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RadiciGroup e l’Arte Spiritualità. Ricerca incessante del senso delle cose. Libertà. Pensiero che prende forma. Conoscenza. Amore. Per RadiciGroup l’Arte è tutto questo. Molti giovani artisti sono stati invitati a creare opere specificamente pensate per le nostre aziende. Opere che comunicano emozioni, pensieri, visioni. Opere che, nel corso del tempo, hanno dato corpo ad una collezione di arte contemporanea che crediamo possa trasformare, arricchire, valorizzare anche degli spazi di lavoro industriali. Attraverso l’arte cerchiamo di favorire la sperimentazione formale e contenutistica degli artisti, facendoli confrontare e misurare con ambienti che ne stimolino le creatività. L’arte è un patrimonio di inestimabile valore. Attraverso essa gli spazi lavorativi si trasformano, assumono nuove forme, si colorano, comunicano emozioni. Raccontano, a chi ogni giorno li abita, di visioni, pensieri, sensazioni, contribuendo a soddisfare il bisogno di spiritualità di ciascuno. Le opere presentate in questo catalogo sono ospitate a Villa D’Ogna, all’interno di RadiciFil S.p.A., azienda storica di RadiciGroup dove ebbe inizio il progetto “Arte e Industria” voluto da Fausto Radici. Compito di chi oggi amministra l’azienda è la valorizzazione, la conservazione e la catalogazione di queste stesse opere che, a RadiciFil più che altrove, vivono in simbiosi con la realtà produttiva e con chi vi lavora. Gennaio 2009
PIANO TERRA
Giandomenico Belotti
(Nasce a Bergamo nel 1922)
Conseguita la laurea in architettura a Venezia, dopo aver svolto a Milano il tirocinio presso diversi studi di architetti, Giandomenico Belotti prende consapevolezza della complessità del processo costruttivo e arriva a considerazioni radicali su alcuni concetti di oggettività e di assolutezza del linguaggio architettonico rispetto a quanto appreso dagli architetti maestri. Questi cambiamenti estremi nei confronti dell’architettura inducono Belotti a mostrare la realtà dello spazio racchiuso, la varietà e la natura dei diversi materiali, il telaio della struttura attraverso il dualismo del “rustico” e del “finito”. I suoi primi lavori, realizzati a Milano nel 1951-52, rivelano i tratti del suo stile che si concretizzano, a livello di progettazione, nella presenza di un’ossatura di cemento armato delle murature e di tavolati interni cui si contrappongono i materiali di rivestimento, come una sorta di processo scenografico della struttura edilizia. Nel 1979, la nascita dell’azienda Alias rappresenta per l’architetto l’incontro con l’Industrial Design e la possibilità utilizzare i suoi nuovi e vecchi progetti nella produzione di serie. Nel 1984 gli viene affidato, dall’architetto Nastri, la direzione del Laboratorio di Urbanistica, architettura e disegno industriale della Società Cooperativa di Progettazione di Genova che gli permetterà la realizzazione di progetti in Mozambico, Burkina Faso, Tunisia, Isole di Capo Verde, Argentina, Costarica, Guatemala. Per il Gruppo Radici Giandomenico Belotti nel 1984 progetta la palazzina uffici della Textile Produkte, oggi RadiciFil. Un innesto “innaturale” nel panorama circostante, simbolo della realtà che cambia con rapidità e drammaticità, questo edificio è realizzato impiegando blocchi di calcestruzzo a vista sulla cui superficie Belotti fa imprimere un disegno di forma naturale che trova il suo riferimento nella conformazione del paesaggio dell’Alta Valle Seriana, caratterizzato da rocce affioranti. L’impronta di modernità è rappresentata principalmente dalla linearità della divisione dello spazio interno, e dalla disposizione della scala, di forma essenziale, al centro dell’edificio di cui diviene il fulcro ideale.
Giandomenico Belotti
Palazzina Uffici RadiciFil, Villa d’Ogna
Giandomenico Belotti
Scala Palazzina Uffici RadiciFil, Villa d’Ogna
Mariella Bettineschi
(Nasce a Brescia nel 1948)
Mariella Bettineschi, dopo la partecipazione alla XLIII Biennale di Venezia su invito di Achille Bonito Oliva, viene scelta da Jacob Wenzel per la mostra Aspekte der Biennale Venedig all’Art Forum di Münich e da Hans Gercke per la mostra Blau: Farbe der Ferne al Kunstverein di Heidelberg. Nel 1990 esce la sua prima monografia a cura di Achille Bonito Oliva. Del 1992 è l’installazione Paesaggio in nero alla Villa Reale di Monza a cura di Paolo Biscottini e Giorgio Verzotti. Del 1994 è Il mulino di Amleto per il progetto Arte & Industrie nella Textile Produkte (oggi RadiciFil) di Villa D’Ogna, ideato da Fausto Radici e da Mariella Bettineschi e curato da Amnon Barzel. Nel 1994 lo stesso Amnon Barzel la invita ad intervenire alla European Sculpture City nella città di Turku in Finlandia dove installa Carro celeste. Dello stesso anno è la mostra Contemporanei curata da Angela Vettese presso il Palazzo della Provincia di Bergamo, dove presenta l’opera Pillole leggere. Nel 1996 la Wullkopf Galerie di Darmstadt presenta la mostra Skulpturen und Papierarbeiten e nel 1997 la Brahen Galeria di Helsinki presenta l’opera Abiti. Del 1998 è la mostra Rubata al tempo presso la Galleria Continua di San Gimignano e del 1999 è la mostra La vestizione della sposa presso il Kunstverein di Heidelberg, a cura di Hans Gercke, Giorgio Verzotti e Gianni Romano. La mostra verrà portata a Darmstadt presso la Wullkopf Galerie, al Palazzo Ducale di Mantova e a Firenze presso Biagiotti Progetto Arte. Del 2001 è la mostra Ritratti presso l’Università degli Studi di Bergamo a cura di Cecilia De Carli. Del 2002 è l’opera N.Y.C. Groundzero, presentata in catalogo da Giacinto Di Pietrantonio, che dopo essere stata portata al MONA di Detroit è stata esposta all’IIC di New York e presso Biagiotti Progetto Arte di Firenze. Del 2003 sono le mostre Rosa shocking, presso Biagiotti Progetto Arte e La libertà presso il Palazzo Ducale di Massa Carrara. Del 2004 sono la performance Harmony presentata all’interno dell’evento RadiciGroup di New Orleans, l’intervento Ospiti d’onore in Palazzo Dolci Hotel Mercure di Bergamo e la mostra La teoria delle sfere presso la Platform Gallery di Londra. Dal 2003 è Visiting artist presso l’Università Cattolica di Milano nel Master in Servizi Educativi per il Patrimonio Artistico dei Musei Storici e di Arti Visive. Del 2006 è l’eclettico Voyager, progetto itinerante, un viaggio alchemico alla scoperta delle opere degli ultimi anni dell’artista. Le opere di Mariella Bettineschi, che vive e opera a Bergamo, sono in collezioni pubbliche e private in Europa e in America.
Mariella Bettineschi
Paesaggio in nero - 1991
Mariella Bettineschi
Paesaggio in nero - 1991
Mariella Bettineschi
Paesaggio in Nero, Il Sud del Mondo - 1991
Mariella Bettineschi
Ritorno - 1990
Mariella Bettineschi
Luminoso - 1996
Mariella Bettineschi
Armata - 1991
Mariella Bettineschi
Harmony - 2004
Mariella Bettineschi
Espositore
Mariella Bettineschi
No Volo
Maurizio Camerani
(Nasce a Ferrara nel 1951)
Tra le principali mostre personali: 1988 Centro Mascarella, Bologna (presentazione di G. Pellizzola) Galleria la Polena, Genova Galleria dell’Immagine, Rimini, Musei Civici di Palazzo Gambalunga 1989 Cenobio Visualità, Milano (presentazione di F. Bolelli) 1990 Addestramento, Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara Sculture, Palazzo del principe, Correggio (RE) 1991 Galleria Alberto Weber, Torino Palazzo della Ragione, Locarno 1993 Galleria Piano Nobile, Perugia Alphacentauri, Parma 1994 Galleria Piero Cavellini, Brescia Galleria Ponte Pietra, Verona 1995 Spazio per I’Arte Contemporanea, Pesaro Tra le più significative mostre collettive: 1994 Il nodo romantico, Villa La Versiliana, Pietrasanta Art-riti, Galleria d’Arte Moderna, Abano Terme 1995 Ora serrata retinae, Palazzo Lazzarini, Pesaro Titanica, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, San Marino Arslab. I sensi del virtuale, Palazzina La Promotrice, Torino
Maurizio Camerani
Difesa personale - 1994
Carlo Guaita
(Nasce a Palermo nel 1957)
Definito ai suoi esordi, negli anni Ottanta, “neominimalista”, Carlo Guaita attualmente vive e lavora a Firenze. Le creazioni di questo artista da sempre si svolgono attorno all'elemento cruciale della struttura: sia nella scultura che nella produzione pittorica, sono infatti sempre presenti una griglia o un elemento reticolare che ne rappresenta l'evoluzione formale. Negli ultimi anni il suo lavoro si è inoltre orientato sul concetto di auto-generazione dell'immagine creata da processi e procedimenti specifici. Ecco dunque allora linee segnate dal colore liquido che si infila nella tela piegata, linee sagomate che ne seguono la trama, reticoli che nascono dalla pittura che filtra dal retro della tela stessa. La produzione di Carlo Guaita spazia dalla scultura, alla pittura, ai disegni e ai libri nei quali la tematica della struttura ritorna, in maniera inedita, sotto forma di elenchi e di bibliografie. Tra le principali mostre recenti ricordiamo le personali “In a glance” presso la Galleria Gerard Faggionato di Londra, nel 1998; ”Terre perse” presso il Kunstverein di Bludenz, nel 2000, e “Enciclopedia Incerta” presso la Galleria Bernard Bouche di Parigi, nel 2001. In Toscana ha esposto nella collettiva 'Abitanti' a Palazzo Fabroni di Pistoia. Nel 2004 ha presentato l’opera “Infiniti possibili” presso la Galleria Bernard Bouche a Parigi e a Palazzo Fichera a Catania; nel 2007 “Storia Naturale” sempre presso la Galleria Bernard Bouche a Parigi e “Inchiostri” presso D'A Spazio d'Arte ad Empoli e “Saturi”, presso la Galleria Gianluca Collica a Catania.
Carlo Guaita
Orizzonte - 1995
Hidetoshi Nagasawa
(Nasce a Tonei, in Manciuria, nel 1940)
Nagasawa, artista estroso e dinamico, arriva in Italia dopo un viaggio durato un anno e mezzo. Il suo è un percorso in bicicletta, attraverso molti paesi del continente asiatico dapprima, la Turchia la Grecia in seguito. Qui si imbarca giungendo a Brindisi per poi recarsi a Napoli, a Roma, a Firenze, a Genova e infine a Milano, nell’agosto del 1967. Il furto della bicicletta che subisce viene interpretato da Nagasawa come un segno del destino che lo porta alla decisione di vivere nel capoluogo lombardo. Le sue installazioni ambientali raccontano la storia del luogo nel quale si trovano, restituendogli il suo significato più profondo grazie all’uso di materiali come il marmo, il legno e i metalli che, spesso, vengono abbinati alla carta, alla cera o ad elementi vegetali. Si tratta di architetture del vuoto, dove l’equilibrio è armonia che coniuga leggerezza e precisione, gravità senza peso, in piena sintonia con la natura e l’ambiente circostante. Le sue sculture possiedono una forza interiore, chiamata dall’artista “coscienza”, visibile attraverso delicati stati di equilibrio. Nagasawa riesce infatti a portare la materia fino ad un punto di massima tensione. Le opere di questo artista sono presenti in molte collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, numerose e pregevoli sono anche le sue installazioni permanenti all’aperto.
Hidetoshi Nagasawa
Varco nel tempo - 1995
Franco Ionda
(Nasce a Firenze nel 1946)
Dopo essersi diplomato all'Accademia di Belle Arti di Firenze, negli anni '80 Ionda partecipa a innumerevoli collettive ed inizia a viaggiare in diverse città tra cui New York, Parigi, Vienna. Nel 1989, al Neues Atelier Siebenbrunnengasse di Vienna allestisce una personale e presenta il Quaderno d'artista Reziario, con fotografie, disegni ed appunti di viaggio. Nel novembre del 1990, invitato da Peter Spielmann al museo di Bochum, Germania, per una personale presentata da Amnon Barzel, predispone la mostra Unter dem Stemenberg. La stessa mostra, ampliata, è portata in Italia da Sergio Tossi alla Fabbrica di Seta di Pieve a Presciano (Arezzo), nel marzo 1991. Per la rassegna Carta Bianca 3 espone, nel 1992, al centro per I'Arte Contemporanea Luigi Pecci, tre installazioni: Zona Franca, ora proprietà del museo, Settembre 77 Agosto 91 e la Corsa del ragno. Nello stesso anno, a Firenze realizza presso villa Romana due installazioni; presso la Galleria Sergio Tossi Arte Contemporanea di Prato presenta Cartacce. Nel 1993 è invitato Dall’International Art Camp of the Artists Association of Turku in Finlandia, dove incontra artisti di ogni parte d’Europa e America. Nel 1994, insieme a Rivka Rinn e Hans Inhestern, inaugura la nuova Galleria Sergio Tossi Arte Contemporanea a Prato, con Peso Frenato. Nel 1995 realizza per Roberto Casamonti una grande scultura in ferro e alluminio installata presso il Match Ball Tennis Club di Firenze. Sempre nel 1995, a Firenze, Fabrizio Guidi Bruscoli gli mette a disposizione il suo negozio di antiquariato, dove il Guidi stesso già aveva sperimentato la coesistenza tra antico e contemporaneo. Ionda, sedotto da una pittura del 1600, un San Sebastiano di Francesco Maffei, la presenta insieme a tre sue installazioni.
Franco Ionda
Per non lasciare gli angeli con le mani in mano 1995
Imre Kocsis
(Nasce a Karcag, Ungheria, nel 1937)
Dal 1956 questo artista si trasferisce in Germania dove frequenta, a partire dal 1958 per un biennio, la Scuola Superiore di Architettura. Dal 1961 si trasferisce poi alla Scuola Superiore per Grafici Tecnici di Amburgo. Nel 1978 è ospite presso alcuni atelier di Amsterdam e, a partire dal 1980, si sposta negli Stati Uniti, a New York, dove lavora presso il Centro d’Arte Contemporanea P.S. 1. Rientrato in Europa, nel 1985 è professore ospite presso la scuola di architettura di Reykjiavic. Kocsis è un autore astratto che esegue opere tridimensionali che si immergono nello spazio e lo strutturano. Dal 1965 è presente in numerose esposizioni personali e collettive negli USA e in Europa, in Germania, Svezia, Olanda, Ungheria, Gran Bretagna ecc. Tra le sue mostre personali ricordiamo: 1979 Galerie Christel, Stoccolma 1980 P.S. 1, New York 1984 Galerie Schöller, Düsseldorf 1987 Gallerie Arsnova, Göteborg
Imre Kocsic
B.VIII.68 - 1968
Rivka Rinn
(Nasce a Tal Aviv in Israele, nel 1950)
Rivka Rinn, fotografa, vive e lavora tra Roma e Berlino. I suoi sono scatti sulla quotidianità: paesaggi urbani e luci sono elementi ricorrenti nelle sue fotografie, con una speciale predilezione per la velocità delle azioni, per la normalità che attraverso la sua tecnica si trasforma in normalità unica. L’incessante movimento nelle stazioni, nelle strade, negli aeroporti, spesso fotografati dai finestrini dei treni o degli aerei, trasmette secondo Rivka Ninn la voglia di vivere di ogni persona e di ogni luogo. "Preferisco confrontarmi con la materialità della realtà piuttosto che con la materialità dell'arte. I miei lavori hanno a che fare con il fenomeno della nostra inconsapevolezza delle cose che vediamo; più precisamente con la questione della nostra consapevolezza o inconsapevolezza della realtà. Mi interessa mostrare che sia un'immagine fotografica che una frase scritta sono per noi visibili grazie a una stessa fonte di luce artificiale. Questa luce conferisce a entrambe un identico livello di materialità e fa sì che noi riusciamo simultaneamente a leggere l'immagine e vedere le parole scritte", dice l’artista del proprio lavoro. Questa fotografa restituisce dunque colori e ritmi di città diverse che perdono i propri riferimenti dettagliati per diventare simbolo dell’essenza della città contemporanea: “La velocità, abolendo le distanze, ha fatto sì che il tempo e lo spazio globali abbiano il sopravvento sul tempo e sullo spazio particolari. Viviamo in un mondo unico” spiega Rivka Ninn. Tra le mostre che hanno segnato gli ultimi anni dell'attività espositiva internazionale dell'artista israeliana segnaliamo: 2000 Bienal Internacional De Fotografia, Museo Alejandro Sterpo, Caracas Espace Gantner, Bourogne 2002 Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Trento 2003 Jewish Museum, Berlino Aidan Gallery, Mosca Chelsea Art Museum, New York PhotoEspania03, Madrid 2004 White Square Gallery, Beijing Center of Contemporary Art, Ujadowski Castle, Varsavia Rivka Rinn ha partecipato, inoltre, alla Novena Biennale dell’Havana nel marzo 2006.
Rivka Rinn
Du bist - 1995
Rivka Rinn
Wo dein Auge - 1995
Rivka Rinn
Ist - 1995
PIANO PRIMO
Giandomenico Belotti
Giandomenico Belotti
Senza titolo
Mariella Bettineschi
Mariella Bettineschi
Spazio sigillato - 1988
Vittorio Messina
(Nasce a Zafferana Etnea nel 1946)
Vittorio Messina appartiene alla generazione di artisti italiani che, della fine degli anni ‘50 fino primi anni ‘70, grazie ad uno stile fortemente personale, riescono a trasfondere grande originalità nelle opere. L’arte di Messina viene infatti definita, “simultaneità discontinua” per la precarietà e per la sovrapposizione di diversi codici: plastico, progettuale, architettonico e sonoro, fatto che crea una sorta di effetto feedback. Le sue opere coniugano i materiali tradizionali della scultura quali la pietra, il ferro e il piombo a nuovi materiali del linguaggio contemporaneo quali il cemento e la luce delle lampade al neon. Queste ultime sono spesso affiancate alla parola, evocata tramite frammenti che spaziano dalla cultura mediterranea a quella orientale. Negli anni più recenti le sue opere vedono un maggiore uso di materiali ricavati dall'industria edilizia quali pannelli prefabbricati, materiali plastici, elementi in uso nei cantieri che si articolano tra loro in un’ interessante nuova affermazione della scultura. Numerose sono le sue istallazioni permanenti all'aperto in collezioni private, pubbliche e nelle esposizioni personali, quali: 1999 A village and its surroundings - H. Moore Foundation, Halifax 2002 Dialoghi - Maschio Angioino e Castel dell'Ovo, Napoli La discrezione del tempo 1 - Museo Ujasdovki, Varsavia 2006 Città verticale - Torino
Vittorio Messina
Fregio - 1985
Vittorio Messina
Datare il tempo sul far della sera - 1985
PIANO SECONDO
Mariella Bettineschi
Mariella Bettineschi
Il Mulino di Amleto - 1994
Mariella Bettineschi
Il mulino di Amleto - 1994
Marco Mazzucconi
(Nasce a Milano nel 1963)
Nel 1986 l'artista milanese espone allo studio Corrado Levi di Milano; nel 1987 Tenere zinne/Interferenze presso la Galleria Fac-Simile di Milano e Buttarsi, presso l’Etienne Ficheroulle, Bruxelles. Sempre del 1987 è Champagne, Studio Marconi, Milano. E ancora, nel 1988, Mostra con Vista, Galleria Franz Paludetto, Torino. La stessa Galleria ospiterà, nel 1989 Chance. Nel 1991, presso la Galleria Massimo Minini di Brescia, presenta Identità. E ancora, tra le principali mostre personali di Mazzucconi vanno citate quelle, nel 1994, presso la Galleria Blancpain- Stepezynski di Ginevra, e presso lo Studio Casoli, Milano. Tra le mostre collettive abbiamo invece, nel 1991 Una scena emergente Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Anni Novanta, Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna; La scena, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna. Datano 1992 le collettive Exhibit A, Serpentine Gallery, Londra, Niente di nuovo, Studio La Citta, Verona, Manifesto, Castello di Rivara, Rivara. Nel 1994 abbiamo Résidence secondaire, presentato dalla Galleria Etienne Ficheroulle di Parigi e Trasfigurazioni: la fotografia degli artisti italiani negli anni '90 presso la Galleria Gian Ferrari Arte Contemporanea di Milano.
Marco Mazzucconi
Chance di un capolavoro - 1990
PIANO TERZO
Marco Mazzucconi
Marco Mazzucconi
Senza Titolo - 1994
Vittorio Messina
Vittorio Messina
Red shift blue shift - 1995
PIANO QUARTO
Luigi Stoisa
(Nasce a Selvaggio di Giaveno nel 1958)
Stoisa esordisce con la sua prima mostra personale a Torino nel 1984 presentando una pozza di catrame proveniente da un barile di ferro arrugginito, rovesciato, su cui l'artista ha dipinto (citando il Caravaggio) il riflesso del volto di Narciso. Il catrame è infatti un materiale fondamentale per le sue ricerche, una fonte di ispirazione, un elemento di collegamento tra i gesti dell’artista e il mondo reale, è il nero assoluto. Più precisamente, secondo le parole di Stoisa "Il catrame è un mezzo: uno strumento come la pittura ad olio, il legno, l'oro, la cenere... il catrame è nero, il catrame profuma, il catrame è la strada che si percorre e l’atmosfera che si respira. Il catrame mi assorbe, mi altera, mi modifica, mi invecchia come invecchia i miei lavori: mi sfida ed io partecipo". In alcuni lavori i confini della rappresentazione convergono in un quadrato/rettangolo nero; la superficie di catrame non è più solo pittura, ma è anche luogo della tensione solida della materia. Realizzato sul muro di un ambiente, il quadrato diventa segnale specifico dello spazio in cui è inserito. Stoisa, in altre occasioni, interviene invece con il catrame sui vetri delle finestre evidenziando in questo modo la soglia fra spazio interno e spazio esterno e capovolgendo la funzione della finestra, ovvero quella di portar luce nelle stanze e di far vedere quanto succede fuori. Tra le principali esposizioni personali di questo artista si ricordano: 1984 Galleria Antonio Tucci Russo, Torino 1985 Fundación Joan Mirò, Barcellona Centre d'Estudis d'Art, Madrid 1986 Galleria Joost Declerq, Gent Abbaye Royale De Fontenvraud, Fontenvraud Galleria Jean-Yves Bobe - Joost Declerq, Parigi De Appel Foundation, Amsterdam 1991 Galleria Antoine Candau, Parigi 1993 Museo d'Arte Moderna e d'Arte Contemporanea, Nizza Società Lunare Campo dei Fiori, Roma 1995 Lingotto - Expovivre, Torino Galleria Tucci Russo - spazio "Vetrina", Torino 1996 Scultura Dal vecchio al nuovo, Torino 1998 Scultura Abbraccio infinito, Giaveno (TO) Galleria Clara Maria Sels, Düsseldorf 1999 Studio Simonis Persone, Parigi
Luigi Stoisa
La scala dei pensieri - 1995
Luigi Stoisa
La scala dei pensieri - 1995
Luigi Stoisa
La scala dei pensieri - 1995
Luigi Stoisa
La scala dei pensieri - 1995
NOTE
NOTE
Catalogo a cura di Radici Partecipazioni S.p.A. Progetto grafico Exposure Architects Crediti fotografici Virgilio Fidanza Testi a cura di Cristina Bergamini Maria Teresa Betti Lara Ongaro RadiciGroup Corporate Marketing & Communication Finito di stampare nel mese di Gennaio 2009 presso Grafiche Scotti S.p.A., Cesano Maderno Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo catalogo Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata su supporto magnetico, elettronico o digitale, o pubblicata in alcuna forma o maniera, sia essa elettronica o meccanica, senza la preventiva autorizzazione scritta di Radici Partecipazioni S.p.A.
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