Il cassetto dei ricordi

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Modestino Ricci

Il cassetto dei ricordi (1958 - 1965)

2013



A più di quarant'anni dall'ultima foglia* raccolta e riposta, ho riaperto il cassetto e ho lasciato che il vento s'impadronisse di nuovo di questi ricordi per disperderne i frammenti e restituirli alla polvere, che dal tempo dei tempi ci avvolge, ci ricopre, ci penetra e ... ci ricorda quello che siamo. E sono tornato a guardare la luna e le lucciole* (o le stelle? ricordo di aver letto che un antico filosofo immaginava

l’universo

come

un

unico

immenso

fuoco,

all’interno del quale una concava corteccia azzurra racchiude e protegge la terra; ma gli uomini possono vederlo attraverso quei piccoli fori che chiamano stelle. Alcuni popoli invece vedevano le stelle come faville nate dai tanti fuochi che ardono sulla terra, e volate così in alto da essere catturate nella volta celeste. E mi domando: solo una speculazione azzardata e un'ingenua fantasia, o qualcosa di più? chi può dirlo? Perché la natura ci ha collocati a metà strada tra l’infinitamente grande (...?) degli astri e l’infinitamente

*

foglie, luna, lucciole, … ? vedi n. 29, da cui trae il titolo questa raccolta.

I


piccolo (...?) degli atomi, sui quali molto possiamo indagare, elucubrare o vagheggiare, ma in cui non ci è dato di immergerci per annegare né di attingere per dissetarci. E così affrontiamo quel percorso senza fine che di volta in volta chiamiamo conoscenza, intuizione o fede, che ci apre sempre nuovi spazi di ignoto e di mistero, ma che soprattutto vuol dire libertà. Infatti la libertà affonda le sue radici nel dubbio, nella tenebra dell'ignoranza! Se per ogni domanda avessimo solo risposte certe e definitive, potremmo ancora dirci liberi?

II


1965

*

0*

“ Voi ch'ascoltate…”

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Non parole di vero, ma solo pensieri ed immagini che imbrigliano la fantasia per un attimo fugace e poi non sono più .

una reminiscenza petrarchesca come prologo al "... mio primo giovenile errore / quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono"

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1958 1.SOGNO

0*

Cala la sera . L’aria soffusa di malinconia m’invita a sognare , a lasciare la triste realtà . E lascio volare il pensiero sulle ali della fantasia ; con questo gentile destriero fuggo lontano. E là , nel paese dei sogni , io studio di farmi felice , ma tutto m’è vano : la vita

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io sento non posso mutare . NĂŠ spero : ritorna nel vero il mio cavallino di fumo .

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1959 2...

0*

Je voudrais être tout seul , vivre seulement pour moi : il n’en vaut pas la peine de souffrir pour les autres . et puis , enfin , le monde n’est plus comme autrefois : on ne sait plus aimer , on combat pour l’argent... Et quoi ! Est-ce que nos dieux sont devenus beauté , richesse et apparence ?

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1960 3.“NESCIO , SED FIERI SENTIO...” 0* Mi spaventa l’eterno e l’infinito . Voci arcane , come di notte buia e silente , sussurrano il nome tuo : ma non l’ode il mio cuore, ed ancora domanda : chi sei ? un’ombra del passato , d’un amore perduto , d’un sogno mai sognato ? *

v. anche e

il n. 12 . "... ET EXCRUCIOR" il n. 30 . PREGHIERA

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Nel buio dei cimiteri si parla di te ; le tenui fiammelle dei ceri mi dicon , fra incerti bagliori , che tu sei passato. Piango : nel focolare geme un ramo del bosco ; tra le fiamme , un volto m’appare ma non ti conosco. Piango : ed ancora lontano sento ululare il vento tra gli alberi ; e provo un tormento che mi viene da te. Ora, tutto tace 8

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a me d’intorno ; tutto sussurra : pace! e sento che tu sei con me.

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1961 4...

0*

Un rosso tramonto . Nel cuore un vuoto infinito. Col sole , l’amore... Ti brilla sul volto qualcosa che prima non c’era . Una lacrima : è sera .

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1961 5...

0*

Labbra assetate del nulla infinito , del bacio gelido della morte ; occhi stanchi , che il pianto non piÚ mi ristora ; cuore che vaghi , affranto , in cerca d’una notte senza aurora : il tempo senza fine che s’avanza raccende il desiderio che ci strugge ma muore la speranza .

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1962 0*

6... Pianto di neve dai tetti delle cattedrali, dardi di sole tra squarci di cielo ; lacrime del mondo che grondano dai canali e il rivo si perde nella melma . Umide torri nell’aria come disgrazie , vento di gelo che brucia le gote arido come la sete , ago di morte nella carne di sangue. E i piedi nelle pozzanghere , ghiaccio negli occhi e brividi d’ossa : il sole sghignazza tra le nuvole rotte. 15

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1962 7...

0*

Io ti vorrei stretta a me, come la vite all’olmo e il vento non potrebbe piÚ farti male.

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Vorrei lasciare sulla tua bocca la mia vita e prenderne la tua , e di due farne una sola.

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Nel tuo abbraccio vorrei dimenticare 05 tutto me stesso 05 e amare , amare , amare come non mai. 06

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1962 8.NOTTURNO

0*

Luna . Un raggio ti sfiora la fronte . Gioia .

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1962 9...

0*

Ombra solinga onde lïeve m’accarezzi il sole , o mi ricopra il braccio nudo d’una croce...

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1962 10...

0*

...il suo sorriso 01 come spuma del mare , che l’abisso 02 ricopra e chiuda . 03

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1962 11...

0*

Nuvole rosse al tramonto, come le tue labbra.

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1962 12.“...ET EXCRUCIOR “

0*

Padre nostro che sei nei cieli, e vivi beato tra gli angeli, e relegasti il dolore sulla terra : guarda , ti prego , dal trono della tua beatitudine a questa creatura di dolore . Tu creasti il cielo e la terra, e me . Anch’io ho creato e vivo nel mondo che creo . E tu creasti il mare e il firmamento ,

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e la luna , e le stelle . Nel vuoto del mio universo - infinito ho posto i miei luminari . E le acque coprirono abissi profondi , e le agita il vento in burrasca nel mio cuore . Tu fiere creasti , e mostri marini che divorano la carne viva , ed il sangue suggono dalle vene . Io neri vampiri che sciamano per gli antri ciechi ed oscuri della mia creazione ; 28

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e lo spirito ribelle dilaniano feroci . E tu le farfalle e gli uccelli nell’aere sereno ponesti a tua gloria , e d’erbe e di fiori la terra hai trapunto . Io , solo , usignolo dal canto dolente di flebili note , mi perdo nell’arida , immensa pianura senza sole . Chè tu dicesti allora nelle tenebre “sia fatta la luce” . E la luce fu . 29

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Me , non che di luce di sole , di fiaccola accesa tormenta il desiderio in questo mondo cieco e tenebroso . E vado senza meta e senza requie , nell’oscurità . “E finì Dio al settimo giorno l’opera da lui creata ; e si riposò nel settimo giorno da tutto il lavoro che aveva fatto” . Quel settimo giorno che tu m’hai negato e che non spero . Amen 42

non che = non solo … ma almeno

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1963 13...

0*

Guardo le stelle e comincio a contarle...

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Il sole sorge dalle montagne .

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1963 14...

0*

Nel buio degli occhi , d’incanto venivi vicino : la notte vegliavo con te . Ora attendo l’alba.

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1963 15.UMILTĂ€

0*

Quando il vento che tutto travolge vorrebbe afferrarmi nel suo turbine implacabile , mi faccio piccino . E le stelle sono piĂš lontane e misterĂŻose e belle .

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1963 16...

0*

E’ facile creder d’amare ; ma credere d’essere amato è sciocco .

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1963 17...

0*

Borgo dell’Appennino tra le montagne contro il cielo azzurro pietra segnata dal tempo e dal vento nel verde senza speranza . Sfalda la rupe a valle, e il rivo lento ai sassi arresta, paludoso e morto . Dal cimitero il respiro di ieri fra i cipressi è d’un mondo che amavo . La campagna serena inerte , sola :

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fugge la vita ; e la stanca mano chiede all’ultima zolla avara ricompensa . Odo il belato affievolito nel ricordo - e l’erba seminata d’asfalto l’ha sepolto . Taccion le mura antiche della torre diruta e bruna, sulla corte abbandonata . Grida fingono giochi di bambini ; forse il domani è più triste , ed il risveglio nelle strade anguste e lo stormire a frotte nella sera è il fremito supino ed angoscioso dell’ultimo respiro . 40

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Ma tu vivrai !

25Nel grido disperato 25per un tempo che scorre senza luogo 26 - ieri e domani offuscano la mente - 27 vedo al lavoro rifiorire i campi 28 sudato e avaro , con amor ; le corti 29 risuonare di corni e scalpitanti ; 30l’umile zolla 31 coprir di messe verdeggiante i colli 32 e l’acque risvegliar sogni felici . 33 E per le strade polverose ed erte 34 menar le greggi .Nere 35figure frettolose , a capo chino , 36 seguir l’uomo e la soma . 37 Allegramente 37 41


accarezzando il parco desco , e il nero pane sudato e saporoso , il sole in una festa di colori bruni scender brillando dietro i monti azzurri .

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1963 18...

0*

Solo per le strade affollate e rumorose guardo intorno e non vedo ; a passo lento percorro la città . Nel rombo dei motori mi par d’udire un’eco assai lontana dei miei pensieri ; e mi soffermo ancora fantasticando i sogni piÚ leggeri e vani, e tristi : sembrano le strade immagini viventi senza fine ,

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senza ragione ; sembrano le case specchiare opache un desiderio atteso e disilluso ; vuote le piazze , come la mia solitudine tra la folla che mormora e si perde oltre la vista . – Addio vo sussurrando a questo sogno breve mentre il silenzio scende nel mio cuore .

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1963 19...

0*

Quando socchiudo gli occhi per sognare riesco soltanto

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ad addormentarmi .

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1963 20...

0*

Sento nel cuore un anelito triste e nebuloso che m’afferra e m’opprime ; un palpitar ribelle ed incompreso che inseguo , e sfugge ; affollarsi alla mente e martellare inespressi pensieri ; ed offuscarsi dileguando lontano . Ed in quest’ansia

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io ritrovo me stesso .

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1963 21...

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E’ triste, pensare che quando m’ascolto non riconosco più

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la mia voce.

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1963 22...

0*

Per questo è bello il temporale : come se urlassi

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anch’io .

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1963 23...

0*

Il giorno talvolta è piÚ squallido

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di un logaritmo .

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1963 24...

0*

Un’altalena infame : col mondo dall’altra parte .

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1963 25.VAJONT

0*

Sul cuore delle mamme i bimbi dormono per sempre . Parole di fango spezzate sul labbro in un tumulo di silenzio . Terribile notte perenne

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nel rombo d’un attimo .

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1963 26...

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...si sentiva il respiro del pianista .

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1963 27...

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Per favore spegnete le luci .

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E’ piÚ bello .

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1963 28...

0*

Ascolto una voce che narra la dolcezza d’un tempo ch’ero fanciullo . E m’accarezza il cuore e mi fa piangere su quello che non è più ,

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che più non sono .

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1964 29. IL CASSETTO DEI RICORDI

0*

Tutte le sere o quasi passeggio nel mio giardino . E vedo cadere le foglie ingiallite dal sole o staccate dal vento ; ad una ad una le raccolgo per metterle nel cassetto dei ricordi , accanto ad un fiore appassito che sembra quasi di sasso

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e non è che polvere frale . Poi mi riposo , stanco , sotto i rami dei pini sempreverdi , guardando la luna e le lucciole , povere stelline cadute anch’esse , dal cielo ‌ o forse no : soltanto da un ramo di quei poveri pini sempreverdi .

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1964 30.PREGHIERA

0*

La Tua presenza m’ è di conforto quando mi accorgo che Tu , Signore , sei sempre ovunque presente .

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1965 31.SOLITUDINE

0*

Sempre lo stesso pensiero che rimbalza da un punto all’altro dell’orizzonte vuoto .

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1965 32.CONGEDO

0*

...come urna di cristallo sospesa nel silenzio

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delle stelle .

*

cosĂŹ chiudo il cassetto dei ricordi

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1987 Vent’anni dopo … ... ecco come una fantasia bizzarra e introversa può essere trapiantata nei terreni più aridi e sopravvivere dando strani frutti. O è solo il tentativo di sostituire l'approccio "morboso" delle emozioni con quello "asettico" della razionalità , per afferrare ... sempre lo stesso pugno di mosche?

Da: R. FRANCHIN - M. RICCI, Analisi viscoelastica di una sezione composta, 1987 (inedito)

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INDICE Presentazione ................................................................. I Voi ch’ascoltate .............................................................. 1 1. SOGNO ...................................................................... 3 2. Je voudrais être tout seul ........................................... 5 3. “NESCIO, SED FIERI SENTIO…” .......................................... 7 4. Un rosso tramonto ................................................... 11 5. Labbra assetate....................................................... 13 6. Pianto di neve ......................................................... 15 7. Io ti vorrei .............................................................. 17 8. NOTTURNO ................................................................ 19 9. Ombra solinga i..................................................... 21 10. …il suo sorriso  ..................................................... 23 11. Nuvole rosse  ....................................................... 25 12. “…ET EXCRUCIOR” ....................................................... 27 13. Guardo le stelle ....................................................... 31 14. Nel buio ................................................................. 33 15. UMILTÀ .................................................................... 35 16. È facile ................................................................... 37 17. Borgo dell’Appennino ............................................... 39 18. Solo / per le strade .................................................. 43 19. Quando / socchiudo gli occhi ..................................... 45 20. Sento nel cuore ....................................................... 47 21. È triste ................................................................... 49 22. Per questo / è bello ................................................. 51

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23. Il giorno ................................................................. 53 24. Un’altalena ............................................................. 55 25. VAJONT.................................................................... 57 26. …si sentiva  .......................................................... 59 27. Per favore  ........................................................... 61 28. Ascolto una voce ..................................................... 63 29. IL CASSETTO DEI RICORDI .............................................. 65 30. PREGHIERA ............................................................... 67 31. SOLITUDINE .............................................................. 69 32. CONGEDO ................................................................. 71 Vent’anni dopo ............................................................. 73

 «spark», scintilla

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Sono nato nel 1944 (ultimo scorcio dell’era pre-atomica!) in un antico Borgo dell’Appennino, sul confine dell'italica Daunia, ricco di tracce e di memorie, di storia e di leggenda, dal tempo di Annibale a quelli dei normanni, dai fasti dei Guevara agli agguati dei briganti. Qui ho trascorso l’infanzia e conservo le mie radici. Poi otto anni di collegio in un'illustre cittadina umbra, già culla di ambizioni e congiure che segnarono la storia d'Italia nel corso dei "secoli bui", dei quali conserva ancora gelosamente l'austera

solennità

(vedi

“Pianto di neve...). Infine gli studi universitari in uno storico centro della pianura veneta, che vanta le sue origini dal secondo esule di Troia, e che dispiega le sue lunghe teorie di portici fra intrecci di canali, memorabili piazze e insigni testimonianze d’arte civica e sacra (vedi “Solo / per le strade...). Dal 1969 vivo nella capitale, splendido lupanare che tutti ci accoglie seduce appaga stordisce sfinisce ma pur sempre avvince e conquista.

©2013 Modestino Luigi Ricci

Edizione on line aprile 2014


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