Lo dico subito: io non sono affatto 'portata' per lo sport. Adoro camminare, talvolta correre, ma le competizioni mi fanno venire un quantitativo d'ansia che non sto a rendicontare in questa sede. Basti pensare che quando ero bambina ai giochi della gioventù che si facevano a scuola partecipavo al lancio del peso e, quando sentivo che chiamavano il mio nome, mi nascondevo perché chiaramente non ero in grado di eseguire neanche la mezza rotazione del busto che serve per lanciare il peso. A mio discapito posso dire che, oltre la linea d'orizzonte, lancio pensieri e parole, ma senza punteggio necessario. Questa attitudine alla mancata attività sportiva ha tuttavia generato in me una sorta di profonda ammirazione nei confronti di chi vince le sfide e i campioni mi fanno venire i brividi buoni: di fronte alle premiazioni in tv con gli atleti sul podio, le medaglie al collo e gli inni nazionali, fosse anche quello dell'Azerbaijan, mi viene da piangere.