The Mag 0

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Gianni and Angelina Our Home La nostra casa

Anna Cuzzolin

My Florence - La mia Firenze

Grease is the Word!


Bar, paninoteca, insalateria colazioni a buffet, aperitivi consegne a domicilio

Via Carlo Liviero, 1 - CittĂ di Castello - 075 852 00 91 - degustibus2012@libero.it


the-mag.org

Data pubblicazione: Ottobre 2012 Grafica, fotografia e impaginazione: Moka comunicazione via Sant'Antonio, 7 - 06012 Città di Castello (PG) P.IVA 02967110541 mokacomunicazione.it Stampa: Grafiche Polidori, via G. Sorel, 9 - 06012 Città di Castello (PG) - P. IVA 0312146541 Redazione e coordinamento: Breon O'Farrell Traduzioni: Breon O'Farrell e Marta Cerù

Info e contatti: Simona 389 05 24 099 Giovanna 389 05 24 126 Breon 338 59 40 619 info@the-mag.org

10 1 Our Home

Gianni and Angelina

15 Grease is the Word! Bernice Farrell

17 The “Window Display City” is at it again! Breon O’Farrell


Our Home Gianni and Angelina


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his young, energetic couple have re structured their antique farm house into a spectacle of modernity! We love the contradiction of the exterior appearance and the interior functionality. Their variety of art: paintings from local painters; famous ones too; photgraphs; sculpture. Instead of exclusively embracing the local flavor, their interior design could be mistaken for a New York City aparment on Central Park West. There is a taste of many different cultures instead of a concentration of Italian themes. We hope our readers will understand a little better who Gianni and Angelina are after seeing their living space. It is quite an intimate experience isn’t it? Congratulations Angelina and Gianni! Thank you for sharing your beautiful home with us! The Mag: We love that your ancient house is so modern inside. Tell us about this choice. G&A: “Our own preference is contemporary but our holiday home is in a protected area which meant that we could not change the external appearance. So, instead, we created a ‘house within a house’. Before we purchaed the property, it housed pigs and cattle for over 50 years so our solution also has a practical purpose. The new interior does not touch the original farmhouse so we are insulated from the dreaded ‘rising damp’ of animal waste!” The Mag: Was this the first house you ever restored? G&A: “It’s the first house we have completely restored. Our home in England is a Regency townhouse which we modernised. For that project we took a different route and embraced the classic interior design of the Georgian era – lots of wood panels, fabrics and old furniture.” The Mag: Were you satisfied with your Architect, Builder, Geometra? G&A: “Of course, we had to use a local architect to obtain the permesso but... we really struggled with him when it came to the interior design. We wanted industrial floorings and minimalist design and he was obsessed with ever darker chestnut beams and filing the place the terracotta.



So we parted company and project managed the restoration ourselves, using local craftsmen and specialists – all of whom we now regard as friends.” The Mag: What advise would you give some one just setting out to restructure a house? G&A: “Get personal recommendations from people you trust. Shop around (as you know there are two set of prices here one for the locals and one for the stranieri), be patient (essential!) and, finally, don’t rush things. Old properties need time to evolve and settle after big changes – and even little mistakes can cost you dear!” The Mag: Do you have many purchased photographs hanging in your home? What do you think of the photos of Anna Cuzzolin? G&A: “Not that many. Nearly all the photographs in our house are selected from Gianni’s collection from his 25 years’ as a journalist. But we do have one very special photograph – inspired by Delacroix’s Bastille painting – by Byron Newman, a

London-based Playboy photographer which occupies an entire wall in our dining room. Anna’s work is creative and has a mysterious quality. She has an eye for colours, movement and story-telling.” The Mag: We noticed that you have a very sophisticated alarm system, dogs and neighbours. Is it safe here in the hills of central Italy? G&A: ”Of course it’s safe but like any rural place there is a risk of burglary! We are lucky as our house isn’t isolated and we have great Italian and Brit neighbours. We all look out for each other.” The Mag: Are you connected to both the ex-pat and local communities? G&A: “Yes, in fact we see them all as one and – with Angelina being italian by birth but raised in England – we feel part of both communities. There’s a danger of becoming entrenched into just one side of the community but bridging both sets of people is so much more rewarding. Where else in the world would you get paid in rabbit meat to fix a neighbour’s laptop!”

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uesta giovane, energica coppia ha ristrutturato un antico casolare rendendolo modernissimo. Ci piace il contrasto dell’esterno in pietra e la funzionalità degli interni, caratterizzati da una grande varietà di arte: i quadri di pittori locali si alternano a quelli degli artisti famosi, alle fotografie e alle sculture.


La loro casa è molto diversa dal tipico rudere ristrutturato che siamo abituati a vedere: sembra quasi di entrare in un appartamento di New York City a Central Park West, con un misto di elementi di culture diverse al posto degli oggetti italiani. Speriamo che i nostri lettori riusciranno a capire un po’ meglio chi sono Gianni e Angelina dopo aver visto dove vivono. Complimenti Angelina e Gianni! Grazie per aver condiviso la vostra bellissima casa con noi! The Mag: La vostra è una casa antica ma molto moderna all’interno. Parlateci di questa scelta. G&A: “Avremmo preferito uno stile contemporaneo ma la nostra casa delle vacanze si trova in un’area protetta, quindi non è stato possibile cambiarne l’esterno. Così abbiamo creato una “casa nella casa”. Prima che la acquistassimo questa proprietà ha ospitato maiali e bovini per 50 anni perciò la soluzione che abbiamo scelto ha anche uno scopo pratico: I nuovi interni non toccano il casolare originale, per cui siamo isolati dall’umidità di risalita degli escrementi degli animali!” The Mag: Questa è stata la prima casa che avete ristrutturato? G&A: “É la prima casa che abbiamo completamente ristrutturato. La nostra abitazione in Inghilterra è una villetta del periodo della Reggenza che abbiamo rinnovato. Per quel progetto abbiamo preso una strada diversa e abbracciato lo stile classico del periodo georgiano: molti pannelli in legno, tessuti e mobili antichi.” The Mag: Siete soddisfatti del vostro architetto, costruttore, geometra? G&A: “Abbiamo dovuto usare un architetto locale per ottenere i permessi ma… abbiamo discusso molto con lui quando siamo arrivati all’interior design. Noi volevamo un pavimento industriale e un design minimalista, mentre lui sembrava ossessionato con il legno scuro di noce e la terracotta. Così abbiamo deciso di occuparci noi della ristrutturazione, con l’aiuto di artigiani e specialisti locali, ognuno dei quali consideriamo adesso nostro amico.”

The Mag: Che consiglio dareste a chi è intenzionato a ristrutturare una casa? G&A: “Di ascoltare i consigli dati dalle persone fidate. Guardarsi intorno (in quanto qui ci sono due prezzi, uno per gli abitanti del posto e uno per gli stranieri), avere pazienza (essenziale!) e, per ultimo, non affrettare le cose. Le antiche proprietà richiedono tempo per trasformarsi e stabilizzarsi dopo grandi cambiamenti e anche il più piccolo errore può costare caro!” The Mag: Avete acquistato molte fotografie da appendere a casa vostra? Cosa ne pensate delle foto di Anna Cuzzolin? G&A: “No, non molte. Quasi tutte le fotografie che sono a casa nostra sono una selezione della collezione che Gianni ha raccolto nei suoi 25 anni di lavoro come giornalista. Abbiamo però una fotografia molto speciale, ispirata dal dipinto “Bastille” di Delacroix, scattata da Byron Newman, un fotografo londinese della rivista Playboy, che occupa un’intera parete della nostra sala da pranzo. Il lavoro di Anna è creativo e ha un che di misterioso. Ha un buon occhio per i colori, il movimento e la narrazione!” The Mag: Abbiamo notato che avete installato un sofisticato sistema di allarme, oltre a cani e vicini che fanno la guardia e controllano. Pensate sia sicuro vivere qui tra le colline del centro Italia? G&A: “Certamente è sicuro però, come in ogni posto rurale, c’è il rischio di furti! Siamo fortunati perchè la nostra casa non è troppo isolata e abbiamo degli ottimi vicini sia italiani che inglesi. Ci facciamo la guardia gli uni con gli altri!” The Mag: Siete in buoni rapporti con la comunità sia degli stranieri che dei locali? G&A: “Sì, infatti consideriamo le due comunità come una sola e - essendo Angelina italiana di nascita ma cresciuta in Inghilterra - ci sentiamo parte di entrambe. È un rischio legarsi troppo ad un solo lato della comunità, fare da ponte alle due relatà è decisamente molto gratificante. In quale altra parte del mondo puoi essere pagato con carne di coniglio per aver aggiustato un pc portatile?!” 6




Sandy coffee sandwiches teas and infusions aperitifs indoor and outdoor table 9

caffè Sandy panini tè e infusi aperitivi tavoli interni e esterni

via S. Francesco,2 Città di Castello


My Florence

“I was walking in the street with a friend on a wet afternoon and I found a disposable camera on the ground. �


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nna Cuzzolin is a young photographer from Città di Castello trying to make it in this field. She studied in Florence and now is back in her hometown to practice what she learned in the city and to make art. We at the Mag are publishing some pictures she took of “her Florence” and she agreed to talk with us about her passion and her work.

The Mag: The title of your photo essay could be “A wet Florence”. How has living in that city been important for you? Did Florence inspired you? Anna: ”In my pictures Florence appears as almost magical! It is a wondeful city, perfect in every color and smell... it is a source of inspiration no matter how you look at it.” In this city I found many young photogra11

phers with the same kind of passion I have. Interacting with them I was able to grow as an artist. Here in my hometown of Città di Castello there is less competition, while in Florence I found many different artists, each one with their own style. The work I am presenting in The Mag came to me almost by chance... I was walking in the street with a friend on a wet afternoon and I found a disposable camera on the ground. The city was deserted and it seemed the perfect opportunity to record this unusual atmosphere.” The Mag: You went to Florence to follow your dreams of becoming a photographer, and now you are back home. What happend? Anna: ”During my stay in Florence I was looking for something different from the place where I grew up. I found there, a lot of inspiration. I met many people... but let’s be realistic, living for a passion is not always easy, and to make that passion into a profession can be even harder. My first attempt to thrive in the big city had to end, and now I am back in my hometown


digesting all my experiences, the good and bad ones. I will continue to work in the places where I find myself.” The Mag: How do you think Italian people perceive photography? Anna: ”Photography is very underestimated here. The general thinking is that anybody can be a photographer, an artist, but obviously that is not true! Some people call themselves photographers and they don’t even know what the aperture does in a camera. It is a fact that technology allows anybody to use a camera, but for me photography is not a matter of academic education. It has to do with passion, commitment and most of all, creativity (something you cannot learn).” The Mag: You are 22 years old. Are you thinking about a career as a professional photographer in Italy? Anna: ”I already have a career as a photographer. Isn’t photography already my job?” The Mag: We mean, would you consider getting another job and having photography as a hobby in your spare time? Anna: ”I would take some other job so that I could support my work as a photographer if

I determine that taking pictures and making art isn’t enough to make a living. But photography is my center of gravity, it always will be, whether I call it hobby, work ot passion.” The Mag: Do you have any projects going on at the moment? Anna: ”First of all, I am hoping that your new magazine and website (The Mag) will lead me toward new opportunities. Apart from this I am hopinng to finalize an idea I have been considering for a while. It has to do with children: I would like to give a group of kids some disposable cameras, just like the one I used in the Wet Florence project, and see what happens.” The Mag: When we took your picture for the cover of The Mag you mentioned you are taking a trip to London. Are you looking for inspiration? Anna: ”Well of course! I never travelled as a photographer before and it will be a totally new experience. Maybe when I come back we can talk about it...” To see more of Anna’s work go to www.the-mag.org 12


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nna Cuzzolin è una giovane fotografa di Città di Castello. Ha studiato a Firenze ed è appena tornata nella sua città natale per mettere in pratica quello che ha imparato. Pubblichiamo alcune foto scattate nella “sua Firenze” e l’intervista dove parla della sua passione e del suo lavoro. The Mag: Lo scenario di questo progetto è una Firenze bagnata e (credo) invernale. Quanto è stato importante, per Te, vivere li? Firenze è una città che Ti ha dato degli stimoli, ti ha ispirato? (se sì) In particolare cosa ha Firenze per stimolare la tua ispirazione? Anna: ”Lo scenario di queste foto è una Firenze quasi magica! È una città meravigliosa e perfetta in ogni suo colore e odore... è fonte di ispirazione da ogni angolo la si guardi. A Firenze ho trovato molti giovani che condividevano la mia passione , che mi hanno spinto a migliorarmi. Qui ovviamente c’è meno competizione mentre a Firenze ho sperimentato tante cose diverse, soprattutto a livello stilistico. Questo progetto è nato quasi per caso un pomeriggio piovoso... stavamo passeggiando ed abbiamo trovato una macchina fotografica usa e getta per la strada, così ci è venuto in mente che potesse essere un’occasione ideale per delle foto istintive ed insolite. La città deserta, l’atmosfera quasi onirica (e la compagna adatta!), si sono rivelate uno scenario perfetto per l’idea che avevo in mente.” The Mag: Sei stata a Firenze per inseguire il tuo sogno e ora sei tornata a casa. Cos’è successo? Anna: ”Andando a Firenze ho cercato un ambiente diverso da quello in cui sono cresciuta. Ho trovato molti stimoli, ho conosciuto molte persone... ma parliamoci chiaro: vivere la propria passione non è sempre semplice

e trasformarla in una professione è ancora più difficile. Quello che cerco di fare ora è ripartire dal mio piccolo qui a casa facendo tesoro di tutto ciò che ho avuto la fortuna di vivere a Firenze!” The Mag: Come pensi sia considerata la fotografia qui in Italia? Anna: ”In questo periodo è molto sottovalutata, si crede che sia una forma d’arte alla portata di tutti, ma non è così! Ci sono persone che si definiscono fotografi senza nemmeno sapere cosa sia il diaframma. Certo, le nuove tecnologie permettono di fare molto, anche se per me non è solo una questione di formazione scolastica o accademica, ma soprattutto di passione, interesse e creatività.” The Mag: Hai 22 anni. Pensi che avrai una carriera come fotografa in Italia? Anna:”Una carriera credo di averla... non lo sto già facendo di lavoro?” The Mag: Accetteresti di avere un altro tipo lavoro e praticare la fotografia solo come un hobby nel tempo libero? Anna: ”Accetterei di fare un altro lavoro, integrandolo a quello di fotografa (se questo da solo non dovesse essere sufficiente), però per me la fotografia è un punto fisso, sia che si chiami lavoro o passione o hobby.” The Mag: Quali sono i tuoi progetti in questo momento? Anna: ”Innanzitutto, spero che questa collaborazione con voi mi porti nuove possibilità, inoltre spero vada in porto un progetto che avevo in mente da un po’ e che coinvolge dei bambini: voglio dar loro delle macchine fotografiche usa e getta, proprio come quella che ho usato per scattare queste foto e vedere cosa viene fuori!” The Mag: Ci hai detto che a breve partirai per Londra. Sarà un viaggio per nuove ispirazioni? Anna: ”Eh certo! Finora non ho mai fatto viaggi all’estero da fotografa. Sarà un’esperienza totalmente nuova. Magari quando torno ne potremo parlare insieme.... “ Per vedere altri lavori di Anna visita www.the-mag.org 14


Grease is the Word!

what we were letting ourselves in for. However, each week, as the cast gained in understanding, and in stature, their natural talent for acting, dancing and singing began by to be revealed. With that, came increased Bernice self-confidence and self-discipline, an acFarrell knowledgement of the hitherto unknown ability of others and the importance of teamAnne-Marie can be very persuasive. work. They worked hard, they were com‘Just come and see what we’ve done mitted, and they had fun. From there, it mushroomed. The project so far’ she cajoled. caught the imagination of the Cortonese. The And that’s why, rather reluctantly, school staff was incredibly supportive, and, I drove one March morning to La as the word got out that something exciting Scuola Media in Cortona to meet was happening, the town rallied round. The Patrizia, who teaches English there. Comune rented Il Teatro Signorelli for us. Roberto Pagani, a professional musician, She’d had an idea how to make her became our musical director. A local printer class of 13 year olds more confident offered to do the programmes for us. about speaking English. Local firms lent us stage furniture and props. And then Jovanotti turned up. He’d get a hey would do a play, in English, and put sound crew and do the lighting for us himit on for their parents. They had decided self. Wow! June 6th: performance night. to do ‘Grease’, a full-blown American We’d expected about 150 people to come. musical! When we opened the doors, they swarmed They’d cast it, started rehearsals, but they in! The theatre was packed to capacity: 3 needed a choreographer, and that’s where deep in the aisles and crammed in at the Anne-Marie, a dance teacher from England back. The lights dimmed, the music started living in Cortona, came in. After a couple of and the cast entered to a roar of approval. rehearsals, she realised they needed a direc- And they did it! They performed their vertor – so she called me. sion of ‘Grease’, in English: they danced, From the moment I met Patrizia and the sang and acted their hearts out. And they 28 kids that morning, and watched them at were fantastic, truly fantastic. work with Anne-Marie I was hooked. The audience cheered, clapped, stamped They were charming, enthusiastic, lively, their feet and wouldn’t let them go. The with a passionate desire to succeed. word we kept hearing over and over again Before I committed myself I had some was ‘eccezionale’. People’s faces were questions. Is there a script and a budget? wreathed in smiles and we couldn’t get them No. Musical director? Not yet. Scenery, to leave the theatre! I must admit, for us, costumes, backstage crew? Nope. Do the it ‘better than bettered expectation.’ (Shakekids learn performing arts in school? No. I speare!) then admitted that my Italian wasn’t that Was it worth it? Of course it was. The kids good. That’s OK – all rehearsals will take learned a lot, both fro place in English. I looked at Anne-Marie, m us and from each other. she smiled encouragingly, so I said– well, They were part of something BIG - and they let’s give it a go, shall we? knew it. They had Italian and foreign proI adapted the original screenplay and wrote fessionals backing them, all of whom gave an hour-long script for them. Patrizia set their services for free. aside time in English lessons to practice Their knowledge of English improved by comprehension and pronunciation. leaps and bounds, and they spoke with conAnne-Marie took responsibility for all the fidence and understanding - which was what musical numbers. Two rehearsals per week it was all about in the first place. And we’d were planned, for 8 weeks. all had a blast in the doing of it. And so we started, without any clue as to

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nne-Marie sa essere molto convincenA te. “Vieni a vedere cosa abbiamo fatto finora” mi disse. Ecco perchè, sebbene ri-

luttante, una mattina di marzo sono salita in macchina e mi sono diretta verso la scuola media di Cortona, per incontrare Patrizia che insegna inglese lì. Lei aveva avuto un’idea su come rendere la sua classe di tredicenni più sicuri nel parlare inglese.Avrebbero fatto uno spettacolo, in inglese, per le loro famiglie. Avevano scelto “Grease”, un famoso musical americano! Hanno iniziato a scegliere il cast e a provare ma avevano bisogno di un coreografo, ed è stato a questo punto che Anne-Marie, un’insegnante di danza inglese che vive a Cortona, è arrivata. Dopo un paio di prove realizzò che avevano bisogno di un regista così mi ha chiamato. Dal momento in cui ho incontrato Patrizia e i 28 ragazzi quella mattina, guardandoli al lavoro con Anne-Marie, sono rimasta colpita. Erano incantevoli, entusiasti, travolgenti, con un grande desiderio di avere successo. Prima di accettare avevo alcune domande: c’è un copione e un budget? No. Un regista? Non ancora. Scenografia, costumi, assistenti di palcoscenico? No. I ragazzi studiano recitazione a scuola? No. Poi ho dovuto ammettere che il mio italiano non era così buono. Ok, tutte le prove verranno fatte in inglese. Ho guardato AnneMarie che mi ha rivolto un sorriso incoraggiante, così ho detto: “Va bene, proviamo.” Ho adattato la sceneggiatura originale e scritto un copione di un’ ora per loro. Patrizia ha organizzato delle lezioni in inglese fuori dall’orario scolastico per la comprensione e la pronuncia. Anne-Marie si è presa l’incarico di seguire tutti i pezzi del musical e ha organizzato due prove alla settimana per otto settimane. E così abbiamo iniziato, senza nessuna idea di dove stavamo andando. Comunque, di settimana in settimana, il cast migliorava nella comprensione della lingua e cresceva il loro talento naturale per la recitazione, il canto e il ballo. Inoltre acquisivano sicurezza e disciplina, imparavano a conoscere le capacità fino a quel momento sconosciute gli uni degli altri e dell’importanza del lavoro di gruppo. Hanno lavorato duro, si sono impegnati e si sono divertiti. Da quel momento in poi è stata un’esplosione: il progetto ha catturato l’immaginazione dei cortonesi, il personale della scuola è stato

particolarmente collaborativo e, appena si è sparsa la voce che qualcosa di così emozionante stava accadendo, il paese si è unito intorno ai ragazzi. Il comune ha prenotato il teatro Signorelli per noi. Roberto Pagani, un musicista professionista, è diventato il nostro direttore del musical. Una tipografia locale si è offerta di stampare i programmi per noi. Le aziende locali ci hanno fornito mobili e oggetti di scena. Poi è arrivato Jovanotti. Ci ha procurato dei tecnici del suono e ha curato le luci di persona. Wow! 6 Giugno: il debutto. Ci aspettavamo circa 150 persone. Quando abbiamo aperto le porte sono entrati in massa. Il teatro era pieno fino all’orlo! Tre file nei corridoi e persone stipate fino nel retro. Le luci si sono spente, è partita la musica ed il cast è entrato in scena tra un fiume di applausi. E l’hanno fatto! Hanno messo in scena la loro versione di Grease in inglese: hanno ballato, cantato e recitato con tutto il cuore. E sono stati fantastici, davvero fantastici. Il pubblico ha applaudito, esultato, battuto i piedi e non voleva lasciarli andare. L’unica parola che si sentiva continuamente era “eccezionale”. Le persone avevano il sorriso stampato in faccia e non riuscivamo a farli uscire dal teatro! Devo ammettere che è stato “better than bettered expectation” (Shakespeare). Ne è valsa la pena? Certo. I ragazzi hanno imparato molto, da noi e gli uni dagli altri. Erano parte di qualcosa di grande, e lo sapevano. Hanno avuto accanto profesionisti italiani e stranieri, ognuno dei quali ha dato il loro contributo gratuitamente. La loro conoscenza dell’inglese è migliorata incredibilmente e hanno iniziato a comprendere meglio e a parlare con più sicurezza, che era il nostro obiettivo iniziale. E ci siamo divertiti tantissimo.

“They were part of something BIG and they knew it”

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The “Window Display City” is at it again! by Breon O’Farrell

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n Incredible thing happened to me after my kids asked if the “economic crisis” had taken our money away. I decided to get involved with our local community . I wanted to remedy the worry that had been planted in their young minds, by doing something positive. I organized sixty six shop keepers to have a window display contest, and invited all of you readers to go shopping. But the incredible thing that happened to me was how I came out of my isolated situation, tucked away in my fancy house in the hills, and got connected to the people of Città di Castello. I live here and am part of the community whether I behave as such or not. I manifested a cute little idea and stimulated the local economy. I wanted to show my kids that one person can contribute something, and make a difference, and this resulted in my whole life changing for the better. I made friends with so many talented smart and nice shopkeepers. They created inspiring window displays and did an incredible job. I involved local artists who contributed their time and imagination for free. Six hundred people judged the windows during the three hour event, and each handed in a completed voting form! The streets were teeming with people well into the night. It went so well I am compelled to do it again.La Nuova passeggiata 2 will be a three day long event taking place on October 11th 12th and 13th. The Giuntini Pet Food Company will be giving free gifts to everyone that turn. There will be interesting and fun side events happening each day too. 17

Thursday October 11th there is “Pet Papparazzi” when you can have a photo op with your pet and have a free picture emailed to your computer. On Friday afternoon the 12th, there will be a Runway Show on via Saint Antonio. All the shops on the street are participating and it is sure to be a lot of fun. On Saturday the 13th at the Cylindrical Bell Tower, which by the way is the rarest bell tower in all of Italy as there are only two of this sort in the entire country, you will find “Tower Art”. Visitors are invited to climb the tower to look down at the oversized work of art being created on the ground by Local Artist Davide Barbanera. His interpretation of a famous work which features the American flag, will be made of pet food. My deciding to get involved in the community here required a trauma. My small children voicing their financial fears was enough to motivate me. I invite you to take some action which improves your own lives, and the lives of those around us. It happened to me because I wanted it to! I invite you to get involved in your own local community, it will add a whole new depth to what it means to live here in central Italy. of those around us. It happened to me because I wanted it to!

Città di Castello è ancora una volta “Città delle vetrine” di Breon O’Farrell

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l giorno in cui i miei figli mi hanno chiesto se la “crisi economica” ci avesse portato via tutti i soldi ho avuto una rivelazione. Ho deciso di mettere le mie energie a servizio della comunità. Volevo fare qualcosa di positivo in contrasto alla preoccupazione imperante che aveva contagiato le giovani menti dei mie figli. Ho così organizzato sessantasei negozianti in una gara di allestimento delle loro vetrine e invitato chiunque visitasse Città di Castello a fare shopping come gesto anti-crisi. Quello che ho ricevuto in cambio ha dell’in-


credibile: sono uscito dall’isolamento in cui mi ero immerso per anni vivendo da straniero su una collina lontana dalla vita cittadina e mi sono sentito per la prima volta parte di una comunità. Di fatto lo ero già, sia che mi comportassi in modo tale o no. Il passo cruciale è stato avere un’idea, manifestarla e provare a usarla per stimolare l’economia locale. Volevo dimostrare ai miei figli che anche una sola persona pò dare un contributo e fare la differenza e questo gesto ha cambiato la mia vita in meglio. Ho trovato amici tra tanti negozianti di talentuosi e intelligenti. Loro hanno fatto del loro meglio per realizzare vetrine fonte di ispirazione per me e per tutti. Ho coinvolto alcuni artisti locali che hanno contribuito con immaginazione e tempo senza aspettarsi nulla in cambio. E all’evento hanno partecipato seicento persone in sole tre ore, ognuna consegnando la scheda con il proprio voto alle vetrine! Il 15 Giugno scorso le strade erano affollate fino a notte inoltrata. Se è andata così bene, perché non ripetere l’evento? La Nuova Passeggiata 2 durerà tre giornate: l’11, il 12 e il 13 Ottobre. La Ditta Giuntini, ancora una volta sponsor, metterà a disposizione omaggi per tutti i partecipanti. Ci saranno eventi collaterali in ognuna delle giornate. Giovedì 11 ottobre ho organizzato il “Pet Paparazzi”: un fotografo sarà a vostra disposizione per ritrarvi con il vostro animale domestico e mandarvi la foto via email a costo zero. Venerdì pomeriggio, il 12 ottobre, via Sant’Antonio sarà teatro di uno show di moda del tipo “Runaway Show”, con la partecipazione di tutti i negozianti della via. Infine Sabato 13 ottobre la Torre Cilindrica sarà protagonista: una rarità architettonica, essendocene solo tre in tutta Italia. Intervenite all’evento

chiamato “Arte dalla Torre”. Si tratta di ammirare un capolavoro in versione maxi, realizzato dall’artista locale Davide Barbanera, sulla pavimentazione di fronte al campanile. Il pittore interpreterà il famoso capolavoro di Burri SZ1, una bandiera americana che sarà visibile in maniera ottimale solo dalla cima della torre. E il materiale per realizzare l’opera sarà cibo per animali. C’è voluto un trauma per farmi decidere di prendere parte attivamente alla vita della mia comunità. E’ stata la paura economica espressa dai miei figli a motivarmi. E da ciò proviene il mio invito a voi lettori perché facciate un’azione volta a migliorare la vostra vita e quella di chi vi sta attorno. A me è successo perché l’ho voluto! E contribuendo alla vita della comunità locale ho dato un senso più profondo di appartenenza a questa zona dell’Italia Centrale.

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