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...e tu di che STILE sei!


CASADESIGN


Gli incontri di oggi: Marcegaglia, Carfagna, Fini Questo il calendario della giornata del colonnello Gheddafi: alle 10,30 incontra il mondo dell’imprenditoria in Confindustria con il presidente Emma Marcegaglia; successivamente all’Auditorium Parco della Musica con il ministro Mara Carfagna per un incontro con le rappresentanti femminili del mondo imprenditoriale, politico e culturale; alle 16,30 colloquio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini e incontro nella Sala della Lupa organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, con Fini, D’Alema e Pisanu.


CASANATURALE


Gli incontri di oggi: Marcegaglia, Carfagna, Fini Questo il calendario della giornata del colonnello Gheddafi: alle 10,30 incontra il mondo dell’imprenditoria in Confindustria con il presidente Emma Marcegaglia; successivamente all’Auditorium Parco della Musica con il ministro Mara Carfagna per un incontro con le rappresentanti femminili del mondo imprenditoriale, politico e culturale; alle 16,30 colloquio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini e incontro nella Sala della Lupa organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, con Fini, D’Alema e Pisanu.


CASACLASSICA


Gli incontri di oggi: Marcegaglia, Carfagna, Fini Questo il calendario della giornata del colonnello Gheddafi: alle 10,30 incontra il mondo dell’imprenditoria in Confindustria con il presidente Emma Marcegaglia; successivamente all’Auditorium Parco della Musica con il ministro Mara Carfagna per un incontro con le rappresentanti femminili del mondo imprenditoriale, politico e culturale; alle 16,30 colloquio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini e incontro nella Sala della Lupa organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, con Fini, D’Alema e Pisanu.


STILEFUSION


Gli incontri di oggi: Marcegaglia, Carfagna, Fini Questo il calendario della giornata del colonnello Gheddafi: alle 10,30 incontra il mondo dell’imprenditoria in Confindustria con il presidente Emma Marcegaglia; successivamente all’Auditorium Parco della Musica con il ministro Mara Carfagna per un incontro con le rappresentanti femminili del mondo imprenditoriale, politico e culturale; alle 16,30 colloquio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini e incontro nella Sala della Lupa organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, con Fini, D’Alema e Pisanu.


LISTAdiNOZZE non pensavi che fare un regalo fosse così bello... xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

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casaCHIAVIinMANO

sario tecnico Martini. Scendevano lacrime vere. Pensi che per me era il primo anno nel professionismo. La Del Tongo si affacciava allora nel ciclismo che conta e la vittoria mondiale di Saronni, nostro capitano, suggellò un’annata storica per noi e per il ciclismo italiano. Le racconto un piccolo aneddoto che fa capire quale gioia provammo quel giorno. Andammo a cena in un ristorante dove erano una decina di clienti. Decidemmo di pagare loro un pasto in un altro locale per avere quello a nostra completa disposizione. Bisbocciammo come bambini. -Con Saronni siete ancora in rapporti di vera amicizia…Beppe per me è come un figlio. Non dico che ci sentiamo quotidianamente, ma settimanalmente sì. Ogni volta che la sua squadra vince una corsa mi chiama subito. E’ un grande uomo di sport, Saronni. Ma io non sono amico soltanto suo, sia ben chiaro. Per esempio ho ottimi rapporti con Cipollini… -E di Moser invece? Che mi dice del grande rivale di Saronni?Sono amico anche suo. Pensi che l’anno prima di quando facemmo la squadra con Saronni avremmo dovuto farla con Moser. Nel gennaio 1981 ci eravamo accordati con il suo direttore sportivo di allora, Vannucci, perché venisse da noi subito dopo la ParigiRubeux a firmare il contratto. Poi ci fu la bruttissima parentesi di un rapimento in famiglia… -Lo ricordo, avevo vent’anni allora… Vuol parlarne?Preferisco di no, ancora mi vengono i brividi al solo pensiero di quei mesi… Poi Vannucci venne a trovarmi per chiedermi se ero ancora disponibile e dovetti rispondere che non ero nelle condizioni di fare la squadra. Fu allora che Moser andò alla Fam Cucine. Nei mesi successivi seppi che Saronni non si trovava bene alla Gis Gelati e fu così che parti la Del Tongo professionistica con Saronni. -E Moser divenne il rivale per eccellenza…In effetti c’era molta rivalità, anche tra loro. Ma posso dire di essere riuscito a farli stare insieme a cena e a farli dialogare. Le garantisco che non era poco.


A VILLA ADRIANA ESISTE UN LUOGO INIMITABILE DEDICATO A CHI VUOLE ARREDARE LA MOGLIE DI MOUSAVI - L’opposizione iraniana «andrà avanti fino in fondo» per contestare l’elezione di Mahmud Ahmadinejad, ha dichiarato la moglie di Mousavi. Sulla stessa linea anche Mohammad Reza Khatami, fratello dell’ex capo dello Stato riformatore Mohammad Khatami: «Il nostro movimento andrà avanti finchè le elezioni presidenziali non verranno annullate e ne verranno indette nuove».

ONU -«La genuina volontà del popolo iraniano deve essere pienamente rispettata» è l’appello del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il quale ha spiegato che le Nazioni Unite stanno seguendo da vicino la situazione del dopo-elezioni. SCONTRI - A nulla è servito il tentativo di mediazione della guida spirituale dell’Iran e detentore del vero potere politico, l’ayatollah Ali Khamenei, a impedire nuovi scontri in piazza tra i sostenitori del vincitore delle

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Ci incontriamo in fabbrica, un edificio moderno progettato anche per non lasciare indifferente il visitatore. Stefano del Tongo mi viene incontro e mi accoglie gentilmente, come gentile era stato al telefono, al momento di concordare l’appuntamento per l’intervista. Settantaquattro anni portati con dignità ed intelligenza viva, da industriale vecchio stampo. Mi conduce in uno studio-saletta luminoso e lì cominciamo la nostra chiacchierata quasi familiare, piacevole e spontanea. -Chi è Stefano Del Tongo?Uno che ha lavorato tanto nella vita. Ho perso il babbo quando avevo dieci anni e a dodici sono dovuto andare a lavorare. Ho fatto l’apprendista falegname fino a sedici quando il mio titolare, ormai anziano, fu vittima di una paralisi progressiva e mi lasciò l’azienda. Ricordo ancora come fosse oggi che mi disse di aver valutato le attrezzature e il materiale complessivamente diciannovemila lire. Siccome non le avevo lui non le volle, ma mi disse che avrei potuto rendergliele quando le avessi avute; a lui oppure alla moglie, se lui non ci fosse stato più. E così andò. Il mio successo ebbe inizio con le bombole del gas. Fui il primo a fare dei mobiletti piccoli che potessero contenerle e contemporaneamente fare da appoggio per i fornelli in metallo smaltato, quelli bianchi di una volta. Sotto c’erano due sportelletti e un cassettino. Poi venne il famoso mettitutto... -Ne ha ancora qualcuno?Guardi, ne ho uno di ritorno proprio sotto ai nostri piedi, dopo glielo faccio vedere volentieri. E’ un mettitutto interamente in legno verniciato che ho fatto nel 1952. Lo ritirammo da un cliente che comprò la nuova cucina ancora da noi. -Cambio completamente argomento, signor Del Tongo, e vengo alla sua seconda passione, lo sport e il ciclismo in particolare. Goodwood 1982: cosa le ricordano quel luogo e quella data?Un giorno indimenticabile. Il più bello della mia vita di uomo di sport. Ricordo ancora l’abbraccio pieno di lacrimoni con il commis-

sario tecnico Martini. Scendevano lacrime vere. Pensi che per me era il primo anno nel professionismo. La Del Tongo si affacciava allora nel ciclismo che conta e la vittoria mondiale di Saronni, nostro capitano, suggellò un’annata storica per noi e per il ciclismo italiano. Le racconto un piccolo aneddoto che fa capire quale gioia provammo quel giorno. Andammo a cena in un ristorante dove erano una decina di clienti. Decidemmo di pagare loro un pasto in un altro locale per avere quello a nostra completa disposizione. Bisbocciammo come bambini. -Con Saronni siete ancora in rapporti di vera amicizia…Beppe per me è come un figlio. Non dico che ci sentiamo quotidianamente, ma settimanalmente sì. Ogni volta che la sua squadra vince una corsa mi chiama subito. E’ un grande uomo di sport, Saronni. Ma io non sono amico soltanto suo, sia ben chiaro. Per esempio ho ottimi rapporti con Cipollini… -E di Moser invece? Che mi dice del grande rivale di Saronni?Sono amico anche suo. Pensi che l’anno prima di quando facemmo la squadra con Saronni avremmo dovuto farla con Moser. Nel gennaio 1981 ci eravamo accordati con il suo direttore sportivo di allora, Vannucci, perché venisse da noi subito dopo la ParigiRubeux a firmare il contratto. Poi ci fu la bruttissima parentesi di un rapimento in famiglia… -Lo ricordo, avevo vent’anni allora… Vuol parlarne?Preferisco di no, ancora mi vengono i brividi al solo pensiero di quei mesi… Poi Vannucci venne a trovarmi per chiedermi se ero ancora disponibile e dovetti rispondere che non ero nelle condizioni di fare la squadra. Fu allora che Moser andò alla Fam Cucine. Nei mesi successivi seppi che Saronni non si trovava bene alla Gis Gelati e fu così che parti la Del Tongo professionistica con Saronni. -E Moser divenne il rivale per eccellenza…In effetti c’era molta rivalità, anche tra loro. Ma posso dire di essere riuscito a farli stare insieme a cena e a farli dialogare. Le garantisco che non era poco.


Ci incontriamo in fabbrica, un edificio moderno progettato anche per non lasciare indifferente il visitatore. Stefano del Tongo mi viene incontro e mi accoglie gentilmente, come gentile era stato al telefono, al momento di concordare l’appuntamento per l’intervista. Settantaquattro anni portati con dignità ed intelligenza viva, da industriale vecchio stampo. Mi conduce in uno studio-saletta luminoso e lì cominciamo la nostra chiacchierata quasi familiare, piacevole e spontanea. -Chi è Stefano Del Tongo?Uno che ha lavorato tanto nella vita. Ho perso il babbo quando avevo dieci anni e a dodici sono dovuto andare a lavorare. Ho fatto l’apprendista falegname fino a sedici quando il mio titolare, ormai anziano, fu vittima di una paralisi progressiva e mi lasciò l’azienda. Ricordo ancora come fosse oggi che mi disse di aver valutato le attrezzature e il materiale complessivamente diciannovemila lire. Siccome non le avevo lui non le volle, ma mi disse che avrei potuto rendergliele quando le avessi avute; a lui oppure alla moglie, se lui non ci fosse stato più. E così andò. Il mio successo ebbe inizio con le bombole del gas. Fui il primo a fare dei mobiletti piccoli che potessero contenerle e contemporaneamente fare da appoggio per i fornelli in metallo smaltato, quelli bianchi di una volta. Sotto c’erano due sportelletti e un cassettino. Poi venne il famoso mettitutto... -Ne ha ancora qualcuno?Guardi, ne ho uno di ritorno proprio sotto ai nostri piedi, dopo glielo faccio vedere volentieri. E’ un mettitutto interamente in legno verniciato che ho fatto nel 1952. Lo ritirammo da un cliente che comprò la nuova cucina ancora da noi.


INOSTRIEVENTI

Ci incontriamo in fabbrica, un edificio moderno progettato anche per non lasciare indifferente il visitatore. Stefano del Tongo mi viene incontro e mi accoglie gentilmente, come gentile era stato al telefono, al momento di concordare l’appuntamento per l’intervista. Settantaquattro anni portati con dignità ed intelligenza viva, da industriale vecchio stampo. Mi conduce in uno studio-saletta luminoso e lì cominciamo la nostra chiacchierata quasi familiare, piacevole e spontanea. -Chi è Stefano Del Tongo?Uno che ha lavorato tanto nella vita. Ho perso il babbo quando avevo dieci anni e a dodici sono dovuto andare a lavorare. Ho fatto l’apprendista falegname fino a sedici quando il mio titolare, ormai anziano, fu vittima di una paralisi progressiva e mi lasciò l’azienda. Ricordo ancora come fosse oggi che mi disse di aver valutato le attrezzature e il materiale complessivamente diciannovemila lire. Siccome non le avevo lui non le volle, ma mi disse che avrei potuto rendergliele quando le avessi avute; a lui oppure alla moglie, se lui non ci fosse stato più. E così andò. Il mio successo ebbe inizio con le bombole del gas. Fui il primo a fare dei mobiletti piccoli che potessero contenerle e contemporaneamente fare da appoggio per i fornelli in metallo smaltato, quelli bianchi di una volta. Sotto c’erano due sportelletti e un cassettino. Poi venne il famoso mettitutto... -Ne ha ancora qualcuno?Guardi, ne ho uno di ritorno proprio sotto ai nostri piedi, dopo glielo faccio vedere volentieri. E’ un mettitutto interamente in legno verniciato che ho fatto nel 1952. Lo ritirammo da un cliente che comprò la nuova cucina ancora da noi.


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