative, smaltimenti, basi logistiche, ecc.). A questo punto, si deve passare all’elaborazione di un insieme di azioni che possono tra di loro essere correlate e sinergiche e darne attuazione verificandone, con attività sistematica, la revisione e la rielaborazione. Chi deve curare quest’attività di diagnosi, ricerca e pianificazione? Il compito andrebbe affidato agli enti pubblici:
Stato, Regioni, Province, Comuni, Università, istituti, scuole, centri ed istituzioni varie, che dovrebbero riformare se non rivoluzionare al proprio interno ruolo e strutture (non dimentichiamo che vi sono milioni di operatori pubblici, 7/800.000 insegnanti). Quest’attività di ricerca, orientamento e gestione politica del territorio è pressochè inesistente. Tutto l’apparato pubblico è preposto all’attività burocratica, non percettibile. Ogni ente e istituzione si dovrebbe dotare di centri ricerca, studi e pianificazione, che dovrebbero operare a vari livelli; i loro risultati dovrebbero poi essere valutati in termini di customer satisfaction per giustificarne il mantenimento e la remunerazione. A vari livelli questi centri dovrebbero interagire integrando le conoscenze e i piani territoriali diversi, per coordinare l’azione politica di medio e lungo periodo. In definitiva, bisognerebbe destinare una buona parte del personale che opera nel settore pubblico, opportunamente formato e organizzato, ad attività di ricerca e pianificazione sviluppo per la risoluzione di problemi economici sociali. Spostare gli operatori da funzioni burocratiche a funzioni di ricerca rappresenta la soluzione dei problemi. Le Università dovrebbero svolgere un ruolo di maggior protagonismo, attraverso un impegno più energico e un’attività orientata ed organizzata. Bisogna sviluppare all’interno del pubblico l’attitudine a svolgere un’attività di ricerca e pianificazione. La politica deve gestire lo start up di una rivoluzione nella struttura pubblica verso la ricerca e la co-progettazione.
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PRIMO PIANO
“In quasi tutti i ristoranti italiani di Tokyo molto spesso vengono servite le olive fritte all’ascolana e cominciano a farsi vedere prodotti gastronomici, vini e liquori marchigiani”
Enrico Martini Marchigiano di Fermo, è il Direttore dell’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) di Tokyo nonché responsabile per il Giappone, l’Asia e l’area del Pacifico di P. Duranti
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ottor Martini, ci può descrivere la Sua stupenda carriera? “Ho cominciato a vent’anni nel 1971 a Vienna, lavorando come giovane funzionario presso la Delegazione ENIT, affacciata sul prestigioso Kaerntner Ring, quasi di fronte alla Staatsoper. Imparai a fare di tutto, dalle informazioni alla promozione, ai rapporti con i media. In quegli anni ero molto giovane, vivevo intensamente, andavo all’opera due, tre volte alla settimana e, capitato per caso in un locale molto esclusivo, proprio al centro di Vienna, sul Graben, dietro la St.Peter Kirche, diventai amico del proprietario, persona molto originale e finii col darmi del tu con importanti personaggi dell’ambiente artistico, culturale e politico viennese, alcuni dei quali anche al centro di vicende importanti, dai quali ho imparato molto, soprattutto a dare la giusta importanza alle cose che succedono intorno a noi: insomma, forse il periodo piú interessante e formativo della mia vita. In quei tempi, essendo molto appassionato di musica (suono il pianoforte), andavo quasi ogni sera a concerti di musica classica; Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Josef Haydn, Franz Schubert, Franz Liszt, Johann Strauss, ma anche Arnold Schoenberg e Alban Berg erano austriaci. Anche Joe Zawinul, famoso pianista jazz del gruppo Weather Report, che ho conosciuto, era viennese”. Per quanto tempo rimase nella capitale austriaca? “Lasciai Vienna nel 1986, richiamato per la prima volta a Roma, che per me era una città straniera come le altre, che ho affrontato con curiosità, imparando finalmente a conoscere e vivere in Italia, italiano tra gli italiani, anche se all’inizio fu un trauma”.
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Per cui presentò domanda di trasferimento ... “Chiesi di essere trasferito di nuovo all’estero nel 1990, approdando all’ENIT di Londra, città che già conoscevo da ragazzo, quando arrivai in Inghilterra per imparare l’inglese all’inizio degli anni Sessanta. L’esperienza di Londra è stata molto illuminante, città cosmopolita, dove ho conosciuto persone interessanti, completamente diversa da Vienna o Roma. Dopo Londra, nel 1992 arrivai per la prima volta a Tokyo, un’altra città che mi ha segnato, umanamente e professionalmente, nella quale però rimasi molto poco, fino all’inizio del 1994, per fare ritorno a Roma, dove mi decisi di acquistare casa, dal momento che, nel bene o nel male, il mio destino non era all’estero, ma sempre più legato all’Italia”. Ma anche questa volta non resistette molto in Italia ... “Nel 1997 mi proposi per un nuovo trasferimento all’estero ed ottenni la sede di Amsterdam, per la prima volta come responsabile di Delegazione. Ad Amsterdam imparai a guardare di più ai risultati globali, non concentrando l’attenzione verso casi troppo particolari, ma guardando più lontano. Dal 2000, rientrato a Roma e diventato dirigente, mi trovai con un servizio interno molto ampio da dirigere, con più di 40 colleghi che attendevano mie istruzioni. Non é stato facile all’inizio, per via dei rapporti diciamo “italiani” con i colleghi, diversissimi da quelli ai quali ero abituato all’estero ma, con l’aiuto di alcuni collaboratori, che chiamerei “illuminati”, anche questa fu un’esperienza molto positiva, che ricordo con piacere”. Quando avvenne il ritorno in Giappone? “A Tokyo ritornai nel 2005 per la seconda volta come responsabile di Area per il Giappone, l’Asia e l’Area del Pacifico, po-
sizione da me sempre ambita e fortemente voluta. Prevedo di rimanerci fino alla fine del prossimo agosto, per fare poi ritorno definitivamente in Italia”. Qualche parola sui marchigiani che ha conosciuto all'estero? “Ad essere sincero, non ne ho mai conosciuti tanti, dal momento che la mia attività si è sempre svolta a contatto con le realtà del luogo, con gli imprenditori locali, con i media del Paese che mi ospitava, non tanto con le varie comunità italiane all’estero. Un marchigiano che vedo attualmente spesso a Tokyo é Francesco Formiconi, di Recanati, CEO di Armani Japan e Presidente della Camera di Commercio Italiana in Giappone. Con Francesco ci incontriamo sia per lavoro che privatamente ed, oltre ad essere diventati amici, siamo d’accordo su quasi tutto, condividendo molti punti di vista, sia sul Giappone che sull’Italia”. Le Marche come sono viste all'estero, dal punto di vista non soltanto paesaggistico ma anche economico. Oppure non sono conosciute? “Nei Paesi nei quali sono stato, soprattutto gli inglesi e gli olandesi conoscono le Marche. I grandi personaggi marchigiani, naturalmente, come Rossini, Pergolesi, Raffaello Sanzio, ma anche Beniamino Gigli, sono anche un brand molto individuabile per la nostra regione. Dal punto di vista turistico, invece, a parte Urbino - patrimonio mondiale dell’Unesco - le località turistiche marchigiane non sono molto conosciute, forse un po’ di più Gabicce e Senigallia. Alcuni turisti conoscono Pesaro per via del Rossini Opera Festival. Un particolare curioso: a Tokyo, dove le Marche non sono affatto conosciute, in quasi tutti i ristoranti italiani (ce ne sono più di tremila), molto spes-
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PRIMO PIANO
so vengono servite le olive fritte all’ascolana e cominciano a farsi vedere prodotti gastronomici, vini e liquori marchigiani”. Qual é il grado di interesse dei giapponesi per l'Italia? I giapponesi amano l’Italia più di ogni altra destinazione europea. Il nostro Paese da sempre rimane al vertice delle località di vacanza europee e mondiali. Molte usanze italiane nel modo di mangiare, come pizza, pasta, caffè espresso, cappuccino, tiramisù, sono ormai diventati abitudine quotidiana dei giapponesi, che considerano l’Italia come la quintessenza del saper vivere ed apprezzare le cose della vita, dalla moda al cibo, senza lo stress che caratterizza le grandi conurbazioni giapponesi, con decine di milioni di abitanti ed uno stile di vita a volte alienante”. Infine, una testimonianza relativa alla recente tragedia che ha colpito questo popolo. Come vive la situazione il giapponese medio? “Il giapponese medio attualmente non è ottimista: dopo il terremoto e l’emergenza nucleare, vede la situazione nera, non immagina una ripresa a breve, anche se lavora a testa bassa per ricostruire. Qualche volta sono proprio io, nel corso di riunioni di lavoro e di meeting con amici e partners giapponesi, a fare loro coraggio, dicendo quello che penso, ossia: il Giappone e Tokyo in particolare, sono troppo grandi per poter “cadere” (in inglese si dice “too big to fail”). La città stessa di Tokyo è una macchina che, messa in moto, non si può più fermare, continua a vivere e a pulsare con moto ed energia autonoma; troppi sono gli abitanti, le necessità, le attività economiche,
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culturali ed artistiche che coesistono. Si potrà avere un rallentamento temporaneo ma una stasi totale la posso proprio escludere”.
“Il giapponese medio attualmente non è ottimista: dopo il terremoto e l’emergenza nucleare, vede la situazione nera, non immagina una ripresa a breve, anche se lavora a testa bassa per ricostruire”
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COVER STORY
Curriculum del Commendator Giuliana 1984 Premio “Ancona che lavora” 1997 Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana 1997 Nomina di Presidente dell’Istituto Oncologico Marchigiano dove presta opera di volontariato 2001 Medaglia d’oro al Concorso “Fedeltà al lavoro e progresso economico” 2003 Diploma di Laurea Honoris Causa in “Tecnica Industriale e Commerciale” dalla Libera e Privata Università Internazionale ISFOA di Milano 2004 Titolo di Benemerita dell’Associazione “Artefici Cristiani del Mondo del Lavoro” 2004 Premio dall’Assindustria di Ancona 2009 Onoreficienza da Commendatore
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Bufarini: “Niente di meglio” Affiatamento, sinergia, formazione, sicurezza e qualità dei servizi: così il Commendatore Giuliana Bufarini e il fratello Giordano hanno fatto della loro azienda una realtà d’eccellenza di A. Dachan
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ignori Bufarini, volete raccontarci gli esordi dell’azienda da voi guidata? “L’azienda Bufarini è nata nel 1981 da un progetto di nostro padre, Raimondo Bufarini. In questi trent’anni il nostro raggio di azione si è notevolmente ampliato: da una prima fase in cui facevamo servizi alle imprese edili e movimento terra, siamo passati al settore delle reti fognarie, offrendo la nostra professionalità al Comune di Falconara. Nella fase successiva abbiamo perfezionato il lavoro prima con i reflui biologici, poi con quelli industriali, realizzando un depuratore di nostra proprietà. Nel 2010, infine, abbiamo fatto un grosso investimento, ristrutturando completamente l’azienda”. Che tipo di consulenze e servizi vengono offerti? “Siamo passati dai lavori per le condotte e le fosse biologiche per i privati allo smaltimento dei rifiuti industriali e delle morchie oleose. Siamo a disposizione della collettività con servizi mirati, offrendo la massima disponibilità, sia sul territorio lo
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COVER STORY
cale e regionale, che su quello di tutto il centro Italia. Veniamo chiamati ogni volta che si cerca una soluzione legata ai problemi dei rifiuti o risultasse necessario un pronto intervento”. In tanti anni avete raggiunto standard qualitativi molto alti.. “Per noi la qualità è un elemento fondamentale, irrinunciabile. Il rispetto delle norme, la continua formazione, l’utilizzo delle tecnologie più moderne ci ha premiato a livello di competenza e di affidabilità. Abbiamo, infatti, ottenuto certificazioni importanti: ISO 9001 2008 e ISO 14001 2004. Entro l’anno prevediamo di ottenere la certificazione per il sistema di gestione e sicurezza OHSAS”. Quali sono le competenze e le professionalità richieste nel Vostro settore? “Con noi lavorano giovani con un’alta formazione nel settore chimico e ambientale. Abbiamo nel nostro team, oltre agli operatori che gestiscono la parte esecutiva del lavoro, due laureati in chimica, due periti chimici e due ingegneri ambientali. Ognuno di questi professionisti è in grado di individuare e indicare il trattamento ideale per quel determinato tipo di rifiuti”. Quindi sono offerti diversi sbocchi professionali? “Assolutamente sì. Ci stiamo, infatti, rivolgendo all’Università di Ancona per un progetto di collaborazione che prevede un appoggio al laboratorio chimico interno, al fine di individuare nuovi trattamenti. Per il nostro organico, che oggi conta 20 persone, è prevista una sensibile crescita. Stiamo appunto selezionando giovani che abbiano già maturato esperienza nel settore e che siano desiderosi di mettere a frutto la propria preparazione e professionalità. Ogni giorno riceviamo decine di curriculum, ma la nostra è una richiesta con competenze specifiche. A dispetto di altri settori, possiamo affermare che le realtà che ruotano intorno al mondo dei rifiuti, dell’ambiente e del riutilizzo energetico offrono diverse opportunità. Si tratta,
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infatti, di un ambito in cui sono richieste continuamente nuove figure professionali”. A livello normativo, quale sarà, secondo Voi, l’impatto sul settore? “Le novità principali riguardano più il settore dei rifiuti urbani, che quelli industriali. Per quanto concerne il nostro ambito operativo possiamo dire che le norme sono molto restrittive, con la richiesta di controlli, verifiche e aggiornamenti continui”. Come rispondete? “Ci stiamo attivando per avere sotto controllo le attività di tutti gli impianti e per continuare ad essere conformi alle direttive europee. Seguiamo corsi pratico-normativi, sulla sicurezza, sul rispetto e la tutela ambientale, sul rispetto delle tempistiche di lavorazione e sull’identificazione e lo stoccaggio dei rifiuti. Da parte nostra, investiamo molto sulla formazione, per rendere eccellente la qualità dei nostri servizi e per mantenere gli standard che ci consentono di eccellere nel lavoro, nel pieno rispetto dell’ambiente”. Rispetto a quest’ultimo punto, come riuscite a integrare le esigenze di sviluppo, con quelle della salvaguardia dell’ambiente? “Tutto quello che facciamo viaggia in quest’ottica. Usiamo macchinari innovativi, che riducono l’impatto ambientale e le emissioni; inoltre puntiamo a ridurre l’uso dell’acqua, riuscendo a riciclare l’acqua degli impianti e a riutilizzare l’acqua piovana. Durante le diverse fasi di lavoro non scarichiamo mai in acque superficiali le acque trattate”. E il territorio, come risponde? “Siamo molto attenti al territorio, lavoriamo da sempre per creare sinergia anche con le altre aziende della zona. In parti-
colare, abbiamo accordi di lavoro con le ditte di autotrasporti della provincia di Ancona, che abbiamo selezionato in base alla serietà e al livello delle attrezzature messe a disposizione. La nostra sede operativa si trova in campagna e riserviamo un’attenzione altissima all’ambiente che ci circonda, nella periferia tra Ancona e Falconara”. Avete progetti in fase di realizzazione? “Non abbiamo mire espansionistiche, ma puntiamo a consolidare quello che è il nostro attuale rendimento. Oggi la sede di Castelferretti opera su un’area di tre ettari, compresi gli impianti. Disponiamo di cinque camion, escavatori e motogeneratori. Vogliamo mantenere e perfezionare gli standard di sicurezza con cui lavoriamo e restare al passo con le innovazioni offerte dal settore. Un punto su cui vorremmo lavorare è quello della creazione di rapporti di partnership e collaborazione con realtà al di fuori del territorio regionale”. Da quella che è la vostra grande esperienza, cosa potete dire sulla prevenzione e la gestione dell’allarme rifiuti? “Aziende e realtà come Bufarini costituiscono senza dubbio un esempio positivo. Il più delle volte c’è allarmismo quando si parla di rifiuti, invece bisogna essere ben disposti, dare sostegno alle aziende serie, sicure, scrupolose come la nostra. In generale, non bisogna chiudersi all’argomento, bisogna dare spazio e sostegno a chi lavora seriamente, nel rispetto del territorio e puntando alla riduzione delle emissioni”. Bufarini ha anche un altro lato, che è più vicino ai cittadini; ce ne vuole parlare? “Collaboriamo con la Protezione Civile e i pompieri per i casi di pronto intervento ambientale, come quando si riversa un’autocisterna, o si bonifica un impianto di stoccaggio di prodotti petroliferi dismessi, quando si puliscono gli impianti, quando si deve trasportare e riutilizzare materiale ferroso. Recentemente, quando ci sono state le alluvioni nella nostra regione, siamo intervenuto a Casette D’Ete e a Falconara Marittima per via dell’esondazione del fiume Esino. Abbiamo prestato la nostra opera per l’aspirazione del fango e i travasi di acqua, così come abbiamo effettuato più volte in passato”. E del vostro impegno nel volontariato, cosa ci può dire? “Fa parte del nostro DNA, della nostra etica. Ci piace aiutare chi è in una situazione difficile. Abbiamo donato due ambulanze alla Croce Gialla di Falconara e abbiamo dato un contributo per l’acquisto di un pulmino per la dialisi e alcune strumentazioni all’Ospedale Beniamini. Nel corso di ogni anno, poi, effettuiamo donazioni ad enti sociali ”. Tra voi due si percepisce un grande affiatamento… “Sì, quando nostro padre ci ha lasciato le redini dell’azienda abbiamo sentito su di noi una grande responsabilità e ci siamo impegnati al massimo per ottenere sempre i risultati migliori. Ci compensiamo a vicenda: mio fratello si occupa principalmente della parte più tecnica, dei rapporti con gli enti locali, delle consulenze per i trasporti, mentre io sono impegnata nel problem solving”.
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COVER STORY Un impegno che le ha portato prima il titolo di Cavaliere, poi quello di Commendatore… “È stata una grande gioia. Nel lavoro do tutta me stessa, sento una grande responsabilità, mi metto a disposizione 24 ore su 24, ma questo non mi pesa. Resto dietro ad un problema finché non riesco a risolverlo. Ritengo che il vero successo, infatti, si raggiunga solo con una dedizione autentica e con grande sacrificio. Aver ottenuto questi importanti riconoscimenti dallo Stato mi ha dato la carica per impegnarmi ancora di più e amare sempre di più ciò che faccio”. A questo punto della Sua carriera, Commendatore, che consigli si sentirebbe di dare ai giovani imprenditori? “Di mettere nel proprio lavoro la giusta costanza, una grande grinta e disponibilità, l’umiltà di imparare dai propri sbagli e di fare tesoro anche dell’esperienza altrui, la voglia di fare lavoro di squadra e di partecipare alla vita della collettività, per sentirne le esigenze e capirne, da vicino, le idee”. Le foto nello studio raccontano un’infinità di incontri con illustri personaggi, di ambienti molto diversi. Qual è quella che ritrae il ricordo più importante? “Senza dubbio quella con Papa Giovanni Paolo II. Pensi che l’ho conosciuto l’anno prima che ci lasciasse, dopo averlo rincorso per lungo tempo. La mia caparbietà mi ha premiato perché alla fine mi ha ricevuto; ora verrà nominato beato e, anche se forse per gli altri non è facile da capire, è come se la mia stessa persona ricevesse una grazia dalla Sua beatificazione. Ha saputo trasmettere all’umanità amore e un grande coraggio e questo insegnamento resterà per sempre”. Un’ultima domanda: dopo trent’anni di lavoro, qual è il sogno che vorrebbe realizzare? “Sinceramente? Vorrei tanto fare un dialogo tra imprenditori, a tu per tu con Berlusconi. Un dialogo di lavoro, per confrontarci tra persone che hanno saputo pensare in grande”. Bene, allora ci tenga aggiornati, così torneremo a intervistarLa… “Volentieri, quando accadrà ve lo farò sapere. Intanto voglio cogliere l’occasione di questa intervista per ringraziare tutti i nostri fornitori e i nostri clienti, che da sempre ci accordano la loro fiducia e si rivolgono a noi per i servizi. Potranno sempre contare sulla nostra disponibilità e serietà, in ogni situazione”.
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IL PERSONAGGIO
Elisa
Santoni La capitana delle “Farfalle Azzurre”, che a Pesaro hanno vinto l’oro di A. Dachan
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lisa, vogliamo anzitutto congratularci con Lei per l’oro ottenuto alla World Cup di Pesaro che si è conclusa domenica 27 marzo. Vuole raccontarci questa esperienza? “La World Cup di Pesaro È la prima uscita ufficiale, ci siamo presentate con due esercizi nuovi, bellissimi, estremamente complessi, forti del titolo di Campionesse del Mondo in carica e consapevoli di rappresentare la squadra da battere. Posso affermare che, come sempre in Italia, è stata un’esperienza bellissima, da brivido; il pubblico presente ci ha trascinato per tutta la durata dei nostri esercizi, il loro calore è arrivato a noi, dandoci una gran carica. Sentire l’inno di Mameli cantato da un palazzetto intero ci ha resi felici, a maggior ragione nell’anniversario dei 150 anni dell’Unita d’Italia. Questa gara è servita per confrontarci con le altre squadre e capire che, in vista dei Mondiali di Montpellier, ci sono ancora margini di miglioramento”. Lei ha iniziato a praticare ginnastica quando era davvero molto piccola e a soli dieci anni viene convocata nella Nazionale Juniores. Come è stato il Suo incontro con la ritmica? “La Ginnastica Ritmica fa ormai parte di me, la pratico dall’etÀ di 5 anni, da quando per seguire una mia amica, ho deciso di lasciare il nuoto per dedicarmi a questa disciplina. È uno sport che mi ha dato tanto, ha forgiato il mio carattere, il mio modo di essere. Sono legata alla Ritmica da una profonda passione, che mi permette di superare i momenti difficili. La mia carriera è iniziata in salita, ad 8 anni ho subito un intervento al cuore, per correggere una pervietà interatriale, ma a 11 anni già partecipavo ai primi Campionati Europei Juniores e a 14 anni ho preso la decisione di lasciare la mia città e i miei familiari, trasferirmi al Centro Tecnico Federale di Desio, per dedicarmi anima e corpo alla Ginnastica”. Un bel coraggio; ci dica, quanto contano nella Sua vita il sostegno e la stima di familiari e amici? “La famiglia è la mia energia, avere la loro stima e quella dei miei amici è per me fondamentale. Ho avuto la fortuna di avere un ambiente familiare di sani principi, colmo di calore, che non mi ha soffocato con aspettative troppo grandi, che mi ha inco-
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raggiata, ha creduto in me e sostenuto sempre, assecondando le mie decisioni e non facendomi mai sentire sola, nonostante i km di distanza”. A chi dedica le Sue vittorie? “Dedico le mie vittorie alla mia famiglia, appunto, che mi è stata accanto e mi ha sostenuto sempre, alle mie allenatrici, che con il lavoro assiduo e meticoloso, hanno saputo caricarci, motivarci e stimolare sempre la nostra voglia di sfida, nonostante la stanchezza, ai miei amici che non mi hanno mai fatto sentire sola e ovviamente alle mie compagne di squadra, perché senza di loro nulla sarebbe stato possibile”. Ha appena citato le allenatrici e la squadra: che rapporto ha con loro? “Con la mia allenatrice ho un bel rapporto, sono ormai 10 anni che lavoriamo insieme: per me non è semplicemente un’allenatrice, ma anche un’amica: abbiamo condiviso gioie, delusioni, lacrime e sorrisi. Con le mie compagne ho instaurato un bellissimo rapporto di stima, di rispetto, di fiducia; ci lega un’amicizia sincera e una complicità fuori dal comune”. Nastro, cerchi, palla: qual è la Sua specialità preferita? “Il mio attrezzo preferito è la palla, ma le mie preferenze variano a seconda del tipo di esercizio e della musica scelta per accompagnarlo”. C’è una ginnasta del passato o del presente a cui si ispira? “Non ho una ginnasta in particolare a cui mi inspiro, mi piace guardarmi intorno e osservare, cercando di prendere il meglio da ogni atleta”. Cosa prova quando è impegnata nell’esecuzione di un esercizio? “Il nostro è uno sport di automatismo, ripetiamo l’esercizio fino a renderlo quasi perfetto. Quando arrivo in gara è tutto un gioco di attenzione e concentrazione, basta un errore per compromettere una gara o scendere di posizione, ma quando stai per entrare in pedana, la paura lascia spazio all’emozione
“A Pesaro è stata la prima uscita ufficiale…ora il mio sogno è di ben figurare ai Giochi Olimpici di Londra 2010” e all’adrenalina. C’è la voglia di dimostrare il proprio valore, di mettere in mostra i frutti del proprio lavoro, il desiderio di dare un senso ai sacrifici. In pedana solo grinta. Le farfalle si trasformano in leoni. Mi piace moltissimo gareggiare, le emozioni della gara anziché intimorirmi mi caricano. Mi sento grintosa, forte e sento che riesco ad esprimere me stessa, le mie sensazioni, emozioni in ogni movimento”. La Sua carriera è costellata di vittorie e successi collezionati nelle competizioni più prestigiose. Quale ricorda con maggiore emozione? “Ogni vittoria, ogni successo e ogni singola gara sono stampate nel mio cuore, ma l’emozione che lasciano i Giochi Olimpici non ha eguali, se poi si riesce a salire sul secondo gradino del podio, si tocca il cielo con un dito. Avevo 16 anni quando ho gareggiato sulla pedana ad Atene, nel 2004, ma ricordo ogni momento ed emozione come fosse ieri”. Nel 2004 il Presidente della Repubblica la nomina Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Cosa ha significato questo riconoscimento? E l’ingresso nell’Aeronautica Militare? “La medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004, oltre a farci scrivere una pagina di storia della Ginnastica Ritmica, ci ha dato la possibilità di ricevere la nomina di Ufficiale della Repubblica dal Presidente Ciampi, un onore grandissimo, la cui importanza cominci a capirla solo a distanza di anni. Nel 2007 sono stata arruolata nel gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare, un corpo prestigioso, a cui sono legata e che spero di poter ben rappresentare sia nelle competizioni Nazionali, che in quelle Internazionali”. Tra i Suoi progetti per il futuro, c’è un sogno in particolare che vorrebbe realizzare? “Dal punto di vista sportivo il mio sogno è di ben figurare (la scaramanzia è d’obbligo) ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Per me sarebbe la terza volta ai Giochi, da affrontare con in testa l’obiettivo, il “sogno”. Dal punto di vista extra sportivo…arrivederci alla prossima intervista…”
ELISA SANTONI CLASSE: 1987 PRIMA SOCIETÀ/ Polimnia Ritmica Romana PRIMO TECNICO/ Francesca Battisti ATTUALE SOCIETÀ dal 26 marzo 2007 è primo aviere del gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare ATTUALE TECNICO: Emanuela Maccarani
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IL PERSONAGGIO
“In pedana solo grinta, le Farfalle si trasformano in leoni”
È il capitano della squadra azzurra Curriculum Internazionale
(squadra) In Team Italia: dal 2001 2002 New Orleans – MONDIALI: Italia 5ª 2003 Budapest (Ungheria) – MONDIALI: Italia 4ª (Completo); 3ª (5 nastri); 3ª (3Cerchi/2 Palle) Riesa (Germania) EUROPEI: Italia 3ª (Completo) - 3ª (3Cerchi/2 Palle) 2004 Olimpiadi di Atene: Italia 2ª Completo 2005 Nizhj Novgorod (Russia) - World Cup: Italia 3ª (Completo) Baku (Azerbaijian) - World Cup: Italia 3ª (5 Nastri); 2ª (3Cerchi/4Clavette) Dusseldorf (Germania) - World Cup: Italia 1ª (5 Nastri); 1ª (3Cerchi/4Clavette). Genova – Incontro Internazionale Italia/Russia Italia 2ª (Completo). Baku (Azerbaijian) MONDIALI: Italia 2ª - Completo - Italia 1ª 3Cerchi/ 4Clavette - Italia 2ª - 5 Nastri Torino – Grand Prix – Italia/Bulgaria - Italia 1ª (Completo) 2006 Genova - World Cup: Italia 2ª (5 Nastri); 4ª (3Cerchi/4Clavette) Mosca (Russia) EUROPEI: Italia 2ª - Completo Italia 2ª – 3Cerchi/4Clavette - Italia 3ª - 5 Nastri Milano – Grand Prix – Italia/Bulgaria - Italia 1ª (Completo) Miè (Giappone) - Finale di World Cup: Italia 3ª (5 Nastri); 4ª (3Cerchi/4Clavette) 2007 San Pietroburgo (Russia) - World Cup: Italia 2ª (5 Funi); 2ª (3Cerchi/4Clavette). Portiamo (Portogallo) - World Cup: Italia 10ª (Completo); 5ª (5 Funi)Genova - World Cup: Italia 2ª (5 Funi); 2ª (3Cerchi/4Clavette). Patrasso (Grecia) MONDIALI: - Italia 2ª - Completo - Italia 2ª 3Cerchi/ 4Clavette - Italia 2ª - 5 Funi Pechino (Cina) – Preolimpica
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“The Good Luck Beijing”: Italia 2ª (Completo) 2008 Kiev (Ucraina) - World Cup: Italia 4ª (5 Funi); 2ª (3Cerchi/4Clavette). Portiamo (Portogallo) World Cup: Italia 6ª (5 Funi); 4ª (3Cerchi/4Clavette). Minsk (Bielorussia) - World Cup: Italia 2ª (5 Funi); 3ª (3Cerchi/4Clavette).Torino EUROPEI: - Italia 3ª - Completo - Italia 2ª 3Cerchi/4Clavette - Italia 1ª - 5 Funi Follonica – Trofeo Preolimpico: Italia 1ª (Completo) Olimpiadi di Pechino: Italia 4ª Completo 2009 S. Pietroburgo (Russia) –World Cup: Italia 2ª (3 Nastri/2Funi); 2ª (5 Cerchi) Pesaro – World Cup – Italia 1ª (3 Nastri/2Funi); 1ª (5 Cerchi) Minsk (Bielorussia) – World Cup - Italia 3ª (3 Nastri/2Funi); 2ª (5 Cerchi) Miè (Giappone) MONDIALI: - Italia 1ª - Completo - Italia 1ª 3Nnastri/ 2Funi Italia 2ª – 5 Cerchi 2010 Desio – Bilaterale Italia - Svizzera: Italia 1ª. Portimao (Portogallo) World Cup: Italia 1ª (3 Nastri/2 Funi); 2ª (5Cerchi). Kalamata (Grecia) World Cup: Italia 1ª (5Cerchi); 2ª (3 Nastri/2 Funi). Brema (Germania EUROPEI: - Italia 2ª - Completo - Italia 2ª – 3Nnastri/2Funi Italia 3ª – 5 Cerchi Pesaro – World Cup – Italia 1ª (3 Nastri/2Funi); 1ª (5 Cerchi) Mosca (Russia) MONDIALI: - Italia 1ª - Completo - Italia 2ª 3Nastri/2Funi - Italia 2ª – 5 Cerchi
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FORMAZIONE
Unicam, raggiunto il traguardo per l’accreditamento EAEVE La Commissione ha espresso un giudizio positivo sulla Scuola di Scienze Mediche Veterinarie dell’Ateneo camerte
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ccellente risultato per la Scuola di Scienze Mediche Veterinarie di Unicam. Nei giorni scorsi la Commissione di esperti nominata dall’EAEVE (European Association of Establishments for Veterinary Education) ha emesso un giudizio estremamente positivo, anche se è ancora preliminare e dovrà essere confermato da un’ulteriore Commissione. Nei mesi scorsi tutte le componenti della Scuola, coordinate da un’apposita Commissione interna nominata dal Consiglio della Scuola stessa, si sono fortemente impegnate a mettere in atto tutti gli sforzi possibili per raggiungere con successo il traguardo dell’accreditamento delle attività didattiche da parte dell’EAEVE. “Lo spirito di squadra e il senso di appartenenza all’Istituzione mostrato da tutti (studenti, personale amministrativo e tecnico, ricercatori-docenti) – ha affermato il Rettore Unicam, Professor Fulvio Esposito – hanno avuto un peso decisivo nella valutazione. È un risultato straordinario, che dà forza all’intero
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Ateneo. Grazie di cuore per questo splendido regalo di fine mandato”. “Il primo ringraziamento va ai nostri studenti – ha dichiarato il Prof. Giacomo Renzoni, Direttore della Scuola – oltre che al personale della Scuola e al Consiglio di amministrazione dell’Ateneo, ma senza il fondamentale ruolo svolto dal Comune di Matelica, il raggiungimento di questo obiettivo sarebbe stato impossibile. Va altresì sottolineato e riconosciuto il ruolo svolto dalla Regione Marche, che ha mostrato, nella persona del Presidente Spacca, una particolare sensibilità alle problematiche ed al ruolo della Scuola di Scienze Mediche Veterinarie, assegnando un finanziamento biennale di 100.000 € per borse di studio destinate a Medici Veterinari da impiegare nella struttura ospedaliera didattica allo scopo di poter attivare il servizio permanente 24 ore su 24, parametro indispensabile per l’accreditamento europeo. Un grazie sentito va anche agli Enti Locali (Provincia di Macerata e Comunità Montana Alta Valle del Poten-
za ed Esino) ed agli Istituti di Credito (Banca delle Marche, Fondazione Carima, Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, Carifermo, Monte dei Paschi di Siena) per i significativi contributi”.
Per informazioni: Ufficio Comunicazione Palazzo ducale – Piazza Cavour 62032 Camerino (Mc) Tel. 0737/402762-2764-2755 Fax 0737/402100 e-mail: comunicazione. relazioniesterne@unicam.it web site www.unicam.info
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LAVORO
In provincia di Ancona opportunità lavorative per i disoccupati Lo Stato, le Regioni e le Province autonome, nell’ambito del percorso indicato dalla Commissione europea con il progetto “Dalla crisi finanziaria alla ripresa economica” (COM CE 706 del 29 ottobre 2008), hanno stipulato un Accordo Quadro finalizzato alla tutela attiva dell’occupazione, attuando interventi di politica attiva del lavoro e di sostegno al reddito
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umerose istruttorie a livello nazionale e territoriale sono state necessarie per dare attuazione agli interventi previsti al fine di disciplinare gli aspetti tecnici e preparare la strumentazione adeguata. La Regione Marche, pertanto, con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro ha proceduto ad elaborare un progetto esecutivo nel quale sono state individuate le caratteristiche generali degli interventi. Le azioni che saranno realizzate nel territorio regionale con la collaborazione attiva delle Province risponderanno in maniera strutturata ed efficace alle urgenze emerse dalla attuale crisi occupazionale, sviluppando in un articolato e complesso impianto funzionale la messa a sistema di politiche e servizi di “welfare to work”, in particolar modo nei confronti dei lavoratori espulsi o a rischio di espulsione dai processi produttivi, e al miglioramento dei servizi di re-impiego rivolti agli inoccupati e ai disoccupati di lunga durata. L’azione di sistema “welfare to work” per le politiche di reimpiego rende indispensabile la concreta applicazione dei principi di co-azione ed integrazione tra le risorse messe a disposizione anche a valere sul FSE. Il Programma permetterà di indirizzare i lavoratori a politiche personalizzate che si svilupperanno attraverso inserimenti in azienda con tirocinio formativo o con formazione on the job per i contratti di somministrazione lavoro attivati dalle agenzie per il lavoro, rendendo efficacemente potenziata la collaborazione dei servizi tra pubblico e privato. Per l’attivazione del Programma è stato approvato un “Avviso Pubblico Provinciale” rivolto ai datori di lavoro in ambito
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territoriale della Provincia di Ancona, invitandoli, qualora gli obiettivi e le caratteristiche dell’intervento promosso rispondessero alle loro attuali esigenze di incrementare la propria base occupazionale, a manifestare il proprio interesse e disponibilità ad inserire nel proprio organico uno o più soggetti in situazioni di svantaggio, dopo averli ospitati con un tirocinio formativo della durata di tre mesi od utilizzati con un contratto di somministrazione lavoro. I lavoratori svantaggiati devono appartenere ai seguenti target: Tipologia riservata alle Agenzie per il Lavoro. Risorse a disposizione per 44 Voucher Formativi di 1.000 euro ciascuno A. Donne e uomini inseriti nelle liste di mobilità e percettori di indennità di mobilità ordinaria o di indennità di disoccupazione ordinaria Contratto di somministrazione di lavoro della durata di tre mesi con orario di lavoro non inferiore a 24 ore, che garantisce un percorso formativo personalizzato articolato in due fasi: 1) Bilancio delle competenze: da attuarsi prima dell’avvio del contratto di somministrazione a valere sul Fondo Nazionale per la formazione dei lavoratori temporanei 2) Adeguamento delle competenze on the job: percorso di formazione di 40 ore da attuarsi entro lo svolgimento del contratto di somministrazione di lavoro attraverso attività didattiche in affiancamento con un tutor aziendale individuato dall’impresa
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LAVORO
utilizzatrice e con il monitoraggio di un tutor didattico esterno nominato dall’Agenzia per il Lavoro. Tipologie riservate ai datori di lavoro e alle associazioni Risorse FSE disponibili lettera B: 115.500 euro Risorse regionali disponibili lettere C, D ed E: 66.000 euro B. Donne e uomini percettori dell’indennità di mobilità in deroga o che la abbiano percepita a decorrere dal 21 settembre 2009 (D.G.R. n. 1450/09 a valere su POR-FSE) C. Donne che desiderano intraprendere o riprendere un’attività lavorativa e che non abbiano lavorato per almeno due anni, in particolare quei soggetti che abbiano dovuto abbandonare l’attività lavorativa per difficoltà nel conciliare la vita lavorativa e la vita familiare. D. Giovani inoccupati o disoccupati con meno di 25 anni (29 anni per laureati), che abbiano completato il ciclo formativo da più di due anni, ma non abbiano ancora ottenuto il primo impiego. E. Donne e uomini ultracinquantenni in stato di disoccupazione. Per i datori di lavoro che assumeranno un soggetto appartenente ad una delle categorie previste entro 15 giorni dal termine del tirocinio formativo o alla scadenza del contratto di somministrazione lavoro è prevista l’erogazione di un “bonus assunzionale”: - contributo straordinario pari a 5.000 euro lordi per ogni assunzione a tempo indeterminato pari o superiore a 30 ore set-
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timanali, nel caso di assunzione a tempo parziale inferiore a 30 ore e comunque di almeno 24 ore il contributo sarà corrisposto in misura proporzionalmente ridotta al numero delle ore; - contributo straordinario pari a 2.000 euro lordi per ogni assunzione con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi; - contributo incrementato di 1.500 euro per assunzione a tempo indeterminato di soggetto che rientra nei benefici di cui alla legge 68/99, a favore di datori di lavoro non soggetti all’obbligo occupazionale.
UNIONE EUROPEA
L’avviso pubblico è reperibile sul sito Internet www.istruzioneformazionelavoro.it e presso i Centri per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione della Provincia di Ancona
Risparmiare senza tagli Ecco la nuova ricetta di Garbini Consulting per affrontare la crisi
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Garbini Consulting srl via Aldo Moro, 20-22 60031 Castelplanio (An) Tel. +39 0731 814693 Fax +39 0731 811269 info@garbiniconsulting.com www.garbiniconsulting.com
gni grande crisi economica porta con sé un innumerevole numero di costi sia sul fronte economico che su quello sociale. L’attuale situazione di difficoltà che stanno vivendo gli stati europei, che hanno visto lievitare i propri debiti per poter affrontare il costo sociale della crisi, ne è un chiaro esempio. Per scongiurare quindi il rischio di un default finanziario non resta che ricorrere ai famigerati “tagli”. Non molto differentemente sono costrette ad operare le imprese. In un momento in cui il mercato langue e in cui i consumi sembrano contrarsi, l’unica via per mantenersi a galla è quella di ridurre i costi. Anche in questo caso si ricorre ai tagli. Ciò comporta una riduzione non solo dei costi o degli sprechi, ma anche dei budget dedicati agli investimenti, con un’inevitabile ricaduta negativa sui programmi di cresci dell’azienda. Esiste però una valida alternativa ai tagli, con effetti pressoché identici sul fronte finanziario, ma di certo meno traumatici su quello degli investimenti. Questa alternativa è IL RISPARMIO. Sembrerebbe un gioco di parole, ma non lo è. Ogni azienda infatti oggi può avvalersi di un innovativo metodo per generare risparmi e per liberare nuove risorse per gli investimenti, senza ridurre di una virgola la quantità di merci o di servizi acquistati. Ciò vuol dire che a parità di volumi acquistati il costo economico di questi scenderà, senza generare traumi ai vari comparti dell’azienda e assolutamente a costo zero. Come si può realizzare un tale miracolo? È molto semplice: grazie ai servizi di domanda aggregata e di consulenza agli acquisti ideati dalla Garbini Consulting. Garbini Consulting è infatti l’azienda leader in Italia nel settore della consulenza agli acquisti: affianca l’ufficio acquisti di ogni azienda cliente e in virtù delle competenza maturata dai suoi supply chain specialist certificati ADACI garantisce non solo un notevole risparmio sulle forniture di imballaggi, energia e gas, telecomunicazioni, assicurazioni e trasporti, ma ad-
dirittura lo fa a costo zero, poiché il suo compenso viene calcolato a success fee, in base al reale risparmio generato. Un’azienda che ad esempio si trovasse gravata da alti costi, grazie a Garbini Consulting potrebbe ridurre sensibilmente la spesa (fino al 15% per l’energia od al 30% per la telefonia) e pagherebbe Garbini con parte del risparmio reale ottenuto rispetto a prima del suo intervento. Verrebbe da obiettare che ciò è impossibile a parità di condizioni di mercato, anche in settori altamente concorrenziali o liberalizzati ed effettivamente tale ragionamento chiuderebbe il discorso. Ma c’è un ulteriore innovazione di cui Garbini Consulting si fa portatrice e che è fondamentale per generare veri risparmi per le imprese. Si tratta dell’aggregazione della domanda. Garbini Consulting mette insieme la domanda di merci e servizi generata dai suoi clienti, ottenendo un superiore potere contrattuale nei confronti dei fornitori. In questo modo si raggiunge quella massa critica che permette ai prezzi di scendere, creando reale risparmio per ogni singolo cliente coinvolto in questa operazione. Ciò avviene in totale trasparenza, con un altissimo livello nel controllo di qualità certificato e in maniera da interpretare al meglio le esigenze di ciascun cliente. A garanzia della trasparenza del servizio sta poi un’innovativa piattaforma web ideata dall’azienda di Castelplanio (Ancona) che permette a ciascun cliente di accedere al proprio pannello di controllo aggiornando gli ordinativi e controllando come questi vengono operati e a quanto ammonta il reale risparmio generato. L’innovativo metodo di cui la Garbini Consulting si è fatta portatrice è stato scelto negli ultimi anni da oltre ottanta piccole, medie e grandi aziende italiane e continua ad espandersi a macchia d’olio in Italia e all’estero segno che l’unica via per vincere sui mercati è quella di fare network, poiché “Unire rende più forti”.
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LAVORO
Cos’è il “Programma Lavoro & Sviluppo 4”? Per far fronte alla forte concorrenza delle economie emergenti è necessario creare posti di lavoro dinamici basati sulla conoscenza. Con lo stage o “tirocinio formativo e di orientamento” strumento previsto dalla normativa vigente (D.M. 142/98) le aziende dispongono di una metodica semplice e diretta di contatto con le risorse umane, di cui esse potranno valutare non solo il bagaglio di conoscenze professionali e abilità operative, ma anche il carattere, le modalità di relazione, l’autonomia nel lavoro e le altre competenze trasversali
È
proprio in quest’ottica che si inseriscono le opportunità offerte dal “Programma Lavoro & Sviluppo 4” (gestito da Italia Lavoro, Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro), attivo fino al 31 dicembre 2012. Si tratta di un intervento finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del PON “Ricerca e Competitività” 2007–2013, che ha l’obiettivo di favorire la formazione di persone non occupate residenti nelle Regioni “Convergenza” (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), attivando interventi di politica attiva e promuovendo successivamente l’inserimento lavorativo dei partecipanti ai percorsi di stage. I destinatari dei finanziamenti sono le aziende che ospitano gli allievi in stage con una durata massima di 4 mesi, la cui borsa di studio viene erogata direttamente da Italia Lavoro (di importo notevolmente superiore agli standard riconosciuti per gli stage nel mercato del lavoro nazionale ed internazionale), così come la copertura di tutti i costi di inserimento (liquidazione mensile della borsa, tutoraggio ed assistenza assicurativa). Le aziende potenzialmente
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idonee ad attivare tali percorsi possono trovarsi in una delle seguenti fattispecie: 1) azienda marchigiana multilocalizzata, avente cioè un’unità operativa in una delle quattro Regioni “Convergenza” che abbia beneficiato delle agevolazioni previste dai Programmi di Finanza Agevolata realizzati dal MISE (azienda “Target”); 2) azienda marchigiana accogliente che non abbia beneficiato delle agevolazioni della Legge 488/1992, ma che abbia instaurato in passato o che manifesti nel presente interesse ad avviare rapporti di carattere commerciale, organizzativo, di fornitura con un’azienda “target”; 3) azienda marchigiana accogliente che, pur non avendo rapporti organizzativi, commerciali e di partnership con imprese “target”, sia in grado di formare e sviluppare competenze caratterizzanti le professionalità più richieste nel mercato del lavoro e di difficile reperimento nell’Area “Convergenza”. I beneficiari dei percorsi di stage sono tutti i soggetti residenti nelle Regioni “Convergenza” che abbiano già assolto l’obbligo scolastico e che si trovino nello stato di non
occupazione o disoccupazione ai sensi del D.Lgs. 181/00. I datori di lavoro possono prevedere l’inserimento dei giovani entro i seguenti limiti numerici: • aziende fino a 5 dipendenti a tempo indeterminato: un tirocinante; • aziende con dipendenti a tempo indeterminato compresi tra 6 e 19 unità: due tirocinanti; • aziende con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato: quota di tirocinanti non superiore al 10 per cento dei dipendenti. I vantaggi per le aziende ospi-
tanti sono molteplici. È infatti possibile dare una risposta personalizzata ai fabbisogni professionali e formativi del contesto aziendale mediante la costruzione di percorsi ad hoc, che incrocino domanda e offerta di lavoro, soddisfacendo nel breve periodo le esigenze aziendali. Inoltre l’azienda avrà la disponibilità di offerta di lavoro qualificata, potrà godere in tempi brevi dell’attivazione del percorso ed avvalersi della preselezione delle candidature sulla base delle proprie esigenze aziendali e dell’assistenza tecnica gratuita da parte
di Italia Lavoro. Inoltre se l’azienda rientra nella tipologia “target” può godere di un bonus assunzionale in caso di stabilizzazione del rapporto di lavoro con il tirocinante.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
Gruppo Monaldi in Romania: la formazione come variabile strategica per il successo dello sviluppo organizzativo All’interno del Programma-Quadro comunitario orientato alla formazione e al sostegno alle imprese e ai dipendenti per la promozione e l’adattabilità, si inserisce un importante progetto formativo sostenuto dal Gruppo Sida e dalla Monaldi in Romania, Paese in cui quest’ultima è presente con un’azienda di produzione, l’Agrimon
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l progetto prevedeva momenti di analisi organizzativa, formazione, counseling, finalizzati alla valutazione e alla valorizzazione delle risorse presenti in azienda, in un’ottica di sviluppo della struttura: partendo da un’analisi a livello organigrammatico e da un confronto attivo e proattivo degli imprenditori su una visione di medio-lungo periodo dell’azienda, si è identificato un percorso di crescita e formazione sia in termini di sviluppo di risorse “chiave”, che di aggiornamento e miglioramento qualitativo delle competenze interne. In questi due anni di progetto, a seguito di un’analisi organizzativa e dei fabbisogni aziendali finalizzata all’individuazione delle potenzialità e le aspirazioni dei dipendenti nei confronti della loro azienda, si è identificato un percorso formativo a carattere non solo manageriale, ma anche specialistico, finalizzato alla crescita delle risorse ed indirettamente alla condivisione della cultura aziendale. La fase di identificazione del fabbisogno formativo è stata quindi successiva ad una fase di analisi e bilancio delle competenze dei dipendenti: l’identificazione dei fabbisogni formativi è un passaggio estremamente delicato, non solo segna l’inizio di un percorso di crescita professionale, ma ci permette di sentirci parte dell’azienda e di essere maggiormente coinvolti nei processi che la caratterizzano giorno dopo giorno. Questo passaggio non può essere fatto se non dopo essersi confrontati con l’azienda su quelli che sono i loro obiettivi e su quali competenze potrebbero essere richieste all’interno dell’azienda stessa. L’approfondita analisi organizzativa compiuta ci ha permesso di evidenziare delle dinamiche sulle quali intervenire. In base alle necessità emerse e agli obiettivi aziendali, si è strutturato
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così un percorso formativo funzionale alla soddisfazione delle aspettative palesate da entrambi i lati: dipendenti e proprietà. I corsi che sono stati identificati si sono sviluppati su tre direttrici principali: il miglioramento in area amministrazione, in area qualità e nello sviluppo delle capacità di gestione delle responsabilità dei ruoli, puntando quindi sulla formazione manageriale. Oggi, al termine del percorso di intervento, possiamo affermare che l’intervento formativo ha permesso il passaggio da un’organizzazione prevalentemente gestita per attività, ad un’organizzazione per funzioni, permettendo una maturazione dell’attività con un correlato arricchimento del compito e un graduale ma consistente processo di sviluppo della responsabilità. La formazione è stata perno fondamentale per il supporto ad un progetto di sviluppo ed organizzazione importante che, coinvolgendo l’intera struttura a livelli e fasi diverse, ha permesso il consolidamento di dinamiche di comportamento organizzativo strategiche e funzionali allo sviluppo dell’azienda stessa. Ancora una volta, il fattore “formazione” si conferma essere di fondamentale importanza nella gestione delle risorse interne, in un’ottica di sviluppo di competenze, di capacità di gestione del cambiamento e di sviluppo organizzativo.
I corsi sostenuti: Amministrazione e Bilancio, Costi Aziendali e Budget, Auditori interni pentru sisteme de management al sigurantei alimentului, conform ISO 22000:200, Gestiunea Timpului Si A Stressului, Amministrazione e Advisor, Qualità e Rintracciabilità del Prodotto, Calitate Si Siguranta, Qualità e Igiene Sul Lavoro, Qualità e Igiene Alimentare, Igiene Alimentare Pratico, Comunicazione, Corso di Italiano, Corso di finanza Aziendale, La gestione dei collaboratori, Team Working, Corso di Inglese.
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CREDITO
Una “Santa Alleanza” tra Fidimpresa Marche e banche per facilitare l’accesso al credito Un’asse tra Fidimpresa Marche ed alcuni tra i principali istituti di credito della regione. È quello che, attraverso specifiche convenzioni, hanno cercato di costruire il presidente di Fidimpresa Silvano Gattari e il direttore Giancarlo Gagliardini
L Giancarlo Gagliardini
Silvano Gattari
www.fidimpresamarche.it
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o scopo di questa strategia è quello di aiutare le imprese marchigiane ad affrontare la difficile congiuntura attuale, attraverso l’accesso a forme di credito agevolato per soddisfare ogni esigenza di finanziamento. “In questi primi mesi del 2011” - affermano Gattari e Gagliardini - “abbiamo rinnovato il patto con la Banca Popolare di Ancona, siglato un nuovo accordo con Carifermo e sottoscritto una nuova convenzione con le venti banche di credito cooperativo (Bcc) delle Marche. In tutti e tre i casi, la finalità comune è quella di sostenere la ripresa e lo sviluppo delle decine di migliaia di piccole e medie imprese attive nel nostro territorio”. L’impegno di Fidimpresa Marche, in questo prolungato periodo di difficoltà, è finalizzato ad aiutare il sistema produttivo marchigiano, che, pur contando su un tessuto sano e vitale, è a corto di liquidità. “Con la firma delle convenzioni” - precisano il presidente e il direttore - “offriamo alle imprese associate la
possibilità di accedere ai plafond messi a disposizione da Carifermo, Bcc e Bpa per fare fronte sia agli investimenti che al reperimento della liquidità necessaria al superamento della crisi che stiamo attraversando. Gli accordi consentiranno alle imprese di accedere più agevolmente ai finanziamenti richiesti e di ridurre sensibilmente i tempi di istruttoria e di erogazione”. Fidimpresa Marche, nata dalla fusione per incorporazione delle cinque Cooperative Artigiane di Garanzia emanazione della Cna Marche (Fidimpresa di Ancona, Nuova Cooperativa Artigiana di Garanzia di Pesaro Urbino, C.A.G. Salomoni di Macerata, C.A.G. Picena di Ascoli Piceno e Consarfidi Marche) è oggi tra i più importanti Confidi della regione, potendo contare su 22 mila soci, 60 collaboratori e 850 milioni di euro di stock di finanziamenti garantiti, con una media di 5 mila operazioni realizzate ogni anno. Fidimpresa Marche è stato anche il primo Confidi marchigiano ad ottenere l’autorizzazione come Ente Finanziario vigilato da Banca d’Italia, iscritto
nell’elenco speciale Art. 107 del T.U.B. Fidimpresa Marche è inoltre il primo Confidi della regione accreditato dal Medio Credito Centrale, ottenendo la controgaranzia da parte del Fondo Centrale di Garanzia. Questo comporta maggiore garanzia, maggiore copertura per i soci, migliore accesso al credito e condizioni economiche più vantaggiose. “Siamo molto soddisfatti di aver firmato queste convenzioni” – è la conclusione dei due dirigenti – “perché la tempestività, la professionalità e il forte radicamento sul territorio che caratterizzano sia noi sia gli istituti di credito, costituiranno un’ulteriore garanzia di efficienza ed affidabilità per le aziende artigiane e per le piccole e medie imprese marchigiane”.
www.marche.cna.it
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ALTO ARTIGIANATO MARCHE Quando ci accoglie nella sua casa-bottega di Sassoferrato notiamo subito uno splendido abito da sposa, interamente ricamato a mano e con uno strascico lungo, lungo quanto la sua carriera dedicata all’alta sartoria.
Giuliana Scipioni “Vivo il mio lavoro come un innamoramento” Nella sua sartoria una collezione di ditali da ogni zona del mondo, un corredo di aghi e fili, scampoli e tessuti preziosi che parlano di abiti da sogno, che hanno saputo regalare emozioni uniche a chi li ha indossati di A. Dachan
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ignora Scipioni, un mondo di abiti da sposa, da cerimonia, di mostre e di sfilate: come è iniziata la Sua carriera di sarta – stilista? “Ho iniziato quando ero piccola, in pratica ci sono nata. In casa c’erano già altre sarte: mia zia, mia nonna e anche mia sorella. Pensi che ho ritrovato un diario di quando avevo otto anni e ho visto che, invece di disegnare fiori e bambole, io già disegnavo abiti da sogno. Per me creare modelli era una passione, un dono che ho coltivato nel tempo. A 17 anni mi sono diplomata maestra di taglio, sarta modellista; ho iniziato ad insegnare, senza mai rinunciare alla passione per il disegno, che mi porta anche oggi a fare schizzi di abiti e a dipingere tele”. Ha iniziato subito con gli abiti da sposa? “La sposa è sempre stata una mia passione, ma ho iniziato
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con abiti semplici, di utilizzo quotidiano. Erano tempi diversi, all’epoca le ragazzine non avevano un guardaroba super fornito come, invece, hanno oggi. C’erano pochi capi e io mi divertivo a dare e disfare. Il mio amore per gli abiti eleganti mi ha portato, tuttavia, a cimentarmi anche nella creazione di capi più elaborati; così, più passava il tempo, più prendevo sicurezza. Dopo anni dedicati all’insegnamento ho deciso di concentrarmi sulla sartoria, creando abiti da sera e da cerimonia”. Il suo talento l’ha portata ad avere dei riconoscimenti importanti… “Il primo riconoscimento mi è arrivato dalla gente. Non ho mai dovuto cambiare un disegno che ho fatto per una sposa o per un’occasione importante. I miei modelli, generalmente,
piacciono da subito, perché prima di mettermi all’opera cerco di ascoltare con attenzione la persona che mi commissiona il capo, impegnandomi per cogliere appieno i suoi desideri, per comprendere i suoi gusti e interpretare il suo modo di vedersi. A livello di riconoscimento professionale ho ottenuto l’iscrizione all’Accademia Nazionale dei Sartori di Roma (unica stilista membro partecipante della provincia di Ancona) e tre anni fa anche il marchio “Marche eccellenza artigiana”. Che cosa ha significato questo per Lei? “Per me è stato come raggiungere un traguardo molto ambito, una sorta di regalo morale per tutti i sacrifici e sono stati davvero molti, specie in un contesto come quello di Sassoferrato. Mi sento onorata del fatto che la mia arte sia apprezzata e
riconosciuta, ma non nascondo che c’è anche qualche nota amara in questo quadro.” Ce ne vuole parlare? “Al di là di questi riconoscimenti non esiste alcuna forma di sostegno per le botteghe artigiane come la mia; lavoriamo sodo, paghiamo le tasse, amiamo il nostro lavoro e abbiamo un’etica a cui non vogliamo rinunciare, così come non vogliamo che si perda la tradizione manifatturiera. Vorremmo che lo Stato o chi per lui ci aiuti a trasmettere questi mestieri, che purtroppo stanno scomparendo. Oggi le stesse scuole non formano adeguatamente: ho insegnato per anni in Istituti per la moda, incontrando giovani promettenti, capaci e con grande creatività, ma che non avevano alcuna dimestichezza con ago e filo. Per me, invece, un buono stilista deve essere anche un buon sarto e viceversa. Altrimenti sarebbe come avere un architetto
che disegna eccellentemente grattacieli, ma che non sa disegnare le fondamenta”. Oggigiorno, che tipo di clientela si rivolge ad una sartoria artigianale? “Un tempo si andava dal sarto per risparmiare, oggi accade il contrario. Chi si rivolge ad un artigiano cerca un abito su misura, esclusivo, perfetto. È una persona che sogna il capo perfetto, l’abito da sposa principesco, disegnato unicamente per lei. Non esistono due abiti artigianali, seppur fatti dalla stessa mano, che siano uguali, proprio perché non esistono due persone uguali”. C’è un grande coinvolgimento emotivo da parte Sua… “Sì, assolutamente. Io vivo il mio lavoro come un innamoramento; quando creo un vestito ci penso di giorno, di notte. Mi estraneo dal mondo, come quando dipingo. La
creatività mi aiuta ad esprimermi, a sentirmi viva. Mi ha aiutato a rinascere anche nei momenti più difficili. Lei lo sa, è una prerogativa degli artisti essere anche un po’ visionari. Poi, quando vedo l’abito sulla sposa che si affida a me per il suo giorno più bello o su qualche passerella importante, mi commuovo, provo un’emozione incredibile. Le sfilate e le mostre mi danno l’occasione di stare in mezzo alla gente, di sentire il suo calore di dare e di ricevere una grande forza”. Se le chiedessi di chiudere gli occhi e di pensare all’abito più bello che ha mai creato, quale indicherebbe? “È difficile dirlo per me, perché sono stati creati tutti con grande sentimento. Però c’è un abito in particolare che mi è stato commissionato, portandomi una grande emozione. Qualche anno fa la psicologa di Tony Blair è venuta
ad una mia mostra e, dopo aver osservato gli abiti, mi ha detto: “Lei farà il mio abito da sposa perché mi ha colpito il Suo sguardo”. Da lì poi siamo diventate molto amiche, perché ci siamo sentite in sintonia e questo è determinante. Non riuscirei mai a creare un vestito senza avvicinarmi alla sensibilità della persona, senza sentire empatia”.
www.giulianascipioni.it Tel. 073296161
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BRE VI DAL TERRITORIO
ENRICO BRACALENTE AI MASTER SIDA
Green Economy: contributi per i sistemi naturali della regione 25.000 euro agli enti locali per la realizzazione di progetti di valorizzazione del sistema naturalistico regionale in ambito “urbano” e “peri-urbano”: parchi capaci di ricostituire ambienti naturali e rafforzare le connessioni della rete ecologica regionale. Le proposte degli enti locali dovranno pervenire entro 90 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino regionale del decreto.
FINANZIAMENTI ANCHE AL COMMERCIO
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Brillante intervento del Patron di Nero Giardini, un esempio imprenditoriale per il mondo economico e le nuove generazioni Oltre 80 persone tra allievi, docenti, consulenti e altri invitati hanno seguito con interesse l’intervento ai Master Sida di Ancona in General Management di Enrico Bracalente, titolare e manager di Nero Giardini. Intraprendenza, coraggio, perseveranza, lungimiranza e innovazione sono i caratteri che contraddistinguono questo brillante professionista, che è diventato un simbolo vincente dell’imprenditoria marchigiana e del Made in Italy. Il suo consolidato successo si deve alla forza del brand e ad un prodotto davvero valido, con un design ed una qualità di alto livello. Attenzione e ascolto del cliente e formazione del personale fanno la differenza, così come la scelta di non decentrare la produzione, puntando a valorizzare la manifattura italiana. Durante l’intervento, in cui ha raccontato la storia e le chiavi strategiche del suo successo, tutti lo hanno ascoltato con vivo interesse, facendosi contagiare dal suo entusiasmo e ottimismo. Bracalente ha il dono di saper tradurre ogni esperienza in chiave positiva e la sua lungimiranza e intraprendenza fanno davvero da stimolo ai giovani e non solo. Con umiltà ha asserito che è anche attraverso l’esperienza e la riflessione sui casi di insuccesso, che si costruisce il know how vincente. Tra le scelte operate ha voluto sottolineare il ruolo degli Istituti di Credito a sostegno del processo di crescita. Il Patron di Nero Giardini ha poi terminato l’intervento sottolineando l’importanza della formazione, dello sviluppo delle competenze e delle abilità personali, quale fattore di successo e affermando che crede nei giovani e nella loro energia.
Green Economy: contributi per i sistemi naturali della regione
Finanziamenti anche al commercio Due milioni e 461 mila euro è l’importo stanziato dalla Regione Marche per il sostegno del commercio al dettaglio e il rilancio delle attività nei centri storici. A beneficiare della misura saranno la ristrutturazione dei locali dove si svolgono le attività (con particolare attenzione ai Comuni sotto i 5.000 abitanti), la rivitalizzazione dei centri storici, la promozione dei centri commerciali naturali, la realizzazione di progetti innovativi nonché la promozione del commercio equo e solidale.
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VITA DA MANAGER
Maurizio Fiorani “Andare all’estero ha costituito per me un’esperienza fondamentale; è stato quasi come avere un’illuminazione sulla Via di Damasco” di A. Dachan
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ottor Fiorani, qual è stato l’elemento più determinante della Sua carriera? “Il filo conduttore di tutta la mia carriera è stato la voglia di mettermi continuamente in discussione. Ogni nuovo step nel mio percorso di formazione e in quello professionale è stato mosso da un desiderio di completamento, che non si è mai estinto nel tempo. Dal punto di vista lavorativo l’elemento chiave è stato la scelta iniziale, con la decisione di entrare in Merloni. In secondo luogo la mia lunga esperienza internazionale, che mi ha dato stimoli e spunti di cui ho fatto tesoro”. Cosa comporta cambiare ruolo e azienda? “Se faccio una panoramica della mia esperienza posso dire che sono stato in tre aziende, cambiando ruolo ogni due anni. Ciò mi ha per-
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messo di rimanere sempre alla ricerca di stimoli e innovazioni. Cambiare azienda significa entrare in contatto con diverse tipologie di lavoro e acquisire ogni volta una nuova cultura aziendale. La Ariston Thermo Group, ad esempio, è una multinazionale che ha un determinato modo di lavorare. La Villeroy & Boch A.G. – Mettlach, invece, è un’azienda tedesca, che ha una sua ottica e una sua metodologia. E poi la Fiam, dove lavoro ora, che ha un approccio molto alto. Se si riesce a gestire questi percorsi in modo equilibrato ci si fa contaminare positivamente da ambienti diversi. Così ci si crea un grande bagaglio esperienziale. Passare dal B2B a un settore legato ad aspetti intangibili, in cui subentrano le emozioni, significa cambiare non solo cappello, ma anche cambiare proprio la testa. È un continuo
dare e ricevere”. Quanto contano le esperienze formative e lavorative all’estero? “Per quanto mi riguarda posso dire che andare all’estero ha costituito per me un’esperienza fondamentale; è stato quasi come avere un’illuminazione sulla Via di Damasco. Ho avuto la fortuna di vivere in Paesi come Francia, Inghilterra e Spagna, dove ho scoperto logiche che mi hanno aiutato a capire e acquisire un nuovo approccio al business e alle diverse tipologie di società. Ho interagito con persone da tutto il mondo e questo mi ha aperto la mente, mi ha aiutato a comprendere culture e tradizioni tra di loro molto lontane. Credo così tanto nel valore delle esperienze formative anche fuori dall’Italia che da circa sei anni mando i miei figli all’estero per dare loro l’opportunità di provare
La mia carrierea 1989-2001 Ariston Thermo Group (già Merloni Termosanitari S.p.A) – Fabriano (AN) Vari ruoli, da Product Manager a Direttore divisione Fitness e Direttore Generale di Itema s.r.l., acquisita nel 1996 dal gruppo Merloni (gen’2000 – ott’01) 2001-2006 Amministratore Delegato e Direttore Generale di Villeroy & Boch Wellness Italia. Sede Castelraimondo (MC);2006-2007 Consulente di Direzione Dal 2007 ad oggi Direttore Generale FIAM Italia S.p.a. Dal 1999Docente presso Master ISTAO, Università di Macerata, Master in relazione con i Paesi dell’Est (dal 2005), Università di Urbino(dal 2001) Dal 2005 Confidi Macerata Consigliere di Amministrazione Dal 2007 Società Regionale di Garanzia Marche Consigliere di Amministrazione
simili esperienze e di aprirsi al mondo”. Ha avuto una figura che le ha fatto da maestro-modello di riferimento? “Sicuramente i miei genitori. Mio padre è imprenditore e mia madre è insegnante, per cui in me si sono fuse una cultura tecnica con una umanistica, che si sono sempre integrate. Poi, nel corso degli studi e durante le diverse esperienze professionali ho avuto molti esempi di alto valore, da ognuno dei quali ho cercato di prendere il meglio. Ho imparato nel tempo cosa significa sacrificio e dedizione”. Guardando al futuro, quali sono i traguardi che vorrebbe raggiungere? Ci sono traguardi personali e altri professionali. Sono un insaziabile curioso, vorrei cercare di far crescere ulte-
riormente l’azienda e renderla sempre più un riferimento e posso farlo solo se posso credere in cose nuove, sviluppando nuove idee. Anche per questo motivo faccio formazione e docenza, perché per insegnare bisogna imparare continuamente, aggiornarsi, mettersi in discussione”. Quali sono le caratteristiche principali che deve avere un buon manager? “Un buon manager è una persona che gestisce bene la sua azienda, deve essere il motore che spinge la macchina. Deve avere idee originali, una chiarezza di visione, sapere dove vuole andare, spiegarlo al suo team e affrontare insieme ogni nuova sfida. Deve avere grande capacità di ascolto, cogliere le buone idee, sondare il mercato, cogliere i segnali deboli, anticipare le tendenze e sviluppare progetti per il futuro. Io mi
sento un manager-imprenditore”. Cosa comporta lavorare in una realtà come la Fiam, dove si incontrano arte, bellezza e stile? “È facile e difficile allo stesso tempo. Lavorare con valori intangibili implica un coinvolgimento profondo, una partecipazione legata all’aspetto emozionale, che stimola valori superiori. Una realtà come la nostra richiede un lavoro efficiente, preciso, in cui si coniughino emozioni e risultati. È come un’azienda innovativa di alto artigianato, con in più un’organizzazione industriale molto rigorosa, simile ad un orologio di precisione”.
da manager”? “Posso solo suggerire di non essere mai appagati, di essere sempre pronti a cogliere e recepire tutto ciò che viene dall’esterno.”
Visto che abbiamo parlato anche di emozioni, in conclusione, cosa si sentirebbe di suggerire ad un giovane che vorrebbe iniziare la sua “vita
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NUOVE PROFESSIONI
Il Counselor La figura professionale del Counselor nasce negli anni Trenta in America e risponde a tutte quelle persone che pur “non desiderando diventare psicologi o psicoterapeuti svolgono un lavoro che richiede una buona conoscenza della personalità umana” (Rollo May) di M. Camilletti
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el caso specifico del Counselor non è sufficiente un’adeguata formazione teorica ma occorrerà che le teorizzazioni siano in parte esperite attraverso un “training professionale individuale e/o di gruppo”. Il Counselor ha un suo ruolo ben definito e non deve essere confuso con un consulente esperto di comunicazione né con un esperto in Problem Solving Aziendale. Operando per differenze possiamo definire: Il Consulente come una figura professionale che attraverso le proprie conoscenze esprime un proprio parere di competenza su un quesito di ordine tecnico. Il Counselor, invece, è la figura professionale che, attraverso le proprie conoscenze e competenze, è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui.
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La Professione di Counseling ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del C.N.E.L.: (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). A tutt’oggi il Counseling in Italia rimane una professione riconosciuta, ma non regolamentata. Al momento sono in corso iniziative legislative che mirano al riconoscimento delle Associazioni abilitanti grazie all’identificazione di standard nazionali e internazionali ai quali tali associazioni. Partita iva Coloro che hanno conseguito il Diploma di Counselor 1° livello - 450 ore e intendono aprire la partita IVA per l’esercizio della libera professione, ora possono farlo facendo riferimento al codice di classificazione dell’attività professionale: lettera N Sanità e assistenza sociale; nu-
mero 85.14.2 con inserimento della dicitura “Attività professionale svolta da Counselor”.
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CARRIERE E POLTRONE
Comuni della Media Vallesina, cambio al vertice In questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende marchigiane ed enti pubblici
Unione dei Comuni della Media Vallesina, termina il mandato di Papadopoulos Nei giorni scorsi si è concluso il mandato del sindaco di Castelbellino Demetrio Papadopoulos alla guida dell’Unione dei Comuni della Media Vallesina, che comprende Maiolati Spontini, Castelplanio, Castebellino, Monteroberto, Montecarotto, San Paolo di Jesi e Poggio San Marcello. A breve seguirà la nomina del
Ginnastica posturale
Marcela Pastura
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successore. Agenzia Nazionale per la Terza Età, Spacca lancia Bernabei All’inizio di aprile il Presidente Gian Mario Spacca ha inviato al Ministro della Salute Ferruccio Fazio l’intesa relativa all’indicazione del professor Roberto Bernabei quale presidente di “Italia Longeva – Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e
la longevità attiva”. Bernabei è docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email redazione@mlmagazine.it
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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE > PROVINCIA DI PESARO-URBINO (PROROGATO) “Incentivi alle PMI per spese di consulenza” Contributo a fondo perduto (75% spese ammissibili MAX 12.000) per spese di consulenza e check-up aziendali finalizzati a diagnosi organizzativo/ gestionale e di posizionamento strategico delle PMI, favorire l’introduzione di innovazioni e la qualificazione dei modelli produttivi. SCADENZA AL 30/06/2011 > POR FSE 2007/2013 “Prestito d’onore regionale per la creazione di nuove imprese” Concessione di un finanziamento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A.(max 50.000 euro – t.rif. 3,20%) da restituire in 6 anni e da utilizzare per fare fronte alle spese di costituzione, agli investimenti e alla gestione della nuova iniziativa economica; è ammissibile la costituzione di nuove attività d’impresa in tutti i settori di attività, ad esclusione dell’agricoltura e dell’industria del carbone. È ammissibile anche la rilevazione di un’attività già esistente purché non gestita da familiari. SCADENZA 31/12/2011 > POR MARCHE FERS 2007/2013 “Legge 598/94 – Innovazione dei processi aziendali rivolto alle PMI” Contributi in c/Capitale (30% dell’investimento per Consulenze e servizi e max.20% per Immobilizzazioni materiali e immateriali) per PMI, Consorzi, Contratti di rete e altre forme associative. La misura intende promuovere il “made in italy”, la sostenibilità ambientale, il rafforzamento della funzione commerciale e dell’organizzazione aziendale. SCADENZA AL 08/04/2011 > FONDI DI GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO “Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzionati” LEGGE 949/52 - contributo in c/interessi per le operazioni di credito artigiano (finanziamento
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MIN 10.329,14 MAX 500.000 euro, tasso agevolato fino al 70% t.rif.) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 2% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. LEGGE 240/81 - contributo in c/canoni per le operazioni di locazione finanziaria da parte delle imprese artigiane (finanziamento MIN 10.329,14 - MAX 350.000 euro, tasso agevolato pari al 60% t.rif) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 1,5% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia BANDO APERTO > DELIBERA CIPE 110/2008 “Aiuti di Stato per imprese in difficoltà” Salvataggio o ristrutturazione delle imprese in difficoltà attraverso la concessione di garanzia statale sui finanziamenti bancari contratti dalle imprese stesse BANDO A SPORTELLO dal 5 LUGLIO 2010 > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Modalità di intervento nel capitale di rischio delle PMI” Partecipazione di risorse pubbliche in operazioni finanziarie che saranno proposte e gestite da soggetti intermediari (banche e intermediari finanziari). Gli interventi saranno mirati alle fasi iniziali della crescita delle imprese e nelle fasi di espansione, nel rispetto delle norme in materia di intermediazione finanziaria e di aiuti di stato. Le forme tecniche di intervento previste sono: a) Sottoscrizione di quote di fondi di investimento mobiliare di tipo chiuso (max. 50% ammontare complessivo fondo investimento) b) Coinvestimento in fondi di garanzia gestiti dai soggetti intermediari (max. 50% importo investito. Copertura pubblica perdite sottostanti:max.50% inv. garantiti) c) Strumenti finanziari in favore dei soggetti intermediari, destinati all’acquisizione di partecipazioni nel capitale di rischio delle PMI (max.50% importo investito). I BANDI SARANNO EMANATI DAI VARI ENTI CHE INTENDANO
EROGARE AIUTI ALLE IMPRESE > INVITALIA “Autoimprenditorialità” Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per la costituzione o l’ampliamento di aziende ubicate in territori considerati agevolati dalla normativa vigente. I progetti presentati possono riguardare sia la produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato, che la fornitura di servizi nei settori dei beni culturali, del turismo e dell’innovzione tecnologica. PRESENTAZIONE A SPORTELLO > FINANZIAMENTI BEI Finanziamenti agevolati per acquisto di beni materiali ed in investimenti in beni immateriali (es. spese di ricerca, sviluppo, progettazione, acquisizione di marchi,ecc,.) per progetti di importo compreso fra 40.000 e 12.500.000 € > FINANZIAMENTI ASSISTITI DALLA GARANZIA SACE Finanziamenti agevolati, assistiti da garanzia, per immobilizzazioni immateriali e materiali effettuate in Italia e all’estero da PMI Italiane, connesse all’attività caratteristica dell’impresa richiedente, propedeutiche o strumentali al processo di internazionalizzazione dell’impresa. > FINANZIAMENTI NUOVE IMPRESE “START UP IMPRESE INNOVATIVE” “Start-up Banca Marche” Finanziamento agevolato per avvio nuova impresa fino a 40.000 €. Sono ammissibili tutte le spese documentabili (es. fatture, contratti di locazione locali ecc.) connesse all’avvio dell’attività di impresa ad eccezione di quelle sostenute per l’acquisto di immobili e di autoveicoli ad uso privato per esclusivo trasporto di persone. Tutte le spese ammissibili sono da considerare IVA inclusa BANDI SEMPRE APERTI ACQUISTO MACCHINARI > LEGGE SABATINI “Agevolazioni per l’acquisto o il leasing di nuove macchine
utensili o di produzione.” Contributo in c/interressi pari al 100%, ovvero abbattimento totale del tasso di riferimento a carico delle imprese acquirenti o locatarie. BANDO APERTO dal 9 NOVEMBRE 2009 INTERNAZIONALIZZAZIONE > SIMEST Legge 394/81 “Sostegno pubblico all’internazionalizzazione delle imprese italiane verso i paesi extra Ue” Rinnovati gli strumenti a valere sul Fondo L.394/81, in un’ottica di modernizzazione e di adeguamento alle nuove esigenze dei mercati internazionali: a) Programmi rivolti alla creazione di presenza stabile nei mercati di riferimento: finanziamento agevolato (15% tasso di riferimento, min 0,5% - possibile anticipo max 30%) max 85% spese ammissibili (struttura, azioni promozionali, interventi vari) b) Studi di fattibilità e prefattibilità, programmi di assistenza tecnica: finanziamento agevolato (15% tasso di riferimento, min 0,5% - possibile anticipo max 70%) fino a 100% spese ammissibili (personale interno, esperti esterni, spese di soggiorno e di trasporto) c) Altri interventi prioritari: finanziamento agevolato (fino al 25% patrimonio netto, max 500.000 euro) per la solidità patrimoniale delle PMI esportatrici (spa con + di 20% fatt.estero) con l’obiettivo di raggiungere/mantenere un indice copertura imm.ni > 0,65. Il tasso di rimborso è legato alle performances aziendali (15% tasso di riferimento in 5 anni se virtuose, altrimenti a tasso di riferimento entro 3 anni)
A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com
CONSULENZA
Un sogno che diventa realtà Donna imprenditrice, un binomio del quale troppo poco si sente parlare. Eppure qualche eccezione c’è sempre, come nel caso di Francesca Fasciani, 34 anni di Pescara, laureata in Beni Culturali. Un sogno che nasce da piccola e che diventa realtà da grande
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llora, Francesca, come ha deciso di creare un negozio di scarpe on-
line? “Diciamo che con le scarpe non ho mai avuto un rapporto semplice perchè sin dall’età di 14 anni già indossavo il numero 42. Lascio immaginare le mie difficoltà a trovare le scarpe adeguate. Una situazione che peggiorava quando, in alcuni casi, le commesse ridevano della mia situazione che, data la giovane età, mi creava non pochi disagi. Quindi l’unica soluzione era porta-
re scarpe da tennis ma in alcune circostanze tutto questo era impossibile. Quante volte ho dovuto rifiutare degli inviti proprio perchè non riuscivo a trovare le scarpe! Quindi sin da piccola dicevo “quando sarò grande aprirò un negozio di scarpe”. Come nasce il tutto? Dalla mia esperienza lavorativa. Per anni ho fatto la commessa, cosa che mi ha dato coraggio; all’inizio volevo aprire un negozio ma la scarsa disponibilità economica e le lungaggini burocratiche mi hanno spinto a buttarmi
esclusivamente su un portale internet”. Da quando tempo è attivo il Suo sito? “La mia attività on-line (www. scarpeoversize.it), è attiva da dicembre e mi sono già resa conto che un negozio sarebbe stato inutile; nonostante sia partita da poco, ho avuto riscontri positivi e fatto subito delle vendite. Il target? Prevalentemente donne dai 30 ai 40 anni, anche perchè l’utilizzo di internet da parte delle giovanissime e delle più
adulte è limitato. Devo dire però che in questi due mesi mi chiamano molte mamme: le nuove generazioni calzano sin da piccole numeri “fuori misura”. Nel mio sito è possibile trovare un’ampia scelta di calzature che rispecchiano le mode dei tempi: ciò mi contraddistingue da molti altri siti analoghi. Voglio dare la possibilità a tutte non solo di trovare quello che cercano ma di togliersi più di uno sfizio”.
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CONSULENZA
È operativo il Fondo Italiano di Investimento Un fondo chiuso di private equity a sponsorship pubblica che rappresenta una reale opportunità per lo sviluppo delle piccole e medie imprese
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li obiettivi del Fondo sono i seguenti: a) sostenere i processi di patrimonializzazione di singole imprese per permettere un più agevole accesso al credito e sostenere progetti di sviluppo a medio-lungo termine, in particolare al fine di favorire una più ampia presenza sui mercati esteri; b) incentivare il processo di aggregazione tra imprese che vogliono condividere un progetto di sviluppo comune favorendo la nascita di realtà caratterizzate da una dimensione più significativa, in grado di rafforzare la propria competitività nei rispettivi settori ed indirizzarsi sempre più verso mercati internazionali; c) sostenere operazioni di ristrutturazione della base azionaria, in cui il Fondo potrà sostituirsi ai soci di minoranza, non più interessati a proseguire l’attività, nonché operazioni finalizzate a sostenere l’acquisizione di imprese condizionate da difficoltà dovute a passaggi generazionali, con il coinvolgimento di manager interni o esterni all’impresa. Il Fondo – che si rivolge ad imprese non in crisi, con buo-
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ne prospettive di sviluppo e con un fatturato compreso tra i 10 e i 100 milioni di euro - opera con diversi strumenti tipici del private equity: - attraverso l’ingresso diretto con quote di minoranza del capitale dell’impresa; - attraverso l’ingresso diretto di minoranza in coinvestimento con altri fondi; - attraverso la sottoscrizione di finanziamenti subordinati convertibili e la concessione di prestiti partecipativi. I vantaggi per le aziende Il Fondo può rappresentare una valida risposta ai due maggiori limiti delle Pmi, che spesso ne ostacolano lo sviluppo: 1) le criticità della gestione finanziaria; 2) la difficoltà a sviluppare e/o acquisire adeguate capacità manageriali. Per quanto riguarda il primo aspetto, il limitato apporto di capitale proprio e il basso livello di autofinanziamento da utili netti, l’eccessivo indebitamento finanziario, il ricorso prevalente a finanziamenti a breve rappresentano le principali cause delle criticità della gestione finanziaria delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni.
Sotto questo profilo il Fondo Italiano di Investimento, rafforzando la struttura patrimoniale delle Pmi e riequilibrando la qualità del debito dell’azienda, favorisce una riduzione dell’indebitamento, un abbattimento degli oneri finanziari e il consolidamento degli investimenti necessari per fronteggiare adeguatamente le sfide competitive. Per quanto concerne il secondo aspetto, occorre considerare che le difficoltà a sviluppare e/o acquisire professionalità specializzate si traducono per le Pmi in un deficit di cultura manageriale che induce le imprese a trascurare aspetti gestionali fondamentali come l’efficienza organizzativa e la finanza d’impresa. Il ricorso al Fondo Italiano di Investimento consentirebbe di disporre delle competenze di manager esperti e capaci di introdurre nelle aziende, anche di piccole dimensioni, modelli organizzativi innovativi. In questa prospettiva, avere come azionista di rilievo un investitore istituzionale garantisce alle Pmi di: - accrescere il potere contrattuale; - sviluppare nuove sinergie
con imprenditori del settore al fine di realizzare possibili partnership; - migliorare l’immagine e la visibilità dell’azienda e dell’imprenditore nei confronti delle banche e del mercato finanziario; - agevolare il reperimento di ulteriori finanziamenti da destinare ad investimenti; - concretizzare più rapidamente progetti di sviluppo. In conclusione, il private equity in generale si configura quale strumento adeguato ad offrire supporto alle imprese in questo particolare momento di restrizione del credito, a garantire la possibilità di sviluppo futuro nonché a stimolare le aggregazioni tra imprese, attivando quelle economie di scala e quelle sinergie che realtà singole e di piccole dimensioni non riescono a sviluppare.
Aldo Bruno Area Corporate Finance Gruppo Sida Tel 071.28521 a.bruno@sidasrl.it
La media conciliazione: il profilo del mediatore e la specificità del ruolo dell’avvocato Caratterizzata da una peculiare poliedricità, la figura del mediatore è il prodotto di un approccio perfettamente interdisciplinare e la sua attività si pone come trasversale rispetto alle competenze di altre figure professionali, traendo da tale posizione una particolare ricchezza di esperienza e di contributi differenti di R.Picozzi
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a funzione del mediatore facilitativo consiste nell’assistere le parti nel far emergere delle proposte, facilitandone la negoziazione attraverso la conduzione della procedura conciliativa e cedendo loro la decisione sulle questioni sostanziali. L’aiuto di cui si parla si concretizza in un’assistenza neutrale, che non deve in alcun modo influenzare la decisione delle parti. Il mediatore non dovrà pertanto effettuare alcuna indebita pressione su di esse, né dovrà tentare di convincerle circa una propria idea di soluzione, bensì aiutarle a discutere e a negoziare una possibile intesa. Il mediatore è dunque un terzo neutrale, con la preparazione sufficiente per applicare tecniche speciali che aiutino ad ascoltare, valutare e creare alternative. Per questo motivo, la formazione dei mediatori non può limitarsi allo studio della teoria e dei principi applicabili: i mediatori devono diventare esperti gestori dei conflitti e non certo meri teorici. Tutte le decisioni relative alle questioni sostanziali riguardano le parti mentre ciò che riguarda gli aspetti procedu-
rali (gestione dei tempi, delle sessioni private, dell’ordine delle presentazioni, ecc.) è di competenza del mediatore in quanto il suo compito consiste nel facilitare l’intesa tra le parti attraverso la conduzione della procedura, l’identificazione dei punti che conformano l’area del conflitto e la facilitazione della comunicazione e della negoziazione tra le parti. Il mediatore deve incoraggiare la partecipazione delle parti in modo equo e quindi deve permettere a ciascuna di esprimersi liberamente a tutela dei propri interessi, senza mettere a repentaglio quelli degli altri. Tutto ciò sarà possibile solo se si riesce ad innescare un clima di reciproco rispetto, anche grazie all’instaurazione di un processo di comunicazione efficace tra le parti e tra queste il mediatore. La specificità del ruolo dell’avvocato La specificità del ruolo richiama innanzitutto un aspetto culturale del rapporto tra avvocato e mediazione. E sotto questo aspetto occorre premettere che la mediazione non è un istituto piovuto improvvisamente dal cielo, né
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CONSULENZA
una delle numerose e a volte effimere modifiche della procedura civile che si sono succedute in questi ultimi anni. È un istituto che ha una sua storia, nato in società di antica civiltà democratica, sorto come rimedio che si fonda sulla ragione pratica e su motivi di rilievo sociale, e che da più di un decennio rappresenta un indirizzo delle istituzioni dell’Unione europea per la soluzione delle controversie civili e commerciali. È un prodotto di culture del diritto più pragmatiche e meno dogmatiche della nostra, e un metodo di soluzione delle controversie che si basa sulla negoziazione, ma che richiede conoscenze del diritto e attinge a diverse discipline come la psicologia, la sociologia, la scienza e la tecnica dell’argomentazione e della
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comunicazione. Ha quindi una sua dignità scientifica, è sorretto da una consolidata esperienza e in molti Paesi europei ed extraeuropei è praticato dagli avvocati come normale terreno professionale. Cosa impedisce, dunque, che divenga una normale pratica professionale anche per gli avvocati italiani? Fatta questa premessa, è interessante cogliere un aspetto significativo dei vari modelli di mediazione, che è quello di porre la persona al centro della procedura, anziché l’avvocato, il giudice, la legge. Mi riferisco la modello di Harward (sulla negoziazione interpersonale assistita), al modello trasformativo (sulla valorizzazione delle qualità positive della persona), al modello narrativo di Sara
Cobb (che attribuisce rilievo alla storia della persona che è coinvolta nel conflitto). Assumono infatti rilievo in ogni modello teorico elementi come l’autodeterminazione, la considerazione di profili anche soggettivi del conflitto, la cooperazione interpersonale e la responsabilità personale di una scelta che è rimessa alla volontà esclusiva delle parti. Sono aspetti, a mio avviso, dai quali emerge anche il rilievo sociale dell’istituto. Ciascun modello richiede tuttavia quale condizione preliminare che si abbia consapevolezza che la mediazione comporta una risoluzione della controversia, secondo un’ottica diversa da quella tipica del giudizio. Il compito preliminare specifico dell’avvocato è dunque quello di trasmettere alla
parte un’informazione molto precisa sui caratteri e sulle finalità della procedura, che abbia eguale efficacia rispetto all’informazione sui caratteri e sulle finalità della lite giudiziale. Si tratta di sottolineare che nella mediazione non si richiede alla parte una strategia diretta ad ottenere la vittoria sull’altra parte mediante il riconoscimento di un diritto vantato o la negazione di un diritto da altri preteso, ma, con l’aiuto del mediatore e l’assistenza di un avvocato, di ricercare in modo autonomo e volontario una possibile soluzione condivisa perché satisfattiva in qualche misura di reciproci interessi.
CONSULENZA
Pil e Stato Sociale, quale via scegliere? La maggior parte degli osservatori che seguono l’andamento macroeconomico del nostro Paese concordano nell’indicare la crescita del Pil come unico fattore su cui puntare per riequilibrare il sistema
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e recenti decisioni prese in sede di Eurozona per tenere preventivamente sotto controllo i bilanci dei Paesi aderenti affinché non si ripetano gli squilibri ai quali ancor oggi assistiamo (secondo le indicazioni fortemente volute dalla Germania) sembrano per l’Italia impossibili da mettere in pratica, seppur nello spazio di qualche anno. Raggiungere il pareggio di bilancio, compreso il costo degli interessi passivi, e portare il debito pubblico a quota 60 per cento del Pil, vorrebbe dire tagliare la spesa pubblica drasticamente, di almeno 100 miliardi di euro l’anno. Le conseguenze, si dice, sarebbero disastrose, in larga parte imprevedibili sul futuro dell’economia e dell’equilibrio sociale. Sempre che si escludano aumenti delle imposte, anche perché non si tratterebbe di qualche centesimo di accise, non rimarrebbe quindi che confidare nella crescita e seguire la strada dello sviluppo. Non c’è dubbio che un consistente aumento del Pil, di almeno un 5 per cento annuo, e non di breve durata, potrebbe ripercuotersi in un corrispondente aumento delle entrate e in una diminuzione della percentuale del debito pubblico sul Pil. Ma, concretamente, quante probabilità abbiamo di poter di raggiungere un tale obiettivo? Dobbiamo anzitutto constatare che il Pil a prezzi costanti, in condizioni esterne molto più favorevoli e con l’ausilio di finanziamenti abbondanti, non è mediamente cresciuto che di uno stentato 0,5 per cento annuo negli ultimi 10-15 anni. Alla luce di questo dato, in uno scenario del dopo crisi tutt’altro che rassicurante, come può essere possibile pensare a crescite dieci volte superiori? Una considerazione ancora più importante, decisiva agli effetti dello sviluppo, riguarda l’andamento demografico, variabile prima di ogni processo di crescita. Dimentichiamo troppo spesso che la popolazione autoctona del Paese è in rapida e costante diminuzione, e che a stento è compensata dall’immigrazione; ne segue che l’aumento del Pil complessivo può derivare solo da un aumento del Pil pro capite. Come è noto, il Pil pro capite delle regioni del Nord è ormai al-
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lineato ai valori dei Paesi più industrialmente sviluppati d’Europa; difficile che aumenti ancora in modo consistente, se non con sostanziali miglioramenti di produttività, che però richiedono forti investimenti in impianti e in ricerca. Non resta che puntare sullo sviluppo del Meridione e su un deciso aumento dell’occupazione femminile, che - ancora nel Sud - è sotto i valori medi europei. Tutti obiettivi che, come appare evidente, non si improvvisano. Non credo pertanto che nei prossimi cinque anni potremo realizzare quanto i Paesi partner dell’euro pretendono solo attraverso la crescita e lo sviluppo. Il Governo è ritornato soddisfatto dalle riunioni europee dedicate al ridimensionamento del debito, vantando di aver ottenuto riconosciuto il principio secondo il quale nella valutazione delle condizioni di un Paese si terrà in considerazione anche il debito privato dei cittadini. Come dobbiamo interpretare questa concessione? Genericamente, nel senso che se ne terrà conto per una valutazione complessiva, oppure che, poiché il debito pubblico resta quello che è ed anzi continuerà ad incrementarsi a causa dei deficit annuali, i cittadini saranno chiamati a far fronte con il loro patrimonio personale, ad esempio con un’imposta speciale? Sarebbe bene chiarire fin d’ora questa eventualità. In conclusione, c’è fortemente da dubitare che la soluzione del problema dell’eccessivo debito pubblico italiano possa consistere nella crescita economica del Paese. Poiché è buona norma, o almeno dovrebbe esserlo, proporre soluzioni alternative, mi limiterò ad indicare in termini generici la strada che sin d’ora dovrebbe essere intrapresa. Invece di confidare in una miracolistica e consistente ripresa, veramente difficile da ipotizzare sulla base della situazione odierna, dovremmo pensare di mettere mano alla vera causa che negli anni passati ha prodotto il debito, allo Stato sociale (welfare) così come funziona ancor oggi, mediante una riforma che non solo ne elimini gli sprechi, ma ne ridimensioni la portata, limitando la sua applicazione solo a coloro che ne hanno veramente bisogno. Questa riforma dovrebbe essere accompagnata da una generale
liberalizzazione dei servizi, in modo da instaurare condizioni di concorrenza, essenziali per l’eliminazione degli sprechi e da una corrispondente diminuzione del carico fiscale. I ceti più abbienti, chiamati ancora una volta a far fronte direttamente alle esigenze economiche del Paese, dovranno comprendere che una riforma liberale, intesa a rimettere a posto le cose, è di gran lunga preferibile ad ulteriori imposte o ad un ulteriore aumento del debito pubblico, soluzioni che alla lunga finirebbero per ricadere in qualche modo su di loro. È prioritario ribadire il principio che lo Stato sociale trova la sua giustificazione solo sul piano della solidarietà, e questa ha senso solo nei confronti di chi ha bisogno. Lo si chiami pure “piano B”, non importa. Occorre preparare la gente sulla necessità di invertire la rotta; occorre studiare il modo più indolore per incidere sul costo dei servizi sociali forniti gratuitamente dallo Stato. La via da seguire deve partire dal capovolgimento del concetto di base di welfare fino ad oggi adottato, consistente nel fornire gratuitamente a tutti i cittadini sanità, previdenza ed ammortizzatori sociali, indipendentemente dalla loro condizione economica, per passare a forme assicurative individuali e volontarie per tutti coloro che sono nelle condizioni di potersele pagare direttamente. Ciò corrisponde esattamente al contrario di quanto sta tentando di fare Obama negli Stati Uniti. Si tratta infatti di una riforma improntata al principio liberale secondo il quale lo Stato deve sì intervenire per la salvaguardia della salute dei cittadini, ma solo quando è necessario. Un altro aspetto interessante sulle conseguenze che una riforma con questo orientamento avrebbe sul sistema riguarda l’incidenza sui consumi. Sappiamo tutti, e lo abbiamo ripetuto più volte nel corso degli ultimi anni, quanto sia importante per la ripresa economica che i consumi interni ripartano e si sviluppino ulteriormente. Ma quali consumi? Quelli oggetto dell’incessante martellamento pubblicitario a cui ci sottopongono le televisioni pubbliche e private? La saturazione di quei prodotti ormai da tempo è stata raggiunta, con distorsioni in-
sensate. Oggi i consumi di cui la gente ha bisogno e che sono maggiormente richiesti, specie in una società con prevalenza di persone anziane come la nostra, riguardano i servizi sociali, che attualmente vengono forniti gratuitamente (o quasi) dallo Stato. Si devono tramutare in aumento del debito pubblico o in maggiori tasse? Molto meglio pagare questi servizi nel momento dell’effettiva necessità, direttamente o attraverso specifiche assicurazioni, specie se si dà spazio ad una completa liberalizzazione delle forniture. Una vera concorrenza, volta all’eliminazione degli sprechi, si svilupperebbe nel momento in cui chi acquista pagasse di tasca propria. Allo Stato deve rimanere, per ragioni sociali, il compito di sopperire economicamente in tutti i casi in cui i cittadini non sono in grado di far fronte individualmente. Oggi, questa nuova concezione di welfare sociale si rende necessaria in tutti i Paesi sviluppati, perché è l’unica veramente compatibile con i bilanci degli Stati. L’alternativa è quella che vediamo tutti giorni: aumento delle tasse, del debito pubblico, e inconcepibili distorsioni nei valori fondamentali della vita, per cui si dà più importanza all’acquisto di beni fatui che alla propria salute. Tomaso Freddi Consulente d’impresa
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ACQUISIZIONI / CESSIONI
ACQUISIZIONICESSIONI
di aziende e attività commerciali by SIDA Corporate Finance
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RIVIERA DEL CONERO Cedesi, compreso l’immobile, attività alberghiera di pregio sul mare, con annesso stabilimento balneare. Clientela turistica e business (Cod. 010)
MARCHE Prov. AN – Cercasi partners finanziari e/o industriali per affermata azienda operante nel settore delle coperture architettoniche per esterni. Design e tecnologia ai massimi livelli di mercato. Area d’affari internazionale (Cod. 019)
ITALIA Importante gruppo industriale, operante nel settore della componentistica per elettrodomestici ed automotives, è interessato ad acquisizioni di aziende operanti sul territorio nazionale in settori equivalenti od analoghi (Cod. 018) MARCHE – ANCONA Cedesi stabilimento industriale di mq 14.000, in ottima posizione strategica e di visibilità (Cod. 020)
PUGLIA Prov. FG – Azienda di produzione di divani di fascia medio–alta, dotata di moderne attrezzature ed impiantistica industriale, fatturato consolidato, ricerca partners (Cod. 021)
MARCHE Affittasi palazzina uffici mq 500+500 in ottime condizioni strutturali, ottima visibilità e posizione fronte strada, sita in località Camerano (AN), vicinanze autostrda (Cod. 015)
MOLISE Cedesi o Affittasi stabilimento industriale in ottime condizioni di mq 9.000, predisposto all’installazione di impianti fotovoltaici, attualmente affittato. Prov. CB (Cod. 014)
MARCHE Cedesi quota maggioritaria di importante azienda vitivinicola marchigiana, con BRAND di rilievo internazionale. OTTIME PROSPETTIVE DI RENDIMENTO (Cod. 011)
MARCHE – ANCONA Realtà storica del settore tipolitografico, ricerca acquirente o partner. Clientela consolidata (Cod. 016)
CENTRO ITALIA Cercasi partners industriali e/o finanziari per azienda operante nel settore della produzione di distillati per liquori (cod. 024)
MOLISE Prov. CB – Termoli - Cedesi azienda operante nel settore della carpenteria metallica, dotata di robot industriali e di un ottimo livello di automazione. Fatturato consolidato (cod. 022)
UMBRIA Vendesi due avviati Wine Bar rispettivamente nel centro storico di Perugia e nelle immediate vicinanze presso un Centro Commerciale, in alternativa cedesi in gestione anche separatamente Cod (027)
SANTO DOMINGO Importante società immobiliare italiana valuta proposte di partnership per investimento immobiliare a finalità turistica a Santo Domingo, località Bavarò. OTTIMO INVESTIMENTO (Cod. 013) CERCASI MANAGER/INVESTITORI (Business Angels) per aziende operanti nei seguenti settori industriali: - Stampaggio materie plastiche - Legno - arredo (produzione mobili d’ufficio, cucine, componenti per l’arredamento, porte) - Litografia e stampa - Componenti elettronici (Cod 025)
PUGLIA Prov. FG – Cedesi o Affittasi stabilimento di mq 20.000 con autorizzazioni per impianti fotovoltaici da destinare ad attività logistica. Annessa palazzina uffici di mq 1.000 ca. Vicinanze autostrade e polo industriale di Melfi (Cod. 017)
ROMANIA Cedesi importante realtà dell’industrial packaging a capitale italiano, economicamente e finanziariamente interessante, con mercato europeo di elevati standard qualitativi (Cod. 012) Aziende di rilievo nazionale operanti nei settori meccanica, alimentare, arredamento, prodotti per l’edilizia, stampaggio materie plastiche, oggettistica d’arredo, abbigliamento, ricercano partner industriali per realizzare progetti sinergici finalizzati alla creazione di reti d’impresa (cod. 026)
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BORSA
Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate Biesse
ELICA
Segmento: Star Performance 1 anno: + 24,94 % Performance 1 mese: + 16,82 %
Segmento: Star Performance 1 anno: - 13,66% Performance 1 mese: + 4,97%
Trend:
Trend:
Il titolo BIESSE mostra un marcato rialzo su base mensile, con un +16% sul mese di marzo 2011. Inoltre in termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione positiva, segno che il titolo ha fatto meglio del rendimento medio di mercato. I volumi sono risultati pari a circa 200 mila pezzi scambiati, un valore superiore alla media settimanale, evidenza di una significativa partecipazione da parte degli operatori. Trend di breve al rialzo.
Sale il titolo ELICA, che nella rilevazione di metà aprile aumenta di circa il 5% su base mensile. In termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE Mib si registra una variazione positiva del 2,48% rispetto ai valori di metà mese. Il titolo ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 32 mila pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve incerto.
Indesit Ord.
Poltrona FRAU
Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: - 7,90% Performance 1 mese: + 3,47%
Segmento: Star Performance 1 anno: + 53,42% Performance 1 mese: + 35,78%
Trend:
Trend:
Mese all’insegna della stabilità per INDESIT COMPANY, che vede aumentare il prezzo per azione di poco più del 3% su base mensile. In termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione positiva dell’1,7% rispetto alla chiusura di metà mese. Il titolo ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 240 mila pezzi scambiati, valore superiore alla seduta precedente ma inferiore alla media settimanale, segno comunque di attività crescente intorno allo strumento. Trend di breve incerto.
Mese in crescita per il titolo POLTRONA FRAU, che guadagna il 36% su base mensile. Inoltre l’ipotesi di nuovi apprezzamenti troverebbe conferma nella performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, con un +3,0% sulle risultanze di metà mese. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. Trend di breve in crescita.
TOD’S Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: + 63,70% Performance 1 mese: + 10,90% Trend:
Aumenta ancora il prezzo del titolo TOD’S, che vede incrementarsi di circa l’11% su base mensile; inoltre la performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB fa registrare una variazione positiva dell’1,22% sulla chiusura di metà mese. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 130 mila pezzi scambiati, un valore superiore alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando: probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve in crescita. 60
Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521
messaggio elettorale
Committente responsabile: Federica Santalucia
IMPRESE
Una boutique del pane a Civitanova Marche REDIPANE propone un’offerta variegata: dalle brioches per la prima colazione a una pausa pranzo sempre nuova e diversa, oltre a focacce ripiene, pizze farcite, e moltissime specialità da forno di L. Dattolo
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na boutique del pane a Civitanova Marche. Lo scorso 9 aprile, con la partecipazione di oltre 650 persone, è stato tenuto a battesimo Redipane Bakery Cafè, sbarcato nelle Marche con un binomio vincente: tradizione e innovazione. Ne parliamo con Andrea Gaibazzi - Presidente di GMG Partners, titolare della catena REDIPANE ed amministratore delegato di Tagliavini Spa, leader nella produzione di forni per la panificazione - e con l’imprenditore marchigiano Maurizio Croceri, coinvolto nell’iniziativa. Presidente Gaibazzi, quando è nato il primo vero Bakery Cafè Italiano “REDIPANE”? “È un concept nuovo, che nasce nel 2000 da una mia intuizione”. Come nasce il progetto “REDIPANE” e con quali finalità? “Tutto sommato la forza dell’idea stava nella sua semplicità. Parafrasando il famoso “uovo di Cristoforo Colombo”, siamo partiti capitalizzando tutte le esperienze interne maturate in oltre 100 anni di storia del Gruppo Tagliavini: una realtà che è stata testimone degli scenari evolutivi nel settore della panificazione dal lontano 1934”.
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In che senso si può parlare di innovazione? “La vera innovazione, probabilmente, risiede nel voler valorizzare un prodotto di per sè povero, ma che ha radici profonde nell’immaginario collettivo. Tutti noi ci ricordiamo il vecchio forno nel quale siamo entrati almeno qualche volta da bambini a prendere il pane con la nonna. Chiaramente oggi le modalità sono cambiate, ma resta per noi un obiettivo fondamentale far convivere contemporaneità e tradizione”. Siete specializzati in qualche tipo di pane particolare? “Produciamo e vendiamo oltre cento specialità da forno: praticamente tutti i tipi di pane italiani, ciascuno frutto della tradizione locale, e varie tipologie europee. Poi focacce, pizze, dolci tipici, croissant e torte. Il tutto, quindi, con un contenuto artigianale molto elevato”. Quindi occorrono fornai ben preparati … “Le professionalità le forniamo noi direttamente. All’atto dell’assunzione sono richieste le conoscenze di base: al resto pensa l’azienda. Seguendo la nostra prassi, anche a Civitanova abbiamo privilegiato collaboratori del posto, che per un mese sono accompagnati da un apposito team di formazione”.
Come mai ha scelto le Marche? “In estrema sintesi perché abbiamo valutato Civitanova Marche una brillante e dinamica cittadina marchigiana, ottima opportunità per sviluppare il progetto nel Centro Italia, ovviamente anche in relazione alla collaborazione con Maurizio Croceri”. Sentiamo proprio quest’ultimo. Maurizio Croceri, dalla moda al Bakery Cafè REDIPANE … “Per mia natura amo le sfide e i progetti ambiziosi; ho creduto fin dal primo momento nella passione di Andrea Gaibazzi, oltre che nelle sue capacità imprenditoriali. REDIPANE non è solo un brand ma è un vero e proprio modello di business rivoluzionario ed innovativo nel mondo del food. Qualità unita alla ricerca del dettaglio. Ho investito in prima persona, assieme a mio fratello Andrea – il quale, “vivendo” il territorio tutti i giorni, lo conosce molto bene -, sullo store di Civitanova Marche, e parallelamente sto supportando GMG Partners nello sviluppo del progetto in alcuni department store italiani”. Imprenditore e manager … Attualmente nel segmento del fashion con quale gruppo collabora? “In questo momento sto gestendo le Business Unit Licenze (Commerciale e Marketing) per il Gruppo ABC Spa, un’azienda fiorentina leader per quanto riguarda il design, la produzione e la distribuzione di accessori nel mondo, grande versatilità e capacità di risposta alle esigenze e alle tendenze del mercato”. REDIPANE Bakery Cafè è una novità assoluta nelle Marche, ma in altre regioni è già presente… “Il marchio REDIPANE – del Gruppo GMG Partners - aveva già nove punti vendita, tutti in Emilia Romagna, ai quali si aggiunge quest’ultima apertura nelle Marche. Ora stiamo lavorando ad un piano di sviluppo importante per i prossimi anni, sia diretto che in partnership tenendo esclusivamente in considerazione prime location”. Questo nuovo concept per cosa si caratterizza? “Sostanzialmente per tre fattori distintivi. Innanzitutto, si tratta di un progetto nel quale si “reinveste” il pane, prodotto da sempre presente nella nostra tradizione alimentare; binomio tra tradizione ed innovazione. In secondo luogo è un format che consente di snellire fortemente l’iter che va dalla produzione – con la cottura su pietra - alla commercializzazione del prodotto”.
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IMPRESE
Pelletteria il Ponte: “il lusso accessibile” punta sull’informatizzazione aziendale La Pelletterie il Ponte (www.ilpontespa.it) è un’azienda italiana leader nel settore pelli, cuoio e calzature, nota al grande pubblico per il brand che commercializza: The Bridge. di I. Barone
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l Ponte ha un design esclusivo e un’ottima qualità dei materiali e delle rifiniture, con prodotti che si inseriscono nel settore del cosiddetto “lusso accessibile”, caratterizzati da buon rapporto qualità/prezzo, una forte identità di marchio, un’ottima distribuzione e omogeneità di presentazione. L’azienda, che ha fatto della sua autonomia un punto di forza, ha cominciato ad investire sulla computerizzazione del proprio flusso informativo già a partire dalla fine degli anni ’80, in seguito al definitivo consolidamento del marchio The Bridge sul mercato e alle conseguenti nuove necessità logistiche: aumenta, infatti, il ricorso ai terzisti locali e l’azienda deve organizzare i magazzini per la spedizione delle materie prime, il rientro del prodotto finito e il successivo invio ai negozi. Grazie all’impegno dell’allora Responsabile della Produzione, prende il via un sistema informatizzato di gestione del magazzino che permetterà a The Bridge una gestione ottimale degli ordini e il controllo del prodotto in ogni momento del ciclo produttivo. Come per il magazzino, vengono poi sviluppati gli altri segmenti del sistema informativo aziendale. Si giunge così alla definizione di un sistema altamente personalizzato, in grado di migliorare l’efficienza e l’efficacia di ogni singolo processo di business a discapito, però, dell’efficacia complessiva della gestione. Non sempre, infatti, i diversi sistemi presenti in azienda venivano connessi l’uno all’altro, facendo sorgere l’esigenza di una più stretta e tempestiva integrazione. Il fatto inoltre di avere dei programmi sviluppati internamente da una sola persona (quindi gestibili solo attraverso quest’ultima), rappresentava un vincolo troppo stretto per il governo aziendale nei mutati contesti interni e nei differenti scenari competitivi che nel frat-
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tempo si erano creati. Il progetto Nel 2007 l’azienda ha quindi deciso di rivedere completamente il proprio sistema informativo aziendale, facendosi supportare in questo da Zucchetti Centro Sistemi (ZCS - www.centrosistemi.it). La scelta del partner cui fare riferimento è avvenuta dopo un’attenta e lunga analisi ed è stata motivata non soltanto dalle caratteristiche e dalle qualità del prodotto offerto e dall’esistenza di sue specifiche verticalizzazioni per il settore del fashion, ma soprattutto sulla base del servizio dallo stesso assicurato. Nello specifico, della garanzia di continuità del rapporto futuro, anche in termini di assistenza sul posto e della possibilità, previo accordo, di visionare le sorgenti del sistema ERP, per eventualmente personalizzarlo in au-
tonomia e facendolo diventare, così, conoscenza vera e propria per l’azienda. Benefici attuali e potenziali Come riconosciuto da Lucio Starita, EDP Manager di The Bridge, “l’implementazione del nuovo sistema non solamente ha consentito l’eliminazione di procedure batch/ off line riservate al CED e la definizione di un sistema integrato ed aperto a nuove esigenze (ERP Teseo 7 Fashion di ZCS, ndr), così come inizialmente voluto, ma ha determinato anche nuovi ed ancor più incisivi vantaggi sia all’interno dell’azienda che nelle relazioni con i propri stakeholder esterni”. In riferimento a quest’ultimo punto, in particolare, l’implementazione di applicazioni nativamente Web based, tutte integrate all’interno di un portale unico aziendale (Cassiopea di ZCS), ha condotto ad un mi-
glioramento dell’efficienza nei rapporti con gli agenti (ad esempio, il passaggio da una procedura batch-ftp ad una procedura Web “on line” per la presa ordini degli showroom da tutta Europa), i clienti (come ad esempio per la gestione del post vendita integrato nell’Erp) e i fornitori (quelli più grandi spediscono la pelle direttamente con i relativi codici a barre). In relazione ai processi gestionali interni, invece, il vantaggio sicuramente più innovativo apportato dal nuovo sistema attiene al suo più efficace supporto ai processi decisionali in azienda sia di tipo operativo (ad esempio, la soluzione Doc Finance è di ausilio per la gestione anticipata della tesoreria aziendale), che direzionale (sotto questo punto di vista giova segnalare che Info Business di Zucchetti offre numerosi strumenti per l’analisi mul-
tidimensionale ed interattiva dei dati e per l’interrogazione ad hoc del database e la creazione di report), che strategica (ad esempio, ZCS Balaced Scorecard supporta la migliore comprensione del business e delle performance globali dell’azienda, strumentale all’implementazione nel tempo di processi di gestione più coerenti ed efficaci nel raggiungimento delle strategie aziendali). In linea con ciò, come testimoniato dallo stesso Ferdinando Biagioni, presidente di The Bridge, “il nuovo sistema informativo, mettendo a disposizione del management un’adeguata reportistica direzionale per comprendere e valutare le performance organizzative, identificando al contempo le leve di sviluppo per il futuro e guidando così i comportamenti in azienda, rappresenta anche uno straordinario ausilio per
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il trasferimento di conoscenza, indispensabile soprattutto in un momento di passaggio generazionale come quello che Il Ponte Pelletteria si sta accingendo a vivere. Adesso il flusso delle informazioni in azienda risulta standardizzato, finalmente integrato, accessibile dai differenti stakeholder, sia interni che esterni, ma, soprattutto, di reale supporto al processo decisionale, non soltanto operativo, ma anche direzionale e strategico�.
Manifesto esposto nella metropolitana di Milano da Zucchetti Centro Sistemi Spa in occasione di Milano Moda Donna autunnoinverno 2011/2012
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SPECIALE: NAUTICA
Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.” Charles Baudelaire (1821-1867), poeta e critico francese. 68
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SPECIALE: NAUTICA
Qualche numero sul mare Le attività economiche connesse al mare sono molteplici: pensiamo ad esempio alla cantieristica, alla pesca, alle attività turistico-ricettive e al relativo indotto, ai servizi in ambito ambientale, al trasporto marittimo. Si può parlare di una vera e propria “filiera del mare”
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L’IMPORTANZA DEL MARE PER LE ECONOMIE LOCALI PIU’ ELEVATA INCIDENZA TRA LE PROVINCE A VOCAZIONE MARINA DEL CENTRO-NORD. ROVIGO E’ IN TESTA (8%) Il peso percentuale delle imprese del Sistema Mare sul totale delle attività economiche nelle province italiane (2008)
Nella “Top 10” mancano province del Mezzogiorno (Sassari è 12° con il 2,8%)
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Fonte: Unioncamere
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l’Italia, da questo punto di vista, con i suoi 7.500 chilometri di coste gode di una posizione di favore; la vocazione marina è nel nostro DNA. Ma queste potenzialità sono sfruttate adeguatamente? Secondo recenti dati diffusi dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e da Unioncamere (“Rapporto Sistema Mare”), nel 2008 la filiera del mare italiana vedeva operative 80.500 imprese, cioè l’1,5 per cento del totale. Percentuale che sale al 2,4 per cento se si considera il valore aggiunto prodotto (pari a 34 miliardi di euro). Il settore occupa 670.000 occupati (2,7 per cento del totale), mentre l’export si aggira (sempre con riferimento ai dati 2008) sui 9 miliardi, pari al 2,4 per cento delle esportazioni complessive. Considerando anche altre attività riconducibili alla filiera del mare – come l’editoria specializzata, servizi turistici in senso lato, articoli sportivi e ristorazione – si arriva al 3,4 per cento del valore aggiunto e al 3,6 per cento degli occupati. Il 9 per cento delle aziende è “rosa”, mentre il 6 per cento è gestito da cooperative (impegnate soprattutto nei trasporti).
Tra il 2002 e il 2008 le imprese attive nella filiera del mare sono cresciute del 16,9 per cento (l’incremento complessivo dell’economia nazionale si è fermato al 7,4 per cento), che arriva al 20,3 per la cantieristica e al 37,9 per il comparto dei servizi ricreativi e del noleggio di imbarcazioni. Un altro dato interessante riflette la capacità innovativa registrata nel settore: tra il 1999 e il 2008 l’European patent Office ha pubblicato più di 100 brevetti italiani nei campi della nautica, delle attrezzature per lo sport mare e delle tecnologie marine. Alla fine del 2008 le imprese attive nel settore dell’industria cantieristica italiana erano 6.714, con un tasso annuo di crescita del 7,1 per cento dal 2002. Si tratta per quasi la metà (45,6 per cento) di imprese familiari, per il 34,7 per cento di società di capitali e per il 17,6 per cento di società di persone, mentre appena il 2,1 per cento ha scelto di adottare altre forme giuridiche
Tab. 12 – Imprese attive nel settore della Cantieristica navale Cifre assolute Quote % 2008
2002
66 113 118 417 496 532 3 3 5 283 353 376 217 311 315 704 924 1.004 179 254 259 733 1.103 1.236 8 8 6 182 421 471 262 384 491 34 36 38 7 8 8 428 579 620 193 223 238 3 7 9 78 87 90 418 540 567 216 298 331
1,5 0,0 9,4 0,1 6,4 4,9 15,9 4,0 16,5 0,2 4,1 5,9 0,8 0,2 9,7 4,4 0,1 1,8 9,4 4,9
1,8 0,0 7,9 0,1 5,6 4,7 15,0 3,9 18,4 0,1 7,0 7,3 0,6 0,1 9,2 3,5 0,1 1,3 8,4 4,9
78,8 0,0 27,6 66,7 32,9 45,2 42,6 44,7 68,6 -25,0 158,8 87,4 11,8 14,3 44,9 23,3 200,0 15,4 0,0 53,2
Quote % sul tot. Fabbricazione altri mezzi di trasporto 40,1 0,0 57,1 21,7 55,4 89,0 98,6 51,2 92,8 21,4 93,5 82,9 50,0 88,9 87,7 81,8 56,3 90,0 93,0 95,4
Nord-Centro Sud-Isole
3.054 4.370 4.813 1.377 1.778 1.901
68,9 31,1
71,7 28,3
57,6 38,1
76,8 88,2
1,0 1,1
ITALIA
4.431 6.148 6.714 100,0 100,0
51,5
79,7
1,0
REGIONI Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
2002
2007
Var.% 2008 2008/2002
Quote % sul totale Industria Manifatturiera 0,2 0,0 0,4 0,1 0,6 2,6 7,2 0,4 2,2 0,1 1,9 1,2 0,3 0,3 1,3 0,7 0,2 0,5 1,5 2,2
*Codici Ateco 2002: 35.1, 35.11, 35.12, comprese demolizioni 37.10.02
Nel periodo 2002-2008 le Marche hanno più che raddoppiato il numero di imprese attive. Nella graduatoria delle province per numero di imprese attive nel comparto dell’industria cantieristica navale, Pesaro e Urbino figura al quinto posto, con 284 unità (4,2 per cento del totale) e Ancona al 18° (1,8 per cento).
Fonte: Elaborazioni su dati Infocamere
Fonte: Unioncamere
I dati disponibili a livello territoriale descrivono l’esistenza di una discreta polarizzazione a favore di alcune realtà centro-settentrionali. L’intera area territoriale del Centro-Nord dispone di oltre 4.800 imprese per una aliquota del 72 per cento del totale, mentre il Mezzogiorno – che peraltro presenta un numero di strutture portuali non indifferente – ne raccoglie il 28 per cento. Per di più, negli ultimi anni si è assistito ad un rafforzamento del ruolo svolto dall’area economica più sviluppata del Paese a scapito di quella in ritardo di sviluppo. Nel periodo 2002-2008 le imprese attive iscritte presso le Camere di commercio del Centro-Nord sono infatti aumentate ad un tasso annuo del 7,9 per cento, mentre nel Sud la dinamica è apparsa relativamente meno espansiva (+5,5 per cento in media). In conseguenza di ciò, la quota detenuta dal Mezzogiorno si è ridotta di quasi 3 punti percentuali a vantaggio delle restanti aree del Paese. I dati disaggregati per regione pongono al vertice dell’elenco la Toscana, che nel 2008 ha collezionato
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SPECIALE: NAUTICA
su oltre 5.000 imprese, che costituiscono più di un quarto dell’intero apparato produttivo installato nel Paese. Nei sei anni in esame la regione ha denunciato una crescita (attorno all’1,5 per cento annuo) inferiore alla media nazionale, che si è tradotta in una modesta riduzione del suo peso sull’intero Paese. Le regioni Veneto ed Emilia-Romagna, ex aequo al secondo posto, disponendo ciascuna di circa 2.260 imprese attive, rappresentano insieme poco meno di un altro quarto (il 23,4 per cento) del totale nazionale, una quota quindi non dissimile rispetto a quella di sei anni prima. Discende da quanto rilevato che nelle tre regioni menzionate si localizza circa la metà delle imprese che in Italia operano nella fabbricazione e lavorazione di prodotti e strumentazioni navali. Proseguendo nell’analisi, si intravede al quarto posto il Piemonte con 1.713 imprese attive che incidono per l’8,8 per cento sul totale. Nelle restanti regioni la presenza di iniziative nel comparto tende a rarefarsi, oscillando all’interno di un ventaglio compreso tra le 1.127 imprese della Toscana (e le 1.238 del Lazio) e le 38 del Molise (e le 27 della Valle d’Aosta) che chiudono la classifica.
Relativamente alle attività economiche riconducibili al “turismo marino” – stabilimenti balneari, attività ricreative, culturali e sportive, noleggio di imbarcazioni – Ascoli Piceno è al 19° posto nella classifica delle province italiane per numero di imprese attive (con l’1,4 per cento del totale). Per quanto attiene al peso percentuale delle imprese del “sistema mare” sul totale delle attività economiche della regione Marche, si veda la seguente tabella (tratta da “Rapporto Sistema Mare”):
Tab. 14 – Imprese attive nel settore della fabbricazione di Apparecchiature e Strumenti navali Cifre assolute Quote % REGIONI 2002 2007 2008 2002 2008 Piemonte 1.565 1.698 1.713 9,1 8,8 Valle d'Aosta 26 27 27 0,2 0,1 Lombardia 4.610 4.868 5.052 26,7 26,1 Trentino Alto Adige 206 248 266 1,2 1,4 Veneto 1.954 2.211 2.260 11,3 11,7 Friuli Venezia Giulia 382 411 404 2,2 2,1 Liguria 526 574 567 3,0 2,9 Emilia Romagna 2.076 2.225 2.257 12,0 11,7 1.108 1.127 5,7 5,8 Toscana 984 Umbria 209 219 220 1,2 1,1 Marche 533 601 617 3,1 3,2 1.068 1.238 5,6 6,4 Lazio 972 Abruzzo 281 320 320 1,6 1,7 Molise 33 34 38 0,2 0,2 Campania 826 930 952 4,8 4,9 Puglia 721 760 771 4,2 4,0 Basilicata 101 114 118 0,6 0,6 Calabria 236 282 278 1,4 1,4 Sicilia 698 804 803 4,0 4,1 Sardegna 316 333 339 1,8 1,8
Var.% 2008/2002 +9,5 +3,8 +9,6 +29,1 +15,7 +5,8 +7,8 +8,7 +14,5 +5,3 +15,8 +27,4 +13,9 +15,2 +15,3 +6,9 +16,8 +17,8 +15,0 +7,3
Nord-Centro Sud-Isole
14.043 3.212
15.258 3.577
15.748 3.619
81,4 18,6
81,3 18,7
+12,1 +12,7
ITALIA
17.255
18.835
19.367
100,0
100,0
+12,2
*Codici Ateco 2002: 29.11,29.12,29.22,29.23,31.10,31.20,32.20.1,32.20.2,33.2,33.20.1/2/3/4/5
Fonte: Elaborazioni su dati Infocamere
a cura di GGF GROUP Via Albertini 36 Blocco I/1 60131 Ancona f.digiulio@callworld.it
Nella classifica delle province per numero di imprese attive nel comparto delle apparecchiature e strumenti navali, nei primi venti posti non figura alcuna provincia marchigiana.
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SPECIALE: NAUTICA
Nautica da diporto, l’Italia è in prima fila Il settore della nautica da diporto vede la produzione italiana al terzo posto in Europa – preceduta da Francia e Finlandia - e al quinto nel mondo, con percentuali rispettivamente del 18 e del 2,7 per cento
L
e regioni che concentrano il maggior numero di imprese sono Lombardia, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna (che insieme fanno il 61 per cento del totale).
Dai dati diffusi da Unioncamere – riferiti al 2008 - emerge che il comparto, nonostante la situazione di crisi congiunturale, ha mantenuto un buon livello produttivo e non ha subìto forti contrazioni dell’export. La posizione di leadership mondiale dei cantieri navali italiani, in sostanza, non è venuta meno, almeno nella produzione dei superyachts (imbarcazioni superiori o uguali a 80 piedi di lunghezza, cioè 24,38 metri): in tale segmento l’80 per cento della produzione riguarda i motoryacht, il 10 gli open e il restante 10 per cento è coperto da grandi navi a vela e da yacht dedicati allo sportfisher. Quando si parla di produzione di imbarcazioni da diporto, dobbiamo considerare che accanto ai produttori in senso stretto di unità da diporto, vi sono i produttori di accessori e componenti strutturali, di parti motoristiche, di mobilio nautico, di apparecchiature di navigazione, i fornitori di servizi di rimessaggio, di alaggio, di manutenzione, e di servizi nautici e portuali in generale. Secondo i dati diffusi da Ucina, nel 2008 la nautica da diporto impiegava circa 25.300 occupati, così suddivisi: il 57 per cento nella cantieristica, il 26 per cento nel comparto degli accessori e delle componenti nautiche, il 14 per cento nel rimessaggio e il restante 3 per cento nei motori. A questi si aggiungono circa 10.000 stagionali, impegnati per circa sei mesi all’anno.
Tab. 16 – Produzione unità da diporto: numero di unità prodotte - Anno 2007 Tipologia unità da diporto a motore a motore Paesi unità a vela entrabordo o fuoribordo e pneumatiche entrofuoribordo unità minori Francia 8.019 2.314 6.491 23.555 Finlandia 103 1.650 25.615 n.d. Italia 1.460 4.629 4.253 15.319 Germania 2.835 2.136 11.525 n.d. Grecia 40 108 8.360 2.780 Norvegia 10 2.300 3.600 200 Regno Unito 1.106 2.615 865 535 Portogallo 9 362 1.295 2.218 Paesi Bassi n.d. n.d. n.d. n.d. Croazia 41 370 920 310 Danimarca 821 8 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Polonia 464 EUROPA 14.908 16.492 62.924 44.917 Australia n.d. n.d. n.d. n.d. Giappone 159 523 3.725 8.722 Nuova Zelanda 1.003 1.221 5.060 2.970 Argentina 95 350 2.840 1.216 Turchia 250 650 150 1.200 Sud Africa n.d. n.d. n.d. n.d. ALTRI PAESI 1.507 2.744 11.775 14.108 Stati Uniti 11.800 85.400 635.320 29.400 TOTALE
28.215
104.636
710.019
TOTALE
88.425
Quote %
40.379 27.368 25.661 16.496 11.288 6.110 5.121 3.884 2.550 1.641 829 464 141.791 32.240 13.129 10.254 4.501 2.250 2.100 64.474 761.920
4,2 2,8 2,7 1,7 1,2 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 14,6 3,3 1,4 1,1 0,5 0,2 0,2 6,7 78,7
968.185
100,0
Fonte: ICOMIA
Tab. 17 - Bilancia commerciale dell'Italia per il settore della Nautica da diporto (valori in euro)
Nel comparto dei megayacht, imbarcazioni di lunghezza superiore o uguale a 80 piedi (24,38 metri), 2006 con una quota pari a2007 2008mondiale. l’Italia si colloca nella posizione di testa, circa la metà del mercato
UE Nell’ultimo decennio il tasso di crescita307.064.443 cumulato nel numero332.672.535 di ordini in portafoglio541.943.166 sarebbe America 473.636.132 468.511.014 354.584.679 risultato superiore al 400 per cento, un livello pressoché doppio rispetto al contestuale incremento a Asia 99.686.729 200.288.625 202.041.557 Extra UE (Europa) 94.587.922 140.614.365 191.472.094 scala mondiale. L’elemento propulsivo di 17.351.113 tale sviluppo potrebbe essere individuato nell’aumentato Oceania 25.678.599 70.766.974 Africa 9.581.058 -1.149.856 -1.351.386 numero di soggetti con potere di spesa1.001.907.397 parecchio elevato, provenienti da mercati emergenti quali TOTALE 1.166.615.282 1.359.457.084
Russia, Cina e India.
Fonte: ISTAT
Per quanto riguarda l’impatto del settore nautico sul mercato del lavoro, i dati Ucina stimati sulla una apposita indaginedapresso aziende associate indicano per il 2008 assorbimento di Ibase dati didell’indagine condotta Ucina,le articolati per territorio, delineano una un forte polarizzazione 25,3 mila occupati alle dipendenze, per il 57 per nel comparto cantieristica, per il geografica delle attività nel settore suddivisi della cantieristica percento la fabbricazione di della prodotti – scafi, motori, 26 per cento in quello degli accessoriOltre e componenti per ilcirca) 14 per cento nel rimessaggio e accessori – della nautica da diporto. un quarto nautiche, (27 per cento dell’universo delle aziende per il restante per cento risulta nel comparto dei motori. Si valuta che accanto dipendenti tempo rilevate a livello3 nazionale concentrato sul territorio lombardo e piùaidei tre quintia (61 per
UTENTI NAUTICI / 100 abitanti
cento) risiede in cinque regioni della ripartizione centro-settentrionale. La Liguria, collocata al 2° posto dopo la Lombardia, detiene una quota del 15 per cento e la Toscana il 10 per cento, mentre l’Emilia-Romagna possiede una quota di quasi il 9 per cento del totale. Scorrendo la classifica in ordine decrescente Italia 5,94si può vedere inoltre la prima regione del Mezzogiorno, la Campania, situarsi in quinta posizione in virtù di una aliquota pari al 7 per cento, seguita dal Lazio con la stessa cifra e poi dal Australia Piemonte, che 12,37 concorre con il 6 per cento. Più dei quattro quinti delle aziende è pertanto concentrato in sette regioni, di cui due senza sbocchi sul mare. La Sicilia e la Sardegna, lambite
Stati Uniti totalmente dal mare,25,32 assorbono rispettivamente il 5 e quasi l’1 per cento. Paesi scandinavi 60,5
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SPECIALE: NAUTICA Un posto barca ogni quattro imbarcazioni Quanto alle strutture, nel 2009 si contavano nel Paese circa 147.000 posti barca, dei quali il 65 per cento pubblici, il 24 per cento situati in strutture private e l’11 per cento in punti di ormeggio stagionali. Ben il 60 per cento di essi è concentrato in sole cinque regioni (Liguria, Sardegna, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia). Attualmente la nautica da diporto italiana (ed europea in generale) è caratterizzata da un forte squilibrio tra domanda di ormeggi ed offerta portuale, che ne condiziona lo sviluppo. Inoltre, molti porti non sono sufficientemente attrezzati, in quanto furono progettati e realizzati soprattutto per i trasporti commerciali e non turistici.
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SPECIALE: NAUTICA
“Distretto del mare, i tempi sono maturi” Gianluca Fenucci - fondatore del cantiere navale ISA, rappresentante del settore nautico in seno a Confindustria e neo Presidente del “CNM-Consorzio Navale Marchigiano” – ci illustra sinteticamente la situazione attuale del settore, che disponibilità incontra la nautica nei rapporti con la Regione, e indica il suo punto di vista sulle possibili vie di uscita in chiave prospettica di G. Guidi
P
residente, in che situazione versa la nautica regionale? “La situazione del settore, nelle Marche ma anche a livello nazionale, dev’essere inquadrata all’interno di un contesto economico generale certamente non favorevole, che quindi registra ancora una certa stagnazione complessiva della domanda. Ne consegue che il nostro comparto non è rimasto immune dalla congiuntura in atto e si sta interrogando intensamente sul futuro”. Quindi il momento difficile della nautica dipende dalla generalizzata contrazione dei consumi? “In gran parte questa è la realtà. Essa, almeno per quanto riguarda le Marche, è dipesa anche da alcune nostre responsabilità che non possiamo negare e che dobbiamo analizzare con molto senso di obiettività e responsabilità. E anche noi imprenditori dobbiamo riconoscere che qualcosa negli ultimi anni
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è mancato nella capacità di prevedere gli scenari di medio periodo e strutturarci tempestivamente in modo da poterne gestire i costanti cambiamenti”. Lei peraltro è sempre stato molto attivo, propositivo, sia in ambito confindustriale, sia come “portavoce” della nautica marchigiana. “Diciamo che, anche per motivi anagrafici e non soltanto culturali, faccio parte di quella generazione di imprenditori e manager che cercano vie d’uscita alla situazione che si è venuta a creare, mettendo sul tavolo iniziative e proposte concrete, momenti di dibattito e di confronto attivo con gli altri attori del sistema, pensando che solo lavorando sistematicamente insieme si possano trovare delle soluzioni a problematiche, partendo ovviamente da una obiettività di analisi”. Cioè le istituzioni? “I rappresentanti degli enti locali, certo, ma anche ban-
che, sindacato, associazioni imprenditoriali, imprenditori di altri distretti affini”. A proposito di distretti, è di questi giorni l’idea di un rilancio di un progetto che Le sta a cuore da diversi anni, quello del “Distretto del Mare”. Tema, tra l’altro, oggetto di una tavola rotonda in seno al prossimo Fano Yacht Festival. Perchè Lei ci crede? “Devo fare una premessa di fondo. Il nostro territorio – e guardi che sto parlando non soltanto con specifico riferimento alla nautica ma con una valenza generale – avverte secondo me due forti necessità. Da un lato l’esigenza di creare tutti i presupposti ideali affinchè le aziende della filiera correlata al medesimo settore possano lavorare assieme, al fine di incrementare la forza collettiva e il suo posizionamento competitivo sui mercati internazionali. E qui, se guardiamo responsabilmente alle opportunità che non abbiamo saputo intercettare prima, occorrerebbe
a mio avviso anche un po’ di sana e costruttiva autocritica da parte di noi imprenditori. Dall’altro lato, dobbiamo poter rendere il nostro territorio più attrattivo ed attraente”. Si riferisce all’attrattività dal punto di vista turistico? “Parlerei piuttosto di attrattività ambientale, in senso generale, che racchiude sia la capacità di attrarre turismo sul nostro territorio, certamente ricco di eccellenze, sia di natura economica, per stimolare l’afflusso di investimenti diretti da fuori regione e anche dall’estero”. Lei cosa suggerisce al riguardo? “Il territorio dovrebbe proporsi e fare marketing di se stesso come sistema, il che significa creare le condizioni di esportare il contesto economico integrato, agevolando così le capacità di penetrazione dei mercati delle singole aziende che devono assolutamente mantenere la loro identità”.
“Credo nell’impegno sociale dell'imprenditore e del manager: faccio parte di una classe dirigente che ha dei privilegi. Ora dobbiamo assumerci delle responsabilità” 79
SPECIALE: NAUTICA
“Cerchiamo di combattere gli eccessi di individualismo: prima delle aziende viene il territorio”
Questo principio vale anche per la nautica? “Assolutamente si. Per questo sono convinto che anche gli imprenditori dovrebbero cambiare il loro approccio culturale, cercando di passare dalla convivenza alla collaborazione. Non è un semplice slogan, ma un serio cambiamento della logica del rapporto e delle relazioni tra attori con interessi assolutamente convergenti. Il potersi vedere vincenti, all’interno di un contesto territoriale che lo sia, promuovendo i nostri singoli talenti ed integrandoli in un contesto aggregato”. E il “Distretto del mare” è forse l’espressione più felice di questa nuova mentalità … “In coerenza con tutti gli altri ruoli che ho assunto nell’ambito della nautica, proposi insieme ad alcuni miei colleghi un progetto di “Distretto del Mare”, intorno al 2004-2005, con l’obiettivo di dotare l’intero comparto di una strategia di sistema ben delineata. Ho usato scientemente il termi-
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ne “coerenza” in quanto la volontà, non solo mia ma anche di tutti gli amici che condividono da tempo con me il progetto, è quella di far maturare e strutturare il “CNMConsorzio Navale Marchigiano” come la struttura di aggregazione che, a livello operativo, si occupi di avviare ed attuare concretamente, con dinamismo, le iniziative prima condivise, e che fornisca quindi a tutta la filiera servizi di supporto adeguati a renderla più efficiente, solida e competitiva”. Ma qual è la filosofia che sta dietro al “Distretto del mare”? “La risposta a questa domanda la si trova nella storia personale e professionale di quella nuova classe di manager, alla quale appartengo anch’io, che ritengono che il futuro vedrà sempre più una competizione tra territori più che tra aziende. È un principio nel quale credo fortemente da molto tempo. Prendiamo la ISA, che ho l’onore di aver
fondato proprio 10 anni fa con alcuni colleghi che hanno le mie stesse convinzioni. Già all’epoca l’idea di identificare l’impresa con il territorio alla quale la stessa appartiene ci portò a darle il nome che ha: in italiano ISA stà per “Cantieri Internazionali di Ancona”. Mi pare che sia la logica che accompagna un po’ tutti i modelli di distretti del Paese, anche se la situazione obiettivamente è a macchia di leopardo. “Noi pensiamo invece ad un’evoluzione del concetto di distretto tradizionale; in realtà è una rete integrata di imprese della stessa filiera, allargata ovviamente ai servizi e ai soggetti responsabili della cosa pubblica, su tutto il territorio regionale. Perchè? Nelle Marche vi sono diversi cantieri tra i più importanti nel panorama del mercato mondiale, che assieme a loro volta racchiudono già dei distretti al loro interno”. Non capisco … “L’imbarcazione che esce
da uno di questi cantieri è il risultato del lavoro di collaborazione con gli altri centri di eccellenza marchigiani: dell’arredamento, della meccanica, del design, dell’elettronica, dei centri di ricerca, della filiera formativa … ecco, la nautica regionale è un’ottima ambasciatrice nel mondo del nostro territorio e degli altissimi valori imprenditoriali che esso esprime, soprattutto nel contesto del nostro artigianato di altissimo livello”. Il progetto del 2004 però non fu portato avanti … “Con gli occhi di oggi, penso che tutti concordino nel ritenere che se avessimo perseguito sistematicamente e con maggior impegno quel progetto, la crisi della nautica l’avremmo affrontata diversamente e con meno affanno. Spero che oggi vi sia da parte di tutti la consapevolezza che il fattore tempo sia assolutamente determinante e che quindi sia imperativo passare dalle intenzioni ai fatti.
Sappiamo che l’unione da sempre rappresenta la forza? Bene, recuperiamo questo valore primario attuando politiche industriali e di sviluppo veramente integrate”. Il “Distretto del Mare” può portare benefici all’offerta turistica regionale? “Nel turismo c’è una parte molto consistente del nostro futuro. Questa è la vera sfida da accettare, perchè la maggior crescita sarà proprio in questo settore. Ma è necessario rivedere la portualità marchigiana, che ora presenta equilibri poco funzionali allo sviluppo turistico. Osserviamo ad esempio il porto di Ancona, attualmente limitato da alcune inefficienze, nelle sue reali potenzialità: non può posizionarsi come por-
to turistico d’elite, parlando dell’area della Mole Vanvitelliana, perchè utilizzato dalla filiera della pesca, alla quale tra l’altro non garantisce una complessiva efficienza operativa. Tutto questo perchè non si è ancora definitivamente condiviso un piano attuativo: le inefficienze del porto del capoluogo, al di fuori delle dimensioni e delle caratteristiche specifiche, sono di principio le medesime di tutti i porti regionali per sintesi decisionali ancora incerte”. Leggendo il programma del “Distretto del mare” si nota uno stretto rapporto anche con l’offerta culturale. In che senso? “Il nostro territorio è ricchissimo anche di cultura, e questo è un punto fermo. Anche
il mare è da sempre cultura, in tutte le sue varie interpretazioni. Occorre quindi cercare di incrementare l’offerta culturale, sempre attraverso operazioni di marketing territoriale sistemico, utilizzando anche il veicolo della nautica marchigiana che, sempre nel suo ruolo di ambasciatore del made in Marche, raggiunge già tutti i centri vitali dell’economia mondiale”. In conclusione, Presidente: Lei è uomo del territorio, è nato e cresciuto nelle Marche, si è formato culturalmente qui, è imprenditore e manager in strutture marchigiane … come vede il futuro economico della regione? “Sono ottimista ad una condizione: che si manifesti la capacità di progettare il futuro.
Durante la mia esperienza professionale negli USA, nel biennio 1997-98, ho compreso l’importanza di fare progetti di medio-lungo termine. Se saremo in grado, mettendoci seriamente tutti in discussione, di condividere celermente una nostra proiezione prospettica, e mettere sul tavolo progetti concreti, vinceremo certamente la sfida. Per questo mi piace molto pensare ad una nostra “ambizione sostenibile”, al recupero di quella energia imprenditoriale positiva ed equilibrata che ha reso le Marche apprezzate in tutto il mondo mettendo a sistema i talenti e dando riferimenti di orizzonte alle future generazioni”.
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SPECIALE: NAUTICA
“Se la nautica vuole arrivare al ceto medio, la barca deve costare come un camper” È l’opinione di Gianfranco Iacobone, Presidente di Assonautica Ancona di M. Rossi
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residente, qual è la situazione della nautica da diporto in Italia e nelle Marche? “Noi di Assonautica pensiamo che il fattore che limita lo sviluppo della nautica sia rappresentato dalle infrastrutture portuali carenti e troppo costose”. In che senso? “Oggi, con la crisi, il problema è meno evidente ma quando nei primi cinque anni del 2000 la nautica cresceva del 10 per cento annuo, se avessimo avuto i porti turistici sarebbe cresciuta del 20 per cento”. Però sul fronte dei porti si sta facendo molto … “Si, è vero, ma paradossalmente la domanda è congelata dalla crisi, per cui anche nelle Marche per la prima volta sembra che i posti barca non manchino. Se l’economia ripartirà, mancheranno di nuovo. Quando i posti barca sono pochi i costi di acquisto del posto e di gestione aumentano, e il circolo si avvita in una mancata crescita del settore”. La situazione di Ancona? “La nostra esperienza con Marina Dorica è stata importantissima, unica in Italia e poco conosciuta anche in casa nostra. Secondo Assonautica è un modello da esportare ma, si sa, nessuno è profeta in Patria... Di questo potremmo parlare diffusamente ...”. La nautica può diventare appannaggio del ceto medio? “Vede, cantieristica e impresa, indotto commerciale e turistico, tutto si sviluppa attorno al numero delle barche, che a sua volta dipende da quanti posti barca creo e a quali costi di gestione. Perchè se la nautica vuole essere di massa e fare i numeri deve arrivare al ceto medio, la barca deve costare come un camper o una casetta al mare e mantenerla non deve
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costare ogni anno più del 5 per cento del suo valore”. Quali politiche suggerisce per la filiera del mare? “Occorre promuovere il più possibile politiche di “sistema”, contratti di rete. Parallelamente, favorire la crescita dimensionale delle imprese, sia a livello quantitativo che da un punto di vista qualitativo, vale a dire organizzativo”. Il “Rapporto Sistema Mare” 2010 di Unioncamere ha messo in luce la mancanza per le imprese costruttrici operanti nel segmento della nautica da diporto di “adeguati accessi al mare”. Cosa significa? “Non pochi produttori lamentano la scarsità di bacini di produzione, necessari per la progettazione e il varo delle imbarcazioni. Ciò comporta un aumento dei costi e della possibilità di costruire superyachts, sui quali poggia gran parte del nostro export”.
“Vi sono Paesi in cui la nautica è alla portata di molti” Enrico Martini, direttore dell’ENIT di Tokyo - del quale abbiamo pubblicato un’ampia intervista alle pagine 14,15 e 16 - nel 2001 ha coordinato il tavolo “Turismo” presso l’Iniziativa Adriatico-Ionica per la ricostruzione delle strutture turistiche nei Paesi che si affacciano sui due mari dopo la guerra dei Balcani. di A. Monticelli
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he rapporto ha con la nautica? “Non ho avuto una grande esperienza in questo campo, pur essendo stato molte volte tentato di comprare una barca, ma poi ho pensato che non avrei mai avuto il tempo di andarci ed ho cambiato idea, acquistando ed usando più facilmente automobili, soprattutto quelle d’epoca, che mi appassionano, facendomi dimenticare tutto il resto”. Il made in Italy nella nautica come è considerato all’estero? “Di barche costruite nei cantieri marchigiani, all’estero non ne ho viste molte: probabilmente sono capitato in posti dove la nautica da diporto era in mano a costruttori locali, soprattutto in Olanda, dove la nautica da diporto è molto diffusa. In Australia, dove praticare la nautica è anche uno svago alla portata di molti, le barche che ho visto sono prevalentemente di produzione locale, neozelandese o americana”. Sulla base della Sua esperienza presso l’Iniziativa AdriaticoIonica, come giudica le strutture portuali dell’Adriatico, e quelle marchigiane in particolare? “L’incarico durante l’Iniziativa Adriatico-Ionica, è consistito soprattutto nell’individuare le misure più adatte alla ricostruzione delle strutture turistiche danneggiate durante la guerra dei Balcani; le marine o i porti turistici non sono stati, allora, presi in molta considerazione, dal momento che c’erano gli hotel ed i villaggi turistici da ricostruire o da ricondizionare, una volta che ai rifugiati che vi alloggiavano temporaneamente veniva assicurata una sistemazione nelle loro zone di origine”.
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SPECIALE: NAUTICA
Tendenze di mare “Se si è gente di mare evoluta ma sobria, si privilegia un capo funzionale” di A. Dachan
Luciano Bilancioni, con il mare nel cuore Appena può esce in mare con la sua barca a vela che ha chiamato ’MEDITERRANEO’ (ispirato dal film girato a Castellorizo) e con la quale, oltre ad aver navigato in quasi tutto il Mediterraneo, si è spinto fino ai Caraibi, partecipando ad una famosa Regata Atlantica. Quando l’ammiraglia è lontano da Ancona, esce con una barca da pesca d’epoca che ha refittato con grande passione.
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ignor Bilancioni, è finalmente iniziata la bella stagione e in molti si stanno organizzando per le prime uscite in barca. Lei che ha un’esperienza trentennale nell’abbigliamento in stile marinaro, che look consiglia a bordo? “Se si escludono le regate dove bisogna uscire anche con il tempo cattivo, non serve un capo prettamente tecnico. L’abbigliamento è un outdoor di stile marinaro a largo spettro. Per intenderci, interpretato con il proprio stile, spaziando dal brettone (a righe) per le fanciulle, all’americano vintage per gli uomini. Importante è la sobrietà! Noi di Fly 3 ci riconosciamo in un modo di vestire in barca che richiama al passato, fino agli anni ‘60, con protagonisti come John Kennedy e Giovanni Agnelli. Quest’ultimo anche in regata si vestiva di bianco e solo di cotone e lana ( vedi weatherly Coppa America)”. Per un capo perfetto da indossare navigando, l’eleganza è un requisito importante? “Per l’eleganza, come Le ho detto, il benchmark è il passato. Oggi i regatanti sono vestiti con ciclisti molto aderenti, pieni di sponsor e soprattutto con materiali tecnici eccezionali, ma sintetici, che sono ottimi per il freddo, ma inadeguati sotto il sole. Le scarpe sono solo sneakers; per carità per un uso agonistico, sono le migliori, ma provi a toglierle dopo una giornata di vela e odorarle! E i diportisti tendono ad imitarli!”. È evidente che non condivide simili scelte… “Fly3 se ne dissocia e propone l’evoluzione dei materiali naturali di una volta, mescolando, ad esempio, cotone e cashmere al bambù, una fibra dalle caratteristiche eccezionali: traspirante, antibatterica, resistente ai raggi UV, morbidissima, capace di donare una particolare sensazione di relax. Un giubbotto in nylon leggerissimo antiacqua e antivento foderato con questa mischia, non sarà tecnico, ma senz’altro confortevole e più adatto ad un’uscita primaverile in barca.
Poi, per uno chic sobrio e poco appariscente c’è l’indumento whitely: una sbiancatura particolare che trae ispirazione dall’invecchiamento provocato dal mare e che Fly 3 replica con una tintura che dona tutta l’autentica bellezza del capo vissuto in mare, senza pregiudicare l’integrità della fibra. Infine le scarpe sono le classiche mocassino di pelle scamosciata anch’esse whitely e rigorosamente cucite a mano nelle Marche” Quindi abbigliamento chic, ma anche funzionale? “La funzionalità è importantissima: le cuciture ergonomiche, rinforzate o eliminate (brev. Fly3), come nelle vele, facilitano tanto i movimenti. Lo stesso i pantaloni che, se non troppo stretti, sono più confortevoli ed eleganti. I nuovi tessuti stretch sono più comodi ma danno molto calore, perché più chiusi. Tessuti di maggiore pesantezza e apertura sono i più adatti perché più freschi e più resistenti: quest’ultimo requisito viene molto apprezzato dal velista che sceglie sì il capo whitely (già invecchiato), ma poi preferisce invecchiare con lui”. Quando si parte a vele spiegate, avere il look giusto può migliorare il viaggio? “Mah, l’abbigliamento giusto migliora qualsiasi situazione. Se si è gente di mare evoluta ma sobria, si privilegia un capo funzionale, ad esempio un gilet leggero antivento foderato in bambù-casmerecotone e un paio di scarpe da barca traspiranti col grip. Fondamentale è sempre un maglione di lana, un berettino di cashmere, occhiali seri e protezioni totali. Evitate bracciali, coulisse e tutto ciò che può impigliarsi”. Secondo Lei, è l’amore per il mare che spinge molte persone a scegliere un look ispirato alla nautica anche per la città?
“Assolutamente sì e sono i clienti che cerchiamo. Sono coloro che, come me, privilegiano capi un po’ tecnici ma non estremi, così da avere la possibilità di usarli anche nella quotidianità, che ti fanno sentire, ovunque ti trovi, vicino al mare. Non per niente La mia azienda si chiama, “Gente di mare” e non è di certo un caso”. A proposito della Sua azienda, viene scelta non solo da un target italiano, ma anche da europei e americani: come si fa ad accontentare una clientela così diversa? “In Europa abbiamo clienti in Bretagna e Normandia, in Costa Azzurra, da St.Tropez a Marsiglia, in Scandinavia e Germania (da 30 anni). Siamo a New York e a Newport. È un target attento a sobrietà, funzionalità, qualità e stile abbinati ad un brand di sapore marinaro. Gli utenti finali sono difficili da raggiungere perché il trade preferisce proporre brands più noti e quindi più facili”. Anche nel fare abbigliamento bisogna “seguire la propria bussola”? “Penso di sì. Credo che in un momento come questo di offerta ampissima, fondamentale sia la coerenza. La mia filosofia e quella di Fly3 è sempre stata legata ad una massima di St. Exupery: “La perfezione non si raggiunge quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere”. Qual è, secondo Lei, il capo che non deve mai mancare nell’armadio di un uomo? “Un blazer blu di lana stretch senza stagione ed una camicia bianca”. E il Suo capo preferito? “Una maglia di lana fuori e cotone dentro e un cappellino di cashmere per navigare di notte”.
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SPECIALE: NAUTICA
Formazione, aumenta il fabbisogno Per soddisfare la continua esigenza di personalizzazione e di ricercatezza richiesta dal mercato le aziende del comparto del mare della provincia di Ancona hanno evidenziato già da qualche anno la necessità di formare delle figure professionali innovative
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igure professionali sempre più specializzate nell’architettura integrata di interni, in grado di applicare le tecniche e gli strumenti dell’architettura navale al design più innovativo e alle normative legate alle certificazioni e alla sicurezza degli scafi che sono in continua evoluzione, in grado di seguire un progetto di interior design nei suoi vari aspetti, interagendo e coordinando le altre figure professionali coinvolte nel processo. Dall’analisi dei fabbisogni formativi svolta dalla Sida è emersa la necessità di formare figure professionali con competenze innovative che possano integrarsi tra loro, tra cui spicca quella del “Progettista integrato”: un progettista che sia in grado di leggere una struttura tecnica e adottare le metodologie per la realizzazione operativa e che al contempo abbia un forte orientamento al cliente/mercato (oggi, soprattutto nella progettazione di yacht di lusso è fondamentale rispondere alle esigenze del cliente) e sappia coordinare tutte le figure professionali che ruotano attorno alla realizzazione di uno yacht. Nel 2009 la Sida, in collaborazione con l’Istituto Superiore Volterra Elia, ha infatti realizzato un percorso formativo di specializzazione - “Progettista architettura di interni nel settore navale: progettazione integrata” - finanziato dalla Provincia di Ancona con D.D. 497 dell’11 giugno 2009 con il fine di formare delle figure professionali innovative in grado di portare avanti una progettazione di yacht di lusso o grandi imbarcazioni in modo integrato, coinvolgendo e coordinando tutti gli attori e rispettando contemporaneamente le normative legate alle certificazioni navali, le richieste del cliente e il rispetto dell’ambiente. Il corso, iniziato nell’ottobre 2009 e terminato nel mese di giugno dell’anno successivo, ha avuto molto successo e ha forma-
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to 16 allievi, i quali, dopo un’esperienza di formazione tecnico-pratica in aula di 6 mesi, hanno svolto uno stage formativo pratico presso le aziende locali e dopo aver superato un esame hanno ottenuto la qualifica di “Progettista architettura interni (settore navale)”. Il progetto formativo realizzato è servito per integrare le professionalità di ingegneri, architetti ed altre figure tecniche con competenze proprie del settore navale e soprattutto con competenze innovative richieste dagli imprenditori del settore. Facilitando in questo modo l’inserimento lavorativo di giovani laureati e il reinserimento di figure professionali uscite dal mercato del lavoro a causa della crisi. Il successo del corso è riscontrabile sia dagli ottimi risultati didattici raggiunti dagli allievi nell’esame finale sia dal fatto che alcuni di loro hanno trovato occupazione nelle aziende dove avevano svolto il periodo di stage.
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SPECIALE: NAUTICA
La nautica da diporto alla prova del rebus fiscale Qual è il trattamento fiscale da riservare alle compravendite e alle locazioni di unità da diporto?
I
nnanzitutto occorre premettere che in base all’articolo 1, comma 2, del Codice della Nautica da Diporto, la navigazione da diporto viene definita come quella effettuata in acque marittime o interne a scopi sportivi o ricreativi e senza fini di lucro. La cessione di unità da diporto è assoggettata ad Iva qualora venga rispettato sia il presupposto soggettivo che quello territoriale. Il primo è presente qualora la cessione venga effettuata da un soggetto passivo Iva, mentre il secondo è soddisfatto quando una determinata operazione è effettuata nel territorio dello Stato. Se l’acquirente è anch’egli un soggetto passivo Iva la detrazione dell’Iva è consentita laddove le unità da diporto costituiscano beni oggetto di commercio o beni strumentali all’impresa. Qualora non si rientri nel campo di applicazione dell’Iva la cessione sconta l’imposta di registro, che si applica per importi variabili in funzione della lunghezza dello scafo. Le compravendite di unità da diporto con operatori comunitari od extracomunitari seguono le ordinarie regole in tema di operazioni intracomunitarie, importazioni ed esportazioni. L’unica particolarità riguarda la cessione di unità da diporto di lunghezza superiore a metri 7,5 da parte di soggetti UE nei confronti di privati italiani. Tali imbarcazioni vengono considerate mezzi di trasporto e in questo caso, in deroga alla regola generale, l’Iva è versata dal privato italiano mediante il modello F24. Un’attenzione particolare meritano i cosiddetti “leasing nautici”, che risultano particolarmente convenienti se stipulati da privati persone fisiche in quanto sono previsti degli abbattimenti forfetari dell’Iva in relazione all’uso che viene fatto delle unità da diporto al di fuori delle acque territoriali. Visto che risulta particolarmente difficile stabilire con esattezza dove avviene l’effettivo utilizzo, sono state stabilite delle percentuali forfetarie che abbattono la base imponibile ai fini Iva. Nel caso in cui il leasing venga stipulato tra soggetti passivi, l’Iva è invece applicata in misura piena. Dal 1° gennaio 2010 è cambiata anche la normativa in termini di territorialità. Nei rapporti tra soggetti passivi Iva vige la regola della tassazione nel Paese del cliente, mentre nei rapporti
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con i privati si applica la regola della tassazione nel Paese del prestatore. Al quadro così delineato bisogna aggiungere un’importante agevolazione prevista per le unità da diporto utilizzate a fini commerciali. Le cessioni e le locazioni di tali imbarcazioni sono considerate non imponibili ai fini Iva. In base all’articolo 2, comma 1, del Codice della Nautica da Diporto, l’uso commerciale si verifica quando le unità da diporto sono oggetto di contratti di locazione e di noleggio, sono utilizzate per l’insegnamento professionale della navigazione da diporto o come unità di appoggio utilizzata da centri di immersione e di addestramento subacqueo per i praticanti immersioni a scopo sportivo o ricreativo. L’utilizzazione per fini commerciali dev’essere annotata negli appositi registri e le unità da diporto devono essere adibite alla navigazione in alto mare, intendendosi quelle appartenenti alle categorie di progettazione “A”, “B” o “C”. Il regime di non imponibilità si applica anche all’acquisto di dotazioni e provviste di bordo destinate ad unità da diporto utilizzate a fini commerciali. Volendo tralasciare le problematiche fiscali legate ai contratti di ormeggio, locazione di posti barca e la nuova normativa in tema di territorialità che entrerà in vigore dal 2013, risulta evidente come anche in ambito nautico la legislazione fiscale risulti particolarmente complessa ed insidiosa. Una semplificazione e una razionalizzazione dell’intera normativa sarebbero quantomeno opportune per dare maggiori certezze agli operatori del settore.
Roberto Antonella Area Fiscale Gruppo Sida r.antonella@sidagroup.com Tel. 071.28521
190 anni di attivitĂ
190 anni di vita.
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SPECIALE: NAUTICA
Il leasing nautico Il decreto legislativo n. 171 del 2005 ha previsto l’entrata in vigore del nuovo Codice della Nautica da Diporto, attraverso il quale si sono velocizzate le formalità previste per l’iscrizione delle unità da diporto acquisite in leasing
A
ttualmente le fasi di un’operazione di leasing su unità da diporto possono essere così sintetizzate: 1. Preventivazione: attività similare a quella svolta per operazioni di leasing in altri campi, ma con la differenza che, per poter effettuare un preventivo corretto, bisogna conoscere sia la lunghezza dell’unità da diporto che il tipo di propulsione. 2. Delibera: anche l’iter deliberativo risulta essere particolarmente similare a quello in uso per altre operazioni, fatta salva la richiesta di un dettaglio accurato dell’offerta del fornitore, dal quale si possano evincere gli allestimenti personalizzati richiesti e il relativo costo. 3. Contratto di leasing: dev’essere redatto per iscritto a pena di nullità e registrato sia presso i registri competenti che presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. 4. Atto di acquisto: dev’essere stipulato – in tre originali - nelle forme previste per legge (atto pubblico, scrittura privata autenticata, dichiarazione unilaterale di vendita con firma autenticata del venditore, sentenza), e successivamente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. 5. Iscrizione delle unità da diporto: le unità da diporto vengono iscritte a nome del locatore, con la specifica annotazione dell’utilizzatore e della scadenza del contratto, sul Registro di Iscrizione e sulla Licenza di Navigazione. Il citato D.Lgs. n. 171 del 2005 prevede anche le norme da seguire in caso di subentro, di riscatto e di variazioni della durata del contratto di leasing. Il nostro Legislatore ha recepito, con il D.lgs. n. 18 dell’11 febbraio 2010, la nuova disciplina comunitaria dell’Iva in merito al luogo di effettuazione delle prestazioni di servizi, incluso il leasing.
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La distinzione è operata seguendo il seguente criterio: • Soggetti passivi Iva (BtoB): vige la regola del luogo di stabilimento del committente e i canoni leasing rientrano nell’applicazione Iva per il loro importo totale. • Soggetti non passivi Iva (BtoC): la tassazione avviene nel luogo di stabilimento del prestatore; tra questi soggetti rientrano anche coloro che, seppur esercitanti un’attività d’impresa, acquisiscono il mezzo nautico in leasing per il proprio uso personale. Il regime Iva applicato è quello basato sulle percentuali di imponibile cosiddette forfetarie, determinate in relazione all’utilizzo extracomunitario dell’unità da diporto. L’aliquota Iva applicata al leasing nautico è sempre quella ordinaria (20 per cento); per i soli committenti soggetti non passivi Iva si applica il meccanismo dell’Iva forfetaria, che prevede la riduzione della base imponibile in termini percentuali, con conseguente riduzione dell’effettivo carico del tributo, come esposto nella seguente tabella:
Propulsione
Lunghezza
20% a motore Unità a vela o a motore
superiore a 24 metri
30%
6%
Unità a vela
tra i 20,01 ed i 24 metri
40%
8%
Unità a motore Unità a vela
tra i 16,01 ed i 24 metri
40%
8%
tra i 10,01 ed i 20 metri
50%
10%
Unità a motore Unità a vela
tra i 12,01 ed i 16 metri
50%
10%
fino a 10 metri
60%
12%
Unità a motore Unità a motore
tra i 7,51 ed i 12 metri 90%
18%
100%
20%
fino a 7,50 metri
Unità categoria D
Imponibile IVA
Carico fiscale
Il presupposto dell’applicazione del regime dell’Iva forfetaria risiede nella difficoltà materiale di poter stabilire il periodo di permanenza effettivo dell’unità da diporto all’interno delle acque territoriali comunitarie in relazione alla durata totale del leasing. Per tale motivo l’Agenzia delle Entrate ha stabilito le percentuali forfetarie precedentemente esposte, calcolate considerando le caratteristiche tecniche del mezzo nautico e soprattutto sulla sua attitudine ad uscire dalle acque territoriali comunitarie. Un ultimo cenno, riguardo ai regimi Iva, dev’essere fatto in relazione alle unità da diporto adibite alla navigazione in alto mare ed utilizzate per fini commerciali; per queste unità è applicabile l’articolo 8-bis del D.P.R. n. 633 del 1972, risultando così non imponibili ai fini Iva.
Francesco De Nicola Area Corporate Finance Gruppo Sida f.denicola@sidagroup.com Tel. 071.28521
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SPECIALE: NAUTICA
“Porti, puntare sull’ammodernamento delle strutture esistenti” Intervista all’Ingegner Giorgio Occhipinti, dirigente della Regione Marche e responsabile del Piano Regionale dei Porti di P. Duranti
I
ngegnere, qual è il ruolo di coordinamento della Regione in materia di porti? “Partirei da una premessa: è evidente che l’espansione urbanistico-edilizia, quella industriale, delle infrastrutture viarie e delle attrezzature turistiche devono poter trovare lungo il territorio costiero propri spazi, senza limitare quelli altrui e senza danneggiare irrimediabilmente il territorio. Ne deriva pertanto l’assoluta necessità dell’intervento della Pubblica Amministrazione che regoli l’utilizzazione del territorio costiero con scelte di piano che ne ottimizzino l’uso”. Lo Stato non ha competenze in materia? “A livello nazionale mancano le linee direttrici per una politica di pianificazione, soprattutto per quanto riguarda la localizzazione delle strutture destinate alla nautica da diporto, per cui la Regione Marche – una delle poche – si è dotata di un Piano Regionale dei Porti”. Quali sono le altre Regioni che sono riuscite ad adottare un piano? “Toscana, Calabria, Lazio e Puglia”. Qual è la filosofia che sta alla base del Piano marchigiano? “Il Piano - approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione Amministrativa n. 149 del 2 febbraio 2010 – è espressione dei suggerimenti della più autorevole bibliografia scientifica in ambito marittimo, che detta indicazioni per la collocazione ottimale dei porti lungo la costa. Premesso che le nuove strutture portuali realizzate con opere aggettanti rispetto alla costa
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Successivamente all’adozione del Piano Regionale dei Porti, il primo Piano Regolatore Portuale approvato dalla Regione Marche, in collaborazione con gli enti locali, è quello relativo al Porto di Numana. Il documento prevede la messa in sicurezza del bacino portuale, il miglioramento dell’imboccatura esistente per assicurare la tranquillità degli ormeggi anche in occasione di mareggiate di rilevante intensità e per ridurre l’interrimento dei fondali, la ristrutturazione delle opere di difesa esterna, nonché la creazione di percorsi pedonali e ciclabili lungo le opere foranee e esterne.
andrebbero poste ad una distanza ottimale che non deve superare le 20-30 miglia nautiche, e considerato che i porti esistenti in regione sono già localizzati entro tale distanza, la filosofia del Piano si è tradotta nella volontà di non creare nuove strutture portuali, che danneggiano irrimediabilmente la costa, ma razionalizzare e potenziare, ampliandole e ammodernandole, quelle esistenti”. Ma la domanda crescente di diporto nautico come può essere soddisfatta? “Seguendo la filosofia dianzi descritta, è stata prevista la possibilità di realizzare strutture di modesto impatto già integrate nel sistema difensivo esistente”. Quali sono gli obiettivi del Piano? “Ordinare l’intera materia con una corretta e unitaria pianificazione del territorio, in modo da offrire ai diversi soggetti istituzionali e del mondo imprenditoriale una piattaforma programmatica sulla quale è possibile l’incontro con norme e procedure certe e trasparenti, per assicurare lo sviluppo sostenibile dei vari settori, quali le attività commerciali, di servizio ai passeggeri, della cantieristica, della pesca, turistico e da diporto; individuare le più idonee configurazioni infrastrutturali ed organizzative dei porti; migliorare la vivibilità locale e la mobilità delle persone e dei flussi economici, con particolare riferimento ai flussi turistici legati al settore, in fase di crescente sviluppo, della nautica da diporto; programmare il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture portuali”.
Il numero dei posti barca è sufficiente? “In relazione al turismo nautico, a fronte dei 5.500 posti barca disponibili ne sono necessari in totale 9.450”. Cosa occorre ai porti marchigiani? “Secondo una stima di massima degli interventi da realizzare nei prossimi 10-15 anni, per rilanciare il sistema portuale della regione Marche occorrono investimenti in infrastrutture per complessivi 660 milioni di euro”. Chi dovrebbe farsi carico della spesa? “Sia il pubblico che il privato. Il primo per realizzare le infrastrutture strategiche di interesse generale, mentre i privati sarebbero chiamati a contribuire alla realizzazione, in regime di concessione demaniale, delle strutture specialistiche”. Strutture specialistiche per cosa? “Per la nautica da diporto, per la cantieristica, per la pesca e per le attività commerciali e di servizio ai passeggeri”.
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SPECIALE: NAUTICA
Merita di essere segnalato anche l’adeguamento tecnico del Porto di San Benedetto del Tronto. Nelle more dell’approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, che sostituisca quello esistente oramai obsoleto per la pianificazione a terra, negli anni passati era stato avviato un gruppo di lavoro dalla competente Capitaneria di Porto, con la disponibilità della Struttura regionale competente in materia di pianificazione
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portuale, per completare e definire la stesura del nuovo P.R.P. Con l’intento di avviare un percorso comune tra Capitaneria, Regione e Comune, il 13 febbraio 2010 fu sottoscritto un “Protocollo d’Intesa” con il quale tali soggetti si impegnarono ad operare, nell’ambito di una stretta collaborazione istituzionale e tecnica, al fine di arrivare rapidamente all’approvazione di un adeguamento tecnicofunzionale del Piano Regolatore Portuale (PRP), con l’obiettivo
di assicurare la riqualificazione della zona sud del Porto, la continuità lavorativa e il miglioramento delle condizioni dei cantieri navali e dei servizi connessi all’approdo turistico. Il progetto, approvato con decreto dalla Regione il 9 marzo 2011, comprende le aree destinate attualmente a cantieri e servizi alla darsena turistica nell’attuale configurazione portuale. Il progetto di adeguamento tecnico riguarda sostanzialmente un restyling dell’area
con l’indicazione delle altezze e delle superfici coperte dei lotti destinati alla cantieristica, tra l’altro già attualmente occupati da tali attività. Infine vengono individuati i presupposti per un blocco funzionale di servizi alla darsena turistica, da localizzare a tergo della stessa, ove ospitare le attrezzature di servizio quali agenzie turistiche, assicurative, noleggio auto ed imbarcazioni, ristoranti, bar, strutture commerciali compatibili con le attività portuali.
Il lusso di vivere bene la vita. Ora posso. A Pesaro Hotel Excelsior.
foto Dirk Vogel
il primo hotel 5 stelle della riviera adriatica delle marche Vorrei un luogo lontano dal caos dove emozionarmi tra mare, musica e arte. Vorrei un luogo dove rilassarmi, un Lido dal sapore d’altri tempi, una Spa che carezzi corpo e mente, dove tutto è vicino al mio stile di vita. Vorrei il lusso di vivere bene la vita in un ambiente discreto, senza chiasso, come fosse la mia seconda casa: una storia da raccontare al presente. Ora posso. Finalmente a Pesaro, Excelsior.
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SPECIALE: NAUTICA
TRAVERSATA NEL TEMPO Alla Loggia dei Mercanti di Ancona il convegno su “I porti della Penisola italiana: due mari a confronto tra storia e sviluppo” di A.Dachan
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ella splendida cornice della Loggia dei Mercanti di Ancona si è svolto, l’8 e il 9 aprile, il convegno di studi “I porti della Penisola italiana: due mari a confronto tra storia e sviluppo”. Promossa dall’Autorità Portuale di Ancona e organizzata dal Centro Studi Storici Mediterranei “M. Tangheroni” – Dipartimento di Storia – Università di Pisa, dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Politecnica delle Marche e dall’ISTAO, Istituto Adriano Olivetti, l’iniziativa ha visto la partecipazione di docenti dei più prestigiosi atenei italiani. Il saluto di benvenuto è stato affidato al Presidente dell’Autorità Portuale di Ancona Luciano Canepa, il quale ha sottolineato quanto l’identità anconetana sia basata sulla portualità e come lo scalo dorico abbia battuto la crisi, confermandosi primo in Italia per traffico internazionale di veicoli e passeggeri. Canepa ha poi rivolto un pensiero commosso al compianto Prof. Tommaso Fanfani, del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Pisa, che faceva parte del Comitato Scientifico che ha organizzato il convegno stesso. Nel suo saluto iniziale, Monsignor Edoardo Menichelli ha sottolineato come il mare sia da sempre un luogo di incontro e di scambi commerciali, un luogo di vita e quanto sia importante guardare alla storia dei porti come se ci si riferisse ad un “album di famiglia”. L’Arcivescovo di Ancona-Osimo ha poi invitato i presenti a riflettere su due questioni: “Di chi è il mare” e “Per chi è”. Da parte sua il Presidente della Camera di Commercio, Rodolfo Giampieri, ha sottolineato il carattere fortemente evocativo della Loggia
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dei Mercanti, soprattutto per il suo legame con il Porto e la sua vicinanza al mare. Giampieri ha posto subito l’accento sulla necessità che il porto abbia le infrastrutture che lo supportino e di quanto sia preziosa la rete che si è creata, in uno spazio di circa 25 Km, che vede collegati anche l’Aeroporto e l’Interporto. “Questa rete crea un alto valore competitivo e offre sbocchi lavorativi interessanti”, ha aggiunto il Presidente, che ha anche parlato delle grandi potenzialità offerte dal processo di internazionalizzazione che vede le Marche impegnate in diverse zone del mondo. “Simili scelte”, ha concluso Giampieri, “servono ad affrontare con successo la crisi e a cogliere le traiettorie per nuove forme di sviluppo, che vedono la crescita di settori come la pesca e il turismo.” Le parole del Sindaco di Ancona Fiorello Gramillano hanno sottolineato la centralità del Porto di Ancona, non solo per il traffico Adriatico, ma anche per la città stessa, che con lo scalo si identifica e ne condivide la storia e lo spirito d’accoglienza e apertura al mondo, ma anche le preoccupazioni dovute alla crisi, che ha coinvolto i lavoratori del settore nautico. In sala anche l’Assessore Regionale al turismo Serenella Moroder e il Presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto. Il Direttore del Centro Studi Storici Mediterranei “M. Tangheroni”, Giuseppe Petralia del Dipartimento di Storia dell’Università di Pisa ha parlato della necessità di integrare insieme i diversi obiettivi, in una visione di insieme e ha poi espresso l’auspicio di continuare sulla strada dello studio e della ricerca. In chiusura del suo intervento anche Petralia
ha rivolto un pensiero commosso a Tangheroni, ricordando il suo impegno come storico economico e come uomo. Nel suo saluto il Preside della Facoltà di Economia di Ancona “Giorgio Fuà”, il Professor Gian Luca Gregori, ha affermato che “Non c’è strategia senza storia”, auspicando che vengano valorizzati nel tempo anche i fattori immateriali che ruotano intorno al Porto. Condivisione e strategia, ha concluso, sono necessarie per mettere a frutto tutte le opportunità che lo scalo del Capoluogo di regione offre. La chiusura dei saluti iniziali è stata affidata a Paolo Pettenati dell’ISTAO, il quale ha affermato che l’Istituto è al servizio della comunità per incrementare le conoscenze con tutte le realtà coinvolte. “Forniamo coordinate sulle quali i porti scelgono quali strade perseguire”, ha concluso. L’apertura dei lavori è stata affidata a Marco Moroni, dell’Università Politecnica delle Marche, che ha illustrato la natura del convegno e la decisione di far convergere studiosi di diverse discipline, per farli discutere di porti di ieri e di oggi. Tre le peculiarità dell’incontro: 1- La scelta di intrecciare storia e presente, problematiche attuali e ricostruzione storica, per cogliere trasformazioni e innovazioni e proporre normative nuove che favoriscano la competitività; 2- La scelta di un confronto tra sistemi portuali dei due mari, Adriatico e Tirreno, per cogliere gli stimoli importanti e le innovazioni; 3- L’attenzione ai legami funzionali tra porti e hinterland, tra porti e realtà industriale, tra il trasporto marittimo e quello terrestre, per inquadrare i problemi di governante e i sistemi complessi. L’incontro, ha concluso Moroni, vuole offrire spunti per riorganizzare e sviluppare il sistema economico locale e non solo e incoraggiare lo sviluppo della Blue Economy (turismo, pesca, porti). Il Preside della Società italiana degli Storici Economici, Antonio Di Vittorio, ha poi dato il via alle diverse relazioni, illustrando la scelta di parlare dei porti dei due mari, da Nord a Sud, ricostruendo il filo storico e geografico che unisce i diversi scali marittimi.
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SPECIALE: NAUTICA
A Fano il lusso che naviga Al via dal 12 al 15 maggio la VII edizione del Fano Yacht Festival, il principale Salone nautico dell’Adriatico. Un appuntamento dedicato alla barca e ricco di eventi, convegni e spettacoli.
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nche quest’anno tutto il mondo della nautica nazionale ed internazionale si è dato appuntamento nel suggestivo Porto Turistico di Marina dei Cesari: dalla cantieristica – sia a vela che a motore, alle moto d’acqua – all’accessoristica, dai broker alle aziende di abbigliamento, dagli operatori turistici all’elettronica nautica, dall’arredamento alle associazioni del settore. Per Alberto Cazziol, presidente di Marina dei Cesari, tale location rappresenta una “cornice ideale”, in quanto “è un porto nuovo e ben attrezzato, in continua evoluzione, una struttura all’avanguardia per i diportisti ma anche una nuova “piazza” cittadina, aperta a tutti, che ospita durante l’anno eventi di forte richiamo e offre un paesaggio senza pari”. Si tratta di un evento sostenuto fortemente dalle istituzioni locali e dagli enti promotori (Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, Comune di Fano, Provincia di Pesaro e Urbino, Regione Marche, CNM-Consorzio Navale Marchigiano e Marina dei Cesari). Una nuova compagine societaria alla sua guida e nuove forze nel direttivo come Gianluca Fenucci, che a novembre 2010 ha assunto l’incarico di Presidente del Consorzio Navale Marchigiano. Tra le novità di quest’anno, il “J roof garden” - una terrazza affacciata sul mare con vista a 360 gradi dal Monte Conero a Pesaro - che ospiterà l’Area Vip. Inoltre, una nuova area dedicata alla green economy nel settore della nautica, con particolare attenzione ai motori a basso impatto ambientale (a propulsione ibrida o che utilizzano carburanti ecologici). E poi, novità assoluta dell’edizione 2011, l’ingresso gratuito al Salone Nautico. Come spiega l’Assessore al Turismo del Comune di Fano, Alberto Santorelli, “il Salone nautico è l’occasione per molti
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turisti di trascorrere un week-end in nome della nautica ma anche per innamorarsi di tutte le altre opportunità che offre la nostra città, dalla balneazione ai siti storici, dall’arte all’enogastronomia tipica. Questo a vantaggio dell’economia dell’intera città che in quei giorni potrà godere dell’afflusso di migliaia di persone”. Passando alle imbarcazioni, Azimut, Atlantis, Benetti, Blu martin, Cranchi, Pershing, Ranieri, Sessa, Sly, Vismara, sono soltanto alcuni dei marchi presenti al Salone, che si contraddistingue ancora una volta per la possibilità di effettuare prove in mare. “La possibilità di effettuare prove in mare è senza dubbio la carta vincente per chi come noi partecipa al Fano Yacht Festival: offrendo l’emozione di “vivere il mare” sono quindi fondamentali per favorire l’acquisto e valutare le performance delle imbarcazioni”, ha detto Salvatore Moracasso, Presidente di Stardom, distributore esclusivo per l’Italia degli yacht Pershing. Gli fa eco Luigi Gambelli - amministratore delegato di Timone Yachts, official dealer di Azimut, Benetti e Atlantis – per il quale “la possibilità di provare in mare le imbarcazioni alle quali sono interessati è fondamentale al fine di convincere il possibile cliente sulla validità dell’imbarcazione”. Tra gli eventi collocati all’interno del Festival si segnala il convegno “Distretto del Mare: la sua attuazione ed il percorso operativo per passare dalla convivenza alla collaborazione tra tutti gli attori del territorio”. L’evento, che viene organizzato nell’ambito della cerimonia di apertura del FYF, è promosso e coordinato dal CNM – Consorzio Navale Marchigiano – e vede la partecipazione di Gianluca Fenucci, Presidente del Consorzio medesimo, di Lamberto Tacoli, Vicepresidente di UCINA e
membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Ferretti, di Vincenzo Poerio, ceo del Gruppo Azimut-Benetti e dei vertici del sistema confindustriale, associativo e istituzionale a livello regionale. Altri momenti di dibattito e di confronto riguardano il sistema portuale marchigiano (“Infrastrutture per il diporto e la pesca: Marina Group ed il nuovo polo industriale di Fano”, organizzato da Marina Group) e la riqualificazione dell’area portuale di Fano (“La Darsena nella Città).
I Numeri Superficie espositiva: 80.000 mq Imbarcazioni esposte: 150 Visitatori: 33.000 Espositori: 150 Giornalisti accreditati: 110 Convegni: 20 99
SPECIALE: NAUTICA
Il porto di Ancona. Strategie e infrastrutture fra Sette e Novecento del Prof. Roberto Giulianelli (Facoltà di Economia “G. Fuà” – Università Politecnica delle Marche)
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ra il XVIII e il XX secolo, il porto di Ancona è stato sottoEstratto della relazione presentata al Convegno posto a numerosi interventi infrastrutturali le cui finali“I porti della penisola italiana: tà rinviano a strategie economiche che possono essere due mari a confronto fra storia e sviluppo futuro” suddivise in due categorie. Quella delle “strategie difensive” (Ancona, Loggia dei Marcanti, 8-9 aprile 2011). (miranti al ripristino o al consolidamento delle posizioni già ac-
quisite dallo scalo dorico) e quella delle “strategie offensive” (votate alla conquista di quote di mercato o all’inserimento in nuovi settori). Gran parte delle opere compiute fra Sette e Novecento va ricompresa nella categoria delle “strategie difensive”. Rientrano in questa tipologia, per esempio, gli interventi ultimati fra il 1888 e la prima guerra mondiale, quando – ai lavori tesi a ridurre le correnti marine che complicavano le operazioni di ormeggio – si aggiunse l’edificazione di nuovi pontili e banchine. Stessa cosa può dirsi per l’approntamento, negli anni ’50 del secolo scorso, della ZIPA (Zona industriale del porto di Ancona), così come per le opere di ricostruzione intraprese all’indomani del terremoto del 1972. Se si passa a osservare le “strategie offensive”, si rileva lo sforzo, profuso a più riprese, di affrancare il porto anconitano dal cliché – consolidatosi a partire dal Seicento – dello scalo concentrato nelle attività commerciali (oltreché in un’altalenante produzione cantieristica) e marcatamente passivo (ovvero con un rapporto fra merci imbarcate e merci sbarcate molto sbilanciato sulle seconde). Cinque degli interventi strutturali riconducibili a questa seconda categoria meritano particolare attenzione. Anzitutto, l’edificazione del nuovo lazzaretto, i lavori di scavo portuali e il miglioramento delle comunicazioni stradali con l’entroterra avviati negli anni ’30 del XVIII secolo su progetto di Luigi Vanvitelli. Si tratta di opere che s’integrarono con la
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franchigia doganale concessa nel 1732 da papa Clemente XII, dando forma a un’aggressiva politica commerciale in virtù della quale il governo pontificio attribuì alla piazza di Ancona il compito di sottrarre rilevanti quote di mercato a Venezia. In secondo luogo, i lavori compiuti nel periodo napoleonico, che si posero lungo un’ideale linea di continuità con quelli realizzati nel Settecento. Queste opere puntavano a rendere il porto anconitano il terminale di un articolato complesso viario che, transitando per Firenze, Arezzo e Fano, dischiudesse ai francesi il passaggio per i Balcani e l’Oriente. In terza battuta, gli interventi avviati all’indomani dell’Unità per trasformare il porto in avamposto bellico del neonato Regno d’Italia. Questi lavori seguirono la nomina di Ancona a sede del Dipartimento militare marittimo comprendente il lungo tratto costiero fra Santa Maria di Leuca e le Bocche del Po. Vanno poi sottolineate, a partire dagli anni ’30 del Novecento, l’apertura del mercato ittico all’ingrosso, l’inaugurazione della Fiera della pesca e la ristrutturazione del vecchio scalo del Mandracchio. L’esecuzione di questi interventi rispose alle rinnovate esigenze della pesca, che nel periodo fra le due guerre completò l’epocale passaggio dalle imbarcazioni a vela a quelle motorizzate. L’ultimo esempio di “strategia offensiva” riguarda l’obiettivo, formalizzato nel Piano regolatore portuale del 1988, di ridefinire funzionalmente e strutturalmente lo scalo, privilegiando il traffico passeggeri e le connesse attività turistiche. Se si orienta lo sguardo alle sole opere riconducibili alla categoria delle “strategie offensive”, si rileva come la loro rispondenza alle finalità originarie sia stata, nel complesso, piuttosto
limitata. Nel Settecento, lo sviluppo del traffico mercantile sollecitato dall’abbinamento opere vanvitelliane/franchigia doganale denunciò presto la sua natura transitoria, fallendo l’obiettivo di garantire al porto anconitano una stabile promozione internazionale. Non conobbero sorte migliore i lavori eseguiti durante il periodo napoleonico (destinati a evaporare con la Restaurazione), né quelli intrapresi all’indomani dell’Unità (interrotti bruscamente dopo la Terza guerra d’indipendenza, quando il governo italiano trasferì da Ancona a Venezia la sede del dipartimento marittimo militare). In merito all’ultimo degli interventi presi in esame – il tentativo, cioè, di riqualificare il porto anconitano (e, con esso, l’intera città) in chiave turistica – il giudizio storico non può che restare sospeso. Si tratta, infatti, di un processo ancora in divenire, sebbene le sue origini ormai abbastanza remote e le traversie che lo hanno caratterizzato fin qui non depongano a favore di una valutazione positiva. Tra i casi considerati, il solo ad avere conseguito esiti durevolmente positivi è quello legato alla pesca. Dotata di fondali sufficientemente profondi per accogliere le barche a motore che non trovavano adeguato riparo presso gli approdi bassi e sabbiosi del sud della regione, negli anni fra le due guerre mondiali Ancona fu investita da un consistente flusso migratorio composto dai pescatori provenienti da Portorecanati, Porto Potenza e Civitanova. Il porto dorico poté porre così le basi per affiancare alle tradizionali attività mercantili e cantieristiche un’industria ittica capace, sin dalla fase prebellica, di collocarsi fra le prime in Italia.
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SPECIALE: NAUTICA
La provincia di Macerata vi aspetta Gli ultimi dati relativi al 2010 ci dicono che il turismo in provincia di Macerata, nonostante la crisi che ha investito tutti i settori, ha “tenuto” e le prospettive per il 2011 sono ancora più confortanti
A Presidente di EX.IT Luca Bartoli
EX•IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata T +39 0733.251239 F +39 0733.251262 exit@mc.camcom.it www.exitonline.it
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favorire questa tendenza un notevole apporto lo ha dato la Ex.it, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata, che nel portare all’estero le aziende della provincia compie tutta una serie di operazioni che promuovono il territorio e le sue eccellenze influenzando così particolari correnti turistiche, soprattutto quelle costituite da quanti vanno alla ricerca di cultura, qualità della vita, paesaggi mozzafiato, cibi eccellenti e vini pregiati. Infatti la Ex.it, soprattutto quando partecipa alle principali fiere all’estero, ma anche in quelle italiane, si assume il compito di arricchire i tavoli espositivi di depliant, immagini e pubblicazioni riguardanti la storia, la cultura e il turismo di questa provincia, il che contribuisce a dare un valore aggiunto ai prodotti che si intendono promuovere in quella fiera. Questo perché presentando il territorio si fa comprendere al visitatore, italiano o straniero che sia, che quelle eccellenze non nascono per caso ma hanno alle spalle una realtà culturale,
paesaggistica, architettonica che costituisce un unicum di valore assoluto. Ecco perché spessissimo gli operatori italiani e stranieri che visitano i nostri stand restano ammirati nel rendersi conto di tante bellezze e, incuriositi, chiedono di visitare sia le Marche che la provincia di Macerata, alla scoperta di un territorio ancora così poco conosciuto ma sicuramente meritevole di una visita e di un soggiorno. Proprio per favorire questo flusso turistico la Ex.it, quando trova la collaborazione anche di altri enti (come la Provincia) - il che capita sempre più frequentemente -, accanto alle pubblicazioni, ai depliant e alle immagini porta nelle rassegne fieristiche più importanti anche una piccola selezione di diversi prodotti del territorio (dalle calzature all’abbigliamento, dagli strumenti musicali all’oreficeria, dalla pelletteria all’oggettistica, ecc.), ed allestisce un box in cui i visitatori possono gustare le eccellenze gastronomiche della provincia. E questo spesso diventa il punto di riferimento principale di
tutta la rassegna espositiva, con l’affluenza massiccia non solo di visitatori ma anche di operatori economici e di produttori di altre regioni, favorendo la nascita di amicizie, la volontà di incontrarsi per visitare le rispettive aziende ma anche per gustare i piatti caratteristici del territorio e far provvista delle sue eccellenze. Si crea così una corrente turistica non certo occasionale ma legata anche ad eventi come la stagione lirica dello Sferisterio o la rassegna “Civitanova Danza”, o Musicultura, creando così anche un ritorno economico per tutta la provincia perché si tratta di un turismo di qualità e non di un turismo di massa. Ecco perché sempre più spesso questi turisti si “innamorano” del territorio ed acquistano anche edifici rurali da trasformare in residence estiva nella campagna maceratese o qualcuna delle tante abitazioni in pietra nelle località più suggestive dei Sibillini.
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SPECIALE: NAUTICA
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“LA PIÙ BELLA NAVE DEL MONDO” Intervista al capitano di vascello Paolo Giacomo Reale, comandante della nave scuola Amerigo Vespucci di A. Dachan
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uongiorno Comandante, Capitano di Vascello Paolo Giacomo reale, benvenuto sulle pagine di ML. “Buongiorno a lei e benvenuta a bordo dell’Amerigo Vespucci”.
sentante dell’Italia all’estero. Questa Nave rappresenta per l’Italia un eccezionale vettore di comunicazione sul mare, mare inteso quale elemento naturale di collegamento tra popoli, civiltà e culture differenti”.
Lei è al comando della Nave Scuola Amerigo Vespucci, che per prestigio e bellezza costituisce il fiore all’occhiello della Marina Militare Italiana. Vuole raccontarci di questa Sua esperienza? “È già per me un fatto memorabile poter essere al comando di questa splendida unità della Marina militare. Un’esperienza dal valore aggiunto, rappresentato dal poter concorrere alla formazione di base degli Allievi 1^ classe dei Corsi normali dell’Accademia di Livorno. Un compito che il comandante, gli ufficiali e l’equipaggio di nave Vespucci, di concerto con il personale dell’Accademia Navale, assolvono ormai da 80 anni trasmettendo agli allievi le conoscenze marinaresche ed etiche necessarie alla formazione dei futuri ufficiali della Marina militare”.
Esiste un episodio particolarmente significativo della storia della Nave Scuola che vorrebbe raccontarci? “Negli 80 anni di vita, di eventi e “storie di mare” ne sono accaduti diversi, come ricordava lei ci sono state imprese leggendarie come quelle compiute dall’ammiraglio Straulino, che attraversò a vela il canale navigabile del Mar Piccolo di Taranto, oppure l’impresa dell’ammiraglio Foschini che risalì sempre a vela il Tamigi. Spesso alcune “storie di mare” raccontano come negli anni il Vespucci ha portato a consolidare il ruolo indiscusso di prima donna nello scenario velico mondiale. Voglio indicare come esempio l’incontro avvenuto in alto mare con la portaerei americana Indipendence, che, vedendo nave Vespucci navigare a vele spiegate, le si affiancò, facendo schierare tutto l’equipaggio sul ponte di volo e trasmise il seguente messaggio: “Siete la Nave più bella del Mondo”; oggi a bordo in quadrato ufficiali, vi è ancora una foto scattata da uno degli aerei americani alzatosi in volo dalla portaerei, che testimonia l’incontro tra le due Navi”.
In tutti questi anni l’Amerigo Vespucci ha attraversato i mari dell’Italia e del mondo: qual è il suo ruolo principale? “Nave Vespucci è il veliero di punta della nostra flotta e possiamo sostenere dell’intera marineria velica mondiale, vanto ed orgoglio della Marina militare, straordinaria rappre-
Quando attracca in porto, la Nave è sempre
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SPECIALE: NAUTICA accolta con tutti gli onori, non solo dagli addetti del settore, ma anche dalla cittadinanza: secondo Lei, cos’è che lega tanto gli italiani a questa imbarcazione? “Credo che sia impossibile descrivere in poche righe il rapporto tra gli Italiani e l’Amerigo Vespucci. Un rapporto che è cresciuto e che si è sempre più consolidato nel tempo. Un rapporto di ammirazione quasi “anomalo” oserei dire. Quando vedi l’Amerigo Vespucci ormeggiata in porto, credo che sia consuetudine per ogni italiano provare a visitarla o quanto meno scattare una foto ricordo. Questo legame tra gli italiani e la Nave è dovuto a ciò che la Nave rappresenta da sempre, un’ambasciatrice di italianità nel mondo, un vero e proprio forziere di ricordi, ma anche di tradizioni, le più vere, le più sentite. È veramente infinita la riconoscenza dei connazionali per l’impegno e l’attività svolti dal Vespucci e lo si nota ancor di più all’estero quando e mi creda che a raccontare ciò viene “la pelle d’oca”, a farci visita sono i nostri connazionali là residenti, che ci raccontano con gli occhi lucidi, l’orgoglio di aver potuto visitare il Vespucci che, con la bandiera italiana al vento, ha rafforzato in loro la fierezza di essere italiani e ci ringraziano per avergli regalato per un po’ aria d’Italia, aria di questa casa tanto amata, ma tanto lontana”. “Non chi comincia, ma quel che persevera”: qual è lo spirito che anima questo vostro motto? “NON CHI COMINCIA,MA QUEL CHE PERSEVERA”: il motto è attribuito a Leonardo Da Vinci ed è stato adottato dalla Nave nel 1978. Esprime in pieno quello che è la funzione principale di nave Vespucci, ovvero la formazione di base e l’addestramento dei giovani allievi ufficiali dell’Accademia navale di Livorno. Questa frase vuole essere un incoraggiamento per tutti coloro che intraprendono questa affascinante professione e più in generale rappresenta una esortazione alla tenacia necessaria per raggiungere un determinato obiettivo”. L’Amerigo Vespucci è stata più volte definita “La più bella nave del mondo”: cosa prova ad esserne il Comandante? “È indubbiamente motivo di grande soddisfazione poter essere al comando di quella che viene definita la “Nave più bella del mondo”. Nave che, nonostante i suoi 80 anni di età, è ancora in forma smagliante e vanta di essere uno dei velieri più prestigiosi che solcano i mari del mondo . Racchiuderei il senso della risposta alla sua domanda con due sensazioni che in questo momento sento forti in me: fierezza e orgoglio: fiero e orgoglioso di essere il Comandante di una nave come il Vespucci che rappresenta la Marina militare e l’Italia nel Mondo”. Romanzi, poesie e film parlano del rapporto speciale che unisce ogni Comandante alla Sua nave: cosa può dirci a tal proposito? “Lo straordinario rapporto che unisce il comandante ai suoi uomini è frutto di esperienza e fiducia reciproca. Il Comandante assume il ruolo di guida, di punto di riferimento, trasmettendo sicurezza e tranquillità a tutto l’equipaggio. Di contro l’equipaggio di una Nave deve essere affidabile, leale e professionalmente valido. La sinergia tra comandante ed equipaggio fa sì che una nave possa navigare in “acque tranquille” anche nei momenti difficili”.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
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«Gli alberi sono sempre stati per me i più persuasivi predicatori. Io li adoro quando stanno in popolazioni e famiglie, nei boschi e nei boschetti. E ancora di più li adoro quando stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come eremiti che se la sono svignata per qualche debolezza, ma come grandi uomini soli, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell’infinito; ma essi non vi si smarriscono, bensì mirano, con tutte le loro forze vitali, a un’unica cosa: realizzare la legge che in loro stessi è insita, costruire la propria forma, rappresentare se stessi. Nulla è più sacro, nulla è più esemplare di un albero bello e robusto. Quando un albero è stato segato ed espone al sole la sua nuda ferita mortale, dalla chiara sezione del suo tronco e lapide funebre si può leggere tutta la sua storia: negli anelli corrispondenti agli anni e nelle escrescenze stanno fedelmente scritti tutta la lotta, tutta la sofferenza, tutti i malanni, tutta la felicità e la prosperità, anni stentati e anni rigogliosi, assalti sostenuti, tempeste superate». «La Natura ci parla», Hermann Hesse.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
LA RACCOLTA DEI RIFIUTI NELLE MARCHE Superano le 875 mila le tonnellate di rifiuti urbani prodotte nelle Marche nel 2007, pari a 563 kg per abitante (quindi sopra la media nazionale, che è di 546). Secondo i dati contenuti nel “Rapporto Rifiuti. Anni 2003 e 2008” diffusi da Ispra e rielaborati dalla Regione Marche (Tabella 1), dal 2001 al 2007 la produzione pro-capite in regione è aumentata ogni anno di 5,17 kg, cioè dello 0,96 per cento (con una leggera flessione registratasi soltanto nel 2005)minieolico del comune di Peglio (PU). Lo stesso comune è stato eletto campione del buon eolico, per aver portato avanti nel 2010 scelte coraggiose e lungimiranti nelle installazioni di impianti da rinnovabili.
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a situazione relativa alla produzione pro-capite di rifiuti urbani nelle singole province è la seguente (sempre riferita al 2007): Marche settentrionali sopra la media nazionale, e la parte meridionale della regione, invece, sotto.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, la percentuale di quelli smaltiti in discarica rispetto a quelli prodotti si è gradualmente ridotta sia in regione che a livello nazionale (Tabella 2). Il valore regionale rimane comunque superiore alla media degli altri territori dello Stato.
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In relazione ai rifiuti gestiti (non a quelli prodotti), si veda il grafico 3. Si ricorda che i rifiuti gestiti sono la somma tra quelli prodotti e il saldo tra i rifiuti in ingresso e in uscita dalla regione.
Come vengono gestiti i rifiuti urbani? Quelli raccolti in modo separato vengono trattati in appositi impianti per il recupero di materia (carta, vetro, plastica, metalli, ecc.) e di energia; i rifiuti indifferenziati sono invece inviati ad impianti di trattamento meccanico biologico o direttamente a smaltimento. Infine, i rifiuti biodegradabili selezionati confluiscono agli impianti di compostaggio (ad esempio il verde da sfalci e potature). Nelle Marche al 30 aprile 2009 erano in funzione sei impianti di compostaggio: Ca’ Lucio (Urbino), Località Cornacchia (Maiolati Spontini), Tolentino, Fermo/ San Biagio, Località Relluce (Ascoli Piceno) e Corinaldo. Per quanto riguarda gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB), nel 2008 nelle Marche ve ne erano tre in attività, che trattano rifiuti urbani indifferenziati: Tolentino, San Biagio (Fermo) e Località Relluce (Ascoli Piceno), e un solo impianto termico (per l’incenerimento).In regione nel 2008 erano attive 16 discariche per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani e una, in provincia di Ascoli Piceno, per i rifiuti speciali. Ecco dove sono dislocate: Ca’ Asprete (Tavullia), Monte Schiantello (Fano), Ca’ Mascio (Montecalvo), Ca’ Lucio (Urbino), Rafaneto (Barchi), Ca’ Guglielmo (Cagli), San Pietro (Castel Colonna), San Vincenzo (Corinaldo), Il Galoppo (Chiaravalle), Cornacchia (Maiolati Spontini), d’Asola (Morrovalle), Collina (Tolentino), Castellano (Porto Sant’Elpidio), San Pietro (Torre San Patrizio), San Biagio (Fermo) e Relluce (Ascoli Piceno).
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
“Auspico un’intesa tra le società pubbliche che operano nella nostra provincia” È la posizione di Mauro Ragaini, direttore generale di Sogenus spa, l’azienda pubblica di trasporto e smaltimento rifiuti della Vallesina
GARA PER IL GESTORE UNICO, AUSPICO UN’INTESA di P. Duranti
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ottor Ragaini, ci parli un po’ della storia di Sogenus. “Sogenus nacque nel 1989 come società mista pubblico-privata, ad opera del Comune di Maiolati Spontini proprietario dell’impianto di smaltimento di rifiuti di Moie - e di alcuni imprenditori privati. Si trattava di una delle prime esperienze di sinergia tra pubblico e privato nel settore dei rifiuti sul nostro territorio”. Oggi però la società è totalmente pubblica… “Oggi si, ma una prima evoluzione nella compagine societaria si ebbe nel ’97, allorquando fece il suo ingresso la Cis, in nome e per conto dei 12 Comuni della Vallesina. A seguito di tale operazione la società divenne quasi interamente a capitale pubblico. L’assetto attuale, con la fuoriuscita totale della componente privata, risale al 2009”. Perché questo passaggio? “Vi era la necessità, condivisa da una chiara volontà politica, di garantire gli affidamenti diretti del servizio pubblico che i soci avevano fatto senza gara: non dimentichiamo che i privati all’epoca non furono scelti attraverso gara ad evidenza pubblica”. Fermiamoci su questo tema. L’abbandono da parte dei privati è stato un bene? “In linea di principio ritengo che taluni servizi pubblici – come appunto quelli relativi ai rifiuti urbani – debbano essere controllati dal pubblico. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto con riguardo all’acqua, altro fronte di vivaci discussioni ….
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In questi settori dobbiamo mostrare la massima attenzione quando i relativi servizi vengono affidati a soggetti privati, in quanto non di rado si riscontra l’inadeguatezza degli impianti, per non parlare poi delle tensioni con i territori che tale scelta spesso comporta. In conclusione: determinati interessi pubblici devono essere gestiti da aziende pubbliche. Il problema semmai è un altro: occorre che anche nel pubblico vigano le stesse regole del privato; vale a dire gestione meritocratica ed attenta al bilancio, scarsa incidenza della burocrazia e capacità di sottrarsi a pressioni improprie. Altrimenti è molto difficile quadrare i conti e rimanere concorrenziali sul mercato”. Però in Italia quando si parla di rifiuti … vengono in mente immagini non proprio belle! “Innanzitutto attenzione a non generalizzare. Il sistema impiantistico non funziona dappertutto bene: alcune regioni hanno dimostrato efficienza, mentre altri territori sono caratterizzati da un vero e proprio “deserto” per quanto attiene alla dotazione di impianti idonei. Resta il fatto che la situazione che si è venuta a creare in Italia è a dir poco paradossale: basti pensare che i rifiuti che non si riesce a smaltire finiscono in Germania, Austria, Ungheria, etcc... Perché? I termovalorizzatori no, le discariche no, gli impianti di recupero no . . . , e allora?”. Perché questa situazione? “Troppe strumentalizzazioni politiche e troppi interessi in conflitto. Inoltre un certo radicalismo esercitato da alcuni dei co-
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IN TEMA DI LIBERALIZZAZIONI E DI PRIVATIZZAZIONI STIAMO ASSISTENDO A UN DIBATTITO ANCORA IDEOLOGICO, MA NON È GIUSTO! DOBBIAMO TUTTI IMPEGNARCI PER SPOSTARE IL DIBATTITO SU DI UN PIANO PER COSÌ DIRE “LAICO E PRAGMATICO”, COSA È UTILE, COSA CONVIENE”
siddetti “movimenti spontanei” è molto forte, e poi di sicuro non aiuta l’atteggiamento di talune forze, non sempre coraggiose e responsabili. I peccati del passato e certe scelte irresponsabili che hanno generato diffidenza e paura, ricadono ora su tutti”. Torniamo alla Sogenus: cosa rappresenta in termini numerici per il territorio anconetano? “Ora Sogenus gestisce la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani per 12 Comuni della provincia di Ancona, e lo smaltimento per 33. Siamo il maggior operatore nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali”. Per la gestione dei rifiuti il 2011, anche nelle Marche, è importantissimo. Cosa accadrà? “Le liberalizzazioni forzate previste a livello statale avranno effetti importanti anche nella nostra regione: la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani saranno gestiti da un unico soggetto (individuato tramite gara) per l’intero territorio provinciale. L’entità amministrativa che dovrà bandire la gara, non esistendo più l’Autorità di ambito, dovrà essere individuata dalla Regione con apposita legge da approvare entro l’anno”. Trova giusta la scelta di affidare al gestore unico l’intero territorio provinciale? “Ormai è legge. La provincia è l’ambito territoriale ottimale. Organizziamoci insieme per la migliore gestione. Dobbiamo inoltre salvaguardare migliaia di posti di lavoro e cospicui investimenti pagati con il denaro pubblico”.
Lei cosa prevede al riguardo? “È certo che appena si farà la gara, le attuali gestioni dovranno essere superate: auspico e in un certo senso prevedo che si giungerà alla costituzione di un’associazione temporanea di imprese, oppure alla fusione dei soggetti attualmente presenti sul territorio. In altre parole: spero che le aziende pubbliche riescano a raggiungere un’intesa per partecipare alla gara e vincerla”. Vi è anche la possibilità che salti l’accordo …. “Dipende da “cosa” si vuole e da “come” si vuole. L’importante è che si tenga conto dei bilanci, della storia, delle caratteristiche di ciascuna azienda pubblica coinvolta. Si deve mettere assieme il meglio che ciascun soggetto può offrire. Nel caso in cui ciò non sarà possibile, il rischio più evidente è che vengano soggetti da altre regioni o aziende straniere. La gara, infatti, è a livello europeo”. L’importante comunque è che il servizio, da chiunque, sarà svolto, sia efficace. “La legge italiana intende garantire le condizioni minime per un’efficiente gestione economica. Lo spirito è condivisibile, ma tutto dipende dal contesto nel quale si opera: bisogna guardare caso per caso, con un’attenta riflessione a tutti gli elementi a disposizione dell’ente decisore. Le nuove concessioni dureranno molti anni: ecco perché occorre prudenza. Se scegli il soggetto non idoneo o che non è in grado di offrire le giuste garanzie, oltre agli immaginabili riflessi negativi sulla gestione del servizio si affaccia il rischio di contenziosi vari, che po-
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI trebbero prolungarsi per lunghi anni… Guardare solo al costo dell’appalto può essere controproducente”. Chi dovrà decidere le eventuali alleanze? “I soci delle società (pubbliche), e quindi anche la politica. Ecco, questo è forse l’aspetto più delicato: riuscire a rendere i Comuni soci consapevoli dei punti di forza e di debolezza di ciascuna società. Occorre saggezza, verità e prudenza”. Sogenus come si presenta all’appuntamento? “Con i bilanci assolutamente in ordine, esperienza, servizi buoni apprezzati dai soci”. La gara riguarda solo il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti? “La gara riguarderà il ciclo integrato dei rifiuti urbani ovvero raccolta, trasporto e smaltimento, con l’eventuale gestione della fase di recupero tramite impianti. Ma la Sogenus svolge anche altre attività importanti che non rientreranno nella gara per il gestore unico. Penso in particolare alle attività rivolte al mercato: trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali e produzione di compost di qualità”.
LE ATTIVITÀ DI SOGENUS SPA Raccolta e trasporto in discarica di rifiuti urbani indifferenziati e speciali
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accolta di frazione di rifiuti urbani differenziati prodotti dai cittadini quali plastica, cartone, vetro, rifiuti organici, batterie e pile, medicinali e rifiuti ingombranti e potature. Smaltimento per interramento di rifiuti solidi urbani indifferenziati provenienti dai 12 Comuni del Cis Srl e dai Comuni di Belvedere, San Marcello, Morro d’Alba, Monsano, Genga, Cerreto d’Esi, Fabriano, Santa Maria Nuova, Agugliano, Offagna, Polverigi, Camerata Picena, Camerano, Falconara, Castelfidardo, Loreto, Chiaravalle, Monte San Vito e Montemarciano. Smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi e di alcune categorie di rifiuti speciali pericolosi provenienti prevalentemente dalle Marche. Produzione di compost di qualità.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
SEA, SINONIMO DI SICUREZZA, RICERCA E PASSIONE PER L’AMBIENTE Intervista ad Alessandro Massi, amministratore delegato di Sea di G. Mascetti
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ignor Massi, vuole presentarci la Sea? “La Sea Srl (Servizi Ecologici Ambientali Srl) è nata nel 1983 e si occupa del trasporto, dello stoccaggio e del trattamento in maniera ecologicamente corretta di ogni tipologia di rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi, sia liquidi che solidi. Inizialmente era una piccola azienda di settore e, grazie all’intuizione e alle doti imprenditoriali di mio padre Ferminio, nonché a validi collaboratori tecnici, si è industrializzata raggiungendo un notevole livello di specializzazione. Oggi è in grado di dare risposte a tutte le esigenze delle aziende del Centro Italia, grazie anche a un costante e continuo investimento nella formazione del personale e nel settore tecnologico ed impiantistico”. Il vostro slogan recita: “Sicurezza, ricerca e passione per l’ambiente”. Quanto contano rispettivamente questi
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valori? “Il servizio svolto dall’azienda che amministro insieme ai miei fratelli Alessio ed Andrea, dopo la prematura scomparsa di nostro padre, è molto complesso ma allo stesso tempo stimolante e strategico per poter far mantenere la competitività all’intero settore produttivo marchigiano. Grazie anche alla Sea le aziende marchigiane hanno la possibilità di poter smaltire correttamente i propri rifiuti il più vicino possibile ai loro stabilimenti, contenendo i costi ed essendo certi di rispettare l’ambiente. Per ottenere tali risultati, la sicurezza, l’innovazione tecnologica, la formazione delle maestranze nonché soprattutto il rispetto per l’ambiente sono il nostro credo”. In questi dieci anni di partenariato con la Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche, quali sono i principali risul-
tati ottenuti? “La Politecnica delle Marche è partner privilegiato nella nostra azione aziendale e ha il compito di ottimizzare i cicli e le tecnologie depurative esistenti, oltre a studiare nuovi processi depurativi. Tale collaborazione ha portato notevoli risultati sia alla Sea che all’intero settore con numerose pubblicazioni degli studi a livello mondiale. Inoltre permette la formazione di numerosi stagisti”. In base alla Vostra esperienza, qual è la situazione dei rifiuti speciali nelle Marche e quali sono le problematiche irrisolte? “Anche il modello imprenditoriale marchigiano, conosciuto nel mondo per funzionalità, operosità e qualità, è stato colpito dalla crisi economica generale e, di conseguenza, si è ridotta la quantità di rifiuti industriali prodotti. Tuttavia il vero problema marchigiano, e del Centro Italia, è la carenza
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
di impianti finali (miniere, termovalorizzatori, ecc.) necessari per lo smaltimento finale dei rifiuti nel rispetto della normativa europea. Ciò ci costringe a rivolgerci al mercato estero (Germania, Francia, Austria, ecc.) portando i nostri rifiuti industriali trattati, con un aggravio di costi di trasporto per le nostre aziende ed inoltre lasciando valorizzare i nostri rifiuti (producendo energia elettrica) agli altri Stati, che ne traggono indubbio vantaggio”. Quali sono i rischi principali del settore? “Questo settore tanto necessario per le aziende marchigiane, quanto complesso, ha raggiunto una industrializzazione e un livello talmente elevato da garantire la massima sicurezza riducendo ogni tipo di rischio. Il vero rischio attuale è rappresentato dalla crisi economica, dalla chiusura delle aziende e quindi dalla
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riduzione dei rifiuti industriali e, soprattutto, dalla necessità di smaltire i rifiuti nella forma corretta e a costi competitivi, per non mettere fuori mercato le nostre aziende”. Per il prossimo futuro, quali sono i progetti in cantiere? “Il progetto per il futuro è quello di mantenere la Sea competitiva, attenta all’ambiente, alle modifiche normative e ai cambiamenti nel settore dei rifiuti industriali, al fine di continuare ad essere un interlocutore privilegiato per le aziende marchigiane, e concorrere alla competitività delle stesse al fine di poter vincere insieme la sfida con il mercato globale”.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
Di fronte agli ultimi drammatici avvenimenti giapponesi, diventa sempre più necessario porsi alcune domande sulla questione dell’energia, dell’industria e della tutela ambientale. L’argomento è vastissimo e trasversale ma forse, come spesso accade, la distanza che ci separa dalla risposta è soprattutto legata all’approccio che abbiamo nei confronti del problema
IL DILEMMA ENERGETICO
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l termine “dilemma” non è stato scelto a caso: cogliendone il significato originario, si tratta di un problema per il quale sono possibili principalmente due soluzioni, senza che però ve ne sia una realmente accettabile rispetto all’altra. Siamo stati abituati a pensare all’energia e al suo mercato secondo dei parametri che probabilmente non sono del tutto corretti o completi: fino ad ora abbiamo effettuato valutazioni semplicemente tra il fronte del petrolio (e compagnia bella) e del non-petrolio, e all’interno di quest’ultimo siamo stati portati ad individuare un’ulteriore divisione, tra il nucleare e “le cose giuste”, ossia le fonti cosiddette rinnovabili. Eppure, ad esempio, forse nessuno, o comunque pochi, ci ha detto che nella nostra attuale civiltà parlare di petrolio non vuol dire parlare solo
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di combustibile, ma anche di una infinita serie di materiali e sostanze che ci circondano e che dal petrolio derivano (plastiche, resine, tessuti, essenze, perfino medicinali, e così via). Non solo: ci si è posti a sufficienza il problema che le tecnologie che ci servono per ottenere energia da fonti naturali, pulite e rinnovabili viene supportata primariamente proprio dal petrolio, che almeno per ora permette di mandare avanti la maggioranza dell’industria? In fondo si tratta di nodi risolvibili in qualche modo, basta lavorarci sopra. Ma andando anche oltre alle considerazioni tecniche, pare che nessuno si sia mai posto un problema che invece, a guardar bene, dovrebbe essere prioritario, ma forse molto più difficile da superare rispetto agli altri: quanto siamo disposti a cambiare le nostre abitudini?
Credo che questo sia il problema, il dilemma di cui parlo nel titolo: l’energia è ciò che ci serve per fare altre cose, per ottenere altre sostanze, per gestire il presente, conservare il passato e progettare il futuro, quindi potrei arrivare a dire che l’energia ricopre un ruolo di importanza fondamentale quanto indiretta. Questo significa che l’energia è energia, punto e basta, mentre io posso valutare ciò che con essa ci faccio. Così, allo stesso modo in cui si potrebbero iniziare a risolvere seriamente i problemi dello smaltimento dei rifiuti semplicemente producendone di meno, mi pongo la stessa domanda: e se dovessimo essere per primi noi a cambiare le cose, rinunciando a qualche privilegio e ripensando integralmente le nostre routine? Mi è stato insegnato che in un’azienda che perde occorre prima ridimensionare i costi
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI e poi espandere eventualmente i ricavi. Eppure pare che questa regola, semplice e lampante, non venga ritenuta valida anche in altri ambiti. Il risparmio energetico viene citato ufficialmente come una fonte alternativa (e in un certo senso rinnovabile) perfino nei trattati e nei convegni internazionali. Il punto è proprio questo: nella nostra quotidianità parliamo di efficienza nella produzione e non di strategie di consumo. Uno dei punti deboli che vengono riscontrati nei sistemi di generazione a fonti rinnovabili è la quantità di energia prodotta per unità di tempo e di spazio. Pare che i combustibili fossili siano ancora un passo avanti,
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ma è una questione di tecnologia applicata, quindi di investimenti, quindi di domanda: una spirale perversa, un circolo vizioso, o semplicemente un cane che cerca di mordere la propria coda, fatto sta che l’efficienza del fotovoltaico, ad esempio, sta compiendo negli ultimi mesi dei balzi evolutivi così come non se ne sono verificati negli ultimi 30 anni, solo perché ora, per speculazioni (ma il fine giustifica i mezzi, diceva Machiavelli), ci si investe molto di più che in passato. Ma credo che molto prima di ottenere pannelli ad efficienza ultra-elevata, e prima di ottenere abitazioni totalmente ecocompatibili, o automobili ad impatto zero,
o batterie a durata illimitata, potremmo semplicemente tenere le luci accese un po’ meno, fare qualche chilometro in più a piedi, mangiare meno (e meglio), fare docce più brevi e meno calde, evitare di avere i termosifoni accesi a temperature proibitive e contemporaneamente le finestre aperte per dare aria, evitare gli eterni stand-by di molti elettrodomestici, evitare di lasciare radio, tv e pc accesi anche in nostra assenza, usare una volta in meno l’ascensore e una in più le scale. E potrei andare avanti per decine e decine di righe, perché gli esempi da citare, ahimè, non mancano. Questo non risolverà tutti i
problemi, si dovrà comunque investire e lavorare sulla tecnologia, ma ci aiuterà a ridimensionare un’intera civiltà che pensa solo a produrre sempre di più, dimenticandosi che oramai poggia i propri presupposti del benessere sugli sprechi e le esagerazioni.
Michele Barchiesi Gruppo Sida m.barchiesi@sidasrl.it Tel. 071.28521
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
“LA VICINANZA ALLE PERSONE FA LA DIFFERENZA” La filosofia di Prometeo illustrata dal presidente Giacomo Roscioni di P. Duranti
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ngegnere, Lei ha assunto la presidenza di Prometeo nel novembre dello scorso anno. Si può dire che in questi ultimi cinque mesi sta cambiando la filosofia di Prometeo? “In un certo senso sì. Da una visione “difensiva” la mia volontà è stata ed è tuttora quella di possedere un approccio “aggressivo” al mercato”. Cioè andando ad invadere territori altrui? “I miei predecessori, persone che io stimo molto, si sono fortemente impegnati nella difesa del mercato. Ora, in posizione di leader, Prometeo deve cercare nuova clientela. Ciò significa che se finora ci siamo avvalsi di tre promoter e di un call center, adesso dobbiamo fare molto di più, iniziando a penetrare i territori che attualmente sono appannaggio esclusivo dei nostri concorrenti. Del resto, si tratta di applicare una normalissima legge di mercato”. Cosa è cambiato con il passaggio da un regime di monopolio alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica? “È stata un’occasione che ci ha permesso di comprendere (e di far comprendere) il grado di affezione di cui quest’azienda gode sul territorio”. In che senso? “Prevedevamo un determinato calo fisiologico che invece si è fermato ad un terzo del previsto: un risultato sorprendente quanto importante, a testimonianza della buon lavoro svolto per anni”.
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Secondo Lei, a cosa è dovuta quest’affezione? “Prometeo è riconosciuta come azienda del territorio. Mi spiego meglio: innanzitutto gli utili dell’azienda vengono destinati ai soci, che sono in massima parte i Comuni e le aziende municipalizzate. Inoltre è riconosciuta da tutti la nostra attività di sostegno delle attività sociali svolte nelle aree nelle quali siamo presenti. Ecco, questa è la nostra bandiera”.
serietà ed affidabilità”.
Parliamo appunto dei soci. “Come ho appena detto, a Prometeo partecipano i Comuni, o direttamente o tramite aziende municipalizzate. Per questo dico che gli utili vengono “restituiti” al territorio. Tra i Comuni più grandi ci sono Ancona, Fano, Tolentino e S. Severino Marche. C’è anche un socio privato, Edison, che detiene il 17 per cento delle quote”.
Con tutti i vantaggi derivanti da avere una struttura piuttosto snella … “È proprio questa la forza del piccolo: l’elasticità, in termini di velocità ed operatività”.
Come sono i rapporti con questo socio privato? “In passato, circa dieci anni fa, ci diede lo start up per iniziare l’attività. Oggi rimane un socio importante, di rispetto, che tra l’altro lo vede anche in veste di nostro fornitore. Con il loro management vi è un ottimo rapporto”. A proposito di fornitori, da chi acquistate gas ed energia elettrica? “Sia per il gas che per l’energia elettrica gli acquisti avvengono tramite apposite gare. I nostri maggiori fornitori sono Eni, Acea, Ecogas (l’Eni austriaca, ndr) e, appunto, l’Edison. Il che significa il meglio che la piazza offre, in termini di economicità,
A quanto ammontano gli utili? “Quasi quattro milioni, a fronte di circa 130 milioni di fatturato. Un risultato eccellente, mi pare, che ci consente di avere rilevanza nazionale nel mercato dell’energia. A questo proposito amo ripetere che ci sentiamo i più piccoli tra i grandi”.
Torniamo su un aspetto particolarmente importante: la funzione sociale svolta da Prometeo. Sostenete finanziariamente gli enti del Terzo Settore? “Siamo molto sensibili alle esigenze della collettività locale. Quest’attenzione, poi, viene tradotta in comportamenti concreti, citandone alcuni, che vanno dai contributi al Teatro delle Muse, al Carnevale di Fano, il Festival dell’Umorismo di Tolentino, dal sostegno alle società sportive dilettantistiche ai servizi alle piscine comunali. Ma questa espressione di sensibilità sociale non si ferma a questo”. Cioè? “Vede, non avere soldi non è ne un reato ne un peccato come invece alcuni oggi purtroppo fanno credere . Una società come la nostra dev’essere in grado di andare incontro alle famiglie
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI che vivono un momento di disagio economico e sociale. Le porte di Prometeo sono sempre aperte e i nostri promoter vanno a trovare le persone. In altre parole: il dialogo tra utente ed azienda non può mai mancare”. Quanto incide su questa filosofia l’essere un’azienda pubblica? “È la dimostrazione che anche il pubblico può fare cose egregie stando sul mercato al pari del privato, con competenze tecniche molto elevate e al contempo stando attenti alla dimensione sociale. E poi mi permetta di dire due battute anche sul clima aziendale che si respira in Prometeo”. Prego. “I bellissimi risultati ottenuti sono stati possibili grazie al gioco di squadra. È una vera azienda familiare, la nostra: si respira aria di amicizia. Insomma, una società pubblica gestita secondo il modello marchigiano: poca forma e tanta sostanza. E qui, non potendo – come invece vorrei – citare per nome e cognome tutto lo staff di Prometeo, mi limito alle figure di maggior responsabilità: il direttore generale Salvatore Cravena - che vanta una brillante esperienza in Edison -, Fabio Pistelli, Francesco Pieia e Chiara Saccomanno”. In che senso poca forma e tanta sostanza? “Nel senso che abbandoniamo i formalismi inutili in un’ottica pragmatica, stando attenti anche alle piccole spese”. Quali sono le prospettive di Prometeo? “Siamo aperti al mercato. Ciò significa che siamo disponibili ad avviare tavoli di confronto con altre realtà, per fare di Prometeo una società regionale più forte. Ascoltiamo tutti”. Quando si parla di gas non si può sottacere sul tema delle speculazioni. Ora con la crisi libica… “La verità è che la congiuntura economica ha comportato una generalizzata riduzione dei consumi, sia da parte dei privati, che sul fronte imprenditoriale. Ne consegue che l’offerta di gas al momento è sovradimensionata e il rischio di speculazioni è più che evidente …”. Lei prima ha citato il modello marchigiano. È immune da difetti? “No. Uno dei limiti della marchigianità sta nell’individualismo. Ma chi lo supera e riesce a fare squadra, vince”.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
“GREEN ECONOMY, L’EMERGERE DI NUOVI BISOGNI PORTERÀ ALLA CREAZIONE DI NUOVA OCCUPAZIONE” Gianfranco Miccini, fondatore e titolare della Newtec System, ricorda che il Rapporto “Green Jobs” dell’UNEP (United Nations Environment Programme) stima che a livello globale l’entità e le competenze attivate in questo campo cresceranno fortemente nei prossimi anni di M. Palumbo
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ual è la situazione delle fonti rinnovabili in Italia e nelle Marche? “La Green Economy rappresenta per l’Italia, più ancora che per gli altri Paesi europei, una chiave straordinaria per affrontare le sfide che abbiamo davanti, mobilitando le energie “migliori””. In che senso parla di mobilitazione? “Di fronte a una crisi lunga e difficile come quella che stiamo vivendo non è possibile rimanere ancorati ai vecchi approcci, ma è fondamentale cogliere questa situazione come una grande occasione di cambiamento, un’opportunità per affrontare le questioni aperte da tempo. Il primo passo, quindi, per aumentare la competitività aziendale è quello di risparmiare energia. Questo non significa consumare meno, ma consumare meglio. La scelta di rivolgere
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l’attenzione al mondo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili deriva da scelte prioritarie a livello europeo, in quanto rappresentano attualmente le soluzioni più idonee a favorire la sostenibilità ambientale ed economica nel lungo periodo e il conseguimento di obiettivi prioritari per l’Unione europea: la sicurezza dell’approvvigionamento, la diversificazione delle fonti, l’occupazione”. Rispetto ad altri Paesi europei l’Italia come è messa? “Nel mondo delle rinnovabili l’Italia è partita in ritardo rispetto ai principali Paesi dell’Unione europea, come la Germania o la Francia, ma devo ammettere che siamo il Paese dell’ingegno, quindi siamo riusciti a recuperare terreno velocemente”. Prima Lei accennava al discorso occupazionale. Cosa
possono rappresentare le rinnovabili da questo punto di vista? “Come ogni “rivoluzione tecnologica”, il paradigma della Green Economy sta modificando profondamente l’economia e la società: il Rapporto “Green Jobs” dell’UNEP stima infatti che a livello globale l’entità e le competenze attivate in questo campo cresceranno fortemente nei prossimi anni. Questo processo condurrà da un lato allo sviluppo di nuovi profili professionali portatori di nuove competenze specialistiche e dall’altro all’aggiornamento delle skills associate alle professioni già presenti nel mercato. L’emergere di una nuova sensibilità e di nuovi bisogni porterà alla creazione di nuovi “prodotti” e, di conseguenza, di nuova occupazione a più elevato profilo qualitativo”. Il tema delle fonti rinnovabili
è al centro di un forte dibattito. Cosa ne pensa? “Il nuovo decreto ha creato non poche incertezze. In pratica questa situazione ha tolto agli imprenditori della filiera energetica la possibilità di pianificare nel medio/lungo termine l’orientamento strategico aziendale. Terminata la bufera che vede coinvolto il prossimo Conto Energia, credo sia necessario che il mondo politico-istituzionale del nostro Paese faccia una profonda riflessione sulla necessità di dare continuità e stabilità a uno dei pochi settori, se non l’unico, che è riuscito a crescere con continuità nell’ultimo biennio”. Voi siete molto attivi nella sensibilizzazione nelle scuole: ce ne vuole parlare? “Nel mese di febbraio abbiamo inaugurato un piccolo impianto fotovoltaico a copertura del tetto (circa 35 kW)
presso la Scuola Elementare “Le Grazie” di Recanati, che è stato realizzato con il contributo di finanziamenti regionali. Per l’occasione la nostra Area Comunicazione ha pensato di unire alla realizzazione dell’opera anche un progetto di sostenibilità chiamato “Grazie al Sole”, che ha voluto rappresentare un’azione di diffusione e sensibilizzazione verso la cultura della Green Economy destinata in particolar modo ai più piccoli e più in generale a tutto il nostro territorio di appartenenza. Il progetto è stato articolato in due parti: il percorso didattico “Apprendiamo dal Sole” e il concorso “Crea la tua mascotte”. Il progetto didattico è stato pensato come un percorso semplice, efficace, stimolante, che ha permesso agli alunni delle classi quarta e quinta di comprendere il concetto di energia, un concetto da sempre affascinante e complesso per i bambini”. Come è stato recepito il progetto dagli alunni? “Grazie ad un’impostazione quanto più interattiva possibile, per i bambini è stato possibile scoprire le varie fonti energetiche nonché le varie forme ed applicazioni moderne dell’energia. Visto l’entusiasmo mostrato è stato inoltre chiesto loro di produrre il manifesto per l’inaugurazione con risultati davvero sorprendenti. Il concorso “Crea la tua mascotte”, invece, ha avuto la finalità di dare un riconoscimento a quegli alunni meritevoli capaci di coniugare il proprio apprendimento in tema di energia con creatività, originalità e sensibilità. Tutti gli alunni della scuola sono stati chiamati a creare una simpatica mascotte incentrata sul tema dell’energia solare e di assegnare ad ogni personaggio un nome origi-
nale. La premiazione dei due bambini vincitori del concorso è stata effettuata proprio in occasione dell’evento di inaugurazione. Per noi che operiamo costantemente ed attivamente nel nostro territorio di appartenenza seguendo i principi della sostenibilità, questa inaugurazione è stato un reale motivo di orgoglio perché ci ha permesso di poter sensibilizzare la comunità verso la cultura dell’efficienza energetica presentando un progetto che nasce dalla sinergia con le principali istituzioni locali e che ha saputo impiegare in modo efficace le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Marche”. Nuovi progetti? “Newtec System, in qualità di System Integrator, ha studiato un progetto ad hoc, l’Efficiency Package, che si propone di ridurre i consumi e i costi dell’energia sulla base delle specifiche esigenze del Cliente. Grazie all’integrazione delle più avanzate tecnologie nel campo dell’efficienza energetica, proponiamo la realizzazione di soluzioni “chiavi in mano”, curando ogni aspetto della filiera energetica. I vantaggi che si ottengono grazie a questo intervento sono innanzitutto economici, in quanto è possibile ridurre i consumi e la spesa energetica. Inoltre vi sono ritorni certi sull’investimento. Non solo: i vantaggi devono essere visti anche sotto il profilo tecnologico - in quanto il progetto nasce dall’integrazione delle migliori tecnologie disponibili - ed etico, in quanto esso rappresenta il primo passo verso il rispetto dell’ambiente”.
pare in più step, che comprendono: • audit energetico eseguito on site per individuare fabbisogni, consumi e spesa degli input energetici; • analisi energetica tecnico/ economica per l’elaborazione del Piano di intervento; • progettazione e realizzazione della soluzione tecnologica individuata più rispondente alle esigenze del cliente. A completare il pacchetto si aggiungono la gestione dell’accesso al credito, la gestione delle pratiche e degli adempimenti normativi nonché l’attività di Service and Maintenance delle soluzioni realizzate”. Dottor Miccino, qualche battuta finale sul futuro della Green Economy. “La nostra idea per il futuro è quella di favorire progetti di efficienza energetica integrando le fonti rinnovabili e
disincentivando ogni possibilità di speculazione finanziaria, in linea con la Direttiva 2009/28/CE”. Cosa dice questo provvedimento? “È la Direttiva grazie alla quale l’Unione ha approvato il pacchetto europeo “ClimaEnergia”, conosciuto anche come Strategia “20-20-20”: taglio delle emissioni di gas serra del 20 per cento, riduzione del consumo di energia del 20 per cento, il 20 per cento del consumo energetico totale europeo generato da fonti rinnovabili. Tutto questo rappresenta una delle principali leve per aumentare la competitività delle aziende attraverso una diminuzione dei consumi e dei costi degli input energetici e conseguentemente avere la possibilità di re-investire tali risorse in altri ambiti della vita aziendale”.
In cosa si sostanzia il progetto? “L’Efficiency Package prevede una serie di attività da svilup-
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LA “RIVOLUZIONE VERDE” TRA MERCATO DEL LAVORO E NUOVE OFFERTE FORMATIVE Alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno interessato il Giappone, il dibattito su energie rinnovabili e green economy è tornato alla ribalta delle cronache italiane più forte che mai
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a crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tematiche ecologiche e l’attenzione all’ambiente, l’interesse per lo smaltimento dei rifiuti (si veda il “caso Napoli”), il risparmio energetico e la salvaguardia del territorio (si pensi alle alluvioni che quest’anno hanno interessato il NordEst della Penisola) hanno fatto sentire la necessità di figure professionali capaci di rispondere alle esigenze di un rinnovato mercato, quello – per l’appunto – della green economy. Per quanto riguarda la richiesta di formazione, si è potuto registrare un significativo sviluppo di percorsi professionali specializzati, sia a carattere pubblico che privato, in materie legate alla green economy. Corsi universitari, post-laurea e master di alta formazione si sono adeguati, seppur lentamente, a questo nuovo mercato del lavoro, e offrono finalmente percorsi formativi ad hoc per le nuove “professioni verdi”. Oltre alle tradizionali Scienze Naturali
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e Biologiche, indirizzi quali Ingegneria, Architettura e Scienze della Comunicazione hanno inserito corsi di laurea “sensibili” alle tematiche ambientali. Anche la formazione aziendale, dal canto suo, punta oggi al “verde”, con master dedicati a fonti rinnovabili, energy management e finanza ambientale. Le stime attuali confermano che il solo settore delle energie rinnovabili produce ricchezza in Italia per il 2 per cento del Pil nazionale, con mezzo milione di lavoratori impiegati tra indotto e diretti (si veda a tal proposito l’intervista a Enrico Cappanera sullo scorso numero di Mondo Lavoro). A dirla tutta, l’Isfol – l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori – ha individuato ben otto macroaree d’azione riconducibili al più largo ambito delle professioni “verdi”. Tra i settori interessati figurano architettura a basso impatto ambientale, acquacoltura ecocompatibile e agricoltura biologica, biotecnologie sostenibili, difesa
del suolo e utilizzazione delle acque, aree protette e turismo sostenibile, per finire con energie rinnovabili e gestione integrata dei rifiuti urbani. Per ognuno di questi settori il mercato richiede figure specializzate: dall’Energy Manager al certificatore di sistemi di qualità, dall’ingegnere ambientale all’esperto in riciclo, dall’agricoltore-bio all’imprenditore in ecoturismo; in Italia sono già ottanta le figure certificate e inserite in Azienda. In particolare l’Energy Manager (in gergo: “Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’Energia) è la figura al momento più richiesta. Tra le principali mansioni dell’Energy Manager - figura introdotta in Italia dalla Legge n. 10 del 1991, con riferimento ad aziende pubbliche e private caratterizzate da considerevoli consumi energetici - figurano la razionalizzazione del fabbisogno energetico aziendale, la promozione di buone pratiche per un corretto uso delle risorse energetiche, l’ottimizzazione delle fornitu-
re, l’analisi e le valutazioni dei consumi, la modifica di impianti e procedure. Altre professioni in ascesa sono quelle del tecnico abilitato alla certificazione energetica degli edifici, degli installatori (soprattutto di impianti termici e fotovoltaici), dei commerciali specializzati nell’attività di vendita di energie rinnovabili e impianti fotovoltaici, per finire con l’avvocato ambientale e l’eco-chef. È una rivoluzione “verde” che, in Italia, sta delineando nuovi modi di ideare, produrre, consumare e “riciclare” in ogni settore dell’economia, rivoluzionando tutti i comparti, dall’agricoltura al mercato energetico, dai trasporti all’edilizia, dalla finanza al marketing. Una risposta concreta alle esigenze di un mercato lavorativo sensibile ai temi della salvaguardia ambientale del nostro Pianeta.
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DOSSIER: ENERGIA E RIFIUTI
Claudio Regini, amministratore della Till-12, azienda specializzata nel fotovoltaico, ci spiega perché l’energia del sole è la scelta giusta
“ABBIAMO GIÀ TUTTA L’ENERGIA DI CUI C’È BISOGNO” I
ngegner Regini, perché ha scelto di fondare la Till-12? “La Till-12 è un’azienda in forte espansione che, come me, crede fermamente nel fotovoltaico come fonte di energia rinnovabile. Io e il mio socio Daniele Franceschetti siamo partiti da un principio molto semplice: in Italia abbiamo potenzialmente tutta l’energia di cui c’è bisogno, basta sfruttarla”. Perché ne è così convinto? “Partiamo da alcuni dati statistici relativi al 2010: attualmente l’Italia importa dall’estero circa il 13 per cento del suo fabbisogno energetico e la parte che viene prodotta nel nostro territorio è per il 65 per cento costituita da fonti tradizionali e solo il 22 per cento da fonti rinnovabili. Eppure l’Italia è povera di petrolio e carbon fossile ma ricca di acqua, vento ed è soprattutto il Paese del sole”. In questo quadro, che peso ha il fotovoltaico? “Attualmente il fotovoltaico soddisfa solamente lo 0,5 per cento del fabbisogno di energia dell’Italia. Tra le rinnovabili l’energia idrica è ancora la principale risorsa, seguita da biocombustibili, eolico e geotermico. Il potenziale di crescita è quindi altissimo per quanto riguarda il fotovoltaico”. Le Marche come si collocano a livello di fabbisogno energetico? “La situazione non è rosea. Come regione le Marche riescono a produrre meno del 50 per cento dell’energia necessaria al proprio fabbisogno. Quindi dipendono moltissimo dalle al-
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tre regioni, al contrario ad esempio dell’Abruzzo o del Molise, che hanno invece un saldo positivo”. Secondo Lei cosa si potrebbe fare per migliorare questa situazione? “Tutta l’energia di cui abbiamo bisogno c’è già, ce la regala il sole ogni giorno. Ad esempio, per rendere autonome le Marche basterebbe impiegare lo 0,6 per cento della superficie nel fotovoltaico (un quadrato di 8 km di lato) mentre a livello nazionale sarebbe sufficiente solo lo 0,23 per cento. Trovare questo spazio è semplice, è sopra di noi, sui tetti delle abitazioni e su quelli delle aziende. In questo modo puoi produrre l’energia di cui hai bisogno, direttamente dove ti serve”. Quindi ognuno può fare la sua parte? “Si, a differenza delle altre energie rinnovabili, con il fotovoltaico ognuno di noi può non solo rendersi autonomo a livello energetico ma può anche contribuire concretamente alla diminuzione della dipendenza dalle altre forme di energia non rinnovabile”.
www.till-12.com
INNOVAZIONE
Alessandro Piccioni, titolare dello studio di comunicazione tonidigrigio ed esperto di web e multimedia, evidenzia l’importanza per le aziende (e non solo) di saper gestire la propria reputazione nel web, perché “la prima impressione” conta anche lì
UÈB REPUTÈSCION? D
ottor Piccioni, perché ci parla di reputazione? “Ognuno di noi sa quanto avere una buona reputazione sia importante nella società per essere accettati e riconosciuti. Dobbiamo pensare che con dinamiche del tutto simili anche nel web alimentiamo quotidianamente una nostra immagine rispetto agli altri utenti, quella che viene definita come web reputation”. Cos'è la web reputation? “È la percezione che le persone hanno di noi sul web consultando le informazioni pubbliche presenti in rete. Parliamo quindi di un sistema che non solo prende in considerazione l'eventuale sito internet ma tutte le “tracce” lasciate direttamente o indirettamente su social network, forum di settore, blog e servizi web 2.0. Queste informazioni diventano parte integrante della propria immagine, non vanno sottovalutate ma gestite affinché siano funzionali ad una corretta comunicazione”.
mo come “prima impressione”. Saper orientare attraverso attività specifiche di web marketing questi risultati è la prima chiave che ci aiuta nel gestire le informazioni in maniera strutturata e strategica”. Come è possibile gestire la propria reputazione online? “L'evoluzione del web 2.0 ha trasformato gli utenti da semplici fruitori a veri e propri editori. Ogni giorno vengono prodotti in rete tantissimi contenuti che se adeguatamente elaborati ci danno un quadro chiaro della nostra reputazione on-line. Tonidigrigio ha consolidato metodologie, software e competenze specifiche in ambito di web marketing in grado di monitorare ed elaborare queste informazioni, con l'obiettivo di costruire una strategia di comunicazione vincente basata su dati oggettivi. Il controllo della reputazione on line è oggi una delle più grandi risorse”.
Quindi per le aziende non basta più la visibilità? “Per assurdo la visibilità non solo non è più sufficiente ad ottenere il giusto ritorno d'immagine nel web ma può persino essere dannosa se non adeguatamente gestita. La difesa della reputazione on line è divenuta tanto prioritaria quanto la presenza stessa nei canali web. Oggi tutti noi utilizziamo internet per cercare contatti, servizi o prodotti e i risultati che troviamo sono determinanti per maturare un’opinione: quella che normalmente definia-
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INNOVAZIONE
INNOVAZIONE IN PILLOLE SCIENZA E TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELL’UOMO E DELL’IMPRESA E
nergie rinnovabili Il futuro energetico di un Paese è una questione che riguarda l’economia, l’ambiente, la produttività, ma anche la libertà, l’indipendenza, la distribuzione dei poteri. Laddove il dibattito sul nucleare si è fatto drammaticamente controverso, nuove prospettive sul fotovoltaico apportano un contributo significativo agli scenari attesi: pannelli solari galleggianti per impianti di grandi dimensioni, il ricorso ai materiali plastici e siliconici per la realizzazione dei pannelli stessi, nonché la realizzazione di celle solari organiche sono solo alcuni tra i progetti più interessanti del momento. Lo sviluppo tecnologico è, su molti settori, un fatto di investimenti, oltre che di ricerca scientifica in sé, e dove il mercato dimostra una domanda crescente, ci si possono aspettare rivoluzioni imminenti e progressive. L’Italia è morfologicamente perfetta per sfruttare il solare, l’eolico e il geotermico, eppure siamo terribilmente indietro nelle rinnovabili. Occorre un cambiamento deciso, che non può essere, però, solo tecnologico. Robotica Mentre nell’industria l’apporto dei robot è sicuramente più prezioso ed esteso di quanto i non addetti ai lavori possano immaginare, dal 24 febbraio scorso sulla stazione spaziale internazionale ISS è operativo un nuovo membro dell’equipaggio: noto col nome di Robonaut 2 (o R2, ricordando tra l’altro uno dei personaggi di “Guerre Stellari”) si tratta di un automa dall’aspetto umanoide dalla vita in su, capace di svolgere compiti complessi e con un’ampia autonomia. È uno dei quattro finora realizzati dalla Nasa (primariamente in collaborazione
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con General Motors) e si tratta sicuramente di un capostipite di una nuova famiglia di robot da utilizzare in diversi altri ambiti. Come sempre accade, infatti, la sfida astronautica è quella che testa nelle condizioni più estreme le nuove tecnologie, consacrandole per il futuro ingresso nei mercati. Ricerca medica A metà strada tra la provocazione e la rivoluzione, un recente studio individuerebbe nei tumori addirittura l’espressione di alcuni geni “dormienti” che ora fanno parte del nostro DNA, ma che sarebbero l’impronta genetica di antichi organismi ora estinti. In pratica, il cancro potrebbe essere un fossile che in alcune situazioni si riattiva dentro di noi. Si è ancora distanti, probabilmente, da un’utilità pratica immediata legata a questa ipotesi, ma, se verificata, potrebbe rivoluzionare l’approccio alle diagnosi e alle cure di questa terribile malattia. Urbanistica e sostenibilità In alcune città italiane sono in fase di sperimentazione numerose soluzioni per l’utilità e l’arredamento urbanistici che puntano su concetti come le “smart grid”, il wi-fi pubblico, la mobilità e l’aspetto estetico dei nostri ambienti cittadini. Molti progetti riguardano l’illuminazione pubblica e proprio a tale riguardo si segnalano dei lampioni di nuova concezione, alimentati da pannelli solari incorporati, illuminati da led e con un design accattivante. In questo modo non vi sono solo risparmio
energetico ed eco-sostenibilità, ma anche un notevole risparmio di tempo e denaro nell’installazione, giacché sono pressoché inutili i collegamenti alla rete elettrica pubblica. Gli stessi “eco-lampioni” possono essere utilizzati come ripetitori per le reti wireless pubbliche e possono essere controllati da remoto, con tassi di efficientazione incredibili. Tecnologie informatiche La “guerra delle tavolette” è appena cominciata: la Apple ha lanciato il guanto della sfida (iPad), Samsung (Galaxy Tab) lo ha raccolto apparentemente per prima, ma sono sul mercato anche prodotti come Rim Playbook, Motorola Xoom, Toshiba Smart Pad, Hp Palm e altri ancora sono in arrivo. Ma sarebbe un grave errore pensare che siano prodotti equivalenti: un tablet nasce dal connubio di una serie di caratteristiche hardware, ma anche dall’apporto del sistema operativo che monta e dai programmi e applicazioni disponibili. Quindi decidere quale comprare per sé deve dipendere soprattutto dai propri interessi e da come e quando lo si vorrebbe utilizzare. Buona scelta!
Michele Barchiesi Gruppo Sida m.barchiesi@sidasrl.it Tel. 071.28521
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INNOVAZIONE
Per Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, “l’Information and Communication Technology è uno strumento strategico ormai fondamentale”
Il recupero di competitività passa attraverso l’ITC
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isogna concentrare l’attenzione sullo sviluppo dell’utilizzo di Internet ad ogni livello: sistema, Pubblica Amministrazione, sistema impresa, sistema famiglie, sistema individuo. Attraverso questo strumento di comunicazione si possono cogliere vantaggi notevoli e sempre crescenti”. Ad esempio? “Il primo da realizzare è quello del risparmio; in un’economia come quella attuale che deve comprimere i costi, con Internet i costi superflui tendono a ridursi progressivamente attraverso la ricerca, in un contesto favorevole, di un più ampio spazio in cui i costi dei fattori sono interessati da un processo di diminuzione dovuto all’elevato e sempre crescente livello concorrenziale. Attraverso il web il collegamento persona/ persona, persona/azienda, persona/Stato, a livello mondiale, viene accorciato e si realizza in tempi talmente brevi che si facilita l’esecuzione delle diverse procedure. In una recente indagine svolta tra le aziende pubblicitarie, è stata rilevata una riduzione di investimento pubblicitario sui media tradizionali dell’ordine del 30 per cento, fatto non dovuto dalla depressione internazionale ma alla sostituzione dei tradizionali mezzi di comunicazione con il Web Marketing. Per riconquistare la competitività perduta, bisogna pertanto spingersi sulle nuove frontiere della comunicazione e catturare in modo alternativo la domanda. Il Web Marketing rientra in questa logica? “Il Web Marketing, in assenza di strutture adeguate, ci può consentire di essere presenti e attivi anche in mercati lonta-
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nissimi, talvolta impensabili, con una modesta struttura investita. In un contesto in cui dominano concetti quali internazionalizzazione, saving, creatività, velocità, sviluppo di nuovi business, innovazione, sviluppo delle conoscenze di formazione, il Web Marketing si presenta come uno strumento funzionale di estrema efficacia strutturale di per sè e allo stesso tempo uno strumento semplice, economico, efficace e veloce per l’utilizzatore. Se a tutto ciò vengono affiancati anche altri strumenti informativi, come il CRM (Customer Relationschip Management), si arriva ad un rapporto prodotto/cliente sempre più spinto”. Perché? “Il comportamento d’acquisto del consumatore, con le sue esigenze fortemente connesse allo sviluppo del prodotto, condurrà ad una spontanea normalizzazione di prodotti e dei processi. Tutti i prodotti e i processi superflui verranno eliminati. Il processo di riduzione della catena del valore comporterà la convergenza verso un processo di riduzione dei prezzi crescente. Si saprà cosa, come, quanto e dove produrre, con una relativa compressione dei costi di distribuzione e logistici. Il processo di posizionamento dei propri brand, delle proprie distintività, e del frutto dei valori storici aziendali, sarà meno dispendioso e più facile. I valori, la conseguente filosofia e i criteri di gestione diverranno più vicini al consumatore, aumentando la trasparenza e la valenza strategica. Le connessioni intranet, i social network, i blog, le web comunity, l’e-commerce … saranno strumenti con cui promuovere il business, creare nuovo business, fare nuova imprenditorialità.
La velocità con cui entrare in un nuovo mercato, presentare e vendere un nuovo prodotto, diverrà immediata. La videoconferenza, il telemarketing, il direct marketing e le altre tecniche, saranno assorbite dal Web Marketing, divenendo sottostrumenti di vendita, immagine e comunicazione. Un ruolo importante continuerà ad essere svolto dalla formazione. Che rapporto c’è tra questa e l’universo Internet? “Anche in ambito formativo, Internet diventa una miniera attraverso cui acquisire conoscenze, metodi, competenze, abilità, dalle migliori fonti, dai migliori maestri, con le metodologie più efficaci. Ciò comporta, in conclusione, che tutto il sistema formativo dovrebbe riformarsi alla luce di Internet”.
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AUTO
“Io sono Giulietta e sono fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni” (W. Shakespeare)
ALFA ROMEO GIULIETTA Real experience: l’emozione si fa in tre
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ntry level. La Giulietta Progression prevede di serie il sistema di controllo della stabilità VDC con Hill Holder (ABS+ASR+Brake assistant), il Q2 Elettronico (che simula il differenziale autobloccante), l’Alfa Romeo DNA (il famoso manettino) e il DST (Dynamic Steering Torque). Tutte le Giulietta sono equipaggiate con l’autradio con CD e lettore Mp3, dispositivo Start&Stop (tranne la QV), alzacristalli elettrici posteriori e specchi retrovisori esterni riscaldabili e regolabili elettricamente. Tarato per il confort. L’allestimento Distinctive si arricchisce di cerchi di lega leggera, volante di pelle, display a matrice con illuminazione bianca, fendinebbia, bracciolo anteriore, climatizzatore automatico bizona e regolatore di velocità. Il tutto con la possibilità di scegliere tra cinque pacchetti di accessori: Sport Pack 17”, due Sport Pack 18”, Premium Pack e Premium Pack Plus.
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PERFORMANCE: 1.4 Multiair. Eletto miglior nuovo motore dell’anno Comfort: Massima abilità. 5 comodi posti e bagagliaio di 350 LT. Sicurezza: la più sicura della categoria. 5 stelle EURO NCAP 2010. 87/100 MOTORI: Benzina 1.4 Turbobenzina 120 cv 1.4 Turbobenzina 170 cv Multiair 1750 TBi 235 cv Diesel 1.6 JTDM-2 105 cv 2.0 JTDM-2 140 cv 2.0 JTDM-2 170 cv
ALLESTIMENTI: Progression Distinctive Quadrifoglio verde COLORI: Nero Bianco ghiaccio Rosso Alfa Argento Alfa Blu profondo Grigio Antracite Grigio Magnesio Nero Etna Rosso
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TENDENZE
Le mie preferenze Colore: Rosso Canzone: “Cyrano” di Francesco Guccini Autore teatrale: Shakespeare Libro: “Delitto e Castigo”, di Dostoevskij Film: “C’era una volta in America”, del regista Sergio Leone
PAOLA GIORGI “NELLA MIA VALIGIA NON MANCA MAI SHAKESPEARE” di A. Dachan
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os’è, per Lei, la moda? “La moda è un punto di riferimento per avere suggestioni, spunti, che poi vanno reinterpretati. Non sono mai stata condizionata totalmente dalla moda, né dalle griffe. Mi interessa ciò che mi valorizza, che è in linea con il mio modo di essere. Amo la semplicità, non mi piace apparire. Quando mi sento dire che sono elegante ne sono felice, perché significa che c’è qualcosa che emerge oltre all’abito, che il mio modo di essere e di pormi piace”. Preferisce scegliere come vestirsi o farsi vestire? “È il sogno di tutte le donne avere indicazioni personalizzate da uno stilista, ma nel mio caso devo dire che mi sono sempre affidata al mio gusto, che in realtà è un gusto che tende al mascolino, perché, paradossalmente, trovo che esalti la mia femminilità e non ha nulla di volgare. Se, però, dovessi scegliere uno stilista per farmi vestire, opterei senza dubbio per Armani”. Che importanza hanno, per Lei, gli accessori? “Premetto subito che non amo le borse, anzi, per me sono un vero incubo. Ho sempre avuto
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borse piccole, che possano contenere il minimo indispensabile; non mi sono mai curata particolarmente di abbinarle all’abito, proprio perché le considero un fastidio. Adoro, invece, le scarpe”. Che tipo di scarpe predilige e cosa ci dice delle calzature made in Marche? “Sin da piccola ne ho sempre comprate molte, lasciando senza parole mio padre, che si stupiva, ogni volta che tornavo da qualche viaggio, per il numero di nuove paia che mi ero comprata. Scelgo quasi sempre scarpe con i tacchi alti. Per quanto riguarda il made in Marche bisogna dire che ha una qualità ed un design unico, che rende le scarpe di grido e ne fa un oggetto apprezzato ovunque. Mi piacciono molto e non nascondo che sarei felice di diventare la testimonial di un calzaturificio marchigiano”. Cosa non manca mai nella Sua valigia? “Certamente le scarpe con il tacco, danno slancio ed eleganza in ogni situazione. Poi ho il mio beauty, che è fornitissimo, anche se le cose che uso effettivamente sono poche. Ultimi, ma non ultimi, i libri”. Il capo con cui si sente più a suo agio?
“I jeans, li porto spesso. Come vede li indosso anche ora”. Vita da politico e vita da attrice: due mondi diversi, con due look diversi? “Sento profondamente il mio essere attrice. Ho studiato e lavorato sempre in teatro, che è un luogo che ti forma, ti contamina, ti fa crescere e ti forgia. Quando provo opto per un look comodo, adeguato alle tourneé, quindi scarpe da tennis e pantaloni. Stare in scena ti porta ad avere una profonda consapevolezza del tuo corpo, un contatto continuo con esso e questo ha fatto crescere in me una passione per il fitness, per la preparazione atletica, lo stretching. L’abito da lavoro dell’attore, quindi deve essere comodo, proprio perché recitare è un mestiere artigianale. Per il mio ruolo istituzionale, invece, scelgo i capi da indossare non tanto con il criterio della comodità, quanto cercando di avere cura e rispetto per ciò che sono e che rappresento”. Come si sente quando indossa i costumi di scena? “Quando interpreti un personaggio hai la responsabilità di farlo vivere e il costume fa parte di quest’impegno. Ho sempre accettato i costumi di scena, anche quando hanno peggiorato la mia immagine, proprio per dare una piena e fedele interpretazione. Un buon attore vive sulla sua pelle i cambiamenti, li fa suoi e ne esce cambiato, perché le esperienze emotive che lo coinvolgono lasciano in lui segni indelebili. Quando è in scena è libero, sa cosa è previsto nel copione, ma non sa cosa accade dentro di lui. Femminilità e politica: secondo Lei, è un binomio felice? “No, purtroppo in questo mo-
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TENDENZE
mento in Italia non lo è. Se una donna è di aspetto gradevole e ricopre un ruolo importante, si pensa subito che sia stata aiutata “in altri modi” per raggiungere quella determinata posizione, mettendo in dubbio il suo impegno e le sue capacità. Prima del 13 febbraio ho presentato una mozione per far aderire la Regione alla manifestazione contro lo sfruttamento dell’immagine femminile. Quando la mozione è passata e quando abbiamo visto in piazza tutte quelle persone, è stato molto emozionante. Venendo dal mondo del teatro ho vissuto sulla mia pelle cosa prova una donna quando viene criticata per il suo successo. Spero che lo spirito e la consapevolezza che ha animato questa corrente non vada perduto”. Un ultimo riferimento al teatro: Pirandello e la maschera. Crede che oggi ci si vesta per mascherarsi o per raccontare qualcosa di sé? “Oggi la società tende a mascherarsi per nascondere il vuoto che ha dentro. Le nuove generazioni sono schiave dell’esteriorità e l’unica cosa su cui possono contare è l’esteriorità. Ciò che ha causato questa assenza di valori nei giovani è qualcosa che difficilmente si può sconfiggere. Per quanto mi riguarda, per me l’abito rispecchia il mio modo di essere in quel determinato momento, quindi racconta quel che ho dentro, come sono”.
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A CASA DI...
BENVENUTI NELLA TENUTA DEL CONTE ALDO MARIA BRACHETTI PERETTI 144
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A CASA DI...
Ritratto del Conte Nasce a Fermo nel 1932. Conseguita la laurea in economia e commercio, ha iniziato a lavorare nel 1957 nell’api, Anonima Petroli Italiana, oltre a insegnare nelle Facoltà di Economia e commercio delle Università di Roma e Parma. Nel 1965 è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione e ha assunto la presidenza delle consociate api ricerche e api gas. Nel 1974 è stato nominato vice presidente esecutivo e amministratore delegato dell’api. Nel 1977 ha assunto la carica di presidente e amministratore delegato della api. Nel 1978 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. È presidente della api holding SpA. È inoltre amministratore unico della società Il Pollenza Srl. Nell’ottobre 2004 ha ricevuto dall’Università di Parma, dove aveva insegnato, la laurea h.c. in ingegneria gestionale.
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L’
incantevole tenuta “IL POLLENZA” sorge nell’entroterra maceratese, circondata da rigogliose vigne e immersa in un paesaggio in cui si respira storia, poesia e amore per la natura. Sulla facciata esterna un antico orologio segna lo scorrere del tempo, che in questa cornice sembra ritrovare il suo flusso naturale, lontano dalle frenesie della città. Varcando l’ingresso ad arco,
lo sguardo viene catturato dalle sfumature calde che richiamano i colori della terra, del fuoco e del “nettare degli dei”. Anfore, mezzi busti, libri antichi e quadri suggestivi riempiono tutti gli spazi della tenuta, dove ogni dettaglio sembra inserirsi nel suo contesto naturale, creando un ambiente in cui l’armonia regna sovrana.
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A CASA DI...
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Scheda Tecnica Nome dell'architetto: Architetto Eugenio Francioni di Tolentino Anno di ristrutturazione: 2000 Impresa edile che ha seguito i lavori: costruzioni edili di Fabbrizi Italo e c. snc
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STORIA E DINTORNI
Intervista a Riccardo Ceccarelli, fondatore e direttore dei “Quaderni Storici Esini”
LA STORIA DI JESI E DELLA VALLESINA, UN’AVVENTURA di A. Tenan
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La pubblicazione è reperibile presso: Università degli Adulti della Media Vallesina Via Carducci, 29 60030 Moie di Maiolati Spontini (An)
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ottor Ceccarelli, Lei è direttore di una nuova pubblicazione periodica sulla storia della valle che si affaccia sull’Esino: vuole illustrarci a grandi linee la natura dei “Quaderni Storici Esini”? “Quaderni Storici Esini” rappresenta “un’avventura”, un’iniziativa culturale condivisa; ha cadenza annuale e ha visto la luce, come primo numero, nel maggio scorso. Il secondo numero è in fase avanzata di preparazione. La pubblicazione ha avuto la sua incubazione negli ultimi anni della mia presenza quale responsabile della Biblioteca Comunale di Cupramontana. Essa intende approfondire gli aspetti della storia, del folclore, dei personaggi, dell’ambiente, di tutti quei settori culturali, insomma, che hanno caratterizzato e caratterizzano la città di Jesi e soprattutto il territorio che insiste lungo il bacino del fiume Esino, i castelli della nostra Vallesina e le zone limitrofe. Un territorio con le sue stratificazioni culturali da scoprire, a volte poco conosciute se non addirittura inedite, un territorio da guardare ed osservare con occhi
curiosi, interessati e diversi, da indagare per sondarne gli angoli meno noti, una terra con la sua storia di cui innamorarsi, una terra da gustare. C’è un gruppo di giovani e di meno giovani studiosi e ricercatori che si ritrovano in questa iniziativa facendo conoscere le loro indagini, i loro studi, le loro”scoperte”. Ovviamente si sono concordati rigore e serietà storica. Abbiamo intenzione di fornire un “prodotto” qualificato che sia un riferimento autorevole per ulteriori ricerche ed approfondimenti”. Come ha risposto il pubblico alla presentazione di questi “Quaderni”? C’è interesse e attenzione nel riscoprire il passato? “Devo dire che alla presentazione del primo numero ci sono state sia curiosità che attenzione. C’è una discreta fascia di “curiosi” della nostra storia, formata per lo più da coloro che vengono ad abitare nella nostra valle. Chi vi abita da sempre è abituato ad essa, ma basta sapere suggerire o far notare o far vedere e saper illustrare “cose conosciute” che scatta un notevole inte-
resse per sapere di più, per avere maggiori conoscenze. La riscoperta del passato, dal momento che una certa cultura tenta di reciderne le radici, non è molto “di moda”, come si dice; in tanti però sta ritornando come esigenza di sapere come eravamo, come era la nostra terra, come il passato ha formato il nostro presente. Non è contagiosa a livello epidemico questa riscoperta, ma gratificante per chi la percorre: essa richiede pazienza, attenzione, tempo, riflessione. Nell’epoca della velocità a tutti i costi non è facile. Mi auguro che enti ed istituzioni siano maggiormente attenti a questi percorsi più di quanto lo siano ora: ogni traccia del passato ha una densità e un vissuto da non disperdere. Il nostro tentativo è quello di non dissolvere tutto questo, anzi di recuperarlo come memoria e come “valore” ancora significante ed eloquente”. Come storico, qual è stata, secondo Lei, la fase più importante della storia della città? “La storia di Jesi non può essere distinta da quella del suo
Riccardo Ceccarelli è nato a Casteplanio (An) nel 1943 e risiede a Monte Roberto (An). Nel 1970 ha conseguito la Licenza in Teologia presso l’Università Lateranense di Roma. Giornalista-pubblicista, iscritto all’Ordine delle Marche dal 1989. Archivista Conservatore dal 1991, titolo conseguito presso la Soprintendenza Archivistica delle Marche. Socio Deputato della Deputazione per la Storia Patria delle Marche dal 2005. Responsabile della Biblioteca Comunale di Cupramontana (An) dal 1979 al 2009. Autore di numerose pubblicazioni di carattere storico e saggistico.
antico contado, ben sedici castelli uniti per oltre sei secoli alla città. Jesi e la Vallesina hanno una storia unica, pur nelle vicende specifiche sia della città che di ogni singolo castello: storici come Giovanni Annibaldi, Raffaele Molinelli e Costantino Urieli, per fare solo alcuni nomi, lo hanno dimostrato. La fase più importante è appunto questo lungo periodo, preceduta dalla inscindibile presenza monastica, che ha determinato la fisionomia culturale e sociale della nostra valle, fisionomia ancora avvertibile nelle dinamiche sociali e tra la gente”. Castelli, mura, archi, chiese e antiche vie: a Jesi e nei castelli tutto parla di storia; secondo Lei, c’è consapevolezza dell’immenso patrimonio culturale che li contraddistinguono? “La ricchezza di storia di Jesi e dei castelli e il loro patrimonio culturale sono veramente notevoli. Vedendole ogni giorno non si ha piena coscienza di quello che significano le varie testimonianze architettoniche, meno ancora si conoscono fatti, avvenimenti e personaggi importanti del
passato. Gli studiosi ovviamente ne sono al corrente, ma è una conoscenza elitaria, poco diffusa, quasi che il patrimonio culturale non appartenga a tutti e dica poco o nulla oggi. Esso invece fa parte della nostra identità legata a questa terra, al nostro passato, ad un mondo che ci ha fatto essere quello che oggi noi siamo. Trascurarlo o ignorarlo è non avere quel valore aggiunto e quei legami che sfuggono chiaramente all’economia, ma rafforzano la gioia di “vivere” questo territorio”. Cos’è rimasto del grande lascito umano e morale del passato? “Le modalità ed i ritmi sui quali ci viene imposto di vivere: la corsa continua, l’efficienza ad ogni costo, lo sgomitarsi per farsi avanti, i rumori necessari ed inevitabili del nostro quotidiano, non facilitano la memoria del passato né l’individuazione della sua eredità. Essa, credo, va ricercata in quella dimensione ancora “umana” che si respira nella città e nei paesi; in quell’attaccamento che la gente prova per il nostro am-
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STORIA E DINTORNI biente; in quella passione che anima i coltivatori della terra, quei pochi rimasti, una passione che risale alla presenza monastica; in quegli sguardi che, opportunamente indirizzati, rimangono meravigliati di fronte ad opere d’arte o architetture o semplici manufatti scoprendovi lo spessore di fede, di lavoro e di fatica, valori ancora attuali, nonostante tutto. Nel promuovere i “Quaderni Storici Esini”, nel raccontare le “cose” del nostro passato più o meno lontano, ritengo sia presente, in filigrana, questo patrimonio di valori propri di generazioni che ci hanno preceduto su queste strade, nei nostri castelli e sui declivi delle nostre colline”.
Un ambiente confortevole a gestione familiare dove gustare piatti della cucina tipica e creativa tutti preparati con ingredienti genuini del territorio Cene di gala Pranzi e cene di lavoro Ristotazione Collettiva e Catering Si organizzano cerimonie, banchetti e buffet, meeting aziendali in ville private
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AZIENDA AGRICOLA MORODER
Via Montacuto, 121 60129 Ancona (AN) Tel: 071 898 232 http://www.moroder-vini.it L’azienda agricola Moroder è situata a Montacuto, vicino ad Ancona, nel cuore del Parco Naturale del Conero, al centro della zona a denominazione di origine controllata del “Rosso Conero”. In questa ristretta fascia collinare, che guarda direttamente al mare, si estendono i 32 ettari della tenuta coltivati a vigneto. Di proprietà della famiglia Moroder dall’inizio del XVIII secolo, l’azienda ha preso un deciso orientamento verso prodotti di alto livello qualitativo, che valorizzano la spiccata vocazione per la coltivazione delle uve a bacca nera proprie di questa zona. Impegno e passione, nuovi metodi coltivazione della vite e impianti di vinificazione moderni, hanno consentito all’azienda di ottenere risultati straordinari, ponendosi come uno dei riferimenti qualitativi dell’intera regione. Il “DORICO”, Conero Riserva docg, ne è l’espressione più alta: primo vino delle Marche ad aver ottenuto i Tre bicchieri – annata ’88 – che rinnova tutt’oggi questo successo (guida Vini d’Italia 2011).
NERO CAFFÈ CAPOBIANCHI, dal 1925 Piazza del Popolo 1, Pesaro Telefono: 072121204 - 3482889598 Email: fabio@nerocaffe.eu Sito Web: www.nerocaffe.eu La nostra missione è quella di creare esclusivi punti vendita del gusto, dove il profumo inebriante dei prodotti coloniali possano avvolgere il cliente in un’atmosfera rilassante. Dove un espresso perfetto servito con cortesia e professionalità possa essere sempre lo stesso. La lunga tradizione di famiglia e l’esperienza di oltre 50 anni ci hanno trasmesso la conoscenza e la passione per il gusto con l’obiettivo di valorizzare e promuovere prodotti coloniali di qualità. La nostra torrefazione utilizza caffè verdi selezionati di primissima qualità, miscele e monorigini sono il risultato di ricerca e test degustativi. Presso i punti di vendita “nerocaffè” ogni prodotto può essere degustato in tazza o acquistato per l’uso in casa, abbinato a cioccolato, distillati, acque minerali. È difficile leggere nei fondi del nostro caffè: i nostri clienti lo bevono sempre tutto!
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E PER CHI NON VUOLE ALLONTANARSI MOLTO,ECCO LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA 13-15 maggio UN TUFFO NELLA PORTONOVO DEL 1811
Mini-crociera 3 giorni / 2 notti in barca a vela o 2 notti in mezza pensione all’Hotel Sirolo ****Bianche scogliere a picco sul mare coronate dalla floridavegetazione del Parco del Conero. Antiche torri, abbazie efortificazione che si specchiano su acque cristalline. La Baia di Portonovo è uno spettacolo assolutamente da non perdere. E lo è ancora di più in occasione della rievocazione storicanapoleonica “Porto Nuovo 1811”. Quest’anno l’evento coincide con il bicentenario del Fortino Napoleonico e con quello della Battaglia di Lissa del 13/3/1811. 332 euro a persona. Info su: www.maravigliatravel.it
20-22 maggio CHARME & RELAX IN UNA VILLA D’EPOCA
2 notti in pensione completa a Villa Tombolina, una tenuta incantevole immersa nel verde, adue passi dalla Gola del Furlo. Il pacchetto comprende: 2 notti incamera doppia, ricca colazione a buffet, welcome drink, 2 cene, 1 pranzo pic-nic, 1 light lunch, escursione nella Gola del Furlo, bici adisposizione.169 euro a persona. Info su: www.maravigliatravel.it
24-26 giugno UN VOLO DA SOGNO IN MONGOLFIERA 2 notti in hotel 3/4 stelle o in country house
Seguire il filo dei propri pensieri e lasciarsi cullare dal ventoa bordo di una variopinta mongolfiera. Questa èl’emozione chevi attende in occasione della quinta edizione di“Mongolfiere sul Balcone”,uno spettacolo unico che vede radunarsi decine e decinedi mongolfiere intorno al delizioso balcone panoramico di Cingoli.Il pacchetto comprende: 2 notti in camera doppia,colazione a buffet, volo in mongolfiera. A partire da euro 276,00 a persona. Info su: www.maravigliatravel.it
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EVENTI
Nella foto, il Presidente Cav. Valter Scavolini insieme a tutta la famiglia.
BUON COMPLEANNO
SCAVOLINI
La più amata dagli italiani festeggia 50 anni di cucine... 50 anni di cultura Made in Italy
1961:
è pieno boom economico e i giovani fratelli Valter ed Elvino Scavolini intraprendono una propria attività imprenditoriale. Nasce così la Scavolini. Valter ed Elvino lavorano con passione e dedizione, all’inizio l’azienda è poco più di una bottega artigianale ma in pochi anni cresce e si trasforma in una delle più importanti industrie italiane. Il 1967 è l’anno del passaggio da micro-impresa ad industria: Scavolini assume una struttura societaria nella sede di Montelabbate. 20 il numero dei dipendenti. Il fatturato passa velocemente dai 3 miliardi del 1975 ai 19 del 1979. Gli anni settanta segnano per l’Azienda anche l’apertura alla comunicazione, una vocazione che negli anni ha portato il marchio ad essere punto di riferimento per tutto il comparto. È il 1975 quando, prima fra tutte le aziende italiane del settore arredo, Scavolini investe sulle reti Rai con uno slogan che recita: ”Scavolini, la cucina con ottimi ingredienti”. Senza sosta, Scavolini raggiunge nel 1984 la vetta delle vendite diventando la prima azienda del settore cucine
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in Italia, leadership che detiene tutt’ora. È proprio nell’84 che i fratelli Scavolini scelgono come testimonial Raffaella Carrà. Una mossa vincente per l’Azienda, una dimostrazione di talento e perspicacia imprenditoriale: il marchio e il suo pay-off “La cucina più amata dagli italiani” entrano in modo indelebile nell’immaginario collettivo italiano. Nel 1987 arriva Lorella Cuccarini che accompagna l’Azienda per ben 17 anni. Progettata per la gente monitorando i suoi bisogni, la cucina Scavolini è, ed è sempre stata, un perfetto simbolo del Made in Italy. Un capitolo memorabile del nostro costume. 2011: Scavolini è oggi leader del settore, tra le più importanti realtà industriali italiane. Il Gruppo, con i marchi Scavolini ed Ernestomeda, ha raggiunto nel 2010 il fatturato di 225 milioni di euro. 660 dipendenti e 237.000 mq (di cui 109.000 coperti) l’insediamento industriale di Montelabbate, dove sono prodotte tutte le cucine Scavolini, 100% made in Italy.
Una realtà sempre più internazionale, con oltre 1300 punti vendita in Italia e 350 all’estero. L’entusiasmo del Presidente Valter Scavolini e della famiglia è lo stesso di allora. Guardare sempre avanti, affrontare il mercato con serietà e concretezza è la ricetta semplice ma efficace alla base del suo successo. Così il Cav. Scavolini ricorda con emozione questi primi 50 anni di attività: “Affrontare ogni nuova sfida con lo stesso entusiasmo di quando giovanissimi mio fratello ed io abbiamo intrapreso questo percorso, al mio fianco ora ci sono i nostri figli ma la passione e le deontologia è la stessa. La convinzione è che il successo di un’azienda si debba misurare attraverso il rigore e il rispetto reciproco. Attenta strategia e ottimizzazione continua sono fondamentali. È così che ho sempre lavorato in questi 50 anni e non conosco altro metodo”. Tre i momenti che l’Azienda ha scelto per festeggiare questo importante anniversario: “La più amata dagli Italiani. Scavolini 1961-2011. 50 anni di cucine”, il libro edito dalla prestigiosa casa editrice Skira e curato da Massimo Martignoni. Un viaggio attraverso la storia del marchio ma anche attraverso quella del nostro Paese: il percorso di Scavolini si lega, infatti, strettamente all’evoluzione sociale, economica e industriale italiana. L’introduzione è di Philippe Daverio, segue un saggio fotografico di Gabriele Basilico che racconta il valore del marchio attraverso la sua struttura industriale. A chiusura, i ritratti di Filippo Romano,
l’umanità e la passione di Scavolini attraverso le sue persone, la famiglia e i dipendenti. Accanto al libro, una poster domination dall’head “Scavolini. Solo italiana, orgogliosamente italiana. Da 50 anni la più amata”. Dal 28 marzo copre per 15 giorni oltre il 25% delle posizioni nazionali Audiposter con 7.000 manifesti 6x3, 20 maxi posizioni e impianti speciali nelle principali città italiane (personalizzazione di autobus, tram e metropolitane). Una comunicazione memorabile. Un vero e proprio evento nell’evento. A conclusione, una grande festa, una serata dedicata a tutti i dipendenti, rivenditori e agenti italiani ed esteri, fornitori, collaboratori e alle autorità locali. Un evento che ha animato nella notte di sabato 2 aprile il quartier generale di Scavolini. Location della serata il nuovo stabilimento di 13.000 mq, appena ultimato, una cornice affascinate di assoluto impatto, dove grandi scritte tridimensionali alte 3 metri ed emozionanti proiezioni veicolavano i valori del marchio: una orgogliosa italianità tributata in tutto il mondo. Imponenti i numeri: 3500 gli ospiti arrivati a Pesaro da tutto il mondo, 350 i tavoli, 400 le persone dello staff organizzativo, 1000 le bottiglie di bollicine, rigorosamente italiane, stappate.“È la prima volta che tutto il mondo Scavolini è qui con noi ed è grazie al lavoro di tutti voi che tutto questo è stato possibile. Grazie” ha così commentato il Presidente Valter Scavolini nel chiudere la serata.
Nella foto, il Presidente Cav. Valter Scavolini (al centro con il microfono). Da sinistra, Emanuela Scavolini, Responsabile Risorse Umane e Presidente della Fondazione Scavolini; Fabiana Scavolini, Responsabile Commerciale e Marketing; Vittorio Renzi, Direttore Generale; Edmondo Nobili, Direttore Generale dal 1961 al 2003; Alberto Scavolini, Direttore Generale ernestomeda, e Gian Marco Scavolini, Responsabile Qualità e Ambiente.
Press Office: Studio Roscio Via Bistolfi, 49 tel 023450212 – 023495882 fax 02311844 email: info@studioroscio.com
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EVENTI
VINITALY ANOTHER LOVE STORY IN VERONA C
hiusa con grande successo a Verona la 45^ edizione del Vinitaly. Bianco, rosso o frizzante, è proprio il vino a trainare l’export dell’agroalimentare italiano, che nel 2010 ha raggiunto 3,9 miliardi di euro (due miliardi e mezzo di bottiglie). Con grande partecipazione italiana ed estera, degustazioni, seminari e incontri vari si è celebrato dal 25 al 28 marzo 2011 l’evento più importante per gli amanti del nettare degli dei, il Vinitaly. A far da cornice alla manifestazione è stata, come sempre, la pittoresca città di Verona, che ha ispirato anche il pay off di quest’anno: “Another love story in Verona”, quasi a voler rievocare la Storia di tutte le storie d’amore, quella tra Romeo e Giulietta, ambientata da Shakespeare proprio nel capoluogo veneto. La rassegna del vino e dei distillati ha richiamato 4.000 espositori, provenienti da tutto il mondo e oltre 150 mila visitatori. E’ di tutta evidenza, quindi, l’importanza del settore per l’economia italiana: il fatturato complessivo si aggira attorno ai 13 miliardi e mezzo di euro (dati 2010), che raggiungono i 15,5 con l’indotto. Le aziende sono circa 770mila e assorbono ben un milione e 200.000 addetti. Il primo Paese importatore dei nostri vini è la Germania, seguita dagli Usa, dalla Russia, dal Canada e dalla Svizzera. Tra i mercati emergenti vi è sicuramente la Cina, il cui import del vino Made in Italy ha registrato un + 109 per cento nel corso del 2010. UN BRINDISI? SOLO CON CALICI MARCHIGIANI! Le Marche hanno partecipato alla 45^ edizione di Vinitaly con 118 aziende, a testimoniare la crescita del settore, che nel 2010 ha raggiunto una produzione di 872 mila ettolitri (+5%). Nella
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regione si bevono 54 litri di vino pro capite, contro una media nazionale che si aggira intorno ai 40. Tra i vitigni più amati e premiati, il Verdicchio (il vino con il miglior rapporto qualità prezzo nel 2010) seguito dal Rosso Piceno e dal Rosso Conero. Il vigneto Marche, con i suoi 19.500 ettari, piace in Italia e all’estero ed ha raggiunto, nel 2010, una produzione di 872mila ettolitri (+5%). “Al Vinitaly si concretizza il percorso di miglioramento del settore vitivinicolo marchigiano. Due gli obiettivi ha dichiarato l’assessore all’agricoltura e vicepresidente della Regione Marche, Paolo Petrini - che ci vedono costantemente impegnati: la forte azione di promozione internazionale avviata dalla Regione in piena sinergia con i consorzi e la costante ricerca della qualità. Il vino rappresenta per la nostra regione un ulteriore volano per il turismo grazie a un patrimonio che oggi conta 15 doc, 4 docg e l’igt Marche”. Cresce, infatti, l’appeal della regione come meta turistica ed enogastronomica, tanto da essere considerata uno dei 5 paradisi al mondo dove vivere.
A Pesaro un vincente modello di comunicazione sociale con Saving Action
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hiara Ricci Consulting è il team di comunicazione che ha portato Pesaro al centro del dibattito mondiale sul tema dell’acqua e dell’ecosostenibilità grazie a Saving Action, l’innovativa campagna di sensibilizzazione sociale che si è tenuta per una settimana dal 21 al 26 marzo. Così oggi, dopo il successo di “Saving Action, sostieni l’ac-
CHIARA RICCI CONSULTING qua, salva la Terra”, il team si trova a fare il bilancio di un evento di indiscusso successo (1000 bambini coinvolti, oltre 30 aziende sostenitrici, migliaia di cittadini per la serata finale, patrocinii nazionali e riconoscimenti internazionali), preparandosi a nuovi importanti progetti. Il prossimo grande appuntamento è fissato a Roma per Novembre, nella settimana DESS orga-
nizzata dall’Unesco e dedicata quest’anno alla mobilità sostenibile (www.unescodess. it). Protagonista dell’evento sarà non a caso il Monumento Ecosostenibile, che proprio con Saving Action ha ottenuto dall’organizzazione internazionale il Riconoscimento ufficiale e che si prepara ad essere esposto in un tour nazionale.
Andrea Thor Schianini
Artista precursore delle nuove tendenze musicali in Italia fin dagli anni ottanta. Nella lunga carriera ha svolto il ruolo di direzione creativa di network radiofonici, giornali di settore, produzioni musicali e di spettacoli. Tra i tanti progetti realizzati le musiche per il videogioco mondiale di “Batman: Dark Tomorrow” insieme al famoso produttore inglese Tot Taylor e la London Symphony Orchestra. Come dj e musicista attualmente si occupa della sonorizzazione di ambienti (sound design) di prestigio, tra cui nominiamo l’Hotel Excelsior,
Ufficio Stampa Chiara Ricci Consulting Chiara Zanzani - press@chiararicci.com mob. +39 327 5770259
lussuoso cinque stelle e il Cosmopolitan quattro stelle marchigiano. Nell’ambito del mondo della comunicazione è a capo della divisione creativa di Chiara Ricci Consulting, team guidato dall’imprenditrice emergente Chiara Ricci. Il Monumento Ecosostenibile promosso dallo stesso team a Pesaro ha ottenuto il riconoscimento DESS da parte dell’Unesco, che certifica le iniziative, i progetti e gli eventi che contribuiscono in maniera significativa a realizzare gli obiettivi del Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il periodo 2005 - 2014.
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EVENTI
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on oltre 321mila ingressi (di cui 282mila operatori del settore), con un incremento del 2% rispetto al 2009, anno in cui si è svolta la precedente edizione di Euroluce, 177.964 operatori esteri (che rappresentano il 63% delle presenze totali) si è conclusa a Rho (MI), la cinquantesima edizione de i Saloni. Protagonisti il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, il SaloneSatellite e le biennali Euroluce, il Salone Internazionale dell’illuminazione e SaloneUfficio, la biennale Internazionale dell’Ambiente di lavoro. Una settimana (dal 12 al 17 aprile 2011) di eventi, presentazioni di prodotti, mostre, installazioni non solo dentro lo spazio fieristico di
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Rho, ma anche nel cuore della città, tra via Montenapoleone e Piazza Duomo, zona Brera e via Tortona. In occasione dell’edizione, che ha segnato i primi cinquant’anni della rassegna, particolare attenzione è stata dedicata alle nuove tendenze provenienti dal mondo del design che si avvale sempre di più dell’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale. Dalle camere da letto ai mobili da giardino, passando per l’oggettistica e gli elementi di decoro. Oltre 2.775 espositori (compresi i partecipanti all’attiguo Salone Satellite riservato al pubblico), per una superficie espositiva di oltre 200mila metri quadrati. Il 2011 è stato l’anno del bianco. Sembra questo, infatti, il colore che dominerà le nostre
abitazioni per i mesi a venire. Una scelta cromatica che consente facili accostamenti ad altri colori, ampliando gli spazi e conferendo un innegabile tocco di modernità. Sedie, librerie, orologi da parete, divani. Da Pininfarina a Mercedes passando per Calligaris e la collezione di lampade di HauteRageous: tutte le aziende partecipanti hanno focalizzato la propria attenzione sul non colore. “Siamo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo svolto per questa 50° edizione dei Saloni - afferma il presidente di Cosmit, Carlo Guglielmi. I risultati che stiamo raccogliendo oggi premiano l’impegno e la dedizione di 50 anni di lavoro. Ma non vogliamo fermarci qui e nemmeno limitarci a una celebrazione del passato: i numeri
di oggi sono uno stimolo per guardare al futuro e alle prossime edizioni della manifestazione. Siamo consapevoli che ci attendono sfide importanti, prima fra tutte quella che ci porterà a confrontarci sempre di più con l’idea di “qualità”. È una sfida impegnativa, che interessa le aziende espositrici ma che tocca anche noi come organizzazione. Dobbiamo essere preparati ad affrontarla con lo stesso spirito e con la stessa voglia di fare che abbiamo dimostrato in questi 50 anni”. Grande successo anche per le iniziative de “La città dei Saloni”. Sono stati circa 52.500 in soli 6 giorni i visitatori alla mostra “Principia. Stanze e sostanze
delle arti prossime” allestita in piazza Duomo. Grande affluenza anche per l’istallazione “cuore bosco. Luci suoni e alberi di nebbia dove è nata la città”, che ha visto la presenza di 3.500 spettatori. “Il legame tra il momento espositivo, principalmente dedicato al business, e gli eventi culturali organizzati in città e per la città – conclude il presidente Guglielmi – si è molto rafforzato in questi anni. Il nostro obiettivo per l’immediato futuro è quello di compiere ulteriori passi in questa direzione, rafforzando la nostra presenza nella città di Milano e il nostro ruolo di ente promotore di eventi culturali di alto livello aperti a tutta la città”.
LE ECCELLENZE MADE IN MARCHE A “I SALONI” “ZERO” DI DELLA ROVERE: 100% SUCCESSO Roberto Forni, Direttore Generale e Titolare di Della Rovere: “Come Della Rovere eravamo presenti ai Saloni in tre situazioni diverse: alla Fiera, al Fuori Salone e alla Triennale. Noi produciamo principalmente arredo d’ufficio e la Biennale correlata a questo settore mancava da tre anni, per via della crisi. L’edizione di quest’anno, quindi, oltre che essere molto attesa, è stata anche molto sentita. Un vero successo, sia a livello di presenze, che di consensi. Moltissimi i clienti e i contatti che si sono fatti avanti, da ogni zona del mondo: Medio Oriente, Stati Uniti, Russia e anche dal Giappone. Siamo molto soddisfatti! All’evento esclusivo del Fuori Salone, che, si è tenuto venerdì 15 aprile, in via Montenapoleone al 150 Years ITALIAN BEAUTY, abbiamo avuto oltre 400 presenze. Straordinario successo anche alla Triennale, con la Scrivania ZERO di Della Rovere disegnata da Karim Rashid, che, con il suo design esclusivo e i suoi materiali innovativi, ha riscosso i consensi di un pubblico internazionale. Al celebre designer la rivista internazionale Area ha dedicato una retrospettiva sul suo lavoro, “Karim Rashid – From the beginning”.
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LIBRI
JONATHAN ARPETTI ML presenta “I Love Ju”, romanzo d’amore sulla Juventus
È
un pomeriggio inedito quello che si è svolto venerdì primo aprile presso la Feltrinelli di Ancona. Nessuno scherzo, nessun pesce, ma una lettura a più voci di un romanzo originale, divertente, che è valso al suo autore il Premio al Concorso letterario per autori esordienti tenutosi al “Salone internazionale del libro di Torino” organizzato da “Radio 24” in collaborazione con Cult Editore. Insieme allo scrittore, il trentottenne Jonathan Arpetti, già autore del romanzo “Fino alla fine del mondo” (da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale “Rifrazioni”), due giornalisti, rispettivamente della redazione di ML e di quella di Urlo. Riflessioni, domande delle persone in sala, lettura di alcuni passaggi del libro, per uno spettacolo interessante e senza dubbio originale. L’intreccio tra la passione per il pallone e quella per la scrittura, infatti, rende piacevole e a tratti persino buffo il romanzo dello juventino maceratese, che si è presentato al suo pubblico con l’immancabile cappellino della sua squadra del cuore.
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Tra “i tiri” dei giornalisti e i passaggi degli “attaccanti” presenti in sala, Arpetti, che nella vita di tutti i giorni è felicemente sposato e lavora come magazziniere, ha saputo “parare i colpi”, “dribblare” con decisione, segnando un nuovo goal di petto. Anche se per scrivere il suo libro l’autore è dovuto necessariamente ricorrere all’uso delle mani, nessuno gli ha contestato “il fallo”, perché è prevalsa su tutto la curiosità di sapere come è nata l’idea del romanzo, quando è sbocciato il suo amore viscerale per la squadra piemontese e cosa ha in comune con il suo protagonista, Giacomo. E come ogni “uomo di pallone”, alla fine del match sono arrivate, immancabili, le richieste degli autografi.
materiale non utilizzabile ATTENDO RISPOSTA GAETANI
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APPUNTI IN AGENDA
“CHICCHI DI CAFFÈ NELLA CULTURA” A Pesaro appuntamenti da vivere in ogni senso: mostre, gare, incontri, e degustazioni,tutte da provare, chicco dopo chicco
Chicchi di Caffè nella Cultura
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hicchi di Caffè nella Cultura nasce come Giornata del Caffè. Idea di Roberto Terenzi, Responsabile dello Studio New Communication, ex giornalista del Corriere Adriatico, poeta e sportivo. L’incontro con Barbara Calistri e Patrizia Piermattei, Responsabile del Comitato Cultura ArTi LiBeRe, ha dato vita a “Chicchi di Caffè nella cultura”: diversi momenti di riflessione, di cultura e di condivisione rigorosamente a base di chicchi di caffè.
Il progetto “Chicchi di caffè nella cultura” ha l’ambizione di voler vestire il rito del caffè con abiti culturali per spiegare meglio la sua essenza e presenza nella quotidianità… Il nostro primo pensiero è di fornire alla manifestazione un target prettamente culturale e promozionale, più che commerciale.
L’idea “Chicchi di caffè nella cultura” è un Festival del Caffè ove trova spazio nell’arte, nella medicina, nello sport, nella pittura, nel cinema, nella letteratura e nella musica
Il Festival del Caffè è itinerante
La storia Oggi il caffè è uno dei beni di uso quotidiano per eccellenza. Ma c’è stato un tempo in cui sorseggiare un caffè era un lusso elitario, un privilegio racchiuso nei salotti europei più in vista. Allora le preziose caffettiere con cui veniva preparato, esposte orgogliosamente negli ambienti in cui venivano accolti gli ospiti, divennero una sorta di status symbol. Non tutti se le potevano permettere.
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Durata e data dell’evento: dal 27 al 29 maggio 2011
Scalone e Chiesa della Maddalena: mostre • Esposizione del pittore pugliese Michele Palano: opere con il caffè e la biro, dal 27 al 5 giugno • Esposizione di alcune macchine da caffè dalla collezione di Maltoni •Laboratorio contemporaneo, in collaborazione con l’Associazione L.E.D.A. sabato 28 maggio dalle ore 16.00 alle 18.00 Piazza del Popolo: installazioni in movimento Usi e costumi sull’uso del caffè con gruppi etnici, che ci mostreranno le loro differenti culture del caffè, grazie a Mondo Solidale dei
torrefattori di caffè nazionali e locali e ci fotograferanno dalla raccolta alla degustazione di questa magica bevanda. L’inaugurazione avverrà venerdì 27 maggio, con la presenza delle autorità, presso l’Istituto Agrario Cecchi a Villa Caprile. La piazza si arricchirà di numerosi eventi: con la collaborazione del pittore Lino Sabia saranno presenti artisti di strada e giovani pittori. Le migliori opere saranno selezionate ed esposte nella galleria del pittore Davide Leoni (in via Giordano Bruno). Venerdì 27 (ore 21.00) e domenica 29 maggio (ore 21.00): spettacolo teatrale con tema la degustazione del caffè; regia a cura di Riccardo Marongiu Sabato 28 maggio, ore 10.00: gara podistica per ragazzi
denominata ”Giro del caffè” intorno al centro storico della città di Pesaro, con la collaborazione dell’Associazione Atletica Banca Pesaro Domenica 29 maggio, ore 10.00: “Scacchi di caffè” (partita a scacchi gigante tra le scuole, a cura di Brigitte Rombaldoni). Degustazioni dei vari torre fattori (Caffè VIII°, Liomatic, Nescafè) Caffè Kavè (Via Del Monaco): venerdì 27 maggio (16.0018.30) • Incontro “Il Caffè nell’arte”, a cura del regista e sceneggiatore Alberto Ausoni e del pittore Michele Palano Caffè Romeo (Via Cavour): venerdì 27 maggio (18.30-20.00) • Incontro “Il caffè nella me-
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APPUNTI IN AGENDA dicina e nello sport”, a cura del Medico Sportivo dott. Roberto Bruscoli e dell’alimentarista dott.ssa Aloisio Libreria da Trengia (Via Castelfidardo): sabato 28 maggio (18.00-20.00) • Incontro “Leggere e fotografare il caffè”, a cura dell’esperto Giovanni Trengia. Itinerario fotografico e letterario dalla libreria in Via Castelfidardo sino alla Casetta Vaccai Casetta Vaccai: sabato 28 maggio (18.00-20.00) • Incontro “Leggere e fotografare il caffè”, a cura dell’esperto Giovanni Trengia. Itinerario fotografico e lette-
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rario dalla libreria in Via Castelfidardo sino alla Casetta Vaccai. Caffè Astra (Via Rossini): sabato 28 maggio (20.30) • Incontro ”Il Caffè nel cinema”, a cura del critico cinematografico dott. Pierpaolo Loffreda a seguire proiezione del film “Venga a prendere un caffè da noi” Caffè de Paris (Piazzetta Esedra): sabato 28 maggio (16.00-20.00) • Artisti di strada allieteranno la piazzetta di fronte il locale per rivivere l’atmosfera dei caffè parigini Caffè Ducale (Piazza del Popolo): domenica 29 maggio
(17.00-18.30) • Incontro “Il caffè non è un rebus” - Storie, curiosità e giochi di parole riguardanti il caffè, a cura dell’enigmista Leone Pantaleoni domenica 29 maggio (16.00-20.00) artisti di strada e pittori cercheranno di trasformare la Piazza in una piccola Montmatre Ristorante Felici Contenti (Piazzetta Esedra): domenica 29 maggio (19.00-20.30) • Aperitivo “Rime al caffè”, con degustazioni di caffè e poesia Sottopasso-Talacchio • Mostra fotografica permanente denominata Scatti di caffè”, domenica 29 maggio
caffè e Sacher per tutti a suon di lounge music Il Festival del Caffè: il gemellaggio Partecipazione di una piccola delegazione proveniente dalla ridente città di Bath, vicino Bristol, a due passi da Londra, dove da qualche anno viene organizzato un simpatico Festival del Caffè denominato “The Bath Coffee Festival”. E’ prevista la nostra partecipazione per il 2012. L’iniziativa è rivolta a tutti coloro che vogliono essere coinvolti nella cultura del caffè.
foto di
Illary Terenzi
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APPUNTI IN AGENDA
BILLY BRAGG - TEATRO DELLE MUSE - 14 MAGGIO 2011
BILLY BRAGG TEATRO DELLE MUSE (AN) 14 MAGGIO 2011
Classe 1957, è da sempre considerato colui che ha saputo coniugare Folk, Blues e Punk con il suo costante impegno politico. Accompagnato dalla sua inseparabile chitarra, Billy Bragg sarà in Italia a Maggio con un tour di sette date, che prevede anche la tappa ad Ancona. Prevendite: Ancona - www.teatrodellemuse.org Laura Serarcangeli - laura@comcerto.it Concerto Via Ginelli, 59 60131 Ancona Italy Tel/Fax 0039 0712900711 www.comcerto.it
MASSIMO RANIERI - TEATRO DELLE MUSE - 12 MAGGIO 2011 Massimo Ranieri torna ad esibirsi ad Ancona con uno spettacolo che ha i colori e le emozioni di un grande show. Giovedi 12 Maggio sarà in scena al Teatro delle Muse con inizio alle ore 21.00.Anche questa volta Ranieri canta i suoi brani più famosi e tanto amati dal pubblico ma oltre a questo esegue per la prima volta alcune fra le più belle canzoni d’autore degli ultimi decenni:brani di grandi cantanti come Battisti, Battiato, Mina ed altri. In scena con Ranieri un’orchestra di tutte donne ed un corpo di ballo sempre completamente al femminile. Lo spettacolo è organizzato da Piceno Eventi e Marche Eventi con il patrocinio del Comune di Ancona. Infoline: Piceno Eventi tel 073646496 - info@picenoeventi.it
TEATRO DA CAMERA Teatro da Camera 3 è il laboratorio con Saverio Smeriglio (scadenza iscrizioni 30 aprile) rivolto a registi. Il laboratorio approfondisce le tecniche di conduzione nel lavoro con gli attori e i principali principi tecnici della ripresa cinematografica. Il laboratorio è finalizzato alla realizzazione di un corto che ogni regista girerà avvalendosi della partecipazione degli attori di Teatro da Camera 2. Le date: dall’11 al 19 maggio e dal 23 al 25 maggio. Le ore di corso sono 80, il numero massimo di partecipanti 6, costo del laboratorio 500,00 euro. Al termine del progetto è prevista una serata conclusiva di proiezione dei cortometraggi frutto del lavoro di Teatro da Camera. Per informazioni Teatro Stabile Marche 071 5021611 segreteria@stabilemarche.it www.stabilemarche.it Per iscrizioni: latilla@stabilemarche.it
Teatro da Camera
“PORTO NUOVO 1811” RIEVOCAZIONE STORICA NAPOLEONICA LO SBARCO - 5° EDIZIONE Ancona – Località Portonovo (AN) Dal 13/05/2011 al 15/05/2011 L’evento per il 2011 sarà articolato su tre giornate, nel terzo fine settimana di maggio, per dare il massimo risalto a due momenti storici importanti: il bicentenario del Fortino Napoleonico di Portonovo, che cade il 2/5/2011 e quello della Battaglia di Lissa del 13/3/1811. Un programma, quindi, particolarmente ricco di rievocazioni storiche che, come sempre, si svolgerà la domenica mattina, il 15/5/2011, lungo la Baia del Calcagno e nello specchio di mare antistante. Per visionare il programma aggiornato: http://portonuovo1811.jimdo.com/news/ L’ingresso è LIBERO. Per informazioni sul programma: Email: portonuovo1811@yahoo.it
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MASSIMO RANIERI Teatro delle Muse (AN) 12 maggio 2011
“PORTO NUOVO 1811”
Gli infiniti percorsi dell’ascolto nei cinque sensi: le stagioni dell’uomo, ascolto e rappresentazione
Gli infiniti percorsi dell’ascolto nei cinque sensi
Date: 10, 24 e 31 maggio 2011 “Gli infiniti percorsi dell’ascolto nei cinque sensi”, finanziato dal CSV Marche - Centro Servizi per il Volontariato, promosso dal Centro di Ascolto Arcobaleno dell’Associazione Primavera, presenta un nuovo laboratorio aperto a tutta la cittadinanza. Sede: Associazione Shamadi, Via Guidi 3/4, Senigallia Costo: laboratorio euro 30; iscrizione e assicurazione euro 15 Il primo incontro di prova è gratuito Per informazioni: Norma Gradara: 320 9282137 - shamadi@virgilio.it - www.shamadi.it Simona Tonti: 328 5484085 - ass.cult.animamundi@gmail.com
Sursumcorda Live ai Filodrammatici
Venerdì 6 Maggio 2011 Apecchio (PS) via xx settembre, 25 SURSUMCORDA – LA PORTA DIETRO LA CASCATA TOUR
Sursumcorda Live ai Filodrammatici
Indicati dalla stampa e dagli operatori del settore come esponenti della “Nova musica Italiana”, è uno dei rari gruppi in Italia capaci di fondere nel proprio stile musica, poesia e arte. Il risultato è una musica intergenerazionale, adatta anche alle famiglie. Il doppio album La porta dietro la cascata (Egea, Dasé Sound Lab, Accademia del Suono), che dà il nome al tour, è distribuito in tutto il territorio nazionale da Feltrinelli e Fnac. Http://www.sursumcorda.it
FORMAGGI D’AUTORE Dal 21 al 22 Maggio 2011 Gualdo (MC) P.zza V.Emanuele
FORMAGGI D’AUTORE
Se il nostro “Stivale” fosse fatto di formaggi, li mangeremmo in oltre cinquecento modi diversi. Sono numerose, infatti, le tipologie della nostra penisola, che si differenziano per tradizione e caratteristiche, e molte di queste saranno presenti nel borgo di Gualdo (Macerata), il fine settimana del 21 e 22 maggio. Va in scena “Formaggi d’Autore”, kermesse gastronomica, giunta alla quindicesima edizione, promossa dall´Associazione Gualdo Terzo Millennio che vuole valorizzare uno degli alimenti più antichi, le cui prime testimonianze risalgono al III millennio a.C., frutto dell’ingegno e dell’arte dei pastori. Un’eccezionale vetrina per tutti i tipi di formaggi, che piacciono molto agli italiani.
FANO YACHT FESTIVAL VII Edizione 12-15 maggio 2011
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Il Fano Yacht Festival ha fissato le sue date. Da giovedì 12 a domenica 15 maggio 2011, Fano torna protagonista sul panorama italiano con il FYF, il Salone Nautico dell’Adriatico che alla settima edizione consolida la sua posizione di riferimento per il settore nautico in tutto l’Adriatico. Fano Yacht Festival Il Salone Nautico dell’Adriatico: 12 - 15 maggio 2011 www.fanoyachtfestival.it
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12.15 MAGGIO 2011 VII EDIZIONE / FANO - MARINA DEI CESARI - PORTO TURISTICO Comune di Fano
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ARTE E MUSICA
SANDRO FABBRI MOSTRA ANTOLOGICA A RECANATI L’
opera Pittore, grafico e caricaturista. Sandro Fabbri è un artista che si esprime attraverso l’originalità e la spontaneità delle sue opere. Nelle sue tele e nei suoi disegni si respira un realismo profondo, in cui si alternano paesaggi incantati e nature morte, ritratti espressivi e composizioni dalla grafica suggestiva. Osservare i quadri
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di Fabbri significa guardare il mondo come attraverso un prisma, per cogliere sfumature e prospettive invisibili ad un’osservazione superficiale e per inoltrarsi fin nel profondo dei soggetti ritratti, quasi a indagarne l’anima e il pensiero. Ogni piano geometrico appare come un piccolo quadro a sé, in cui si concentrano emozioni, storie incompiute e ricordi. I suoi disegni
sembrano uscire con forza e intensità dai fogli bianchi, per mostrarsi al mondo in tutta la loro profondità e per immortalare, con un gioco inedito di chiaroscuri, l’autenticità del sentimento che li ha ispirati. La mostra Con un significativo successo di pubblico e di critica si è svolta a Recanati, dal 17 al 26 aprile, la Mostra Antologia dedicata all’artista Sandro Fabbri. L’esposizione, ospitata nell’atrio del Palazzo Comunale in Piazza Giacomo Leopardi, è stata patrocinata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Recanati e dall’Università di Istruzione permanente della stessa
città. L’artista, considerato erede e al tempo stesso propulsore della tradizione pittorica recanatese, in particolare del maestro Lorenzo Gigli, ha esposto alcune delle sue pitture e dei suoi disegni, che hanno colpito piacevolmente i visitatori e che ne hanno confermato, in chi già lo conosceva, il carattere altruista, sensibile ed eclettico. Un appuntamento con l’arte che conferma la raffinatezza di spirito e di intelletto degli artisti della città leopardiana, che dai Colli dell’Infinito continuano a regalare suggestioni ed emozioni profonde.
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ARTE & MUSICA
I due concerti del 12 e 13 aprile scorso, tenuti dalla cantautrice friulana Elisa al Teatro Alighieri di Ravenna nell’ambito del Tour Ivy I & II, hanno visto la partecipazione della corale dorica di voci bianche Piccoli Cantori CLAET
ELISA CHIAMA I PICCOLI CANTORI CLAET I due concerti del 12 e 13 aprile scorso, tenuti dalla cantautrice friulana Elisa al Teatro Alighieri di Ravenna nell’ambito del Tour Ivy I & II, hanno visto la partecipazione della corale dorica di voci bianche Piccoli Cantori CLAET
Il curriculum Il coro di voci bianche “Piccoli Cantori” – con sede presso la Scuola Elementare di Palombina Nuova (An) - è stato fondato nel 1987 dal M° Giorgia Cingolani nell’ambito dell’Associazione culturale CLAET, allo scopo di educare i ragazzi al canto e quindi alla musica. Il coro è diviso in due gruppi: quello dei piccoli che si dedica soprattutto alla propedeutica, e quello dei più grandi che accanto allo studio di un repertorio polifonico pone la conoscenza della teoria musicale e della tecnica vocale. Svolge un’intensa attività concertistica sia in ambito regionale che extra-regionale: la sua attività comprende più di 100 esecuzioni tra concerti e rassegne canore. 172
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opo le brillanti esibizioni dell’11 e del 12 marzo al Teatro delle Muse di Ancona, si ripete la felice esperienza del coro di Palombina Nuova (in provincia di Ancona), del quale fanno parte 40 persone dai 4 ai 17 anni, dirette dal M° Giorgia Cingolani. Un bellissimo riconoscimento, quindi, all’impegno e alle doti espresse in quasi 25 anni di lavoro, durante i quali numerosi sono stati i riconoscimenti: il “Premio ARCOM” come miglior coro di voci bianche delle Marche (1998 e 2000), il Trofeo Internazionale dei Gruppi Corali di Malgrat del Mar (Barcellona) nel 2006. Numerose poi le realizzazioni, con un repertorio che spazia dalla musica sacra a quella profana e popo-
lare: la partecipazione al Concerto inaugurale del Festival Internazionale di Musica Antica di Urbino del 1997 con la “Messe de Minuit” di M.A. Charpentier; l’esecuzione della “Mass of the children” di John Rutter nella Cattedrale di Ancona nel 2009; i recenti musical “Cats e Aida”.
“VIVI L’OPERA” AL CINEMA ASTRA DI PESARO La possibilità di vedere ed ascoltare l’Opera e i balletti sul grande schermo significa essere nel solco della grande tradizione italiana e gustare nel modo più assoluto tutta la tecnica e la bravura degli interpreti, gli elementi scenografici e i costumi nella loro bellezza e nel loro dettaglio.
Le immagini ravvicinate prorompono di intensità e di ammirazione. L’emozione è davvero forte quando i brani più famosi risuonano nella sala raccolta in assoluto silenzio e ammirazione.
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Il palinsesto dell’Opera al cinema Astra di Pesaro è ricco anche nei mesi di maggio e giugno di eventi live e prime visioni. Ecco il calendario: • Martedì 3 maggio, ore 20.30: DIRETTA AIDA di Giuseppe Verdi, dal Teatro Comunale di Firenze
• Lunedì 9 maggio, ore 20.00: DIRETTA FLAMENCO “Boda de sangre”, dal Teatro Real di Madrid • Giovedì 12 maggio, ore 20.30: GIANNI SCHICCHI di Giacomo Puccini, dalla Scala di Milano • Martedì 24 maggio, ore 19.00: DIRETTA LUCIA DI LAMMERMOOR di Gaetano Donizetti, dal Teatro La Fenice di Venezia • Lunedì 6 giugno, ore 19.00: DIRETTA LE NOZZE DI FIGARO di Wolfgang Amadeus Mozart, dal Teatro Real di Madrid • Mercoledì 29 giugno, ore 20.00: DIRETTA ARIANE ET BARBE BLEU di Paul Dukas, dal Gran Teatre del Liceu di Barcellona. I lusinghieri risultati della stagione che si sta concludendo, rappresentano per noi una conferma importante del progetto “Opera al cinema”.
NOTTI MAGICHE ALL’ OSTERIA LA PODEROSA
Notti magiche: Osteria La Poderosa estate 2011 Sabato 21 maggio inizia la stagione estiva della Poderosa: dal martedi alla domenica è sempre festa! • Martedì si balla con i ritmi caraibici dello staff “Riviera latina”, con i djs Marco Mendez e Nicolò e con l’animazione di Elvis, Kico e Sabrina • Mercoledì è dedicato alla musica Country e Balli di gruppo, con corsi di ballo gratuiti e con la collaborazione della Scuola di ballo “Stella Show Dance” • Giovedì, dopo il successo invernale, ritorna la rassegna “JAZZ
E CONTORNI”, con una selezionata programmazione curata da Simona Marongiu • Venerdì I LOVE ITALY, la musica dance italiana più coinvolgente mixata da Fabrizio Fratta • Sabato LIVE music ‘70-80 e dance con i migliori gruppi • Domenica sera A TUTTO LISCIO, si balla con la musica delle migliori orchestre. Sabato 21 maggio sarà la prima di una lunga serie di serate magiche dove cucina e bella musica saranno gli ingredienti di serate dal sapore unico.
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PROGETTI
SPECIALE ELEZIONI Intervista a Franco Capponi, candidato alla Presidenza della Provincia di Macerata
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residente, perché si torna al voto? “Alle elezioni amministrative del 6-7 giugno 2009 la mia coalizione vinse al primo turno con il 51,31% dei consensi. Una vittoria chiara, netta, legittima, che ha consegnato ai cittadini della provincia di Macerata un governo a guida di centrodestra, dopo 15 anni ininterrotti di amministrazioni di centrosinistra. Una lista minoritaria era stata inizialmente esclusa dalle elezioni provinciali per un vizio di forma. Prima ancora che si votasse, la lista si era rivolta all’Ufficio Elettorale del Tribunale di Macerata, ma né quest’organo, né il Tar delle Marche e, in ultima istanza, il Consiglio di Stato, hanno giudicato il ricorso ammissibile. Solo una seconda istanza presso il Consiglio di Stato, con il mio gruppo già alla guida della Provincia da 11 mesi, ha incredibilmente accolto il ricorso annullando le elezioni del 2009 e affidando la Provincia a un Commissario prefettizio”. Quali sono le principali cose fatte quando eravate alla guida della Provincia? “In soli 11 mesi abbiamo avviato una riorganizzazione dell’ente, finalizzata a ridurre i costi della macchina amministrativa e della politica, liberando risorse per tre milioni di euro che sono state investite in migliori servizi per i cit-
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tadini e le imprese. Sul fronte economico per il sostegno al tessuto produttivo abbiamo attivato un fondo per controgarantire le imprese attraverso il sistema Confidi, che ha assicurato 2.700 nostre imprese nei confronti delle loro esposizioni finanziarie. Sono state utilizzate le risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) per la creazione di nuove imprese: 200 aziende sostenute dal FSE in due anni, per oltre 900 nuovi occupati. Non poteva mancare un’attenzione specifica per l’ambiente, per cui abbiamo affrontato l’emergenza rifiuti, mal gestita dalla precedente amministrazione di centrosinistra, e abbiamo trovato una soluzione temporanea (discarica di appoggio a Fermo) per evitare accumuli di rifiuti nelle strade. È stato offerto pieno sostegno allo sviluppo della Quadrilatero, garantendo i collegamenti tra la Superstrada Civitanova Marche-Foligno e la viabilità provinciale. Un’iniziativa sottovalutata da troppi, ma che ci vede oggi leader del progetto infrastrutturale più importante del Centro Italia. Grande attenzione è stata riservata alla formazione dei nostri giovani, soprattutto grazie all’Accordo di programma stipulato tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e le Università di Macerata e Camerino per la costituzione del Polo Universitario del CentroSud delle Marche. L’Accordo
contribuirà ad aumentare le risorse economiche a disposizione dei nostri due Atenei, per complessivi 50 milioni di euro in cinque anni. Infine abbiamo sostenuto la costituzione (e ne siamo soci fondatori) di tre nuovi ITS (Istituti di Tecnici Superiori) negli indirizzi della Meccanica e Design, della Moda&Calzature e delle Energie rinnovabili, per offrire reali opportunità di occupazione ai nostri giovani talenti già all’età di 21 anni nei settori economici con maggiore prospettiva di sviluppo del territorio. Ci illustra il Suo nuovo programma? “Anche questa volta ci concentreremo su alcuni punti essenziali: giovani, formazione, lavoro e imprese. La Provincia ha una funzione importante nella gestione delle politiche attive del lavoro e intendiamo declinare questa funzione con la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani in modo da garantire che l’attuale livello di occupazione (che in questa provincia ha un indice molto positivo) possa essere garantito fino all’età pensionabile. Continueremo il nostro impegno per l’implementazione dell’Accordo di Programma tra le due Università di Macerata e Camerino integrando il mondo imprenditoriale nella condivisione dei percorsi formativi in un rapporto biunivo-
co tra alta formazione e lavoro, con l’obiettivo di una crescita reciproca. Per uno sviluppo dell’economia del territorio provinciale riteniamo che sia imprescindibile una mobilità integrata e sostenibile, moderna e sicura. Per la grande viabilità a carattere territoriale la Provincia si impegnerà per: imprimere un’accelerazione al compimento degli obiettivi per il completamento del progetto Quadrilatero, verificando anche quelli aggiuntisi nel tempo, quali il tratto La Pieve–Sforzacosta con nuovo svincolo sulla Superstrada 77 e il bypass di Borgo Sforzacosta; la realizzazione della nuova uscita in località San Claudio e del suo collegamento con la provinciale Maceratese nel tratto superiore alla rotatoria della zona direzionale di Piediripa; lo svincolo della superstrada di interconnessione con la statale 16 a Civitanova Marche, con l’ipotesi di realizzare una grande opera architettonica per il completamento del cavalcavia di Civitanova Marche. Riteniamo di straordinaria importanza per la mobilità della nostra provincia la linea ferroviaria Civitanova-Albacina. La nuova funzione di “treno urbano” o “metropolitana di superficie” che può svolgere nel sistema insediativo, che si estende in direzione est-ovest lungo la vallata del Chienti fino a raggiungere quella del Potenza, richiede
di aggiungere alla tradizionale funzione di connessione ferroviaria tra centri e luoghi, quella oggi fondamentale di collegamento urbano appoggiato su nuove stazioni e nodi di scambio. Per quanto riguarda la rete degli edifici scolastici, oltre ai prioritari obiettivi di adeguamento alle varie norme, all’incremento della funzionalità e della condizione manutentiva sulle strutture edilizie esistenti, si punterà alla realizzazione di nuove sedi moderne e architettonicamente confacenti ad una scuola di qualità (tra queste ad esempio una nuova scuola a Macerata per il Liceo Scientifico, l’ampliamento del Liceo Scientifico e dell’I.I.S. “E.Mattei” di Recanati, la sistemazione adeguata dell’Alberghiero di Cingoli e dell’Ipia Corridoni, il collegamento funzionale tra i due plessi costituenti il Liceo Scientifico e Classico di Civitanova Marche con la realizzazione dei relativi parcheggi). Nella nuova organizzazione scolastica, post riforma, dovranno essere prese in considerazione anche i potenziamenti di quelle infrastrutture scolastiche sottoutilizzate, come ad esempio l’Istituto Professionale e gli altri Istituti Superiori di Matelica e l’inserimento di nuove realtà nell’organizzazione dell’offerta formativa (ITS per il Turismo a Potenza Picena, ITS per il “Made in Italy” a Civitanova Marche), Scuole
dei Mestieri e formazione in realtà che valorizzino i centri storici più belli di questa provincia”. Ci impegneremo per un turismo naturalistico-sportivo, un progetto speciale, un nuovo modo di promuovere il territorio e i servizi di accoglienza dell’area del Parco dei Sibillini attraverso l’organizzazione di un evento a carattere internazionale, in collaborazione con le Province di Ascoli Piceno, Fermo, Perugia, l’Ente Parco e i comuni dell’intero territorio montano, il coinvolgimento e la collaborazione delle istituzioni, delle realtà economiche e delle associazioni locali per il “I° OUTDOOR FESTIVAL” – Grande anello dei Sibillini. L’evento, con cadenza periodica annuale, interesserà il territorio dei Monti Sibillini per l’intero periodo estivo con manifestazioni di carattere sportivo, culturale, di tradizione, per fare dei Sibillini, del grande anello e dei territori circostanti un punto di riferimento internazionale dello sport per tutti. Infine per quanto riguarda i piani e la programmazione strategica, la recente manovra finanziaria dello scorso luglio 2010 impone ai piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti di esercitare in forma associata le loro funzioni fondamentali, sulla base di una Legge che dovrà varare la Regione Marche. La Provincia intende contribuire all’autodetermi-
nazione di quella dimensione sovraccomunale ottimale, necessaria per definire un nuovo assetto territoriale del territorio provinciale. Il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.) va inteso non più come strumento per il governo del territorio ma come strumento di governance per la programmazione strategica di area vasta. In quest’ottica verranno previsti incentivi al fine di favorire la programmazione urbanistica di tipo intercomunale e di Area Vasta, ancorché la Regione Marche non abbia adeguato la normativa regionale della gestione e corretto uso del territorio, determinando un ritardo rispetto al resto del Paese. Come previsto dalla legge regionale sul commercio, inoltre, il P.T.C. realizzerà lo studio per lo sviluppo della rete distributiva e della grande distribuzione organizzata. Le indicazioni politiche per questa pianificazione sono largamente contrarie alla proliferazione di ulteriori aree di sviluppo dei grandi centri commerciali. Una possibilità residua potrà considerare il possibile insediamento di nuove strutture solamente con la realizzazione di specifici accordi di programma di compensazione e rivitalizzazione dei centri storici della nostra provincia.
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SALUTE E BENESSERE
“I PUNTI DI FORZA SONO LE PERSONE CHE COMPONGONO LA FACOLTÁ” Intervista al professor Antonio Benedetti, nuovo preside della Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Univesita’ Politecnica delle Marche
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rofessor Benedetti, come vive la Sua recente nomina a Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’UNIVPM? “Ci sono molti problemi da affrontare e questioni da risolvere; la congiuntura economica e le recenti riforme non rendono questo un momento ideale. Abbiamo però molto entusiasmo e crediamo nello sviluppo”. Quali sono i progetti più importanti legati al futuro della Facoltà? “In particolar modo direi internazionalizzazione e sviluppo. Sono due aspetti questi che per altro vanno insieme. Ormai lo sviluppo, inteso come diffusione dei risultati ottenuti dalla ricerca e come reperimento di fondi, non può prescindere da una visione sovranazionale”. Quali sono i punti di forza e quali le difficoltà della Facoltà da Lei diretta? “Le difficoltà sono quelle legate ad un momento complicato. Principalmente ci preoccupa l’incertezza sul futuro a breve e medio termine. I punti di forza sono le persone che compongono la Facoltà, cioè professionisti di altissimo profilo clinico e scientifico”. L’Ospedale Universitario di Torrette è diventato un polo d’eccellenza per tutta la regione: qual è il suo bacino di utenza? Quali sono gli interventi più richiesti? “Ormai l’Azienda Ospedaliero Universitaria ha un bacino di utenza che supera ampiamente i confini della nostra regione. Questo soprattutto grazie ad attività di riferimento terziario. Penso, per esempio, ai trapianti d’organo od alla cardiochirurgia”. La formazione in campo medico necessita di lunghi anni di studio e continui aggiornamenti: può tracciare un profilo dello studente-tipo che intraprende questo percorso?
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“Non è molto difficile: si devono avere grandi motivazioni. Il percorso formativo di un professionista della salute inizia quando uno si iscrive all’università ma non termina quando uno si laurea: l’aggiornamento è sempre necessario e deve essere costante”. Quanto conta per un futuro medico affiancare lo studio in aula alla frequenza in reparto? “Contano entrambe tantissimo. L’esperienza pratica è fondamentale, ma non è nulla senza la conoscenza dei presupposti scientifici”. Quali sono le prospettive occupazionali per uno studente di medicina? “Sono certamente migliori oggi e nel futuro rispetto a quanto non accadeva fino a pochi anni fa. Consideri che il ministero della salute ha calcolato che entro pochi anni si avrà un deficit di almeno 18-20 mila medici”. Tra le varie specializzazioni, quali sono quelle con la più alta richiesta di iscrizione? “Sono quelle nelle quali, per altro, c’è più disponibilità all’accesso, come per esempio, radiologia ed anestesia e rianimazione”. Lei incontra ogni giorno decine di giovani studenti che studiano per indossare, un giorno, il camice bianco: che consiglio si sentirebbe di dare loro? “Di essere motivati, decisi e di pensare ad un lavoro che dovranno fare al meglio e con molta passione”.
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DESIGNER JUNIOR La risorsa avrà il compito di sviluppare progetti di comunicazione classica, on-line e packaging. In particolar modo dovrà occuparsi dell’elaborazione di brochure e materiale pubblicitario, impaginazione e aggiornamento del sito web. Al migliore candidato sarà offerta una Borsa di studio a copertura totale del MASTER IN GENERAL MANAGEMENT con specializzazione in SALES & MARKETING MANAGEMENT, durante il quale la risorsa verrà inserita in un piano di formazione all’interno della nostra azienda. L’obiettivo principale di questo percorso è quello di formare professionisti in grado di sviluppare progetti di Web Marketing sui prodotti Sida legati al mondo della formazione (in particolar modo master), con la possibilità di un inserimento lavorativo al termine di tale tirocinio. La posizione è particolarmente interessante per un giovane di età compresa tra i 25 e i 30 anni, con una preparazione in materie tecnico-artistiche (Diploma di Grafica Pubblicitaria o similari) e/o con certificazione in corso di specializzazione in web designer, che abbia maturato una esperienza di almeno 1-2 anni nel ruolo. Dovrà avere un’ottima conoscenza dei principali strumenti informatici: Pacchetto Office, Internet e programmi più specifici di grafica (Adobe Illustrator, Photoshop, ecc.). Un’ottima capacità organizzativa, precisione, propositività, creatività ed un’elevata propensione al lavoro di squadra completano il profilo. La sede di lavoro è Ancona. > Hotel 5 stelle nuova apertura nelle Marche ricerca: RIF: MCH/05 FIGURE PROFESSIONALI PER IL REPARTO CUCINA, RISTORAZIONE E RICEVIMENTO I candidati ideali sono in possesso di adeguate capacità professionali maturate in strutture alberghiere di livello, completate da una naturale predisposizione al sorriso, eleganza e gentilezza nei modi, oltre che da una spiccata predisposizione al lavoro in team.
È richiesta una buona conoscenza della lingua inglese. La conoscenza di altre lingue straniere costituisce titolo di preferenza in fase di selezione. I candidati dovranno essere automuniti in quanto la struttura non offre alloggio. La ricerca è rivolta ad entrambi i sessi. Si prega di inviare dettagliato curriculum vitae corredato da foto recente ed autorizzazione al trattamento dei dati personali secondo le vigenti norme ed ai sensi del DLn.196 del 30.06.2003 e successivi, tramite e-mail (risorse.umane@sidagroup.com) o fax. (071.2852245) a : SIDA srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 > Azienda Modernamente organizzata operante nel mercato BtC di consumo, per il potenziamento della propria struttura di Retail ricerca per uno dei punti vendita situati nella provincia di Vicenza RIF: SMT/01 STORE MANAGER Il nuovo collaboratore sarà responsabile dell’andamento e del risultato economico del punto vendita gestendolo in sintonia con le direttive della sede centrale. Gestirà circa 20 risorse suddivise in vari reparti di vendita. Il candidato ideale è un giovane professionista che ha maturato esperienza professionale nell’ambito del retail con ruoli di store manager, preferibilmente in negozi di medie – grandi superfici e in settori ricchi di prodotti e/o anagrafiche, a mediebasse marginalità. Metodo, organizzazione e orientamento al risultato completano il profilo. La sede di lavoro è nella provincia di Vicenza. > Azienda distributrice di hardware e software ricerca: RIF: VV/02 VV/02 PERITO INFORMATICO Il candidato/a sarà inserito nel team di lavoro che svilupperà e gestirà il software gestionale dell’azienda. Requisiti del candidato: -Età:23-28 -Diploma:Perito informatico -Lingue:Inglese buono
-Linguaggi di programmazione conosciuti: C++, Java,Visual Basic > Nota azienda del settore arredamento ricerca: RIF: VV/01 DIRETTORE COMMERCIALE ESTERO(SETTORE ARREDAMENTO) Il candidato ideale ha maturato un esperienza di almeno 5 anni nella gestione di agenti/area manager/distributori e key clients per marchi posizionati nel segmento medio-alto e nell’elaborazione di strategie di marketing mirate ad ogni diverso mercato. Un’ottima conoscenza di una o più lingue completano il profilo. La sede di lavoro è nella Provincia di Ancona. > Il Nostro cliente è un’azienda che da oltre 30 anni opera nel settore del legno ed è riconosciuta dal mercato per originalità del prodotto, ricercatezza tecnica e design. In un’ottica di sviluppo ha deciso di inserire, all’interno del suo organico, un: RIF: GC/100 AREA MANAGER ITALIA Il ruolo prevede lo sviluppo e la gestione di una rete di clienti nelle aree di riferimento; la persona inserita si occuperà di individuare nuove opportunità commerciali, di gestire, insieme alla Direzione Commerciale Italia-Estero i clienti direzionali, di affiancare, formare e coordinare gli agenti e i rivenditori presenti sul territorio; il candidato verrà inoltre coinvolto nella gestione di alcuni clienti all’estero. La persona opererà in accordo con le politiche e le strategie commerciali definite insieme alla Direzione, ed in autonomia operativa sul campo. Il candidato ideale è un diplomato o laureato, che parla fluentemente inglese e, preferibilmente un’altra lingua, possiede ottime doti relazionali ed è capace di muoversi in autonomia e con un forte orientamento al raggiungimento di obiettivi. Costituisce requisito preferenziale l’aver maturato almeno 1 – 2 anni di esperienza nel ruolo e nel settore (anche affini) L’azienda offre un ambiente dinamico e di crescita; la sede di lavoro è nella provincia di Ancona
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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