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Over65 Robot in corsia
Un robot in corsia
Un robot che gira tra le corsie dell’ospedale per aiutare gli anziani ricoverati? Sembra fantascienza, ma è già realtà all’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove Pepper, questo è il nome dell’assistente artificiale, viene utilizzato come aiuto a medici e pazienti per la riabilitazione, la comunicazione e la valutazione sanitaria. Dei 14 milioni di italiani over 65, la metà sono ultrasettantenni e tra questi 2,7 milioni presentano gravi difficoltà motorie e compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane, mentre oltre 1,2 milioni dichiarano di vivere senza un aiuto adeguato. Ancor più grave appare la condizione di coloro che vivono soli - ben 638.913 persone - o con conviventi anziani (372.735). Pandemia e isolamento hanno aggravato la situazione. Secondo il rapporto 2021 dell’Eurostat, l’Italia si conferma il Paese più vecchio d’Europa e i nostri anziani avranno sempre più bisogno di assistenza. Ed ecco che entra in ballo l’innovazione tecnologica. L’Università di Genova è capofila di un progetto Europa- Giappone che intende realizzare i primi automi in grado di adattarsi alle radici culturali delle persone da accudire, di dimostrare empatia e capaci di fare compagnia.
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CASSE PER CHIACCHIERE
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Nel mondo il 41% delle persone anziane ha affermato di aver sentito di più la solitudine a partire dall’inizio della pandemia. Dove si può combatterla? Al supermercato. Succede in Olanda con la nascita delle Kletskassa, ovvero “casse per le chiacchiere”. Su una popolazione di 17 milioni più di 1,3 milioni sono over 75 e il problema del benessere mentale degli anziani viene affrontato con un piccolo gesto di solidarietà. Dal prossimo anno, in oltre 200 supermercati della catena Jumbo, saranno presenti vere e proprie casse relax, dove gli utenti con i capelli bianchi potranno intrattenersi in chiacchiere, senza alcuna fretta.
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VITAMINA D, attenzione all’abuso. Un terzo degli over 65 italiani assume dieci o più farmaci al giorno. Lo fa abitualmente il 29% degli uomini e il 30,3% delle donne. Lo comunica l’AIFA sottolineando come la vitamina D sia in assoluto il farmaco più consumato tra gli anziani, seguito da aspirina, antibiotici e gastroprotettori. Il dato sulla vitamina D, in particolare, preoccupa se viene erroneamente assunta perché si pensa abbia capacità protettive contro infezioni e non per le reali indicazioni. L’ipervitaminosi D può produrre troppo calcio nel sangue, con conseguente calcificazione di organi come i reni.
PER STARE BENE
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La partecipazione sociale ha effetti positivi. Chi presenzia, con costanza, alle attività sociali ha più forza muscolare, un apparato polmonare e respiratorio più sano, minori infiammazioni croniche e disabilità rispetto a coloro che non vi partecipano. Prendere parte alle attività sociali stimola i sistemi muscolo scheletrico, cardiovascolare, respiratorio e nervoso. L’attività fisica favorisce la contrazione muscolare, il dispendio energetico, diminuendo lo stress ossidativo. Negli ultimi 10 anni, i sessantacinquenni italiani hanno guadagnato più di un anno di speranza di vita in buona salute, passando dai 5,6 anni del 2009 ai 7,3 nel 2019.
Cala la qualità della vita
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L’Italia non è né un Paese per giovani, né per anziani. Lo Stivale si classifica solo 39esimo tra i 96 paesi più a misura di anziano, scendendo di ben 12 posizioni rispetto allo scorso anno quando era 27esima. Al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Svezia, Svizzera e Canada. Lo dice l’indice della qualità della vita delle fasce di età più alte, il Global AgeWatch Index, frutto del lavoro di HelpAge International, sviluppato in partnership con la University of Southampton. Siamo il Paese più vecchio d’Europa, ma non miglioriamo la qualità di vita, né favoriamo il ruolo attivo degli anziani. Scendiamo in classifica pure nella voce “sicurezza economica” dalla sesta posizione del 2013 alla 25esima di quest’anno. L’Italia, però, è migliorata almeno sul fronte salute passando dal 15esimo al sesto posto, mentre siamo ancora negativi sul fronte ‘capacità’ (sessantottesimo posto per tasso di occupazione e livello d’istruzione non alti). Male anche sull’aspetto del supporto e dell’ambiente sociale offerto all’anziano dove precipitiamo al 74esimo posto. Non va purtroppo meglio nemmeno dal punto di vista della sicurezza, delle libertà civiche e del livello di soddisfazione per il trasporto pubblico percepiti dall’anziano.
MEGLIO MANGIARE in compagnia. Consumare i pasti da soli può contribuire ad aumentare il rischio di malattie cardiache, in particolare nelle donne anziane. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Menopause, la rivista della North American Menopause Society (NAMS). È anche un fattore di rischio per la depressione. Inoltre si tende a mangiare più velocemente. Questo porta ad aumenti dell’indice di massa corporea, della circonferenza della vita, della pressione sanguigna e dei livelli di lipidi nel sangue. Tutti fattori che possono aumentare il rischio di sindrome metabolica.
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