A Città di Castello ci sono 258 opere di Alberto Burri esposte in due musei. È stato lui a decidere dove e come, prima di morire, lasciando alla sua terra l’eredità più grande. Qui era nato il 12 marzo 1915, se ne andò giovanissimo per la guerra, fu prigioniero in Texas, iniziò a dipingere, partì medico, si scoprì artista. Aveva una casa a Roma, un’altra a Nizza e anche a Los Angeles, ma le colline dell’Umbria erano nel suo cuore e lì, dove battono le radici più profonde, Alberto Burri amava tornare, incontrare gli amici, quelli che lo conoscevano bene, da prima che il mondo si accorgesse di lui. 100 anni dopo a Città di Castello, il 12 marzo 2015 si è svolta una giornata speciale che ha inaugurato ufficialmente l’anno del Centenario. Il ministro Franceschini davanti alle sue opere ha detto: «L’Italia intera è orgogliosa di Burri». Un francobollo speciale, i musei aperti, un concerto, il catalogo delle sue opere, la città illuminata di rosso. C’erano centinaia di persone sotto casa