ML n.2 - Marzo 2012

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MARZO ‘12 N°2 anno XIX

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mlmagazine.it

economia.lavoro cultura.attualità stile.design

speciale Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 3 53/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.4 6) Art. 1, comma 1, DCB Ancona

Donne… che impresa! DOSSIER

“ARTICOLO 18”

Tabu o falso problema?

TURISMO Dal dopo Bit al … dopo Moroder

Il Personaggio Linda Valori “Dalla mia voce prendo serotonina allo stato naturale”

ESCLUSIVO Il primo Award comunicazione delle Marche ISSN 20367589

Fiorella Bacchelli Faggiolati “Amo sentirmi artefice del mio destino”

Procuratore Generale della Faggiolati Pumps, imprenditrice, moglie e madre: il segreto del suo successo è saper conciliare il lavoro, la vita familiare e gli amici, avendo trovaTo il giusto equilibrio dopo tante rinunce personali. La carriera per le donne in Italia? “Purtroppo è ancora un lusso”

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DOSSIER “articolo 18” L’ART. 18 NON È UN TABU. MA FORSE È UN FALSO PROBLEMA

Stefano Mastrovincenzo

“LA RIMOZIONE DELL’ART. 18 FA AUMENTARE L’OCCUPAZIONE? TESI CHE NON STA IN PIEDI”

Guido Canavesi

“RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO? PRIMA OCCORRE UNA VERA POLITICA INDUSTRIALE”

Tonidigrigio

Riccardo Zuccaro

“COMBATTERE L’UTILIZZO IMPROPRIO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI”

LABORATORI CREATIVI

INCHIESTA

“Un insieme di sfumature che formano un pensiero creativo. Un laboratorio dove comunicazione visiva e linguaggi prendono forma”. Alessandro Piccioni e Massimo Pigliapoco titolari dello studio “Tonidigrigio”

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: SI TAGLIANO LE CORSE, MA NON I COSTI INUTILI PRIMO AWARD

COMUNICAZIONE

foto: Maurizo Paradisi

DELLE MARCHE

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SOMMARIO

ALTO ARTIGIANATO

40 Anna Maria Bozzi

L’ARTE DELLA BOTTEGA

VITA DA MANAGER

46 Laura Ottaviani

FiorellaBecchelliFaggiolati

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I dettagli contano

consulenza 50 Compendium

GUADAGNARE RISPARMIANDO

CREDITO

60 Massimo Bianconi

STIMOLARE LA RIPRESA

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ToniDiGrigio

Speciale: Donne... che impresa! 68 Le pari opportunita’: un percorso in salita 70 InformaDonna 72 Stefania Vago

LindaValori

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L’ANIMA FEMMINILE DI MSC CROCIERE

74 Salone Nazionale del’imprenditoria femminile e giovanile 76 Montegiove

DONNE MANAGER

78 Marina Mariani

NUOVE BAGS PER UNA NUOVA VITA

80 Vittoria Ribighini

Rubrica

19 L’editoriale di Flavio Guidi

PRIMOPIANO

84 Vania Bontempi 92 Donne figlie di un dio minore 96 Caterina Fioritti

DONNE NEL TURISMO

20 Maria Ida Grandinetti

CREATIVITà E INGEGNO DA ARCHITETTO PASSIONE E DEDIZIONE INNATA

COVERSTORY

24 Fiorella Becchelli Faggiolati

AMO SENTIRMI ARTEFICE DEL MIO DESTINO

CONTROCOPERTINA

30 Toni di Grigio

“Un patto sul territorio per tutelare le famiglie e far lavorare le imprese locali”

ilpersonaggio 35 Linda Valori

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“DALLA MIA VOCE PRENDO SEROTONINA ALLO STATO NATURALE”

Anticipazioni Nel Numero di Aprile Dice il proverbio: “Aprile, dolce dormire”; la primavera, le giornate che si allungano, i fiori che sbocciano, un lento risveglio dopo il lungo inverno. Eppure un altro proverbio dice che “Chi dorme non piglia pesci” e… senza pesci, che aprile sarebbe? Grattacapo o gioco di parole? A voi decidere, intanto ML per il quarto mese dell’anno sta preparando un altro imperdibile numero, che sull’arte del dire vi offrirà molti spunti. Ci vorranno grandi energie? Forse sì, allora, è pronto per voi un dossier dedicato interamente alle energie, rinnovabili, pulite, intelligenti…chi più ne ha, più ne inventi!


Tendenze Moda

Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it

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COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mlmagazine.it

dossier: ART.18 100

tabù o falso problema

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PRIMO AWARD COMUNICAZIONE DELLE MARCHE

CAPOREDATTRICE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@mlmagazine.it

102 Università di Macerata

inchieste

UFFICIO COMMERCIALE commerciale@ggfgroup.it Tel. 071 2912331

106 Flavio Guidi

150 Fabrizio Fabietti

Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

AUSPICO UN DIVERSO MODELLO NEI RAPPORTI TRA IMPRESA E LAVORATORE

108 Riccardo Zuccaro

Combattere l’utilizzo improprio degli ammortizzatori sociali

114 Stefano Mastro Vincenzo

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: SI TAGLIANO LE CORSE, MA NON I COSTI INUTILI

AUTO E MOTORI 154 Kia Sportage R,

La rimozione dell’art. 18 fa aumentare l’occupazione

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ENTRANO RIFIUTI, ESCONO ENERGIA E FERTILIZZANTI

TENDENZE moda 156

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GRINTA ED ELEGANZA SECONDO KIA

ANTICIPAZIONI DALLE NUOVE COLLEZIONI

Itinerari del gusto

CULTURA dossier: TURISMO 118

BIT: INNOVAZIONE ED ASCOLTO DEL MERCATO

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Nelle marche lo charme non si racconta, si vive

124 Ludovico Scortichini

164 seminari magistrali di genere

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“Joyce Lussu” Ancona

VIAGGI

Eventi

anche nel turismo le banche non stanno facendo il loro lavoro

171 Fit & Welness Village

128 Maurizio Tosoroni

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132 Guido Guidi

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APPUNTI IN AGENDA

138 Serenella Moroder

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OLQ

IL PRODOTTO E L’OSPITALITà CI SONO. ORA OCCORRE SAPERLI VENDERE

ADDIO DELLA MORODER, GUIDO GUIDI: ORA GARANTIRE CONTINUITà

Trenta ore per la vita

REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella Immacolata Barone Aldo Bruno Margherita Camilletti Tommaso Costantini Mariasperanza Cursaro Lorenzo Dattolo Fabio Di Giulio Sara Gatti Guido Guidi Christian Lucconi Laura Osmani Cristina Panara Enrico Picchio Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Chiuso in redazione il 9/03/2012 progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione (An) stampa: Grafiche Ricciarelli (An) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 abbonamenti@mlmagazine.it Editore GGF Group

NEL 2012 PUNTEREMO SU UNA STRATEGIA DIVERSIFICATA

142 Nardo Filippetti

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EDITORIALE di Flavio Guidi

Che il mondo della finanza non diventi il padrone della nostra esistenza La politica “vera” dovrebbe esercitare un ruolo efficace di controllo

L

a funzione del credito e della finanza non è da sottovalutare: è lo strumento che consente la moltiplicazione degli affari, quindi la creazione di reddito e di sviluppo. Il problema, semmai, è un altro: occorre calibrarne il ruolo. Come? Controllando l’indebitamento, la famosa “leva finanziaria”. Ma cerchiamo di procedere con ordine. Ogni patrimonio è composto da impieghi (o utilizzi), fattori necessari allo sviluppo del fatturato e delle vendite. A fronte degli impieghi vi sono le fonti. Queste due categorie di voci configurano uno stato patrimoniale. In un’ottica di contrasto a fenomeni di abuso (per i quali spesso a ragione si punta l’indice contro gli operatori finanziari) sono state proposte molteplici soluzioni e vie di uscita: da parte mia, ritengo si debba e si possa intervenire, legiferando, sulle interconnessioni che attualmente regolano il sistema, attraverso misure riconducibili essenzialmente a tre filoni. Primo. Lavorare sul fronte degli impieghi. E’ fondamentale inibire o comunque limitare quanto più possibile quegli impieghi che si ritiene siano nocivi, con l’effetto di “limitare” le attività ad essi correlati. Secondo. Regolare le modalità di erogazione del credito nonché le singole tipologie di operazioni intraprese in tale ambito. Il tutto con l’obiettivo di parametrare, organizzare meglio

e, aggiungerei, “normalizzare” l’ammontare dei corrispettivi connessi ai finanziamenti e alle aperture di credito in genere (non è un caso se proprio il recente decreto “liberalizzazioni” interviene in tal senso, provocando le veementi reazioni dell’associazionismo bancario (per la verità assai prevedibili …). A quanti, nel mondo finanziario, argomentassero di non trarre risorse sufficienti per rendere economica la gestione, suggerisco di adottare nuovi modelli gestionali finalizzati all’efficienza e, in subordine, … ad uscire dall’attività svolta. Terzo. Regolare l’entità del flusso derivante dagli utili, allo scopo di ridurre gli effetti sull’accumulo, evitando quindi la creazione di patrimoni rilevanti e conseguenti centrali di potere. A tal fine sono d’accordo con quanti sostengono di utilizzare la leva fiscale, creando un sistema di tassazione fortemente progressivo sugli utili. Un’altra via potrebbe essere quella di disciplinare il controllo societario o regolamentare meglio i diritti di voto in assemblea. Il tutto condurrebbe ad una gestione a livello “politico” del credito, evitando le concentrazioni e la creazione di grossi patrimoni. Si riprenderebbe in mano la funzione positiva e necessaria del credito evitando che lo stesso sistema creditizio e finanziario domini la scena economica e politica del Paese e dei Paesi, tralasciando la funzione “sociale”, che invece dovrebbe esserle propria.

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PRIMO PIANO

Grandinetti Maria Ida Creatività e ingegno da architetto, passione e dedizione innata: con queste caratteristiche l’imprenditrice ha scritto, insieme al fratello Nazareno, la storia della quarta generazione di una delle eccellenze commerciali del territorio. Siamo a marzo e ci facciamo una chiacchierata tra donne… di A. Dachan

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ignora Ida, cosa significa per Lei portare avanti il prestigio e il nome di una famiglia che da oltre un secolo segna lo stile e l’anima della città? “È una gioia e allo stesso tempo una grande responsabilità. La nostra è una tradizione consolidata, siamo alla quarta generazione. Non si è trattato, però, di un semplice passaggio di testimone, ma di una scelta fortemente voluta. Consideri che mio fratello Nazzareno è un mancato ingegnere civile e io un mancato architetto: abbiamo deciso di continuare la tradizione di famiglia iniziata da mio nonno nei primi del ‘900. Lui era indiscutibilmente un uomo all’avanguardia, un creativo, un innovatore e mio padre, ventesimo di ventuno figli, ha ereditato questo suo spirito”. Quindi è soprattutto a suo padre che si è ispirata per il suo lavoro? “Sicuramente mi ha insegnato molto, come anche mia madre, donna volitiva e grande lavoratrice e un altro riferimento è stata una zia paterna, madre di 13 figli, che non si sottraeva mai ai suoi doveri in famiglia e nel lavoro con il nonno. Quelle sì che erano Donne, riuscivano a

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mandare avanti impegni differenti con saggezza e determinazione, senza farsi spaventare dalla mole di lavoro che si trovavano ad affrontare. Da mio padre, che era un esteta, ho ereditato soprattutto l’amore e il gusto per l’armonia delle forme, mentre mio fratello Nazzareno, che con me ha condiviso l’impegno di una vita, è più razionale, matematico. Diciamo che, per indole e per passione, ci siamo divisi bene i ruoli e ci siamo sempre compensati a vicenda”. Cosa avete portato di nuovo rispetto al passato? “La novità più importate è stata sicuramente l’apertura, nel 1984, del negozio di Ancona. Abbiamo sfidato tutto e tutti, le difficoltà e la diffidenza, i moniti del commercialista e persino il carattere chiuso della città. A 27 anni di distanza, confermo che Ancona è una città con cui non è sempre facile comunicare e portare novità, anche se sa amare, riconoscere e scegliere la qualità e il bello. Nel tempo la nostra clientela è cresciuta e si è fidelizzata e oggi abbiamo ben tre punti vendita sparsi lungo il principale corso della città.”


Se tornasse indietro, rifarebbe la stessa scelta? “Con il senno di poi mi rendo conto che ci ha sempre motivato una grande passione e vocazione, che ci ha dato la forza di affrontare ogni sfida, anche quando ha significato rischiare e investire spesso senza ottenere un reale ritorno. Come imprenditori abbiamo scelto un percorso da compiere e come compierlo, puntando sulla nostra autonomia e libertà completa. Mentre nonno era anche produttore, noi ci siamo dedicati esclusivamente alla vendita. Un buon imprenditore deve sentire il polso del mercato e coglierne le reazioni per poter decidere dove e come investire: ecco perché, ad esempio, abbiamo rinunciato all’idea di aprire un negozio a Milano, ma ne abbiamo voluti ben tre ad Ancona. Il problema delle città di provincia, che non sono tradizionalmente legate alla moda, tuttavia, è che certe realtà commerciali rischiano di venire penalizzate, ghettizzate”.

Cosa fate, concretamente, per tastare il polso al mercato? “Passiamo due mesi l’anno a Milano proprio per fare ricerca. Nei restanti dieci mesi è la vita in negozio che ci dà la misura concreta di quello che vuole il mercato, soprattutto la clientela femminile. Le donne, infatti, sono le acquirenti principali, sono il target più esigente e stimolante; grazie al confronto diretto con loro lo sguardo riesce ad andare molto in avanti e a intuire le tendenze e le esigenze, stagione dopo stagione. Le donne hanno pretese diverse e queste sono l’adrenalina di un imprenditore, perché è proprio la clientela femminile che stimola e suggerisce le tendenze”. Secondo Lei, allora, perché sono tendenzialmente gli uomini a disegnare la moda? “Me lo sono chiesta spesso anche io e non è facile rispondere. Devo dire, però, che c’è una differenza tra amare le donne e disegnare per loro. Tra gli stilisti che

hanno amato le donne l’emblema è e resta Valentino, che faceva sentire le donne regine, mentre molti altri suoi colleghi si limitano a creare pezzi di consumo, che non hanno personalità, poesia. Nello specifico della produzione calzaturiera, l’ambiente è prevalentemente maschile, mentre nella fase della vendita sono assolutamente protagoniste le donne”. Quanto conta la calzatura nel look di una persona? “La calzatura determina lo stile e la personalità, racconta le complicazioni di una donna e il modo in cui si pone con se stessa e con gli altri. Il modo di indossare una scarpa, di camminare, di abbinarla con il proprio abbigliamento permette di capire cosa vuole una donna e che tipo di immagine ha di sé”. Davvero da una scarpa si capiscono così tante cose? “È proprio così. La scelta della scarpa tradisce e racconta molto della persona:

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PRIMO PIANO

il suo modo di intendere la vita, la sua situazione sociale ed economica, il ritmo con cui scandisce le sue giornate. È una chiave di lettura importante, ma bisogna saperla interpretare e per questo è fondamentale essere competenti, avere i giusti strumenti di interpretazione. Per farle un esempio semplice: una punta tonda rispecchia una donna dolce, mentre una affilata descrive una donna determinata e un po’ ambiziosa”. Che tipo di scarpa cerca una donna moderna? “La donna contemporanea è molto esigente, perché conduce una vita frenetica, piena di impegni, tra il lavoro, la famiglia e le passioni da coltivare: in ogni momento e in ogni circostanza vuole essere al top. Ha bisogno di prodotti differenti per le diverse fasce orarie e i diversi impegni. L’acquisto di una scarpa è dettato da un mix di esigenze: estetica, funzionalità, versatilità. Ci sono donne che non rinunciano alla propria femminilità per conducendo uno stile di vita intenso ed estremamente impegnativo, come le manager e le avvocatesse ad esempio”. Quando entra una cliente, in che modo riuscite ad individuarne le esigenze e a suggerirle l’oggetto ideale? “Le dirò che, chi fa questo mestiere diventa, per certi versi, un po’ psicologo. Le clienti hanno un retroterra culturale sul prodotto, quindi sanno come orientarsi. A volte è amore a prima vista con la scarpa, altre volte si lasciano consigliare e guidare da me o dalle mie collaboratrici, al punto che alcune mi dicono che potrei inviare loro le scarpe direttamente a casa, individuando l’oggetto perfetto per quel determinato momento”. Sono molto coccolati i vostri clienti… “Per noi non potrebbe essere diversamente. Come le dicevo viviamo il nostro lavoro come un’autentica missione e il contatto diretto con il cliente che entra in uno dei nostri cinque negozi deve essere curato in ogni dettaglio. Questo è un aspetto, un vantaggio, che solo i negozi autonomi possono offrire, ha una

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funzione sociale non indifferente, agisce da collante: al cliente piace riceve la gratifica, la coccola, non sentirsi un numero, uno tra i tanti. La cura dei rapporti umani, l’ascolto di ogni singola persona sono aspetti che altrove non esistono, anche in realtà che, pur offrendo grandi marchi, optano sui volumi e non sull’esclusività. Oggi la stessa comunicazione pubblicitaria si rivolge al cliente come un numero, non come una persona con un desiderio e un’esigenza da soddisfare”. Sento una punta di malinconia nelle sue parole… “Non sbaglia: purtroppo la scelta di certe politiche economiche penalizza la distribuzione autonoma, che negli anni ha scritto la storia e il prestigio dei centri storici delle città italiane. Anche le liberalizzazioni, così come sono impostate, invece di diventare un’opportunità per i commercianti e i clienti, rischiano di affossare molte realtà, che in un mercato dove non c’è una competizione professionale, ma solo una competizione economica, non reggono l’impatto. Bisognerebbe mettere in atto azioni che facciano crescere gli autonomi. Pensi a come diventerebbero piatti e senza identità i centri storici se tutti i negozi storici si trovassero a chiudere per fare spazio ai grandi brand: le città stesse perderebbero la loro identità e diventerebbero tutte uguali. Negozi come i nostri hanno dato credibilità e visibilità a molti marchi che all’inizio erano sconosciuti e che hanno potuto farsi apprezzare anche grazie alla professionalità con cui noi li abbiamo presentati e promossi. Il nostro patrimonio non va disperso: siamo un Paese che produce bellezza, eccellenza e dobbiamo preservare questa ricchezza, tutelando la qualità del lavoro e dei servizi offerti. Mi sento ottimista in questo senso”. Come fa ad esserlo? “C’è una parte importante della clientela che non rinuncia facilmente al piacere dell’oggetto esclusivo, di due chiacchiere con il negoziante che lo sa ascoltare, capire, consigliare. Il mercato non può ignorare questa realtà”.


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COVER STORY

Fiorella Bacchelli Faggiolati

Sposata con l’imprenditore Giovanni Faggiolati, madre di una figlia, Dora, laureanda alla Luiss di Roma in “Economia e Management”. Oltre a seguire direttamente diverse aziende, occupa una posizione al vertice della Faggiolati Pumps Spa, rivestendo la carica di Procuratore Generale. L’azienda di produzione pompe sommerse, attualmente esporta il suo prodotto in tutto il mondo.

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Amo sentirmi artefice del mio destino

Procuratore Generale della Faggiolati Pumps, imprenditrice, moglie e madre: il segreto del suo successo è saper conciliare il lavoro, la vita familiare e gli amici, avendo trovato il giusto equilibrio dopo tante rinunce personali. La carriera per le donne in Italia? “Purtroppo è ancora un lusso” di A. Dachan

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ott.ssa Faggiolati, vista la Sua esperienza, le donne in impresa oggi hanno davvero pari opportunità con gli uomini? “Non tutte le donne in impresa hanno avuto la mia stessa fortuna: anche se da sempre sono le donne a tirare le fila di tutti i discorsi, il divario tra uomini e donne, purtroppo, è ancora molto forte. Nelle imprese di famiglia il ruolo delle donne è quasi sempre invisibile e nascosto o comunque sempre in seconda linea e pur rivestendo ruoli fondamentali le donne rimangono spesso nell’ombra. Anche nelle grandi aziende si tende sempre ad assegnare agli uomini posizioni di controllo e di potere: salvo che in rare eccezioni, tutte le occasioni sono declinate al maschile”.

Cosa significa essere imprenditrici/tori all’epoca della crisi? “Stiamo vivendo, in generale, un momento di grande difficoltà economica dove tutto è concentrato sulla riduzione del debito pubblico, con un conseguente aumento delle imposte e una riduzione del reddito disponibile dei privati e delle aziende. Non si focalizza l’attenzione sul fatto che il futuro del nostro Paese è affidato alle mani delle piccole/medie imprese, che diversamente da quanto sta accadendo, dovrebbero essere incentivate ad aumentare la produzione, lavorando al meglio, guadagnando spazio e maggiore competitività, permettendo di esportare di più ed importare di meno. È fondamentale, in questo momento, non compromettere le aziende sane e potenzialmente espansive, per poter trarre vantaggio dai grandi interventi strutturali su cui si fonderà il ritorno dell’Italia a tassi di crescita soddisfacenti. Dovrebbero essere realizzate iniziative per quelle imprese che hanno ordini all’estero ma non trovano il credito necessario per evaderli. Dovrebbero essere restituiti alle imprese i loro soldi, ovvero i debiti della Pubblica Amministrazione per pagamenti abusivamente ritardati. Dovrebbe essere obbligo delle banche, che in questo momento hanno ricevuto il generoso prestito da parte della Bce al tasso dell’1

per cento, smettere di tenere quei soldi destinati alla crescita economica congelati nei loro conti correnti, usandoli principalmente per la sistemazione delle loro questioni interne, darli alle imprese e a tassi accessibili diversamente da quanto sta ora accadendo con il tacito consenso di chi ci governa. Non sono un’economista e per scelta non mi sono mai dedicata alla politica, ma ritengo che se il nostro Paese vorrà vantarsi in futuro di una base industriale almeno sufficiente, questi interventi debbano essere avviati immediatamente”. Secondo Lei, la normativa italiana è adeguata a sostenere le donne nel loro doppio ruolo di professioniste e madri? “Indipendentemente da ciò che si afferma a livello di propaganda, ritengo che ci sia ancora una forte incompatibilità tra il ruolo di madre e la carriera imprenditoriale. Le donne che lavorano devono ogni giorno superare quel grande disagio del dover incastrare le loro responsabilità imprenditoriali con l’organizzazione familiare: sono molto gravate da questo doppio ruolo, che spesso non concede loro la tranquillità giusta per godere e realizzare in pieno le loro doti professionali. Infrastrutture carenti, mancanza di asili nido, incentivi per creare nuove attività quasi inesistenti o inaccessibili, sono un male storico del nostro Paese, che molto spesso impongono alle donne di dover scegliere tra l’essere madre o realizzarsi nel lavoro. Mi dispiace ammetterlo, ma in Italia credo che la carriera per le donne sia un lusso, tanto che il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d’Europa: una vera “gender gap” tra uomini e donne occupati. Basti solo pensare che il Ministro Fornero sta cercando di proporre incentivi alle aziende disposte ad assumere donne: il fatto che tali proposte debbano essere caldeggiate nel 2012, sottolinea quanto il ruolo della donna nel mondo del lavoro sia penalizzato e quanto ci sia ancora disparità nella scelta tra un candidato donna e uomo. E’, inoltre, pura realtà che mentre l’uomo, quando torna a casa dal lavoro si riposa…. le donne invece iniziano un altro lavoro.

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COVER STORY Solo un essere generoso come la donna/mamma è disposta a un simile sacrificio, ma non mi convincerò mai che questo sia giusto. Personalmente, come ha affrontato questa sfida? “Ho conquistato la mia attuale posizione, di grande privilegio, con tanti sacrifici: per anni mi sono dedicata quasi esclusivamente al lavoro e alla mia famiglia, sacrificando quasi completamente la mia vita di “società”, perdendo anche tante amicizie che, pur avendo voluto diversamente, non avrei avuto tempo di coltivare. È proprio a questa mia crescita professionale che devo il mio attuale modo di essere e anche al vantaggio di sapere, finalmente, selezionare gli eventi a cui partecipare e gli amici a cui poter dare e dai quali poter ricevere nei momenti di difficoltà, che la nostra vita a volte ci riserva. La mondanità, intesa in senso superficiale, ora, oltre a non interessarmi, mi fa paura e io credo di avere capito, grazie alla mia esperienza, qual è il modo giusto per vivere un tempo di qualità”. C’è un episodio della Sua vita in cui lavoro e famiglia sono diventati in qualche modo un tutt’uno? “Ricorderò sempre, fino a quando avrò vita, mia figlia Dora quando andava all’asilo, che a tre anni era forse l’unica bambina ad avere il cellulare: ovviamente poteva chiamare solo i numeri codificati, dei suoi genitori e di sua nonna e il numero delle nostre aziende. Ricordo con tenerezza i momenti in cui le maestre, quando andavo a prenderla nel pomeriggio, ridevano riferendomi i discorsi che Dora faceva ai suoi compagni, che la guardavano stupefatti non riuscendo logicamente a capire, a quell’età, di cosa lei stesse parlando: “Oggi mamma ha caricato tanti ordini e ha fatto tante bolle e fatture e il dollaro oggi ha guadagnato”. Neanche lei forse capiva cosa stesse dicendo, ma questo dimostrava che sin da piccola era già coinvolta, senza rendersene conto, in quel mondo di economia e finanza in cui adesso si sta specializzando, studiando in una delle Università più rinomate in Italia”. Come riesce a conciliare grazia e femminilità in un settore “così maschile”? “Da sempre la bellezza è considerata uno strumento di successo, di carriera e di ascesa sociale; è una statistica, purtroppo, che le belle e giovani donne avranno sempre più attenzione delle colleghe di mezza età e le loro gambe accavallate valgono, in alcuni casi, molto di più dell’esperienza e della preparazione. In tutto il mondo imprenditoriale, politico, cinematografico si individua la forza del richiamo femminile: un certo tipo di donne credono, fino ad una certa età, di poter vincere a questo gioco. Ma contro il banco alla lunga non si vince, si può solo perdere un po’ più tardi: non capiscono a priori che è proprio quel tipo di comportamento, il sigillo sulla loro subalternità. La realtà è che in Italia le donne vengono assunte sempre meno, pagate peggio e promosse con difficoltà, rimanendo spesso vittime dell’orgoglio maschile: quell’antico sentimento che vorrebbe la donna nell’unica veste di accompagnatrice, intrattenitrice, testimone affascinata oltre che affusolato trofeo…”. Quando finisce di lavorare, come impiega il suo tempo? “Devo dire che il mio tempo libero, quando sono fortunata, è limitato al fine settimana: amo stare in casa, qui dimentico il

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resto del mondo, i molteplici problemi giornalieri da risolvere sul lavoro e mi ritrovo con la mia famiglia, le cose a me care e gli amici veri, che mi danno gioia e che arricchiscono la mia vita e stimolano i miei obiettivi”. La creazione di un clima favorevole è uno degli aspetti più importanti per migliorare la qualità del lavoro in azienda: quali sono le vostre politiche in questo ambito? “Il rispetto e l’educazione penso siano alla base di tutti i rapporti, anche tra titolare e dipendente. Ogni collaboratore è apprezzato per il suo lavoro, qualunque esso sia e, nel mio caso, ad alcuni di loro devo rivolgere un grazie particolare per avermi supportato nel raggiungimento degli obbiettivi professionali prefissati. Alla fine, i diversi successi sono andati sempre anche a beneficio di tutti coloro che in qualche modo hanno partecipato, facendo parte di questa nostra, grande “famiglia aziendale”. Come descriverebbe la Sua azienda? “La Faggiolati Pumps Spa è l’azienda fondata da mio marito: la definirei, come spesso ci dicono anche clienti e fornitori più grandi di noi, “una piccola bomboniera”. Ha infatti, tutto quello che un’azienda deve avere: un ufficio tecnico con dodici ingegneri, un ufficio commerciale Italia con cinque responsabili vendite, un ufficio estero con cinque responsabili vendite che parlano perfettamente un minimo di tre lingue, un reparto gestione ordini, un reparto amministrativo clienti e fornitori, un ufficio acquisti, un bel reparto produttivo, un reparto collaudo prototipi e produzione, un reparto spedizioni”. Il made in Italy fa ancora la differenza? “Nonostante un panorama concorrenziale ormai evoluto su scala mondiale e non più ristretto ad un ambito nazionale o europeo, fortunatamente l’Italia ricopre ancora un ruolo di prestigio per funzionalità, qualità e design. Nonostante tutto, non dobbiamo dimenticare che la mancanza di opportunità nel nostro Paese è stata la causa di fuga di giovani e valide menti che si sono visti costretti a lasciare l’Italia, nella speranza di poter realizzare i propri sogni: molti di loro ce l’hanno fatta esportando le nostre doti, tenendo alto l’orgoglio nazionale. Il made in Italy è il punto di forza della Faggiolati Pumps Spa. Ancora prima della tradizione calzaturiera nelle Marche c’era e c’è una tradizione meccanica: nel ‘700 si fondevano le monete d’oro per il “Regno dei Papi”; durante le ultime guerre vi erano molte officine e fonderie meccaniche, anche a Tolentino e a Civitanova Marche (ricordiamo tra le tante la “Cecchetti”). Noi, in primis mio marito, abbiamo ripreso questi valori mettendoci del nostro, realizzando il prodotto completamente in Italia, utilizzando materie prime esclusivamente italiane e avvalendoci della collaborazione di fornitori soprattutto locali. Ritengo che la realtà marchigiana sia ricca di grandi “piccole imprese” e penso che i marchigiani abbiano, a differenza di altre regioni in Italia, una grande qualità imprenditoriale, oltre a tanta voglia di lavorare”. Qual è il quadro del vostro specifico settore? “La situazione attuale nel nostro settore è dominata da multinazionali tedesche, svizzere, americane e svedesi, che hanno cercato in tutti i modi di ostacolare la nostra crescita e “di-


Una donna diretta, concreta, leale nel rapporto con gli altri. Ci riceve nella sua abitazione e dice: “Qui dimentico il resto del mondo, i molteplici problemi giornalieri da risolvere sul lavoro e mi ritrovo con la mia famiglia, le cose che amo e gli amici veri, che mi danno gioia e che arricchiscono la mia vita e stimolano i miei obiettivi�. 29


COVER STORY struggerci”, fortunatamente senza riuscirci. Oggi, constatando che siamo una solida realtà, ci rispettano. Il nostro settore, inoltre, negli ultimi anni ha subito attacchi dalla concorrenza cinese e indiana: realtà, queste, che si sono evolute e si stanno ancora evolvendo con grande velocità. Ed è proprio per questo che la Faggiolati Pumps Spa non ha mai abbandonato la produzione speciale: sono poche le società straniere che, come la nostra azienda, lavorano su commessa, vantando affidabilità e qualità del prodotto, non obbligando il cliente all’immagazzinaggio di grandi quantitativi di merci. Grazie alle grandi capacità di innovazione di mio marito Giovanni, il marchio Faggiolati ogni giorno è analizzato, comparato, selezionato e scelto da clienti di tutto il mondo”. Il vostro è un ambito in continua evoluzione: cosa fate per essere al passo con i tempi? “Già da dieci anni collaboriamo con Università, in particolare con la “Sapienza” di Roma Divisione Meccanica e Aereonautica, sviluppando molteplici studi sulla fluodinamica; oltre che con le Università di Ancona e Camerino, investendo il 15 per cento del nostro fatturato in ricerca e sviluppo, creando 20/25 prodotti nuovi l’anno: davvero un’enormità! Investiamo in macchinari di avanguardia, facciamo molta formazione interna a tutti i livelli e tengo a sottolineare che a mio marito piace molto il sistema “Toyota”. Ogni anno facciamo tantissime fiere in Italia e all’estero. Stiamo molto attenti alla solvibilità, tutelandoci continuamente nelle nostre vendite: riteniamo che la migliore concorrenza che si possa fare ai concorrenti sia lasciare loro i clienti che non pagano”. Come vede il futuro dell’azienda? “Abbiamo sempre lavorato investendo continuamente in tecnologia e ricerca: in più, ben sei anni fa abbiamo acquistato cinque ettari di terreno lungo la superstrada (uscita Macerata Sud) su cui costruire la nuova sede e proprio in questi giorni partiremo con i lavori di lottizzazione. Avete capito bene…ci sono voluti tutti questi anni solo per ritirare i permessi per procedere alla re-

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alizzazione del nostro progetto: questa, purtroppo, è la realtà italiana, che invece di agevolare lo sviluppo delle aziende, incentivando la ricchezza e il benessere del Paese, pone sempre continui limiti burocratici, allontanando sempre di più anche gli eventuali investitori stranieri. Ribadisco il mio pensiero: un Paese senza buone industrie può andare incontro solo alla povertà e alla rovina”. In generale, che consiglio darebbe alle giovani donne che vogliono fare carriera? Quali sono i segreti per farsi valere e avere successo? “Tengo doveroso sottolineare che il successo nella vita e nel lavoro non sempre dipende unicamente dalle nostre capacità personali, ma a volte è legato a tante circostanze positive e negative che la vita ci riserva. Credo però di poter affermare, senza rischio di essere smentita, che tenacia, caparbietà, abnegazione al lavoro, passione per ciò che si sta facendo, amore per le sfide e desiderio di superare i propri limiti possano essere tutti buoni elementi che contribuiscono al successo personale in qualsiasi settore. Tutto questo ha un grande prezzo: si perde la tranquillità, la serenità e a volte il tempo per se stesse, che nel mio caso specifico è quasi inesistente. Ma io sono felice di come ho impostato la mia vita e la mia attività imprenditoriale: lavoro anche venti ore al giorno, ma non mi lamento. Amo sentirmi artefice del mio destino; spero di continuare a lavorare per il resto della mia vita e consiglio di cuore a tutte le donne in carriera di vivere il loro futuro nella speranza di realizzare i propri sogni, mettendo da parte tutti i rimpianti o paure di non potercela fare. Posso affermare senza alcuna esitazione che la realizzazione in famiglia e sul lavoro sia la base del grande successo personale di ogni donna: consiglio vivamente di conciliare, cercando di superare tutte le difficoltà, gli impegni di lavoro con quelli della gestione familiare senza far rinunce per le quali quando non sarà più possibile tornare indietro ci si potrebbe amaramente pentire. Auguro a tutte le donne di raggiungere quella serenità e completezza che io, faticosamente, in questi ultimi vent’anni mi sono conquistata”.


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foto: Maurizo Paradisi

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“Il laboratorio è il luogo dove è possibile sperimentare nuove soluzioni, scoprire direzioni alternative, provare diversi linguaggi.”

Tonidigrigio LABORATORI CREATIVI

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n insieme di sfumature che formano un pensiero creativo. Un laboratorio dove comunicazione visiva e linguaggi prendono forma.

La mattina non può iniziare senza un buon caffè fumante, meglio se in compagnia del nostro team. Il generoso divano arancione è una tentazione troppo forte e spesso si trasforma in una vera e propria “sala riunione” dove scambiare consigli tecnici sui nuovi programmi, condividere impressioni sull’ultimo workshop al quale si è partecipato oppure segnalare un blog particolarmente interessante trovato dopo una navigazione notturna decisamente ispirata. In poco tempo l’appendiabiti e la macchina del caffè diventano i confini di un vero e proprio spazio creativo, dove ciascuno si lascia “contaminare” dall’altro, in un continuo scambio di parole e gesti che mutano e maturano divenendo l’inizio di una giornata lavorativa alla quale promettiamo di offrire il massimo, aspettandoci di ricevere altrettanto in cambio. E poi chi lo dice che il nuovo cappotto a righe visto nella vetrina del centro non possa trasformarsi in un’idea per un nuovo manifesto? Pronti? Via! Uno sguardo all’agenda; quello che a prima vista potrebbe sembrare l’opera di un’artista d’avanguardia, un quadro dalle rigorose superfici geometriche, colori cangianti, stringhe di numeri in successione, è in realtà il nostro works planning generale. Colori e numeri scandiscono i tempi della nostra giornata, ci preparano a dare la giusta misura al lavoro, calcolare la distanza con le scadenze, considerare “l’eventualità” per non farsi cogliere impreparati.

Suona il campanello, ecco il primo appuntamento, ogni volta un vero e proprio incontro, senza ipocrisie, rituali, ingessate formalità. La nostra comunicazione ricerca radici lontane, ama da sempre il confronto e proprio per questo crede nel valore di una stretta di mano, al sincero invito a condividere un progetto. Le cose che funzionano nascono sempre dallo scambio, da una direzione condivisa. La giornata prosegue, ora ci attende la presentazione di un progetto a cui lavoriamo da molto. Nonostante siano passati diversi anni, l’emozione è sempre la stessa, mostrare delle proposte, la soluzione ad un problema, la chiave per cogliere nuove opportunità, ci rende estremamente orgogliosi, fortunati. Ogni volta è l’occasione per mettere un po’ di noi in quello che si fa, di renderlo unico e funzionale allo stesso tempo, di tradurre le esigenze del cliente attraverso le nostre sensibilità. Ogni progetto è utile a conoscere e conoscersi, a toccare nuovi argomenti e cogliere nuove prospettive sperimentando codici, segni e concetti che si trasformano in linguaggi visivi, multimediali e tecnologici. Un occhio all’orologio, il corriere sarà passato in agenzia a lasciare la prova di stampa? Nemmeno il tempo di terminare la domanda ed una telefonata dallo studio ci conforta. Sappiamo da tempo che gli strumenti e le strategie sono fondamentali, permettono di avere una solida base, ma da sole non bastano, per raggiungere obiettivi importanti occorre un elemento essenziale al quale noi crediamo da sempre, un fattore imprescindibile in ogni fase del nostro lavoro: il valore delle persone, il tutto è superiore alla somma delle parti.

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“Colori e numeri scandiscono i tempi della nostra giornata, ci preparano a dare la giusta misura al lavoro.”

Ma com’è Tonidigrigio? Un mix, un’alchimia di diversi elementi: personalità, capacità, semplice curiosità, entusiasmo nel vedere crescere un progetto, il piacere di incontrare, di condividere successi ed il coraggio nell’affrontare nuove sfide. Valori che alimentiamo giorno per giorno, riflettendoci, forse è proprio questo il nostro vero lavoro: dare spazio alla persona, alle sue intuizioni, al proprio sentire, al proprio lavoro, confrontandoci insieme. Nonostante il nostro nome, certi grigiastri malumori li lasciamo volentieri ad altri. A dispetto dei luoghi comuni, il grigio ha tanti di quei toni da essere il più vivo dei colori. Tonidigrigio progetta e realizza sistemi di comunicazione integrati, pensati per essere in dialogo con vari media e diversi linguaggi: dall’Advertising alla Corporate Identity, dal Marketing al Web Design. Tonidigrigio ha visto selezionati alcuni dei suoi progetti tra i migliori a livello nazionale da Aiap Community nel 2007, da Spaghetti Grafica nel 2009 con presenza alla Triennale di Milano, da Progetti di Gagliardini e nel web per il Premio Web Italia, Design Licks, nelle directory e community dedicate al web design come CSS Glance, CSS Mania, Italian Web Design, Css Gallery e molti altri. Alcune tra le Aziende e gli Enti che hanno scelto Tonidigrigio come partner per la comunicazione: Elica spa, Panatta Sport (in collaborazione con Pininfarina), Tre Valli Cooperlat, Caterpillar, Filippetti Spa, Colonnara, Acrilux, CNA provinciale di Ancona, Comune di Jesi, Università Politecnica delle Marche, Seda (in collaborazione con Mediaset e IBM), Eli Edizioni, Cantiere delle Marche, Stosa Cucine, Till-12, Herbal Touch, Camping Sport, Chatwin, Rosapetra Cortina, Scuola Internazionale di Comics, Zap Juice.

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epe è il nostro blog, ma in realtà è molto di più. Crediamo che questo strumento sia l’ideale per raccontarci e fissare in un luogo condiviso le nostre esperienze, i nostri progetti, e soprattutto i nostri occhi curiosi e attenti nel mondo della comunicazione, della grafica e del design. Abbiamo voluto chiamarlo Pepe perchè, come la spezia, il nostro blog sa essere forte e penetrante, ma anche curioso e vivace. Pepe ci assomiglia alla perfezione! Ogni mese Pepe viene visto da 2000 persone, e ovviamente la cosa ci fa veramente felici. pepe.tonidigrigio.it

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atches nasce dalla necessità di condividere in maniera semplice contenuti progettuali altrimenti caduti nel dimenticatoio; per ricucire quello strappo nato tra il lavoro su committenza e la personale attitudine al progetto. Gli studi, che per necessità vengono scartati, ma che reputiamo validi e a cui magari ci siamo affezionati, tornano in vita sotto forma di wallpapers. Patches è il nostro spazio dove sperimentazione, tecnica e un pizzico di follia creativa inventa nuovi linguaggi o, semplicemente, emoziona. Svincolati dal limite temporale di una scadenza, Patches viene aggiornato di nuovi contenuti a ritmo costante, spesso rivelandosi un vero e proprio archivio interno dal quale attingere. patches.tonidigrigio.it

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CONTROCOPERTINA

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IL PERSONAGGIO

Linda Valori

“Dalla mia voce prendo serotonina allo stato naturale, l’unica che mi serviva e l’unica che mi serve” Vibrazioni Jazz-Blues e tanta energia per la sanbenedettese con una delle voci più belle d’Italia di A. Dachan

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uole raccontarci il Suo primo incontro con la musica? “Io devo ringraziare da sempre i miei cari genitori che consapevolmente o non, ma fa niente, sono stati dei grandi fruitori e divulgatori di musica, andando oltre le mode commerciali del momento, “bombardandomi” dolcemente l’udito da quando mia madre mi aveva nel suo grembo, con musica di prima qualità. Da lì in poi le “impronte musicali” hanno preso sempre più forma nel mio cuore e nella mia mente. Che bello! Che fortunata che sono stata! E la multiculturalità nella mia famiglia mi ha permesso di sviluppare diversi linguaggi, che si sono promossi tutti verso la musica e la mia autostima e, lo sappiamo, l’autostima si forma anche grazie all’appagamento di quanto un individuo riesce nel comunicare e gli altri nel recepire. È qualcosa di bellissimo”.

La musica è la Sua chiave per scoprire il mondo? “Ho sempre avuto la necessità di comunicare, ecco perché la musica e’ stata la mia prima anzi, la mia primordiale forma di linguaggio, antecedente alla parola stessa! E poi…dalla mia voce, per una questione empatica di vibrazioni fisiche e spirituali, prendo serotonina allo stato naturale, l’unica che mi serviva e l’unica che mi serve. Ho persino coniato il termine “Cantoterapia” per il mio prossimo lavoro a livello didattico, perché io ho una laurea e un master, che ho voluto impiegare allo studio medico e artistico del canto, definendo una specie di metodo che spero porterò il prima possibile in giro per l’Italia e fuori, nei seminari che faccio, anche a Chicago, in sede semifissa con uno dei più importanti College americani…spero bene e per scaramanzia ve ne parlerò più in la!”.

Cosa le hanno dato, umanamente e artisticamente, i numerosi premi che ha vinto? “La gioia e’ stata immensa perché nella costruzione di un individuo i successi ti compongono la personalità! La musica dopo i miei successi rimaneva sempre qualcosa di pulito… mai un trofeo. Ma la cosa meravigliosa e’ che di ogni successo ho gioito con le persone che amavo: con i miei amici, con la mia famiglia, con il mio team lavorativo (che e’ un’altra famiglia a tutti gli effetti), con le squadre sportive in cui sono stata, con i miei professori, con i miei fan…e con tutti coloro per cui nutrivo stima e senso di appoggio”. Come è avvenuto l’incontro con Simona Ventura e Tony Renis? “Il motivo per cui la mia canzone e’ piaciuta alla giuria era il fatto che non era stata scritta per Sanremo, ma da me

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IL PERSONAGGIO

A 17 anni vince il Concorso Nazionale “Una nuova voce italiana” “E’ stata la mia prima esperienza “ufficiale”, importante certamente, ma sicuramente non quella che mi ha fatto “godere”…avevo ancora un certo timore a “scoprirmi”, visto che avevo sempre pensato alla musica come un fatto esclusivamente intimo! La musica era il mio gioco, di cui ero gelosa”

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stessa, in casa, con un pianoforte semiscordato, con la musicassetta in un vecchio registratore e la mia voce di cui subito si sono innamorati. L’incontro e’ stato di una semplicità disarmante: iscrizione cartacea con invio demo, chiamata per esibizione live dove ho dato tutta me stessa. Un anno, quello, in cui potevo essere davvero ascoltata senza avere santi in paradiso per intenderci. L’anno prima avevo provato ad entrare andando alle finali, sentendomi dire (giocando loro sul mio nome) “mi spiace Linda servono altri “Valori”. Il Festival di Simona Ventura e Tony Renis sarà difeso da me sempre a spada tratta perché è stato un Sanremo coraggioso, dove davvero sono entrate persone che non necessariamente erano protette da sistemi televisivi o economici”. E l’incontro, più impegnativo, con il Papa? “Quando mi dissero che avrei cantato per il Papa la prima volta (per il grande Giovanni Paolo…) nel comunicarmi la data pensavo ad uno scherzo di cattivo gusto, visto che la data era prefissata per il 1 aprile! Dunque tutte le premesse facevano pensare al famoso pesce d’aprile! Ma poi non è stato così; mi ritengo fortunata di aver cantato 6 volte per il Papa ed è strano che nonostante ci fossero migliaia se non milioni di persone, in realtà la sensazione era di “calore familiare”, di protezione e di tanto riconoscimento di ciò che stavo facendo”. Come descriverebbe il sodalizio con Massimo Ranieri? “Da Massimo c’e’ da imparare tanto…la sua devozione allo studio, all’arte, alla meritocrazia del palco…eh sì perché se a lungo andare non ti prepari il palco è un’arma a doppio taglio. Invece lui mi ha fatto capire che col duro lavoro e la costanza si va oltre ogni raccomandazione. “Linda tieni duro…sei tosta! La strada più lunga rafforza i polpacci!” E sono sicura che sia così”. A quale dei suoi dischi è maggiormente affezionata? “I miei dischi sono fasi di vita tutte concatenate tra di loro. Non c’è passato senza presente e futuro e viceversa. Dunque, se in passato ho fatto cose che mi sono piaciute meno, in realtà hanno dato for-

ma, paradossalmente, a ciò che al giorno d’oggi mi piace di più! Auguro ad ognuno di avere questa bella sensazione di appagamento. Davvero col cuore”. Cosa esprime quando canta? Che effetto le fa cantare di fronte ad un pubblico internazionale? “Per me l’arte è verità, pura bambina. Dunque quando canto se esprimo la mia verità mi sento appagata. È la forma di appagamento più bella che una persona possa avere… “dire la propria e dimostrare”. Il pubblico internazionale e italiano è tutt’altro che sordo a questo mio modo di concepire. È straordinario, un terreno fertile”. Che legame ha con le Marche? “Beh il mio legame con le Marche e’ palesemente familiare, sia affettivamente, che fisicamente. La nostra regione ha delle risorse enormi. Riguardo alla possibilità di emergere non paragonerei tanto il “cantante”alle Marche, ma a tutta l’Italia. Non sono né l’ultima, né la prima a guardare la cultura italiana con un sorriso compassionevole…eppure abbiamo un patrimonio immenso. Abbiamo il pane (tra poco manco quello), ma i denti sono purtroppo marci. Classi politiche? Televisione che supporta un sistema di sedazione generale? Il popolo dormiente? Tutto e’ concausa del nostro degrado, nonostante siamo una potenza in teoria. C’è rassegnazione e poco spirito di sacrificio, non tanto nell’ammazzarsi di lavoro, ma di “reazione”. E le vie dei “Talent”? “I ragazzi che, giustamente, tentano le strade dei reality sperando che il successo sia dato da una canzone, in un certo senso si illudono. Sì, forse la fama del momento te la dà una canzone, ma il successo te lo danno il tempo, il mestiere e lo studio. Ma in mezzo a tutto ciò ho conosciuto gente geniale che ogni giorno si “inventa”e lavora sodo per portare avanti un ideale di musica e a loro va il mio grazie! Le opportunità ci sono! Ragazzi, muovetevi!Andate dove vi apprezzano. Anche all’estero se fosse necessario e imparerete che la famiglia e l’autostima non sono solo una casa o una nazione, ma chi vi sostiene ogni giorno senza mollare! Fate serate! Conoscete e non evitate gli insuccessi e non ripiegatevi in

una mera vittimizzazione! Non aspettate miracoli o apparizioni flash! Abbandonate chi non vi dà l’opportunità di esprimervi dopo tanti tentativi…nella musica, così come nella vita (mi rivolgo a studenti, lavoratori.a tutti insomma!). Sapete cosa ha l’estero di positivo? Sta facendo un “latrocinio”di menti e talenti perché stanno mettendo insieme la nuova generazione che dovrà andare a costruire… non a distruggere. I più grandi stati hanno funzionato in base alla coerenza e al riconoscimento che hanno avuto verso i propri cittadini. E scusate se mi animo, ma da appassionata del nostro paese e della mia generazione, non riesco a dire un labile e formale “non saprei…”. Vuole darci qualche anticipazione sul Suo progetto discografico a Chicago? “Sono eccitatissima per il mio lavoro a Chicago.Faccio ciò che mi sento e ciò per cui sono nata. Lì in America le priorità non si danno alle gerarchie o a quant’altro. L’unica cosa che è al di sopra di tutto è “la buona idea” e la buona musica. Grazie al mio team della Leart mi sono contornata di un Gruppo Discografico fenomenale lì di cui per ora non dico il nome. Stiamo preparando tutto, ogni cosa; il nostro codice guida è sempre “dignità e qualità”.

“Alle donne? Cosa potrei dire se non di rimanere come siamo? Toste, concrete e intelligenti. Ecco perché incentivo a farsi strada con un’unica arma, solo ed esclusivamente questa: il cervello! Perché una volta arrivate su, nell’avere il ruolo che vi spetta, nessuno vi può spodestare. È sempre questa “verità” che torna….” 39


BRE VI DAL TERRITORIO

Addio a Walter Montanari, voce storica di Rai Marche

Sadam “vede” il commissario Nei giorni scorsi il Presidente Napolitano ha firmato il decreto con il quale il Governo ha nominato i commissari ad acta dell’ex zuccherificio di Eridania Sadam. Il primo adempimento che li aspetta sarà quello di seguire da vicino l’iter relativo alla centrale a biomasse della Power Crop, destinata ad essere realizzata nello stabilimento di Campiglione.

A ROMA LE “MERAVIGLIE DALLE MARCHE”

“Tipicità”, per la XX edizione ospiti Gorizia e la Serbia L’edizione 2012 di Tipicità – il Festival dei prodotti tipici marchigiani che si terrà dal 21 al 23 aprile a Fermo – è dedicata alla macroregione adriatico-ionica. Come ospite italiana è stata scelta Gorizia mentre l’ospite stranierà sarà la Serbia.

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Addio a Walter Montanari, voce storica di Rai Marche Nei giorni scorsi ci ha lasciati Walter Montanari, storico giornalista marchigiano, dapprima inviato de L’Unità e successivamente alla Rai regionale (dove divenne vicecaporedattore a fianco di Tonino Carino, scomparso nel 2010), per concludere la carriera nel 1996.

Sadam “vede” il commissario

A Roma le “Meraviglie dalle Marche” Dal 3 maggio al 9 giugno il Vaticano ospiterà 47 opere (da Tiziano a Rubens, da Crivelli a Pinturicchio, dal Lotto al Paolo Veneziano) provenienti da varie località marchigiane: Ancona, Urbino, Ascoli Piceno, Fabriano, Jesi, Loreto, Fermo e San Severino Marche La mostra sarà allestita a Braccio di Carlo Magno in piazza San Pietro da Artifex.

“Tipicità”, per la XX edizione ospiti Gorizia e la Serbia


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ALTO ARTIGIANATO

“Alcuni oggetti sembrano avere un’ispirazione molto poetica, come ad esempio quella della brocca e del brocchetto... (che sembra il seno materno) o la pigna per cuocere i fagioli o per il formaggio, che anche il nome indica decisamente l’ispirazione del frutto del Pino”

L’arte della bottega Annamaria Bozzi: “Le nostre colline morbide devono aver ispirato rotondità altrettanto morbide per il vasellame” di M. Cursaro

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erracotte: un’intramontabile passione “La lavorazione dell’argilla trasmette molte emozioni: sono quelle diffuse nella natura, di cui la terra è madre, ma anche emozioni offerte dalle tradizioni dei popoli che la abitano. E’ per questo che il lavoro artigianale, nel mio caso la lavorazione delle terrecotte, rappresenta un’intramontabile passione, perché rinnova in continuazione le esperienze e riconduce l’artigiano al cuore del mondo”. Bozzi è sinonimo di un’eredità di 160 anni è impegnativa: avete mantenuto la stessa anima del passato o avete inserito innovazioni? “L’aspetto esterno della bottega mantiene la struttura e anche il sapore dei vecchi laboratori; tuttavia, sono state necessarie alcune innovazioni. Si tratta dei torni a pedale per la foggiatura, che sono stati sostituiti con quelli elettrici. Si

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tratta anche del forno a legna che oggi, pur cuocendo regolarmente nella nostra bottega, è affiancato a forni a gas. Senza queste basilari innovazioni il mestiere del vasaio sarebbe stato completamente spazzato via dalla produzione industriale. Anche l’argilla... non possiamo, come una volta, andare a cavarla manualmente e quindi ci è risparmiato il lavoro della raccolta, decantazione, battitura e pulitura di questa materia senza la quale l’arte del vasaio non esisterebbe. Oggi l’argilla la compriamo già pronta per essere manipolata; ma questa operazione, ovvero la creazione del vasellame, è sempre effettuata dall’artigiano. Ad uno ad uno nascono gli oggetti dalle sue mani e ad uno ad uno, li custodisce e li completa fino alla cottura definitiva. E così, l’essenza che rende la bottega testimone di un’arte, di un territorio e quindi di una storia, è ancora tutta lì, in quelle stanze che hanno dato lavoro a tanti artigiani. Oggi, la

bottega Bozzi è l’ultimo laboratorio storico del territorio e direi che il merito sta nell’aver saputo cogliere i segni positivi del progresso, senza cambiare i connotati ad un’arte storica e così importante per un paese, come quella del vasaio. Soprattutto merito di mio padre, Mario, anello di congiunzione di due epoche, a cavallo tra il lavoro dei vasai storici e quello dei futuri vasai di Montottone. Lui, con tenacia ha tenuto ferma la tradizione popolare, apportando quelle innovazioni necessarie... e solo quelle, per essere competitivi nel nostro tempo”. L’arte artigiana: come si impara e si trasmette la manualità? “Senza dubbio, l’aver frequentato la bottega sin dalla prima infanzia, fosse anche solo per giocare, ha aiutato il mio apprendimento della manualità per quello che sarebbe diventato il mio vero lavoro. Ancora piccolini si iniziava ad


aiutare il babbo nelle mansioni più semplici, come ad esempio il trasporto del vasellame dalla stanza della produzione a quella dell’essiccazione... per poi portarla via di nuovo laddove c’era il forno. Successivamente, bisognava rifinire gli oggetti, ma anche rassettare e aiutare durante l’infornamento; tutto questo era fondamentale per l’osservazione della gestualità delle diverse fasi del lavoro e non è un caso che noi, cresciuti nella bottega, abbiamo imparato velocemente la manualità. Non v’è dubbio, comunque, che non è un mestiere che si impara da soli”. Da cosa trae ispirazione per le decorazioni e i colori? “Sicuramente il contesto ambientale ispira l’opera di un artigiano, ma anche di intere generazioni di artisti che spontaneamente arrivano a creare delle fogge che nel tempo diventano tradizione.

Le nostre colline morbide devono aver ispirato rotondità altrettanto morbide per il vasellame; anche nell’oggettistica degli antichi piceni si ritrovano linee molto simili a quelle dei vasai del nostro territorio. Alcuni oggetti sembrano avere un’ispirazione molto poetica, come ad esempio quella della brocca e del brocchetto (che sembra il seno materno), o la pigna per cuocere i fagioli o per il formaggio, che anche il nome indica decisamente l’ispirazione del frutto del Pino. Per quanto riguarda i colori, i vasai non avevano una grande scelta: con gli ossidi che reperivano con più facilità cercavano di realizzare più varietà possibili di tinte: con gli scarti del fabbro (l’ossido di ferro), provvedevano per il giallo il marrone e il nero; con l’ossido di rame, scarti del ramaio, realizzava il verde per le macchie dei piatti o per fondi di qualche anfora. Insomma, le tecniche erano essenziali, ma questo non fermava il desiderio este-

tico del vasaio che provava a differenziare la finitura dei suoi prodotti al punto da creare per ogni pezzo una sua identità: boccali con decorazioni a foglia... catinozzi e secchi bianchi con macchie o maculature verdi... piatti e bocalette marroni a macchie nere, anche se queste potevano avere qualche licenza con finitura bianca e verde. Niente pennelli... anticamente si faceva con penne di gallina o con le mani (schizzando nei vari modi). Oggi, nella bottega comunque si eseguono anche lavori di decorazione in maiolica o terra cotta decorata, ma si realizzano anche bassorilievi e personalizzazioni per il singolo cliente”.

L’arte della Bottega Via Circonvallazione, 6 63020 Montottone (AP) Tel: +39 0734 775285

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

“Promuovere alleanze per affacciarsi all’estero” World Italian Trade è una società specializzata nei servizi per l’internazionalizzazione, con una particolare esperienza nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente di I. Barone

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ottoressa Zazzini, la crisi della domanda interna ha favorito i processi di internazionalizzazione? “Da un lato è vero che una parte del mondo è in crescita e le imprese italiane è lì che devono guardare. D’altra parte, però, affacciarsi in questi mercati costa. E il problema è che in Italia manca liquidità. E le banche poi … Quindi dobbiamo assolutamente promuovere reti, alleanze, sinergie”. E anche voi vi siete adeguati a questa situazione? “Certo, proponendo servizi studiati ad hoc, con un approccio market oriented e calibrato sulle esigenze peculiari del Cliente. E’ un ambito, quello dell’internazionalizzazione, in cui non ci si può improvvisare. Oggi notiamo che il termine stesso è sulla bocca di tutti, ma non di rado si rischia di fare confusione, creando danni, economici e di immagine, alle aziende”. Lei prima accennava ai contratti di rete. “Premesso che sotto il profilo normativo esistono tuttora ampie aree di incertezza, accentuata dal fatto che spesso i consulenti stessi sottovalutano l’importanza del problema, abbiamo recentemente creato una rete nel settore dell’edilizia per realizzare un’importante operazione in Tunisia. In questa iniziativa World Italian Trade figura come ente gestore della rete, esprimendone altresì l’anima commerciale. Grazie a tale accordo i costi a carico delle Pmi aderenti si sono rivelati piuttosto contenuti”. Secondo Lei i piccoli imprenditori italiani sono consapevoli della necessità di fare squadra? “A mio avviso la situazione non è omogenea: in Emilia Romagna, ad esempio, noto una certa attenzione a certi temi, che forse qui da noi sono prematuri. Noi proponiamo associazioni snelle, con l’unico obiettivo di dotare anche le Pmi di un ufficio marketing estero a costi accessibili”.

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BORSA

Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate Biesse Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:

ELICA -45,62% + 2,95 %

Mese positivo per il titolo BIESSE, che mostra un rialzo del + 2,95% su base mensile. Inoltre, in termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra una variazione positiva del 1,43% sulla giornata di borsa del 07/03. il titolo ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 49.056 pezzi scambiati, un valore superiore alla seduta precedente ma inferiore alla media settimanale. Probabile l’avvio di una fase ad alta volatilità. Ipotesi di trend di breve al rialzo.

-50,62% -11,41%

Il titolo INDESIT COMPANY ha subìto una flessione rispetto alle rilevazioni del mese scorso, cedendo un -11% su base mensile. In termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra una variazione negativa del -0,47% sulla giornata di borsa del 07/03. Il titolo ha fatto peggio del mercato. I volumi scambiati sono pari a 474.930 pezzi, segno di una sostenuta partecipazione da parte degli operatori e di un’attenzione crescente intorno al titolo. Trend di breve incerto.

Dall’inizio del 2012, il titolo ELICA ha mostrato un trend altalenante. Dal grafico non appaiono le rilevazioni di febbraio, mese in cui tuttavia il titolo si è apprezzato, per poi successivamente deprezzarsi fino al valore di 0,90 €, segnando così un calo del -3,9% su base mensile. Inoltre, l’ipotesi di nuovi cali si rintraccerebbe nella performance negativa rispetto all’indice Ftse All-Share, (-4,64 %) sulla giornata di borsa del 07/03. Lo strumento ha fatto peggio del mercato. I volumi, pari a 90.956 pezzi scambiati, appaiano in aumento, con un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve incerto.

Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:

+3,26% +10,31%

Ancora positivo il trend del titolo TOD’S, che su base mensile si apprezza del +10%. In termini di performance rispetto all’indice Ftse All-Share, si registra una variazione positiva dell’1,06% sulla giornata del 07/03. I volumi sono risultati pari a 201.760 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione del mercato si sta intensificando, probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Ipotesi di trend al rialzo.

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-2,04% -0,58%

Tendenzialmente stabile il corso POLTRONA FRAU, anche se i dati settimanali mostrano picchi interessanti di performance, che avallerebbero nuovi apprezzamenti futuri. In termini di performance sul Ftse All-Share, si registra una variazione negativa di misura (-0,09%) sulla giornata di borsa del 07/03, mentre i volumi sono risultati pari a 77.933 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve al rialzo.

TOD’S Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:

-44,31% -3,90%

Poltrona FRAU

Indesit Ord. Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:

Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:

Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521


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VITA DA MANAGER

Laura Ottaviani “Il gioiello è un accessorio che deve esprimere il proprio modo di essere, la propria personalità: ecco perché i dettagli contano” di A. Siria

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rchitetto Ottaviani, il Suo nome è legato indissolubilmente a quello dell’azienda di famiglia: cosa significa portare avanti l’eredità di un’azienda così prestigiosa? “Sono cresciuta con il sogno di svolgere il ruolo che oggi ricopro in azienda ed è molto difficile, soprattutto per la mia generazione, poter concretamente fare ogni giorno il mestiere che si desidera. È un onore per me portare avanti il progetto che era di mio nonno, orafo, di mio padre e dei miei zii. L’azienda fa parte della mia vita fin da piccola: è un pezzo importante della mia famiglia, della mia storia. In questo scenario la mia ambizione personale è quella di poter sviluppare le potenzialità di un’azienda storica che si poggia su valori veri quali l’onesta, il rispetto e la correttezza, che nel mondo del lavoro non sono poi così scontati”. Che tipo di scelte avete adottato per conciliare innovazione e modernizzazione? “L’azienda, alla luce del nuovo scenario globale, ha saputo adattarsi alle esigenze di mercato investendo sul proprio punto di forza, quali il valore del marchio e l’innovazione di prodotto. Proprio il prodotto, del quale mi occupo personalmente, è stata la chiave di volta dell’appena concluso 2011. Immissioni continue di novità, ad intervalli di circa 3 mesi, hanno generato attese ed entusiasmo sempre nuovi e la differenziazione del prodotto e dello stile, uniti all’innovazione ed alla contemporaneità delle forme ha permesso, inoltre, un importante ricambio del parco clienti, registrando un forte gradimento proveniente da un pubblico giovane, storicamente distante dal mondo dell’argento e dei preziosi. La sfida è stata quella di presentare un

modo nuovo di reinterpretare l’argento, “svecchiandolo” e donandogli un’allure fresca e dal design elegante e contemporaneo e abbiamo centrato perfettamente l’obiettivo sbaragliando i competitor e conquistando i consumatori. Il 2011 è stato anche l’anno del ritorno ad investimenti importanti in comunicazione nei magazine di riferimento del mondo della moda, del gioiello e dell’arredamento con campagne stampa che esprimono l’eleganza e la raffinatezza del marchio Ottaviani. Inoltre, la partecipazione di Ottaviani in qualità di sponsor per svariati eventi culturali e mondani, aperture di nuovi shop in shop in collaborazione con vari partner, hanno contribuito quotidianamente al successo ed all’affermazione del brand”. Si può, quindi, parlare di trasformazione? “Sì, e mi preme dire che la trasformazione di questi ultimi anni nasce proprio e soprattutto dal prodotto. Infatti, la linea bijoux, da me fortemente voluta in un momento di down dell’acciaio, è stata un’innovazione per tutto il settore, che non aveva mai fatto entrare in gioielleria un oggetto sì in metallo ma coloratissimo e ricco di elementi, completamente distante dalla freddezza dell’acciaio e dai prezzi esorbitanti dei gioielli in oro. Il grande impatto visivo, price-point più accessibile e uno standard qualitativo eccellente sono state le caratteristiche determinanti della linea, ripeto, assolutamente nuova per tutto il nostro settore e che ora, invece, ha conquistato un’ampissima fetta di mercato per moltissime aziende. La collezione Ottaviani Gioielli allo stesso modo giovanissima (poco più di 3 anni) ha saputo inserirsi in un

mercato molto aggressivo e competitivo, ma soprattutto affollato come quello dei gioielli in argento, in modo eccezionale, ritagliandosi uno spazio definito da un design caratterizzante e unico, unito al valore aggiunto che il marchio Ottaviani conferisce. Per quanto riguarda il mondo dei prodotti e degli accessori preziosi per la casa, la parola d’ordine è consolidare i mercati ormai fidelizzati”. A proposito di conciliazione, come si abbinano il suo ruolo di creativa e quello di manager? “Fanno parte del mio modo di essere, proprio come le due facce della stessa medaglia. Il mio ingresso in azienda mi ha vista impegnata in diversi ruoli, dalla produzione fino all’area commerciale e questa formazione a tutto tondo mi ha permesso di mixare in modo naturale tutti gli “ingredienti”. Qual è il Suo percorso formativo e professionale? “La mia inclinazione alle materie creative ed artistiche è stata palese fin da quando ero piccola e i miei genitori hanno saputo intravedere in questa mia caratteristica una potenzialità importante. Per questo motivo, in

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VITA DA MANAGER

affiancamento al mio percorso scolastico, sono stata sempre seguita da alcuni artisti locali, in modo da poter apprendere le diverse tecniche artistiche. La mia formazione universitaria invece viene dal Politecnico di Milano, in cui mi sono laureata presso la Facoltà di Architettura e oggi sono regolarmente iscritta all’ordine degli architetti. Studi che mi hanno permesso di progettare gli attuali uffici direzionali aziendali, particolari ed innovativi, non soltanto per gli spazi sinuosi, ma anche per i materiali impiegati. All’Accademia delle Bella Arti di Brera, invece, ho portato avanti il mio percorso artistico con un corso di specializzazione ad hoc. Entrambe le scuole hanno saputo trasmettermi soprattutto il valore della collaborazione come esperienza di crescita. In quest’ottica, con il mio ingresso in azienda ho voluto subito intraprendere collaborazioni con l’estro e la creatività di designer nazionali e internazionali, facendo reinterpretare l’argento attraverso nuove proposte stilistiche”. Oggi che ruolo ricopre? “Attualmente mi è affidata l’intera progettazione del prodotto e la direzione marketing. Presento nuove collezioni al nostro mercato di riferimento (2291 i clienti, per lo più gioiellerie) con un ritmo molto serrato, unito ad una gestione marketing-oriented, che individua e affronta i reali problemi di mercato. Fondamentale è non rallentare il passo e continuare a stupire i nostri consumatori

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con idee nuove e soprattutto speciali”. Ci tolga una curiosità: ama indossare gioielli? “Li ho sempre amati perché fanno parte del sogno di ogni bambina, soprattutto quando si hanno i nonni gioiellieri. Malgrado questo, non li ho mai indossati o al massimo cercavo elementi minimal che, seppur preziosi, passassero inosservati. Questo fino al 2009, anno in cui ho presentato la mia prima collezione di gioielleria in argento; il 2010 invece è stato l’anno della nascita della linea bijoux. Da quel momento adoro indossare i “miei” gioielli in cui rivedo una piccola parte di me. Con gli anelli, invece, ho qualche ostilità, infatti, continuo ad abbandonarli in giro”. Qual è, secondo Lei, l’oggetto più significativo da regalare? A quale gioiello non bisognerebbe mai rinunciare? “Ovviamente ogni regalo deve essere sempre relazionato al destinatario e all’occasione. Il portaritratti o la bella lampada restano sempre i doni più graditi per la casa, una preziosa penna o i gemelli per lui, il gioiello e il bijoux per lei. Il bello nel regalo è che non ci sono più vere e proprie regole, infatti, nel caso del bijoux o gioielli non esistono più gli schemi rigidi della parure o del coordinato; si possono abbinare colori e forme in libertà. La superstizione nel regalo è ormai tramontata, quindi via libera a spille e perle. Oggi non è più come una volta quando il gioiello aveva un carico

emozionale importante, tramandato da generazioni. Il prezzo dell’oro esorbitante ha convogliato gli acquisti verso l’argento e altri metalli, più o meno preziosi, ma con un price-point molto più accessibile e un impatto visivo prezioso e chic. In realtà tutti i gioielli sono indispensabili per la donna di oggi… anche soltanto per la voglia di sentirsi più bella, più amata, più ammirata… Il gioiello è un accessorio che deve esprimere il proprio modo di essere, la propria personalità: ecco perché i dettagli contano”. Come vede il futuro di Ottaviani? “Moltissimi sono i progetti per il futuro volti a risultati sempre più importanti, non solo in performance di fatturato, ma soprattutto in termini di riconoscibilità del brand e sviluppo e innovazione di prodotto. Molte sono, infatti, le sorprese legate alle nuove linee studiate e ideate per offrire ciò che i consumatori realmente desiderano, anticipando i trend del mercato. Il momento storico è sicuramente molto difficile e il 2012 sarà un anno molto impegnativo per tutti noi che si traduce in una nuova sfida da leggere in chiave positiva…imparando dal passato e puntando sul futuro”.

Per info: www.ottaviani.com Via Toscana, 45 62010 Morrovalle Macerata 0733 865981


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CONSULENZA

Compendium, cioè guadagnare risparmiando Dal 1999 Alessandro Calabrese opera in una innovativa nicchia di mercato, fino ad allora pressoché sconosciuta, la riduzione delle spese non strategiche delle aziende. Dal 2007 è Senior partner e presidente di CRS–Cost reduction Specialists, il maggior network italiano specializzato nella riduzione delle spese non-core delle aziende. Lo abbiamo incontrato nel suo studio di Chiaravalle, che è la base operativa di un nuovo progetto dedicato alle piccole imprese: il progetto Compendium di P.Duranti

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erché una nuova iniziativa, proprio in un momento di grande sviluppo dell’attività di CRS? “Le aziende si trovano oggi ad operare in un mercato fortemente turbolento, ad elevata competitività e con margini sempre più contenuti. L’acquisto di servizi quali i trasporti, l’energia, i servizi telefonici, i parchi autoveicoli o di beni quali gli imballaggi hanno raggiunto un’incidenza sui bilanci di grande rilievo. Compendium nasce dalla volontà di rendere disponibile anche alla piccola impresa alcuni strumenti di ottimizzazione dei costi finora esclusivo appannaggio delle sole grandi imprese. è il partner delle piccole imprese che vogliono ottenere alte performance nell’ottimizzazione dei costi in alcune tra le più complesse aree di spesa aziendali. La conoscenza approfondita delle categorie di spesa, dei best price offerti dal mercato e dei migliori processi gestionali della spesa hanno fatto da fondamento al progetto Compendium. Il progetto è nato su basi solide: l’esperienza maturata in tanti anni di impegno nel mondo delle grandi e medie aziende, alla ricerca di soluzioni di ottimizzazione 52

delle spese non legate direttamente alla produzione. Si inserisce coerentemente nella cultura dell’integrazione tra aziende (distretti, reti, consorzi) senza tuttavia obbligare le imprese a condividere azioni e specificità proprie con altri che non siano il proprio consulente specialist. Il sito dedicato al progetto, www.compendium.it, illustra con ampiezza di dettagli ogni aspetto del progetto”. Cosa offre Compendium di diverso rispetto a CRS? “Alla base del progetto c’è la valutazione delle differenze tra piccola e grande impresa, in particolare in termini di disponibilità di risorse umane. Laddove in una medio-grande azienda c’è una figura professionale dedicata, che può fare da interfaccia al consulente specialista e mettere in pratica le raccomandazioni emerse dall’analisi, nella piccola realtà queste funzioni sono spesso svolte da un collaboratore dell’imprenditore o direttamente da quest’ultimo nei ritagli di tempo. Anzi, si finisce non di rado ad utilizzare come consulente (o comunque come fonte di informazioni) il vendito-

re del servizio che si deve acquistare. La specializzazione costa e la Pmi non può avere specialisti per ogni funzione aziendale non strategica, ma non può nemmeno rinunciare ad ottimizzare tali aree di costo. Il “Progetto Compendium” rappresenta la soluzione per un concreto e duraturo recupero di efficienza sulle spese aziendali. Compendium, garantendo la massima professionalità e un’analisi della spesa che produce i migliori risultati, ha focalizzato su questo punto la propria mission: assistere i propri clienti nella selezione e nell’acquisto dei servizi essenziali al buon funzionamento aziendale, attivando un servizio di outsourcing della funzione acquisti in queste categorie di spesa. Grazie a procedure e metodologie operative “tagliate su misura” per la Pmi, possiamo mettere anche le aziende di minor dimensione in grado di acquistare servizi del miglior livello a tariffe competitive”. Affidandosi a Compendium le aziende delegano quindi al consulente l’acquisto di alcuni beni e servizi? “Assolutamente no. Il cliente mantiene


sempre la sua piena autonomia e solo a lui spetta l’ultima parola; il cliente però trova nel consulente Compendium la figura che istruisce la “pratica di acquisto”, analizzando prima il modello di consumo e i prezzi finora pagati, selezionando i fornitori più adatti, negoziando le migliori tariffe, individuando possibili aggiustamenti dei processi di utilizzo dei servizi o beni acquistati. Poi decide in piena libertà, approvando o meno le proposte, perché la collaborazione degli specialisti aiuta l’imprenditore a scegliere con consapevolezza la soluzione più vantaggiosa senza intaccare, anzi migliorando, i livelli di qualità dei servizi acquistati”. Con l’approvazione della proposta da parte del cliente la vostra funzione è terminata? “Ancora no: il consulente, proprio come farebbe un ufficio acquisti interno all’azienda, assiste il cliente nell’implementazione dei fornitori, esegue una periodica verifica dei risultati, in termini di performances qualitative e di prezzi, opera un costante monitoraggio del

mercato teso a segnalare nuove opportunità di ottimizzazione dei costi per i propri clienti”. Tutto ciò non rischia di lasciare fuori dall’azienda un know how che invece sarebbe importante interiorizzare? “Acquistare ed utilizzare bene ciò che si acquista richiede fondamentalmente due qualità: conoscenza del servizio o del bene da utilizzare e metodo, cioè un corretto processo di utilizzo. A volte ridurre alcune voci di spesa non è sufficiente a soddisfare il desiderio di eccellenza delle aziende. Infatti tra le voci di costo codificate si nascondono altri costi, le inefficienze, per loro natura insidiose perché contabilmente non rilevabili. Per dare risposta a tali richieste Compendium, con la sua equipe di specialisti dedicata a questa attività, mette a disposizione dei propri clienti un supporto temporaneo e flessibile per realizzare un’analisi dei processi operativi ed individuare le azioni di ottimizzazione dei processi aziendali, che sono i fattori chiave del successo dell’impresa. Ritardi frequenti nelle consegne e negli acqui-

sti, valori troppo alti o troppo bassi delle scorte, norme e procedure di gestione vigenti da anni, sono solo alcuni esempi dei problemi maggiormente ricorrenti. Grazie ad un’attività di BPR (business process reengineering), ovvero un’analisi completa dei processi operativi si possono individuare tali inefficienze e rimuoverle progettando un nuovo modello organizzativo”. Questo servizio non sarà troppo oneroso per le piccole aziende? “Siamo molto concreti: il nostro intervento porta inevitabilmente risparmi, anche significativi, nell’acquisto dei servizi e dei beni dei quali ci occupiamo. Sarà una parte di questi risparmi a pagare i nostri compensi, mentre per il servizio di monitoraggio del mercato e della spesa e di controllo dei fornitori abbiamo elaborato delle tariffe che incidono in maniera minima sui conti aziendali. Insomma, siamo fedeli al nostro nome: Compendium era un vocabolo molto caro a Cicerone, uomo rigoroso e retto … (il suo significato, infatti, è “guadagno ottenuto col limitare della spesa”)”. 53


CONSULENZA

Al via le “semplificazioni” Un recente decreto-legge ha introdotto una serie di tagli alla burocrazia, con effetti per imprese e cittadini. Vediamo le principali novità del provvedimento (D.L. 9 febbraio 2012, n. 5), ora al vaglio del Parlamento a cura della Redazione

SEMPLIFICAZIONI AMMINISTRATIVE In caso di inerzia della Pubblica Amministrazione in un procedimento amministrativo il cittadino può attivare poteri sostitutivi e il funzionario responsabile dell’omissione incorre in responsabilità disciplinare ed amministrativo-contabile. Il principio, peraltro, non si applica ai procedimenti tributari. Il cambio di residenza potrà essere effettuato in tempo reale e con efficacia immediata. Nell’ottica di una semplificazione delle procedure amministrative mediante Scia, il decreto prevede l’obbligo di presentare le dichiarazioni asseverate soltanto nei casi in cui ciò sia espressamente previsto dalla legge. Tutti i documenti di riconoscimento scadranno il giorno del compleanno. Viene introdotta l’autorizzazione unica in materia ambientale per le Pmi, che sostituirà gli attuali adempimenti di competenza di diverse amministrazioni (scarichi, emissioni, rifiuti, ecc.). Vengono eliminate inutili duplicazioni di certificati

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medici e di adempimenti a carico delle persone disabili richiesti per usufruire di benefici loro spettanti. In particolare, le attestazioni medico legali richieste per il contrassegno invalidi e le agevolazioni fiscali relative ai veicoli saranno sostituite dal verbale della Commissione medica integrata (da presentare in copia con dichiarazione sostitutiva di atto notorio sulla conformità all’originale). LAVORO Le competenze in materia di astensione anticipata dal lavoro delle lavoratrici in gravidanza passano dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla Direzione territoriale del lavoro e alla Asl. L’efficacia della comunicazione obbligatoria di instaurazione del rapporto di lavoro con cittadini extracomunitari viene estesa anche ai fini della comunicazione del contratto di soggiorno. Inoltre il decreto introduce una procedura agevolata di silenzio-assenso per l’assunzione

di lavoratori stagionali e la possibilità di concedere l’autorizzazione al lavoro stagionale a più datori di lavoro che impieghino il medesimo lavoratore straniero per periodi successivi. Il provvedimento contiene poi semplificazioni in materia di assunzioni e di collocamento obbligatorio, mentre l’art. 19 del decreto specifica ulteriormente le violazioni relative al Libro Unico sul Lavoro. Viene esteso a 24 mesi (in luogo degli attuali 12) il credito di imposta per le imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno (art. 2, Dl 13 maggio 2011, n. 70, convertito con modifiche dalla L. 12 luglio 2011, n. 106). IMPRESE Sono stati soppressi il requisito di idoneità fisica per avviare l’esercizio dell’attività di autoriparazione e l’obbligo di chiusura domenicale e festiva per le imprese di panificazione di natura produttiva. L’attività temporanea di som-


ministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre, fiere, manifestazioni religiose, tradizionali e culturali o eventi locali straordinari, può essere avviata tramite Scia priva di dichiarazioni asseverate ai sensi dell’art. 19 della L. 7 agosto 1990, n. 241, e non è soggetta al possesso dei requisiti previsti dall’art. 71 del D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59. Le società che non hanno ancora indicato il proprio indirizzo di posta elettronica certificata al Registro delle imprese, devono provvedervi entro il 30 giugno 2012. Il nuovo art. 2397, comma 3, del Codice civile prevede che nelle Spa, se lo statuto non dispone diversamente e se ricorrono le condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata, le funzioni del collegio sindacale sono esercitate da un sindaco unico, scelto tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. L’assemblea deve nominare il collegio sindacale entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio dal quale risulta che sono venute

meno le condizioni per la redazione del bilancio in forma abbreviata. Scaduto il termine, provvede il Tribunale su richiesta di qualsiasi interessato. Anche nelle Srl l’atto costitutivo può prevedere un organo di controllo o revisore monocratico (art. 2477 del Codice civile). Le verifiche scientifiche, amministrative e contabili relative ai risultati dei progetti di ricerca devono essere effettuate esclusivamente al termine degli stessi. Il 10 per cento del Fondo per gli investimenti nella ricerca sarà destinato ad interventi in favore di giovani ricercatori sotto i 40 anni. Inoltre vengono semplificate le procedure istruttorie e di controllo nel settore della ricerca. L’art. 2751-bis, comma 1, n. 5), del Codice civile, in tema di privilegi generali sui beni mobili, viene coordinata con la definizione di impresa artigiana. FISCO In caso di decadenza dalla rateazione concessa per il pagamento di somme

dovute a seguito di comunicazione di irregolarità, il contribuente potrà comunque accedere - una volta ricevuta la cartella di pagamento delle somme iscritte a ruolo – alla rateazione per momentanea difficoltà economica, prevedendo piani di ammortamento a rate crescenti. La decadenza dalla rateazione opera solo in caso di mancato pagamento di due rate consecutive. Va in soffitta lo “spesometro” (introdotto dal Governo Berlusconi) e ritorna l’elenco clienti e fornitori, mentre slitta al 16 maggio 2012 il termine per il versamento dell’imposta sulle attività finanziarie “scudate”. L’Agenzia delle Entrate potrà elaborare liste selettive contenenti i nominativi di contribuenti ripetutamente segnalati alla stessa Agenzia o alla Guardia di Finanza in merito alla violazione dell’emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale o del documento certificativo dei corrispettivi. Viene portata a 30 euro la soglia sotto la quale viene abbandonata

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CONSULENZA la riscossione dei crediti tributari erariali e locali; questo limite, peraltro, non opera in caso di accertate ripetute violazioni degli obblighi di versamento. EDILIZIA Viene introdotta la dichiarazione unica di conformità degli impianti termici in luogo delle attuali duplicazioni. Ora è possibile cedere il posto auto semprechè diventi pertinenza di un altro immobile sito nello stesso Comune. Sono esclusi i parcheggi realizzati in diritto di superficie su aree comunali o nel sottosuolo delle stesse (art. 9, comma 5, L. 24 marzo 1989, n. 122). L’abilitazione delle imprese (di cui all’art. 3 del Dm 22 gennaio 2008, n. 37) esercenti attività di installazione, ampliamento e manutenzione degli impianti negli edifici viene estesa a tutte le tipologie di edifici indipendentemente dalla destinazione d’uso. PROFESSIONISTI Possono far parte delle commissioni esaminatrici per l’abilitazione alla pro-

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fessione di avvocato anche i ricercatori di materie giuridiche presso un’università italiana o un istituto superiore. AGRICOLTURA In relazione alle procedure finalizzate all’erogazione di aiuti comunitari, si prevede che i dati relativi all’azienda agricola contenuti nel fascicolo aziendale elettronico di cui all’art. 9 del Dpr 1° dicembre 1999, n. 503, e all’art. 13 del D.Lgs. 29 marzo 2004, n. 99, facciano fede nei confronti della Pa. I produttori agricoli potranno vendere direttamente i propri prodotti in forma itinerante previa comunicazione al Comune del luogo ove ha sede l’azienda. Semplificate infine le attività di movimentazione e deposito dei rifiuti aziendali (art. 193, comma 9-bis, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152). APPALTI Ridotti gli oneri informativi per poter partecipare alle gare di appalto; in particolare, la documentazione relativa ai requisiti prescritti dal Codice degli ap-

palti dev’essere acquisita presso la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, attraverso la quale le amministrazioni potranno consultare un fascicolo elettronico della documentazione di impresa (art. 6-bis, D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163; D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82). Viene introdotta la responsabilità solidale tra il committente e l’appaltatore (e l’eventuale subappaltatore) per i trattamenti retributivi dei lavoratori, per due anni dalla cessazione dell’appalto (art. 29, comma 2, D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276). Ai fini della possibilità di partecipare ad appalti pubblici, i contribuenti ammessi alla rateizzazione dei debiti tributari non sono più considerati inadempienti. Pertanto nelle prescritte certificazioni, i debiti per i quali sia stato concordato un piano di rateazione rispetto al quale il contribuente è in regola con i pagamenti, non si considerano scaduti ed esigibili.


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FORMAZIONE

Parlare di economia e marketing ai bambini, una necessità culturale nel nostro Paese? “Assolutamente sì”. È quanto sostiene l’autrice ed imprenditrice marchigiana nel campo dell’editoria Maria Elena Paladini, che recentemente ha fondato proprio nelle Marche la casa editrice Gryps Editore a cura della Redazione

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rovenendo da studi classici con Laurea in Economia e Commercio ed un Dottorato di ricerca in ambito multidisciplinare presso la Facoltà di Ingegneria, Maria Elena Paladini ha deciso di dedicarsi all’attività di scrittrice ed editrice con un obiettivo ben preciso. Avvicinare i bambini al mondo dell’economia e del marketing. Ma leggiamo com’è nata l’idea proprio dalle sue parole. “Per esperienza mi sento di dire che è proprio dai momenti di difficoltà che si capiscono cose importanti su di noi e sul mondo che ci circonda. La grave situazione economica che stiamo affrontando ci ha reso consapevoli di quanto l’economia e la finanza influenzino profondamente la nostra vita quotidiana. Ma quanto realmente riusciamo a capire di quello che sta avvenendo intorno a noi? Alcune ricerche svolte da importanti gruppi bancari evidenziano che nel nostro Paese esiste un livello di conoscenza delle materie economico-finanziarie molto basso (numerosi indicatori riportano un punteggio insufficiente) e questa carenza, purtroppo, si evidenzia anche nelle nuove generazioni. Personalmente mi sono avvicinata allo studio delle materie economiche e del marketing per il bisogno di capire meglio il mondo che mi circondava. Ed è grazie al mio percorso formativo che ho maturato la consapevolezza di quanto sia importante colmare questa carenza culturale nel nostro Paese. Anche l’Unione Europea si occupa di questo aspetto con sempre maggiore interesse, incoraggiando, attraverso il finanziamento di

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progetti specifici, l’integrazione delle tematiche economiche nei programmi scolastici fin dalla scuola primaria. Chi meglio dei bambini, infatti, con le loro sorprendenti capacità intuitive, può iniziare un approccio positivo con queste materie e magari coltivarle come interesse e curiosità personali crescendo? Da questa che a mio avviso è una vera e propria carenza culturale è nata l’idea di creare una collana di racconti per bambini dai 5, 6 anni di età, che sia di supporto a genitori ed insegnanti per iniziare a parlare di questi temi. Il linguaggio semplice e la grafica molto ricca di particolari e colorata favoriscono un approccio divertente mantenendo viva l’attenzione dei giovani lettori che grazie alle avventure di due coccodrilli vengono accompagnati quasi inconsapevolmente nel mondo dell’economia e del marketing”.

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CARRIERE E POLTRONE

Chi entra e... chi esce In questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani

• Galassi al vertice degli Ospedali Riuniti

Il maceratese Paolo Galassi, 58 anni, è il nuovo direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, in sostituzione del compianto Gino Tosolini (scomparso nello scorso mese di settembre). Dal 2007 era direttore amministrativo del Polo ospedaliero di Torrette.

• Ascoli Piceno ha il nuovo Prefetto

Graziella Patrizi è il nuovo Prefetto di Ascoli Piceno. La funzionaria proviene da L’Aquila, dove ha ricoperto per anni il ruolo di Vice Prefetto Vicario (tra l’latro anche durante il sisma dell’aprile 2009).

• Pesaresi guiderà i servizi sociali della Vallesina

Franco Pesaresi è stato nominato direttore dell’Azienda Servizi alla Persona, l’ente che dovrà gestire le attività relative a minori, disabili ed anziani per conto dei Comuni della Vallesina.

• Filippetti a capo degli albergatori pesaresi

Il noto imprenditore Nardo Filippetti (Eden Viaggi e Hotel Excelsior) è stato eletto Presidente dell’Associazione degli Albergatori della provincia di Pesaro. Si rinvia all’intervista pubblicata a pag. 144

Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email scrivici@mlmagazine.it

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CREDITO

“Siamo disponibili ad operare con le istituzioni per stimolare la ripresa” Massimo Bianconi, direttore generale di Banca Marche, rivendica il ruolo svolto dall’istituto sul territorio e le prospettive del tessuto economico locale. E non manca una battuta anche sulla Ardo … di M. Palumbo

Massimo Bianconi

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nuovi clienti (anche esteri). In quest’ottica, possono essere di aiuto un aumento del livello di concorrenza nel settore ed una maggiore flessibilità negli orari di lavoro”.

Quali sono le prospettive dal Suo punto di vista? “Le prospettive positive ce le dobbiamo creare noi tutti. Occorre lavorare per creare una domanda. Occorre ripensare l’offerta commerciale in termini di prodotto e/o servizio, occorre essere innovativi, occorre attrarre

In tale contesto qual è il ruolo di Banca Marche? “Dal punto di vista creditizio, la nostra banca sostiene in maniera significativa il settore del commercio, sia in termini assoluti (circa 19.500 posizioni) che in termini relativi rispetto agli altri settori (dietro solo all’edilizia e ai servizi). Attività che è svolta in molti casi in collaborazione con i principali Consorzi Fidi di settore, al fine di un maggior e più favorevole accesso al credito. In più, oltre a sostenere le attuali imprese, abbiamo contribuito, su iniziativa della Regione Marche, a far nascere nell’ultimo anno nuove realtà imprenditoriali concedendo credito sull’onore (ovvero senza alcuna garanzia accessoria) per un importo pari a circa 11 milioni, nell’ambito del progetto “Prestito d’Onore” regionale. Delle 461 nuove imprese ad oggi avviate, infatti, più della metà sono attive nel settore del commercio, l’86 per cento nella forma di ditta individuale e il restante 14 per cento nella forma di società di persone. Ribadisco infine la massima disponibilità di

irettore, come valuta la situazione finanziaria delle Pmi commerciali? “E’ indubbio che le imprese di questo settore si trovino maggiormente in difficoltà in un contesto di rallentamento economico nazionale, debolezza dei consumi interni e risanamento della finanza pubblica. Tale difficoltà è poi acuita dalla piccola e piccolissima dimensione di queste aziende (salvo rare eccezioni), dall’aumentato livello di rischiosità nell’ambito del settore in questione e dal limitato beneficio tratto dalla domanda estera. Tuttavia non mancano realtà imprenditoriali che riescono a mantenere un buon livello di attività, grazie ad un’offerta commerciale costantemente aggiornata, differenziata ed originale e ad una efficace gestione del capitale di funzionamento, che permette di ricorrere meno al credito bancario e/o di accedervi a prezzi più contenuti”.


“Le importanti iniziative degli ultimi mesi hanno l’obiettivo di autofinanziare l’attività che la nostra banca svolge tradizionalmente a sostegno delle famiglie e delle imprese del territorio”

Banca Marche a collaborare con le istituzioni, in primis la Regione Marche, per predisporre iniziative specifiche che fungano da stimolo per la ripresa di questo importante settore dell’economia marchigiana”. Allargando l’orizzonte ad un discorso più generale, ci può illustrare le nuove sfide che si trovano di fronte al mondo del credito e le scelte che saranno fatte dal Vostro Istituto? “Il contesto normativo impone a tutte le banche di avere un adeguato livello di patrimonializzazione, nonché di ricercare un equilibrio strutturale dal punto di vista finanziario e della liquidità. Su questo fronte desidero citare tre aspetti che dimostrano quanto la nostra Banca sia estremamente attiva”. Prego. “Innanzitutto, nell’agosto 2011 Banca Marche ha perfezionato la costituzione di un fondo immobiliare, denominato “Conero”, nel quale ha apportato un portafoglio di propri immobili strumentali, collocando presso investitori istituzionali qualificati circa l’80 per cento delle

relative quote. Il portafoglio trasferito ha un valore complessivo pari a circa 243 milioni di euro. Poi ha recentemente perfezionato un’operazione di cessione delle sofferenze per circa 305 milioni di euro (in termini di “gross book value”). Infine, sottolinerei che in queste settimane la banca sta gestendo un’operazione di aumento di capitale di euro 185 milioni. Queste operazioni, assieme agli altri interventi previsti nel piano industriale 2011-2013 - tra i quali, in particolare, le azioni finalizzate a migliorare ulteriormente l’efficienza gestionale, ad incrementare la raccolta diretta e ad ottimizzare il processo del credito (anche in termini di pricing in funzione del profilo di rischio di ogni singola operazione) - hanno l’obiettivo di autofinanziare l’attività che la nostra banca svolge tradizionalmente a sostegno delle famiglie e delle imprese del territorio. Tutto ciò nella convinzione che vi è una coincidenza di interessi tra le imprese da una parte e Banca Marche dall’altra, ovvero le une sono forti e profittevoli in quanto affiancate da una banca del territorio affidabile e con un’adeguata redditività e viceversa, tenuto tuttavia sempre conto

della particolare attenzione che l’istituto deve prestare nella gestione del risparmio raccolto tra il pubblico ai fini della concessione del credito nel rispetto della “sana e prudente gestione” richiesta dall’Organo di Vigilanza”. Direttore, cambiamo argomento. Ardo: qual è la posizione di Banca Marche? “Banca Marche, allo stato dei fatti, è allineata alle altre aziende di credito che hanno proposto opposizione avverso la vendita della Ardo, ritenendo inadeguata la valutazione pattuita tra i commissari straordinari per il passaggio di proprietà degli stabilimenti produttivi. Cosa accadrà lo sapremo probabilmente presto. Noi, come Banca Marche, ribadiamo quanto già affermato più volte in merito, auspicando soprattutto che si lavori concordemente anche per evitare tensioni sociali”.

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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE >CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA “Adozione di sistemi di gestione aziendale, della responsabilità sociale, e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” Contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, fino ad un massimo di Euro 10.000 in caso di progetto di certificazione integrato, per l’ottenimento di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS), di Responsabilità sociale (SA 8000) e/o della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro (OHSAS 18001). SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI > REGIONE MARCHE - MCC “Acquisto e locazione finanziaria di macchine utensili o di produzione” Contributo in conto impianti pari al 100% del tasso di riferimento comunitario vigente alla data di arrivo della domanda a MCC. La misura agevolativa è diretta al finanziamento dell’acquisto o locazione finanziaria di beni di nuova fabbricazione che svolgano una funzione operativa nel ciclo produttivo aziendale. SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI > “CONCESSIONE DI AGEVOLAZIONI PER LA BREVETTAZIONE E LA VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEI BREVETTI A FAVORE DI MICRO, PICCOLE E MEDIE IMPRESE” Premi economici e contributi a fondo perduto di varia natura euro per deposito o estensione di domande di brevetto nazionale all’UIBM, all’EPO (European Patent Office) e al WIPO (World Intellectual Property Organization). > D.l. 13/05/2011, n° 70 “Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al

31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010 > D. MINISTERO AMBIENTE N° 2230 “ Promozione dei sistemi di gestione ambientale nelle PMI”

Contributi a fondo perduto dal 40% all’ 80% per Pmi produttrici di beni e servizi per acquisizione della: - Certificazione EMAS (ai sensi del regolamento 761/2001/CE); - Certificazione del sistema di gestione ambientale ai sensi della norma internazinale UNI ISO 14001; - Certificazioni EMAS da parte di imprese già certificate UNI ISO 14001/96; Sono ammesse solo le domande corredate della certificazione rilasciata dall’organismo accreditato e sempre che tale rilascio sia avvenuto dopo il 6 ottobre 2003. Per le imprese dei settori agroindustriale e dei trasporti il rilascio deve essere avvenuto dopo il 1° gennaio 2007. SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 70.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011 > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Agevolazioni per il design a favore delle PMI” Agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della registrazione nazionale, comunitaria ed internazionale di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento

economico dei modelli/disegni industriali. Importo max agevolazione: 10.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011 > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SIMEST “Fondo Start-up per le imprese che investono all’estero (extraUE)” Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore a 200.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011 ABRUZZO

> REGIONE ABRUZZO

“L.R. 77/2000 - Sostegno alle imprese turistiche” Incentivi per la realizzazione di programmi d’investimento riferibili a strutture ricettive alberghiere, extralberghiere, all’aria aperta e stabilimenti balneari con sede operativa ubicata nella Regione Abruzzo. Il contributo in conto capitale è variabile tra il 30% e il 45% delle spese in base alla tipologia di investimento ammissibile e comunque non superiore a 150.000 euro. SCADENZA: 27/03/2012 > D.l. 13/05/2011, n° 70 “Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010 > PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 “Programma regionale di Consolidamento delle passivita’ a breve” I debiti bancari a breve del-

le Piccole e Medie imprese abruzzesi, con scadenza entro i 12 mesi (ad esempio anticipi su fatture, scoperti di conto corrente), potranno essere consolidati in un finanziamento a cinque anni, il cui importo non potrà superare i 250mila euro. Il contributo spettante alle imprese è pari al 100% del tasso di riferimento indicato e aggiornato con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico. BANDO APERTO > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SIMEST “Fondo Start-up per le imprese che investono all’estero (extraUE)” Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore ad 200.000 euro.

EMILIA ROMAGNA

> D.l. 13/05/2011, n° 70

“Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010

> POR FESR 2007/2013 “Bando Nuove Imprese. Modalità e criteri per la presentazione delle domande, la realizzazione degli interventi e la concessione dei contributi anno 2011” Contributo in c/capitale in regime “de minimis” del 50% della spesa ammissibile fino ad un contributo max. di 150.000

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CREDITO euro, per progetti presentati da PMI costituite dopo il 1° gennaio 2010 e riguardanti la creazione di nuove imprese anche innovative e volte a favorire ricadute positive sull’occupazione delle imprese stesse in termini di lavoro durevole e di qualita.

SCADENZA IL 31/12/2012 > REGIONE EMILIA ROMAGNA “Fondo di cogaranzia regionale per l’accesso al credito delle imprese” Il Fondo presenta garanzie per le imprese (50-80% finanziamento erogato max 1.500.000 euro) a fronte delle seguenti operazioni: a) finanziamenti chirografari o assistiti da garanzia reale o aperture di credito, di durata non superiore a 120 mesi b) locazioni finanziarie immobiliari e mobiliari di durata non superiore a 120 mesi effettuate per i progetti di investimenti c) operazioni di factoring di durata non superiore a 120 mesi. BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE > FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA “Rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finanziamenti erogati da banche convenzionate” Garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo termine. PROCEDURA VALUTATIVA DELLA DOMANDA > REGIONE EMILIA ROMAGNA “Sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio” Garanzia del 30% o del 50% del Accordo sottoscritto dalla Regione Emilia Romagna, dal Ministero dell’Economia, dall’ABI e dalle Associazioni imprenditoriali per la sospensione dei pagamenti delle PMI nei confronti del sistema bancario, compresi quelli relativi leggi/interventi/misure di incentivazione regionale. BANDO APERTO

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> LEGGE 49/1985 “Fondo di rotazione FONCOOPER” Finanziamenti agevolati (max 500.000 euro) in favore di società Cooperative per la realizzazione di progetti finalizzati all’aumento della produttività o dell’occupazione, alla valorizzazione dei prodotti, alla razionalizzazione del settore distributivo, alla realizzazione o acquisto di impianti nel settore della produzione e della distribuzione del turismo e dei servizi, alla ristrutturazione e riconversione degli impianti. BANDO APERTO > CCIAA DI BOLOGNA “Contributi c/capitale per partecipazione a fiere e mostre all’estero” Contributi a fondo perduto (spesa min 2.000 € - contributo max 7.500 €) al fine di incentivare i processi di internazionalizzazione delle imprese della provincia di Bologna. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la sicurezza alimentare” Contributi a fondo perduto (25% spese ammissibili – max 3.000 €) al fine di sostenere le imprese che decidono di ottenere certificazioni nel settore agro-alimentare. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la creazione e il consolidamento di nuove imprese” Contributi a fondo perduto (50% – max 3.000 €) finalizzati a finanziare le future neo imprese nelal fase precedente l’avvio effettivo dell’attività imprenditoriale. BANDO APERTO >CCIAA DI PARMA “Contributi per la realizzazione di un check-up economicofinanziario-gestionale” Contributi in c/capitale (50% spese ammissibili – max 7.000 €) al fine di sostenere le PMI nel migliorare le proprie performance e le condizioni di accesso al credito. BANDO APERTO

> CCIAA DI PARMA “Contributi per la partecipazione a fiere e mostre specializzate” Contributi nella misura max. del 40% delle spese ammissibili fino al raggiungimento di max di 4.200 € al fine di favorire la partecipazione a fiere e mostre specializzate.BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la formazione continua delle imprese” Contributi nella misura di 1.000 € a partecipante, pari al 25% dei costi del corso, al fine di favorire lo sviluppo economico, sociale e produttivo della provincia. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la realizzazione di iniziative di promozione e pubblicità sui mercati esteri” Contributi nella misura del 25% fino max 2.500 €, allo scopo di favorire azioni di promozione e comunicazione finalizzate a rafforzare la presenza delle imprese su specifici mercati esteri. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per l’introduzione di sistemi di gestione per la certificazione aziendale” Contributi nella misura massima del 25% delle spese per singola certificazione fino ad un max di 3.000 € ognuna al fine di stimolare processi di innovazione organizzativa. BANDO APERTO

di 1.800 €; il contributo copre interamente l’ammontare delle spese di costituzione.BANDO APERTO > CCIAA DI RIMINI “Contributi per realizzazione di iniziative che abbiano come scopo la promozione del territorio e dell’economia provinciale” Contributi nella misura massima del 40% delle spese ammissibili in relazione alla pertinenza con i programmi d’intervento. BANDO APERTO > CCIAA DI FERRARA “Contributi in c/interessi per PMI giovanili” Interventi di credito agevolato finalizzati a operazioni di patrimonializzazione e consolidamento del debito (patrimonializzazione: 5% su max 10.000 €; consolidamento del debito: 2,5% su max 5.000 €). BANDO APERTO > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 70.000 €. BANDO APERTO

> CCIAA DI PARMA “Contributi a favore delle iniziative di consorzi di imprese” Contributi fino al 50% della spesa fino ad un max di 20.000 € al fine di promuovere le realtà consortili della provincia e le attività da esse svolte a favore degli associati. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la costituzione e lo start up di consorzi e cooperative” Contributi nella misura del 30% del costo di attrezzature per lo start up fino ad un max

A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com


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SPECIALE: DONNE... CHE IMPRESA!

e n n o D che impresa!

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“L’intuizione di una donna è più vicina alla verità della certezza di un uomo.” (Rudyard Kipling scrittore e poeta inglese)

“Diderot si è raccomandato di “intingere la penna nell’arcobaleno quando si parla di donne”. Lo abbiamo fatto, perché ogni donna è una sfumatura diversa, unica e merita di essere valorizzata nella sua essenza. In questo speciale abbiamo usato tonalità intense, per raccontare le donne forti e coraggiose, ma abbiamo scelto anche tonalità delicate, eteree, per descrivere la loro sensibilità e il loro leggendario intuito. Imprenditrici, lavoratrici, artiste, sportive… madri, figli, mogli… semplicemente DONNE!” 67


SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Le pari opportunita’: un percorso in salita Lo afferma Adriana Celestini, presidentessa commissione pari opportunita’ marche a cura della Redazione

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oltre 30 anni dalla loro istituzione, qual è oggi il ruolo delle Commissioni Pari Opportunità? “L’Assessorato si muove da sempre nell’ottica di rimuovere gli ostacoli nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro, al fine di valorizzare le donne e quello che le differenze di genere portano. Le diverse realtà che sono sorte su tutto il territorio nazionale si sono poste nell’ottica di sostenere a 360° le donne e hanno portato avanti il cammino, che è davvero in salita, verso il raggiungimento di un’effettiva parità”. A che punto siamo con le reali pari opportunità? “Purtroppo, dalla loro ideazione ad oggi, continuano a resistere e sussistere le ragioni stesse per cui sono stati creati: le difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, la mancanza di parità salariale con gli uomini, l’inesistenza di un tessuto sociale che favorisca la conciliazione tra famiglia e lavoro. Tutto pesa ancora sulle spalle delle donne; il lavoro, troppo spesso, viene valutato in base alla quantità, non alla qualità e questo finisce per penalizzare le donne che si curano anche della propria famiglia”. Secondo il rapporto del Global Gender Gap 11 l’Italia è al 74° posto per disparità uomo-donna, al 90° per partecipazione e opportunità nell’economia e al 55° per presenza in politica: come interpreta questi dati? “Purtroppo, se all’inizio verso le pari opportunità c’era un impegno diretto e concreto, il percorso ha poi subito una battuta d’arresto e questo ha bloccato, di fatto, il lavoro per favorire l’autodeterminazione delle donne. C’è una primordiale resistenza culturale, che spiega anche perché abbiamo ottenuto il diritto di voto solo dopo la II guerra mondiale. C’è stata un’evoluzione dei costumi più che un’evoluzione mentale e culturale. Questo, purtroppo, si ripercuote nel nostro atteggiamento, portandoci, ad esempio, ad avere un approccio sbagliato con la politica. Ci sono donne che per affermarsi si mascolinizzano, altre che cedono a compromessi. Sono entrambi atteggiamenti sbagliati e dannosi. Manca una reale interiorizzazione del processo di autodeterminazione . Le nuove generazioni danno tutto per scontato. Tutto questo ci chiama ad una profonda riflessione”.

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La politica, in questo senso, non sta certo favorendo questo processo… “La politica ignora queste esigenze perché è ancora vestita al maschile, ci sono troppe poche donne e questo finisce per penalizzare tutte le iniziative mirate al cambiamento. Le presenze femminili nei posti al potere devono essere consapevoli del proprio valore, e credere che, con il loro contributo, le cose potranno cambiare sensibilmente”. Sul piano culturale, cosa si dovrebbe fare? “Impegnarsi per favorire una nuova cultura della condivisione e della divisione del lavoro anche all’interno della famiglia. Oggi le donne, oltre ad occuparsi di figli e nipoti, si trovano spesso anche a doversi prendere cura dei genitori anziani e questo triplicala la mole di lavoro che cade sulle loro spalle. Allo stesso tempo scattano quei meccanismi per cui una donna arriva a sentirsi persino in colpa se si ritaglia del tempo per sé. È evidentemente un quadro poco idilliaco”. Come Commissione Pari Opportunità, cosa fate promuovere questo cambiamento culturale? “Offriamo consulenza e promuoviamo diverse iniziative. Recentemente, ad esempio, abbiamo promosso un corso di leadership al femminile affinché le donne acquisiscano la consapevolezza che possono ricoprire ruoli importanti, mantenendo la propria identità”. Che messaggio darebbe alle nuove generazioni? “Le donne non devono sentirsi inferiori a nessuno, devono credere in se stesse e non precludersi alcuna via. Ogni persona, uomo o donna che sia, riesce meglio in un ruolo piuttosto che in un altro, quindi ognuno deve impegnarsi per trovare la propria strada. Un aiuto può venire dall’impegno concreto nella vita sociale, perché permette di ascoltare, di confrontarsi, di misurarsi con le proprie capacità. Vanno percorsi tutti i gradini, per vivere da protagoniste l’esperienza della partecipazione democratica, riuscendo a portare un contributo importante alla società, che ha sempre più bisogno di riferimenti femminili”.


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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Informadonna Bussiamo allo sportello di Corso Garibaldi e incontriamo la Dottoressa Rosanna Nichilo, che ci offre una panoramica dei servizi offerti alle donne di A. Dachan

D Rosanna Nichilo Consigliera di Parità supplente Regione Marche

ott.ssa Nichilo, vuole presentarci lo Sportello informa donna? “Lo Sportello nasce nel 2000 in seguito ad un Progetto Comunitario a cui la Regione Marche ha aderito. È stato stanziato un finanziamento per favorirne l’apertura e sono state individuate quattro aree di intervento: l’orientamento, il lavoro, l’imprenditorialità, la formazione. Diffondiamo informazioni che ci arrivano dai diversi Centri per l’impiego e le diffondiamo con tutti i mezzi possibili: internet, volantini ecc. Lavoriamo con un protocollo d’intesa con l’Informagiovani per smistare le informazioni relative a lavoro e formazione, segnaliamo i provvedimenti pubblicati sul BUR Marche, i Bandi, le Borse di studio o lavoro, i finanziamenti per aprire una nuova attività, i servizi al commercio e all’artigianato”. Quali sono le principali richieste che vi arrivano? “Dipende dai periodi. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo ricevuto molte richieste di informazioni sulle procedure per l’apertura di asili nido e ludoteche. Ci sono leggi regionali che disciplinano la materia. Altre volte ci vengono richiesta informazioni su realtà legate ai servizi alla persona, come l’apertura di un centro estetico o di un ristorante. Chiedono come accedere ai prestiti e spesso, dopo aver raccolto le informazioni, danno il via a tutte le procedure necessarie per ottenerli. Lo scorso anno oltre 400 imprese sono state aperte proprio tramite il

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ricorso al Prestito d’Onore bando della Regione Marche che favorisce la nuova imprenditoria. Si tratta di un finanziamento che non richiede garanzie alla banca, a cui possono, quindi, accedere donne che si trovano in situazioni economicamente non favorevoli, che vogliono rimettersi in discussione creandosi un’attività su misura. Lavoriamo, inoltre, a stretto contatto con la Camera di Commercio, con particolare attenzione ai Servizi alla nuova imprenditoria”. Oltre alla consulenza, fate anche formazione? “Sì, certo. Lo sportello integrato (Informadonna Informagiovani di Ancona) attiva iniziative di orientamento presso le classi terminali delle Scuole medie Superiori, continuiamo a lavorare sul filone della conciliazione tra i tempi della vita e quelli del lavoro. Il Ministero delle Pari Opportunità, lo scorso anno, ha stanziato 1 milione di euro(alla Regione Marche) per sostenere la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro nelle Marche. Si lavora su più fronti, anche sostenendo e indirizzando allo Sportello Anti-violenza le donne che sono vittime di maltrattamenti o discriminazioni”.

Sportello Informadonna Ancona Corso Garibaldi 111 tel. 071.2076886 Fax 071.53973 sportello.informadonna@regione. marche.it www.donne.marche.it


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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

L’anima femminile di MSC Crociere Dalla moda alle navi, dagli studi all’estero alla carriera milanese, il percorso di Stefania Vago: una donna dinamica e intraprendente che ha saputo emergere in un mondo tipicamente maschile... puntando la bussola su Ancona! di A. Dachan

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ggi Stefania Vago è il volto femminile di una delle maggiori compagnie marittime italiane, la MSC Crociere: qual è il percorso che l’ha portata a ricoprire questo ruolo? “Ho iniziato a lavorare sin da giovane nell’ambiente della moda, come responsabile commerciale Gucci; il brand, all’epoca, era agli esordi. È stata un’esperienza molto significativa, che ha forgiato e temprato il mio carattere, consentendomi di crescere e misurarmi con un settore che, in Italia, rappresenta una delle maggiori entrate e che, per sua natura, è molto stimolante. Venivo da studi all’estero, in Inghilterra, dove sono stata per diverso tempo insieme a mio fratello. Il mio arrivo nel mondo dello shipping è stato spontaneo, naturale, perché in famiglia si parla di mare da sempre e, dopo l’unione con la famiglia Aponte, è stato logico entrare nel settore anche per me. Nonostante la carriera di successo a Milano, ho fatto la mia scelta e ho deciso d’intraprendere questo nuovo percorso. Dopo Londra e Milano, come è stato il Suo ritorno ad Ancona? “È stato bello e talmente naturale, che non ho neppure avvertito la sensazione di andare incontro ad un cambiamento così importante: stavo, semplicemente, tornando a casa. Mio nonno era anconetano e qui vive una parte della nostra storia, con emozioni e ricordi che ci legano a questa città: è un legame di affetto e d’identità. Sono tornata qui dodici anni fa, quando la SNAV ha aperto una linea per la Croazia lanciando la sfida di una nave veloce che percorresse questa tratta. Nel frattempo la MSC Crociere continuava a crescere e parallelamente cresceva il nostro impegno. Portare le navi da crociera ad Ancona, dove c’era già un’ottima attività nel settore cargo, è stata una bella sfida e noi l’abbiamo affrontata con entusiasmo”.

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Come ha vissuto questo cambiamento? “Ho fatto quello che volevo fare da tempo. La moda e lo shipping sono due mondi ugualmente impegnativi e coinvolgenti, ma davvero molto diversi. Nel primo le donne sono grandi protagoniste, il secondo, invece, è un ambiente prettamente maschile. Ricordo, come se fosse ieri, quando all’inizio i colleghi uomini mi guardavano con diffidenza, arrivando persino a scommettere che non sarei durata. Invece io mi sentivo nel mio habitat naturale, per me si trattava di lavorare in un ambiente che in un certo senso apparteneva già alla mia natura. Quando si lavora con passione e professionalità ci si guadagna il rispetto e la stima dei colleghi e ne è stata una dimostrazione la mia nomina a Vice Presidente dell’Associazione Marittima di Ancona. Non che la diffidenza verso le donne sia stata cancellata, ma diciamo che la qualità del lavoro e la serietà di una professionista finiscono per sconfiggere ogni resistenza”. Oggi come oggi, rifarebbe la stessa scelta? “Sì, assolutamente sì. Lavorare in questo ambiente significa vivere un’avventura continua, dove le cose si evolvono, ci sono continui cambiamenti e ci si misura ogni giorno con qualcosa di nuovo. Viaggiamo in continuazione, ma la nostra base operativa resta Ancona e questo proprio per il nostro amore per il territorio, che ci spinge a tenere sempre in grande considerazione la città con le sue infinite ricchezze. Per farle un esempio, le dico che i menu delle nostre crociere sono firmati dallo Chef Mauro Uliassi. Far attraccare crociere maestose nel porto della nostra città è per noi un motivo di orgoglio”. Come risponde la città a questa vostra grande attenzione? “Devo dire che a volte mi stupisco per quella sorta di resistenza che la città continua a dimostrare nei confronti dei cambiamenti, specialmente all’inizio. Poi, però, sa essere molto recettiva, sa riconoscere e apprezzare la qualità del lavoro, ciò che le conferisce ulteriore lustro e prestigioso. Gli ospiti che portiamo qui dall’estero, ma anche da altre città d’Italia, rimangono totalmente affascinati da questo posto e stupiti dalle meraviglie, sconosciute ai più, che offre l’intero territorio. Qui si mangia e si vive bene, i ritmi di vita sono a misura d’uomo e per noi resta la città degli affetti più veri, con la casa in campagna che ormai da generazioni è un punto di ritrovo, di incontro, di condivisione dei momenti importanti. Ahimè, un difetto, tuttavia, questa città ce l’ha ed è un difetto grande”. Vale a dire? “Ancona non è connessa con il mondo, nel senso che è collegata proprio male e questo la penalizza molto, sotto diversi profili. Penso ai turisti che la vogliono raggiungere e non trovano treni e aerei, ma anche a tutti quegli imprenditori che si devono spostare rapidamente e qui non hanno l’opportunità di farlo. In questo senso urgono risposte concrete ed è necessaria una sinergia tra gli attori coinvolti, altrimenti si gambizza il potenziale ricettivo ed economico regionale”. In questo senso, l’apertura al mondo tramite le crociere, può fare da stimolo? “Quando una nave crociera entra in porto è sempre un momento di grande suggestione e certamente vederla da vicino invoglia a salirci a bordo, incuriosisce. Per anni si è pensato alla crociera come un divertimento per giovani o persone particolarmente agiate. Invece le crociere hanno un target trasversale e soddisfano un’ampia tipologia di clientela. Mi ha divertito, nel tempo, scoprire l’entusiasmo delle persone che ritornano da un’esperienza in mare. È come se le portassimo in casa nostra, perché per noi ogni singola nave, con tutto il suo personale, è parte della famiglia. Credo che questo sia il punto di forza maggiore della MSC: mettiamo cura e sentimento nel nostro lavoro e curiamo ogni singolo dettaglio, per offrire a chi sceglie di viaggiare con noi un ambiente elegante, bello e piacevole da vivere”.

Crociere possiede una moderna flotta “MSC composta da undici navi, alle quali presto si

aggiungeranno due ammiraglie da 4.000 posti ciascuna: MSC Divina, che sarà varata il prossimo 26 maggio 2012, ed MSC Preziosa, che sarà completata a marzo del 2013. Le navi MSC Crociere solcano i mari di tutto il mondo, navigando tutto l’anno nel Mediterraneo, ciclicamente in Nord Europa, nell’Oceano Atlantico, ai Caraibi, in Nord e Sud America, nell’Oceano Indiano, nell’Africa del Sud e in quella Occidentale. La Compagnia, inoltre, ha a cuore il benessere dei bambini e crede nelle attività che creano impatto positivo nelle regioni in cui opera. Per questo, ha stretto una partnership con l’UNICEF per finanziare un progetto comunitario rivolto alla formazione dei bimbi del Brasile in difficoltà.

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

“La medaglia che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha voluto conferire alle ultime due edizioni, quale riconoscimento per gli alti contenuti e finalità dell’iniziativa, è motivo di grande onore per noi e ci conforta sul valore del progetto che stiamo portando avanti oramai da nove anni”

Salone nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile Valentina Parenti, Amministratrice Delegata: “E’ obiettivo di GammaDonna che il Salone non rappresenti solo un momento di confronto, ma che possa farsi promotore della realizzazione delle proposte migliori emerse” di M. Camilletti

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ottoressa Parenti, come è nato il progetto del Salone? “Quando abbiamo ideato GammaDonna, nel 2004, lo abbiamo fatto nella convinzione che fosse necessario cambiare, a favore di un maggiore equilibrio, un modello di sviluppo che ancora oggi penalizza pesantemente la donna ed i giovani nel mondo del lavoro in Italia. Ma per raggiungere risultati concreti, e soprattutto farlo in tempi brevi, occorre fare ‘massa critica’, abbandonare posizioni individualistiche e sforzarsi di fare rete per forzare i blocchi che impediscono alla società di innovarsi e progredire. In questo senso è stata progettata GammaDonna: come una piattaforma aggregante, aperta al confronto e al contributo di quanti perseguono le sue stesse finalità, con l’obiettivo di stimolare l’azione dei soggetti istituzionali e privati competenti”. Quali sono le realtà che ruotano intorno ad esso? “GammaDonna ha sviluppato, negli anni,

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un’importante rete di relazioni con soggetti che, oltre a condividerne gli obiettivi, operano a vario titolo nel mondo dell’impresa per la valorizzazione della donna e dei giovani talenti come risorse produttive di strategica importanza: parliamo naturalmente di istituzioni locali e nazionali, ma anche delle principali associazioni datoriali e di genere, oltre che delle aziende che puntano sulla diversity come fattore di sviluppo e di competitività aziendale”. Quali sono le opportunità che offre un simile evento, dedicato alle donne e ai giovani? “Gli oltre 20 appuntamenti tra tavole rotonde, workshop, forum, momenti “a tu per tu” con testimonianze di successo e opinion maker, fanno di questa due giorni una piattaforma relazionale aperta, un’opportunità di networking qualificato con il mondo istituzionale ed imprenditoriale, un’occasione preziosa di formazione ed informazione, un luogo di confronto e dialogo, una vetrina per le imprese. Un

evento speciale, insomma, in cui riflettere sulle potenzialità di talento ed energie che donne e giovani potrebbero esprimere nella ripresa economica e in cui elaborare risposte concrete ed “operative””. Al Salone è legato anche un Concorso: ce ne vuole parlare? “Purtroppo, negli ultimi anni professionalità e competenza nel nostro Paese non sono stati considerati un valore primario. E’ fondamentale rimettere il merito al centro della società per consentire ai veri talenti di emergere e dare il proprio contributo. E’ anche importante far conoscere e valorizzare queste realtà, affinché costituiscano modelli di riferimento ed esempi virtuosi a dimostrazione che il nostro sistema ha ancora le energie necessarie per superare la crisi. Un piccolo contributo in questo senso GammaDonna lo sta dando attraverso il Premio GammaDonna/10 e Lode, promosso con Intesa Sanpaolo ed il Ministero della Gioventù, che vuole proprio porre in risalto la


Da sinistra: Valeria Parenti e due momenti del Salone Nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile

capacità imprenditoriale femminile come espressione di creatività innovativa sia nel dare vita a nuove imprese, sia nell’introdurre soluzioni originali e significative in quelle esistenti. Per fortuna, c’è sete di modelli positivi di business (e non solo) e i 5 casi di eccellenza del Premio - selezionati fra centinaia di candidature da una giuria composta da Giorgina Gallo, Presidente e AD L’Orèal Italia SpA, Mario Calabresi, Direttore de La Stampa, Alessandra Perrazzelli CEO Intesa Sanpaolo Eurodesk e Presidente di ValoreD e Francesco Profumo, già Rettore del Politecnico di Torino e Presidente del CNR e ora Ministro dell’Istruzione - hanno avuto una visibilità mediatica oltre ogni aspettativa”. Vuole tracciare un bilancio dell’ultima edizione del Salone? “GammaDonna rappresenta oggi, alla quinta edizione, la più importante manifestazione nazionale sulle tematiche d’impresa e di imprenditoria femminile e giovanile. E’ obiettivo di GammaDonna

che il Salone non rappresenti solo un momento di confronto, ma che possa farsi promotore della realizzazione delle proposte migliori emerse. Anche nell’ultima edizione - “Donne e Giovani, la vera sfida per il futuro del Paese” – la parola d’ordine è stata ‘concretezza’, con un’aggiunta di particolare rilievo: la verifica della fattibilità delle proposte e l’individuazione dei soggetti che dovrebbero farsene carico”. Quali saranno gli obiettivi e le sfide del prossimo appuntamento? “Per una donna fare l’imprenditrice, o comunque lavorare, risulta complicato nel nostro Paese. Questo per carenza di norme e strumenti che consentano di conciliare l’attività con gli impegni famigliari e sociali. Sulla donna gravano, oltre al lavoro - fra l’altro meno retribuito di quello dei colleghi uomini -, incombenze familiari e di assistenza agli anziani e ai malati che rappresentano un risparmio per la collettività in termini di spesa sociale, ma oneri aggiuntivi per le aziende che finiscono

per essere scoraggiate nelle assunzioni. E’ necessario un profondo cambiamento “culturale” nella società italiana che conduca, fra l’altro, al riequilibrio e alla ridistribuzione degli oneri in capo alle imprese. E’ impensabile la “grande riforma”, ma è possibile realizzare una strategia di piccoli passi, avendo ben presente l’obiettivo finale. Crediamo che la pressione fattiva della “base” possa spingere i “vertici” ad agire, e in questo senso continueremo a lavorare. Con tutti coloro (enti, associazioni, università, operatori ed individui) che confermeranno il loro impegno al nostro fianco nell’adoperarsi per favorire l’imprenditorialità ed il recupero di una forza trainante per il Paese”.

Info: Valentina Communication Corso Brianza 30 – 10153 Torino Tel.: +39 011 4374250 Fax: +39 011 4374318 E-mail: info@gammadonna.it

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Donne manager: una marcia in più!

La Presidentessa Marisa Montegiove: “È innegabile che le donne che vogliono emergere sul lavoro, ancor più come manager, devono avere una marcia in più, devono lottare con le unghie e con i denti” di A. Dachan

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ott.ssa Montegiove, nell’immaginario collettivo quando si pensa al mondo manageriale ci si immagina sempre un ambiente prevalentemente maschile, in-

vece… “In parte è così, ma in un paese maschilista per eccellenza proprio i manager hanno iniziato da qualche anno una rivoluzione silenziosa che vede le donne occupare, sempre più spesso e sempre più di frequente, posizioni di rilievo. Certo la strada è ancora lunga, ma lo è anche e ancor più nella società”.

Lei è Responsabile del Gruppo Donne Manager: ce lo vuole presentare? “Il gruppo nasce nel 1997 proprio per contrastare le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, favorire la carriera professionale delle donne che lavorano e di quelle che vorrebbero, ma non possono farlo. Un attivissimo gruppo di donne manager, sostenuto da Manageritalia, ha colto in questo obiettivo un fattore di crescita a livello economico e sociale e da allora lavora per realizzarlo”. Che tipo di attività svolgete? “Lavoriamo sia sul fronte informativo e culturale facendo emergere i problemi e le loro conseguenze (Convegni, Studi e Ricerche ecc.), sia su quello propositivo avanzando proposte e azioni per cambiare le cose. In questi anni, per citare solo alcuni dei successi più importanti, abbiamo fatto approvare una legge che dà alle donne dirigenti la maternità pagata dall’Inps (prima, uniche tra tutte le lavoratrici, era a carico dell’azienda con evidenti conseguenze), abbiamo dato un’importante spinta ad una maggiore flessibilità positiva sul lavoro, con una valo-

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rizzazione del telelavoro e altro; abbiamo lanciato Un Fiocco in Azienda, un percorso per favorire una maternità felice e produttiva per la donna e l’azienda. E in tutti questi casi i risultati sono stati buoni e tangibili. Certo, da fare c’è ancora molto e il lavoro, per un gruppo di manager volontarie diventato sempre più numeroso, non ci manca”. Quali sono i vostri rapporti con le istituzioni? “Ottimi, il dialogo c’è ed è costruttivo, ma che fatica… e poi non sempre alle parole seguono i fatti e questo è il vero dilemma!”. Può tracciare un profilo tipo della donna manager? “È innegabile che le donne che vogliono emergere sul lavoro, ancor più come manager, devono avere una marcia in più, devono lottare con le unghie e con i denti. Non solo per veder riconosciuti i loro meriti, ma anche per riuscire a conciliare al meglio vita professionale e privata e questo in un mondo lavorativo fatto ancora di troppe consuetudini e poco merito è veramente difficile. Poi a livello manageriale, molto spesso le donne hanno alcune caratteristiche peculiari che permettono loro di fare meglio squadra e di gestire momenti difficili. Così come avviene in famiglia! Ma vorrei esser chiara: noi vogliamo che conti e prevalga il merito, nessuna discriminazione, né contro, né a favore, solo il merito! Le persone sono tali indipendentemente dal sesso e oggi le diversità di ogni genere, se ben gestite, sono un grande plusvalore”. Anche in ambito manageriale persistono pregiudizi di genere? “Certo, spesso sono sotto traccia, ma per fare un esempio tempi e modi del lavoro manageriale, spesso inutili (tipo riu-


Manageritalia www.manageritalia.it – (Federazione nazionale dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato) rappresenta dal 1945 a livello contrattuale i dirigenti del terziario privato e dal 2003 associa anche a quadri e professional e associa oltre 35.000 manager: 23.000 dirigenti in attività che lavorano in 9.000 aziende, oltre a 7.000 dirigenti pensionati, e 2.000 quadri e 3.000 professional. La Federazione è presente sul territorio nazionale con 15 Associazioni . Link di approfondimento sull’iniziativa Un Fiocco in azienda: http://donne. manageritalia.it/un-fiocco-in-azienda nioni a tarda ora ecc.), sono un pregiudizio organizzativo. Così come è vero che le donne di vertice sono quasi del tutto assenti nelle reti di relazioni più altolocate”. Quali sono le caratteristiche principali che deve avere una donna manager? Come si conciliano femminilità e “polso”? “Non vedo particolari caratteristiche legate al sesso se non la maggiore capacità di fare squadra e di coinvolgere le persone. Si conciliano mettendo in campo le proprie capacità e, forti di queste, gestendo al meglio le situazioni più disparate. A volte giocando sul fattore sorpresa che c’è ancora e spesso quando in consessi d’affari si vede una donna al vertice che decide e guida gli altri. Ma ripeto il sesso non è e non deve essere un valore né in negativo, né in positivo, sono le persone che contano, con le loro capacità ed esperienze”. L’imprenditoria femminile ai tempi della crisi: quali sono le difficoltà maggiori che avete riscontrato? “Le donne dirigenti sono il 13% tra i manager privati e le imprenditrici il 24% e questi numeri ci dicono che in Italia è meno difficile fare impresa che fare la manager e tutto è legato alle consuetudini delle organizzazioni, che una donna imprenditrice può meglio superare. Ma è dura per tutte. Le difficoltà sono ancora minor accessibilità al credito rispetto agli uomini. Un’indagine di Manageritalia ha rilevato che, nel periodo di crisi che stiamo tuttora vivendo, le aziende gestite da donne hanno retto molto meglio questo grazie alla minor propensione al rischio che sicuramente le donne hanno, ma al contempo anche maggiore elasticità al cambiamento. Certo poi ci troviamo di fronte a stereotipi per cui se una donna chiude un’azienda o perde l’in-

Marisa Montegiove

carico da manager il danno per lei e per la famiglia sarà minore di quanto lo sarebbe per un uomo. Un ragionamento assurdo e vecchio ancor più in una realtà socio economica che è oggi profondamente cambiata”. Come accoglie l’ambiente manageriale le eventuali modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori? “Anche in una recente indagine i manager ci hanno detto che l’articolo 18, salvo casi estremi, è un falso problema. Ma ci hanno anche detto che oggi bisogna difendere non il posto di lavoro, ma il lavoratore e il lavoro. Allora molto meglio destinare tempo e risorse economiche oggi ingabbiati nell’art 18 in un’indennità e in facilitazioni perché il lavoratore possa trovare altri incarichi con un’attenzione particolare alla formazione”. Quali sono iniziative previste nei prossimi mesi? “Stiamo portando avanti la diffusione di Un Fiocco in Azienda, continuiamo a sostenere lo sportello donne@work e a monitorare gli sviluppi sul disegno di legge che ha firma della senatrice Germontani è stato presentato sul telelavoro che chiediamo venga normato all’interno dei CCNL, affinché diventi uno strumento sempre più diffuso e ad aprile avremo il nostro incontro annuale nel quale fare il punto sulle iniziative dell’ultimo anno incontrando le istituzioni e proponendo nuovi progetti. Quest’anno ci focalizzeremo sul Company Welfare, quel sistema di facilitazioni organizzative, di servizi e tutela che un’azienda può mettere utilmente in campo per motivare i propri dipendenti ancora meglio che con il denaro e raggiungere il diapason di benessere e produttività in azienda. Anche qui un progetto concreto per sfatare falsi miti, un tabù si potrebbe dire!”.

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Nuove bags, per una nuova vita Quante volte abbiamo pensato di prendere in mano le redini della nostra vita e rimetterci in gioco, esitando poi per paura di non farcela? A Marina, invece, il coraggio non è mancato: lasciato alle spalle un lavoro da dipendente ha deciso di realizzare un progetto a cui pensava da molto. Tra splendide borse e accessori accattivanti, eccovi la sua storia… di A. Siria

S Marina Mariani

ignora Marina, da settembre Lei ha aperto un nuovo negozio che fa la gioia delle amanti delle borse e degli accessori di qualità: Bags. Come è nata l’idea? “Si è trattato, per me, di una scelta importante: da tempo pensavo all’idea di creare qualcosa di mio, di mettermi in proprio dopo anni di lavoro come dipendente. Inizialmente pensavo di aprire una finanziaria, vista la mia pluriennale esperienza nel settore, ma considerati i continui cambiamenti del mercato, ho optato per un percorso diverso. Ho letto su un giornale un annuncio della SIDA in merito a corsi di riqualificazione professionale, così mi sono iscritta e mi sono rimessa completamente in gioco. Il corso è durato nove mesi, con 600 ore di aula e 180 di stage in azienda. Avendo sempre avuto la passione per le borse e gli accessori, ho cominciato ad andare a fiere, a contattare fornitori, con l’idea, che dentro di me stava prendendo sempre più corpo, di aprire un negozio tutto mio”. Che tipo di concept ha scelto per il negozio? “Sono partita dalla consapevolezza che ad Ancona mancava un negozio che abbinasse l’eleganza e la qualità di una boutique, con lo spirito giovane e dinamico di un negozio moderno. Ho voluto ricoprire quel vuoto lasciato dalla scomparsa di certi

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negozi e allo stesso tempo offrire alle clienti un luogo dove soddisfare appieno la loro voglia di accessori belli e di qualità. Ho ideato una realtà con un’anima accattivante, con una scelta ampia tra tipologie, forme, brand diversi, la cui punta di diamante è certamente Braccialini con i suoi brand più conosciuti, “Braccialini” appunto e “Gherardini”. Ho intenzione di specializzarmi anche per la cerimonia, creando una sezione molto curata”. Qual è stata la risposta della città? “Positiva. Le mie clienti hanno apprezzato il negozio, la sua immagine e il suo assortimento, le novità proposte. Ovviamente c’è maggiore attenzione alla spesa. Sono consapevole che Bags è nato in un momento difficile per il mercato, ma la mia motivazione è forte. Sono partita dalla mia esperienza come cliente e mi sono calata nel ruolo di imprenditrice, con la consapevolezza che negli ultimi anni molti negozi storici sono stati chiusi ad Ancona e sono stati sostituiti da realtà comunque rivolte ad un segmento di mercato sicuramente non alto. Il mio tendere è verso un negozio di qualità, con articoli belli, importanti e, per far conoscere Bags, sto puntando molto sulla comunicazione, perché credo fortemente che avviare una sorta di dialogo con la città sia il modo migliore per attirare e arrivare a quante più persone possibili”.


Oltre alle borse Lei punta molto anche sugli accessori? “Sì, gli accessori hanno una grande importanza per il look di una donna. Ho scelto diverse ditte, italiane, francesi e anche americane. Per la prossima stagione ci sarà molto colore, molta voglia di fiori, eco-pelle, tessuti jacquard, materiali innovativi e una modellistica molto curata. Il mercato, specie per la bella stagione, vuole borse e accessori spiritosi, piacevoli da portare, oltre che cercare qualcosa di particolare. Io propongo sempre la qualità più che la quantità, quindi una stessa borsa deve soddisfare più requisiti”. Che importanza ha una borsa per chi la indossa? “La borsa è forse l’accessorio che ci racconta di più: è quello più grande, ma non va inteso come un contenitore. Si nota già da lontano, cammina con te, diventa una proiezione di te. Una buona borsa ha anche una funzione di auto-gratifica: spesso entrano da me clienti un po’ giù di morale, alla ricerca di qualcosa di nuovo che le faccia stare bene e quando trovano l’oggetto ideale per loro se ne innamorano, lo acquistano e lo portano sorridendo. Parlo al femminile perché il 90% della mia clientela è formata da donne; sono proprio loro la mente, l’anima e il motore di buona parte del commercio di accessoristica e moda in generale”. Da come parla si evince che la sua scelta è stata premiata… “Le dirò che ho fatto una scelta impegnativa, perché rimettersi in discussione alla mia età e aprire un’attività commerciale in tempo di piena crisi significa affrontare ogni giorno non poche sfide. L’attività di un negozio è impegnativa, non solo quando è aperto al pubblico, ma anche e soprattutto quando si fa la selezione dei prodotti, si va in fiera, si allestiscono le vetrine e gli spazi espositivi e si sistema il magazzino. Sono felice di aver intrapreso questa esperienza e sono determinata nel volerla

portare avanti nel migliore dei modi. C’è bisogno di un coraggio che si rinnova continuamente, di dare risposte concrete e immediate al mercato, che chiede continuamente valutazioni di ordine pratico. È un’esperienza che dà soddisfazioni importanti, che ti fa crescere, ti avvicina agli altri”. Come vede il futuro di Bags? “In crescita. Gli obiettivi riguardano migliorare l’assortimento, focalizzandolo sempre di più sulle esigenze e i gusti delle mie clienti; l’offerta di novità “giovani e glamour”; dare una maggiore visibilità del negozio e dell’insegna con iniziative promozionali mirate e nel prossimo futuro, magari, una linea di prodotti a marchio “Bags”; attingere in qualche modo anche dalla potenziale clientela turistica; diventare un negozio di riferimento quando si pensa a un bel regalo. Voglio continuare a lavorare con lo stesso impegno e la stessa passione e sono orientata all’e-commerce, trovare vie parallele, senza mai appiattirmi e diventare una realtà statica. Le clienti devono sapere che per l’oggetto speciale, particolare, c’è Bags. Imbarcarsi in un’impresa come questa, per me, ha significato scoprire energie che non credevo di avere, ti porta a confrontarti ogni giorno con i tuoi limiti e a impegnarti sempre di più per superare le sfide e prendere decisioni importanti. Ti rendi conto che sei padrona della tua vita e, così come si riempie una borsa con ciò di cui si ha bisogno e ciò a cui non si vuole rinunciare, il lavoro ti riempie la vita con tante nuove emozioni”.

Per info: www.bagsancona.it Corso Giuseppe Mazzini n°30 60121 Ancona (AN) Tel 071200990

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Sguardi… al femminile Annamaria Governatori: “La scelta di impostare un atelier come Sguardi è nata dal desiderio di raggiungere un’idilliaca perfezione tra la bellezza delle nostre collezioni e l’armonia che si respira in occasioni importanti” di L. Ciacciafava

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prire un negozio di abiti da sogno: quali sono le caratteristiche di un esercizio commerciale di questo

tipo? “Le caratteristiche dell’atelier “Sguardi” sono quelle di essere un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono un abito con delle caratteristiche particolari: raffinatezza ed eleganza innanzi tutto e sobrietà ed esclusività nei modelli. Inoltre nel nostro atelier l’elemento fondamentale è il nostro cliente, che va soddisfatto in tutte le sue richieste e pertanto, un abito può nascere in una determinata maniera ed arrivare alla fine delle lavorazioni, completamente diverso. Offriamo un accuratissimo servizio di sartoria interna, che permette di apportare ai capi tutte le modifiche necessarie per adeguarlo al cliente.”. Cosa l’ha spinta ad aprire questo negozio e come è avvenuta la scelta del nome? “Il nome dell’atelier è Sguardi sta ad indicare gli sguardi su di noi di coloro che ci guardano e non possono essere altro che sguardi di ammirazione. L’atelier Sguardi è nato giorno dopo giorno ed ha

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seguito un processo naturale di evoluzione, che ha vissuto la nostra clientela, estremamente accurata e raffinata, che richiede un costante aggiornamento di tendenze di colori, di tessuti e di modelli. Ora nel nostro atelier sono presenti abiti da sposa delle migliori griffe italiane e internazionali, che rappresentano una sposa giovane, moderna, ma al tempo stesso tradizionale nel modo di sentire il matrimonio. Aziende come Vinnì, Dalin, Pat Maseda, Luisa Sposa per citarne alcune rappresentative del Made in Italy, mentre se scendiamo in campo internazionale non possiamo non citare San Patrick, White One e Ronald Joyce.Sempre estremamente accurato è il mondo dello sposo dove gli abbinamenti vengono fatti anche in funzione dei desideri espressi dalla sposa, qual’ora abbiamo la possibilità di vestire entrambi per il giorno delle nozze. Grandi nomi della più alta sartoria italiana anche per lo sposo come Carlo Pignatelli, Pat Maseda, Petrelli, sempre accompagnati dalla sartoria interna su misura”. Generalmente, con gli abiti per le occasioni importanti è più amore a prima

vista, o si fa una selezione lunga? “Gli abiti da cerimonia, altro fiore all’occhiello di Sguardi, sono scelti accuratamente da me, uno ad uno, tra le più importanti aziende nel mondo dell’elegante: Impero Couture, Renato Balestra, Cabotine, Vivien, Carmen Ginefra e tanti altri ancora. I campionari escono normalmente nel mese di giugno di ogni anno e da lì parte la selezione accuratissima. Sicuramente quando effettuo le selezioni, per ogni abito che mi viene sottoposto, mi creo un’ipotetica consumatrice e devo ammettere che riesco spesso ad indovinare il giusto rapporto. Comunque per ogni abito che scelgo è un per me una grande emozione ed è la stessa emozione che chiedo sentano in fondo a loro stesse, le mie clienti quando indossano gli abiti. Quindi l’indecisione viene spesso superata proprio dall’emozione che l’abito suscita”. Esiste il “vestito perfetto”? “L’abito perfetto esiste solo allorquando lo vediamo corrispondere esattamente al disegno immaginario che ci siamo create nella nostra mente e molto spesso non è quello che avevamo in mente,


ma esattamente l’opposto. Voglio dire che molte delle mie clienti entrano in sala prova dicendo che volevano un abitino semplice, poi però quando indossano uno dei nostri abiti e se lo vedono scendere addosso disegnando delle meravigliose silhouette o magari snellendo nei punti giusti, quello è l’abito che la cliente si era sempre sognato, pur non avendo in mente nulla su quel genere”. Negozi come il Suo sono tradizionalmente gestiti da donne: quanto contribuisce, secondo Lei, l’attività delle imprenditrici alla crescita dell’economia locale? “Sul fatto che questo atelier sia gestito da una donna non significa che avrebbe lo stesso successo che ha se alle mie spalle non ci fosse la figura di mio marito, che mi accompagna e mi asseconda in tutti i miei desideri, dal vedere una collezione a Parigi piuttosto che a Barcellona, dall’assistere alle sfilate di Milano, dall’andare a fare i campionari in giro per tutta l’Italia, al non scoraggiarmi mai quando sbaglio, perché credetemi, in questo settore, come in tutti i settori commerciali, oggi ogni sbaglio è costo-

sissimo. Ritengo pertanto che la figura della donna sia esattamente complementare a quella dell’uomo nella crescita dell’economia locale, solo che magari una donna riesce meglio ad identificarsi in un ruolo che sente molto vicino a sé, quello di consumatrice, intendo”. Che consiglio darebbe ad una giovane imprenditrice che vorrebbe aprire un’attività commerciale? “Se oggi una giovane imprenditrice volesse intraprendere un’attività commerciale e mi chiedesse un consiglio, potrei solo che dirle di credere sempre in sé stessa e nelle persone che ha accanto e di non mollare mai, perché la fiducia è l’unica risorsa che nessuno può toglierci”. Può darci qualche anticipazione sulle nuove collezioni? Quali saranno i colori più in voga? Le novità più curiose? “Le nuove collezioni, che sono ormai in atelier dal mese di febbraio, prevedono una primavera estate all’insegna dei colori, dal verde al turchese, dal fucsia al rosso, fino ad arrivare a qualche accenno di giallo, senza mai dimenticare il sobrio

e raffinatissimo nero. Abiti dai tessuti leggeri con novità di gonne più corte davanti e lunghe dietro che creano l’effetto di piccolo strascico”.

“Vorrei cogliere l’occasione per invitare tutti gli interessati a partecipare al Defilè moda cerimonia e sposi che abbiamo in previsione per domenica 18 marzo presso il Ristorante delle Rose di Marina di Montemarciano dove potranno assistere ad un gradevolissimo pomeriggio arricchito anche da spettacoli di intrattenimento, prenotando al numero 0731213784”. 81


SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Intuito femminile? Parlerei piuttosto di empatia fra cliente e progettista. Dà gioia sentirsi dire: “ecco, questo è proprio quello che volevo!”

Vittoria Ribighini “Le nostre proposte di arredamento sono dei flash sul mondo del design, degli input che rimandano a un modo del tutto personale di intendere lo spazio” di M. Cursaro

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rch. Ribighini, come descriverebbe il suo lavoro nella progettazione e nel design? “Il mio lavoro è un po’ la conseguenza di un vero interesse personale in questo campo. L’approfondimento di certi temi a livello culturale prima e la concretezza nell’operare poi, non hanno fatto che accrescere questa passione che si è tradotta, nel tempo, in una sorta di filosofia di vita. Mi spiego: lo spazio dove viviamo, sia esso privato, comune o pubblico, è fatto di razionalità e di emozioni, è uno spazio fisico ma anche mentale, luogo privato e al tempo stesso fatto di relazioni. Progettare significa dare unità a tutte queste voci e questo deve essere vero a qualsiasi livello economico, misurandoci spesso in una sorta di equilibrio fra desideri e budget limitati, esigenze della vita quotidiana e fattori estetici… Chi ci legge e entra, parte dall’oggetto per lasciarsi condurre in un percorso progettuale, oppure chiede direttamente una progettazione che arrivi fino all’arredamento. Il percorso può essere duplice ma il risultato è sempre quello: la misura del desiderio che si traduce in uno spazio da vivere”.

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wQuali sono gli strumenti con cui riesce a interpretare i sogni e i desideri degli altri? “Penso che lo strumento principale sia “ascoltare”. Ascoltare per capire… e poi tutta una serie di elementi come il carattere del luogo, la luce, la possibilità di integrare gli spazi interni con quelli esterni, fino ad estendere gradualmente l’interno nel paesaggio che lo circonda, insieme a dei fattori variabili, diversi ogni volta. E’ differente, ad esempio, operare in un’abitazione storica, ristrutturare uno spazio esistente che non ha alcuna identità, o progettare ex novo. Nel primo caso si entra in punta di piedi, assaporando l’atmosfera e l’anima stessa dell’abitazione, per cercare di ottimizzare gli spazi in relazione a delle mutate esigenze di vita, ma sempre con il cuore vigile allo spirito del luogo e anzi lasciandosi guidare da esso. All’opposto è la situazione di uno spazio senza identità. Qui l’input primario sarà quello di caratterizzare superfici e volumi, riuscendo a dare noi una logica e una storia che possa continuare. E poi c’è il foglio bianco della progettazione ex novo, tutta da disegnare, tutta da pensare…. E, comunque, anche qui, equilibrio

fra razionalità e poesia, funzionalità e rigore che diventano spesso bellezza di forme pure, spazi che restituiscono un’idea di fisicità e sensibilità”. Nel mondo dell’architettura e del design come vivono le donne? “Su questo tema si è già detto tutto e si rischia di ripeterci. Non mi interessa il confronto, la contrapposizione, ma ciò che ognuno di noi con la propria competenza e la propria sensibilità riesce a proporre e a fare. Trovo che sia importante evitare i preconcetti e misurarsi invece -onestamente- sull’impegno personale, sulla coerenza delle proprie idee e sui risultati”. Immortale Made in Italy: quanto hanno contribuito le donne? “Ecco, l’ha detto! Immortale made in Italy! Riconosciuto nel mondo! Certo che le donne hanno contribuito e in modo grandioso! Una fra tutte Gae Aulenti, che ha segnato la storia dell’architettura italiana dagli anni ’50 in poi. Architetto, designer, urbanista, docente universitario a Venezia e Milano, con moltissime realizzazioni importanti: negli anni ’80 a


Parigi / La Gare d’Orsay, a Barcellona il museo d’arte catalana, a Venezia/ la ristrutturazione di Palazzo Grassi; negli anni ’90 a Siviglia e Roma, nel 2006 a Tokio/ l’Istituto di cultura Italiana; e poi Cini Boeri, autentica esponente del design italiano nel mondo; Paola Navone, Patricia Urquiola, Zaha Hadid, Kazuyo Sejima: sempre più spesso architettura e design portano una firma al femminile. Molti designer stranieri vengono in Italia per i loro prototipi, perché in nessun altro posto c’è una così alta manualità e capacità di realizzare e mettere a punto i loro progetti. E la produzione fatta in Italia è comunque riconosciuta come una garanzia di qualità nei mercati mondiali. Dovremmo essere davvero più coscienti delle nostre capacità creative in tantissimi settori e più orgogliosi di noi stessi! E puntare molto su questo!”. L’evoluzione del gusto rispecchia un’evoluzione dello stile di vita e della mentalità delle persone: quali sono le caratteristiche più richieste nei nuovi ambienti? “Sicuramente un uso funzionale dello spazio e poi materiali a basso impat-

to ambientale, meno separazioni visive possibili, anche se alcuni muri, a mio avviso, pensati come quinte sceniche e caratterizzati da tagli di luce o forme particolari, conservano ancora il valore di un elemento forte nella progettazione. Una grande attenzione è rivolta alla cucina e al bagno, che oggi si chiama “zona benessere”. Alchimia delle parole... Finalmente poi arriviamo allo spazio esterno, siano essi terrazzi o giardini: tanti materiali nuovi, tante forme nuove, certamente la necessità di un respiro diverso a contatto con il verde. A me è sempre piaciuto utilizzare questi elementi da esterno negli interni, per portare anche nei mesi invernali, trascorsi in casa, la leggerezza visiva e solare dell’estate. Ecco, in un qualche modo c’è richiesta di una maggiore libertà compositiva”. La luce sempre più protagonista: perché? “Perché la luce ha davvero la capacità di modificare uno spazio e di offrire esperienze sensoriali differenti dello spazio stesso! La luce naturale piena, la luce radente che crea zone d’ombra, quella incidentale… Anche per le sorgenti a

luce elettrica o a led, ormai, potremmo parlare di veri e propri “percorsi luminosi” - come li ama definire Davide Groppi – “per cogliere e sentire la verità delle cose con semplicità, leggerezza, emozione ed invenzione”. Una grande ricerca poetica quella della luce!”. Oltre all’esposizione, organizzate anche molte iniziative: quali sono le prossime? “Le prossime sono ancora da definire. Abbiamo di recente presentato la collezione di mobili della Sampatrignano design interiore, una vera rivelazione, un’altissima qualità artigianale che riprende e continua la grande tradizione artigianale del made in Italy, raffinati oggetti che racchiudono tutto il senso di un’intensa esperienza interiore”.

Info su: www.vittoriaribighini.it Via Pizzecolli, 2 Via della Catena, 2 Ancona

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Questione di … Promise “L’arte del viaggiare e del congressare” raccontata da Vania Bontempi: “Il tocco femminile è quello che dà la particolarità ad un congresso, che gli conferisce un carattere esclusivo” di M. Palumbo

D Vania Bontempi

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ott.ssa Bontempi, Lei oggi ricopre l’importante ruolo di Amministratrice di Promise Group: vuole raccontarci il Suo percorso professionale? “Il mio percorso lavorativo inizia nel 1983 occupandomi di contabilità aziendale presso uno studio di commercialisti associati, successivamente entro nel mondo del turismo dalla porta complicata dell’amministrativo, il back office, in una agenzia di viaggio e turismo anconetana. Il settore è interessante, mi appassiona e dopo due anni sento l’esigenza di capirne di più, e passero’ al “ front office”. Seguo corsi formativi mirati per arrivare ad avere a 360° le competenze sul turismo. Acquisisco l’abilitazione di Direttore Tecnico e ottengo un incarico di direzione in un’agenzia anconetana, la Promozione Viaggi che poi diventera’ la mia azienda. Di lì spazio tra docenze, consulenze, incarichi di progetti sempre in tema di turismo e decido di ampliare ancora le mie competenze, ma stavolta nel settore congressuale e nel 1993 inizio ad occuparmi di organizzazione di congressi ed eventi con maggior importanza all’organizzazione di meeting in ambito medico, avendo allacciato rapporti con importanti aziende farmaceutiche italiane ed internazionali. Portando in crescita il settore della congressistica faccio scelte piu’ forti decido di essere indipendente e così, dopo l’acquisizione totale delle quote della società, cambio la denominazione dell’Azienda,

che diventa Promise Group acronimo di Promotion & Innovetion Service e creo un altro brand “Congressare”. Attualmente la Promise Group ha due divisioni, “Promozione Viaggi” e “ Congressare” appunto. Quale è stato il momento o l’anno piu’ importante per la sua azienda? Il 2005. Il mio imprinting nel settore del turismo ci fa ottenere l’affidamento di “Excursion office” per la compagnia Costa Crociere e oggi iniziamo l’ottava stagione con questo incarico. Nello stesso anno con il brand “Congressare” divento “provider ” in ambito di Formazione Continua in Medicina (ECM) fino ad avere, con la nuova normativa ministeriale, il riconoscimento di provider nazionale. Ottengo anche la certificazione per la mia azienda come Ente di Formazione accreditato presso la Regione Marche, nella macrotipologia di Formazione Continua e di Alta Specializzazione”. In che mondo la Sua esperienza in ambito turistico Le è stata utile per avviare il lavoro nel settore dei congressi e degli eventi? “Sicuramente aver conosciuto gli scenari e le dinamiche del settore turistico, in cui sono implicate responsabilità tanto a livello umano, tanto a livello logistico, ha favorito le mie iniziative in ambito congressuale. Sono due mondi per certi versi molto vicini, anche se, chiaramente, hanno delle specificità che ri-


“Il tocco femminile è quello che dà la particolarità ad un congresso, che non lo rende stereotipato, ma gli conferisce un carattere esclusivo”

chiedono competenze e risposte mirate. All’interno della nostra realtà, infatti, i due brand, “Promozione Viaggi” e “Congressare” sono ben distinti ma comunicano e la carta vincente è che il primo da supporto immediato e vantaggioso al secondo specie su accordi di hotel’s rate o su tariffe aeree..Vede, in molte agenzie di servizi che si occupano di congressistica si è costretti ad affidarsi alle agenzie di viaggio di fiducia, con il relativo passaggio economico, noi abbiamo tutto in casa! In base alla Sua esperienza, quali sono, se ci sono, le maggiori difficoltà di essere un’imprenditrice donna in una città come Ancona? “Non la porrei tanto come una questione di genere, perché come in ogni ambito lavorativo ciò che conta davvero è la serietà e la professionalità con cui ci si pone. Diventare imprenditore spesso significa iniziare dal niente, costruire qualcosa di nuovo, con tutte le opportunità e le difficoltà che simili iniziative implicano. Ancona, in questo senso, offre davvero due lati della stessa medaglia: da un lato, essendo una città piccola, dà l’opportunità di un ritorno di eco importante, dall’altro, proprio con il suo carattere un po’ chiuso e la sua natura in qualche modo dentro

i confini, preclude l’opportunità di aprirsi ai grandi numeri”. Dietro le quinte di un congresso: come si muove la macchina organizzativa? “Parlare del dietro le quinte significa descrivere uno scenario in cui si muovono molti professionisti, con ruoli e competenze diverse. Dai tecnici ai traduttori, dalle hostess alla sicurezza: la macchina funziona perché ogni divisione è altamente specializzata nel suo ambito e ogni fase dello svolgimento di un congresso viene organizzata e studiata con gran cura. Ovviamente un ruolo importante è sicuramente la regia”. Cosa può dare, di diverso, il tocco femminile? “Il tocco femminile è quello che dà la particolarità ad un congresso, che non lo rende stereotipato, ma gli conferisce un carattere esclusivo. A volte si tratta di aggiungere un particolare, o di curare un dettaglio che riesce a fare la differenza e, in questo modo, le donne hanno davvero quell’intuito, quella cura, che ne rende indispensabile il contributo. Inoltre il tocco femminile si fa sentire anche nella scelta della location ideale per ogni genere di evento. Qui nelle Marche abbiamo location davvero di grande sug-

gestione, ognuna delle quali si presta ad ospitare una diversa tipologia di meeting, congresso o incontro”. Quindi avete un forte legame con il territorio? “Mi preme dire che lavoriamo affinché il territorio abbia beneficio delle nostre attività, non solo a livello di immagine, ma anche muovendo quella rete di operatori e realtà coinvolte nella realizzazione di congressi. La mia mission è proprio scoprire e cogliere sul nostro territorio quelle perle che vengono tanto ricercate e apprezzate, non solo fuori regione, ma anche all’estero, sempre con grande attenzione alla compatibilità tra la domanda e l’offerta ricettiva disponibile”. Come vede il futuro di Promise? “Sicuramente intendiamo continuare a crescere, investendo in tecnologia e mezzi all’avanguardia. Abbiamo progetti avanzati che stiamo cercando di realizzare, siamo sul mercato da anni e vogliamo continuare ad esserci e restare altamente competitivi con le nostre offerte e i nostri servizi. Ritagliarci sempre più spazio nel congressuale senza lasciare indietro la potente macchina del turismo”.

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

“Il futuro ha radici antiche” Fiorella Tombolini, Amministratore e Presidente del Gruppo Tombolini: “Credendo fortemente in tutto quello che si fa, tutto è possibile”

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i può fornire qualche numero sulla componente femminile nel Vostro gruppo? “La realtà del nostro settore moda è caratterizzata spesso dalla numerosa presenza di donne. Nel nostro gruppo la componente femminile è senza dubbio una parte fondamentale: basti pensare che il 75 per cento dei dipendenti della Tombolini Industrie S.r.l. è costituito da donne. Di queste, l’80 per cento ha qualifica operaia e il restante 20 per cento circa si divide tra intermedie ed impiegate. Alcune ricoprono ruoli di elevata responsabilità nell’area produttiva, logistica, programmazione, commerciale e prodotto”. Che consigli dà ad una giovane donna che intende coniugare vita familiare e carriera? Anche secondo Lei molto spesso sono due ambiti inconciliabili? “La situazione attuale, sia economica che sociale, non è facile a livello generale. I tempi sono molto cambiati, il rapporto tra uomo e donna è molto più equilibra-

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to. Comunque, in tutto questo susseguirsi di eventi e di cambiamenti, l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di credere profondamente in quello che si vuol fare davvero, cercando di realizzare ogni giorno il proprio sogno. Portare avanti una carriera parallelamente alla vita familiare non è cosa facile ed io ne sono la prima testimone, ma sono certa che con tanta passione, determinazione, forza di volontà e credendo fortemente in quello che si fa tutto è possibile”. E la Sua esperienza al riguardo? “Sono entrata in azienda nel 1980 iniziando a maturare la mia esperienza in diverse aree aziendali e purtroppo sette anni dopo, nel 1987, ho perso prematuramente mio padre Eugenio, il fondatore dell’azienda Tombolini. Ero giovane ed ancora inesperta: 24 anni e un figlio di nemmeno tre anni da crescere. I primi momenti sono stati davvero molto difficili, ma sentivo forte il dovere di impegnarmi nel suo progetto e così l’ho portato avanti con tenacia e dedizione.

Ho dedicato tutte le mie energie nell’azienda, spesso con importanti ed inevitabili sacrifici anche sul fronte della sfera personale. Questa è stata la mia più grande sfida che però mi ha portato ad ottenere anche molte soddisfazioni, sia professionali che personali. Ho un figlio, Silvio, di quasi 28 anni, che rappresenta la mia gioia e la realizzazione del mio intimo. E’ entrato in azienda e spero che, con tutto il Gruppo, possa rappresentare la nostra sfida futura”. In una fase in cui la parola d’ordine pare sia la “delocalizzazione”, cosa significa per un gruppo prestigioso come Tombolini rimanere in Italia e dare lavoro a centinaia di persone in un contesto così difficile sotto vari punti di vista? “L’Italia sta sicuramente vivendo un momento molto complesso, dal punto di vista sia sociale che economico-finanziario: è in atto un grande cambiamento. Nonostante ciò sono sicura che ci siano grandi capacità, risorse e potenzialità


Crediamo che la nostra filosofia, espressa in maniera impeccabile dalla convinzione di mio padre - “Il futuro ha radici antiche” -, sia oggi più che mai da rafforzare, perché la nostra terra offre grandi capacità”

tali da permettere a noi italiani di rappresentare nel migliore dei modi il nostro Paese all’estero, con tutte le sue eccellenze. La strategia della Tombolini è il mercato di lusso e per noi è fondamentale l’autentico Made in Italy. Tutti i capi a marchio Tombolini sono totalmente prodotti nella nostra azienda di Urbisaglia (Mc): controlliamo e gestiamo internamente tutto il ciclo di vita del nostro prodotto, dall’ideazione alla produzione, fino alla distribuzione, il tutto attraverso la passione, l’esperienza, la grande capacità manifatturiera e l’attaccamento al nostro territorio e alle nostre radici, che ci caratterizza da sempre. Per noi è motivo di grande orgoglio poter continuare ad investire e a creare occupazione nel nostro Paese, anzi nella nostra regione. Crediamo che la nostra filosofia, espressa in maniera impeccabile dalla convinzione di mio padre - “Il futuro ha radici antiche” -, sia oggi più che mai da rafforzare, perché la nostra terra offre grandi capacità, know-how e risorse per essere credibili e vincenti nel mondo”.

Quali sono le prospettive del settore sartoria di alta gamma, in Italia e all’estero? “Quello da poco terminato è stato un anno record per i consumi mondiali di beni di alta gamma: l’abbigliamento ha registrato un +8 per cento sul 2010. Le previsioni per questo 2012 sono di stabilità per l’Europa, di crescita per gli Stati Uniti e l’Asia: oltre a Cina e Thailandia, cresceranno in modo forte anche il Giappone e il Medio Oriente. Il consumatore di alta gamma forse compra meno rispetto a qualche tempo fa ma ricerca comunque sempre una qualità elevatissima; vuole il meglio per ogni occasione, dal formale all’informale, dal sartoriale al casual e ha la necessità di trovare soluzioni che siano capaci di rispecchiarne la personalità, anche attraverso la mescolanza di generi diversi. È alla ricerca di un servizio eccellente e riserva un’attenzione particolare al rapporto qualitàprezzo. Questi sono tutti elementi di forza del Gruppo Tombolini, che per questo deve essere cosciente delle proprie ca-

pacità per offrire il meglio ai propri consumatori in tutto il mondo”. Quasi la metà dei Vostri prodotti vengono esportati: è una percentuale destinata a salire? “Per i prossimi anni abbiamo un piano di sviluppo internazionale sia a livello retail che a livello di multimarca e senza dubbio il nostro impegno verso i mercati esteri in termini di esportazioni è destinato a crescere. Continueremo a credere nel mercato europeo e dell’Est Europa, cercando poi di svilupparci in particolar modo in Medio Oriente, Asia e Nord America. Auspichiamo una ripresa europea e dei mercati “maturi”, che in ogni caso restano ancora estremamente importanti in termini di peso e costituiscono attualmente l’80 per cento del Pil mondiale. I mercati emergenti (BRICS) sono naturalmente molto potenziali e lavoreremo per ottenere buoni risultati”.

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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Se non ora quando? Margherita Santicchia : “Le suffragette segnarono un passo importantissimo nella storia delle donne… sono il ponte di studio, presenza e cultura che ha convogliato tutta l’energia profusa sin qui e al nostro movimento” di A. Siria

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e non ora quando”? Una domanda che ha dato il via ad un movimento femminile fortemente radicato nel nostro tempo… “Rappresentanza, rappresentazione dei corpi, cultura. Queste le parole per spiegare il contesto di Snoq. L’Italia è un Paese con scarsissima rappresentanza di donne in ogni ambito della nostra società, soprattutto quando si volge lo sguardo ai livelli più “alti”. Tanto per fare un esempio: le donne in Parlamento al 31 dicembre del 2010 erano il 21,3% e in Senato il 18,3% secondo i dati del Global gender gap Report del 2010 e il dato è peggiorato rispetto all’anno precedente. A questo dato sconfortante si aggiunge un fenomeno tutto italiano che è quello di una rappresentazione consumistica e oggettuale del corpo femminile nella generalità dei prodotti di comunicazione di massa. E poi c’è la questione prevalentemente culturale del cosiddetto ruolo di cura di bambini, anziani e disabili, ruolo ricoperto in via quasi esclusiva dalle donne e che raramente viene messo in discussione da entrambe le parti. Dunque un contesto in cui le donne costituiscono la forza viva di questo Paese, ma senza un reale riconoscimento di questo impegno”.

Come vi definireste? Eredi morali delle suffragette o portatrici di qualcosa di nuovo? “Le suffragette segnarono un passo importantissimo nella storia delle donne: il diritto al voto e ad esserci non solo politicamente. Poi molti altri furono i passaggi, per lo meno nella storia italiana: le lotte per il diritto al lavoro e allo studio dei primi del ‘900, le battaglie per la democrazia, la partecipazione femminile e alla resistenza, alla ricostruzione e quindi le conquiste civili degli anni ‘70. E il ponte di studio, presenza e cultura che ha convogliato tutta l’energia profusa sin qui e al nostro movimento”.

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La storica manifestazione del 13 febbraio 2011 ha visto Ancona come una delle città con la più alta partecipazione a livello nazionale: a cosa si deve, secondo Lei? “Ancona è una città tradizionalmente impegnata nel senso ampio del termine con la presenza di numerose associazioni, sindacati e partiti i quali si erano preparati rispondendo all’appello del comitato promotore della manifestazione con l’entusiasmo, la voglia di esserci e la volontà di cambiare realmente lo stato di cose del nostro Paese”. Vuole presentarci la sezione anconetana di questo movimento? Il nostro gruppo di Ancona è formato da un coordinamento di ventina di donne che periodicamente si riuniscono e che personalmente portano avanti il lavoro pratico. Contiamo quasi 250 iscritti al nostro gruppo facebook che aderiscono alle nostre iniziative. Siamo donne molto diverse per formazione, vissuto ed età. Alcune hanno un impegno retribuito, altre sono in pensione, alcune sono attive politicamente o lo sono state in passato, altre hanno esperienza nell’associazionismo, nei sindacati o nel volontariato, ci sono mamme e nonne, mogli e single. Stiamo lavorando per coinvolgere le giovani donne ”. Quali sono le iniziative e i progetti in calendario? “Localmente stiamo lavorando sul Piano Socio Sanitario Regionale, vigiliamo sull’effettiva applicazione della legge 194 che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza, dato che i medici obiettori sono aumentati, su un progetto della rappresentanza nelle istituzioni chiamato 50/50, sulla violenza di genere, sul ripristino della legge 188”.


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SPECIALE: DONNE CHE IMPRESA!

Donne ed economia: è womenomics, la crescita al femminile Nel 2006 l’Economist conia questo neologismo (riprendendo le tesi di un’analista di Goldman Sachs del 1999), per definire la teoria economica secondo la quale il lavoro delle donne è oggi il più importante motore dello sviluppo mondiale Il punto di vista italiano raccontato dalla coordinatrice Francesca Paranzin di A. Siria

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erché Womenomics? “Esiste una stretta connessione tra lavoro femminile e crescita economica per cui si stima che verrà dal lavoro femminile l’impulso più importante alla crescita nel prossimo futuro. Secondo gli studi più recenti ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si creano 15 posti aggiuntivi di lavoro e di occupazione. L’ingresso nel mercato di 100 mila donne oggi inattive farebbe quindi crescere il nostro PIL di 0,3 punti l’anno. La nuova formula della crescita economica si può riassumere in quattro parole: donne, lavoro, economia, fecondità. La teoria della womenomics è, infatti, la prima a legare le tematiche delle cosiddette pari opportunità agli indicatori di crescita economici di un paese: senza un maggior apporto alla produzione da parte delle donne l’economia mondiale non cresce sufficientemente. Nei paesi dove questa partecipazione è alta anche i problemi demografici sono minori. Qual è il vostro principale ambito operativo? “Womenomics.it è un sistema online formato da un sito che raccoglie informazioni e dati, un blog dove si propongono e discutono news, un canale Youtube che raccoglie le videointerviste che facciamo a persone interessate al tema, una pagina Facebook e un account Twitter per tenere aggiornata la nostra community. L’idea di creare Womenomics.it è nata nel 2008 dall’esigenza di raccogliere informazioni e confrontarsi online su un tema che in quel momento stava diven-

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tando di attualità anche in Italia: la necessità di valorizzare il lavoro delle donne non solo per motivi etico-sociali ma soprattutto per ragioni economiche”. Quali sono le realtà e le istituzioni con cui collaborate? “Collaboriamo con associazioni, aziende e istituzioni su progetti per la valorizzazione dei talenti femminili. Attualmente stiamo lavorando con due realtà molto diverse. Con l’associazione “Se Non Ora Quando” abbiamo realizzato un’applicazione (la prima app di un’associazione femminile no profit) che sarà disponibile sull’Apple Store entro metà marzo. Stiamo inoltre collaborando con web@femminile di Microsoft, la maratona virtuale di 24 ore dedicata alle donne, in particolare su come la tecnologia possa portare un contributo nella vita personale e professionale delle donne”. I dati sulla situazione delle donne in Italia non sono affatto “rosei”: come commentate la rilevazione del Global Gender Gap 2011? “Negli ultimi anni la situazione delle donne in Italia purtroppo non è cambiata. Se guardiamo i dati forniti dal Global Gender Gap l’Italia continua ad essere arretrata in molti ambiti: è particolarmente elevato il divario nelle “opportunità e partecipazione alla vita economica” (90esimo posto). Non è brillante la situazione sotto il profilo della salute (75sima posizione), mentre sono migliori gli esiti per i risultati nell’istruzione (48esimo posto) e per il potere in politica (55esima). Nel-

la classifica l’Italia si trova alle spalle di Bangladesh (69esimo), Ghana (70esimo), Perù (73esimo). Il podio è sempre stabilmente occupato da Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia. In quei paesi in cui il gap tra i sessi è minore sono state messe in atto scelte politiche ed economiche improntate alla competitività, al talento, alla crescita e contro la discriminazione di genere. Credo che in Italia sia sempre più necessaria un’azione politica forte e coordinata: se si vuole davvero favorire lo sviluppo e la produttività di un paese servono interventi ad hoc per garantire l’equità e tutelare i diritti delle donne. Personalmente le prime azioni del governo Monti fanno ben sperare”. Per info: www.womenomics.it

“Con l’associazione “Se Non Ora Quando” abbiamo realizzato un’applicazione (la prima app di un’associazione femminile no profit) che sarà disponibile sull’Apple Store entro metà marzo”


“Nel turismo quasi quattro occupati su cinque sono donne” Ludovico Scortichini, imprenditore del settore, è un bell’esempio di valorizzazione della componente femminile sul lavoro a cura della Redazione

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al punto di vista statistico, com è la situazione della donna che lavora nel Vostro settore? “Anche nel settore turistico la componente rosa è fondamentale. Anzi, se guardiamo i dati direi che è più importante di quella maschile. A livello nazionale, infatti, il 78 per cento degli occupati nel settore è rappresentato da donne. Ciò che caratterizza il nostro contesto, peraltro, è che la donna raramente ricopre ruoli importanti: solitamente il manager è l’uomo”.

Nelle Sue aziende però il discorso è diverso … “Direi di si! Il mio responsabile finanziario è donna, così come i responsabili prodotto di Go Australia e di Tour 2000 e due dei tre loro omologhi di Go Asia. Molto spesso la donna è più brava di noi, in termini di capacità di gestire lo staff, di precisione. Forse manca ancora qualcosa dal punto di vista dell’autorevolezza, ma sono convinto che tale limite sia riconducibile più che altro ad un nostro errato approccio culturale”.

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SPECIALE

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Uno strumento prezioso per le donne marchigiane che fanno impresa è stato il prestito d’onore per favorire l’avvio di nuove attività “che” ha precisato l’Assessore regionale Sara Giannini “ha visto il 60 per cento delle domande presentate da donne. Un’esperienza che ripeteremo per sostenere le donne marchigiane che fanno impresa”

Donne, figlie di un dio minore Cna impresa donna marche: Busta paga piu’ leggera e più lavoro precario. Guadagnano il 7 per cento meno degli uomini, che diventa il 16 per cento tra gli impiegati e il 15 per cento tra gli operai. Credito più caro per le donne imprenditrici. di A. Monticelli

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a busta paga delle 280 mila lavoratrici marchigiane è più leggera rispetto a quella media dei 365 mila lavoratori uomini. Essere donna è penalizzante soprattutto tra gli impiegati, dove il divario salariale è del 16 per cento, e tra gli operai dove la busta paga femminile è più bassa del 15 per cento mentre le donne dirigenti guadagnano solo il 2 per cento in meno dei loro colleghi maschi. Non solo stipendi e salari più bassi,ma anche lavoro precario e carriere in salita per le donne. Le giovani donne hanno più frequentemente degli uomini un lavoro a tempo determinato (35 per cento contro il 27 per cento). Le donne manager in Italia sono soltanto il 12 per cento, rispetto alla media europea del 33 per cento e le donne presenti nei consigli di amministrazione di società quotate in borsa sono un misero 3 per cento rispetto all’11 per cento dell’Europa. Sempre più donne, è stato detto al con-

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vegno Cna, sono invece le donne che decidono di avviare un’attività autonoma: un’impresa su quattro nelle Marche ha come titolare una donna. Ma anche qui la differenza di genere si fa sentire. Soprattutto nel rapporto con le banche. I maggiori tassi d’interesse che le banche applicano alle imprese al femminile, sono in media dello 0,3 per cento in più. Inoltre se l’impresa femminile è garantita da un’altra donna, i tassi d’interesse sono più alti dello 0,6 per cento. In altre parole, una donna garantita da un’altra donna è considerata dalle banche il peggior cliente in assoluto. “In un contesto del genere” ha dichiarato Alberto Barilari presidente di Fidimpresa Marche “il ruolo dei Confidi è fondamentale. Fidimpresa Marche è in prima fila nel garantire il credito alle imprese dirette da donne. Noi abbiamo 3.101 imprese nostre associate con titolare una donna. Nel 2011 abbiamo deliberato 577 pratiche di finanziamento alle imprese

femminili, per un importo erogato di 14 milioni di euro e 5 milioni di credito garantito.” Tra l’altro investire sulle donne conviene” perché “ha sostenuto Renato Picciaiola presidente Cna Marche “le imprese guidate da una donna, con un alto numero di manager donne o con una forte presenza femminile, fanno registrare profitti più alti alla media e sono più solide delle aziende concorrenti”. Secondo Paola Sansoni , presidente nazionale Cna Impresa Donna. “valorizzare le donne conviene a tutti e vanno rimossi tutti gli ostacoli che impediscono alle donne di lavorare e fare impresa, potenziando gli asili nido, i servizi sociali e facilitando così la conciliazione di lavoro e famiglia. E ancora prevedere sgravi fiscali per chi assume personale femminile, concedere incentivi per l’imprenditoria rosa, prevedere le quote di genere ai vertici delle aziende.”


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SPECIALE

Leadership al femminile Analizzando i dati contenuti in un’indagine condotta da Caliper a Princeton, emerge che rispetto agli uomini, le donne leaders sono più assertive e persuasive, sentono maggiormente il bisogno di ultimare i compiti che sono a chiamate a gestire e mediamente sono migliori dei loro colleghi maschi quanto a senso di responsabilità di S.Gambelli

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e donne leaders appaiono più empatiche e flessibili, e più solide degli uomini nel gestire relazioni interpersonali. Questa importante skill le rende capaci di leggere “tra le righe”, cogliendo maggiori sfumature e creando significati nuovi. Di fatto, queste donne sono in grado di cogliere il punto di vista dei loro interlocutori e di entrare in empatia con loro utilizzando argomentazioni vicine alle loro esigenze, grazie all’abilità di comprendere genuinamente da dove arrivano le motivazioni delle altre persone, la loro origine, rispettandole, con il risultato che gli altri inconsciamente si aprono al dialogo, si sentono capiti, supportati e valorizzati. Le donne leaders si dimostrano più portate ad ignorare i ruoli istituzionali in nome del raggiungimento dell’obiettivo, che si esplicita con la volontà di reinventarli, insieme alla determinazione di

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rendere le sfide fonti di opportunità. Si è spinti a supporre che queste caratteristiche riscontrate nelle donne, siano un residuo ancestrale, un bisogno di conservazione e di accudimento della specie, ancora impressi nelle catene del Dna. Mentre nel nostro Paese sia attuale più che in altri il fenomeno del cosiddetto “soffitto di vetro”, che impedisce alle donne di salire al vertice di imprese ed istituzioni, all’estero negli ultimi decenni stiamo assistendo alla presenza sempre più massiva di donne in ruoli di vertice. Quali sono dunque gli stili di leadership più utilizzati dalle business women di successo? Quali sono le principali dicotomie tra questi stili? A proposito di stili, una distinzione classica, ma sempre attuale, è quella tra orientamento al compito, più adottata dagli uomini, e orientamento alle relazioni (task orientation vs. relationship

orientation). Con il primo viene indicata la tendenza a focalizzarsi sullo svolgimento del compito, e quindi sulla performance, sul raggiungimento degli obiettivi, sul rispetto degli standard e delle regole. Le donne prediligono il secondo orientamento, che focalizza l’attenzione sulle relazioni interpersonali, sulla creazione di un clima di fiducia reciproca e sull’armonia nelle interazioni di gruppo. Il gentilsesso predilige inoltre una leadership democratica, contrapposta a quella autocratica. A differenza del manager che esercita un’autorità totale, lasciando ai suoi collaboratori pochissimi gradi di libertà, si fa largo l’attitudine delle donne verso una leadership maggiormente attenta alle relazioni e soprattutto a uno stile più democratico, in cui creare insieme priorità e compiti. Ma lo stile che viene considerato all’origine di un nuovo paradigma della leader-


Quale significato attribuiscono le donne alla leadership e con quali proposte? Quando si parla di leadership, entra in gioco la differenza tra i sessi? Vi sono differenze tra le donne e gli uomini leaders? Se sì, quali sono le caratteristiche peculiari che le più efficaci donne leaders possiedono?

ship, è quello trasformazionale, appannaggio delle signore del management. Nasce dalla contrapposizione con quello transazionale, i cui meccanismi sono costituiti da transazioni basate sull’attribuzione di ricompense. La leader trasformazionale, invece, va oltre lo scambio di ricompense e attiva una maggiore consapevolezza e un maggiore interesse, all’interno dell’organizzazione, per una visione condivisa. Queste figure trasformazionali favoriscono nei loro collaboratori un aumento di fiducia in se stessi, facendoli passare progressivamente dalle preoccupazioni per le esigenze personali all’impegno per performance superiori e per la crescita dell’organizzazione, trascendendo in questo modo i propri interessi particolari. Le donne dimostrano una maggiore attitudine a gestire situazioni di forte mutamento e innovazione; per questo adottano stili democratici

che valorizzino le persone e le motivino a diventare un capitale insieme al quale scommettere per la conquista del benessere organizzativo. Negli ultimi due decenni, le rapide trasformazioni che hanno investito l’economia, le organizzazioni e il management, hanno messo in luce crescenti criticità degli stili di management tradizionali. Ecco dunque che le caratteristiche di leadership più utilizzate dalle donne (come la tendenza a coinvolgersi emotivamente nei problemi, la concretezza, la capacità di ascolto, la tendenza all’egalitarismo), e che fino a poco tempo fa venivano considerate poco adatte alla direzione, hanno cominciato improvvisamente ad essere considerate indispensabili per la trasformazione delle organizzazioni nella direzione auspicata dai nuovi modelli gestionali (ciò si è verificato sia nelle grandi imprese, sia nelle imprese di pic-

cole e medie dimensioni, caratterizzate da un forte grado di dinamismo e innovatività). Tutto ciò ha portato a trasformare la diversità femminile da fattore discriminato a punto di forza, perché in grado di innovare il modo in cui le organizzazioni vengono condotte, secondo le nuove esigenze dell’economia. Le donne del terzo millennio avvertono sempre di più il bisogno di sentire in equilibrio tre aspetti della vita: la famiglia, l’amore e il lavoro. Elemento trasversale di queste dimensioni è la leadership che esercitano.

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SPECIALE

Donne nel turismo La Presidentessa Caterina Fioritti: “La correttezza, la trasparenza, la tipicità del territorio e l’arte dell’accoglienza rappresentano il vero segreto per vincere nel settore e continuare a crescere” di L. Dattolo

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l turismo è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia: qual è il contributo delle donne? “Le donne sono da sempre soggetti sensibili portati, quasi per patrimonio genetico, all’accoglienza e all’ospitalità, tanto in famiglia quanto in situazioni esterne. Nel settore del turismo rappresentano circa il 70% del totale dell’occupazione, anche se poi non in tutte le diversificazioni del settore e non in tutti i ruoli tale percentuale è rispettata”. Quali sono i ruoli in cui la presenza femminile riesce ad affermarsi maggiormente? “Nel settore delle agenzie di viaggio la maggior parte delle imprese è gestita da donne. Sono cresciuta come “donna europea” e dalle mie esperienze in Europa riconosco come ancora oggi non sussistano in Italia le “vere” condizioni di pari opportunità per la donna che decida di portare avanti sia la famiglia sia la carriera lavorativa. Servirebbero maggiori organizzazioni di supporto quali, ad esempio, nidi per l'infanzia in prossimità o all'interno delle aziende”.

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Esiste una “declinazione femminile” del turismo? Se sì, quali sono i suoi tratti distintivi? “Più che “declinazione femminile”, nel turismo le aziende gestite da donne hanno tratti distintivi ben chiari: attenzione al dettaglio e ricerca dell’eccellenza prima di ogni altra cosa. Per la cura del dettaglio amo portare, come esempio, la creazione da parte di alcune mie colleghe di “Camere Rosa”, cioè camere di hotel dotate di accessori rispondenti alle esigenze delle business women. Tra gli accessori maggiormente apprezzati: specchi più grandi, bilancia, amenities struccanti, riviste “rosa”. Sono risultati graditi anche posti auto riservati poiché avere la possibilità di parcheggiare in un posto ben illuminato, sicuro e vicino all’ingresso dell’hotel rappresenta una buona sicurezza”. Quali sono le maggiori sfide che deve affrontare il turismo in Italia oggi? “La sfida maggiore, oggi, il turismo l'affronta con gli imprenditori, soprattutto quando tardano a capire che, nonostante la crisi economica mondiale, il turismo rappresenta per l’Italia una fonte inesau-

ribile di ricchezza. Non c’è parte del Paese che non riservi originalità dal punto di vista storico, architettonico e naturalistico. Siamo la Nazione con il maggior numero di siti patrimonio dell’UNESCO (ben 47), ma non riusciamo a valorizzare al meglio tali risorse. Bisognerà attuare politiche per valorizzare il nostro patrimonio storico e culturale, supportare le amministrazioni locali e incentivare gli imprenditori privati. Le donne, come valore aggiunto, possono portare avanti queste idee con la classica tenacia che le contraddistingue”. Si parla spesso della necessità di creare una rete per rafforzare il settore: a che punto siamo? “Le iniziative per lavorare insieme non mancano. Come Presidente del settore turismo nazionale di Aicq, Associazione Italiana Cultura Qualità, mi sono prefissa l’obiettivo di riunire intorno allo stesso tavolo, per lavorare su progetti inerenti la Qualità, i rappresentanti di tutta la filiera del turismo, dagli hotel ai p.c.o., alle agenzie di viaggio, ai ristoratori. Tra le prossime attività, nel novembre di quest'anno, organizze-


Caterina Fioritti

remo un congresso a livello nazionale con lo scopo di discutere insieme agli stakeholder del settore sull’importanza della qualità nel turismo. Contiamo nell'appoggio delle istituzioni e siamo fiduciosi di attirare all’evento una platea nazionale”. Esiste una “rete al femminile”? Come associazione, avete rapporti con omologhe all’estero? “Donne nel Turismo nacque dall’associazione mondiale Women in Travel, sorta a Phoenix nel 1962 con l’obiettivo di associare donne manager che lavorassero in diversi settori del turismo. Nel 2012 festeggeremo i 20 anni di attività della nostra Associazione italiana. Siamo riuscite anche noi a coinvolgere donne manager del settore turistico in tutta Italia. Possiamo vantare di avere associate nelle compagnie aeree, agenzie di viaggio e di noleggio bus, negli alberghi, tour operator, e poi ancora tra le guide, docenti universitarie, presidenti di musei, organizzatrici di eventi. Le attività di Donne nel Turismo sono diversificate, ma tutte con l’obiettivo di creare sinergia e nuovi progetti. Tra le più importanti

intendo segnalare attività di formazione e aggiornamento, creazione di eventi e partecipazione ad attività per la valorizzazione del turismo. Siamo state promotrici del salone dell’Imprenditoria femminile Gamma Donna a cui, nel 2009, è stata assegnata la medaglia del Presidente della Repubblica. Voglio segnalare anche un progetto attuato con il Consiglio Femminile della Regione Piemonte in cui abbiamo lavorato per l’accessibilità, da parte delle famiglie, delle strutture ristorative e degli esercizi commerciali. Sembra assurdo, ma un semplice bagno dotato di fasciatoio, per una mamma in viaggio con bambini, può fare la differenza!”. Si può tracciare un profilo tipo del viaggiatore di oggi? “Sicuramente il viaggiatore di oggi è molto più “attento” e “informato” rispetto al passato. Indipendentemente dalla meta, “esotica” o no, il viaggiatore di oggi esige qualità, cioè il rispetto di standard internazionali e soprattutto il rispetto delle “promesse” che gli sono fatte tramite i maggiori canali promozionali, oggi principalmente

legati al web. La correttezza, la trasparenza, la tipicità del territorio e “l’arte dell’accoglienza” rappresentano il vero segreto per vincere nel settore e continuare a crescere. Il Sistema Italia, grazie al suo tessuto di oltre il 90% di hotel a gestione familiare, riesce a personalizzare il prodotto molto più di altre aree coperte quasi integralmente da strutture di catena più rigide”. Quali sono le proiezioni per la prossima stagione? “In generale non posso che essere ottimista! Credo che si potrà uscire da questa crisi e che il turismo saprà essere una delle economie trainanti del Paese”. Per info: www.donnenelturismo.it

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DOSSIER: ARTICOLO 18

DOSSIER 98


(Massimo d’Azeglio, “I miei ricordi” – Politico e scrittore)

L’abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell’ordine; dall’ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell’educazione.

“Quando il caos è intorno a te, ricorda: quello che sopravvive alla storia è il lavoro dell’uomo”

ARTICOLO18

Anonimo

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DOSSIER: ARTICOLO 18

“L’ART. 18 NON È UN TABU”. MA FORSE È UN FALSO PROBLEMA Da alcune settimane nel nostro Paese si sta sviluppando un vivace dibattito sui destini dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (che risale al 1970). Il tema è delicatissimo: si tratta dell’obbligo di reintegro dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo a cura della Redazione

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n confronto, quello al quale stiamo assistendo, che coinvolge politici, imprenditori, lavoratori, sindacalisti e studiosi della materia. Ma, in un contesto più ampio, ci dobbiamo chiedere se le maggiori (e concrete) tutele dei lavoratori debbano necessariamente passare attraverso la normativa sui licenziamenti oppure se, come taluni sostengono, i mutamenti economici degli ultimi decenni impongano un diverso approccio, meno conflittuale, al rapporto tra capitale ed impresa. Quali potrebbero essere gli effetti di un’eventuale revisione della citata norma? Cerchiamo di capirlo con l’ausilio degli esperti, che ci accompagneranno in un’analisi condotta senza pregiudizi, dando adeguato spazio ad idee non di rado in contrapposizione tra loro. Ma cos’è questo famoso art. 18? Stiamo parlando della norma contenuta nella L. 20 maggio 1970, n. 300, conosciuta anche come “Statuto dei lavoratori”, il quale recita sostanzialmente che in caso di licenziamento senza giusta causa e giustificato motivo, il giudice lo dichiara nullo ordinando al datore di lavoro il reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato pagando come indennità tutti gli stipendi che il lavoratore avrebbe dovuto percepire dal licenziamento al momento della sentenza. Inoltre è fatto capo al lavoratore di scegliere, una volta ottenuto il reintegro, se tornare al lavoro oppure rinunciare ottenendo in cambio il pagamento di 15 mensilità di stipendio. Tutto questo si applica, però, solo alle aziende con un numero superiore o uguale a 15 dipendenti.

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DOSSIER: ARTICOLO 18

LICENZIAMENTI: COSA DICE LA LEGGE Nei seguenti schemi è riprodotta la disciplina vigente in Italia in materia di licenziamenti individuali e collettivi nonché una sintesi dei rimedi giurisdizionali contro i licenziamenti illegittimi. a cura di Alessandro Giuliani

I PRESUPPOSTI DEI LICENZIAMENTI INDIVIDUALI

Licenziamenti individuali

Giusta causa ex art. 2119 c.c.: «causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto» «senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato»

Giustificato motivo ex art. 3 legge n. 604/66 «con preavviso» Art. 2117 c.c.: «In mancanza di preavviso, il recedente è tenuto verso l’altra parte a un’indennità»

Soggettivo: «notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro»

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Oggettivo: «ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa»


I PRESUPPOSTI E LA PROCEDURA DEI LICENZIAMENTI COLLETTIVI

Licenziamenti Collettivi ex artt. 4 e ss. legge n. 223/91

Fruizione della CIGS Avvio procedura di mobilità-comunicazioni Accordo sindacale sulla mobilità (eventuale) Individuazione dei criteri di scelta Individuazione lavoratori Irrogazione licenziamenti Iscrizione nelle liste di mobilità Erogazione indennità di mobilità

Art. 24 legge n. 223/91: «imprese con più di quindici dipendenti e che, in conseguenza di una riduzione o trasformazione di attività o di lavoro, intendano effettuare almeno cinque licenziamenti, nell’arco di centoventi giorni, in ciascuna unità produttiva, o in più unità produttive nell’ambito del territorio della stessa provincia»

Mancata fruizione della CIGS Avvio procedura di mobilità-comunicazioni Accordo sindacale sulla mobilità (eventuale) Individuazione dei criteri di scelta Individuazione lavoratori Irrogazione licenziamenti Iscrizione nelle liste di mobilità Erogazione indennità di mobilità

(Segue) art. 24 legge n. 223/91: «per tutti i licenziamenti che, nello stesso arco di tempo e nello stesso ambito, siano comunque riconducibili alla medesima riduzione o trasformazione»

(Segue) art. 24 legge n. 223/91: nel caso di «datori di lavoro non imprenditori» «i lavoratori licenziati vengono iscritti nella lista di cui all’art. 6, comma 1, senza diritto all’indennità di cui all’art. 7»

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DOSSIER: ARTICOLO 18

I RIMEDI GIURISDIZIONALI CONTRO I LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI

Tutele contro licenziamenti illegittimi

Art.6 legge n. 604/66: il licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione, o della comunicazione dei motivi, ove questa non sia contestuale a quella del licenziamento

Libera recedibilità c.d. ad nutum (lavoratori con requisiti per pensione di vecchiaia, lavoratori in prova, dirigenti, lavoratori sportivi, lavoratori domestici): nessuna tutela, solo preavviso ovvero indennità di mancato preavviso

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Art. 32 legge n. 183/2010: entro 270 giorni dall’impugnazione il lavoratore deve adire l’autorità giudiziaria o richiedere il tentativo di conciliazione o l’arbitrato. Se la conciliazione non ha successo o la controparte non vi aderisce, il termine per la proposizione del ricorso è di 60 giorni dalla mancata conciliazione o dalla mancata adesione Tali termini non si applicano al licenziamento inefficace

Tutela obbligatoria ex art. 8 legge n. 604/66: riassunzione entro tre giorni ovvero indennità di importo compreso tra 2,5 e 6 mensilità, dell’ultima retribuzione globale di fatto. Fino a 10 mensilità per lavoratore con anzianità superiore a dieci anni. Fino a 14 mensilità per lavoratore con anzianità superiore a venti anni e datore di lavoro con più di 15 prestatori di lavoro

Tutela reale ex art. 18 legge n. 300/70: reintegra del lavoratore (ovvero indennità pari a 15 mensilità di retribuzione globale di fatto) se nell’unità produttiva vi sono più di 15 dipendenti (più di 5 se imprenditore agricolo), ovvero più di 15 nello stesso comune (più di 5 se impresa agricola), e in ogni caso se più di 60 dipendenti. Indennità pari a retribuzione globale di fatto dal licenziamento all’effettiva reintegra


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DOSSIER: ARTICOLO 18

“AUSPICO UN DIVERSO MODELLO NEI RAPPORTI TRA IMPRESA E LAVORATORE” Per Flavio Guidi il “fattore lavoro” incide negativamente nella vita aziendale anche sotto un profilo prettamente emotivo, sottaciuto dai più ma tutt’altro che secondario di. T. Costantini

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ottor Guidi, cosa pensa delle opinioni espresse in merito all’art. 18? “Che si tratti di un falso problema. La questione vera e fondamentale è costituita dalla riforma del mercato del lavoro”. In quale direzione? “La prima necessità è di rendere il mercato meno ingiusto, quindi soddisfare un principio di eguaglianza, di socialità, riconquistando una credibilità politica ed istituzionale in parte smarrita”. L’applicazione dei principi meritocratici porta con sé delle disuguaglianze … “Ma cosa c’entra? Non si contesta la meritocrazia. Qui stiamo parlando della

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necessità di ridurre l’attuale giungla retributiva e i privilegi moralmente ingiustificati. Pensiamo alle discriminazioni di rapporto e alle distanze paurose tra i livelli retributivi. Ecco, ritengo che in una seria riforma debba trovare posto la rivalutazione del merito come valore che deve orientare il lavoro. In tale contesto individuerei tre priorità”. Iniziamo dalla prima. “Innanzitutto dovremmo cercare di allinearci alle caratteristiche strutturali dei rapporti esistenti nel mercato del lavoro dei Paesi comunitari. E ciò passa necessariamente attraverso una rivisitazione (se per non dire stravolgimento) degli attuali rapporti di forza, qualificando la

differenza tra flessibilità ed assistenza sociale”. Il secondo punto? “Creare un mercato del lavoro più agile, tale da agevolare le economie aziendali in termini di economicità e flessibilità economica, eliminando – o quantomeno attutendo – certe “paure” generate dai fattori tipicamente diseconomici …”. Non capisco. “Le regole del mercato e la stessa vita aziendale sono turbate da taluni fattori riconducibili all’eccessiva rigidità del “fattore lavoro”, come varie complicanze sindacali o giudiziarie. Queste distorsioni incidono inevitabilmente sulla sereni-


“In una seria riforma deve trovare posto la rivalutazione del merito come valore che orienta il lavoro”

tà e tranquillità sia del rapporto del lavoro che a livello di gestione aziendale. Il tutto frena l’investimento sia italiano che straniero: non dimentichiamo sotto quest’ultimo aspetto che l’Italia sta perdendo continuamente posizione quanto ad indice di attrattività degli investimenti di fonte estera”. E la terza ragione? “E’ connessa alla ricostituzione dei processi di collaborazione tra impresa e lavoratori, di cui anche in Italia vi sono ottimi esempi. E’ forse il motivo più intelligente per indurre tutti gli attori del sistema a realizzare una saggia riforma del mercato del lavoro. E probabilmente segnerebbe un’evoluzione straordinaria

del modo di concepire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore”. Chi ne trarrebbe vantaggio? “Entrambe le parti. Con la caduta delle barriere legate alle reciproche diffidenze, il lavoratore acquisterebbe un vero ruolo centrale da protagonista nelle attività aziendali. Parallelamente, ne beneficerebbe la produttività, con riflessi sui livelli di competitività aziendale. Vi sono innumerevoli best practices pronte a dimostrarlo”.

rivalutato il valore del merito, l’azienda deve rendersi disponibile ad intervenire economicamente sul piano degli ammortizzatori sociali, garantendo un’adeguata assistenza all’inoccupato, nonché a riattivare azioni miranti a curare maggiormente l’orientamento, la selezione e la formazione”.

In questo nuovo scenario anche l’azienda è chiamata a rivedere certi atteggiamenti … “Scevra da paure di ricatti vari e vistosi

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DOSSIER: ARTICOLO 18

“COMBATTERE L’UTILIZZO IMPROPRIO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI” Riccardo Zuccaro, consulente aziendale specializzato in outplacement, è un sostenitore della “flexsecurity”, la proposta di riforma presentata da Pietro Ichino di G. Petetti

S

econdo Lei la modifica all’art. 18 basterà da sola a rilanciare l’occupazione? “Questa è una domanda che molti di noi si fanno in questo periodo in cui all’ordine del giorno dell’agenda di Governo c’è appunto la riforma del mercato del lavoro. Personalmente premetto subito che la mia risposta è no”.

Riccardo Zuccaro

Perché? “In un momento di crisi economica come l’attuale, è indubbio che una norma come questa frena - e di molto - l’occupazione cosiddetta “fissa”. In un periodo in cui vi è bisogno di flessibilità e di rendere gli organici adattabili agli excursus economici, parlare di tempo indeterminato così come lo intendiamo oggi è follia per l’impresa. Da qui il proliferare dei contratti a tempo che hanno dato vita alla famigerata precarietà, in particolare tra i giovani che si affacciano oggi sul mercato del lavoro. Una riforma quindi va fatta sicuramente”. In quale direzione? “Personalmente sono dell’idea che attualmente la formula migliore sia quella proposta

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dal Professor Pietro Ichino. La “flexsecurity” prevede la possibilità per le imprese di licenziare per motivi di natura economica ed organizzativa, salvaguardando comunque il futuro dei lavoratori attraverso un’indennità di licenziamento e un trattamento complementare di disoccupazione (a carico delle aziende stesse), unitamente ad un processo obbligato di ricollocamento, sempre a carico dei datori di lavoro. La proposta permetterà di combattere contemporaneamente la precarietà dilagante di oggi, obbligando le aziende (in cambio della flessibilità in uscita) all’assunzione a tempo indeterminato di tutti i nuovi assunti. Non vi è dubbio che in questo momento storico sia la scelta migliore da farsi. Di flexsecurity ne parleremo ad Ancona proprio con il Professor Ichino e con l’avvocato Gabriele Fava”. Il famoso giuslavorista milanese … “Si, in un dibattito mediato da Rosanna Santonocito de Il Sole 24 Ore, in un incontro che abbiamo organizzato come Aidp, l’Associazione Italiana per la Direzione del Personale di cui sono Vice Presidente per le Marche. L’evento


“Il rilancio dell’apprendistato mi sembra un primo passo, ma ritengo che la prima cosa da mettere in atto sia la riduzione del costo del lavoro per le imprese”

si svolgerà il 10 maggio presso Confindustria Ancona. Un evento al quale suggerisco di partecipare”. Torniamo a parlare di riforme. “Come dicevo prima, alla revisione dell’art. 18 vanno accompagnate altre riforme per il rilancio non solo dell’occupazione ma anche dell’intera economia. A mio parere la seconda riforma importante, che è comunque allo studio del Governo Monti, è quella degli ammortizzatori sociali. Oggi purtroppo sono diventati solo un modo per dare un sussidio ai lavoratori, ben sapendo che con tutta probabilità, non saranno più reinseriti in azienda. La cosa di per se non sarebbe neppure sbagliata se non fosse che il sussidio dovrebbe essere legato alla ferrea volontà del lavoratore di rientrare nel mercato del lavoro dandosi da fare per ricollocarsi (con spesa a carico dell’azienda) ovvero seguendo politiche attive del lavoro, cosa che oggi non avviene. Spesso i lavoratori invece di attivarsi per la ricer-

ca di un nuovo posto del lavoro attendono passivamente a casa lo scorrere del tempo, confidando in un reintegro da parte dell’azienda che invece, nella stragrande maggioranza dei casi, non avviene a causa delle cattive condizioni economiche in cui ci troviamo. Il risultato è che una volta trascorso il periodo coperto dall’ammortizzatore sociale, i lavoratori si ritrovano soli e senza lavoro. Occorre infatti ricordare che rimanere per troppo tempo fuori dal mercato del lavoro non è mai salutare, men che meno in un periodo come l’attuale. Ecco perché suggerisco sempre di accettare proposte di lavoro anche se sono inferiori a quella da cui si esce; rimettersi in gioco, rientrare nel giro per poi risalire”. E le aziende non hanno colpe? “Un altro aspetto riguarda proprio le imprese. Spesso viene fatto un uso improprio dell’ammortizzatore sociale, in quanto la trafila Cig, Cigs, Cig in deroga e mobilità nascondono solamente, come

dicevo prima, un destino dei lavoratori coinvolti già segnato sin dall’inizio e questo lo sanno sia le imprese che i sindacati. L’utilizzo della trafila è spesso legato alla flebile speranza di una possibile ripresa, che in moltissimi casi non avverrà mai, tramutandosi solo in un doloroso rinvio del problema. A questo proposito cosa pensa della proposta di riforma lanciata dal Ministro Fornero nelle scorse settimane? “Mi trova concorde: lasciare la sola cassa integrazione ordinaria che si attiverebbe esclusivamente per sostenere i lavoratori nelle crisi aziendali temporanee, in cui vi è la sicurezza pressoché totale del loro reintegro. Nel caso in cui invece occorra ridurre il personale, le aziende non potrebbero più usare, come avviene oggi, la cassa integrazione straordinaria. Dall’altra parte ai lavoratori che perdono il posto di lavoro, verrebbe riconosciuta un’indennità di disoccupazione più alta della attuale (che, ricordo, oggi copre il

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DOSSIER: ARTICOLO 18

Pietro Ichino

60 per cento della retribuzione all’inizio per poi scendere fino al 40 per cento per un massimo di 12 mesi) che potrebbe assorbire anche l’attuale indennità di mobilità. A questa maggiore indennità di disoccupazione il Governo ha però intenzione di porre in essere meccanismi molto rigidi per legare il mantenimento del sussidio alla ricerca attiva di un posto di lavoro. Queste le riforme che a mio parere andrebbero fatte sul mercato del lavoro: tutti vorremmo avere un mercato del lavoro uguale a quello che abbiamo avuto sino ad oggi, ma sappiamo che non è più possibile, in quanto il sistema rischierebbe il cortocircuito. Parlando di 110

ammortizzatori sociali, ad esempio, per la maggior parte essi sono finanziati dai contributi che imprese e lavoratori versano all’Inps: se normalmente le entrate sono sempre state superiori alle uscite, dal 2008 non è più così. Nel solo 2011 il saldo negativo a carico del bilancio pubblico è stato di 9,3 miliardi di euro. Risulta quindi evidente che in questo modo il sistema collassa. Queste riforme ritengo siano comunque condizioni necessarie ma non sufficienti per rilanciare l’occupazione. Concordo infatti con le organizzazioni sindacali quando dicono che occorre fare anche altro per rilanciare le assunzioni: il rilancio dell’apprendistato

mi sembra un primo passo, ma personalmente ritengo che la prima cosa che va messa in atto sia la riduzione del costo del lavoro per le imprese, invogliando le stesse a rimanere sul territorio italiano anziché optare per Paesi esteri dove i costi della manodopera sono palesemente inferiori”.


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DOSSIER: ARTICOLO 18

“RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO? PRIMA OCCORRE UNA VERA POLITICA INDUSTRIALE” Per il Professor Guido Canavesi, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Macerata, “più che il suo contenuto sostanziale è la valenza simbolica a caricare l’art. 18 di quell’aurea di intangibilità che ne ha fatto e fa, almeno per una parte del sindacato, un tabù” di L. Osmani

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rofessore, l’attuale dibattito sull’art. 18 viene visto soprattutto in una logica conflittuale. E’ corretto porre la questione in questi termini? “Più che il suo contenuto sostanziale è la valenza simbolica, storicamente acquisita, di tutela come garanzia del “posto di lavoro” a caricare l’art. 18 di quell’aurea di intangibilità che ne ha fatto e fa, almeno per una parte del sindacato, un “tabù” o “totem”, come si dice spesso. Si consideri la cultura conflittuale e antagonista che ha caratterizzato le dinamiche sociali ed economiche all’epoca della sua nascita e non ancora del tutto sopita e ben si comprenderà come la reintegrazione sia divenuto un simbolo a prescindere, cioè indipendentemente dai

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dati della realtà giuridica e sociale, e si comprenderà, altresì, l’inevitabile connotazione regressiva con cui viene letta ogni ipotesi di modifica restrittiva se non abrogazione. In realtà sono proprio quei fatti, in primis giuridici, a depotenziare, se non svuotare, di una simile valenza antagonistica la disposizione. In effetti l’utilità effettiva della reintegrazione e lo stesso interesse del lavoratore ad essere reinserito in azienda possono essere revocati in dubbio, almeno nella maggioranza dei casi. A prescindere dai numeri, comunque ridotti, basti considerare che la disposizione non è di per sé in grado di assicurare l’effettiva ripresa dell’attività lavorativa, richiedendo questa un comportamento attivo del datore di lavoro non suscettibile di esecuzione forzata.

Per altro verso, se la durata del procedimento giudiziale è soltanto un elemento di fatto, la stessa disposizione, dopo le modifiche apportate dalla legge n. 108 del 1990, quando riconosce al lavoratore la scelta di rinunciare alla reintegrazione, sostituendola con una indennità sostitutiva pari a 15 mensilità di retribuzione, mostra di considerare eventuale l’interesse del lavoratore al reinserimento in azienda. D’altronde, nel dichiarare ammissibile la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’art. 18, la Corte Costituzionale ha affermato che la garanzia del diritto al lavoro va “ricondotta … al criterio di fondo della necessaria giustificazione del licenziamento”, mentre, per il resto, è affidata alla discrezionalità del legislatore la scelta non solo


L’Aula Magna dell’Università di Macerata

“dei tempi, ma anche dei modi d’attuazione”, cosicché la reintegrazione non ne “concret(a) l’unico possibile paradigma attuativo” (Corte Cost. n. 46 del 2000)”. In un contesto più generale, quali sono le esigenze da tutelare, da entrambi i punti di vista (imprenditore e lavoratore)? “Per rispondere possiamo muovere di nuovo dalla sentenza della Corte Costituzionale appena richiamata. In essa si afferma che, cancellata la reintegrazione, non verrebbe meno ogni tutela in materia di licenziamenti illegittimi”, trovando applicazione la tutela obbligatoria. Ora, cosa ci dice in ultima analisi la sentenza? Innanzitutto, che c’è comunque un’ineludibile esigenza di “giustizia”

che deve trovare soddisfazione in caso di licenziamento illegittimo. In secondo luogo, che il rimedio risarcitorio costituisce la dimensione “normale” di tale soddisfazione. Anche in questo caso, vale la pena osservare come questa impostazione sia già nei fatti, dato il notevole ricorso all’indennità sostitutiva della reintegrazione. Perciò, il punto critico della questione risiederebbe nel quantum del risarcimento da fissare in misura, o secondo criteri, tali da realizzare, verso il datore di lavoro, un effetto dissuasivo da comportamenti opportunistici e, verso il lavoratore, un adeguato ristoro. Peraltro, esigenza comune dovrebbe essere quella di una definizione della controversia in tempi certi e, possibilmente, rapidi. A ben vedere, infatti, l’incertezza dei tempi

processuali è, di massima, una variabile indipendente dalla volontà delle parti e per entrambe pregiudizievole, in termini prevalentemente economici per il datore di lavoro, anche personali per il lavoratore, soprattutto laddove sia indotto a non a ricercare attivamente altro lavoro”. Per alcuni si tratterebbe di un falso problema. Se ho compreso bene, Lei è tra questi. Allora dove bisognerebbe intervenire dal punto di vista normativo e contrattuale? “Più che un falso problema, direi che altre sono le priorità. Comunque, il tema dell’art. 18 è strettamente legato a quello del “contratto unico”, ma anche questa proposta non convince: se anche le tipologie contrattuali sono veramente

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DOSSIER: ARTICOLO 18

{

}

“Dovremmo cominciare a riflettere su alcune questioni, come ad esempio l’efficacia degli incentivi all’assunzione: basta offrire un vantaggio economico e/o normativo perché un datore di lavoro decida di assumere?”

46, tuttavia solo alcune sono di utilizzo comune (lavoro subordinato a tempo indeterminato e determinato, lavoro a progetto, somministrazione, part-time) e rispondono a differenti e reali esigenze delle organizzazioni produttive. Le altre, invece, coprono situazioni di nicchia quantitativamente irrilevanti. Certo, c’è sempre la possibilità di un loro uso illegittimo, ma si tratta di un problema risolvibile attraverso un potenziamento di strumenti come la certificazione e i controlli, profili, in realtà, ove siamo molto carenti. Forse, potrebbe essere utile un intervento legislativo limitato, per esempio sulle associazioni in partecipazione, spesso impropriamente utilizzate per coprire lavoro subordinato. Senza dimenticare, peraltro, come già l’art. 86 della legge Biagi prevedesse qualcosa al riguardo, che però non risulta abbia mai avuto effettiva applicazione. Questa osservazione apre una questione di carattere più generale”.

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Prego. “C’è da chiedersi, cioè, se la crescita del materiale normativo di tutela del lavoro non sia, per così dire, “proporzionale” all’assenza dei controlli; la questione non è, innanzitutto, di legalità, ma culturale: come mai spesso si ragiona e si agisce sul presupposto che le novità legislative comunque non siano in grado di modificare le prassi consolidate nelle relazioni giuridiche? Più in generale, è forse banale dirlo, ma finché non si pone mano ad una vera politica di crescita industriale e più in generale economica, ben poco potranno fare le riforme del mercato del lavoro e le politiche occupazionali. Al riguardo dovremmo cominciare a riflettere su alcune questioni”. Ad esempio? “Innanzitutto, la concezione e, poi, l’efficacia degli incentivi all’assunzione: basta offrire un vantaggio economico e/o normativo perché un datore di lavoro

decida di assumere? In secondo luogo, il collegamento tra politiche del lavoro – le passive con le politiche attive – nella prospettiva di sostenere i lavoratori non già a conservare posti di lavoro, spesso tali solo formalmente, quanto nel loro “percorso lavorativo”, ciò che, peraltro, chiede di ripensare – qualche segnale politico/legislativo si registra in tal senso – la collocazione delle agenzie del lavoro nel sistema per l’impiego; il tema ha fatto capolino tra gli obiettivi intermedi della riforma del lavoro, ma finora non ha avuto seguito. Infine, come favorire la connessione tra queste politiche e quelle per la crescita”.


RECOMMENDS

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DOSSIER: ARTICOLO 18

“LA RIMOZIONE DELL’ART. 18 FA AUMENTARE L’OCCUPAZIONE? TESI CHE NON STA IN PIEDI” Per Stefano Mastrovincenzo, Segretario regionale della Cisl, “la libertà di licenziare in Italia c’è ed è dimostrato dall’alto numero di persone che hanno perso il lavoro in questi anni di R. Graziaplena

S

egretario, secondo Lei è necessaria una riforma del mercato del lavoro? “Sì, la riforma è necessaria. La invochiamo da tempo come sindacato, già prima del patto sul welfare siglato nel 2007 col Governo Prodi, nel quale si concordarono alcuni parziali interventi. Bisogna mettere ordine nella varietà dei contratti atipici, strutturare in modo stabile il sistema degli ammortizzatori - che in questi anni ha visto molti interventi in deroga -, rafforzare l’incontro tra domanda e offerta, facilitando l’accesso all’occupazione per i giovani, e le politiche attive di reimpiego per chi il lavoro lo ha perso”.

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In tale contesto come si inserisce il dibattito sull’art. 18 dello Statuto? “L’art 18 dello Statuto viene puntualmente tirato fuori ogni volta che si riaprono confronti sul lavoro; è un tema molto importante sul piano dei contenuti, ma viene anche caricato oltre misura perché si presta bene alla necessità che hanno i media di semplificare i problemi complessi e di esasperare le polarizzazioni, le divergenze, i contrasti di posizioni. E’ un argomento che mediaticamente oscura gli altri e fa scattare blocchi nel confronto. Fortunatamente il Governo dopo alcune schermaglie ha accettato la proposta del sindacato di affrontare prima tutti gli altri nodi della trattativa”.

Secondo taluni osservatori, i mutamenti economici degli ultimi decenni impongono un diverso approccio, meno conflittuale, al rapporto tra capitale ed impresa. Ne conseguirebbe che il lavoratore potrebbe essere tutelato più efficacemente attraverso altre modalità, piuttosto che ricorrendo all’art. 18. Lei cosa ne pensa? “La Cisl da sempre sostiene il valore della contrattazione e, andando oltre, della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e al raggiungimento di obiettivi concordati. Lo sciopero, le forme di mobilitazione possono essere strumenti per ottenere o riaprire un confronto, mai fini a sè stessi; consideriamo


“L’art 18 dello Statuto viene puntualmente tirato fuori ogni volta che si riaprono confronti sul lavoro; è un tema molto importante sul piano dei contenuti, ma viene anche caricato oltre misura perché si presta bene alla necessità che hanno i media di semplificare i problemi complessi e di esasperare le polarizzazioni”

sbagliate posizioni sindacali antagonistiche e lo abbiamo dimostrato perseguendo accordi anche in condizioni molto complesse. Detto questo, la tesi che la rimozione dell’art. 18 farebbe aumentare l’occupazione, crescere la dimensione d’impresa e decollare l’economia del Paese, non sta in piedi. La Cisl pensa che la libertà di licenziare in Italia ci sia e ciò è dimostrato dall’alto numero di persone che hanno perso il lavoro in questi anni. Ci siamo dichiarati disponibili ad una “manutenzione” dell’art. 18 per abbattere le scandalose lungaggini dei giudizi in tribunale e per spostare dall’area dell’art. 18 questioni come i licenziamenti economici. Per il resto, la norma

deve restare come tutela contro abusi e discriminazioni”. E’ di questi giorni la notizia secondo la quale gli stipendi dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa. Eppure il costo del lavoro è elevatissimo. Come potremmo uscirne? “Come diciamo da anni e abbiamo sostenuto con articolate proposte e partecipate manifestazioni, bisogna aumentare le tasse su transazioni finanziarie e grandi patrimoni, e rafforzare una lotta senza quartiere all’evasione fiscale e contributiva. Solo così si potrà gradualmente abbassare il peso del fisco sui lavoratori che han sempre pagato e sulle imprese

che investono e creano nuova occupazione. Bisogna poi rafforzare ed incentivare la contrattazione aziendale finalizzata a condividere obiettivi di qualità e produttività legando quote di salario al loro raggiungimento”.

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DOSSIER: TURISMO

DOSSIER TURISMO “L’unico viaggio irrinunciabile è l’esplorazione dell’io” Alessandro Morandotti - Minime

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“Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno” Guy de Maupassant - Al sole

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DOSSIER: TURISMO

BIT 2012: INNOVAZIONE ED ASCOLTO DEL MERCATO La XXXII Borsa Internazionale del Turismo, che si è tenuta alla Fiera di Milano dal 16 al 19 febbraio scorso, ha visto una partecipazione pari a 89.800 presenze (-11 per cento rispetto a Bit 2011), di cui 54.600 operatori professionali e 35.200 viaggiatori a cura della Redazione

All’interno del Bit BuyItaly – che si conferma primo workshop al mondo per il prodotto Italia - sono stati organizzati 18.050 appuntamenti contro i 13.000 di Bit 2011 (con un incremento, quindi, del 38 per cento). Un forte interesse all’acquisto del prodotto Italia è stato riscontrato in particolare presso i buyer tedeschi, statunitensi, britannici e russi. Dalla Bit 2012 sono emersi anche utili indicazioni sulle tendenze del mercato: emerge ad esempio una netta tendenza dei viaggiatori stranieri a superare il classico tour delle città d’arte e la vacanza sole-mare, per andare alla scoperta di località minori e regioni meno frequentate, per “vivere” l’esperienza dello stile di vita italiano. Per Marco Serioli, Direttore Divisione Exhibitions di Fiera Milano, “nel contesto economico attuale, Bit 2012 è attenta ad ascoltare le esigenze di un mercato in evoluzione, che risente delle modifiche in atto nell’industria turistica. Questa edizione della manifestazione dimostra che la fiera, ancora una volta, è uno strumento fondamentale per la crescita del business e capace di anticipare i cambiamenti”. L’appuntamento con Bit 2013 è per il 14-17 febbraio 2013. 120

La Bit 2012 in cifre 2.287 espositori, in rappresentanza di oltre 5.000 offerte turistiche provenienti da 130 Paesi. 100mila metri quadrati di superficie espositiva, distribuiti su 6 padiglioni. 100.000 presenze, provenienti da 130 Paesi. 60mila operatori professionali, tra le quali 12.000 agenzie di viaggio. Di queste, oltre la metà – 68 per cento – del Nord Italia, il 20 per cento in rappresentanza delle regioni del Centro, e il rimanente 12 per cento proveniente dal Mezzogiorno. Ottima anche l’attenzione dei media: 4.000 i giornalisti accreditati, di ben 18 nazionalità diverse. E il settore turistico marchigiano come si presenta? Nelle pagine che seguono ospitiamo alcuni interventi dei protagonisti del settore nella nostra regione: dall’(ex) Assessore Serenella Moroder a Ludovico Scortichini, da Guido Guidi a Maurizio Tosoroni, a Nardo Filippetti.


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DOSSIER: TURISMO

NELLE MARCHE LO CHARME NON SI RACCONTA, SI VIVE Questo il fil rouge del workshop realizzato alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, che ha visto protagonista le Marche di Charme con le sue strutture ricettive. Un incontro per raccontare le Marche di charme, l’inizio di un ambizioso progetto... di M. Cursaro MARCHEdiCHARME

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i cosa sia lo charme si potrebbe parlare all’infinito, eppure non si riuscirebbe ad afferrarne il senso. Vivere le Marche significa scoprirlo nei dettagli e nelle atmosfere delle dimore, delle ville e, più in generale, delle strutture ricettive. Nel sorriso che attende all’arrivo e nel caloroso arrivederci della partenza, perché Marche è proprio l’anagramma di charme: intreccio e binomio evocativo dell’autenticità che si vive nelle sue numerose strutture ricettive. Binomio che il 18 febbraio, durante la Borsa Internazionale del Turismo di Milano, è stato protagonista del workshop intitolato “Marche di charme. L’accoglienza di qualità”, promosso dalla Regione Marche e organizzato da GGF Group. Gli intenti del workshop erano molti ed ambiziosi, ma sono stati pienamente raggiunti grazie alla sinergia creatasi tra il pubblico e

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i relatori: Serenella Moroder, assessore al Turismo della Regione Marche, Guido Guidi, amministratore delegato di GGF Group, Nardo Filippetti, presidente del noto tour operator Eden Viaggi e titolare dell’Hotel Excelsior di Pesaro, Maurizio Beleggia (in rappresentanza del padre, Lanfranco) per Villa Lattanzi di Torre di Palme (Fm), Patrizia Weiszflog, titolare del Relais del Colle di Ripatransone (Ap), Chiara Mencarelli, direttrice di Borgo Lanciano di Castelraimondo (Mc), Maria Enrica Tassi, direttrice della Residenza Cento Torri di Ascoli Piceno, Marina Pieroncini, direttrice della Riserva San Settimio di Arcevia (An) e Paola Fraticelli, titolare di Villa Tombolina di Montemaggiore al Metauro (Pu). Sette tra titolari e direttori di alcune delle strutture marchigiane scelte in rappresentanza di dimore, ville, alberghi, hotel, agriturismi e

country house che nelle Marche offrono un’accoglienza di qualità. Molti i punti discussi nel corso del workshop: sensibilizzare il pubblico sul concetto di charme e definirne uno standard univoco (creando, in futuro, sessioni e percorsi formativi professionalizzanti), fare sistema con gli enti predisposti alla ricettività turistica e alla gestione delle infrastrutture in modo che si renda più agevole l’incoming verso la regione Marche, tracciare delle politiche comuni sul territorio per affrontare le sfide competitive del mercato e offrire continuità al progetto attraverso la rete web con pagine dedicate e l’utilizzo dei social network. Il workshop, ospitato all’interno dello stand della Regione Marche, ha coinvolto operatori turistici, associazioni di categoria, agenzie di viaggio, tour operator italiani ed esteri, e tutte le tipologie di


Pesaro

Racchiusa tra cielo e terra, tra campagna e mare, Villa Tombolina è un suggestivo relais dove la raffinatezza degli interni rilassa gli sguardi e il calore dell’accoglienza si compie in un abbraccio.Una villa dalla storia secolare, che ha radici nell’epoca in cui la nobiltà di una famiglia dipendeva dalla sua capacità di trarre beneficio dalla terra; storia valorizzata oggi dai prodotti aziendali che addolciscono gli appuntamenti culinari di ogni giorno. Un angolo di paradiso dalla natura sorprendente, dove scoprire una dimensione ideale tra terra e mare, tra tradizione e ospitalità, sotto il segno di un fascino autentico.

Alla Riserva Privata San Settimio, tradizione e raffinatezza si fondono nello stile tipico delle antiche casate nobili marchigiane. Da salotto buono di famiglia a salotto naturale dell’ospitalità impreziosito da una ricerca di elementi emozionali: un nuovo linguaggio per un’antica accoglienza non omologata, vera. Qualcosa che va oltre la capacità di seguire le tendenze, qualcosa che riprende l’antica tradizione e l’amplifica con fascino, seduzione e ospitalità. Una cultura proiettata nel futuro, un nuovo modo di accogliere che orgogliosamente definiamo “charme di tradizione”.

SAN SETTIMIO

VILLA TOMBOLINA

EXCELSIOR

L’Excelsior Pesaro è un luogo lontano dal caos, dove emozionarsi tra mare, musica e arte. Una vera e propria glamour experience ispirata agli anni ’50 nella quale vivere ogni attimo con eleganza e delicatezza. Un boutique hotel dove l’ospitalità e il leisure incontrano la riservatezza e il fascino di un luogo discreto e suggestivo, emozionante ed evocativo, ricco di arte e visioni poetiche. Una storia da raccontare al presente, per scoprire che il vero lusso è vivere bene la vita.

Montemaggiore al Metauro

solo un esempio rappresentativo delle tante realtà marchigiane che declinano le diverse sfumature dello charme. Nelle Marche si nascondono numerosi tesori che spesso non hanno la forza di emergere nel panorama nazionale ed internazionale: in che modo riuscire a comunicare le peculiarità e le atmosfere di ognuno? A tale quesito si è risposto con un invito concreto e stimolante: fare squadra per promuovere con più forza la nostra regione proprio attraverso questo nuovo concetto di charme. Una necessità e una volontà che hanno subito trovato riscontro nell’entusiasmo dei diversi operatori di settore. Un impegno condiviso anche dall’assessore Moroder, che ha introdotto e concluso il workshop: perché l’unione è la forza del territorio e

Palazzo di Arcevia

buyer. Con un assunto di base: lo charme non è sfarzo chiassoso, né asettico criterio oggettivo, ma piuttosto un valore esperienziale, strettamente legato alla qualità del servizio e alla cortesia del personale. In quest’ottica diventa dunque importante la capacità tutta umana di trasformare un viaggio in una vera e propria esperienza motivazionale. E’ su questo nuovo modo di intendere lo charme che sono intervenuti i relatori presenti al workshop: ciascuna struttura ha avuto modo di mostrare le proprie punte di diamante in termini di valori tangibili e intangibili. Noi ve le riassumiamo in un breve pensiero in grado di trasmettere i valori di ogni struttura e la sua personale declinazione del concetto di charme. Le strutture presentate di seguito sono

l’idea di questo workshop è stata proprio quella di collegare in un network virtuoso i diversi tecnici, operatori ed istituzioni che lavorano nel turismo, per creare una forte sinergia che sappia far imporre le Marche all’attenzione pubblica, con uno sguardo privilegiato verso l’estero. In questa direzione anche l’intervento di Nardo Filippetti che ha sottolineato come il turismo marchigiano abbia “notevoli possibilità di sviluppo nei mercati esteri, con numeri interessanti di crescita. Farsi conoscere all’estero però è un impegno importante che si può affrontare solamente facendo rete e sinergie”. Visione integrata e promozione condivisa del territorio, quindi, per comunicare forte e chiaro che lo charme non si racconta, ma si vive ... nelle Marche!

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VILLA LATTANZI

Villa Lattanzi è ospitalità, e per descriverla si potrebbe parlare della sua architettura, pensata per accogliere amici e viaggiatori, dell’arredamento e dei comfort che ne fanno un rifugio esclusivo, della cortesia dell’Ambassador e di tutte quelle attenzioni che rendono ogni attimo esclusivo e prezioso. Ma per Villa Lattanzi, l’ospitalità è invitare i viaggiatori a scoprirla e lasciare loro tutto il tempo necessario ad assaporare ogni piccolo, sorprendente dettaglio.

RELAIS DEL COLLE

Posare lo sguardo sui colori caldi e armoniosi dell’arredamento, e lasciare che venga catturato dai paesaggi che si scorgono dal balcone. Accarezzare i tessuti pregiati della biancheria e del tovagliato. Percepire i profumi della natura che circonda la dimora e seguire quelli del pane e dei dolci appena sfornati. Risvegliare il gusto con marmellate fatte in casa e specialità gastronomiche uniche. Riscoprire il piacere del silenzio e il canto delle cicale. Al Relais del Colle, ogni senso trova la sua ragione d’essere. Una dimora di charme che è un angolo di paradiso, dove ritrovare il tempo per pensare, divertirsi, rilassarsi, godersi la vita e guardare le stelle.

Un antico palazzo in cui l’armonia tra passato e futuro si compie in angoli preziosi, dedicati ai momenti più intimi. Armonia che si ritrova nella cortesia delle persone che animano questo luogo, nella confidenza mai invasiva che permette di informare gli ospiti degli eventi in città e di assecondare ogni loro necessità, proponendo anche al più esigente le attenzioni che desidera. Armonia di dettagli e accoglienza in cui immergersi, per ritrovare il proprio ritmo al presente in un luogo dal fascino antico.

Ascoli Piceno

RIPATRANSONE

Fermo

Castelraimondo

BORGO LANCIANO

Se è vero che la bellezza della natura influenza positivamente le persone, allora a Borgo Lanciano non si incontreranno che ospiti felici. Fiumi e sorgenti d’acqua freschissima, praterie e colline circondano un borgo abitato da persone accoglienti e cordiali, genuine e sincere. Un calore che si trova nell’arredamento di cotto e travi in legno, un’ospitalità spontanea che s’intravede negli occhi delle persone che sanno aggiungere un sorriso ad un soggiorno già perfetto. Un luogo magico, nel quale lasciarsi andare alle emozioni e riempire gli occhi, la mente, il cuore.

CENTO TORRI

DOSSIER: TURISMO

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DOSSIER: TURISMO

“ANCHE NEL TURISMO LE BANCHE NON STANNO FACENDO IL LORO LAVORO” Ludovico Scortichini, uno dei maggiori esperti del settore in ambito regionale (e non solo) affronta alcuni temi “caldi”: dalla necessità di fare squadra al rapporto con il credito, alla strategia comunicativa adottata dalla Regione Marche di F. Di Giulio

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ottore, Lei è da sempre un convinto sostenitore della necessità di fare “rete” nel settore turistico regionale. Da qualche anno a questa parte lo Stato incentiva le aggregazioni tra Pmi; si va nella giusta direzione, quindi … “Se lei si riferisce ai contratti di rete, penso si potesse fare di più. E’ sicuramente un bello strumento in mano alle aziende che cercano di creare sinergie tra loro, ma se si fosse osato maggiormente …”.

Ludovico Scortichini

Va anche detto però che viviamo in momento di contrazione della spesa pubblica, della quale anche gli incentivi pubblici hanno risentito. “D’accordo, ma si potrebbe comunque agire sulla leva fiscale. Solo che in Italia non di rado ciò viene considerato immorale. Ma dobbiamo mettere sulla bilancia anche i benefici che derivano dalla realizzazione di alleanze imprenditoriali, con conseguenti economie di scala: benefici che vanno visti anche in termini di sviluppo anche per il territorio”. Nel settore turistico i contratti di rete possono rappresentare anche uno strumento per accedere più agevolmente al credito? “Qui il discorso è piuttosto complesso. Certo che le aggregazioni permettono alle aziende aderenti di presentarsi con maggiore forza anche davanti alle banche,

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ma è d’obbligo osservare che queste ultime non stanno facendo il loro lavoro. Hanno sostanzialmente chiuso i rubinetti alla generalità delle aziende senza analizzare la bontà dei progetti, l’affidabilità e l’intelligenza dei loro proponenti. Intendiamoci: se un’azienda deve chiudere, non è certo colpa delle banche. Il problema è che molte imprese sane hanno dovuto subire gli effetti della congiuntura in atto, con i debitori che non pagano e un mercato in continua evoluzione. In più, nel settore turistico è tutt’altro che secondaria la componente “sfortuna” (le calamità naturali giocano purtroppo un ruolo talvolta fondamentale …)”. Tuttavia le banche sono a loro volta vincolate a parametri ben precisi. “Certo gli indici Basilea hanno parzialmente spostato l’asse del problema, ma in realtà le banche svolgono un ruolo di socio occulto dell’impresa finanziata. E allora devono mettere piede nelle aziende, discutere di strategie, sviluppo, problemi … Troppo spesso manca il dialogo tra i due mondi, quello dell’impresa e quello del credito”. Per fare questo anche sul versante del credito occorrono le competenze adeguate. “Anche le aziende sono chiamate ad un cambio di passo in tal

senso, incoraggiando la specializzazione settoriale dei propri tecnici”. Cambiamo argomento: la Regione Marche è molto attiva nella promozione turistica del territorio. Condivide le scelte fatte? “A suo tempo applaudii alla scelta di Dustin Hoffman come testimonial delle Marche, perché finalmente si dava un messaggio molto chiaro. Certo, su tutto si può discutere, ma ritengo sia stata data una forte valenza politica al settore turistico della nostra regione. Il tutto – dobbiamo riconoscerlo – accompagnato da un’ottima distribuzione sotto il profilo comunicativo”.

“I contratti di rete rappresentano un bello strumento, ma occorre lavorare anche sulla leva fiscale” 127


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DOSSIER: TURISMO

“IL PRODOTTO E L’OSPITALITÀ CI SONO. ORA OCCORRE SAPERLI VENDERE” Maurizio Tosoroni, da oltre vent’anni si occupa di turismo. Ha seguito strategie per importanti gruppi turistici nazionali ed internazionali come First Choise, Viaggi del Turchese di TUI Travel Plc, il primo gruppo turistico mondiale, Aeroporto di Rimini e organismi regionali come Fiere delle Marche Spa, Aeroporto di Ancona e Le grotte di Frasassi di P. Duranti

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Maurizio Tosoroni

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uali sono i problemi attuali del settore turistico regionale? “Bisogna dire una cosa. Le Marche sono una regione che si è votata al turismo da qualche decennio; fin dal secondo dopoguerra i settori predominanti erano l’agricoltura e la piccola e media impresa, settori a cui venivano dedicate strategie e risorse finanziarie. Il turismo era visto come una piccola nicchia rispetto ad altre regioni e questo ha giustificato la mancanza di una pianificazione di una vera strategia turistica. Negli anni Settanta, lungo la costa adriatica, si registravano, nel periodo estivo, numeri positivi dovuti all’afflusso di visitatori prevalentemente tedeschi. Un fatto, però, dovuto più che a una promozione delle nostre zone ad una vera e propria mancanza di alternative che invece si sono sviluppate

nel giro di pochi anni in altri luoghi. Mi riferisco alle moderne strutture alberghiere come quelle di Spagna, Grecia e Croazia che sono cresciute a dismisura accompagnate da una forte politica turistica di promozione. Ma questo nostro limite si è rivelato con il tempo una risorsa”. Per quali motivi? “La mancanza di uno sviluppo industriale del turismo - che in altri Stati o regioni ha portato a una cementificazione selvaggia e invasiva - ha salvaguardato il paesaggio marchigiano, lasciando completamente intatti molti tratti di spiaggia, borghi e paesaggi rurali. Questa primitiva e naturale bellezza è oggi la richiesta più frequente del turista globale, un turista che è sempre più alla ricerca di un contatto vero con la


natura e dei suoi prodotti più genuini, ma che desidera anche scoprire borghi e luoghi sacri senza disdegnare outlet e centri commerciali. Per citare le parole dell’economista Carlo Maria Cipolla, il fatto di produrre all’ombra dei campanili, “Cose belle che piacciono al mondo”, ci porta a valorizzare il settore manifatturiero e artigianale anche da un punto di vista turistico. Far conoscere oltre al prodotto, il processo produttivo: anche questo è un valore. Tutto ciò, oggi, ci porta a fare la differenza come uno dei luoghi più attrattivi per bellezza, cultura, paesaggi, prodotti di qualità e buon cibo”. Sono delle prospettive ottimiste … “Sì, il prodotto e l’ospitalità ci sono. Occorre saperli vendere, l’improvvisazio-

ne non paga. Servono professionalità e fare rete”. La Regione Marche è piuttosto attiva sul fronte della promozione turistica. Condivide le scelte fatte? “Il Presidente della Regione Gian Mario Spacca ha voluto alzare il valore del nostro territorio a livello internazionale scegliendo come testimonial l’attore Dustin Hoffman. Questa è la sintesi di un percorso, da qualche anno intrapreso dalla Regione, per far si che il turismo sia il mezzo che consenta di trasmettere il valore dei nostri prodotti e delle nostre aziende. In questa direzione va anche riconosciuto il merito della Regione che è riuscita ad essere il primo vero esempio nazionale di privatizzazione con un unico sistema fieristico regionale.

Le Grotte di Frasassi

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DOSSIER: TURISMO

La Gola di Frasassi

L’obiettivo è quello di valorizzare, attraverso questa organizzazione, i distretti produttivi e portare nel nostro territorio i buyers nazionali ed internazionali. Ma, bisogna dirlo, qualche lacuna c’è”. Prego. “Il brand da proporre è Marche, quindi per la Regione è importante questa incisività. Se in questo marchio si riconoscono le varie realtà produttive e turistiche il messaggio diventa più incisivo. Il massimo comune denominatore è sempre quello: “fare sistema”. Serve una politica d’insieme e una visione globale. Alla Regione spetta il compito di essere il soggetto promotore e di mettere in campo le giuste strategie; agli altri, Comuni, Province e privati, la lungimiranza, ma lo chiamerei più buon senso, di abbattere i localismi e riconoscere nell’ente Regione un soggetto rappresentativo di tutti i territori nella promozione turistica”. Quali sono le nuove strategie di promozione per Le grotte di Frasassi? “Le grotte di Frasassi sono conosciute in tutto il mondo da oltre quarant’anni, con un percorso turistico visitato in tutti questi anni da oltre 12 milioni di persone. Stiamo costruendo nuovi prodotti al passo con i tempi per attrarre un target sempre più ampio di visitatori. La collaborazione di Legambiente va in questo senso. Abbiamo realizzato un percorso di formazione per le nostre guide che ci ha permesso di realizzare nuovi prodotti rivolti soprattutto alle scuole. Essendo l’ambiente diventato materia di studio obbligatoria, oltre ad implementare

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la visita turistica con una visita didattica, abbiamo attivato tre diverse tipologie di laboratori didattici tali da permettere agli studenti di passare un’intera giornata di studio a Frasassi. Ciò ha consentito alle Grotte di Frasassi di diventare “La capitale del turismo scolastico ambientale di qualità”. Abbiamo voluto legare il nome delle Grotte alla più importante associazione ambientalista d’Italia, a rimarcare quanto siano importanti la valorizzazione del territorio e la sua salvaguardia. Altro elemento su cui ci siamo concentrati sono i new media e un sito con video oriented oltre ad un sistema booking on line. Abbiamo adottato nuovi strumenti di comunicazione, meno orientati al tratto classico/istituzionale e più vicini alla comunicazione di servizio: quindi una comunicazione più diretta, funzionale ed espressa in un linguaggio crossmediale”.

“Alla Regione spetta il compito di essere il soggetto promotore e di mettere in campo le giuste strategie; agli altri, Comuni, Province e privati, la lungimiranza, ma lo chiamerei più buon senso, di abbattere i localismi”


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DOSSIER: TURISMO

ADDIO DELLA MORODER, GUIDO GUIDI: “ORA GARANTIRE CONTINUITÀ” Con l’amministratore delegato di GGF Group e di Maraviglia Travel proviamo a fare il punto della situazione del settore turistico nelle Marche, senza prescindere dalla notizia di questi giorni: le “dimissioni” dell’assessore al turismo Serenella Moroder. di P. Duranti

“A

nche grazie all’ottimo lavoro svolto dall’Assessore uscente e dal servizio della Regione, il turismo marchigiano segna risultati col segno più”, esordisce Guidi, quasi ad anticipare la traiettoria del suo pensiero e il concetto di offerta turistica nelle Marche che ha in mente. Secondo lui, comunque, questo fatto “proprio non ci voleva”.

Guido Guidi

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Dottore, soffermiamoci su questa vicenda. “Guardi, in tempi non sospetti mi imposi di non fare considerazioni di natura politica, né come imprenditore, né come editore … e non intendo derogare a tale regola neppure oggi. Quello che posso dire è che sono naturalmente molto dispiaciuto, dal punto di vista tecnico come sotto il profilo umano. In questi anni ho mantenuto con l’assessore un rapporto stretto, come d’altronde l’hanno avuto moltissimi altri operatori del settore. Stiamo parlando di una persona estremamente competente, che ha saputo guadagnarsi sul campo la stima degli operatori del settore turistico”.

Proprio di tutti? “Non lo so … lo chieda a ciascuno di loro. La mia, senz’altro! Però mi pare che gli attestati di stima inviati all’interessata siano un termometro attendibile sul giudizio dell’operato svolto”. Col cambio di Assessore al Turismo quali potranno essere le prospettive del settore nella nostra regione? “Forse di prospettive è prematuro parlarne, anche per doveroso rispetto delle scelte che saranno effettuate a livello politico. Attendiamo di conoscere ufficialmente il nome del nuovo titolare dell’Assessorato e, soprattutto, il suo programma, e a quel punto potremo fare le nostre considerazioni. Che saranno senz’altro all’insegna di una dialettica costruttiva, come fu nel recente passato”. L’auspicio è comunque quello della continuità nella politica regionale di promozione turistica? “Direi proprio di si. Da tempo la Regione Marche aveva intrapreso una strategia comunicativa e promozionale ben precisa, imboccando un percorso che


“Anche nelle Marche si sta mostrando vincente un nuovo modello che vede il turismo quale traino per la ripresa complessiva del tessuto economico”

già stava dando ottimi risultati, com’è emerso, del resto, proprio in occasione della Bit. Io mi chiedo: in passato dal mondo del turismo regionale si erano levate voci critiche in quanto si sosteneva che l’Assessorato competente non era sufficientemente vicino alle esigenze concrete degli operatori. Ora che vi è stato un cambio di rotta, contrassegnato dall’instaurazione di un dialogo costruttivo tra pubblico e privato, disegni politici che travalicano i confini regionali fanno sì che l’artefice di tutto questo debba fare le valigie? Così non ci siamo. Anche se va rimarcata la soddisfazione per quanto il Governatore Spacca ha dimostrato, anche in termini progettuali: la campagna Hoffman lo dimostra”. Se ho compreso bene, tra gli addetti ai lavori viene pacificamente riconosciuto a questa amministrazione il merito di aver interpretato il suo ruolo istituzionale in un’ottica aziendalistica, proiettata al risultato. E’ così? “Mi rispecchio in questa visione dell’operato della Regione: competenza professionale abbinata ad una strategia ben definita e ad un approccio concreto...”.

Un approccio che ha portato buoni risultati, visti i numeri. “Risultati più che buoni, com’è emerso dai dati ufficiali. Un andamento positivo avvalorato da ciò che è avvenuto sul fronte degli investimenti confluiti nel settore turistico”. Non capisco. “Negli ultimi mesi nelle Marche stiamo notando imprenditori che credono nel turismo locale e vi hanno investito di tasca propria. In tale contesto si inseriscono anche le missioni, gli incontri e gli importanti momenti di confronto promossi dalla Regione”. Missioni, appunto. Sta toccando un tasto caro ai detrattori dell’Assessore … “La quale, invece, può ben andar fiera dei viaggi che ha compiuto. Ma per una volta perchè non cerchiamo di sganciarci dai luoghi comuni, attribuendo alle cose il loro significato obiettivo? Forse pochi hanno idea dello sforzo organizzativo e umano che hanno compiuto l’assessore Moroder e il servizio turismo – composto da consulenti di primissimo piano - per fare di queste missioni delle iniziative

caratterizzate da un elevato approccio pratico, concreto. Altro che viaggi di piacere!”. Lei prima accennava al Bit. Il workshop (organizzato da GGF Group, ndr) svoltosi in seno all’evento milanese di fine febbraio ha rappresentato, con il seno del poi, il commiato ufficiale della Moroder. Per l’occasione c’era praticamente il motore della macchina turistica marchigiana … “Al di là dei nomi dei relatori, mi preme sottolineare piuttosto ciò che è emerso durante il workshop “Marche di charme. L’accoglienza di qualità” (si veda il servizio a pag. 124). Ecco, darei un bel dieci a tutta l’organizzazione”. Alcuni giorni fa Lei ha affermato pubblicamente che il turismo marchigiano esce rafforzato dalla Bit. Perchè? “Perchè è stato uno stimolo a tutti noi a renderci consapevoli. Di cosa? Del fatto che le politiche regionali intraprese godono di un generale apprezzamento. Della possibilità di lavorare sul territorio con uno spirito di squadra prima inimmaginabile. Della forza di una alleanza

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DOSSIER: TURISMO

tra pubblico e privato. Ecco, queste sono le fondamenta sulle quali a mio avviso dovranno poggiare le strategie del futuro”. Mi scusi, però oggi tutti parlano di “spirito di squadra”. Non le sembra un concetto un po’ abusato, anche nel Vostro settore? “Una cosa è voler fare di questa espressione la propria bandiera, un’altra è saper realizzare i propositi. Rimanendo nel nostro ambito, l’essere riusciti in poco tempo a far sedere allo stesso tavolo e far collaborare imprenditori che prima si vedevano con una certa diffidenza e che oggi sono disponibili a fare rete per un progetto comune … non mi pare poco”. Lei da tempo sostiene che il turismo rappresenta una chiave da sfruttare al meglio in chiave anti-crisi. I dati Le stanno dando ragione ... “Mi pare che anche a livello internazionale, nei mercati che hanno deciso di puntare sul turismo con forti incentivi ed investimenti, il Pil complessivo ne abbia tratto un generale beneficio. Guardiamo

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ad esempio a quanto sta avvenendo in Messico e in Egitto, territori che peraltro – quanto a richiami naturalistici, culturali, artistici e storici - non vantano certo un grado di attrattività paragonabile al nostro”. E lo slancio che il settore ha registrato in regione rischia ora di subire un affievolimento? “Questo è un punto delicatissimo, ma sono ottimista, come ho detto prima il servizio turismo è composto da professionalità valide e l’importanza che il presidente Spacca dà al turismo fa ben sperare”. Al riguardo Lei cosa suggerisce? “Tra gli operatori turistici operanti sul territorio, non sono certo l’unico ad auspicare che si possa continuare l’egregio lavoro realizzato sino ad ora”. Altrimenti? “C’è il rischio che chi investe sul territorio, con un evidente riverbero positivo sull’occupazione e sullo sviluppo, si arrenda e … tiri i remi in barca”.

“Il cambio della guardia, proprio nell’avvicinarsi della stagione estiva, rischia di farci abbandonare il percorso intrapreso”


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DOSSIER: TURISMO

“NEL 2012 PUNTARE SU UNA STRATEGIA DIVERSIFICATA” L’Assessore al Turismo della Regione Marche Serenella Moroder traccia un bilancio dell’attività svolta negli ultimi mesi ed illustra i risultati ottenuti. Tutti con il segno più di I. Barone

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uali erano le finalità che si poneva la Regione partecipando alla Bit? “La BIT costituisce sempre una vetrina importante per la promozione della destinazione turistica: nonostante al giorno d’oggi siano più efficaci altre strategie di comunicazione, tuttavia è importante presentarsi al pubblico nazionale e internazionale, all’inizio dell’anno, con un’immagine unitaria forte e ben riconoscibile. La principale finalità di quest’anno era quella di continuare nel diffondere e consolidare il brand Marche, proseguendo con il claim “Marche le scoprirai all’infinito” e la campagna promozionale con Dustin Hoffman come testimonial, che ha prodotto un’ottima crescita della visibilità e popolarità della nostra regione”. Ritiene che l’obiettivo sia stato raggiunto? “Il nostro stand alla BIT è stato animato da un programma ricchissimo di iniziative, che hanno presentato una grande offerta di appuntamenti ed esperienze di alto livello. L’interesse verso la nostra regione si è dimostrato molto forte, e ne abbiamo avuto il riscontro dalla grande eco ottenuta su stampa ed altri media”. Come sta andando il settore turistico in regione? “Nel 2011, nonostante il grave periodo di crisi del settore a livello globale, le Marche hanno registrato un lieve incremento di arrivi e presenze rispetto ai dati del 2010 (+1,86 per cento). Fra gli stranieri i più numerosi sono stati tedeschi, olandesi, francesi e svizzeri, ma ci sono numeri significativi anche di turisti provenienti da Gran Bretagna, Stati Uniti ed Europa dell’Est. Un fenomeno in espansione, nonostante i numeri siano anco-

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ra piccoli, è costituito dalle presenze di turisti provenienti dalla Cina e dal Brasile”. Per quanto riguarda le presenze italiane? “Le regioni che per noi costituiscono sempre importanti bacini di provenienza sono Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Umbria”. Quali sono le maggiori necessità avvertite dagli operatori? “Tutti gli operatori del turismo sono impegnati, in accordo con la Regione e con le istituzioni locali, a fare massa critica per una comunicazione che valorizzi il brand Marche e, pur nella varietà delle offerte, abbia la capacità di comunicare l’identità profonda della regione, fatta di qualità della vita e autenticità delle esperienze. Con la consapevolezza che la crisi economica si affronta lavorando di squadra, la regione Marche sta sviluppando forme di collaborazione con gli altri settori produttivi”. Ad esempio? “Alla BIT abbiamo presentato la Marche Card, una speciale carta che permetterà, ai turisti che vorranno visitare e vivere la nostra regione, di poter usufruire di sconti e benefit presso le strutture ricettive, gli esercizi commerciali, gli outlet, i musei, le botteghe tipiche. Il turismo deve essere il propulsore economico per ridare impulso a tutto il territorio”. Rimane forte il problema dell’accesso al credito. “Nello stesso momento, attraverso tavoli di lavoro con imprese turistiche ed istituti di credito, ci stiamo operando per trovare accordi e soluzioni che permettano agli imprenditori del settore


Un’istantanea presa dall’ormai celebre Spot “Marche le scoprirai all’infinito” con l’attore Dustin Hoffman 141


DOSSIER: TURISMO

“Occorre ancora uniformare l’offerta turistica nelle varie zone della regione: tutti i Comuni hanno una vocazione turistica, ma le strutture ricettive e l’organizzazione di accoglienza sono storicamente concentrate nella zona costiera”

Serenella Moroder

di poter accedere al credito in maniera più agevole. Per ripartire occorre investire, ed occorre investire in qualità”. E dal punto di vista dei turisti? “Il turista dev’essere messo in grado di accedere facilmente a tutte le informazioni ed offerte del territorio: abbiamo messo in opera un sistema informativo per il turista che possa consentire, in qualunque luogo ci si possa trovare, si sapere in tempo reale tutte le indicazioni utili per il soggiorno, per gli spostamenti e per le attività da svolgere. Un tassello importante del sistema è sicuramente l’applicazione Marche Mobile, già disponibile per tutte le tipologie di telefoni mobili”. Secondo Lei quali sono i maggiori problemi del turismo nelle Marche. “Sicuramente occorre ancora uniformare l’offerta turistica nelle varie zone della regione: tutti i Comuni hanno una vocazione turistica, ma le strutture ricettive e l’organizzazione di accoglienza sono storicamente concentrate nella zona costiera. Stiamo lavorando perché tutta la regione possa offrire infrastrutture turistiche omogenee, e perché la cultura dell’accoglienza diventi un sentimento condiviso”. Parliamo ancora di promozione: come pensa di muoversi la Regione? “Per il 2012 “promozione” è la parola d’ordine: le Marche, grazie alle fortunate campagne con Dustin Hoffman come testimonial, ora sono più conosciute. Occorre però continuare a diffondere,

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attraverso una comunicazione efficace e coinvolgente, il concetto che le Marche sono una destinazione di qualità, dove tutte le componenti che costituiscono il benessere dell’ospite concorrono ad assicurare un soggiorno speciale: arte, natura, cultura, spiritualità, enogastronomia, shopping”. Nell’immediato cosa pensate di fare? “Nel 2012 punteremo su una strategia diversificata che, da una parte, continui il lavoro impostato in precedenza, che prevede l’utilizzo degli strumenti classici del marketing tradizionale – che hanno assicurato alla regione Marche una buona visibilità e una buona notorietà – e, dall’altra, azioni di marketing innovativo, guerrilla marketing e soprattutto marketing online. Le azioni messe in atto sul canale online rappresenteranno la vera sfida e la vera innovazione, in particolare tutta la parte che sarà legata al Social Media Marketing, oggi elemento imprescindibile per qualsiasi destinazione che voglia essere competitiva sul mercato ed ottenere risultati efficaci. La Regione Marche per i prossimi mesi e per tutto il 2012 metterà in campo un’offerta differenziata e completa costituita da segmenti turistici specifici, che insieme compongono un mosaico di attrattività assoluta. Chi sceglierà le Marche come meta di vacanza e di scoperta, anche nella condizione del last minute, troverà un sistema turistico organizzato con un’accoglienza competitiva, grazie a un’adeguata promo-commercializzazione dei nostri prodotti”. Quanto incide internet in questo settore? “Voglio ricordare che il 70 per cento dei turisti europei cerca-


no le informazioni sulle destinazioni in internet; di questi, un 63 per cento amano anche cercare e condividere quello che dicono gli altri, attraverso le reti sociali e ormai oltre il 50 per cento delle prenotazioni alberghiere in Europa si fanno attraverso internet”. Durante la Bit abbiamo sentito parlare di “Sesto Senso”: ce ne vuole parlare? “Quest’anno, continuando il tema dei “cinque sensi” con i quali si possono assaporare le Marche, abbiamo puntato sul sesto senso, quella particolare percezione che, oltre la comprensione del reale, porta quasi inspiegabilmente a sentirsi in perfetta sintonia ed empatia con le persone e i luoghi, e a legarci a questi. Il sesto senso, inoltre, evoca emblematicamente il bello, l’affascinante, il misterioso, il meraviglioso mondo rappresentato da questa regione. In definitiva, il sesto senso ci permette intuitivamente di allinearci al concetto di armonia delle cose. Credo che in questo mondo attuale vi sia bisogno di armonia rigeneratrice da rivelarsi almeno nello speciale momento della vacanza”. Qual è secondo Lei il profilo del “turista-tipo”? “Siamo convinti che la nostra regione ha un “quid” in più che

non può essere spiegato, ma che genera nel visitatore un senso profondo di benessere e di piacere di vivere. Le Marche sono una regione da interiorizzare, per persone che sanno assaporare i veri valori del vivere. Possiamo dire che sono meta ideale per un visitatore attento ai dettagli, che cerca un luogo lontano dalla folla, ma sa apprezzare la bellezza diffusa e la qualità dell’ospitalità. Le Marche non sono una regione scontata, ma sono speciali per chi ama scoprire un territorio, che offre sorprese dietro ogni angolo, dietro ogni collina”.

RIMANE IL NODO TRASPORTI Quello delle infrastrutture e dei collegamenti è l’eterno problema regionale. Con ripercussioni anche sul settore turistico a cura della Redazione

“I

l problema è che l’aeroporto di Falconara Marittima non è ben collegato al porto e alle stazioni ferroviarie”, ci spiega Fabrizio Fabbietti, Segretario regionale Filt (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti, ndr) Cgil. “Manca una logica di insieme, una politica dei trasporti coordinata: perchè ciascun segmento del trasporto locale organizza i propri servizi in piena autonomia, senza un confronto con gli altri attori del sistema”. I collegamenti dall’aeroporto alla stazione di Ancona ci sono … “Ma non sono sufficientemente coordinati. Lei ha idea di quante ore impiega un turista che atterra a Falconara per raggiungere Macerata? Sotto accusa è soprattutto il trasporto ferroviario regionale: con i tagli imposti da Roma, le Ferrovie hanno deciso di puntare sull’alta velocità, trascurando i servizi regionali”. 143


DOSSIER: TURISMO

“SI ALLA POLITICA CHE STIMOLA IL CONFRONTO, MA POI PROCEDERE COESI” Nardo Filippetti, titolare di Eden Viaggi e dell’Hotel Excelsior di Pesaro: “da sempre mi sono dichiarato disponibile a sedermi ad ogni tavolo utile ad aiutare il nostro settore e il nostro territorio, mettendo a disposizione il mio tempo e la mia esperienza. L’importante è che alla fine del confronto si decida una strategia, prevedendo obiettivi, azioni, tempistiche, investimenti e responsabilità” di I. Barone

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residente Filippetti, Lei è stato recentemente eletto Presidente dell’Associazione albergatori di Pesaro. Quale ruolo può ricoprire l’associazione sul territorio nell’ottica di potenziare il settore turistico? “L’APA è un’organizzazione sindacale che oggi, dopo anni, riunisce la quasi totalità degli albergatori pesaresi. L’obiettivo principale del mio mandato è quello di rappresentare nei confronti delle istituzioni e del territorio quelle che sono le esigenze del settore turistico e di proporre quella che è la nostra visione per il futuro della città, che potrebbe trovare proprio nel turismo un’importante via di sviluppo. Il turismo è una risorsa non delocalizzabile: se questo è un argomento valido per ogni angolo d’Italia, lo è ancora di più per un territorio che ha risorse culturali, artistiche, e naturalistiche come Pesaro e la provincia di Pesaro e Urbino. Risorse che possiamo sfruttare di più e meglio, rendendo Pesaro una città più bella ed ospitale per i suoi stessi cittadini”.

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In occasione del workshop svolto nell’ambito della Bit, Lei ha affermato tra l’altro che il turismo marchigiano ha ampi spazi di sviluppo se guarda ai mercati esteri. E quali sono invece le prospettive per quanto attiene al turismo nazionale? “Ugualmente ampie. Se consideriamo il divario tra risorse turistiche del territorio e notorietà delle nostre destinazioni costiere e dell’interno notiamo che siamo in “debito”, poiché in realtà non abbiamo nulla da invidiare ad ogni altro luogo in Italia. Anzi, poche regioni come la nostra possono vantare di racchiudere in uno spazio ridotto tutto il meglio di quello che è considerato lo stile di vita italiano. Significa che è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare sulla promozione, facendo sistema tra le istituzioni e l’impresa, per rendere i nostri luoghi noti e facilmente fruibili da un turista che oggi è sempre più alla ricerca di “esperienze” piuttosto che di semplici vacanze. Lavorare sulla promozione significa innanzitutto ottimizzarla, evitando di disperdere

le risorse in mille rivoli e lavorando tutti insieme per la notorietà delle Marche”. Quando parla di mercati esteri si riferisce ai Paesi del Bric, come del resto è emerso nel corso del Forum di Madrid? E a questo proposito condivide la strategia comunitaria di sollecitare una rivisitazione della normativa sui visti, in particolare per facilitare gli ingressi turistici da parte di russi e cinesi? “Il mercato cinese, e in generale i mercati dei Paesi del Bric, sono sicuramente quelli che potenzialmente sembrano più interessanti a lungo termine, almeno in termini numerici. Su quello russo abbiamo pagato un ritardo nella gestione della burocrazia a favore di francesi e tedeschi, e ora stiamo recuperando. Sembra stia accadendo lo stesso col mercato cinese. Dopotutto, se Lufthansa ed Air France collegano la Germania e la Francia con la Cina con rotazioni aeree giornaliere e Alitalia con un volo settimanale, significa che partiamo già in svantaggio. In generale, condivido tutte le strategie


Nardo Filippetti, titolare di Eden Viaggi e dell’Hotel Excelsior di Pesaro

che si pongono l’obiettivo di facilitare gli spostamenti per turismo, poiché nel 2012 non può essere la burocrazia a porre dei limiti ad un settore come il nostro”. In merito alla necessità di fare rete, dobbiamo guardare alle sinergie tra Regione Marche ed imprese del territorio oppure ad aggregazioni tra aziende in grado di produrre economie di scala? “Le aggregazioni tra aziende sono complesse da generare e da gestire: da un lato poiché gli imprenditori, per natura, agiscono da soli assumendosene oneri e onori, dall’altro lato poiché storicamente in Italia siamo distanti da questo tipo di cultura. Ci possono essere casi di successo, nel settore turistico, ma azioni singole di natura promozionale e commerciale, non con reali aggregazioni societarie. Credo che la sinergia migliore sia quella tra le aziende, rappresentate dalle associazioni di categoria, e la politica. Quella che manca, piuttosto che la capacità, mi sembra che in passato sia stata la volontà di decidere. Da sempre

mi sono dichiarato disponibile a sedermi ad ogni tavolo utile ad aiutare il nostro settore e il nostro territorio, mettendo a disposizione il mio tempo e la mia esperienza: l’importante è che alla fine del confronto si decida una strategia, prevedendo obiettivi, azioni, tempistiche, investimenti e responsabilità. Da quel momento in poi, si passa all’azione. Dunque ben venga che la politica stimoli il confronto e tracci le linee dello sviluppo, l’importante è che poi si proceda coesi e precisi, informando in anticipo e con trasparenza e chiarezza tutti gli operatori del settore, imprenditori in primis. I mercati non aspettano”.

apprezza l’attenzione alla sua persona, l’ascolto delle sue necessità, la cultura dell’ospitalità e del servizio, ovvero gli elementi che in passato caratterizzavano la via italiana al turismo: per questo, se tutti ricominceremo a fare il nostro mestiere con passione e cura, non dobbiamo avere paura del futuro. Si ritorna alle basi, poiché il rapporto umano è tutto”. Quali altri suggerimenti per la promozione turistica del territorio? “Farne tanta, farla bene, farla insieme!”.

Chi è secondo Lei il “turista-tipo”? “Oggi è difficile da definirsi: ogni persona è diversa dall’altra. Sicuramente oggi ci troviamo di fronte a viaggiatori più informati, consapevoli, curiosi e attenti, e questo implica per noi operatori maggiori responsabilità e maggiore impegno per riuscire a garantire sempre la loro piena soddisfazione. Per fortuna ogni turista

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AWARD COMUNICAZIONE

PRIMO AWARD COMUNICAZIONE DELLE MARCHE Scoprite con noi la Creatività made in Marche! di M. Cursaro

C

on la sua prima indagine sulla comunicazione nelle Marche, ML ha acceso i riflettori su una realtà multiforme e piena di sorprese: un piccolo universo di saperi e competenze, animato da mille voci modulate su diverse frequenze e con tonalità differenti, ognuna sorprendente e interessante a modo proprio. Per questo motivo, abbiamo pensato di organizzare un contest per dare voce alle agenzie di comunicazione nella nostra regione: un modo originale per raggruppare le più belle pubblicità frutto della creatività marchigiana. L’Award è diviso in tre sezioni: Traditional, New Media e Unconventional. La prima comprende stampa, affissioni, spot radio e TV; la seconda web (banner, website, newsletter) e la terza abbraccia tutte le comunicazioni non convenzionali come guerrilla e viral marketing. A partire da questo numero, ogni mese verranno presentate le tre agenzie di comunicazione i cui lavori ci hanno maggiormente impressionato. I loro progetti verranno accompagnati da una nota introduttiva di un esperto del settore. Un modo interessante di scoprire quanto le immagini e le parole della pubblicità possano far sorridere, pensare, emozionare.

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TRADITIONAL MEDIA L’unico ambito in cui il tradizionale è sempre attuale è la pubblicità: stampa, radio e TV sono tradizionali rispetto al più recente internet, ma mai messi da parte. Ripercorrerne le tappe sarebbe impossibile, ma per l’Italia possiamo citare il Futurismo, che negli anni ‘30 ha battezzato i marchi italiani più noti (Fernet Branca, FIAT, Martini...), il Carosello del dopoguerra e i ruggenti anni ’80 in cui Milano e Roma hanno dettato lo stile italiano attraverso gli spot. Nomi che se li cercate su Wikipedia scoprite non uno, ma cento mondi: Depero, Cappiello, Pilla, Pirella, Armando Testa, Anna Maria Testa...Professionisti che hanno accresciuto, negli anni, l’immaginario collettivo italiano, artisti delle emozioni che ci fanno sognare anche dopo aver voltato pagina. E ora, la parola ai creativi marchigiani! ADV CREATIVI “Adv Creativi” è un contenitore di idee, una grande scatola piena di persone e strumenti, di attitudini creative e competenze tecniche, di aspirazioni e realtà. Creata nel 1995 da quattro professionisti della comunicazione che, dopo aver maturato importanti esperienze in grandi agenzie di pubblicità nazionali ed internazionali, hanno scelto con il cuore, decidendo di realizzare una struttura creativa nelle Marche.Da allora “Adv Creativi” produce idee per comunicare nel mondo reale e in quello virtuale. Idee che nascono per comunicare le idee dei nostri clienti. Idee per vendere, per crescere. Idee per le quali lavora, oggi, un gruppo di dieci persone. Idee che funzionano. Idee: questo è il lavoro di “Adv Creativi”.

Banca Marche, Jesi (An), 2010-2011 Campagna istituzionale stampa, radio e TV. Manifesti e depliant per campagne di prodotto in Filiale. Marchio del conto on line Deposito Sicuro. Obiettivo della cam-

pagna: rispecchiare con immediatezza la diversità “genetica” della banca e la sua filosofia legata al territorio marchigiano ma capace di varcarne i confini. La campagna mette in primo piano sentimenti e valori legati al territorio, isolando la parola AMA all’interno del brand. Ciò ha permesso di realizzare una campagna versatile che è valsa il “Premio Nazionale TP 2011 Emanuele Pirella” come migliore progetto creativo pubblicitario nelle categorie film e radio.

Commento di Roberta Bartoletti, presidente corso di laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni, Università di Urbino Carlo Bo (sede di Pesaro) “Credo che la campagna istituzionale creata da “Adv Creativi” abbia un suo punto di forza innanzitutto nel concept, in quel legame tra Banca Marche e territorio che può essere comunicato come valore distintivo e che risponde a dei bisogni diffusi del pubblico principale della comunicazione, innanzitutto i clienti. La forza di questo messaggio, oltre che nella sua chiarezza - che caratterizza anche il visual - sta nel saper ricondurre l‘immagine della banca a una sua funzione importante, quella di essere radicata nei territori e di volerli farli crescere. Si crea così un’immagine positiva, che marca una differenza da una finanza astratta e scollegata dai bisogni e dai problemi concreti di quelli che dovrebbero essere i suoi interlocutori prioritari – imprese, cittadini e istituzioni che si rivolgono al credito -. La campagna per Banca Marche segue quindi una direzione intrapresa, con più o meno successo, anche da altri istituti di credito. Il successo di una campagna, oltre che dal contenuto che intende comunicare, dipende ovviamente anche dalla sua credibilità, come mi pare possa essere il caso di Banca Marche”.

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AWARD COMUNICAZIONE

Commento di Donatella Consolandi, Amministratore Unico di Agorà Comunicazione “Il progetto “TreiAcademy” appare particolarmente innovativo e “gioca” su una delle tendenze più attuali, quella di fare del pubblico, della gente comune, i protagonisti di un evento. Apprezzabile inoltre la “temerarietà” di un Comune che, proprio in un periodo molto legato alla tradizione come quello natalizio, sceglie di sperimentare modalità “alternative” per coinvolgere i cittadini, in particolare la fascia giovanile... La comunicazione è simpatica, giovane, molto colorata e “ricca”, adatta quindi al target “giovani” del territorio a cui si rivolge. Non può ovviamente essere considerata immediatamente fruibile da un pubblico più vasto o quale approccio alla promozione del territorio. La crossmedialità, così come descritta, sembra strategicamente corretta vista la tipologia di progetto. Sarebbe infine utile conoscere i dati della redemption ottenuta…”.

NEW MEDIA La pubblicità, come l’acqua, prende la forma del mezzo che usa. Nei nuovi media è diventata banner, applicazione o gioco interattivo. Le nuove applicazioni web si lasciano scoprire attraverso l’interazione, parola chiave del nuovo millennio e delle nuove forme di comunicazione. Una

pubblicità che fa capolino sulle nostre pagine web per attirare i nostri click. Forme che costituiscono oggi il primo modo in cui un prodotto/brand si fa conoscere dal cliente: non solo banner, ma anche siti web e videogiochi. Un mondo tutt’altro che virtuale, poiché ci permette di comunicare nel modo più veloce e misurare subito la reazione del target. EMPATIA Dal 1996 “empatia comunicazione” è un partner tecnico qualificato per la gestione della comunicazione integrata degli asset di prodotto attraverso la branding experience e l’engagement, ovvero tutte quelle forme di coinvolgimento che creano/implementano awareness e fideliz-

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zano i target. STAGE ACADEMY (comunicazione interattiva per esperienze “partecipattive” durevoli). “Empatia comunicazione” ha elaborato il modello STAGE ACADEMY (www.stagewith.us) per progetti di infotainment e content marketing: eventi che massimizzano la comunicazione attraverso l’interazione con i target. Risponde ad esigenze di comunicazione non convenzionale di imprese, territori ed istituzioni per formare ed informare, posizionare il prodotto, alimentare la brand awareness, generare consenso/spingere all’acquisto. CASE HISTORY: TREIACADEMY Il Comune di Treia ha richiesto un evento a forte valenza sociale e turistico/commerciale alternativo alla classica animazione natalizia. Target: giovani e famiglie. “empatia comunicazione” ha elaborato e gestito in ogni sua fase “TreiAcademy” (2/6 gennaio 2012), talent camp musicale in cui, con il tutoring di professionisti qualificati, scoprire come fare del talento una professione divertendosi in modo costruttivo: seminari tematici, provini, concorso e concerti di animazione con il coinvolgimento del pubblico. “TreiAcademy” è stato comunicato in modalità crossmediale.


UNCONVENTIONAL Connessa ai movimenti artistici contemporanei e slegata da ogni regola: la pubblicità non convenzionale sovverte ogni cosa e comprende installazioni in strada, azioni di guerrilla e viral marketing e forme di comunicazione alternative. Famosa la panchina formata da un Kit Kat scartato, a cui si sono aggiunti negli anni svariate comunicazioni a seconda del “mezzo”: scale mobili, pensiline di autobus, palazzi interi. A questo si affianca il viral marketing: contenuti web che passano di click in click. Un esempio su tutti: il falso documentario di un gruppo di ragazzi che si allenano a camminare sull’acqua, in realtà pubblicità per un nuovo marchio di abbigliamento. TONI DI GRIGIO “Tonidigrigio” è argento per chi vuole affermare la propria identità, fumo di Londra per le aziende che hanno bisogno di tecnologia, canna

di fucile quando c’è bisogno di colpire con una comunicazione forte, antracite quando serve essere profondi, carbone quando il messaggio è infuocato, perla se si cerca l’eleganza, piombo per la forza, ardesia come la tenacia, cenere per otte- nere ascolto sussurrando, cemento per porre le giuste fondamenta, platino quando è necessario essere preziosi. Raramente bianchi o neri, “Tonidigrigio” interpreta le mille sfumature del fare comunicazione. NATALE POP Comune di Jesi (An) / Year: 2010 “Natale Pop” è la rassegna degli eventi natalizi del Comune di Jesi. Il titolo divertente e stimolante ha guidato “Tonidigrigio” nel prendere in prestito i concetti propri alla pop art, dove oggetti di uso comune divengono utili all’espressione artistica e veicolo per comunicare. Attraverso l’uso di forme semplici, colori primari e la sensibilità di ognuno, vi è l’invito a fare esperienza di un Natale (pop) tutto personale. Una bella sorpresa si è mostrata in piazza Federico II, dove è stato posizionato l’albero pop realizzato dalla Falegnameria Pigliapoco e donato alla città di Jesi, come testimonianza dell’impegno delle nostre eccellenze artigiane, volenterose di rispondere in maniera attiva e partecipativa.

Commento di Roberto Ottolino, copywriter per il Gruppo Roncaglia e partner di CoppiaCreativa “Appassionata e sofisticata, come si addice alle sfumature più ricercate, la campagna “Natale Pop” interpreta con una raffinata mescola di eleganza, rispetto e ironia l’appuntamento con le festività di fine anno. Costruisce un percorso narrativo ed esperienziale che riesce a riscrivere gli schemi stilistici del Natale, proponendo un’innovativa e intrigante rilettura degna del miglior Roy Lichtenstein, senza tuttavia rinunciare a nessun simbolo caratteristico della tradizione festiva, con un esaltante approccio che risulta, simultaneamente, classico e moderno. Giocosa, minimale ed evocativa, la campagna ha anche il pregio di coinvolgere, nella realizzazione, le eccellenze artigianali dello jesino, dimostrando in modo autorevole come la comunicazione di alto livello costituisca un’irrinunciabile opportunità di crescita, in ogni ordine di grandezza: culturale, economico, sociale. La dimostrazione, insomma, che dai toni di grigio possono nascere le infinite varianti cromatiche di quella meraviglia che si chiama creatività”.

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INCHIESTA: TRASPORTI

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: SI TAGLIANO LE CORSE, MA NON I COSTI INUTILI di P. Duranti

Fabrizio Fabbietti

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Le recenti dimissioni del Presidente di Conerobus, Sandro Simonetti, hanno imposto nuovamente la necessità di un serio confronto sui nodi relativi al trasporto pubblico locale. Non si tratta di una vicenda che riguarda una singola azienda e i suoi vertici: il problema c’è, eccome, e investe tutto il comparto. I tagli imposti negli ultimi anni da Roma agli enti locali hanno prodotto effetti che si stanno facendo sentire. Il trasporto, ad esempio, è proprio uno dei settori che maggiormente ne hanno risentito, anche (e soprattutto) in alcune regioni come le Marche. Per avere un quadro della situazione ne abbiamo parlato con il Segretario Filt Cgil Marche, Fabrizio Fabbietti, un sindacalista che ha seguito da sempre (con coerenza) i problemi connessi al trasporto nella nostra regione, e che in un certo senso aveva “previsto”, in tempi decisamente non sospetti, i problemi

che avrebbero investito il comparto. I fatti di queste settimane, purtroppo, gli stanno dando ragione ed è per questo che ML lo ha voluto incontrare. Segretario, da dove partiamo? “Lei accennava alle dimissioni di Simonetti, il quale ha messo sul tavolo due ordini di considerazioni. Da un lato un discorso di tipo “politico”, legato alla mission della società e questa ovviamente è una questione che non investe direttamente il sindacato, riguardando la proprietà (Provincia e Comune di Ancona, ndr). Dall’altro, la consapevolezza che con queste regole, le aziende del trasporto pubblico locale difficilmente riusciranno a rimanere sul mercato”. Aspetto che in passato Lei ha sempre sottolineato … Ma questa situazione è dipesa soltanto dai forti tagli decisi a


livello statale? “Sui tagli vorrei tornare dopo. Al riguardo, invece, mi sento in dovere di porre due questioni”.

temo che non saranno più in grado di sostenere i costi strutturali in continuo aumento: pensiamo al costo del gasolio”.

Prego. “La prima attiene alla conformazione societaria tipica delle aziende del settore del trasporto locale. Secondo noi della Cgil l’attuale assetto va rivisto”.

La seconda questione qual è? “Per comprenderla dobbiamo risalire alla Legge Burlando (la 422 del 1997, ndr), per la cui attuazione le Regioni furono chiamate a ridisciplinare l’organizzazione dei trasporti locali”.

Perché? “Per un motivo molto semplice: le nostre aziende del settore sono affette da nanismo”. Con i suoi 400 dipendenti, Conerobus non mi pare un nano … “Tenga presente che il settore è ormai appannaggio di agguerrite multinazionali. Ne consegue l’assoluta necessità di realizzare aggregazioni. Se le aziende locali non faranno rete,

La Regione Marche ha adempiuto all’obbligo? “Certo, fu una tra le più virtuose: la nostra legge regionale risale al ’98. Da qui partì un processo di affidamento del servizio di trasporto pubblico locale fondato sui cosiddetti bacini provinciali. In ciascun bacino – che corrisponde al territorio di una provincia – opera una società che in realtà è una sommatoria di più soggetti”.

Come sono state scelte le società affidatarie? “A parte la provincia di Pesaro e Urbino, nella quale si svolse una gara europea, a seguito della quale il servizio fu affidato ad un’azienda consortile (Adriabus, ndr), nelle altre quattro si optò per l’affidamento del servizio ad un’azienda pubblica di riferimento, ponendo in capo a quest’ultima l’obbligo di mettere a gara almeno il 40 per cento del servizio stesso. Attualmente, quindi, il trasporto pubblico locale marchigiano vede la partecipazione attiva anche di aziende private”. Ma qual è il problema se il servizio è affidato ad aziende locali? “Il fatto che vi siano imprese del territorio è più che positivo, è ovvio! Il problema è che per ogni bacino abbiamo una stratificazione di soggetti: l’azienda

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{ } INCHIESTA: TRASPORTI

L’autista di pullman, un piccolo imprenditore

Secondo recenti statistiche internazionali, il lavoro dell’autoferrotranviere è il più stressante al mondo. Una professione che richiede un’altissima concentrazione (si stima che nell’arco di una giornata un autista eviti circa quattro-cinque incidenti, grazie alla propria esperienza e abilità) garantisce uno stipendio medio sicuramente non commisurato all’elevata responsabilità che esso comporta, eppure … costa molto. Alcuni mesi fa, infatti, il Governo ha trasformato il vecchio CAP nella Carta di qualificazione. Ciò significa che per sostenere gli esami occorrono sui tre-quattromila euro (solo le patenti D e E possono arrivare a costare anche 1.500 euro).

pubblica, le società private e l’azienda pubblica di bacino … Prendiamo la provincia di Ancona: Conerobus e imprese private, che operano sotto l’egida di Atma. Immaginiamoci i costi di gestione di un assetto organizzativo così ingarbugliato: ciascuna azienda ha un proprio ufficio di programmazione, propri consulenti ed uffici amministrativi, un amministratore, ecc. … l’elenco sarebbe lunghissimo”. Per questo la Cgil propone la realizzazione di processi aggregativi. “Se si arrivasse ad un’unica società, si abbatterebbero notevolmente i costi di gestione. A ciò si aggiungano da un lato i recenti tagli, dall’altro il costo del gasolio: entrambe le voci pesano moltissimo sulla qualità del servizio”. In che senso i tagli decisi dal Governo nazionale incidono sul settore dei trasporti pubblici locali?

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“La Regione contribuisce alle spese sostenute dalle aziende in misure variabili, sulla base di determinati parametri rapportati comunque al chilometraggio effettuato. Nella provincia di Ancona, ad esempio, il corrispettivo chilometrico – che è il più basso della regione – si attesta su 1,30 euro al km. E’ troppo poco: è all’incirca il costo di un litro di carburante (salvo ulteriori incrementi). E, si sa, con un litro un pullman fa circa un paio di chilometri, mica di più …”. Quindi la Regione si è vista costretta a rivedere la politica dei rimborsi? “Comprendiamo benissimo il contesto difficilissimo nel quale la Regione ha dovuto lavorare, di fronte a tagli decisi dal Governo nell’ordine dei 200 milioni complessivi, e da qui la scelta di tagliare il 5 per cento degli importi stanziati in precedenza sul trasporto pubblico locale su gomma. Però dobbiamo anche rilevare come la

politica perseguita dalla Giunta Spacca in tema di trasporti locali sia stata quantomeno controversa”. In che senso? “Applaudiamo i provvedimenti di limitazione alla circolazione delle auto adottati da Regione, Province e Comuni contro l’inquinamento; però se contemporaneamente ci tolgono il trasporto pubblico … beh, così non va affatto bene! Se tu ente introduci restrizioni al traffico, de vi compensare il sacrificio potenziando i servizi sostitutivi, o quantomeno non restringendoli. Il problema è che manca, oggi come ieri, una seria politica dei trasporti, adottata nel rispetto di un principio sacrosanto”. Cioè? “Che il trasporto pubblico è una risorsa, non un problema finanziario. Fa parte di un maturo sistema di welfare, come il servizio sanitario e quello scolastico.


Contestiamo i tagli operati perché riteniamo che il cittadino di una frazione o piccolo Comune, che paga le tasse come quello di Ancona, debba avere gli stessi diritti di quest’ultimo. Se togli il pullman domenicale, neghi un servizio sociale all’anziano che va a trovare amici o parenti nel paese vicino, così come ai ragazzi che vogliono andare a divertirsi da qualche parte. Stesso discorso per le soppressioni che hanno riguardato le corse notturne, con gravi disagi soprattutto per il mondo giovanile e lavoratori che effettuano turni”. Lei prima accennava al problema occupazionale. “Nel trasporto pubblico regionale lavorano circa 1.750 persone. Secondo noi è verosimile ipotizzare la perdita di 70-80 posti di lavoro nei prossimi mesi. A ciò si aggiunga l’impossibilità, di fatto, di rendere a tempo indeterminato numerosi contratti che ora sono a termine”.

Se non si porrà rimedio alla situazione descritta, come vede il futuro del trasporto pubblico locale nelle Marche? “La situazione che si è venuta a creare ha prodotto un effetto domino su tutto il sistema: riduzione delle corse, difficoltà anche sotto il profilo occupazionale, disagi per l’utenza. Pertanto, lanciamo un appello al Governo Monti affinché vi ponga rimedio, almeno in parte e alla Regione Marche con l’auspicio che inizi quel processo di aggregazione tra gli attori del sistema che si rivela quanto mai indispensabile ed urgente. Se nessuno si muove, il collasso è vicino”.

“Se Conerobus è in coma, le aziende delle altre province sono comunque malate. Alla Steat di Fermo, ad esempio, da metà maggio rischiano di saltare gli stipendi dei lavoratori”

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AUTO E MOTORI

NUOVA SPORTAGE R GRINTA ED ELEGANZA SECONDO KIA di M. Palumbo

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a Kia presenta ufficialmente al grande pubblico la versione R della sua Sportage, la versione sportiva del crossover del costruttore sudcoreano. Con il suo motore sovralimentato da 2.0 litri CRDi diesel da ben 184 cavalli e 383 Nm di coppia massima, la Sportage R non è solo il modello più grintoso, ma anche quello più accessoriato. Il propulsore, caratterizzato dal basamento in lega di alluminio, turbina a geometria variabile e filtro antiparticolato, promette di guidarci per 100 chilometri

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consumando solo 7,2 litri, con un’emissione pari a 189 g/km toccando la velocità massima di 195 km/h. Grazie alla trazione integrale e alla trasmissione automatica a sei rapporti la Sportage R impiega 11 secondi per passare da 0 a 100km/h partendo da ferma (dati forniti dalla casa madre). L’allestimento della R, costruito in serie limitata e numerata, è da considerarsi il top della gamma Sportage e può vantare dei cerchi in lega da 18”, interni in pelle, tetto elettrico, navigatore satellitare, luci diurne a led, fari allo

Xeno, sensori di parcheggio, sistema keyless-entry con accessione a pulsante e telecamera posteriore. Ma non finisce qui. La casa coreana sta facendo le cose in grande, curando tutto nei minimi particolari e fornendo ai propri clienti un’esperienza unica. La Kia Sportage R viene infatti proposta al pubblico al prezzo di 37.000 euro chiavi in mano, comprensivi dell’ormai nota garanzia di ben 7 anni fornita dalla casa madre su tutti i modelli, che a nostro parere rendono il prezzo molto interessante.

Nel 2009 la Kia Motors ha venduto circa 1.650.000 auto in tutto il mondo, segnando un netto +20% rispetto al 2008. Inoltre è stata la prima casa automobilistica coreana ad essersi aggiudicata le cinque stesso EuroNCAP con la Cee’d


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TENDENZE

ML à Porter di G. Baiocco

Dopo un lungo e gelido inverno, è alle porte la primavera tanto attesa: lasciatevi alle spalle le sfumature di grigio, nero e blu, riponete le nuance care alla fredda stagione e preparatevi al cambio degli armadi con i consigli dell’esperto: Giampaolo Baiocco, Art Director presso Vilebrequin e Golden Lady!

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arissimi lettori e lettrici, sono un uomo fortunato: il mio lavoro mi permette di viaggiare molto e di assaggiare in anteprima tendenze e stili! Ho deciso di condividerli con voi, per darvi qualche consiglio per il vostro shopping primaverile...e seguire i mood e i must di stagione! Ecco quindi qualche suggerimento per contraddistinguervi o – perché no? – confondervi tra la gente seguendo tendenze facili da individuare, abbinare e personalizzare a seconda del vostro gusto. Vi dico subito che quest’anno affronterete la primavera con un’adorabile prepotenza di stile e stili! Se la crisi vi ha portato a risparmiare, gli stilisti e i designer vi sedurranno con collezioni molto più accattivanti rispetto alle scorse stagioni! Le tendenze sono tantissime, ma vi riassumerò tutto seguendo le linee principali, che io prediligo e che voi potrete mixare. Lasciatevi andare: è il momento di abbinare gli stili tra loro per essere creativi e d’impatto... in una parola: glamour! Sbrigliate la vostra fede “fashionista” e sbizzarrirvi con le proposte adatte a tutte le tasche e a tutti gusti. Pronti al mix and match? TENDENZA ’50: STAMPE, COLORI PASTELLO, BON TON Abbandonate le geometrie minimaliste e date spazio a forme più femminili e dolci...ispiratevi agli anni ’50! Strizzate la vita con le cinture e mettetevi como-

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de con ampie gonne a pieghe, a tulipano o a trapezio, coccolatevi con morbidi golfini e twin set e non dimenticate i colori pastello! Se il vostro guardaroba prevede solo grigi e blu, dovete correte ai ripari: le nuance pastello sono l’incarnazione stessa della primavera, quando ogni cosa è pallida e fresca, e sottolineano la gioventù e la luce...impossibile immaginare le collezioni primavera/estate senza di loro! Vi consiglio di dare uno sguardo alla collezione di Marc Jacobs per Louis Vitton: un trionfo di stile e di colori pastello, trench e manteaux resi sofisticatissimi da organze di seta e shantung impreziositi da ricami sangallo e macramè! Il tutto è condito da meravigliose stampe, che spaziano dai fiori ai limoni alle arance, dai pois alle righe marine. Un esempio su tutti? Stella Mc Carteny, che dipinge su delicatissimi abitini in cotone delle corone di arance e limoni provenzali. Su abiti, camicie e altri indumenti sboccerà rigogliosa la natura e, checché se ne dica, a me non dispiace affatto! Questa primavera ritornerete sexy: le trasparenze giocano un ruolo decisivo nei guardaroba della prossima estate, con ricami macramè e pizzi di cotone che lasciano intravedere la pelle ambrata dal sole. Leggiadre e raffinate, o volgari e sfacciate: come sempre il confine è tutto da giocare a seconda del vostro carattere...I migliori interpreti degli anni ’50 sono stati, secondo me, Prada, Dolce&Gabbana e Louis Vuitton, mentre segnalo la collezione di Peter Pilotto a Londra, che ha unito tutti i colori dell’arcobaleno in macro


e micro stampe! Il must di stagione? L’abitino di piquet a brettella larga strizzato da una micro cintura di coppale lucido! E per l’acconciatura, seguite l’esempio delle ragazzine di New York, in giro per le strade della grande mela con romantiche chiome ispirate a Grace Kelly. TRIBALCHIC: IL VOLTO AVVENTUROSO DELLE DONNE! La sofisticatissima e “newyorchesissima” Diane Von Frustemberg con i suoi meravigliosi abitini a portafoglio a lei tanto cari, unisce colori fantastici a fantasie che spaziano dai fiori ai motivi tribali etnici. Anche lei, assieme a Ralph Lauren, ci riporta alla memoria ricordi di viaggi in paesi lontani attraverso culture diverse. Da visitare e “rivisitare” il mood di Burberry Prorsum, che unisce la preziosità e la sartorialità inglese all’arte tribale africana. Pronte a mostrare il vostro lato avventuroso? TENDENZA: LUMINOSA I tessuti di quasi tutte le collezioni, non sono più opachi, ma luminosi e brillanti: sembrano carpire la luce primaverile, specialmente nelle stampe di taftas e sete…purtroppo abbastanza costose! Proenza Schouler e Marc Jacob sfilano a

New York con sete luminescenti, rasi lucidi, abitini morbidi fluidi e super brillanti. BIANCO E GIALLO, COME LE MARGHERITE! Quest’anno ritroverete le margherite nelle stampe di quasi tutti i designer e in tutte le collezioni. Per le caldissime giornate d’estate, il bianco totale è come un soffio d’aria fresca, la purezza che schiarisce i mille colori proposti in tutte le sfilate. Louis Vuitton ci regala bianchi abitini anni ’50 con ricami Sangallo, ricamati e addolciti da colletti bianchi in pizzo macramè: veramente carini e supersofisticati! Giallo canarino, fluo, pastello, paglierino: praticamente tutti i designer hanno proposto almeno un capo declinato nel colore simbolo dell’estate. Per la gioia della nostra abbronzatura ma - aimè! - anche degli insetti... ACCESSORI Su tutte le passerelle, grande spazio agli accessori, indiscussi indicatori di uno stile ricercato e personale! Preparatevi: i tacchi sono ancora super altissimi, alla “Sex & the MANOLO-BLANICK city”! Allenatevi quindi a ondeggiare su vertigionosissimi tacchi e zeppe, come dei piedi-

stalli che v’innalzarvi al tanto desiderato sole! Non dimenticate di osare con bjoux colorati, di grande impatto scenografico, in particolare gli orecchini e gli accessori di Marni e Miu Miu. Per dovere di cronaca, devo informarvi di una tendenza che ho tralasciato: sulle passerelle ho avvistato ben più di una pancia all’aria, cosa che mi preoccupa molto! Blumarine, Ermanno Scervino, Dolce & Gabbana, Emilio Pucci, Missoni, Roberto Cavalli, Miu Miu, Nina Ricci, Prada e molte altre griffe, rilanciano microtop e fasce che lasciano scoperto l’addome. Una tendenza adatta per chi ha un corpo very slim e non molto elegante per chi invece ha invece qualche rotolino in più...quindi, occhio alle misure di top e t-shirt! Ora che le tendenze primavera/estate non hanno più segreti, non vi resta che dedicare uno dei prossimi soleggiati week end alla ricerca dei dettagli che vi renderanno semplicemente uniche! L’appuntamento è per il prossimo numero, con le tendenze primavera/estate per uomo e una sezione dedicata ai più piccoli!

Louis Vuitton collezione P/E 2012

P/E Dolce&Gabbana collezione

2012

Dolce&Gabb

ana collezion

e P/E 2012

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TENDENZE

L’inverno di Vic Matié collezione a/i 2012/13 di M. Camilletti

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iù che una rincorsa della moda e dei suoi fin troppo forzati cambiamenti, il cammino di VIC MATIE’ rappresenta piuttosto un dialogo costante tra l’anima interiore del brand e tutto ciò che la circonda. La collezione a/i 2012/13 si sviluppa in un gioco di contrari: tra evoluzione e tradizione; tra un carattere per natura deciso e anticonvenzionale e un approccio femminile; tra originalità e fruibilità dell’oggetto; tra una storia che parte dal passato ed una costante tensione al futuro. “Osmosi“ come unione di elementi diversi che dialogando tra loro, danno origine a oggetti di design capaci di oltrepassare

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i confini territoriali e temporali; oggetti di ieri e di domani, che nascono dal nostro sapere e da mani italiane ma appartengono da sempre al mondo. Questo il concetto cardine della collezione: una fusione totale tra materiali e dettagli anche contrastanti che si accompagnano e, talvolta, si mescolano per rendere speciale ogni singolo pezzo della collezione. Così il cuoio, non più relegato solamente a suole e tacchi, invade le tomaie creando un continuum indistinto di materie; la pelle si “espande“ fino a inglobare anche altri elementi della scarpa, come il tacco, e dà luogo a un volume unico in grado di unire le diverse parti.

Suole iper aggressive di gomma “tacchettata”, effetto carro armato, si fondono con un tacco a spillo e forme sinuose originando scarpe e tronchetti dal carattere aggressivo ma, allo stesso tempo, dall’allure ultra femminile. Allo stesso modo, materiali “caldi e dal tatto soffice“, come nabuk e lana cotta, sono accostati a gusci di metallo e a pelle stretch dalla finitura metallizzata o a piccoli ma lucenti dettagli di vernice.


TENDENZE

Circus love & beauty: Cotril e DM Parrucchieri per il Cosmoprof! di M. Cursaro

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nche quest’anno, in occasione del Cosmoprof di Bologna, Cotril ha presentato le tendenze di stagione, e lo ha fatto in collaborazione con il brand tutto anconetano DM Parrucchieri! Domenica 11 marzo, infatti, la serata del Peter Pan di Riccione è stata dedicata alle nuove tendenze dell’hair style con l’evento Circus love and beauty, con sfilate, spettacoli aereocircensi ed effetti pirotecnici, il tutto all’interno di una magica cornice ispirata al mondo del circo! Riflettori e flash puntati sul trend di stagione presentato attraverso uno spettacolo ispirato alle magiche atmosfere del circo, con bellissime donne dominatrici, stravaganti clown ed eteree contorsioniste. Tra gli ospiti della serata: la showgirl e conduttrice Raffaella Fico, nuovo volto di Cotril per il 2012, Adriana Romero, modella e attrice di origini cubane, e Vitto-

rio Brumotti, campione di bike trial nel Guinness dei Primati per i suoi record e amatissimo inviato di Striscia la Notizia. Lo special show ha visto la partecipazione di oltre venti modelle e modelli preparati da tre stilisti marchigiani tra i più richiesti ed originali del panorama: oltre all’anconetano DM Parrucchieri, hanno partecipato Mauro Jencinella e Francesco Fraboni. Ciascuno, coadiuvato dal proprio team, ha proposto sia show che tendenze moda capelli, con acconciature scenografiche dedicate al tema del circo e tagli ispiratrici delle nuove tendenze. Tutte le modelle e i modelli come le ragazze immagine hanno indossato creazioni esclusive disegnate e realizzate da Federica Artesani. Un grande show per gli oltre tremila parrucchieri ospiti COTRIL, che ha rafforzato il legame fra il brand anconetano e il mondo delle star del cinema, della tv, dello sport e delle

passerelle della moda. Insomma...una sola splendida serata con le migliori proposte creative di DM Parrucchieri!

Marco Domenichelli con Arianna Romero e Camila Alves

Foto di: Arianna Moroni - www.ariannamoroni.com

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TENDENZE

Fornarina shoes fall/winter 2012-13 V

intage style dal look bon ton e accenti new folk, Fornarina Fall Winter 2012-13 shoes collection presenta modelli sempre più sofisticati nelle strutture e dettagliati nelle personalizzazioni. Femminilità sofisticata anche per la palette colori che spazia dai colori tenui del maquillage a tonalità intense e sgargianti come il blu, il mostarda e lo strawberry. Il colore pervade anche materiali specchiati dalle cromie originali ed evocative come il verde pirite e il giallo mercurio, e nei metallizzati glitter in cui spiccano il blu lapislazzulo e il rosso granata, per terminare con i classici gold e silver. Contrasti e movimenti vengono resi dalle lavorazioni dei materiali per un risultato vintage ma lucido sia nei camosci che nelle pelli trattate,nei tessuti sono scelte mani ruvide come la lana ed il crépe di seta. Le strutture si fanno più solide, prevalgono tacchi accentuati e forme sinuose. Dettagliata ed accurata è la scelta degli accessori, in una ricerca meticolosa nelle personalizzazioni e nelle finiture. Oroligini, bottoni gioiello, penny, lingottini e frange fluenti caratterizzano così una collezione composita e trasversale.

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8.30 AM

AZIENDE PARTNER:

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TENDENZE

GRANDINETTI: VOGLIA D’ESTATE S

arà una primavera-estate piena di colore quella che sta arrivando, sia per quanto riguarda le scarpe, che per le borse e gli accessori. Il colore diventa sempre più un’arma di difesa contro le differenti preoccupazioni. Saranno protagonisti i sandali, con fasce, cinturini, frange, ma anche molto lineari. I plateaux si confermano alleati della bellezza femminile. Ritornano i pellami lucidi, gli abbinamenti al vinile, la vernice, le trasparenze.

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Ormai abbiamo superato l’immagine di donna mascolina e rigida: si è andata a recuperare una femminilità autentica, con tanto pizzo forme morbide, varie tonalità di colore. Anche per quanto riguarda le borse ci sono novità interessanti e, al fianco di quelle classiche e intramontabili, se ne presentano diverse con forme innovative, che conciliano ironia e fantasia e giochi di colore inediti.


ITINERARI DEL GUSTO

ITINERARI DEL GUSTO NEWYORKESE RESTAURANT Porta Cerasa 4, Recanati (MC) www.newyorkese.it Tel. +39(0)71 981065 Dalla Grande Mela per stupire le Marche con la sua cucina. Reduce da un’esperienza a Manhattan, lo chef Massimiliano Corvella è la mente dell’esclusivo Newyorkese Restaurant che propone piatti elaborati ed rivisitati della cucina internazionale esclusivamente con prodotti di alta qualità. Il ricco menù parte da una base irremovibile che è la materia prima proveniente da tutto il globo, certificata e di primissima qualità e prevede piatti innovativi che spaziano dal sushi, crudità di ogni genere, il miglior pesce sul mercato come il salmone Loch Fyne e il Baccalà Rafols oltre ad una vasta scelta di carni di elevatissimo pregio. Inserito in un contesto raffinato e accogliente, il locale è dotato di salette private che permettono riservatezza e intimità, perfette per una ricorrenza speciale e per festeggiare qualcuno in maniera unica.

LE COPERTELLE Via G.Leopardi 3, Serra San Quirico (AN) www.lecopertelle.com Tel. +39 (0)731.86691 Il ristorante poggia sopra le “Copertelle”, antico camminamento coperto lungo la cinta muraria di Serra San Quirico. I piatti proposti traggono ispirazione tanto dalla semplicità della cucina popolare come dalla raffinatezza dei prodotti che il territorio offre come il formaggio di fossa, i funghi, i tartufi, ma anche gamberi e trote di fiume. Per saziare il palato e… nutrire la mente non perdetevi una passeggiata nel borgo murato. Il panorama e l’atmosfera completano l’esperienza di sapore appena colta.

RISTORANTE GIARDINO Via E.Mattei 4, San Lorenzo in Campo (PU) www.hotelgiardino.it Tel. +39 (0)721 776803 - (0)721 776432 Il Ristorante nasce nel 1971 come semplice trattoria. Oggi il figlio Massimo, abbracciando la filosofia che i piatti debbono essere “belli da vedere, ottimi da gustare e facili da dimenticare nella digestione”, si dedica a studiare i piatti nel rispetto della tradizione locale, usando materie prime di altissima qualità, con tanto di lista fornitori allegata ad ogni menù. Al giardino si può gustare una vasta scelta di piatti, a partire da proposte tipiche del territorio e giungere a originali ricette vegetariane.

LA CANTINA DEL PICCHIO Via Macelli 12, Offida (AP) www.ciuciuvini.it Tel +39 (0)736 880254 In uno dei più suggestivi vicoli al centro della medievale Offida, c’è lo storico Ristorante “La Cantina Del Picchio”. La struttura calda e accogliente si estende su tre locali: una splendida Terrazza che si affaccia sui vicoli del paese, un Rustico a piano terra e una Sala Liberty al primo piano. Inoltre, nell’incantevole cantina, dentro suggestive nicchie ad archi, si possono consumare cene intime e riservate. Lo chef mantiene intatta la tipica tradizione culinaria marchigiana: salumi nostrani, primi piatti tradizionali e secondi di carne. Immancabili a fine serata, gli sfiziosi dolci preparati in casa, magari accompagnati da un ottimo vino cotto.

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CULTURA

SEMINARI MAGISTRALI DI GENERE “JOYCE LUSSU” ANCONA Patrizia Caporossi ci racconta l’anima di questa eccellenza al femminile

V Patrizia Caporossi

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uole presentarci l’Associazione Seminari Magistrali di Genere “Joyce Lussu” di Ancona? Con un gruppo di donne, amiche e compagne di tante stagioni di lotta e di impegno politico, nel 1994, abbiamo riattivato le relazioni e i rapporti politici che ognuna di noi aveva stretto e mantenuto per condivisione e stima reciproca e, nel giro di pochi mesi, alla Casa della Donna (che avevamo contribuito a far sorgere alla fine degli anni 70) ci siamo ritrovate a discutere (e tra le tante, anche Mirka Alessandrelli Cingolani e Ornella Marchetti, oggi scomparse, che mi piace nominare proprio a memoria delle donne anconetane) e ad aderire alla Rete Nazionale delle Donne per Pechino, in vista del Forum Mondiale delle Donne a Pechino del 1995. A Bologna e a Roma, abbiamo partecipato attivamente agli incontri preparatori della delegazione italiana. Le problematiche legate allo sviluppo economico, alla mondializzazione, ai diritti universali, discusse e approfondite con l’ottica di genere e del patrimonio del Movimento delle Donne degli anni 70, hanno permesso e avviato una nuova occasione di approfondimento e di coinvolgimento, tanto che il subito dopo Pechino è stato caratterizzato da ulteriori momenti di riflessione a livello nazionale e, ad Ancona, in una affollatissima iniziativa pubblica con Lidia Menapace, delegata a Pechino, si sono avviati i primi seminari interni alla Casa e alla Biblioteca della Donna. Da qui, nasce l’idea di progettare una vera e propria struttura di seminari

aperti, che inizialmente ha preso forma, nominandosi come “Scuola di Donne”. La relazione politica si è nutrita continuamente a stretto e diretto contatto con i luoghi delle donne, quelli nati soprattutto sul solco del Movimento delle Donne, in particolare la Società delle Storiche Italiane (di cui sono stata socia fondatrice con Annarita Buttafuoco) la Comunità Filosofica di Diotima di Verona e la Scuola Politica “Hannah Arendt” di Bologna. Tale approccio si è sempre espresso concretamente nell’organizzare un lavoro lungo tutto un anno, “un anno magistrale”, inaugurato ogni 8 marzo (anche nel recupero politico e culturale della portata simbolica di tale giornata per una logica esplicita di un soggettivo e costante “lotto tutto l’anno”), con una prolusione da parte di una figura femminile autorevole, a livello nazionale e internazionale, (tra queste Dacia Maraini, Margherita Hack). Dopo l’inaugurazione pubblica, si avviavano, a cadenza mensile, Corsi aperti su tematiche ad hoc, tenuti da donne della nostra realtà, riconosciute dalle donne stesse (come Patrizia David su Politiche dei tempi; Giovanna Vicarelli su Salute e Sanità; Silvia Cuppini sul Corpo (im)materiale; Valeria Mancinelli sul Diritto di Famiglia e così via.). Durante tale anno, si teneva anche un mese a tema monografico tenuto presso o la Facoltà di Economia o la Mediateca o la Pinacoteca, con l’idea anche di “abitare” i luoghi della città. L’anno magistrale si chiudeva poi con il Grande Seminario Residenziale, a fine agosto, a Portonovo, all’Hotel la Fonte, su tematiche at-


«In questo libro si racconta una storia ricca di immagini, di figure, di pensieri. È la storia di una delle più forti passioni che hanno attraversato la filosofia del ’900, agendo da polo magnetico per tutto quanto le assomigliava nella poesia, nella letteratura, nella spiritualità religiosa, nella scienza: la passione della differenza. Come un fiume carsico, che scompare e ricompare in superficie, essa ha scompigliato le carte del linguaggio e del sapere correnti e ancor più ha trasformato lo sguardo gettato da molte donne e uomini sulla vita e sul mondo. Oggi siamo in un momento di ripensamento, forse anche di rinuncia a teorizzazioni generali, si sente dire, di “malinconia del genere”. Ci si può chiedere se le pagine scritte da Patrizia Caporossi siano il racconto di una fase “fondativa” del pensiero della differenza, ormai compiuta. Se così fosse, non dovremmo dimenticare che la fondazione del pensiero della differenza è stata un’invenzione teorica, che ha cercato nuove parole per dirsi e anche nuovi modi essere. La domanda allora cambia: quel “nuovo” si è esaurito oppure la sua scoperta è rimasta incompiuta?» (Dalla Prefazione di Laura Boella).

Patrizia Caporossi Il corpo di Diotima

Quodlibet Studio Filosofia e politica

Patrizia Caporossi Il corpo di Diotima La passione filosofica e la libertà femminile Quodlibet Studio

Sommario: Prefazione di Laura Boella - Introduzione - I. La passione filosofica femminile: 1. La presenza assenza. 2. Il corpo di Diotima. 3. L’ordine simbolico femminile - II. La soggettività femminile: 1. Nascere per essere. 2. La relazione vitale. 3. Fare tradizione femminile - III. La libertà femminile: 1. Teoria e pratiche del desiderio. 2. Una cultura politica di genere. 3. Per l’agire politico conviviale - Conclusioni - Bibliografia Patrizia Caporossi (1951) insegna Filosofia e Storia al Liceo classico di Ancona. È stata docente alla SSIS dell’Università di Macerata (1999-2009); dirigente dell’Unione Donne Italiane di Modena (1976-1978); socia fondatrice dell’Istituto Gramsci Marche (1980); presidente dell’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione delle Marche di Ancona (1985-1986); socia fin dalla fondazione della Società delle Storiche Italiane (1989); promotrice dei Seminari Magistrali di Genere «Joyce Lussu» di Ancona (1995); è socia della Iaph-Associazione Internazionale Filosofe (2009). Tra le ultime pubblicazioni: Joyce Lussu: le donne e la passione politica (Firenze 2002), Joyce Lussu e la storia (Cagliari 2003); Il giardino filosofico (Falconara 2005); Il dono della libertà femminile, (Firenze 2006); Essere Creare Sapere (Ancona 2008); Il mio ’68 (Ancona 2009); Il Genere e il Metodo. Donne e Scienza (Lecce 2010).

ISBN

25,00 euro

978-88-7462-205-4

QS

tuali e interdisciplinari. Significativi sono stati quelli sul Novecento volti ad avviare un bilancio di fine secolo: “Anfiteatro sul 900” (con Elettra Deiana sulla politica; Carmine Grimaldi sulla psicoanalisi; Fabio Fantini sulla biologia e Silvia Cuppini sull’arte) e “Il 900: la ricerca del Sé” (con Guido Traversa sul sapere filosofico; Giovanna Censi sul recupero del corpo; Lisa Paglin sul risveglio della voce e Francesco Scarabicchi sul sentire le parole). Nel 1998, alla notizia della morte di Joyce Lussu, con la quale molte di noi avevano intrecciato e vissuto momenti importanti, in un incontro pubblico, alla sala del Rettorato, con Nives Fredigotti e Maria Rosa Cutrufelli, chiamando alla testimonianza tutte le amiche marchigiane di Joyce Lussu (in particolare le donne del Centro Studi Joyce Lussu di Porto san Giorgio di Fermo), si è assunto ufficialmente il suo nome ad emblema del gruppo stesso, che, nel frattempo, si era denominato Seminari Magistrali di Genere, appunto (anche per evidenziarne di più la peculiarità). Attualmente l’associazione (che ha un proprio statuto) vive un lungo periodo di riflessione, tanto che l’organizzazione in sé si è sciolta in una partecipazione individuale a possibili collaborazioni e anche verso altre ipotesi, come a livello nazionale, di tessere il filo dell’immenso e complesso universo joyciano, volto a

costituire un’associazione internazionale delle “Amiche di Joyce Lussu”. Localmente, poi, l’impegno in quanto associazione si è profuso con altre associazioni, come per esempio, partecipando al Forum delle Donne di Ancona e, soprattutto, all’esperienza fondativa del Gruppo promotore della Casa delle Culture di Ancona e, infine, nel 2011, anche, a titolo strettamente individuale, tra le donne del Comitato 13 febbraio. La vocazione, comunque, di mantenere attiva nella città un’associazione di donne, con queste prerogative seminariali, rimane ancora valida e aperta per poter rendere attivo un luogo di elaborazione, atto, anche (e non solo), a costruire tradizione femminile, nell’incontro generazionale, soprattutto, oggi come oggi, che ad Ancona non esistono più fisicamente quei luoghi specifici delle donne o legati esplicitamente alla storia delle donne, come l’Unione delle Donne Italiane e la suddetta Casa della Donna. Cosa resta oggi, secondo Lei, del pensiero e dell’impegno di Joyce Lussu, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita? L’eredità di Joyce Lussu è immensa e così ricca da richiedere necessariamente, appunto, un Coordinamento nazionale e internazionale. A questo fine

sono già in corso incontri preparatori, non solo nelle Marche (il Centro Studi di Porto san Giorgio), ma in Toscana (Circolo Rosselli), in Veneto (con Maria Teresa Sega), in Emilia Romagna (con Vittoria Ravagli), in Umbria e in Campania (con Esther Basile), nel Lazio (con Adele Cambria) e in Sardegna (con Antonietta Langiu), anche se la “geografia politica e culturale” è molto variegata e articolata che non sembra facile arrivare a una sintesi. Personalmente, ho cercato di contribuire a rendere vivo il suo straordinario lascito con alcuni interventi specifici, quali “Joyce Lussu, la partigiana” (Falconara, 2001); “Joyce Lussu. Le donne e la passione politica” (Firenze 2002); “Joyce Lussu e la storia” (Cagliari 2003); “Joyce Lussu: vivere è seminare” (Ancona, 2004), “Joyce Lussu, la sibilla” (Bologna 2008). Con il Centro di Porto san Giorgio si sta delineando un progetto regionale per il centenario della sua nascita, da cui evincere la sua feconda attualità. Personalmente mi fa piacere ricordare che sono stata indicata e sostenuta, insieme ad altre donne, proprio da Joyce Lussu, alla nomina della nascente prima Commissione Regionale delle Pari Opportunità nel 1987, avvertita, in quel momento storico, come un’occasione significativa per le donne di segnare con la propria presenza le istituzioni.

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VIAGGI

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La Grande Mela vi aspetta , pronta ad accogliervi in tutta la sua spettacolarità… fra sogno e innovazione. Regalatevi l’emozione di visitare i luoghi che sono diventati storia oltre che memoria; passeggiare lungo le sue strade e respirare atmosfere che solo a New York si possono trovare; e poi ancora musica e shopping… provare, la sensazione di essere parte integrante di una città speciale, irregolarmente perfetta, e ribadire la vostra voglia di essere Cittadine del Mondo!

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VIAGGI

Michela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.

Grazie a Maria Lina di Montelparo per la segnalazione. Vuoi segnalare anche tu un luogo da visitare nelle Marche? Scrivi a: m.rossi@maravigliatravel.it 168


> DOVE MANGIARE: Osteria dell’Arancio, Grottammare

> DOVE DORMIRE:

Agriturismo Relais del Colle, Ripatransone I Calanchi Country Hotel, Ripatransone

M

iei cari lettori, bentornati al nostro appuntamento mensile.

Questa volta la rubrica dedicata agli itinerari più curiosi fuori porta vi conduce sulle colline della Valdaso ed esattamente nel piccolo borgo di Montelparo. È qui che qui scopriremo una chicca davvero straordinaria, rarissima se non unica in Italia. Stiamo parlando del “Museo degli Antichi mestieri ambulanti su bicicletta”. Si tratta di una bizzarra collezione di oltre 30 antiche biciclette che furono costruite per svolgere le più disparate attività lavorative, dal medico all’arrotino al calzolaio. È la descrizione curiosa di un modo di vivere degli anni ‘20 –’60, quando possedere un’automobile era un lusso e gli artigiani salivano su una bicicletta ingegnosamente modificata e attrezzata con gli strumenti del mestiere, con tutto il necessario per svolgere a domicilio il loro mestiere e trascorrere mesi interi lontani da casa. La raccolta è il frutto della costante e appassionata ricerca di Lauro Lupi, artigiano del ferro e del legno, che ha realizzato il suo sogno di ripercorrere le sensazioni dell’infanzia, quando lui stesso da bambino ha conosciuto l’impagliatore di sedie, il latta-

io, il cantastorie, il gelataio… che arrivavano in bicicletta. Il venditore di gelati era uno dei personaggi più attesi nelle strade dei paesi e nelle periferie dei centri urbani più grandi. “Arrivava spingendo sui pedali del carretto a tre ruote, - così racconta Lupi - un triciclo riadattato che trasportava il carico di coni e di sorbetti conservati tra il ghiaccio, e ad alta voce lanciava il richiamo: “Vado via! …ed era un accorrere di bambini e di mamme con gli spiccioli in mano”. E poi c’erano il fotografo e il manovratore di grammofono, che arrivavano ad allietare mercati e feste di paese. C’era l’arrotino, che vagamente ritrovo anche nei miei ricorsi di infanzia… ma con auto e altoparlante. Il lattaio, che portava sull’uscio di casa il latte crudo appena munto. Il barbiere, il pollivendolo, lo spazzacamino, il norcino, il venditore di scope. Tutto un mondo di persone, di saperi e di modi di lavorare di cui si è quasi persa la memoria. Ma soprattutto si è perso lo spirito che ha fatto crescere l’Italia, quell’Italia industriosa della piccola impresa. Erano i mestieri “poveri”, figli di un mondo povero come quello della realtà delle campagne italiane, in cui gli oggetti quotidiani si usavano e si riparavano fino al limite di usura, fino a quando era

impossibile riutilizzarli per lo scopo per cui erano nati e allora spesso si riadattavano persino ad altri usi. Erano i mestieri sorti con ingegno dalle necessità della vita, frutto di una cultura pratica e concreta, capace di sollevarsi dalle difficoltà quotidiane e di plasmare in funzionalità anche la materia più semplice. Oggi visitare questo piccolo, quasi sconosciuto museo non è solo un tuffo nel passato, ma è soprattutto un immergersi in un’atmosfera, in un turbinio di sensazioni che può farci riprendere coscienza del nostro essere, può infonderci coraggio e vigore in un’epoca così difficile e disorientata, in cui si è perso il senso di concretezza e la capacità di sopportare a lungo il sacrificio e non si apprezza il valore dei lavori umili e semplici attraverso cui può esprimersi l’ingegno pratico. Oggi il museo è visitabile solo su richiesta. Ma spero che questo prezioso scrigno di storia, già entrato nell’occhio delle telecamere RAI, raccolga presto il meritato successo per aprirsi sistematicamente al pubblico.

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E VENTI

“FIT & WELLNESS VILLAGE” Il benessere come chiave per mettere a sistema le eccellenze del territorio e cogliere nuove opportunità di sviluppo di A. Dachan

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na manifestazione in piena sintonia con la vocazione della regione, che in termini di benessere e qualità della vita esprime eccellenze e possibilità di sviluppo importanti. Con questa sollecitazione è stata presentata questa mattina ad Ancona nei locali di Delta Motors “Fit & wellness village”, esposizione - evento che si terrà dal 23 al 25 marzo nei locali della concessionaria, con l’organizzazione di First Class, il patrocinio di Provincia di Ancona, Aspea (Azienda Speciale Pesca Agricoltura della Camera di Commercio di Ancona), Coni –Comitato regionale Marche e Scuola dello sport Coni Marche, e la golden sponsorship di Blue Pool, Chanson Water, Ki Life e Livingmade –Novedil. Un villaggio interamente dedicato al benessere e declinato in tutte le sue sfaccettature, senza precedenti nelle Marche: “Un evento pensato nel primo week end di primavera, quando più si pensa al benessere – ha commentato Elena Baldassari di First Class, ideatrice del progetto – le proposte riguarderanno il settore a 360 grandi: fitness, estetica, medicina e alimentazione naturale. Un unico

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open space, con aiuole verdi che ricreano oasi di benessere e un giardino per passeggiare. Ci sarà una parte espositiva, con realtà imprenditoriali sia del territorio che da fuori regione, eventi di formazione organizzati da Aspea sulle potenzialità del settore per il mondo agricolo e dal Coni sulle nuove frontiere del fitness, e performance curate dalla Uisp. Con Fit & wellness village – ha sottolineato Baldassari - vogliamo sensibilizzare il territorio su un settore che può essere una risorsa economica importante, anche in chiave turistica”. Un filone, quello del benessere, capace di mettere a sistema le eccellenze della regione. Come ha sottolineato Evasio Sebastianelli, direttore regionale della Confederazione Italiana Agricoltori e presidente Aspea, le Marche vantano primati da valorizzare (la principale produzione di lavanda in Italia arriva dal Conero) e gli imprenditori agricoli stanno sempre più cogliendo le nuove opportunità, declinando per l’estetica prodotti di uso alimentare come l’olio. Un’altra eccellenza è costituita


dall’unico corso di Scienze del fitness e dei prodotti della salute esistente in Italia, attivato dall’Università di Camerino; un corso, ha detto il professor Pierluigi Pompei, che ha invertito una tendenza: il 70% degli iscritti proviene dal centro nord, addirittura dalla Svizzera. Discipline che nella loro azione preventiva, ha aggiunto Pompei, aquistano sempre più importanza in relazione ai costi della sanità. Su questi temi c’è attenzione crescente dal mondo dello sport: Fabio Luna, presidente del Comitato provinciale Coni di Ancona, ha segnalato un calo di tesserati negli sport tradizionali a vantaggio delle discipline del fitness: una tendenza che richiede grande attenzione e che ha portato il Coni ad aderire con convinzione all’iniziativa. In un momento di trasformazioni per il sistema fieristico marchigiano, Fit & Wellness Village rappresenta anche una proposta interessante per sperimentare nuove modalità di visibilità in spazi alternativi: Delta Motors, ha sottolineato il general manager Jean Pierre Sabbatini, conferma con questo evento

la scelta di vicinanza al territorio aprendo i suoi spazi. Durante la tre giorni si potrà visitare, con ingresso gratuito, le migliori realtà del benessere, in un viaggio tra estetica, fitness, trattamenti e prodotti cosmetici, alimenti biologici e macrobiotici, tecniche innovative di medicina naturale, pratiche olistiche, yoga e massaggi, arredamento e piscine per spa e abitazioni private. Tra le curiosità il “Bio bar”, dove degustare tante stuzzicherie biologiche e diversi tipi di acqua ionizzata.

Info e registrazione su www.villaggiobenessereancona.com.

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E VENTI

“TRENTA ORE PER LA VITA” Lorella Cuccarini a Jesi e Valentina Vezzali Testimonial della campagna “Prevenzione del Melanoma”. Da Jesi 110 defibrillatori per salvare vite umane nelle scuole e nello sport. di A. Dachan

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l 31 ottobre si è conclusa la campagna 2011 che “Trenta Ore per la Vita” e Croce Rossa Italiana hanno promosso per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle pratiche di rianimazione cardio-polmonare in situazioni di emergenza. Ogni anno, infatti, circa 70.000 persone sono vittime di arresto cardiaco improvviso: 200 morti ogni giorno, una ogni 8 minuti, molte in giovane età, molte evitabili. Queste persone, se soccorse prontamente in maniera adeguata, hanno buone probabilità di ripresa: è cruciale, infatti, che il primo soccorso di rianimazione sia prestato sul posto, entro pochissimi minuti in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Lorella Cuccarini, socio fondatore e testimonial di “Trenta Ore per la Vita” ritira un importante dono: ben 110 defibrillatori che, aggiunti a quelli acquistati a seguito della campagna 2011 della Sua associazione, saranno installati in altrettante scuole statali e centri sportivi pubblici d’Italia.Croce Rossa Italiana, formerà quindi il personale delle strutture scolastiche/ sportive beneficiarie tenendo, gratuitamente, corsi di formazione BLS-D (Basic Life Support–Defibrillation) per fornire le conoscenze necessarie sulle manovre da compiere in caso

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di arresto cardiaco e su come eseguire una corretta defibrillazione. La città di Jesi è stata scelta perché è sede delle società Effe Group e Cometech che hanno sostenuto “Trenta Ore per la Vita 2011” attraverso la donazione di defibrillatori. “E’ stato naturale per la nostra società – dice Leonardo Belardinelli, Amministratore Unico di Effe Group – sostenere la campagna di Trenta Ore per la Vita attraverso il nostro progetto di “Prevenzione del Melanoma in Farmacia” perché ci occupiamo di prevenzione nella sanità. Sappiamo che nella prevenzione la disponibilità degli apparecchi è cruciale. Molte vite sono state stroncate perché nei centri sportivi e nelle scuole mancavano questo tipo di attrezzature”. “Come giustamente viene indicato nella campagna Pochissimi minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte e la tragedia di una vita stroncata per mancanza di un apparecchio come il defibrillatore non si deve mai più ripetere. Lo stesso si può dire riguardo alla nostra iniziativa, rivolta alla prevenzione del melanoma, che a oggi ci consente di poter affermare che una sana e corretta prevenzione può salvare molte vite umane da questo letale tumore ed è proprio per questo che abbiamo lanciato in Italia questa campagna con lo slogan “Un Affondo al Melanoma” rappresentato dalla nostra testimonial Valentina Vezzali.


REGIONE MARCHE

Dal 12/03/2012 sono aperte le iscrizioni al corso:

POR MARCHE FSE 2007/2013 - ASSE 4 Ob. 2 - Os. L “TECNICO SUPERIORE DELL’EXPORT DEL SERVIZIO AL CLIENTE E DELL’E-COMMERCE” Scheda n. 148917 Autorizzato e finanziato con D.D.P.F. N. 414/IFD del 20.12.2011

SOGGETTO PROPONENTE: SIDA Group S.R.L. Via I Maggio, n 156 - 60131 Ancona (AN) OBIETTIVI DEL CORSO Il progetto si pone l’obiettivo di formare una figura professionale esperta in export, servizio al cliente e e-commerce (product manager/addetti all’area marketing; commerciale estero) in grado di impostare l’operatività di marketing sui mercati esteri e in particolare di gestire in modo integrato tutte le attività utili a svolgere il processo di marketing management in un contesto internazionale competitivo globalizzato e multiculturale. REQUISITI D’ACCESSO DESTINATARI: N. 20 partecipanti (n. 11 posti riservati alle donne) con i seguenti requisiti: Età superiore a 18 anni; Disoccupati/inoccupati; Occupati; Titolo di studio: Diploma di Istruzione Secondaria Superiore (E’ comunque consentito l’accesso anche a coloro che, pur sprovvisti di tale titolo, dimostrino il possesso di adeguate competenze alfabetiche e matematiche funzionali che contengono requisiti essenziali per l’accesso a un canale di istruzione e formazione di livello postsecondario e quindi di 3° livello) MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al corso è completamente GRATUITA in quanto finanziato dalla Regione Marche e dal Fondo Sociale Europeo. E’ prevista un’indennità di frequenza a coloro che avranno frequentato almeno il 75% delle ore corso. SEDE DEL CORSO: Ancona c/o Sida Srl Via Primo Maggio, 156 Osimo c/o ISIS “Osimo – Castelfidardo” Via Molino Mensa, 1Jesi c/o Fondazione Angelo Colocci – Via Angeloni, 3 DURATA CORSO: N. 800 ore di cui: 388 ore di stage; 364 ore d’aula; 36 ore di FAD (Formazione a Distanza) 12 ore esame finale. Sono previste indicativamente 4-5 lezioni settimanali. Inizio corso: Maggio 2012 Fine corso: Febbraio 2013 PROGRAMMA DIDATTICO UFC 1 Orientamento iniziale, bilancio delle competenze e introduzione alle pari opportunità - 8 ore UFC 2 Diritto internazionale e diritto commerciale - 24 ore UFC 3 Strategie di marketing internazionale e servizio al cliente - 24 ore UFC 4 Strumenti e metodi tecnico-operativi per la gestione dell’export - 36 ore UFC 5 Aspetti geo-economici e opportunità di business dei principali mercati esteri - 60 ore UFC 6 Elementi economici e gestionali nelle imprese “export

oriented” - 32 ore UFC 7 La gestione delle risorse umane: aspetti relazionali e manageriali - 20 ore UFC 8 La sicurezza negli ambienti di lavoro - 4 ore UFC 9 Laboratorio di e-commerce e web marketing internazionale - 76 ore UFC 10 Best practices - 12 ore UFC 11 Lingue estere Inglese e tedesco commerciale - 64 ore UFC 12 Lo start-up d’impresa e auto imprenditorialità - 8 ore UFC 13 Stage - 388 ore UFC 14 Orientamento finale e al mondo del lavoro - 8 ore UFC 15 Esame finale - 12 ore SELEZIONI Nel caso in cui le domande di iscrizione idonee fossero superiori ai posti disponibili, si effettuerà una selezione. I candidati saranno avvisati telefonicamente o a mezzo posta elettronica, con almeno 3 giorni di anticipo, del giorno e dell’ora di convocazione per la selezione. In caso di assenza per il giorno e l’ora si perderà il diritto alla partecipazione alla selezione e al corso. La selezione avverrà mediante una prova scritta e/o pratica, anche in forma di test, sugli argomenti di cultura d’impresa, di gestione economica aziendale, principali sistemi informatici (pacchetto Office), lingue inglese e tedesca base (Peso: 0-35 punti), un colloquio sulle materie oggetto del corso specialistiche o trasversali e/o motivazione di partecipazione al corso e curriculum vitae (Peso: 0-50 punti), valutazione dei titoli di studio e requisiti professionali (Peso: 0-15 punti). ATTESTATO FINALE A coloro che avranno frequentato almeno il 75 % delle ore del corso e che superano le prove finali verrà rilasciato un Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore corrispondente al 4° livello della classificazione dell’Unione Europea. Verranno inoltre riconosciuti 12 Crediti Formativi Universitari, ai fini dell’iscrizione al Corso di laurea in Scienze Giuridiche Applicate indirizzo in Operatore Giuridico d’Impresa - Facoltà di Giurisprudenza Università di Macerata. del Nello specifico i 12 CFU si riferiscono: all’attività di tirocinio (5cfu), alle lingue (3cfu), diritto internazionale/ commerciale e tributario (4 cfu). SCADENZA E MODALITA’ DI ISCRIZIONE Per poter formalizzare l’iscrizione è necessario compilare la seguente documentazione: La Domanda di iscrizione (modello placement All.9); Copia del documento d’Identità; Curriculum Vitae Europeo; Certificato del Centro per l’impiego che attesti la condizione di disoccupazione o lavorativa. Tutta la documentazione dovrà essere spedita a mezzo raccomandata a/r (farà fede il timbro postale) o consegnate a mano entro e non oltre il giorno 20 APRILE 2012 al seguente indirizzo:

SIDA Group S.R.L. Via I Maggio, n 156 - 60131 Ancona Rif. Scheda 148917

Per informazioni: Dr.ssa Donatella Martina Mail: d.martina@sidagroup.com

La modulistica è disponibile sul sito www.sidagroup.com e presso i Centri per l’Impiego e gli Informagiovani. Qualora dalla domanda presentata si dovesse evincere la mancanza di uno soltanto dei requisiti di ammissione, si perderà il diritto di partecipazione al corso.

Dr.ssa Dorsi Lisa Mail: l.dorsi@sidasrl.it Tel.: 071. 28 521

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SALUTE E BENESSERE

DOVE VANNO GLI ANZIANI MALATI IN UNA SOCIETÀ MODERNA? “Quando un anziano muore sparisce una biblioteca”, ripeteva Kofi Annan, già segretario dell’Onu. La cultura, l’esperienza e la tradizione si incrociano infatti nell’anziano in una fonte di sapere valido per i giovani e per le loro scelte di M.Timio

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erché nel mondo occidentale si sta diffondendo un crescente interesse per gli anziani? Elementare. C’è un aumento esponenziale della quota di persone anziane per effetto della più lunga aspettativa di vita. Rispetto al 1970 è di sette anni per le donne e di cinque per gli uomini. La percentuale della popolazione italiana di età superiore a 65 anni è aumentata dall’8,2 per cento nel 1951 al 16,1 per cento nel 2000 e al 20,5 per cento nel 2010 (oltre 11 milioni di persone). Nello stesso anno gli over 80, che nel 2000 rappresentavano il 3,6 per cento, hanno raggiunto il 10 per cento della popolazione. Cifre double face. Da una parte uno scenario positivo a cui tutti sono interessati nel tempo, dall’altra il problema del fi-

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nanziamento delle cure e dell’assistenza che una maggiore durata della vita comporta. In un contesto di controllo delle spese, ciò richiede lo sviluppo di meccanismi di valutazione chiari, trasparenti ed efficaci, perché soltanto questi possono garantire la sostenibilità e l’accessibilità di nuovi servizi a un maggior numero di anziani. Purchè non sia un pretesto per dare sempre meno a questa categoria di cittadini. Intanto una considerazione. Nel mondo occidentale l’anziano poiché non rende più economicamente, anzi è un peso, viene allontanato ed emarginato nell’attesa della sua dipartita. Non è la strada giusta. Di fronte a nuove esigenze dovranno evolversi le strutture sanitarie e l’organizzazione dell’offerta. Occorrerà

in particolare supplire ai mutati bisogni con nuove leve di personale qualificato, anche perché sovente le strutture familiari già ridotte e instabili offrono sempre meno supporti assistenziali. Fare i conti con il declino delle tradizionali forme di relazione spesso si coniuga con l’assunzione di una badante: una badante (o assistente familiare) anche per combattere la solitudine e l’isolamento, che nell’insieme costituiscono la principale paura degli anziani. Ciò che prima costituiva l’insieme “naturale” dei rapporti sociali sui quali sviluppare identificazione e appartenenza, oggi si esaurisce nell’interfaccia con la badante. Ma la funzione di questa si esaurisce quando all’anzianità (a questo punto è meglio definirla vecchiaia) si associano malattia o disabilità.


Ma dove va il vecchio malato o disabile? Come viene trattato? E’ questa la sfida del XXI secolo. Senza riferirci ai massimi sistemi, soffermiamoci sul mondo degli anziani nelle Marche, che insieme all’Umbria, è la regione a più alta aspettativa di vita, quindi con un grande affollamento di vecchi. Ma la “vecchiaia di massa” come la definisce Giuseppe De Rita - è una perdita economica o un’opportunità da sostenere? I politici dovrebbero optare per la seconda ipotesi. Nelle Marche, come in altre regioni, si polarizza l’attenzione sui presidi residenziali assistenziali (RAS), ai quali possono accedere gli anziani disabili dimessi da reparti ospedalieri per ridurre la durata della degenza. Innanzitutto bisogna di-

stinguere le residenze per anziani non autosufficienti, che sono la minoranza, da quelle per autosufficienti, i quali possono però scivolare nella non autosufficienza nell’ambito della stessa struttura. Esistono poi le Residenze Assistenziali Flessibili (RAF) che ospitano anziani non autosufficienti ma che richiedono un livello medio di assistenza. Per completare vi sono le Residenze Assistenziali (RA) per anziani autosufficienti. A parte esistono case di riposo per anziani, strutture residenziali, dotate anche di RA o RAF. Abitualmente sono a conduzione privata, convenzionate con la regione. Per molti anziani senza famiglia sono la soluzione definitiva e forse migliore. La solitudine è bandita, la socializzazione è assicurata, talvolta si può incontrare anche l’amore.

Per queste strutture, che abitualmente assorbono la pensione dell’anziano, sarebbe auspicabile un trattamento a cinque stelle. Saremmo tutti soddisfatti se le stelle fossero quattro o tre… Sotto non si può, se vogliamo assicurare la dignità e il rispetto dell’uomo.

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APPUNTI IN AGENDA

COSA FACCIAMO DI BELLO STASERA? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!

Rassegna Le Strade del Jazz

Rassegna Le Strade del Jazz Si rinnova l’appuntamento (dal 22 gennaio all’11 aprile) con la rassegna Le strade del jazz, giunta quest’anno alla tredicesima edizione, nata dalla ormai collaudata collaborazione tra la Provincia di Ancona e l’associazione SpazioMusica. Sabato 24 e domenica 25 marzo doppio appuntamento con Susanna Stivali, tra le interpreti più complete e aperte a diversi campi d’interesse del panorama vocale jazzistico italiano, che terrà un seminario di canto jazz al centro culturale San Francesco di Arcevia nella giornata di sabato (ore 22,00) e si esibirà insieme a Emilio Marinelli domenica (ore 21,30), al teatro Misa. L’ evento è realizzato in collaborazione con l’Associazione Arcevia Jazz Feast . Info su: www.anconajazz.com

Micro Festival di Flamenco III 23-25 marzo 2012 Macerata ¡Respira en Flamenco! 23 marzo 2012 Villa “San Liberato” (Fattoria Lucangeli) – Macerata Primo spettacolo ore 20:30 24 marzo 2012 Teatro “G.B. VELLUTI´ - Corridonia - ore 21:15 Compañía Flamenca Ángel Atienza in STAGE DI FLAMENCO CON ANGEL ATIENZA - CRISTINA BENITEZ Venerdì 23, Sabato 24, Domenica 25 marzo Accompagnamento JESUS TORRES e DANIELE BONAVIRI Livelli: Principiante – Intermedio – Avanzato - Professionale

Micro Festival di Flamenco III

Info: www.el-duende.it - Facebook: El Duende – Centro Danza

Salotto culturale

Salotto culturale Incontri coordinati da Maria Lampa La cultura è un’esperienza aperta sul mondo: lasciar entrare esperienze e idee nuove nella nostra vita, ci permette di conoscere e di far vedere poi all’esterno ciò che si è imparato e coltivato, come un davanzale fiorito. Un salotto culturale come luogo di incontro, conoscenza e confronto su vari temi di attualità in un clima favorevole che favorisce lo scambio della personale “cultura di vita”. Prossimi appuntamenti: 19 marzo – 16 aprile – 21 maggio Presentazione romanzo: “Il valore nelle orme del cuore” 15 – 25 marzo Info su: info@marialampa.it – www.marialampa.it

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“Così è (se vi pare)”

“Così è (se vi pare)” al teatro Dell’Aquila di Fermo Il 28 e 29 marzo 2012 - Teatro Dell’Aquila di Fermo, Andrà in scena l’opera teatrale “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, definita dall’autore una “parabola in tre atti” legata al concetto del relativismo e all’impossibilità di conoscere veramente la realtà dei fatti. L’intenzione dell’autore è di orientare l’attenzione dello spettatore non tanto nella presentazione di accadimenti di fatti bensì sul continuo rielaborare del giudizio dei personaggi che non riescono ad inquadrare la sostanza delle cose. Lo spettacolo è impreziosito dalla scelta dei costumi ad opera di Sabrina Chiocchio e dalle scene di Carmelo Giammello. Per info: 0734/284295, e-mail: biglietteriateatro@ comune.fermo.it

Ritratti “Effe” Paesaggio interiore/paesaggio esteriore, lo sguardo femminile Ancona, Chiesa del Gesù dall’8 al 25 marzo 2012-03-07 Inaugurata giovedì 8 marzo ad Ancona, la mostra è un progetto ideato da Silvia Fiorentino ed è realizzata dall’artista insieme con la fotografa e giornalista Francesca Pieroni. Attraverso video fotografici e ritratti d’arte, che mescolano viedo-interviste, testi poetici e disegni, la mostra restituisce il vissuto di sei donne narrato intorno al tema del paesaggio, inteso come luogo e anche come spirito, dimensione psichica, suggestione, figura estetica, presenza politica, proiezione di un’esperienza sociale, di vita.

Ritratti “Effe”

Per informazioni: www.metodoeffe.it – info@silviafiorentino.it

“Le industrie femminili... Di ieri”

MOSTRA FOTOGRAFICA “LE INDUSTRIE FEMMINILI ….DI IERI” Macerata - Palazzo della Provincia Le industrie femminili….di ieri”: la mostra, rimarrà aperta fino al 29 marzo nell’atrio del Palazzo della Provincia, in corso della Repubblica, 28 a Macerata e propone oltre un centinaio di foto risalenti ai primi decenni del ‘900, dove sono ritratte donne in ambiente di lavoro e anche in momenti di vita sociale. L’iniziativa, promossa dall’assessorato provinciale alla politiche del Lavoro e alle Pari opportunità, è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Arti e Mestieri e l’Istituto Storico della Resistenza di Macerata.

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