THE MAG 37

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Artquakes Arte e rinascita: quando la bellezza salva il mondo 1


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La casa a pagina 28 è arredata da MEOZZI

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Viale UnitĂ d'Italia, 37 - Umbertide - T. 075 941 14 46 - facebook/Ottica-2M


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Samanta Girelli

Il Ristorante L'Abbazia di Montecorona augura Buone Feste saremo chiusi il 24 dicembre a pranzo e cena festeggia con noi ituoi eventi piĂš importanti: comunioni, cresime, battesimi, matrimoni "Chi entra al ristorante L'Abbazia deve sentirsi come a casa di vecchi amici" - Samanta Girelli 8


CUCINA TIPICA UMBRA | CANTINA CON CUCINA | VENDITA VINI

WEDDING e CERIMONIE Il ristorante L'Abbazia è una location che sorge adiacente alla bellissima Abbazia di Montecorona e si presta alle più affascinanti interpretazioni in termini di allestimenti per ogni tipo di cerimonia (battesimi, compleanni, lauree). Lo splendido chiostro accoglierà i vostri ospiti per un ricco buffet di benvenuto. Le nostre sale interne possono accogliere fino a 200 persone, mentre, per numeri superiori sarà possibile avvalersi di ampie tensostrutture con capienza di oltre 250 posti. La struttura è in grado di accogliere i suoi ospiti per soggiorni, grazie a 8 camere arredate in stile classico presenti all interno dell Abbazia.

LA LOCATION Il ristorante si trova all'interno della tenuta di Montecorona. L'abitato, detto Badia, si trova ai piedi di Monte Corona: monte che domina tutta la vallata intorno ad Umbertide. Sulla sommità del monte sorge l'Eremo dell'Assunta Incoronata, mentre ai piedi dello stesso c'è l'Abbazia di San Salvatore, meravigliosa basilica millenaria composta da una parte superiore e da una cripta inferiore. All'interno della Abbadia vi erano le dimore per gli eremiti che per vecchiaia o infermità, non potevano più rispettare le regole di vita praticate all'Eremo.

Località Badia di Montecorona 318/a - Umbertide (Pg) - per info: 329 01 72 127 Aperto tutti i giorni a prano e cena - chiuso il lunedì 9


Il Nastro nasce nel 1986 come azienda specializzata nella stampa di nastri adesivi. Dopo pochi anni, in seguito allo sviluppo delle etichette autoadesive, l'azienda ha deciso di indirizzare la sua attività anche su questo settore, non trascurando comunque le sue origini, da cui anche il nome. Investendo su macchinari di alta tecnologia e personale qualificato. Il Nastro si è ritagliato il suo spazio nel mondo delle etichette autoadesive, puntando sia sulla qualità del prodotto che sul servizio offerto alla clientela. Via Cesare Sisi, 4 – 06012 – Città di Castello (PG) ITALY Tel. +39 075 8511167 Fax +39 075 8511462 10


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L'EDITORIALE del DIRETTORE | ANDREA LUCCIOLI

Contro il logorio del Natale moderno Carissimo Babbo Natale! Come va? Maluccio, lo so. E ti capisco. Per questo ti auguro che con l’ormai famosa “quota 100” su cui sta lavorando il Governo tu possa andare in pensione presto, anzi prestissimo. Tanto Amazon ti ha fregato il lavoro da un pezzo – e per giunta, scusa se te lo dico, consegna decisamente meglio –, inoltre hai le renne Euro 3 che non possono circolare manco se gli fai l’impianto a metano e ultimamente infilarsi in casa della gente, di notte, rischia di essere un tantino pericoloso. Insomma, chi te lo fa fare? Le letterine dei bambini che ti riempiono il cuore? Mi spiace deluderti, ma tanto loro hanno YouTube sullo smartphone che mamma e papà gli lasciano in mano, a scriverti manco ci pensano. Però non va tutto così male dai. Su Facebook e Instagram le foto di chi ha l’albero di Natale più lungo – ehm, volevo dire luminoso - circolano già da metà novembre. Sai, i “like” hanno superato da un pezzo la tradizione. E poi ci sono le imperdibili polemiche sulle recite di Natale a scuola, ah che bei tempi! Non ci capisci più niente vero? Succede. Anche io, a dir la verità, non sapevo se scriverti o meno. Poi, mentre ero intento a rispondere ad un sondaggio sull’uvetta nel panettone, ho deciso di buttarti giù qualche riga. Così, giusto per sapere che fai, se hai ancora quella barba che migliaia di hipster ti invidiano e se ogni tanto, nella tua casa in Lapponia, ci pensi mai a fare le valige e salutarci a tutti. Che un po’ ce lo meritiamo. Va bene dai, per questo Natale 2018 il regalo proviamo a fartelo noi di The Mag, magari ti torna il sorriso. Su questo numero, ad esempio, ti abbiamo preparato una piccola mappa per i mercatini di Natale più belli d’Europa, d’altronde qualcosa di natalizio dovevamo pur pubblicarlo no? Ma è l’unica cosa in tema, giuro! Per il resto ci siamo dati all’arte, a cominciare dalla copertina dell’illustratrice Valentina Bolognini che ha interpretato, con il suo tratto, il tema principale di questa uscita: l’arte e la bellezza che possono lenire le nostre ferite. Anche quelle più profonde. Come quelle del terremoto del 2016 che sono finite nella mostra fotografica “Heartquakes” della Regione. Un’esposizione che è stata presentata in anteprima a Bruxelles e ora è tornata in Umbria per testimoniare la rinascita che la Valnerina sta costruendo giorno dopo giorno. In questo numero c’è anche molto altro. Abbiamo un servizio meraviglioso sulla Biennale di Architettura di Venezia, sulla mostra permanente di Nuvolo a Città di Castello e su un progetto sperimentale della famiglia Margaritelli che ha provato a far suonare gli alberi per difendere la biodiversità. Abbiamo fatto della street photography immortalando delle cosplay alla Mostra del Fumetto e abbiamo deciso anche di parlare di Giacomo Leopardi e delle iniziative che Recanati, la sua città, gli dedicherà per i duecento anni della stesura de “L’Infinito”. Che altro dire? Un’ultima cosa. Lo confesso, mi piace l’uvetta sul panettone. Ci vediamo il prossimo anno!

AGAINST THE STRESS OF MODERN CHRISTMAS

Dear Santa Clause How is it going? Bad, I know. And I understand. For this I wish you that with the by now famous "quote 100" that the government is working on, you can go to an early retirement, no, very early. In any case, Amazon has stolen your work for some time now- and I would add, sorry if I say this, delivers much better than you-, besides, you have the Euro 3 reindeer that can't go even if you put in a Methane tank and lastly slipping into people's houses, by night, is starting to get a little dangerous. So, what on earth are you doing this for? The children's letters fill your heart? I am sorry to disappoint you, but they have YouTube on the smartphone that mommy and daddy leave in their hands, they don't even think about writing to you. But it's not all going that bad, come on. On Facebook and Instagram the photos of those who have the tallest Christmas tree- ehm, I meant to say the brightest- have been going around since mid-November. You know, the "likes" have passed by traditions for a while now. And then there are the can't be missed controversies about the Christmas recitals at school, ah what great times! You don’t understand anything anymore, right? It happens. Me too, to tell the truth, I didn’t know if I should write you or not. Then, while I was ready to answer a survey about the raisins in the panettone, I decided to write a few lines. So, just to know what you do, if you still have that beard that thousands of hipsters’ envy and if every so often, in your house in Lapponia, you ever think about packing your bags and saying goodbye to us all. Because we all deserve it a little. Ok, well, for this Christmas 2018, we at The Mag will try to give to you, maybe your smile will come back. In this number, for example, we prepared for you a little map for the most beautiful little Christmas markets in Europe, after all we had to publish something about Christmas, didn’t we? But it is the only thing on this theme, I swear! For the rest we gave ourselves to art, starting from the cover by illustrator Valentina Bolognini who interpreted with her style, the main theme of this number: the art and beauty that can soothe our hurts. Even those deeper ones. Like those of the 2016 earthquake which ended up in our photographic exhibition “Heartquakes” of the region. An exposition which was presented as a preview in Brussels and now has returned to Umbria to testify the re-birth that the Valnerina is building day after day. In this number there is also much more. We have a marvelous article on the Biennial Festival of Architecture of Venice, on the permanent exhibition of Nuvolo in Citta di Castello and about an experimental project by the Margaritelli family who have tried to play the trees in order to defend biodiversity. We have done street photography immortalizing cosplay at the Comic Book show and we also decided to speak about Giacomo Leopardi and about the initiatives that Recanati, his city, will dedicate for the two hundred years of the writing of “L’infinito” (The Infinite). What else can I say? One last thing. I confess, I like the raisins in the panettone. See you next year! 15


Cristina Crisci

Lucia Fiorucci

Maria Vittoria Malatesta Pierleoni

Luca Benni Matteo Cesarini

Architetti Altotevere

Simona Polenzani

Christy Mills

Marco Giugliarelli

Valentina Bolognini

Lorenzo Martinelli

Dicembre/Gennaio 2018-19

Direttore Responsabile Andrea Luccioli

Luca Marconi

20 Sguardi

Arcipelago Italia

52 Reportage

Heartquake Emanuele Vanni

inoltre si ringrazia: L'ufficio stampa dell' Archivio Nuvolo

Illustrazione di Copertina: Valentina Bolognini

Data pubblicazione: Dicembre 2018 - rivista bimestrale - N°37 Grafica, fotografia e impaginazione: Moka comunicazione, via Cacciatori del Tevere, 3 - Città di Castello (PG) P. IVA 02967110541 - mokacomunicazione.it Stampa: Litograf Editor S.r.l. - Via C. Marx, 10 06011 Città di Castello (PG) P. IVA 02053130544 Editore e Proprietario: Moka comunicazione Direttore Responsabile: Andrea Luccioli Traduzioni: Christy Mills Iscrizione al Tribunale di Perugia: n. 20/12 del 27/11/2012. Questo numero è stato chiuso il 3 Dicembre 2018 alle 21:00

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! INFO & CONTATTI pubblicità Simona 389 05 24 099 redazione info@the-mag.org www.the-mag.org


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BECOMING X Valentina Bolognini

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Nuova luce su Nuvolo

Mondo Cosplay

Arte

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Progetto Trace

Il canto degli alberi per salvare il Pianeta

Fotografia

82 Reportage

L’occhio del drone sulle metropoli diseguali 17


Estetica e Benessere 18


LA NOSTRA STORIA Michela e Cristina sono legate da una grande amicizia che le accompagna dall'infanzia. Nel 2011 si ritrovano insieme a Città di Castello e decidono di coronare un grande sogno, quello di aprire un centro di estetica e benessere. Nirvana è un luogo unico, fatto di luci, sensazioni, colori e profumi.

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a cura di Architetti nell’Altotevere Libera Associazione

Biennale di Architettura 2018

Arcipelago Italia SGUARDI

Si è conclusa lo scorso 25 novembre la Sedicesima Mostra Internazionale di Architettura, punto di riferimento in quanto a visioni, innovazione e aggiornamento oltre che a momento di crescita professionale e personale per noi architetti, e non solo.

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Dal titolo “Freespace”, la Biennale Architettura 2018, curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara pone al centro dell’attenzione la questione dello spazio libero e gratuito che può essere generato quando il progetto è ispirato da generosità ed è espressione della volontà di accoglienza. Si indaga poi sulla qualità dello spazio pubblico e privato, dello spazio urbano, del territorio e del paesaggio, quali riferimenti principali e finalità della stessa architettura. In questo contesto si è inserito il tema del Padiglione Italia, mostra curata dall’Architetto Mario Cucinella, intitolata “Arcipelago Italia”. Qui si distoglie l’attenzione dell’architettura dalle grandi metropoli, per concentrarsi sullo spazio fisico del nostro Paese, caratterizzato da territori ricchi di un patrimonio culturale importante, eterogenei culturalmente e diversi nel loro paesaggio. Vista sotto questa prospettiva l’Italia altro non è che un Arcipelago territoriale costituito dagli insediamenti urbani e rurali e dal paesaggio che li collega: un’unica grande città diffusa policentrica collegata da un’infrastruttura verde che è l’Appenino. In questo viaggio è emersa la parte invisibile e ferita del Paese, ma ricca di potenzialità e di bellezza. La bellezza ha infatti da sempre prodotto spazio urbano di qualità, in cui dimensione urbana, territorio e comunità si sono rappresentate. Cucinella ha proposto una prospettiva nuova per guardare il Paese, nella quale l’architettura contemporanea è protagonista e costituisce una opportunità e una grande risorsa per tutta la comunità.

Pagina precedente: Un sistema di tavoli ha ospitato l’esito del percorso progettuale, frutto del lavoro di un collettivo e di una fase di approfondito ascolto delle esigenze delle comunità a cui queste architetture si rivolgono come mezzo di rilancio del territorio stesso. Un gruppo di sei studi emergenti selezionati da Cucinella, con la collaborazione di università ed esperti tematici hanno dato vita a cinque progetti sperimentali di “edifici-ibridi”: cinque ambiziose visioni, radicate nei luoghi di appartenenza e in grado di riattivare i meccanismi economici e sociali che permettono la sussistenza stessa delle comunità delle aree interne. in queste pagine: Arcipelago Italia è stata allestita alle Tese delle Vergini dell’Arsenale di Venezia. Nella prima Tesa accoglievano i visitatori otto grandi libri e come una guida turistica li conducevano in altrettanti itinerari inediti lungo i quali era possibile scoprire una selezione di progetti di architettura contemporanea, ma anche borghi storici, cammini, paesaggi e parchi naturali. È stato portato il Padiglione Italia sui territori, con il preciso obiettivo di individuare esempi concreti di progetti realizzati e in corso, capaci di sottolineare il ruolo che l’architettura contemporanea può svolgere all’interno di insediamenti distanti dai grandi centri, spesso percepiti come luoghi di passaggio e marginali, ma in grado di riacquistare centralità nel dialogo tra nuove esigenze, stratificazione storica e paesaggio.

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L’itinerario prevedeva un centinaio di tappe, suggerite da piccole architetture di qualità realizzate negli ultimi anni in dialogo con esempi tratti dalla storia. Il viaggio ha attraversato l’arco alpino e la dorsale appenninica per poi giungere nelle isole. In tutto questo percorso si è conosciuta perfettamente la relazione tra architettura e paesaggio e si sono affrontate le questioni più attuali, indagate per grandi ambiti e da differenti punti di vista: sostenibilità e ambiente, inclusione sociale e condivisione dei patrimoni immateriali, terremoti e memoria collettiva, lavoro e salute, rigenerazione e creatività contemporanea.

in alto: Schizzo dell’allestimento – Mario Cucinella a sx: Schizzo degli itinerari – Mario Cucinella a dx: Il plastico del progetto “Off-cells. Un luogo del lavoro per le Foreste Casentinesi”

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Si ringraziano per le foto l'Ufficio Stampa e Comunicazione Padiglione Italia 2018 - PPAN srl, Urban Repost Pad_Iita e Achille Sberna 28


Qui abbiamo trovato anche due esempi molto importanti per il territorio altotiberino: la Caserma Archeologica di Sansepolcro e la Collezione Burri agli Ex Essiccatoi del Tabacco di Città di Castello. Il primo è la riqualificazione dello spazio pubblico di Palazzo Muglioni, un importante edificio rinascimentale con grande valore storico artistico, da parte dell’Associazione CasermArcheologica che ha deciso di voler guardare oltre la crisi, creando un contesto in cui è possibile coltivare una visione, attraverso l’arte contemporanea, vocata per natura all’innovazione. Gli Ex Seccatoi del Tabacco, invece, inaugurati nel 1990, sono un importante esempio di archeologia industriale, recuperati secondo la volontà del Maestro Alberto Burri che li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni. In questo meraviglioso viaggio è emerso il grande valore che è stato attribuito alla qualità di un’architettura costruita, che parta dal confronto e dal dialogo con le comunità per rispondere innanzitutto alle loro aspirazioni e desideri.

“[…] Come il tempo ha dimostrato, dissociare l’architettura dalle persone e dai bisogni si è rivelata un’operazione dannosa, che da una parte ha creato un’idea di modernità sempre più estranea alle culture e alle comunità, e dall’altra ha determinato una mancanza di qualità e bellezza. Storicamente l’architettura del nostro paese è sempre stata espressione di qualità e bellezza, riflesso della comunità. Non si tratta solo di costruire o di ricostruire, ma di intercettare ambizioni e bisogni, per capire dove si è spezzato quell’anello che per secoli ci ha permesso di interpretare i desideri dei territori e di trasformarli in architettura.” Mario Cucinella, Irene Giglio, Valentina Porceddu, Valentina Torrente, Laura Zevi.

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GEOMETRIE CONTEMPORANEE Testo di Lucia Fiorucci - Arredi Meozzi Mobili

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Silvia e Gianluca si sono completamente affidati al migliore amico di lei, un interior designer con molta esperienza. Insieme, e soprattutto grazie alla meticolosità di Gianluca hanno ristrutturato l’appartamento in cui ora abitano vicino a Perugia. L’esigenza fondamentale era la comodità e l’ampiezza degli spazi, e l’importante metratura dell’appartamento ha giocato un ruolo fondamentale. La cucina Modulnova è infatti molto grande e ben organizzata, capace di ospitare molti amici durante il fine settimana. Qui una boiserie contemporanea color ghiaccio riveste le pareti ed evidenzia le linee decise e il bianco dei contenitori e del piano della cucina. Il piano è ampissimo, per cucinare comodamente anche all’ultimo minuto. E la penisola è caratterizzata dal tavolo snack in

legno naturale che, insieme con le luci, riscalda l’ambiente. Illuminato dalla porta finestra, c’è il grande tavolo in legno, circondato dalle iconiche sedie Eames originali Vitra. Anche il divano Désirée è extra large, in pelle pieno fiore bianca, ed servito da un elegante tavolo da fumo Rimadesio in marmo Emperador. Il pavimento in rovere naturale lega gli ambienti e attraverso la maxi porta scorrevole si arriva alla zona notte. La camera da letto è molto particolare, con la testata che è un pezzo unico disegnato dall’interior designer e realizzato su misura artigianalmente. Sospesi sono i comodini firmati Lago. La cabina armadio, che sarebbe stata per entrambi, ora è in realtà ad uso esclusivo di Silvia. Gianluca non si è scoraggiato, anzi, si è fatto realizzare un armadio a sei ante!

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MODERN DAY GEOMETRY text by Lucia Fiorucci - Forniture Meozzi Mobili

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Silvia and Gianluca trusted her best friend completely, an interior designer with lots of experience. Together they and especially thanks to Gianluca’s meticulousness, they renovated the flat where they now live, near Perugia. The basic need was the comfort and size of the spaces, and the important square footage of the flat played a fundamental role. The Modulnova kitchen is in fact very big and well-organized, able to host many friends during the weekend. Here a modern wainscoting in the color ice dresses the walls and highlights the decisive lines and the white of the containers and the kitchen counters. The counter space is very wide, making cooking comfortable, even at the last minute. And the peninsula is characterized by the natural wood snack table that,

together with the lighting, warms the room. There is a large table in wood, which is well lit by the window door, surrounded by the iconic Eames original Vitra chairs. Even the Desiree counch is extra large, in full white flower leather, and served with an elegant smoking table by Rimadesio in Emperador marble. The natural durmast ties the rooms together and through the maxi-sliding doors you get to the bedrooms. The bedroom is very particular, with the headboard that is a unique piece designed by the interior designer and custom made. The Lago bedside tables are suspended. The walk-in wardrobe, which would be for both of them, is now used only by Silvia. Gianluca is not discouraged, instead he had a wardrobe with six doors made for him!

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OCCHIO DEL CURIOSO

NOTE TO THE CURIOUS

L’intero appartamento è toccato dai toni neutri del bianco degli arredi, dei grigi come la boiserie e la porta, grandissima, che divide zona giorno e zona notte. Anche i dettagli dialogano con questi colori, le tende per esempio oppure le sospensioni sopra alla penisola in cucina. Il rigore e la pulizia dei due colori è sempre spezzato dal legno al naturale, il rovere infatti corre sul pavimento e lega tutto. Ma qua e là ricopre anche oggetti e arredi, rendendo gli ambienti morbidi ed accoglienti.

The entire flat is touched by neutral tones of white furnishings, of the greys like the wainscoting and the huge door, which divides the living area from the bedrooms. Even the details talk with these colors, the curtains for example or the suspension lights over the kitchen peninsula. The precision and cleanliness of the two colors is always broken up by the natural wood color, the durmast in fact, runs along the flooring and unites it all together. But here and there it also covers objects and furnishings, making the rooms soft and welcoming. 37


Specialità Ciaccia sul panaro Ricche colazioni e merende Carne alla brace Sfiziosi antipasti Carne alla griglia Dolci fatti in casa

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La Tradizione vive La vecchia Osteria La Pergola nasce 50 anni fa dalla passione per l'arte della cucina della signora Doretta, inizialmente come bar e alimentari. Successivamente, con l'ingresso di 3 dei 4 figli (Giuseppe, Cinzia e Fancesca), l'attivitĂ viene trasformata in un piccolo ristorante specializzato in cucina tradizionale toscana. Oggi, dopo una recente ristrutturazione, il locale si presenta ingrandito e rinnovato e le antiche ricette sono conservate e riproposte dai tre fratelli, che ogni giorno utilizzano i migliori ingredienti per preparare le loro specialitĂ : pasta fatta in casa, carni provenienti dai migliori allevamenti locali (coniglio, cinghiale) e dolci tradizionali: crostate, torte, panforte natalizio, cantucci e tanto altro VECCHIA OSTERIA LA PERGOLA Tavernelle di Anghiari (AR) - Toscana Tel. 0575 723330 46


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RICETTA RAVIOLI Ingredienti per la pasta: farina 0: 1 Kg , uova: 10 Ingredienti per il ripieno: ricotta di pecora: 500 gr., spinaci lessati: 500 gr., parmigiano grattugiato: 450 gr., Sale :q. b., Noce moscata: un pizzico Sulla spianatoia preparate una fontana con la farina, aggiungete le uova e iniziate ad amalgamare il tutto aiutandovi con una forchetta fino ad ottenere una consistenza liscia ed elastica, quindi lasciate riposare. Cuocete gli spinaci, scolateli e strizzateli molto bene, poi sminuzzateli utilizzando un tagliere o un tritacarne. Poneteli in una ciotola, aggiungete la ricotta, il parmigiano, il sale, la noce moscata e amalgamate tutti gli ingredienti. Stendete la pasta con il matterello e disponetevi sopra delle noci di impasto distanziandole tra loro, poi coprite con una seconda sfoglia e tagliate i ravioli aiutandovi con una rotella dentata. Ingredienti per il ragĂš: cipolla: 1, sale: q. b., costa di sedano: mezza, carota: 1, carne macinata di vitellone: 600 gr., vino rosso: mezzo bicchiere pomodoro passato: 1 Kg. Iniziate a preparare il soffritto tritando la cipolla, il sedano, la carota e lasciate appassire. Aggiungete la carne macinata e il sale, quindi fate rosolare bene il tutto sfumando con il vino e lasciando evaporare. Aggiungete il pomodoro passato lasciate sobbollire per circa due ore.

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Snowy Lane Snowy Lane è la linea pensata per abbellire la tavola natalizia, con un tocco di vintage, ispirata alle nostre campagne innevate, ai giochi sulla neve ed alle sensazioni con cui aspettiamo il Natale. Ăˆ la variante divertente e spensierata del classico servizio per il pranzo di Natale, ideale quando a tavola ci vogliamo sentire un po’ bambini.

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REPORTAGE

Heartquake Testo Andrea Luccioli Fotografia Marco Giugliarelli

Una questione di acca. Che nel nostro caso serve per fare rima con cuore. Provate a spostarla da earth, che in inglese significa terra, a heart, che ancora nella lingua anglosassone significa invece cuore.

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REPORTAGE

Per completare il gioco di parole occorre spostate l’acca nella parola inglese earthquake, che significa terremoto, in avanti e arrivare a heartquake. L’immagine che vi apparirà sarà decisamente un’altra giusto? Questa è la suggestione che la Regione Umbria ha voluto creare con “Heartquake – Europe Supports Umbria”, la mostra fotografica che è stata allestita nelle scorse settimane a Bruxelles, presso la sede del Comitato delle Regioni e delle città d’Europa per raccontare come sono stati utilizzati i Fondi europei impiegati per far fronte ai terremoti che hanno colpito la nostra terra. La mostra, che da poco è arrivata a Norcia, è l’evoluzione di quella già allestita a Foligno al Ciac (Centro italiano di arte contemporanea) intitolata “DiVenti Umbria” e di cui vi avevamo già parlato qualche numero fa. In questa nuova esposizione viene raccontata una terra che ha subito una ferita profonda e che sta cercando di rialzarsi. La Basilica di San Benedetto distrutta, Castelluccio colpita nel profondo, le opere d’arte lacerate, le attività economiche spazzate via, ma anche i segni della rinascita. La resistenza di una popolazione che vuole continuare a vivere nella sua terra, che ha speranza e fiducia in un futuro che, a seguito delle scosse del 2016, sembrava impossibile da intravedere.

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REPORTAGE

Nella mostra fotografica ci sono macerie, tante, ma anche persone. Anzi, soprattutto persone. Gli abitanti della Valnerina, i volontari, i soccorritori e tutti quelli che, da due anni, stanno dedicando la propria vita alla ricostruzione. Sia materiale che umana. “Se c’è una lezione che ci viene dalla drammatica esperienza di questo terremoto è che lo Stato italiano deve dotarsi di una legge quadro che detti norme per la gestione delle emergenze dovute a calamità naturali, in quanto non è possibile gestire queste fasi delicate e straordinarie con norme ordinarie”, con queste parole la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha inaugurato la mostra nursina nel corso di un’iniziativa cui hanno preso parte – tra gli altri – anche il vice presidente, Fabio Paparelli ed il sindaco della città, Nicola Alemanno. “Ben 10 milioni di euro – ha detto Marini – sono stati destinati dalla Commissione europea al cofinanziamento della ricostruzione della Basilica di San Benedetto di Norcia, simbolo delle distruzioni provocate dal terremoto, ma anche e soprattutto dell'identità della nostra terra, delle popolazioni della Valnerina, della stessa Europa”.

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REPORTAGE

“Le immagini della mostra nel loro insieme rappresentano dunque un messaggio di fiducia e di speranza. Ed anche del lavoro che dobbiamo fare per ricostruire, in un lavoro di squadra – ha concluso Marini - dove l'Europa rappresenta uno dei partner più importanti”. Sono stati due anni di intenso lavoro, svolto da oltre mille dipendenti pubblici, insieme agli amministratori locali, provinciali e regionali, con l’ausilio di duemila volontari del sistema organizzato di Protezione civile, e di tutte le forze dell’ordine a partire dai vigili del fuoco, ai quali la presidente Marini ha voluto rinnovare il suo più sentito ringraziamento. La presidente ha quindi riferito alcune delle cifre più significative relative alla gestione dell’emergenza e all’avvio della ricostruzione: oltre 7.400 persone assistite, di cui 5.180 con contributo di autonoma sistemazione ed il resto nelle 752 soluzioni abitative di emergenza realizzate e nei 68 moduli abitativi rurali; 45.848 sopralluoghi effettuati; 94 per cento di macerie rimosse per la parte pubblica; 80 delocalizzazioni di attività produttive, pari al 93 per cento delle richieste presentate; oltre 1000 pratiche per ricostruzione leggera presentate di cui 400 autorizzate con la conseguente apertura di altrettanti cantieri avviati, di cui 80 già terminati. Anche per ciò che riguarda la ricostruzione pesante i cittadini hanno iniziato a presentare domande. Questi i numeri e le “voci” istituzionali. Per la parte viva, quella fatta di carne, dolore e sogni, non possiamo che affidarci agli scatti di Marco Giugliarelli che in Heartquakes ha raccontato una delle più grandi catastrofi che hanno colpito il Centro Italia segnando in maniera indelebile il destino di quattro regioni.

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SULL'ACQUA Michele Serra

Un testo allo stesso tempo poetico e filosofico sul tema universale dell’acqua Sull’acqua racconta con grande intensità l’epopea delle acque di Milano che, dopo decenni di prelievo forzato industriale, giacciono nel sottosuolo della città cariche di mistero, di memoria e di promesse. Un testo allo stesso tempo poetico e filosofico sul tema universale e importantissimo dell’acqua, l’elemento cardine della vita dell’individuo e delle società che ha saputo costruire, ora sotto la reale, pungente minaccia di inquinamento ambientale, dispersione e voraci interessi economici. Scrive Michele Serra: “L’idea di una presenza risalente non è meno affascinante di quella di una presenza che incombe dall’alto; se i popoli antichi temevano che il cielo potesse precipitare ho immaginato per noi moderni Michele Serra (Roma 1954), scrittore, giornalista tra i più brillanti e versatili del nostro panorama, è autore di numerosi libri, alcuni di grande successo. Scrive su “la Repubblica”, “L’Espresso”, “Vanity Fair”. Scrive per il teatro e ha scritto per la televisione. Ha fondato e diretto il settimanale satirico “Cuore”.

l’evenienza che l’acqua risalga dalle profondità per richiamarci alla nostra debolezza così come ai nostri doveri [...] Inutile sottolineare che non si tratta solo di una suggestione poetica. Sono i mutamenti climatici a indicare nel livello delle acque [...] uno dei grandi problemi futuri dell’umanità, e nella gestione delle acque un’emergenza evidente [...] L’emergere contiene una rivelazione, qualcosa che avevamo dimenticato, che avevamo trascurato [...] Sull’acqua è anche una inconfessata preghiera. Che l’acqua non ci manchi mai. E che mantenga il suo livello all’altezza della nostra sopravvivenza, non sopra né sotto.”

Anno di pubblicazione 2018 Formato cm 12,5 x 21 ISBN 978-88-98881-71-0 Pag. 56 € 8,00

ABOCA EDIZIONI

Palazzo Bourbon del Monte - Via Niccolò Aggiunti, 75 - 52037 Sansepolcro (AR) - Tel. 0575 733589 - www.abocamuseum.it 66


La buona pasta fatta in casa

La tradizione è il nostro valore piÚ grande I sapori genuini e le antiche ricette sono la nostra forza, le materie prime del nostro orto e le carni da allevamenti locali sono la miglior garanzia di qualità . Voc. Busterna, Calzolaro, Umbertide (PG) +39 075 9302322 - info@ilvecchiogranaio.com - www.ilvecchiogranaio.com 67



È tempo di riprendersi “L’Infinito” Per il bicentenario della stesura del componimento di Giacomo Leopardi, la città di Recanati organizza una serie di eventi eccezionali Duecento anni d’Infinito. La città di Recanati dà avvio al progetto “Infinito Leopardi”, un insieme di iniziative per celebrare il bicentenario della stesura de “L’Infinito” da parte di Giacomo Leopardi. Un cartellone di eventi lungo un anno tra mostre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni, anche rivolte alle nuove generazioni, per sollecitare la necessità di tornare al “pensiero leopardiano”. Il cuore del progetto sarà rappresentato dall’esposizione straordinaria a Villa Colloredo Mels del manoscritto del celebre componimento. “Infinito Recanati” del Comune di Recanati e Sistema Museo, la società che gestisce i musei civici recanatesi, è un intervento complesso sia per le diverse tematiche trattate che per la durata temporale, un fatto straordinariamente unico intorno a cui progettare un evento lungo un anno. L’arco temporale dell’intero anno dedicato all’Infinito sarà scandito in diversi momenti, corrispondenti alla realizzazione di mostre di varia natura. Noi di The Mag vogliamo segnalarvi il primo appuntamento con le celebrazioni, ovvero “Infinito Poesia e Infinito Leopardi”, dal 21 dicembre 2018 fino al 20 maggio 2019, a cura di Laura Melosi dell’Università degli Studi di Macerata, e che vedrà la riscoperta del patrimonio leopardiano. Il cuore simbolico del progetto è rappresentato dall’esposizione straordinaria a Villa Colloredo Mels del manoscritto proprietà del Comune di Visso de L’Infinito, insieme a strumenti multimediali che ne accompagnano la visione e ne consentono l’approfondimento della storia che lo ha condotto fino a noi. Un’operazione che permetterà di mettere a punto un modello espositivo a rotazione nelle sale del museo civico del corpus leopardiano di documenti, manoscritti e cimeli del poeta, appartenenti alle collezione del Comune di Recanati. 69


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fino al 70

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su tutti gli articoli scade il 31/12* *cosa aspetti?

Corso Cavour 8 - CittĂ di Castello - Fb/ GioielleriaTalamelli 71


MONDI PARALLELI

Mondo cosplay Fotografia Molotovstudio

Il meraviglioso mondo dei cosplay è sbarcato a Città di Castello per un contest organizzato all'interno della manifestazione "Tiferno Comics". Noi siamo andati a dare uno sguardo e ci siamo trovati di fronte ad un universo parallelo fatto di creatività e fantasia. 72


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Via Scipiome Lapi, 2/c - CittĂ di Castello (PG) Tel. 075 855 62 32 - info@gioielleriachiatti.it gioielleriachiatti.it seguici anche su: facebook, instagram e twitter


REPORTAGE

L’occhio del drone sulle metropoli diseguali Fotografia Johnny Miller

L’edizione 2018 di Umbria World Fest, l’esposizione fotografica che si svolge a Foligno in autunno, ha scelto un titolo provocatorio: “1% i’m rich you are not”

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REPORTAGE

E non è un caso. Il suo direttore, Piter Foglietta, ha spiegato così questa scelta: “I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Siamo partiti da questa ineludibile realtà per il tema di UWF. Il divario economico odierno tra la popolazione mondiale non è mai stato così grande e palese - afferma - A dircelo chiaramente è il rapporto della ONG Britannica Oxfam sulla diseguaglianza nel mondo”. Per farla breve: L’uno per cento della popolazione possiede più del restante 99 per cento, “una tendenza già evidenziata da qualche anno, ma in costante crescita, che presto arriverà all’estrema concentrazione in poche mani di tutta la ricchezza planetaria – prosegue Foglietta -. Da qui abbiamo deciso di scegliere un titolo volutamente provocatorio che sintetizza questa corsa senza freni che sta rendendo il mondo sempre più sbilanciato, i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi”. La narrazione fotografica di UWF 2018 si è così dipanata attraverso mostre legate ad un tema complesso e che è stato sviscerato attraverso variegati punti di vista (fotografici). Uno su tutti – che è finito pure sulle pagine de “La Repubblica” - è quello di Johnny Miller e il suo progetto “Unequal Scene”, scene di diseguaglianza. Armato di un drone, Miller ha fotografato dall’alto il tessuto urbano di diverse città americane e africane, evidenziando situazioni in cui il degrado è contiguo alla ricchezza, ma allo stesso tempo distante e irraggiungibile. Il progetto. Le disuguaglianze nel nostro tessuto sociale sono spesso nascoste e difficili da vedere “dal basso”. Le barriere visive, comprese le strutture stesse, ci im-

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pediscono di vedere gli incredibili contrasti che coesistono fianco a fianco nelle nostre città. Unequal Scene, invece, utilizza un drone per illustrare la storia inscritta del nostro mondo in un modo nuovo. Le cicatrici all'interno del nostro tessuto urbano, così evidenti dall'alto, possono provocare un senso di sorpresa. Ma rivela anche la nostra complicità nel sistema. Viviamo con queste vicinanze, e partecipiamo a economie che rafforzano la disuguaglianza. L’ampia varietà e l’infallibile precisione attraverso le regioni geografiche indica la natura sistemica della disuguaglianza. Forse è parte dello shock vedere fragili baracche e edifici fatiscenti in file ordinate, delimitate da recinzioni, strade e parchi dei più ricchi. Questo non è naturale, organico: bensì, si tratta di una privazione programmata e intenzionale. Collocando un attore fotografico non umano - in questo caso un drone telecomandato - al di sopra di questi spazi liminali, si raggiunge un nuovo punto di osservazione, riservato in precedenza solo al governo e ai molto ricchi. Il drone allontana il fotografo e lo spettatore della fotografia, sia fisicamente che mentalmente, e induce ad una analisi dello sguardo da lontano. Ci costringe a confrontarci con l'etica della rappresentazione. Quanto distante deve essere il drone da terra per raggiungere un'altitudine "etica"? Chi ha accesso a questo spazio aereo, questa tecnologia? Senza tema di smantita, Unequal Scenes è un atto di sfida: sia verso il concetto di spazio aereo dominio dei potenti, sia verso chi mantiene le disuguaglianze colte dal drone.

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IL FOTOGRAFO Johnny Miller è fotografo, giornalista e fondatore di africanDRONE, un'organizzazione di giornalismo partecipativo panafricano. Vive a Città del Capo, in Sudafrica, e gode di vaste conoscenze ed estesi network in materia di Africa contemporanea e temi internazionali. Ha riscosso fama mondiale grazie al suo progetto "Unequal Scenes", un'esplorazione degli aspetti della disuguaglianza intorno mondo, osservata usando un drone. foto da unequalscenes.com 90


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E45 LA GRANDE VIA Testo Maria Vittoria Malatesta Pierleoni

Nata da un’idea di Enrico Milanesi insieme a Chiara Burzigotti, le sale di Palazzo Bufalini a Città di Castello ospiteranno la Mostra E45-La Grande Via. 92


Dal 2 marzo 2019, infatti, sarà aperto al pubblico il risultato del lavoro svolto dai soci del Centro Fotografico Tifernate sulla grande strada che attraversa la nostra terra: Alessio Acquisti, Andrea Maggini, Andrea Moni, Francesco Capaccioni, Chiara Burzigotti, Daniele Bricca, Enrico Milanesi, Federico Puletti, Francesca Meocci, Gilberto Poccioni, Giuseppe Brilli, Julian Biagini, Lino Pasquale, Luca Pellegrini, Marcello Filippo, Silvio Mencaccini, Matteo Bianchi, Pina Petricci, Remo Odoni, Stefano Rossi e Silvio Veschi. La ricerca di ciascun fotografo attraverso i suoi scatti offrirà un proprio punto di vista particolare, guidando il visitatore in un viaggio lungo i tanti volti che questa opera assume ogni giorno. Grande protagonista è così la E45, in termini tecnici "asse viario misto di classe A" che attraversa la dorsale europea da Nord a Sud, unendo Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria e Italia. Lo scopo della mostra è quello di riscoprire tale struttura non solo nella sua dimensione esclusivamente materiale, fatta di cemento, acciaio, ponti, viadotti ma anche come un

grandissimo motore di cambiamenti culturali e sociali dove la possibilità di accedere in tempi ragionevoli a luoghi altrimenti isolati e chiusi nella loro bellezza ha contribuito allo stesso tempo anche all’isolamento di altri. L’osservatore avrà la possibilità di affrontare un percorso in cui le immagini recuperate dagli archivi storici ritraggono un’epoca in cui il viaggio aveva valenze e difficoltà ben diverse da quelle attuali. Seguirà un ritorno alla contemporaneità, fatta di difficoltà e code, lavori in corso, operatori della polizia e uomini dell'Anas, mezzi pesanti e bus carichi di turisti stranieri. Una sezione sarà dedicata anche alla vita dei residenti e dei pendolari, svelando così legami e connessioni con questo spazio. La mostra è il frutto di un anno di lavoro che i fautori definiscono ancora in itinere, un tema su cui c’è ancora tanto da dire e per il quale il CFT ha avuto il merito di non mettere un punto di fine ma piuttosto di segnare una pietra miliare per chi continuerà nel tempo ad arricchire quanto già esistente. 93


ARTE

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NUOVA LUCE SU NUVOLO Testo Cristina Crisci Foto Archivio Nuvolo

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ARTE

Lo chiamarono Nuvolo per la prima volta i partigiani della Brigata San Faustino perché era talmente fugace, nei suoi 17 anni, che appariva e scompariva tra le colline dell’Alta Umbria. Nel 2018 il suo nome risuona come quello di un artista che ha lasciato più di una traccia nella storia dell’arte contemporanea. Adesso Città di Castello, dove era nato e tornato sempre volentieri e dove tuttora vive la sua famiglia, gli dedica una nuova sala nella Pinacoteca, ambienti rimessi a nuovo che ospitano le 15 opere di Nuvolo. Negli stessi giorni, a fine novembre, un docufilm sulla sua storia è andato in onda su Sky Arte Hd (il 29 novembre alle ore 20,45). Passato e presente si intrecciano a Città di Castello dove l'Archivio Nuvolo ha voluto presentare in anteprima assoluta il film proprio lì, dove Nuvolo è vissuto. La presentazione in anteprima si è svolta nel salone di rappresentanza della Pinacoteca comunale in occasione dell’inaugurazione delle 15 opere già donate dalla famiglia che vanno a creare la sala Nuvolo nella sezione arte moderna e contemporanea della Pinacoteca in un nuovo e definitivo allestimento.

Ritratto di Nuvolo - 1984

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Tanta era l'attesa per il docu film (della durata di 20 minuti circa) - non solo da parte della cittadinanza, ma anche degli amici romani e umbri di Nuvolo che sono accorsi a Città di Castello per sostenere l'iniziativa - che l'Archivio Nuvolo è stato costretto a programmare una seconda visione del film per tutti quelli che non potevano - per esigenze di spazio - accedere nel salone del museo alla prima visione.


Su tutto l’evento ha dominato l'amore per la città di Nuvolo contraccambiato da parte della famiglia con la donazione di 15 opere. Nuvolo: Nuntius Celatus è invece il titolo del documentario il cui soggetto e regia sono del tifernate Giuseppe Sterparelli, autore di varie iniziative culturali tra Italia ed estero, la direzione di fotografia di Lisa Rinzler, già premio Emmy Award, Sundance Festival e Independent Spirit Award. Dalle esterne newyorchesi, colte nella simmetria degli edifici e nella luminosità di differenti agenti atmosferici, il film si sposta a quelle più pacate di Città di Castello, nella commistione rinascimentale tra impianto urbano e naturalistico, fino a Perugia, sede dell’Accademia delle Belle Arti, diretta da Nuvolo fino al 1984. Il collegamento con New York ritorna anche nei trascorsi dell’artista, individuato da Peggy Guggenheim già negli anni cinquanta come nome importante per la sua storica collezione. Forte di un’eccezionale fotografia e accompagnato dalla bellissima musica originale realizzata da Michele Mandrelli il film registra anche un’intensa e appassionata prolusione che il professor Bruno Corà, critico d’arte, ma anche amico e profondissimo conoscitore dell'arte di Nuvolo ha fatto proprio in ricordo di questo artista. Tra i presenti l’assessore regionale alla cultura Fernanda Cecchini e il sindaco Luciano Bacchetta che hanno ricordato le attività svolte direttamente con Nuvolo in vita e di come questo artista fosse disponibile e aperto all'innovazione, all'esplorazione del futuro e all'amore per la sua città.

in alto: Daino 1960 a sx: Manifesto "Nuvolo: Nuntius Celatus" in basso: Cucito a macchina 1960

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di Andrea Luccioli

Valentina Bolognini Mi sono data una possibilitĂ perchĂŠ disegnare mi fa sentire a casa

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Valentina Bolognini, illustratrice e becomer si racconta: “Mi piacciono i colori, la natura, il cosmo ed il mistero” Avete visto la copertina di The Mag di questo numero? È opera della felice mano di Valentina Bolognini, giovane illustratrice perugina che fa parte del collettivo Becoming X, il gruppo di creativi di cui vi avevamo parlato nello scorsa uscita. In quell’occasione, inoltre, vi avevamo anche annunciato che avremmo avviato una collaborazione speciale: da qui in avanti vi avremmo presentato uno degli artisti che fanno parte di Becoming X e che ci parleranno di loro e ci mostreranno la loro arte. Il battesimo del fuoco è toccato a Valentina. Bene, conosciamola! Quando hai deciso di diventare un'illustratrice? «Per molti anni non ho affatto considerato la carriera dell’illustratore. Inizialmente per me esisteva solo la pittura, non l’illustrazione e poi per qualche motivo non riuscivo a connettere questa attività con il lavoro, ma solo con il piacere. La mia decisione di diventare un’illustratrice è recente, come volontà cosciente, ma nasce da una necessità che è sempre stata in sottofondo, che per alcuni anni ho addirittura soppresso, e che infine è tornata a galla con forza. Una decisione che è solo la punta dell’iceberg di un processo più lungo. Alla scuola materna ero quella che disegnava le principesse a tutte le altre bambine. Alle elementari la maestra mi chiamava in disparte per farmi disegnare i cartelloni mentre gli altri bambini facevano lezione. Alle medie ho vinto il concorso del miglior costume di Carnevale vestendomi da quadro di Burri. Poi durante le superiori e l’università ho abbandonato. Ma in seguito mi sono riavvicinata gradualmente attraverso la grafica. Nel 2016 ho deciso di darmi una possibilità e mi sono iscritta al corso Entry Level di Ars in Fabula, scuola di illustrazione orientata ai libri per bambini. Disegnare mi fa sentire a casa».

Quali sono i tuoi soggetti preferiti? «Volti di donna – donne e ciò che riguarda lo spazio ed i corpi celesti. Mi piace sintetizzare, e prediligo l’illustrazione concettuale». Qual è stata la tua formazione? «Autodidatta per la maggior parte della vita: prima dell’aggressivo avvento di internet nella vita di tutti i giorni, quando avevo tempo libero lo passavo a disegnare. Poi dal 2010 al 2012 ho frequentato un corso di grafica e nel 2016 il corso di illustrazione come ho già detto». Che tecniche usi e prediligi? «Una volta acrilico. Ora digitale o comunque tecnica mista con finitura digitale». Hai un maestro? Una fonte di ispirazione? «Il mio primo vero contatto con l’illustrazione è avvenuto attraverso la grafica, nel 2010. I primi nomi che mi hanno colpito sono stati Shout (Alessandro Gottardo), Lorenzo Mattotti, Arianna Vairo e Simone Rea e quindi inizialmente guardavo molto i loro lavori come fonte di ispirazione sperando che la mia devozione e contemplazione mi ripagasse con una forma di osmosi artistica. Arianna Vairo e Simone Rea li scoprii entrambi durante la mia prima visita alla fiera dell’illustrazione per bambini di Bologna, nel 2011. Da quel momento, come in un poema epico, si sono aperte davanti a me le “mura fiammeggianti del mondo” ed ho iniziato a conoscere tanti nomi. Simone Rea poi è stato mio docente al corso di Ars in Fabula». E oggi? «Al momento seguo il lavoro di tantissimi illustratori, dagli stili più diversi. La bellezza sta nella varietà di modi in cui ognuno giunge a creare un’opera significativa: chi lo fa con pochi essenziali tratti, chi con un’orgia di elementi. I professionisti di alto livello sono sempre di più ed è davvero difficile restringere il campo e limitarsi solo a pochi nomi. In linea di massima preferisco le illustrazioni grafiche e concettuali, ma non mi pongo limiti. Posso provare a dirne solo alcuni: Anna ed Elena Balbusso, Emilia-

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no Ponzi, Mar Hernandez, Gizem Vural, Giacomo Bagnara, Audrey Helen Weber, Guim Tiò, Beatrice Alemagna, Joanna Concejo, Gianni De Conno, Philipo Giordano, Aron Wiesenfeld, Javier Zabala, Pablo Auladell, Olaf Hajek, Christoph Niemann, Roman Muradov».

Come sei finita in mezzo al progetto Becoming X? «Mi ha introdotta un’altra “becomer”, Chiara Galletti, a cui mi ero rivolta per avere qualche consiglio su come muovere i primi passi nel mondo dell’illustrazione»

Il lavoro di cui sei più orgogliosa? «È un mio progetto non pubblicato, nel quale illustro in maniera sognante delle curiosità scientifiche».

Com'è l'esperienza dei live drawing? «Per me è una sfida, ti costringe a fare senza stare a pensarci troppo, una buona palestra».

In un mondo dove i creativi sono sempre di più, anche grazie alle nuove tecnologie, qual è il segreto per restare originali? «Mi viene da dire che la tecnologia non fa la creatività, casomai la supporta e la implementa quando c’è, la fa a pezzi e la svilisce quando non c’è. Ognuno di noi ha una sua particolare “firma”: un certo modo di parlare, un certo corredo di movimenti, un certo modo di pensare che passa per circuiti unici e personali. L’originalità è già in noi quindi, non è da cercare al di fuori. La parte difficile è riconoscerla, valorizzarla e darle infine una forma estetica funzionale in questo caso. Direi che quindi sono fondamentali esercizio e costanza».

Parlaci della copertina che hai realizzato per The Mag. «In questo numero di The Mag si parla del terremoto e della sua forza distruttiva, ma anche della forza di tutte quelle persone che reagendo al dolore hanno acquisito nuova dignità ed hanno operato una rinascita sia interiore che del territorio. Sulla scia di questo concetto ho realizzato una trapezista che con una soave danza aerea trasmuta il trauma della ferita, non eliminandola quindi, ma dandole una nuova lettura».

LA BIO “RACCONTATA” Da bambina avvertivo sempre un grande impulso a disegnare. Tutto iniziò bene: tanti disegni durante gli anni della materna, tanti disegni durante gli anni delle elementari, tanti disegni durante gli anni delle medie. Poi un grande stacco: pochissimi disegni durante gli anni delle superiori e dell’università. Mi mancava però. Allora dopo un diploma ed una laurea in ambito scientifico, ho fatto un’inversione a U ed ho frequentato una scuola di graphic design, ho lavorato come graphic designer, ed in seguito ho frequentato vari corsi di illustrazione. Mi stavo riavvicinando. Ed ora eccomi qui, perugina di 34 anni che affronta un nuovo inizio. Mi piacciono i colori, la natura, il cosmo ed il mistero. La grafica ha un ruolo importante nella mia educazione e rappresenta un grande sostegno al mio metodo di illustrazione. 105


Il canto degli alberi per salvare il Pianeta IL PROGETTO TRACE

La foresta di Piegaro della famiglia Margaritelli diventa uno strumento musicale e ci parla il suo stato di salute 106


E se fossero gli alberi a dirci del loro stato di salute? E se fossero gli stessi alberi a cantare per noi? C’è un posto in Umbria dove tutto questo accade: è la foresta di Piegaro della Famiglia Margaritelli (Listone Giordano). Foresta che ha ospitato il progetto Trace (Tree monitoring to support climate adption and mitigation through Pefc certification) del premio Nobel Riccardo Valentini, ovvero uno studio scientifico internazionale che ha permesso di conoscere lo stato di salute delle piante. E non solo. Grazie al lavoro del sound artist Federico Ortica, infatti, gli alberi hanno creato musica generando un’esperienza incredibile. L’arte salverà il mondo? Forse. O almeno lo farà con l’aiuto della scienza. Il progetto Trace e il sound di Ortica, infatti, sono il risultato di una combinazione di fattori che vanno in questa direzione: la ricerca scientifica applicata alla salvaguardia della natura e l’intuizione di trasformare gli alberi in strumenti musicali da far suonare. In mezzo, ovviamente, la lungimiranza della famiglia Margaritelli che, dopo una prima performance a Piegaro, ha replicato questa esperienza nello showroom Legnomar.

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"La foresta, per Federico Ortica, diventa il luogo dove le risonanze degli alberi, visti come generatori di onde acustiche, creano fasce sonore nello spazio e illusioni acustiche" 108


Perché Trace? Ce lo dicono gli avvenimenti di cronaca. La strage di alberi causata dal maltempo delle scorse settimane è un grido di allarme: il patrimonio boschivo italiano va difeso per salvaguardare la biodiversità e tutelarci contro il dissesto idrogeologico. Anche per questo il progetto assume un valore enorme per il futuro della nostra Terra. In pratica, grazie a dei sensori applicati alle piante (il sistema "Tree Talker", basato sull’Internet of Things), gli alberi hanno fornito in tempo reale informazioni sui parametri eco-fisiologici (dai flussi d’acqua alla crescita, dalla qualità del fogliame alla quantità di carbonio stoccata, e poi informazioni sulla salute e la mortalità per fattori umani e climatici). Poi, grazie a Federico Ortica, gli stessi alberi hanno iniziato anche a suonare. L’iniziativa fa parte di “Natural Genius”, un progetto della famiglia Margaritelli nato per creare una connessione tra la prospettiva ecosostenibile e la potenzialità compositiva della foresta. La performance artistica di Federico Ortica, “ResonaTrees”, è frutto di un lavoro di ricerca durato sei mesi dove gli alberi della foresta di Piegaro sono diventati lo strumento di diffusione con cui produrre una forma di comunicazione bioacustica.

Come funziona. Gli alberi sono dei ricettori sensibili, delle grandi antenne che captano eventuali variazioni dell’ambiente circostante come, ad esempio, percentuale di umidità, acqua, temperatura, stagione dell’anno; tutti fattori che influiscono sul suono. L’artista è riuscito a catturare il suono della pianta attraverso dei trasduttori applicati sul tronco e sui rami. La foresta, per Federico Ortica, diventa il luogo dove le risonanze degli alberi, visti come generatori di onde acustiche, creano fasce sonore nello spazio e illusioni acustiche. Una volta registrato, il materiale sonoro primario è stato lavorato elettronicamente e integrato con suoni sintetici. Infine sono state realizzate delle installazioni audio e video che si basano sulla creazione di ambienti sonori che utilizzano materiali come acciaio e legno per la diffusione del suono, creando dei legami fra la risonanza dell'oggetto e il paesaggio naturale che lo circonda. Materiale esperenziale che è anche diventato protagonista di una campagna che Listone Giordano ha portato avanti in centinaia di sale cinematografiche italiane per sottolineare il connubio tra creatività e sostenibilità.

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PARIGI

Quello della capitale francese è un villaggio natalizio magico e ricco di spettacoli e concertini natalizi. Composto da 160 casette di legno dove trovare artigianato, idee regalo e gastronomia della regione (fino al 2 gennaio).

STOCCARDA

In questo caso parliamo di uno dei più grandi mercatini d’Europa: oltre 280 bancarelle che da 300 anni accolgono migliaia di persone tra il Castello e la Chiesa. Tradizione tedesca, cibi tipici e biscotti alla cannella (fino al 23 dicembre).

BRUXELLES

Nella città belga troverete oltre 200 chalet che si dipanano dalla GrandPlace e per tante stradine del centro di Bruxelles ospitando le tradizionali casette di legno dove trovare addobbi natalizi e specialità culinarie durante tutto il periodo dell'Avvento (fino al 1° gennaio).

STRASBURGO

Il mercatino di Strasburgo si svolge dal 1570 ed è uno spettacolo magico: tantissime persone invadono il centro cittadino per le numerose bancarelle che si rifanno alla tradizione alsaziana tra cibo e decorazioni natalizie (fino al 31 dicembre).

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ITALIA

I mercatini più interessanti di casa nostra sono quelli di Bolzano, Brunico, Merano e Vipiteno. ovvero quelli storici italiani. È anche vero che ormai in quasi tutte le città d’Italia vengono allestiti dei mercatini interessanti dove trovare tanti oggetti natalizi, idee regalo e prodotti tipici. A voi la scelta!


BERLINO

MERCATINI DI NATALE 2018 IN EUROPA

Nella capitale tedesca ci sono ben 30 diversi mercatini: nelle piazze, nelle piccole traverse e nei vicoli, le bancarelle vi sorprenderanno con artigianato, gastronomia, musica e colori. Senza dimenticare le luminarie che da piazza Wittenbergplatz arriva fino ad Halensee (fino al 29 dicembre).

PRAGA

Nella Piazza della città Vecchia le casette di legno sono disposte a stella intorno alla statua del teologo Jan Hus: troverete decorazioni per il vostro albero, giocattoli, candele profumate e preziosi cristalli boemi. Ma anche il meglio della gastronomia di stagione, senza dimenticare le caldarroste, il vin brulè e i deliziosi biscotti di Natale (fino al 1° gennaio)

Il Natale in Europa fa rima con “Mercatini”. Una tradizione consolidata e spesso gustosa. Ce ne sono per tutti i gusti, per tutte le tasche e, soprattutto, per tutte le destinazioni. I mercatini sono innumerevoli, sceglierne uno da visitare per un breve viaggio è una soluzione ottima per vivere le grandi città europee nel magico periodo natalizio. The Mag ne ha selezionati alcuni tra i più interessanti del Vecchio Continente, o almeno quelli che vantano una tradizione antica. Tra i più caratteristici ci sono quelli della Germania e dell'Alsazia. Anche quelli meno longevi e meno tradizionali meritano però una visita. Città e capitali europee come Parigi e Praga offrono diversi mercatini ed eventi natalizi correlati che rendono l'atmosfera in città particolarmente piacevole.

SALISBURGO

I mercatini di Natale di Salisburgo si tengono intorno Duomo. Troverete casette di legno dove andare a caccia delle più svariate novità per il Natale, suddivise per categorie. C’è di tutto: dai fiori, alle decorazioni natalizie, dalle leccornie natalizie all'artigianato, ai giocattoli ed ai bijoux (fino al 24 dicembre).

MONACO DI BAVIERA

Il primo mercatino a Monaco è datato XIV secolo e dopo tanti spostamenti ora ha trovato la sua sede devinitiva in Marieplatz. Anche qui tanta tradizione e cibi tipici (fino al 24 dicembre)

INNSBRUCK

Qui il mercatino dura quasi due mesi e un albero enorme brilla di fronte al Tettuccio d'Oro, i gruppi folk suonano ogni giorno e gli chalet vendono decorazioni, candele, pan di zenzero ed idee regalo. Nel centro storico ci sono circa 70 bancarelle con varie proposte (fino al 6 gennaio). 111


La tua bellezza, sempre

via Tommaso Moro, 17 | Cerbara di CittĂ di Castello | 075 851 0930



Cristian Marianelli è entrato nella storia. L’atleta 41enne di Città di Castello, tesserato per la Tiferno Runners, ha compiuto un’impresa storica lungo le strade della Grande Mela. È stato il primo tra gli oltre 3.100 italiani che hanno partecipato alla Tcs New York Marathon 2018 ma anche 41esimo assoluto con il tempo finale di 2:28:35. Un tempo fantastico, una prova incredibile. Ci siamo fatti raccontare qualcosa in più di questa straordinaria esperienza. Cristian, dopo le celebrazioni di queste settiane, cosa ti resta addosso di questa impresa nuiorchese? «Mi è rimasta la consapevolezza che nulla è impossibile, si può sempre migliorare e con costanza si possono raggiungere ottimi risultati». Ti aspettavi un risultato del genere? «Sinceramente no. Pensavo di fare bene e sono partito concentrato, poi l'appoggio più importante l’ho avuto dal presidente Andrea Vandini, il primo a non avere dubbi sulle mie potenzialità». Cos’ha la Maratona di New York di diverso rispetto alle altre maratone? «La maratona di New York ha qualcosa di magico e unico che tutti dovrebbero provare, a partire dal meraviglioso pubblico che ti accompagna all'arrivo». Il momento più difficile durante gli oltre 42km che hai percorso? «Vicino Central Park ma con l'aiuto della gente sono riuscito a sentire meno la fatica».

Cristian Marianelli “La Maratona di New York è magia Ora ho capito che nulla è impossibile”

Come ti sei preparato per questo appuntamento? «Ho fatto molti sacrifici a partire dagli allenamenti dopo il lavoro in tarda serata. Devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, a partire dalla mia famiglia, il presidente Andrea Vandini, Ige impianti, Vittoria Assicurazioni, Studio Tanzi che mi hanno sostenuto. Sono stati i primi a crederci e appoggiarmi in questa meravigliosa impresa». Raccontaci dell’arrivo a Central Park, dopo aver imboccato l’ultima curva a Columbus Circle e esserti involato verso l’arrivo. «L'arrivo è stato bellissimo, tanta gente che urlava il mio nome. L'emozione è unica e non riesco a trovare la parola giusta per descriverla». Il prossimo anno tornerai e proverai a migliorarti? «Sicuramente il mio obiettivo è di ritornare e migliorare il crono ma ancora c'è molto tempo». Come ti hanno accolto in città al tuo rientro? «Sono rimasto veramente colpito e felice perché ho visto e sentito tante persone vicine».

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Petrit da Kostërrc In questo appuntamento della nostra rubrica, ho deciso di parlare di un solo artista che si è distinto sia per quantità di mostre importanti (collettive e personali) che gli sono state tributate negli ultimi cinque anni, che per la qualità del proprio lavoro. Petrit Halilaj (Kostërrc – Kosovo – 1986) vive e lavora tra Berlino, Mantova e Runik. La storia della sua vita, segnata dallo sradicamento e dal trauma, è profondamente legata al suo paese d’origine, il Kosovo. L’esperienza in età infantile della guerra, della fuga e spaesamento della propria famiglia si riflette in opere che spesso partono da un racconto personale per poi approfondire tematiche più ampie, attraverso la sua pratica ottimista, poetica e spesso ironica. Ha completato gli studi alla Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e nel 2013 ha rappresentato il Kosovo alla Biennale di Venezia. Nel 2015 si è tenuta una sua personale all’Hangar Bicocca, Milano e, tra gli altri progetti, ha avviato la Fondazione Hajde! per sostenere giovani artisti dal Kosovo. Da ricordare fra i suoi lavori recenti due dei quali ancora per qualche mese in mostra presso le sedi indicate sono: Do you realise there is a rainbow even if it is night? , menzione speciale alla Biennale di Venezia 2017, Moth #11 #12 #13 #14 #15, opera esposta al MAMBo di Bologna in occasione della mostra That's IT!, ancora in corso e Shkrepëtima, personale presso la Fondazione Merz, anch'essa ancora aperta. Do you realise there is a rainbow even if it is night?, è un'opera costituita da gigantesche falene realizzate

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con antichi tappeti kosovari, collocate sul soffitto e sulle pareti del padiglione Terra all'interno dell'Arsenale alla Biennale di Venezia. Le falene sono gli stessi animali che catturava da bambino in giganteschi vasi di vetro e che tanto attraevano la sua attenzione, esse rappresentano per lui sia l'infanzia che la consapevolezza di se stesso acquisita negli anni vissuti fra il paesino di provenienza in Kosovo e la provincia di Mantova. Moth #11 #12 #13 #14 #15, è una serie di disegni, ognuno incorniciato da tappeti e legni antichi, anche in questo caso nei suoi elaborati sono ritratte falene, con una spettacolare dovizia di particolari, a pennino. Le carte inserite nel contesto acquistano una forza inimmaginabile per un semplice disegno, diventando un qualcosa di incredibilmente più complesso. Shkrepëtima, è un'istallazione ambientale più video, presente in questo momento alla Fondazione Merz di Torino e inaugurata durante Artissima, Nel video si può osservare il protagonista dormire in un letto realizzato con legnami di scarto mentre tutto attorno loschi figuri provenienti dal mondo onirico dell'artista si muovono nello spazio e tormentano il sonno del personaggio principale. Al piano di sopra della fondazione sono esposti in maniera teatrale tutti i residui (costumi, arredi e tessuti) della performance ripresa nel video in maniera teatrale. Petrit Halilaj è sicuramente fra gli artisti nati negli anni ottanta, quello che in questo momento sta attirando su di sé le maggiori attenzioni e consiglio a tutti di seguire l'evolversi della sua carriera che senza ombra di dubbio sarà ricca di soddisfazioni.


rubriche

La musica di L.M. Banksy

Dentro la Brexit: The Good The Bad and The Queen Mentre ancora tutti si domandano quali saranno gli effetti della Brexit sul popolo inglese e sul resto d’Europa, una certezza giunge proprio dalla Gran Bretagna in questo contesto. Si tratta di “Merrie Land”, secondo disco realizzato da The Good, The Bad & The Queen, supergruppo di Damon Albarn nel quale il leader di Blur e Gorillaz è affiancato da Paul Simonon (Clash), Tony Allen (Fela Kuti e non solo) e Simon Tong (The Verve). Distante quasi 12 anni dall’unico predecessore (The Good, the Bad & the Queen, 2007) ove i quattro celebravano l’amore per Londra, adesso sempre loro con più maturità e disincanto si trovano a dipingere il ritratto di un paese sull’orlo di una crisi di nervi. Undici tracce unite da una trama musicale acustica e ricercata, prodotta da un peso massimo come Tony Visconti. I pezzi sono nati durante una session a Blackpool, nel nord dell’Inghilterra, dove il 67 per cento della gente ha votato leave. Ad affiancare la voce di Albarn (che più invecchia più migliora) ci sono tastiere e un organetto un po’ circense, oltre alla batteria impeccabile di Tony Allen (78 anni, non li dimostra) e al basso pulsante di Paul Simonon. Le chitarre di Simon Tong invece sono un po’ più nascoste. Nel complesso il disco suona quasi folk e rurale, come se volesse mostrare il punto di vista delle piccole città britanniche e non usare la solita prospettiva londinese. Un lavoro che deve macinare diversi ascolti prima di capirne e apprezzarne lo spirito: ossia quello

di un conflitto interiore tra l’amore viscerale di un britannico per le proprie radici e la delusione e la rabbia per le scelte del suo popolo. Il brano d’apertura, "Merrie land", è il manifesto del disco e dice già tutto nei primi versi, con grande poesia e un po’ di tristezza: “If you’re leaving please still say goodbye”, anche se è in coda avvolta in un’atmosfera da luna park all’ora di chiusura, che “The Poison Tree” si eleva a elegia da lacrimuccia per le cose perdute: “È davvero triste che tu mi stia lasciando”, dice come un’innamorata delusa, l’Unione Europea al Regno Unito. TRACKLIST 01 Introduction 02 Merrie Land 03 Gun To The Head 04 Nineteen Seventeen 05 The Great Fire 06 Lady Boston 07 Drifters & Trawlers 08 The Truce Of Twilight 09 Ribbons 10 The Last Man To Leave 11 The Poison Tree

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rubrica

Cinema

Luca Benni & Matteo Cesarini Cinema Metropolis Umbertide

Mary Poppins 2018

NATALE 2018 Anche quest'anno il calendario delle uscite al cinema sotto le feste è fitto: film d'animazione, grandi avventure e commedie divertentissime come da tradizione. Si inizia presto, giovedì 29 novembre, con IL GRINCH della Universal. Adattamento dell'omonimo romanzo del Dr. Seuss, già portato sullo schermo nel 2002 in live action con il Grinch interpretato da Jim Carrey, il film esce dallo studio Illumination già artefice di grandi successi come Cattivissimo Me, Minions, Pets e Sing. Nella versione italiana la voce del Grinch, che proverà anche stavolta a rubare il Natale, è quella di Alessandro Gassmann. Il 13 dicembre è una data storica per il cinema italiano. A distanza di tredici anni, infatti, si riunisce la coppia più celebre del Natale all'italiana - Massimo Boldi e Christian De Sica - per una nuova irresistibile commedia degli equivoci diretta per la prima volta dallo stesso De Sica e intitolata AMICI COME PRIMA. Giocando un po' su questo prolungato divorzio artistico, il nuovo film natalizio che li vedrà insieme scherzerà proprio sulle vicende di due amici che per riavvicinarsi l'uno all'altro dovranno mettere in scena una serie di stratagemmi. Il personaggio interpretato da De Sica sarà così costretto a vestirsi da donna e fingersi un'esigente badante per riunirsi all'alter ego di Boldi, prima che la figlia di lui riesca a vendere tutto il patrimonio di famiglia. 122

Sarà ovviamente un Natale caratterizzato dalle uscite Disney. Anche quest'anno sono due i titoli irrinunciabili: IL RITORNO DI MARY POPPINS e RALPH SPACCA INTERNET . Vent'anni prima danzavano tra i comignoli di Londra, scortati dalla tata magica Mary Poppins e un bizzarro gruppo di spazzacamini saltellanti. Il Ritorno di Mary Poppins, il film diretto da Rob Marshall, ambientato negli anni 30, vede i piccoli Michael e Jane Banks ormai cresciuti. Michael Banks (Ben Whishaw) è ormai un uomo adulto, abita ancora al numero 17 di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel (Pixie Davies), John (Nathanael Saleh) e Georgie (Joel Dawson). Anche lui, come il padre e il nonno, lavoro presso la Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà di Londra, ma i tempi sono tempi duri e il suo impiego è a tempo determinato. Come se non bastasse, la famiglia sta cercando di superare la recente morte della moglie di Michael e nonostante gli sforzi della loro inefficiente ma volenterosa domestica Ellen (Julie Walters), la casa è malmessa e in un costante stato di caos. Jane (Emily Mortimer), da parte sua, tenta di aiutare suo fratello e i suoi nipoti appena le è possibile, il che non avviene spessimo occupata com'è a combattere


per i diritti dei lavoratori spinta dall'entusiasmo per l'attivismo ereditato da sua madre. Con la dura realtà del periodo e il peso del recente lutto che gravano sulla famiglia, i bambini sono costretti ad assumere responsabilità da adulti e di conseguenza stanno crescendo troppo rapidamente. Come risultato, la gioia e il fanciullesco senso della meraviglia sono assenti dalle loro vite. Mentre il rapporto di Michael con i suoi figli continua a peggiorare, il signor Wilkins (Colin Firth), il direttore apparentemente affabile e altruista della banca, avvia le procedure per il pignoramento della casa dei Banks, mandando ancora più in crisi l'esausto Michael. Fortunatamente il vento inizia a cambiare e Mary Poppins (interpretata da Emily Blunt), la bambinaia che con i suoi straordinari poteri magici è in grado di trasformare qualsiasi mansione giornaliera in una fantastica avventura, torna nelle loro vite, senza essere invecchiata di un giorno. Insieme al suo vecchio amico Jack (Lin-Manuel Miranda), un lampionaio affascinante e ottimista, Mary accompagnerà i piccoli Banks in una serie di incredibili avventure arricchite da incontri con personaggi stravaganti, tra cui la sua eccentrica cugina Topsy (Meryl Streep), riportando vita, amore e risate nella loro casa. Nel seguito di RALPH SPACCA TUTTO, in uscita il 1° gennaio, il pubblico lascerà la sala giochi di Litwak per avventurarsi nel grande, inesplorato ed elettrizzante mondo di Internet, che potrebbe anche non resistere al tocco non proprio leggero di Ralph. Insieme alla sua compagna di avventure Vanellope von Schweetz, Ralph dovrà rischiare tutto viaggiando per il World Wide Web alla ricerca di un pezzo di ricambio necessario a salvare "Sugar Rush", il videogioco di Vanellope. Finiti in una situazione fuori dalla loro portata, Ralph e Vanellope dovranno fare affidamento sui cittadini di Internet che li aiuteranno a navigare in rete nella giusta direzione.

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Cinema

I moschettieri del re

I bookmakers stanno scommettendo nella riuscita di un'altra pellicola in uscita dopo Natale, I MOSCHETTIERI DEL RE, per la regia di Giovanni Veronesi, dove ritroviamo, un po' invecchiati, i quattro eroi creati da Alexandre Dumas in un cast italianissimo: D'Artagnan (Pierfrancesco Favino), Athos (Rocco Papaleo), Aramis (Sergio Rubini) e Porthos (Valerio Mastandrea). Oggi sono un allevatore di bestiame sgrammaticato, un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere ubriacone, che per amor patrio saranno di nuovo moschettieri. Un po' attempati, cinici e disillusi, ma sempre abilissimi con spade e moschetti, richiamati all'avventura dopo oltre vent'anni dalla Regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle trame ordite a corte dal perfido Cardinale

Mazzarino (Alessandro Haber) con la sua cospiratrice Milady (Giulia Bevilacqua).Affiancati nelle loro gesta dall'inscalfibile Servo (Lele Vannoli) muto, e da un'esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro - in sella a destrieri più o meno fedeli - combatteranno per la libertà dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo, parruccato e dissoluto Luigi XIV. Muovendosi al confine tra eroico e prosaico, i nostri si spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un'altra incredibile missione. Difficile dire se sarà l'ultima o la penultima. Trattasi di un vero esperimento per l'Italia, quello del film in costume, soprattutto per il periodo festivo, vedremo se il pubblico premierà al botteghino la volontà del cinema italiano di allontanarsi dal cinepanettone classico. Noi crediamo di sì. C'è spazio anche per i TRANSFOMERS, le auto-robot trasformabili provenienti dal pianeta Cybertron, lanciate, al cinema, da Michael Bay. Protagonista di questo spinoff, che da titolo al film, è BUMBLEBEE, in un avventura ambientata nel 1987 (ah la retromania!) dove durante la sua fuga, trova rifugio in una discarica in una piccola città balneare della California. Charlie (Hailee Steinfeld), alla soglia dei 18 anni e alla ricerca del suo posto nel mondo, trova Bumblebee, sfregiato dalle battaglie e inutilizzabile: quando Charlie lo fa rivivere, capisce subito che non si tratta di un normale Maggiolino giallo...

Transformer

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La Befanavien di notte L'ultimo titolo, in ordine di uscita al cinema, di questa mini rassegna per le prossime feste è rappresentato da un film dedicato, finalmente, alla Befana, dopo anni di egemonia cinematografica di Babbo Natale: in LA BEFANA VIEN DI NOTTE, Paola Cortellesi interpreta una maestra di scuola elementare con un segreto da nascondere: bella e giovane di giorno, di notte si trasforma nell’eterna e leggendaria Befana! A ridosso dell’Epifania, viene rapita da un misterioso produttore di giocattoli. Il suo nome è Mr. Johnny e ha un conto da saldare con Paola che, il 6 Gennaio di vent’anni prima, gli ha inavvertitamente rovinato l’infanzia… Sei compagni di classe assistono al rapimento e dopo aver scoperto la doppia identità della loro maestra decidono di affrontare, a bordo delle loro biciclette, una straordinaria avventura che li cambierà per sempre. Tra magia, sorprese e risate, riusciranno a salvare la Befana?

CINEMA METROPOLIS UMBERTIDE Dall’agosto del 2017 il Cinema Metropolis è gestito dall’Anonima Impresa Sociale Soc. Coop, impresa sociale sorta nel luglio 2014 e attuale gestore del Cinema PostModernissimo, già Modernissimo, grazie ad un’operazione di recupero di un’immobile storico, e attraverso la sua ristrutturazione/trasformazione, restituito alla cittadinanza mediante la formula dell’azionariato diffuso e del crowdfunding, contando sulle forze dei privati cittadini e dei soci fondatori della cooperativa senza accedere a finanziamenti e contributi da parte delle istituzioni locali. LISTINO BIGLIETTI CINEMA** Sabato, domenica e festivi – Intero € 7,00 | Ridotto € 5,50 Dal lunedì al venerdì – Intero € 6,50 | Ridotto € 5,50 Tutti i mercoledì, per tutti gli spettacoli escluso eventi speciali e film in uscita, biglietto unico di € 4,00 Eventi speciali – Intero € 10,00 | Ridotto € 8,00 Biglietti Ridotti riservati a spettatori under 14 / over 65 ** Prezzi relativi a tutte le proiezioni ordinarie ABBONAMENTO 10 ingressi validi per qualsiasi spettacolo: € 55,00 cinemametropolis.it telegram.me/cinemametropolis liveticket.it/cinemametropolis 125


“AN EVENING WITH MANUEL AGNELLI” L’ANTEPRIMA DI LUSSO DEL RIVEROCK FESTIVAL AL LYRICK DI ASSISI Il Riverock Festival ci ha abituato a grandi eventi. E sarà così anche per l’edizione 2019 che avrà un’anteprima di lusso. Insieme a Zona Franca Spettacolo, infatti, il festival umbro presenterà il 30 marzo al teatro Lyrick di Assisi "An Evening with Manuel Agnelli": uno spettacolo unico, che vedrà il celebre cantante e giudice di X Factor in una versione intima e in un rapporto quasi confidenziale con il pubblico. Un’anteprima nazionale di uno show che si preannuncia eccezionale. Agnelli presenterà brani tratti dal repertorio trentennale dei suoi Afterhours e che saranno eseguiti in versioni totalmente inedite e che si alterneranno a cover dense di 126

significati per il suo percorso musicale. Ci saranno poi brani strumentali di vario genere e letture che hanno ispirato la sua poetica e i capisaldi del suo racconto. Agnelli sarà accompagnato sul palco da Rodrigo D’Erasmo, violinista, polistrumentista e arrangiatore, suo sodale ormai da molti anni in numerosissimi progetti. "An evening with Manuel Agnelli"sarà un’occasione irripetibile per ritrovare o scoprire un lato artisticamente più intimo di uno dei personaggi più iconici della contemporaneità musicale del nostro paese. I biglietti sono già in vendita su www.ticketone.it. Per info: www.riverockfestival.net.


PIANOFORTE, VOCI, STRUMENTI ACUSTICI ED ELETTRONICI IN PERFETTO EQUILIBRIO: IL MAESTRO ROBERTO CACCIAPAGLIA SUL PALCO DEL TEATRO MORLACCHI A MARZO Volevamo dirvelo per tempo, così non prendete impegni. Dal North Beach Bandshell di Miami al Herbst Theatre di San Francisco, dalla Carnegie Hall di New York alla Zipper Hall di Los Angeles: dopo il grande successo del suo primo tour negli Stati Uniti, Roberto Cacciapaglia si appresta a calcare i palcoscenici dei teatri italiani con il Diapason Worldwide Tour. Il pianista e compositore di fama internazionale sarà al teatro Morlacchi con una tappa del live di presentazione del suo nuovo album di inediti “Diapason” (Believe Digital, in uscita a gennaio) il 26 marzo 2019, nell'ambito della stagione 2018/2019 Tourné, promossa da Associazione Umbra della Canzone e della Musica d'Autore e MEA Concerti.

Roberto Cacciapaglia nasce a Milano. Si diploma in composizione presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” della sua città sotto la guida di Bruno Bettinelli, dove studia anche direzione d’orchestra e musica elettronica. Compositore e pianista, è protagonista della scena musicale internazionale più innovativa per la sua musica che integra tradizione classica e sperimentazione elettronica. Da lungo tempo conduce una ricerca sui poteri del suono, nella direzione di una musica senza confini che si esprime attraverso un contatto emozionale profondo. Negli anni, ha presentato le proprie composizioni nei teatri più prestigiosi e per le istituzioni più famose in Italia e nel mondo, riscuotendo sempre un grande successo nelle sue esibizioni dal vivo.

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UMBRIA JAZZ 19, SVELATI I PRIMI NOMI: ECCO I GRANDI RITORNI DI DIANA KRALL E PAOLO CONTE Cominciano gli annunci ufficiali per la prossima edizione di Umbria Jazz. E si tratta di grandi ritorni. Sono stati annunciati i primi due artisti del cartellone 2019. La pianista e cantante Diana Krall sarà a Umbria Jazz 19 il prossimo 13 luglio, alle ore 21 all’Arena Santa Giuliana. La serata seguente, 14 luglio, stessa ora e location, sarà la volta di Paolo Conte. Umbria Jazz svela così il primo week end della edizione estiva 2019 (Perugia, 12-21 luglio) che sarà quindi all’insegna della canzone: il grande songbook americano che da sempre impreziosisce il repertoria della bionda star canadese, e la canzone d’autore che fa dell’Avvocato astigiano uno dei più amati storyteller italiani. Sono soltanto le prime anticipazioni di un cartellone che si annuncia stellare, sia per il programma dell’arena, che ospita i grandi eventi, sia per le proposte più di nicchia riservate agli spazi al chiuso come il teatro Morlacchi e la Galleria Nazionale dell’Umbria.

ALLO ZUT! DI FOLIGNO C’È RE:ACT, LA QUINTA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DI TEATRO CONTEMPORANEO ‘Re:act’ è la rassegna di teatro contemporaneo di Foligno organizzata da Zoeteatro e che si terrà, anche per questa quinta edizione, negli spazi dello ZUT!. Nove appuntamenti per dieci spettacoli, dieci tappe, dieci punti di domanda, dieci tentativi di risposta intorno alla società odierna proposte dal teatro contemporaneo. ‘Re:act’ è nuovi linguaggi, nuove modalità di indagine e di utilizzo della parola e dell’azione scenica. Una nuova stagione in cui si alternano monologhi e dialoghi, performance e danza, storie e immaginari. Dieci spettacoli ma un unico comune denominatore: il teatro nella sua declinazione più ampia che spazia dalla narrazione al teatro danza, dal performativo al monologante. Quest'anno lo sguardo attraverserà il Teatro Contemporaneo nelle sue declinazioni più ampie, a partire dalla tradizione dei burattini, del teatro di parola, della poesia, fino a nuove forme di ricerca performativa che prevedono la sperimentazione 128

di un rapporto diverso tra spettatore e attore. Una stagione da seguire in tutti i suoi appuntamenti, per attraversare una proposta culturale variegata e dinamica, in cui poter assistere alle evoluzioni della scena contemporanea. Re:act è un tassello fondamentale della proposta culturale contemporanea della città di Foligno, rafforzando la vocazione di natura nazionale e internazionale. ‘Re: act’ nasce da Zoe e Spazio Zut e si arricchisce della collaborazione del Teatro Stabile dell'Umbria e del Comune di Foligno ed è inoltre uno dei progetti di riferimento del nuovo Centro di Residenze Artistiche della Regione Umbria C.U.R.A.. Un progetto che si rivolge a tutti, anche alle fasce deboli, grazie anche al nuovo progetto ZUT Mondi Possibili sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Re:act da quest'anno prevede anche una serie di incontri fra artisti e spettatori in un progetto a cura di Teatro e Critica. Per tutta la programmazione e gli aggiornamenti vi consigliamo di seguire le attività dello ZUT! https://www.facebook.com/ZUTFOLIGNO/


LE FAVOLE E ALTRE MERAVIGLIE DI MARCH CHAGALL IN MOSTRA A CASTIGLIONE DEL LAGO Dopo le meraviglie grafiche di Miró, Castiglione del Lago ospita un altro grande esponente dell’arte del Novecento nelle tecniche incisorie: Marc Chagall. Nello splendido Palazzo della Corgna dall’8 dicembre 2018 al 31 marzo 2019 sarà visitabile la grande mostra “Marc Chagall. L’anima segreta del racconto”. L’esposizione si focalizza prevalentemente sull‘opera grafica dell’artista. Si potrà ammirare una significativa selezione di opere tratte dalla serie “Le Favole” de La Fontaine, dal ciclo “Chagall Litographe” e infine due opere dell’artista russo raramente esposte, provenienti da una collezione privata italiana. Chagall non lavora solo con il colore e il tratto, ma con un immenso linguaggio di oggetti che costituiscono il suo “fictional world”. Spesso per le sue opere sono stati utilizzati i termini “letteratura”, “dipinto letterario” ed egli è stato definito “creatore di favole o racconti fantastici”. La mostra, a cura di Andrea Pontalti, è promossa dal comune di Castiglione del Lago e organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group e The Art Company. Nel 1948, alla XXIV edizione della Biennale di Venezia, Chagall espone dipinti, disegni, incisioni e illustrazioni di Gogol, La Fontaine e la Bibbia. Proprio quest’ultima produzione sarà determinante per il Primo Premio della grafica che gli verrà conferito. Una consacrazione forse tardiva, ma certamente indicativa dell’importanza storico-artistica del corpo principale delle opere esposte. Lo stupore accompagnerà il visitatore nella visione sia delle acqueforti delle “Favole” che delle magnifiche litografie del ciclo Chagall Litographe. Il disegno “Re David suona la cetra” (1949-52) e il dipinto “Musicien et Danseuse” (1965) arricchiscono, infine, il repertorio tecnico e narrativo del percorso. L’originalità dell’arte di Chagall e il suo dinamismo fantastico, che lascia trapelare tutto il mondo interiore di “eterno fanciullo”, pervade anche la sua produzione grafica. La mostra è un racconto del raccontare, che consacra a buon diritto Chagall quale “artista letterario e mitologico”. Ancora una volta Chagall riesce a stupire con le sue suggestioni, portandoci alla scoperta del mondo con l’animo di un bambino. Le opere in mostra. “Le Favole”, Chagall inizia ad illustrare “Le Favole” di La Fontaine a Parigi, nel 1927, su richiesta del mercante d’arte Voillard. Nelle 20 acqueforti in mostra l’artista mette l’accento sulla componente mitologica e universale della favola con la consueta padronanza nel posizionamento dei personaggi. Il lavoro grafico su “Le Favole” illustra i grandi temi della vita che hanno interessato Chagall nel corso della sua opera: amore, morte e follia umana. “Chagall litographe”. L’intimo compendio. Chagall Litographe presenta al visitatore un ciclo di litografie originariamente realizzate per il primo volume del catalogo ragionato dell’opera litografica dell’artista (in mostra è presente l’edizione deluxe tirata in soli cento esemplari). I temi affrontati

nelle opere esposte sono: il circo, l’angelo, l’amore come abbraccio, Parigi. Infine l’artista compare in due autoritratti. Nel “Re David suona la cetra” Chagall sceglie la libertà compositiva e la mescolanza in un cielo costellato di riferimenti biblici: Mosè con le tavole della Legge, il Cristo come l’ebreo messo a morte, Adamo ed Eva e gli Angeli. Re David pare suonare per un popolo in marcia (quasi certamente il popolo ebraico), mentre non mancano accenni alla ruralità dell’infanzia, espressa con forza attraverso scorci intimi di maternità. “Musicien et danseuse”, in una composizione di estrema semplicità e vivacità coloristica si ravvisa, innanzitutto, la musica. Nell’opera emerge il tema del violinista, che sarà una figura-chiave del linguaggio figurativo di Chagall tanto da divenire allegoria stessa della musica.

Info e prenotazioni. Informazioni, visite guidate e laboratori per le scuole: Palazzo della Corgna +39 075 951099 - cooplagodarte94@gmail.com Prenotazioni: Call center + 39 0744 422848 (dal lunedì al venerdì 9-17, sabato 9-13, escluso festivi) - callcenter@sistemamuseo.it

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