SPECIALE
MODA P/E 2016
DANIELE SILVESTRI
«SONO DIVENTATO UN ACROBATA» Il cantautore presenta il suo nuovo album “Acrobati” e spiega perché, al giorno d'oggi, c'è una grande necessità di parlare al cervello delle persone e cercare, da bravi funamboli, un equilibrio tra il nostro passato e il nostro futuro. foto: Daniele Barraco - grafica: Andrea Lensi
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presenta:
la casa a pagina 16 è stata arredata da Meozzi
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PIACEVOLI ACROBAZIE PLEASING ACROBATICS
«Dovremmo resistere. Dovremmo insistere e starcene ancora su, se fosse possibile. Toccando le nuvole. O vivere altissimi come due acrobati», canta Daniele Silvestri nel suo ultimo album, un lavoro particolarmente riuscito che è balzato, stranamente se si considera il gusto medio dell’Italia musicale, agli onori delle classifiche. A lui, ospite in Umbria, è dedicata la nostra copertina, piccolo manifesto delle intenzioni tra aprile e maggio, come a disegnare il calendario post primaverile, quello dei giorni più lunghi, quello del rinnovato tepore e anche degli equilibri stagionali. E, come sempre, l’equilibrismo è una pratica che ci intriga molto e infatti qui ci siamo piuttosto allenati ad assemblare cose, talenti, persone, esperienze e linguaggi. A partire dall’arte: raccontiamo Andrea Lensi, primo di una serie di artisti che vorremmo scoprire nei loro laboratori. Andrea ci ha aperto la sua casa, ci ha cucinato un piatto di spaghetti e raccontato di sé in una conversazione ironico-confidenziale realizzata dalla new entry Claudia Belli. Andrea ha rivisitato alla sua maniera anche la nostra copertina, e di questo gliene siamo particolarmente grati. A proposito di new entry: Margherita Gardella, fashion director di lunga esperienza, ha lavorato con noi nello speciale moda che sfoglierete tra poco. Poi ancora donne nel mondo dell’imprenditoria con Ottavia Pittini e i suoi cinghiali; una bella intervista ad un mostro sacro del teatro italiano come Monica Guerritore e il racconto di uno sport molto particolare, il Tennis Tavolo che però a Città di Castello ha una tradizione lunga 40 anni e pure un bel medagliere! Arte iperspaziale col nuovo museo di Pierelli a San Giustino ed anche con la visita dell’ambasciatore degli Emirati Arabi ai musei Burri… in una tensione continua tra acrobazie, equilibri e atterraggi, sempre morbidi, si spera.
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«We have to resist. We have to insist and stay up there again if it is possible. Touching the clouds. Or living high up like two acrobats», sings Daniele Silvestri in his latest album, a project that was particularly successful and strangely enough considering the average tastes of Italian music, it hit the charts. To him, a guest in Umbria, we have dedicated our cover, a small show of our intentions between April and May, like designing a post-spring calendar, the one of longer days, the one of renewed warmth and of seasonal balance too. And, as always, balancing is a practice that very much intrigues us and in fact, here we are quite used to putting together things, talents, people, experiences and languages. Starting with art: we tell about Andrea Lensi, the first of a series of artists who we would like to discover in their laboratories. Andrea opened his home to us, he cooked us a plate of spaghetti and he told about himself in an confidential, ironic conversation realized by our new entry, Claudia Belli. Andrea also re-touched our cover, in his way, and for this we are particularly grateful. Speaking of new entries: Margherita Gardella, a fashion director with much experience, has worked with us in the fashion special that you will browse through in a short time. Then again, women in the entrepreneurial world with Ottavia Pittini and her boars, a great interview with a legend in Italian theatre, Monica Guerritore and the story of a very particular sport, table tennis, which however, in Città di Castello has had a long tradition of 40 years and a beautiful collection of medals as well! Hyperspacial art with the new museum at Pierelli in San Giustino and a visit to the Burri museums by the ambassador of the United Arab Emirates…in a continuous tension between acrobatics, balance and landings, always soft, we hope.
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Photo Shoot
52 Cover Story
Daniele Silvestri
Eyes wide open
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Fast animals and slow kids
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Photo Shoot
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Andrea Lensi
La mia street art da salotto
Spring romance
La rivoluzione è essere veri Data pubblicazione: Aprile 2016 - rivista bimestrale - N° 21 Grafica, fotografia e impaginazione: Moka comunicazione, via Gramsci, 1/b - Città di Castello (PG) P. IVA 02967110541 - mokacomunicazione.it Stampa: Litograf Editor S.r.l. - Via C. Marx, 10 06011 Città di Castello (PG) P. IVA 02053130544 Editore e Proprietario: Moka comunicazione Direttore Responsabile: Cristina Crisci Responsabile di Redazione: Marco Polchi Traduzioni: Christy Mills / Helena Palazzoli Iscrizione al Tribunale di Perugia: n. 20/12 del 27/11/2012. Questo numero è stato chiuso in redazione il 4 aprile 2016 alle 18:00. Per maggiori informazioni e tanti altri eventi visita / for more information and events go to www.the-mag.org
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Ottavia Pittini
Tutto merito di un viaggio in Norvegia
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Monica Ramaccioni
Tennis tavolo tifernum
INFO E CONTAT TI pubblicità Giovanna 389 05 Simona 389 05 2424 126 099 redazione marcopolchi@th info@the-mag.o e-mag.org www.the-mag.o rg rg
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In Redazione
Cristina Crisci
hanno collaborato a questo numero
Andrea Luccioli
Mattia Iacono
Massimo Zangarelli
Lorenza Mangioni
Elisa Imperi
Monica Ramaccioni
Claudia Belli
Luca Benni & Matteo Cesarini
Luca Marconi
Nicola Andreani
Direttore responsabile
Giovanna Rossi
Simona Polenzani
Emanuele Vanni
Marco Polchi e inoltre
Ilo Mariottini, Roberto Barbafina, Davide Bianchini, Teresa Angelino.
Andrea Tafini
GIACOMO VANNI
Giacomo Vanni, anno 1980, tifernate. Nasce in Toscana, cresce in Umbria, vive in Veneto. Non fa scuole d'arte ma fa arte a scuola. Quando scopre che le calcolatrici scientifiche risolvono anche le equazioni, sospende immediatamente lo studio della materia e durante le ore di Matematica disegna, abbozza, illustra. Finisce il Liceo, si laurea, consegue un master in grafica, lavora come Graphic Designer per Agenzie di pubblicitĂ e Aziende, fonda una sua Agenzia di comunicazione. Continua a disegnare, progettare e scarabocchiare. In trentacinque anni, per sua fortuna, non ha mai avuto bisogno di risolvere un'equazione. www.pludesign.com giacomovanni@hotmail.it
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p e r fe z i on i s t i
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AFFRESCHI & DESIGN di Marco Polchi
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Entrare in un edificio praticamente abbandonato, immaginarsi come potrebbe diventare, scoprire degli stupendi affreschi – molto probabilmente di epoca rinascimentale –, restaurarlo e creare una casa confortevole, elegante ma genuina. È il caso di questa puntata di Our Home, in cui una coppia giovane e piena d'inventiva ha deciso, con un'operazione non semplice – bisogna dirlo – di recuperare e trasformare letteralmente un appartamento in centro storico, in cui però è stato visto del grande potenziale. Spesso, con delle ottime intuizioni e buon gusto, si può ricavare un appartamento moderno da un'abitazione con diversi secoli alle spalle. «E poi vuoi mettere la comodità di spostarsi in bicicletta con tutto a portata di mano senza dover prendere sempre la macchina?». Con questo spirito Matteo e Lucia hanno cominciato l'iter dei lavori, durato circa un anno, per risistemare il “cielo-terra” nel cuore di Città di Castello, che si sviluppa su tre piani vivibili. Al primo livello abbiamo la living room. Notiamo subito l’utilizzo di alcuni pezzi di modernariato come degli originali divani Chester in pelle provenienti dall'Inghilterra e il tavolo e le sedie di famiglia, originali anni 50; le stampe numerate di Marilyn Monroe firmate Andy Wharol danno poi un tocco di colore al tutto. Il tavolino al centro è
l’Osorom di Moroso, autentico pezzo di design, così come il lampadario Frisbi disegnato da Castiglioni nel 1978. Al centro c'è un vecchio camino ancora work in progress, ammodernato con una porta scorrevole a scomparsa verticale, in attesa di essere rivestito con una speciale pietra ancora in fase di studio. Alla destra del salotto si apre la cucina, una Valcucine in noce e vetro dal design ricercato e ricca di contenuti qualitativi e funzionali. Il pavimento è un cotto etrusco di ultima generazione, lavorato su forni a legna ad alta tecnologia che regalano un effetto di originalità storica. La concezione della casa è quindi moderna e si va a innestare in una struttura architettonica antica datata almeno 1500, vedi anche le travi nei soffitti e gli infissi originali ristrutturati. Si va al secondo piano tramite delle scale che richiamano i materiali storici (le pietre sono state recuperate una ad una), qui si accede ad alcune stanze attraverso delle porte in legno originale (sembrano quelle delle cellette di un convento); un corridoio illuminato con spot led incassati a parete, ci conduce in camera da letto dove dominano il grande affresco e il letto Fluttua di Lago; ai lati abbiamo una cabina armadio (ricordate la scorsa puntata, in the Mag 20?) e un bagno.
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La concezione della casa è moderna e si va a innestare in una struttura architettonica antica datata almeno 1500
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FRESCOES & DESIGN by Marco Polchi
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Imagine entering a virtually abandoned building, visualizing how it could be, discovering beautiful frescoes probably dating from the Renaissance, and then restoring it to create a comfortable, elegant and genuine home. In this issue of Our Home, a young creative couple did exactly that. It was no easy task it must be said, but they decided to restore an apartment in the historical centre, in which they saw its huge potential. Often, with intuition and good taste, you can get a modern apartment from a building with several centuries behind it. "And then you want to add the convenience of cycling with everything at your fingertips without ever having to take the car?". In this spirit, Matteo and Lucia began the work, which lasted about a year, of fixing up this 3 floored townhouse in the heart of Citta di Castello. On the first floor we have the living room. Straight away we notice the use of some modern pieces, like the original leather Chester sofas from England and the 1950s family table and chairs. Numbered prints of Marilyn Monroe signed by Andy Warhol give a touch of colour to the whole. The centre table is by Osorom Moroso, an authen-
tic piece of design, as is the Frisbi chandelier designed by Castiglioni in 1978. In the middle is an old fireplace, a work in progress, modernized with a vertically sliding door, and just waiting to be covered with a special stone which is still in the workshop. To the right of the living room is the kitchen, a refined Valcucine walnut and glass design, full of quality and functional content. The floor is of last generation Etruscan terracotta, made in high-tech wood ovens that give it an historically original effect. The concept of the house is thus modern grafted onto an ancient architectural structure dating from at least 1500, with its beams and restored original fixtures. The second floor is reached via the stairs that recall historical materials, (the stones were recovered one by one), from which we access some rooms via the original wooden doors; like those of convent cells. A corridor lit with recessed wall LED spots leads us into the bedroom, dominated by a large fresco and the Fluttua di Lago bed, and to the sides a walk-in closet, (remember the last ‘Our Home’ in The Mag 20?) and a bathroom.
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L’OCCHIO DEL CURIOSO
A NOTE TO THE CURIOUS
Pensare che nelle pareti dove c'erano delle ragnatele o intonacature anonime sono stati scoperti degli affreschi e pitture cinquecentesche è davvero fantastico. Il ritrovamento è stato fatto durante i lavori di ristrutturazione proprio da Matteo e Lucia e con ogni probabilità testimoniano il ceto medio-alto degli antichi proprietari, forse commercianti. Le mura affrescate sono state messe in evidenza soprattuto al secondo piano, lungo il corridoio principale (da qui l'uso dei faretti come illuminazione) e nella zona notte principale. I colori caldi e pastello delle pitture regalano un'atmosfera incredibile agli interni. Quindi: perché non proporre degli affreschi moderni anche sulle vostre pareti? Di artigiani e artisti in giro ce ne sono molti e anche parecchio bravi.
It’s amazing to think that walls covered in cobwebs and anonymous plaster would reveal frescoes and 16th century paintings. The discovery was made by Matteo and Lucia during the renovations and probably identify the former owners as upper-middle class – possibly merchants. The frescoed walls have been highlighted particularly on the second floor along the main corridor, (hence the use of spot lighting), and in the principal bedroom. The warm colours and pastels of the paintings give an incredible atmosphere to the interior. So how about modern frescoes on your walls? There are, after all, a lot of excellent artists and craftsmen around.
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Tendaggi e tappezzeria Via Pier della Francesca, 8 Città di Castello (PG) zona Stadio Comunale "C.BERNICCHI"
Accessori e profumi per ambienti Centro Commerciale "CASTELLO" Città di Castello
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Corpo perfetto
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EYES WIDE OPEN foto Emanuele Vanni / Giovanna Rossi - styling Margherita Gardella
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SINISTRA ABITI: Cosmopolitan Charo: maglia in rete (AMA), gonna neoprene con borchie a vita alta (EX-J.). GIOIELLI: Chiatti Charo: anello rosario in argento brunito Tuum; anello scudo con croce in argento Jack & co.; collana boule in argento; bracciali rigidi Civita by Queriot con monete in argento; anelli fascia in argento Chanteller; fascia in argento Tuum; anello nodo Queriot SCARPE: Novecento ACCESSORI: Futile Clutch in nappa, Coccinelle MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature DESTRA ABITI: Cash Cash Charo: tuta Donna con rouches a contrasto (IEPA) SCARPE: Novecento BRACCIALI e CINTURA: Handmade Charo: braccialetti in lurex e diamanti, con borchie in nero e oro; cintura "chanel" in pelle e catene. MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature IN APERTURA ABITI: Aluigi Aldo di Aluigi Tamara Charo: tuta righe Operà Valentina: abito nero Cristina Gavioli GIOIELLI: Chiatti Valentina: collana rosario in argento e onice Tuum, bracciale rigido in argento civita by Queriot SCARPE: Novecento BRACCIALI e CINTURA: Handmade Charo: braccialetti in lurex e diamanti; cintura "chanel" in pelle e catene. Accessori: Futile Valentina: clutch in nappa, Coccinelle OCCHIALI: Ottica2m Charo: Marc by Marc Jacobs MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature
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SINISTRA ABITI Augusta Abbigliamento Charo: Abito paillettes nero/blu Caipirinha. GIOIELLI: Chiatti Charo: Bracciali ad anelli con moneta in argento Civita by Queriot SCARPE: Novecento ACCESSORI: Futile Minibag in saffiano, Coccinelle. MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature DESTRA ABITI Augusta Abbigliamento Valentina: Jeans Denny Rose, tshirt nera con borchie. GIOIELLI: Chiatti Valentina: ciondolo in argento "Hope" con cordino; collana lunga campanello e moneta in argento tutto Civita by Queriot SCARPE: Novecento ACCESSORI: Futile Minibag in saffiano, Coccinelle. CERCHIETTO: Divertissment MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature
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SINISTRA ABITI: Cosmopolitan Charo: chiodo in ecopelle (EX-J.); gonna lunga velata (TO-LU). GIOIELLI: Chiatti Charo: collana in argento rodiato Tuum; collana ad anelli lunga con moneta Civita by Queriot; anello in argento e agata bianca Queriot. SCARPE: Novecento OCCHIALI: Ottica2m Charo: Spitfire Design MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature
DESTRA ABITI: Cash Cash Valentina: Giacchino Donna Ecopelle ARTIGLI; Jeans donna 5 tasche con strappi KOIBA. GIOIELLI: Chiatti Valentina: bracciali Tamashii; bracciali tubolari in argento brunito Eclat. SCARPE: Novecento MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature
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ABITI: Aluigi Aldo di Aluigi Tamara - Charo: Tuta righe Operà - Valentina: abito nero Cristina Gavioli GIOIELLI: Chiatti - Valentina: anelli argento Queriot, Tuum, Jack & co. - Charo: orecchini in argento Queriot - MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Freestyle Acconciature
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Gioielli
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Via Scipione Lapi, 2 Città di Castello 075 / 855 62 32
Corso V.Emanuele II, 1 Città di Castello 075 / 797 10 41
Salute & Bellezza Via Piero della Francesca, 15 Città di Castello 075 / 852 05 28
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Via Tommaso Moro, 17 Cerbara- Città di Castello 075 / 851 09 30
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Corso V.Emanuele II, 9 Città di Castello
Via Liguria, 4 - Z. Ind. Regnano Cerbara - Città di Castello 075 / 851 15 69
di Aluigi Tamara Piazza Fanti, 3 Città di Castello 075 / 855 85 97
Via Etruria, 1 Trestina 075 / 854 250
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Occhiali
Accessori
Accessori
Via XX Settembre Sansepolcro 0575 / 74 25 55
Viale Unità d'Italia, 37 Umbertide 075 / 941 14 46
Trestina - Città di Castello 392 82 06 418
Arezzo 392 411 7620
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Marco Polchi Viale Romagna, 67 Città di Castello 335 785 5596
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Via Achille Grandi, 4 Città di Castello 347 008 40 37
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SPRING ROMANCE foto Elisa Imperi - styling Margherita Gardella
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SINISTRA ABITI: Moody's Lucia: giacca pailettes di Manila Grace Denim; gonna lunga in seta di Manila Grace Denim. GIOIELLI: Lupin Lucia: collana in bronzo e perle barocche; bracciale in corno. SCARPE: Novecento ACCESSORI: Futile minibag in saffiano, Coccinelle. MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Riflesso Hair Studio DESTRA ABITI: I tre baci della coccinella Daphne: abito floreale in seta stampata. cintura Obi in taffertĂ , bijoux di corda con dettagli in legno. GIOIELLI: Lupin Daphne: collana in argento 925 con pietra di luna rosa; anello druso naturale di agata SCARPE: Novecento MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Riflesso Hair Studio IN APERTURA ABITI:Micla fashion Daphne: Abito rosa BERNA calzatura THE SELLER. Melissa: Abito lungo LARIGA calzatura SGN di Giancarlo Paoli. Lucia: Abito pizzo nero LARIGA calzatura THE SELLER. GIOIELLI: Lupin Daphne: bracciale in bronzo con conchiglia; anello in bronzo e perle barocche. Melissa: anello in bronzo e perle barocche. Lucia: anello con druso naturale di quarzo. SCARPE: Micla ACCESSORI: Futile Melissa: busta in saffiano, Coccinelle. MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Riflesso Hair Studio
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SINISTRA ABITI: Fratelli Cucciaioni - Melissa: Casacca e pantalone Sfizio 100% Seta. Daphne: Abito Sfizio Viscosa elastam. OCCHIALI: Ottica2m - Melissa: Fendi - SCARPE: Novecento - MAKE UP: Anna Club Estetica - HAIR: Riflesso Hair Studio DESTRA ABITI: Fratelli Cucciaioni - Melissa: Tuta Sfizio Viscosa elasatam - GIOIELLI: Lupin Melissa: bracciale in bronzo e legno OCCHIALI: Ottica2m - Melissa: Gucci - SCARPE: Novecento - MAKE UP: Anna Club Estetica - HAIR: Riflesso Hair Studio
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SINISTRA ABITI: Moody's - Lucia: maglia laminata color oro e short di Vicolo Northland; Daphne: giacca modello chanel di Manila Grace Denim con pantalone in lino a pois di Manila Grace Denim. - GIOIELLI: Lupin - Lucia: collana di cristalli; Daphne: collana in argento con pietra di luna marrone. - OCCHIALI: Ottica2m - Lucia: Miu Miu - SCARPE: Novecento - ACCESSORI: Futile Lucia: busta in saffiano, Coccinelle. - MAKE UP: Anna Club Estetica - HAIR: Riflesso Hair Studio DESTRA ABITI: Corso 40 - Daphne: gonna trapezio frange e paillettes TENSIONE IN; camicia balze e micrifiori THINK CHIC. Melissa: abito bolle shantung POIS. Lucia: gonna rose oro THINK CHIC; mini pull microrighe BACKGROUND-ITALY - GIOIELLI: Lupin Daphne: bracciali in corno; Melissa e Lucia: collane in osso - SCARPE: Novecento - ACCESSORI: Futile - Daphne: minibag in saffiano, Coccinelle. - MAKE UP: Anna Club Estetica - HAIR: Riflesso Hair Studio
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ABITI: I tre baci della coccinella - Daphne: abito in pizzo nude. Melissa: giacchina bouclè con frange; pashmina in velluto ricamato e seta; pantalone capri in taffetà con ricami floreali; camicia in seta avorio con fusciacca e manica voulant. - GIOIELLI: Lupin - Daphne: collana in argento con ambra, cristallo di rocca, pietra di luna e quarzi. Melissa: anelli con drusi naturali di agata - MAKE UP: Anna Club Estetica HAIR: Riflesso Hair Studio
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Corso V. Emanuele, 40 Città di Castello 075 / 46 52 315
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Daniele Silvestri
«SONO DIVENTATO UN ACROBATA» di Andrea Luccioli
Daniele Silvestri non è solo uno dei migliori cantautori italiani. Lui è un funambolo che, giocando con le parole e con la sua musica, dopo oltre vent'anni di carriera si è ritrovato ad essere un meraviglioso equilibrista in un mondo di aspiranti acrobati. In Umbria, a Foligno, ha dapprima festeggiato per le vie della città l'uscita del suo nuovo album, «Acrobati» appunto e poi lo ha suonato in lungo e in largo (quasi tre ore di concerto!), con l'aggiunta dei suoi pezzi più conosciuti, all'Auditorium San Domenico. Data zero sold out e grandi emozioni.
ph: Daniele Barraco
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Lui fa dischi da 22 anni, si porta dietro un bagaglio di esperienze che nasconde tra i capelli che cominciano ad imbiancare e le occhiaie di chi ama la notte. Eppure, anche se confessa di aver fatto bagordi fino a tardi, Silvestri è di una lucidità disarmante quando, in sala stampa, racconta del nuovo lavoro e di se stesso. «Mi scuso per gli schiamazzi di ieri sera, ma avevamo un po' da festeggiare, abbiamo salutato l'uscita del disco in giro per la città – dice per rompere il ghiaccio – È che qui si mangia bene e si beve bene, anche troppo!». Partiamo dagli equilibri di “Acrobati”. «Ah! Servirebbe una conferenza stampa di due ore per spiegare tutti e diciotto i pezzi del disco. Ho dichiarato, anche esagerando e sbagliando, che ‘Acrobati’ è la cosa più bella che ho fatto finora. Tolti i figli, chiaramente. È quello che penso e sento. Spero che si capisca ascoltando il disco». Disco che arriva dopo cinque anni di silenzio discografico. Quando lo hai registrato? «Ci siamo ritirati in Puglia nei mesi scorsi. Pochi giorni in verità, ma registrazioni di rara intensità. Ho semplicemente raccolto gli spunti che avevo messo da parte nel tempo. Anche durante il tour con Max e Niccolò (Gazzè e Fabi, ndr) non ho mai smesso di prendere appunti sul telefono. Ho messo via dei semi da piantare. E in studio, poi, non abbiamo fatto altro che far nascere queste piante con un sentimento di squadra quasi adolescenziale. A dirla tutta avevo raccolto una quantità smodata di canzoni che poi, in parte, è rimasta fuori dal disco». Come hai scelto le tracce dell'album? «C'era una scadenza temporale, ho dovuto mettere un punto e selezionare. Il disco è composto da 74 minuti di musica, ho usato tutto lo spazio che c'era come sistema per fermarmi. Raramente mi è capitato un periodo così creativo, solo forse all'inizio della mia carriera. Una vera e propria eruzione creativa, non me l'aspettavo. Ho un'età per cui immaginavo fosse arrivato il momento di utilizzare il mestiere. E invece...». Tu eri “l'uomo col megafono”, gridavi contro la società. In “Acrobati”, invece, troviamo un Silvestri molto diverso rispetto al passato. «In effetti l'unico pezzo di questo disco che si lascia permeare dall'attualità è il singolo ‘Quali alibi’: un brano in cui non parlo solo di questo momento, ma di una tendenza che vedo in Italia e nel Vecchio Continente: parlo dell’abitudine che abbiamo da un punto di vista politico e istituzionale a sentirci spaventati in ragione di urgenze che riguardano la nostra società, il pianeta, l'ambiente e che ci ven-
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gono dette sfruttando le nostre paure. Sono tempi in cui si parla più alla nostra pancia che al nostro cervello. Sono i tempi della politica delle emergenze. L'alibi dell'emergenza che fa passare per buono tutto. Si sfruttano gli alibi per non avere scrupoli». Ecco comparire la politica... «Posso solo dire che mi manca un Bernie Sanders italiano...». Per la prima volta Daniele Silvestri ha scelto un tour teatrale, perché? «È il momento giusto. Mi sento, come avviene anche nel disco, libero e contemporaneamente sicuro di me e dei miei mezzi Non ho bisogno di dimostrare qualcosa o rispettare delle aspettative. Poi le possibilità che ti dà il teatro sono bellissime: puoi raccontare una favola e azzerare le distanze con il pubblico». Perché “Acrobati”? «È la canzone cuore del disco. Racconta una visione: l'acrobazia è un modo di leggere il disco. Impone uno sforzo funambolico a chi ascolta. Un invito alla libertà e al rischio continuo. È la cosa che ho chiesto anche ai miei musicisti. E poi acrobati è una parola che ci descrive tutti. La società occidentale vive in un continuo equilibrismo, spesso indotto. Equilibrismo individuale, sociale, politico. Trovare una posizione di noi stessi che non ci faccia cadere da una parte all'altra. Il nostro mondo è pieno di presente ma non si vede quasi mai una prospettiva, non c'è molta memoria e questo ci fa essere acrobati. Invece l'uomo, per sentirsi sicuro, ha bisogno del prima e del dopo, non può accontentarsi dell'adesso. E da qui viene il titolo e la copertina del disco. Stare così in equilibrio da affascinare chi guarda». Ultima domanda, come mai hai scelto Foligno come data zero? «Perché è lu centru de lu munnu no? Perché qui c'è equilibrio e armonia, un po’ come nel disco».
DANIELE SILVESTRI
«I HAVE BECOME AN ACROBAT»
The Roman singer-songwriter presents his new album in Foligno and explains to us why, nowadays, there is a great need to speak to people’s minds and to try, just as good tightrope walkers, to get a balance between our past and our future. ph: Daniele Barraco
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by Andrea Luccioli
Daniele Silvestri is not only one of the best Italian singersongwriters. He is a tightrope walker, who, playing with words and his music, after more than 20 years in his career, has found himself to be a marvelous balancing act artist in a world of hopeful acrobats. In Umbria, in Foligno, he initially celebrated the publication of his new album «Acrobati», indeed, on the roads of the city, and then he played it far and wide (almost three hours in concert!), with the addition of his best-known songs, in the Auditorium of San Domenico. His ‘data zero’ concert sold out and with high emotions. He has been making discs for 22 years, he brings with him a load of experiences which he hides in his hair that is beginning to go white and the dark circles under his eyes like those who love the night. And yet, even though he confesses to have been out late reveling, Silvestri has a disarming clearness when, in the press room he tells about his new work and about himself. «Sorry about the noise last night, but we had a reason to celebrate, we rang in the publication of my disc around the city – he says to break the ice – Here you eat well and you drink well, maybe too well!».
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Let’s start with the balance of “Acrobati”. «Ah! It would take a two-hour long press conference to explain it all and the eighteen pieces on the disc. I declared, exaggerating even and making the mistake of saying that ‘Acrobati’ is the most beautiful thing I have made so far. Apart from my children, obviously. It is what I think and feel. I hope that you can understand that listening to my disc». A disc that has come after five years of silence. When did you record it? «We went away to Puglia in the last months. A few days to tell the truth, but recordings with a rare intensity. I simply gathered the ideas that I had put aside for some time. As well as during the tour with Max and Niccolò (Gazzè e Fabi, editor’s note) I never stopped taking notes on my telephone. I put away seeds to plant. In the studio, then we didn’t do anything else but give birth to these plants with a team that was almost adolescent. To tell it all, I had put away an excessive amount of songs which then in part remained out of the disc». How did you choose the tracks on the disc? «There was a time limit, I had to put a stop and choose. The disc is made of 74 minutes of music, I used all the space that there was on the disc to stop myself. It has rarely happened to me to have such a creative period, maybe just at the beginning of my career. A true and real creative explosion, that I had not imagined. I am at an age in which I thought it was time to use my expertise. And instead…». You were “the man with the megaphone”, you cried out against society. In “Acrobati”, instead, we find a Silvestri who is very different from the past. «Yes, actually, the only piece from this disc which allows itself to be permeated with the current times is the single ‘Quali Alibi’: a piece in which I am not speaking about this moment alone, but of a tendency that I see in Italy and in the Old Continent: I am speaking of the habit that we have from a political and institutional point of view where we feel frightened about urgencies that regard our
society, the planet, the environment and which are told to us taking advantage of our fears. They are times in which we speak more about our belly than about our brain. They are times of the politics of emergencies. The alibi of the emergency which makes everything pass as a good thing. They take advantage of alibis in order to not have scruples». Here come the politics. . . «I can only say that I am lacking an Italian Bernie Sanders. . .». For the first time Daniele Silvestri has chosen a theatrical tour, why? «It was the right moment. I feel, as it came in my disc as well, free and at the same time sure of myself and of my means, I have no need to demonstrate anything or respect the expectations. Then the possibilities what the theatre gives you are beautiful: you can tell fairy tales and eliminate the distance from the public». Why “Acrobati”? «It is the song that is the heart of the disc. It tells a vision: acrobatics is a way to read the disc. It imposes an acrobatic effort on those who listen to it. An invitation to freedom and to continuous risk. It is the thing which I have asked to my musician as well. And then acrobatics is a word which describes all of us. Western society lives in continuous balance, often induced. Individual, social, and political balance. To find a position for ourselves which doesn’t let us fall on one side or the other. Our world is full of participants but you don’t hardly ever see a prospective, there isn’t much memory and this makes us acrobats. Instead man, to make himself feel sure, needs the before and after, he can’t be happy with the here and now. And it is from this that the title and cover of the disc come from. Stay like this in balance to fascinate those who are watching». Last question, why did you choose Foligno as your data zero location? «Because it is “lu centru de lu munnu” isn’t it? Because here there is balance and harmony, a little bit like the disc».
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Fattorie della domenica: come nasce un pulcino. tutte le domeniche dal 17/04/2016 , animali, gioUna giornata in fattoria per grandi e piccini tra natura di gelato che chi per bambini e una dolcissima merenda a base prepareremo insieme con le uova delle nostre galline. one ore 10:00: presentazione del progetto e della fattoria; colazi fattoria la ore 11:00: passeggiata guidata nei sentieri che circondano ore 13:00: pranzo a base di prodotti tipici (menu fisso) con gelato ore 14:30 -16:00: laboratorio didattico a tema e merenda
“Le Burgne” è un meraviglioso casale di fine ’800 situato sulle colline umbre. Al piano terra un grande salone ricavato dalle vecchie stalle la cucina, la reception, il bar, ed i due bagni di servizio. Il primo piano ospita cinque spaziose camere matrimoniali ed un angolo lettura a disposizione degli ospiti. Su richiesta si organizzano “Fattorie didattiche” per vivere a stretto contatto con gli animali da cortile, imparare a fare il gelato, raccogliere le castagne e cercare i tartufi.
“Le Burgne” is a marvellous farmhouse from the 800’s positioned on the Umbra hillside in an enviable position on the border between Umbria and Tuscany. On the ground floor there is also a kitchen, the reception, a bar and two bathrooms. On the first floor there are five spacious double rooms and a reading corner. On request we organize “Educational farms” to live in close contact with farm animals, learn how to make ice cream, collect chestnuts and truffles.
Contattaci per ulteriori informazioni sulle disponibiltà Contact us for price and availability informations. ed i prezzi di affitto del casale.
Vocabolo Le Burgne 12, Loc. Celle - 06012 – Città di Castello (PG) - ITALY Info: 075 850 20 20 – 329 01 92 923 - info@agriturismoleburgne.it - www.agriturismoleburgne.it
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APERTURA TERRAZZO ESTIVO
Di fronte al Castello Bufalini di San Giustino, il rifugio perfetto dove riscoprire la cucina tradizionale reinterpretata dallo chef Daniele Sebastiani. In San Giustino opposite Castello Bufalini is the perfect retreat where you will find traditional cuisine with a twist from chef Daniele Sebastiani. Via Largo Crociani, 6 - San Giustino Tel: 075/856 567
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al Dongione ogni giorno è speciale
e da maggio
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Monica Guerritore “IL TEATRO È UN RING…” “THETHEATRE IS A RING…” by Massimo Zangarelli
Particolarmente ispirata dalla ‘grande interpretazione’ che Hellen Mirren ha fatto a Londra del testo, «Qualcosa rimane» di Donald Margulies, Monica Guerritore è stata a Sansepolcro con uno spettacolo di grande successo della stagione di prosa al teatro Dante (rappresentato anche al Cucinelli di Solomeo, ndr). La protagonista è lei, una sempre gigantesca Monica Guerritore, forse l’unico mostro-sacro degno della grande tradizione del teatro femminile con in più un eclettismo espressivo di stampo internazionale. In questo spettacolo Monica è anche in veste di regista come ormai avviene sempre più spesso. Ma non solo.
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Particularly inspired by the ‘great performance’ that Hellen Mirren made in London in the play «Qualcosa rimane» (Dinner with friends) by Donald Margulies, Monica Guerritore has been in Sansepolcro with a show that had great success during its season of prose at the Dante theatre (it was also played at Cuccinelli of Solomeo, editor’s note). She is the main character, always huge, Monic a Guerritore, maybe the only sacred prodigy worthy of the great female theatrical tradition with an expressive eclecticism of the international sort. In this show, Monica wears the director’s clothes as well, which nowadays happens more and more frequently. But not only.
Donald Margulies, autore della pièce che lei porta in scena vinse il Pulitzer con ‘Cena tra amici’ tradotto anche da noi: signora Guerritore, cosa l’ha spinta a dirigere questo ‘Qualcosa rimane’?
«Innanzitutto la splendida interpretazione messa in scena a Londra da un’attrice che io adoro quale Hellen Mirren; poi i temi del testo, molto forti, contemporanei, non trattati con superficialità ma con cuore, passione e pure con forza e una buona dose di critica intellettuale. Non a caso l’ultima scena la faccio recitare in platea, in mezzo al pubblico».
Dunque si tratta di uno scontro generazionale tra scrittrici…
«La giovane s’insinua a tal punto nella vita della più matura scrittrice (diventandone persino l’amante) così da rubarne l’esperienza e riuscire a carpire il segreto della sua grandezza letteraria. Alla fine la tradisce, passando alla pubblicazione».
Alice Spisa (già premio UBU 2013) nel ruolo dell’allieva-antagonista è stata voluta esplicitamente da lei: un’investitura impegnativa…
«A me piace il ring e su questo ring ce l’ho vista bene interpretare la giovinezza affamata che intende spazzare via la maturità impadronendosi del fascino: Alice è molto forte, ma io la tengo a bada sempre eh, non mi lascio distrarre!».
Donald Margulies, author of the piece that she brought to the scene won the Pulitzer Prize with ‘Cena tra amici’ translated by us: Miss Guerritore, what made you direct this play “Dinner with Friends”? «First of all the wonderful acting shown in London by an actress whom I adore, Hellen Mirren; then the themes of the text, very strong, actual, they was not handled with superficiality but with heart, passion and with strength as well and a great dose of intellectual criticism. It’s not by chance that I have the last scene acted out in the audience in the midst of the public». So it’s about a generational conflict between writers… «The younger one seeps in to the life of the more mature writer so much(even becoming the lover) and steals the experience and is able to work out the secret of her literary greatness. In the end, she betrays her, going to publication». Alice Spisa (already a prize winner of the UBU in 2013) in the role of student-antagonist which she specifically wanted: a demanding role… «I like the ring and in this ring I could see this actress playing hunger-driven youth which intends to get rid of maturity taking possession of charm: Alice is very strong, but I keep an eye on her all the time, I don’t let myself get distracted!».
Nell’attuale stagione lei continua a portare sulla scena anche ‘Dall’Inferno all’Infinito’, poesia e tanto altro, compresi personaggi già interpretati come Madame Bovary…
In the present season you continue to bring ‘Dall’inferno all’infinito’, poetry and much more to the scene, including characters already played like Madame Bovary… «Yes, a performance-mix of great texts which however I will be forced to interrupt in order to film the TV show ‘Non uccidere 2’».
Tra le tante cose che lei ha diretto e interpretato c’è anche un testo sulla Fallaci, le cui tesi sono state ampiamente riprese negli ultimi tempi..
Among the many things that you have directed and played, there is also a text about Fallaci, whose thesis have been widely reconsidered in recent times… «From her thesis the ‘leghista’ slogan was extrapolated ‘Down with Islam!’ I believe that this manipulation would have made Oriana furious. They keep in consideration neither her psychological status which was contrary to war with which she had always lived with, nor her clinical status with death getting closer. It became a political case when she, in “La Rabbia e L’orgoglio’ reasoned a clear thought that is more or less this: while the Catholic Church made God human, in a visual way through a Renaissance path (which could go from the Inquisition to the Mercy), the absolute prohibition to represent the God of Islam makes it a wicked and vindictive exclusive entity».
«Sì una pérformance-mix di grandi testi che però sarò costretta ad interrompere per girare in Tv ‘Non uccidere 2’».
«Delle sue tesi fu ad arte estrapolato lo slogan ‘leghista’ ‘Abbasso l’Islam!’ io credo che questa strumentalizzazione avrebbe fatto infuriare Oriana. Non si volle tener conto del suo stato psicologico contrario alla guerra con cui aveva sempre convissuto, né del suo stato clinico con la morte che le si avvicinava. È stato fatto un caso politico quando invece lei, ne ‘La Rabbia e l’Orgoglio’ argomentava un ragionamento lucidissimo che è più o meno questo: mentre la chiesa cattolica ha umanizzato Dio anche visivamente attraverso un percorso ‘rinascimentale’ (che potrebbe andare dall’Inquisizione alla Misericordia), il divieto assoluto di rappresentare il Dio dell’Islam ne fa un’entità esclusivamente cattiva e vendicativa».
È percepibile come lei stia compiendo un percorso da attrice di punta ad artista a tutto tondo che le consente di esprimersi attraverso diversi linguaggi, oltre quello interpretativo, no? «Penso di sì. Storie, suggestioni, colori del mio immaginario li rievoco sul palcoscenico come nel caso della scenografia di ‘Qualcosa rimane’ e li metterò anche nel sito dello spettacolo: così li faccio rivivere perché credo di possedere l’energia per poterlo fare».
We perceive how you are walking a path from being a top level actress to becoming a 360 degrees artist, which allows you to express yourself through various languages, besides the interpretative one; is this correct? «I think it is. Stories, suggestions, colors from my unconscious, I recall them on the stage as in the case of the set of “Dinner with friends” and I will also put them into the site of the show: so I bring them back to live again because I think I have the energy to do this».
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messaggio Promozionale
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DA PERUGIA A... MONACO DI BAVIERA! Monaco di Baviera, in tedesco Munchen, è una città extra-circondariale di 1.315.000 abitanti, situata all'interno dello stato federato di Baviera. Monaco è una città cosmopolita, dai mille volti, dove tradizione e modernità si fondono offrendo un'infinita gamma di possibilità ai turisti che la visitano. L'aereo è il mezzo più pratico per raggiungere Monaco. Una volta arrivati nell'aeroporto tedesco si può comprare il biglietto Airport-City-Day-Ticket valido per tutti i mezzi pubblici: con la metropolitana si arriva in centro in circa 40 minuti. COSA VISITARE Arrivati nel cuore della città, tappa obbligata è Marienplatz - la piazza principale -, uno dei luoghi più frequentati dei monacensi e dai turisti, e magari trovarsi lì negli orari in cui si attiva il Glockenspiel: l'orologio-carillon che si attiva tre volte al giorno con le statue a grandezza naturale; queste si muovono al ritmo di una melodia che si propaga in tutta la piazza. Il Glonckenspiel si trova sulla facciata principale del Neue Rathaus (Nuovo Municipio), imponente edificio neogotico, una delle costruzioni più interessanti insieme al Altes Rathaus (Vecchio Municipio) che si trova nell'altro lato della piazza. Marienplatz è famosa anche per i suoi mercatini di Natale. Dalla piazza si possono vedere le imponente torri – dette “cipolloni”- della Frauenkirche, la Cattedrale di Nostra Signora. Imperdibile è anche l'Englischer Garten uno dei giardini più grandi d'Europa, così come le residenze dove vivevano i nobili, in particolare Residenz Munchen e Nymphenburg Palace. COSA FARE Per chi ama fare shopping, sono tanti i negozi di artigianato e le boutique che si possono trovare in centro; tutto da scoprire è anche il Viktualienmarkt, il mercato
permanente dove trovare prodotti tipici e souvenir bavaresi. A fine serata, dopo i vari giri turistici, è obbligatorio farsi una birra nei tanti biergaten sparsi per la città o all’Hofbräuhaus, una delle più antiche birrerie di Monaco. Ovviamente la città bavarese è famosa per l' Oktoberfest dove vengono serviti litri e litri delle più famose marche di birra tedesca. Per cena potete spostarvi nel quartiere di Haidhausen, noto per i ristoranti tipici e per la vita notturna oppure mangiare sull'Olympiaturm – nel parco costruito nel 1972 in occasione dei giochi olimpionici - in un ristorante panoramico che gira lentamente offrendo una panoramica di Monaco a 360°. Monaco saprà sicuramente sorprendervi! COME RAGGIUNGERE MONACO DI BAVIERA... Dal 15 maggio prossimo riprenderanno i voli Lufthansa Perugia – Monaco, che collegheranno Umbria e Baviera fino al 25 settembre con frequenza settimanale (domenica). Per il mese di agosto è invece prevista una frequenza aggiuntiva, con voli ogni giovedì e domenica. La compagnia ha messo in vendita in questi giorni nel proprio sito internet www.lufthansa.com biglietti a partire da 54,00 € a tratta, tasse incluse. GLI ORARI DEI VOLI ANDATA Domenica - dal 15/05 al 25/09 - Perugia 13:00 – Monaco 14:20 Giovedì - dal 04/08 al 25/08 - Perugia 17:05 – Monaco 18:25 RITORNO Domenica, dal 15/05 al 25/09 - Monaco 11:00 – Perugia 12:20 Giovedì, dal 04/08 al 25/08 - Monaco 15:10 – Perugia 16:30
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Gerani
Margherite
Gerbere
Bouganville
Rose
da Mariottini è arrivata la primavera Gazanie
Viale Emilia, 2 CittĂ di Castello (pg) Tel: 0758558318 Fax: 0758523757 www.mariottinigarden.it
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OTTAVIA PITTINI di Marco Polchi
TUTTO MERITO DI UN VIAGGIO IN NORVEGIA Forse non tutti conoscono “Io vivo in”, un marchio Made in Italy rappresentato da un piccolo cinghiale stampato su magliette e molti altri gadget... beh, si tratta di uno dei più clamorosi casi imprenditoriali degli ultimi anni ed è spuntato fuori in Valtiberina Toscana; solo nel 2015 il brand ha venduto 15000 t-shirt e 10000 cinghiali in peluche. Questo successo è frutto dell'intuizione di Ottavia Pittini e di suo marito Nicola. Incontriamo Ottavia a Sansepolcro in un assolato martedì che sa di primavera. È brillante, comunicativa, frenetica e pure molto decisa nelle parole. «Le mie giornate sono di quarantotto ore, non di ventiquattro, molto incasinate tra figli e lavoro; e per fortuna che ho molto diminuito con la professione che avevo prima, fino a poco tempo fa...», racconta Ottavia. 72
Quindi lei aveva due lavori? «Eh sì! Facevo la rappresentate per il centro Italia di un'azienda farmaceutica, dove mi sono ritrovata quasi per caso visto che ero laureata ma non avevo tutti i requisiti. Questo è stato per diverso tempo il mio primo impiego, poi con lo sviluppo e la crescita del marchio attuale e la nascita dei miei figli ho dovuto decidere a cosa dare più spazio». E come riusciva e riesce a conciliare il tutto? «Devo dire che in questo mi dà una grande mano mio marito. E mi sembra pure giusto. La parità passa anche per la collaborazione, la divisone dei compiti e l'organizzazione insieme della giornata, lavorativa e familiare. Mi pare di dire cose semplici ma mi accorgo che così non è». In che senso? «Nel senso che questo dovrebbe essere la normalità, ma è ancora un argomento di dibattito sia sociale che politico». Si riferisce alla discussione sorta intorno alla candidatura di Giorgia Meloni come sindaco di Roma? «Sì ma non voglio entrare nel merito, dico semplicemente che una donna può fare quello che vuole, se se la sente. Non può esserle imposto nulla». Lei è nata in Friuli, a Udine, com'è che si è ritrovata in Valtiberina? «Sono arrivata a Sansepolcro nel 1999 per una collaborazione di lavoro tramite l'Università in una nota azienda della zona; mi sono sentita un po' spaesata all'inizio, ma così ho iniziato a conoscere questo territorio». Dove poi è rimasta. «Proprio così, in quel periodo ho conosciuto anche il mio attuale marito. Poco dopo mi sono trasferita definitivamente, di giorno ero rappresentate – come le ho accennato prima – di sera mi davo da fare in pizzeria alla Pieve Vecchia, che la famiglia di Nicola (il marito, ndr) aveva aperto da non molto». Aveva poco più di vent'anni ma le idee chiare... «Dipende anche dal carattere. In particolare, però, parlando di lavoro credo che mi sia sempre data da fare, ho fatto la mia prima stagione in montagna non ancora sedicenne: volevo essere indipendente, almeno per i miei interessi. Penso che anche ora, nonostante tutti i problemi che ci siano se uno vuol lavorare, possa farlo». Di cosa ha paura, Ottavia Pittini? «La cosa che mi fa paura in questo momento è che i giovani sono disorientati, sembrano sicuri ma sono fragili e non hanno punti di riferimento; hanno poche ambizioni, non tanto nel possedere le cose materiali, sono poco propensi a costruire qualcosa, sembra che sia tutto dovuto». Lei è qui da molto tempo: ormai si sente un po' toscana? «Non molto a dire la verità. Ci sono delle cose che mi piacciono molto qui, il territorio è bellissimo, la gente è gioviale, aperta ma al nord trovo maggiore disponibilità, soprattuto nell'ambito sociale. Per assurdo qui percepisco più individualismo, apparenza, se una persona non vede
un qualche guadagno non si rende disponibile. Mi pare una tendenza generalizzata, almeno questo è quello che ho visto io». Vive a Sansepolcro ma ha scelto Anghiari come sede del punto vendita: perché? «Per motivi turistici, questo contesto si addice alla nostra attività. Abbiamo aspettato circa due anni per avere quel posto nel borgo di Anghiari.. e pensare che il proprietario stava quasi per tornare sui propri passi ma noi ci siamo imposti, tenevamo in modo particolare a quello spazio». Ma com'è nata l'idea di abbinare un animale al marchio “Io vivo in Italia” poi declinato alle regioni del Belpaese, a partire dalla Toscana? «Dai viaggi... dopo il primo, intensissimo periodo alla Pieve Vecchia io e mio marito siamo tornati a fare qualche vacanza e ci siamo accorti che negli altri paesi venivano utilizzati degli animali tipici come mascotte, ad esempio in Spagna il toro, in Scandinavia le alci, qui da noi solo monumenti. Allora abbiamo detto: perché non fare qualcosa di particolare? Da lì è venuta l'idea del cinghiale per le magliette a fine 2009 inizio 2010». Ma perché il cinghiale? «È l'animale più italiano, copre da nord a sud, si presta a essere simpatico, diretto ma sincero, è un po' l'italiano medio!». Quali le maggiori difficoltà che ha incontrato? «Guardi, abbiamo aperto un negozio a Massa Marittima perché comunque c'è la voglia di investire nei borghi piccoli: il problema è il costo del lavoro, è troppo elevato e poi la ripresa economica che è un miraggio ancora». Come mai dice questo? «Da noi la crisi non è ancora arrivata, sta iniziando a mordere sul serio in questo momento secondo me; lo si vede dai prodotti a basso costo nei supermercati, dai negozi e dalle aziende che chiudono in numero maggiore. C'è un impoverimento generale». Eppure le crede nel Made in Italy. «Oh sì. Proprio ora parte una nuova linea disegnata da me per calamite, candele e saponi fatti interamente in Italia. Certo: t-shirt, peluche e gadget sono d'importazione per abbattere i costi». Ha mai pensato di spostarsi? «Lo ammetto, non è facile resistere però soprattutto ora, con la famiglia, è complicato andarsene. Dobbiamo tenerci strette le nostre eccellenze, le migliori realtà imprenditoriali e costruire qualcosa con loro, significa che si possono fare delle cose buone anche qui. Purtroppo c'è uno sfasamento tra chi produce e chi amministra e gestisce le risorse. In Italia non si riesce ad arrivare mai in fondo alle cose anche recuperiando con altre cose: storia, natura, cibo...». Appunto. Qual è il suo piatto preferito? «Non un piatto... ma un peccato di gola: cioccolato fondente con nocciole intere!»
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Maybe not everyone knows “Io vivo in”, a Made in Italy brand that is represented by a small boar printed on shirts and many other gadgets…well, it is about one of the most clamorous entrepreneurial cases in recent years and it came out of the Tuscan Tiber Valley; only in 2015, the brand sold 15,000 t-shirt and 10,000 stuffed boar toys. This success is the result of the intuition of Ottavia Pittini and her husband Nicola. We meet Ottavia in Sansepolcro on a sun-drenched Tuesday that feels like spring. She is brilliant, communicative , chaotic and yet very decisive in her words: «My days are 48 hours, not 24, very overwhelming between kids and work; and luckily I have reduced compared to the profession I had before, until a short time ago…», tells Ottavia.
OTTAVIA PITTINI by Marco Polchi
ALL THANKS TO A TRIP IN NORWAY 74
So you had two jobs? «Oh yes! I was a representative in central Italy for a pharmaceutical company, where by chance I found myself seeing that I had a university degree but I didn’t have all the requirements. This was my first job for a long time, then with the development and the growth of the present brand and the birth of my children I had to decide what to give my time to». And how did you manage to make it all happen? «I have to say that, in this my husband gave me a big hand. And it seems right to me. Equality shows in collaboration as well, the dividing of jobs and the organization together of the day, work and family. I feel like I’m saying simple things, but I realize that it is not so». In what sense? «In the sense that this should be normal, but it is still a subject of debate both socially as well as politically». Are you referring to the discussion that came from the candidature of Giorgia Meloni as the mayor of Rome? «Yes, but I don’t want to get into this discussion, I just want to simply say that a woman can do what she wants, if she feels like it. Nothing should be set for her». You were born in Friuli, in Udine, how is it that you found yourself in the Tiber Valley? «I came to Sansepolcro in 1999 for a job collaboration through the University in an important company in the area; I felt a little disoriented at first, but then I began to get to know this area». Where then you remained. «Exactly, in that period I also met my present husband. A short time later I moved here permanently, by day I was a representative- as I said earlier- in the evening I kept myself busy at the pizzeria Pieve Vecchia, which Nicola’s (husband, editor’s note) family had opened not long before». You were little over 20 years old but you had clear ideas… «It depends on your character as well. In particular, however, speaking about work I believe that I always kept myself busy, I worked my first season in the mountains when I was sixteen: I wanted to be independent, at least for my own interests. I think that even now, in spite of all the problems that there are, if you want to work, you can do it». What are you afraid of, Ottavia Pittini? «The thing that makes me afraid in this moment is that young people are disoriented, they seem sicure but they are fragile and they have no points of reference; they have few ambitions, not much in the possessing of material things, they are little inclined to create something. It seems they have the right to everything». You have been here for a long time: by now do you feel you are a little bit Tuscan? «Not much to tell the truth. There are things that I like very much here, the land is beautiful, the people are jovial, open, but in the north I find more availability, especially in the social realm. To be absurd here I feel there is more indi-
vidualism, more appearance, if a person doesn’t see any gain he doesn’t make himself available. It seems to me a general tendency, at least this is what I have seen». You live in Sansepolcro but you have chosen Anghiari as your retail store: why? «For touristic reasons, this context suits our business. We waited about two years to have that place in the village of Anghiari…and to think that the owner was almost about to go back in his steps but we held our ground, we wanted that space very much». But how did the idea come about to match an animal to the brand “Io vivo in Italia” then going down to the regions of the Belpaese, starting from Tuscany? «From trips…after the first, very intense period at Pieve Vecchia, my husband and I were going to take a holiday and we realized that in other countries typical animals are used as mascots, for example, in Spain the bull, in Scandinavia the moose, and here in Italy only monuments. So we said, why don’t we do something in particular? From there, the idea of the boar t-shirts came at the end of 2009 beginning of 2010». But why the boar? «It is the most Italian animal, it goes from north to the south, it is able to be cute, direct but sincere, it is a little bit like an average Italian!». What is the biggest difficulty that you have encountered? «Well, we opened a shop in Massa Marittima because we really wanted to invest in small villages: the problem is the cost of the work, it is too high and then the economic recovery that is still a mirage». What makes you say this? «Here, the crisis has not come yet, it is beginning to bite harder in this moment in my opinion; you can see it from the low-cost products in the supermarkets, from the shops and firms that are closing in bigger numbers. There is a general impoverishment». Yet you believe in Made in Italy «Oh yes. Just now a new line is starting that I designed for magnets, candles and soaps made entirely in Italy. Of course: t-shirts, stuffed toys, and novelties are for importation to lower the costs». Have you ever thought of moving? «I admit it, it is not easy to resist though especially now, with the family, it is complicated to go. We have to hold on tight to our excellences, the best reality entrepreneurial is to build something with them, it means that we can do great things even here. Unfortunately there is a kind of confusion between those who produce and those who administrate and manage the resources. In Italy you never get to the bottom of things but you make up for it with other things: history, nature, food…». Exactly. What is your favourite dish? «It’s not a dish…but its a sinful treat: dark chocolate with whole hazlenuts!».
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ANDREA LENSI
la mia STREET ART da SALOTTO di Claudia Belli
Entrando in casa di Andrea Lensi si ha l'impressione che le tele non siano più sufficienti a contenere le forme e i colori che caratterizzano la sua produzione. Lampade, cuscini, vecchi cartelloni pubblicitari e perfino il tavolo da pranzo, ogni superficie diventa opera e allo stesso tempo elemento d'arredo, è un’arte destinata a essere fruita quotidianamente come da tradizione pop. 79
«Sono un artista pop decisamente. La mia cultura visiva viene dagli anni ’70-80, dai fumetti di Pazienza, dai dischi di Bowie, dai diari di Jacovitti. Ho incrociato la nascente street art italiana a Roma qualche anno fa dove ho esposto in un paio di collettive e sono immediatamente rimasto impressionato dall'energia creativa che sprizza da questa nuova forma artistica. Adoro i murales e devo dire di aver provato con piacere a realizzarne qualcuno. Ci vuole davvero grande energia, anche fisica, per realizzare opere di grandi dimensioni impiccato ad uno scalandrino malfermo o spericolandosi dall'alto di un carrello elevatore. Per questo ho deciso di diventare piuttosto uno street artist da salotto, molto più consono al mio personaggio», dice Andrea. Lo stile immediato infatti è proprio quello tipico degli artisti che scelgono la strada come galleria, ma le sue opere sono destinate altrove e pur non essendo povere di contenuti è proprio la ricerca estetica a costituirne il carattere dominante. Non a caso Andrea ha cominciato proprio come grafico ed è facile ritrovare la precisione e gli equilibri nelle composizioni tipiche di una certa creatività, anche nel caos apparente del suo personalissimo mondo fatto di omini buffi e mostriciattoli è il ritmo che determina l'armonia. L'estro, per quanto florido, richiede continui impulsi: quali sono gli ingredienti speciali che portano a questo equilibrio fantasioso? «La musica è lo stimolo fondamentale del mio processo creativo. Mi metto in relazione al lavoro che ho davanti soprattutto con la musica. Il mio pensatoio è la rete. Viaggio nella musica del mondo attraverso la rete, attraverso le immagini. Mi piace il web, mi piacciono i social. Trovo molto interessante condividere contenuti in rete». Per quanto il web possa dare enormi possibilità di farsi conoscere e condividere, anche uno street artist da salotto deve uscire dal proprio rifugio... «Certo, è sempre emozionante esporsi con le proprie opere, ma lo è di più per me poterle realizzare davanti ad un pubblico. Il mio modo di interpretare arte mi ha spinto in questi anni a realizzare "live" piccole e grandi performance nei contesti più disparati. Dal pub, al grande murales stradale per il Festival delle Nazioni 2013. Tutto questo mi ha
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portato, esattamente un anno fa, a realizzare dal vivo un'opera in un importante contesto internazionale a Bilbao, in uno dei più prestigiosi musei del mondo. Esperienza davvero intensa». Il video di questa performance ricorda l'esperienza di Jon Burgerman, artista britannico che Andrea segue e con il quale è entrato in contatto proprio grazie al web, ma le collaborazioni più interessanti possono nascere proprio da artisti concettualmente più lontani e geograficamente più vicini: «La mia prossima tappa è Perugia. Il 16 giugno inauguriamo nello spazio della Galleria d'arte Artemisia la mostra ‘Body&Soul’ pensata e realizzata insieme a Giampaolo Tomassetti e che rimarrà aperta per tutto il periodo di Umbria Jazz. Fino al 23 luglio io e Giampaolo presenteremo una mostra piena di piccole contaminazioni, di ritmo, di suoni e colori». Decisamente è un momento importante nella vita professionale di Andrea, che ha deciso di prendere più sul serio il suo lato artistico imponendosi metodo e disciplina e lo stesso rigore lo impiega in cucina, benché a detta sua non sia proprio il suo habitat naturale. Le ciotoline bianche con gli ingredienti pronti per essere sminuzzati dalla mezzaluna sono in fila ordinati e con una certa perizia cromatica, oltre al palato anche l'occhio vuole la sua parte. «Questi spaghetti, che chiameremo con benevolenza "alla siciliana" non sono altro che una rappresentazione metafisica della mia scarsissima dedizione alla cucina. Sono facili, veloci, ma allo stesso tempo molto saporiti e abbastanza scenografici da poterli proporre in qualche cenetta improvvisata. Una manciata di uvetta passa, dei pinoli, due acciughine e l'aglio. Sminuzzati, li metto a sciogliere in padella con dei capperi e un po’ di tonno. Ci buttiamo gli spaghetti e alla fine due manciate di pane grattato abbrustolito a parte che lega il tutto, dolce e salato. Ingrediente importantissimo: il vino! Rosso e possibilmente potente.» Devo dire che il risultato è eccellente e rappresenta benissimo l'estetica delle opere di Andrea grazie agli spaghetti ingarbugliati e ai toni forti dati dai sapori mediterranei in piacevole contrasto tra loro. Unica pecca: la sproporzione tra la pasta e il condimento, lontana dall'armonia delle tele ma anche sintomo legittimo di sregolatezza per un artista!
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ANDREA
LENSI by Claudia Belli
MY STREET ART FROM THE LIVING ROOM Entering in Andrea Lensi’s home, one has the impression that even the canvases are not enough to contain the forms and colors that characterize his works. Lamps, cushions, old advertising posters and even the dinner table, every surface becomes a work of art and at the same time a piece of furnishing, it is an art that is destined to be used every day, just as in the pop tradition. 82
«I am decisively a pop artist. My visual culture comes from the 70s -80s, from the Pazienza comics to Bowie records to the diaries of Jacovitti. I crossed paths with the developing Italian street art in Rome a few years ago where I showed my art in a couple of collections and I was immediately impressed by the creative energy that showers this new art form. I adore the murals and I have to say that I have tried with pleasure to realize one. You really need to have a lot of energy, even physical, to realize works of great dimensions, hanging from a shaky ladder or being daredevilish on a moveable lift. For this reason I decided to become a street artist from my living room, ha ha ha, it is much more suitable to my character», says Andrea. The immediate effect of his style is in fact that typical style of artists who choose the street as their gallery, but his works are destined for other places and though not poor in content it is the quest for its appearance that gives it its dominant character. It is not by chance that Andrea began as a graphic designer and it is easy to find the precision and the balance in the typical compositions of a certain creativity, even in the apparent chaos of his personal world made of funny little men and little monsters, it is the rhythm which determines the harmony. The oestrus, for how flourishing it is, needs continuous impulses: what are the special ingredients that bring this inventive balance? «Music is the fundamental stimulus in my creative process. I relate myself to the work in front of me especially with music. My think-pot is the web. I travel in the music of the world through the web, through the images. I like the web, I like social network. I find it very interesting to share things on the web». For how much the web can give enormous possibility to make oneself known and to share, even a street artist from the living room must go out of his own home. . . «Of course, it is always exciting to be present with one’s own works, but it is even more for me, to be able to realize them in front of the public. My way of interpreting art has pushed me in these years to do “live” performances, small and large, in the most varied of places. From the pub, to the great street murals for the Festival delle Nazioni 2013. All of this brought me, exactly one year ago, to create a work of art “live” in an important international context in Bilbao, in one of the most prestigious museums of
the world. A very intense experience». The video of this performance recalls the experience of Jon Burgerman, a British artist that Andrea follows and with whom he has contacted thanks to the web, but the most interesting collaborations can come from artists with the most diverse concepts but who are geographically closer: «My next stop is Perugia. On 16 June we are going to inaugurate the show “Body&Soul” in the space of the Artemisia Art Gallery which was realized together with Giampaolo Tomassetti and it will remain open during the whole Umbria Jazz period. Up until 23 July Giampaolo and I will present a show full of small contaminations, of rhythms, of sounds and colors». Decisively it is a very important moment in Andrea’s professional life, he has decided to take his artistic side more seriously imposing methods and discipline on himself and the same rigor keeps him busy in the kitchen, though according to him, it is not exactly his natural habitat. The white bowls with the ingredients ready to be chopped by the mezzaluna knife are in ordered rows and with a certain chromatic appraisal, besides the palate, the eye desires his part. «These spaghetti, which we will lovingly call “alla siciliana” are nothing more than a metaphysic representation of my scarce dedication to cooking. They are easy, fast, but at the same time tasty and artsy enough to be able to propose for an impromptu dinner. A handful of raisins, some pine nuts, two anchovies and garlic. Chopped, I put them in the pan to heat with some capers and a little bit of tuna. We put in the spaghetti and at the end two fistfuls of toasted breadcrumbs which joins all of it, sweet and salty. The most important ingredient: the wine! Red and if possible strong». I have to say that the result is excellent and it represents the esthetics of the works of Andrea very well thanks to the entangled spaghetti and the strong tones of the Mediterranean flavors in pleasant contrast from one another. The only fault: the unbalanced proportions between the pasta and the condiment, far from the harmony of the canvas but also a legitimate symptom of the irregularity of an artist!
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“L’IPERSPAZIO DI ATTILIO PIERELLI A VILLA GRAZIANI” ATTILIO PIERELLI’S Hyperspace At VILLA GRAZIANI
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LA MOSTRA Venti opere dell’artista Attilio Pierelli, celebre per
THE EXHIBITION Twenty works by the artist Attilio Pierelli, famous
LA COLLEZIONE La collezione Pierelli è stata messa a disposizione
THE COLLECTION The Pierelli collection has been made available by
aver dato forma all’«Iperspazio» con una visione fortemente antesignana che ha legato scultura e scienza, hanno trovato nuova casa a San Giustino, nelle sale di Villa Graziani a Celalba. L’inaugurazione della mostra è avvenuta l’11 febbraio alla presenza tra gli altri dei familiari di Pierelli e del vice presidente della Commissione Europea David Sassoli.
dalla famiglia dopo che ne ha stabilito il ‘trasferimento’ dalla sede di Bomarzo (Viterbo) dove lo stesso artista (nato nel 1925 ad Ancona e deceduto nel 2013 a Roma) ne aveva disposto la sistemazione.
NELLA VILLA Le venti opere: dalle piastre inox, ai nodi, ai cubi
attraverso cui Pierelli negli anni ha dialogato con l’iperspazio – sono state esposte, in parte, nel grande giardino all’esterno (quelle più grandi) altre dislocate nelle stanze interne. Una buona partecipazione di pubblico ha preso parte al taglio del nastro, col sindaco Paolo Fratini che ha fatto gli onori di casa insieme all’assessore Milena Ganganelli Crispoltoni e all’assessore regionale alle politiche culturali Fernanda Cecchini.
IL SINDACO «’Iperspazio’ di Attilio Pierelli è una mostra perma-
nente d’arte che questo comune ha il privilegio di poter ospitare grazie alla famiglia Pierelli che ci ha dato la possibilità di aprire una finestra sul mondo dell’arte contemporanea che, nel connubio con Villa Graziani, trova ampio riscontro in tutta l’Alta Valle del Tevere offrendo un’opportunità culturale unica», ha detto il sindaco Paolo Fratini.
DAVID SASSOLI «Stiamo dando casa ad un artista che ha guardato il
mondo con occhi diversi, in una dimensione di spazio inedita per il suo tempo. Inizia così una nuova sfida per le istituzioni locali chiamate a mettere a frutto questa bellezza creando reti di promozione culturale, circuiti turistici e scolastici che avvicinino soprattutto i giovani all’arte».
IL CRITICO A guidare i visitatori nel primo tour tra le opere è
stato il critico d’arte Andrea Baffoni che ha presentato le opere introducendo i presenti nell’affascinante dimensione dell’iperspazio: «Il mondo di Pierelli è intimamente legato alla scienza e alla matematica attraverso le geometrie e gli spazi infiniti che ripropone».
for giving form to ‘Hyperspace’ with a forerunner’s powerful vision of the links between sculpture and science, have found a new home in San Giustino in the halls of Villa Graziani di Celalba. The exhibition opened on 11th February in the presence of Pierelli family members and the Vice President of the European Commission David Sassoli.
the family after it was transferred from it’s original setting in Bomarzo, Viterbo.
THE VILLA The twenty works, from stainless steel plates to
knots to cubes - through which Pierelli conversed with hyperspace for many years - are exhibited partly in the large gardens whilst the smaller pieces are located inside. The ribbon-cutting ceremony was well attended, with Mayor Paolo Fratini doing the honours alongside Alderman Milena Ganganelli Crispoltoni and Regional Alderman Fernanda Cecchini.
MAYOR
«’Attilio Pierelli’s ‘Hyperspace’ is a permanent exhibition that this town has the privilege of hosting thanks to the Pierelli family who have given us the opportunity to open a window on the world of contemporary art which, in combination with Villa Graziani , is widely reflected throughout the Upper Tiber Valley and offers a unique cultural opportunity», said Mayor Paolo Fratini.
DAVID SASSOLI «We’re giving a home to an artist who looked at
the world with different eyes, in a dimension of space, unusual for his time. It’s the beginning of a new challenge for local institutions to put this beauty to good use by creating networks of cultural promotion, tourist and school tours which, in particular, would attract young people to art».
THE CRITIC Art critic Andrea Baffoni was on hand to guide
visitors on the first tour, and presented the works by introducing those present to the fascinating dimension of hyperspace. «Pierelli ‘s world is intimately linked to science and mathematics through its geometries and infinite repeating spaces».
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GIORGIA BENUSIGLIO
Vuoi trasgredire? di Cristina Crisci
NON FARTI Questa è la storia di una ragazza che all’età di 17 anni ha rischiato di morire dopo aver preso mezza pasticca di ecstasy.
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Giorgia Benusillo - "Vuoi trasgredire? Non Farti"
Da quel giorno la sua vita è stata letteralmente stravolta: è viva per miracolo. Si chiama Giorgia Benusiglio, è di Milano, oggi ha 31 anni e una missione: educare i giovani alla vita. Incontriamo questa ragazza a Città di Castello, una delle tappe del suo tour che tocca numerose scuole d’Italia dove lei va a raccontare agli studenti la sua storia sotto la grande bandiera della prevenzione, al grido di «Vuoi trasgredire? Non farti». Cos’è successo Giorgia? «È successo che io nel 1999 quando ero una ragazza piena di vita e con una famiglia sana alle spalle, son quasi morta dopo aver assunto mezza pasticca di ecstasy. Quando sono arrivata in ospedale il mio fegato stava morendo e io con esso. Mi hanno detto: ‘Hai solo sei ore di vita’. Stavo malissimo e all’epoca non era così scontato potersi salvare: l’unica via era il trapianto di fegato, ma di tempo ce n’era veramente poco. Avevano persino ipotizzato di trapiantarmi il fegato di un maiale…».
Invece? «Invece quel donatore arrivò. Nelle stesse ore in cui io lottavo disperatamente tra la vita e la morte in mezzo a dolori atroci Alessandra, una ragazza di Ancona, moriva in un incidente stradale. E il suo fegato venne trapiantato al posto del mio. È grazie a lei che sono viva. Adesso sono passati 16 anni e non c’è giorno che non rivolga un pensiero speciale al mio eroe e alla sua splendida famiglia, che adoro e sento un po' anche mia».
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Da questa esperienza terribile è poi uscito un libro dal titolo «Vuoi trasgredire? Non farti» e a seguire una serie di incontri quotidiani con gli studenti delle scuole come se fosse una missione di vita… «È così. Io mi sono detta: ‘Finché avrò vita cercherò di portare in giro la mia esperienza perché altri non facciano lo stesso errore. Prima ad accompagnarmi c’era mio padre, ora da sola porto avanti questa piccola grande battaglia che mi porta a condividere la mia storia con centinaia e centinaia di studenti ogni giorno ormai da diversi anni». Durante le sue ‘lezioni-racconto’ non risparmia nulla e anche il video che viene trasmesso è un documento verità sulle sofferenze che lei ha dovuto subire dopo il trapianto. Un pugno allo stomaco. Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare ai ragazzi? «A loro dico: no, non fatelo, non ne vale proprio la pena. Ma nessuno è immune. Non voglio lanciare un messaggio proibizionista perché la trasgressione fa parte di quell’età, dell’adolescenza. Io vorrei soltanto che in questo paese si torni a fare una concreta ‘Educazione alla vita’; sto portando avanti una proposta fattiva per inserire questa ‘materia’ nelle scuole perché è giusto che i giovani sappiano cosa potrebbe accadere se ti cali una pasticca o se consumi le droghe». INFO facebook.com/Giorgia-Benusiglio-prevenzionedroghe
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I tavoli sono in posizione, sistemati direttamente da allenatore e atleti, si percepisce il rumore sordo ma avvolgente di palline tirate come saette. Ci sono realtà piccole, spesso poco conosciute, che lavorano sotto-traccia. Realtà che contano in termini sportivi e umani, che mettono in bacheca titoli italiani (l’ultimo conquistato a febbraio dall'undicenne Alessandra Ugolini nella categoria “giovanissime”) e uniscono atleti e appassionati – donne e uomini – di diverse età, estrazioni sociali, lavorative e culturali. È il caso del Tennis Tavolo Tifernum che quest'anno festeggia il suo quarantesimo anno di vita; un vero microcosmo di personalità e storie, che raccontano di un'attività considerata a volte insolita, ma seguitissima. Incontriamo il presidente della società tifernate, Paolo Guerriero Carloni, nella palestra della Scuola Dante Alighieri che ospita gli allenamenti: tutti i giorni dal lunedì al venerdì, mercoledì escluso). Presidente Carloni, quest'anno spegnete quaranta candeline. Avete pensato a qualcosa di speciale per l'occasione? «Abbiamo fatto alcune magliette celebrative con le quali giochiamo dal 1 gennaio, diverse da quelle ufficiali. Poi cercheremo di organizzare un evento speciale a fine campionato». Ci può raccontare com'è nato il Tennis Tavolo Tifernum? «Nacque tutto dopo un torneo, organizzato quarant'anni fa appunto, nel corso di una Festa dell'Amicizia o dell'Unità, non ricordo con precisione. Eravamo in molti a giocare e ci siamo detti: perché non mettere in piedi una squadra? Da allora molto è cambiato, in tanti hanno lasciato, in tanti si sono uniti, in parecchi sono rimasti come Alessandro Baglioni, Stefano Lisini che fanno tuttora parte dell'organigramma societario. Ormai da una quindicina di anni, quando era presidente Stefano Castellani ci siamo organizzati seriamente con un settore giovanile e allenatori professionisti». Con quello attuale, Andrea del Tomba, ha fatto due chiacchiere poco fa... «Andrea è il primo allenatore italiano dopo tre stranieri, è stato in Nazionale, tecnico di prima categoria, ha un'esperienza importante, ed è da due anni che è con noi. Sta preparando bene i nostri ragazzi e ragazze,
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non a caso Alessandra Ugolini è diventata campionessa italiana e abbiamo continuato ad ottenere promozioni in categorie superiori. Andrea cura ogni minimo dettaglio, in uno sport così selettivo». Il Tennis Tavolo Tifernum è in A2: cosa vuol dire rapportarsi con realtà molto più grandi di Città di Castello? «Dal punto di vista tecnico non cambia nulla. Dal punto di vista economico invece è impegnativo, abbiamo trasferte in Sicilia, Basilicata e Puglia. Con una gestione oculata e senza fare il cosiddetto passo più lungo della gamba riusciamo ad avere pochi problemi e pagare giocatori, allenatore, palestra e via dicendo. Siamo il Chievo Verona del ping-pong!» Qual è il vostro obiettivo? «Fare programmazione, far crescere i giovani, restare al livello più alto possibile per più anni senza esagerare, senza alti e bassi con il rischio poi di scomparire e mandare in fumo decenni di passione e lavoro. Un motivo ci sarà pure se siamo qui da quarant'anni». In questa palestra ci sono dagli agonisti agli amatori, maschi e femmine insieme... «Sì, qui non ci sono distinzioni, l'unica è che i professionisti in alcuni momenti fanno degli allenamenti specifici. Il bello di questa realtà è però l'aspetto sociale, lo stare insieme al di fuori della palestra. Poi si vede una bella fetta di mondo, dal libero professionista allo studente, da chi viene da Firenze a chi arriva da Perugia, dall'adolescente all'adulto di sessant'anni che continua a divertirsi».
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COSTANTINOS CHIORRI, il talento, gioca in A2 e viene da Perugia, lavora nel mondo della fotografia.
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ALESSANDRA UGOLINI, la promessa, a undici anni è Campionessa italiana in carica nella categoria Under 11.
The tables are in position, set up by coach and athletes, you hear a deaf sound though entrancing of little balls hit like lightning. They are small realities, often little known, that work with little trace. Realities that however count in terms of sports and humans, who bring Italian titles to the board (the last one won in February by an 11 year old Alessandra Ugolini in the category “giovanissime”) and they unite athletes and followers – women and men- of different ages, different social, work and cultural backgrounds. This is the case of the Tennis Tavolo Tifernum who celebrate their 40th year this year, a true microcosm of personalities and stories, who tell of an activity that is sometimes considered unusual but very followed. We meet the president of the this tifernate association, Paolo Guerriero Carloni, in the school Dante Alighieri (where they hold practices every day from Monday to Friday –except Wednesdays). President Carloni, this year you are blowing out forty candles. Have you thought of doing anything special for the occasion? We have made some celebratory shirts with which we have been playing since January 1st, different from the official ones. Then we will try to organize a special event at the end of the season. Can you tell us how Tennis Tavolo Tifernum was born? It all started after a tournament, organized forty years ago, in the midst of a Friendship Festival or Unity Festival, I can’t remember exactly. We were a lot of us playing and we said to each other: why not put together a team? Since then a lot has changed, many have left, many have joined, many have remained, like Alessandro Baglioni, Stefano Lisini who are still part of the society’s organogram. By now it’s been fifteen years, when Stefano Castellani was president, that we seriously got organized with a youth league and professional coaches.
chance that Alessandra Ugolini has become the Italian champion and we have continued to get promoted to higher categories. Andrea takes care of every little detail, in a sport that is very selective. Tennis Tavolo Tifernum is also in A2. What is it like dealing with realities and cities much bigger than Città di Castello? From a technical point of view nothing changes. From the economic point of view it is very difficult, we have had to travel to Sicily, Basilicata and Puglia. With a prudent management and without biting off more than we can chew we are able to have few problems and pay players, coaches, gym and so on. We are the Chievo Verona of ping pong! What is your objective? To organize our work, help our youth to grow, stay at the highest level we can for as long as we can without exaggerating, without highs and lows with the risk then of disappearing and making ten years of passion and work go up in smoke. If we are still here after forty years then there is a reason. In this gym there are competitors and amateurs, boys and girls together… Yes, here there are no distinctions, the only one is that the professionals have some specific trainings at certain times. The beauty of this situation is however the social aspect, being together even outside the gym. Then you see a bit of the world, from the free-lancer to the student, from those who come from Florence to those who come from Perugia, from adolescents to adults who are sixty years old and still having a good time.
With the present coach, Andrea del Tomba, you had a chat just before… Andrea is the first Italian coach after three foreigners, he has been in the National team, first category coach, he has great experience, and he has been with us for two years. He is getting our guys and girls ready, it’s not by
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ABBIGLIAMENTO: Felpa bianca con cappuccio, con logo "Alieno YOU ARE NOT REAL" circolare, fusò nero con scritta laterale "YOU ARE NOT REAL" su gamba sinistra. Capi e realizzazione by GIO Exclusive. MAKE UP: Beautyflor centro estetico e abbronzatura HAIR: Riccio Naturale, BB Style.
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ABBIGLIAMENTO: T-shirt top rossa con logo quadrato "YOU ARE NOT REAL" lato cuore, pantalone nero con stampa laterale gamba destra "YOU ARE NOT REAL", comodo e pratico zainetto nero con scritta bianca "YOU ARE NOT REAL" sul fronte. Capi e realizzazione by GIO Exclusive. MAKE UP: Beautyflor centro estetico e abbronzatura HAIR: Coda Alta Centrale, BB Style.
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ABBIGLIAMENTO: Felpa bianca con cappuccio, con logo "Alieno" anche sul cappuccio e scritta "YOU ARE NOT REAL" circolare sul fronte. Capi e realizzazione by GIO Exclusive. MAKE UP: Beautyflor centro estetico e abbronzatura HAIR: Mosso Naturale, BB Style.
abiti
makeup
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Via Mattei Enrico, 17/A 06016 San Giustino 075.856.297 www.gioexclusive.it
Via Piero della Francesca, 15 bis Città di Castello 075 / 852 05 28
Via Morandi, 23 Città di Castello 333 186 52 91
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READING
CROSS
la verità, nessuno lo fa. In un libro cerchi conferme a idee che hai già pensato o similitudini con esperienze che hai vissuto. Un romanzo ti colpisce quando fa risuonare da qualche parte sensazioni che sono già dentro di te, risvegliandole, in qualche strano modo». Il romanzo è stato presentato a Rimini, a Ravenna e a Città di Castello nello spazio di Artè con la partecipazione di Camilla Trincheri.
di Cristina Crisci
Giovanni Pannacci «L’ULTIMA MENZOGNA» «L’ultima menzogna» è il titolo del romanzo di Giovanni Pannacci edito da Fernandel nel quale l’autore indaga il confine che c’è tra letteratura e inganno, ma anche lo strano e a volte torbido equilibrio dei sentimenti e delle relazioni. Piani paralleli sui quali scorre la storia dei due protagonisti, Nikel un giovane immigrato cresciuto in Italia dove fa il benzinaio e Olga Kersten un’affascinante scrittrice. Tra i due cresce, con le pagine del libro, una forte tensione sentimentale che trova, in parte compimento e in parte dannazione con l’entrata in scena di Lyubim, uzbeco ex uomo della scrittrice che finirà per sconvolgere la vita di tutti e tre. A dir la verità Lyubim compare sin dalla prima pagina quando viene ritrovato cadavere, fatto che tinge di atmosfere noir un romanzo nel quale le indagini post mortem sono assolutamente marginali rispetto all’intreccio che si crea tra le vite dei protagonisti. Sullo sfondo, che odora del mare di Rimini d’inverno, scorrono altri personaggi come il bibliotecario Attilio che insegna a Nikel a comunicare in italiano, ma soprattutto gli trasmette l’amore verso la letteratura; o il babbo Bruno, figura paterna controversa che rimanda all’infanzia del ragazzo. La vita di Nikel si affolla di libri che leniscono le sue solitudini e, tra quelli divorati giorno dopo giorno, anche «La magra indole» ultimo romanzo di Olga che gli viene consigliato da Attilio e nelle cui pagine Nikel vede scorrere le immagini della sua vita tanto da rimanerne sin da subito folgorato. Durante la presentazione del libro i due si conoscono: Nikel resta molto affascinato da Olga con la quale indaga continuamente attorno al suo lavoro di scrittrice: «La letteratura non è tenuta a dire la verità _ le dice lei _ Quando leggi un romanzo, non vai in cerca del-
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Giovanni Pannacci presenta «L’ultima menzogna» nella sede di Artè a Città di Castello
READING
CROSS di Massimo Zangarelli
Andrea Franceschetti «IO NE AMO SOLO TRE»
te, era lasciarle, per non correre il rischio di essere lasciato». Lontano da qualsiasi ridondanza retorica, nel testo disseminato di fresche notazioni ironiche (come nello stile dello scrittore), c’è poi il divertissement verbale da autentico giocoliere di parole qual è Franceschetti: «Il buio mai buio della movida di riviera», «un’estesa superficie di superficialità» e via dribbling lessicali assolutamente godibili, in un’ incalzante e modernissima affabulazione degna di un consumato intrattenitore, di un fine diseur, oltre che di un acuto narratore.
Se c’è un autore (non solo) in Alta Valle del Tevere capace di mixare sapientemente cultura(sedicente) alta e cultura(cosiddetta)pop, trattare con levità contenuti profondi, coniugare articolazione di pensiero con fluidità di scrittura questi è senza dubbio alcuno Andrea Franceschetti. Il suo “Grammatica e canzoni” uscito tre anni fa dopo una serie di altre interessanti pubblicazioni, è stato una folgorazione; ora, dopo l’avvincente “Bianco” lo scrittore ha dato alle stampe (ed.Fuori/ onda) un nuovo racconto «Io ne amo solo tre» ben rappresentativo del vuoto esistenziale che tanta parte della società odierna permea e caratterizza. Il protagonista, esemplare emblematico di sciupafemmine di provincia, è un po’ il paradigma di questi nostri tempi vacui e liquidi: accumulatore seriale di avventure una volta definibili ’galanti’, ora compulsivo, ora riluttante, pur se di mirabile aspetto non possiede né il fascino seduttivo del Don Giovanni del 3° millennio né la malinconica attrattiva del gigolò 2.0, al punto che l’inedita rinuncia non già l’ennesima conquista, sembra sublimare la sua tendenza irreversibile all’effimero totale che ogni emozione spegne, ogni mistero inaridisce e persino ogni piacere inficia anche accanto a vittime più o meno consapevoli di fugaci scorribande sessuali (più simili a blitz che a flirt) sempre comunque condivise altresì nella versione ludica inneggiante al toy-boy. Il ‘lui’ di questo romanzo breve diviene quindi simbolo della solitudine dell’ epoca attuale , disorientamento esistenziale che nessun amplesso routinario può arginare, e che forse solo un sentimento autentico potrebbe attenuare, una circostanza pure verificatasi «ma la regola, dopo che quelle di cui si era veramente innamorato lo amavano veramen-
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ph: Michele Fanucci - michele.fanucci@gmail.com
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di Lorenza Mangioni
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
la rivoluzione è Essere
Veri
La prima volta che ho visto i Fast Animals and Slow Kids era una sera d’estate molto calda e io avevo un vestito verde lunghissimo; in piazza San Domenico ad Arezzo c’erano tante persone, bicchieri di birra, attesa, sorrisi. Io non sapevo cosa aspettarmi, pensavo che avrei ballato ma chissà con quel vestito così lungo se mi sarei potuta divertire e chissà se i ragazzi che stavano per salire sul palco mi sarebbero piaciuti davvero. Poi, in quella sera appiccicosa di euforia e musica mi sono un po’ innamorata, perché i FASK sono arrivati e in un modo tutto loro cantano per te, parlano con
te che sei li ad ascoltarli, ti trascinano nella loro musica, sono generosi, rumorosi e senza filtri, danno molto e ti chiedono altrettanto. In un attimo tutti hanno cominciato a muoversi intorno, a cantare, a ballare, a cercare il loro momento perfetto, a raccontare a chi stava sul palco un pezzo della propria storia. Incontro Aimone Romizi, il cantante della band, molti mesi dopo, il clima è diverso, Perugia è gelida e un po’ tetra, il loro tour è finito dopo una serie infinita di concerti e si può cominciare a pensare al prossimo album, alla prossima stagione di concerti e d’estate.
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Cominciamo subito: se dovessi dire chi sono i FASK adesso, dopo un tour lunghissimo, qual è la definizione che daresti? «Attualmente ho la fortuna di poter dire che i FASK sono un gruppo di amici che suona insieme, ancora, dopo sette anni. Ci conosciamo da prima: scuole insieme, medie, liceo, un percorso bello. Con le stesse passioni, la stessa idea. La musica crescendo è diventata la cosa più importante e per fare bella musica ci vuole pazienza, riflessione, anche in questo siamo perfettamente allineati».
perché? «Per me una band dovrebbe sempre credere in quello che fa, credere in ogni canzone, credere in se stessa. Se suoni convinto di quello hai scritto, se sei felice davvero nel farlo, questo arriverà alla gente; abbiamo cominciato a suonare davanti a cinque persone e nel tempo, suonando sempre, abbiamo costruito qualcosa di solido. Per questo è stato rivoluzionario, in modo inaspettato la partecipazione si è moltiplicata. Se sei orgoglioso di quello che fai le persone lo sentiranno e in qualche modo torneranno».
In Alaska (il loro ultimo album, ndr) si parla molto di legami, amore e ovviamente amicizia, in questo senso è un disco molto omogeneo; non so se in questo momento state già registrando qualcosa, ma avete un’idea di partenza? «In realtà, no. Siamo una band umorale. Siamo bravi a descrivere cose molto nostre, che sono nelle nostre corde, partiamo sempre da una visione molto personale. Alaska è omogeneo perché è stato registrato in un periodo molto breve, connotato da circostanze cupe che però hanno toccato tutti e su cui siamo sempre stati in sintonia. L’obiettivo è mantenere questa uniformità e migliorare musicalmente. Abbiamo fermato delle sonorità all’inizio del tour, ora le riprenderemo e vedremo che farne. Noi scriviamo e componiamo sempre, altrimenti ci sentiremmo morti».
Adesso vi chiuderete in studio, avete dei tempi da rispettare? «No, il bello di essere liberi nella musica è questo, non abbiamo contratti di sorta. La nostra idea è di trovare qualche canzone prima o poi, da qui nel futuro, potrebbero essere anche 18 anni, ma non fare musica di getto, senza ragionarla, non è il nostro modo. Siamo molto cervellotici, proviamo tantissimo. Siamo pazzi perfezionisti. E soprattutto non vogliamo sentirci stupidi fra di noi».
Hai sempre scritto musica? «No, ho cominciato con i FASK. I testi che scrivo però devono piacere a tutti gli altri componenti, altrimenti non vado avanti; sto molto attento perché presentare un testo ai miei amici, alle persone con cui suono, per me è molto importante, il loro giudizio è fondamentale e non voglio mai deluderli. Oltretutto non riusciremmo mai a suonare una canzone su cui non siamo d’accordo». Riuscite a creare molta empatia durante i concerti: come fate, avete un “segreto”? «Il patto di fiducia c’è e deve esserci sempre in un concerto come lo intendiamo noi. Dato che non possiamo fare tutto abbiamo bisogno che chi è lì partecipi e dia quel qualcosa in più che serve a creare un insieme speciale. Chi ascolta ha la stesse responsabilità di chi suona, deve essere un rapporto alla pari». Il tour di Alaska lo hai definito rivoluzionario,
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Sei stato in viaggio in Alaska, hai ritrovato qualche atmosfera, qualcosa di casa, di Perugia, che avete descritto nel disco? «Qualcosa si, solo che l’Alaska è più fredda!». L’UMBRIA CHE SPACCA è un tuo progetto, so che ci tieni molto. «È una delle cose cui tengo di più. Organizzo questo evento per sole band umbre; il mio background è tutto qui! I primi gruppi che ho amato sono umbri, di Perugia, di Umbertide; siamo un po’ isolati, è un ambiente un forse un po’ chiuso, ma a me piace essere così lontano da fenomeni di costume che vanno da altre parti. È un valore in più. Perugia, le sue contraddizioni, le sue mancanze, è tutto presente nella nostra musica, perché è qui che siamo cresciuti». Prima di lasciarti mi piacerebbe sapere cosa vorresti si dicesse di voi, della vostra musica. Cosa davvero è importante. Mh, questo è fighissimo... credo non sia tanto un giudizio qualitativo - musicalmente parlando -, quanto più un qualcuno che possa dir: “la vostra musica è sincera, vera, e non siete una band di paraculi”». Finita l’intervista scopro che in realtà qualcosa è già stato registrato, chissà dove ci porteranno stavolta i FASK, e se sarà di nuovo così freddo, come stasera.
ph: Michele Fanucci
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TU, IO e JEFF YOU, ME and JEFF A lungo ho custodito e protetto alcuni tra i miei più cari artisti come Jeff Buckley e Nick Drake dalla massa, dall'ascolto distratto, dalla superficialità e dal giudizio di coloro che ascoltano «un pò di tutto». Ormai nell'epoca dove la nomenclatura di artisti di nicchia è più importante della loro approfondita conoscenza, in tempi in cui brani «intoccabili» finiscono in pretenziosi spot di grandi aziende (o peggio selezionati per interpretazioni nei talent show musicali), posso dichiarare ufficialmente persa la battaglia e deporre certe gelosie. Spogliato di quanto sopra, superare lo scetticismo di un lavoro postumo e dell'interesse commerciale che vi ruota attorno (fenomeno assai frequente con l'eredità musicale di Jeff Buckley) diviene un gioco da ragazzi ed è così che mi sono avvicinato a «You and I». Una raccolta di otto cover e due brani originali registrati allo Shelter Island Sound Studio di Steve Addabbo nel febbraio 1993 quando il giovane Jeff - con alle spalle pochissima esperienza ma tanto talento - riuscì a farsi mettere sotto contratto dalla Columbia. Lavorò a queste sessioni nel tentativo di sbloccare e far fluire la sua vena artistica (cosa che avvenne meravigliosamente, rimanendo purtroppo l'unica opera compiuta con l'album Grace del 1994). Non serve addentrarsi nel dettaglio della tracklist del disco, siano esse cover o brani propri, poiché chi conosce Jeff Buckley sa bene che ogni sua esecuzione e performance è sempre stata una creatura nuova e diversa. La qualità della raccolta è molto alta sia in termini sonori che di contenuto e diventa un ritratto intimo, intenso e privo di orpelli da rockstar mitologica. Ad accomunare le tracce ed il lavoro c'è tutta la semplicità che forse in vita Jeff non è riuscito a trasmettere: la sua straordinaria ed unica voce, la sua chitarra magica, ed il dono della potente interpretazione, totale e profonda in ogni nota o parola ci fanno scorgere l'essenza e i tratti inediti dell'artista. Forse, a questo punto, il pregio maggiore del disco è questo: dare la possibilità di iniziare a conoscere veramente quello straordinario e puro talento che fu Jeff Buckley.
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Long have I guarded from the crowd some of my most cherished artists like Jeff Buckley and Nick Drake, protected them from distracted listening and from the shallowness and judgment of those who listen to "a bit of everything." Now in the era where naming niche artists is more important than having any in-depth knowledge, at a time when ‘untouchable’ songs end up in the pretentious advertisements of large companies,(or worse, selected for interpretation on talent shows), I can officially declare the battle is lost and put aside certain resentments. Stripped of the above, overcoming the skepticism of posthumous works and the commercial interest that revolves around them, (a very common phenomenon with Jeff Buckley’s musical legacy,) becomes a breeze - and that's how I approached "You and I". It’s a collection of two original songs and eight covers recorded at Steve Addabbo’s Shelter Island Sound Studio in February 1993, when the young Jeff - with little experience but a lot of talent managed to land a contract with Columbia. He worked hard to unlock his artistic ability in these sessions (which happened wonderfully, unfortunately the only remaining work accomplished with the 1994 album, Grace). There’s no need to go into details about the album’s tracklist, or whether they are covers or originals, as anyone who knows Jeff Buckley knows that every performance was always unique. The quality of the collection is very high both in terms of sound and content and forms an intimate, intense and without frills portrait of the mythological rock star. Uniting the tracks and work is all the simplicity that maybe Jeff couldn’t convey in life; his extraordinary and unique voice, his magic guitar, and the gift of powerful interpretation, total and profound in every note or word, that makes us see the essence and unreleased tracks of the artist. Perhaps at this point the greatest value of the album is this; to provide the opportunity of beginning to really get to know the extraordinary and pure talent that was Jeff Buckley.
Gardening Giardinaggio
Ilo Mariottini gardenmariottini@virgilio.it
PRIMAVERA: DAI VASI MIGLIORI AL GERANIO EDERA Con l'arrivo della primavera e le temperature favorevoli è il momento giusto per iniziare a coltivare i fiori. Non è necessario avere a disposizione un giardino in prossimità di casa ma possiamo decorare e colorare i nostri balconi e terrazzi con un ampia varietà di piante e fiori. Innanzitutto bisogna valutare il grado di esposizione al sole del nostro spazio e poi scegliere i fiori più appropriati: alcune piante richiedono tanto sole per crescere, altre invece preferiscono l'ombra. Non meno importante è la scelta delle fioriere e dei vasi. I fiori hanno bisogno di sufficiente spazio per allargare le radici quindi cerchiamo di acquistare vasi abbastanza grandi, meglio ancora se in coccio perché più resistenti alle intemperie è più porose così da disperdere l'umidità stagnante del terreno. Altrimenti possiamo scegliere i vasi in plastica più leggeri e pratici. Prima di riempire i vasi con il terriccio, un piccolo accorgimento per migliorare il drenaggio può essere quello di inserire pezzetti di vasellame sul fondo; la terra deve essere ricca di sostanze nutrienti, ben drenata, soffice e mischiata con sabbia e concime organico. Le piante in vaso hanno esigenze idriche diverse da quelle posizionate a terra in giardino perché non possono espandere le loro radici alla ricerca d'acqua, quindi bisogna innaffiarle periodicamente preferibilmente nelle ore serali o al mattino. Il terriccio deve
essere sempre umido e ogni 8-10 giorni insieme all'acqua va aggiunto un po' di concime. Durante il periodo di crescita vanno eliminati sempre i fiori e le foglie secche per evitare che la pianta sprechi prezioso nutrimento. Il protagonista indiscusso di balconi e terrazzi è il Geranio Edera, pianta erbacea originaria del Sud Africa che fiorisce tutto l'anno. Il nome Geranio deriva dal greco “pelargos” che significa “cicogna” per la somiglianza dei fiori al becco di questo uccello. I Gerani Edera sono perfetti per chi non ha il pollice verde: non richiedono molte attenzioni e si adattano a tutti i climi. Quelli a fiore semplice pelarganium peltatum ovvero “che si allunga” - meglio conosciuti come parigini sono perfetti per dar vita a cascate multicolori sui nostri balconi. Queste piante, infatti, sono ricadenti e semirampicanti possono crescere fino a un metro e mezzo proprio per questo per evitare che si spezzino bisogna collocarle in punti poco ventosi. In Aromaterapia le proprietà del geranio vengono utilizzate come antidepressivo, come anti-infiammatorio, antisettico o astringente. Può essere usato anche per curare vesciche, bruciature, acne, eczema, nevralgia e mal di gola. I nostri balconi si trasformeranno in giardini vivaci dai profumi delicati e basterà aprire la finestra per far tornare il buon umore!
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Cinema Metropolis > Umbertide - di Luca Benni e Matteo Cesarini
CINECOMIC 2016 Quello con i cinecomic (film tratti dai supereroi a fumetti) è ormai un appuntamento fisso; vediamo però perché il 2016 sarà molto importante per questo genere sempre più seguito. Quando si parla di supereroi americani dei fumetti le due case editrici che vengono in mente sono MARVEL e DC COMICS, con la prima a farla da padrone da più di un decennio dal punto di vista dei numeri al botteghino. Ma andiamo con ordine. Partiamo da CAPITAN AMERICA - CIVIL WAR. Prodotto dai Marvel Studios è diretto da Anthony e Joe Russo, la storia si basa sulla famosissima miniserie Civil War pubblicata nel 2006 e nel 2007 che si svolge subito dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron. Non fatevi ingannare dal nome del titolo, qui siamo di fronte ad una sorta di AVENGERS 3, molto particolare: dopo che la città di Lagos, in Nigeria, viene colpita da un incidente internazionale che li vede coinvolti, i politici vogliono che sia indetto un sistema di responsabilità e un consiglio d’amministrazione che decida quando richiedere l’intervento del “supergruppo”. Questo divide inevitabilmente gli Avengers in due parti che si scontrano
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e che, al tempo stesso, sono impegnati a proteggere il mondo da un nuovo e malvagio avversario. In più, per la gioia di tutti i fan dei supereroi, vedremo per la prima volta il nuovo personaggio di SPIDERMAN, interpretato da Tom Holland, che farà un cameo prima del nuovo reboot targato SONY. C'è poi BATMAN V. SUPERMAN - DAWN OF JUSTICE. Prodotto da Warner Bros. e diretto da Zack Snyder è interpretato da Henry Cavill, Ben Affleck, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Laurence Fishburne, Jeremy Irons, Holly Hunter e Gal Gadot. Si basa sui personaggi dell'universo di Superman, creati da Jerry Siegel & Joe Shuster, sui personaggi di Batman, creati da Bob Kane, e su quelli del mondo di Wonder Woman, apparsi nei fumetti pubblicati dalla DC. Temendo le azioni di un supereroe, rimasto troppo a lungo senza controllo, il formidabile vigilante di Gotham City affronta il più osannato salvatore di Metropolis, mentre il mondo cerca di capire
di quale eroe abbia realmente bisogno. E mentre Batman e Superman si dichiarano guerra, improvvisamente una nuova minaccia emerge, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del genere umano. Proseguiamo con X-MEN: APOCALYPSE. Fuori a maggio e prodotto da Fox, è il nono film basato sui supereroi muntati Marvel Comics, sequel di XMen: Giorni di un Futuro Passato. È diretto da Bryan Singer, il cast comprende vecchi e nuovi nomi del mondo X-Men: James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Oscar Isaac, Nicholas Hoult e Ben Hardy. SUICIDE SQUAD, infine. C'è tanta curiosità per questa pellicola, prodotta da Warner Bros e diretta da David Ayer, basata sull’omonimo gruppo di supercriminali dei fumetti DC Comics. Il cast comprende nomi celebri come Will Smith, Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Cara Delevingne e Viola Davis. Buona visione!
Cinema Metropolis /Umbertide
CINECOMIC 2016 Comic book hero-based films are quite the fixture now, and a number will be coming out this year. Two publishing houses of the genre come to mind – namely Marvel and DC comics - with the former generally lording it at the box office for the last decade or more. So what’s in store? by Luca Benni e Matteo Cesarini
Let's start with CAPTAIN AMERICA - CIVIL WAR. Produced by Marvel Studios and directed by Anthony and Joe Russo, the story is based on the famous Civil War miniseries published in 2006 and 2007 and takes place immediately after the events of Avengers: Age of Ultron. Don’t be fooled by the title; it’s really a very particular kind of AVENGERS 3. After Lagos (Nigeria) is hit by another international incident involving the Avengers, politicians form a system of accountability and a governing body to determine when to call in the team. This inevitably divides the Avengers into two opposing factions who at the same time are committed to protecting the world from a new and evil opponent.
burne, Jeremy Irons, Holly Hunter and Gal Gadot. It’s based on the DC Comics’ universe of Superman, Batman and Wonder Woman characters created by, respectively, Jerry Siegel and Joe Shuster, Bob Kane and William Moulton Marston. Fearing the actions of a too long unchecked superhero, Batman, the formidable vigilante of Gotham City, squares up to Metropolis’ famous saviour, while the world tries to figure out which hero it really needs. And while Batman and Superman go to war a new threat suddenly emerges,
jeopardizing the survival of the human race. We continue with X-MEN: APOCALYPSE. Out in May and produced by Fox, it’s the ninth film based on Marvel Comics’ mutant superheroes and follows X-Men: Days of Future Past. Directed by Bryan Singer, the cast includes old and new X-Men and stars James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Oscar Isaac, Nicholas Hoult and Ben Hardy. Finally we have SUICIDE SQUAD. There’s a lot of curiosity about this film, produced by Warner Bros, directed by David Ayer and based on the homonymous group of DC Comics’ super villains. The cast includes such famous names as Will Smith, Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Cara Delevingne and Viola Davis. Happy viewing!
BATMAN VS SUPERMAN - DAWN OF JUSTICE is next up. Produced by Warner Bros. and directed by Zack Snyder it stars Henry Cavill, Ben Affleck, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Laurence Fish-
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CREMA DI FAVE, CALAMARI ARROSTITI e SPINACI CROCCANTI
Marco Bistarelli e Linda Boncini Ristorante Kook Dinner, via dei Tre Nonni, Città di Castello Ingredienti per 4 persone 600 g fave secche decorticate, 200 g fave verdi fresche sbucciate, 200 g di foglie di spinaci freshi, 2 scalogni tritati, 4 calamari medi puliti tagliati a metà Preparazione ammollare le fave secche in acqua fredda per venti minuti circa, nel frattempo sbucciare le fave fresche e tritare finemente due scalogni. In un casseruola far soffrigere gli scalogni, aggiungere le fave secche e farle leggermente tostare, aggiungendo solo un pò d'acqua dell'ammollo e procedere fino al termine della cottura. Unire le fave fresche, aggiusatare di sale e pepe e frullare il tutto fino ad ottenere una purea. A parte tostare in una casseruola con un filo d'olio gli spinaci in modo veloce, aggiustare di sale e pepe e tenere in caldo. In una padella antiaderente arrostire i calamari, aggiungendo sale, pepe, olio ed uno spicchio d'aglio. In una fondina disporre la crema di fave calda, al centro porre gli spinaci e ai lati adagiare i calamari arrostiti con il ciuffo sopra. Guarnire con un filo d'olio extra vergine d'oliva. Buon Appetito!
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di
Andrea Tafini
FOLLOW THE DRAGONS (AND THE MUSIC) 122
Giocando con un famoso aforisma si potrebbe dire che l’attesa di Game of Thrones è essa stessa Game of Thrones. Mesi e mesi prima dell’avvio di ogni stagione tratta dai libri di George Martin escono fuori miriadi di notizie, spoiler, bufale, indiscrezioni e teaser che animano le discussioni dei fan, solo di quelli un po’ fissati per la verità.
Playing with a famous aphorism one could say that the wait for Game of Thrones is the same as Game of Thrones. Months and months before the start of each season from the books of George Martin come a myriad of news, spoilers, fabrications, indiscretions and teasers that animate the discussions of the fans, only those who are little fixated on the truth.
La sesta stagione, al via il 24 aprile (HBO in Usa e Sky Atlantic da noi 24 ore dopo), ha mantenuto e amplificato questa tradizione. L’attesa ruota quasi tutta intorno alla sorte di Jon Snow, caduto apparentemente morto nell’ultima puntata della quinta stagione. Anche chi è arrivato a leggersi tutti i libri dovrà tenere la guardia ben alzata; gli sceneggiatori hanno ormai scelto strade diverse per dipanare la matassa di una storia sempre più complessa, dove l’ultimo libro di Martin (quello che chiuderà la saga) è atteso come la manna dal cielo, sempre che si decida a scriverlo. Jon Snow a parte, ritroveremo Tyrion tra i suoi intrighi per sopravvivere, Arya Stark alle prese con il suo inquietante addestramento, Cersei Lannister appena uscita di prigione e Daenerys con i suoi draghi, dispersa chissà dove. Da segnalare l’ingresso nel cast di una leggenda del cinema come Max Von Sydow.
The sixth season, starting on the 24th of April (HBO in USA and Sky Atlantic for us 24 hours later) has kept and amplified this tradition. The wait is almost all about the this guy, Jon Snow, who apparently fell dead in the last episode of the fifth season. Even those who have read all the books have to keep their eyes out; the screenwriters have chosen different roads to resolve the problems of a very complex story, where Martin’s last book (the one that ends the saga) is awaited like manna from heaven, as long as he decides to write it. Jon Snow aside, we find Tyrion in his intrigues of survival, Arya Stark struggling with her unsettling training, Cersei Lannister just out of prison and Daenerys with his dragons, lost who knows where. Make note of the entry to the cast, a legend from the cinema, Max Von Sydow.
Cambiamo musica, letteralmente: sta per finire la prima stagione di Vinyl, la serie che racconta l’industria musicale nella New York degli anni ’70. L’intreccio tra personaggi inventati e reali (Led Zeppelin, Lou Reed, Andy Warhol e così via) ha funzionato al meglio, così come il mix tra il racconto adrenalinico (tutto sesso, droga e rock and roll) e la ricerca di un effetto nostalgia che non straborda mai in atmosfere vintage scontata. Giganteggia il protagonista, Richie Finestra, proprietario di una casa discografica in difficoltà che si è costruito da solo la propria fortuna partendo dal blues per poi approdare al rock; uomo in pieno tormento, afflitto da rimorsi, ricordi e droga, che vive la musica come un modo per coprire le sue sciagure. Ad un certo punto si lancia nella ricerca nevrotica di un sound nuovo che soppianti quello dominante dei suoi concorrenti, più che altro una via per ricominciare e lasciarsi dietro un fatto terribile... Che dite, sarà ora di vederla?
Changing music, literally: The first season of Vinyl is about to end, the series that tells about the music industry in New York in the 70’s. The plot of the characters, real and invented, (Led Zepplin, Lou Reed, Andy Warhol and so on) worked best, just as the mix of the adrenalin tales (all sex, drugs, rock and roll) and the search for a nostalgic effect which is never too much in a vintage atmosphere. Towering over the main character, Richie Finestra, the owner of a record company that is in difficulty, who has built his own fortune starting with blues and then going to rock; a man who is tormented, afflicted by remorse, memories and drugs, who lives this music as a way to cover his tragedies. At a certain point he throws himself into a neurotic research for a new sound that is ahead of his competitors, more importantly a way to start again and leave behind a terrible event…what do you say, is it time to see it?
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Davide Bianchini
THE SATURN INGREDIENTI 4 cl Ketel One vodka 2,5 cl Creme de cacao white 2 cl succo di limone fresco 1,5 cl zucchero liquido 3 gocce di tabasco 4 lamponi pestati
INGREDIENTS 4 cl Ketel One Vodka 2.5 cl white Crème de cacao 2 cl fresh lemon juice 1.5 cl liquid sugar 3 drops of tabasco sauce 4 raspberries, crushed
PREPARAZIONE: Raffreddiamo la doppia coppa Martini, successivamente pestiamo i lamponi dentro lo shaker ed aggiungiamo gli ingredienti; a questo punto chiudiamo lo shaker e agitiamo fino a che non sarà ghiacciato; con l'aiuto di un colino utilizziamo la tecnica del "double strain" e versiamo nella coppa; come decorazione usiamo uno spillone con 3 lamponi infilati ed appoggiato sopra il bordo!
PREPARATION: Chill the double martini glass with ice, then crush the raspberries into the shaker and add all the other ingredients; at this point we close the shaker and shake until it is cold. With the help of a colander, we use the “double strain” technique and we pour it into the glass. As a decoration we could use a little spear with three raspberries on it and lay it across the rim of the glass.
Godetevelo, Salute!
ENJOY, cheers!
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DA CARNEVALE ALL'ESTATE CON LA MEAREVOLUTIONAE DI ANGHIARI Sabato 5 marzo, si è tenuta una bellissima festa di Carnevale al Teatro di Anghiari. L’ha organizzata l’associazione Mearevolutionae Anghiari in collaborazione con Il Maestro e il Bar Teatro di Anghiari (un ringraziamento speciale va anche a Elisa Nocentini per le foto all'interno della sala). Noi di The mag ne siamo stati media partner, e con Lorenzo Rao Locchi abbiamo scattato alcune foto in stile panel-red carpet; ci siamo divertiti molto, perché è stato stupendo stare insieme in un luogo affascinante come il teatro, nel rispetto della storia, della musica e degli altri. Dopo la Festa di Carnevale, le attività della Mearevolutionae non si fermano e per l’estate 2016 sono in programma Jam session, che si sposteranno all’aperto nel Mea Garden, concerti e proiezioni di pellicole, e tanto altro ancora. Per alcuni eventi verranno valorizzati e riscoperti scorci e luoghi nascosti che Anghiari e la Valtiberina offrono. Stay tuned!
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GIANPIETRO ZANCHI IN QUIRINALE Lo scorso 30 marzo, in occasione della Giornata Nazionale delle Persone con Disabilità Intellettiva, il tifernate Gianpietro Zanchi è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come rappresentante (insieme a Sofia Fugazotto) degli Atleti Special Olympics in Italia. Gianpietro nel 2015 ha partecipato ai Giochi Mondiali Special Olympics di Los Angeles. Un'altra enorme soddisfazione, quindi, per l'Atleta Speciale della A.s.d Centro Judo Ginnastica Tifernate che dall'età di nove anni si è dedicato con costanza alla ginnastica artistica. Lo sport per Gianpietro sempre stato un mezzo per esprimersi, per dimostrare coraggio, riconoscimento sociale e soprattutto gratificazione personale. Continua così, campionissimo!
PIAZZA BURRI: UNA PROPOSTA DAGLI EMIRATI ARABI Il sogno, ancora rimasto incompiuto, del maestro Alberto Burri, quello della piazza nella sua Città di Castello, potrebbe percorrere la via degli Emirati Arabi. Con la visita di Saqer Nasser Ahmed Abdullah AlRaisi, ambasciatore degli Emirati Arabi in Italia, avvenuta a marzo, si è ufficialmente aperto un canale per una possibile ‘joint venture’ che coinvolga investitori di quel paese, la Fondazione Burri, il Comune, la Regione ed anche l’Università degli studi di Perugia. L’ambasciatore, nel suo intervento, ha specificato che «gli Emirati Arabi guardano con sempre crescente interesse l’arte internazionale promuovendo una serie di iniziative e di presidi anche dedicati ai maggiori musei d’Europa. Sono molto lieto di essere all’interno del Museo Burri e di poter collaborare insieme a voi per realizzare progetti artistici nell’ambito della già ottima collaborazione che c’è tra i nostri
paesi». «La Fondazione, insieme alla città, - ha aggiunto Bruno Corà - auspica che il percorso di conoscenza e di reciproco interesse prosegua e si qualifichi, con importanti scambi e progetti, come quello riguardante questo ultimo grande quadro che Burri ha sognato di realizzare: la piazza».
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SI, VIAGGIARE! idee per scoprire l'Italia e il resto del mondo Che sia in Italia, in Europa o nel resto del mondo... l'importante è viaggiare! Allora ecco tre mete da scoprire, consigliate e descritte da Roberto Barbafina. #TRIESTE Un luogo straordinario, forse la città italiana più "mittleuropea", una porta aperta verso l'Europa orientale e il bacino del Mediterraneo. Del suo passato asburgico resta il centro storico con un mix di architetture barocche, liberty e neoclassiche affacciate sul molo Audace, una delle immagini più famose della città. Oltre alla parte urbanistica, tracce del suo passato restano nelle botteghe che ancora popolano il centro, dove è possibile respirare quell'aria di luogo d'incontro tra est e ovest che fecero definire la città "La piccola Vienna sul mare". Un'esperienza da provare è quella dei caffè letterari, luogo d'incontro oggi come nel passato di artisti e letterati, da qui passarono James Joyce e gli autori triestini più famosi come Italo Svevo e Umberto Saba. Questi punti di aggregazione e scambio di idee nacquero e crebbero grazie alla presenza del porto, luogo di arrivo di viaggiatori e anche dei preziosi chicchi di caffé (vi dice niente Illy?) che ancora oggi costituiscono uno dei prodotti simbolo della città. #POLONIA Questo paese meraviglioso è spesso poco conosciuto dal grande pubblico, ma al suo interno raccoglie dei luoghi sorprendenti con storie affascinanti. Una delle mete più conosciute è Cracovia, per secoli la capitale del paese e il suo centro culturale primcipale con la storica Università Jagellonica, tra le più antiche d'Europa e il centro storico patrimonio dell'Unesco. Assolutamente da visitare è il Castello del Wawel per ammirare "La Dama con l'Ermellino" di Leonardo da Vinci. Uscendo dai percorsi consueti, di straordinaria bellezza naturalistica è la zona nord orientale dei laghi Masuri, una
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terra incontaminata di boschi e laghi dove nei mesi caldi è possibile fare escursioni in canoa, campeggio e trakking. Non lontano, tra Polonia e Bielorussia si apre la meravigliosa foresta Bialowieza, un'area dove la foresta primordiale incontaminata è sopravvissuta allo sviluppo umano e dove hanno trovato rifugio gli ultimi esemplari del Bisonte Europeo. Tornando verso un ambiente più cittadino da non perdere la città di Danzica, adagiata sulle rive del Mar Baltico, con una storia di grande porto e punto di approdo per i mercanti che da oriente portavano verso la Lega Anseatica pellicce e ambra. Da non perdere è una passeggiata nelle stradine del centro, dove si possono incontrare negozi d'antiquariato, gallerie d'arte e caffè alla moda dove gli abitanti passano le serate estive all'aria aperta. #PAESIBASCHI Incastonati tra Spagna e Francia, a cavallo dei Pirenei, questa terra racconta una storia assolutamente unica in Europa, quella di una lingua antichissima le cui radici si perdono nella notte dei tempi. Questa sua particolarità ha sempre indotto i baschi a cercare autonomia dai popoli vicini, ancora oggi il movimento autonomista è straordinariamente forte soprattutto nel lato spagnolo. Meno consociuta ma estremamente interessante è anche la parte francese, con alcune particolarità che la rendono unica. Una di queste è Biarritz, vecchio porto di balenieri che nella seconda metà dell'ottocento, anche su impulso di Victor Hugo, divenne una delle località balneari più ambite dalla nobiltà e dall'alta borghesia europea. Da allora la località balneare si è trasformata, restano ancora i grandi hotel balneari lungo il mare in stile Luigi XIII, luogo di vacanza delle teste coronate d'europa a cavallo tra ottocento e novecento. Oggi le grandi spiagge sono diventate una delle capitali europee dei surfisti, infatti grazie alle correnti del Golfo di Biscaglia le sue onde sono considerate ideali per praticare surf.
info: roberto.barbafina@libero.it
YES, TRAVEL! ideas to discover Italy and the world Whether it be in Italy, in Europe or in the rest of the world… the important thing is to travel! So here are three destinations to discover, recommended and described by Roberto Barbafina. #TRIESTE An extraordinary place, maybe the most middle European Italian city, an open port towards eastern Europe and the Mediterranean basin. From its House of Hapsburg past, there remains an ancient city centre with a mix of Baroque, liberty and neoclassical architecture facing the Audace pier, one of the most famous images of the city. Besides the urbanistic part, traces of its past are in the small workshops that still populate the city, where you can breathe that meeting place vibe between east and west that made the city defined as little Vienna on the sea. You should get the experience of the literary cafes, which are meeting places today as in the past, for artists and writers, James Joyce and native authors to Trieste like Italo Svevo and Umberto Saba have come through here. These places of aggregation and exchange of ideas were born and created thanks to the presence of the port, an arrival for travellers and also for precious coffee beans (does Illy mean anything to you?) which today still constitutes one of the symbolic products of the city. #POLONIA This marvellous country is often little known by the majority of people, but its inland has surprising places with fascinating stories. One of the better known destinations is Krakow, for centuries it was the capital of the country and also its main cultural centre with the historical Jagiellonian University, among the oldest in Europe and the patrimonial centre for Unesco. You must visit the Wawel Castle to admire La Dama con l’Ermellino by Leonardo da Vinci.
Leaving the usual trails, the north oriental area of the Masuri lakes are of extraordinary naturalistic beauty , an uncontaminated land of woods and lakes where in the warmer months you can take excursions by canoe, go camping and do trekking. Not far between Poland and Belarus a marvelous forest called Białowie a opens, an area where the uncontaminated primordial forest has survived human development and where the last European Bison has found refuge. Going towards a more city-like area, don’t miss Danzica, on the shores of the Baltic Sea, with a history of a great port and landing place for merchants from the orient who brought furs and amber to the Hanseatic League. Don’t miss the walk along the roads of the centre city where you can find antique shops, art galleries and chic cafes where locals spend their evenings in the open air. #THEBASQUECOUNTRY Nestled between Spain and France, in the Pyrenees mountains, this land tells a story that is unique in Europe, that of an antique language whose roots are lost in the notes of time. This particularity has made the Basque country try to have an autonomy from the nearby peoples, and still today the autonomist movement is extraordinarily strong, especially in the Spanish side. Lesser known but extremely interesting is the French part, with some particularities which make it unique. One of these is Biarritz, an old port of whalers which, in the second half of the 800s by an impulse of Victor Hugo, became one of the whaling places that aspired more nobility and upper class in Europe. Since then, this whaling town has transformed itself, there are still the grande whaling hotels along the sea in Luigi XIII style, a place for Italian nobles to vacation during the 800s and 900s. Today the great beaches have become one of the European capitals for surfing, in fact, thanks to the currents of the Bay of Biscay its waves are considered ideal for surfing.
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si ringrazia Mariottini Garden per l'allestimento floreale C.so Vitt. Emanuele, 19/A, CittĂ di Castello (PG) - tel e fax: 075 8521164 - info@lupingioielli.it Via Lambruschini 1/A 06018 Trestina (PG) - tel 075/8642500 trestina@lupingioielli.it www.lupingioielli.it - facebook/lupingioielli
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