ML n.2 Aprile 2011

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI APRILE ‘11 N°2 anno XVIII

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economia.lavoro cultura.attualità stile.design

speciale Sport&Fitness

Passioni che diventano uno stile di vita

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DOSSIER

DONNE E IMPRESA

Il volto rosa delle aziende marchigiane

esclusivo

Margherita Hack lo sguardo verso le stelle

Valentina Vezzali

la poliziotta col fioretto

Donatella Girombelli icona della moda Made in Marche

Mauro Berruto

il coach della Lube approda in Nazionale

turismo...

Cosmopolitan: LA NUOVA SFIDA DI GIUSTOZZI HOTELS ISSN 20367589

9 772036 758002

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Enrico Cappanera “Democrazia energetica a zero emissioni” Co-fondatore e socio di Energy Resources, azienda leader nelle Marche nel settore delle fonti rinnovabili, racconta i segreti di un successo inarrestabile



di sci o un gratificante pomeriggio di shopping, potrete rilassarvi e farvi coccolare dall’impeccabile servizio firmato Cristallo nel ristorante panoramico o nella prestigiosa Club House del Golf Club di Cortina. Sempre circondati da un paesaggio ineguagliabile. Questo è un soggiorno al Cristallo. Questo è il top. Naturalmente, a Cortina.

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SOMMARIO

FORMAZIONE

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Università di Camerino: Ricerca + impresa: binomio possibile, risultato concreto

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Provincia di Ancona: Al via il progetto CO.I.N.SE.T sull’imprenditorialità navale

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IPSIA Jesi: “Così si vince la crisi”

INTERNAZIONALIZZAZIONE

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Exit: “Il Giappone, un mercato sul quale le aziende marchigiane stavano puntando”

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Crescere all’estero: Brasile

CREDITO

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ANCONA, INAUGURATA LA NUOVA SEDE DI CNA E Fidimpresa Marche

ALTO ARTIGIANATO

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Virgilio Contadini, artista artigiano, racconta la passione di un mestiere

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brevi dal territorio

VITA DA MANAGER

AntonioBaietta

14

EnricoCappanera

18

44 Luca Bonazza

MargheritaHack

DonatellaGirombelli 26

Rubrica

13 L’editoriale di Flavio Guidi

PRIMOPIANO

14 Antonio Baietta

Nelle vene ho latte, non sangue

COVERSTORY

18 Enrico Cappanera

Il futuro è nella green economy

ilpersonaggio

24 Margherita Hack

Con lo sguardo verso le stelle

26 Donatella Girombelli

Icona della moda made in marche

48

“Il miglior ambasciatore del marchio è il cliente”

NUOVE PROFESSIONI

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mestieri ANTICRISI, MA NESSUNO LI VUOLE FARE

CARRIERE E POLTRONE

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Scuole, alberghi, città: chi entra e chi esce

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contributi E bandi

consulenzA

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La media conciliazione

56

acquisizioni / cessioni di aziende

57

le opportunItà lavorative nel turismo! l’operatore booking

BORSA

58

IL FIRMAMENTO DELLE MARCHIGIANE QUOTATE

EDILIZIA

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Collegio Costruttori Ancona: Le azioni del Collegio Costruttori nella crisi


dossier: DONNE E IMPRESA

Eventi:LeMarcheconStile 152

106 108 112 114 116 118 120 124 126 133 134 134 135

Il volto rosa delle aziende marchigiane Imprese in rosa, cambia lo scenario

Laura Frati Gucci Flavio Guidi Marco Luchetti Francesco Massi Maria Paola Merloni Elvira De Bellis Bandi Agricoltura Sociale ENERGY RESOURCES Cooperlat Varnelli

Auto 140

Porsche

Tendenze 142

Architetto Rossi

A casa di 144

SPECIALE: sport & FITNESS

62

Sport e stile per migliorare la vita

64 Pierluigi De Pascalis

Storia e dintorni 146 Alvise Manni “Altro Risorgimento” del Genio Femminile

70 Sondaggio 80 Valentina Vezzali

la poliziotta con il fioretto

84 Mauro Berruto

il coach della Lube approda in Nazionale

Viaggi 148 149 150

86 Live Energy 88 Luna Dance Center 90 Alex Polita

SEGNI PARTICOLARI:BELLISSIMA E VINCENTE

per staccare la spina Itinerari del gusto

La giornata dell’acqua

Libri 158 Tommaso Lucchetti La storia dell’ alimentazione marchigiana conquista Parigi

96 Enrica Cipolloni

MAR ROSSO E TUNISIA DI NUOVO IN POLE POSITION

Eventi 156

JESINO, CAMPIONE DEL MONDO 1000 STK

93 ChiaraNatali

Leaf House by Loccioni

Appunti in agenda 160

100 102

PAMILLA ANDREA CRESCI

COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mondolavoro.eu guido.guidi@mlmagazine.it Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mondolavoro.eu p.duranti@mlmagazine.it CAPOREDATTRICE Asmae Dachan mondolavoro@ggfgroup.it a.dachan@mlmagazine.it UFFICIO COMMERCIALE Giuseppe Mascetti g.mascetti@ggfgroup.it commerciale@mlmagazine.it cell. 349 5858313 SEGRETERIA DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@ggfgroup.it m.palumbo@mlmagazine.it Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994 REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella Michele Barchiesi Immacolata Barone Margherita Camilletti Antonella Cavoli Lorenzo Dattolo Fabio Di Giulio Sara Gatti Guido Guidi Christian Lucconi Giuseppe Mascetti Laura Palanga Cristina Panara Enrico Picchio Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Alberto Tenan Massimiliano Zenobi Chiuso in redazione il 22/03/2011

LA STELLA DEL PENTATHLON

moda

Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mondolavoro.eu flavio.guidi@mlmagazine.it

CHICCHI DI CAFFè NELLA CULTURA

Cultura e dintorni 164 Valeria Moriconi 168 Gianfranco Mariotti

TEMPO LIBERO 172 Giuseppe Giustozzi COSMOPOLITAN LA NUOVA SFIDA DI GIUSTOZZI HOTELS

Salute e benessere 176 Aldo Tesei

IL PROTAGONISTA è IL PAZIENTE

progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione stampa: BIEFFE srl Recanati (MC) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11154 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN I abbonamenti@mlmagazine.it Editore GGf Group



EDITORIALE di Flavio Guidi

Alla donna il maggior compito di viatico del cambiamento L

a donna è componente fondamentale dell’esistenza umana, è un soggetto strategico e determinante del processo biologico, sociale, emozionale nell’evoluzione della specie. La donna è da sempre musa delle arti, della musica e della poesia. La donna, per la sua natura e la sua indole è artefice del processo di conservazione, garantisce la salvaguardia della specie, lo sviluppo stesso dell’umanità. Nel corso della storia, approfittando della sua condizione di maggiore vulnerabilità e spesso della sua più precaria situazione economica e del suo essere indifesa, (per via dell’analfabetismo, del mancato riconoscimento dei suoi diritti sociali e politici), la donna è stata spesso oggetto di vessazioni e discriminazioni, anche in ambito religioso e giuridico. Allo stesso tempo, in luoghi e contesti diversi, la donna è stata oggetto di idealizzazione, nella sua bellezza, nella sua sensibilità, nella sua capacità innata di dare, trasmettere e ricevere amore. In letteratura e in pittura, in musica e in scultura, la donna è stata ritratta come madre e oggetto d’amore, platonico e carnale, come compagna preziosa e fondamentale, come perno del mondo, come punto di sicurezza nel lungo percorso del viaggio esistenziale. Forte nei suoi legami con il territorio e con la tradizione, alla donna va al contempo riconosciuto il fondamentale ruolo nel processo di

cambiamento, sia diretto, che indiretto della società. Nonostante le rapide evoluzioni che oggi ci mostrano una realtà sempre più tecnologizzata, egocentrica e globalizzata, il ruolo della donna come prima fonte di istruzione, informazione, educazione, resta fondamentale, indispensabile e insostituibile. Bisogna lavorare ancora molto per sradicare i troppi pregiudizi insiti nella mentalità comune e consentire di valorizzare lo spirito di intraprendenza, il rischio e la ricerca che caratterizzano le donne di oggi. Non preoccupandosi dell’instabilità e dell’ansia che può colpire la loro vita, le donne possono lavorare in serenità ed esprimere al meglio se stesse.

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PRIMO PIANO

“Nelle Marche la cooperazione ha fatto molto di più rispetto ad altre aree del Paese, come la Lombardia”

“Nelle vene ho latte, non sangue” Antonio Baietta, presidente di Tre Valli Cooperlat, si racconta a Mondo Lavoro di Guido Guidi

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residente, Lei è al vertice di una delle maggiori aziende del settore lattiero a livello nazionale. Come nasce il rapporto con il mondo agricolo? “Questo è il mio mondo. Io nasco come imprenditore agricolo; tuttora ho un’azienda nelle campagne di Lodi, dove sono nato e cresciuto”.

E nelle marche come ci è arrivato? “Ero socio di un’importante cooperativa del latte lombarda, la Santangiolina di San Colombano al Lambro, della quale sono presidente dal 1981. È così che conobbi il mondo della cooperazione, prima a me ignoto e nel quale poi ho lavorato per trent’anni... Due anni più tardi vi fu l’incontro con Cooperlat”. Eravate concorrenti? “No. Cooperlat aveva la necessità di reperire latte, in quanto nelle Marche – allora come oggi – la produzione è scarsa, mentre la pianura padana è a vocazione lattiera. Cooperlat stava crescendo, e quindi vi era bisogno di latte. Così nacque, un poco alla volta, una stretta collaborazione tra l’azienda marchigiana e Santangiolina”. E Lei decise di cambiare vita… “All’inizio venivo nelle Marche raramente – circa una volta al mese – poi sempre più spesso. Quando iniziai a collaborare con Cooperlat, nei primi tempi mi occupavo prevalentemente dei rapporti con il Nord Italia, poi il Consiglio di Amministrazione ritenne di incaricarmi della Presidenza: i produttori volevano sentirsi rappresentati da “uno di loro””. Tre Valli Cooperlat è un’azienda che trasforma il latte per il mercato marchigiano? “Cooperlat è una cooperativa di secondo livello, che in quanto tale raggruppa cooperative di primo grado: sono queste ultime

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PRIMO PIANO a gestire i rapporti con gli oltre mille produttori. Il nostro mercato si espande anche all’estero: il dieci per cento del fatturato (che è di circa 250 milioni) è rappresentato dall’export”.

“Mi sento un marchigiano d’adozione, visto che vivo qui da 25 anni”

Dove acquistate il latte? “Un po’ da tutta Italia, ma soprattutto in Lombardia, Piemonte, Veneto, Abruzzo ed Emilia Romagna, oltreché, ovviamente, dai nostri allevatori. A questo proposito vorrei sottolineare un aspetto per noi fondamentale: il latte marchigiano è poco, come dicevo: Cooperlat produce quattro volte il latte marchigiano. Però noi vogliamo sempre esaltarlo, valorizzarlo al massimo”. Tre Valli Cooperlat è molto sensibile ai profili etici: numerose iniziative nel sociale, attenzione alle persone in stato di disagio. Non tutte le aziende sono così … “Qui crediamo moltissimo nell’etica sul lavoro: vediamo l’impresa come una realtà fondata sul lavoro ma anche sull’uomo. Non dimentichiamo che noi come Cooperlat abbiamo una doppia responsabilità: verso i dipendenti e verso i produttori. A livello di responsabilità, infatti, non vi sono differenze tra gli uni e gli altri. Poi naturalmente siamo consapevoli della necessità di lavorare anche per il territorio che ci ospita: la vallata jesina e le Marche in generale”. Come? “Le modalità con le quali si esprime la sensibilità sono molteplici: pensiamo al tema della salvaguardia dell’ambiente: abbiamo adottato confezioni “ecologiche per alcuni nostri prodotti e collaboriamo con Tetrapak al fine di promuovere la raccolta e il riciclo dei contenitori del latte ”. Per non parlare della sicurezza alimentare e della gestione quotidiana della qualità delle materie prime e dei prodotti, aspetto che ci vede impegnati in prima linea. Ma vorrei tornare per un attimo al discorso della solidarietà: mi piace ricordare un paio di iniziative che ci hanno riempito di gioia: l’aiuto dato ad Oikos - una casa-famiglia di Jesi - e al reparto pediatrico del “Salesi” di Ancona, per la realizzazione di un progetto di arte-terapia portato avanti dall’Associazione Patronesse”. Com’è il rapporto con i soci? “Siamo onorati di lavorare “con” loro e “per” loro: quello che chiediamo è la lealtà. Abbiamo un dovere morale di dirci in faccia le cose belle e anche quelle meno belle…”. E con i collaboratori? “Facciamo il possibile per metterli in condizione di lavorare bene e di dare il massimo”. In questo settore Lei è un punto di riferimento a livello nazionale: La vediamo spesso relatore a convegni e conferenze, opinionista… Ci sono differenze tra i produttori del Nord e gli allevatori marchigiani? “No, assolutamente. Le istanze che loro manifestano sono identiche in tutta Italia e a tutte le latitudini”. Quali sono le doti necessarie per raggiungere posti di responsabilità in un’azienda? “Moltissima passione per il lavoro, tenacia, un notevole senso di altruismo e, non ultima, la capacità di essere superiori alle cattiverie che purtroppo spesso notiamo, anche sulla nostra pelle”.

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COVER STORY

I quattro soci co-fondatori Oltre ad Enrico Cappanera, che ci ha concesso l’intervista che pubblichiamo in questo servizio, condividono l’avventura di Energy Resources l’ing. Emanuele Mainardi – che si occupa di strategia e Ricerca&Sviluppo -, il dottor Giovanni Emidi, che cura gli aspetti economici e finanziari, e l’ing. Luigi Lucchetti, al quale è stato affidato il presidio di tutte le fasi operative.

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Il futuro è nella green economy Incontriamo Enrico Cappanera, co-fondatore e socio di Energy Resources - leader nelle Marche nel settore delle fonti rinnovabili e ormai punto di riferimento anche a livello nazionale – proprio in un momento in cui il tema dell’energia “pulita” è tornato alla ribalta delle cronache di P. Duranti

P

are che in materia di fonti rinnovabili il Governo stia facendo marcia indietro sul versante degli incentivi...cosa sta accadendo? “In questi giorni si sta vivendo una situazione di profonda incertezza, che incide soprattutto negli orientamenti delle banche. Diciamo che da parte loro si avverte una certa prudenza, in attesa degli eventi delle prossime settimane”.

Tutto è nato dall’emanazione di un decreto che di fatto blocca gli incentivi per il fotovoltaico? “Si, una cosa a dir poco assurda … Un provvedimento che colpisce anche i lavori in corso, capannoni che hanno già i pannelli in magazzino. Ma si rendono conto dei danni che stanno provocando?”. Però il Governo vuole aprire un tavolo di confronto con le categorie interessate … “Bene, ma forse era opportuno pensarci prima”.

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COVER STORY

“Dovremmo imitare la Germania, che ha realizzato un serio piano energetico nazionale fondato sulle fonti rinnovabili” Secondo Lei c’è il rischio di una crisi di tutto il settore delle fonti rinnovabili? “Guardi, gli italiani sono molto favorevoli al fotovoltaico come a tutte le fonti di energia “pulita”. Per questo e per molti altri motivi sono convinto che il fotovoltaico si espanderà ancora anche in Italia. Ma quello che serve di più, ora, è l’adozione di un serio piano energetico nazionale che sappia guardare al futuro. Le sembra normale che un Paese industrializzato come il nostro non ne abbia uno?”. Questo è un settore in cui sono richiesti forti investimenti in Ricerca e Sviluppo. Lo Stato sta incentivando l’innovazione? “Purtroppo termini quali ricerca e innovazione sono quasi assenti dal vocabolario del Legislatore. Bisognerebbe avere la lungimiranza di guardare al lungo periodo, perchè il futuro – non solo economico – sta proprio lì, nelle fonti rinnovabili, basta guardare agli altri grandi Paesi”. In effetti è uno dei pochissimi settori in controtendenza, in cui la crisi si è sentita meno oppure non si è avvertita affatto... “Appunto per questo non si comprende la scelta di smettere di incentivare un comparto che in Italia assorbe circa mezzo milione di lavoratori tra diretti e indotto e crea una economia sana che incide per il 2 per cento di Pil”. Attualmente in Italia è sviluppato un po’ ovunque oppure alcune aree sono rimaste indietro? “Il 70 per cento degli impianti fotovoltaici è stato realizzato al Centro-Nord, mentre nel Mezzogiorno la media si abbassa, con l’eccezione della Puglia, i cui amministratori hanno incentivato molto il ricorso alle fonti rinnovabili”. La tragedia che ha colpito il Giappone ha imposto nuovamente una riflessione sul nucleare. Cosa ne pensa? “In linea generale io sono favorevole al nucleare basato sulla fissione e non sulla fusione, la cosiddetta fusione fredda senza scorie nè rischi radioattivi. Ritengo che in Italia avremmo grossi problemi nella gestione delle scorie, ad oggi paghiamo ancora in bolletta oneri per smaltire quelle di 30 anni fa: non dimentichiamo le difficoltà incontrate nello smaltimento dei rifiuti a Napoli...”. Qual’è la filosofia che sta dietro alla diffusione delle fonti rinnovabili? “Il tutto si può riassumere in un termine: “democrazia energetica a zero emissioni”. Il che significa vivere in case ecosostenibili, lavorare in edifici a impatto zero, muoversi con una mobilità sostenibile”. Ad esempio? “La “casa solare”, prodotta da noi, è un esempio di questa filosofia: un impianto fotovoltaico integrato con pompa di calore

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geotermica, in un edificio in classe A”. Ci può parlare della “casa solare”? “È una casa costruita con materiali ecosostenibili e con criteri che garantiscono sicurezza degli ambienti, elevato comfort e al contempo una forte riduzione dei consumi energetici. Essendo ad “emissioni zero”, essa permette di eliminare definitivamente le bollette di luce e gas”. Quando si parla di rinnovabili non mancano le polemiche. I detrattori dell’eolico e del fotovoltaico, ad esempio, denunciano i danni sull’impatto paesaggistico. Cosa ne pensa? “Secondo alcuni, le turbine eoliche e le relative infrastrutture, così come i moduli fotovoltaici per gli impianti a terra, deturperebbero il paesaggio … Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, è una questione di cultura ma anche di lobby, forse il problema risiede altrove: il mercato del petrolio, del carbone e del gas. Quali sono gli interessi in gioco?”. Parliamo un po’ di Energy Resources. Qual’è il mercato? “Lavoriamo moltissimo nelle Marche, dove in passato abbiamo avuto una quota di mercato addirittura del 50 per cento (oggi siamo attorno al 30), ma ci stiamo affermando bene su tutto il territorio nazionale: dal Piemonte alla Calabria, dalla Lombardia alla Puglia, dal Veneto alla Campania. Ad esempio, sono nostre realizzazioni gli impianti installati per Terna in Sicilia, per Baraclit in Toscana, per i quali Rai2 ha effettuato un bel servizio. Insomma, le referenze sono di tutto rispetto. Attualmente copriamo il 2 per cento del mercato italiano e siamo tra i primi 5 system integrator del Paese”. Che tipo di impianti realizzate? “Il 90 per cento dei nostri impianti fotovoltaici è a tetto, con integrazione architettonica totale (che permette sia un ottimo impatto visivo, sia di usufruire di maggiori incentivi); il restante a terra. Si tratta sempre, comunque, di interventi fatti su misura: acquistiamo i pannelli e li adattiamo all’edificio”. Lavorate su tutte le tipologie di immobili? “Sì: edifici abitativi, strutture commerciali e industriali, strutture alberghiere immobili pubblici e destinati a collettività”. Cosa Vi differenzia dai principali concorrenti? “I nostri competitor sul territorio sono prevalentemente monotematici: chi si occupa di geotermia, chi di fotovoltaico, ecc. Noi abbracciamo un po’ tutti i settori delle rinnovabili e garantiamo tutti i servizi dei quali ha bisogno il cliente, dalla manutenzione alla consulenza, dall’assistenza amministrativa agli interventi straordinari. Poi, a differenza di altri, noi acquistiamo i pannelli direttamente dai più grandi produttori mondiali”. A proposito dei pannelli, solitamente vengono importati?


“I maggiori produttori di pannelli al mondo sono i cinesi. Diciamo che sono molto sensibili a tutto ciò che ruota attorno alle rinnovabili, sia sul fronte del manifatturiero (producono anche le pale eoliche e il litio per le batterie per autotrazione), sia su quello prettamente finanziario. Sono giustamente consapevoli che un impianto fotovoltaico è una vera e propria azienda, in grado di generare ricchezza a costi molto bassi. Dovremmo imitarli di più...”. Fin qui Lei ci parlato del fotovoltaico: però fate anche altro, sempre nell’ambito delle rinnovabili? “Siamo presenti anche nella geotermia e nel mini-eolico. Relativamente alla produzione geotermica abbiamo anche depositato dei brevetti. Ma poi mi piacerebbe parlare dell’auto elettrica... Vede, i settori che ci vedono impegnati sono risposte a problemi reali delle persone: inquinamento da traffico, da industria, da riscaldamento residenziale. Ecco, cerchiamo di dare risposte concrete”. E per quanto riguarda l’auto elettrica cosa ci dice? Secondo lo slogan che avete adottato, “il veicolo elettrico lo paga il sole”. È così? “Sì. Acquistando un veicolo o uno scooter elettrico, con una pensilina fotovoltaica e una colonnina di ricarica, è possibile viaggiare gratis per dieci anni: non paghi nulla per il carburante, i costi di manutenzione sono pressochè inesistenti, le spese di assicurazione del mezzo sono ridotte fino al 70 per cento e il bollo non è dovuto. Senza contare i benefici per la salute, propria e degli altri”. Energy Resources è cresciuta moltissimo: nata nel 2006, ha raggiunto i 150 milioni di fatturato, con una struttura di 150 collaboratori nel 2010. È la testimonianza più evidente che il settore gode di ottima salute. “Per certi aspetti siamo un’azienda anomala, in cui nè io né gli altri tre soci abbiamo mai prelevato un euro di dividendo dalle casse della società. Abbiamo il nostro stipendio, ma gli utili li reinvestiamo totalmente. Siamo tutti quattro accomunati dalla stessa filosofia, accompagnata da una solida base etica”. In che senso? “Nel senso che teniamo al gruppo, a tutti i nostri dipendenti e colleghi, non abbiamo mai saltato uno stipendio, neppure in momenti difficili”. Il futuro di Energy Resources? “Dobbiamo fare un salto di qualità: intendiamo far entrare in società un socio bancario di minoranza, nazionale o internazionale. Le trattative sono in corso...”.

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COVER STORY

Giovanni Emidi, il Presidente dal cuore grande Dottor Emidi, oltre che in qualità di Presidente di Energy Resources, Lei è noto per il Suo impegno nel volontariato. Come è possibile coniugare attività imprenditoriale e manageriale a questi livelli con una spiccata attenzione verso le persone più sfortunate? “Nella vita di una persona il volontariato è importante, è un elemento che dovrebbe far parte di tutti noi. Un impegno che va al di là del lavoro e della famiglia, che ti permette di scoprire qualcosa di diverso dal lavoro. In altre parole: facendo volontariato scopri l’umanità e ridimensioni te stesso”. Il che si traduce anche in un comportamento “etico” in azienda, verso i collaboratori, la Pubblica Amministrazione, le banche... “Come azienda mi pare che in questi quattro anni di attività abbiamo dimostrato rigore morale, oltrechè capacità di fare impresa. Prendiamo ad esempio la scelta, unanimamente condivisa, di non distribuire dividendi: per noi l’unico modo di sostenere il business è di capitalizzarlo. Questo è un messaggio forte che dai agli investitori, ai fornitori e anche alle banche. Significa che credi molto in te stesso”.

Alcuni clienti marchigiani Scavolini, Banca Marche, Tontarelli, Poltrona Frau, iGuzzini, F.lli Guzzini, Rainbow, Comune di Ancona, Porto di Ancona, Omas, Zannini, Lardini, Baioni, Giessegi, Babini, Frasera immobiliare, Centroservice e tanti altri ….

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IL PERSONAGGIO

Margherita Hack

L’astrofisica campionessa di salto in lungo, con lo sguardo verso le stelle e il cuore verso le Marche di A. Dachan

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rofessoressa Hack, bentornata nelle Marche! “Grazie. Sono molto legata a questa terra; qui a Castelbellino, dove mi hanno dato la Cittadinanza Onoraria, torno ogni anno. Le Marche sono una regione bellissima e somigliano alla mia terra Natale, la Toscana. In più ho scritto un libro con un marchigiano d’eccellenza, Giacomo Leopardi: ho ripreso e continuato un testo che lui aveva elaborato quando aveva 15 anni”. Lei, come molte altre illustri studiose, ha dato un contributo immenso alla ricerca; ritiene che la scienza vi dia il giusto riconoscimento? “Il contributo delle donne alla ricerca e alla scienza spesso è rimasto sconosciuto. Basti ricordare che, fino a circa un secolo fa, le donne non venivano ammesse all’università e questo toglieva loro molte opportunità. Oggi le cose stanno cambiando, il numero delle ragazze che frequentano facoltà scientifiche è sempre più alto. Le leggi garantiscono uguali diritti e questo favorisce un progressivo cambiamento: basti pensare a donne come la Marcegaglia e la Camusso che oggi ricoprono ruoli che per decenni sono stati prevalentemente maschili. Sono tante le professoresse universitarie e le ricercatrici che diventeranno le scienziate di domani”. A queste donne, cosa si sentirebbe di dire? “Di non cedere a compressi, di pretendere il riconoscimento del loro valore, dei loro diritti, delle loro idee”. La Sua è una vita dedicata alla ricerca, ma c’è qualcosa che vorrebbe ancora scoprire?

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“Vorrei fare ricerca attiva e non mi sento affatto vecchia per farlo. Oggi come oggi mi dedico alla divulgazione, cercando di spiegare concetti che non sono di così immediata comprensione”. Questa sua tenacia L’ha resa un modello di riferimento per molti giovani… “Mi fa sempre piacere incontrare giovani di buona volontà che si dedicano con passione a ciò che amano. Quando mi chiedono un consiglio dico loro di fare il possibile per restare competitivi, di lavorare per innovare il sistema. Quando ci si occupa di qualcosa che è di nostro interesse viene spontaneo inventare, aggiornare, migliorare. Il miglior modo per farlo è puntare su se stessi, credere nel proprio valore, cercare metodi efficaci e redditizi, senza subire passivamente il corso degli eventi”. Al di là dello studio e della ricerca, cosa Le provoca emozione, stupore? “Amo molto gli animali, guardarli mi emoziona. Sono indifesi e al tempo stesso sanno trasmettere gioia, curiosità. Però devo dire che mi fanno tanta pena anche molti esseri umani, che vengono qui da noi alla ricerca di una vita migliore, ma trovano disprezzo, insofferenza. A volte la loro miseria li fa sembrare persino più indifesi degli animali. In realtà questi disperati sono una grande forza lavoro, portano energia, possono migliorare il nostro stesso tenore di vita perché sono giovani e hanno voglia di fare. Di fronte a tutto questo voglio solo auspicare che ci possa essere più fratellanza tra gli uomini e più rispetto per gli animali”.


“Leopardi a quindici anni ha scritto una storia dell’astronomia che arriva all’Ottocento e io ho seguitato dall’Ottocento a oggi” “Storia dell’astronomia. Dalle origini ai giorni nostri” Hack Margherita, Leopardi Giacomo, Edizioni Altana

5 marzo 2011 Margherita Hack e “Lo stupore dell’universo” La Sala Polivalente di Pianello Vallesina (An) è gremita all’inverosimile, gente di ogni età giunta per ascoltare la grande astrofisica Margherita Hack. L’incontro, organizzato dal Comune di Castelbellino, che anni fa ha conferito alla professoressa la Cittadinanza Onoraria, è stato introdotto dalla professoressa Laura Cavasassi, direttrice di Castelbellino Filosofia ed è stato fortemente voluto dal Sindaco di Castelbellino stesso, Demetrio Papadopulos e dall’Assessore alla cultura di Castelbellino Massimo Costarelli. Noi abbiamo avuto il privilegio di intervistare la Hack dietro le quinte, con l’emozione che si trova al cospetto di quei personaggi che nella loro grandezza sanno conservare umiltà e cortesia. Quando si apre il sipario l’applauso parte caloroso e prolungato; la

grande scienziata, 89 anni, si alza in piedi e saluta il numeroso pubblico. Prima di parlare delle stelle, esordisce muovendo una critica a chi dice che “si fanno i tagli alla cultura, perché la cultura non fa mangiare”, sottolineando quanto sia prezioso, invece, in contributo della scienza per lo sviluppo dell’umanità. Poi parla delle stelle e la sua testimonianza è talmente ricca e densa di dettagli, da far sembrare più vicini questi corpi celesti. Al termine della conferenza incontriamo l’Assessore regionale al turismo Serenella Moroder, anche Lei tra il pubblico ad ascoltare Margherita Hack: “La presenza in sala per questo incontro è la risposta più significativa a chi dice che i giovani non sono interessati alla cultura e alla scienza e la Professoressa Hack è un esempio eccellente di come si possa trasmettere la passione anche per le tematiche più difficili”.

Biografia di una donna di scienza Margherita Hack, nata a Firenze nel 1922, si è laureata in fisica, con una tesi sull’astrofisica stellare, nel 1945. È ordinario di Astronomia all’Università di Triest e dal 1964 e ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Membro delle più prestigiose Società fisiche e astronomiche, la Hack attualmente è direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste. Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. In Italia, con un’intensa opera di promozione, ha ottenuto che la nostra comunità astronomica si distinguesse nell’utilizzo di vari satelliti. Notissima astrofisica, è assai conosciuta, oltre che per la sua innata simpatia, per la capacità di divulgare la sua materia senza privarla della dovuta scientificità. Nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica. È stata persino campionessa di salto in lungo nel 1942. Negli ultimi anni ha intensificato il suo impegno sociale dedicandosi alla politica.

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IL PERSONAGGIO

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Donatella Girombelli

Icona della moda Made in Marche. Raffinatezza, eleganza, sobrietà in passerella e nella vita di A. Dachan e I. Barone

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ignora Girombelli, il Suo incontro con la moda avviene quando Lei è ancora giovanissima: vuole raccontarci il Suo esordio? “Dopo il liceo mi sono iscritta alla Scuola d’Arte a Milano, dove ho iniziato a studiare e lavorare; poi, nel 1966 ho ricevuto una proposta da Arnaldo Girombelli, l’uomo che poi divenne mio marito. Cercava una stilista disegnatrice per la sua maison, la Genny che si trovava ad Ancona. Ho subito accettato la proposta, sia perché mi sembrava un’opportunità importante per la mia carriera, sia perché, pur avendo vissuto per molti anni a Bolzano, il legame con Ancona e le Marche era molto forte in me. Ho avuto così la possibilità di lavorare in un ambito che ho sempre amato, quello della moda e della creatività. Io ho ereditato da mio padre la vena creativa, che ho coltivato sin da piccola, così come si coltiva la più nobile delle arti”. Da stilista è poi diventata anche imprenditrice: come è stato questo passaggio? “Non è stato per niente facile, né gradito: nel 1983 purtroppo è scomparso mio marito, così sono subentrata io alla guida della maison. Ho avuto il privilegio e la fortuna di avere al mio fianco professionisti di grande valore come amministratori e manager che mi davano un grande sostegno. Il novanta per cento del mio tempo lo dedicavo al prodotto: partivo dal nulla, inseguendo un’idea, poi curavo la realizzazione, i dettagli, l’intero percorso di ogni singolo capo. La mia era una scelta di vita all’insegna della creatività: è stato un percorso bellissimo, che mi ha dato tanti successi e tante soddisfazioni”. Cosa Le ha dato la moda? “Lavoravo sempre molto, ma quello che facevo mi piaceva, ci

credevo. La moda ti dà il privilegio di accedere al bello, ti fa bene, ti dà energia. Ciò mi ha reso felice, ma al tempo stesso mi ha portato sempre molto stress. Io sono sempre stata una grande perfezionista e ho vissuto ogni situazione cercando di curare tutto, nei minimi dettagli; a lungo andare questo mi ha portato a fare sforzi fisici e mentali notevoli, con un grande senso di stanchezza. Ho così cominciato a pensare che la vita vada goduta e che, lavorando davvero tanto, avevo smesso di coglierne l’essenza più autentica. Così, nel 2001, ho preso una decisione importante, anche se difficile: ho venduto la Genny al gruppo Prada”. Cosa è successo a quel punto? “Non ho di certo smesso di lavorare, né sono andata in pensione. Ho però cambiato il mio modo di lavorare: tutto ciò che faccio ora è filtrato dal mondo della serenità. Provo nuove esperienze, nuove emozioni e ora mi resta il tempo di vivere. Ho ancora molti desideri, molte curiosità, tanti viaggi che voglio poter fare, amicizie e amori a cui dedicarmi. Ora riesco a godermi la vita in senso emozionale, non c’è più nulla di obbligatorio. Gli obblighi davvero mi pesavano, mi privavano della mia libertà”. Nessun rimpianto, quindi? “No, nessun rimpianto, anzi. Ora mi sento libera e serena, mi dedico al volontariato; sono infatti presidente del Comitato Regionale dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro e sono tra i soci fondatori di un’associazione per anziani, “Una luce al tramonto”. Tutto ciò a cui ho dovuto rinunciare prima per via dei troppi impegni, posso farlo ora, mettendoci l’anima”.

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IL PERSONAGGIO

Il racconto di una vita,affidato ad un libro “Donatella Girombelli, Genny”edito da Skira. Genny, presentato in anteprima mondiale al Ridotto delle Muse, è una raccolta degli scatti più belli delle sfilate, dei viaggi, della vita privata della stilista che per trent’anni ha fatto sognare l’Italia e gli amanti della moda in tutto il mondo

Se guarda indietro, qual è la prima immagine che vede? “Vedo tanti ricordi belli, momenti intensi, pieni di emozioni autentiche. Ogni cosa che ho fatto in passato mi dà grandi emozioni. Ho fatto molti incontri che mi hanno lasciato un segno indelebile. Certo, la sfilata alla Casa Bianca mi ha dato sensazioni fortissime, è stato uno dei momenti più importanti della mia vita. Poi c’è stato l’incontro con Gianni Versace, un vero creativo, un artista con il quale avevo intensi scambi mentre lavoravamo insieme”. Da cosa trae e traeva ispirazione? “Traggo ispirazione da ogni cosa o situazione che mi trasmette un sentimento: un film, un viaggio, una sfumatura. Tante volte tornavo a casa con in mano una foglia variopinta che aveva catturato la mia attenzione. Continuavo a fare ricerche e prove sul colore, sui tessuti, finché non arrivavo a quello che avevo in mente. Perché il colore racconta qualcosa della nostra vita”. Qual è il suo preferito? “Il bianco: è simbolo di luce, purezza, candore, spiritualità, energia.” Lei ha incontrato e vestito donne di età, origine e cultura differente; cosa pensa delle donne di oggi? “Dentro hanno un grande desiderio di essere se stesse, ma

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sembra che abbiano sempre paura di non risultare all’altezza, di non riuscire. Sembrano sempre impegnate nella corsa al potere, non riescono a lavorare sulla positività, su ciò che le gratifica. Oggi si percepisce una certa aggressività che alle donne non porta altro che distruzione, perché è contraria alla loro natura, alla loro femminilità. L’aggressività è sintomo di paura, mentre chi ha le qualità, chi ha la ricchezza interiore, riesce senza bisogno di eccedere, con le sue sole qualità, con i doni interiori che condivide con gli altri. Si arriva con la volontà, la forza d’animo, non con la furbizia. Il mio motto è sempre stato: “Il massimo sforzo, per il massimo risultato” e non il contrario, come molti fanno credere oggi. Sono convinta che per dimostrare qualcosa bisogna lavorare sul proprio stile, sulle scelte, sui valori. Non credo nella protesta come forma di affermazione”. Lei fa spesso appello ai sentimenti, ai valori che ci elevano, come ad esempio l’amore, che nella Sua vita ha avuto un ruolo fondamentale… “L’amore deve essere una costante nella nostra vita, dalla mattina alla sera. Prima di tutto bisogna cercare l’amore per se stessi, che significa avere rispetto di sé e delle altre creature. Ognuno di noi è un capolavoro, siamo la perfezione e per questo, quando amiamo questa nostra natura, amiamo spontaneamente anche gli altri, l’ambiente, gli animali. Io ho


a tutt’oggi forti legami con i miei collaboratori, ci sentiamo, ci incontriamo; tra di noi c’è stata stima, sostegno e questa è una forma pura di amore. L’amore è un muro contro la negatività”.

tata qui. Quando Arnoldo Girombelli mi ha chiamata avevo 19 anni e sentivo che era il mio destino a riportarmi a casa. Da allora ho sempre avuto un’interazione intensa con la mia città”.

E l’amicizia, che ruolo ha avuto? “Un ruolo fondamentale. Ho avuto molti amici artisti, che mi hanno dato emozioni bellissime, mi hanno contagiato con la loro sensibilità; si creava tra noi un feeling particolare, proprio per la loro natura di persone creative. Ma ho avuto anche molti amici “non artisti” e anche con loro c’è sempre stato un legame di gioia, con il piacere di stare insieme, ridere, godere di ciò che si ha dentro”.

Non è un caso, infatti, che per l’anteprima mondiale del Suo libro, Lei abbia scelto il teatro simbolo di Ancona: Le Muse. “Nessun anconetano potrà mai dimenticare la grande emozione che abbiamo provato alla riapertura del Teatro. È stato un grande evento per la città, perché noi ci identifichiamo con questo luogo, che per noi è fonte di emozione e di orgoglio. Ho scelto le Muse perché ho un forte legame con questo teatro e lo amo per la sua bellezza e per il suo essere luogo di promozione dell’arte”.

Lei ha amato molto anche la città di Ancona. “L’ho amata e l’amo sempre di più. Mio padre disegnava, ritraeva fontane, monumenti, piazze; catturava in un’immagine ciò che riteneva bello. Questo suo modo di essere mi ha fatto amare l’arte, la creatività e mi ha insegnato ad apprezzare ogni giorno di più Ancona e le sue bellezze. Quando è morta mia madre avevo solo due anni e quindi sono andata a vivere a Bolzano dagli zii. Ogni volta che tornavo dai nonni guardavo il mare e mi emozionavo. È nel mio DNA, è un desiderio primordiale, è il legame profondo con le mie radici che mi ha ripor-

Abbiamo citato il Suo libro: un’altra opera d’arte che si aggiunge a quelle della Sua lunga carriera.. “Il libro è un modo per donare agli altri parte della mia creatività. In esso ho raccolto tutti i miei amori, mio marito, mio figlio, i miei preziosi stilisti, i miei viaggi, le case, i cagnolini. Realizzarlo è stato un gesto d’amore; è stato un piacere raccontarmi, perché credo nel potere catartico del bello. Credo possa essere molto positivo anche per gli altri. Il ricavato andrà tutto in beneficienza”.

Con la maison Genny ha firmato una pagina immortale della moda e dello stile Made in Marche e Made in Italy. É una donna forte e delicata, fiera e generosa, che non rinuncia alla sua naturalezza e che cerca l’equilibrio e la pace in ogni circostanza

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FORMAZIONE

Ricerca + impresa: binomio possibile, risultato concreto 5 tesi di dottorato in Scienze Chimiche dell’Università di Camerino discusse alla Eurosuole SpA di Civitanova Marche

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nelle potenzialità della ricerca scientifica universitaria, in particolare le aziende del nostro territorio con le quali i ricercatori e docenti Unicam collaborano da tempo”.

sviluppare in collaborazione con le aziende del territorio progetti formativi e di ricerca, che possano fornire ai nostri giovani ricercatori competenze più ampie”.

È proprio per sottolineare l’importanza di questa sinergia che lo scorso 18 marzo l’azienda Eurosuole SpA di Civitanova Marche, ha ospitato la discussione di 5 tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche di Unicam. Tre dei cinque dottorandi inoltre hanno svolto il proprio percorso di dottorato di ricerca con una borsa di studio cofinanziata da aziende del territorio: la GoldenPlast di Potenza Picena, azienda amministrata da Germano Ercoli come la Eurosuole, la Pfizer di Ascoli Piceno e la Valle Esina di Esanatoglia (MC) .

“Questa giornata è stata significativa per evidenziare il confronto in atto tra le nostre aziende e gli enti universitari regionali ed un momento di riflessione sulle sfide future – ha affermato Germano Ercoli - L’imprenditore per sua definizione è colui che guarda al futuro con positività e che valuta le aspettative con molta saggezza, Eurosuole e GoldenPlast sono aziende che con molto coraggio continuano ad investire in ricerca ed innovazione anche in momenti in cui il mercato non mostra aspettative di crescita sostenuta, ma la sfida è proprio nell’innovazione continua del processo e del prodotto per competere e rendere vive le parole competitività, occupazione e sostenibilità.”

“Sono convinto – ha sottolineato il Rettore Esposito - che questo evento rappresenti una importante occasione per dimostrare come si possa con successo trasferire l’innovazione tecnologica dai laboratori di ricerca universitari alle aziende, che poi realizzano il prodotto industriale. Credo infatti che sia proprio questo il percorso di valorizzazione della ricerca universitaria, e ringrazio per questo le aziende che hanno creduto

“Ringraziamo Germano Ercoli ed il suo staff – ha dichiarato il prof. Carlo Santini, Coordinatore del dottorato di ricerca in Scienze Chimiche – per averci dato questa opportunità. Naturalmente ci auguriamo che questa iniziativa possa essere uno stimolo a proseguire e allo stesso tempo un riconoscimento per gli sforzi che la nostra School of Advanced Studies e il Corso di dottorato in Scienze Chimiche, in particolare, stanno compiendo per

La giornata, che si è tenuta presso la Sala Conferenze della Eurosuole SpA, si è aperta con gli indirizzi di saluto di Rosaria Ercoli, Eurosuole SpA e di Carlo Santini, Coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze Chimiche UNICAM. Sono poi seguiti gli interventi di Germano Ercoli, Amministratore Unico di GoldenPlast e Eurosuole SpA; Fulvio Esposito, Rettore UNICAM; Cristina Miceli, Direttore della School of Advanced Studies di UNICAM; Roberto Ballini, Direttore della Scuola di Scienze e Tecnologie di UNICAM; Gianluca Paniccià della Pfizer Italia srl; Giancarlo Bagaglio della GoldenPlast SpA. Hanno poi avuto inizio le discussioni delle 5 tesi di dottorato da parte dei candidati, che sono: Roberto Fiocchi, Serena Gabrielli, Mauro Marcolini, Alessandro Marinelli, Mario Magarelli. Nel pomeriggio al termine delle discussioni, la Commissione esterna, composta dai professori Claudio Trombini dell’Università di Bologna, Gabriele Capodaglio dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e Maurizio Crucianelli dell’Università di L’Aquila, ha proclamato i dottori di ricerca.

l connubio tra l’Università di Camerino e le imprese continua a produrre eccellenti risultati. Sono infatti numerosi i corsi di dottorato della School of Advanced Studies di Unicam che vengono co-finanziati da imprese sensibili alle sfide che il processo di innovazione scientifica e tecnologica impone.

Il rettore Fulvio Esposito

Germano Ercoli

Per informazioni: Ufficio Comunicazione Palazzo ducale – Piazza Cavour 62032 Camerino (Mc) Tel. 0737/402755-402762-402764 Fax 0737/402100 e-mail: comunicazione. relazioniesterne@unicam.it www.unicam.info

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Al via il progetto CO.I.N.SE.T sull’imprenditorialità navale La Provincia di Ancona è partner del progetto “Competenze Innovative per l’Imprenditorialità Navale nel Settore dei Trasporti e del Turismo Diportistico” (“CO.I.N.SE.T.”) promosso dalla Camera di Commercio di Ancona

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ormare 60 figure professionali qualificate (50 selezionati nella regione Marche e 10 nella regione Puglia), di cui 25 nella provincia di Ancona, è la finalità principale che CO.I.N.SE.T. si pone. L’obiettivo, attraverso tirocini della durata di 13 settimane, completamente gratuiti, presso imprese, società, cantieri ed associazioni appartenenti al comparto nautico di Spagna, Francia, Regno Unito, Irlanda, Svezia e Danimarca, è quello di costruire professionalità da impiegare nello specifico settore dell’industria navale e del relativo indotto, con particolare attenzione alla cantieristica navale per il trasporto passeggeri e commerciale, nonché in quello del turismo diportistico. I tirocini sono rivolti a giovani tra i 18 e i 35 anni, laureati e diplomati, disponibili sul mercato del lavoro. La selezione del progetto CO.I.N.SE.T. per le 25 borse messe a bando dalla Provincia di Ancona, si è appena conclusa. I 25 vincitori seguiranno un corso di preparazione in Italia prima della partenza, che avverrà ai primi di maggio. All’estero i tirocinanti seguiranno un corso di lingua del Paese ospitante, organizzato dagli organismi intermediari che si occuperanno anche della prima accoglienza in loco, della sistemazione logistica, del collocamento presso le strutture di lavoro e del relativo tutoraggio. “Si tratta - riferisce l’Assessore al Sistema Formativo della Provincia di Ancona Maurizio Quercetti - del risultato di una importante sinergia tra le istituzioni che arricchisce il quadro delle novità che si stanno concretizzando sul nostro territorio per la creazione di una adeguata offerta formativa rivolta all’economia del mare. È una opportunità in più per i giovani per costruire concrete opportunità di lavoro qualificato in settori, come la cantieristica, che nonostante la crisi continuiamo e ritenere strategici”.

UNIONE EUROPEA

L’avviso pubblico è reperibile sul sito Internet www.istruzioneformazionelavoro.it e presso i Centri per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione della Provincia di Ancona

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FORMAZIONE

“Così si vince la crisi” All’IPSIA “Pieralisi” di Jesi è stato inaugurato il primo laboratorio di autoriparazione meccanica e carrozzeria in Italia, grazie a Confartigianato e a circa 50 aziende e officine della Vallesina di G. Bevilacqua, foto Biagio Antonelli

L Gian Mario Spacca Presidente della Regione Marche

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a sala gremitissima. Il pubblico delle grandi occasioni con un parterre d’eccezione (il governatore Spacca, il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Guerrini, il sindaco di Jesi, l’imprenditore Gennaro Pieralisi, il vescovo di Jesi monsignor Rocconi e tanti altri). Un motivo d’orgoglio trapelato dalle parole della Dirigente del “Pieralisi”, la professoressa Costantina Marchegiani, per una struttura didattica prima in Italia. Un’eccellenza, che comprende un ponte sollevamento della Esina Autoattrezzature, strumenti per l’autodiagnosi dell’auto e per il controllo delle emissioni di scarico, prove fonometriche, decellerometro e un impianto per il caricamento dell’aria condizionata dell’auto, nonché un banco di tiro per la raddrizzatura rapida, Maxibull con sollevatore a forbice a fun-

zionamento elettro-idraulico, cabine forni della Tricon di Castelbellino, saldatrice a filo per ferro alluminio e saldobrasatura. Tutto ciò rappresenta un valido esempio di sinergia tra pubblico e privato. Hanno risposto infatti le ditte Tf Group, Devilbiss, Festo, Kovax, Gelson, Emm Colad, Spies Hecker, Colorificio Silvestri di Macerata. È confermata la collaborazione con la Fiat Auto Ancona e la Autoriparazioni Brutti Enrico per quanto riguarda l’elettronica. In sostanza, un progetto complesso realizzato con determinazione da due players: Confartigianato locale e dirigenza del “Pieralisi” nella figura della Dirigente, del professor Pietro Nocella e del responsabile del Laboratorio professor Simone Meschini. I molti interventi della giornata non sono stati di circostanza. Quasi tutti hanno ripetuto la necessità di una maggiore


attenzione all’istruzione professionale. In concreto: sì ad investimenti adeguati. Sì ad una riforma che, partita il 1º settembre 2010, valorizzi senza snaturare. Sì alle novità: il comitato tecnico-scientifico, gli uffici tecnici e i dipartimenti (realtà per l’innovazione tecnologica e metodologica) e al rapporto proficuo con il territorio. Sì alle quote d’autonomia (20 per cento dei curricoli) e alla flessibilità (entro il 25 per cento dell’orario annuale). Sì alla possibilità di stipulare contratti d’opera con esperti del mondo del lavoro. Accanto a queste opportunità, presenti nelle Linee guida per il riordino dei professionali (D.P.R. 15 marzo 2010, in attuazione della L. 133/2008) la principale zona d’ombra è la riduzione delle ore di pratica. Al primo biennio l’orario complessivo annuale di lezione è di 660 ore per l’istruzione ge-

nerale e 396 ore per insegnamenti di indirizzo! È evidente il rischio di un’offerta formativa snaturata nel suo connotato essenziale: la pratica, il saper fare. Altra criticità è il rischio di una visione parziale e tecnicistica dell’educazione, come invece purtroppo traspare dall’art. 2 del Regolamento, per il quale “l’identità degli istituti professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e tecnicoprofessionale…”. È essenziale viceversa puntare sullo sviluppo integrale dello studente. Un buon tecnico è infatti sempre più di un tecnico. Più interventi hanno infine richiamato l’esigenza di punti di riferimento valoriali: la dignità del lavoro manuale, secondo la lezione del sociologo statunitense R. Sennett, autore del celebre “L’uomo artigiano”, la rivendicazione della serietà della scuola, il merito

come condizione della stessa equità, la qualità (il citato Regolamento fa riferimento a “indicatori per la valutazione e l’autovalutazione degli istituti professionali”), l’autoimprenditorialità. Esperienze come questa del “Pieralisi” si muovono avendo chiaro che senza sforzi congiunti e valori condivisi dal basso le scuole professionali perdono il loro ruolo strategico, penalizzando in primo luogo quei tanti giovani che hanno scelto di spendere lì i loro talenti.

I.I.S. “E. PIERALISI” Sede Via Sanzio 8 Jesi (AN) http://www.iispieralisi.it e-mail ipsiapieralisi@fastnet.it Tel. 0731/213595 - 213659 Fax 0731-213691

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

“Il Giappone, un mercato sul quale le aziende marchigiane stavano puntando” Quali effetti potrà avere il terremoto che ha colpito il Giappone per le aziende marchigiane? Lo abbiamo chiesto a Luca Bartoli, Presidente di EX.IT, l’Azienda Speciale per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Macerata

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residente Bartoli, cosa rappresenta il Giappone per la nostra economia? Secondo i dati relativi al quarto trimestre del 2010, il valore dell’export verso questo Paese delle regioni del Centro Italia ammonta a circa 253 milioni di euro. Per quanto concerne le Marche, siamo attorno ai 16 milioni”.

Cosa si esporta? “In prevalenza prodotti del comparto tessile, abbigliamento, pelli ed accessori; a seguire gomma e materie plastiche e poi alimentari e bevande”.

affermazioni. Certo è che la tragedia che si è appena consumata ha provocato una battuta d’arresto … Pochi minuti fa, ad esempio, mi è arrivata una mail dall’Ice di Tokio che comunica la chiusura degli uffici per qualche giorno. È evidente la gravità della situazione, considerato anche che stiamo parlando della terza economia mondiale. Se si ferma, l’impatto anche psicologico non si farà attendere, purtroppo”.

In percentuale sul totale delle esportazioni marchigiane? “Una quota non molto rilevante, circa lo 0,01 per cento, che arriva all’1 per cento per le aziende della provincia di Macerata (con un export che si aggira su quasi quattro milioni). Però è un dato che non deve ingannare: il Giappone rappresentava comunque uno dei mercati sui quali si puntava. Si stavano creando tutti i presupposti per degli sbocchi interessanti per le nostre aziende”. E ora? “È una situazione in continua evoluzione, per cui occorre essere estremamente cauti nelle

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EX•IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata T +39 0733.251239 F +39 0733.251262 exit@mc.camcom.it www.exitonline.it


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INTERNAZIONALIZZAZIONE

Crescere all’estero: Brasile La maggiore economia dell’America Latina e una delle più forti al mondo si presenta come un’importante opportunità per gli imprenditori italiani

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l mondo del commercio internazionale sta vivendo da una decina di anni una svolta epocale, che la crisi economico-finanziaria del 2008-2009 ha soltanto evidenziato in maniera ancora più netta. La globalizzazione degli scambi commerciali ha portato ad un aumento degli stessi e ad uno spostamento del loro baricentro, che dall’area nord atlantica si va spostando sempre più ad est (Cina, Russia e India) e a sud (Brasile). Sono cambiati i giocatori seduti al tavolo verde ed alcuni hanno lasciato il posto ad altri più lesti a cogliere le opportunità di ingresso. Le imprese italiane più di altre hanno sperimentato sulla propria pelle le conseguenze di tale processo evolutivo, ed il perché è oramai chiaro a tutti: dimensioni modeste, scarsa presenza nei settori che trainano la ripresa e soprattutto nei mercati più dinamici, i cosiddetti “emergenti avanzati” citati in precedenza. Tra questi, una posizione da primato la ricopre il gigante sudamericano. A questo proposito riportiamo alcuni numeri aggiornati al 2010, partendo dai basics: - 5° Paese al mondo per superficie - 5° per popolazione - 9° economia a valore corrente, subito dopo l’Italia - 3° mercato tra gli emergenti per Investimenti Diretti Esteri (IDE) dopo Cina e Russia custode delle maggiori riserve di acqua dolce, della maggiore biodiversità, della mag-

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giore superficie coltivabile del Pianeta al top mondiale per alcune risorse naturali: esportatore netto di petrolio (14esimo produttore, 16esima riserva, - 8° consumatore mondiale), Maggior esportatore di minerale di ferro, biocombustili, zucchero, caffè, soja, carne bovina e succo d’arancia. Un gigante che ha irrobustito enormemente i suoi piedi d’argilla: autosufficienza energetica, crescita dell’incidenza dei beni finiti/a maggior valore aggiunto sul totale delle esportazioni, pluriennale politica di bilancio fondata sull’avanzo primario, riserve valutarie stimate a fine 2010 a 290 USD Mld (+55% in due anni), ammontare, questo, superiore allo stock di debito estero e in grado di coprire 20 mesi di importazioni. E, dulcis in fundo, un mercato interno dalla domanda esuberante e dalla dinamica di consumo pienamente occidentale: è il 6° mercato di consumo mondiale, con una classe media che ha raggiunto il 50 per cento della popolazione. Lo stile di vita, i gusti e le tendenze guardano alle terre di origine dei loro immigrati degli ultimi 120 anni: Italia, Spagna, Germania, Portogallo, Giappone, Polonia, … Correva infatti l’anno 1888 quando il Parlamento approvò con apprezzabile ritardo rispetto ad altri Paesi del continente americano l’abolizione della schiavitù, dando così inizio all’incessante afflusso di manodopera straniera che

andava a rimpiazzare, prima nei campi e poi nelle fabbriche del polo industriale paulista, gli schiavi di un tempo. E così quel Paese coloniale, fondato dai portoghesi sulla schiavitù di indigeni e africani, si apriva all’immigrazione miscelando ancor di più la sua razza in un crogiuolo che oggi è all’avanguardia mondiale per grado di miscelazione più che di integrazione. Le opportunità in Brasile per le imprese italiane Insediarsi in un mercato destinato a breve ad entrare nel Top 5 mondiale (le previsioni danno il Brasile al 5° posto mondiale per dimensioni del Pil entro 10 anni e con un tasso medio di crescita delle importazioni dall’Italia del 17 per cento nel periodo 2010-2012) partecipare tatticamente al business generato dagli eventi sportivi del 2014 e 2016 e di quelli che verranno (Expo 2020?) stabilire una base di partenza per servire poi altri mercati interessanti dell’area latinoamericana (Uruguay, Argentina e Cile in primis, anche in virtù dell’area di libero scambio del Mercosul), che le stime danno al secondo posto per crescita economica dopo l’Asia nel triennio 2010-2012 creare legami con un sistema economico dalla capacità innovativa superiore (si pensi alle opportunità esistenti in quel mercato per agroalimentare, energie rinnovabili, biocosmetica, turismo, ecc.) Creare legami con un sistema dal tasso di investimento

in infrastrutture superiore (si pensi alla cantieristica navale, porti e aeroporti, idrovie, ferrovie, reti di distribuzione elettrica, Tlc, ecc.), garantito dal piano governativo quinquiennale denominato PAC (Piano di Accelerazione della Crescita, valore di 300 USD mld), lanciato da Lula nel 2007 e confermato dal nuovo Presidente Rousseff. Con riguardo ai settori maggiormente favoriti, va sottolineata la preferenza per i prodotti manufatti (tra i quali le classiche 3F dell’export italiano e marchigiano: food, fashion&forniture) e per quelli di investimento (meccanica strumentale, macchinari per la costruzione di infrastrutture, apparecchiature elettriche e medicali, ecc.). Infine, una nota di realismo perché non si pensi a questo mercato come ad un Eldorado: il Brasile non è un Paese low cost né offre un sistema economico di tipo liberistico che faciliti l’attività di impresa. È un mercato sicuramente attraente ma con le sue problematiche da studiare prima ed affrontare poi: carico fiscale rilevante, credito locale oneroso, burocrazia ai limiti dell’invadenza. Il punto è che non è più procrastinabile la presenza italiana in quei mercati mondiali dove si sta già facendo il futuro, e il Brasile è a pieno titoli uno di essi. Piergiorgio Gigli Gruppo Sida p.gigli@sidagroup.com Tel. 071.28521


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CREDITO

Ancona, inaugurata la nuova sede di CNA e Fidimpresa Marche “L All’evento è intervenuto il Presidente della Camera Gianfranco Fini

www.fidimpresamarche.it

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a riforma federale delle istituzioni non può prescindere dalla fine del bicameralismo perfetto e dalla creazione di una Camera delle Autonomie capace di dare risposte certe a cittadini e imprese. Se non si fa questo, il federalismo è morto”. A sostenerlo il presidente della Camera Gianfranco Fini, che è intervenuto ad Ancona all’inaugurazione della nuova sede della Cna e di Fidimpresa Marche. Il presidente della Camera ha poi ricordato l’importanza per l’economia nazionale delle piccole e medie imprese ed ha auspicato, pur nella rigorosa riduzione del debito pubblico, più risorse per la ricerca e l’innovazione. Inoltre la semplificazione amministrativa, “per dare agli imprenditori la certezza di un unico interlocutore e per consentire ai fornitori dello Stato di essere pagati entro tempi certi e ragionevolmente brevi”. Infine una riforma fiscale che diminuisca le aliquote e semplifichi il sistema impositivo. L’inaugurazione della sede della Cna e di Fidimpresa Marche, dopo il taglio del nastro del Presidente Fini e la benedizione di monsignor Edoardo Menichelli, è proseguita con un minuto di silenzio per il militare caduto in Afghanistan e con l’inno nazionale. Poi l’inaugurazione della sala “Giuliano Drudi”, dedicata all’ex presidente di Cna e Fidimpresa Marche deceduto alcuni mesi fa. Il presidente della Cna Marche Renato Picciaiola ha consegnato alla moglie Daniela ed ai figli, una targa ricordo. Un’opera d’arte in ceramica, che rappresenta il territorio marchigiano con le sue specificità, realizzata dall’artista marchigiana Barbara Tomassini di Folignano (Ap) è stata conse-

gnata al presidente Fini. Infine gli interventi, aperti dall’Assessore regionale all’Industria e Artigianato Sara Giannini che ha ricordato l’impegno della Giunta “a sostenere il nostro sistema economico, malgrado la decimazione delle risorse pubbliche operata dall’ultima Finanziaria”. Il presidente della Cna Marche Renato Picciaiola ha sottolineato come “la Cna che si presenta oggi all’appuntamento con questa nuova sede, è una associazione con oltre 19 mila artigiani e piccole e medie imprese associate. Fidimpresa Marche, il nostro Confidi, fornisce garanzie a 20 mila soci imprenditori. In una realtà, come quella marchigiana, caratterizzata da un sistema produttivo formato prevalentemente da artigianato e piccola impresa (con oltre 52 mila imprese artigiane che producono un Pil pari al 19,9 per cento), un’associazione di rappresentanza come la Cna, esercita un ruolo importante, non solo nella tutela degli interessi della categoria ma per la sua partecipazione alla vita sociale ed economica”. All’inaugurazione della nuova sede di Cna e Fidimpresa Marche sono intervenuti, tra gli altri, il segretario nazionale Cna Sergio Silvestrini, il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, il Sindaco di Ancona Fiorello Gramillano.

www.marche.cna.it


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ALTO ARTIGIANATO MARCHE “Molti clienti lasciano che sia la mia creatività e fantasia a guidarli, fidandosi della mia professionalità e quando si crea questa sintonia di fiducia, l’ottimo risultato è assicurato”

Virgilio Contadini, artista artigiano, racconta la passione di un mestiere “Le mie opere le chiamo “figlie mie” e proprio come i figli non c’è uno al quale sono più affezionato” di A. Dachan

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ignor Virgilio, il suo laboratorio di doratura e decorazione rappresenta una delle eccellenze marchigiane dell’artigianato. Vuole raccontarci la storia di questa sua attività? “Il mio laboratorio nasce nel 1987 come una bottega di corniciaio. Dopo qualche anno, l’insoddisfazione per la poca possibilità di creare che avevo mi ha spinto ad andare alla ricerca delle vecchie tradizioni, della storia della cornice e del mobile dipinto e a frequentare corsi in botteghe di grandi artigiani, imparando antichi mestieri quali la doratura a foglia, la laccatura con terre e l’intaglio del legno. Tutt’ora continua ad essere viva in me la passione per la ricerca e quindi la scoperta delle nostre tradizioni.” Un artigiano oggi è come una perla: raro e molto apprezzato, ma quali sono le sfide e le difficoltà che si trova ad affrontare? “Una in particolare e la più grande: la sfida con se stessi. È necessario rimettersi in gioco quotidianamente, capire bene cosa sappiamo fare e

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farlo passando all’azione, aggiornando continuamente gli obiettivi, superando le paure che si annidano dentro di noi e che rischiano di farci compiere azioni poco appropriate o addirittura bloccarci. La sfida è quella di rimanere lucidi, coscienti e in contatto con le nostre capacità, con i nostri talenti, in questo particolare momento storico di grandi trasformazioni e avere il coraggio di muoversi contro la corrente cercando di lasciare fuori dalla nostra mente il timore e la preoccupazione per il futuro. È solo fronteggiando le difficoltà che si riesce a superarle, uscendone più forti e da qual momento in poi immuni. L’importante è ricordarsi di farlo ogni giorno”. Lei condivide la sua arte con sua moglie Patrizia: questo è certamente un valore aggiunto per il vostro lavoro? “Mi viene in mente una scena accaduta qui in bottega: un mio amico stava parlando con mia moglie e nel mezzo della loro discussione Patrizia afferma con sicurezza: “Virgilio è molto bravo con le mani!” Non fa neanche in tempo a

pronunciare l’ultima parola, che il mio amico la interrompe ribadendo: “Sci!! Ma co’ la testa....!!!” Mia moglie è brava nel gestire, organizzare, pianificare il lavoro, cosa che per me risulta invece poco stimolante. Le nostre diversità ci permettono di completarci l’un l’altra. Insieme le nostre attitudini si fondono, risultando esaltate ed amplificate, creando una sinergia dalla quale scaturiscono nuove brillanti idee da mettere in pratica e che ci consentono di offrire oggetti e servizi sicuramente più accurati. “ Quanto conta nel suo mestiere la passione e l’attenzione ai dettagli? “In ogni ambito è sempre il dettaglio che fa la differenza, quindi l’attenzione ai particolari è essenziale. Mi piace vedere la passione come la forza che muove il mondo verso tutto quello che ci aggrada, che ci fa stare bene e ci spinge ad usare al meglio tutto il potenziale racchiuso in noi. È proprio la passione che ci fa avanzare anche in una situazione dove tutto sembra essere difficile e impos-


sibile e che ci fa raggiungere grandi traguardi. I dettagli contano quanto la serietà e la preparazione professionale nell’esercitare un mestiere; contano come l’amore nella passione e chi ama è attento ai dettagli”. Quando entra un cliente nella sua bottega, come riesce a tradurre il suo desiderio, la sua richiesta, in realtà? “Lo ascolto, raccogliendo il maggior numero di informazioni possibili, cercando di comprendere a quale risultato vuole arrivare. Mi aiuto ponendo domande, presentando esempi, quali campioni o immagini di oggetti, cercando di tradurre in modo concreto al momento la sua richiesta. Molti clienti lasciano che sia la mia creatività e fantasia a guidarli, fidandosi della mia professionalità e quando si crea questa sintonia di fiducia, l’ottimo risultato è assicurato”. Tra le sue opera, qual è quella a cui è più affezionato? Perché? “Non ce n’è una in particolare. Le mie opere le chiamo

“figlie mie” e proprio come i figli non c’è uno al quale sono più affezionato, riconosco la diversità e la particolarità di ognuno. Con qualche cliente, consegnandogli il lavoro, mi permetto anche di fare un gesto ben chiaro con la mano destra, appoggiandola alle mie costole come per staccarmene una e porgergliela, dicendo: “ guarda cosa ti do, ci tengo molto, trattamela bene.” Nei suoi progetti per il futuro, c’è un’opera in particolare che vorrebbe realizzare? “In realtà no, non c’è. Di sicuro voglio mettere in pratica tutto il mio saper fare. A me piace immaginare il futuro come un luogo buio e sempre in movimento. Io so che sono le nostre azioni a farlo muovere e ad illuminarlo. Il presente è la torcia che può illuminare le cose all’interno di quel buio e se anche la prima cosa che illumina è un “vizio”, io so per certo che il bravo artigiano lo sa trasformare in un “pregio” e questa non è un’opera da poco”.

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BRE VI TERRITORIO

Le scuole marchigiane “progettano” l’unità d’italia

Danni maltempo, Spacca chiede il riconoscimento di calamità “di rilevanza nazionale” Il recente decreto-legge “milleproroghe” prevede che in caso di situazioni emergenziali la Regione interessata possa acquisire le risorse necessarie tramite tassazioni aggiuntive caricate sulla stessa comunità regionale danneggiata e qualora tali misure non siano sufficienti, oppure l’evento calamitoso sia di rilevanza nazionale, fare ricorso al Fondo nazionale di Protezione Civile. Il Presidente Spacca ha chiesto quindi al Governo che venga riconosciuta la rilevanza nazionale della calamità e quindi la possibilità di attingere direttamente al Fondo Nazionale di Protezione Civile. Dello stesso parere il Professor Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale e i parlamentari marchigiani di centro-destra e di centro-sinistra.

LE TIPICITÀ REGIONALI IN VETRINA A FERMO

Ancona ha dato l’addio a Giorgio Grati, che nel 1970, assieme alla moglie Franca, fondò la Giorgio Grati Tricot Sas, che negli anni Ottanta si trasformò nella Giorgio Grati Spa. La sua prima collezione fu di sola maglieria per donna. Cavaliere del lavoro dal 1991, nel 1989 fu eletto Presidente della Piccola e media Impresa di Confindustria, nonché Vicepresidente di Pininfarina e Abete dal 1990 al 1994.

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L’iniziativa “Progettiamo l’unità d’Italia” Percorso di partecipazione dei giovani allo studio della storia – è stata presentata nei giorni scorsi dall’assessore alla Formazione, Marco Luchetti, dal direttore scolastico regionale, Michele Calascibetta e dai rappresentanti della Rete “Le Marche fanno storie”, Paolo Coppari, Carla Santini e Antonietta Fracchiolla. “Il progetto - ha detto Calascibetta - oltre che dare voce alle scuole, aprendo alle Università, agli Istituti di Storia, alle Agenzie formative e attraverso eventi di vario tipo (concerti, teatro, pubblicazioni, siti internet, tavole rotonde, ecc.), vuole unire con un filo rosso i 150 anni di storia del Paese”.

SPACCA CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DI CALAMITÀ “DI RILEVANZA NAZIONALE”

È andata in scena a Fermo dal 19 al 21 marzo l’edizione 2011 della rassegna “Tipicità”. L’evento dedicato come ogni anno ai prodotti tipici della regione, alimentari ma non solo. Numerose le novità di quest’anno, come ad esempio il nome: “Made in Marche Festival”. Poi, altra novità, la partnership con la compagnia aerea Airdolomiti, che ha distribuito materiale informativo ai propri passeggeri. Oltre 300 le aziende partecipanti (provenienti da tutte e cinque le province), di numerosi settori artigianali, dalle fisarmoniche alle calzature, oltre ovviamente al comparto enogastronomico.

Addio a Giorgio Grati, imprenditore della moda


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VITA DA MANAGER Luca Bonazza, Direttore Commerciale Centro Porsche Ancona Marche Motori Srl 39 anni, spostato, due figli. La sua carriera ha avuto un unico filo conduttore: l’amore per le auto di lusso e per le nuove sfide

“Il miglior ambasciatore del marchio è il cliente” Passione per le auto di lusso e ambizione sempre viva: ecco il ritratto di Luca Bonazza, il volto marchigiano della Porsche di M. Palumbo

Identikit del cliente Porsche Professione: libero professionista, imprenditore Segni particolari: gusto raffinato, sportivo, alto potere d’acquisto Età media: 40-60 anni La sua Auto: è un binomio perfetto di sportività e flessibilità nell’utilizzo quotidiano

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irettore, Lei ha fatto della Sua passione per le auto una professione: vuole raccontarci il Suo percorso professionale? “Ho iniziato a lavorare nel settore automotive nel 1999. Ho un’estrazione tecnica infatti prima mi occupavo di industrializzazione nuovi prodotti , area freddo , alla Indesit Company ,multinazionale del “bianco” poi ,la mia voglia di vivere continuamente nuove sfide e la mia passione per l’area commerciale mi hanno spinto a rispondere ad un annuncio di lavoro della Concessionaria Mariotti Mercedes-Benz, che cercava un Responsabile vendite a capo del business dell’usato. Nel nostro settore è imprescindibile la buona conoscenza di questo mercato che è ricco di dinamiche complesse. Prima di lasciare una multinazionale come la Indesit Company ho riflettuto molto, ma poi ho seguito la mia ambizione e il mio istinto. La mia candidatura è stata accettata e sono stato selezionato, conseguendo nel tempo ottimi risultati dal punto di vista organizzativo e commerciale. Dopo qualche

tempo ho ricevuto un’offerta da una concessionaria del Gruppo BMW e così, nel 2005, ho iniziato a lavorare con questo importante brand , in qualità di Direttore vendite”. E il suo approdo in Porsche, quando è avvenuto? “Da sempre ho sempre avuto una forte passione per il marchio Porsche e anche se ero soddisfatto del lavoro che facevo e stavo ottenendo grandi soddisfazioni dai ruoli che mi trovavo via a via a ricoprire, ho deciso di inviare il mio CV a tutti i concessionari Porsche in Italia. Nel 2007 il Gruppo Lodigiani di Piacenza e Pavia mi ha contattato per ricoprire il ruolo di Direttore vendite per i brand Porsche, Audi, Volkswagen,Skoda e Seat. Così ho iniziato a lavorare in Porsche, e mentre mi preparavo per trasferirmi con la mia famiglia, sono stato contattato dalla Mercedes Delta Motors, che mi ha offerto l’incarico di responsabile commerciale. Il mio ruolo era di aiutare il management aziendale esistente con l’obiettivo di incrementare le perfomance di vendita e quota di mercato e terminare

il processo della fase di start up. Infine, nel marzo del 2010, sono approdato alla Porsche di Ancona, subentrando al Direttore commerciale in carica, che stava andando in pensione. Quando il mio attuale titolare, Gianni Paglione, mi ha proposto questo incarico, ne sono stato davvero lieto”. Che realtà ha trovato in Porsche? “Ho trovato un’azienda forte, dinamica, in continua crescita. Pensi che il nostro gruppo detiene il 13% del mercato Porsche in Italia, con due concessionarie in Toscana, a Firenze e ad Arezzo, una sede a Pescara, che è di riferimento per il Molise e l’Abruzzo e le sedi di Ancona e Civitanova. Per volumi e fatturato il Gruppo che fa capo a Gianni Paglione è tra più importanti in Italia, comprendendo marchi come Lamborghini,Audi,Volk swagen,Seat,Chrysler,Suzuki e anche Honda per le moto. Insieme ai miei collaboratori e al responsabile marketing, il Dott. Claudio Zito, abbiamo raggiunto nel 2010 risultati in controtendenza rispetto al mercato Italia con crescita dei


ze e richieste diverse. Così impostato il lavoro dà grandi risultati”.

volumi di vendita a due cifre rispetto al 2009”. Quali sono, secondo Lei, le ragioni di questo successo? “Sicuramente è un successo che si deve ad una sinergia di elementi: il lancio della nuova Cayenne, ad esempio, ha riscosso un interesse al di sopra di ogni piu’ rosea aspettativa sia a livello locale che nazionale. Lo stesso si può dire della Panamera . Due auto di alto livello, pensate per un target di amanti delle prestazioni ma anche del comfort e dell’eleganza”. Quindi si può dire che la crisi economica internazionale non abbia inciso sul settore? “Quello delle auto di lusso è un settore particolare: i nostri acquirenti non hanno visto diminuire il proprio potere di acquisto. Lo stato di attesa che si registra è dovuto ad un’altra ragione , di carattere psicologico: ovvero le pressioni fiscali. Molti professionisti sono trattenuti nella loro volontà di comprare una nuova auto dal timore di subire controlli indiscriminati, che

provocherebbero loro inutili fastidi e perdite di tempo. Nonostante questa situazione, tuttavia, abbiamo raggiunto e superato tutti gli obiettivi di vendita che ci eravamo prefissati”. In che modo? “Abbiamo puntato molto sul valore dell’eccellenza e soprattutto sulla cura del rapporto con il cliente. Il nostro CRM fa un lavoro capillare in questo senso: se un cliente Porsche manifesta la minima volonta’ di acquistare un’auto, noi dobbiamo essere presenti e dobbiamo conoscere quali sono le sue abitudini, i suoi hobbies, le sue esigenze, quale ruolo occupa e quali sono le sue ambizioni per il futuro. Per questo lavoriamo molto sulla comunicazione, prestando una grande attenzione a cosa si trasmette e a come lo si fa. Ci avvaliamo molto del contributo delle nuove tecnologie: tramite una mail raggiungiamo il nostro cliente ovunque, ottimizzando tempi,costi e personalizzando il messaggio, perché ogni persona è unica, con esigen-

Intorno al brand Porsche avete creato anche un esclusivo club: ce ne vuole parlare? “Sì, la nostra filosofia è di dedicare al cliente molte energie e di seguirlo sempre. Il Porsche Club, del quale sono membro del consiglio direttivo, è un punto di riferimento per i possessori di vetture Porsche e nasce con l’obiettivo di dare loro il massimo piacere, in ogni situazione, con la creazione di momenti privilegiati di svago e relax in compagnia di persone simili per gusto di vivere e modo di sentire. Il Club realizza iniziative di carattere culturale, enogastronomico e naturalmente anche di guida su pista. Il Club Passione Porsche Marche , questa è la sua denominazione , ha la propria sede al Centro Porsche Ancona ed è attualmente uno dei più numerosi d’Italia, con oltre 100 iscritti e agli iscritti sono dedicati eventi esclusivi, che toccano tutte le provincie della regione e che consentono un confronto e un contatto importante, che tiene il rapporto vivo e lo rende continuato nel tempo”. Ci sono altre iniziative a carattere più strettamente sportivo? “Partecipiamo con due vetture alla Carrera Cup Italia e a prescindere da quelli che saranno i risultati sportivi, credo molto nell’importanza del progetto, che ha richiesto un grande investimento economico poichè creerà un’attesa e sarà fonte di emozioni forti. In pista avremo un giovane pilota jesino, Enrico Fulgenzi, considerato una promessa dello motosport a livello nazionale. Con tutti questi ele-

menti l’evento darà una grande visibilità al nostro brand e alla nostra organizzazione rafforzando quel senso di appartenenza e di esclusività che ci unisce ai nostri clienti”. Guardando al futuro, quali sono le prossime sfide? “Continuare ad incrementare le performance di vendita e di quota di mercato: nei prossimi 4 anni Porsche lancerà importanti novità sul mercato, che di certo non deluderanno i clienti. Vetture come la Panamera Hybrid e la Cayenne Hybrid, che garantiscono il massimo della performance con il minimo dei consumi, sono due importanti scommesse per il futuro che rappresentano in pieno la filosia Porsche Intelligence Performance. Puntiamo anche ad una maggiore copertura del territorio, cercando di sfruttare maggiormente le potenzialita’ che possono offrire le aree del Fermano e dell’Ascolano.”. La Sua è certamente una testimonianza densa di passione: come descriverebbe, ad un potenziale cliente, una vettura Porsche? “Direi una cosa di cui sono assolutamente convinto: non abbiamo concorrenza nel nostro segmento! Nessun altro prodotto unisce così perfettamente l’alto valore sportivo , prestazionale ed emozionale con la facilita’ e flessibilita’ di guida di una Porsche , permettendo al cliente di utilizzare la sua vettura sia per puro piacere che per lavoro ”

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NUOVE PROFESSIONI

“Mestieri anticrisi, ma nessuno li vuole fare” Operai specializzati, addetti vendita, infermieri, sarti, sviluppatori di software, esperti di energie rinnovabili, ma anche panettieri, gelatai e pasticceri: sono alcuni dei mestieri più ricercati del 2011 di M. Camilletti

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u un totale di circa 150 mila posti vacanti, però, i dati e le stime dimostrano che saranno molti quelli che resteranno senza un addetto. Le ragioni sono molteplici: nonostante il periodo di crisi e i preoccupanti dati relativi alla disoccupazione, specie quella giovanile, non pochi rifiutano a priori tutti quei mestieri dove è richiesta manodopera, restando con l’ambizione di accedere ad un lavoro dove è richiesta una professionalità di tipo più intellettuale, o dove si “sta dietro ad una scrivania”. Per alcune di queste professioni i datori di lavoro sono costretti a ricorrere sempre di più a manodopera straniera, supplendo così alla mancanza di professionisti italiani. Eppure il posto sarebbe assicurato: un ragazzo con diploma di terza media che si iscriva ad un corso di qualifica professionale per un mestiere come il panettiere, ad esempio, avrà sicuramente pochissima concorrenza e inizierà subito a lavorare, visto che il 40 per cento delle offerte di questo tipo di mestiere non trova addetti qualificati. È quindi opportuno pensare che bisognerà investire sempre di più nelle scuole di formazione professionale, specie per i settori come il web e la green economy, dove si è assistito ad un notevole e rapido progresso, ma dove spesso mancano quelle figure altamente specializzate e competenti in materia. La lista dei mestieri “scoperti” comprende anche macellai, camerieri, muratori, parrucchieri ed estetisti. Considerando che alcune di queste professionalità sono molto ben retribuite e offrono contratti anche a tempo indeterminato, ci si aspetta che dalle fila dei disoccupati e degli inoccupati si facciano avanti in molti, cogliendo l’occasione di un impiego dignitoso e regolare.

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CARRIERE E POLTRONE

Scuole, alberghi, città: chi entra e chi esce In questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende marchigiane ed enti pubblici

L’ex preside Donzelli riorganizzerà la rete scolastica osimana Il professor Nazzareno Donzelli, già dirigente scolastico dell’Itcg “Corridoni-Campana”, è stato scelto dall’amministrazione comunale di Osimo per riorganizzare la rete scolastica del Comune di Osimo, formata da tre istituti comprensivi, a distanza di cinque anni dalla loro istituzione.

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Falconara, rimpasto in giunta Un nuovo assessore in arrivo nella giunta comunale di Falconara Marittima, guidata dal primo cittadino Goffredo Brandoni: Clemente Rossi al posto di Loriano Petri. Le deleghe sono sicurezza, viabilità, polizia municipale e protezione civile.

Pompili all’associazione albergatori Luciano Pompili, albergatore di San Benedetto del Tronto, è stato eletto all’unanimità nuovo presidente di Federalberghi Marche. Succede al senigalliese Otello Baldini.


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CONTRIBUTI E BANDI MARCHE > BANDO A FAVORE DEI DISTRETTI INDUSTRIALI E PRODUTTIVI “Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 07/05/2010 – Favorire l’integrazione delle filiere, le reti d’imprese e le aggregazioni” Contributi in c/Capitale (limite max. di investimento € 450.000) per Consorzi, Contratti di rete e altre forme associative. Realizzare una forte azione sistemica tra le diverse aree distrettuali, filiere produttive e reti d’impresa, promuovendo l’offerta di servizi avanzati. SCADENZA AL 08/04/2011 > PROVINCIA DI PESARO-URBINO “Incentivi alle PMI per spese di consulenza” Contriubuto a fondo perduto (75% spese ammissibili MAX 12.000) per spese di consulenza e check-up aziendali finalizzati a diagnosi organizzativo/ gestionale e di posizionamento strategico delle PMI, favorire l’introduzione di innovazioni e la qualificazione dei modelli produttivi. SCADENZA AL 30/06/2011 > POR MARCHE FERS 2007/2013 “Legge 598/94 – Innovazione dei processi aziendali rivolto alle PMI” Contributi in c/Capitale (30% dell’investimento per Consulenze e servizi e max.20% per Immobilizzazioni materiali e immateriali) per PMI, Consorzi, Contratti di rete e altre forme associative. La misura intende promuovere il “made in italy”, la sostenibilità ambientale, il rafforzamento della funzione commerciale e dell’organizzazione aziendale. SCADENZA AL 08/04/2011 > POR MARCHE FERS 2007/2013 “Legge 598/94 art.11 – Ricerca Industriale e Sviluppo sperimentale rivolto alle PMI” Contributi in c/Capitale (35% dell’investimento) e in c/ Interessi (max.10% delle spese ammissibili, a tasso 0%) per PMI, Consorzi, ATI e Contratti di rete. La misura intende promuovere la ricerca

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industriale e lo sviluppo sperimentale al fine di favorire l’innovazione di prodotto e promuovere il capitale umano. SCADENZA 28/03/2011 > POR FSE 2007/2013 “Prestito d’onore regionale per la creazione di nuove imprese” Concessione di un finanziamento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A.(max 50.000 euro – t.rif. 3,20%) da restituire in 6 anni e da utilizzare per fare fronte alle spese di costituzione, agli investimenti e alla gestione della nuova iniziativa economica; è ammissibile la costituzione di nuove attività d’impresa in tutti i settori di attività, ad esclusione dell’agricoltura e dell’industria del carbone. É ammissibile anche la rilevazione di un’attività già esistente purché non gestita da familiari. SCADENZA 31/12/2011 > FONDI DI GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO “Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzionati” LEGGE 949/52 - contributo in c/interessi per le operazioni di credito artigiano (finanziamento MIN 10.329,14 MAX 500.000 euro, tasso agevolato fino al 70% t.rif.) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 2% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia. LEGGE 240/81 - contributo in c/canoni per le operazioni di locazione finanziaria da parte delle imprese artigiane (finanziamento MIN 10.329,14 - MAX 350.000 euro, tasso agevolato pari al 60% t.rif) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 1,5% del finanziamento se garantito da una coop. artigiana di garanzia BANDO APERTO EMILIA ROMAGNA > POR FESR 2007/2013 “Accreditamento istituzionale delle strutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico della regione Emilia-Romagna” É aperta la procedura di presentazione delle domande di accreditamento Possono

presentare domanda di accreditamento le Strutture espressamente dedicate, e aventi come ambito prevalente di attività la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, costituite da Università (anche attraverso loro centri), enti di ricerca, altri organismi di ricerca pubblici e privati oppure costituite presso imprese. SCADENZA IL 30/06/2011 > REGIONE EMILIA – ROMAGNA “Fondo di cogaranzia regionale per l’accesso al credito delle imprese” Il Fondo presenta garanzie per le imprese (50-80% finanziamento erogato max. 1.500.000 euro) a fronte delle seguenti operazioni: a) finanziamenti chirografari o assistiti da garanzia reale o aperture di credito, di durata non superiore a 120 mesi b) locazioni finanziarie immobiliari e mobiliari di durata non superiore a 120 mesi effettuate per i progetti di investimenti c) operazioni di factoring di durata non superiore a 120 mesi BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE “Sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio” Accordo sottoscritto dalla Regione Emilia Romagna, dal Ministero dell’Economia, dall’ABI e dalle Associazioni imprenditoriali per la sospensione dei pagamenti delle PMI nei confronti del sistema bancario, compresi quelli relativi leggi/interventi/misure di incentivazione regionale. BANDO APERTO > LEGGE 49/1985 “Fondo di rotazione FONCOOPER” Finanziamenti agevolati (max. 500.000 euro) in favore di società Cooperative per la realizzazione di progetti finalizzati all’aumento della produttività o dell’occupazione, alla valorizzazione dei prodotti, alla razionalizzazione del settore distributivo, alla realizzazione o acquisto di impianti nel settore della produzione e della distribuzione del turismo e dei servizi, alla ristrutturazione e riconversione degli impianti. BANDO APERTO

> WE TECH OFF “Bando per la creazione di imprese innovative” Progetto per l’erogazione di servizi a favore di gruppi portatori di idee imprenditoriali e start-up tecnologiche nelle fasi di incubazione e avvio dell’attività. SCADENZA 31/12/2011 > FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA “Rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finanziamenti erogati da banche convenzionate” Garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo termine. > CCIAA DI BOLOGNA “Contributi c/capitale per partecipazione a fiere e mostre all’estero” Contributi a fondo perduto (spesa min. 2.000 € contributo MAX. 7.500 €) al fine di incentivare i processi di internazionalizzazione delle imprese della provincia di Bologna. BANDO APERTO > CCIAA DI PARMA “Contributi per la sicurezza alimentare” Contributi a fondo perduto (25% spese ammissibili – MAX 3.000 €) al fine di sostenere le imprese che decidono di ottenere certificazioni nel settore agro-alimentare. BANDO APERTO “Contributi per la creazione e il consolidamento di nuove imprese ” Contributi a fondo perduto (50 – MAX 3.000 €) finalizzati a finanziare le future neo imprese nelal fase precedente l’avvio effettivo dell’attività imprenditoriale. BANDO APERTO “Contributi per la realizzazione di un check-up economicofinanziario-gestionele” Contributi in c/capitale (50% spese ammissibili – MAX 7.000 €) al fine di sostenere le PMI nel migliorare le proprie performance e le condizioni di accesso al credito. BANDO APERTO “Contributi per la partecipazione


a fiere e mostre specializzate” Contributi nella misura Max. del 40% delle spese ammissibili fino ad un contributo Max. di 4.200 € al fine di favorire la partecipazione a fiere e mostre specializzate. BANDO APERTO “Contributi per la formazione continua delle imprese” Contributi nella misura di 1.000 € a partecipante, pari al 25% dei costi del corso, al fine di favorire lo sviluppo economico, sociale e produttivo della provincia. BANDO APERTO “Contributi per la realizzazione di iniziative di promozione e pubblicità sui mercati esteri” Contributi nella misura del 25% fino max. 2.500 €, allo scopo di favorire azioni di promozione e comunicazione finalizzate a rafforzare la presenza delle imprese su specifici mercati esteri. BANDO APERTO “Contributi per la sicurezza e la tutela della salute negli ambienti di lavoro” Contributi nella misura del 25% delle spese per singolo intervento pari a Max. 1.500 € al fine di favorire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. BANDO APERTO “Contributi per l’introduzione di sistemi di gestione per la certificazione aziendale” Contributi nella misura massima del 25% delle spese per singola certificazione fino ad un max. di 3.000 € ognuna al fine di stimolare processi di innovazione organizzativa. BANDO APERTO “Contributi a favore delle iniziative di consorzi di imprese” Contributi fino al 50% della spesa fino ad un Max. di 20.000 € al fine di promuovere le realtà consortili della provincia e le attività da esse svolte a favore degli associati. BANDO APERTO “Contributi per la costituzione e lo start up di consorzi e cooperative” Contributi nella misura del 30% del costo di attrezzature per lo start up fino ad un max di 1.800 €; il contributo copre

interamente l’ammontare delle spese di costituzione. BANDO APERTO

BANDO APERTO

> CCIAA DI RAVENNA “Contributi per il miglioramento dell’accessibilità e della fruibilità delle attività e dei servizi” Contributi nella misura massima del 30% delle spese ammissibili sino ad un massimo di 3.000 € al fine di sostenere la realizzazione di progetti di investimento volti alla rimozione degli ostacoli che impediscono la mobilità all’interno delle attività per le persone in condizioni di disagio fisico e motorio. SCADENZA 30/04/2011

> REGIONE ABRUZZO “Contributi per le imprese artigiane LEGGI: 240/81 e 949/52”

> CCIAA DI RIMINI “Contributi per realizzazione di iniziative che abbiano come scopo la promozione del territorio e dell’economia provinciale” Contributi nella misura massima del 40% delle spese ammissibili in relazione alla pertinenza con i programmi d’intervento. BANDO APERTO

> PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 “Programma regionale di Consolidamento delle passivita’ a breve”

> CCIAA DI FERRARA “Contributi in c/interessi per PMI giovanili” Interventi di credito agevolato finalizzati a operazioni di patrimonializzazione e consolidamento del debito (patrimonializzazione: 5% su Max. 10.000 €; consolidamento del debito: 2,5% su Max. 5.000 €). BANDO APERTO > CCIAA DI RIMINI “Contributi per realizzazione di iniziative che abbiano come scopo la promozione del territorio e dell’economia provinciale” Contributi nella misura massima del 40% delle spese ammissibili in relazione alla pertinenza con i programmi d’intervento. BANDO APERTO > CCIAA DI FERRARA “Contributi in c/interessi per PMI giovanili” Interventi di credito agevolato finalizzati a operazioni di patrimonializzazione e consolidamento del debito (patrimonializzazione: 5% su Max. 10.000 €; consolidamento del debito: 2,5% su Max. 5.000 €).

ABRUZZO

Contributi in c/interessi (spesa ammissibile max. 500.000 euro, contributo dal 35% al 100% tasso di riferimento) e in c/ canoni (max 500.000 euro, dal 35% al 100% t.rif.) per attività di ammodernamento, ampliamento e ristrutturazione di immobili ovvero acquisti di macchinari o materiale. FINO AL 30/06/2011

I debiti bancari a breve delle Piccole e Medie imprese abruzzesi, con scadenza entro i 12 mesi (ad esempio anticipi su fatture, scoperti di conto corrente), potranno essere consolidati in un finanziamento a cinque anni, il cui importo non potrà superare i 250mila euro. Il contributo spettante alle imprese è pari al 100% del tasso di riferimento indicato e aggiornato con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico (che dal 1 ottobre 2009 è del 2,45%). BANDO APERTO NAZIONALE > DELIBERA CIPE 110/2008 “Aiuti di Stato per imprese in difficoltà” Salvataggio o ristrutturazione delle imprese in difficoltà attraverso la concessione di garanzia statale sui finanziamenti bancari contratti dalle imprese stesse BANDO A SPORTELLO dal 5 LUGLIO 2010 > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Modalità di intervento nel capitale di rischio delle PMI” Partecipazione di risorse pubbliche in operazioni finanziarie che saranno proposte e gestite da soggetti intermediari (banche e intermediari finanziari). Gli interventi saranno

mirati alle fasi iniziali della crescita delle imprese e nelle fasi di espansione, nel rispetto delle norme in materia di intermediazione finanziaria e di aiuti di stato. Le forme tecniche di intervento previste sono: a) Sottoscrizione di quote di fondi di investimento mobiliare di tipo chiuso (max. 50% ammontare complessivo fondo investimento) b) Coinvestimento in fondi di garanzia gestiti dai soggetti intermediari (max. 50% importo investito. Copertura pubblica perdite sottostanti:max.50% inv. garantiti) c) Strumenti finanziari in favore dei soggetti intermediari, destinati all’acquisizione di partecipazioni nel capitale di rischio delle PMI (max.50% importo investito) I BANDI SARANNO EMANATI DAI VARI ENTI CHE INTENDANO EROGARE AIUTI ALLE IMPRESE > MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI “Bando a sostegno dell’inserimento occupazionale” Contributi per l’inserimento occupazionale a favore di micro e piccole imprese dell’artigianato e del commercio (turismo). Il massimo erogabile per ogni impresa richiedente il contributo è fissato in 25.000 euro. Il contributo all’inserimento occupazionale, avente natura di integrazione del salario lordo annuo convenzionalmente calcolato su 12 mesi a decorrere dalla data di assunzione/trasformazione, può essere al massimo di 5.000 euro per ogni lavoratore. SCADENZA 31/03/2011

Aldo Bruno, Enrico Picchio, Michele Sasso, Alessandro Stecconi, Marco D’Ascanio, Francesco De Nicola Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com

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CONSULENZA

La Media Conciliazione L’arte e la scienza di facilitare la risoluzione delle controversie civili e commerciali di R. Picozzi

Come è ormai noto, il 20 marzo 2011 è entrato in vigore l’obbligo per determinate materie di avviare preventivamente la procedura di mediazione. Le materie obbligatorie sono: 1. Diritti reali 2. Eredità e patti di famiglia 3. Affitto 4. Contratti assicurativi, bancari e finanziari 5. Risarcimento danni da responsabilità del medico 6. Risarcimento danni per diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo pubblicitario Originariamente l’obbligatorietà del procedimento di mediazione, era prevista anche per le controversie in materia

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di “condominio” e di “circolazione veicoli e natanti”, ma il decreto “mille proroghe” ha disposto, limitatamente ad esse, una proroga di 12 mesi. Ciò premesso, in questi ultimi anni nel nostro Paese ed altrove si è parlato e discusso molto della c.d. Alternative Dispute Resolution, comunemente menzionata mediante l’acronimo ADR, e non solo al fine di comprenderne le caratteristiche, ma anche come alternativa per tentare di risolvere almeno due dei problemi che affliggono la giustizia civile, ovvero la lunga durata del processo e l’eccessivo numero di cause. Un altro profilo considerato è stato quello dell’elevato costo dell’accesso alla giustizia, specialmente in altri Paesi europei. Nel 2008 sulla mediazione è intervenuta una Direttiva Comunitaria (la n. 52 del 21 maggio 2008), la quale aveva come proposito proprio quel-


lo di “facilitare l’accesso alla risoluzione alternativa delle controversie” e “promuovere la composizione amichevole delle medesime incoraggiando il ricorso alla mediazione e garantendo un’equilibrata relazione tra mediazione e procedimento giudiziario”. La delega contenuta nella Legge 69/2009 si è inserita appunto nel solco della Direttiva Comunitaria. La dichiarata finalità deflattiva del contenzioso si può immediatamente percepire come assai ambiziosa, se si considera che in Italia non può dirsi ancora formata una vera e propria cultura dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, spesso visti con scarsa fiducia non tanto e non solo dagli operatori del diritto ma dagli stessi utenti. Ecco che la nuova normativa di mediazione si propone anche di contribuire alla diffusione di tale cultura, impegno

da tempo fatto proprio dalle istituzioni forensi nazionali e territoriali. Ciò che distingue la mediazione ora regolamentata è un aspetto non certo marginale, che costituisce probabilmente la più importante (e più discussa) novità: l’obbligatorietà della mediazione in alcune materie. Vi è il rischio allora che la finalità deflattiva a qualunque costo faccia passare in secondo piano il vero “valore aggiunto” della conciliazione, vale a dire la composizione sul piano degli interessi e non dei diritti, quale dovrebbe essere nell’ottica di un prospettiva “facilitativa” e non “aggiudicativa” dell’istituto, che è suggerita tra l’altro dal chiaro riferimento portato dall’art. 11 della citata Direttiva n. 52. Nella conciliazione (oltre i costi ridotti e la rapidità della procedura), si abbandonano le logiche negoziali tradizio-

nali e processuali fondate sull’argomentazione di una richiesta iniziale, motivata in fatto e in diritto, e sulla sua più o meno strenua difesa dei propri interessi, per concentrarsi invece sui bisogni delle parti in lite e sulla via migliore per soddisfarli, prescindendo da soluzioni necessariamente fondate sul diritto. Conciliare, dunque, significa cercare di raggiungere un accordo spingendosi oltre la mera rappresentazione di posizioni ritenute (più o meno) fondate, alla luce di come sono andati i fatti nel passato. Il passo qualificante che occorre fare è quello di abbandonare la negoziazione trincerata sulle posizioni (voglio 100 perché è mio diritto avere 100) per scandagliare i bisogni e gli interessi sottostanti e le soluzioni realistiche che guardino al futuro (perché voglio 100? Ho concrete possibilità di ottenerlo? Se si, a che

costi? C’è un’altra soluzione che potrebbe ugualmente soddisfare il mio interesse?). In conciliazione, si abbandona il confronto muro contro muro (che, inevitabilmente, lascerà sul campo vincitori e vinti) e si cerca di allargare la torta sulle possibili soluzioni negoziali che consentono ad entrambe le parti di ottenere un risultato soddisfacente. Davanti a un Giudice o all’Arbitro, non si può pretendere di ottenere soddisfazione per entrambe le parti. In giudizio e in arbitrato si attribuisce il potere di decidere il torto e la ragione a un terzo che, nell’esercizio delle sue funzioni, stabilirà un vincitore e un vinto. Al contrario, nella conciliazione le parti mantengono fino alla fine la disponibilità dell’esito finale della controversia. Fino alla fine, contrariamente a quanto accade nel giudizio e nell’arbitrato, i liti-

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CONSULENZA

ganti hanno la possibilità di alzarsi dal tavolo delle trattative e dire: “Basta, così non mi sta più bene!”. E in molti casi, l’unica e ultima occasione (prima di andare in giudizio se la conciliazione fallisce) che le parti hanno di decidere in modo autonomo come andrà a finire la controversia. È una possibilità unica nel panorama dei sistemi di risoluzione delle controversie. L’ultimo ma, in alcune circostanze, più importante aspetto della conciliazione è che la stessa contribuisce a preservare i rapporti tra le parti, tanto di natura umana che di natura commerciale e di consentire il mantenimento dei rapporti per il futuro. In conclusione, la conciliazione: 1. Favorisce il dialogo e la comunicazione aiutando la negoziazione condotta dalle parti e mutandone le dinamiche 2. Sfrutta le tecniche di negoziazione per facilitare il raggiungimento dell’accordo; 3. Sposta l’attenzione delle parti dalle posizioni basate sui fatti del passato ai bisogni e agli interessi del presente e del futuro; 4. Favorisce un’analisi di realismo sul proprio caso e sulle soluzioni prospettate; 5. “Allarga la torta” delle possibili soluzioni aumentando le scelte e le opzioni di risoluzione; 6. Dà spazio alle emozioni e consente di superare blocchi emotivi; 7. Aiuta a ricostruire i rapporti tra le parti.

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ACQUISIZIONI / CESSIONI

ACQUISIZIONICESSIONI

di aziende e attività commerciali by SIDA Corporate Finance

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RIVIERA DEL CONERO Cedesi, compreso l’immobile, attività alberghiera di pregio sul mare, con annesso stabilimento balneare. Clientela turistica e business (Cod. 010)

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ITALIA Importante gruppo industriale, operante nel settore della componentistica per elettrodomestici ed automotives, è interessato ad acquisizioni di aziende operanti sul territorio nazionale in settori equivalenti od analoghi (Cod. 018) MARCHE – ANCONA Cedesi stabilimento industriale di mq 14.000, in ottima posizione strategica e di visibilità (Cod. 020)

PUGLIA Prov. FG – Azienda di produzione di divani di fascia medio–alta, dotata di moderne attrezzature ed impiantistica industriale, fatturato consolidato, ricerca partners (Cod. 021)

MARCHE Affittasi palazzina uffici mq 500+500 in ottime condizioni strutturali, ottima visibilità e posizione fronte strada, sita in località Camerano (AN), vicinanze autostrda (Cod. 015)

MOLISE Cedesi o Affittasi stabilimento industriale in ottime condizioni di mq 9.000, predisposto all’installazione di impianti fotovoltaici, attualmente affittato. Prov. CB (Cod. 014)

MARCHE Cedesi quota maggioritaria di importante azienda vitivinicola marchigiana, con BRAND di rilievo internazionale. OTTIME PROSPETTIVE DI RENDIMENTO (Cod. 011)

MARCHE – ANCONA Realtà storica del settore tipolitografico, ricerca acquirente o partner. Clientela consolidata (Cod. 016)

CENTRO ITALIA Cercasi partners industriali e/o finanziari per azienda operante nel settore della produzione di distillati per liquori (cod. 024)

MOLISE Prov. CB – Termoli - Cedesi azienda operante nel settore della carpenteria metallica, dotata di robot industriali e di un ottimo livello di automazione. Fatturato consolidato (cod. 022)

MARCHE Prov MC – Azienda di ottimo posizionamento commerciale, operante nel settore delle macchine e attrezzature per palestre ricerca partners industriali e/o finanziari (cod. 023)

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PUGLIA Prov. FG – Cedesi o Affittasi stabilimento di mq 20.000 con autorizzazioni per impianti fotovoltaici da destinare ad attività logistica. Annessa palazzina uffici di mq 1.000 ca. Vicinanze autostrade e polo industriale di Melfi (Cod. 017) ROMANIA Cedesi importante realtà dell’industrial packaging a capitale italiano, economicamente e finanziariamente interessante, con mercato europeo di elevati standard qualitativi (Cod. 012) Aziende di rilievo nazionale operanti nei settori meccanica, alimentare, arredamento, prodotti per l’edilizia, stampaggio materie plastiche, oggettistica d’arredo, abbigliamento, ricercano partner industriali per realizzare progetti sinergici finalizzati alla creazione di reti d’impresa (cod. 026)

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CONSULENZA

Le opportunità lavorative nel turismo: l’operatore booking Il turismo, settore che non conosce crisi, è anche fonte di opportunità di lavoro e di crescita professionale

L

a situazione economica delle aziende italiane ha comportato negli ultimi anni una ripresa del tasso di disoccupazione. I dati che i mass media, puntualmente, comunicano sono allarmanti: quando ci si sofferma sulla percentuale di giovani senza lavoro, essi diventano addirittura impressionanti. Tuttavia, vi sono settori che crescono e realtà che cercano personale, offrendo possibilità di formarsi ed accrescere la propria professionalità, e comunque di entrare dalla porta principale nel mondo del lavoro, senza aspettare che il lavoro perfetto, in linea con le aspirazioni giovanili o chissà quale principio, ci cada dal cielo, quasi per grazia ricevuta. Nel web, i siti che offrono posti di lavoro propongono spesso offerte riguardanti l’operatore booking. Questa figura professionale è determinante per la riuscita di una buona

stagione di un tour operator. L’operatore booking, molto spesso, sta a contatto con l’agenzia di viaggio e anche direttamente con il cliente finale, ovvero l’utilizzatore del pacchetto viaggio. A seconda della strategia commerciale adottata dal tour operator per cui lavora, tale figura professionale si rapporta con determinati attori della filiera del turismo e svolge funzioni, in definitiva, commerciali: proponendo soluzioni e arrivando alla prenotazione del viaggio. Buon eloquio, capacità di ascolto attivo, conoscenza dei cataloghi sono le caratteristiche che devono contraddistinguere un buon operatore booking, unitamente alla condizione necessaria di essere dotati di forte capacità di empatia. Chi vende un viaggio, vende prima che il prodotto, un’emozione. Il viaggio, per il turista, non inizia dal checkin dell’aeroporto, ma sin dal

momento della prenotazione. Saper coinvolgere il cliente da un punto di vista emotivo e riuscire a comunicare la convergenza tra le aspettative del potenziale viaggiatore e le caratteristiche del prodotto offerto è la mossa vincente per vincere la concorrenza di altri operatori del turismo. Molto spesso, quindi, non è la leva del prezzo a determinare l’acquisto o meno del pacchetto turistico. Un mestiere che può di conseguenza condurre ad una crescita all’interno delle strutture di riferimento. Un possibile trampolino di lancio e una scuola di formazione professionale completa, a prova di alibi per chi non trova lavoro.

Alberto Tenan Area Risorse Umane Gruppo Sida a.tenan@sidagroup.com Tel. 071.28521

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BORSA

Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate

Biesse

Indesit Ord.

Segmento: Star Performance 1 anno: + 3,67 % Performance 1 mese: + 7,70 %

Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: - 8,44% Performance 1 mese: - 3,16%

Trend:

Trend:

segnare una performanIl titolo BIESSE continua a crescere, facendo ce rispetto al mese precedente dell’ordine del 7%. In termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione negativa del -1,31% sulle rilevazioni di metà marzo, ovvero il titolo ha fatto peggio del mercato. I volumi sono pari a 30 mila pezzi scambiati, un valore inferiore alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve incerto.

Leggera flessione per il titolo INDESIT COMPANY, che ha visto ridurre il prezzo di circa il 3% su base. In termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione positiva dello 0,54% sulle rilevazioni di metà marzo, ovvero il titolo ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 310 mila pezzi scambiati, un valore inferiore alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.

TOD’S

ELICA

Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: + 63,52% Performance 1 mese: + 5,49%

Segmento: Star Performance 1 anno: - 19,63% Performance 1 mese: - 8,43%

Trend:

In crescita continua il titolo TOD’S, che vede incrementare il valore delle sue azioni. Inoltre la performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB registra una variazione positiva dello 0,57% rispetto alle rilevazioni di metà marzo, facendo meglio della media di mercato. I volumi sono risultati pari ad oltre 120 mila pezzi scambiati, un valore che manifesta una diminuita partecipazione degli operatori, e indica il probabile avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.

Trend:

rilevazione di marzo 2011 Lieve flessione per il titolo ELICA, che nella fa registrare un calo di 19 €/cent per azione sul mese precedente. In termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione positiva dello 0,56% rispetto alle rilevazioni di metà marzo. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a oltre 115 mila pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend al rialzo.

Poltrona FRAU Segmento: Star Performance 1 anno: + 11,66% Performance 1 mese: - 7,19%

Trend:

FRAU con un trend abbaSostanzialmente stabile il titolo POLTRONA stanza lineare da inizio anno; in termini di performance relativa rispetto all’indice FTSE MIB, si registra una variazione positiva dell’1,74% sulle rilevazioni di metà marzo. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. I volumi sono risultati pari a 59 mila pezzi scambiati, un valore però inferiore alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente del mercato. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve in discesa. 58

Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521


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EDILIZIA

LE AZIONI DEL COLLEGIO COSTRUTTORI NELLA CRISI Paolo Alessandroni, Presidente del Collegio Costruttori della Provincia di Ancona: “Il clima di sfiducia del settore delle costruzioni è da tempo una condizione permanente, oggi aggravato dal fatto che le imprese, dopo due anni di ‘resistenza’, sono fortemente indebolite dal punto di vista patrimoniale e finanziario, e non vedono i segnali di una svolta, né a breve né a medio termine. In questo quadro il Collegio ha rafforzato l’azione sia di assistenza ai singoli soci sia di rappresentanza dell’interea categoria.”

L

’edilizia privata (intesa come case da vendere), si muove su livelli di produzione di circa il 40 per cento inferiori a tre anni prima: proprio di questi giorni la notizia che i dati delle compravendite di case, nel terzo trimestre 2010, dopo una prima parte dell’anno che segnava una timida ripresa, sono tornati a calare rispetto all’analogo periodo del 2009, che già evidenziava una depressione della domanda. Gli appalti pubblici vedono ridotto non solo il flusso di stanziamenti (35 per cento circa), ma vedono poi la spesa effettiva ridotta di un 35 per cento medio, corrispondente ai ribassi folli che vengono praticati nelle gare; i corrispettivi effettivi infine non vengono pagati, causa “Patto di stabilità”. Come Collegio dei Costruttori stiamo operando sia nell’emergenza, affrontando richieste singole di aiuto o di assistenza da parte dei soci, come è accaduto per problematiche con il sistema

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bancario per la disapplicazione di spese e commissioni illegittime, sia per problemi di carattere edilizio ed urbanistico, sull’applicazione della normativa sui rifiuti, sulla sicurezza, sulla privacy, ed infine per i risarcimenti per l’alluvione. Ma è aumentato anche il nostro volume di attività sui temi di maggiore attualità; in primo luogo il Piano Casa, cioè la legge sugli ampliamenti edilizi. Dopo aver ottenuto una riforma che amplia notevolmente le possibilità di applicazione rispetto alla precedente legge del 2009, che si era dimostrata priva di effetti, stiamo attrezzando un punto di consulenza aperto anche alle richieste dei cittadini e di tutti gli operatori, oltre che delle imprese, proprio per dare la massima spinta all’applicazione della legge, che ha il pregio di orientare il risparmio privato verso l’investimento nel “bene casa”, in chiave anticrisi. Purtroppo ci scontriamo con

l’atteggiamento restrittivo di tanti Comuni, alcuni dei quali stanno di fatto ostacolando l’applicazione della legge. Molti hanno poi piani regolatori e norme preesistenti che ostacolano l’operatività dei benefici della legge. Stiamo provando ad esempio a modificare l’atteggiamento del Comune di Ancona, che impedisce di modificare la destinazione d’uso di edifici produttivi dismessi che si trovino in aree residenziali, bloccando di fatto l’applicazione di una parte importante della legge. In tal modo non si incentiva il recupero e la trasformazione di veri e propri ruderi, che continuano a dequalificare l’ambito urbano nel quale sono collocati. Affronteremo in un incontro sul nuovo regolamento dei lavori pubblici - che entrerà pienamente in vigore a giugno - le molte innovazioni che esso introduce rispetto alle norme precedenti. In tema di lavori pubblici stiamo lavorando per


introdurre, negli appalti pubblici, alcune semplici regole: nei lavori sino a 500.000 euro chiediamo alle amministrazioni di invitare il più possibile discrezionalmente le imprese del territorio; le norme lo consentono e nelle altre regioni è prassi generalizzata. È assurdo che alle nostre imprese sia precluso agire fuori regione, mentre il nostro territorio è terreno di conquista di imprese esterne. Questa crisi sta dimostrando che la tutela del sistema di Pmi, che da sempre abbiamo considerato una ricchezza, passa soprattutto attraverso la tutela dei mercati “locali”, nei quali le piccole e medie imprese essenzialmente si muovono. In realtà l’accentuazione della concorrenza sta portando a fenomeni che stanno distruggendo l’economia più sana; come si fa a concorrere in gare affollatissime in cui si praticano ribassi di oltre il 50

per cento, e come si fa a fare questi prezzi rispettando le regole? Nei lavori più importanti occorre invece svolgere sistemi di gara che privilegiano la qualità dell’offerta, e quindi anche dell’impresa, che viene stimolata ad attrezzarsi e a migliorarsi. Basta quindi con i massimi ribassi! Stiamo seguendo naturalmente tutti gli altri temi che risultano strategici per la categoria, in prospettiva: l’Housing sociale per la realizzazione di alloggi a basso costo per i nuclei familiari a basso reddito; l’urbanistica, spingendo per l’approvazione di una nuova legge sul governo del territorio, che potrebbe assumere la valenza di un vero strumento di progresso economico. Tutti abbiamo capito che lo sviluppo edilizio non può più consumare sempre ed ancora nuovo suolo, pur senza escluderlo del tutto. Occorre quindi partire dalla considerazione che il patrimonio edilizio esi-

stente è per almeno il 95 per cento inadeguato dal punto di vista sismico ed energetico, e non risponde alle mutate esigenze della gente. Il mercato delle costruzioni, per il futuro, dovrebbe essere orientato al recupero e alla riqualificazione degli edifici come degli ambiti urbani, mediante appositi strumenti, come i programmi di riqualificazione urbana. Lo stesso “piano casa” indica uno strumento di stimolo molto efficace rappresentato dal bonus volumetrico. Una legge sul governo del territorio può avere importanti effetti nell’attivazione di tale processo, fornendo strumenti adeguati a tali obiettivi. Appare poi evidente che una politica fondata sul recupero più che sul consumo di nuovo suolo possa coniugare gli interessi di chi produce con quelli di chi ha come priorità la tutela del paesaggio e del territorio. L’attività del Collegio si sta

orientando verso l’internazionalizzazione attraverso la creazione di momenti di riflessione e incontro, almeno con i Paesi a noi più vicini, ove le opportunità di lavoro che questi offrono, possono rappresentare in questo momento di crisi una nuova “frontiera”. Recentemente, appoggiando l’iniziativa dell’ANCE Nazionale di una “mission” in Croazia con la collaborazione con l’ICE di Zagabria, il Collegio ha organizzato il Forum “Dalle Marche alla Croazia, un mare di opportunità”, in cui si illustravano le opportunità e i problemi più frequenti per le imprese che operano o che vorrebbero operare in questo Paese. È stata anche un’occasione di incontro per le imprese per “fare gruppo” e per avviare contatti con le Autorità Locali.

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SPECIALE: SPORT MODA &&FITNESS FITNESS

L’UOMO CHE NON SA

I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Muhammad Ali, Pugile 62


È U N ’ A U T O M O B I L E D I C U I S I S A R E B B E I N N E S TATA S E M P R E E S O LTA N T O L A P R I M A

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J. Giraudoux

CORRERE, SALTARE, NUOTARE


SPECIALE: SPORT & FITNESS

L’Italia in movimento Qual è il mercato del fitness in Italia? E il grado di preparazione di tecnici, personal trainer e laureati in scienze motorie?Lo abbiamo chiesto al Professor Pierluigi De Pascalis - docente universitario ed autore di numerose pubblicazioni in tema di fitness, personal trainer e sport - di cui pubblichiamo il presente articolo

ual è la situazione del fitness in Italia? Spesso ci si chiede come sia strutturato sotto il profilo delle possibilità lavorative il settore del fitness, quali prospettive offra, chi è tecnicamente la persona che lavora per fornire un valido supporto ai tanti fruitori che affollano palestre e fitness center della penisola. Quali sono i percorsi formativi che danno maggiori probabilità di collocarsi nel mondo del lavoro, e qual’è il reale grado di preparazione di chi si propone come guida nel raggiungimento di un miglior grado di benessere fisico e, ovviamente, anche di un aspetto estetico più aderente ai canoni odierni? In altri termini: conviene cercare di inserirsi in questo settore lavorativo? E ancora, ci si può realmente fidare degli attuali operatori e professionisti del fitness? Per cercare di fare luce su questi aspetti occorre consultare un po’ di dati statistici e ricerche di settore.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Leggiamo alcuni numeri Secondo i dati forniti dall’Istat nel giugno 2009 (“università e lavoro: orientarsi con la statistica”) il panorama generale, con riferimento ai laureati italiani, permette di affermare che il 73,2 per cento di loro ha trovato un impiego entro tre anni dal conseguimento del titolo, tenuto conto sia dei laureati con laurea triennale che di quelli con laurea specialistica o a ciclo unico. Tuttavia i laureati con titolo specialistico hanno un livello maggiore di impiego di tipo continuativo, pari al 56,1 per cento contro il 48,5 per cento dei possessori di laurea triennale. Questa la situazione in generale, ma come si collocano i laureati in Scienze Motorie rispetto alla media? Presto detto: il 45,8 per cento dei possessori di laurea specialistica o a ciclo unico (quadriennale vecchio ordinamento), risultano impiegati. Un valore ben al di sotto del 73,2 per cento di media citato poc’anzi. Il dato tuttavia può trarre in inganno. Un tasso di occupazione così basso è giustificato dal fatto che, in realtà, buona parte di chi è iscritto presso la Facoltà di Scienze Motorie inizia a lavorare prima della conclusione del ciclo di studi. Tenuto conto anche di questa fetta, il tasso di occupazione sale al 77 per cento, quindi ben al di sopra della media. A questo dato va aggiunta anche una piccola minoranza, pari allo 0,3 per cento dei laureati, che svolgono attività formative retribuite. Poco differente è la situazione di chi possiede una laurea triennale. Il livello di occupazione totale è del 77,3 per cento, di cui un 27,5 per cento trova impiego prima della conclusione del ciclo di studi. Questi dati possono essere ulteriormente affinati partendo da un’indagine diffusa dall’Università Parthenope di Napoli, sebbene condotta su un numero di rispondenti ridotto. Secondo tale ricerca il 76,99 per cento dei laureati triennali in Scienze Motorie ha avuto una o più esperienze lavorative dopo la laurea. Valore che arriva al 90,24 per cento dei laureati a ciclo unico (vecchio ordinamento), e sfiora il 100 per cento dei possessori di laurea specialistica.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Rapporto tra formazione e lavoro Essere lavorativamente occupati però, non è il solo parametro utile per comprendere il significato di una laurea. Occorre anche vedere se il lavoro coincide con le caratteristiche formative, e cioè se è coerente con quanto si è studiato. Sempre l’Istat, e sempre parlando a livello di media generale, segnala che il 68,9 per cento degli occupati con laurea specialistica, lo è in un settore per il quale il titolo conseguito è una condizione necessaria; di questi, per il 58,1 per cento tale necessità non lo è solo a livello formale, ma anche per tipologia di competenze acquisite. Tali quote scendono al 65,8 per cento per i laureati con titolo triennale, il 56,1 per cento dei quali dichiara la necessità pratica, e non solo formale, del titolo. In altri termini, una laurea specialistica offre maggiori opportunità di impiego pertinente al percorso formativo svolto. Ancora una volta, come si collocano i laureati in Scienze Motorie da questo punto di vista? Il 64,9 per cento dei laureati con titolo specialistico e il 58,3 per cento dei laureati con titolo triennale, sono impiegati in settori per i quali è indispensabile possedere un titolo di studio di tipo universitario. Di questi, secondo la citata ricerca dell’Università Parthenope, solo il 26,55 per cento dei laureati in scienze motorie con titolo triennale è impiegato in un settore pertinente col titolo di studio. Valore che sale al 58,2 per cento di chi possiede una laurea a ciclo unico in Scienze Motorie (vecchio ordinamento), e supera il 62 per cento per chi ha un titolo di tipo specialistico. Che tipo di rapporto di lavoro? Che tipo di contratto possiedono i giovani laureati? Partiamo sempre da una visione di media generale. Il 40,6 per cento dei laureati con titolo specialistico è impiegato a tempo indeterminato, contro il 42,4 per cento di chi ha una laurea triennale. Considerati i lavoratori autonomi le percentuali mutano rispettivamente in 18,8 e 9,3 per cento. Seguono i lavoratori a progetto: il 12 per cento dei laureati con titolo specialistico

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e il 13,5 per cento dei triennali. Le restanti percentuali hanno ovviamente contratti di altra natura (prestazione occasionale, contratto a termine, ecc.). Per i laureati in Scienze Motorie il 15,57 per cento del totale svolge un lavoro autonomo, il 70,06 per cento un lavoro dipendente, la restante parte utilizza altre forme di contratto. Tra chi ha un contratto di lavoro dipendente, il 16,17 per cento ha una forma contrattuale a tempo determinato, il 17,37 per cento a tempo indeterminato, il 7,19 per cento è assunto nel pubblico impiego, mentre la restante parte ha altre forme contrattuali. Veniamo ai compensi netti mensili, i quali si attestano su una media di 1.300 euro, con piccole differenze tra i laureati triennali e chi ha un titolo specialistico. Rispetto a questi dati, un laureato in Scienze Motorie dichiara di percepire mediamente 1.246 euro se in possesso di laurea specialistica e 1.184 se in possesso di laurea triennale. Il grado di soddisfazione Quanto sono soddisfatti del loro lavoro i laureati in Scienze Motorie? Il 60,8 per cento dei laureati con titolo specialistico dichiara di essere soddisfatto in quanto a stabilitĂ del proprio posto di lavoro, contro una media sul totale di tutti i laureati pari al 70,9 per cento. Il 53,3 per cento dei laureati triennali si dice soddisfatto sotto il profilo del trattamento economico, e soddisfatto anche del tipo di mansione svolta per il 90,3 per cento, contro medie sul totale di tutti i laureati che, per questi parametri, sono rispettivamente pari al 62,8 e all’88,7 per cento. In altri termini, un laureato in Scienze Motorie risulta essere molto piĂš soddisfatto delle mansioni svolte che non dello stipendio percepito. Almeno in rapporto agli altri laureati. Pierluigi De Pascalis

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Professione Personal Trainer Il sondaggio effettuato da NonSoloFitness® per ML ci racconta perché formazione e aggiornamento diventano indispensabili anche nel fitness

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ell’articolo che precede sono state esaminate le caratteristiche dei laureati in Scienze Motorie rispetto al mercato del lavoro. È possibile effettuare una disamina anche da un punto di vista differente, ossia di chi è il professionista che spesso affianca il cliente all’interno di un centro sportivo. Per rispondere a queste domande è stata utilizzata una ricerca svolta attraverso le pagine del sito di NonSoloFitness® i cui parametri e protocollo d’indagine sono spiegati successivamente. Partendo dalla base dei dati raccolti è possibile affermare che in palestre ed impianti sportivi il 20,36 per cento degli istruttori, dei personal trainer e dei tecnici è in possesso di una laurea triennale in Scienze Motorie, il 6,53 per cento è in possesso di una laurea specialistica, il 12,06 per cento è uno studente di Scienze Motorie, il 15,51 per cento è privo di laurea e ha seguito un corso di formazione di tipo non universitario, 27,33 per cento è privo di laurea e ha seguito più di un corso formativo non di tipo universitario, il 18,21 per cento lavora senza aver mai seguito neppure un corso di formazione. In altri termini, è più probabile trovarsi di fronte un istruttore privo delle benché minime competenze, fosse anche un corso federale, che un soggetto con laurea specialistica o semplicemente che abbia seguito un unico corso di tipo non universitario. È possibile poi scoprire quanti, tra i laureati che lavorano, si tiene costantemente aggiornato attraverso dei corsi specifici. Emerge che il 33,34 per cento dei laureati con titolo triennale lo fa in maniera assidua, contro il 59,37 per cento di chi possiede

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una laurea specialistica. Segno evidente che, al crescere del livello formativo, aumenta anche il desiderio di mantenere viva la propria professionalità. Occorrerebbe a questo punto avere un metro di paragone, un dato più oggettivo, per determinare il reale grado di preparazione di chi lavora nel settore del fitness, in palestra, centri sportivi, ecc. Per ottenere una valutazione di questo tipo, è stata condotta un’indagine attraverso il sito di NonSoloFitness (www.nonsolofitness.it) sottoponendo ad un questionario anonimo alcuni utenti su base volontaria. Ai dati elaborati attraverso il web, sono stati sommati quelli raccolti durante seminari e corsi di aggiornamento proposti sempre in seno a NonSoloFitness. Ad entrambi i gruppi di partecipanti (quelli in sede e quelli online) è stato sottoposto un questionario comune, avente delle domande preliminari in grado di identificare il gruppo di appartenenza del soggetto e nella fattispecie è stato chiesto di indicare: 1) Il titolo di studio (selezionando tra: laureato in Scienze Motorie – triennale; laureato in Scienze Motorie – specialistica; studente presso la Facoltà di Scienze Motorie; altro titolo di studio). 2) Eventuali corsi di formazione seguiti, di tipo non universitario (selezionando tra: uno; più di uno; nessuno). 3) Settore lavorativo (selezionando tra: lavoro in ambito sportivo; ex lavoratore nel settore sportivo; lavoro non pertinente con il settore sportivo). 4) Svolgimento di attività sportive (selezionando tra: pratica re-

golare; pratica saltuaria; nessuna attività sportiva svolta). Agli interessati è stata infine proposta una serie di domande selezionate tra falsi luoghi comuni e classiche domande che vengono poste dai clienti dei centri fitness agli istruttori e personal trainer. Il numero totale di rispondenti è stato pari a 2.848 persone; l’indagine si è svolta su un arco temporale di circa un anno. Di seguito sono riportati i risultati scaturiti per ciascuna delle domande e, in estrema sintesi, è indicata la risposta corretta. È possibile leggere con immediatezza le risposte fornite, raffrontandole sia tra soggetti con diverso iter formativo, sia con la media di chi lavora a contatto col pubblico in ambito sportivo. La scelta di inserire quest’ultima classe di paragone, che ovviamente non tiene conto del titolo di studio, nasce dalla necessità di valutare qual è la probabilità di ricevere analisi, consigli e risposte, completamente errate rispetto alla realtà dei fatti. Ovvero in che misura i temi del fitness vengono risolti da un operatore sulla base di una reale conoscenza, e in che misura invece ci si avvale di credenze che, seppur radicate e diffuse, esulano dalla realtà? Si è veramente in buone mani quando ci si affida al personal trainer di turno? Questo dato aggregato, pur non discriminando per titolo di studio, fornisce una panoramica maggiormente attendibile della situazione, poiché prende in considerazione solo quanti lavorano nel settore sportivo.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

DOMANDA N. 1 L’analisi del dato Rammarica constatare che, tra chi ha seguito più di un corso di formazione di tipo non universitario esista una percentuale di errore inferiore (22,78%) rispetto a un laureato triennale (29,46%). Ancora più grave il 19,23% di laureati con titolo specialistico che, dopo 5 anni di carriera universitaria, e decine di esami svolti, continuano a rispondere in modo errato ad una domanda francamente banale. DOMANDA N. 2 L’analisi del dato È stranamente identica la percentuale di chi risponde in maniera errata nei gruppi “laurea specialistica” e in chi ha frequentato più di un corso di tipo non universitario, pur senza essere in possesso di una laurea in scienze motorie. Tuttavia, il grado di errori in linea generale è certamente più contenuto che per altre domande del questionario. DOMANDA N. 3 L’analisi del dato A questa domanda il numero di risposte errate è tra le più elevate, segno Evidente che le campagne mediatiche delle aziende di integratori sono più penetranti rispetto alla consultazione di testi scientifici. È poi possibile segnalare una delle pecche dei programmi di studio previsti nel corso di laurea in SM dove molte materie assolutamente fondamentali, come la biochimica e la fisiologia, non prevedono quasi mai lo studio della disciplina applicato all’attività sportiva. Finendo col fornire concetti che non si sa come applicare ai casi pratici, e che spesso si traducono con il nozionismo e non con la conoscenza. DOMANDA N. 4 L’analisi del dato Gli errori nella risposta, da parte dei laureati in Scienze Motorie, sia triennale che specialistica, non fanno che confermare il problema emerso nel punto precedente, ossia la mancata coniugazione dei concetti teorici sul piano pratico. Poiché è impossibile non aver affrontato i sistemi energetici in tutte le salse nel corso dei 5 anni di studio, è incomprensibile come alcuni possano ancora attribuire all’acido lattico i dolori che compaiono a distanza di almeno 24 ore dall’allenamento.

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DOMANDA N. 5 L’analisi del dato L’andamento delle risposte corrette per questa domanda è di difficile interpretazione, considerando che i laureati con percorso triennale sembrano quelli con le idee più chiare rispetto ai colleghi della specialistica (un divario di circa 7 punti percentuali). È invece comprensibile il grado di errore di chi ha seguito solo uno o più corsi, poiché in questa categoria si registra anche il più elevato tasso di assidui praticanti di discipline sportive. Proprio in queste circostanze il conseguimento di un risultato in termini di prestazione si ritiene fortemente influenzato (se non addirittura promosso) da un integratore. DOMANDA N. 6 L’analisi del dato L’analisi delle risposte a questa domanda consente di individuare due elementi fondamentali. Un relativo buon grado di conoscenza della materia da parte di tutti, ma un tasso di errore che, seppur minimo, non può essere tollerato in un laureato in Scienze Motorie. DOMANDA N. 7 L’analisi del dato La domanda proposta affronta probabilmente argomenti poco noti: non a caso il grado di errore è alto per tutti i gruppi. Tuttavia si assiste ad una marcata diminuzione degli errori in chi ha conseguito una laurea specialistica mentre chi possiede una laurea triennale raggiunge valori pressoché identici a chi si è limitato a seguire un corso di tipo non universitario. DOMANDA N. 8 L’analisi del dato La diffusione di questo tipo di errore è particolarmente distribuita. Spesso si ritiene sia un errore veniale; tuttavia non c’è ragione per giustificare un professionista sull’errato uso della terminologia tecnica. Fortunatamente chi possiede una laurea specialistica ha un tasso di errore inferiore rispetto agli altri gruppi presi in esame, ma si tratta pur sempre di appena un terzo di risposte corrette.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS DOMANDA N. 9 L’analisi del dato Ancora una volta dall’analisi dei risultati, prima ancora che stupirsi per il numero di risposte errate, fa riflettere il sostanziale livellamento fra tutti i rispondenti e, soprattutto, tra laureati con percorso triennale, chi ha frequentato uno o più corsi di tipo non universitario, e la media degli occupati (che quindi raccoglie anche soggetti privi del minimo percorso formativo). Sempre prescindendo dal grado di errore, non conforta nemmeno il 4,55% dei laureati triennali che nel corso degli anni di studio non ha neppure avuto modo di farsi un’idea, giusta o sbagliata, in merito all’utilizzo di apparecchiature tanto diffuse come degli elettrostimolatori. DOMANDA N. 10 L’analisi del dato Quest’ultima domanda è in grado di riassumere tutti i paradossi sin qui emersi. Si può osservare un sostanziale livellamento nelle risposte corrette e sbagliate da parte di tutti i rispondenti, a prescindere dal percorso formativo. In conclusione A questo punto, sulla base delle 10 domande proposte, qual è il gruppo di partecipanti che ha gestito correttamente il maggior numero di risposte? Al primo posto vengono i laureati con laurea specialistica, o a ciclo unico (vecchio ordinamento), che hanno risposto correttamente nel 64,6 per cento dei casi; segue chi ha partecipato a più di un corso di tipo non universitario, rispondendo correttamente nel 61,22 per cento dei casi; poi i laureati con titolo triennale (risposte corrette nel 60,15 per cento dei casi; gli studenti della Facoltà di Scienze Motorie sono al 55,86 per cento, mentre chi ha seguito un solo corso non di tipo universitario ha totalizzato il 54,82 per cento di risposte esatte. Pratica regolare di attività sportiva La modalità di raccolta dei dati permette di effettuare un’ulteriore analisi, questa volta relativa a quanti, tra coloro che lavorano nel settore sportivo, sono a loro volta impegnati nella pratica regolare di un’attività fisica. Come illustra il grafico che segue, gli sportivi più assidui risultano essere coloro i quali lavorano all’interno di strutture sportive e hanno seguito più di un corso di formazione di tipo non universitario (98,77 per cento); seguono coloro i quali, privi di formazione universitaria, hanno seguito un solo corso di formazione (95,17 per cento), gli studenti del corso di laurea triennale in Scienze Motorie (90,17 per cento), gli occupati privi di qualsivoglia formazione (89,94 per cento), i laureati con titolo specialistico (88,7 per cento) e, fanalino di coda, i laureati con titolo triennale che lavorano in un centro sportivo, il 20 per cento dei quali è tecnicamente un sedentario.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS TABELLA “PRATICA REGOLARE DI ATTIVITA’ FISICA” Al termine di tutte le rilevazioni esposte, e consapevoli dei possibili margini di errore che si possono compiere quando da una rilevazione a campione (per quanto numeroso) si cerca di decodificare l’andamento generale, diventa comunque difficile tirare le somme. Di sicuro è possibile affermare che qualcosa va rivisto, sia sotto il profilo legislativo che dal punto di vista dei programmi universitari. È inconcepibile che sia universalmente riconosciuto il ruolo preventivo dell’attività fisica, per poi scoprire che quasi il 20 per cento di chi lavora in questo settore è sprovvisto di qualsivoglia titolo. Col risultato concreto che possa proporre attività e programmi fortemente rischiosi per l’incolumità del cliente che, piuttosto che abbattere i rischi connessi alla sedentarietà, si ritrova un effetto boomerang capace di creare più problemi di quanti non si aspiri a risolverne. D’altro canto non è accettabile neppure che le università conferiscano il titolo di Dottore in Scienze Motorie a studenti convinti di poter allenare distintamente addominali alti e bassi (quasi il 30 per cento dei laureati con percorso triennale e il 20 per cento di chi ha una laurea specialistica), o che non conoscano cosa si determina a seguito del rilascio di acido lattico (quasi il 30 per cento dei laureati con titolo triennale). Lo sport non è un gioco, sarebbe il caso di cominciare ad applicarsi affinché possa essere gestito con il rigore che merita.


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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Diffidate dalle imitazioni, rivolgetevi ai veri professionisti Il Professor Pierluigi De Pascalis: “Clienti di palestre e centri sportivi, attenzione a chi vi segue” di A. Tenan

Pierluigi De Pascalis si è laureato in Scienze Motorie presso l’Università di Urbino. Attualmente è responsabile della formazione e divulgazione scientifica di NonSoloFitness e, da diversi anni, professore a contratto presso il corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate, e presso il corso di laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Foggia. È autore dei seguenti libri: - A scuola di Fitness (Ed. Calzetti Mariucci) - Personal Trainer: come sceglierlo, come diventarlo (Ed. Calzetti Mariucci) - Il giovane campione. Lo sviluppo psicomotorio in età evolutiva, il ruolo della motricità (Ed. Aracne). Ulteriori informazioni e contatti sono reperibili nel sito www. depascalis.net.

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rofessore, cosa fa il personal trainer? “Segue il lavoro del cliente per tutta la durata concordata. Si inizia (o, almeno, si dovrebbe iniziare) con una valutazione delle caratteristiche del cliente, finalizzata a comprenderne anche gli obiettivi. Sulla base di tale analisi, poi, viene programmato il lavoro”. Che differenza c’è con l’istruttore classico? “Il personal trainer svolge un’attività più mirata, personalizzata. Se mi è permesso fare un paragone, è come acquistare una camicia in un negozio della grande distribuzione o farsela fare su misura… Va da sé, naturalmente, che anche i costi cambino”. Come si diventa personal trainer? “Il percorso più logico dovrebbe essere rappresentato dalla laurea in Scienze Motorie.

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Però purtroppo ciò non sempre accade, come evidenziato efficacemente dal sondaggio pubblicato in questo servizio. In altre parole: la maggioranza dei personal trainer ha seguito soltanto dei corsi di formazione, senza alcun titolo universitario”. Quindi la laurea in Scienze Motorie è una garanzia anche per i clienti? “Non sempre è così. Stiamo parlando un corso di laurea che presenta problemi piuttosto evidenti, nel senso che le maglie sono troppo larghe. Forse anche per questo, presso l’opinione pubblica il laureato in Scienze Motorie non riscuote un grande appeal”. Dove viene svolta l’attività? “Prevalentemente in palestra, ma da alcuni anni si stanno sviluppando anche dei piccoli centri sportivi che presentano innegabili vantaggi”.

Ad esempio? “Nei centri vi è un rapporto diretto tra il trainer e il cliente, quindi una maggior cura. Inoltre è un modo per favorire quelle persone che per una serie di motivi – pensiamo ad esempio all’imbarazzo dovuto all’essere sovrappeso – non vedono con simpatia le palestre”. Però per un trainer professionista i costi cambiano… “Teniamo presente che per aprire un piccolo centro sono sufficienti 120 metri quadrati e 10.000 euro di attrezzatura; per una palestra occorre una superficie di ben altra metratura, e un parco attrezzi di decine di migliaia di euro…”.


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Valentina Vezzali

“Poliziotta con il fioretto”, dieci volte campionessa del mondo, da undici anni al primo posto nel fioretto femminile: è l’atleta italiana più vincente e famosa nel mondo di A. Dachan

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alentina, benvenuta sulle pagine di Mondo Lavoro. Questo è un numero speciale, dedicato alle grandi marchigiane, di cui Lei è una straordinaria rappresentante. Come vive il fatto di essere un modello di riferimento per tante donne? “Nel modo più naturale possibile, cercando di essere sempre me stessa e di propormi come esempio positivo di come una donna possa coniugare le esigenze della famiglia con gli impegni agonistici”. Lei è salita in pedana quando aveva solo 6 anni e da allora non è più scesa: come è stato il Suo incontro con la scherma? “Ho iniziato a frequentare la sala di scherma seguendo mia sorella Natalie, che già stava ottenendo buoni risultati. Io avevo appena cinque anni e non potevo ancora ti-

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rare, ma guardavo le azioni che il maestro insegnava agli allievi e le ripetevo da sola lungo il corridoio. Il maestro Triccoli notò il mio comportamento, mi chiamò per una lezione e rimase stupito dalla rapidità con cui imparavo le azioni schermistiche, come ebbe a dire a mio padre”. Cosa ha provato quando ha preso per la prima volta in mano il fioretto? “La stessa gioia che un bambino prova quando può giocare con il giocattolo preferito, perché io la scherma l’ho presa come un gioco e quindi per me non era per niente faticosa. Anzi, quando i miei genitori volevano punirmi per qualche marachella, la punizione che più sentivo era quella di non poter andare ad allenarmi nella sala di scherma”. Lo sport è soprattutto disciplina. In che misura la scher-


ma ha influenzato il suo carattere e il suo rapporto con gli altri? “Lo sport non è solo impegnare il proprio corpo in determinati e specifici esercizi fisici, ma serve ad impegnare la mente, a forgiare il carattere ai sacrifici, alla fatica degli allenamenti finalizzati per raggiungere un obiettivo. Tutto questo ti fa comprendere fin da piccolo che il tuo essere non è privo di significato, non ti fa sentire inutile e vuoto, ma ti fa assumere la consapevolezza che la vita è bella e va vissuta con gioia, conquistando giorno dopo giorno gli obiettivi, anche se piccoli, che ci siamo prefissati nel rispetto delle regole e di quanti interagiscono con noi. Tutto questo ha avuto un effetto benefico nei rapporti della vita quotidiana”. Quando ha capito che quella sportiva sarebbe stata la sua

carriera? “Fin dai primi incontri, poiché questa disciplina sportiva mi affascina e riesce a coinvolgermi emotivamente in modo totale. Mi ha fatto conoscere la fatica dell’allenamento, i sacrifici costanti, l’amarezza delle sconfitte, ma mi ha regalato anche gioie infinite e irripetibili”. A chi dedica le sue vittorie? “Fino a qualche anno fa a mio padre, prematuramente scomparso, che sicuramente dal cielo gioisce con me. Adesso lo dedico anche a mio figlio Pietro”. Qual è l’esperienza che ricorda con più emozione? “Di episodi sportivi particolarmente belli ce ne sono stati tanti nella mia carriera, a partire dalla soddisfazione di aver vin to in una stagione agonistica tutti i titoli in palio, sia a livello italiano che

mondiale, oppure quello di aver vinto la Coppa del Mondo con tre gare di anticipo. Comunque la vittoria che ricordo con grande soddisfazione è la conquista del primo oro olimpico individuale”. Il Suo prossimo obiettivo è Londra 2012: come si sta preparando? “Con lo stesso impegno e la stessa determinazione che hanno contraddistinto tutta la mia carriera, facendo in modo di arrivare all’appuntamento in perfetta forma, sia fisica che mentale, nella speranza di poter essere io la portabandiera della delegazione italiana”. Nel 1999 è entrata a far parte del gruppo Fiamme Oro: cosa significa essere diventata “poliziotta con il fioretto?” “Io sono onorata di appartenere al Corpo della Polizia di Stato e le sono profonda-

mente grata per avermi dato quell’indipendenza economica che mi ha permesso di potermi allenare per cinque–sei ore al giorno presso la mia palestra di origine, potendo non solo proseguire l’attività agonistica, ma anche raggiungere gli obiettivi che di volta in volta mi sono prefissata, rimanendo ancorata alla mia città natale. Risultati che non solo hanno gratificato il mio Io, ma sicuramente hanno dato lustro anche alla divisa che indosso”. La scherma è uno degli sport in assoluto più eleganti e Lei ha fatto dell’eleganza un modo di essere: sulla pedana, sulla pista da ballo e persino in divisa. Come dire, mai rinunciare alla propria femminilità? “La femminilità è un elemento che deve essere sempre presente nel modo di essere di una donna. Non si acquista

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SPECIALE: SPORT & FITNESS con provocanti acconciature o capi di abbigliamento e non richiede per forza di essere belle, ma con il modo di porsi, di rapportarsi con gli altri con eleganza e signorilità”. So che di tutte le sfide che ha affrontato nel corso della Sua carriera, ce n’è una che Le ha lasciato un ricordo indimenticabile, quella con la piccola e invincibile Bebe Vio. Ce ne vuole parlare? “Bebe ha dato a tutti noi una splendida lezione di vita. La ragazzina, che praticava con successo la scherma, è stata colpita da una grave setticemia che le ha fatto perdere tutti e quattro gli arti. Due anni di dure e nuove sfide vissute con intensità giorno dopo giorno che l’hanno portata a duellare in pedana su una sedia a rotelle. Io mi sono battuta con lei, alla pari, su di una sedia a rotelle. Durante quell’incontro, ad ogni assalto venivo sempre di più stupita dalla grinta e dalla determinazione dell’avversaria; io, la campionessa olimpica con impresso nella mente il motto “non mollare mai”, di fronte a lei mi sono sentita una nullità. In quel momento sentivo che la vera campionessa era lei e lo stava dimostrando non solo con le stoccate che riusciva a mettermi, ma anche con la grande forza di volontà con la quale stava reagendo alle avversità della vita. Al termine

dell’incontro, meritatamente vinto, l’ho stretta in un abbraccio materno e con gli occhi colmi di lacrime, mentre la riempivo di baci, mi rendevo conto che avevo tra le braccia colei che incarnava veramente il mio motto: - Non mollare mai! -”. Sportiva, poliziotta, testimonial, moglie e mamma: in quale di questi ruoli si sente più a Suo agio? “Da quando ho mio figlio Pietro il ruolo nel quale mi sento più a mio agio è quello di mamma. Sono una donna felice di essere madre e campionessa. Il solo pensare a Pietro mi regala quella forza infinita per realizzarmi”.

Biografia di una campionessa: Maria Valentina Vezzali Nata a Jesi (An) il 14 febbraio 1974 Soprannome: Vale, Valeoro (dopo Pechino) Società Sportiva di appartenenza: Gruppo Sportivo Fiamme Oro Allenatore: Giulio Tommasini Risultati ottenuti in carriera 3 Ori e 1 Argento Olimpici individuali 2 Ori e 1 Bronzo Olimpici a squadre 5 Ori, 2 Argenti e 2 Bronzi mondiali individuali 5 Ori e 2 Argenti mondiali a squadre 3 Ori e 2 argenti 1 Bronzo europei individuali 2 Ori, 1 Argento e due Bronzi europei a squadre 10 Coppe del Mondo 65 Vittorie in Coppa del Mondo (record) 11 anni al primo posto nel ranking mondiale 13 titoli italiani individuali 4 Ori Universiadi individuali 1 Oro e 3 Argenti Universiadi a squadre 1 Oro Giochi del Mediterraneo

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Mauro Berruto

Il coach della Lube approda in Nazionale, raccontandoci, attraverso le pagine dei suoi due romanzi, le esperienze e gli insegnamenti vissuti sul campo da gioco di Guido Guidi

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n “Andiamo a Vera Cruz con quattro acca” mi ha incuriosito la parte relativa alle donne, con un felice accostamento ai fatti che hanno maggiormente contraddistinto il Novecento. Ci può descrivere la storia di alcune donne di cui parla nel libro? “Gabriela Andersen Scheiss è la donna che è finita sulla copertina del mio libro e che, simbolicamente, rappresenta il mio modo di intendere lo sport. Il suo scomposto arrivo alla maratona di Los Angeles, dove l’armonia del gesto atletico si annulla e diventa pura espressione di volontà … può perfino far venir male allo stomaco alla visione. Ma poi, quando si percepisce che quello che si vede è la pura essenza del gesto sportivo, inteso come desiderio di vincere i propri limiti prima ancora che un avversario o il cronometro, allora diventa bellissimo, anche esteticamente. Non è un caso che questa immagine sia femminile. E’ assolutamente noto che le donne (e quindi anche le sportive) abbiamo una capacità di sofferenza e una forza di reazione alla stessa enormemente superiore agli uomini...”.

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In “Independiente Sporting” qual’è il messaggio che ha voluto lanciare? “Independiente Sporting è un romanzo che nasce da un episodio storico vero e bellissimo. Il racconto ruota intorno alla storia di Ernesto Guevara che, ben prima di diventare il “Che”, nel corso del suo viaggio in motocicletta nel continente sudamericano in compagnia di Alberto Granado, per quindici giorni fece l’allenatore di una squadra di calcio, peraltro abbastanza sgangherata. La storia si sviluppa raccontando dei fenomeni migratori di inizio secolo come del mondiale di calcio di Argentina 1978, uno degli eventi sportivi più tragicamente politicizzati della storia. Il mio messaggio è semplice: lo sport è un fatto culturale e sociale. A tutti noi piace far parte di una squadra, soprattutto se vincenti e nel gioco di squadra c’è il futuro della nostra società”. Ci può raccontare brevemente la Sua invidiabile carriera? Dalla laurea in filosofia ad allenatore di nazionali e in serie A1....?


Mauro Berruto, nato a Torino l’8 maggio 1969, è l’allenatore della Lube Banca Marche Macerata e commissario tecnico della Nazionale italiana maschile. Laureato in Filosofia e specializzato in Antropologia, iniziò la carriera di allenatore in Serie A2 alla Lecce Pen (stagioni 1994-95 e 1995-96). Proseguì come allenatore in seconda all’Olimpiakos di Atene, vincendo il campionato greco e la Coppa nazionale nel 1998; nel 2001-02 condusse la Copra Piacenza alla promozione in A1 e alla vittoria della Coppa Italia di A2, venendo eletto migliore allenatore della categoria. Due anni più tardi passò alla Unimade Parma ed entrò a far parte dello staff della Nazionale italiana, che si aggiudicò gli Europei del 2003, la World League del 2004 e la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene dello stesso anno. Nel 2004 approdò alla Lube Banca Marche Macerata (con la quale vinse una Coppa CEV), poi alla Giotto Città di Padova, al Panathinaikos (con cui vinse la Coppa nazionale nel 2008), alla Gabeca Pallavolo (a Montichiari e a Monza), per tornare l’anno scorso a Macerata. Ha tra l’altro allenato la Nazionale finlandese, con la quale ha raggiunto il quarto posto agli Europei del 2007; per questa impresa gli è stato assegnato il titolo di “Coach of the year 2007” in Finlandia. Per l’editore Bradipolibri ha scritto i romanzi “Andiamo a Vera Cruz con quattro acca” (2005) e “Independiente Sporting” (2007).

“Difficile farlo brevemente, anche se questo significa che la mia carriera è ormai abbastanza lunga e io sto un po’ invecchiando. Per riassumere diciamo che ho iniziato molto presto, non appena capito che da atleta non sarei arrivato da nessuna parte. Per cui intorno ai vent’anni ho iniziato ad allenare e non mi sono più fermato, ma senza saltare un solo passaggio della doverosa gavetta da fare. Ho fatto il secondo allenatore in B1, A2, A1 e in nazionale e poi...ho ricoperto, nelle stesse situazioni, il ruolo di capo-allenatore. Sono straordinariamente orgoglioso di questo come del fatto che sono arrivato ad allenare nei campionati che ho citato solo dopo aver vinto quello precedente. Questa esperienza, lunga ma bellissima, unita anche al mio aver lavorato tanto all’estero, è il fondamento della mia carriera. La Laurea in Filosofia, e soprattutto la mia Specializzazione in Antropologia, sicuramente mi hanno aiutato in questo percorso: la mia professione attuale consiste nel...costruire squadre e dar loro una identità”.

Lei allena campioni: cosa consiglia ai tanti giovani dilettanti che praticano una disciplina sportiva? “Consiglio di pensare al presente, cercando di fare bene quello che stanno facendo. Io ho mosso i primi passi della mia carriera in un oratorio e non avrei mai immaginato di arrivare ad allenare un club importante come la Lube Banca Marche Macerata o tantomeno la nazionale italiana. Invece è successo, probabilmente proprio perchè invece di pensare a lungo termine mi sono sempre dedicato anima e corpo a quello che stavo facendo, passo dopo passo. Inoltre consiglio a tutti i giovani di portare avanti con la stessa determinazione l’impegno nello sport come quello nella scuola. Queste due attività non solo sono compatibili ma anzi spesso interagiscono in modo positivo. Credo fortemente nello sport come fatto culturale e sogno una scuola sul modello anglosassone, dove lo sport ha la stessa dignità delle materie umanistiche o scientifiche”.

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Live Energy, il Centro fitness per persone vive “La cultura del corpo passa anche attraverso attività di gruppo, che permettono di relazionarsi e di divertirsi”

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ignor Principi, per rispondere alle rapide evoluzioni del mondo del fitness, Lei ha investito in un progetto ambizioso: ce ne vuole parlare? “Il nostro per certi versi può essere definito un progetto anomalo: abbiamo riconvertito un capannone industriale adibendolo a centro sportivo. Al primo piano, su una superficie di circa 1200 mq, abbiamo realizzato tre sale, dove si possono praticare tutte le discipline di fitness musicale, corsi di karate, pilates, body pump, ecc., oltre ad un’area di 400 mq di sala pesi; al piano inferiore, invece, sono state costruite due piscine, una di 25 e l’altra di 11 metri, dove oltre al fitness in acqua (acquagym, acquabike), si svolgono corsi di nuoto per bambini ed adulti di tutte le età, attività di riabilitazione, corsi di acqua baby e pre-maman”.

www.live-energy.info

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Avete pensato davvero in grande… “È vero. Abbiamo pensato sia alle persone che amano la cura del corpo e il fitness, sia a quelle che cercano nella palestra un luogo di aggregazione, di incontro, dove scaricare lo stress ed “allenare anche la mente”. Oggi più che mai, infatti, la palestra non è più solo il luogo per gli amanti della forma fisica, ma anche il punto di riferimento per chi vuole garantirsi la salute at-

traverso la socializzazione e la condivisione delle proprie passioni.” I centri sportivi, quindi, stanno vivendo una grande evoluzione? “Negli ultimi anni il cambiamento è stato radicale. Oggi la parola fitness viene integrata nel concetto del wellness, ovvero benessere totale. Non è più quindi solo la pesistica, ma la cultura del corpo passa anche attraverso attività di gruppo, che permettono soprattutto di relazionarsi e di divertirsi. Invece di praticare attività solitarie, si privilegia il rapporto umano”. Quali sono le caratteristiche più importanti del Centro che Lei dirige? “Il Centro nasce dall’esperienza della Palextra Energy di Montecassiano; nel corso del tempo la struttura si è evoluta e grazie all’integrazione societaria con la Energy Group, è diventata Live Energy. In questi due anni siamo riusciti a integrare e soddisfare richieste diverse, offrendo gli strumenti e l’opportunità di praticare, nella stessa struttura, attività fisica e fisioterapia e di trovare anche un ambulatorio medico e di riabilitazione“. Il settore sta attraversando difficoltà, o ne è indenne? “La situazione congiunturale

non ci ha di certo risparmiati, ma essendo la nostra una realtà di servizio, siamo sempre aggiornati, offriamo nuovi stimoli, nuove tecniche, che lasciano l’attenzione e l’interesse sempre alto”. Vuole parlarci dei vostri “frequentatori privilegiati”? “Non esistono frequentatori privilegiati, ma oggi serve una altissima professionalità per i bambini e gli anziani. Per i primi abbiamo, oltre a una vasta rosa di corsi, con istruttori qualificati e competenti, anche una zona con spogliatoi riservati. Nelle varie fasi della vita siccome l’elasticità del corpo cambia, per poter rispondere a tutte le esigenze abbiamo anche macchine isotoniche che, con l’affiancamento di personale esperto, ognuno può fare esercizi adeguati alla sua fisicità e alla sua età. Abbiamo molti frequentatori della terza età, che rispetto ai giovani hanno più tempo, ma che manifestano anche una nuova consapevolezza rispetto alla necessità di curare il proprio benessere fisico. La cultura moderna spinge sempre di più le persone a mantenersi in forma nel tempo, a curare l’alimentazione, il proprio equilibrio psico-fisico e noi siamo pronti a venire incontro ad ogni esigenza”.


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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Io sono La Luna “Oggi La Luna Dance Center conta più di 700 soci dai 4 anni all’età adulta e che si tratti di insegnanti, allievi, genitori o artisti internazionali, chi mette piede alla Luna di solito resta” Cristiano Marcelli, presidente ASD La Luna Dance Center foto di Filippo Ronchitelli

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a scuola di danza La Luna Dance Center è un’associazione non commerciale che nel corso dei suoi 25 anni di attività sul territorio (fino al 2008 col nome La Luna Ballerina) è diventata grazie alla volontà, alla passione e alla dedizione di un numero sempre più alto di soci, uno dei maggiori riferimenti nazionali del settore. L’attività consiste nell’istituzione di corsi settimanali, stage di approfondimento, costituzione di gruppi di danza per la realizzazione di spettacoli, insegnamento della storia della danza, proiezione di filmati, istituzione di esami annuali, rilascio di borse di studio, trasferte per rassegne e concorsi, residenze per produzioni e numerosi eventi che promuovano la crescita culturale della collettività, la condivisione delle

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esperienze e la valorizzazione delle diversità. Figura di riferimento della scuola è la direttrice artistica Simona Ficosecco che da sempre garantisce la qualità sia delle lezioni che degli spettacoli. Accanto a lei una squadra di una ventina di insegnanti, che attraverso le specifiche competenze garantisce una grande eterogeneità di stili. Il tutto in un’atmosfera di assoluta collaborazione. Questa fu proprio una delle prime cose che mi colpì quando entrai a far parte del Direttivo: difficilmente avrei potuto immaginare un posto dove la familiarità ed il rigore convivessero così armoniosamente. Si era costituito in modo così spontaneo, che mancava di una certa organicità, per cui da subito il mio ruolo di direttore tecnico fu quello di “dare il nome alle cose”, rivoluzio-

nando ed ottimizzando l’organizzazione amministrativa e logistica, investendo sulla pubblicità, introducendo nuovi progetti, aprendo nuovi corsi e creando una rete internazionale di collaborazioni, forte della qualità e dell’unicità sulle quali sapevo di poter contare grazie allo splendido lavoro di tutti gli insegnanti. Ma molto importante fu anche ricavare dalla spontaneità dei circa 150 soci di allora una vera e propria filosofia in base alla quale procedere nel nostro percorso che mettesse in risalto l’indissolubile relazione tra la danza e la vita. Si è trattato semplicemente di definire qualcosa che alla Luna esisteva già, ma è stato importante farlo per il nostro futuro, perché questo ha consentito di consolidare uno spirito di appartenenza e trasmetterlo a tutti i nuovi arri-


vati. Così fu naturale per me pensare ad uno slogan che riassumesse tutto questo: “Io sono La Luna” è scritto a caratteri cubitali sulle magliette indossate con orgoglio dai nostri soci. Oggi La Luna Dance Center conta più di 700 soci all’anno dai 4 anni all’età adulta e che si tratti di insegnanti, allievi, genitori o artisti internazionali, chi mette piede alla Luna di solito resta. Proprio per questo due anni fa abbiamo dovuto trasferirci in una nuova sede che ci permettesse di assecondare la richiesta sempre crescente da parte dei cittadini. Ho fatto in modo così che l’associazione investisse per creare un centro danza all’avanguardia pensato attorno alle esigenze del ballerino, ristrutturando presso il Centro Polifunzionale “Panettone” uno spazio in degrado da molti anni. Que-

sto è stato possibile grazie ad una convenzione stipulata col Comune di Ancona il quale affidandoci questo spazio ha trasformato un’annosa situazione problematica in una valorizzazione culturale dell’intera zona. Storm, uno dei guru mondiali della cultura hip hop, abituato a frequentare i maggiori centri danza di tutto il mondo, alla sua prima visita ricordo che era incredulo, ha detto: “Questo centro è ciò che ho sempre sognato, non so quanti ce ne siano così in Europa!”. Tra i nostri soci abbiamo anche danzatori della compagnia di Daniel Ezralow e dei Momix che ogni volta che capitano in tournée da queste parti vengono a seguire le nostre lezioni di danza classica, contemporanea e jazz. Nostra Presidente Onoraria inoltre è Pompea Santoro, un’icona italiana della

danza contemporanea nel mondo, interprete dei grandi capolavori di Mats Ek che ha ballato nei maggiori teatri di tutto il mondo al fianco di ballerini come Rudolf Nureyev e per coreografi come Kylian e Duato ed oggi si occupa di rimontare gli spettacoli di Ek insegnando le parti a stelle come Sylvie Guillem e Roberto Bolle. Con noi sta sperimentando un metodo di danza classica pensato per il ballerino contemporaneo che sta portando ad ottimi risultati. Inoltre per la danza contemporanea e il teatro danza è senz’altro importante la collaborazione con Fernando Suels della compagnia di Pina Bausch. Centrali sono anche i circa 60 spettacoli all’anno, molti dei quali a fine benefico: con l’ultimo di gennaio al Teatro delle Muse abbiamo donato più di 3.500

euro allo IOM. Dal 25 giugno al 24 luglio organizzeremo la seconda edizione dell’Ancona Dance Festival con un campus con insegnanti da tutto il mondo, eventi nei luoghi caratteristici del territorio, un concorso nazionale ed un gala ad ingresso libero alla Mole Vanvitelliana. Il tutto alimentato sempre dal nostro amore per la danza, dunque per la vita.

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Alex

Polita Jesino, campione del mondo 1000 STK nel 2006; ora corre nella categoria Superbike. Abbiamo messo la quinta e gli siamo corsi dietro... per scoprire cosa si prova quando si vive a 200 Km/h di A. Dachan

A

lex, ad aprile La vedremo di nuovo in sella alla Sua Ducati 1198RS in occasione della prima prova del Campionato Italiano Velocità 2011, che si terrà a Misano: pronto per risalire sul podio? “Finalmente si ricomincia! Le pause invernali dai campionati di velocità sembrano sempre troppo lunghe a noi piloti: dedichiamo il nostro tempo agli allenamenti, ma quello che desideriamo di più è tornare in sella e dare gas in pista. Quest’inverno, invece, ho temuto che il tempo non mi bastasse tra il recupero da un piccolo infortunio e la preparazione per la nuova stagione, ma adesso sono al 100% della forma fisica e pronto a ricominciare da dove ho lasciato l’anno scorso. (Vittoria al Mugello con 7 secondi di distacco sul secondo classificato n.d.r.)”. Cosa prova quando si mette

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in sella? È vero che quando sale l’adrenalina, si dimenticano gli infortuni, la riabilitazione e le tante fatiche? “Quando sei in griglia e davanti a te c’è solo il semaforo dimentichi tutto. Devi essere molto bravo a mantenere la concentrazione e contenere l’adrenalina perché se ne abusi in molti casi aumenta il rischio di sbagliare. Se poi coroni il weekend di lavoro con una vittoria ripaghi tutte le fatiche e i sacrifici”.

dimentico dei problemi e di tutto quello che nella quotidianità della vita mi fa sentire in trappola”.

Che rapporto ha con la Sua moto? “È difficile da spiegare, non saprei come definirlo a parole. Tra di noi c’è sintonia e fiducia reciproca, io mi fido di lei e lei si fida di me lasciandosi guidare: riesco a controllarla e ad essere veloce. Siamo una coppia vincente”.

A chi dedica le Sue vittorie? “Senza dubbio alla mia famiglia, che ha sempre creduto in me, soprattutto nei momenti difficili della mia carriera e anche a tutte quelle persone che nonostante le difficoltà mi sono vicine sempre, nel bene e nel male: le corse sono un mondo particolare, quando le cose vanno bene è facilissimo salire sul carro dei vincitori, ma è altrettanto facile saltarne giù appena qualcosa va

Cosa ha provato la prima volta che è salito su una moto? “Libertà. Quando guido mi

Nel corso della Sua carriera, ha avuto un maestro o qualcuno a cui si è ispirato? “Ho avuto la fortuna di crescere sulle orme di mio padre, fin da bambino ho seguito le sue gare e proprio a lui mi sono ispirato. Siamo molto legati, mi segue sempre ed è anche il mio migliore amico”.


storto!”. Alex, “Il Pirata”: da dove Le deriva questo nome? “Sono caratterialmente una persona abbastanza schiva e riservata con la stampa e in pista ho uno stile aggressivo e deciso. Per una serie di coincidenze il colore predominante del mio abbigliamento da gara è sempre stato il nero. Anni fa, dopo una vittoria, il mio amico Omar mi passò dagli spalti una bandiera per il giro d’onore e sventolai quella dei pirati: da lì i giornalisti cominciarono a chiamarmi il Pirata di Jesi, mi è piaciuto e l’ho mantenuto come nickname”. Dopo il titolo mondiale del 2006 Lei ha ottenuto altre vittorie sia in gare nazionali che mondiali ed è salito altrettante volte sul podio. Qual è il prossimo premio che Le piacerebbe vincere? “Dal 2006 ho vinto altre gare e sono salito tante altre vol-

te sul secondo o terzo gradino del podio e li ricordo tutti come momenti bellissimi. Dopo il titolo italiano nella massima categoria, la Superbike, l’obiettivo è quello di coronare il sogno di una vita, ovvero gareggiare nel Mondiale Superbike con i piloti migliori al mondo. Ero riuscito ad arrivarci nel 2007, poi ci sono stati gli infortuni, la crisi economica mondiale e adesso sembra sempre più difficile da raggiungere. Purtroppo senza il giusto supporto economico faccio fatica a tornare nel grande circus”. Che legame ha con la Sua città natale, Jesi, che è patria di altri campioni dello sport come Mancini, Cerioni, Trillini e Vezzali? “Sono di Jesi e ne sono orgoglioso. Spesso per semplicità dicono che sia di Ancona, ma rispondo “No! Io sono di Jesi, la patria del vino e dei Campioni!”.

Alessandro Polita nasce a Jesi (An) il 3 giugno 1984. La passione per le moto sboccia fin da bambino, quando il piccolo Alex seguiva le corse del padre che dividendosi tra cross e velocità ha gareggiato fino al 1994. Pistoni, cilindri e pieghe sono sempre stati il pane quotidiano in casa Polita e inevitabilmente Alex ha provato a seguire le orme del padre provando a cimentarsi nelle corse. Appassionato di motocross, Alex ha sempre seguito con interesse i campionati inglese ed americano superbike con il sogno di correrci un giorno. Campione italiano nel 2005 e iridato la stagione successiva nella categoria Superstock 1000, nel 2007 Polita ha esordito nel Mondiale Superbike con il Team Celani in una stagione che non può considerarsi del tutto positiva a causa dei numerosi infortuni e della scarsa competitività della Suzuki GSX-R 1000 K6. Nel 2008 decide di rimettersi in discussione e accettando la proposta del Team GMB Sterilgarda torna nella categoria che lo aveva incoronato campione del mondo due anni prima, la Superstock 1000, terminando la stagione al terzo posto dopo aver lottato per il titolo fino all’ultima gara in sella ad una Ducati 1098R. Il 2009 doveva essere la stagione del ritorno in Superbike, sempre con il Team GMB Sterilgarda, ma l’importante crisi economica mondiale e la dipartita di alcuni sponsor della squadra, hanno costretto il team a liberare Alex, che si è trovato così senza una sella proprio a ridosso del via del campionato. Da lì un’intera stagione di sostituzioni e di partecipazioni da wildcard in campionati minori e trofei nazionali, fino all’accordo raggiunto nel mese di dicembre con il Team Barni Racing per il 2010 nella Superbike del CIV. L’obiettivo di vincere il tricolore è stato centrato il 19 settembre 2010 sul tracciato del Misano World Circuit dove Alex si è laureato Campione Italiano Superbike con una prova di anticipo sul finale della stagione. Da neo campione italiano Polita è stato protagonista di lunghe trattative che lo hanno visto in contatto anche con alcune squadre del Mondiale Superbike, al termine delle quali ha rinnovato l’accordo con il Barni Racing Team. Nel 2011, in sella alla Ducati 1198RS preparata dalla squadra bergamasca, disputerà l’intero Campionato Italiano Velocità prendendo parte alle tappe italiane del Mondiale Superbike, con la possibilità di estendere la wildcard anche ad altri round europei.

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Il lusso di vivere bene la vita. Ora posso. A Pesaro Hotel Excelsior.

foto Dirk Vogel

il primo hotel 5 stelle della riviera adriatica delle marche Vorrei un luogo lontano dal caos dove emozionarmi tra mare, musica e arte. Vorrei un luogo dove rilassarmi, un Lido dal sapore d’altri tempi, una Spa che carezzi corpo e mente, dove tutto è vicino al mio stile di vita. Vorrei il lusso di vivere bene la vita in un ambiente discreto, senza chiasso, come fosse la mia seconda casa: una storia da raccontare al presente. Ora posso. Finalmente a Pesaro, Excelsior.

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Chiara Natali, segni particolari: bellissima e vincente È la Campionessa italiana cadette nella specialità dei 300 metri e dei 400 metri, sia indoor che outdoor. Detiene la migliore prestazione italiana anche su questa specialità per la categoria Allieve. Ha stabilito la migliore prestazione italiana sulla distanza dei 500 metri indoor di A. Dachan

C

hiara, febbraio è stato un mese pieno di gare importanti, con meritati successi come la medaglia di bronzo nella staffetta 4x200. Ce ne vuole parlare? “La medaglia di bronzo nella 4x200 rappresenta per me un traguardo davvero importante perché è la mia prima medaglia conquistata ai Campionati Italiani Assoluti e, dopo un lungo periodo di stop a causa di un infortunio, è un grande incentivo per andare avanti. Sono molto soddisfatta anche del tempo, 1.41.01 che, essendo a soli tre centesimi dal primato regionale assoluto, fa ben sperare per la stagione all’aperto”. Quali sono le prossime sfide a cui si sta preparando? “Quest’anno, al contrario dell’anno scorso, ho partecipato alle gare indoor per spezzare un po’ la preparazione invernale e per riabituarmi alle sensazioni-gara in vista delle sfide di quest’estate. Gli obiettivi principali, a livello individuale, sono i Campionati Italiani di categoria e Assoluti, il conseguimento del minimo per la partecipazione ai Campionati Europei Under 23 di Ostrava e gli appuntamenti in maglia azzurra. Con la mia squadra, invece, si punterà alla promozione in finale A argento”. A che età ha iniziato a correre? Ricorda la Sua prima volta su una pista? “Ho iniziato a praticare atletica a dieci anni con i Giochi della Gioventù organizzati dalla mia scuola. Inizialmente preferivo di gran lunga le parallele asimmetriche alle scarpe chiodate, ma le trasferte con gli amici e le prime medaglie mi hanno

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SPECIALE: SPORT & FITNESS Maglie azzurre indossate Incontro internazionale indoor ITA.FRA.GER di Ancona (200metri), medaglia di bronzo nei 400metri e argento nella staffetta all’ISF WORLD GYMNASIADE (Olimpiadi U.18), Coppa del Mediterraneo di Tunisi (seconda classificata 400metri, terza classificata nelle staffette 4x100-4x400), meeting internazionale “4 motori per l’Europa” di Milano (prima classificata 400m e staffetta 4x400), meeting internazionale Vittel (Francia), EYOF Festival Olimpico della Gioventù Europea di Belgrado, Campionati del mondo Allievi Ostrava.

fatto cambiare subito idea. La prima gara in assoluto è stato un 500m dove mi sono classificata seconda”. Che rapporto ha con il Suo preparatore? “Il mio allenatore è una persona speciale e ho un bellissimo rapporto con lui: è determinato, preciso, disponibile ed ha una personalità forte e dinamica. Oltre ad essere il mio tecnico e preparatore, è anche un ottimo amico e confidente: è sempre pronto ad aiutarmi e grazie ai suoi consigli riesco a superare i problemi con il giusto spirito”. Tra i campioni del passato e del presente, c’è qualcuno che considera un modello di riferimento? “I miei campioni preferiti sono legati al mondo dell’atletica: amo la corsa elegante e il portamento della quattrocentista americana Allyson Felix,

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ma anche la grinta e la forza di volontà dell’ex atleta Carolina Kluft”. Quando corre nella staffetta, prova le stesse sensazioni di quando gareggia da sola? “Ho sempre preferito gli sport individuali a quelli di squadra perché lottare, soffrire, vincere o perdere da soli, amplifica le emozioni e tutto sembra “più grande”. Naturalmente correre in staffetta mi piace molto perché riesco ad essere più spensierata e “libera” da tensioni”. Quali emozioni prova quando è in pista? È vero che la corsa dà un grande senso di libertà? “Le emozioni che provo mentre corro sono difficili da descrivere: la mente è libera da qualsiasi pensiero e la mia attenzione si focalizza sui miei muscoli e sui miei passi. A volte, mentre gareggio in

competizioni importanti, ho i brividi lungo la schiena, penso sia pura adrenalina, è una sensazione fortissima”. Chiara, oltre alla passione per l’atletica, Lei ha un altro interesse particolare: la moda… “Nel tempo libero, a volte, mi dedico al settore della moda e delle sfilate. Contrariamente a quanto si pensa, l’atletica per me è uno sport molto femminile ed elegante che mi fa sentire bene sia psicologicamente, che fisicamente. Infatti mi aiuta a formare il mio carattere, ma anche a curare il mio fisico ed è per questo che riesco a conciliare bene entrambe le cose.”


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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Enrica

Cipolloni “La stella del pentathlon”, Campionessa italiana under 23, sambenedettese. Enrica Cipolloni, promessa dello sport italiano, si racconta sulle pagine di Mondo Lavoro di M. Camilletti

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nrica, quando è stata la prima volta che è salita su una pista di atletica? “Ho iniziato ufficialmente alle superiori con il mio professore di Educazione Fisica, Francesco Butteri, che da allora è il mio allenatore. Anche se avevo già fatto qualche campestre a livello provinciale e partecipato ai giochi studenteschi durante le scuole medie, non ho mai praticato atletica, giusto in occasione delle gare”. Lei è una sportiva versatile che gareggia nelle prove multiple, ma qual è la specialità che preferisce? “Le prove multiple mi hanno permesso di appassionarmi e amare l’atletica e tutte le sue discipline, però preferisco i salti, in particolare salto in alto e salto in lungo e sono anche le specialità in cui vado meglio nel corso dell’eptathlon”. Come si prepara per affrontare una gara? A chi dedica le Sue vittorie? “Per affrontare una gara c’è bisogno del giusto equilibrio tra

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paura e sicurezza, tra serenità ed esaltazione. Poi prima di ogni gara faccio delle cose abituali per scaramanzia, anche se non mi lascio influenzare. Inoltre nello zaino con cui entro in campo porto sempre dei portafortuna, che mi sono stati regalati. Le mie vittorie e i miei risultati sono frutto di tanto lavoro e cura da parte mia e del mio allenatore, insieme a quello dei fisioterapisti del Golden Touch che mi aiutano a restare in condizioni per potermi allenare; non è da meno il supporto della mia società, la Tecno Adriatletica Marche (TAM)”. Oltre allo sport, di cosa ama occuparsi? “Oltre all’atletica e agli sport in generale, mi piace molto l’arte, quella che spazia dall’architettura alla fotografia, alla pittura; mi piace molto inoltre viaggiare e visitare i luoghi in cui vado”.

dicano la loro vita ad allenarsi… partecipare alle Olimpiadi! Mi alleno per farlo diventare una realtà sempre più concreta e vicina”. C’è un atleta a cui si ispira? “Le atlete a cui mi “ispiro” sono Karin Periginelli e Antonietta Di Martino, la prima (di San Benedetto del Tronto) è stata una specialista e primatista italiana di prove multiple, l’altra è del salto in alto, che ha conquistato qualche giorno fa la medaglia d’oro agli Europei indoor di Parigi. Di queste atlete ammiro la dedizione, il sacrificio, la volontà e la tenacia. A queste donne non mancano la grinta, la determinazione e l’umiltà: sono queste le qualità che secondo me racchiudono il “segreto” per diventare “grandi”, sia come atleti che come persone!”.

Qual è il suo più grande sogno sportivo? “Quello che si realizza ogni giorno: ogni risultato, ogni miglioramento ottenuto è un sogno realizzato e tanta soddisfazione. Resta comunque il “SOGNO…”, quello di tutti gli atleti che de-

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SPECIALE: SPORT & FITNESS

Enrica Cipolloni è nata il 19 ottobre 1990 a S. Benedetto del Tronto. Frequenta il secondo anno del Corso di Disegno Industriale all’Università di Camerino (Unicam) con sede ad Ascoli Piceno.

Premi vinti e gare affrontate: Anno 2007 (categoria allieva): 2^ class. Tetrathlon 2864punti,Campionati Italiani Indoor Allieve; 2^ class. Salto in alto 1,74m, Campionati Italiani Indoor Allieve; 1^ class. Salto in alto 1,72m, Coppa Jean Humbert (Francia-Bourdeaux) Anno 2008 (categoria juniores): 2^ class. Salto in alto 1,72m, Campionati Italiani Indoor Juniores; 1^ class. Salto in alto 1,78m, Campionati Italiani Outdoor Juniores; 4^class. Salto in alto 1,65m, Incontro Internaz. U20, Coppa del Mediterraneo Ovest (Marocco-Rabat) Anno 2009 (categoria juniores): 1^ class. Salto in alto 1,78m, Campionati Italiani Indoor Juniores; 5^ class. Salto in alto 1,72m, Incontro Internaz. Ita-Fra-Ger (Francia-Metz); 2^ class. 100hs 14”46 e 3^ class. Salto in alto 1,72m, Campionati Italiani Outdoor Juniores; 1^class. Eptathlon 4992punti, Campionati Italiani Outdoor Prove Multiple Juniores Anno 2010 (categoria promesse): 2^ class. Pentathlon 3674punti,

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Campionati Italiani Indoor Prove Multiple Promesse; 1^ class. Salto in alto 1,75m, Campionati Italiani Indoor Promesse; 1^ class. Eptathlon 5404punti, Campionati Italiani Outdoor Prove Multiple Promesse; 11^ class. Salto in Lungo 5.76m, Campionato Europeo per Nazioni Assoluto (Norvegia-Bergen); 7^ class. Eptathlon 4964punti, Incontro Internaz. Prove Multiple U23 Francia-Gran Bretagna-Italia-Svizzera (FranciaArras) Anno 2011 (categoria promesse): 1^ class. Pentathlon 3839punti, Campionati Italiani Indoor Prove Multiple Promesse. Società: Tecno Adriatletica Marche (TAM) Allenatore: Francesco Butteri



MODA

“Il capo finale è una piccola opera d’arte” L’azienda che pensa ai bambini con creazioni di lusso, con un cuore marchigiano e un successo internazionale foto di G. Mocchegiani

S

ignora Rina, Pamilla è un’azienda giovane che veste una clientela altrettanto giovane: quando ha mosso i primi passi? L’azienda Pamilla nasce nel gennaio 2005. Fin da subito viene scelta per partecipare all’importante fiera internazionale Pitti Bimbo a Firenze riscuotendo dei grandi successi. Da subito entra nelle realtà più importanti al mondo, in mercati come quello di Dubai, Londra, Giappone Russia… Il nome Pamilla ha un significato importante: vuole raccontarcelo? La scelta del nome Pamilla deriva dalla volontà di dare alle mie creazioni un nome delicato e al tempo stesso divertente, dolce come tutte le bimbe che indossano i miei abiti. Pamilla è un nome dal suono giocoso, che deriva dalle parole greche “PAN + MELI” cioè “TUTTO MIELE”. È orecchiabile, facile da pronunciare, così le nostre piccole clienti sanno cosa indossano, riconoscono i capi e si rispecchiano nello spirito di un’azienda nata per loro e che con loro cresce. Il target dei bambini è uno dei più esigenti: come fate a conciliare comodità ed eleganza? “Il punto di partenza è il rispetto delle esigenze di una classe particolarmente delicata come quella dei bambini. Nell’ambito dell’abbigliamento dedicato all’infanzia ci collochiamo sicuramente in un’area di livello alto, con particolare propensione alla creazione di prodotti di lusso. Coniugando queste due istanze di base, siamo arrivati alla realizzazione di capi finemente elaborati, connotati da una ricchezza dei tessuti e del-

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le trame assolutamente senza pari, ma totalmente lavabili in acqua, pratici e comodi, adatti a trasformare ogni bambina in una piccola principessa libera di esprime tutto l’entusiasmo e la creatività tipiche della fanciullezza!”. Che tipo di cliente sceglie il capo Pamilla? Di solito sono le mamme o le bambine che decidono il capo da acquistare? “Sicuramente si tratta di un cliente molto attento e esigente, capace di distinguere l’artigianalità di un prodotto. Pamilla è certificata 100% Made in Italy, la nostra filiera è totalmente italiana e il metodo produttivo coniuga tecniche tradizionali con elementi innovativi e specifici. Il capo finale è una piccola opera d’arte che silenziosamente suggerisce l’impegno costante di un’azienda nel mantenere la propria peculiare identità. Il cliente moderno sa riconoscere analiticamente tutti questi fattori connotandosi come primo protagonista del nostro successo! Per quanto riguarda la seconda parte della domanda ritengo importante sottolineare la trasversalità della nostra proposta, che sa colpire l’occhio sognante della bambina e le esigenze pratiche della madre. È sempre una scelta che lascia tutti soddisfatti. Un’ulteriore evoluzione dell’azienda ha preso corpo proprio dall’analisi di questa situazione: la scelta della madre è sempre consapevole e chi si trova ad acquistare un capo Pamilla lo fa essenzialmente perché trova quel surplus di ricchezza e particolarità che un acquirente moderno cerca sempre ma raramente trova. È quindi nato il marchio Damadei, dedicato unicamente alla donna in quanto tale, con tutto il ba-

gaglio di eleganza, pregio dei materiali e ricchezza delle trame che clienti di questo livello ricercano e meritano. Si parla di abiti così elaborati da prendere vita, da vestire il corpo femminile come una seconda, calda, pelle. L’ispirazione è certamente tratta dalla scuola degli anni ‘50 e ‘60 ma rielaborata alla luce della moderna sensibilità mia e delle nostre clienti. Damadei ha debuatto nella prestigiosa vetrina internazionale del White di Milano nell’edizione del gennaio 2010”. Da Monsano al resto del mondo: il brand Pamilla è apprezzato da una clientela internazionale. Una bella soddisfazione! “Certamente! Vendiamo i nostri prodotti nei migliori negozi di tutto il mondo e particolarmente nel Vicino Oriente (E.A.U., Qatar, Kuwait, Arabia Saudita...), in Giappone, Russia e nelle maggiori capitali europee, quali Parigi e Londra (motivo di vanto è il nostro stand presso i gradi magazzini Harvey Nichols!). Tutto questo prodigioso successo non pone comunque in secondo piano le nostre origini marchigiane, che teniamo d’assoluto conto in quanto, unitamente ai nostri valori artigianali, costituiscono la nostra identità aziendale!”.

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Senza titolo-1 1

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MODA

Andrea Cresci

Creatività, flessibilità, approccio open minded, per vivere il mondo della moda e guidare un brand famoso in Italia e nel mondo

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ott. Cresci la sua è una vita dedicata alla moda: come è iniziato il Suo percorso professionale? “Dopo gli studi universitari ho frequentato con successo un master Sida, al termine del quale ho iniziato a lavorare presso l’azienda iGuzzini Illuminazione. Nel 2004 sono entrato in Zeis Excelsa, occupandomi di sviluppo di marchi e progetti legati al settore moda. Negli ultimi anni sono diventato Bikkembergs brand Manager prima per le calzature, poi anche per gli accessori e le borse. Ogni nuova esperienza è stata per me una sfida interessante: il mondo della moda è per sua natura versatile, in continua evoluzione e riuscire a stare al passo significa mettersi in gioco, avere una mentalità aperta e un grande spirito di iniziativa, viaggiare e aprirsi al mondo. Ora sono Amministratore Delegato della Karma SRL, società del Gruppo Zeis Excelsa, che produce e distribuisce il marchio Dirk Bikkembergs”. Cosa offre il settore della moda in più rispetto agli altri settori? “È un settore molto vasto, dove non esiste la routine e non esistono gli schemi. Noi, ad esempio, lavoriamo con un marchio disegnato da uno stilista, Dirk Bikkembergs e questo significa un confronto continuo con la creatività, con nuove intuizioni. Dirk è un grande comunicatore, oltre che un grande stilista, gioca con carte sempre diverse, creando un connubio perfetto tra stile e sportività. Ci piace l’idea di comunicare in modo unico e con un unico linguaggio ed essere apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. La moda ha proprio questo potere: i suoi messaggi sono universali, vengono interpretati da ogni popolo,

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da ogni persona, in base a quella che è la sua sensibilità, ma la loro natura resta immutata. La moda metti tutti d’accordo. Il design italiano, nello specifico, è universalmente apprezzato e preso come riferimento dagli amanti dello stile e del glamour e questo ci aiuta a promuovere l’immagine del nostro Paese. A proposito di Made in Italy, secondo Lei, vista anche la Sua esperienza di studio e di lavoro all’estero, che immagine hanno all’estero dell’Italia e della Marche? “L’Italia è molto amata all’estero, sia per la moda, che per il turismo. Le nostre eccellenze sono oggetto del desiderio delle persone più raffinate ed esigenti. E per le Marche, posso dire che io definisco la regione come “un’oasi felice”. Consideri che io passo il 70% del mio tempo in viaggio e quando torno il piacere di avere il mare e la montagna in un unico colpo d’occhio è unico. Abbiamo scorci variegati, località suggestive, ma soprattutto abbiamo il piacere di gustare la pace, il silenzio, la quiete che nelle metropoli non esistono. Proprio di recente ho letto in una rivista americana che “le Marche sono la futura meta dei pensionati americani”, per la qualità della vita, il sapore dei cibi, le bellezze paesaggistiche e culturali che offrono.” Gusto e qualità: sono caratteristiche del brand Bikkembergs… “Il brand Bikkembergs è per sua natura un trait d’union: concilia, infatti, il gusto e la qualità dei materiali, l’eleganza e la creatività della moda e la praticità dello sport. In particolare, possiamo dire che per noi lo sport, con il suo spirito e i suoi valori, è fonte di ispirazione: abbiamo fatto nostri principi come il lavoro di squadra, il coraggio, la voglia di dare il massimo, di



MODA Andrea Cresci: ecco il profilo di una manager della moda MANAGING DIRECTOR presso KARMA srl DIRECTOR BUSINESS UNIT ACCESSORIES presso ZEIS EXCELSA SPA Formazione: Specializzazioni - MASTER SIDA – 2003 - Università per Stranieri di Perugia 104/110, ADVERTISING AND MARKETING 1999 – 2003 - ST. JOHN HIGH SCHOOL TOLEDO, OHIO, USA., 1995 1996 One Year of study abroad - TRAINING OUTDOOR “Leadership, Problem Solving e Team Work” - 2002 - SUMMER CAMPUS at Malta “ Corso intensivo di lingua inglese” 1992 - PRIMARY SCHOOL SUMMER CLASS a Salisbury (UK) - 1990

vivere la vita con intensità e gioia. Spesso si accusa la moda di trasmettere messaggi negativi, di incoraggiare l’anoressia; la nostra filosofia e tutta la nostra comunicazione, invece, trasmettono un messaggio di virilità, vitalità e condivisione che è ben lontano da simili idee negative. Il nostro è un cliente giovane, dinamico, che predilige tessuti come il jersey e vuole stare bene con se stesso”. In questo mondo così dinamico e veloce della moda, quali sono le difficoltà maggiori? “La maggiore sfida è riuscire a coniugare i bisogni di un mercato a livello globale, restando coerenti con i valori del nostro marchio. Non siamo più negli anni ’90, in cui la moda poteva osare, mostrare stravaganze. Oggi al design viene chiesto di proporre capi e accessori che rispecchino l’anima e la filosofia aziendale, in cui lo stesso cliente si riconosce. Quindi ogni collezione è per noi una scommessa da vincere”. Come? “Grazie alla consolidata sinergia all’interno dello staff, tra il reparto commerciale e quello che si occupa di design. Per fare ciò lavoriamo molto sulla comunicazione, creando così un unico link con un codice di valori e di obiettivi su cui si lavora in modo congiunto. Per il futuro intendiamo creare un network retail diretto, che ci consenta di ricevere un feedback diretto dal mercato e di dare risposte più veloci. Per raccontare meglio il nostro mondo ed essere più vicini ai nostri clienti abbiamo progetti di retail a Verona, a Londra, a Cannes e in altre città, oltre che a Milano in via Manzoni 47”.

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20Ëš

ANNIVERSARIO

Ditta fondata nel 1991

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto dell’albero della conoscenza dieci minuti prima dell’uomo: da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio. Alphonse Karr

Giornalista, scrittore, 1808-1890

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

IMPRESE IN ROSA, CAMBIA LO SCENARIO “Le donne sono una risorsa che ancora non riusciamo a valorizzare come dovremmo e che d’altro canto può rivelarsi uno dei punti vincenti per il nostro sviluppo dei prossimo decenni”: così il Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardarello presentando i dati del II Rapporto nazionale sull’impresa femminile. “Un loro maggiore coinvolgimento nel mondo del lavoro è indispensabile al sistema-Paese e può e deve avvenire anche ampliando le possibilità di fare impresa, perché le donne hanno dimostrato di saperla fare e fare bene”

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l Rapporto mette in evidenza come le imprese femminili, nell’ultimo anno trascorso tra crisi economica e stagnazioni aziendali, si siano comportate in maniera nettamente migliore di quelle maschili, crescendo del 2,09 per cento rispetto a queste ultime, che hanno subìto una crescita negativa del -0,36 per cento. Le imprese femminili sono cresciute principalmente nell’Italia centrale con a capo il Lazio (+6.638 unità), seguito dalla Lombardia (+5.310) e dalla Campania (+3.248). Le Marche vedono un lieve incremento delle imprese femminili di solo 158 unità. Tab. 1 - Imprese femminili, maschili e totali per regioni e ripartizioni geografiche Saldi e variazioni % dello stock nel periodo 30 giugno 2009-30 giugno 2010.

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Se analizziamo in termini quantitativi il Rapporto si nota invece che l’imprenditoria femminile è maggiormente concentrata nelle regioni del Meridione con un tasso di “imprese in rosa” a fine del 2010 del 26,1 per cento, seguite dal Nord-Ovest con il 24,5 per cento delle aziende guidate da donne mentre il Centro Italia si ferma al 21,5 per cento del totale. Le forme giuridiche favorite dalle donne imprenditrici sono le ditte individuali con il 60,7 per cento, seguite dalle società di persone e dalle società di capitali, rispettivamente al 22,8 e al 14,1 per cento. I settori di attività economica dove si riscontra un maggior numero di imprenditrici sono quello commerciale e quello dell’agricoltura, con rispettivamente il 29,2 e il 17,8 per cento, seguiti dai servizi di alloggi e ristorazio-

ne, con l’8,6 per cento, dalle attività manifatturiere e dalle attività di servizi. Nonostante i progressi di questi ultimi anni, la donna imprenditrice ha ancora un livello di partecipazione al mondo imprenditoriale notevolmente al di sotto delle proprie potenzialità, ha un rapporto con il denaro improntato sulla prudenza e una gestione finanziaria dell’impresa molto cauta. Infine, di fronte alla crisi economica l’imprenditrice ha reagito con strategie di organizzazione e rilancio, dispone di una vasta rete di conoscenze sul territorio e preferisce avere relazioni con le proprie colleghe, con le quali realizza anche progetti di interesse comune che vanno quasi tutti a buon fine. Il tema dell’imprenditorialità femminile ha una rilevanza che fuoriesce dai confini nazionali. Se è vero che le donne hanno accesso a quasi tutte le

professioni, poche raggiungono posti di comando e il potere continua a rimanere nelle mani degli uomini, i quali non vogliono rinunciare ai loro privilegi. La Cna delle Marche si è fatta interprete di queste problematiche sostenendo il disagio attraverso la ricerca, gli studi di settore e grazie al sostegno del “Comitato Impresa Donna”. Le Marche possono contare su molte aziende dirette da donne: un’impresa su quattro è rosa. Nella nostra regione le imprenditrici sono 27.554, di cui 7.475 ad Ancona, 6.931 a Macerata, 5.764 nella provincia di Pesaro Urbino, 3.826 nella provincia di Ascoli Piceno e 3.558 a Fermo. In crescita le extracomunitarie titolari d’azienda, che sono 1.788, pari al 6,5 per cento del totale. Non solo le donne che fanno impresa sono in aumento ma sono anche i giovani: il 6,8 per cento ha meno di trent’anni e

la percentuale sale al 12,6 tra le imprenditrici extracomunitarie. Non a caso il 44,7 per cento delle imprenditrici marchigiane ha avviato l’attività dopo il 2000 e il 35,3 per cento nel decennio precedente. Prima del 1990 fare impresa non era un lavoro per donne. Secondo i dati emersi da questo studio, a sfidare i limiti e anche certi “pregiudizi”, Ancona risulta essere la seconda provincia di Italia per imprenditrici che si occupano di riparazione, manutenzione ed installazione di macchine. Gail Hagglud ne è un esempio: ingegnere meccanico, nata a Malta, da diversi anni ha scelto di fare impresa a Polverigi. Titolare dell’azienda Itaca, presidente del movimento “Donne Impresa” di Confartigianato, Gail opera in un settore innovativo e la sua attività è vastissima. Ricerche condotte sul territorio rilevano che molti im-

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

prenditori per far crescere le proprie aziende tendono alla delocalizzazione e a mantenere rapporti sempre più flessibili con il loro territorio. Al contrario l’imprenditoria femminile pur essendo molto aperta all’internazionalizzazione e alle relazioni comunitarie rimane comunque ben ancorata al territorio investendo soldi ed energie nel proprio Paese d’origine. Un altro esempio lampante proviene dall’ultima edizione della BIT (Milano, 17-20 febbraio 2011), dove le Marche hanno dedicato un workshop all’imprenditoria in rosa del “Made in Marche”. Politici ed imprenditoria femminile hanno presentato questa regione alla fiera con un appuntamento tutto in rosa, dove insieme all’Assessore al Turismo Serenella Moroder hanno presidiato due tra le più prestigiose aziende manifatturiere: Annarita Pilotti,

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titolare di Lori Blu, e Fiorella Tombolini, della Tombolini Abbigliamento uomo. Soprattutto quest’ultima - il cui motto è stato “Il futuro ha radici antiche” -, ha evidenziato che l’azienda continua ad avere successo perché ha scelto di produrre sul proprio territorio (Urbisaglia), proponendo per l’occupazione persone del posto, elemento fondamentale per la qualità sartoriale. Ma perché tante donne imprenditrici nelle Marche? Secondo Fiorella Tombolini, la risposta sta nel fatto che le donne hanno saputo vincere la sfida del passaggio generazionale e anche perché gli uomini marchigiani sono aperti e credono nei valori delle donne. A cura di GGF Group Via Albertini, 36 – Blocco I1 - 60131 Ancona f.digiulio@callworld.it


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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

È l’opinione di Laura Frati Gucci, presidente di Aidda, l’associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda fondata cinquant’anni fa con lo scopo di valorizzare l’imprenditoria femminile

“LE ISTITUZIONI NON SONO SENSIBILI” di P. Duranti

Laura Frati Gucci, fiorentina, è Presidente Nazionale di AIDDA, vicepresidente mondiale di FCEM di cui è candidata alla presidenza (maggio 2011). è giornalista, fondatrice e presidente di Pirene srl (www.pirene.it), società che organizza congressi, eventi, comunicazione integrata e incentive. È membro della commissione per le pari opportunità presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali.

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uali sono le strategie di Aidda? “Occorre fare rete a livello ormai non solo nazionale ma internazionale, confrontarsi con le nostre colleghe straniere, in Europa come anche al di fuori del Vecchio Continente. Del resto, le mie esperienze vanno in questa direzione. Prendiamo l’esempio di molti Paesi poveri o in via di sviluppo, in cui le donne sono culturalmente molto importanti e si sono conquistate un ruolo nella famiglia, nella società e nel lavoro di cui probabilmente pochi sono a conoscenza”. Chi si iscrive all’associazione? “Vi è l’assoluta eterogeneità delle iscritte: non contano le convinzioni politiche né la condizione economica. In Aidda vi sono donne di destra come di sinistra, imprenditrici, professioniste e manager

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animate da un unico intento. Le donne sono molto più trasversali nelle loro relazioni e in Aidda si conoscono continuamente persone straordinarie che senza la nostra associazione non si sarebbero mai incontrate”. Qual è la situazione italiana? “La situazione attuale è inaccettabile. Da parte delle istituzioni – sia locali che nazionali – avvertiamo una scarsa sensibilità. Forse un dubbio è legittimo: non è che vi sia una certa paura delle competenze e della professionalità di noi donne? Non dimentichiamo che in Parlamento la legge sulle quote rosa fu bocciata per voto segreto”. E all’estero? “In Francia e Germania la situazione femminile è diversa: il nostro tessuto economico è fatto per lo più da micro, piccole e medie imprese, mentre


lì prevalgono le grandi aziende. E le conseguenze anche sotto il profilo culturale non mancano”. Cosa pensa delle quote rosa? “È un nodo sul quale, vedrà, in futuro si concentrerà il dibattito. L’importante è che non si arrivi a “ghettizzare” nessuno”. Poter usufruire di competenze professionali di alto profilo, rappresentate ormai dalle molte donne con

curricula eccellenti, può rappresentare per il Paese una grande opportunità. Il nosttro Paese necessita di un ammodernamento e ormai da un decennio siamo pieni di studi in cui si riscontra che donne e uomini insieme creano una “governance” migliore sia nelle imprese che nel mondo politico. E poi mi scusi ma se le donne sono il 52 per cento in Italia perchè non devono avere ruoli di governo?”.

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

LA DONNA E IL LAVORO: MERITO AL CORAGGIO PER IL SACRIFICIO E L’INTRAPRENDENZA Per Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, “l’impegno della donna nel lavoro è sempre più espressione della necessità di realizzarsi, di cercare un ruolo che la elevi e la identifichi” di I. Barone

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ottor Guidi, come vede la presenza della donna nel mondo del lavoro? “La presenza della componente femminile rappresenta il risultato di un processo evolutivo, che ha visto la donna guadagnare meritatamente gli stessi diritti che ha l’uomo e quindi raggiungere un ruolo sociale ormai fortunatamente fuori discussione. Negli ultimi anni abbiamo assistito a mutamenti nel contesto sociale tali da chiamare la donna a ruoli diversi rispetto al passato. Ruoli in cui al pari dell’uomo la vediamo sempre più presente in ambiti lavorativi, anche con funzioni manageriali. Per non parlare poi delle donne che hanno intrapreso con successo la libera professione o anche attività imprenditoriali”. È impossibile risolvere la questione in due battute, ma secondo Lei cosa ha spinto la donna a competere con l’uomo in ambito lavorativo? “Al di là di considerazioni di tipo prettamente economico – che si sono riproposte con forza negli ultimi tempi, caratterizzati da una crisi profonda - l’impegno della donna nel lavoro è quanto più espressione della necessità di realizzarsi, di cercare un ruolo che la elevi e la identifichi. Con difficoltà spesso enormi: per condurre con successo questa battaglia

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la donna deve sacrificare il suo tempo e parte del ruolo familiare. Per questo nutro rispetto per il coraggio e l’intraprendenza che le donne manifestano sul lavoro”. In base alla Sua esperienza la donna lavora, in termini quantitativi e qualitativi, come l’uomo oppure è distratta da mille pensieri (casa, famiglia, bilancio domestico, ecc.)? “Nel lavoro la distinzione dev’essere fatta non tra uomo e donna, ma tra chi si impegna e chi no. La prima categoria di persone vede il lavoro non solo come un diritto ma anche come un dovere, mentre nella seconda è prevalente, purtroppo la tendenza ad “aspettare il 27 del mese”, tanto per utilizzare un’espressione antica, ma efficace. Questi ultimi sono i veri privilegiati, la classe conservatrice nei confronti della quale occorre fare opera di … sensibilizzazione. In altre parole: cerchiamo di valorizzare l’intraprendenza, il rischio e la ricerca”.



DOSSIER: DONNE E IMPRESA

Per Marco Luchetti, assessore al Lavoro e all’Istruzione della Regione Marche, “si sta facendo molto per incoraggiare giovani e donne a (ri)entrare nel mondo del lavoro”

“PRESTITO D’ONORE, UNA CHANCE ANCHE PER LE DONNE” di A. Monticelli

Sul versante del lavoro il nostro maggiore problema a livello regionale è rappresentato dalla disoccupazione giovanile e femminile. Per quanto riguarda in particolare la tutela delle donne, dal dopoguerra ad oggi il Paese si è mosso molto bene, ma l’attuale crisi economica sta incidendo maggiormente proprio su di loro. Del resto anche le parole del capo dello Stato pronunciate in occasione della ricorrenza dell’8 marzo ci hanno ricordato chiaramente le sfide che abbiamo di fronte…”. Stando alla situazione regionale, per la donna è mediamente più difficile entrare nel mondo del lavoro? “Nell’analizzare i dati occupazionali relativi alla nostra regione non si può prescindere dalla situazione demografica: per la donna che termina la maternità il rientro nel mondo del lavoro spesso è estremamente difficile”. La Regione può intervenire per facilitare la donna che lavora (o che cerca un impiego) oppure è un compito dello Stato, che può utilizzare anche la leva fiscale? “Per quanto di nostra competenza, abbiamo cercato di favorire il più possibile non soltanto i giovani, ma anche le donne. Lo testimoniano le due edizioni del Prestito d’Onore: il bando relativo all’attuale edizione è la più chiara dimostrazione dell’attenzione riservata dalla Regione Marche alle donne in cerca di occupazione”.

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PER LA DONNA CHE TERMINA LA MATERNITÀ IL RIENTRO NEL MONDO DEL LAVORO SPESSO È ESTREMAMENTE DIFFICILE”

La risposta da parte delle aspiranti imprenditrici come è stata? “Nettamente superiore alle aspettative. Proprio così. Un primo dato che oggi emerge con chiarezza è rappresentato dalla grande volontà dei giovani e delle donne di rischiare, facendo impresa con le proprie attitudini e le proprie capacità. Le Marche sono sempre state caratterizzate da una spiccata individualità, che per decenni ne ha fatto un punto di forza. È vero che tale caratteristica ora rischia di manifestarsi come un punto debole, in un contesto che vede nell’internazionalizzazione la sfida del presente e del futuro. Però si tratta pur sempre di un bellissimo segnale”.

Il Prestito d’Onore è un’iniziativa che vede coinvolti più soggetti? Qual è il grado di collaborazione? “Dal mondo del credito è arrivato un segnale incoraggiante: Banca Marche è rimasta ben impressionata dall’attenzione manifestata dagli interessati. Importante poi è il collegamento con l’associazionismo di impresa e con il mondo della consulenza, del quale il tutor è un’espressione. Il collegamento e il dialogo tra le istituzioni e gli altri soggetti coinvolti è sempre auspicabile, tanto più in momenti difficili come questo. Relativamente al Prestito d’Onore, se mi è permessa una battuta … direi che la Regione Marche ne rivendica la paternità! La virtuosa collaborazione è venuta quasi da sé…”.

Non si rischia che molte aziende neo-costituite non sopravvivano al mercato? “In effetti, in occasione della prima edizione del Prestito d’Onore c’era il rischio che non poche attività sarebbero cessate nel giro di poco tempo. Invece abbiamo notato – dati alla mano che la stragrande maggioranza delle neo-imprese beneficiarie del prestito non soltanto sono sopravvissute, ma si sono anche rinforzate. Non si è trattato quindi di un andamento episodico”.

Vi sono aree della regione in cui l’iniziativa ha avuto una risposta più tiepida? “Sul territorio il successo dell’iniziativa si è rivelato ovunque piuttosto omogeneo, come sarà confermato a breve, al termine del monitoraggio attualmente in corso. Questo anche grazie all’importante lavoro di comunicazione svolto dai nostri uffici, coordinati dal dottor Antonio Secchi. La conoscenza del territorio è fondamentale”.

Quindi la riedizione dell’iniziativa è stata una scelta opportuna? “Assolutamente si”.

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

PER UN’ITALIA SEMPRE PIÙ ROSA

Per il capogruppo Pdl in Consiglio regionale, Francesco Massi “certamente l’8 marzo di quest’anno verrà ricordato per due fatti importanti e concreti che rendono onore al ruolo della donna come protagonista della famiglia, della società e dell’impresa” Finalmente un 8 marzo celebrato con due grandi vittorie a favore delle donne

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l primo fatto concreto è l’accordo tra tutti i sindacati sul cosiddetto “pacchetto” proposto dal Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che contiene oggettivi benefici ed incentivi a favore delle donne che vogliono conciliare i tempi e le esigenze del lavoro con quelli della famiglia. Il “pacchetto” contiene agevolazioni che riguardano il telelavoro e la flessibilità oraria per entrambi i genitori per i primi tre anni di vita del bambino, misure fiscali e detassazione sul salario di produttività. Tale atto è determinante e provvidenziale se si considera che l’Italia è ancora agli ultimi posti della graduatoria europea quanto a difficoltà per le donne di lavorare in presenza di più figli. Il secondo evento concreto riguarda l’approvazione in Senato della legge “bipartisan” che stabilisce le quote rosa

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nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa e a partecipazione pubblica. Questo atto sancisce un riconoscimento più marcato e non soltanto ideale alle potenzialità delle donne nella gestione di società ed imprese a partecipazione pubblica. Per quanto riguarda il resto dello scenario del rapporto tra la donna e il lavoro esprimo le seguenti valutazioni. 1. Ritengo ormai superati gli squilibri della presenza delle donne nell’impiego e nella dirigenza pubblica; nel settore pubblico tutti i dati ci dicono che i ruoli e le presenze delle donne sono ormai maggioritari.

2. Per la creazione di impresa la donna “imprenditrice” è stata negli ultimi anni fortemente sostenuta anche se l’orientamento preferenziale che le donne esprimono per creare una nuova impresa è quello riguardante i servizi alla persona, il settore del benessere, quello dell’ambiente e quello dell’accoglienza. Le statistiche ci dicono che è minore la propensione delle donne a creare nuove imprese nel settore dell’artigianato; questo è sicuramente un argomento sul quale riflettere. 3. Ritengo invece meno positivo il dato che si registra sui ruoli delle donne nelle aziende private. Inutile nascondersi e, purtroppo, anche nelle

Marche persiste ancora una certa resistenza ad assegnare ruoli di dirigenza e di responsabilità alle donne nelle imprese con dimensioni mediograndi. 4. Il dato più negativo è, tuttavia, il pregiudizio che ancora persiste nei confronti di molte donne considerate in età di maternità, al momento della richiesta di assunzione nel lavoro dipendente privato. Credo comunque che anche sui dati meno ottimistici si aprano scenari di miglioramento e di evoluzione della civiltà.

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

Intervista all’ On. Merloni: “La politica non riesce a dare le risposte necessarie. La rivoluzione liberale che doveva modernizzare in profondo la struttura del Paese si sta trasformando nel suo esatto contrario.”

ITALIAFUTURA MARCHE: IL DOMANI È DONNA di A. Dachan

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n. Merloni, il 21 marzo è stata presentata presso la Loggia dei Mercanti ad Ancona Italiafutura Marche, di cui lei è presidente. Vuole presentarci questa associazione? “Italia Futura nasce con la volontà di essere un laboratorio di idee, un luogo aperto e trasparente per rendere più vivace il dibattito. Un punto di incontro tra persone con storie e provenienze culturali diverse che appartengono al mondo dell’impresa, del sapere, delle professioni e della società civile. Con questa nostra associazione, aperta a tutti i cittadini, ci proponiamo di raccogliere le migliori risorse umane ed intellettuali del territorio e costituire un punto di riferimento per tutti i marchigiani, con l’obiettivo di contribuire a realizzare la rinascita del Paese e la crescita della nostra società. La politica non riesce a dare le risposte necessarie. La rivoluzione

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liberale che doveva modernizzare in profondo la struttura del Paese si sta trasformando nel suo esatto contrario. Il miracolo promesso da questa maggioranza sta svanendo e con un po’ di autocritica dico anche che l’opposizione non è in grado di proporre un’alternativa credibile, mentre cresce la distanza dei cittadini nei confronti della politica. Anche per questo, sapendo dove siamo e cosa sta accadendo, ci proponiamo come Italia Futura di dare il nostro contributo di idee e progetti per uscire da questa situazione e per fare in modo che il nostro Paese torni ad essere competitivo e la società a crescere. Se davvero vogliamo imprimere una svolta strutturale dobbiamo iniziare a lavorare con i fatti ed è questo che ci proponiamo di fare”. Un presidente donna: è certamente un bel messaggio e uno stimolo per le tante don-

ne imprenditrici che contribuiscono alla crescita economica del Paese… “Le Marche sono già testimoni di una realtà imprenditoriale al femminile, molte imprese sono guidate da donne. Il mio impegno con questa associazione è nel contribuire ed essere testimone di una evoluzione positiva e di un’attenzione alle questioni che necessitano ancora di risposte definite: la qualità della vita nella terza età, le prospettive per i ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro, la continuità dell’impresa artigiana, caratteristica della nostra Regione, solo per portare alcuni esempi”. Italia Futura, come dice il nome stesso, si rivolge ai giovani; quali sono le strategie e i progetti per avvicinare i giovani a questa nuova realtà? “Con il contributo di tutti quanti vorranno partecipare


ci proponiamo di discutere e di costruire proposte che servano da stimolo alla classe politica e comunque alla classe dirigente della nostra regione, per realizzare certezze più solide per il futuro. A tale scopo metteremo a confronto idee e competenze migliori. Ci rivolgiamo ai giovani e faremo tesoro delle loro energie, del loro talento, della loro creatività, della loro voglia di rischiare perché è sui giovani e dai giovani che va costruito il domani”. Luca Cordero di Montezemolo ha affermato che la partenza dalle Marche è stata fortemente voluta, perché la regione è un esempio perfetto di Italia virtuosa. Un bel riconoscimento per il territorio e le sue imprese… “Le Marche hanno una grande storia di sviluppo economico e civile, creato da noi marchigiani, ed oggi siamo una delle regioni all’avanguar-

dia in Italia per benessere e qualità della vita. Le doti dei marchigiani ci hanno consentito di resistere all’ultima crisi internazionale molto meglio di altre regioni. Tuttavia dobbiamo guardare al futuro e il futuro richiede un impegno particolarmente importante sul piano economico, politico, sociale. Siamo infatti in un momento di grande trasformazione che non può non avere conseguenze anche su un territorio come il nostro così come ricordato anche dal presidente Montezemolo nell’iniziativa ad Ancona”. Come si traduce, nella pratica, l’intento di Italia Futura di diventare una realtà per confrontarsi, portare nuove idee e lanciare nuove sfide per il futuro? “Italia Futura ha già proposto analisi, idee e progetti dedicati alle questioni più pregnanti e di interesse comune sulla mobilità, sulla scuola, sulla

sanità e sull’occupazione, soprattutto giovanile, offrendo contributi per soluzioni positive. Il nostro impegno non è quello di sollevare polemiche ma presentare al Paese proposte concrete”. Vuole darci qualche anticipazione sui prossimi progetti di Italia Futura Marche? “Al momento stiamo raccogliendo adesioni, subito dopo metteremo in piedi gruppi di lavoro e di interesse per studiare e concretizzare suggerimenti a prospettive di sviluppo e di crescita della nostra regione, che saranno illustrati nell’ambito di prossime iniziative pubbliche”.

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

L’imprenditoria femminile rappresenta oggi una componente strutturale dei sistemi produttivi moderni: il senso pratico e la sensibilità tipicamente femminili costituiscono un valido supporto alla gestione e allo sviluppo della piccola impresa

LE IMPRESE FEMMINILI: PIÙ FORTI CONTRO LA CRISI U

n’accurata analisi del ruolo e della presenza delle donne all’interno del sistema imprenditoriale nazionale è stata condotta recentemente da Unioncamere (II Rapporto Nazionale sull’Imprenditoria Femminile - gennaio 2011) con la collaborazione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento per le Pari Opportunità. L’imprenditrice italiana media ha un’età di 54 anni, forti aspettative professionali, sempre più spesso si mette in gioco per scelta e non per necessità e, soprattutto, resiste più della media alle “intemperie” del mercato. Nel periodo più difficile, quello tra il 2009 e il 2010, le imprese femminili hanno ottenuto risultati nettamente migliori rispetto a quelle maschili: le prime sono infatti cresciute del 2,1 per cento (pari ad un saldo di 29.040 unità) a fronte

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di una crescita negativa (-0,4 per cento) di quelle maschili che hanno perso, nello stesso periodo, 17.072 unità. L’attività delle imprese in rosa si concentra prevalentemente nei servizi, in particolare quelli riferiti alla “sanità e assistenza sociale” dove quasi un’impresa su due, il 41 per cento, è guidata da una donna. Ma sempre più le donne tendono ad occupare nuovi terreni, mettendosi alla prova in attività più orientate al mercato come i servizi alle imprese. In termini quantitativi, l’imprenditoria femminile è più concentrata nel Mezzogiorno, mentre tra le regioni quella che ospita il maggior numero assoluto di imprese femminili è la Lombardia. La palma di regione a più alto “tasso di femminilizzazione delle imprese”, cioè di maggiore incidenza sul totale delle imprese, va al Molise, dove sono

rosa il 30,2 per cento delle aziende. Seguono la Basilicata (27,9 per cento) e l’Abruzzo (27,7 per cento). Le Marche si collocano al centro della classifica con un 23,9 per cento. Passando ad analizzare la forma giuridica, i dati relativi al primo semestre 2010 confermano la numerosità delle ditte individuali femminili, pari al 60,7 per cento del totale, seguite dalle società di persone e dalle società di capitali con incidenze pari, rispettivamente, al 22,8 e al 14,1 per cento. Ma, rispetto ai risultati dell’anno precedente, si nota come la crescita maggiore si sia registrata nelle società di capitali. La tendenza dell’imprenditorialità femminile verso forme sempre più strutturate acquista una valenza ancor più significativa se si considera che questo importante progresso è stato realizzato nel pieno della crisi economica e finan-


ziaria. Risultato che sembra indicare una crescente solidità organizzativa e patrimoniale che caratterizza almeno una parte dello sviluppo delle iniziative imprenditoriali condotte da donne. Inoltre assume sempre maggiore interesse l’analisi del modus operandi delle imprenditrici rispetto ai colleghi uomini, considerando le migliori performance raggiunte. Secondo l’indagine, l’imprenditrice ha un rapporto con il denaro improntato sulla prudenza, e una gestione finanziaria dell’impresa molto cauta, limitando il ricorso a fonti esterne solo quando strettamente necessario; percepisce

di più la crisi economica ma la maggioranza reagisce con strategie di organizzazione e rilancio. Il filo conduttore di tutte le esperienze rilevate è rappresentato dall’esigenza delle imprenditrici di “affrontare il mercato del lavoro in maniera diversa” e, soprattutto, di “gestire in modo autonomo la propria vita professionale”, nonostante tutte le complicazioni che questo comporta, dai ritmi di vita frenetici alle difficoltà nel gestire la propria famiglia e i propri impegni privati. Risulta evidente pertanto la necessità di promuovere iniziative che incoraggino le

donne ad avviare una propria impresa, a tutto vantaggio per se stesse e per una crescita economica solida e duratura.

tobre 2010 e febbraio 2011, delle 146 start up ammesse, in 80 sono protagoniste le donne.

Start up al femminile: i risultati del Prestito d’Onore Regionale Il crescente interesse delle donne verso la microimpresa è confermato dai risultati raggiunti dal Prestito d’Onore Regionale. Già nel corso della prima edizione del progetto (realizzata nel biennio 2006/07) delle 500 domande ammesse, ben 327 - pari al 65,4 per cento – vedono titolari donne. Il trend è confermato anche nell’edizione in corso: tra ot-

Cristina Panara Area Formazione Gruppo Sida c.panara@sidasrl.it Tel. 071.28521

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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

Un’idea originale per la nostra regione che conferma il successo dell’analoga esperienza nata a Jesi e ora diventata anche un franchising. Un luogo che non intende essere soltanto un punto vendita, ma anche un’occasione per avvicinarsi al magico mondo del Tè

A MACERATA SPUNTA “COSE DI TÈ”, UN ATÈLIER PER SCOPRIRE I PIACERI DEL TÈ di C. Panara

Nella centrale piazza Mazzini è nato da poco un luogo speciale: un negozio ma non solo, appunto un aTèlier, dove il Tè si racconta. Autrice dell’iniziativa è Elvira De Bellis, una signora romana che ha lasciato qualche anno fa la capitale, abbandonando i frastuoni cittadini per l’armonia della campagna marchigiana 124

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erché un negozio di tè? “Il Tè è una pianta antichissima ma anche e soprattutto moderna. È la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua, apprezzata ovunque per il gusto ricercato e le numerose proprietà benefiche. Per gli italiani il Tè in foglie è una scoperta recente. Questo mercato infatti, evidenzia da qualche anno una crescita decisa e costante. Lo spirito di Cose di Tè è quello di far conoscere anche in Italia l’arte del Tè: non solo attraverso una selezione di oltre 100 tipi di Tè in foglie pregiati, provenienti da tutto il mondo, dei relativi accessori, ma anche attraverso la scoperta di antiche tradizioni. Entrare in aTèlier significa quindi lasciarsi accompagnare in un viaggio sensoriale fatto di profumi, colori e sapori di Paesi lontani, dove la cultura millenaria del Tè continua ad affascinare con i suoi straordinari segreti”. Ho visto infatti che organizzate anche eventi sull’argomento…

“Sì, come la Cerimonia Giapponese del Tè, i Tea Party ecc… In realtà questi momenti sono solo una delle modalità con cui avvicinarsi al Tè, e fanno parte di un progetto più importante che è quello della Scuola di Tè. L’attenzione principale in questo caso è rivolta all’esperienza del Tè, non solo come momento estetico ma soprattutto come opportunità di arricchimento personale e professionale. Attraverso corsi e seminari, che si articolano durante tutto l’anno, la scuola offre un’opportunità interessante per valorizzare il proprio curriculum. Esiste ad esempio una nuova figura professionale, il Sommelier del Tè, che pure essendo ancora poco diffusa in Italia è sempre più apprezzata all’estero”. Come Le è venuta quest’idea? “Qualche tempo fa ho conosciuto Fabiola Ruggiero, l’ideatrice di Cose di Tè e sono rimasta colpita dall’entusiasmo e dall’energia con cui mi parlava del suo progetto imprenditoriale. È stato illuminante

perché ho sentito che finalmente anche la mia passione e la ricerca di una vita più naturale potevano trasformarsi in un lavoro! Per me il Tè è armonia, accoglienza, condivisione. Significa prendersi cura di se e degli altri. Attorno a una tazza di Tè si crea naturalmente un’atmosfera di complicità che rende speciale l’incontro”. Tutto questo grazie al Prestito d’Onore? “Il Prestito d’Onore della Regione Marche è stato determinante per la realizzazione della mia impresa e mi ha convinto definitivamente a fare il salto da impiegata ad imprenditrice. Ho beneficiato inoltre dei vantaggi di aderire ad una rete in franchising, tra cui il più importante, il fatto di non partire da zero in un mercato così particolare, bensì di essere affiancata e sostenuta in ogni fase grazie ad una formazione completa e alla condivisione di un patrimonio di conoscenze e un metodo di lavoro specifici”.


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DOSSIER: DONNE E IMPRESA > PRESTITO D’ONORE REGIONALE “Sostegno per la creazione di nuove imprese” Finanziamento agevolato fino ad un max. di 50.000 € per donne e uomini residenti nella Regione Marche: disoccupate/i o inoccupate/i ai sensi del D.Lgs. n. 297/2002; lavoratrici e lavoratori sospese/i per cassa integrazione ordinaria (CIGO), straordinaria (CIGS) o in deroga; donne occupate “over 35” finalizzata a finanziare le nuove attività d’impresa in forma Individuale, di Società di Persone e di Società Cooperativa, quest’ultima composta da un minimo di 3 soci fino ad un numero massimo di 8 soci, che rientrino in tutti i settori economici, ad eccezione delle libere professioni e delle attività escluse dall’applicazione del Regolamento (CE) n. 1998 del 15/12/2006 . SCADENZA fino ad esaurimento risorse

> MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Sostegno per la creazione di nuove imprese o ampliamento di quelle esistenti” Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per la creazione di nuove imprese o l’ampliamento di quelle già esistenti la cui maggioranza, numerica e di capitali, sia detenuta da giovani di età compresa tra 18 e 35 anni e residenti in alcuni territori agevolati. I progetti d’impresa possono riguardare le seguenti attività: Produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’industria o dell’artigianato e fornitura di servizi a favore delle imprese. (Investimenti previsti non superiori a € 2.582.000) Fornitura di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo,

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della manutenzioni di opere civili e industriali, della tutela ambientale, dell’innovazione tecnologica, dell’agricoltura e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroindustriali. (Investimenti previsti non superiori a € 516.000 ) SCADENZA fino ad esaurimento risorse > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Sostegno per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali” Contributi a fondo perduto finanziamenti agevolati per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali (anche in forma associativa) da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione attraverso le seguenti iniziative: Lavoro Autonomo (in forma di ditta individuale - Investimenti previsti non superiori a € 25.823) Microimpresa (in forma di società di persone - Investimenti previsti non superiori a € 129.114) Franchising (in forma di ditta individuale o di società), da realizzare con Franchisor accreditati con l’Agenzia. SCADENZA fino ad esaurimento risorse

Seguici su: Facebook: Sida Corporate Finance finanza@sidagroup.com Tel. 071.28521 SIDA Group Divisione Corporate Finance Aldo Bruno Alessandro Stecconi Davide Belardinelli Enrico Picchio Francesco De Nicola Marco D’Ascanio Michele Barchiesi Michele Sasso


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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

Il Fondo Centrale di Garanzia sostiene lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane concedendo una garanzia pubblica a fronte di finanziamenti concessi dalle banche anche per investimenti all’estero

O

ggi, con un rifinanziamento di 450 milioni di euro, il Fondo assicura garanzie dirette e indirette su finanziamenti bancari e leasing alle Pmi per agevolare l’accesso al credito volto a realizzare progetti di innovazione - di durata non inferiore a 36 mesi e non superiore a 10 anni - di prodotti, servizi e processi. Esteso con il Dl anticrisi anche alle imprese artigiane, al Fondo garantito dallo Stato possono accedere: piccole e medie imprese, anche in forma cooperativa economicamente e finanziariamente sane consorzi e società consortili dei servizi alle Pmi (di cui agli articoli 17, 18, 19 e 23 della Legge n. 317 del 1991) società consortili miste (di cui all’articolo 27 del medesimo provvedimento) economicamente e finanziariamente sane. Queste ultime, tuttavia, deb-

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FONDO DI GARANZIA CENTRALE: UNO SGUARDO SULLE IMPRESE FEMMINILI bono necessariamente rientrare nei parametri previsti per le Pmi e, per potersi definire economicamente e finanziariamente sane, devono poter far fronte agli impegni finanziari derivanti dalle operazioni per le quali si è chiesto l’intervento del Fondo. L’impresa che necessiti di un finanziamento finalizzato all’attività di impresa può chiedere alla banca di garantire l’operazione con la garanzia pubblica. L’attivazione di questa garanzia è a rischio zero per la banca che, in caso di insolvenza dell’impresa, viene risarcita dal Fondo Centrale di Garanzia e in caso di eventuale esaurimento di fondi di quest’ultimo, direttamente dallo Stato. Ciascuna impresa può beneficiare complessivamente di un importo massimo garantito pari a 1,5 milioni di euro. Questa cifra si riferisce all’esposizione in essere alla data di

presentazione della domanda, tenuto conto delle quote di capitale già rimborsate. Ciò significa che se un’impresa è stata garantita per un milione di euro, ma ne ha già rimborsati 400 mila, può ottenere un’altra garanzia fino ad un massimo di 900 mila euro. Per quanto riguarda la Garanzia Diretta, la richiesta deve pervenire a MCC entro sei mesi dalla deliberazione delle operazioni da parte dei soggetti richiedenti. Qualora sia presentata prima, va comunicata la data di tale delibera entro tre mesi da quella dell’apposito Comitato relativamente all’ammissione che si pronuncia entro due mesi dalla richiesta. La Cogaranzia, che il Fondo presta direttamente ai soggetti finanziatori e congiuntamente ai confidi o agli altri fondi di garanzia, è richiesta allorquando siano state stipulate convenzioni con MCC in con-

formità alla garanzia diretta, e può operare con fondi di garanzia istituiti nell’ambito dell’Unione Europea o da essi cofinanziati dietro apposita convenzione. La controgaranzia copre fino al 90 per cento dell’importo garantito dal Confidi o altro fondo di garanzia e, in caso di insolvenza, copre fino al 90 per cento della somma liquidata al soggetto finanziatore dal Confidi o altro fondo di garanzia. Il Confidi - o altro fondo di garanzia - deve garantire una quota non superiore al 60 per cento (80 per cento per le imprese “femminili”).

Alessandro Stecconi Corporate Finance Gruppo Sida a.stecconi@sidasrl.it Tel. 071.28521


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DOSSIER: DONNE E IMPRESA

Arrivano con maggiore frequenza al diploma e alla laurea rispetto ai loro colleghi, ma poi faticano a trovare un posto di lavoro. E quelle che ce la fanno, devono fare i conti con una serie di ostacoli e discriminazioni che rendono problematica la progressione della carriera

DONNE E LAVORO, L’ITALIA È INDIETRO E

quelle che ce la fanno, devono fare i conti con una serie di ostacoli e discriminazioni che rendono problematica la progressione della carriera. Nel nostro Paese il rapporto tra donne e lavoro resta molto difficile: con il 46 per cento di occupazione femminile (contro il 70,7 per cento di quella maschile), l’Italia fa registrare infatti uno dei valori più bassi in Europa, ben lontano da quel 60 per cento che costituisce l’obiettivo per il 2010 indicato dalla Strategia di Lisbona. I settori che impiegano la maggior quota di donne sono anche quelli con le maggiori differenze retributive di genere. È l’amara conclusione alla quale si arriva esaminando le anticipazioni di un rapporto Isfol di prossima pubblicazione. Emblematico il caso delle costruzioni: in questo settore le donne rappresentano solo il 7,6 per cento degli occupa-

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ti e il differenziale si ferma al 5,5 per cento, con gli uomini che guadagnano mediamente 7,3 euro all’ora e le donne che si fermano a quota 6,9 euro. All’estremo opposto della graduatoria – con una differenza del 25,9 per cento – si piazza il comparto che comprende attività immobiliare, noleggio, informatica, ricerca. Divari molti ampi si registrano in altri settori a forte presenza femminile come istruzione, sanità e assistenza sociale (70 per cento del totale): in questo caso il gap è del 20,7 per cento, con salari che vanno da 12,4 a 9,8 euro. Insegnanti, infermiere, ma anche responsabili dell’amministrazione, legali, operatrici turistiche, disegnatrici. Il lavoro al femminile si espande soprattutto in questi ambiti professionali. A mostrarlo è l’indagine annuale del Centro Studi di Unioncamere sui fabbisogni occupazionali e le

previsioni di assunzione delle imprese italiane. Nell’ambito della ricerca, Unioncamere ha chiesto alle imprese di dichiarare se, per lo svolgimento di specifiche mansioni, esse preferiscano assumere donne o uomini. Il risultato? Ogni 100 nuovi posti di lavoro che le imprese intendono creare, la quota di assunzioni femminili previste è compresa tra un minimo di 20,3 a un massimo di 56, mentre quella degli uomini va da un minimo di 43,7 a un massimo di 79,7. La preferenza per imprese e servizi I dati, resi noti dal Centro Studi Unioncamere, si riferiscono alle assunzioni previste per il lavoro dipendente nelle imprese private operanti nei settori industriali e dei servizi. Sono escluse dalla rilevazione (che esprime le “preferenze” di genere delle imprese) le posizioni relative


alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione e nel settore agricolo, oltre che le diverse forme di lavoro autonomo. Così emerge che nell’assistenza sanitaria il 37,3 per cento delle assunzioni sarà di donne e il 6,2 per cento di uomini: è il caso di infermiere (44,2 per cento contro 2,2 per cento), fisioterapiste (8,9 e 5,3 per cento), farmaciste (44,5 e 17,6 per cento), tecnici sanitari (29,2 contro 23 per cento) e tecnici di laboratorio (15,1 e 11,8 per cento). Ma non c’è solo la sanità Nell’insegnamento le donne battono gli uomini col 20,4 per cento contro il 9,6, nell’organizzazione di impresa con il 24,7 per cento contro il 14,6, nella consulenza legale con il 10,9 contro l’1,5 per cento, tra gli specialisti del disegno dove il 22,8 per cento delle assunzioni dovrebbe privilegiare il gentil sesso contro

il 13,8 per cento a favore dei maschi. Altri settori “al femminile” sono l’amministrazione e la contabilità (36,6 contro 9,2 per cento), le segreterie e i centralini (64,8 e 6,2 per cento), la ristorazione (38,9 contro 12,1 per cento), il comparto addetti alle vendite (33 contro 13,4 per cento) e informazione alla clientela (12,7 contro 2,6 per cento), la cura della persona (51,5 e 9,2 per cento), l’assistenza socio-sanitaria (39 per cento di donne contro il 2,4 di uomini) e il turismo (36,5 contro il 7,9 per cento “al maschile”). Nella produzione industriale, tradizionale appannaggio degli uomini, per le donne va bene solo nel tessile-abbigliamento (48,7 contro il 22,1 per cento).

zarsi e a contrastare la preponderanza dell’uomo, ma la strada per la parità dei sessi è ancora lunga…

Insomma, si delineano sempre più dei settori in cui le donne riescono a specializ-

Laura Palanga Area Risorse Umane Gruppo Sida l.palanga@sidasrl.it Tel. 071.28521

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DOSSIER: DONNA E IMPRESA

Le statistiche a disposizione sono chiare. Uno dei maggiori problemi che riguardano l’economia italiana è la scarsa partecipazione al mondo del lavoro delle donne, che sono costrette molte volte a dover sacrificare o la famiglia o la carriera

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econdo dati dell’Istat il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2009 si ferma al 46,4 per cento, contro una media europea del 57,4 per cento. L’obiettivo proposto dal Trattato di Lisbona di portare l’occupazione femminile al 60 per cento entro il 2010 non è stato centrato ed appare ancora lontano, ponendo l’Italia tra gli ultimi posti in Europa. Il problema si fa ancora più evidente prendendo in considerazione i dati regionali. Nelle regioni del Sud il tasso di occupazione femminile si attesta intorno al 30 per cento. A ciò si aggiunga il fatto che le donne italiane sono quelle che dedicano più tempo al lavoro familiare (5 ore e 20 minuti contro 2 ore e 6 minuti di lavoro retribuito). Compito del Legislatore sarebbe quello di adottare misure e strumenti che tendano a correggere tale situazione. Ma in quale direzione operare? Le misure che vanno più di moda sono quelle che riguardano l’introduzione di quote rosa in istituzioni pubbliche o nei consigli di amministrazione o l’aiuto alle famiglie con un maggior numero di asili nido

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PIÙ DETRAZIONI, MENO QUOTE ROSA

e servizi sociali. Rimane però un mistero perché per molto tempo non sia stata mai presa in considerazione l’adozione di misure fiscali che vadano direttamente ad agevolare l’occupazione femminile. Questo sistema sarebbe molto più semplice da applicare e, a differenza di altre misure, eviterebbe distorsioni. A questa conclusione sono giunti Alberto Alesina e Pietro Ichino, che in una ricerca pubblicata nel 2007 (Gender based taxation) hanno appunto sostenuto tale tesi, individuando un livello ottimale di tassazione delle donne non superiore al 67 per cento di quello degli uomini. La differenza sarebbe giustificata da un’offerta di lavoro maschile che è molto più rigida rispetto a quella femminile, tanto da poter introdurre un’agevolazione senza perdere in alcun modo gettito fiscale. Infatti un aumento minimo dell’aliquota da applicare agli uomini non farebbe diminuire di molto l’offerta di lavoro, mentre una diminuzione anche drastica dell’aliquota fiscale per le donne farebbe aumentare di parecchio l’offerta di lavoro femminile

e compenserebbe in questo modo la perdita di gettito dovuto dalla minore aliquota. Con questo sistema le donne lavoratrici disporrebbero di un salario netto maggiore e costerebbero meno ai datori di lavoro. Soltanto negli ultimi tempi quello che era un dibattito squisitamente accademico si è trasferito nell’aula parlamentare, in cui si stanno discutendo diverse proposte di legge. Un primo disegno di legge prevede l’introduzione di detrazioni fiscali aggiuntive di 2.000 e 1.000 euro per donne occupate come lavoratrici dipendenti o imprenditrici. La prima detrazione spetterebbe a chi ha figli a carico o con parenti a cui sono dovuti assegni alimentari. La seconda spetta alle famiglie che si devono far carico dell’assistenza e della cura degli anziani. La particolarità sta nel fatto che la detrazione si configura come un’imposta negativa e quindi si potrebbe comunque usufruire della parte di detrazione che eccede l’imposta lorda da versare. Altre proposte prevedono la detassazione del lavoro femminile o l’esclusione dall’applicazione degli stu-

di di settore per le libere professioniste nei primi due anni di attività. Ad oggi però ancora nulla di concreto è stato ancora adottato.

Roberto Antonella Area Fiscale Gruppo Sida r.antonella@sidagroup.com Tel. 071.28521


Secondo dati diffusi dalla Coldiretti Marche, in regione sono attive circa diecimila imprese agricole gestite da donne: all’incirca quasi un terzo del totale. Alcune di esse sono anche molto attente alla sfera sociale

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NEI CAMPI MARCHIGIANI 10 MILA IMPRESE ROSA

n cosa sono specializzate? In prevalenza, trasformazione dei prodotti, fattorie didattiche, servizi alle persone e attenzione al “sociale”. Alcuni esempi? È la stessa Coldiretti ad evidenziarli: partiamo dall’azienda agricola “Le Noci” di Staffolo, dove la titolare Francesca Gironi, con la collaborazione dei Comuni di Jesi e Porto Recanati, ospita da un anno e mezzo due ragazzi disabili che partecipano anche alle attività agricole. Nella “Fattoria di nonna Bia” di Polverigi e nell’Agriturismo “le Querce

della Memoria” (San Ginesio), invece, rispettivamente Maddalena Novelli e Federica Di Luca organizzano percorsi educativi, con progetti futuri molto attenti al “sociale”. Un bell’aiuto ai disabili lo danno anche Paola Cicchese, titolare dell’agriturismo “Mes” di Petritoli – con le sue lezioni sulla coltura del pomodoro -, e la cooperativa sociale “Terra e vita” di Recanati.

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DOSSIER: DONNA E IMPRESA

“Il 45 per cento dei dipendenti è rappresentato da donne” - ci spiega il Presidente Giovanni Emidi - “anche se purtroppo non sono ancora numerose in ruoli dirigenziali”

ENERGY RESOURCES SI VESTE DI ROSA S

ono le 19.30 e nella sede dell’azienda, alla Baraccola, troviamo ancora due collaboratrici alla loro scrivania: Serena Chiucchiù, responsabile della preventivazione, e Marianna Bugari, assistente di direzione.

Serena, come avvenne il Suo inserimento in azienda e qual’è il rapporto con i colleghi maschi? “Poco più di due anni fa partecipai alla selezione, soste-

Il Presidente del gruppo jesino, Antonio Baietta, ci illustra la filosofia adottata in tema di lavoro in rosa

E Marianna cosa ci può dire al riguardo? “Sono entrata nel luglio 2009 come assistente di direzione. La mansione richiede un contatto diretto sia con i vertici della società, sia con i dirigenti di altre aziende. Quindi mi interfaccio prevalentemente con la componente maschile. Il bello di quest’azienda è che dà il giusto riconoscimento con i fatti, e non solo a parole, la voce femminile”.

TRE VALLI COOPERLAT, UN’AZIENDA A MISURA DI DONNA P residente, in Cooperlat quali ruoli ricoprono le donne? “In quest’azienda la componente femminile è molto ben rappresentata, sia qualitativamente che numericamente. Tra l’altro abbiamo numerose donne con la qualifica di quadro, che coprono funzioni di alta responsabilità (contabilità, esteri, ecc.). Il capo dei Sistemi Informativi, poi, è una

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nendo un colloquio con la responsabile del personale (donna, ndr). Nello svolgimento delle mie funzioni naturalmente mi confronto molto spesso con i colleghi, sia dell’area manager che commerciali. Con loro talvolta devi essere molto precisa ed intransigente, altrimenti rischi di non essere presa sul serio. In generale, posso confermare che in quest’azienda anche la donna ha le stesse opportunità dell’uomo”.

donna”. Lei personalmente che idea se ne è fatto? “Prima di rispondere Le faccio notare che provengo da una famiglia di sole donne … Ma, al di là di questo, è innegabile che la donna sia meno impulsiva, abbia una capacità di riflessione che raramente si riscontra nell’uomo. Sono qualità che aiutano qualsiasi azienda a crescere. Anche

per questo in Tre Valli Cooperlat crediamo molto nelle doti professionali delle donne, nel loro rigore. E guardi che lo dico non perché oggi è un po’ di moda…”.


Varnelli: la storia La Distilleria Varnelli nasce nel 1868 da un’idea del fondatore, Girolamo Varnelli. L’Azienda, riconosciuta tra le eccellenze rappresentative del saper fare marchigiano, ha sempre avuto un forte legame con il territorio e un carattere profondamente italiano. L’indimenticabile bottiglia trasparente di Anice Secco Speciale, con l’etichetta tricolore, è ormai un simbolo, non solo delle produzioni liquoristiche di alto valore, ma anche della stessa cultura nazionale, dello stare insieme, del fermarsi un istante e assaporare un drink con gli amici. Quattro generazioni d’impresa, per un successo fondato sulla qualità dei prodotti, sull’originalità, sulla tipicità e sulla capacità di salvaguardare la tradizione, senza rinunciare all’innovazione sapiente e creativa.

VARNELLI: AZIENDA E TERRITORIO SI IDENTIFICANO L’UNA CON L’ALTRO

S

ignora Orietta, Lei è da poco tornata da un viaggio in Giappone, prima che venisse colpito dal terremoto. Cosa ci può dire di questa esperienza? “Anzitutto vorrei esprimere la solidarietà mia e della mia famiglia ad un popolo, che sta dimostrando grande coraggio e dignità nell’affrontare una simile tragedia. Il Giappone è un Paese straordinario i cui abitanti esprimono innata sobrietà e gusti raffinati, sono attenti alle novità della moda ma anche alle tradizioni, sono capaci di valorizzare il buono ed il bello nelle cose e nelle persone. I nipponici amano molto l’Italia e le sue tante Qualità: pensi che nella sola città di Tokyo ci sono 3000 ristoranti italiani dove è possibile mangiare piatti di alta cucina, grazie a sapienti cuochi giapponesi che hanno appreso l’arte culinaria italiana attraverso anni di approfondito

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DOSSIER: DONNA E IMPRESA studio nel nostro Paese. Amano anche le Marche? “L’interesse verso la nostra regione è molto alto, per le sue bellezze paesaggistiche e monumentali nonché per i prodotti enogastronomici, per quelli della moda e del design. In Giappone, come negli altri mercati del mondo, gli imprenditori marchigiani tendono a promuovere spontaneamente il territorio nel suo complesso, per valorizzare al massimo le eccellenze locali e trasmettere i valori legati agli antichi saperi, alla cultura dei luoghi in cui abbiamo la fortuna di vivere e lavorare. Nell’era del mercato globale, il territorio è un elemento distintivo di straordinaria efficacia, che arricchisce la comunicazione delle imprese, fino ad orientare le scelte d’acquisto di clienti sempre più attenti al contesto che circonda ogni prodotto, a prescindere

dal settore. Inoltre, promuovendo prodotti che evocano suggestioni legate alle diverse aree geografiche, si diffonde la conoscenza della regione ed indirettamente si favorisce il turismo incoming. Varnelli guarda all’estero, ma non perde il suo legame con il territorio. “Varnelli è per vocazione e per natura un’azienda fortemente legata alla famiglia e al territorio in cui opera sin dal 1868. Consideriamo un privilegio fare impresa in questi luoghi e nostra responsabilità contribuire al loro sviluppo sostenibile”. E il territorio come risponde? “Siamo parte della medesima comunità con cui coltiviamo rapporti di costante ed efficace sinergia. Nel trasferire lo stabilimento produttivo a Muccia, mantenemmo la Sede Legale a Pievebovigliana, e

dunque abbiamo il privilegio di collaborare costantemente con entrambi i due pregevoli, piccoli comuni dell’entroterra maceratese. A testimonianza di ciò, basti ricordare la circostanza più recente ovvero che Muccia e Pievebovigliana, insieme ai Comuni di Serravalle di Chienti, Montecavallo, Pieve Torina e Fiordimonte hanno scelto la nostra sede per festeggiare le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: un evento molto sentito e partecipato dalla popolazione, a conclusione del quale la Distilleria Varnelli ha offerto agli intervenuti il Gelato Tricolore al ”Varnelli”, anice secco speciale la cui etichetta evoca i colori della bandiera italiana. L’odierna leadership Varnelli è tutta al femminile: cosa comporta questo fatto? “Ritengo che anche nel mondo dell’impresa l’attenzione

Varnelli oggi

L’azienda oggi è guidata da una rosa composta da due generazioni di donne, mentre la generazione del futuro sta già muovendo i primi passi. Elda Luchini Varnelli Presidentessa del CDA e madre delle sorelle Varnelli Gigliola Simonetta Commerciale e Marketing Italia Mari Donatella Responsabile Produzione Orietta Maria Responsabile Amministrazione e Commerciale Estero

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vada posta su meriti, dedizione e responsabilità, a prescindere dalle differenze di genere. Tutt’al più si possono valutare le peculiarità distintive di donne e uomini puntando a far sì che siano complementari, per raggiungere insieme i massimi risultati. Certamente le imprenditrici donne sanno esprimere una particolare tenacia ed una spontanea sensibilità verso i dettagli che costituiscono un valore aggiunto; inoltre riescono a tenere in piedi molti fili contemporaneamente, sanno gestire il tempo, le priorità, ma alla fine sono il carattere e la determinazione che una persona mette nel suo lavoro a fare la differenza.


INNOVAZIONE & HI TECH

Per Fabrizio Bernini, Presidente della Zucchetti Centro Sistemi Spa, queste parole del Premio Nobel ungherese Albert Szent, scopritore della vitamina C, racchiudono efficacemente la filosofia di questa importante realtà, portabandiera dell’innovazione italiana nel mondo

“INNOVARE È GUARDARE QUELLO CHE TUTTI VEDONO E PENSARE QUELLO CHE NESSUNO PENSA” di G. Mascetti

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ottor Bernini, leggendo i dati di bilancio pare che la crisi voi non la sentiate… “Zucchetti Centro Sistemi è un’azienda che dai 25 milioni di fatturato del 2009 è passata ai 35 nel 2010, e prevede di raggiungere i 50 milioni nel 2014-2015. Penso sinceramente che la crisi possa essere vista anche da un altro angolo visuale, non soltanto per i suoi risvolti indubbiamente negativi, talvolta drammatici”. E cioè? “Dietro ad un periodo di congiuntura economica vi è anche un’opportunità, in quanto molte aziende si fermano o rallentano. Quindi vi sono maggiori possibilità di investire”. Facciamo un passo indietro: ci parli delle origini della

Zucchetti Centro Sistemi. “L’azienda, che fondai nel 1981 a Terranuova Bracciolini (in provincia di Arezzo), per diversi anni si distinse nel settore della produzione di software, per poi svilupparsi anche nei mercati della robotica e dell’automazione. Oggi è articolata in cinque Business Unit (si veda la scheda nel servizio, ndr)”. Nei settori in cui siete presenti, la ricerca e l’innovazione sono determinanti. È ancora possibile per un’azienda italiana competere sul terreno della ricerca a livello internazionale? “Come ha sintetizzato lei, la nostra parola d’ordine è, appunto, “innovazione”. A patto, però, che con tale termine – purtroppo molto spesso abusato – ci si riferisca a qualcosa di diverso ed aggiuntivo rispetto a quanto

solitamente si intende”. In che senso? “Diciamo che Zucchetti Centro Sistemi è un laboratorio delle idee universalmente riconosciuto. Cioè un punto di incontro e di “fusione” delle eccellenze raggiunte da tecnici ed esperti specializzati in ambiti diversi tra loro: sostanzialmente meccanica, informatica ed elettronica. In altre parole, rappresentiamo una costante ed efficace applicazione quotidiana di meccatronica. Il prodotto è il frutto del coordinamento delle performance dei singoli ambiti scientifici. Nei nostri prodotti si riscontra sempre questa integrazione delle eccellenze; lo testimoniano i riconoscimenti e premi, anche nazionali, che abbiamo ricevuto. Ecco, questa è la nostra filosofia”.

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INNOVAZIONE & HI TECH

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Lei ha accennato ai riconoscimenti… “Le cito il più recente, l’edizione 2010 del “Premio Imprese per l’Innovazione”. Poi mi piacerebbe menzionare il “Premio per l’Innovazione Tecnologica” ottenuto alla 97° edizione del Mipel (marzo 2010) da SAPAF54, un’azienda artigiana fiorentina che ha promosso un sistema high tech per la tracciabilità che si basa sulla tecnologia RFID, sviluppata da noi”. La linea adottata sia dallo Stato che a livello locale è quella di subordinare i finanziamenti alla ricerca alla stipula di accordi partenariato con le università e gli enti pubblici di ricerca. È una formula che funziona? “Siamo da sempre favorevoli a forti partnership tra pubblico e privato, che quando si parla di innovazione possono permettere il raggiungimento di traguardi importanti, anche fuori dai confini nazionali. Questo però è possibile solo se ciascuno fa la propria parte … il mercato esige velocità di risposte, rapidità nell’applicazione e un’altissima qualità dei prodotti e servizi, altrimenti ti punisce”.

alle ricadute in termini occupazionali e di Pil che un determinato investimento è in grado di produrre sul territorio. Allora è possibile valutare la bontà di un serio piano industriale, altrimenti ci si perde in considerazioni troppo teoriche. Vede, io sono dell’opinione che il mercato sia il giudice di tutti noi”. In concreto? “Prendiamo l’ipotesi classica: la Regione concede un finanziamento a tasso zero per incentivare investimenti in attività di ricerca. Bene, però guardiamo anche come vengono utilizzate queste somme, e quindi – come dicevo – se producono ricchezza per il territorio. A tal fine suggerisco di subordinare l’incentivo alla presentazione di un serio piano da parte dell’azienda. Se l’obiettivo non sarà raggiunto, al finanziamento si applicherà un tasso comunque agevolato ma non pari a zero”.

Intende dire che il pubblico non sta al passo con il privato? “Non si può dare una risposta generalizzata ad una questione che impone una riflessione adeguata e diversa da caso a caso”. Comunque Lei giudica in modo positivo la politica degli incentivi agli investimenti in R&S adottata negli ultimi quindicivent’anni? “Anche qui il discorso è piuttosto complesso. Nei finanziamenti all’innovazione, anche regionali, si dovrebbe fare più attenzione

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AUTO

PORSCHE INTELLIGENT PERFORMANCE M otto ideale per supportare il rafforzamento del Marchio in termini di contenuti di prodotto, in grado di sottolineare la forza innovativa, la leadership tecnologica, la compatibilità ambientale e la sicurezza di tutti i nuovi modelli Porsche. Porsche è “Performance”: la performance è l’elemento fondamentale dell’identità di marca in quanto produttore di auto sportive fermamente ancorato nell’immaginario del proprio target group di riferimento alla sportività; la performance deriva direttamente

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dai successi di oltre 60 anni di motorsport. La performance di Porsche è “Intelligente”: perchè basata sulle innovazioni orientate al futuro dei nostri ingegneri; la performance per Porsche non è la ricerca della maggior potenza assoluta ma l’ottenimento della maggior efficienza e della relativa soluzione specifica affinchè ogni Porsche possa raggiungere prestazioni migliori grazie a peso ridotto, aerodinamica migliore, consumi ed emissioni ridotte. In altre parole: la miglior combinazione possibile di tutte le componenti

dell’auto. Porsche esprime le proprie performance come la combinazione intelligente di prestazioni, idoneità all’uso quotidiano e sicurezza. Tipicamente Porsche. In questo contesto, la nuova 911 GT3 R Hybrid è “l’aggancio ideale” per presentare il nuovo claim “Porsche Intelligent Performance” ed esprimere con forza e concretezza la strategia che si nasconde dietro di esso.

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LA NUOVA CAYENNE S HYBRID L’ interazione tra le forze trova un nome anche nella nuova Cayenne S Hybrid: sistema Full-Hybrid parallelo. Grazie alla combinazione intelligente del motore a combustione con il motore elettrico si sfruttano i punti di forza di entrambi i principi di trazione. In altre parole: lavora solo il motore necessario. E, quando funzionano insieme, lo fanno in maniera efficiente. In questo modo i consumi si riducono percettibilmente. Ma non la performance.

Quali sono gli altri tratti distintivi della Cayenne S Hybrid? Rispetto ad altre vetture ibride: ovviamente, la sportività. Rispetto ad altri modelli Cayenne: le scritte Hybrid sui passaruota anteriori. Un riferimento discreto alla filosofia innovativa della vettura. Il motore a combustione della nuova Cayenne S Hybrid è un V6 con compressore volumetrico da 3,0 litri. L’effetto di sovralimentazione del compressore garantisce un’elevata coppia già ai bassi regimi. La potenza in cifre: 245 kW (333 CV). Coppia motrice massima

è di ben 440 Nm ed è costante tra i 3.000 e i 5.250 giri/min, per consentire uno stile di guida “con un filo di gas”, con consumi ridotti ma con straordinarie riserve di potenza. Il motore elettrico sviluppa una potenza massima di 34 kW (47 CV). I vantaggi del motore sincrono: dimensioni estremamente compatte e rendimento elevato. Inoltre funge da starter e da alternatore. I due propulsori sviluppano insieme una potenza complessiva di sistema pari a 279 kW (380 CV). Con una straor-

dinaria coppia massima: 580 Nm. La nuova Cayenne S Hybrid accelera da 0 a 100 km/h in 6,5 s. Valori che, in effetti, vi potreste aspettare da un motore a 8 cilindri. E tutto ciò a fronte di un consumo pari a 8,2 litri nel ciclo EU.

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TENDENZE

“Nelle Marche la qualità della vita è altissima. Il paesaggio, lo stile di vita, la cucina, sono sobri, armoniosi, misurati. Mi piace pensare che la marchigianità nel mio lavoro si traduca in questa armonia”

UN MARCHIGIANO ALLA TRIENNALE DI MILANO: “L’ARCHITETTURA DEVE CONIUGARE TECNICA ED ESTETICA” di A. Dachan

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rchitetto Rossi, nel corso della sua carriera Lei ha firmato progetti importanti e ha avuto collaborazioni di prestigio; vuole raccontarci come ha iniziato questa professione? “Dopo la laurea al Politecnico di Milano mi sono trasferito subito in Germania, dove ho lavorato due anni in un grosso studio che si occupava di Potzdamer Platz a Berlino. Ho avuto fin da subito la possibilità di lavorare a grandi progetti. In Germania non hanno timore di dare responsabilità ai giovani laureati, la considerano una specie di prova del fuoco. Ho imparato molto dai tedeschi, l’organizzazione, l’efficienza e la passione per il lavoro. Poi mi sono trasferito in Austria a Vienna dove ho lavorato per alcuni anni in uno dei migliori studi della città. In Austria e in Svizzera secondo me c’è la maggior qualità architettonica del mondo, perchè si sperimenta e si studiano soluzioni nuove anche nel campo dei dettagli costruttivi. A Vienna poi ho aperto il mio studio nel 2000 e da sei anni ho il mio studio nelle Marche a Fabriano. Al momento mi occupo di progetti di ogni tipo e ho come committenti aziende, enti pubblici e anche privati”.

quella che deriva dalle esperienze (meglio se internazionali). Ma la creatività è indispensabile. L’architettura deve coniugare tecnica ed estetica. Se gli spazi che abitiamo fossero costruiti solo seguendo considerazioni tecniche e funzionali e senza una valenza estetica la nostra vita sarebbe tristissima. Purtroppo in alcune zone delle nostre città questo senso di tristezza è tangibile”.

Nel suo mestiere, quanto contano, rispettivamente, la formazione e la creatività? “La formazione è importante, soprattutto

Secondo Lei, anche nell’architettura il design italiano ha una marcia in più? “Ci sono molti bravi architetti in Italia. Quando

Quali sono gli elementi da cui trova ispirazione quando disegna? C’è un artista in particolare che ha influenzato la sua opera? “Il progetto di un edificio o di uno spazio in generale è un’operazione complessa in cui intervengono diversi fattori. A volte è il luogo a guidarti a volte le idee nascono un po’ da sole, riflettendo sul tema del progetto. Sicuramente per la cosiddetta ispirazione è importante cercare stimoli, viaggiare, esplorare altre architetture. Nel mio lavoro mi faccio influenzare dalle architetture di qualità che vedo, non necessariamente legate a nomi famosi. Anche se aver avuto l’occasione di lavorare con personalità di grande spessore mi ha trasmesso molto”.


vanno a lavorare all’estero sono spesso molto apprezzati per la loro creatività. Purtroppo però nel nostro paese la qualità e l’impegno non sempre vengono premiati. Questo lo si avverte quando ci si guarda intorno. La maggior parte dell’edilizia degli ultimi decenni è piuttosto scadente. Nelle Marche si potrebbe fare di più per promuovere l’architettura di qualità, per esempio incentivando i concorsi di architettura. E poi a volte si ha l’impressione che solo i grandi nomi fanno notizia, mentre tanti bravi architetti non sono valorizzati”. Lei sarà uno dei pochissimi architetti marchigiani alla Triennale di Milano. Cosa porta nel Suo lavoro della sua marchigianità? “Nelle Marche la qualità della vita è altissima. Il paesaggio, lo stile di vita, la cucina, sono sobri, armoniosi, misurati. Mi piace pensare che la marchigianità nel mio lavoro si traduca in questa armonia. Anche l’operosità e l’intraprendenza marchigiana sono valori che apprezzo molto. L’attenzione alle proporzioni, la ricerca dei materiali più adatti, la funzionalità, la sostenibilità ambientale sono le linee guida del mio lavoro”.

Edificio Residenziale a Fabriano

Nei Suoi progetti per il futuro, c’è il sogno di un progetto particolare? “Soprattutto mi piacerebbe progettare di più. A parte le battute mi interessano tutti i temi, dalla piccola ristrutturazione ai grandi progetti. Ogni lavoro è interessante se chi è coinvolto nel progetto ha come obiettivo la qualità di ciò che si realizza”.

Ristorante Aziendale Indesit a Fabriano

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A CASA DI...

Se vi state chiedendo come saranno le case nel futuro e vi piacerebbe avere una casa che comunica con voi, allora sappiate che il vostro sogno è già una realtà : si chiama Leaf House ed è una delle creazioni firmate dal Gruppo Loccioni. Sorge in un piccolo paesino della provincia di Ancona, Angeli di Rosora, all’interno della prima community ecosostenibile in Italia e in breve tempo ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale.

Il nome stesso, Leaf House, casa foglia, rivela l’anima e la filosofia di questa abitazione, studiata in ogni dettaglio per rispondere all’esigenza di creare uno spazio abitativo in perfetta armonia con l’ambiente e offrire, al tempo stesso, le più innovative soluzioni tecnologiche. Il modello ispiratore della Leaf House è la casa colonica della tradizione mezzadrile marchigiana con il suo podere, un microcosmo autosufficiente e sostenibile, in cui ogni risorsa veniva sfruttata al massimo e nulla veniva sprecato.

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CASA LOCCIONI LEAF HOUSE


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legante, dalle forme moderne, con un design essenziale: dietro ad ogni singolo dettaglio di questa casa si nasconde un grande lavoro di ricerca e studio, che ha permesso la realizzazione di un’abitazione completamente carbon neutral. L’energia viene prodotta integralmente da fonti rinnovabili, in assenza di rilascio di CO2. In questa casa regnano sovrani l’armonia e l’equilibrio: un’infinità di sensori (più di 1000), collegati ad un cervello centrale, rivelano lo stato dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti degli edifici, consentendone la gestione e la riduzione. Già dall’esterno si coglie quel rigore e quell’eleganza fatta di essenzialità che contraddistingue ogni ambiente della casa: colori castellati, alberi e siepi, inserti in legno e una cascata di pannelli solari che sembra scivolare sul tetto come un elegante mantello. Le tonalità all’esterno e all’interno sono tenui, pastellate, con i colori del legno e della terra; la luce entra dalla ampie vetrate e si irradia in ogni angolo, dipingendo all’interno inedite sfumature di sole. Una casa che vive al di sopra del tempo: il verde che circonda la Leaf House riporta indietro negli anni, quando ogni abitazione aveva un cortile con giardino. I pannelli interattivi, invece, proiettano nel futuro, in una dimensione in cui la casa comunica con il suo proprietario. Intelligenza artificiale che diventa realtà: un’interfaccia elegante come un quadro e funzionale come un laptop, che attraverso un display luminoso visualizza tutti i dati di consumo istantanei e cumulati nel tempo. Un cuore marchigiano, nel cuore delle Marche: nell’intimità della casa o affacciati dall’ampio terrazzo si coglie un’atmosfera sobria, familiare, in cui il tempo sembra scorrere senza frenesie. L’incanto degli Appennini all’orizzonte e dei sinuosi colli tutto intorno offrono uno spettacolo di rara bellezza. www.loccioni.com www.leafcommunity.com 145


STORIA E DINTORNI

Il professor Alvise Manni, del Centro Studi Civitanovesi” racconta il misconosciuto contributo delle donne al risorgimento italiano

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ono contento che alcune settimane fa la redazione di Mondo Lavoro mi abbia invitato, in qualità di Presidente del Centro Studî Civitanovesi (cfr www.centrostudicivitanovesi.it), a scrivere qualcosa sulle donne ed il Risorgimento. Ultimamente infatti – complice l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia (1861 – 2011) – mi sto occupando, assieme a numerosi validi Storici Locali (Renzo Bislani, Sergio Fucchi, Raimondo Giustozzi, Matteo Parrini, etc…), di (ri)studiare questo fondamentale e fatale periodo storico, organizzando soprattutto eventi di divulgazione scientifica come per esempio il Ciclo di 8 Conferenze intitolato ALTRI RISORGIMENTI “Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio…”. Abbiamo quindi indagato a fondo cercando di dar voce anche “all’altra campana”, come si dice, e cioè la versione dei fatti fornita dagli sconfitti (Borboni e papalini), dato

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“ALTRO RISORGIMENTO” DEL GENIO FEMMINILE che come sempre la Storia la scrive chi vince e la retorica di quei tempi indubbiamente gloriosi ha creato un Mito, che ora a distanza di tempo, a “bocce ferme”, ci si può permettere di vagliare coi mezzi il più possibilmente imparziali della ricerca storica; e questo assolutamente senza nessun intento “negazionista o revisionista” nel senso deleterio del termine, ma appunto per cercare di sapere - ad un secolo e mezzo dagli eventi – la Verità! Ed inevitabilmente cercando fra gli “Altri Risorgimenti” più o meno negati si arriva a scoprire l’altra metà del cielo e cioè le donne risorgimentali, il loro apporto più o meno evidente ma comunque sempre sofferto e tormentato. Purtroppo, ancora oggi, le figure femminili sono messe in ombra da quelle maschili, nel bene e nel male e sicuramente come si suol dire “dietro un grand’uomo c’è sempre una gran donna”. Come sempre è accaduto, accade ed accadrà

nei momenti di fortissime crisi socio-economiche, sconquassi politico-militari e rivoluzioni ideologico-culturali - come lo sono stati il Risorgimento e più tardi la Grande Guerra (1915 – 1918) ed infine la Resistenza (1943 – 1944) – le donne hanno avuto l’opportunità di fare maggiormente la loro parte e di fare conquiste sindacali, lavorative e nel campo dei diritti civili, di avere insomma soprattutto la quella ribalta ed una certa visibilità di solito ingiustamente negata. Ma se ci addolora sempre registrare l’uso della forza (forse inevitabile…) non pensiamo che morire anche gloriosamente in combattimento (e mentre si sta quindi uccidendo a propria volta) sia il modo migliore per raggiungere la cosiddetta ed agognata parità dei sessi. Sarebbe sempre meglio riuscire a dare il proprio contributo alla causa comune con apporti intellettuali, culturali e pacifici (ma si sa “c’è un tempo per la guerra e

un tempo per la pace”). Per esempio, come apprendiamo dal già citato Matteo Parrini, le Patriote di Camerino (MC) nell’Autunno del 1860 si organizzarono per dare un loro contributo (non riconosciuto dalla legge) alle imminenti votazioni, inventandosi un modernissimo (ed antesignano aggiungiamo noi) “indirizzo d’adesione” alla monarchia sabauda raccogliendo ben 494 nomi (a fronte dei 1757 voti “legittimi” espressi dagli uomini). Quindi le donne di Fabriano (AN) il 6 Novembre 1860, subito dopo la proclamazione dei risultati del voto dei Plebisciti per l’Annessione delle Marche al nuovo Stato Italiano sotto la Monarchia Sabauda del Re Vittorio Emanuele II (4 Novembre 1860) - pur non potendo partecipare purtroppo al Voto (che le avrebbe viste comunque escluse per altri 86 anni!) dichiarano pubblicamente per iscritto affiggendo dei manifesti: «Se mai Donne italiane ebbe-


ro giusta ragione d’invidiare il sesso che si fece proclamare migliore, e di accusare la legge d’aver privilegiato l’uomo sopra di loro, egli è in questo momento, o Sire, in cui gli abitanti delle Marche e dell’Umbria acclamando il vostro Nome Glorioso, volano a deporre, ma senza di noi, nell’urna il voto … Ma se a noi non è dato recare colla mano all’urna il dolce e caro monosillabo che solo in Italia suona, noi lo ripeteremo le mille volte col cuore, e con tanta potenza di affetto, che mai non uscì l’eguale dal nostro labbro ad accogliere il sospiro ardente del primo amore…». E subito dopo per non essere da meno in questo “circolo virtuoso” oramai innescato (ed a cui non sono estranei piccoli dissapori campanilistici) sempre dalla stessa fonte sappiamo che anche quelle di Matelica (MC) il 10 Dicembre dello stesso anno appendevano un manifesto di

questo tenore: «A sua maestà vittorio emanuele il re eletto… A Voi che ne accettaste i voti, ogni cuore riconoscente riferisce le grazie che può maggiori: a Voi ogni italiano offre sostanze e vita per difendere l’indipendenza della patria e il suo primo ed eroico Soldato. Fra mille e mille voci che vi applaudono ascoltate, o Sire, la voce delle Donne Matelicesi, …». Non a caso la poetessa marchigiana (oriunda di Matelica) Maria Alinda Bonacci Brunamonti (Perugia, 21 Agosto 1841 – Perugia, 3 Febbraio 1903) ebbe la ventura, grazie al suo ardente patriottismo unica Donna in Italia – di poter votare legittimamente e legalmente in quel Plebiscito con specifica deroga regale accordatele. Per finire ci piace quindi ricordare la bella figura della ternana Caterina Franceschi Ferrucci (Narni, 26 Gennaio 1803 – Firenze, 28 Febbraio 1887) - che ha soggiornato

anche ad Osimo (AN) e Macerata - la quale si è impegnata nel campo letterario (ricevendo apprezzamenti anche da Giacomo Leopardi ed arrivando ad essere la prima donna ammessa a far parte dell’Accademica della Crusca nel 1871) ed in quello pedagogico scrivendo libri per l’educazione morale ed intellettuale femminile, dirigendo Educandati. Per un certo periodo andò pure in esilio seguendo fedelmente il marito allontanato per motivi politici. Potremmo continuare con altre esemplificazioni aneddotiche ed arrivare a cavallo dei secoli XIX e XX, ma per ora ci fermiamo qui non senza lanciare altre suggestioni: nelle Marche in quel periodo appunto agirono sia Maria Montessori sia Marta Felicina Faccio Pierangeli (alias Sibilla Aleramo). Naturalmente per affermarsi ed esprimere il loro talento in questo universo maschilista a difesa la prima dei bambini e la seconda dalla parte del-

la dignità muliebre dovettero entrambe personalmente pagare un prezzo molto alto che alla fine però scontarono inevitabilmente soprattutto i loro figli… ma questa è un’altra storia!

Alvise Manni alvise.manni@libero.it

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VIAGGI

Risultano tra le mete preferite dagli italiani. in totale sicurezza

MAR ROSSO E TUNISIA DI NUOVO IN POLE POSITION di E. Celi

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l 14 febbraio la Farnesina ha tolto lo sconsiglio per i viaggi verso la Tunisia e il giorno seguente per quelli verso il Mar Rosso; l’1 marzo anche per i voli verso il Cairo. A seguito degli sviluppi positivi della situazione, che hanno portato ad un significativo miglioramento del contesto generale di sicurezza, i tour operator interessati alle destinazioni hanno così riattivato strutture e villaggi tanto cari ai vacanzieri italiani. L’area del Mar Rosso e la Tunisia sono infatti molto amate, l’una per le temperature calde in ogni periodo dell’anno e l’offerta adatta ad una clientela variegata, l’altra per la vicinanza al nostro Paese e la capacità di rispondere alle esigenze di sole, mare e comfort, soprattutto delle famiglie. Cos’era successo? Con i disordini scoppiati in gennaio, la Farnesina aveva emesso il “warning” prima per la Tunisia e poi per l’Egitto. I tour operator italiani avevano quindi bloccato le partenze, mettendo in primo piano la sicurezza dei clienti. Per capire cosa comporta tutto questo per le aziende del settore, chiediamo a Eden Viaggi, tra i principali operatori. Anya Bracci, Responsabile Ufficio Clienti di Eden Viaggi, dichiara: “La sicurezza dei clienti e del personale in loco è stata prioritaria per Eden Viaggi che ha prontamente rimpatriato gli ospiti e le equipe dei propri villaggi e rassicurato i clienti, provvedendo a disporre un programma di riprotezioni, che dava la possibilità di rimandare ad una data successiva il loro viaggio o usufruire di soluzioni alternative, concordate tra i tour operator e i consumatori, come un’altra destinazione programmata, un

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buono viaggio o rimborso del valore del pacchetto”. Cosa sta succedendo ora? Qual è la reazione della clientela alla riapertura delle vendite? Angelo E. Cartelli, Direttore Marketing e Commerciale di Eden Viaggi, risponde: “Nonostante le ultime vicissitudini che hanno interessato il Nord Africa, la situazione in Egitto e in Tunisia si è normalizzata. Il Mar Rosso, infatti, sta già accogliendo da settimane turisti italiani ed europei. Il 5 marzo si sono riaccesi i motori delle partenze di Eden Viaggi per l’Egitto e il 28 febbraio per la Tunisia. L’Egitto è l’unica destinazione al mondo che garantisce sole, mare e alta qualità dei servizi a poche ore di volo dall’Italia per 12 mesi all’anno e la Tunisia, ancora più vicina, non è da meno, soprattutto durante l’estate. Mar Rosso e costa tunisina sono prontissimi ad accogliere il flusso turistico con un’ampia gamma di proposte, nuove strutture e ricche novità. Ad aprile, inoltre, prendono il via anche le crociere sul Nilo che Eden Viaggi propone sulla lussuosa motonave M/S Concerto”.


A cura di Saima viaggi

PER STACCARE LA SPINA

SOLUZIONI SHORT BREAK

SOLUZIONI LONG BREAK

Vivere il Conero in barca a vela

Eden Village Tamra Beach, Sharm el Sheikh

La scoperta della Riviera del Conero attraverso l’esperienza di un viaggio in barca a vela, in uno scenario di meravigliose bianche scogliere a strapiombo sul mare, coronate dalla florida vegetazione del Parco del Conero, è tutto un rivelarsi di grotte di pescatori e di scogli popolati da una fitta flora e fauna marina, ed un affacciarsi di borghi marinari. Minicrocera in barca a vela di 2 notti/3 giorni a partireda Euro 290,00 a persona. Sconto speciale del 5% per prenotazioni 60 giorni prima della partenza. info sito: www.maravigliatravel.it

Di fronte alla famosa isola di Tiran, il villaggio si trova presso la località di Nabq, a sud est della penisola egiziana del Sinai, tra il deserto di rocce e canyon e le sponde del Mar Rosso. Il Tamra Beach ha una struttura estesa, ariosa ed elegante, corredata nelle diverse aree di ambienti differenziati in cui ognuno può trovare il proprio spazio. Per il divertimento e il fitness, sono a disposizione diverse attrezzature sportive e sei piscine. L’attività di ristorazione è curata da un executive chef italiano. Le opportunità di compiere immersioni subacquee ed escursioni e di vivere momenti di svago nei caratteristici locali di Sharm e Naama Bay, contribuiscono a rendere il soggiorno particolarmente vario e stimolante. Località: Nabq. Dista 10 km dall’aeroporto, 25 km da Naama Bay e 33 km da Sharm Vecchia. All Inclusive. A partire da Euro 661,00 www.saimaviaggi.ggfgroup.net

Corso fotografico: i paesaggi delle Marche

La possibilità di avvicinarsi alle tecniche della fotografia seguiti da un esperto professionista di quest’arte che vi insegnerà come individuare il luogo giusto ed attendere il giusto momento per una grande fotografia, il tutto guidati in un’esplorazione del territorio marchigiano tutto da scoprire. Potrete scegliere tra il Conero e i Colli dell’Infinito o tra i Sibillini e le piane di Castelluccio per un’esperienza veramente unica. Corso fotografico tra i paesaggi delle Marche, 3 notti con 2 giorni di workshop con fotografo professionista a partire da Euro 583,00 per due persone www.maravigliatravel.it

Eden Special New Emerald Cove, Seychelles

Incastonato nel mare turchese che circonda Praslin, a circa 10 minuti di barca da St. Anne, c’è il New Emerald Cove, il rifugio perfetto per gli amanti della vacanza all’insegna del relax e a contatto con la natura. Il resort è gestito da italiani che, partendo dall’alta qualità della struttura esistente, hanno reso ancora più accogliente e confortevole la sistemazione in albergo. Località: Anse La Farine. A partire da Euro 2076,00 Info su: www.saimaviaggi.ggfgroup.net www.saimaviaggi.ggfgroup.net

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ITINERARI DEL GUSTO DA ALCEO Via Panoramica Ardizio 119, Fermo tel. 0721.51360 Aperto: sempre; chiuso: lunedì; da ottobre a maggio anche domenica sera, ferie: variabili www.ristorantealceo.it CHEF:ALCEO RAPA

“Un grande cuoco è quello che sottrae meno sapore possibile al pesce”; “l’ideale è la lessatura, il crudo lo faccio solo a modo mio, se il pesce è vivo, e il contorno non è mai il protagonista”. Queste le parole con le quali Alceo Rapa presenta la sua cucina di pesce, in un mix di originalità e tradizione. Il ristorante, ubicato sulle alture pesaresi e caratterizzato da una terrazza con splendida vista sul mare, si presenta con una veste raffinata ed elegante. La sua storia ha inizio nel 1973 ed è legata a quella della famiglia Rapa , già forte delle esperienze di successo alla “Meglia” di Mestre e al “Danieli” di Venezia. In prima linea Alceo, che ancora oggi opera con passione e cura nella realizzazione dei suoi piatti e nella scelta di ingredienti sempre freschi e genuini. Al suo fianco la perfetta complicità della moglie Grazia Ravagnan, chef e sommelier.

MADONNINA DEL PESCATORE Via Lungomare Italia 11 - Loc. Marzocca, Senigallia tel. 071.698267 Aperto: sempre; chiuso: lunedì; ferie: variabili www.madonninadelpescatore.it CHEF: MORENO CEDRONI

“Venticinque anni fa iniziano due viaggi, il primo finisce subito, a capo di buona Speranza, dove due masse d’acqua, l’oceano Atlantico e l’oceano Indiano si fondono insieme restando al tempo stesso distinte. Il secondo viaggio dura ancora oggi da 25 anni, ed è la Madonnina del pescatore. Guardando il ricordo di quel primo viaggio mi rendo conto di quanto l’immagine delle masse d’acqua mi sia rimasta impressa, tanto da voler ricreare nella mia cucina un simile incontro e fusione tra due forze ugualmente incisive: creatività e tradizione”.Così lo chef - patron Moreno. La cucina, incentrata per lo più sul pesce, abbina la fantasia con la capacità di fondere le materie prime. Non perdetevi il Susci, la Costoletta di rombo, la prima colazione. Piatti esclusivi,tradizione ed eccellenza che hanno valso al ristorante il conferimento di due stelle all’ interno della guida Michelin.

LE BUSCHE Contrada Busche 2 , Montecarotto tel. 0731.89172 Aperto: sempre; chiuso: lunedì; domenica sera; ferie: variabili www.lebusche.net CHEF: ANDREA ANGELETTI

Circondato da vigne, boschi di pini e pioppi, la collina su cui sorge il Ristorante Le Busche gode di una vista esclusiva:il mare fa da sfondo ai borghi che sembrano sfilare durante le ore del giorno e secondo la luce che cambia: Barbara, Ostra Vetere, Ripe, Ostra, San Marcello. Per lo stretto rapporto con i migliori vignaioli locali, soprattutto per la valente opera dei proprietari, può fregiarsi a buon titolo di ambasciatore del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Il quarantaduenne jesino Andrea Angeletti, con alle spalle esperienze di collaborazione con noti chef in Italia, Francia e Svizzera, propone una cucina giovane e fresca, caratterizzata dal giusto mix di modernità e tradizione. Il pesce, alla base della sua cucina, è affiancato dai classici tipi per preparazioni di tradizione con abbinamenti un po’ fantasiosi: per tutti si cita la bruschetta e tonno oppure il riso selvaggio con scampi e tartufo di Acqualagna.

DA EMILIA Baia di Portonovo Ancona (An) Telefono: 071801109 www.ristoranteemilia.it Il ristorante Emilia offre i piatti della tradizione locale, tutti curati e seguiti personalmente da Marisina, figlia minore di Emilia, erede e custode delle sue ricette, prima fra tutte gli spaghetti al mosciolo selvatico. Presidio Slowfood dal 2004, il mosciolo selvatico o Mytilus galloprovincialis, è una tipologia di cozza o mitilo che si riproduce naturalmente sugli scogli sommersi del tratto di costa compreso fra Pietralacroce ed il confine tra Stirolo e Numana. Accanto al piatto forte, si possono gustare ottimi primi piatti a base di pasta fresca artigianale fornita da un laboratorio locale, ed antipasti caldi o freddi. Selezionata la cantina, con una particolare predilezione per i vini locali, con tutte le etichette DOC sia di bianchi che di rossi delle principali aziende vinicole marchigiane, e la possibilità di scegliere alcune tra le più rinomate etichette nazionali.

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E VENTI

Mentre a Milano andava in scena la settimana della moda, a Pesaro sfilavano le Marche… con Stile

LE MARCHE CON STILE SFILANO ALL’EXCELSIOR DI PESARO P

er capire cosa va di moda e prendere spunto su come vestirsi per un’occasione importante non c’è niente di meglio che assistere ad una sfilata. Quella di cui parliamo oggi, però, non è una sfilata qualunque, perché non è stata disegnata da un’unica maison, perché a indossare capi e accessori non erano modelle e modelli, perché non si è svolta su una passerella. In esclusiva per i lettori di ML il racconto dell’inedito defilé che si è svolto a Pesaro domenica 27 febbraio, in occasione della serata di presentazione del circuito del lusso, Le Marche con Stile. L’obiettivo è puntato sulla sala, nella hall del cinque stelle e lungo tutto il percorso espositivo: sfila la créme della società marchigiana: imprenditori, autorità, opinion leader convenuti presso l’Excelsior di Pesaro per celebrare la na-

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scita della prima Associazione del lusso Made in Marche, firmata GGF Group. Il colpo d’occhio è immediato e inequivocabile: il colore più gettonato è l’immortale nero. Scelto indifferentemente da donne e uomini, si declina su capi d’abbigliamento e accessori, dalle scarpe alle collane, offrendo un’immagine formale, rigorosa e davvero elegante. Oltre al fascino del colore dell’oscurità, sfila sua maestà il blu, simbolo di un’eleganza raffinata e discreta, scelto da chi ama distinguersi ed essere radical chic. La giacca è il capo che accomuna i signori e le signore: portata sopra un pantalone o sopra una gonna, è simbolo di un’eleganza che punta alla sobrietà e che, allo stesso tempo, non rinuncia alla praticità. Tornano di moda le collane lunghe, che cascano a metà petto o arrivano fino a metà


busto; di perle o colorate, con chicchi pi첫 o meno grandi, sono decisamente pi첫 appariscenti degli orecchini. Puntano sempre pi첫 in alto i tacchi, appuntiti e sottili, aiutati a sostenere i piedi delle signore da plateaux sempre pi첫 importanti, ma sempre meno visibili. Tolti cappotti, trench e pellicce, a ricordare il freddo inverno restano sciarpe e calde pashmine, che accanto ai classici colori offrono sfumature pastellate, quasi un anticipo della bella stagione.

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E VENTI

Nell’atmosfera softly elegant dell’Excelsior hotel di Pesaro, si è svolta il 27 febbraio 2011, la cerimonia di presentazione del manuale Le Marche con stile, l’ultima creazione di GGF Group, l’azienda che fa capo al giovane imprenditore anconetano Guido Guidi. “Le Marche con Stile” sono una vera e propria “Associazione dello Stile” creata per dare vita ad un tessuto integrato di imprese di eccellenza marchigiana, il vero core business della regione, del manufatto artigianale, del design, dell’alta moda, della bellezza degli accessori di lusso e del piacere enogastronomico. Alla conferenza stampa introduttiva, che è stata moderata da Andrea Compagnucci, sono intervenuti l’On. Carlo Ciccioli, l’On. Francesco Casoli, Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, l’Assessore all’Industria e all’Arti-

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gianato Sara Giannini, che ha portato i saluti del Presidente Gian Mario Spacca e dell’Assessore regionale al Turismo Serenella Moroder, l’Assessore comunale alla Cultura Gloriana Gambini, che ha portato i saluti del Sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli e i due promotori della serata e creatori del circuito del lusso Le Marche con stile, Nardo Filippetti e Guido Guidi. Oltre centro imprese provenienti da tutta la regione, che producono manufatti d’eccellenza e che offrono servizi di altisimo valore, hanno esposto le proprie creazini nell’ambito dell’esclusiva esposizione allestista al primo piano dell’hotel e negli spazi del Bistrò insieme all’Istituto Poliarte. L’iniziativa è nata a suggello di un’opera minuziosa e attenta di esplorazione e mappatura del territorio, con lo scopo di valorizzare il lavoro prezioso di tante botteghe, aziende e imprese

marchigiane che operano da decenni sul territorio e che hanno fatto del Made in Marche un modello di riferimenti e motivo di vanto per l’intera nazione. Una serata all’insegna dell’arte del saper fare, dell’amore per il territorio, del lusso inteso non tanto come opulenza, ma, come ha concluso il Presidente di GGF Guidi, concepito come “lusso di vivere bene la vita”, cosa che nelle Marche riesce davvero bene. La regione, ha affermato l’On. Ciccioli, che nel suo intervento ha plaudito all’iniziativa, definendola “un progetto ambizioso e vincente di promozione del territorio”, deve lavorare maggiormente per promuoversi come sistema, perché i “marchigiani sanno fare bene le cose, ma devono imparare a comunicare altrettanto bene”. Gli ha fatto eco il Senatore Casoli, il quale ha sottolineato che “chiunque venga nelle Mar-

che resta colpito dalle sue bellezze naturali, dal sapore genuino dei suoi cibi, dall’arte che si respira nelle città e nei monumenti e dalla qualità eccellente delle lavorazioni locali”. Vivo apprezzamento è stato espresso anche dall’Assessore Giannini, la quale ha commentato in modo molto positivo l’iniziativa promossa da Guidi e Filippetti, definendola “un modello positivo di risposta alla crisi, perché solo creando opportunità e valorizzando il buono che c’è nel territorio si può essere vincenti”. Nel suo intervento Filippetti ha ringraziato le imprese che hanno risposto all’iniziativa sin da subito esprimendo il loro favore e il loro apprezzamento e ha affermato che “chi crede nel valore del territorio, non può che impegnarsi e investire per promuoverlo e sostenerne la crescita”. La vera sfida, infatti, ha concluso il titolare


Grande successo in occasione della presentazione di “Le Marche con Stile”: una sfida vincente firmata GGF Group,che consegna alla regione un cirucuito del lusso davvero unico. La valorizzazione del bello e il coraggio imprenditoriale protagonisti di una serata che scrive una nuova pagina nella storia dell’eleganza made in Marche

dell’unico cinque stelle nelle Marche, l’Excelsior di Pesaro, è ora quella di comunicare a 360° le eccellenze della regione. Atteso e molto apprezzato l’intervento finale della conferenza stampa, affidato a Guido Guidi, che con le Marche con Stile firma un nuovo successo del gruppo GGF, che con Maraviglia Travel, il best tour operator delle Marche e Mondo Lavoro, il mensile d’informazione regionale giunto al suo 18° compleanno, è un esempio dello spirito di iniziativa e di coraggio imprenditoriale. Guidi ha espresso un profondo senso d’orgoglio di essere marchigiano e proprio da questo suo amore per il territorio, che l’ha spinto a lasciare gli Stati Uniti e tornare in Italia, nascono tutte le sue iniziative a livello imprenditoriale. “Le Marche con stile nasce perché la nostra è una terra bella, che non sa parlare di sé; come una bella donna

che nasconde le sue grazie, ma noi ora vogliamo aiutarla a mostrare le sue perle e a esaltare il suo grande valore”, ha aggiunto il titolare di GGF Group. Il manuale, alla sua seconda ristampa, andrà in un numero di 15 mila copie all’estero, ad un target selezionato di vip, imprenditori e investitori stranieri e in 5200 copie a personaggi scelti del territorio nazionale, in base ad un criterio di agiatezza economica. “Un vero strumento per comunicare il lusso e creare una rete che fino ad ora non c’era”.

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Saving action 21.26 Marzo Pesaro, Piazza del popolo

GIORNATA DELL’ACQUA L

a prima iniziativa che unisce le due più importanti giornate mondiali in tema di eco sostenibilità: World Water Day e Earth Hour. Dal 21 al 26 marzo la Piazza del popolo a Pesaro diventa teatro di un’iniziativa in favore del risparmio dell’acqua e del rispetto della Terra. Tra sensazioni sostenibili, l’arte incontra l’ecologia. Armonie di colori, istallazioni giganti, artisti di strada, danze, luci, comunicazioni visive, cittadini. Tavole rotonde, stand informativi, un laboratorio gratuito per bambini e altri importanti momenti, che si concluderanno in Piazza del Popolo per celebrare l’EARTH HOUR, con le luci della piazza spente e uno spettacolo a sorpresa. L’iniziativa, che gode del riconoscimento DESS e del Patrocinio del Ministero dell’ambiente, della Regione Marche, della Provincia di Pesaro Urbino, del Comune di Pesaro e dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, è stata progettata da Teepeek.com ed è stata realizzata da Micheli Allestimenti.

ML Mondo Lavoro ha partecipato all’evento come media partner

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Regione Marche

Servizio Internazionalizzazione, Cultura, Turismo, Commercio e Attività Promozionali

ASSAM Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche Consorzio Marche Extravergine comunicano che, nel quadro della valorizzazione degli oli extravergini delle Marche, parteciperanno al SOL di Verona (Salone Internazionale dell’Olio di Oliva Extravergine di qualità) che si terrà dal 7 all’11 aprile 2011 è stato predisposto uno stand dove le ditte partecipanti organizzeranno le degustazioni degli oli con particolari abbinamenti gastronomici.

DITTE PARTECIPANTI: Frantoio Agostini Alfredo L’Olivaio di Cestini Valter Il Conventino di Monteciccardo Azienda Del Carmine Azienda Agricola Fenucci Raffaele Azienda Agricola La Marca Azienda Agricola di Tonti Giorgio Frantoio Valeri IN VETRINA : Azienda Agricola Di Maio Antonio Cooperativa Verdolio.

Il Consorzio Marche Extravergine invita i consumatori ad utilizzare gli oli extravergini marchigiani che sono di eccellenza e primissima qualità.


LIBRI

Un saggio storico sulle tradizioni culinarie marchigiane – edito da “Il lavoro editoriale” di Ancona - si è qualificato come secondo miglior libro del mondo al Gourmand Cookbook Award 2011. Ne parliamo con uno degli Autori, Tommaso Lucchetti

“LA STORIA DELL’ALIMENTAZIONE MARCHIGIANA CONQUISTA PARIGI” D

Tommaso Lucchetti

ottor Lucchetti, partiamo dal titolo: “Storia dell’alimentazione, della cultura gastronomica e dell’arte conviviale nelle Marche”: se non sbaglio mancava un saggio storico sull’enogastronomia regionale. “Sì, finora erano usciti solo approfondimenti monografici di un approccio più legato alla sociologia rurale, o comunque contributi legati a contesti assai più circoscritti nello spazio e nel tempo. Così presentammo un progetto che trovò l’approvazione anche dell’assessore all’Agricoltura Petrini”.

“La prima parte è dedicata alle pratiche agro-alimentari, dalla descrizione del paesaggio rurale, alle forme di allevamento e di coltivazione, fino ad alcune produzioni di artigianato alimentare (come ad esempio l’arte salumiera)”.

Il recente riconoscimento al Gourmand Cookbook Award 2010 non è stato l’unico… “Per questo libro ci fu è stato assegnato anche il Premio “Orio Vergani” 2010”.

Infine, l’arte conviviale. “Ricche Pagine sui riti, sulle modalità e sui luoghi del consumo – pensiamo ad esempio alle trattorie e alle osterie – nonché sulle pratiche della mensa. E poi tutta la parte relativa alla ceramica tradi-

Come è strutturata l’opera?

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Poi si passa alla cultura gastronomica. “Questa parte del libro è dedicata alle antiche creazioni di cucina e pasticceria, all’analisi dei contesti sociali legati al perpetuarsi orale di tradizioni - contadina, marinara, monastica – con un’antologia descrittiva degli antichi ricettari , manoscritti ed a stampa”.


Il riconoscimento a Parigi Entro la rosa dei quattro titoli finalisti per la categoria “Storia della cucina”, l’opera di Bellesi, Franca e Lucchetti si è qualificata come secondo miglior libro del mondo al Gourmand Cookbook Award 2010 (XVI edizione). Il premio è stato ritirato dagli Autori nel corso della Paris Cookbook Fair, svoltasi nella capitale francese dal 3 al 6 marzo scorsi,alla presenza dell’Assessore Paolo Petrini e del Direttore della casa editrice Giorgio Mangani. La premiazione è avvenuta il 3 marzo al teatro Folies Bergere,davanti ad un pubblico di oltre mille ospiti.

zionale, alle figure dell’allestimento conviviale, ai decori delle tavole e delle portate, alla descrizione dei banchetti e festeggiamenti conviviali più importanti nella storia regionale”. Un vero e proprio trattato di storia e di tradizioni locali. “È il frutto di un lungo lavoro svolto nel tempo, durante il quale abbiamo potuto avvalerci anche della collaborazione di altri quattro studiosi e dei loro contributi monografici: Alessio Santinelli per una disamina delle memorie archeologiche; Maria Lucia De Nicolò, storica delle pratiche marinare; Gianni Volpe per quanto attiene all’architettura, soprattutto rurale; Claudio Paolinelli per l’arte ceramica nelle Marche”.

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APPUNTI IN AGENDA

A Pesaro “Chicchi di Caffè nella Cultura” nasce come Giornata del Caffè Idea di Roberto Terenzi, Responsabile dello Studio New Communication, ex giornalista del Corriere Adriatico, poeta e sportivo. L’incontro con Barbara Calistri e Patrizia Piermattei, Responsabile del Comitato Cultura ArTiLiBeRe, ha dato vita a “Chicchi di Caffè nella cultura”: momenti di riflessione, condivisione rigorosamente a base di caffeina

“CHICCHI DI CAFFÈ NELLA CULTURA” foto di Illary Terenzi

L’

idea “Chicchi di caffè nella cultura” è un Festival del Caffè che si svolge a Pesaro, ove trova spazio nell’arte, nella medicina, nello sport, nella pittura, nel cinema e nella musica. La storia Oggi il caffè è uno dei beni di uso quotidiano per eccellenza. Ma c’è stato un tempo in cui sorseggiare un caffè era un lusso elitario, un privilegio racchiuso nei salotti europei più in vista. Allora le preziose caffettiere con cui veniva preparato, esposte orgogliosamente negli ambienti in cui venivano accolti gli ospiti, divennero una sorta di status symbol. Non tutti se le potevano permettere. Il progetto “Chicchi di caffè nella cultura” L’iniziativa ha l’ambizione di voler vestire il rito del caffè con “abiti culturali” per spiegare meglio la sua essenza e presenza nella quotidianità. Il nostro primo pensiero è di fornire alla manifestazione un target prettamente culturale e promozionale, più che commerciale. Il Festival del Caffè è itinerante Chiesa del Suffragio: - Mostra di macchinette del caffè antiche di Enrico Maltoni - dal 27 al 29 maggio - Esposizione di opere con il caffè e la biro (del pittore Michele Palano) - dal 27 maggio al 5 giugno

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-Laboratorio contemporaneo organizzato dall’Associazione Leda.

gista e sceneggiatore Alberto Ausoni e del pittore Michele Palano

Piazza del Popolo: -Installazioni in movimento; gruppi etnici e la loro cultura del caffè, torrefattori di caffè nazionali e locali; usi e costumi sull’uso del caffè (allestimento tensostruttura)

- Caffè de Paris (Piazzetta Esedra): artisti di strada allieteranno la piazzetta di fronte al locale per rivivere l’atmosfera dei caffè parigini

L’inaugurazione avverrà venerdì alle 16 alla presenza delle autorità. La piazza si arricchirà di numerosi eventi; saranno presenti degli artisti di strada, mentre giovani pittori creeranno una piccola Montmartre. E poi tanto altro … -“Scacchi di caffè”, partita a scacchi gigante tra le scuole, a cura di Brigitte Rombaldoni - Degustazione dei vari torrefattori (Caffè VIII°, Pascucci, Carraro) - Gara podistica per ragazzi denominata ”Giro del caffè” intorno al centro storico della città - Piccolo Spettacolo teatrale con tema la degustazione del caffè, a cura di Riccardo Marongiu. - L’Espressino (Via Mastrogiorgio): Incontro “Il caffè non è un rebus” - Storie, curiosità e giochi di parole riguardanti il caffè, a cura dell’enigmista Leone Pantaleoni - Caffè (Via Del Monaco): “Il Caffè nell’arte”, a cura del re-

- Libreria da Trengia (Via Castelfidardo): incontro sul tema “Leggere e fotografare il caffè”, a cura dell’esperto Giovanni Trengia. Itinerario fotografico e letterario dalla libreria in Via Castelfidardo sino alla Casetta Vaccai - Caffè Romeo (Via Cavour): incontro sul tema “Il caffè nella medicina e nello sport”, a cura del medico sportivo dott. Roberto Bruscoli e dell’alimentarista dott.ssa Aloisio. Esposizione sia nel bar che in Piazza del Popolo del caffè bio Pascucci di Haiti - Caffè Astra (Via Rossini): Incontro sul tema ”Il Caffè nel cinema”, a cura del critico cinematografico dott. Pierpaolo Loffreda. A seguire, presentazione del film “Venga a prendere un caffè da noi” - Caffè Centrale (Piazza del Popolo): davanti al locale, dei piccoli pittori cercheranno di creare l’atmosfera francese di Montmartre. - Sottopasso Talacchio: mostra fotografica permanente nel locale e aperitivo serale con l’incontro “Rime al Caffè” (poesie in tema); incontro sul tema “Aromi e profumi del


caffè“; a seguire, aperitivo e pranzo con menu a base di caffè. Il Festival del Caffè - Gemellaggio Partecipazione di una piccola delegazione proveniente dalla ridente città di Bath - vicino Bristol, a due passi da Londra - dove da qualche anno organizzano un simpatico Festival del Caffè denominato “The Bath Coffee Festival” (alla quale è prevista la nostra partecipazione nell’edizione 2012). Durata dell’evento: dal 27 al 29 maggio 2011 In mostra macchinette del caffè antiche, della collezione personale di Enrico Maltoni La Giornata del Caffè Questo evento non ha l’ambizione di essere una fiera del caffè, né un festival, e neppure una festa o una sagra, ma semplicemente una giornata interamente dedicata al caffè. Anzi, per la precisione si tratta di tre giornate... Un lungo weekend dove il caffè sarà il padrone assoluto, l’attore protagonista di questa nuova e inedita iniziativa. Ma diversamente dalle altre manifestazioni, questa per la prima volta vedrà il caffè non solo come delle bacche rosse che le pecore di un semplice pastore etiope mangiavano durante il pascolo oppure l’antica bevanda nera del diavolo (come era chiamata ai tempi del Papa fanese Clemente VIII), o lo “scuro elisir” che Maometto ricevette dall’Arcangelo Gabriele per vincere la notte durante la preghiera, e neppure la tazzina calda e fumante che si sorseggiava in quei caratteristici caffè di Parigi ai tempi dei grandi letterati d’Oltralpe. La nostra intenzione è di trattare il caffè come una vera cultura a 360 gradi. Caffè e cultura, un connubio da risvegliare. Dal caffè si espande un aroma di cultura, un profumo di arte, musica, cinema,letteratura e perché no di medicina e sport.

Il caffè è anche questo. I chicchi di caffè sono piccoli tasselli di cultura. Il caffè lo contempliamo nell’arte pittorica, lo ascoltiamo nella musica, lo seguiamo sui libri, l’ammiriamo in numerose scene del cinema. Inoltre il caffè è una bevanda che ha saputo dialogare con le diverse culture, che non teme le differenze, anzi le esalta e le valorizza. Dall’Africa all’Asia, passando per il Medio Oriente con uno sguardo alla Turchia, il caffè abbraccia luoghi e culture variegate. Una bevanda magica che piace indistintamente a cristiani, ebrei e musulmani. Una geografia del caffè che contribuisce a creare fantastiche miscele e sapori sublimi, ma che fondamentalmente unisce i popoli con il rito e la cultura di questa bevanda dai grandi poteri. Anche se il nostro Paese non produce caffè ma lo consuma, questo prodotto ha superato ormai un mutamento storico, in poche parole si è “italianizzato”. Il gusto, l’aroma e il profumo di una tazza di caffè sono tra i piaceri migliori della vita. Forse il caffè potrebbe essere proprio una di quelle questioni che mettono d’accordo quasi tutti; possiamo dire che uniscono gli italiani.

Si ringraziano

Pesaro

Fano

Pesaro

Gabicce Mare

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APPUNTI IN AGENDA

SCUOLA SPERIMENTALE DI TEATRO DI ANIMAZIONE SOCIALE Burattini e marionette in educazione e nei luoghi del disagio 26-27 marzo e 2-3 aprile 2011 Cartoceto (PU) Modulo di 20 ore diretto da Mariano Dolci

SCUOLA SPERIMENTALE DI TEATRO DI ANIMAZIONE SOCIALE

Le lezioni si terranno a Cartoceto con il seguente orario: il sabato (26 marzo e 2 aprile) dalle 15 alle 20; la domenica (27 marzo e 3 aprile, dalle 8 alle 13). Il costo di iscrizione è di Euro 150,00. aenigma@uniurb.it, tel. 0721893035. Con il Patrocinio dell’UNIMA Italia (Unione Internazionale della Marionetta) Info: www.teatroaenigma.it

MOTUS ALEXIS UNA TRAGEDIA GRECA 30 marzo 2011 Teatro Rossini (PU)

MOTUS ALEXIS UNA TRAGEDIA GRECA URBINO TEATRO SANZIO 7 aprile 2011

URBINO TEATRO SANZIO

Marco D’Agostin Marta Bevilacqua Matteo Fantoni Giulio D’anna Nuova Danza Italiana Anticorpi Explo

ALE & FRANZ (AP) Sabato 16 Aprile, ore 21.00 Palariviera, San Benedetto Del Tronto Domenica 17 Aprile, ore 21.00 Teatro Dell’Aquila, Fermo Lunedì 18 Aprile - ore 21.00 Teatro Delle Muse, Ancona Poltronissima/Platea Euro 36,00 + Euro 4,00 II Settore Euro 32,00 + Euro 3,00 III Settore Euro 23,00 + Euro 2,00

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ALE & FRANZ


L’IMMAGINE DI SÉ Dal 12 febbraio al 30 aprile 2011 al Museo Archeologico delle MarcheLa mostra fotografica “L’immagine di sé. Il ritratto fotografico tra ‘800 e ‘900” è la ricostruzione di un affascinante percorso storico, dalla nascita della fotografia fino al 1950, che passa attraverso tutte le tecniche di stampa e attraverso ritratti di autori famosi e di fotografi dilettanti. La mostra, in programma fino al 30 aprile 2011 al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, raccoglie ritratti provenienti dall’archivio di Vincenzo Marzocchini, fotografo, insegnante ed esperto dei rapporti tra fotografia e letteratura nonché studioso di tecniche di stampa e collezionista di immagini d’epoca.

L’IMMAGINE DI SÉ

Info: Museo Archeologico Nazionale delle Marche tel 071 202602 www.archeomarche.it

ALTRI RISORGIMENTI Sabato 9 aprile 2011, ore 21:00 Prof. Cosimo Franco Manni

ALTRI

“Carità di Patria: la spiritualità del Risorgimento tra poesia, religione ed affettività (1820-1860), Auditorium “San Paolo”, Vicolo San Paolo, 2 Civitanova Marche Alta (MC)

RISORGIMENTI

DALLA & DE GREGORI (AN) 6-7 Aprile 2011, ore 21.00 TEATRO DELLE MUSE, ANCONA in collaborazione con

Mostra aperta dal martedì alla domenica, orario 16-20; al mattino apertura su prenotazione Per info: tel. 071 2073661; e-mail: info@associazioneistitutogramsci.191.it

DALLA & DE GREGORI

Poltronissima Euro 55,00 + Euro 8,00 Platea/I Galleria/Palchi Euro 50,00 + Euro 7,50 II Galleria/Palchi Euro 45,00 + Euro 6,50 III Galleria/Palchi Euro 30,00 + Euro 4,50

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (MC) 31 Marzo 2011 ore 21.00 Teatro Rossini - Civitanova Marche Poltronissima Euro 30,00 + Euro 4,50 II Settore Euro 25,00 + Euro 3,00 III Settore Euro 20,00 + Euro 3,00

Alice nel paese delle meraviglie 163


CULTURA E DINTORNI

VALERIA MORICONI UNA JESINA ICONA DEL CINEMA E DEL TEATRO DEL ‘900 “A Jesi torno a respirare quando in altri posti sto soffocando...” di A. Dachan

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ott. Cecchini, quando e come è nata l’idea di fondare il Centro Studi e attività teatrali Valeria Moriconi? Si può dire che, il 15 giugno del 2005, Valeria Moriconi sia veramente “venuta a mancare” a Jesi, la sua città, e al Teatro, la sua vita. Si percepiva un vuoto. E il sindaco Belcecchi ha avuto il merito di interpretare questa sensazione profonda, di cogliere un’esigenza diffusa non solo in ambito locale, assumendo subito, pubblicamente, l’impegno a conservarne viva la memoria e l’eredità artistica. In seguito, le cugine eredi dell’attrice – Luciana e Adriana Olivieri – hanno proposto di donare al Comune gran parte del materiale documentario raccolto e custodito da Valeria stessa nelle sue case di Jesi, Roma, Sirolo, Bologna. Da questo duplice impulso – la volontà dell’Amministrazione

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comunale e la donazione del suo fondo archivistico – è nata l’idea del Centro, come luogo e strumento operativo necessario per realizzare il Progetto Moriconi che intanto si veniva elaborando. Quali sono le vostre principali attività? Il Centro, secondo la sua stessa denominazione, opera sia a livello di “studi” che di “attività teatrali”. Proprio perché due sono gli obiettivi: conservare la memoria ma anche attualizzarla. Il primo impegno in questi anni è consistito nell’ordinare, catalogare, rendere consultabile tutto il fondo archivistico, inserendo dati e materiali sul web in un apposito sito (www. centrovaleriamoriconi.org). Parallelamente si è provveduto ad assistere laureandi e studiosi nelle loro ricerche all’interno del Centro; a programmare incontri, convegni,

mostre tematiche e a curare la pubblicazione del volume “Valeria Moriconi Come in uno specchio”, una sorta di diario pubblico, scritto selezionando e adattando sue interviste. Un settore importante è la videoteca dell’attrice, la documentazione audiovisiva su di lei che va salvaguardata, incrementata, analizzata, per arrivare alla produzione di un docufilm con la Rai e la Mediateca delle Marche. Quanto alle attività teatrali, al momento sono concentrate in “Scompagina”, la rassegna di “libri in scena con dedica a Valeria Moriconi” giunta alla quarta edizione, e nel Premio Internazionale articolato in due sezioni: “Protagonista della Scena” e “Futuro della Scena”. Modi diversi di continuare a far teatro ricollegandosi a intuizioni, passioni, scelte, esperienze caratterizzanti dell’attrice. L’attività nel suo complesso


fa capo alla Fondazione Pergolesi Spontini che gestisce il Centro per conto del Comune, con contributi di enti pubblici e privati, sempre più problematici in tempi di crisi. Anche per questo l’attenzione e l’interessamento di Mondo Lavoro rappresentano per noi un segnale positivo! L’attrice jesina è stata un’icona del cinema e del teatro italiano del secolo scorso: cosa resta oggi della sua grande eredità artistica? Valeria era consapevole che “la vita di noi attori scivola sull’acqua. È scritta sulla sabbia. È un lavoro effimero, non dura”. Tanto che esprimeva un desiderio: “Quando uscirò di scena vorrei vivere nel ricordo della gente, vorrei poter lasciare al pubblico solo una piccola sensazione di rimpianto...”. Ma ricordi e sensazioni si affievoliscono nel tempo fino a spegnersi. Quel

che in più oggi può restare di un attore è dato soprattutto dalla tecnica dell’immagine audiovisiva. Ora, la videoteca della Moriconi – fatta di film, sceneggiati, riprese televisive di spettacoli, servizi, interviste – è vasta ma in certi casi lacunosa: basti pensare che di spettacoli importanti come, ad esempio, Emma B. o La vita che ti diedi non si conoscono copie video, e di Filumena Marturano si ha solo una registrazione scadente. Resta molto invece nell’ambito della comunicazione mediatica con il pubblico attraverso innumerevoli interviste, mai convenzionali. In esse, a mio parere, è contenuta la sua eredità più preziosa e autentica. Perché ne svelano la straordinaria personalità di donna e di attrice, il suo modo di concepire e vivere il mestiere dell’attore; le motivazioni delle sue “scelte” più o meno significative, talora

spiazzanti, a volte contraddittorie, ma sempre mosse e alimentate da razionalità e passione; la sua ricerca che lei stessa descrive come “ansia vera di sperimentazione”, voglia di “mettersi in crisi”, di “fare qualcosa che abbia un senso”, “cose non tranquille”, “al di fuori dei canoni”; il suo lavoro per “scarnificare”, “mettere a nudo” il personaggio. Sono testimonianze fuori scena che consentono di leggere e interpretare meglio l’immagine sulla scena che resta negli audiovisivi, la sua galleria memorabile di “figure femminili trasgressive”. E dall’insieme di queste parole e immagini si ricavano le linee di una sorta di “manifesto” del teatro di Valeria Moriconi, oggi più che mai attuale. Nonostante fosse diventata un’attrice di fama internazionale, Valeria Moriconi ha conservato un grande lega-

me con la sua terra natale. Come la ricorda oggi la sua Jesi? Il legame di Valeria con Jesi (e di Jesi con Valeria...) si è espresso come nelle migliori famiglie: in certi momenti, tensioni, fughe, incomprensioni, scontri, distacchi; ma soprattutto forti passioni, emozioni, coinvolgimenti. Con la stessa sincerità e intensità. Fino all’idealizzazione del rapporto, che le farà scrivere: “a Jesi torno a respirare quando in altri posti sto soffocando... Jesi è la mia anima”. E la città, come si è visto, ha dato vita ad iniziative permanenti per ricordare Valeria Moriconi: in particolare il Centro, uno dei rari esempi di archivio d’attore, dove si possono ritrovare le tracce della sua arte da lei stessa lasciate; e il Premio biennale che porta sul palcoscenico del Pergolesi personalità femminili - già affermate (come nel

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CULTURA E DINTORNI 2009 Isabelle Huppert e nel marzo 2011 Monica Guerritore) e anche giovani promesse - con la sua stessa passione per lo spettacolo. Altri segni eloquenti in sua memoria nel tessuto urbano: il Teatro Studio a San Floriano, che lei aveva sognato e inaugurato e ora è intitolato a lei; e, prossimamente, il “Parco di Valeria” che - secondo quanto deliberato dall’Amministrazione comunale - sarà la nuova denominazione della zona verde del Vallato, ricca un tempo di campi e di orti, sottostante quella che era la casa e il giardino della sua famiglia gli Abbruzzetti. In programma anche eventi speciali come, nei prossimi mesi, la prima mostra antologica e documentaria dedicata ad Aldo Moriconi, suo primo marito e poi grande amico, che l’ha

introdotta nell’ambiente culturale e artistico romano degli anni Cinquanta. Ma la si ricorderà mantenendo alta la tradizione teatrale della città e aprendola a nuove esperienze, anche formative, rivolte soprattutto ai giovani: era il progetto a cui lei avrebbe voluto dedicarsi nello spazio di San Floriano. Va sottolineato infine che Valeria Moriconi non appartiene solo a Jesi. È patrimonio della Regione. Era tanto orgogliosa di essere jesina quanto marchigiana. La sua ultima grande impresa è stata la realizzazione del Teatro Stabile delle Marche. Lo rivendicava come sua “creatura”. Ma questo è un capitolo ancora tutto da scrivere. Prima che se ne perda la memoria...

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CULTURA E DINTORNI

Gianfranco Mariotti “Il nostro pubblico, composto per due terzi di stranieri e fidelizzatissimo, ha continuato a riempire i nostri teatri” di P. Duranti

“Il Rossini Opera Festival si è affermato come uno dei più importanti al mondo”

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ottor Mariotti, di cosa si occupa il Sovrintendente? “Secondo lo Statuto, il Sovrintendente è responsabile sia delle scelte artistiche che dei programmi economici delle singole edizioni, con le relative previsioni di spesa per l’approvazione del Consiglio di Amministrazione. In questa duplice funzione è assistito rispettivamente dal Direttore artistico e dal Direttore generale. Poiché il Festival è una struttura “leggera”, che non ha come dipendenti fissi le cosiddette “masse” (orchestre, cori e personale tecnico), ne consegue che l’attività del Sovrintendente si svolge prevalentemente nell’ambito artistico, piuttosto che in quello politico e sindacale, come invece avviene negli enti lirici”. Qual è l’importanza del Festival nel panorama artistico nazionale e internazionale?

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“Il Rossini Opera Festival (ROF) è un festival ideologico, interamente dedicato alla restituzione rossiniana, che, a partire dal 1980, si è rapidamente affermato, accanto agli storici modelli di Bayreuth e Salisburgo, come uno dei più importanti festival monotematici del mondo. Le ragioni di ciò vanno ricercate in primo luogo nella formula originale, che ha collegato fin dall’inizio l’operazione teatrale con l’attività musicologica della Fondazione Rossini. In secondo luogo nel fatto che fino a trent’anni fa Rossini era un autore sostanzialmente sconosciuto, specie riguardo alla sua produzione drammatica, ma anche inconoscibile perché non edito, e ineseguibile per la contemporanea scomparsa di cantanti in grado di affrontare le specifiche difficoltà del repertorio. In pochi decenni il Festival ha dato una risposta a tutti questi problemi”.

Come? “Riportando alla luce quasi per intero il Catalogo rossiniano ricondotto alla lezione originale; impegnandosi in una assidua ricerca sui problemi del linguaggio visivo contemporaneo; infine mettendo in campo, con l’Accademia rossiniana, una vera falange di freschi talenti vocali. Naturalmente tutto questo ha inciso sul panorama musicale internazionale, cambiando completamente l’immagine di Rossini e la percezione tradizionale che si aveva di lui”. Qualche considerazione dal punto di vista economico. “In riconoscimento delle sue finalità, il Festival ha avuto all’inizio un forte sostegno economico da parte dello Stato, espresso anche da una legge speciale, un sostegno che è arrivato a coprire circa il 60 per cento del budget complessivo. Parallelamente si è sviluppa-


Secondo Gianfranco Mariotti, Sovrintendente del Festival, “fino a trent’anni fa Rossini era un autore sostanzialmente sconosciuto, specie riguardo alla sua produzione drammatica, ma anche inconoscibile perché non edito, e ineseguibile per la contemporanea scomparsa di cantanti in grado di affrontare le specifiche difficoltà del repertorio. In pochi decenni il Festival ha dato una risposta a tutti questi problemi”

to attorno alla manifestazione un rilevante indotto – economico, turistico, commerciale, di immagine – valutato da una indagine dell’Università di Bologna in 14 milioni di euro. Insieme ad esso si è prodotta una straordinaria esposizione mediatica internazionale, testimoniata da circa 450 testate giornalistiche di tutto il mondo accreditate finora al Festival, un caso senza paragoni in Italia. Purtroppo, gli indiscriminati tagli governativi di questi anni, ricaduti anche sulla Regione, hanno pericolosamente ridotto le risorse a disposizione, mettendo a repentaglio tutto quanto costruito finora. Siamo ovviamente preoccupati. Come tutti, del resto”. E sul ruolo delle istituzioni locali cosa ci può dire? “Per fortuna tutti gli enti fondatori e gli sponsor ci sono rimasti vicini senza defezioni: la Scavolini, la Fondazione Cas-

sa di Risparmio, Banca Marche, la Banca dell’Adriatico e naturalmente gli enti locali. A questo riguardo mi preme sottolineare come il Comune, pur costretto a tagliare le spese in tutti i settori, non abbia ridotto il contributo al Festival, consapevole che ogni contrazione della manifestazione si rifletterebbe decuplicata sull’economia cittadina. Anche il nostro pubblico, composto per due terzi di stranieri e fidelizzatissimo, ha continuato a riempire i nostri teatri”. I progetti futuri? “Nel corso di un trentennio il Festival si è continuamente rinnovato, mantenendo però intatta la sua peculiare strategia di rigore e modernità. Dopo la restituzione del Catalogo rossiniano, che sarà completata fra tre-quattro anni, il lavoro continuerà per molte generazioni sui materiali tornati alla luce, come è avvenuto ed

avviene per Raffaello, Shakespeare, Mozart e per tutte le opere della creatività umana destinate a durare per sempre”.

Gianfranco Mariotti Nato a Perugia nel 1933, è il Sovrintendente del Rossini Opera Festival sin dalla fondazione, nel 1980. Il Festival nacque da un suo progetto originale,fondato sul rapporto strutturale tra ricerca, musicologia e restituzione teatrale, che il Consiglio Comunale di Pesaro approvò all’unanimità e di cui lui stesso, inizialmente in veste di assessore alla cultura, venne incaricato di organizzare e dirigere. Nel 1985, con la trasformazione del Festival in ente autonomo (prima in forma di associazione, poi - dal 1994 - in quella attuale di fondazione pubblico-privata) venne nominato (all’unanimità) Sovrintendente, incarico riconfermato ininterrottamente fino ad oggi. Durante il mandato di assessore alla cultura si occupò anche di teatro di prosa e di grafica di pubblica utilità, curando le celebrazioni nazionali di Zandonai nel 1983 e la prima mostra italiana dedicata alla tessitura del Bauhaus. Laureato in Medicina, specialista in Oncologia, Ginecologia e Pediatria,ha avuto una importante carriera ospedaliera, conclusa nel 1981.

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Az. Agricola Trionfi Honorati - Jesi (AN)

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TEMPO LIBERO

Giuseppe Giustozzi, Una vita dedicata al lavoro Ha iniziato da ragazzo, frequentando prima un corso ENALC a Senigallia, poi un secondo corso a Salerno. Dopo il diploma ha lavorato a Firenze, a Monte Catini, a Cortina, a Ostia, tornando poi nelle Marche come cuoco-turnante con Pericle. Terminato il servizio militare è diventato chef e già a 27 anni ha intrapreso l’avventura imprenditoriale con la moglie Orietta, prima gestendo il ristorante Parco Hotel di Pollenza, poi, nel 1983, diventandone proprietario. Il suo lavoro gli ha dato la possibilità di viaggiare in tutto il mondo e di presentare la cucina marchigiana e quella rossiniana, insieme ad altri colleghi, negli Stati Uniti, in Australia ed in tutta l’Europa. La famigla Giustozzi: da sinistra Orietta, Giuseppe, Samuele, Luca

la nuova sfida di Giustozzi Hotels di I. Barone

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ommendatore, il nome Giustozzi è legato da oltre trent’anni al settore del turismo, della ricettività e della ricezione. Vuole raccontarci l’inizio del Suo percorso professionale? “Ho cominciato partendo dalla ristorazione, poi ho acquistato il Parco Hotel, l’Hotel Recina, il Ristorante Arlecchino, Villa Lauri e dal 2004 la gestione dell’Hotel La Foresteria presso l’Abbazia di Fiastra. Ho sempre avuto l’idea di mettere in piedi un hotel che garantisse un certo livello di qualità e grazie anche all’Amministrazione locale e alla Banca delle Marche, ho visto trasformare questo desiderio in realtà ed è sorto il Cosmopolitan, che inaugureremo il 30 marzo.” Vuole darci qualche anticipazione sulla nuova struttura? “È un hotel a 4 stelle pensato per accogliere una cliente-

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la business, i turisti italiani, stranieri e le famiglie. Ha 108 camere di cui 3 suite e 6 junior suite; ogni piano ha un colore diverso dall’altro (magenta, viola e lilla). Con le due sale meeting, una da 120 (modulabile in 2 sale) e l’altra da 400 posti (modulabile in 3 sale, la cui apertura è prevista per giugno di quest’anno), la struttura vuole diventare un riferimento anche per la città stessa, proponendo degli ambienti ideali per incontri di lavoro, convegni aziendali e congressi. L’ampia sala del ristorante consente invece, di poter allestire cerimonie in grande stile, matrimoni, eventi privati come anniversari, battesimi, comunioni e così via. Abbiamo pensato anche al benessere, costruendo una Spa moderna (la cui ultimazione è prevista per giugno), aperta sia agli ospiti dell’hotel sia alla clientela esterna che vuole concedersi una pau-


IL GRUPPO GIUSTOZZI HOTELS SI LANCIA IN UNA SFIDA TUTTA DA VINCERE: UN NUOVO 4 STELLE PER LA CITTÀ DI CIVITANOVA MARCHE.

sa di relax. Nell’ampia hall, inoltre, abbiamo realizzato un bancone grande per il bar con le sedute su entrambi i lati per offrire al nostro ospite uno spazio meno formale per la colazione, l’aperitivo, un pranzo veloce o l’after-dinner. All’esterno oltre all’eliporto e all’ampio parcheggio, per tenersi in forma e scaricarsi dallo stress, ci sono un campo sportivo polifunzionale volley/basket ed un campo da calcio a 5.” Quindi avete la risposta giusta, per ogni tipo di cliente? “Ci siamo impegnati in questo senso: abbiamo cercato di realizzare un piccolo mondo (da qui deriva anche la scelta del nome Cosmopolitan) con una molteplicità di servizi in cui ogni cliente possa trovare la propria dimensione del relax. Dalla scelta di una posizione facile da raggiungere, all’ampio parcheggio, dal comfort

degli ambienti all’attenzione per l’ospitalità e la buona cucina. Per le persone disabili abbiamo creato delle camere comunicanti in modo che potessero essere più funzionali per eventuali familiari o accompagnatori.” E delle suite, cosa può dirci? “Sono tutte all’ultimo piano, grandi e luminose, con roof garden privato e vista mare; all’orizzonte si possono scorgere sia il Conero, che i monti Sibillini. Ogni camera è curata nei minimi dettagli, con elementi in legno, vasca idromassaggio, cassaforte e con la possibilità di avere, su richiesta, uno chef a disposizione.” Nel realizzare questo nuovo hotel avete riservato una grande attenzione alla cromia e alla scelta dei materiali; chi vi ha aiutato in questo? “In realtà abbiamo avuto la

fortuna di collaborare con due professionisti giovani e in gamba: l’Architetto Francesco Ascenzi e l’Architetto Paolo Caracini (che al momento sta seguendo personalmente i lavori della metropolitana di Tokyo), i quali hanno progettato gli ambienti utilizzando materiali e prodotti delle aziende marchigiane e hanno definito i colori e le forme cercando di non ricadere in quegli spazi standardizzati che contraddistinguono i business hotel. Giustozzi è sinonimo di alta cucina: cosa offrirete al Cosmopolitan? “Il nostro pezzo forte sarà la cucina locale e tradizionale, con prodotti del territorio, ma visto che vogliamo mettere a loro agio anche i clienti stranieri, offriremo anche piatti internazionali in funzione delle richieste. Il ristorante ha 300 posti ed oltre alla car-

ta ed allo special del giorno, proporrà una carta menù che cambierà ogni mese per offrire prodotti sempre freschi e di stagione.” In questo nuovo progetto Lei ha avuto il sostegno di una grande squadra: ce la vuole presentare? “Sì, i miei collaboratori e sostenitori sono anzitutto i membri della mia famiglia: mia moglie Orietta, mio figlio Luca è General Manager, mentre il secondogenito, Samuele è Food and Beverage Manager. Oltre a loro ho avuto la preziosa collaborazione di Emiliano Pigliapoco, che ricopre il ruolo di Direttore. Abbiamo anche avuto la fortuna di ottenere la collaborazione di validissimi professionisti che saranno a capo di ogni reparto, che hanno maturato importanti esperienze sia in Italia che nelle varie parti del Mondo, tutti con origini locali,

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TEMPO LIBERO

che hanno deciso di contribuire al successo del nostro progetto, di tornare nella loro terra natale e mettere la loro professionalità a disposizione dei nostri ospiti per fornire un servizio di ottima qualità.” Aprire una nuova struttura e creare occupazione in un momento di crisi è certamente una bella scommessa… “Sì, lo è. È una sfida che abbiamo a cuore, in cui ce la stiamo mettendo tutta. Lavoriamo con sacrificio e dedizione e non pensiamo solo al nostro successo personale o del Gruppo, ma all’intero territorio, che noi amiamo e vogliamo promuovere al meglio. Già lo staff è numeroso ma se l’hotel riscuoterà il successo che auspichiamo i posti di lavoro saranno altrettanti e la città sicuramente beneficerà anche dell’indotto”. Se dovesse indicare una caratteristica che contraddistingue e rende unico il Cosmopolitan, cosa direbbe? “Il tratto distintivo principale è la sua vocazione internazionale. In questa zona confluiscono persone da ogni parte del mondo, attirate in modo particolare dal polo calzaturiero, quindi abbiamo pensato a loro: partendo dall’amore per la nostra terra abbiamo cercato di creare una struttura che offra un’ampia gamma

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di servizi che portino i nostri clienti a fermarsi qualche giorno in più per goderne e per poter conoscere le eccellenze della nostra bellissima Provincia e della Regione.” Prima del grande lancio, vuole dire qualcosa? “Voglio dire grazie: grazie a mia moglie, ai miei figli che mi supportano con la loro grande collaborazione, a tutti i collaboratori per il loro impegno e la loro professionalità, a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’Hotel ed all’Amministrazione Comunale che fino ad ora si è sempre dimostrata disponibile e collaborativa.”


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SALUTE E BENESSERE

“IL PROTAGONISTA è IL PAZIENTE” Al termine del mandato come amministratore delegato della clinica Villa dei Pini di Civitanova Marche, Aldo Tesei traccia un bilancio dell’attività svolta ed illustra gli importanti risultati raggiunti di L. Dattolo

“Anche dal punto di vista dell'offerta sanitaria le Marche sono una regione invidiabile”

D

ottor Tesei, per quanto tempo ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Villa dei Pini? “Sei anni, dei quali cinque con la precedente proprietà. All’atto del cambio di proprietà (la società subentrante fa capo a De Benedetti, ndr), avvenuto l’anno scorso, mi fu chiesto di rimanere al mio posto, cosa che ho fatto per un anno, fino allo scorso 16 marzo. Ora, di comune accordo con loro, lascio la carica, anche se all’interno del gruppo mi occuperò di altre cose”. Ci traccia un bilancio della filosofia che è stata alla base di Villa dei Pini in questi sei anni? “In questi anni la clinica ha avuto uno sviluppo molto importante, con una politica incentrata principalmente sul paziente. Ecco, se c’è un filo conduttore che ha legato ma-

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nagement, proprietà, medici e collaboratori è proprio questo: il paziente prima di tutto. Posso tranquillamente testimoniare che non vi è stata alcuna corsa ai dividendi: anche dal punto di vista finanziario è stato capitalizzato tutto per migliorare la struttura, a beneficio esclusivo del paziente”. Però Villa dei Pini è una struttura privata, e quindi attenta anche ai conti... “Io ho sempre sostenuto che le strutture sanitarie accreditate, cioè private, non devono porsi in antitesi con quelle pubbliche, dovendo piuttosto essere inserite nel sistema sanitario – che deve necessariamente rimanere pubblico – integrandolo nei settori dove questo è carente o insufficiente”. In base alla Sua esperienza questo sta avvenendo? “Se prendiamo il caso di Villa


dei Pini direi proprio di si. La nostra clinica è specializzata soprattutto in ortopedia protesica. Ebbene, nelle Marche operano buoni ortopedici ma con particolare riferimento alla protesica vi erano alcune lacune da colmare...”. In questo settore ora siete un punto di riferimento. “Le porto un dato: nel 2005, anno in cui iniziai il mandato come amministratore delegato, c’era un solo ortopedico, ora in clinica ve ne sono ben 18, ciascuno specializzato per una parte del corpo, dall’alluce all’anca e così via. E in molti casi si tratta di specialisti tra i migliori a livello nazionale. Nel settore ortopedico seguiamo il paziente in tutto il ciclo medico, dalle fasi pre-operatorie alla riabilitazione postintervento. Del resto, la bontà delle nostre scelte si è tradotta nel numero dei ricoveri, che negli ultimi sei anni sono

aumentati del 41 per cento. E anche i dati relativi ai ricoveri di persone provenienti da fuori regione ci confortano”. Vi sono altri reparti oltre l’ortopedia? “Innanzitutto l’oculistica: in questi ultimi anni, con l’entrata in clinica di ben otto nuovi specialisti è stato possibile allargare il nostro ambito di attività a tutte le patologie dell’occhio, anche gravi. Ritengo importante sottolineare che seguiamo anche progetti per le diagnosi tempestive”. Cioé? “Il compito del sistema sanitario non è soltanto quello di curare chi si ammala, ma di adoperarsi affinchè molte malattie e disturbi non si verifichino”.

– con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano - un servizio di analisi del sistema cardiaco, che comprende tutte le patologie del cuore. Nella stessa ottica è stato possibile dedicarsi al settore oncologico, garantendo visite accurate anche a pazienti in ottima salute. E’ ovvio che queste iniziative hanno richiesto ingenti investimenti finanziari”. Qual è il fatturato della clinica? Secondo me è importante sottolineare il fatturato derivante dalle prestazioni effettuate nei confronti dei pazienti residenti fuori regione: siamo passati dai 444.000 euro del 2005 agli oltre quattro milioni del 2010.

Come? “Per quanto riguarda Villa dei Pini, abbiamo realizzato

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OFFERTE DI L AVORO

a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it

> Il Nostro cliente è un’azienda che da oltre 30 anni opera nel settore del legno ed è riconosciuta dal mercato per originalità del prodotto, ricercatezza tecnica e design. In un’ottica di sviluppo ha deciso di inserire, all’interno del suo organico, un: RIF: GC/100 AREA MANAGER ITALIA Il ruolo prevede lo sviluppo e la gestione di una rete di clienti nelle aree di riferimento; la persona inserita si occuperà di individuare nuove opportunità commerciali, di gestire, insieme altra lingua, possiede ottime doti relazionali ed è capace di muoversi in autonomia e con un forte orientamento al raggiungimento di obiettivi. Costituisce requisito preferenziale l’aver maturato almeno 1 – 2 anni di esperienza nel ruolo e nel settore (anchecordo con le politiche e le strategie commerciali definite insieme alla Direzione, ed in autonomia operativa sul campo. Il candidato ideale è un diplomato o laureato, che parla fluentemente inglese e, preferibilmente un’altra lingua, possiede ottime doti relazionali ed è capace di muoversi in autonomia e con un forte orientamento al raggiungimento di obiettivi. Costituisce requisito preferenziale l’aver maturato almeno 1 – 2 anni di esperienza nel ruolo e nel settore (anche affini.) L’azienda offre un ambiente dinamico e di crescita; la sede di lavoro è nella provincia di Ancona

di magazzini. Un’ottima conoscenza della lingua inglese, la laurea in ingegneria e la disponibilità di trasferte all’estero completano il profilo. La sede di lavoro è in provincia di Ancona.

> Gruppo multinazionale, operante nel settore dei beni di consumo durevoli, per il potenziamento della sua struttura ricerca: RIF: CMR/01 SUPPLY CHAIN ENGINEER Il ruolo prevede la gestione organizzativa del magazzino parti di ricambio, l’ottimizzazione del layout, la programmazione dei rifornimenti e l’organizzazione delle attività connesse alle spedizioni in Italia e all’estero. Si richiede un’esperienza di almeno 3/4 anni in attività di programmazione della produzione, di supplì Chan/logistica o di organizzazione evoluta e dinamica

> Nota azienda di abbigliamento total look ricerca: DIRETTORE COMMERCIALE ESTERO ( SETTORE ABBIGLIAMENTO) Il candidato ideale ha maturato un’esperienza di almeno 5 anni nella gestione di agenti/area manager/distributori e key clients per marchi posizionati nel segmento medio-alto e nell’elaborazione di strategie di marketing mirate ad ogni diverso mercato. E’ preferibile l’esperienza nei mercati centro-europei. Un’ottima conoscenza di una o più lingue completano il profilo. La sede di lavoro è nel Centro Italia

> Importante Software House nota a livello nazionale ricerca per ampliamento propria rete commerciale. 2 AGENTI DI COMMERCIO MONOMANDATARI Requisiti: Età: tra i 30 e i 45 anni Buon livello di cultura: preferibilmente una formazione (diploma/ laurea) di tipo tecnico. Esperienza professionale: esperienza pluriennale e consolidata nel canale distributivo dealer specifico (software), per conto di aziende complementari all’azienda committente Caratteristiche personologiche: dinamismo, flessibilità, ottima predisposizione ai rapporti interpersonali, ottime competenze organizzative e gestionali Zona di attività: N° 1 LOMBARDIA N° 2 TRIVENETO Mansioni: Assicurare l’efficienza e l’efficacia operativa verso i clienti presenti sul territorio; Sviluppo della clientela; Affiancamento all’Area manager nella definizione e supervisione degli obiettivi commerciali da raggiungere.

>Nota catena alberghiera operante nel settore lusso ricerca: DIRETTORE D’ALBERGO Il candidato ideale deve aver maturato significative esperienze nella mansione presso hotel 4/5 stelle: comprovate esperienze in strutture articolate (gestione di cluster) ed internazionali costituiranno titolo preferenziale. Sarà suo compito supervisionare e coordinare tutti i reparti dell’hotel, controllarne gli standard di servizio ed implementare la formazione continua del personale volta al raggiungimento di uno standard elevato dell’accoglienza in ogni business unit. Dovrà inoltre avere un’ottima preparazione ed esperienza nel settore F & B. Sarà suo compito implementare e mantenere una strategia di revenue che tenda a perseguire e garantire l’ottimizzazione dei risultati e la performance operativa. Si chiede ottima conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua straniera, ottima conoscenza del pacchetto office, e dimestichezza nell’utilizzo di un PMS. Completano il profilo buone capacità di analisi e di sintesi, problem solving e una buona resistenza allo stress; buona capacità di gestione del team e di interazione con tutti i reparti; cordialità e professionalità nella gestione dei rapporti con i clienti. Sede di lavoro: Centro Italia > Nota azienda di abbigliamento per ampliamento organico ricerca: CONTROLLER ( SETTORE ABBIGLIAMENTO) Il candidato ideale è laureato in discipline economiche ed ha maturato un’esperienza dai 3 ai 5 anni nel ruolo. Si occuperà della supervisione del conto economico aziendale gestendo i processi di budgeting, forecasting e analisi degli scostamenti. Controllerà la reportistica analizzando i contenuti al fine di rilevare gli scostamenti dal budget. Si occuperà della contabilità industriale

e svolgerà un’attenta analisi ed un costante monitoraggio di tutti gli indicatori e le voci del conto economico. Completano il profilo la spiccata mentalità strategica di valutazione e verifica di risultati e criticità, ottime doti organizzative e relazionali e l’ottima conoscenza della lingua inglese. La sede di lavoro è nella Provincia di Pesaro. > Toschi Vignola opera con successo dal 1945 nel mercato alimentare e da sempre la sua mission è quella di offrire prodotti di qualità nel rispetto della tradizione. Toschi Vignola è partner Sida per l’assegnazione di: 1 BORSA DI STUDIO per la frequenza al MASTER IN GENERAL MANAGEMENT Il candidato selezionato sarà inserito nell’ambito di un progetto integrato di formazione e inserimento lavorativo nell’area Operations/Produzione con il ruolo di Assistente al Responsabile di Stabilimento. Il progetto prevede: - Frequenza al Master in General Management organizzato e gestito dalla Sida Group della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda a Savignano sul Panaro. I candidati ideale sono giovani talenti di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureati in Ingegneria ed interessati ad intraprendere un percorso di crescita professionale all’interno di un’azienda dinamica, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e in grado di offrire ottime prospettive di crescita professionale. Ai candidati prescelti sarà offerta una Borsa di Studio pari al 50% del costo previsto per la frequenza al Master e per l’avviamento e il tutoraggio nell’ambito del tirocinio formativo.

Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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