Focus 360

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SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO 22 SETTEMBRE 2022 OTTOBRE 2022 € 4,90 IN ITALIA 360 DOMANDE&RISPOSTEDOPPIONUMEROCON TRENT’ANNI1992-2022DIFOCUSGUARDANDOAVANTI IN QUESTO NUMERO. LE FRONTIERE BIOTECH DAI SIMIL-NEURONI AL CERVELLO DIGITALE GLIMIGRAZIONIANIMALI DIVENTATI NAVIGATORI PER CASO CARNE:ALIMENTAZIONEVERITÀE BUGIE SU UN CIBO DA RIDURRE DEGLILAINQUINAMENTODIFFICILEIMPRESAAEREIECOLOGICI ORMAI SI DORME MALE A TUTTE LE ETÀ E PIÙEADOTTAREQUELLIDACOMPORTAMENTIECCOSALUTEINCIDEQUESTOSULLAIEVITARE,DALESCOPERTERECENTI SONNORIPRENDERECOME13,80.$USAChf10,70CTCHChf10,90CH/€8,70E/€8,70CONT.PTE/€9,10d’AzurCôte/€9,40LUX€11,70D€9,00F€9,60BE/€10,00AUTMensile: CMPVerona/1Comma1,art.353-03D.L.A.P.inSpedizione/ItalianePoste

Focus | 3In copertina: Foto portante: Shutterstock; Sotto da sinistra: Getty Images; Mondadori Portfolio. 48 scienzaESENON CI FOSSE IL VENTO? Ci ricordiamo della sua presenza invisibile quando soffia con violenza. Ma se mancasse, il clima e il Pianeta sarebbero molto diversi. E invivibili. 54 tecnologiaILCIELO (VERDE) PUÒ ATTENDERE Motori a idrogeno, a batteria, ibridi, biofuel... L’energia alternativa per gli aerei presenta difficoltà enormi e tante controindicazioni. Ecco perché. 61 Next30ILCERVELLO DI SCORTA Sostituire intere parti del corpo umano è un sogno già divenuto realtà. Ma trent’anni fa quasi nessuno si era spinto a ipotizzare di sostituire addirittura i neuroni cerebrali. Ora la scienza ci sta arrivando. 30 IL SONNO DALLA A ALLA Z Dormendo passiamo in una dimensione indispensabile per rigenerare corpo e mente. Ma le nostre notti sono sempre più disturbate. 36 HAI LETTO L’ULTIMA? Gli studi più recenti aprono nuove finestre su come funziona il sonno, sul perché lo stiamo perdendo e sul significato dei sogni. 12 25 8 Il pesce fluorescente 12 Prisma sonoro 15 L’autunno in numeri 16 La fisica dei tuffi 18 Notizie dal Webb 20 Il vaiolo delle scimmie 26 Viaggio nel corpo umano dossier I (molti) modi in cui si formano i minerali Il concerto dei maschi di Rana sylvatica PRISMA INQUADRAMULTIMEDIAILQRCODE Scopri video, audio, timelapse e tanti altri contenuti. Pagine animate Animazioni, video, audio... Potete fruire di tanti contenuti aggiuntivi grazie ai QR Code, nelle pagine dove troverete l’icona Focus+. Basta inquadrare il QR Code con la fotocamera attiva (se si usa un iPhone o un iPad), oppure usando Google Lens o una qualsiasi app per la scansione di QR Code (se si ha uno smartphone o un tablet Android). Se invece siete al computer, andate alla pagina del nostro sito, all’indirizzo web segnalato. ileScoprirecapiremondo www.focus.it360 OTTOBRE 2022 Sonno

Cent’anni fa Einstein ricevette il Nobel. Ma come arrivò a concepire una teoria confermata anni dopo?

102 storiaRELATIVAMENTE FACILE

Tra tensioni politiche, partnership ripudiate e più moderni concorrenti in costruzione, come avverrà la “grande rottamazione”?

Ci trovi anche su: 170 Una mostra a Pisogne, sul lago d’Iseo Speciale 124 ANIMALI 128 TECNOLOGIA 130 SCIENZA 132 AMORE E SESSO 134 STORIA 140 TE LO DICE... D&R 142 NATURA 144 ECONOMIA 146 SOCIETÀ 148 ARTE E CULTURA 150 SALUTE 154 CIBO 156 SPORT 160 UNIVERSO 162 PSICHE

Come mai alcune specie sono arrivate su terre lontane separate da oceani? Forse hanno viaggiato su zattere naturali alla deriva.

86 alimentazioneFAC-SIMILEO FAKE-SIMILE?

114 verso lo speciale auto MAR D’AUTO

Nella transizione ecologica non ci sono solo motori ma anche la plastica delle reti recuperate dai fondali. L’esempio del sodalizio tra Hyundai e Healthy Seas. professioneFinanza per Focus/4 GUIDA ALLA PENSIONE INTEGRATIVA Come costruirsi un vitalizio aggiuntivo, e perché crearlo anche per figli e nipoti.

partire dai

La danza stimola la memoria, crea nuove connessioni cerebrali e rende più coesi i gruppi.

4 | Focus

80 alimentazioneILRICHIAMO DELLA CARNE

Pro e contro dei prodotti che imitano la carne, ma sono fatti a vegetali.

96 saluteTERAPIA IMMERSIVA

72 naturaNAVIGATORI PER CASO

90 comportamentoBALLACHETI PASSA

7 L’oblò 44 Focus Live 167 MyFocus 170 Cartellone 175 Giochi RUBRICHE

La realtà virtuale non è solo un videogioco: sta ottenendo risultati straordinari nelle cure, dai dolori cronici alla maculopatia, fino ai traumi di guerra.

Pregi e difetti di un alimento la cui produzione ha un grande impatto sul Pianeta, ma che contiene nutrienti ai quali il nostro corpo non può rinunciare.

118

Il treno ospedale, con a bordo anche una terapia intensiva, realizzato da Medici Senza Frontiere. Per portare feriti e malati lontani dalla guerra.

78 pronto UCRAINAsoccorsoEXPRESS

108 stazione L’ULTIMOspazialeCHIUDA IL PORTELLONE

di Roberto Mammì

nonfosseci il vento...ImagesGetty 48 | Focus scienza

Ci ricordiamo della sua presenza invisibile quando soffia con violenza. Ma se mancasse anche la più leggera brezza, il clima e il Pianeta sarebbero molto diversi. E invivibili.

Nell’Antico

Il vento, dunque, potrebbe sparire soltanto se ipotizzassimo che non ci fosse l’atmosfera (o che questa improvvisamente spa risse). In questo caso, l’assenza del vento sarebbe l’ultimo dei no stri problemi: non sopravviveremmo e il mondo diventerebbe brullo e sterile come la Luna. Immaginiamo allora che la luce del Sole inizi a colpire la Terra in modo da bilanciare perfettamente le differenze di pressione dell’aria. Ipotesi un po’ cervellotica, ma utile al nostro ragionamento.

CAMBIAMENTO CLIMATICO

CALMA PIATTA È difficile immaginare il mare senza onde. Eppure, la scom parsa di barche a vela, windsurf e degli sport a essi legati non la vita non circolerebbe

...

Testamento era una delle rappre sentazioni di Dio. Per la scienza è l’effetto delle differenze di pressione nell’atmosfera terrestre. Ma, sia che lo vogliate osservare con gli occhi della fede sia che lo esaminiate con l’intelletto e la ragione, il vento è qualcosa che ha plasmato il mondo e la vita che lo abita molto più di quanto possa sembrare. E anche se dia mo per scontata la sua presenza, la sua assenza sarebbe una ca tastrofe: le conseguenze sarebbero devastanti.

PIEGATI

La costa inglese nei pressi di Burnham-onSea, battuta dai forti venti dell’Atlantico.

La circolazione atmosferica si arresterebbe e, senza redistri buzione di caldo e freddo intorno alla Terra, il clima si fareb be estremo: «Non andrebbe per niente bene, questo è certo!», spiega Chris Maier, meteorologo della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), l’agenzia statunitense che si occupa dello studio del clima: «Il vento aiuta a bilanciare le temperature della Terra a seguito del riscaldamento del Sole. Trasporta il vapore acqueo a chilometri di distanza dagli oceani e dai laghi del nostro pianeta. E ciò genera pioggia e neve sul la terraferma. Senza il vento, queste due caratteristiche molto importanti del clima della nostra Terra verrebbero sostanzial mente meno. I Poli diventerebbero molto più freddi e le regioni equatoriali molto più calde. Il vapore acqueo ricadrebbe sem plicemente negli oceani e nei laghi, e con il progressivo pro sciugarsi del terreno si formerebbero molti più deserti». Interi ecosistemi si trasformerebbero e alcuni scomparirebbero com pletamente: sulle distese marine e sui laghi, l’acqua continue rebbe a evaporare ma non ci sarebbe più il vento a spostare le nuvole e le perturbazioni a esse legate. In quelle zone ci sarebbe dunque una grande umidità e lunghi periodi di pioggia, mentre nelle aree più lontane il suolo diventerebbe sempre più arido.

A generare il vento, infatti, sono le differenze di pressione nell’atmosfera terrestre: «Il vento non è altro che aria in mo vimento», spiega Serena Giacomin, meteorologa e climatologa, presidente di Italian Climate Network, «un moto causato prin cipalmente dal riscaldamento irregolare della Terra da parte del Sole. Sono proprio le differenze di pressione atmosferica a gene rare i venti, con l’aria che si muove dalle zone in cui è maggior mente compressa verso le zone in cui lo è meno, dunque dall’alta pressione verso la bassa pressione».

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Il movimento delle onde del mare, inoltre, è fondamentale per la distribuzione del plancton e delle altre sostanze nutrien

Una

CHE FATICA VOLARE

Rocce, deserti, coste: molti paesaggi

Pianeta

Forse alcune specie animali, umani compresi, non soffrirebbe ro in modo diretto per la mancanza di vento (a parte il cambia mento di clima conseguente), ma altre forme di vita dovrebbero adattarsi ad habitat differenti: per esempio, alcuni rettili come tartarughe e coccodrilli, o mammiferi come trichechi, foche e lontre marine, potrebbero trascorrere più tempo in ecosistemi terrestri meno umidi.

Il discorso è diverso per gli uccelli che, fin dalla loro comparsa sulla Terra, vivono utilizzando le diverse tipologie e intensità di correnti d’aria. Come sopravvivrebbero se non spirasse la minima brezza? Le specie che sfruttano le correnti ascensio nali, come i rapaci, o altri veleggiatori, per esempio le cicogne o le gru, sarebbero costrette a utilizzare solo il volo battuto e

sarebbe il problema più allarmante. Il vento è infatti il princi pale artefice dei moti ondosi. Senza il suo influsso, gli oceani ri stagnerebbero e le correnti marine sparirebbero o quasi. Venti, variazioni di temperatura e salinità, forza di Coriolis, sono tutti fattori che contribuiscono a mantenere in equilibrio la circola zione globale oceanica. Un meccanismo che, nel sistema inter connesso con la circolazione atmosferica, influisce sul clima di tutto il Pianeta, ridistribuendo verso i Poli il calore della cintura equatoriale. Se mancasse uno dei fattori, il vento appunto, tutto il sistema ne risentirebbe, e l’equilibrio termico della Terra ver rebbe meno. I Paesi dell’emisfero settentrionale, per esempio, diverrebbero sempre più freddi per la mancanza delle correnti che trasportano le acque calde verso nord. Uno dei pochi aspetti positivi è che non ci sarebbero più gli uragani, originati dall’eva porazione di grandi quantità di acqua sugli oceani. E neppure le trombe marine e i tornado.

ADDIO SURF didesertiondagigantescaaNazaré,inPortogallo:senzavento,leondenoncisarebberopiù.Eledunedei(sotto,laDeathValleyinCalifornia)smetterebberomutareforma. del sono modellati dal

vento

ImagesGettyImagesGetty

ti importanti per molte specie, così come lo sperma e le uova da fecondare di tante altre. Senza il vento, dovremmo dire addio a tutto questo.

Le autostrade dell’aria. L’insieme di queste grandi forze planetarie, ovvero le differenze di pressione dovute al diverso

COME NASCE IL VENTO? Flussi(ariadiscendentifredda)CellaCellapolarepolare Venti Orientali polari Flusso discendente Flusso discendenteFlussoascendente(ariacalda) Venti Orientali polariFlusso discendente Cella di Ferrel Cella di Hadley Cella di HadleyCella di Ferrel Flusso ascendente Flusso ascendente 60°60°30°30°0°Venti Occidentali AAliseilisei Venti Occidentali Shutterstock Focus | 51

Per spiegare il vento, i meteorologi ricorrono spesso alle metafore. Aiutano a capire perché le masse d’aria si spostino da una parte all’altra dell’atmosfera, generando appunto il vento. Per esempio Chris Maier, meteorologo del Noaa, paragona l’atmosfera terrestre all’acqua: «Immaginate una manichetta antincendio, o una semplice pompa da giardino», spiega Maier, «in cui l’acqua viene spinta dalla pressione interna del tubo verso l’esterno. La stessa cosa succede nell’atmosfera terrestre: il riscaldamento della Terra da parte del Sole crea differenze di temperatura che si traducono direttamente in differenze di pressione nell’atmosfera in tutto il mondo. Queste fanno sì che l’aria si muova, sempre da una pressione più alta a una pressione più bassa». All’Equatore, l’aria calda sale verso l’alto in virtù della sua minore densità, per poi spostarsi in quota verso i Poli. Si crea così una zona di bassa pressione che richiama le masse di aria fredda dalle regioni polari. Ai Poli, infatti, avviene il fenomeno opposto: l’aria fredda, più densa e pesante, si muove verso il basso e crea un flusso discendente,

Rotazione. Questo schema semplificato – valido a livello globale – viene modificato dalla rotazione terrestre, che lo rende più complesso. Le masse d’aria che spirano dal Polo Nord e dal Polo Sud verso l’Equatore (e viceversa) non si muovono infatti in linea retta, ma sono influenzate dalla forza di Coriolis, dal nome del fisico francese che per primo la descrisse nel 1835. Gaspard Gustave de Coriolis rilevò infatti come la rotazione terrestre porti questi venti costanti a soffiare da nord-est verso sud-ovest nell’emisfero nord e da sud-est verso nord-ovest nell’emisfero australe. Un ulteriore effetto della rotazione è che il flusso prima descritto viene “spezzato” in cicli più piccoli (figura sotto). In particolare, i cicli principali sono tre per ogni emisfero: in quello boreale, uno si svolge tra l’Equatore e il Tropico del Cancro (cella di Hadley), uno tra il Tropico e il 60mo parallelo, che passa a nord di Oslo (cella di Ferrel), e uno che dal 60mo parallelo arriva fino al Polo Nord (cella polare).

spostamenti di aria al suolo. Alcuni di essi sono così importanti da meritarsi un nome. Gli alisei, per esempio, spirano dalle aree tropicali verso l’Equatore, muovendosi da nord-est a sud-ovest nel nostro emisfero, e da sud-est a nord-ovest nell’emisfero australe. Sono venti costanti, attivi tutto l’anno con velocità medie di 15-20 km/h. I monsoni sono invece venti periodici (il nome è di origine araba: in arabo mausim significa stagione) e caratteristici del subcontinente indiano, della penisola indocinese e delle regioni meridionali della Cina. Spirano durante l’estate dall’oceano Indiano verso l’interno del continente asiatico e portano piogge abbondanti (monsone estivo). Durante l’inverno, spirano dall’interno del continente asiatico verso l’oceano Indiano e sono costituiti da aria povera di umidità, che dà origine a una stagione secca e calda (monsone invernale). I monsoni nascono perché d’estate l’interno dell’Asia si riscalda, diventando una zona di bassa pressione permanente che attira aria umida dall’oceano. Vi sono poi i venti occidentali e i venti polari, che si formano con un

CAMBIO DI STRATEGIE

Anche il mondo vegetale subirebbe ripercussioni notevoli. In fatti, molte specie di alberi e fiori che hanno frutti e semi piccoli, leggeri e muniti di ali, affidano al vento il compito di provvedere alla disseminazione. Senza vento non ci sarebbero quindi olmi, pini, carpini, aceri, frassini e salici, così come molti funghi, mu schi ecc. Senza la diffusione del polline grazie alle correnti ven tose non ci sarebbero molte specie di fiori. Le persone allergi che ne avrebbero un sicuro vantaggio, ma a quale costo? Anche piante importanti per l’uomo come gli ulivi sparirebbero. Non

mancanza di vento», sottolinea Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca della Lipu-BirdLife Italia, «non potrebbe per mettere a molte specie marine come sule, albatros o gabbiani di vagare sulle immense distese d’acqua di mari e oceani anche per raggiungere, se non a costo di enormi sforzi, i siti riprodut tivi pelagici. I rondoni non potrebbero più vivere e dormire in aria grazie ai movimenti del vento, e i passeriformi migratori sarebbero sottoposti a una fatica ben maggiore, senza vento “di coda” che li aiuta negli spostamenti da un continente all’altro, così come avverrebbe per i migratori transahariani fra l’Europa e l’Africa».

CARAVELLE ADDIO

Le stesse dinamiche della società cambierebbero. Per esem pio, non potremmo fare affidamento sull’energia generata dalle pale eoliche, una delle fonti più importanti tra quelle sostenibi li, o dai sistemi che sfruttano la forza delle onde marine, e que sto finirebbe per incidere sulle economie di molti Paesi.

Un grande numero di città, senza alcun tipo di brezza a spaz zarle, ristagnerebbe nell’inquinamento prodotto da fabbriche, automobili e ogni altro tipo di emissione antropica.

In natura ci sono diversi esempi di vento calmo o quasi del tutto assente, come i “Doldrums”, regioni vicino all’Equatore terrestre ben conosciute dai naviganti. «In queste zone il riscaldamento del Sole è molto uniforme, quindi c’è pochissima differenza di pressione, che genera di conseguenza movimenti d’aria molto leggeri», spiega Chris Maier, meteorologo del Noaa. Questa striscia, nota come “Zona di convergenza intertropicale”, è caratterizzata da una circolazione atmosferica molto debole e l’aria quindi ristagna, con temperature e tassi di umidità molto elevati. Per questo motivo, la navigazione a vela nei Doldrums è particolarmente ardua, dovendo fronteggiare lunghi periodi di calma piatta alternati a improvvisi e violenti temporali. Queste regioni di calma tropicale (v. schema sotto) sono indicate in inglese come Horse Latitudes, o Latitudini dei cavalli: al tempo della navigazione con i velieri, infatti, poteva succedere che le imbarcazioni che si imbattevano in questa calma piatta rimanessero bloccate per settimane. I marinai allora razionavano le scorte di acqua, così, se fra le merci trasportate c’erano anche cavalli, che hanno bisogno di bere molto, questi venivano sacrificati e buttati in mare. vento è stato uno dei più antichi sistemi di propulsione. Le prime vele risalgono al sesto millennio a.C.

Senza vento anche la storia sarebbe stata diversa: i grandi po poli navigatori (Fenici, Greci, Arabi, Normanni) non avrebbero dominato i mari nelle epoche più antiche; il commercio e le grandi esplorazioni, che dal XV secolo si affidarono ai grandi velieri, sarebbero stati molto più limitati, almeno fino alla fine dell’800 quando si affermarono le navi a vapore. E i mulini a vento sarebbero rimasti solo un’idea da romanzi.

Il vento ha accompagnato l’evoluzione del nostro pianeta fin dalla comparsa dell’atmosfera. E ha contribuito a modellarne i paesaggi attraverso l’erosione. Senza di esso, le dune nei deserti e nelle spiagge smetterebbero di mutare le loro forme. Anche l’erosione rallenterebbe, impiegando molto più tempo a degra dare le architetture urbane così come i paesaggi rocciosi.

Senza brezza a ripulire l’aria, le città sarebbero inquinate e maleodoranti.

Cristoforo Colombo sarebbe arrivato fino alle Americhe anche senza vele?

CITTÀ MORTALI

ShutterstockPortfoliomage-Index/Heritage-Images/Mondadori Focus | 53

solo, senza i nutrienti e l’umi dità portata dagli alisei dall’A frica, non ci sarebbe nemmeno la foresta pluviale amazzonica che, fra l’altro, produce il 25% dell’ossigeno mondiale. Anche irrigare le coltivazioni per il nostro uso alimentare sarebbe sempre più difficile e costoso, e rischieremmo di non riuscire a produrre cibo sufficiente per tutta la popolazione mondia le. In altre parole, se ogni corrente d’aria dovesse scomparire all’improvviso dal mondo, possiamo immaginare che la quasi totalità degli organismi viventi dovrebbe affrontare importanti trasformazioni, per adattarsi il più velocemente possibile, op pure estinguersi.

Il

DOLDRUMS, DOVE

PAESAGGI INQUIETANTI

IL VENTO NON C’È

COSTA IN VISTA!

natura

Il viaggio via mare (raffigurato con un po’ di fantasia) di primati, rettili e altri animali.

ScientistNewforRyder©Brett 72 | Focus

perNavigatoricaso

Proposta all’inizio del secolo scorso, e poi nel 1940 dal grande evoluzionista George Simpson (anche se i primi suggerimenti provengono addirittura da Darwin), la teoria incontrò numero sissime obiezioni e fu a lungo dimenticata. «Le zattere naturali sembravano un metodo troppo aleatorio per essere conside

n Giappone, nel marzo 2011, un terremoto di ma gnitudo 9 e il susseguente tsunami spazzarono la costa est dell’isola di Honshu, causando numerosi morti, una vastissima distruzione, nonché l’inciden te alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Una delle con seguenze del disastro si svelò in seguito: lo tsunami aveva getta to in mare milioni di detriti, da pezzi di impianti industriali a case o strutture civili. Detriti che ricomparvero settimane e mesi dopo sulle coste dell’America Settentrionale: ospitavano ancora, sorprendentemente, organismi delle coste del Giappo ne (uno studio pubblicato su Science contò l’arrivo di 289 specie, soprattutto invertebrati, dopo viaggi anche di anni). Il disastro è stato così una conferma, indiretta, di una delle più controver se ipotesi della biologia: il fatto che animali e piante (scimmie, camaleonti, faggi, iguane) siano stati trasportati da un conti nente all’altro a bordo di “zattere naturali”. I detriti giappone si sono pezzi di strutture umane. Le zattere naturali sono fram menti di terreno che alluvioni o tempeste hanno strappato alla terraferma e spinto nell’oceano. Entrambi sono stati veicoli per trasportare specie da una parte all’altra della Terra.

Come mai alcune specie sono arrivate su terre lontane separate da oceani?

I

TROPPE INCERTEZZE, TEORIA BOCCIATA

rate un efficace mezzo di dispersione», afferma Paolo Luschi, docente di zoologia all’Università di Pisa, tra gli autori del libro Etologia (Utet). A sua volta Adriano Martinoli, che insegna bio geografia all’Università dell’Insubria a Varese, spiega i dubbi con una motivazione psicologica: «Come uomini siamo sempre un po’ contrari alla logica della casualità, anche perché tendia mo ad analizzare tutto in un contesto temporale molto breve», senza pensare che questi fenomeni hanno avuto a disposizione milioni di anni.

QUANDO I CONTINENTI SI SEPARANO

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di Marco Ferrari

Si fece invece largo una scuola di pensiero opposta, che affer mava come la distribuzione delle specie animali e vegetali fosse dovuta alla storia dei continenti. Come sappiamo, la tettonica a placche spiega che la porzione superficiale della Terra è divisa in frammenti che nel corso di milioni di anni si sono spostati, unendosi e separandosi. Fino a circa 160 milioni di anni fa, per esempio, le terre meridionali erano unite in un solo “supercon tinente”, il Gondwana. Quando si frammentò, le diverse parti trascinarono con loro ovviamente piante e animali che le po polavano. In seguito a ciò, per esempio in Australia, Nuova Ze landa, Africa Meridionale e Sud America ci sono specie simili di uccelli non volatori come emù, struzzi, nandù. Tutto sembrava tornare: le specie che popolavano i continenti prima della loro frammentazione sono oggi lontane, ma decine di milioni di anni fa abitavano gli stessi territori e solo il vagabondare delle plac che continentali le ha portate in luoghi distanti. Ma molte cose

Gli indizi dicono che potrebbero aver viaggiato su zattere naturali alla deriva.

RODITORI...

CROCIERE POPOLOSE

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Una ricostruzione plausibile che ha superato le perplessità e ha consentito di studiare a fondo la struttura di questi mezzi di trasporto. In una serie di articoli (pubblicati nel 2005 su Ocea nography and Marine Biology) due studiosi cileni, Martin Thiel e Lars Gutow, hanno spiegato come le zattere possano essere fatte di numerosi substrati: gli elementi galleggianti di origine biologica comprendono macroalghe (come grossi ciuffi di alghe brune o rosse), semi, grossi alberi, altre piante e resti di animali. Altri possibili elementi non viventi sono la pomice vulcanica e un’ampia serie di detriti o grumi di catrame, di origine umana. Le macroalghe sono più abbondanti alle medie latitudini, i legni galleggianti sono di grande importanza nelle acque settentrio nali e tropicali e i semi galleggianti sembrano essere più comuni nelle regioni tropicali. E i passeggeri, che identità potrebbero avere? Un’analisi di tutti gli avvistamenti (sempre di Thiel e Gutow) ha portato a elencare oltre 1.200 specie presenti sulle

Alamy/Ipa

zattere. A parte gli ovvi organismi marini, ci sono rappresen tanti praticamente di tutti i gruppi terrestri. Devono resistere a mesi e mesi di navigazione, con poco cibo e senz’acqua. Per alcune specie il problema della resistenza alle terribili condizio ni ambientali non si pone: gli insetti, i molluschi e tutti gli altri invertebrati terrestri sono in genere piccoli e possono resistere per mesi all’interno di un tronco, come fanno per esempio le termiti. Un recente studio ha accertato per esempio che le ter miti della famiglia Kalotermitidae, che vivono nel legno secco, si sono spostate attraverso i mari terrestri almeno 40 volte nel corso di milioni di anni. Un altro esempio tra gli invertebrati: le chiocciole che vivono alle Falkland sono imparentate con quelle del Sud America, per esempio, ma le isole contese non sono mai state molto vicine al continente.

Alcuni rettili e anfibi – pur sensibili all’acqua salata – hanno la capacità di entrare in uno stato quasi di torpore in cui non hanno bisogno di nutrirsi o bere. Si spiega così la presenza di camaleon ti in Madagascar, provenienti dall’Africa: uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B sostiene che questi rettili avrebbero attraversato il mare almeno due volte (65 e 48 milioni

E quindi tornò in auge la teoria che propone il metodo più af fascinante e strano usato dalle specie viventi per allontanarsi dal loro territorio: le zattere naturali, appunto. Possono andare, come dimensioni e origine, da grandi alberi morti alla deriva a estesi frammenti di suolo, provenienti dalle foreste. Le radici degli alberi originari sono abbastanza forti ed estese da mante nere solido il terreno a lungo, mentre alberi anche molto grandi resistono intatti per settimane e mesi. Queste piattaforme, spin te da fiumi, correnti marine o venti, intraprendono (secondo l’i potesi) viaggi anche piuttosto lunghi sui mari fino a incontrare altre terre, isole o addirittura continenti. E spesso accade che questi frammenti di foresta siano ancora popolati dagli abitanti dell’ecosistema da cui provengono. Una volta giunti alla nuova patria, gli animali e le piante trovano a volte un ambiente non troppo dissimile da quello da cui sono partiti e iniziano la colo nizzazione dei nuovi territori.

PortfolioMondadori

non tornavano: per esempio le scimmie sudamericane, derivate da quelle africane, non erano ancora evolute quando Sud Ameri ca e Africa iniziarono a separarsi. Anche i camaleonti, originari dell’Africa, sono arrivati in Madagascar quando la grossa isola era già lontana dal continente. Lo stesso vale per vari mammi feri del Madagascar con antenati africani: un ippopotamo nano ora estinto, i lemuri, i tenrec, il fossa.

Capibara, i più grandi roditori del mondo, in Brasile: i siKalotermitidae:destra,Sotto,dall’Africa.arrivaronoantenatiloropiùatermitidellafamigliasonospostateattraversoimarialmeno40volteindecinedimilionidianni.

L’ipotesi dei viaggi via mare diventa quindi sempre più plau sibile. Alan De Queiroz, autore di The Monkey’s Voyage (Basic Books), ha illustrato in un lungo trattato i pro e i contro dell’i potesi della zattera naturale. Secondo lui, e molti altri biologi, gli effetti dei viaggi sulle zattere sono stati fondamentali nel

... E SCIMMIE Un l’oceano.varcandoNuovoarrivateemilioniAfricasonoscimmiediscendeBrasile:gialle),neri,(il’aluattaurlatrice,scimmianeramaschisonolefemmineindachesievoluteincirca40diannifapoisononelMondo META LONTANA Trachylepis atlantica è un rettile SudSudoccidentaledall’AfricacheNoronha.Fernandobrasilianonell’arcipelagoScincidifamigliadelladeglichevivedideSipensasisiadispersaalAmerica. Shutterstock PortfolioMondadori Focus | 75

UN SALTO IN SUD AMERICA

delle scimmie ragno e delle scimmie urlatrici arrivarono sulle coste del Brasile (probabilmente). Quasi contemporaneamente agli antenati di un gruppo di roditori che oggi comprende le cavie e i capibara. Lo scenario è quindi questo: un tratto di foresta tro picale si stacca dalla costa africana e inizia a vagabondare nell’o ceano Atlantico. «Nei modelli ricostruiti delle condizioni della Terra a quel tempo, oltre alla variazione delle correnti marine che erano probabilmente più veloci, c’è il fatto che le distanze da percorrere (tra Africa e Sud America, ndr) erano inferiori alle attuali», chiarisce Martinoli. E infatti circa 50 milioni di anni fa quella distanza era di circa 1.000 km, un terzo degli attuali 3.000. E Matthew Huber e Jason R. Ali, in uno studio del 2010 su Natu re, sostengono che i viaggi tra Africa e Madagascar furono pos sibili quando la loro posizione era più meridionale e le correnti oceaniche fluivano stabili verso est.

Ma, afferma Luschi, «alcune specie non parrebbero adatte a re sistere a un viaggio più o meno lungo sugli oceani: per esempio i mammiferi hanno un metabolismo piuttosto elevato, e devono mangiare e soprattutto bere con regolarità. Eppure molte specie ce l’hanno fatta». È infatti solo l’ipotesi della zattera naturale che spiega il viaggio forse più avventuroso, lungo e pericoloso di un gruppo animale: quello delle scimmie sudamericane. Come ab biamo visto, la paleontologia ha svelato che i loro antenati sono di origine africana e la geologia chiarisce come Africa e Sud Ame rica fossero ben separati circa 35 milioni di anni fa, quando gli avi

di anni fa) e si sarebbero poi differenziati nell’isola. Altri rettili, come gli Scincidi della sottofamiglia Mabuyinae, si sarebbero di spersi dal Vecchio Mondo fino in America. Addirittura nel 1995 è stato visto un gruppo di iguane verdi (Iguana iguana) sbarca re da tronchi sull’isola di Anguilla, colonizzando il territorio: si pensa siano partite da Guadalupa. Stesso discorso per alcuni anfibi, come rane della famiglia Eleutherodactylidae passate dal Sud America alle isole caraibiche.

Si viaggia a bordo di pezzi di foresta strappati alla terraferma, che possono galleggiare a lungo

Specie del Giappone attraversarono il mare sui detriti, dopo lo tsunami

CAVIE CAPIBARAEIGUANE

E LE PIANTE?

Poiché sono il materiale di cui sono costituite le zattere, è ovvio che il discorso della colonizzazione di terre distanti vale anche e forse soprattutto per le piante. Non è difficile pensare che per esempio le mangrovie, che abitano le coste oceaniche e possono essere facilmente strappate da un uragano, popolino regioni distanti con il metodo della zattera. Ma ci sono anche altre piante più “terrestri” che hanno approfittato del passaggio delle zattere, come alcune specie delle Hawaii o la flora della Nuova Zelanda. Potrebbero essere arrivate nell’isola pacifica, per esempio, gli alberi del genere Nothofagus, i cosiddetti faggi australi (diffusi nell’emisfero meridionale, dall’America all’Australia) o conifere chiamate araucarie.

RANE DEL GENERE ELEUTHERODACTYLUS

MACACHI

DALL’ASIA, ANCORA VIVI E VEGETI

URLATRICIRAGNOSCIMMIEE

CAMALEONTI

Dopo il terremoto e lo tsunami del 2011, molti detriti dal Giappone (sopra) finirono in mare. In alto, un molo arrivato in Oregon (Usa) oltre un anno dopo: era pieno di organismi viventi, fu pulito per evitarne la diffusione.

LEMURI

generare la diversità della vita sulla Terra; da scimmie e cavie in Sud America ai faggi e ai kiwi in Nuova Zelanda, fino ad animali e piante del Madagascar.

VERDI

VINCITORI DELLA LOTTERIA

LE ROTTE Le possibili rotte di isoleall’altrocontinentedaalcunivia“dispersione”maredianimali,unoversolontane. PortfolioMondadori Dal caraibichealleAmericaSudisole alDall’AfricaSud-est asiatico Dall’Africa Madagascaral e da qui alle isole dell’oceano Indiano Dall’Africa al Sud America Da Guadalupa ad SudDall’AfricaAnguillaalAmerica alDall’AfricaMadagascar Center.ScienceMarineHatfieldOSU’s 76 | Focus

È ovvio che non sempre e non ovunque questi mezzi di traspor to naturali hanno dato origine a colonizzazioni di nuovi ambien ti. Devono esserci le condizioni giuste: i nuovi arrivati devono trovare cibi adatti, non essere spazzati via dai predatori locali, riuscire a riprodursi senza problemi genetici. Il tutto, nell’e spressione di Simpson, è una specie di lotteria (sweepstake) che ha moltissimi partecipanti e pochissimi vincitori. I quali riesco no, con il biglietto vincente, a iniziare una nuova stirpe.

Domande RisposteLA SCIENZA IN PILLOLE INDICE PAGINE ANIMALI 124 • TECNOLOGIA 128 • SCIENZA 130 • AMORE E SESSO 132 • STORIA 134 • TE LO DICE MASSIMO 140 • NATURA 142 • ECONOMIA 144 • SOCIETÀ 146 • ARTE E CULTURA 148 • SALUTE 150 • CIBO 154 • SPORT 156 • UNIVERSO 160 • PSICHE 162 INSERTO SPECIALE! SBLOCCHEREMOTECNOLOGIAILCELLULARECONILNOSTRORESPIRO? DORMIRENATURA CON IL VERDE IN CAMERA FA MALE ALLA SALUTE? A CHE PENSANOCOSAICANI? LA RUBRICA DI CANNOLETTA,MASSIMOILCAMPIONEDEIQUIZTVTE LO DICE MASSIMOCAMPER?AVEVANAPOLEONESTORIAUNPSICHE FALSAPERCHÉARTEINQUINANOETÀSOCIETÀSPAZIALI?LEUNIVERSOAIASSOMIGLIAMOQUANTONOSTRIGENITORI?ESISTONOAUTOSTRADEAQUALELEPERSONEDIPIÙ?ECULTURAUNANOTIZIAÈDETTA“BUFALA”? ECONOMIA LE PERSONE AMANO I MILIARDARI? FELICICOSASOCIETÀRENDEIPOPOLIDELMONDO? ardea.com/DanielsJohn LabUniversity/YanagidaKyushuShutterstockShutterstock ShutterstockShutterstockPortfolioMondadoriNasa /Shutterstock tanialerro.art

ECONOMIA

SONOQUALIIPAESI

sull’ingiustizia della disuguaglianza economica. Lo hanno concluso alcuni studi dell’Ohio State University. Privilegiati. In uno di questi, è stata mostrata ai partecipanti la copertina di una rivista in cui erano raffigurati sette miliardari oppure uno solo. Le persone che avevano visto la foto di gruppo erano più favorevoli a sovratassare i superricchi, per compensare il divario economico, rispetto a coloro a cui era stata presentata la copertina con un solo miliardario. M.Z.

ì e no: li apprezzano singolarmente ma li detestano se li pensano nel loro insieme. Infatti, pensando a un individuo che ha accumulato molta ricchezza, la maggior parte delle persone gli riconosce talento e impegno: pensa insomma che meriti ciò che ha. La prospettiva cambia quando si pensa ai miliardari come a un gruppo di persone al vertice della gerarchia sociale: la loro ricchezza viene attribuita alla fortuna o a circostanze da cui sono stati illegittimamente favoriti e ci si concentra

PIÙMONDO?RICCHIDEL

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S

Simone Valtieri

onaco, Liechtenstein e Lussemburgo. Più nello specifico, stando alle ulti me stime annuali del Fmi (Fondo Monetario Internazionale), il Principato di Monaco (nella foto) figura al primo posto con 190.513 dollari prodotti per abitante, davanti al Liechtenstein (180.367 $) e al Lussemburgo (140.694 $). Per stimare la ricchezza di ogni Paese è stato utilizzato il Pil pro capite, ossia il va lore complessivo dei beni e dei servizi prodotti diviso per il numero di abitanti di ciascuna nazione.

PortfolioMondadori

MEGLIO I PICCOLI. Nella top ten dei Paesi più ricchi figurano anche Singapore, Ir landa, Qatar, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Norvegia e Stati Uniti, mentre al 12° posto si trova San Marino (70.139 $). Tra le nazioni economicamente più influenti del mondo il 19° posto è della Germania, seguita al 21° dall’Australia, al 24° dal Cana da e al 26° dalla Francia. La Gran Bretagna è 28a, di poco davanti all’Italia, che è 33a con 50.216 $. E i cosiddetti BRICS (le potenze emergenti)? La Russia è al 58° posto, la Cina al 74°, il Brasile al 90°, il Sudafrica al 99° e l’India al 130°.

144 | Focus

Le persone amano i miliardari?

USANDO COME PARAMETRO IL VALORE COMPLESSIVO DEI SERVIZI E DEI PRODOTTI DI UNA NAZIONE DIVISO PER IL NUMERO DI ABITANTI...

Il nepotismo fa bene agli affari?

N

Perché sono importanti i “grazie” in ufficio?

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on solo per gentilezza: le espressioni di gratitudine rendono più efficienti. È noto che ringraziarsi migliora le relazioni inti me ma uno studio dell’Università della California a San Diego ne ha messo in luce i vantaggi anche tra persone che collaborano tra loro. Per la ricerca s i sono costituiti team composti da due studenti universitari che, pur non essendo intimi, trascorrevano molto tempo assieme. Poi, si è affidato loro un compito impos sibile: in pochi minuti, concepire una bicicletta per gli sposta menti all’interno del campus e presentarla a una giuria, con tan to di piano di marketing. In palio, per il vincitore, 200 dollari. Sostegno. Si è visto che anche un singolo “grazie” può fare la differenza: i compagni di squadra che si sono ringraziati hanno reagito allo stress con un livello di attivazione psicofisiologica ottimale per affrontare la sfida (migliore risposta cardiovascola re, maggiore concentrazione), dando prestazioni migliori. Per gli studiosi, questi risultati sono estendibili alle organiz zazioni: i “grazie” tra chi lavora insieme per obiet tivi comuni sono altrettanto efficaci. M.Z.

U na ricerca della Ohio State University ha dimostrato che, se si vuole indurre qualcuno a fare beneficenza, è meglio chiedergli di “spendere” il suo denaro per una data causa anziché chiedergli di “donarlo”. La distinzione è sottile ed è una questione di linguaggio, ma i ricercatori hanno scoperto che per chi vuole contribuire a un progetto benefico è molto più coinvolgente il verbo “spendere” rispetto al verbo “donare”, perché fa sentire alle persone di avere ancora potere sul proprio denaro. Delegare. Lo studio ha coinvolto 2 700 persone che dovevano decidere quanto sarebbero stati disposti a donare per acquistare dei respiratori per un ospedale. I partecipanti hanno offerto più del doppio quando è stato chiesto loro di “s pendere” i loro soldi rispetto a quando è stato chiesto di “dar li” Spendere è infatti un’azione decisa da chi dona, mentre dare denaro vuol dire delegare ad altri questa azione, comportamento che le persone tendono a evitare. R.P.

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Meglio donare o spendere?

PortfolioMondadori

A ssumere amici e familiari, per quanto eticamente discutibile, può in effetti portare benefici all’azienda ( nella foto, Donald Trump con la figlia). Secondo uno studio dell’Università di Norwich (Uk) e della Texas A&M (Usa) a volte i manager preferiscono candidati più vicini alla propria cerchia ad altri sconosciuti, anche quando questi ultimi hanno maggiori capacità. Per scoprire quanto ciò influisca sugli affari, i ricercatori hanno coinvolto gruppi di studenti con legami sociali tra loro. Fiducia. Il gioco simulava una relazione manager-dipendente in cui, a un certo punto, avveniva uno scambio di denaro. L’80% degli studenti preferiva affidare (perché le investissero) somme maggiori a persone conosciute ri spetto agli estranei, nonostante nel 40% dei casi queste avessero, in base al gioco, competenze inferiori agli altri. Gli amici, però, compensavano l’handi cap lavorando di più. Risultato: chi aveva scelto un compagno di college fra i candidati di pari capacità aveva guadagnato tra il 7 e il 10% in più. Insom ma: se le differenze di competenza non sono troppo ampie, investire su persone con valori simili, come familiari e amici, può rivelarsi redditizio. R.M.

POSSONONOSTRED’INTELLIGENZAQUANTEFORMEABBIAMO?SECONDOIPIÙRECENTISTUDIDINEUROPSICOLOGIALEFORMED’INTELLIGENZASONOMOLTEPLICI,ENONESSEREINDIVIDUATECONUNUNICOTEST.UNODEIPRIMIASOSTENERLOFUNEGLIANNIOTTANTADEL’900LOPSICOLOGOSTATUNITENSEHOWARDGARDNER,ALLECUIRICERCHESISONOPOIRIFATTIALTRISCIENZIATI.GARDNERINDIVIDUÒNOVETIPOLOGIED’INTELLIGENZA,OGNUNAINDIPENDENTEDALLEALTREEVALORIZZABILEINMODOSPECIFICO.ECCOLE.LINGUISTICA È connessa alla verbalizzazione dei pensieri e denota la capacità di gestire un vocabolario ricco ed efficace. Chi la possiede, si tratti di poeti, scrittori, giornalisti oppure oratori, sa quindi variare il proprio registro linguistico, in base alle necessità del contesto. MUSICALE L’intelligenza musicale consiste nella capacità di riconoscere le varie caratteristiche di suoni, ritmi e armonie: chi ne è dotato è dunque naturalmente predisposto per suonare uno o più strumenti ma anche per l’arte del canto e della composizione.

NATURALISTICA

INTRAPERSONALE

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a cura di Matteo Liberti

PSICHE 162 | Focus

Consente sia d’individuare e classificare i diversi tipi di animali e piante presenti in natura sia di cogliere le varie relazioni tra di loro. È facilmente riscontrabile nelle popolazioni che vivono al di fuori dei centri urbani ma anche in molti scienziati, come i botanici.

Va spesso di pari passo con l’intelligenza interpersonale e riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di riconoscere le proprie emozioni e di essere in sintonia col proprio pensiero, anche a seguito dell’immedesimazione con personalità diverse dalla propria.

INTERPERSONALE

Riguarda la capacità di comprendere le esigenze, le paure e i desideri degli altri, creando situazioni sociali favorevoli e vantaggiose per tutti. Si può riscontrare negli psicologi, nei politici e in spiccatapossiedonoquantiunaempatia o doti sociale.d’interazione

ESISTENZIALE

Si tratta della capacità, tipica di filosofi e teologi, di riflettere criticamente sui grandi temi connessi all’esistenza umana e all’infinità dell’universo e di elaborare poi, a questo riguardo, concetti sintetici comprensibili da tutti.

CINESTETICACORPOREO-

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nche se ci sentiamo pigri e stanchi quando siamo annoiati, in realtà a livello fisiologico ci troviamo in uno stato di “eccitazione elevata” (misurato da una frequenza cardiaca più rapida). Un’ipotesi sul perché, da annoiati, abbiamo l’impressione che il tempo passi più lentamente è che proprio questa eccitazione acceleri “l’orologio interno” del nostro cervello, sfasandolo rispetto al tempo effettivamente trascorso. Segnale. Un’altra teoria è che l’apparente rallentamento del tempo sia un “segnale” che il nostro cervello ci invia per comunicare che la

situazione attuale non è soddisfacente e per spingerci a fare qualcos’altro. In base a questo ragionamento, alcuni studiosi suppongono che le persone più sensibili alla noia abbiano goduto di un vantaggio evolutivo. Chi voleva combattere la noia, infatti, inventava cose nuove, facendo progredire la specie, o cercava un nuovo partner, aumentando la propagazione dei suoi tratti e quindi la varietà genetica di quel gruppo di umani. E.V.

Tipica degli scienziati, questa intelligenza denota la capacità di ricordare e di elaborare concetti e simboli di natura matematica. Più in generale, tale intelligenza riguarda il ragionamento deduttivo basato su schemi logici e numerici.

Chi è arrabbiato è più sincero?

Perché quando ci annoiamo il tempo si dilata?

Questa forma d’intelligenza è legata alla capacità di controllare al meglio i movimenti del proprio corpo e di maneggiare con destrezza vari tipi di oggetti. Tale padronanza è tra l’altro tipica degli atleti, dei ballerini, dei ginnasti e degli attori.

Ma solo se pensiamo che l’istinto possieda verità più vere e permanenti rispetto a quelle mediate dalla ragione. Lo sostiene uno studio della Loyola University di Chicago: la rabbia tende rebbe più di altri stati d’animo a colmare il divario tra i nostri atteggiamenti impliciti, ossia quelli istintivi, e quelli espliciti, cioè il modo più ragionato con cui diamo voce alle nostre emozioni. Per dimostrare questa tesi sono stati effettuati tre esperimenti su un gruppo di volontari, studiando le loro risposte in presenza di tre diversi stati d’animo: triste, arrabbiato e neutro. Vettori. La rabbia è risultata una manifestazione più implicita rispetto agli stati umorali di tristezza o neutro, che comportano entrambi un più basso livello di fiducia in sé stessi e che possono perciò portare a mascherare le proprie opinioni in favore di pensieri più accettabili. La rabbia non sarebbe però l’unico vettore di sincerità, una funzione simile sarebbe associata anche ai sentimenti di disgusto e di felicità. S.V.

Shutterstock Shutterstock Focus | 163

Riguarda la capacità di visualizzare nella mente forme e oggetti, nonché di ricordare dettagli ambientali dei luoghi che ci circondano, favorendo per esempio il senso di orientamento. È inoltre generalmente diffusa tra coloro che eccellono nelle arti figurative.

LOGICO-MATEMATICA

SPAZIALE

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