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Rivista mensile specializzata • N° 253 • Novembre 2005 • Anno XXVII • ISSN 0394-0896
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IBTS, fiera del broadast: l’ultima edizione abbinata a
SMAU
Alta definizione tv
arriva davvero ?
Quantel
sistemi di montaggio video al top st: adca a bro nza.tv d e i notiz rge time nve Le ul w.co ww
4 IBTS la fiera del broadcast Anno XXVII n. 253 - novembre 2005 ISSN 0394-0896 MediaAge srl viale San Michele del Carso 11, 20144 Milano Tel. (+39) 0243910135 - Fax (+39) 0243999112 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese) La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal 28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del 20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Non è permessa la riproduzione di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Progetto grafico e impaginazione: Ago, Bollate (MI). Stampa: Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bartolomeo (BG). Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo in abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare sul c/c postale n. 11158201 intestato a Media Age, v.S.Michele del Carso 11-20144 Milano, oppure inviare un assegno bancario non trasferibile allo stesso indirizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare alla richiesta anche i francobolli. Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00 US$) or equivalent via International Money Order or cheque to Media Age srl, via le S.Michele del Carso, 11 - I - 20144 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39) 0243910135 or fax (+39) 0243999112. Cards accepted: VISA - MASTER-CARD - EUROCARD - AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applications. Lo staff Direttore responsabile: Enrico Callerio Condirettore tecnico: Mauro Baldacci Hanno collaborato: Lidia Di Giovanni, Enrico Oliva, Alberto Pellizzari, Claudio Re, Piero Ricca, Maria Ronchetti, Dario Monferini. Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti: la Guida RadioTv delle radio e tv private (www. guidaradio.tv) le proposte di Monitor Lavoro (www.monitor-radiov.com/lavoro) le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il mondo (www.webcastitaly.com)
8 L’ultima volta dell’IBTS ?
24 I workshop di Avid
9 La televisione sul cellulare 16 La convergenza in diretta allo SMAU
25 Thomson acquista Canopus: sempre più professionale.
18 Rinforzare l’anello più debole 26 Ancora novità dall’ IBC di Amsterdam. 21 Primi passi verso l’alta definizione 22 Vicenza fa il punto sul digitale
La magia del reale ovvero il rilancio della Quantel
IBTS
La fiera del broadcast italiano Dall'improbabile matrimonio combinato fra IBTS e Smau, consumato recentemente alla Fiera di Milano alla presenza di pochi e svogliati voyeur, è nato almeno un frutto relativamente dolce. Parliamo della quasi totale identità di vedute che le aziende del broadcast, le poche presenti, hanno raggiunto sulla opportunità o meno di continuare a supportare una manifestazione decisamente fuori sintonia rispetto alle esigenze di un settore che di ben altre spinte avrebbe bisogno. Una breve passeggiata fra gli stand del padiglione 13, fra studenti smarriti in cerca di gadget ed espositori visibilmente desiderosi di tornarsene a casa, conferma l'impressione strisciante che si era impadronita degli addetti ai lavori fin dal primo giorno: questa potrebbe davvero essere l'ultima edizione di IBTS a Milano.
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" Se IBTS rimane così, non si torna". Allo stand di Digital Radio Systems, Giovanetti non ha peli sulla lingua e contesta la scelta dell' accorpamento: "L'idea di unire IBTS e Smau semplicemente non funziona. La fiera quest'anno ha avuto un calo violento, sia come presenza di espositori che come partecipazione di visitatori". E ribadisce, se ce ne fosse bisogno, che le diverse tipologie di clientela alle quali IBTS e Smau si rivolgono sono incompatibili con una manifestazione accorpata come questa. Viviana Mangianti, responsabile marketing di Avid Italia, è come sempre bravissima a metterla sul diplomatico: "In genere noi di Avid
preferiamo organizzare tour nelle varie città, quindi mettiamo l'accento soprattutto sulla nostra partecipazione all' operazione Smau Television, l'emittente interna alla Fiera che ha trasmesso notizie e informazioni per la durata della manifestazione in collaborazione con Adn-Kronos". Viviana Mangianti spiega infatti che per Smau Television il partner tecnologici di Avid è stato anche Panasonic, che ha fornito le telecamere ma assieme a Sony e ad altri top player non ha partecipato direttamente alla IBTS, rimandando il proprio pubblico ai mega-stand degli altri padiglioni Smau. Ma poi aggiunge: " Effettivamente, l' IBTS ha perso molto del suo valore. Sì, abbiamo avuto contatti con diverse televisioni, quasi quotidianamente. Ma pochini..." Per Italsonic, piccola azienda piemontese che rappresenta in Italia due marchi prestigiosi del calibro di Microtech Gefell e Musikelectronic Geithain, era la prima volta all' IBTS.
Non è stato particolarmente esaltante. L' amministratore Benedetto De Luca si dice perplesso: "Per quanto riguarda i microfoni - rileva - sono da solo. Per una fiera del broadcast mi sembra leggermente strano...". Effettivamente. A De Luca sembra strana anche l'assenza dei grandi espositori. Certo, una rassegna del broadcast disertata da Sony e Panasonic non incoraggia. Tornerà? "Non saprei proprio dirlo: al momento ho i miei dubbi. Sicuramente a Febbraio sarò a Bolzano: una fiera forse meno pretenziosa, ma anche molto meno cara". Nel blu dello stand Elettronika incontriamo il Sales Manager, Vito Lampignano, di umore non particolarmente allegro. "Non si capisce perché la facciamo ancora, questa fiera", esordisce. E continua: "La IBTS è troppo a ridosso dell' IBC, potrei anche dire che qui ormai viene solo chi non si può permettere il biglietto per Amsterdam". Una
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diagnosi forse impietosa, ma certamente spiegabile con il malumore di Lampignano che prosegue: "Qualche contatto interessante c'è stato, non dico di no. Ma facendo due conti, venire all' IBTS costa quento andare al NAB, forse anche qualcosina in più. E in termini di ritorni, non rende certamente altrettanto. Insomma, questa fiera potrebbe avere un senso se tornasse a essere biennale e non venisse proposta in questo periodo". Ma vedremo ancora Eletronika all' IBTS? "Non credo proprio" afferma Lampignano. E ribadisce: "Gli espositori quest'anno sono 32. Dire che l' IBTS è impoverita, è decisamente poco. Speriamo che questa fiera si dia una regolata, altrimenti non ha proprio senso partecipare".
Decisamente "tranchant" anche il giudizio di Brambilla della Fischer, che ha ben pochi dubbi. "Questa IBTS? Tempo e soldi buttati via." E non esita a girare il coltello nella piaga: "Qui entra anche parecchia gente, non dico di no, ma quasi nessuno ha a che fare con il nostro busi-
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ness. I contatti utili sono decisamente scarsi, i ritorni che ci aspettiamo, di conseguenza, anche". La prossima edizione? "Ci si penserò molto, ma molto bene. Occorrono dei cambiamenti nella collocazione di questa fiera nel calendario,innanzi tutto: in questo periodo si è troppo prossimi a NAB e IBC. Decisamente non vale proprio la pena di fare una IBTS in questo modo: un padiglione dedicato al broadcast nel quale non si trovi neppure un'azienda che tratti telecamere è veramente un controsenso". E Brambilla esprime anche la sua perplessità sulla scelta dell'accorpamento: "Le affinità con SMAU in senso generale esistono, è evidente. Ma è altrettanto evidente che il target della clientela è decisamente diverso". E conclude: "Se le aziende non vengono più, certamente non è solo questione di soldi".
gadget. Le grandi aziende sono assenti o partecipano con modalità molto meno impegnative rispetto alle edizioni precedenti; vogliamo negare il fatto che ci troviamo davanti a un calo di interesse?" Su eventuali partecipazioni future, Pulvirenti non si sbilancia: "A volte si deve venire, giusto per fare presenza, anche se non ne vale la pena. Vedremo".
Una voce fuori dal coro. Anzi, due: sono quelle di Giovanni Comini e Giovanni Tremacchi della Smitt, pre5 senti in Fiera con le loro costruzioni di carpenteria. Che dichiarano senza esitazioni: "Questa edizione, per quanto ci riguarda, si sta rivelando decisamente positiva. Qui ll' IBTS non si vedeva tanta gente da parecchi anni. Certo, il numero di espositori è ridotto, ma l'interesse del pubblico c'è". Parteciperanno alle prossime edizioni? "Senza alcun dubbio: ci saremo certamente". Pulvirenti, della SICE Telecom, è un toscanaccio che non abbandonerebbe mai il gusto dell'umorismo e della sintesi. Il suo sconsolato "Non occorre che le dica nulla" è alquanto espressivo. Ma subito aggiunge: " La IBTS è scaduta e questa scelta dell'accorpamento con SMAU non ha senso, perché non ha senso unire due manifestazioni che si rivolgono a mercati che non coincidono". E ancora: "Come se non bastasse, questa fiera soffre di una pessima organizzazione amministrativa: non esiste praticamente l'assistenza. Del resto è tutto in sordina: i ragazzi delle scuole sono delusissimi perché in SMAU non trovano neppure i
Ma il sollievo dura poco: basta mettere piede nello stand ABE per sentire opinioni di tutt'altro genere. Il sales executive Urbano Pagnoncelli non ha esitazioni nell' esprimere il
proprio disappunto: "Così com'è, l'IBTS non è davvero più proponibile". A cominciare dal periodo: "Non si fa una cosa del genere subito dopo Amsterdam". La partecipazione? Pagnoncelli risponde con una domanda: "Dove sono le grandi aziende? Dove sono le telecamere?" E sul pubblico: "Certo, gira molta gente. Peccato che si tratti per lo più di ragazzi in arrivo dallo SMAU..." Soluzioni? Sarebbe necessario cambiare il periodo di apertura della IBTS, sostiene Pagnoncelli. Che individua lo slot più adeguato fra Febbraio e Marzo e aggiunge: "Se le cose rimanessere come sono, l'anno prossimo non parteciperemmo di certo."
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Aria di ottimismo, d'altra parte, alla 3C Telecomunicazioni. L'azienda romana partecipava quest'anno per la prima volta all'IBTS, e forse anche per questa ragione Grillo e Silvestri sembrano immuni dalla generale disaffezione che caratterizza gli operatori. L' IBTS, per loro, è stata "interessante". "Abbiamo preso molti contatti, secondo noi questa fiera è un bel veicolo pubblicitario particolarmente adatto al nostro prodotto. Ci sembra azzeccato anche l'accoppiamento con lo SMAU, perché porta il grosso pubblico che altrimenti non avrebbe modo di conoscerci". Daniel Pometti della Elenos la mette giù abbastanza dura: "Soddisfatti? Per carità. Dovremmo, al contrario, chiedere i danni". Sentenza alquanto dura, ma a quanto pare giustificata. "L'organizzazione è pessima, l'affluenza è stata scarsissima fino al venerdì, il sabato il pubblico è aumentato ma si tratta di ragazzi
delle scuole..." E poi i costi: "Basta fare due conti per rendersi conto che ogni contatto, sto parlando dei pochi contatti che abbiamo preso, ci costa una fortuna". Pometti prosegue: "Qui arrivano più potenziali fornitori che potenziali clienti. C'è qualcosa che non va: normalmente sono i fornitori che investono per fare business con le aziende, non il contrario". E conclude: "Non so se gli organizzatori si rendono conto di tutto questo. Così com'è, sarebbe meglio che questa fiera non esistesse affatto. Tornare l'anno prossimo? O cambiano molte cose o lo escludo totalmente"
Alla Streamtel c'è poco entusiasmo ma anche molta tranquillità. Soddisfatti? Cenzato non si sbilancia: "Questa IBTS è allineata con le edizioni degli anni scorsi: diciamo che non ci sono grandi novità". I visitatori? "Non darei tanto addosso all'abbinamento: abbiamo potuto constatare che proprio grazie allo SMAU, da noi è venuta anche gente interessata". Nessun dubbio sulla
partecipazione alla prossima edizione: "L' IBTS, per noi, è un appuntamento consolidato".
Trucchi della Eurotek, da parte sua, è decisamente lapidario: "L' IBTS è morta" sentenzia senzi mezzi termini, e spiega: "E' tutto sbagliato in questa fiera: dal periodo all'accorpamento con SMAU alle infrastrutture che lasciano parecchio a desiderare. E che dire dei tagli ai biglietti per espositori? Per quanto riguarda i contatti, meglio non parlarne: qui viene gente che fa semplicemente perdere tempo. I contatti veri, in realtà, si prendono ad Amsterdam: quando non sono presenti i grossi players una fiera langue". Torneranno? "Preferibilmente non qui: parecchie aziende stanno prendendo in considerazione l'idea di una rassegna del broadcast da tenersi a Brescia. L'importante è coordinarsi per non essere poi costretti a tornre qui".
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Nonostante ci fosse ben poco da vedere, anche allo SMAU, non sono mancate le code all’ingresso causate anche dall’obbligo di registrazione dei visitatori “professionali”
L’ultima volta dell’IBTS Praticamente assenti tutti i big del settore, l’edizione dell’IBTS 2005 rischia di essere l’ultima in tutti i sensi 8 La decisione di inglobare IBTS all’interno dello SMAU non ha contribuito più di tanto a risollevare le sorti di una manifestazione che si sta mestamente avviando verso una fine forse prematura, anche perché quella che era una volta una delle più importanti manifestazioni europee del settore informatico non gode certo di ottima salute. Il declino dello Smau ha radici ben diverse, una crisi di crescita causata dall’incapacità dei precedenti organizzatori di far fronte all’esponenziale aumento di espositori e visitatori iniziato verso la fine degli anni 90. L’organizzazione dello SMAU e dell’IBTS è passata quest’anno alla Promotor, la stessa responsabile dello straordinario successo del MotorShow di Bologna, che ha dimostrato di essere in grado di soddisfare una delle richieste che venivano da più parti, vale a dire separare professionisti da consumer. Per la verità, il metodo adottato non era proprio elegante: per evitare che i “consumer” potessero sconfinare nell’area “professionale”, sono stati piazzati nei corridoi due cordoni di robusti individui che avevano il compito di lasciar passare soltan-
to chi aveva pagato i cinque euro in più. Questa era la differenza di prezzo fra i due biglietti di ingresso e ai professionisti che spendevano 15 euro era anche richiesta la registrazione obbligatoria. Quel che però non è riuscita a fare Promotor è stato recuperare quelle aziende che si sono progressivamente allontanate da SMAU e anzi è riuscita a perderne altre rispetto alla passata edizione. Stante la scarsa attenzione manifestata nei confronti dei potenziali espositori SMAU, non era certo sperabile un diverso trattamento per quelli dell’IBTS. Quei pochi che hanno scelto comunque di partecipare, una quarantina in tutto, si sono ritrovati in uno dei padiglioni più piccoli e contornati da un discreto numero di espositori di tutt’altro genere, vale a dire editori di libri e riviste tecniche. L’unica nota positiva è che i visitatori dello SMAU sono stati costretti a passare attraverso al padiglione dell’IBTS per raggiungere quello occupato quasi per metà da Microsoft, dove per inciso aveva trovato rifugio Sony, la cui decisione di partecipare alla manifestazione milanese è stata presa soltan-
to una ventina di giorni prima dell’apertura. L’accorpamento con lo SMAU rende impossibile qualsiasi bilancio credibile dell’IBTS, ma fra gli espositori da noi interpellati, quelli che si sono dichiarati pienamente soddisfatti si contano sulle dita di una mano (vedi anche l’articolo relativo su questo stesso numero). Delusi anche la maggior parte dei visitatori, primi fra tutti quelli provenienti da altre regioni. Tutto questo però non ha impedito a Cazzola, responsabile della Promotor, di considerare “più che positivo” il bilancio della manifestazione. Forse non si sentiva la mancanza di un altro illusionista.
Alta definizione, avanti piano Tra gli espositori istituzionali presenti in uno dei padiglioni dello SMAU c’era anche la Fondazione Ugo Bordoni, principale promotore dell’HD Forum Italia, associazione che dovrebbe favorire la diffusione della televisione in alta definizione. Il condizionale è d’obbligo: in uno dei due
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grandi schermi che campeggiavano sul frontale dello stand venivano presentate immagini del canale dimostrativo in alta definizione provenienti dal satellite Eutelsat, ma per i primi giorni dell’esposizione è stato utilizzato un collegamento al decoder in video composito, con il risultato che la qualità delle immagini era praticamente quella del video in definizione standard, soltanto con i pixel più grandi. L’altro schermo mostrava invece immagini provenienti da una sorgente malamente compressa, poco indicate per evidenziare la superiore qualità del video in alta definizione. Sorge quasi il dubbio che la Fondazione abbia scarso interesse a diffondere l’alta definizione, presa com’è nel coadiuvare il Governo nella dissennata imposizione a tappe forzate della televisione digitale terrestre.
La televisione sul cellulare Un trasmettitore in standard DVB-H della Screen Service è stato utilizzato durante lo Smau per presentare le possibilità offerte da cellulari e palmari di prossima generazione. La particolarità dei trasmettitori Screen Service è quella del poter utilizzare lo stesso trasmettitore anche per altri standard, primo fra tutti il DVB-T, semplicemente modificando il software. Inoltre, grazie alla funzione dual-mode, gli stessi apparati possono essere utilizzati anche per trasmettere segnali analogici. Presentata sempre da Screen Service anche una nuova generazione di ripetitori digitali a cancellazione automatica di eco, ideali per l’impiego in reti iso-frequenza come gap-filler, in modo da raggiungere facilmente aree urbane o collinari non illuminate direttamente dal ripetitore principale. Le dimostrazioni dello standard concorrente al DVB-H, il Digital Multimedia Broadcasting, sono state invece rese possibili da Rtl 102,5, uno dei paladini italiani del Dab, da cui deriva direttamente questo standard. L’emittente radiotelevisiva Rtl 102.5 sta sperimentando già da mesi le trasmissioni in DMB del proprio canale a cui si sono aggiunte per l’occasione quelle realizzate per Smau Channel. I
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La Fondazione Ugo Bordoni non si è data granché da fare per promuovere l’alta definizione
terminali utilizzati erano della LG, già in vendita da alcuni mesi in Corea, e la qualità del segnale era più che accettabile per uno schermo da qualche pollice di diagonale.
Alta potenza per il digitale È di 20 kW di picco la potenza del trasmettitore televisivo MD20000/WKD raffreddato a liquido prodotto dalla DB Elettronica. L’apparato è basato sulla tecnologia a stato solido LDMOS e i moduli PA con alimentatori indipendenti garantiscono un elevato livello di ridondanza e affidabilità. Come tutti i più recenti trasmettitori
della società veneta, anche questo può essere aggiornato al digitale e in questo caso la potenza è di 6 kW rms. Sempre in tema di TV digitale, DB 9 Elettronica propone i ponti a microonde MDTL, progettati per funzionare nel range di frequenze che va da 1,3 a 24 GHz. Ogni ponte può trasportare quattro programmi video compressi in MPEG-2 ad alta qualità e fino a 16 canali audio.
Non solo hardware Il software vdB.News è una delle novità presentate all’IBTS da 3G VideoGroup, storico distributore dei prodotti Matrox. vdB.News è uno dei
Presentata in anteprima da 3G Videogroup la versione 1.5 del software per le piattaforme Axio
Un catalogo sempre più ampio
Kramer ha portato all’IBTS snche le matrici Lassen della Sierra Video Systems
componenti della famiglia vdB, un ambiente integrato di produzione per trasmissioni giornalistiche o sportive. Sfruttando una scheda X.mio della linea Matrox DSX, il software permette di creare grafiche e titoli da sovrapporre a filmati per la realizzazione di dirette di eventi sportivi piuttosto che di concerti o simili. vdB.News può essere utilizzato come sistema a sé stante o collegato a una rete di sistemi vdB che può gestire l’acquisizione automatizzata e l’archiviazione di con10 tributi. Presente allo stand della 3G VideoGroup anche una postazione con le più recenti versioni dei software per le piattaforme Matrox dell’italiana ClassX, società specializzata nello sviluppo di applicazioni di titolazione. Proprio la titolazione è ora possibile anche su più livelli indipendenti: lo stesso sistema può poi generare orologi e loghi anche per applicazioni live. I server per video in formato Mpeg-2 della Vela Research sono invece utilizzati per il sistema di messa in onda televisiva e la gestione degli spot proposto dalla società milanese. Infine, mostrata in anteprima la versione 1.5 del software per le piattaforme Axio SD e HD, che permette anche l’editing in realtime dei formati nativi HDV e DVCPro HD. Sempre in tempo reale è possibile la conversione di materiale da alta definizione a standard e i diversi formati possono convivere all’interno di una stessa timeline. Il corredo di strumenti creativi si arricchisce poi di altri effetti come il four corner pin, per la distorsione delle immagini sovrapposte, e le maschere per le sfocature o il mosaico.
Difficile tenere il passo con Kramer Electronics che sforna decine di nuovi prodotti ogni anno. Tra quelli in mostra all’IBTS merita una segnalazione particolare il generatore audio/video 811 con uscite in composito, s-video, component e SDI, oltre a sei black burst. Ognuno degli oltre 70 pattern statici o dinamici è disponibile in qualsiasi standard mentre ampiezza e frequenza del segnale audio sono variabili. Altro dispositivo particolarmente interessante è il processore video SP-11D che svolge contemporaneamente le funzioni di time base correction e convertitore di standard e formato. Il processore dispone di ingressi compositi, Y/C, Yuv, RGB o SDI e può generare in uscita tutti questi formati allo stesso tempo, sincronizzandoli anche con un segnale video di riferimento. La conversione è possibile tra standard Pal, Ntsc e Secam e la qualità del segnale può essere controllata regolando guadagno, luminosità, contrasto, colore e nitidezza, il tutto con trattamento digitale a 10 bit. Destinato agli utilizzatori di apparecchiature FireWire 800/1394b c’è poi il VS-30FW, un ripetitore e hub a tre porte che può anche essere alimentato direttamente dal personal computer. Per chi ha invece la necessità di distribuire segnali RGB fino alla risoluzione
Uxga Kramer propone la matrice VP8x8: la commutazione avviene durante l’intervallo verticale e può essere effettuata localmente con i pulsanti presenti sul frontale, che incorporano una spia luminosa accesa in presenza del segnale, oppure a distanza via seriale o Ethernet o ancora con il telecomando a infrarossi in dotazione. In mostra allo stand della Kramer Italia anche i prodotti della Sierra Video Systems, comprese le matrici della serie Lassen per video in alta definizione HD- SDI disponibili in versione da 8x8 a 32x32, poco più costose delle analoghe per video in definizione standard. Tutte le matrici di questa serie sono dotate del pannello Qwik Ad just Knob che permette una rapida impostazione delle possibili configurazioni.
Digitale modulare Configurabile su richiesta del cliente, il frame F5 presentato dalla Streamtel può ospitare fino a 16 schede per le più svariati applicazioni della televisione digitale terrestre. L’unità da 5 RU può essere controllata tramite lo schermo a cristalli liquidi touch screen da 10,4 pollici integrato sul frontale e può ospitare al suo interno encoder e decoder HD/SD multistandard (Mpeg-2, Mpeg-4 H264, Windows Media Video), de-multiplexer e remultiplexer, interfacce Asi e Atm, modulatori (Dvb-T, H, C, S e S2), e
Tutto quanto serve per il digitale terrestre nel frame F5 della Streamtel
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altro ancora. Le schede possono essere sostituite a caldo ed è prevista la possibilità di installare una scheda di scorta che può entrare automaticamente in funzione in caso di guasto di una o più schede dello stesso tipo. Il progetto è completamente italiano e il tutto può essere controllato in remoto con un browser web. Le stesse schede possono trovar posto nel frame F4, capace di contenerne fino a otto, oppure nel frame F1 che ne può ospitare quattro.
strato su più dischi in configurazione Raid. Altri campi di applicazione del Digital Media Logger sono la certificazione dei passaggi pubblicitari o il controllo tecnico dei contenuti trasmessi. Per questo tipo di impiego è anche possibile programmare l’invio automatico di messaggi di posta elettronica o controllare visivamente più canali da una qualsiasi postazione collegata in rete locale o geografica. Dida Axel,jpg Lo staff della Axel Technology presente alla manifestazione milanese
Registrazioni garantite
Un carosello tutto digitale Specializzata nella produzione di software gestionali, la Servizi Informatici ha proposto all’IBTS una soluzione per la gestione di applicazioni nello standard mhp della televisione digitale terrestre. Carouselline è il software per la creazione dell’Object Carousel che permette di ottimizzare il flusso delle applicazioni, in modo da ottimizzare quelle ritenute più strategiche. L’elenco delle applicazioni può anche essere importato dal palinsesto creato con ShowLine, altro software della Servizi Informatici; prevista la possibilità di sincronizzazione con il video per l’attivazione automatica delle applicazioni. La società fornisce anche applicazioni preconfezionate e facilmente personalizzabili, per la gestione delle previsioni meteorologiche piuttosto che delle notizie provenienti da agenzie di stampa, e si propone come partner per lo sviluppo di applicazioni più
Il Digital Media Logger è uno dei prodotti su cui sta puntando maggiormente Axel Technology. Offerto anche in versione solo software, utilizzabile con un qualsiasi personal computer abbastanza recente, il software gestisce la registrazione dei programmi trasmessi in ottemperanza agli obblighi di legge. Il materiale può essere compresso in diversi formati, compresi DivX e Mpeg-4, ed è prevista anche la possibilità di gestire diret12 tamente lo streaming delle trasmissioni in rete o, con apposite schede video, la riproduzione su un monitor televisivo. Data e ora di trasmissione, eventualmente prelevate da un ricevitore GPS, possono essere impresse sulle immagini oppure registrate come sottotitoli di un file in formato Avi e quindi visualizzate solo se necessario. Per garantire l’affidabilità del sistema, il materiale può essere regi-
Lo staff della Axel Technology presente alla manifestazione milanese
Tutto in fibra di carbonio il corpo dello spot Daylight 700 della Lupo
specifiche. Per quel che riguarda poi la messa in onda vera e propria, la cui gestione è affidata al modulo OnLine, è stato presentato anche un viewer che permette all’amministratore del sistema di vedere tutti i canali in trasmissione direttamente dalla propria scrivania.
Carbonio anche per le luci Lo Spot Daylight 700 con lampada a scarica ed alimentazione elettronica incorporata è la novità proposta da Lupo all’IBTS. La potenza elettrica assorbita è di 150 W mentre quella luminosa è equivalente ad una lampada ad incandescenza da 700 W. La lente di fresnel ha un diametro di 20 cm e il corpo realizzato in fibra di carbonio ha permesso di contenere il peso in circa 2 kg: per confronto, lo Spot Daylight 800 della stessa casa, ma con corpo metallico pesa tre volte tanto. Per entrambi, la temperatura di colore è di 5.400 K, la stessa della linea di illuminatori a lampade fluorescenti. Questa si completa con una nuova versione del Superlight 3000 che impiega 6 lampade da 55 W ed ha uno spessore ridotto a soli 5 cm; il regolatore dell’intensità è integrato e sono previste diverse versioni per il controllo da consolle, compresa quella DMX con display luminoso per la numerazione dell’illuminatore.
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Schermi per comunicare IP4exhibit è la soluzione proposta dall’azienda romana Infinites per la gestione di televisioni a circuito chiuso, compresi punti vendita o stazioni ferroviarie. La particolarità del sistema è che ogni postazione vive una sua propria vita, può cioè mostrare informazioni diverse da quelle delle altre, sia per contenuto che impostazione grafica. Ogni postazione è costituita da un normale personal computer ed è collegata tramite una connessione di rete alla stazione di controllo. Questa svolge le funzioni di regia, distribuendo contenuti video e informazioni ai singoli punti e, allo stesso tempo, monitorando l’emissione di ciascuno. Il tutto può anche essere gestito da remoto, utilizzando un qualsiasi browser per la navigazione su Internet, ed è prevista la possibilità di gestire un minimo di interattività attraverso l’invio di Sms: particolarmente originale l’idea di realizzare in questo modo una sorta di bacheca per annunci personali.
Nuovo logo, stessi volti Tutti i colori dell’arcobaleno nel marchio della neonata divisione Pinnacle
La gestione di punti informativi è una delle possibilità offerte da IP4exhibit
di Avid, che allo SMAU ha lanciato la versione 10 di Studio, programma destinato agli appassionati del montaggio video. “Il cambiamento del marchio era in programma ancor prima dell’acquisizione da parte di Avid e si è scelto di procedere comunque proprio per rimarcare la volontà di una troncatura netta con il passato”, ci ha spiegato Hans Restini, già responsabile della divisione consumer di Pinnacle e ora della omonima divisione di Avid per l’Italia (ndr: Avid Italia s.r.l. è l’ufficio italiano di Avid e conti-
nuerà ad occuparsi dei prodotti della divisione Video). Il software Studio, nelle sue diverse versioni, è l’unico prodotto che mantiene il marchio Pinnacle mentre Liquid, la cui versione 7 è attesa a breve, sarà commercializ-
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Notevole l’interesse anche per Liquid, presentato all’IBTS dalla Broadcast Digital Service
zato con il marchio Avid. Studio ha ereditato da Liquid il motore di trattamento delle immagini e, con la versione 10, permette anche l’elaborazione di video in formato HDV nativo. Gli altri prodotti ex-Pinnacle, tra cui i sistemi di titolazione Deko, sono stati presentati dalla Broadcast Digital Service, storico distributore dei prodotti della divisione Broadcast, che ha anche contributo alla realizzazione dello SmauChannel mettendo a disposizione un set virtuale basato sui prodotti Orad. Sempre molto affollate le presentazioni di Studio 10 della Pinnacle
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Presenza discreta
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I prodotti Panasonic più recenti sono stati presentati all’IBTS da Panamed, uno dei suoi storici distributori dell’area milanese. Presente ancora in “spirito” la tanto attesa AG-HVX200, la linea P2 era rappresentata dalla AJSPX800 che registra nei formati DV, DVCPro 25 e 50: i sensori sono tre CCD da 2/3 di pollice e 600.000 pixel e il guadagno può essere spinto fino a 48 dB, in modo da ottenere riprese anche con un’illuminazione minima di soli 0,09 lux. La SPX800 supporta la modalità di ripresa a 25p e dispone di ben 5 slot per schede P2. In evidenza anche i monitor LCD per impieghi broadcast con diagonali da 7 fino a 18 pollici. Questi ultimi hanno una risoluzione di 1.280 x 1.024 pixel e all’ingresso standard in video composito possono essere abbinati ingressi in component, SDI e HD-SDI. Dida Panamed.jpg Panasonic non ha partecipato direttamente all’IBTS, lasciando il compito di rappresentarla alla Panamed
Connettori e cavi su misura Tra gli espositori dell’IBTS c’era anche la CM di Desio, unica azienda italiana specializzata nella produzione di connettori e cavi coassiali con impedenze di 50 e 75 ohm. La produzione comprende l’intera gamma di connettori coassiali, dalle serie microminiatura MMCX a quella macro EIA; i cavi possono essere di tipo semirigido, conformabile o flessibile. La natura artigianale della CM si manifesta poi nella possibilità di soddisfare qualsiasi richiesta, anche per piccole quantità, sia per quanto riguarda i cavi che connettori o adattatori.
Alta definizione per tutti Dopo aver tergiversato a lungo, alla fine Sony ha deciso di partecipare alla manifestazione milanese, scegliendo però un padiglione diverso da quello occupato dagli altri espositori dell’IBTS. Accanto ai prodotti broadcast, sono stati presentati anche quelli più destinati all’utenza business, come i sistemi per videoconferenza,
Panasonic non ha partecipato direttamente all’IBTS, lasciando il compito di rappresentarla alla Panamed
ed altri prodotti consumer, come gli schermi al plasma. Tra i prodotti di più recente introduzione, l’interesse dei visitatori era rivolto soprattutto ai camcorder HDV di recente introduzione, in particolare al minuscolo palmare HVR-A1, che utilizza un unico sensore Cmos, ma capace di offrire una qualità proprio sorprendente. Sony ha approfittato dell’evento milanese per dimostrare poi la qualità delle immagini del videoproiettore Qualia 004, basato sulla tecnologia SXRD (Silicon X-tal Reflective Display), una variante della DILA della JVC. La risoluzione nativa è di 1.920 x 1.080 pixel e la sorgente luminosa è costituita da una lampada da 700 W allo xenon, capace quindi di offrire una resa cromatica simile a quella dei proiettori cinematografici. Come ottica
è possibile scegliere fra tre diversi zoom Carl Zeiss e la luminosità di 1.600 lumen permette di utilizzare schermi di oltre cinque metri di base.
Tutte le telecamere Sony in mostra in uno dei padiglioni e-business dello SMAU
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Il set virtuale Orad messo a disposizione dello Smau Channel dalla Broadcast Digital Service
Convergenza in diretta dallo SMAU Operativo per tutta la durata della manifestazione, SMAU Channel è stato diffuso dall’emittente satellitare e-tv, su Internet e sui cellulari 16 Il dubbio amletico dell’essere o non essere partecipi dell’IBTS ha avuto per alcune aziende una soluzione che si è dimostrata sicuramente più vantaggiosa sotto il profilo del rapporto tra costi e benefici. Stiamo parlando dell’iniziativa Smau Channel, nata da un’idea di Avid Italia che è riuscita a coinvolgere un discreto numero di altre aziende. Alla fine ne è venuto fuori un notiziario puntuale dei più importanti eventi che si sono svolti in occasione dello Smau, trasmesso in diretta sugli schermi presenti nei padiglioni dello Smau, sui cellulari e su Internet, nonché in differita sul canale satellitare E-TV, in pratica il massimo della convergenza possibile, almeno con le tecnologie attuali. Ad Alessandro D’Auria, responsabile vendite di Avid Technology Italia, che ha seguito in prima persona tutto il progetto abbiamo chiesto di raccontarci com’è nato il progetto: “L’idea ci è venuta agli inizi di settembre ed è un progetto nato in un mese e mezzo. Il progetto prevede un nutrito numero di partner, ognuno dei quali ha contribuito con le proprie compe-
tenze. Per quanto ci concerne la nostra contribuzione è stata massiccia sotto il profilo di risorse umane e tecniche perché l’infrastruttura che abbiamo messo a disposizione permette effettivamente la realizzazione del canale. Il canale nasce da un’idea
editoriale dell’agenzia ADN Kronos con una contribuzione dell’emittente RTL 102,5, per quanto riguarda la parte di contenuti audio. Durante lo SMAU, il canale è visibile sul web, sul satellite e sui dispositivi DMB gestiti sempre da RTL 102.5. È stata una
Alla redazione di Smau Channel ha contribuito l’agenzia DAK Adn Kronos e RTL 102.5
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Un perfetto lavoro di squadra Le riprese televisive sono state effettuate con telecamere Panasonic da operatori della ADN Kronos, la prima in Italia a dotarsi dei nuovi modelli che registrano sulle schede di memoria P2. La stessa Panasonic ha contri-
buito al successo dell’iniziativa mettendo a disposizione il proprio personale tecnico e diverse apparecchiature, compresi i monitor al plasma. Sintetico come al solito il commento di Salvatore Palillo, responsabile del settore Broadcast di Panasonic: “Questa iniziativa ci è parsa più interessante che il fare uno stand.” Altri
Era visibile anche in diretta su Internet il notiziario televisivo Smau Channel
bella avventura per noi, ci ha portato a far capire e a dimostrare al mercato la fattibilità del mettere in piedi in poco tempo un qualcosa che può apparire complesso, ma che in realtà è una cosa abbastanza semplice, la tecnologia è matura per poterlo fare.”
Tutto quanto serve per una redazione giornalistica televisiva sul mezzo della Avid
costruzioni meccaniche per telecomunicazione
Il sistema Media Factory installato sul mezzo mobile Avid è servito a produrre Smau Channel
sponsor tecnologici erano la Broadcast Digital Service, che ha realizzato il set virtuale Orad utilizzato per ricreare lo studio del notiziario, Hewlett-Packard e VideoTecnica. “Le contribuzioni vengono editate 18 all’interno del sistema di montaggio Avid e quindi condivise”, spiega D’Auria, “Abbiamo messo a disposizione della redazione di Adn Kronos le postazioni iNews che hanno quindi permesso di condividere il materiale prodotto durante la manifestazione. Il materiale viene poi riversato su quelli che sono i dispositivi per la distribuzione sul circuito interno e sugli schermi al plasma, mentre un accesso remoto a Internet ci dà la possibilità di pubblicare il materiale in rete.” La maggior parte delle apparecchiature utilizzate per la post-produzione sono installate nel mezzo mobile utilizzato da Avid Italia per la presentazione alle emittenti di Media Factory, soluzione che integra sia le postazioni iNews per i giornalisti, sia i server AirSpeed per l’archiviazione o la messa in onda del materiale, nonché la piattaforma per la pubblicazione del materiale su Internet, per l’occasione realizzata grazie al contributo tecnologico di Mediantech.
Esperienza da riproporre Al termine della manifestazione, D’Auria si è dichiarato più che soddi-
sfatto: “Questa iniziativa ha creato quel valore aggiunto che forse mancava a questo tipo di manifestazioni, cioè quello di avere un qualcosa che permettesse al visitatore di poter percepire quello che è lo stato dell’arte della tecnologia, in modo da poter avere un orientamento più preciso. L’iniziativa è stata ben apprezzata anche dagli stessi organizzatori dello Smau: grazie ai partner coinvolti abbiamo dimostrato la fattibilità di questa iniziativa, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche da un punto di vista redazionale, grazie a esperti del settore come ADN
Kronos e RTL 102.5 che hanno obbiettivi diverso rispetto a un’azienda come Avid.” Non sono mancati poi riscontri positivi da parte dei visitatori, in particolare da responsabili di emittenti locali, ottenuti con un investimento molto contenuto; come sottolinea D’Auria: “mi aspettavo un risultato del genere, ma è andato al di là di quelle che erano le mie attese.” Bilancio positivo anche per Emilio Carabelli, responsabile tecnico dell’agenzia DAK ADN Kronos, che ha materialmente prodotto una decina di servizi al giorno. L’agenzia milanese utilizza da oramai più di un anno le apparecchiature P2 per le riprese e Avid Xpress Pro per il montaggio e, come dichiara Carabelli: “ci troviamo assolutamente bene, non abbiamo mai avuto nessun problema, soprattutto da quando Panasonic e Avid hanno definitivamente risolto l’iniziale problema della compatibilità. Grazie al progetto Smau Channel abbiamo poi avuto modo di mettere alla prova il sistema Media Factory. Da quanto abbiamo potuto constatare in questi cinque giorni, si tratta di un sistema molto interessante per chi ha una redazione giornalistica che deve produrre informazione tutti i giorni. Nel complesso quindi, il bilancio è assolutamente positivo, un’esperienza da non buttare, ma da riproporre sicuramente in altri ambiti fieristici.”
Rinforzare l’anello più debole Anche quando tutto è stato preparato con cura per una ripresa in diretta, l’incubo di qualsiasi tecnico è un improvviso guasto all’audio o al video. Le connessioni meccaniche sono sempre il primo sospetto, ma minuti preziosi possono essere sprecati prima di scoprire quale sia il cavo guasto fra il groviglio di cavi che collegano tutte le apparecchiature. I connettori più soggetti ad usura sono quelli situati sul ‘front end’, per esempio lo spinotto del microfono o il cavo che si collega al mezzo mobile. La causa più comune di simili guasti è una persona che inciampa nel cavo strappandolo dal connettore. Trovare
il cavo difettoso può essere abbastanza difficile e ancor di più quando la causa del guasto non è visibile senza smontare il connettore. I connettori dei cavi audio e video devono garantire una presa sicura sul cavo, proteggendo sia esso che i delicati contatti elettrici dai possibili danni causati dagli sforzi applicati al cavo. Questa protezione deve continuare ad essere efficace dopo ripetuti usi ed abusi, anche quando le apparecchiature non sono più nuove.
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Con la reputazione dell’emittente in ballo e le scadenze da rispettare, qualsiasi apparecchiatura che è sospettata di non essere affidabile deve essere immediatamente riparata o sostituita, e questo è particolarmente vero nel caso di componenti poco costosi come sono cavi e connettori.
Prevenire è meglio che curare Prevenire è meglio che curare Un buon numero di guasti può però essere prevenuto grazie ad una nuova soluzione proposta da Pomona, azienda specializzata nella fornitura di cavi per apparecchi di misura, presente da un anno anche
nel settore broadcast. Pomona ha recentemente presentato la linea di cavi e connettori XLR per impieghi su mezzi mobili, capaci di sopportare sforzi di trazione almeno doppi rispetto a qualsiasi altro prodotto disponibile. La nuova linea è caratterizzata da un innovativo sistema di tenuta del cavo costituito da un meccanismo di fissaggio in grado di resistere a una forza di trazione di 45 kg senza rompersi o danneggiare il connettore o i suoi contatti. I nuovi cavi sono studiati in modo specifico per l’impiego in esterni, impieghi per i quali la richiesta di cavi e connettori di alta qualità è aumentata drammaticamente. Per garantire trasmissioni audio a basso rumore, i connettori XLR della Pomona sono fabbricati in ottone o bronzo placcato al nickel, con finiture placcate in oro o argento. I connettori sono inoltre dotati di un meccanismo di blocco che garantisce collegamenti facili 19 e sicuri.
Tutto lo sforzo sul blocco del cavo La maggior parte dei cavi e dei connettori presenti sul mercato sopportano sforzi di trazione di una ventina di chilogrammi e sono più che adatti agli impieghi di routine. I cavi audio in uno studio di registrazione, per esempio, sono spesso collegati a un mixer e restano indisturbati in quella posizione da un mese all’altro. D’altro lato, molti impieghi in esterni sono ben lontani dalla routine. Quasi ogni tipo di applicazione portatile aggiunge sollecitazioni e sforzi al cavo. I cavi audio per concerti ed eventi devono essere collegati e scollegati ripetutamente e ogni connessione deve essere perfetta, e lo stesso accade per i cavi utilizzati nei servizi giornalistici. Quando un mezzo mobile arriva sul luogo delle riprese, il tecnico deve rapidamente stendere i cavi necessari per le telecamere e i microfoni e quando tutto è finito, cavi 20 e connettori sono rapidamente riavvolti, spesso trascinandoli bruscamente sul pavimento o sul marciapie-
Con i connettori Pomona della serie IDC si può anche fare a meno del saldatore
Il connettore è progettato per un facile e sicuro fissaggio del cavo
de. Tutto questo può mettere duramente alla prova cavi e connettori e tutti gli elementi devono poter resistere. In particolare, il cavo deve essere ben fissato al corpo del connettore proprio dalla parte in cui può essere tirato.
Progettati per resistere Il connettore della Pomona è progettato per un facile assemblaggio, non richiedendo alcuna vite. Il cavo audio spelato è semplicemente infilato nell’involucro e nel sistema di bloccaggio. Il cavo è poi saldato ai terminali dei contatti o, nel caso degli Insulation Displacement Connector (IDC), che non richiedono saldatura, il connettore stesso incide l’isolante garantendo un perfetto contatto elettrico. L’involucro è poi avvitato sul meccanismo di fissaggio, bloccando fermamente il cavo: il risultato è un’eccellente continuità elettrica e, al tempo stesso, una solida connessione meccanica. La robustezza del sistema di bloccaggio deve naturalmente essere paragonabile a quella del cavo e degli altri componenti. Pomona utilizza
guaine fabbricate con elastomeri capaci di sopportare ripetute flessioni e isolanti in poliestere. I connettori hanno involucri in leghe di alluminio o zinco con finiture in nichel, per garantire la resistenza agli urti, mentre i contatti sono in ottone o bronzo, placcati in oro o argento. Grazie a queste caratteristiche, tutti i connettori sono garantiti per almeno 1.000 inserzioni. I connettori XLR a 3 pin sono disponibili nella versione a saldare o IDC. La linea di prodotti progettati per una trazione di 45 kg comprende quattro diversi tipi di connettori maschi e femmine. Due di questi hanno connettori a saldare, uno con involucro in nickel con contatti argentati e l’altro con involucro in nickel annerito e contatti dorati. Stessi materiali per gli altri due tipi di connettori IDC che permettono un montaggio rapido, senza richiedere l’impiego di un saldatore.
Provati fino allo stremo Tutti i cavi audio Pomona sono provati singolarmente per quanto riguarda la connessione elettrica, mentre un campione è sottoposto a prove di trazione distruttive. I cavi resistono a sforzi di trazione di 45 kg e normalmente è l’isolamento del cavo che si danneggia per primo, non i cavi metallici. Pomona sottopone i cavi anche a test di piegatura e torsione: con il connettore fissato ad una presa da pannello e caricato con un peso di 1 kg, il cavo viene ripetutamente piegato di 180 gradi fino a quando si rompe. Le connessioni sono controllate elettricamente dopo ogni piegatura e il test viene interrotto quando la connessione si interrompe. Il peggior risultato supera le 30.000 torsioni e alcuni cavi ne sopportano fino a 50.000. Per confronto, aziende leader nella strumentazione come Fluke considerano una prestazione eccellente la capacità di sopportare 10.000 torsioni. Non è un caso che Pomona si sia conquistata la propria reputazione nel mercato professionale della strumentazione prima di iniziare la produzione di cavi audio.
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Uno dei due incontri organizzati dall’HD Council al SAT Expo di Vicenza
Primi passi verso l’alta definizione In occasione del SAT Expo di Vicenza a fatto la sua prima apparizione pubblica l’HD Council, associazione il cui scopo è quello di promuovere la diffusione dell’alta definizione in Italia Uno degli spazi espositivi dell’edizione dello scorso anno dell’IBTS era occupato dall’HD Forum Italia, associazione che aveva “l’obbiettivo di diffondere le conoscenze delle nuove tecnologie, proponendosi come spazio aperto dove gli operatori possano scambiare opinioni, incontrarsi, realizzare iniziative che coinvolgano i diversi fabbricanti impegnati sul fronte dell’alta definizione. Nonostante tra i suoi fondatori ci siano personaggi legati a marchi specifici, il Forum intende assumere una posizione perfettamente neutrale, proprio per facilitare il più possibile lo scambio di esperienze fra i suoi partecipanti.” Questo è quanto pubblicato su questa rivista lo scorso anno. Nel mese di luglio spunta però un altro HD Forum Italia, questa volta promosso dalla Fondazione Ugo Bordoni, la stessa che si sta dando un gran da fare per cercare di diffondere il digitale terrestre. Più o meno contemporaneamente, nasce l’HD Council, un’associazione costituita dai fondatori del primo HD Forum Italia ai quali si sono aggiunti altri rappresentanti di aziende interessate alla diffusione dell’alta definizione. Per cercare di capirci qualcosa, abbiamo chiesto ad Alberto Simonetti, responsabile del training
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per l’HD Council, di spiegarci quali rapporti esistono tra le due associazioni. Simonetti - Nella nostra concezione, l’HD Council è l’entità che si occupa del mercato, delle aziende e delle persone. L’HD Forum è invece l’ente che si occupa dei rapporti con le istituzioni per quanto riguarda gli standard e si relaziona con le altre entità a livello europeo. Attività che concernono l’indirizzo degli standard e quant’altro sono appannaggio di un organismo come l’HD Forum Italia che ha la forza politica e probabilmente istituzionale per operare in tal senso. Il discorso invece frammentato sul mercato con le aziende, con le
Alberto Simonetti
persone, l’esperienza sui prodotti e quant’altro, questo probabilmente è un segmento che può seguire meglio l’HD Council. Cooperiamo in maniera 21 molto stretta, siamo membri dell’HD Forum, c’è questa sinergia costante, questo travaso, questa osmosi di esperienze. D – Quindi il vostro sarà più un intervento sul piano operativo? Simonetti – Ci siamo resi conto che nel corso del tempo ci sono state difficoltà generate da cattiva informazione, ci sono state leggende metropolitane che hanno generato da parte di molte persone, anche operatori del settore, freni per quanto riguarda l’utilizzo dell’alta definizione. Noi vogliamo dare la giusta informazione, nelle giuste sedi, per preparare le persone all’utilizzo di questa nuova tecnologia. D - Come pensate di raggiungere questo scopo? S – I mezzi che abbiamo individuato sono la creazione di un sito che è già operativo, www.hdcouncil.it, e una serie di manifestazioni come quelle che stiamo tenendo in occasione di Satexpo. Vogliamo poi organizzare dei corsi con Eurosatellite e altre entità che abbiano la possibilità di rag-
gruppare persone per avere poi specifiche informazioni sulle loro necessità in modo diretto. Mi spiego meglio, abbiamo intenzione come HD Council di istituire delle comunità in modo tale che, per esempio, chi si occupa di addestramento e formazione piuttosto che di produzione oppure dal punto di vista della ricerca universitaria e quant’altro possa avere poi soddisfatte istanze che sono molto specifiche. Se vai a un’università e parli dell’alta definizione in relazione alla medicina è un discorso mentre in produzione non gli interessa niente una cosa del genere, tanto per estremizzare un po’ il concetto. Naturalmente la forza dell’HD Council sarà determinata dalla qualità e dal numero dei propri associati. Il nostro obbiettivo è quello di creare degli expertize group, persone che hanno una profonda esperienza nel campo delle produzioni, sia dal punto di vista tecnico che artistico, così che possano dare un contributo reale a quelli che hanno dubbi o a quelli che hanno bisogno di un sup22 porto o di una consulenza per quanto riguarda attività concrete sul mercato. HD Council vuole essere una sorta di agorà, una piazza in cui incontrarsi per condividere la nostra esperienza e per trarre anche esperienza da altri, in modo da poter utilizzare questa tecnologia in modo semplice e senza fare errori che altri hanno già fatto. D – Cosa avete in programma per l’immediato futuro? S – Faremo un intervento all’IBTS su loro richiesta e stiamo programmando una serie di seminari in tutta Italia per cominciare a parlare in modo approfondito di questa tecnologia. In questo convegno organizzato al SAT Expo abbiamo avuto diversi relatori su argomenti estremamente profondi che hanno dato uno spicchio molto ristretto, argomenti che devono essere necessariamente allargati perché possano essere poi utilizzabili sul campo. Vorremmo concentrarci su giornate tematiche, dando queste opportunità ad alcuni associati e aziende che vorranno in qualche maniera raccontarci un po’ meglio l’alta definizione.
La homepage del sito HD Council: una grafica già vista …
Vicenza fa il punto sul digitale Il SAT Expo di Vicenza ha ospitato la terza Conferenza Nazionale sul digitale terrestre organizzata dalla Fondazione Ugo Bordoni. Alla conferenza nazionale sul digitale terrestre organizzata dalla Fondazione Ugo Bordoni alla quale ha partecipato anche Paolo Romani, sottosegretario del Ministero della Comunicazioni che ha tenuto a rassicurare i presenti sull’impegno dell’esecutivo: “Come nelle due passate finanziarie, sborseremo 110 milioni di euro. Siamo ancora in fase decisionale, ma l’importo dovrebbe rimanere invariato. Vorremo poi diminuire il contributo per l’acquisto, da 70 a 50 euro, visto che la domanda continua ad aumentare e il prezzo del decoder diminuirà ancora.” Proprio ai contributi statali per l’acquisto dei decoder si è dichiarato nettamente contrario Mauro Vergari, invitato a partecipare alla conferenza in rappresentanza dell’Adiconsum, un’associazione che si occupa dei diritti dei consumatori. Per inciso, l’intervento di Vergari è
stato completamente censurato dalla cronaca pubblicata sul sito di SAT Expo, scelta perlomeno deprecabile. Secondo un calcolo effettuato dall’Adiconsum, tre anni di incentivi costeranno circa 24 euro a ogni singolo contribuente e quindi 48 euro per le famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano, più o meno il costo di un decoder alla fonte. Quindi, se verranno reiterati gli incentivi, il risultato è che tutte le famiglie avranno praticamente pagato un decoder ma soltanto una su quattro l’avrà a disposizione. In linea di principio, Adiconsum non è comunque contraria alla televisione digitale terrestre ma propone incentivi d’altro tipo, come l’introduzione di detrazioni fiscali per l’adeguamento degli impianti di ricezione. Inoltre, l’associazione guarda con interesse alle prime sperimentazioni di aree all-
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l’onorevole Paolo Romani, sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni
digital, Valle d’Aosta ma soprattutto Sardegna, che si concretizzeranno con lo spegnimento dei canali analogici a partire dal prossimo 31 gennaio nei capoluoghi di provincia per concludersi poi nel mese di luglio del 2006. Queste almeno sono le date contenute nell’intesa siglata con le due regioni in occasione della Prima Conferenza Nazionale sulla TV digitale terrestre promossa da DGTVi e svoltasi in Sardegna lo scorso mese di aprile, da non confondersi con la prima Conferenza Nazionale sulla TV Digitale Terrestre che si era tenuta in occasione dell’edizione 2003 del SAT Expo (evidentemente, inventarsi un altro nome non rientra tra le prerogative dell’associazione DGTVi). Per venire incontro ai residenti nelle due regioni, a partire dall’inizio di settembre era stata sospesa l’erogazione dei contributi per l’acquisto dei decoder, destinando i fondi residui agli abbonati di quelle aree e ai primi di ottobre è stato aumentato il contributo da 70 a 90 euro (esattamente il contrario di quanto dichiarato qualche giorno prima dal sottosegretario). Per quanto riguarda le altre regioni, Romani ha lasciato intendere che lo switchoff sarà rimandato a tempi successivi alla data inizialmente prevista al dicembre del 2006. Chissà quando ci degneranno di farci sapere qualcosa di più preciso. P.S. Tratto dal sito DGTVi: “L’appuntamento di Vicenza rappresenta un’importante occasione anche per fare il punto sull’esponenziale penetrazione del DDT nelle case degli italiani: un successo confermato dal recente esaurimento degli incentivi ministeriali per l’acquisto del decoder interattivo.” Ma il DDT non è un’insetticida cancerogeno e per questo proibito in tutto il mondo? Lasciando anche da parte le facili battute, il buon vecchio Freud avrebbe comunque qualcosa da dire in proposito.
Un decoder per il digitale terrestre della Philips
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La Videotecnica di Cinisello Balsamo ha ospitato la tappa milanese dell’Avid Reality Tour
Ritorno alla realtà Organizzati da Avid Italia una serie di workshop per presentare la famiglia Xpress, soluzioni entry-level che vanno anche di là del solo montaggio video
24 Una decina tra le maggiori città italiane sono state raggiunte dai workshop dell’Avid Reality Tour, l’iniziativa promossa da Avid Italia che ha coinvolto alcuni fra i suoi distributori. I partecipanti hanno potuto avere un incontro ravvicinato con l’ultima versione di Avid Xpress Studio HD che offre, tra le altre cose, anche il supporto nativo anche per il formato HDV. La Videotecnica di Cinisello Balsamo, storico distributore del marchio Avid,
ha ospitato la tappa milanese alla quale hanno preso parte numerosi operatori del settore. La famiglia Xpress è composta da quattro prodotti principali. Si parte dal software Xpress DV, utilizzabile anche con un personal computer portatile e limitato al trattamento del solo video in formato DV. Con Xpress Pro si aprono poi le porte al video in alta definizione, anche nei formati nativi DVCPro HD e HDV. Nel secondo caso, il mate-
Anche la console Digi002 della Digidesign nella versione Complete di Xpress Studio HD
riale è trattato internamente nel formato di compressione proprietario DNxHD, garantendo così la possibilità di gestire effetti e layer multipli senza le perdite di qualità che potrebbero derivare dal dover decomprimere e comprimere ogni volta il materiale in formato HDV. All’interno della stessa timeline può essere inserito materiale con definizione diversa, anche nel caso si stia utilizzando la modalità multicamera, controllando singolarmente il rapporto d’aspetto di ciascuna clip. In qualsiasi momento è poi possibile stabilire se il prodotto finale dovrà essere in standard Pal oppure in HD. Per chi ha esigenze che vanno oltre il solo montaggio video, Xpress Studio HD mette a disposizione anche strumenti per la realizzazione di effetti di animazione tridimensionali, possibili con Avid 3D, la collezione Avid FX di oltre 100 effetti aggiuntivi, il software Avid DVD by Sonic per la creazione di DVD e il pacchetto per il trattamento dell’audio Avid Pro Tools LE. Due le versioni previste per Xpress Studio HD, Essentials e Complete. La dotazione di software è la stessa e la differenza consiste nell’hardware aggiuntivo. Con la Essentials viene fornito il
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un miliardo di euro (valutazione peraltro condivisa da analisti indipendenti), quindi più che l’attuale valore della società a Thomson interessano le sue potenzialità. “I prodotti Canopus si integrano molto bene nella nostra offerta”, ha dichiarato Valentin, continuando “non avevamo prodotti del genere e averli nel nostro portfolio rappresenta un grande valore per i nostri clienti.” Nella decisione di acquisire Canopus ha pesato anche il modo di operare dell’azienda che, come ha detto Valentin : “ ha saputo mettere a frutto le competenze acquisite soprattutto nello sviluppo di software, rivaleggiando con i più importanti attori del setCon l’acquisizione della giapponese Canopus, Thomson mira a raftore, sia sul mercato americano, che forzare la propria presenza nel promettente mercato dell’audiovisisu quello giapponese.” La scelta poi di avviare l’operazione solo dopo aver vo e del video professionale raggiunto un accordo Thomson ha annunciato di aver ragprivato con il principale giunto un accordo per l’acquisto del azionista è stata voluta 33,3% delle azioni Canopus attraverso proprio per garantirsi la una transazione privata con il principapiena collaborazione di le azionista e fondatore della società, Yamada, che continuerà Hiroshi Yamada, attuale presidente e a guidare Canopus con il ceo. Thomson ha anche lanciato supporto del manage25 un’offerta amichevole d’acquisto per il ment Thomson. restante capitale; in complesso, l’opeNell’immediato, contirazione è valutata complessivamente nuerà lo sviluppo di tutti Marc Valentin e Hiroshi Yamada, entrambi più che soddisfatti a poco più di 90 milioni di euro. i prodotti della casa per l’accordo raggiunto Nell’ultimo anno, il fatturato Canopus giapponese, che saranè stato di circa 50 milioni di euro, di no commercializzati con il marchio dedicati a questo mercato, primo fra cui una quarantina derivanti dal settoCanopus. Anche gli attuali canali di tutti il registratore a dischi Turbo re del video professionale e dell’edivendita non dovrebbero risentirne e iDDR, seguito poi dalla serie Infinity. ting video. anzi potranno rappresentare per Per Marc Valentin, presidente della Non è certo una novità l’interesse di Thomson/GrassValley una notevole Thomson/Grass Valley, la ragione prinThomson per il settore dell’audiovisiopportunità, grazie alla loro buona cipale è il valore potenziale di questo vo e del video professionale, manifeconoscenza del mercato professionamercato, stimato in almeno 13 o 14 stato a più riprese nel corso dell’ultile. Valentin è piuttosto ottimista sul miliardi di euro, all’incirca il doppio di mo anno, sia con acquisizioni come futuro: “Pensiamo di riuscire a radquello broadcast. Sempre secondo quella della ParkerVision, che con il doppiare il fatturato derivante dai proValentin, il mercato potenziale per i lancio della linea ProLine di prodotti dotti Canopus in due anni. Questo prodotti Canopus è stimato in almeno obbiettivo potrà essere raggiunto allargando il mercato e anche combinando il settore del desktop video editing con i nostri prodotti, in particolare per l’editing delle news, settore in cui abbiamo già una forte presenza su base mondiale.” Digidesign Mbox per gli ingressi e le uscite audio, sostituito dal Digi002 nella versione Complete che comprende anche Mojo, l’acceleratore hardware capace di gestire un discreto numero di effetti in tempo reale e a piena risoluzione in definizione standard. Nel corso delle due giornate svoltesi presso la sede della Videotecnica, gli intervenuti hanno potuto verificare in prima persona le potenzialità della
famiglia Xpress e il personale tecnico presente si è dimostrato ben preparato nel rispondere alle domande e nel fugare ogni eventuale dubbio. Il tour si è concluso con la tappa romana del 30 novembre, ma anche per chi non vi ha preso parte è ancora possibile acquistare un sistema Xpress Pro completo a condizioni particolarmente vantaggiose (per ulteriori informazioni telefonare allo 02.5778971 – info@avid.it)
Sempre più professionale
I prodotti Canopus si integrano perfettamente nell’offerta GrassValley
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Una delle salette di editing in alta definizione di Green Movie, pronta per accogliere il nuovo D-5 HD
Ancora sorprese dall’ IBC olandese Le aziende costrutrici di apparecchiature broadcast hanno presentato le loro meraviglie alla mostra di Amsterdam. E’ stata anche l’occasione per annunciare acquisizioni e importanti accordi commerciali
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Harris e Leitch ancora divise Bisognerà attendere il NAB per vedere i vantaggi che deriveranno dall’acquisizione di Leitch da parte di Harris, aziende che si sono presentate all’IBC con due stand separati. Del resto, l’accordo era stato annunciato soltanto poco più di una settimana prima dell’apertura della mostra ed è soggetto alle solite approvazioni da parte di azionisti e autorità di controllo. Quel che ha tenuto a sottolineare Jeremy Wensinger, presidente della divisione broadcast di Harris, è il fatto che non sarà comprata solo un’azienda, ma un team che si è dimostrato particolarmente in grado di stare al passo con l’evoluzione del mercato, tanto che l’80% dei ricavi della Leitch viene da prodotti che sono in commercio da meno di tre anni. Tra gli altri motivi che hanno determinato la decisione, Wensinger ha ricordato la praticamente perfetta complementarità dell’offerta che permetterà ad Harris di essere presente in quasi tutti i settori del mercato broadcast, dalla post-produzione fino alla trasmissio-
ne. Per quanto riguarda i prodotti con marchio Harris, particolare enfasi era data alla piattaforma H-Class per la distribuzione dei contenuti che permette di seguirne la vita dal momento in cui sono creati fino alla loro distribuzione o archiviazione. La piattaforma H-Class è altamente scalabile e adattabile facilmente ai diversi flussi di lavoro, grazie anche ad una innovativa gestione dei metadata che tiene traccia degli utilizzi dei conte-
Jeremy Wensinger, presidente della divisione broadcast di Harris
nuti. Sul fronte dell’hardware, Harris ha dimostrato all’IBC l’operatività di una soluzione DVB-H completa, simile a quelle già utilizzate per alcuni progetti pilota già in funzione in diverse parti del mondo (Australia, Inghilterra, Olanda, Svizzera…). La soluzione Harris sfrutta i trasmettitori della serie Atlas Analogue per la messa in onda simultanea di più canali televisivi e radiofonici, nonché dati di qualsiasi natura, che possono essere ricevuti da cellulari o altri dispositivi portatili. Più numerose le novità portate da Leitch ad Amsterdam, a cominciare dai sistemi VelocityNX e VelocityXNG, frutto dell’integrazione dei sistemi di montaggio ex-DPS con i server della serie Nexio. Per questi è anche disponibile un’applicazione Ftp utilizzabile per duplicare il contenuto di un server su risorse locali o remote, mettendolo così al riparo da qualsiasi possibile danno. Debutto anche per le matrici multi-formato della serie Platinum, disponibili in configurazione 256x256 e 512x512, e per i moduli di conversione XHD, sia per le piattaforme Neo che 6800+.
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ma modulare Neo. In particolare, IconStation è il nuovo nome scelto per la Inscriber IncaStation, una soluzione che affianca la generazione di logo con la messa in onda in diretta di dati con effetti di scorrimento orizzontale. Infine, la novità più interessante con il marchio Videotek è il minuscolo PTM-305, uno strumento di test perfettamente portatile che non sacrifica però le prestazioni.
Nata per il cinema
Modularità e scalabilità per il master control della Leitch
Sempre per la piattaforma di convertitori e adattatori 6800+ è stata presentata la linea di moduli Opto+ per collegamenti in fibra ottica. IconMaster, IconLogo e IconStation sono poi gli elementi base della famiglia di prodotti per il master control e il branding dei canali per la piattafor-
Dopo essere apparsa all’ultima edizione dell’IBC sotto forma di prototipo, la prima telecamera in alta definizione marcata Arri e siglata D20 è arrivata alla fase di produzione, ma almeno per il momento sarà disponibile soltanto per il noleggio. Il sensore utilizzato dalla telecamera è un unico Cmos da 6 milioni di pixel in formato 4:3 che ha le stesse dimensioni del fotogramma Super 35, permettendo quindi di utilizzare le stesse ottiche senza la necessità di ricorrere ad un convertitore. La latitudine di posa supera i 12 stop, valore tipico
C’è ancora spazio per il marchio Harris anche sullo strumento palmare della Videotek
delle pellicole cinematografiche, e la cadenza di ripresa può variare da 1 a 60 fps, limite questo imposto dalla velocità di trasferimento dati verso un registratore esterno, al momento possibile utilizzando al massimo un doppio collegamento HD-SDI per la registrazione di video in formato RGB 4:4:4 e 1080i; sensore e elettronica
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La telecamera Arri D20 può utilizzare il “magazzino” Venom della GrassValley
sono comunque in grado di catturare immagini fino a 150 fps e nella modalità film è possibile anche la registrazione dei dati “grezzi” generati dal sensore. 28 Oltre che a un videoregistratore in alta definizione a nastro o a dischi, la telecamera Arri può anche registrare il materiale su un’unità Venom della GrassValley, che sfrutta memorie flash per una durata di 10 minuti con la massima qualità. Altra particolarità che sarà apprezzata da chi è abituato a lavorare con le cineprese è il mirino ottico mentre un’uscita video in standard Pal o Ntsc permette un control-
Notevole l’interesse manifestato per la piattaforma Axio di Matrox
lo continuo delle riprese. Complemento ideale della D20 è la serie di ottiche Master Primes fabbricate da Zeiss con apertura massima T1,3 e composta da 12 focali comprese fra 16 e 100 mm; presentata da Arris anche un’ottica grandangolare T2,8/8R di tipo Rectlinear, capace cioè di produrre immagini prive della classica curvatura tipica delle focali più corte.
HDV e DVCPro HD nativi anche con Axio Presentata ad Amsterdam la versione 1.5 del software per la famiglia Matrox Axio HD e SD che supporta il montaggio video in tempo reale nei formati nativi HDV e DVCPro HD con la possibilità di gestire insieme codec HD o SD sulla stessa timeline e sempre in tempo reale. Queste funzionalità sono comuni ad entrambe le versioni, con la sola limitazione che con quella SD non è possibile la cattura del materiale HD non compresso (per la cattura nei formati HDV e DVCPro HD si utilizza la porta FireWire). “Molti dei nostri utenti chiedono di poter acquisire materiale nei formati HDV e DVCPro, mantenere l’elevata qualità HD durante il processo di editing e finalizzare i progetti in risoluzione SD per poterli poi mettere a disposizione dei loro clienti e per
produrre DVD “, afferma Nabil Tarazi, vice presidente di Matrox EMEA. “Con la versione 1.5, Matrox Axio SD offre, ad un livello di prezzo molto interessante, una piattaforma di editing che supporta proprio questo ciclo di lavoro”. Altre caratteristiche della versione 1.5 includono la conversione da HD in SD in tempo reale ad alta qualità oltre ad effetti realtime aggiuntivi tra cui mask blur, mask mosaic e corner pinning su quattro punti. Anche ì nuovi effetti si integrano in modo completamente trasparente con le altre funzionalità di Adobe Premiere Pro, il software di montaggio video che acquista con la piattaforma Axio potenzialità altrimenti irraggiungibili, grazie alle tecnologie Flex 3D e Power of X messe a disposizione dalle schede Matrox. Poiché la piattaforma Matrox sfrutta anche le capacità di calcolo del processore utilizzato dal PC, le prestazioni aumentano di pari passo con la potenza di questo: impressionanti in proposito quelle fornite dalle workstation HP dotate di doppio processore AMD Opteron a 64 bit.
Sempre più aperto Rendere i propri prodotti facilmente integrabili con la maggior parte dei sistemi di montaggio non lineare è la strategia che sta seguendo EVS da qualche anno a questa parte. Il materiale presente nei videoserver della casa belga può essere messo a disposizione delle postazioni di montaggio più diffuse in forma nativa (Avid, Dps Velocity, Final Cut Pro…), mentre per le altre è previsto l’impiego di un gateway che effettua le necessarie conversioni di formato dei file. Atteso a breve anche il supporto per i formati Mpeg-2 4:2:2 i-frame, compreso il Sony IMX. L’IBC è stata l’occasione scelta da EVS per il debutto europeo del videoserver HD XT[2], configurabile per un massimo di sei canali video di ingresso o uscita, ciascuno dei quali con otto tracce audio. Il nuovo server supporta tutte le applicazioni esistenti per la serie XT, compresa la modalità Super Motion con le telecamere GrassValley e Sony destinate a que-
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integrato con il sistema di gestione Rosa per il controllo a distanza delle sue funzionalità a prova di guasto. L’encoder dispone infatti di un doppio alimentatore oltre che doppie uscite ASI e IP. Annunciata anche la prossima disponibilità di un decoder con registratore a disco fisso da 160 GB, capace di gestire anche video compresso in Mpeg-4 AVC e dotato di un triplo sintonizzatore che permetterà di registrare anche tre diversi programmi allo stesso tempo. I programmi registrati possono essere riprodotti anche su altri dispositivi collegati in rete Ethernet e una porta Usb 2.0 permette il collegamento di dispositivi che potranno così estendere la durata delle registrazioni
Lo stand della belga EVS all’IBC: apertura su tutti i fronti
sta particolare applicazione. La compressione è sempre M-Jpeg e il bitrate di ogni canale può arrivare fino a 150 Mbps e, per applicazioni che richiedono una superiore qualità delle immagini, può essere esteso fino a 360 Mbps, sacrificando però quattro dei sei canali a disposizione. La rete XNet[2] per il collegamento tra i videoserver o altre apparecchiature garantisce poi una velocità sufficiente per il trasferimento simultaneo di 10 stream di video HD compresso a 150 Mbps e, come gli altri server della EVS, tutto può essere controllato centralmente con il software IP Director. Infine, con il software di
montaggio CleanEdit si può ora elaborare anche materiale in alta definizione e importare direttamente materiale in formato MXF registrato su schede P2 o Professional Disc.
Dal produttore al consumatore Un encoder per alta definizione è una delle novità presentate all’IBC da Scientific-Atlanta. L’HDTV Advanced Compression Encoder D9054 sfrutta il metodo Mpeg-4 Avc per dimezzare il bitrate a parità di qualità rispetto al più classico Mpeg-2 e può funzionare sia in modalità a bitrate costante che variabile. Il D9054 è strettamente
Anche Mpeg-4 in alta definizione con gli encoder della Scientific Atlanta
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Quasi un diluvio Pioggia di novità proposte da Kramer all’IBC: sono oltre 50 i prodotti che vanno ad arricchire il catalogo 2005. Tra questi merita una segnalazione particolare il processore video SP11D che accetta in ingresso un segnale video composito, Y/C, Yuv, 29 Rgb o Sdi e lo converte simultaneamente in tutti questi formati, effettuando anche un’eventuale conversione in qualsiasi video standard (Pal, Ntsc e Secam) e sincronizzando l’uscita con un segnale di riferimento. Il processore ha una qualità broadcast con trattamento dei segnali a 10 bit e mette a disposizione i controlli di base, compresi guadagno, contrasto, luminosità colore e nitidezza; il risultato può anche essere visto in modalità split screen e tutte le impostazioni possono essere memorizzate per utilizzi futuri. Altro prodotto innovativo è il FireWire Range Extender TP-400FW che impiega normali ed economici cavi di rete Cat5 per realizzare collegamenti fra apparecchiature Firewire fino a distanze di 100 metri. Un massimo di sei unità possono essere inserite nel collegamento per estenderne ulteriormente la lunghezza e la loro alimentazione può essere ottenuta dalla prima unità; ogni presa è protetta contro scariche elettrostatiche, funzionalità presente anche negli hub Firewire della stessa azienda.
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Maurizio Balzarotti della VSE ha presentato il sistema eQ durante l’open house organizzata presso Green Movie Group
La magia del reale Prestazioni da primato per i sistemi di montaggio video eQ della Quantel, capaci di trattare indifferentemente video Pal o in alta definizione. L’opportunità di un incontro ravvicinato con il sistema di montaggio eQ della Quantel è stata resa possibile grazie alla disponibilità di Green Movie Group, la società milanese che per prima si è dotata di questo sistema. Alla riuscita dell’evento, svoltosi a metà novembre e a cui hanno preso parte operatori dell’area milanese, hanno contribuito rappresentanti dell’azienda inglese e la Video System Engineering, distributore dei prodotti 30 Quantel. La versione 3.5 del software Eiger è stato il piatto forte servito per l’occasione. Eiger non è solo il nome di una delle più impervie montagne svizzere: in perfetta tradizione anglosassone è la sigla che sta per Effects Imaging Grading and Editing Release. Numerose le funzionalità offerte dalla nuova versione a cominciare dall’editing multicamera, anche questo possibile con materiale in diversa risoluzione, grazie alla tecnologia di risoluzione coesistente propria dei sistemi Quantel.
con un software di animazione 3D in formato Tga piuttosto che Tiff, si può cominciare immediatamente a intervenire sul colore mentre il sistema inizia a convertire il materiale nel formato finale del progetto. Nel caso poi sia necessario ottenere un video nel formato 4:3 partendo da 16:9, le operazioni di pan e scan possono anche essere gestite in tempo reale, senza che sia necessario alcun render. Proprio la possibilità di generare rapidamente più versioni dello stesso progetto è uno dei punti di forza dei sistemi eQ e iQ. L’altra caratteristica su cui punta Quantel è la possibilità di utilizzare i propri sistemi per la finalizzazione di montaggi creati con altri e in questo quadro si inserisce il supporto per il
formato di interscambio AAF, utilizzato tra gli altri da Apple Final Cut, Avid Xpress Pro e Media Composer Adrenaline. Il formato AAF permette non solo di trasferire le informazioni tipiche di una EDL, come punti di tagli o effetti di transizione, ma anche di descrivere montaggi composti da più layer piuttosto che effetti di rallentamento delle sequenze.
Soltanto un assaggio Purtroppo non è stato possibile apprezzare appieno le potenzialità dell’hardware Eiger per i sistemi eQ e iQ lanciato in occasione dell’ultimo IBC. Elemento fondamentale del nuovo hardware è l’Eiger Media
Tutto nello stesso contenitore Risoluzione coesistente significa in pratica la possibilità di inserire nella stessa timeline materiale in definizione standard e alta, anche con frame rate diverso: il render alla risoluzione impostata per il progetto è effettuato in background e in qualsiasi momento è possibile passare da una risoluzione all’altra. Per esempio, importando nella timeline una serie di frame creati
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T I T O L O Engine, una scheda con potenza equivalente a quella di una workstation con doppio processore Xeon da 150 (centocinquanta!) GHz. Con l’opzione ICP (Integrated Concurrent Processing) è poi possibile aggiungere un’altra di queste schede che entra in funzione ogni qualvolta sia necessario effettuare il render di una sequenza. Per esempio, nel caso sia necessario correggere il colore di più sequenze, dopo aver stabilito le impostazioni della prima sequenza, l’operatore può cominciare ad occuparsi immediatamente di quella successiva mentre continua il render in background della prima, senza che sia avvertibile alcun calo delle prestazioni. Poiché l’elaborazione è fatta dalla stessa macchina, al contrario di quanto accade con soluzioni che ricorrono ad altri compu-
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ter presenti in rete, il traffico di dati da e verso l’esterno è nullo, con evidenti vantaggi operativi. Il tutto avviene automaticamente, quasi come se il sistema anticipasse le esigenze dell’operatore e questo giustifica l’uso del termine TimeMagic, coniato da Quantel per descrivere questa nuova tecnologia. I nuovi sistemi sono dotati anche di un controller per dischi fibre channel che, con un data rate di ben 10 Gbps, rende possibile lavorare in tempo reale con materiale a risoluzione 2k e 16 bit con i sistemi eQ o addirittura 4k con iQ. In linea con la politica Quantel di salvaguardia degli investimenti dei propri clienti, i sistemi esistenti potranno essere aggiornati con il nuovo hardware.
Un primato da riconquistare Video System Engineering di Milano è il partner scelto da Quantel per dare maggior vigore al suo ritorno in forza sul mercato italiano
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Non sembra aver alcun dubbio Marco Emilitri, presidente della Video System Engineering (VSE), “Quantel vuole riprendersi il posto che gli spetta, non solo nelle post-produzioni, ma anche nel broadcast: con le sue soluzioni per le news e lo sport vuole conquistarsi una posizione sul mercato italiano. VSE è sempre stata presente nel broadcast ed è per Quantel il veicolo ideale per favorire la sua crescita sul mercato italiano, non solo come supporto alle vendite, ma anche sul piano tecnico. Per tutte queste ragioni VSE è pienamente impegnata a supportare Quantel.”
Una delle prime iniziative pianificate dalla VSE è stata proprio l’open house svoltasi nella sede di Green Movie Group. “Inizialmente avevamo qualche dubbio in merito all’attenzione che il mercato poteva dare ad un evento di questo tipo, ma sono state due giornate piene, che hanno permesso a numerosi operatori di verificare la bontà della soluzione proposta da Quantel”, dichiara Emilitri. Il buon risultato ottenuto ha convinto VSE a programmare altri eventi simili per la presentazione della Pablo Suite, la soluzione Quantel per il Digital Intermediate, il trattamento digitale
Geoff Mills e Aidan Sutcliffe della Quantel UK con Marco Emiltri, presidente VSE, e Antoine Patte, direttore vendite Quantel per il Sud Europa
del materiale di origine cinematografica, che integra un completo set di strumenti per la correzione del colore.
With a little help from... L’azione della VSE sarà pienamente supportata dalla casa inglese, come ha voluto sottolineare il direttore vendite per il Sud Europa, Antoine Patte, fresco di nomina. In precedenza, Patte aveva occupato una posizione simile in Pinnacle e ancor prima in Discreet. Proprio per queste precedenti esperienze, Patte non nasconde il piacere del poter lavorare per una società indipendente: “lavorare con Quantel, ti lascia molta più libertà, è un lusso non doversi preoccupare sempre dell’andamento delle quotazioni azionarie.” Secondo Patte, il più grosso problema dei prodotti Quantel è la longevità: “Henry e Hal sono sul mercato da più di 15 anni e c’è ancora chi li usa con soddisfazione, quelli che li cambiano lo fanno solo per passare all’alta definizione.” Nessun problema invece sul fronte dei prezzi, un tempo decisamente superiori a quelli praticati dalla concorrenza. “Un Paintbox costa meno di un Flint e di conseguenza sistemi del genere non sono solo destinati ai network nazionali, anche emittenti regionali come Telecapri possono permetterseli”, dice Patte, che non può fare a meno di rimarcare che tecnologie come la risoluzione coesistente o Frame Magic non hanno equivalenti sul mercato.
Lo standard per il cinema Nel settore del Digital Intermediate, iQ ha avuto un’accoglienza entusiastica, e l’elenco dei film lavorati con questo sistema ne è la conferma più evidente. “Con Pablo ci apprestiamo a consolidare la posizione di Quantel in questo settore, grazie alla possibilità di elaborare con la stessa modalità anche materiale con risoluzione 4k”, dice Patte e aggiunge: “ la ragione del successo dei sistemi iQ non è tanto nella possibilità di creare effetti speciali, ma quanto nella facilità con cui è possibile realizzare versioni mul-
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T I T O L O tiple dello stesso film. Le sale cinematografiche rappresentano oggi solo uno dei tanti canali distributivi, occorre poi una versione per il Dvd, un’altra per la televisione, un’altra ancora per le linee aeree, e così via. Nella facilità con cui è possibile realizzare tutte queste versioni differenti sta la forza di sistemi come iQ ed eQ.”
Un mercato ancora vergine Se non è facile convincere il settore della post-produzione sulla bontà delle soluzioni Quantel, per Emilitri è
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ancor più difficile persuadere i broadcaster: “Il nostro obbiettivo principale è quello di riuscire a convincere i broadcaster della validità di una soluzione come Newsbox. Due di questi sistemi saranno utilizzati per i prossimi Giochi Olimpici invernali di Torino e questo ci sarà sicuramente d’aiuto.” Nonostante i segnali provenienti dal mercato siano più che positivi, Emilitri preferisce non sbilanciarsi più di tanto: “il nostro traguardo per il 2006 è quello di tornare ai livelli di vendite del 2002”, obbiettivo che sembra essere perfettamente alla portata della VSE.
Autodesk si espande nella terza dimensione Il gigante del CAD che già deteneva una rilevante fetta del mercato della grafica tridimensionale con 3ds Max, ha annunciato di aver siglato l’accordo definitivo per l’acquisizione di Alias Alla fine ne resterà uno solo. Se conti-
34 nua di questo passo, non è del tutto improbabile che il mercato della grafica tridimensionale finirà con l’essere monopolizzato da Autodesk, azienda che può permettersi di investire circa 300 milioni di dollari ogni anno in attività di ricerca e sviluppo. Per l’acquisto di Alias sembra poi non aver badato a spese: il prezzo stabilito è di 182 milioni di dollari, tre volte tanto quanto aveva pagato il fondo di investimento che l’aveva comprata da Silicon Graphics soltanto 18 mesi fa. Anche tenendo conto del fatturato di Alias, che lo scorso anno ha raggiunto 83 milioni di dollari, la cifra pattuita appare abbastanza elevata. Di soldi da spendere, Autodesk ne ha comunque avendo chiuso l’ultimo esercizio con un profitto di 221 milioni di dollari su ricavi complessivi di 1,23 miliardi di dollari. “L’integrazione della tecnologia di Alias crea nuove entusiasmanti opportunità per Autodesk, i suoi partner e i suoi clienti”, ha dichiarato Carl Bass, coo di Autodesk. “Questa tecnologia,
che abbraccia due delle nostre divisioni di maggiore importanza, fornisce soluzioni più integrate e flessibili per i nostri clienti nelle comunicazioni e nello spettacolo e, al tempo stesso, fonde l’ambiente di design Alias con gli strumenti di progettazione Autodesk esistenti nei segmenti automobilistico e dei prodotti di consumo. Queste sinergie accelerano il nostro impegno a lungo termine per lo sviluppo di prodotti e rafforza la nostra posizione in un crescente numero di mercati chiave.” Anche Doug Walker, presidente e ceo di Alias, sottolinea i benefici effetti dell’operazione: “I clienti Alias potranno trarre vantaggio dai quasi 300 milioni di dollari investiti in ricerca e sviluppo e al tempo stesso accedere a nuove tecnologie e prodotti complementari. Insieme, Autodesk e Alias saranno in grado di offrire prodotti e servizi per consentire al mondo fantastico del cinema così come agli impianti di produzione industriale di realizzare grandi idee.” Da sottolineare che in tutti i comuni-
Doug Walker, presidente e ceo di Alias
cati ufficiali, Autodesk dà la stessa rilevanza sia ai prodotti per l’industrial design, come Studio Tools per cui Alias può essere considerata leader assoluto, sia a quelli per applicazioni più spettacolari, come Maya e Motion Builder. Per questa ragione, Autodesk ha dichiarato che continuerà a sviluppare la linea di prodotti Alias insieme alle tecnologie e ai prodotti complementari Autodesk.
Panatronics nel mutlimediale La società Random è stata acquisita da Panatronics S.r.l. Random – la cui sede “storica” era in via Marochetti 27, a Milano – è nata nel 1990 come concessionaria Apple e non ha tardato ad imporsi presso una clientela vasta e variegata, alla quale ha fornito apparecchiature e assistenza per ben 15 anni. Dopo anni di esperienza nella commercializzazione di marchi esclusivi: Angeniuex, bracci aerei e teste remote ABA, mixer video Datavideo e Focus Panatronics apre una finestra anche sui clienti di alto profilo dediti alla postproduzione video ed a tutti gli utilizzatori di apparati per la distribuzione dei contenuti multimediali. www.panatronics.it
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