Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia
S
ulla base dei risultati dell’attività dei Grup-
• sono riservati al servizio di radiodiffusione in
pi di studio A, B, C e dell’esperienza di al-
tecnica digitale cinque canali, di cui uno, il cana-
cuni paesi europei, il Comitato ha analiz-
le 12 della banda III della gamma VHF (H2 del-
zato diverse soluzioni tecniche per la definizione
la canalizzazione italiana), destinato per radio-
di architetture di rete adatte allo sviluppo della te-
diffusione digitale sonora (DAB-T), e quattro,
levisione digitale terrestre in Italia, con particola-
cioè i canali 66,67,68 della banda V della gam-
re riferimento ai sistemi di codifica, multiplexing,
ma UHF ed il canale 9 della banda III della gam-
distribuzione e diffusione. Con riguardo a tali ar-
ma VHF, per radiodiffusione digitale televisiva
chitetture, sono state definite alcune componen-
(DVB-T);
ti di costo relative agli apparati necessari alla diffusione dei servizi. Sono stati stimati inoltre i co-
• il territorio nazionale è suddiviso in bacini di
sti che i singoli utenti dovranno sostenere laddo-
utenza coincidenti con il territorio delle regioni e
ve si renderà necessario adeguare gli attuali si-
delle province;
stemi riceventi alle esigenze del servizio digitale. • a ogni impianto ricompreso nel Piano è asse3.1. ARCHITETTURA
gnata un'area contenuta nell'ambito di una so-
DELLA RETE DTT ITALIANA
la regione o provincia, fatti salvi gli inevitabili “straripamenti”;
3.1.1. ELEMENTI REGOLAMENTARI • è necessario configurare una struttura regioI riferimenti regolamentari più significativi ai fini
nale delle reti per la radiodiffusione televisiva di
dell’analisi di un’architettura di rete in Italia so-
programmi in ambito nazionale, assicurando
no contenuti nelle delibere n.69/98, 105/99 e
per tutte una copertura almeno dell'80% del ter-
95/2000 riguardanti il PNAF.
ritorio nazionale e di tutti i capoluoghi di provincia, con un servizio di circa il 92% della popo-
In base a quanto disposto da tali delibere:
lazione;
• la qualità di ricezione è fissata in un valore cor-
• tutti gli impianti che servono la stessa area de-
rispondente di norma al grado 4, riferito ai livelli
vono essere localizzati in un "sito comune", le
della scala di qualità soggettiva UIT-R
cui dimensioni e quote altitudinali devono esse-
(Unione Internazionale delle Telecomunicazioni
re tali da assicurare la compatibilità interferen-
- Radiocomunicazioni);
ziale e la ricezione dei segnali emessi dagli stessi impianti con una sola antenna di utente per
• al servizio di radiodiffusione televisiva sono de-
ogni gamma di frequenze (VHF,UHF), minimiz-
stinate le bande I e III della gamma VHF e le
zando l'impatto ambientale e l'inquinamento
bande IV e V della gamma UHF;
elettromagnetico.
65
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia Nell’ottica dell'integrazione del PNAF, l’Autorità
cidenti - per quanto tecnicamente possibile - con
ha inoltre previsto (cfr.delibera n. 95/2000) di
il territorio delle province.
adottare il criterio di servire la maggiore percentuale possibile di popolazione e tutti i capoluoghi
Non è previsto infine l'uso di collegamenti a rim-
di regione e di provincia, suddividendo in tal mo-
balzo e, quindi, la protezione di questi contro le
do il territorio nazionale in bacini di utenza coin-
interferenze.
3.1.2
IL MODELLO DI ARCHITETTURA DI RETE
Il macro-modello di rete definito è illustrato nella seguente figura 3-1.
Playout
Rete di distribuzione
Rete di diffusione
66
Sistemi di ricezione d’utente
canale di ritorno
Ricevitore integrato o Set-Top Box
Modem per servizi interattivi
Figura 3-1 Macromodello di riferimento
Le componenti e le funzioni del modello rappre-
condominiale;
sentato sono i seguenti:
• il terminale di utente, costituito dal ricevitore in-
• il playout, la cui funzione è di codificare e as-
tegrato digitale o dal set-top-box da applicare al
semblare programmi, dati e informazioni,
ricevitore analogico;
creando il transport-stream (flusso digitale per
• il modulo per il servizio interattivo.
il trasporto); • la rete di distribuzione, che trasferisce il tran - Si evidenzia che il playout è sostanzialmente lo sport-stream all’ingresso dei trasmettitori della
stesso sia quando le reti di diffusione utilizzate
rete di diffusione;
siano del tipo SFN sia quando tali reti siano del ti-
• la rete di diffusione, che irradia verso gli utenti
po MFN, con la sola differenza che in quest’ulti-
il segnale costituito dal transport-stream;
mo caso manca il modulo “SFN adapter”.
• il sistema ricevente di utente, costituito dal-
Nel seguito viene illustrata la struttura dei vari
l’impianto di antenna ricevente individuale o
componenti del modello di riferimento di rete.
3.1.2.1 Playout Lo schema generale del playout è quello riportato nella figura 3-2. Esso comprende, tra l’altro, gli apparati per la pay-tv, i codificatori MPEG-2 e il multiplex, opportunamente ridondati. Figura 3-2 Schema generale del playout
67
Nel centro playout i programmi televisivi e ra-
Packet). Il network adapter ha la funzione di in-
diofonici vengono codificati nello standard
terfacciare la rete di distribuzione che alimenta i
MPEG-2 e assemblati insieme con altri dati e
trasmettitori della rete di diffusione.
informazioni presenti (riguardanti gli utenti pay, le
L’SFN adapter è usato solo quando la rete di dif-
applicazioni interattive, ecc.) dal multiplex. Il
fusione è del tipo SFN in quanto non necessa-
transport-stream in uscita dal multiplex viene,
rio nel caso in cui tale rete è del tipo MFN. In-
quindi, inviato al “SFN adapter” (quando neces-
fatti, la sua funzione è di inserire i segnali GPS
sario) che crea la struttura di Mega Frame e in-
(Global Position System), ricevuti attraverso un
serisce il MIP (Mega Frame Initialization
opportuno ricevitore, per la sincronizzazione del
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia transport-stream necessaria per il funziona-
quindi, costi più elevati, rispetto al caso in cui es-
mento delle reti SFN.
se siano impiegate come riserva di altri sistemi.
3.1.2.2 La rete di distribuzione
Nel caso di utilizzo del satellite, la distribuzione può essere fatta nelle seguenti modalità distri-
La rete di distribuzione ha la funzione di trasferi-
butive:
re il segnale in uscita dal playout ai trasmettitori delle reti di diffusione.
• distribuzione numerica trasparente;
Le reti di distribuzione possono essere realizza-
• trasporto del segnale numerico utilizzando la
te attraverso:
modulazione di frequenza; • distribuzione del transport-stream nel formato
• ponti radio terrestri;
68
DVB-S.
• fibre ottiche; • satelliti.
Va rilevato comunque che una rete di distribuzione può essere realizzata in segmenti, per cia-
Le reti di distribuzione attualmente utilizzate in
scuno dei quali si utilizzi, secondo la convenien-
Italia per la televisione analogica sfruttano pre-
za tecnica ed economica, il ponte radio, il satel-
valentemente ponti radio terrestri. Per il traspor-
lite o la fibra ottica. In ogni caso le reti di distri-
to del segnale digitale è necessario che esse
buzione non devono introdurre ritardi nel tra-
siano convertite alla nuova tecnologia. Questo ti-
sporto del segnale digitale ai trasmettitori delle
po di rete si adatta facilmente alla distribuzione
reti SFN superiori a 1 secondo, affinchè possa-
sia di programmi nazionali sia di programmi lo-
no essere compensati all’SFN sync.
cali, strutturandola opportunamente. La realizzazione di reti in fibra ottica presenta in
3.1.2.3 Note sulle reti di diffusione
generale difficoltà per quanto riguarda il loro uso per la distribuzione dei segnali televisivi.Tale dif-
Come accennato nelle pagine precedenti, la tec-
ficoltà risulta evidente ove si pensi che la massi-
nologia digitale consente di pianificare reti che
ma parte dei trasmettitori televisivi sono allocati
utilizzano la stessa frequenza per tutti gli impianti
su siti posti in aree di altitudine elevata (su colli-
trasmittenti che le compongono (reti SFN) e reti
ne o monti). Ciò comporta una struttura di rete
che richiedono, come nel caso analogico, fre-
ad “albero”, costituita da una dorsale e tante ra-
quenze diverse in impianti diversi allo scopo di
mificazioni quanti sono i trasmettitori della rete di
minimizzare gli effetti dell’interferenza (reti
diffusione da alimentare.
MFN). Vi è inoltre la possibilità di realizzare reti
Le reti che utilizzano il satellite per la distribuzio-
miste MFN-SFN (reti k-SFN), ossia reti MFN
ne primaria richiedono una serie di ridondanze
estese localmente con reti SFN costituite da po-
che comportano una maggiore complessità e,
chi impianti, che consentono di coprire una mag-
giore percentuale di territorio e di popolazione,
Da segnalare anche che i vari tipi di reti posso-
pur con un incremento limitato nel numero degli
no essere progettate per servizi rivolti prevalen-
impianti. I suddetti tipi di reti si distinguono anche
temente all’utenza fissa o all’utenza mobile. Nel
per quanto riguarda la loro capacità di trasmis-
primo caso è più adatta la modalità di modula-
sione, minore per le reti SFN rispetto alle reti
zione OFDM a 2000 portanti, nel secondo caso
MFN. Ciò comporta che le reti SFN possono, ri-
è da preferire la modalità a 8000 portanti.
spetto alle reti MFN, trasmettere un minore numero di programmi o lo stesso numero di pro-
3.1.2.4 Le reti SFN
grammi ma con minore qualità. Ricordiamo che le reti pianificate a livello nazionale possono es-
Le reti SFN, come è stato detto in precedenza,
sere o meno decomponibili in reti a livello regio-
possono essere usate quando nell’ambito na-
nale, provinciale o sub-provinciale, intendendo
zionale o locale servito si debbano irradiare gli
per reti sub-provinciali quelle che servono par-
stessi programmi e servizi, cioè quando non è ri-
zialmente il territorio di una provincia coinciden-
chiesto di inserire nel transport-stream nuovi
te, al limite, con l’area servita da un solo tra-
contenuti o sostituire parti del contenuto da irra-
smettitore.
diare solo in particolari aree del territorio servito dalla rete. La criticità da questo tipo di reti risie-
Per quanto riguarda l’hardware delle reti di diffu-
de nel fatto che tutti i trasmettitori debbono
sione, si distinguono i seguenti tipi di impianti:
diffondere lo stesso transport-stream in uscita dal playout in un intervallo di tempo non supe-
• il trasmettitore, che riceve in banda base il
riore a 1 sec. Ciò comporta la necessità di sin-
transport-stream da irradiare direttamente dalla
cronizzare tutti i trasmettitori. Ciò si realizza con
rete di distribuzione;
l’inserimento nel transport-stream, tramite l’SFN
• il ripetitore, che riceve in banda base il tran -
adapter, dei seganli GPS. Tali seganli sono poi
sport-stream da irradiare da un trasmettitore. La
confrontati con quelli ricevuti tramite GPS. Il con-
frequenza di funzionamento del ripetitore è di-
fronto avviene per mezzo del modulo SFN sync
versa da quella del trasmettitore da cui riceve il
che provvede, anche, a compensare il tempo di
segnale da irradiare. Questo tipo di apparato è
propagazione sulla base della differenza calco-
utilizzato per l’estensione dell’area di servizio
lata tra l’istante di invio (uscita dal playout) e l’i-
della rete;
stante d’arrivo all’ingresso di ciascun trasmettito-
• il gap-filler , che riceve il segnale in alta fre-
re della rete.
quenza irradiato da un trasmettitore o ripetitore e
Le reti SFN sono costituite da trasmettitori e gap-
lo re-irradia sulla stessa frequenza di funziona-
filler. I ripetitori non possono essere utilizzati nel-
mento senza passare per la banda base. Viene
la realizzazione di queste reti in quanto non è
utilizzato per servire piccole zone d’ombra all’in-
possibile compensare le differenze nei tempi di
terno dell’area di servizio di un trasmettitore.
propagazione. L’uso di gap-filler, tuttavia, pre-
69
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia senta alcune difficoltà che riguardano in partico-
segnale.
lare il raggiungimento dell’elevato disaccoppia-
Lo schema generale del sistema da utilizzare
mento tra antenna ricevente e antenna trasmit-
per il servizio diffuso tramite reti SFN è riporta-
tente. Si ha anche una riduzione della qualità del
to nella fig. 3-3.
Figura 3-3 Modello del sistema di diffusione con rete SFN
Ricevitore GPS
70
Playout
Apparato tramittente
Apparato ricevente
rete di distribuzione
SFNSYNC
trasmettitore
rete di disffusione
Figura 3-4 Modello del sistema per la diffusione con reti MFN
Apparato ricevente
Playout nazionale
Apparato tramittente
Apparato ricevente
Playout regionale
apparato trasmittente
trasmettitore
Apparato ricevente
Apparato ricevente
rete di distribuzione nazionale
rete di distribuzione regionale
trasmettitore
trasmettitore
rete di diffusione
In sintesi il sistema opera come segue: il tran -
petitori, che ricevono i segnali da ritrasmettere
sport-stream, nel quale sono inseriti anche i se-
da un trasmettitore, non è prevista alcuna prote-
gnali GPS di sincronizzazione, viene trasferito ai
zione dalle interferenze. Questo fatto limita forte-
trasmettitori attraverso la rete di distribuzione.
mente l’uso di ripetitori nelle reti in esame. Se si
Nel centro trasmittente si compensa tramite
considera, come esempio, una rete nazionale
l’SFN sync il ritardo accumulato dal transport-
MFN che viene decomposta in reti regionali, si
stream che viene poi irradiato dal trasmettitore.
ha il modello schematico del sistema per servizi nazionali e servizi regionali in parte diversi da
3.1.2.5 Le reti MFN
quelli nazionali, che è riportato in fig. 3-4. Il funzionamento può essere sinteticamente
Le reti MFN possono essere impiegate per la
descritto come segue: dal playout nazionale il
diffusione di programmi e servizi sia in ambito
transport-stream è inviato ai playout regionali
nazionale sia locale. La loro caratteristica spe-
mediante una rete di distribuzione nazionale.
cifica, rispetto alle reti SFN, è data dalla possi-
Nei playout regionali, se previsto, vengono elimi-
bilità di inserire nel transport-stream nuovi con-
nati alcuni programmi provenienti dal playout na-
tenuti o parti del contenuto da irradiare in aree
zionale, inseriti contenuti locali - provenienti per
specifiche del complessivo ambito territoriale
esempio dalle emittenti locali - e aggiornate le
servito dalla rete. Va ricordato, inoltre, che
informazioni contenute nel SI (Service Informa -
questo tipo di rete ha la proprietà di essere de-
tion). L’uscita dal playout regionale viene quindi
componibile. I trasmettitori delle reti in questio-
inviata tramite la rete di distribuzione regionale in
ne non debbono essere sincronizzati come nel
ponte radio ai trasmettitori della rete regionale di
caso delle reti SFN. Ne consegue che nei re-
diffusione.
lativi playout non sono presenti i ricevitori GPS e gli SFN adapter; analogamente, nei trasmettitori mancano sia i ricevitori GPS che i moduli
3.2 SISTEMI RICEVENTI D’UTENTE
SFN sync. Le reti MFN sono costituite da trasmettitori e ri-
3.2.1 Introduzione
petitori. Difficilmente vengono usati gap-filler. Gli
Va segnalato che la normativa vigente per l’ela-
N
borazione dei piani di assegnazione delle fre-
tiplicazione di impianti spesso approssimativi e
quenze prevede che per i collegamenti tra im-
“di fortuna”. L’obsolescenza degli impianti è dun-
pianti di diffusione si debbano usare ponti radio,
que, una realtà, e costituisce sicuramente, nei
cavo o satellite, con la conseguenza che per i ri-
casi più gravi, un forte handicap per un’adeguata
impianti ripetitori che, come si è accennato, sono utilizzati per l’estensione delle aree servite dai trasmettitori, sono allocati al di fuori di tali aree.
egli ultimi 20 anni i sistemi riceventi di utente, per effetto della crescente offer-
ta analogica terrestre, si sono adegua-
ti alle mutate esigenze di ricezione con una mol-
71
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia distribuzione di segnali digitali senza dover prov-
• antenne con guadagno inadeguato (special-
vedere a interventi radicali di bonifica. Tuttavia ciò
mente nel caso di log periodica).
potrebbe anche rappresentare l’occasione per un adeguamento infrastrutturale che tra l’altro
Nel caso in cui i trasmettitori per la televisione di-
consentirebbe la fruibilità di servizi digitali d’avan-
gitale siano posizionati diversamente da quelli
guardia.
del servizio analogico o utilizzino bande di frequenze non previste dall’antenna esistente (spe-
3.2.2 Le tipologie di impianto
cialmente nel caso di antenne Yagi) potrebbe essere necessaria un’antenna aggiuntiva.
I sistemi riceventi d’utente si suddividono in due grandi categorie: 3.2.3 Gli impianti centralizzati
72
• i sistemi di ricezione individuali; • i sistemi di ricezione centralizzata.
I sistemi centralizzati si suddividono in:
In Italia sono molto più numerosi i sistemi indi-
• sistemi MATV (Master Antenna TV), che di-
viduali.
stribuiscono segnali terrestri captati dal sistema
I componenti fondamentali dei sistemi riceventi
ma talvolta includono la distribuzione di segnali
sono:
inseriti localmente (per esempio quelli generati
• per gli impianti individuali, il sistema di antenne
da telecamere di controllo per la sicurezza);
d’antenna, tipicamente nelle bande VHF e UHF,
e la rete di distribuzione interna agli edifici. Vi rientra, in taluni casi, anche l’amplificatore;
• sistemi SMATV (Satellite Master Antenna TV)
• per gli impianti centralizzati, il sistema di an-
che, oltre ai segnali terrestri, captano e distribui-
tenne, il preamplificatore, la centrale di testa
scono anche segnali provenienti da satellite, che
(che può essere a larga banda, a bande sepa-
vengono convertiti in antenna nella banda di
rate o canalizzata) e la rete di distribuzione in-
“prima frequenza intermedia” (1^ IF) da 950 a
terna agli edifici.
2150 MHz. La realizzazione di impianti MATV, nelle reti di di-
Per quanto riguarda le antenne, i casi nei quali si
stribuzione, ha sempre sofferto, in Italia, della
rende necessario provvedere alla loro sostituzio-
carenza di una seria pianificazione, contestuale
ne a causa di una ricezione difficoltosa della te-
alla costruzione o alla ristrutturazione degli im-
levisione digitale, possono essere i seguenti:
mobili. Tale carenza ha avuto (e continua ad
• antenne scarsamente direttive (specialmente
creazione delle colonne montanti.
nel caso di log periodica);
In questi casi occorre procedere ad un rifaci-
avere) conseguenze spesso disastrose nella
mento completo della rete, con elevati costi an-
3.2.4 Conclusioni
che strutturali (ad es. opere murarie). Negli impianti MATV di più recente realizzazione sarà
L’introduzione della TV digitale richiederà di rive-
opportuno effettuare verifiche di funzionalità ri-
dere la situazione degli impianti di distribuzione
spetto, soprattutto, ai seguenti parametri:
negli edifici, soprattutto se, come previsto, sarà
• risposta in frequenza;
necessario soppiantare in toto la distribuzione
• attenuazioni sulle colonne montanti;
analogica attuale.
• efficienza di schermatura;
Le ragioni di tale cambiamento sono principal-
• disadattamento;
mente due:
• disaccoppiamento tra prese d’utenza; • disaccoppiamento tra colonne montanti;
• l’ introduzione del nuovo Piano di Assegnazio-
• invecchiamento dei cavi;
ne delle Frequenze, che prevede la riallocazione
• comportamento dei partitori di linea;
di circa 180 dei 487 siti primari di diffusione. Co-
• verifica delle derivazioni d’utente.
me conseguenza, una buona percentuale di utenza dovrà riorientare le antenne;
Per quanto riguarda gli impianti SMATV, l’intro-
• la linearità intrinseca al segnale COFDM, che
duzione della ricezione satellitare negli impianti
richiederà di verificare e in alcuni casi ottimizza-
centralizzati ha portato quasi sempre a un ade-
re il funzionamento del preamplificatore e della
guamento dell’impianto esistente MATV o alla
centrale di testa.
realizzazione ex-novo dello stesso. A titolo di curiosità si segnala che, nel Regno Quando si è proceduto alla trasformazione del-
Unito, circa il 20% degli impianti ha richiesto l’ in-
l’impianto da MATV a SMATV la situazione si è
tervento dell’antennista per la risoluzione di pro-
rivelata quasi sempre ottimale poiché, in tale
blemi specifici.
eventualità, le verifiche sulla rete di distribuzione erano già state effettuate. L’adeguamento degli impianti dipende ovvia-
3.3 IL TERMINALE D’UTENTE
mente dalla soluzione tecnologica scelta per la
E L’INTERATTIVITÀ
distribuzione. Le soluzioni individuate sono: • transmodulazione dei segnali analogici e digitali satellitari ricevibili “in chiaro” in un segnale PAL-AMVSB; • distribuzione monocavo con conversione IF-IF;
L
’ultimo dei componenti dell’architettura di
rete per la televisione digitale terrestre è rappresentato dal terminale di utente (ri-
cevitore TV integrato o set-top-box). Per quanto
• distribuzione multicavo;
riguarda il modello funzionale e le prestazioni si
• transmodulazione dei segnali QPSK in segnali
rimanda al cap. 4. Scopo delle pagine che se-
64QAM.
guono è quello di esporre alcune considerazio-
73
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia considerazioni relative all’interattività.
In aggiunta si può dire che, per certe tipologie di
Gli standard DVB consentono di rispondere in
servizi, la capacità di memorizzazione o la pre-
modo globale alla crescente domanda di nuovi
senza di un data carousel con ciclo di aggiorna-
servizi generalisti e tematici, free-to-air e a pa-
mento breve non è più requisito fondamentale in
gamento, multimediali ed interattivi, e di miglio-
quanto il “contenuto” deve essere fruito sola-
rare sensibilmente la qualità del servizio, grazie
mente nell’istante in cui viene trasmesso.
all’introduzione del formato wide screen (16:9), l’audio digitale con qualità CD, l’accesso ad Internet e, in prospettiva, l’HDTV.
3.4 COMPONENTI DI COSTO
Il carattere distintivo della televisione digitale
3.4.1 Premessa
sarà tuttavia l’interattività. Arendere possibile ta-
74
integrati). Nel caso di diffusione nazionale, il gra-
I
do di interattività sarà pari a quello della televi-
te precedentemente descritto al par. 3.1.2..Va
sione via satellite DVB-S dove il canale di ritorno
subito sottolineato che i dati riportati sono asso-
degli utenti è collegato al playout nazionale per
lutamente parziali, non essendo stato possibile
accedere per esempio, a livello di multiplex na-
reperire le necessarie informazioni per tutte le
zionale, all’offerta pay e ppv. Nel caso di diffu-
apparecchiature considerate. Inoltre, quand’an-
sione regionale, poiché l’utente è collegato al
che fossero disponibili tutti i dati, la determina-
playout regionale a livello di remultiplex regiona-
zione dei costi effettivi risulterebbe piuttosto in-
le, il canale di ritorno permette una “de-localiz-
certa, poiché i dati stessi dipendono, in ultima
zazione” dei servizi interattivi.
istanza, dalla configurazione effettiva che ogni
La presenza di un canale di ritorno via modem è
si, ad esempio, al tipo e alla capacità del mezzo
essenziale per promuovere lo sviluppo di nuovi
di trasporto, alle riserve per aumentare l’affidabi-
servizi di specifico interesse per il singolo utente
lità del sistema o al grado di servizio del territo-
le evoluzione sarà soprattutto la piattaforma “aperta” dei ricevitori multimediali domestici della nuova generazione (set-top-box e ricevitori TV
n questa sede si vogliono fornire alcuni ele-
menti di costo connessi alla realizzazione delle reti per la televisione digitale terrestre,
elaborati con riferimento al macro-modello di re-
operatore intende dare alla propria rete (si pen-
quali, ad esempio, la posta elettronica ed i servi-
rio). Nelle pagine che seguono è contenuta inol-
zi commericali pay e ppv. Tutte queste applica-
tre una stima dei costi per i sistemi riceventi di
zioni ricadono nel profilo “interactive broadcast”
utente. Per semplicità di presentazione, le com-
per il quale il DVB ha definito i protocolli di co-
ponenti di costo vengono riportate distintamente
municazione e la tecnologia di interfaccia con la
per le apparecchiature professionali e per quelle
rete in grado di assicurare l’elevato livello di affi-
di utente, di competenza degli operatori le prime,
dabilità e sicurezza che questi servizi richiedono.
di competenza degli utenti le seconde.
3.4.2 COSTI DELLE APPARECCHIATURE
ni produttori e da alcune emittenti.
E IMPIANTI PROFESSIONALI
Per completezza d’informazione, si è ritenuto opportuno riportare il costo minimo ed il costo
I costi in questione sono a carico degli operato-
massimo per ciascuna apparecchiatura.
ri e riguardano esclusivamente le apparecchiature e gli impianti e non le infrastrutture.
Sulla base dei dati indicati nella tabella 1 si è
La tabella 3 1 si riferisce ad ogni singola appa-
voluto calcolare a titolo puramente esemplifica-
recchiatura per la quale è stato possibile reperi-
tivo il costo di un playout nazionale per reti di
re i dati. I costi indicati sono stati forniti da alcu-
diffusione del tipo SFN. Come base di calcolo è
TAbella 3.1
Costi attuali di apparati professionali - (Valore in EURO) Costruttore
codificatore MPEG-2 MIN
PRODUTTORE
1
PRODUTTORE
2
PRODUTTORE
3
PRODUTTORE
4
EMITTENTE
1
EMITTENTE 2
EMITTENTE
3
MMAX
MUX MIN
MAX
SFN Adapter MIN
MAX
NA + Remux MIN
MAX
TRATTA IN PONTE RADIO (*) MIN
MAX32
28000 32000
MODULATORE COFDM (**) MIN
TRASMETTITORE (***)
MAX
MIN
MAX
30000 10000
30000 10000
28000 60000 23000 40000
7500
7500
23000 90000
15000 20000 45000 120000
21000 26000 26000 31000 26000 31000 15500 60000 26000 36500
26000 57000 15000 21000
5000
10000 26000 87000 21000 31000
28000 45000 20000 30000
5000
10000 22000 53500 18000 25000
X
X
(*) Capacità di 45 Mbit/s. (**) Nei trasmettitori più moderni il modulatore è incorporato nel trasmettitore. (***) Gli apparati si intendono in configurazione non protetta.
75
il libro bianco sulla televisione digitale terrestre
Architettura e componenti di costi della rete DTT in Italia stat utilizzata una composizione del playout di questo tipo:
L’analisi tiene conto: • del censimento delle diverse tipologie abitative (differenziazione della tipologia di appartamenti e
• 5+1 codificatori MPEG-2
di condomini in funzione del numero di abitazioni
• 1+1 multiplex
presenti in ciascuno di essi);
• 1+1 SFN adapter
• del censimento delle varie tipologie di distribu-
• 1+1 ricevitori GPS.
zione delle unità abitative per immobile; • del censimento degli impianti esistenti.
Nel computo non sono stati considerati i costi dei sistemi di accesso condizionato e di monitorag-
In relazione a queste variabili sono stati stimati i
gio, non suscettibili di essere quantificati. La sti-
costi a carico della singola unità familiare.
ma del costo totale è da considerarsi, pertanto,
76
parziale.
Tipologia di abitazione
Apparati
Quantità
Costo totale Minimo Massimo
MPEG-2
5+1
Multiplex
1+1
46.000
SFN Adapter
1+1
15.000
Ricevitore GPS 1+1
1.000
Totale
Numero Totale
168.000 360.000
230.000
80.000
famiglia Abitazioni di 10 appartamenti
15.000
Abitazioni con più di 10 appartamenti
3.4.3 COSTO DEGLI IMPIANTI DI UTENTE
La tabella che segue rappresenta il tentativo di immaginare, all’interno dello scenario attuale della ricezione televisiva terrestre, l’ammontare complessivo delle spese da sostenere per l’introduzione della televisione digitale nelle abitazioni italiane.
6.000.000
187.000
18.000.000
Abitazioni servite da impianti MAT
Tabella 3-2 Costo del playout nazionale per reti SFN (valori in euro)
24.000.000
Abitazioni con meno
1.000 456.000
Costi per
9.700.000
620.000
da impianti individuali 8.300.000
670.000
Abitazioni servite
Tabella 3-3 Stima dei costi per famiglia dei sistemi riceventi (Valori in lire)
Occorre specificare che, nel caso di realizzazione di nuovi impianti, i costi comprendono anche le spese di interventi murari per il rifacimento delle canalizzazioni sulle colonne montanti, la stesura della rete e il costo della centrale di testa.