![](https://assets.isu.pub/document-structure/211124162108-0845b9cb2c0a2652acb4b27893a6245f/v1/c029a5f1fb5bd2c8d904c6c02e982a09.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
4 minute read
EPS Gestione fauna
TROPPI DISEGNI DI LEGGE NEL LIMBO DELLE COMMISSIONI
Gestione fauna, è l’ora dei fatti
Advertisement
Sono lustri che si parla di un intervento organico per la regolamentazione del controllo e della gestione della fauna selvatica, sia autoctona sia alloctona, ma a tutt’oggi la normativa applicata risulta antica e non più rispondente alle mutate necessità dei territori, della popolazione e degli stessi animali, che da questo immobilismo traggono infinite penalizzazioni anche sotto il profilo della conservazione genetica delle specie. Consultando il sito internet delle due Camere del Parlamento si rimane sconcertati non solo di fronte alla letteratura scientifica presa in considerazione, ma anche dalla quantità di proposte di legge depositate dalle formazioni di ogni colore. La musica non cambia neanche se si prendono in esame le attività delle varie assise regionali. A puro titolo d’esempio e limitandoci alla presente legislatura, possiamo ricordare, tra i vari disegni di legge, il C 174 Paolo Russo, il C 2138 Caretta, il C 2673 del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia. Tutti documenti depositati tra il 2018 ed il 2019, il cui esame è stato avviato dalla commissione Agricoltura della Camera dei Deputati nel luglio 2020 (per altri si parla di oltre due anni di attesa per l’avvio della procedura) e subito rinviato a luglio 2021. Gli iter procedono a rilento nella lunga attesa dei pareri di rito delle diverse commissioni parlamentari competenti. Molti ddl sono dedicati esclusivamente al contenimento della popolazione dei cinghiali, come se questo fosse l’unico argomento degno d’interesse. Malgrado il tema sia da tutti riconosciuto urgente e scottante - e non solo per i danni diretti ed indiretti della mancata gestione del settore - la calendarizzazione delle varie iniziative langue o, nel migliore dei casi, segue una tempistica a dir poco biblica. Il primo errore sembra essere quello di assegnare l’esame delle proposte a più commissioni. Anche se sorretto da norme e consuetudini procedurali, questo modo di procedere rischia spesso di depotenziare la competenza in materia che è riconosciuta alle commissioni Agricoltura di
Camera e Senato. Non è infatti accettabile che l’assegnazione dell’articolato a queste commissioni avvenga dopo mesi o addirittura anni di attesa; ed è ancora più incomprensibile che l’esame e la discussione si avviino dopo un ulteriore ed indefinito periodo.
Ai danni materiali - che a livello nazionale sono stimati intorno ai 100 milioni di euro annui - si aggiungono quelli provocati dalla perdita della biodiversità e, soprattutto, i rischi sanitari conseguenti al sovrappopolamento degli areali vocati e non vocati rurali ed oggi anche non rurali. Occorre favorire l’avvio di una fase nuova che, superati gli steccati ideologici, consenta di ottenere risultati concreti per tutti, come è avvenuto, ad esempio, nel Nord America con il cervo americano che, salvato dal rischio estinzione, oggi vive uno sviluppo prepotente ma ragionevolmente gestito. Occorre concretizzare le aspirazioni, le volontà e le iniziative. Proposte concrete arrivano dall’Ente Produttori Selvaggina (insieme ai concessionari delle aziende venatorie che rappresenta) che ha offerto in più occasioni il supporto dei propri tecnici.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/211124162108-0845b9cb2c0a2652acb4b27893a6245f/v1/bc0e3137b68d3f57a46afc524562a006.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Due domande a… Silvana Patanè
Nata in Sicilia ma cresciuta a Roma, Silvana Patanè è la responsabile della sede del patronato Enapa di Roma. Dopo una precedente esperienza in un’altra organizzazione di servizi alla persona, Patanè sbarca in Confagricoltura nel 2001 con il compito di strutturare il servizio di patronato dell’Unione provinciale. Gli uffici di zona organizzati all’epoca oggi offrono consulenza all’intera area metropolitana di Roma. Un servizio che è stato garantito in presenza anche nell’ultimo anno e mezzo.
Come sono cambiate le esigenze di chi si rivolge al suo ufficio nell’ultimo anno e mezzo?
Con l’epidemia di Covid-19 stiamo assistendo a un importante incremento di domande relative alle prestazioni di sostengo al reddito. Prima fra tutte quella del reddito di cittadinanza che attualmente rappresenta il 30% delle pratiche.
Quali sono i nodi che la politica dovrebbe sciogliere per facilitare il compito dei patronati?
Di certo ci vorrebbe una riforma complessiva del settore, ma più operativamente, proprio riguardo al reddito di cittadinanza, il nostro lavoro verrebbe semplificato se ci venisse permesso l’accesso alle banche dati per i controlli incrociati sui destinatari dell’assegno. Cosa che oggi non ci è consentita. Inoltre, una vera digitalizzazione della PA permetterebbe a noi operatori di accedere a servizi e informazioni in modo più efficace e in tempi più stretti.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/211124162108-0845b9cb2c0a2652acb4b27893a6245f/v1/0fe52a462b5b7c456cc3562511508361.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
NIENTE ASSEGNO DI INVALIDITÀ PER CHI LAVORA
A seguito di diverse pronunce di Cassazione l’Inps non riconoscerà più alcun assegno agli invalidi civili parziali che svolgono attività lavorative. La decisione dipende proprio dall’interdipendenza tra la funzione di tale assegno e la condizione di inattività al lavoro Il blocco del percepimento dell’invalidità civile prescinde dall’entità del reddito; decade quindi la pratica con cui l’ente previdenziale riconosceva fino a poco tempo fa il beneficio economico agli invalidi civili parziali con un impiego a patto che non superasse un certo limite retributivo.
RIDUZIONE PENSIONE AI SUPERSTITI
La pensione ai superstiti può subire delle riduzioni qualora il beneficiario abbia un proprio reddito Irpef - è esclusa la prima casa - superiore al trattamento minimo Inps (€ 6.702,54 per il 2021) nella misura: del 25% se il reddito del destinatario supera di tre volte il trattamento minimo; del 40% se il reddito è maggiore di quattro volte. Tali riduzioni non operano quando il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli di minore età, studenti o inabili.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/211124162108-0845b9cb2c0a2652acb4b27893a6245f/v1/436c7df0acf073006db2d1399e55acbc.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/211124162108-0845b9cb2c0a2652acb4b27893a6245f/v1/76fe276444b3944281c596a8bee0b847.jpeg?width=720&quality=85%2C50)