Diario di bordo - La Pantera delle Nevi

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Diario di bordo

per l’avventuroso viaggio di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . alla ricerca di

Hai mai immaginato di diventare un leone della savana?

O una scimmia che passa di ramo in ramo, senza mai toccare terra?

Oppure un’aquila che vola libera nel cielo?

E se potessi diventare un animale forse un po’ meno conosciuto, ma altrettanto maestoso? Come la pantera della nevi! Perché non esiste solo la pantera nera, ma anche una pantera bianca, con delle macchie grigie, che vive sulle montagne del Tibet: è lei la regina incontrastata di questi posti freddissimi.

Con il film “La pantera delle nevi” impariamo a conoscerla e, allo stesso tempo, ci prendiamo del tempo per scoprire dei luoghi meravigliosi, dove la natura regna incontrastata, così gli animali che la abitano possono viverla tranquillamente. Ci sono gli yak selvatici (sono della stessa specie delle mucche, ma a pelo lungo), o la volpe, o i roditori... con loro riscopriamo il ritmo della natura, lento, ma bellissimo, che anche la vita dell’uomo dovrebbe avere.

Il film racconta di un viaggio fatto dallo straordinario fotografo esploratore

Vincent Munier e dallo scrittore

Sylvain Tesson: due amici che si mettono alla ricerca della pantera delle nevi senza alcuna certezza di avvistarla, a causa del clima sempre più caldo che le ha costrette, come molti altri animali, a scappare sulle cime più alte.

In occasione del loro viaggio in Tibet, Vincent e Sylvain hanno incontrato un nuovo amico che si è perso e che ha bisogno del loro aiuto per tornare a casa.

Unite i puntini da 1 a 70 per scoprire chi è!

IMPARIAMO A CONOSCERLI!

A) LA PANTERA DELLE NEVI

È un mammifero che vive nelle catene montuose dell’Asia centrale. Il suo peso solitamente varia dai 27 ai 55 kg, anche se il maschio può arrivare a pesare anche 75 kg, mentre è lungo tra i 74 e i 130 cm, esclusa la coda, che da sola può arrivare fino al metro. Le zone in cui abita sono molto fredde, quindi si tiene caldo grazie alla sua pelliccia folta, ma può anche decidere di usare la sua coda come una sciarpa per tenere al caldo il collo. Non ha la laringe, quindi non ruggisce, ma può emettere sibili, miagolii, ringhi, guaiti e fare le fusa, proprio come un grande gatto. Ha delle zampe molto ampie, che gli permettono di non sprofondare nella neve, un po’ come se avesse delle ciaspole naturali. Sono carnivori, ma mangiano anche ramoscelli ed erba. È una specie considerata vulnerabile, quindi a rischio di estinzione per via del bracconaggio e del cambiamento climatico che sta progressivamente modificando l’ambiente in cui vive.

B) CHIRU

Fa parte della famiglia dei bovini e sembra essere una specie più simile alle capre rispetto alle antilopi. Ha un mantello tra il grigio e il rossiccio. Gli esemplari maschili hanno delle corna curvate all’indietro, lunghe anche 50 cm. Vivono in gruppi anche di centinaia di esemplari. Fanno parte delle specie minacciate per via del bracconaggio, interessato alla loro calda pelliccia, da cui si ricava una lana molto calda e pregiata, e per le miniere d’oro presenti dove vivono.

C) LO YAK SELVATICO

Lo yak è un animale fondamentale per la vita in Tibet e nelle zone dell’Himalaya. Appartiene alla stessa famiglia delle mucche, tanto da essere chiamato anche bovino tibetano. Ha una folta pelliccia, dalla cui lavorazione si ricavano maglioni, berretti e non solo, e ha un lungo ciuffo che ne ricopre la fronte, come un vero rocker! Il maschio pesa mediamente una tonnellata, mentre la femmina è più piccola e arriva intorno ai 300 kg. Per poter vivere sulla catena montuosa più alta del mondo, dove l’aria ha meno ossigeno, il loro sangue ha moltissimi globuli rossi. La popolazione locale è riuscita nei secoli ad addomesticarli e li usano sia per l’allevamento, sia per l’agricoltura.

1) Il cattivo di Kung Fu Panda, Tai Lung, è una pantera delle nevi.

2) La volpe tibetana ha l’udito più sviluppato tra tutte le volpi.

3) La pantera delle nevi è chiamata anche leopardo delle nevi.

4) L’orso tibetano viene chiamato anche Orso della luna.

5) La pupilla del gatto di Pallas, quando colpita dalla luce, non diventa una linea verticale, ma una sfera, come per noi.

F) IL GATTO DI PALLAS

Questo gatto viene considerato da alcuni l’antenato del gatto persiano. Prende il suo nome dal primo zoologo che l’ha descritto, Peter Simon Pallas nel 1774. Ha una pelliccia lunga, morbidissima e molto folta, che gli permette di resistere anche a temperature come-50°! Di solito è ocra con delle strisce verticali, ma con l’estate cambia leggermente il suo look e diventa più tendente al grigio, con le strisce meno evidenti. Ha delle orecchie tonde e basse che lo fanno assomigliare un po’ al gufo. È una specie considerata a rischio minimo di estinzione a causa delle modifiche dell’habitat in cui vive.

Durante il loro viaggio Vincent e Sylvan hanno scattato molte fotografie.Abbina le lettere degli animali alla loro immagine.

D) LA VOLPE ROSSA

È più piccola della volpe diffusa qui. Ha il pelo lungo grigio sui fianchi, sul dorso e la testa è più aranciato, mentre ha sottopelo molto fitto, tra il bruno e il giallo ruggine, che le permettono di vivere in zone molto fredde e di ripararsi dai venti. La punta della sua coda è bianca. Non sono molto territoriali, quindi è possibile vedere più volpi nella stessa zona. Sono animali monogami (vuol dire che hanno un solo compagno, con cui restano insieme tutta la vita). Sono considerati a rischio minimo di estinzione.

E) L’ORSO TIBETANO

Assomigliano all’orso bruno, ma sono più leggeri e agili. La loro pelliccia è nera, con una caratteristica macchia bianca sul petto, mentre hanno le orecchie un po’ più grandi degli altri orsi. I maschi adulti pesano intorno ai 135 kg, mentre le femmine solitamente arrivano tra i 40 e i 125 kg. Sono onnivori, quindi mangiano piante e frutti di bosco, ma anche roditori e piccoli mammiferi. È un abile scalatore e, come a tutti gli orsi, piace dormire: durante l’inverno entra in letargo. Non vede molto bene, ma in compenso riesce a camminare su due zampe più degli altri suoi cugini: può arrivare fino a 400 m consecutivi. È una specie vulnerabile, a causa della deforestazione e della distruzione del suo habitat.

Si certifica

che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ha conseguito il titolo di GIOVANE ESPLORATORE ora lo aspettano nuove avventure e nuove scoperte. Buon viaggio!

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