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RADIO VIDEO • MULTIMEDIA T I• TELEVISIONE T O L •O S E Z •I POST-PRODUZIONE O N E • AUDIO • ALTA FREQUENZA

Rivista mensile specializzata • 2013 • n.291 • ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV.COM • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM

NAB Show 2013 tutti pazzi per il 4k

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Il grande spettacolo del Giro d’Italia

La TV 3D secondo Sky Italia

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cast: broadza.tv l e d n ie notiz rge time nve Le ul w.co ww


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anno 37° - n.291 - maggio/giugno 2013 ISSN 0394-0896

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4 La tv 3D secondo Sky

MediaAge srl tel. (+39) 0243910135 - Fax (+39) 0243999112 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese) La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal 28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del 20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Non è permessa la riproduzione di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Progetto grafico: Ago, Bollate (MI). Stampa: Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bartolomeo (BG). Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo in abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare con 2 postale intestato a Media Age srl, viale San vaglia Michele del Carso 11 - Milano, oppure inviare un assegno bancario non trasferibile allo stesso indirizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare alla richiesta anche i francobolli. Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00 US$) or equivalent via International Money Order or cheque to Media Age srl, Via Stefano Jacini, 4 - I - 20121 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39) 0243910135 or fax (+39) 0243999112. Cards accepted: VISA - MASTER-CARD - EUROCARD AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applications. Lo staff Direttore responsabile: Enrico Callerio Condirettore tecnico: Mauro Baldacci Direttore editoriale: Enrico Oliva Pubblicità: Giulio Reina

16 Canon: due camcorder compatti di fascia professionale secondo Sky se

18 NAB Show 2013 tutti pazzi per il 4k 9 Wim TV la piattaforma video “all inclusive”

29 Adobe porta tutti sulla nuvola

Hanno collaborato: Rolando Bertini, Dario Monferini, Alberto Pellizzari, Maria Ronchetti, Mauro Scaioni Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti: le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il mondo (www.webcastitaly.com)

30 Spotlight punta sul risparmio energetico 10 I mixer For-A 12 Lo spettacolo del Giro

il ‘Daily MonitoR’ quotidiano in inglese, italiano, spagnolo (www.dailymonitor.net)

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La tv 3D 3G secondo Sky 4

A colloquio con Cosetta Lagani Head of Sky 3D Italia Tre componenti oggi trainano la programmazione dell'unico canale stereoscopico in Italia (e uno dei pochissimi in Europa) “La prima trasmissione in diretta in contemporanea sia nel Regno Unito, sia in Germania, sia in Italia, risale all'ormai lontano ottobre del 2010 ed era la Ryder Cup di golf. I test e le sperimentazioni sulle trasmissioni 3D sono continuate nei mesi successivi con altri eventi sportivi ma anche con le prime trasmissioni di film, fino a quando il mercato, attorno al settembre 2011, c'è sembrato sufficientemente maturo per un'esperienza in 3D più ricca e completa che non si limitasse ad un evento ogni tanto, ma che offrisse ai nostri abbonati un canale interamente dedicato.” Così esordisce Cosetta Lagani, Head of Sky 3D, unico canale 3D italiano appartenente al bouquet di SKY Italia, appunto Sky 3D, nato in collaborazione con Samsung Smart TV. Il canale è interamente dedicato al contenuto 3D originale e la sua linea editoriale persegue con costanza nella sperimentazione lungo cui è nato, proponendo un po' di tutto,

ossia contenuti misti ma solo realizzati in stereoscopia tridimensionale. Il palinsesto contempla una programmazione mista a base di sport, cinema e intrattenimento, e vi sono compresi contenuti che fino a quel momento non si erano mai visti in 3D, come documentari sulla natura, su animali e luoghi, che effettivamente danno un'esperienza visiva molto d'impatto e anche una porzione delle ore di programmazione è dedicata ai bambini. Cosetta Lagani racconta: “Sicuramente e soprattutto il primo anno di trasmissione è stato a tutti gli effetti considerabile come sperimentale. In pratica il canale era un grande showcase in cui venivano proposti in aggiunta al calcio ed ai blockbuster (primo tra tutti Avatar) tutti quei prodotti che ci sembravano offrire un’esperienza tridimensionale di grande impatto visivo che facesse veramente la differenza. Questo sia per i prodotti già disponibili nel mondo, sia per altri realizzati direttamente da Sky (tra cui

le prime produzioni 3D al mondo della Finale di X Factor e dell’Aida dall’Arena di Verona). L'idea di fondo è ancora quella di interpretare al meglio e seguire i gusti degli abbonati rapportati all’impatto della resa stereoscopica in modo da poter far continuamente evolvere la linea editoriale e proporre sempre di più tutti quei contenuti in cui l’esperienza 3D porta davvero un valore aggiunto.”

Dal calcio al...calcio ! All'inizio la sperimentazione ha coinvolto molti eventi calcistici e sportivi e la prima produzione 3D nel calcio è stato Napoli-Bayern nell'ottobre 2011, una produzione televisiva che è stata premiata con l'Oscar Europeo per il 3D. Si è svolta quest'anno la prima edizione europea degli hollywoodiani 3D Awards, in cui appunto la partita detta ha vinto il premio Lumière nella categoria ‘Migliori produzioni sportive’.

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Cosetta Lagani, Head of Sky 3D Italia

Cosetta Lagani riprende: “Debbo dire che quella volta allo stadio si erano create davvero le circostanze ideali per le riprese e quindi nonostante fosse la nostra prima avventura in 3D è stata una delle produzioni più belle. Questo anche perché si era creata una completa sinergia con i colleghi di Sky UK (il cui canale 3D era stato lanciato 6 ad ottobre 2010); abbiamo creato un team di produzione allargato in cui i principali esperti di produzioni 3D di Sky UK ci hanno -appunto- supportato

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e affiancato nelle prime produzioni. Cosa che ci ha permesso di partire fin da subito con una esperienza produttiva collaudata in 3D.” Il seguito a quell'esperienza SKY 3D ha realizzato un accordo con la Lega Calcio ed Infront per produrre in 3D le partite di calcio di serie A, con l’esordio di Roma Juventus nel dicembre 2011,; e da qui è proseguita la sperimentazione di una serie di altri eventi compresi i vari tornei di golf, rugby, tennis (Wimbledon, Roland Garros). Altre produzioni determinanti sono state i 16 giorni interamente dedicati alle Olimpiadi del 2012 (le prime Olimpiadi in 3D) con ben 250 ore di diretta ed un'estrema varietà di discipline, comprese tuffi, nuoto, canoa, e sport in genere che si prestano ad un'esperienza 3D molto trainante.

In 3D ancora meglio, ma... Cosetta Lagani sottolinea: “Il mio parere è che le riprese tridimensionali siano ancora più spettacolari quando coinvolgono uno sport ‘a campo stretto’ come i tuffi, il golf, il tennis, il basket e meno nel calcio dove è sempre complicato trovare il giusto equilibrio tra riuscire ad armonizzare l'effetto di grande impatto del 3D in sog-

gettiva con l'esigenza di restituire una dinamica di squadra, cioè una ripresa che non faccia perdere la visione completa del gioco nel suo insieme. Nel calcio è particolarmente complicato trovare il giusto bilanciamento tra questi due aspetti, tra spettacolarità 3D e percezione globale dell'evento.”

Le forche caudine del 3D A tale fine Sky 3D ha concordato e condiviso uno standard tecnico -con Sky 3D UK, Sky Germania, e altri broadcaster in 3D- basato su parametri stereoscopici restrittivi che tali canali devono rispettare e che di conseguenza passano anche ai propri fornitori. Questo, sia nella produzione diretta sia nell'acquisizione di contenuti. Ciò fa sì che i parametri di ogni singolo frame di ogni produzione siano sempre all'interno di quella “finestra tecnica” che è stata concordata ed entro la quale svariati test sul campo hanno dimostrato che non si produce alcun effetto collaterale nello spettatore, tipo mal di testa o perdita di equilibrio, senso di nausea, disorientamento, etc., tipici di alcune produzioni 3D troppo spinte. In pratica, qualsiasi materiale stereoscopico acquistato o realizzato da SKY

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3D viene subito inserito in un apposito apparato che lo analizza e lo sottopone ai parametri stereoscopici previsti e solo se l'esito completo del prodotto supera al 100% questa verifica è acquistabile e trasmissibile. Uno dei partner del canale dal punto di vista della stereoscopia è la DBW Communication di Roma, che disponendo di tutte le più moderne attrezzature e tecnologie stereoscopiche sia dal punto di vista produttivo sia da quello post produttivo- è in grado di realizzare qualsiasi intervento sulla qualità ed è quindi in grado anche di controllare qualsiasi materiale per SKY 3D prima della messa in onda. In un evento Live la produzione viene evidentemente effettuata in tempo reale, ma anche se in questo caso è più facile potenzialmente che subisca degli sfridi, il materiale viene controllato ed eventualmente corretto in tempo reale.

Grandi potenzialità in 3D Sempre grazie agli apparati di cui questa società romana dispone è stato realizzato un importante documentario tridimensionale sulla Cappella Sistina (anch’esso insignito

con il premio Lumière) e Sky è stata l’unica TV al mondo ad avere ottenuto il permesso d'accesso con telecamere 3D a questa importante opera d'arte. All'interno della Cappella Sistina sono, infatti, state realizzate riprese tridimensionali che hanno portato alla realizzazione di un breve documentario di enorme impatto visivo. Cosetta Lagani ci spiega: “Partendo dal concetto che gli affreschi sono “piatti” e quindi bidimensionali, era necessario comprendere -prima di tutto- quale potesse essere il valore aggiunto della ripresa 3D. Quindi dopo le riprese abbiamo apportato un'elaborazione successiva, realizzata frame by frame, denominata “ dimensionalizzazione” (la stessa che James Cameron ha utilizzato per rendere tridimensionale il Titanic) che ha permesso di ricreare e suddividere i vari piani dei vari affreschi. Così ne “La Creazione” e “il Giudizio Universale”, siamo riusciti a ricreare quella prospettiva tridimensionale che Michelangelo aveva per così dire ori-

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ginariamente “schiacciato” per poterla riprodurre su una superficie piatta, bidimensionale. Per esempio nella Creazione di Adamo si percepisce chiaramente la statuarietà di Adamo e di Dio e le dita di Dio che si staccano dal fondo, dagli angeli, creando una visione davvero molto d'impatto mai vista sinora. L'impegno è stato elevato, i numeri parlano chiaro: ci sono volute cinque ore di riprese nella Cappella Sistina e quasi un mese per realizzare queste elaborazioni tridimensionali in post produzione.” Questa sperimentazione di grande successo ha praticamente spalancato nuove frontiere produttive ulteriori che Sky 3D Italia ora persegue in collaborazione con Sky Arte HD, avendo generato un filone in grado di valorizzare l'enorme e tanto apprezzato patrimonio artistico italiano che nel mercato di oggi è del tutto assente in 3D.”

Le tre direttrici Tornando allo sport, dopo aver fatto diversi test nell'ambito di molte disci8 pline, a parte una sana curiosità di vedere praticamente tutti gli sport in 3D, come c'era da prevedere, il grande interesse del pubblico ritorna sul calcio. È interessante sottolineare che comunque- per quanto riguarda la passione degli spettatori il canale riporta dati di pari interesse da un lato per lo sport, fondamentalmente il calcio, ma dall'altro anche per il cinema e i documentari. Sono quindi queste le tre direttrici lungo cui si dipana la programmazione, calcio, cinema e documentari. Sulla scorta di queste considerazioni il canale ha in parte assottigliato il proprio impegno verso sport differenti dal calcio, concentrandosi solo sui “big event” come la Formula 1. Mantiene inalterata un'alta concentrazione di eventi calcistici soprattutto di Serie A, di Champions League, di Premier League. Per quanto riguarda il calcio, gli eventi recenti di rilevanza nazionale sono stati Napoli Juventus il 1 marzo nello stesso stadio che è stato teatro del primo evento 3D. Poi il 30 marzo il Derby Inter Juventus. La produzione è

come sempre di Infront ed il service 3D è la romana SBP in tandem con la DBW communications. Il meccanismo produttivo è ormai quello collaudato in cui la produzione in 3D si affianca in parallelo a quella in HD con sette punti camera propri che equivalgono a 14 telecamere per ogni campo da gioco. Il regista è specializzato nelle riprese in 3D e molte riprese vengono effettuate anche nel prepartita in linea con l'approccio editoriale di Sky Sport con un talent giornalistico dedicato, ripreso dal campo, oltre alla partita vera propria. Per quanto riguarda invece la Formula 1 siamo di fronte al primo test mondiale, in quanto nessuno ha ancora visto in onda riprese di Formula 1 in 3D. Grazie ad un accordo con l'emittente inglese Sky e alla FOM, sono state -per la prima volta- mandate in onda le dirette di tutti i quattro giorni di test dalla F1 dal 28 febbraio al 3 marzo dalle 15 al 17 30. L'evento è stato diffuso in Simulcast dai due canali Sky 3D e Sky Sport Formula 1 HD e la stessa trasmissione viene pro-

dotta in contemporanea e irradiata in 3D e in HD con un'unica squadra di commento.

La diffusione del 3D Cosetta Lagani chiude: “Da alcuni mesi a questa parte la crescita gli apparecchi televisivi in 3D è stata molto rapida perché circa 85% dei nuovi televisori prevede funzionalità 3D embedded, quindi il consumatore che acquista un televisore di ultima generazione già si porta a casa un apparecchio compatibile per la stereoscopia. Dati ufficiali parlano di 1.300.000 apparecchi televisivi stereoscopici già presenti nelle nostre case, quindi ci si può riferire tranquillamente a queste cifre considerandole una base piuttosto importante che è sicuramente in crescita.” Si è passati dal settembre 2011 con circa 200.000 circa televisori 3D all'attuale situazione che in meno di un anno e mezzo vede cifre di diffusione considerate più che incoraggianti: siamo sull'onda giusta.”

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WimTV: la piattaforma “all inclusive” per il video streaming

li. WimTVPro estende le funzionalità native della piattaforma WimTV con caratteristiche utili per arricchire e definire offerte specifiche, come ad esempio la possibilità di impostare criteri di privacy per rendere i video visibili solo a determinati utenti, impostare un video player personalizzato o consultare i Report per controllare e monitorare le statistiche di accesso ai i contenuti, verificare il consumo di banda e storage ecc.

WimTV Pro di WimLabs

A Torino, città del cinema, dell’innovazione e della creatività digitale, sta sbocciando la nuova startup tecnologica WimLabs, costituita da un gruppo di animosi developer e media marketer che, guidati da Leonardo Chiariglione, hanno dato origine a WimTV (http://wim.tv/): una piattaforma per la distribuzione di contenuti video multiscreen e una suite di servizi, app e plugin dedicati agli operatori dell’audiovisivo. Il settore del video online sta vivendo una fase di crescita sempre maggiore e sono molti gli attori in gioco; all’interno di questo contesto WimTV vuole offrire agli operatori media a qualunque livello – amatoriale, professionale e aziendale – uno strumento per realizzare le loro idee di business senza affrontare investimenti in apparati e tecnologie e senza delegare ad altri attori, talvolta in conflitto di interessi, parte del loro business.

Pubblicare video WimLabs ha appena lanciato WimTVPro (http://wimtvpro.tv/), un innovativo plugin per i CMS WordPress e Drupal che permette di pubblicare video su siti web/blog

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direttamente dall’interfaccia del CMS e trasmettere video on demand, video playlist ed eventi in live streaming. In pochi step è possibile allestire un canale video sul proprio sito ed avere l'opportunità di monetizzare i propri contenuti – live e on demand – sempre direttamente dal proprio sito. Il plugin è particolarmente efficace e permette agli utilizzatori dei due (per il momento) popolari CMS di accedere a funzionalità altrimenti non disponibi-

La piattaforma WimTV a cui è collegato WimTVPro è stata anch’essa sviluppata interamente all’interno di WimLabs. WimTV mette a disposizione un set di servizi per creare Web TV, pubblicare e gestire palinsesti video con supporto alla monetizzazione ed alla vendita di video. WimVod (http://wim.tv/wimvod) è il servizio dedicato ai video on demand: grazie ad un sistema di licenze digitali, per ogni video caricato è possibile scegliere se pubblicare video con licenze a libera diffusione (Creative 9 Commons) o pay per view specificando, in quest’ultimo caso, il prezzo di visualizzazione dei propri contenuti e la durata della licenza. L'utente di WimVod può decidere autonomamente il prezzo da attribuire ad ogni video mentre WimTV ripartisce l’incasso dando il 70% all'utente che trasmette e trattenendo il 30% per l'utilizzo del servizio. Ogni incasso viene immediatamente accreditato sul


T I T O L O conto PayPal dell’utente, collegato all’account creato su WimTV. E' possibile inoltre raggruppare un set di video in un Abbonamento, per creare offerte di più contenuti in modalità pay. Con WimLive (http://wim.tv/wimlive) è possibile trasmettere eventi in live streaming gratuitamente o in pay per view, con le stesse percentuali di revenue sharing del video on demand. Grazie alla tecnologia degli split payment, con WimLive è possibile trasmettere eventi live anche in combinazione con altri partecipanti (l’Organizzatore di un evento ed il Rivenditore) e suddividere gli incassi tra gli aventi causa. WimTrade (http://wim.tv/wimtrade) è il servizio che promuove l’incontro di domanda e offerta tra venditori e acquirenti di contenuti video. All'interno della piattaforma infatti il venditore può mettere in vendita video impostando una licenza per la distribuzione, il prezzo e le condizioni di utilizzo e l’acquirente può acquistare nuovi video per arricchire i propri palinsesti o anche esportare il video 10 fuori da WimTV.

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programmazione degli eventi live, con la possibilità di annotare eventi in modo da ricevere una notifica poco prima che l'evento vada in onda. I servizi connessi a WimTV sono in costante aggiornamento ed espansione: una delle prossime novità in arrivo è WimLance (http://wimlance.tv/), costituito da una webapp che permette a broadcaster e operatori del mondo dei media di creare “call” di video di certe categorie da pagare ad un prezzo stabilito. Gli utenti di WimLance possono partecipare alle call utilizzando un’app disponibile per

iOS e Android, proponendo uno o più video filmati con il proprio smart phone o tablet oppure attinti da quelli disponibili in archivio. L'operatore riceve i video, li visualizza, seleziona quelli di suo interesse e paga il pattuito direttamente sull’account PayPal di chi ha contruito il o i video scelti. Dall'innovazione per l'innovazione: WimTV ha pensato anche agli sviluppatori, offrendo API che permettono di ottenere il beneficio dalle funzionalità della piattaforma e creare app personalizzate per PC, smartphone, tablet e SmartTV.

Piattaforma tecnologica Leonardo Chiariglione, presidente di WimLabs, dichiara: “Siamo pronti per cogliere la sfida. Abbiamo investito molte risorse per sviluppare una piattaforma che promuove nuove forme di imprenditorialità digitale che non richiedono investimenti in tecnologia per l’utente. Ora vogliamo mostrare come l’utilizzo delle nuove tecnologie può accompagnare tanti operatori e professionisti dell'audiovisivo, ma anche coloro che cercano nuove e ricche forme di comunicazione, verso reali opportunità di business abilitate dai media digitali e dal web”. Un altro aspetto innovativo della piattaforma è la pubblicazione multiscreen. Utilizzando gli strumenti di WimTV è possibile pubblicare video anche su Mobile e Smart TV, grazie alla nuova app WimView (http://wimview.tv/). L'applicazione permette di esplorare tutte le Web TV create nella piattaforma WimTV, guardare e votare i video, inserire le Web TV preferite nei bookmark e vedere il calendario di

Nuove caratteristiche per i mixer For-A La serie di mixer Hanabi di FOR-A si completa con due modelli entry-level Progettati per l’impiego su piccoli mezzi mobili o per la regia di eventi e presentazioni, i mixer HVS-XT100 e HVS-XT110 integrano numerose funzionalità presenti negli altri modelli della serie HVS, come la possibilità di gestire ingressi in HD o SD-SDI asincroni, il ridimensionamento delle immagini, effetti di transizione 2,5D e chroma key. I due modelli differiscono per il numero di ingressi e uscite, rispettivamente 8 e 4 per l’XT100 e 12 e 6 per l’XT110, e per la maggiore compattezza del secondo, con il pannello di controllo che integra al suo

interno anche l’elettronica. Inoltre, per il modello XT100 sono previste numerose opzioni per aggiungere altri quattro ingressi e uscite in digitale/analogico o HDMI/VGA. Ogni ingresso, compresi quelli da PC, è dotato di frame syncronizer e di un process amplifier per la regolazione dei livelli dei segnali video. La possibilità di ridimensionare i segnali SD o provenienti da PC evita il ricorso a dispositivi esterni. Entrambi i mixer mettono a disposizione un centinaio di effetti di transizione diversi, incorporano un doppio still store utilizzabile anche per brevi animazioni e un multiviewer configura-

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bile in 4, 10 o 16 finestre. Il web server integrato permette il controllo dei mixer da un PC o da un tablet mentre la possibilità di registrare eventi e

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macro richiamabili con la pressione di un pulsante li rende particolarmente adatti per l’impiego nelle dirette televisive.

Più canali per i video server Brio della Dalet

Con le nuove configurazioni è possibile portare fino a dodici il numero di porte di ingresso e uscita per ogni video server Brio, aumentandone così la flessibilità e la versatilità . Fornito in uno chassis da 2 RU, il video server della Dalet supporta una vasta gamma di codec di qualità broadcast, inclusi DV25, DVCPro50/HD, XDCam EX/HD, AVCIntra 50/100, Apple ProRes e DNxHD. Tutti i formati supportati possono essere alternati nella timeline per la messa in onda e le eventuali conversioni di formato e rapporto d’ aspetto sono gestite direttamente dal video server. Inoltre, i video server Brio integrano le funzionalità necessarie per la gestione di semplici elementi grafici, inclusi il logo di stazione e il testo scorrevole. “ Fin dalla sua introduzione nel 2010, Dalet Brio è stato un grande successo, riuscendo a dimostrare ai broadcaster la sua flessibilità e affidabilità . Attualmente, sono più di 300 i server Brio consegnati e questo è solo l’ inizio. Ad esempio, Mediaset si è dotata di server Brio per un totale di 288 porte di ingest e 470 porte di playout, utilizzati per lo sport, le news, le produzioni da studio e l’ automazione,” ha dichiarato Raoul Cospen, direttore marketing e business development di Dalet. “ Il successo di Brio è da 11 sempre stato determinato dalla sua grande flessibilità in termini di codec, formati e configurazione di ingressi e uscite. Con l’ aggiunta di queste nuove configurazioni, possiamo offrire una flessibilità ancora maggiore a un costo per canale inferiore.” www.dalet.com

I filmati sul broadcast prima passano da YouTube youtube.com/monitormilano

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Il grandissimo spettacolo del Giro 173 nazioni coinvolte nella diretta televisiva e numeri da capogiro. 12 Un evento mediatico di proporzioni inimmaginabili. In diretta, in differita, in tv, sui tablet, sul cellulare, App e pc. Mattero Pastore, Head of Media Rights and Relations di RCS Sport - La Gazzetta dello Sport, scrive: “Ogni fan deve poter sempre seguire il nostro evento (…) Obiettivo del Giro è trovare la maggiore esposizione sulle diverse piattaforme (canali tradizionali quali analogico, digitale, satellite e di nuova generazione quali web, mobile tablet, pay per view) e l'aspetto economico che permetta la crescita e l'investimento sul Giro.”

Il Giro su Eurosport

In questa enorme kermesse sono in scena programmi live con 3 ore di diretta Giro, e poi differite, news access a fine gara di 5’, magazine di sintesi giornalieri (highlight) di 26’ e highlight settimanali di 52’. Sulle 3 tappe, 19 maggio Col du Galibier, 24 maggio Val martello e 25 maggio tre cime Lavaredo la Rai ha realizzato una produzione integrale. Partiti da Napoli il 3 maggio 2013, sono 207 i corridori di 30 nazionalità in sella alle loro tecnologicissime bici hanno corso

Il Giro d'Italia era in diretta HD anche sui canali Eurosport, che hanno riproposto tutte le 21 tappe su Eurosport ed Eurosport 2 per un totale di 65 ore di trasmissione LIVE e in HD. Il grande ciclismo del Giro dal 4 al 26 maggio è stato proposto in diretta con tutte le 21 tappe della 96esima edizione della “ corsa rosa” . Eurosport 2 ha trasmesso il Giro durante la settimana, mentre Eurosport lo ha fatto nei fine settimana, per un totale di 70 ore di trasmissione dal vivo in diretta e in HD nativa. Tutti gli abbonati di Eurosport Player hanno avuto modo di seguire l’ evento in diretta o in modalità catch-up sul proprio PC e tramite l’ applicazione per smartphone e tablet. Anche il sito ufficiale ha proposto aggiornamenti in tempo reale (it.eurosport.yahoo.com) e tramite l’ applicazione Eurosport.

in rappresentanza di 23 squadre ed erano impegnati in un Giro d'Italia sempre più internazionale. La RAI ancora più che in passato ha un ruolo di player di primissimo piano, infatti a seguito dell'accordo siglato con RCS Sport che prevede la “concessione dei diritti di ripresa, trasmissione e di sfruttamento in ambito televisivo delle Gare Ciclistiche RCS Sport”, ha realizzato due feed televisivi differenti -con una svolta storica nel proprio ruolo di Host Broadcaster, producendo tutto in standard HD, con una regia internazionale e una regia per il territorio italiano, quindi due differenti modelli di produzione.

Il Giro alla RAI fino al 2016 Sono 4 gli anni previsti da tale accordo, a partire dal 2013, e quindi abbiamo colto subito il parere di Maurizio Ciarnò Responsabile dei Grandi Eventi della RAI e anche Vice Direttore di Produzione TV: “Dal punto di vista tecnico organizzativo diciamo che la grande novità di quest'anno per il Giro è che è stato interamente prodotto in HD, dato che il contratto recentemente stipulato con

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la Rcs Sport prevede quest'obbligo, che peraltro rispecchia la tendenza mondiale di produrre tutto in HD. Quindi, a maggior ragione ecco il Full HD anche in questo importantissimo evento, così come tutti gli altri previsti nel contratto con RCS, come “Strade Bianche” e tutto resto. Tale contratto ha una durata di quattro anni e, partendo dal 2013, arriva al 1016. Dal punto di vista meramente organizzativo c'è da sottolineare che siamo usciti a mantenere costanti i numeri e Mattero Pastore, Head of Media Rights and Relations di RCS Sport i costi del personale impegnato. In più abbiamo anche Tutto in rete esteso la copertura dell'evento grazie agli elicotteri, due, dotati di Wescam Enrico Motta, il Capo Progetto di geostabilizzate che ora riescono a serquesta produzione e del comparto vire in HD un'area di addirittura poco Grandi Eventi precisamente "Rai sopra ai 100 KM e mantenere un ottiProduzione TV Grandi Eventi", sottomo segnale anche in caso di pioggia linea alcuni tratti di questa avventura: battente. Crediamo molto in questa “Una delle novità dell'edizione di disciplina ed evento in cui investiamo quest'anno è che tutti i sistemi di sempre di più in termini di performanreplay sono anch'essi stati implemence tecniche.” tati in HD basandoli su un anello di Il Giro quest'anno, iniziato a Napoli il 4 rete. Così tutti i segnali sono registramaggio e terminato il 26 maggio a ti in parallelo e possono essere utilizBrescia, ha visto il team di produzione zati sia dalla produzione per il proRAI densamente impegnato. gramma italiano RAI, sia dal mezzo

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che si occupa della produzione internazionale. Tutti i segnali delle telecamere sono in rete e registrati interamente e in continua, così chiunque sulla rete può servirsene e utilizzare qualsiasi contributo. Altra novità di quest'anno è che oltre 13 alla produzione del tutto in HD, che avevamo già realizzato anche lo scorso anno, il Giro da questa edizione va anche in onda in HD sul digitale terrestre sul canale 501 e questo sicuramente è un altro passo avanti molto importante e anche la qualità delle immagini offerte in streaming dal sito rai è decisamente superiore. Certo gli


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altri canali RAI mandano in onda. In totale si parla di sedici ore al giorno di impegno che producono circa otto ore di programmazione quotidiana. E, come detto, tutto va poi in onda su ben 173 stati internazionali. Ogni tappa inizia alla mattina presto e dopo la posa del cablaggio strutturale e le dorsali in fibra che arrivano al pullman regia e le telecamere sul percorso. Tutti i segnali viaggiano a stella su un anello in fibra che collega tutte le unità interessate alla produzione, postazioni di commento comprese in prossimità del traguardo. Due Obvan,“Unità Roma 7” da 12 metri e “Unità Milano 2” da 10 metri, gestiscono della RAI hanno in carico tutta spettatori possono seguire il Giro anche dai dispositivi mobili come smartphone e tablet.” La produzione è ormai realizzata su uno standard consolidato che si basa su un anello in fibra ottica che collega tutti i componenti della produzione anche nelle varie tappe dove il compound televisivo di produzione rima14 ne a 7/8 km di distanza dalla zona dell'arrivo. In pratica tutti i collegamenti sono realizzati in fibra.”

la gestione del doppio feed, internazionale e nazionale. Le strutture impiegate sono sempre molte, si parla di due elicotteri in rotta ellittica sopra alla gara che fanno da ponte per le 11 telecamere impiegate a terra e sono dotati di Wescam per le riprese e le 4 moto in movimento al seguito del gruppo di ciclisti, più una moto per altri servizi giornalistici. I cavi in fibra trasportano tutti i segnali utili video, audio, dati, metadati, interfono, etc. Dal sito RAI è possibile confezionare una piccola regia personale in quanto sono presenti in parallelo i vari feed delle telecamere e degli elicotteri, come in passato, ma con una qualità di streaming superiore.

Arri rinnova la serie Alexa

Co-produzione RAI-RCS Come detto, RCS Sport è il detentore dei diritti del Giro d'Italia, ed esiste un agreement con la RAI nei prossimi 4 anni per i diritti di trasmissione; quindi RAI e RCS costruiscono assieme l'evento, RAI lo realizza in HD inqualità di host broadcaster ma poi RCS ne aumenta la visibilità su molti media, coinvolge le strutture sul posto, si prende cura dell'interessamento della realtà locali che a loro volta suggeriscono quali bellezze artistiche e geografiche riprendere in video. Ognuno costruisce “il grande spettacolo del Giro” e lo implementa per le proprie competenze, quindi si tratta di un “cammino di assieme”. L'evoluzione della tecnica tv che accompagna il Giro ha subito passi da gigante, sempre misurati, e coinvolge ogni anno tutto quanto concerne il Giro in onda sui canali RAI Sport 1, RAI Sport 2, la rete dedicata al ciclismo RAI 3 e certo anche i filmati news che

Sono due le principali novità della nuova serie di telecamere Alexa contraddistinta dalle due lettere XT, iniziali di Xtendend Technology: il modulo integrato XR per la registrazione del video in formato non compresso, che prende il posto degli slot per le schede SxS, e la possibilità di montare i filtri ND internamente. Sviluppato in collaborazione con Codex, il modulo XR permette di registrare il video in formato ARRIRAW fino a 120 fps, funzionalità per la quale era prima necessario utilizzare un ingombrante registratore esterno. Per garantire la necessaria velocità di trasferimento dati, che può arrivare a circa 850 MB al secondo nel formato nativo 2,8k a 120

fps, come supporto di registrazione si utilizzano speciali schede di memoria, XR Capture Drive. Inizialmente disponibile con una capacità di 512 GB, ogni XR Capture Drive garantisce un’autonomia di circa 35 minuti a 24 fps in formato 4:3 e 47 minuti in formato 16:9. Per inciso, tutti i modelli della serie XT utilizzano sensori in formato 4:3, adatti quindi all’impiego di ottiche anamorfiche. Gli XR Capture Drive condividono la stessa interfaccia dei Codex Capture Drives e possono quindi essere utilizzati con le docking station standard della Codex. Queste schede di memoria sono utilizzabili anche per la registrazione del video in ProRes o DNxHD in formato 2K o HD,

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T I T O L O formati compressi che possono essere registrati anche su schede SxS Pro con un adattatore opzionale. L’altra novità di rilievo è il Filter Module IFM-1 per il montaggio dei filtri ND internamente, evitando così i riflessi che possono essere causati dai filtri posti davanti all’obiettivo. Disponibili in otto densità da 0.3 a 2.4, i filtri ND hanno un rivestimento antiriflesso multistrato e sono in grado di eliminare l’infrarosso. Tutti i modelli della serie XT dispongono inoltre di un più robusto e funzionale attacco per i viewfinder e sono dotati dell’attacco PL LDS (Lens Data System) per la registrazione dei valori di diaframma, distanza di messa a fuoco e lunghezza focale. Se si esclude quest’ultima caratteristica, tutte le altre novità della serie XT sono disponibili come aggiornamento delle Alexa precedenti, a conferma della filosofia a prova di futuro che è stata alla base del progetto originale.

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Le novità della Movietech Uno slider componibile, un carrello leggero e una testa pan tilt remotata arricchiscono il catalogo dell’azienda tedesca. Lo Scooter Dolly è uno slider

molto versatile: i binari sono disponibili con lunghezze di 90, 160 e 230 cm e possono essere combinati in modo da ottenere la lunghezza desiderata. Il robusto carrello è in grado di supportare praticamente qualsiasi tipo di telecamera e sono disponibili gli appositi accessori per i diversi tipi di teste. Una vasta gamma di accessori ne con-

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Canon presenta due camcorder compatti di fascia professionale

sente l’installazione a pavimento, su treppiedi o supporti di fortuna, come casse o scale. La pressione delle ruote sul binario è regolabile e lo spostamento è molto fluido e, soprattutto, silenzioso. Sempre marchiato Movietech è il nuovo carrello Alpha Dolly capace di 16 supportare pesi fino a 70 kg: la meccanica è derivata da quella utilizzata per i robustissimi carrelli Magnum e a differenza di questi il sedile per l’operatore viene regolato separatamente dall’alzata della telecamera. Infine, la Radio Head della Abc Products - il marchio utilizzato da Movietech per i prodotti destinati al settore video - è una testa pan tilt remotata controllabile via radio, adatta a camcorder e reflex digitali del peso complessivo di circa 4 chilogrammi. Il telecomando permette di regolare la rotazione sull’asse orizzontale e verticale da una distanza anche superiore ai 100 metri ed è possibile memorizzare una serie di posizioni predefinite, richiamabili con la pressione di un pulsante. www.movietech.de

Successori del modello palmare XA10 con il quale condividono il design, i camcorder XA20 e XA25 registrano il video in formato AVCHD e MPEG-4 con un bitrate che può arrivare fino a 35 Mbps. L’ unica differenza fra i due modelli è costituita dall’ uscita HDSDI presente nell’ XA25 che permette di registrare quindi il video anche in formato non compresso a 8 bit, utilizzando un dispositivo esterno. Il sensore è leggermente più grande di quello dell’ XA10 ed ha una maggiore risoluzione, 2,9 Megapixel effettivi, caratteristica che ha permesso di affiancare allo stabilizzatore ottico uno di tipo elettronico capace di compensare anche movimenti involontari attorno all’ asse ottico. L’ obiettivo zoom grandangolare ha un’ escursione di 20x con una focale minima equivalente di 26,8 mm (28,8 mm attivando lo stabilizzatore Dynamic IS) e la variazione di focale può essere controllata con un classico comando a bilanciere oppure con la stessa ghiera normalmente usata per la messa a fuoco. Un comando per lo zoom è presente anche sulla maniglia superiore removibile che incorpora i due connettori XLR per microfoni esterni, con i relativi controlli per il guadag-

no, e una sorgente luminosa a infrarossi. Tra le caratteristiche dei nuovi camcorder c’ è la possibilità di ripresa a infrarossi in bianco e nero o con la classica colorazione verdastra. I due camcorder sono i primi prodotti Canon a utilizzare un display touch screen OLED da 3,5” composto da 1,23 milioni di punti che, unitamente al mirino elettronico inclinabile da 1,56 milioni di punti, assicura un’ operatività ottimale in qualsiasi condizione. Il processore Digic DV IV che equipaggia i due camcorder è in grado di gestire la compressione del video fino alla risoluzione 1080/50p in formato AVCHD e MPEG-4, registrandolo simultaneamente su due differenti schede di memoria. L’ integrazione della connettività Wi-Fi permette la trasmissione wireless del video registrato in formato proxy (MPEG-4 a 3 Mbps) e il controllo del funzionamento del camcorder con un browser web. I due camcorder saranno disponibili da giugno al prezzo suggerito di 2.225 euro per l’ XA20 e 2.784 euro per l’ XA25. www.canon.it

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Kaleido-MX e Modular-X si aggiungono alla già vasta offerta di multiviewer Miranda Da Apantac un controllo remoto per i server EVS XT3 e un multiviewer IP Fino a circa 200 metri è la distanza massima dalla quale è possibile controllare il funzionamento di un server XT3 della EVS con l’ Extender della Apantac. Il dispositivo si collega direttamente alle porte del server e al ricevitore mediante un cavo Ethernet Cat5e/6 che trasporta sia i segnali RS422 utilizzati dai pannelli di controllo LSM, sia quelli necessari per il collegamento di un monitor VGA e di una tastiera. L’ impiego di un patch panel RJ45 permette di inviare i segnali a diverse postazioni, rendendo possibile il controllo da parte di più operatori. L’ altra novità di Apantac è il Tahoma IP, un

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multiviewer che accetta in ingresso segnali ASI, H.264 e MPEG-4 con risoluzione fino a 1080p, gestendone internamente la decodifica. La risoluzione d’ uscita massima è di 2.048 x 1.080 e come altri multiviewer della serie Tahoma anche questo utilizza la tecnologia skin che offre la possibilità di personalizzare la visualizzazione dei segnali aggiungendo elementi grafici. In futuro sono previste versioni ibride che supporteranno anche segnali video in banda base. Apantac in Italia presso VideoSignal srl www.videosignal.it

Progettati per offrire migliori prestazioni con consumi e ingombri ridotti, i nuovi multiviewer offrono una qualità di ridimensionamento senza compromessi e una flessibilità che permette di visualizzare ogni segnale in qualsiasi dimensione e posizione. Inoltre, la stessa sorgente può essere visualizzata su quattro schermi diversi, senza che sia necessario ricorrere a un altro multiviewer. Disponibile in diverse configurazioni, da 8x1 a 48x4, il Kaleido-MX si presta all’ impiego 17 sia sui mezzi mobili, sia negli studi più grandi. In base alla configurazione, lo chassis ha una dimensione da una a tre RU e integra due alimentatori con la possibilità di sostituzione a caldo di quello guasto. La versione modulare impiega un frame da tre RU della serie Densité e offre una vasta scelta di moduli di ingresso e uscita: nella configurazione massima si possono visualizzare 64 sorgenti su quattro schermi diversi. Il Kaleido-Modular-X utilizza la tecnologia proprietaria FlexBridge che permette di installare i moduli di ingresso in prossimità della matrice e quelli di uscita in un frame separato, vicino agli schermi, utilizzando normali cavi coassiali (uno per ogni schermo) e semplificando così il cablaggio.


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NAB Show 2013 tutti pazzi per il 4K 18

Il NAB Show è da sempre il luogo prediletto dalle aziende che operano nel settore del broadcast per presentare i prodotti più innovativi, purtroppo non sempre immediatamente disponibili o praticamente utilizzabili. A che punto siamo Come era già accaduto in occasione del CES, la mostra dedicata alle tecnologie consumer che ha luogo sempre a Las Vegas all’inizio dell’anno, numerosi sono stati gli espositori che hanno incentrato la loro partecipazione alla mostra puntando su prodotti destinati al trattamento del video in formato 4K, denotando un certo scollamento con quelle che sono le reali esigenze dei compratori, molti dei quali ancora alle prese con il passaggio all’HD. Nel mondo del cinema, produrre in 4K è oramai una prassi acquisita: per la registrazione dei filmati c’è solo l’imbarazzo della scelta e, una volta ottenuto il file, la post-produzione non deve essere necessariamente gestita in tempo reale, al contrario di quanto è indispensabile per la televisione, dove oltretutto non tutti i tasselli sono ancora al posto giusto, rendendo piuttosto rischioso avventurarsi oggi nel mondo del 4K.

La raccomandazione per l’Ultra High Definition Television (UHDTV) recentemente approvata dall’International Telecommunication Union con la Rec.2020 prevede due livelli per immagini in formato 3.840 x 2.160 e

7.680 x 4.320 pixel, rispettivamente quattro e sedici volte il numero di pixel dell’HD. Il rapporto d’aspetto è sempre di 16:9 ma la novità è che il frame rate può arrivare fino a 120 fps e soltanto in modalità progressiva. Nel seguito ci occuperemo solamente del formato inferiore identificandolo

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T I T O L O con Ultra HD, nome scelto dai fabbricanti di televisori, ma anche al NAB non sono mancate novità per il formato 8K, come la telecamera compatta presentata da Hitachi che utilizza un cavo in fibra ottica per semplificare il collegamento al CCU. Proprio il collegamento fra le apparecchiature è ancora un problema da risolvere per l’Ultra HD. Per un frame rate di 50/60p che sembra il più adatto per le applicazioni televisive, soprattutto per la ripresa di eventi sportivi, il bitrate necessario per trasportare video in formato 4K è di 12 Gbps, valore che richiede quattro collegamenti 3G-SDI con tutto quel che comporta in termini di complessità dei cablaggi. Per inciso, una situazione simile esiste anche dal lato consumatore: la versione attuale dello standard HDMI, la 1.4a, supporta l’Ultra HD fino a un massimo di 30 fps e solo con la prossima versione, che è ancora in fase di standardizzazione, è previsto il supporto di frame rate superiori. Il limite di 30 fps è comune anche all’interfaccia 6G-SDI, denominazione un po’ impropria poiché questo tipo di collegamento non è ancora stato riconosciuto come standard, pur essendo stato già adottato da alcuni fabbricanti, tra i quali Blackmagic, Evertz, Ross e Utah Scientific. Si tratta sicuramente di un passo avanti, ma per trasportare i 12 Gbps dell’Ultra HD a 50/60p sono comunque necessari due collegamenti 6G-SDI. L’alternativa che comincia a farsi strada anche nel mondo del video è l’impiego di reti Ethernet a larga banda, già utilizzate con successo per alcune applicazioni audio. Il vantaggio consi-

Il flusso produttivo di Blackmagic in 4K

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ste nel fatto che il mercato che ruota intorno a Ethernet è ben più vasto di quello delle produzioni audio e video e quindi il costo delle apparecchiature è concorrenziale rispetto a quello di prodotti specifici per il video. I protocolli standard delle reti Ethernet non sono però adatti ad applicazioni live, in particolare a causa della latenza in trasmissione, tipicamente dell’ordine delle decine di millisecondi, e dall’impossibilità di garantire una banda riservata per gli streaming audio e video. In sostanza, una comune rete Ethernet garantisce il trasporto dei dati senza però poter garantire in alcun modo quando verrà effettuata la consegna. Proprio per l’utilizzo delle reti Ethernet per lo streaming di audio e video è stato creato dall’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineering) il gruppo di lavoro Audio Video Bridging che ha definito un set di

standard per la trasmissione di stream audio e video, sincronizzati tra loro e con bassa latenza. Presso lo stand della Axon al NAB era stata allestita una postazione che dimostrava la fattibilità del trasferimento bidirezionale di due stream 3G/SDI, con una latenza predefinita e costante dell’ordine dei millisecondi, utilizzando cavi e switch 10GbE. Sono già in commercio i primi 19 prodotti Ethernet a 40 e 100 Gigabit potenzialmente capaci di trasportare anche video Ultra HD: la banda garantita per lo streaming è pari al 75% di quella nominale e quindi anche con una rete 40GbE si ha a disposizione una banda di 30 Gbps.

Distribuire l’Ultra HD L’altro elemento da considerare è la trasmissione dell’Ultra HD. Per le prime trasmissioni dimostrative in 4K da satellite è stato utilizzato il codec

L’Audio Video Bridging allostand Axon


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AVC/H.264 che richiede un bitrate di almeno 20 Mbps per poter garantire una qualità ottimale, valore che ne limita praticamente l’impiego alle trasmissioni via satellite. Il candidato ideale per l’Ultra HD è quindi il codec HEVC (High Efficiency Video Coding), ratificato come standard ITU con la sigla H.265 proprio a 20 pochi giorni dalla chiusura del NAB Show. Numerosi sono stati gli espositori che hanno presentato prodotti in grado di gestire il video compresso in HEVC: la maggior parte delle soluzioni si basava su codec software che richiedevano però un hardware piuttosto potente, e quindi costoso, per riuscire a gestire la compressione in tempo reale. Il codec HEVC può essere considerato un’evoluzione dell’AVC, rispetto al quale si differenzia per una gestione più flessibile dei macroblocchi, che possono essere suddivisi in parti di dimensioni variabili, e in una migliore

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previsione del movimento. Tutto ciò comporta però una maggiore complessità rispetto al codec AVC/H.264, valutata in una decina di volte superiore per la codifica e due volte per la decodifica, cosa che permette di utilizzare anche uno smartphone come il nuovo Samsung Galaxy S4 per la visualizzazione del video HEVC (lo standard H.265 può infatti essere utilizzato per immagini da 128 x 96 fino a 8.192 x 4.360 pixel. Per quanto visto al NAB, un bitrate di 10-12 Mbps per l’Ultra HD (più o meno il valore oggi utilizzato per le trasmissioni in HD compresse in AVC/H.264) fornisce già una qualità più che accettabile con la maggior parte del materiale, ma c’era anche chi si spingeva a valori di 4-5 Mbps ottenendo risultati di tutto rispetto. Per inciso, il codec HEVC con un bitrate di 10 Mbps è stato scelto da SES per le sue prime trasmissioni dimostrative da satellite. Unico problema

per la diffusione di trasmissioni compresse in HEVC è che sarà comunque necessario un nuovo decoder per poterle ricevere.

Le possibili applicazioni Per quanto detto finora, il lancio a tempi brevi di trasmissioni in Ultra HD non sembra essere un’ipotesi praticabile, tenendo anche conto del fatto che solo ora cominciano ad essere disponibili televisori di dimensioni accettabili per una normale abitazione capaci di riprodurre immagini in 4K, anche se a prezzi che non si possono certo definire abbordabili (il nuovo 55” della Sony, il cui prezzo è stato annunciato nel corso della conferenza stampa del NAB, è offerto a 5.000 dollari). Ci sono però settori nei quali l’Ultra HD può trovare impiego immediato, vale a dire tutte quelle produzioni per le quali è previsto un riutilizzo futuro,

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Telecamere della For-A al SuperBowl permettono di riprendere il video in 4K fino a 900 fps

dai documentari alla ripresa di eventi di rilevanza storica. Altra possibile applicazione dell’Ultra HD possono essere le riprese di convention o concerti da riproporre in diretta su grande schermo. Se ci si accontenta di tre o quattro telecamere, con i prodotti della Blackmagic è possibile allestire una regia con costi relativamente contenuti. Un’altra interessante applicazione dell’Ultra HD può essere la gestione del replay degli eventi sportivi, come è stato fatto dalla CBS in occasione delle riprese dell’ultimo Super Bowl, la finale del campionato di rugby statunitense. In quel caso sono state utilizzate sei telecamere FT-One della ForA che permettono di riprendere il video in 4K fino a 900 fps, collocate in posizione semi fissa, ma in modo da riprendere le zone più strategiche con un’inquadratura abbastanza larga. Utilizzando il sistema Dreamcatcher della Evertz, dalle riprese in 4K venivano estratte immagini in Full HD e, spostando la regione d’interesse, era possibile seguire gli spostamenti dei gio-

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catori in modo molto più accurato di quanto potesse fare anche un ottimo operatore che, in sport come il rugby o il calcio, si deve sempre confrontare con l’imprevedibilità delle azioni.

Che fine ha fatto il 3D ? Solo un paio d’anni fa, al NAB non si parlava altro che di 3D, fortemente spinto dai produttori di televisori in cerca di nuove motivazioni per convincere i consumatori a sostituire il proprio apparecchio. Nei cinema, il 3D continua ad avere una forte presenza, anche per il fatto che può giustificare un maggior prezzo del biglietto, ma in televisione se ne vede ben poco. L’ultima chance per il 3D viene da Dolby che ha presentato al NAB una nuova tecnologia per schermi auto stereoscopici, visibili quindi senza alcun tipo di occhiali, sviluppata in collaborazione con Philips per la parte hardware e The Foundry per quella software. Il prototipo dello schermo presentato al NAB utilizzava un display con risoluzione 4K rivestito da un filtro lenticolare che produceva una

ventina hot spot. Rispetto agli schermi auto stereoscopici visti finora, il tempo d’adattamento è molto più ridotto, una frazione di secondo, anche se la sensazione di tridimensionalità è inferiore rispetto a quella offerta dall’utilizzo di occhiali attivi o passivi. Una percezione superiore di profondità si ottiene con schermi di dimensioni più ridotte che richiedono un numero inferiore di hot spot, ma che per contro non possono certo garantire un’analoga sensazione di coinvolgimento. Inoltre, la presenza del filtro riduce la risoluzione orizzontale dello schermo a circa un quarto del valore originale nel caso di schermi di grandi dimensioni, e lo rende inutilizzabile per il video in 2D. Per ovviare a questa limitazione, si sta lavorando allo sviluppo di filtri lenticolari attivi, da integrare nel pannello del televisore, che possano essere disattivati quando si visualizzano normali immagini televisive. Il contributo di The Foundry è consistito nello sviluppo di un software per la creazione delle viste, operazione per la quale è necessario utilizzare una cosiddetta mappa di profondità, vale a dire un’immagine monocromatica in 21 cui a diversi livelli di grigio corrispondono diverse distanze dal punto di ripresa, operazione che non può ancora essere fatta in tempo reale. Il nuovo 3DZ Tile Format sviluppato da Sisvel in collaborazione con i russi della Triaxes Vision, già presentato all’ultimo IBC, genera automaticamente la mappa di profondità in un paio di secondi, non proprio in tempo reale, ma ci si potrebbe arrivare. A questo punto, se il 3D in ambito domestico potrà ancora avere un futuro dipende soltanto da come reagiranno i produttori di televisori a queste nuove tecnologie.


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Registrare e rivedere il 4K con AJA

Annunciato lo scorso anno, è ora disponibile il registratore a stato solido AJA Ki Pro Quad per l’acquisizione del 22 video in risoluzione 4K/Quad HD fino a 29,97 fps in formato Apple ProRes o Raw con la Canon C500. Dotato di interfaccia Thunderbolt per il collegamento a un computer, il Ki Pro Quad è anche in grado di ridimensionare il video in formato 2K/HD e renderlo disponibile sulle uscite HD-SDI e HDMI. Il registratore può anche essere utilizzato con telecamere2K/HD e dispone di due slot per unità a stato solido proprietarie da 256 o 512 GB, per le quali è disponibile anche un let-

tore dotato di interfaccia Thunderbolt e USB 3.0. Nuovi prodotti lanciati al NAB sono invece i Mini-Converter Hi5-4K e ROI. Il primo dispone di quattro ingressi 3G-SDI e un’uscita HDMI 1.4, utilizzabile per il collegamento a un monitor 4K dotato di questo tipo di ingresso; l’Hi5-4K può anche essere utilizzato per visualizzare il video in 2K/ HD su monitor dotati di ingresso HDMI. Il ROI (acronimo di Region Of Interest) converte invece un segnale generato dall’uscita DVI-D o HDMI di un computer in un segnale HD/SD-SDI a

banda piena, eventualmente delimitando e scalando una porzione dello schermo, definibile utilizzando il software per ambiente Windows o Mac fornito a corredo. Applicazioni tipiche del ROI sono la messa in onda di contributi prelevati direttamente dalla rete, come i filmati di YouTube o YouReporter. Infine, un importante riconoscimento della qualità dei prodotti AJA è venuta da Quantel che ha scelto di utilizzare il Corvid Ultra per Pablo Rio. Il dispositivo AJA mette a disposizione ingressi e uscite fino al formato 4K a 60 fps e tra le sue funzionalità c’è anche la possibilità di estrarre due aree con risoluzione HD dal video 4K. “Corvid Ultra di AJA offre capacità uniche per il flusso di lavoro in 4K e soddisfa appieno alle esigenze degli utilizzatori di Pablo Rio, garantendo il supporto per qualsiasi formato video, dal 4K con elevati frame rate allo stereo 3D, passando per il 2K. Corvid Ultra offre le caratteristiche d’alto livello e la qualità che i nostri clienti richiedono e il tutto a un prezzo molto interessante”, ha dichiarato Steve Owen, direttore marketing di Quantel. Da parte sua Nick Rashby, presidente di AJA Video Systems, si è dichiarato molto soddisfatto della scelta di Quantel, sottolineando come Pablo Rio rappresenti un’eccellente soluzione basata su un’architettura aperta per il color grading, l’editing e la creazione di effetti.

Nick Rashby, presidente di AJA Video Systems durante la conferenza stampa Quantel, che ha scelto di utilizzare il Corvid Ultra per Pablo Rio

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ata all’ ultimo IBC. Versio permette ora di gestire la messa in onda simultanea in HD e SD di un canale, ma con impostazioni grafiche differenti che meglio si adattano al diverso formato, utilizzando la stessa playlist.

La nuova veste di Harris Broadcast Blackmagic è pronta L’ azienda nata dalla cessione da parte di Harris Corporation della divisione broadcast al fondo d’ investimento Gores Group ha fatto il suo debutto al NAB con un nuovo look. Nonostante l’ incertezza sul futuro dell’ azienda che ha accompagnato le trattative di cessione, lo scorso anno è stato per Harris Broadcast uno dei più attivi in termini di vendite e lancio di nuovi prodotti, stando a quanto dichiarato da Harris Morris, confermato nel ruolo di presidente di Harris Broadcast. Il prodotto più innovativo presentato a Las Vegas è la matrice Platinum IP3 che integra percorsi separati per video, audio e dati nello stesso frame. Platinum IP3 è anche la prima matrice che può essere espansa in configurazione multiframe, semplificando l’ installazione ed eliminando i costi associati all’ impiego di componenti esterni e complessi cablaggi. Ogni singolo frame può gestire fino a 576 ingressi e 1024 uscite ed è possibile ottenere un’ unica matrice da 2.048x2.048 collegando tra loro più frame. La particolare architettura permette di aggiungere nuovi frame senza dover interrompere il funzionamento della matrice esistente. Come le altre matrici della serie Platinum, la IP3 integra multiviewer, frame synchronizer e funzionalità mux/demux per l’ audio. Harris ha poi presentato una nuova versione di Versio, la soluzione channel-in-a-box lanci-

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per il 6G e rilancia sulle telecamere

Numerose le novità presentate al NAB dall’ azienda australiana tra le quali spiccano una serie di prodotti per l’ Ultra HD, la versione televisiva del 4k. Il nuovo tipo di connessione 6G-SDI che utilizza un unico cavo coassiale è supportato da alcuni dei prodotti

do che sono pronti per affrontare produzioni in Ultra HD senza dover acquistare nient’ altro! Con un mixer da produzione che supporta l’ Ultra HD per meno di duemila dollari, pensiamo che anche chi inizia ora nella televisione possa produrre eventi live in Ultra HD e questo è molto entusiasmante!" Per quel che riguarda la ripresa in Ultra HD, occorrerà attendere qualche mese per la Production Camera 4K, la versione a maggior risoluzione della Blackmagic Cinema Camera presentata lo scorso anno, con la quale condivide l’ estetica e l’ impostazione di massima. La nuova telecamera ha un sensore CMOS in formato Super 35 di tipo global shutter e dispone di attacco delle ottiche EF con controllo elettronico del diaframma. Il video Ultra HD può essere registrato sulle solite schede SSD in formato CinemaDNG compresso o Apple ProRes con un frame rate massimo

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Blackmagic già disponibili: il registratore HyperDeck Studio Pro, il dispositivo di input e output UltraStudio 4K con porta Thunderbolt, la scheda di cattura DeckLink 4K Extreme e l’ ATEM Production Studio. "Quando si introducono nuovi formati video, inizialmente non si producono molti contenuti in questo nuovo formato. Tuttavia, i clienti vogliono disporre di hardware a prova di futuro ed è per questo che pensiamo che il nuovo standard 6G-SDI sia la soluzione ideale poiché ogni prodotto basato su questo standard può essere utilizzato con qualsiasi sistema SD o HD-SDI esistente," sostiene Grant Petty, CEO di Blackmagic Design. "Questo significa che i clienti possono acquistare i nostri meravigliosi prodotti Ultra HD e usarli per le produzioni SD o HD sapen-

di 30p (60p in HD). Il prezzo è stato fissato in 3.995 dollari e la disponibilità è prevista per il prossimo luglio, data fissata anche per la commercializzazione della Pocket Cinema Camera, una telecamera HD estremamente compatta, dotata di un sensore in formato Super 16 e attacco delle ottiche MFT; schede di memoria SDXC/SDHC sono usate come supporto per la registrazione del video in formato ProRes o RAW (CinemaDNG) con compressione lossless. Nel secondo caso, il range dinamico dichiarato è di ben 13 stop, di gran lunga superiore a quello tipico delle fotocamere digitali, con le quali condivide non solo l’ estetica, ma anche il prezzo, 995 dollari. www-blackmagicdesign.com


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Qualsiasi rete va bene per Nevion

VideoIPath è la piattaforma proposta da Nevion per il trasporto dei media digitali su qualsiasi tipo di rete terrestre. La piattaforma Nevion include tutto il necessario per il trattamento dei segnali e il controllo delle reti di trasporto di audio e video con qualità da distribuzione o contribuzione, anche senza alcuna compressione. Il codec proprietario Jpeg 2000 a bassa latenza assi24 cura il giusto bilanciamento fra qualità è occupazione di banda mentre le soluzioni basate sul codec H.264 la miglior qualità possibile con collegamenti a banda limitata. Con la versione 3.0 di VideoIPath presentata al NAB, oltre al pieno supporto della serie Video Gateway per il trasporto dei contenuti audio e video su reti IP, è stato aggiunto il supporto per la linea di prodotti per l’ analisi e il monitoring nSure della T-Vips, azienda con la quale Nevion si era fusa lo scorso anno. Inoltre, VideoIPath integra ora le funzionalità per una migliore gestione delle problematiche di sicurezza, permettendo ai fornitori di servizi di controllare l’ accesso degli utenti alle risorse e, al contempo, assicurando la privacy dei contenuti trasportati. “ Dopo oltre 25 anni di attività , Nevion continua ad essere un’ azienda innovatrice nel trasporto e nella distribuzione dei media” , ci ha dichiarato Geir Bryn-Jensen, CEO di Nevion. “ Con la convergenza delle tecnologie broadcast, informatiche e telecomunicazioni, Nevion continua ad aiutare i clienti che vogliono trarre vantaggio da questi cambiamenti epocali. Stiamo condizionando il futuro del trasporto e della distribuzione dei media, favorendo lo sviluppo di modelli di business con soluzioni integrate per la gestione di servizi su reti terrestri IP e ottiche.”

Snell punta su On Demand e 4K

Le dinamiche del mercato richiedono nuove strategie e, complice l’ ubiqua disponibilità di hardware sufficientemente potente, compiti che qualche anno fa richiedevano hardware dedicato ora possono essere portati a termine anche con un normale PC. Partendo da questo presupposto, la società inglese ben nota per i suoi strumenti di trattamento delle immagini, ha lanciato in occasione del NAB il servizio Snell On Demand. "Snell On Demand offre ai produttori di contenuti e ai broadcaster l’ opportunità di fare un grande passo in avanti nell’ innovazione dei servizi e nell’ efficienza dei flussi di lavoro," ha detto Simon Derry, CEO di Snell. "Con Snell On Demand, Snell offre ai clienti la possibilità di stabilire il rapporto costi benefici più conveniente. È molto semplice, i clienti possono scegliere di comprare più o meno risorse necessarie per il propio model-

lo di business, confidando che i prodotti Snell offerti dal servizio Snell On Demand gli daranno la migliore qualità possibile." Il primo prodotto offerto con il servizio Snell On Demand sarà Alchemist OD, il pluripremiato convertitore di standard basato su tecniche di compensazione del movimento. Gli utenti del servizio Snell On Demand potranno utilizzare il software su un singolo server, eventualmente ricorrendo a una o più GPU per velocizzare le operazioni, oppure servirsi di una server farm per l’ elaborazione in parallelo. Proseguendo poi nella politica di salvaguardia degli investimenti dei propri clienti concretizzatasi lo scorso anno con l’ aggiornamento gratuito al formato 1080p per alcuni suoi prodotti, Snell ha annunciato la disponibilità immediata del supporto per il formato 4K per i mixer Kahuna 360, le matrici Sirius 800 e i moduli iQ per fibra, ancora una volta senza alcun costo addizionale. "Con l’ aggiunta delle funzionalità 4K, il Kahuna 360 è il solo mixer video da produzione format-agnostic disponibile sul mercato," ha detto Rowe. "Gli utenti che debbano lavorare in 4K possono cominciare immediatamente, senza alcun costo extra. Gli altri possono stare tranquilli sapendo che installando oggi un Kahuna 360 per lavorare in HD sono coperti per qualsiasi esigenza futura." Il supporto del Kahuna 360 per il 4K è trasparente poichè non richiede alcuna modifica del layout del mixer. Lavorando con ingressi 4K e HD, i broadcaster possono usare il Kahuna 360 per miscelare sorgenti HD e 4K sia come sfondi o chiavi su un banco M/E. La tecnologia MakeM/E permette la condivisione delle risorse tra più M/E e l’ uscita in 4K, HD e simultanea. È così possibile, ad

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T I T O L O esempio, avere in uscita un segnale HD per la messa in onda e un segnale 4K da inviare a un proiettore. Funzionalità come la correzione del colore possono essere applicate a segnali 4K proprio come accade ai segnali HD in ingresso e uscita. Infine, presso il proprio stand Snell ha dimostrato la possibilità di utilizzare collegamenti IP per il trasferimento di contenuti compressi a 200 Mbps con il codec AVC-Intra in tempo reale, più precisamente con una latenza di un frame sia per la codifica che la decodifica. Applicazioni tipiche posoono essere lo scambio di materiale da studio a studio o la trasmisione di video con qualità da contribuzione su reti IP.

Net Insight per il primo miglio Nimbra VA 210 è la soluzione proposta dalla società svedese per la connessione ai 26 centri di produzione video sfruttando normali collegamenti Internet. La trasmissione del video con qualità da contribuzione richiede quasi sempre reti dedicate, solitamente in fibra ottica, in modo da poter garantire la larghezza di banda necessaria: le normali reti basate sul protocollo Internet sono infatti progettate per offrire la miglior velocità possibile nel trasferimento dei dati, ma questo non può garantire una qualità del video sempre accettabile. Soluzioni come la variazione del bitrate in funzione della banda effettivamente disponibile o l’ utilizzo di collegamenti multipli possono risolvere solo in parte il problema. Il Nimbra VA 210 lo affronta in modo diverso, grazie a un raffinato metodo di correzione degli errori, che tiene conto delle caratteristiche dei file video,

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All’EBU (e alla BBC) piacciono i camcorder JVC e alla ritrasmissione selettiva dei pacchetti non recuperabili. “ Fino ad ora, l’ alto costo, la disponibilità fisica e temporale delle reti dedicate ha fatto sì che fosse spesso impraticabile il loro uso per la copertura di eventi che non fossero di rilevanza primaria, come eventi sportivi regionali” , sostiene Per Lindgren CTO di Net Insight. “ Con il lancio del Nimbra VA 210, operatori, fornitori di servizi e broadcaster hanno ora a disposizione un mezzo per affrontare con successo nuovi mercati.” Il Nimbra VA 210 è proposto in due versioni, una da utilizzare sul luogo in cui si svolge l’ evento (field version) e l’ altra (datacenter version) collegato direttamente alla rete dedicata Nimbra di Net Insight. La field version può gestire una banda cumulativa di 100 Mbps per un massimo di quattro segnali MPEG-2 TS compressi in H.264 mentre con la data center si arriva a 32 segnali per un totale di 800 Mbps, valore che permette di gestire contemporaneamente il collegamento a più unità remote. I prodotti Net Insight sono distribuiti in Italia da Video Signal www.videosignal.it

I camcorder GY-HM600 e GY-HM650 della casa giapponese soddisfano gli standard della European Broadcasting Union per la produzione di notiziari e documentari. In base a test condotti sotto la supervisione dell’ EBU, i camcorder JVC della serie HM600 sono risultati idonei per la ripresa di video destinati alla produzione di notiziari grazie alla buona sensibilità (F12 a 2.000 lux) e al basso rumore. Inoltre, i due camcorder si sono dimostrati idonei per le produzioni long-form, tipicamente documentari, se utilizzati con un registratore esterno collegato all’ uscita HDMI o HD-SDI che sia capace di registrare il video con un bitrate di almeno 50 Mbps. Il report completo è presente sul sito dell’ EBU all’ indirizzo http://tech.ebu.ch/camtest/CamTestReports04.

Presentati lo scorso anno, i due camcorder della serie HM600 hanno in comune l’ utilizzo di tre sensori CMOS da 1/3 di pollice con risoluzione Full HD e sono dotati di uno zoom Fujinon 23x con focale minima equivalente a un grandangolo da 29 mm e regolazione manuale di diaframmi, zoom e distanza di messa a fuoco. Il trattamento del segnale è affidato al processore FalconBrid ed è in grado di comprimere il segnale differenti formati, MPEG-2 Long GOP (fino a 35 Mbps, compatibile con XDCam) e AVCHD, ai quali si aggiunge solo per il modello HM650 il formato MPEG-4/AVC H.264 con risoluzioni da MonitoR Magazine 291


T I T O L O proxy a Full HD. Sempre solo con il camcorder HM650 è possibile comprimere il segnale con due codec contemporaneamente, permettendo la registrazione simultanea con due diverse risoluzioni: grazie alla presenza di due slot per schede di memoria SDHC/SDXC è così possibile registrare su

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una di esse il video in Full HD e sull’ altra una versione più compressa pronta per essere distribuita su Internet. Inoltre, il GYHM650 è dotato di una porta USB utilizzabile per il collegamento di adattatori Wi-Fi , Ethernet o 3G per il trasferimento del video registrato anche in modalità wireless. Sono

Cache-A aumenta la capacità delle unità a nastro LTO

A pochi mesi dalla finalizzazione delle specifiche LTO-6, la statunitense Cache-A lancerà al NAB i suoi primi prodotti basati sul nuovo standard e studiati espressamente per il settore dei media. Rispetto ai nastri della precedente generazione LTO-5, la capacità di ogni cartuccia passa da 1,5 a 2,5 TB (senza compressione) e anche il transfer rate migliora, seppur di poco, raggiungendo un valore massimo di 160 MB/s. Le unità LTO-6 sono in grado di leggere cartucce LTO-4 e LTO-5, permettendo così la migrazione di archivi esistenti. Come l’attuale serie di unità a nastro della Cache-A, anche la nuova integra un web server che ne permette il facile accesso da diverse piattaforme e memorizza il catalogo di ogni cartuccia utilizzata in precedenza, facilitando la ricerca del materiale archiviato. La linea di prodotti proposta da Cache-A va dall’unità desktop Prime-Cache6, dotata di un sistema RAID da 4 TB e interfacce USB 3.0/Gigabit Ethernet, fino al Power–Cache6 Archive Server

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con interfaccia 10 Gigabit Ethernet, capace di gestire fino a quattro unità a nastro e dotato di un sistema RAID da 12 TB configurabile ai livelli 0 o 5, al quale possono essere collegate librerie con capacità di 24 o 48 slot. Per altre informazioni: www.cache-a.com

state probabilmente la versatilità d’ uso e la connettività le caratteristiche che hanno determinato la scelta della BBC di acquistare ben 500 GY-HM650, destinandoli soprattutto alla produzione di notiziari.

Broadcast Pix lancia Flint nella nuvola Flint è un sistema di produzione video completo che gestisce direttamente contenuti prelevati dal web e li combina con sorgenti video live. Realizzato intorno a un mixer video tradizionale in alta definizione, il sistema della Broadcast Pix mette a disposizione le funzionalità necessarie per integrare nelle produzioni live i video provenienti da Skype e Twitter o da servizi di archiviazione basati sul cloud, come Dropbox, Google Drive o Microsoft 27 SkyDrive. Tutto il flusso di lavoro della produzione, dall’acquisizione alla distribuzione, è integrato in Flint che, oltre a produrre il video per l’emissione, può registrarlo internamente e distribuirlo in streaming nel formato Flash. Il mixer dispone di sei ingressi per segnali HD/SD-SDI, HDMI o analogici e otto canali per clip e grafica. Tre keyer, ciascuno con funzionalità PIP e DVE configurabile, permettono di realizzare gli effetti base necessari per le


T I T O L O produzioni di notiziari e la titolazione è gestita con Inscriber CG della Harris. Il video server integrato permette di registrare fino a 30 ore di video in diversi formati, inclusi ProRes, H.264, DNxHD e QuickTime. “Broadcast Pix Flint è la soluzione professionale che attendevano i produttori di streaming video”, dice Steve Ellis, CEO di Broadcast Pix. “Flint mette a disposizione un set completo di strumenti di produzione professionali, compresa l’acquisizione dal cloud, offrendo tutto quanto è richiesto per la creazione di video dinamici, sia che si produca per la distribuzione sul web sia per la messa in onda.” Come i più recenti sistemi della Broadcast Pix, anche Flint può essere controllato con uno schermo sensibile al tocco o un tablet come l’iPad, ma sono comunque disponibili diversi pannelli di controllo compresi i pannelli della serie 1000 e 2000 dotati dei pulsanti PixButtons con display integrato per visualizzare anche il nome delle clip. Flint sarà disponibile in aprile a un prezzo di 8.995 dollari.

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cedente versione: i file importati con AMA sono trattati come file nativi e le eventuali conversioni sono gestite in background. Inoltre, è possibile ora esportare il video in tutti i formati supportati dall’architettura AMA. Altra novità è lo strumento FrameFlex che permette di ricavare porzioni di immagini in HD dal girato di telecamere con risoluzione di 2K o superiore, senza che sia necessaria alcuna transcodifica e con la conversione in tempo reale degli spazi colore, grazie al supporto delle LUT. Leggermente più costosa, il 50% in

più, la versione di Media Composer per la piattaforma cloud Interplay Sphere per l’editing collaborativo, accessibile ora anche con un Mac. Il rilascio di Media Composer 7 è previsto per la prossima estate e chi nel frattempo acquista la versione 6.5 ha diritto all’aggiornamento gratuito. Sempre al NAB è stata presenta la versione 11 di ProTools basata su un nuovo audio engine che supporta i processori con architettura a 64 bit, migliorando le prestazioni in modo esponenziale. Tanto per fare un esempio, il mixaggio di un brano musicale della durata di tre minuti non richiede più di qualche secondo. ProTools 11 integra l’Avid Video Engine per la riproduzione delle clip video in diversi formati, compreso il DNxHD, e supporta diversi dispositivi di uscita video, Nitris DX e Mojo DX inclusi. Anche la disponibilità della nuova versione di ProTools è prevista per l’estate e il prezzo è lo stesso della versione precedente, 699 dollari negli USA. Per altre informazioni: www.avid.com

Per altre informazioni: www.broadcastpix.com

Avid taglia il prezzo di Media Composer Con la prossima disponibilità della versione 7, annunciata in occasione del NAB, il prezzo del software di editing video è stato ridotto a soli 829 euro. Tra le novità di Media Composer 7 c’è una gestione semplificata dei file basata sull’architettura AMA (Avid Media Access) introdotta con la pre-

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Adobe porta tutto sulla nuvola Le prossime versioni di tutte le applicazioni Adobe che fanno ora parte della Creative Suite saranno accessibili solo con l’abbonamento a Creative Cloud. Lanciato lo scorso anno in contemporanea con il rilascio della CS6, Creative Cloud permette agli iscritti di accedere alle più recenti versioni di tutte le applicazioni professionali Adobe e a una serie di servizi aggiuntivi, compreso uno spazio di archivia-

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zione di almeno 20 GB utilizzabile per la registrazione dei propri progetti o la condivisione del materiale. L’iniziativa ha avuto un buon successo a livello mondiale tanto che oggi sono oltre mezzo milione gli abbonati. Questa cifra è destinata ad aumentare nei prossimi mesi poiché con il prossimo rilascio delle nuove versioni, che saranno siglate CC, solo con l’iscrizione a Creative Cloud sarà possibile utilizzarle: niente più pacchetti

“fisici” e licenze illimitate nel tempo come è stato fino alla versione corrente. Anche se i prodotti della Creative Suite 6 continueranno ad essere commercializzati e supportati (non è dato sapere per quanto tempo), Adobe non prevede futuri aggiornamenti con nuove funzionalità. In sostanza, nel giro di qualche anno chi vorrà utilizzare le applicazioni Adobe potrà farlo solo sottoscrivendo un abbonamento

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a Creative Cloud, un cambio epocale. Se da una parte questo comporta il poter contare su applicazioni sempre aggiornate, quindi anche più facilmente gestibili da parte dei responsabili informatici, dall’altra il mancato rinnovo dell’abbonamento impedisce sia l’utilizzo delle applicazioni, sia l’accesso al materiale e ai progetti salvati su Creative Cloud. L’abbonamento a Creative Cloud può essere sottoscritto su base mensile o annuale e ha oggi un costo rispettivamente di 92,24 e 61,49 euro al mese (condizioni diverse sono previste per team e sconti del 40% o superiori 30 sono offerti per un periodo limitato di tempo ai possessori di precedenti versioni delle applicazioni Creative Suite, si veda https://creative.adobe.com/plans per maggiori dettagli). Come in precedenza, è prevista la possibilità di sottoscrivere l’abbonamento anche per una sola applicazione, ma solo su base annuale e a un costo poco conveniente, 24,59 euro al mese. Non sono previsti abbonamenti a prodotti multipli, come quelli che facevano parte della suite Production Premium per il video digitale: con l’abbonamento completo si ha accesso anche ad applicazioni come InDesign per l’impaginazione o DreamWeaver per lo sviluppo di siti web, applicazioni di scarso interesse per chi si occupa solamente di video. In ogni caso, l’abbonamento risulta conveniente rispetto all’acquisto poiché il costo corrente della suite Production Premium CS6 equivale a circa 42 canoni mensili, periodo di tempo superiore alla vita utile del software. Passando alle novità delle nuove versioni delle applicazioni per il video e l’audio digitale, in Premiere Pro CC è

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stata migliorata la gestione della timeline, con l’aggiunta di tutta una serie di funzionalità tese a velocizzare l’operatività, come la possibilità di copiare effetti da una clip all’altra o la modifica diretta della durata e posizione delle transizioni. Semplificata anche la riconnessione dei media e aggiunta la possibilità di salvare nel proprio account Creative Cloud le impostazioni preferite, opzione utile soprattutto per i free-lance. L’integrazione del Lumetri Deep Color Engine di SpeedGrade permette poi di utilizzare in Premiere Pro CC i look creati con il software Adobe per la correzione del colore. A proposito di SpeedGrade, con l’aggiunta del supporto per Mercury Transmit è possibile utilizzare monitor di riferimento esterni mentre con la funzione Shot Matcher si può ottenere automaticamente la corrispondenza dei colori fra clip riprese in condizioni di luce differenti. Per quel che riguarda After Effects CC, una delle novità più rilevanti è l’integrazione con il software di modellazione e animazione tridimensionale Cinema 4D della Maxon, incluso in versione Lite: i dati di tracciamento degli elementi ricavati da After Effects sono utilizzati in Cinema 4D per il posizionamento dei modelli e della camera e ogni modifica dei modelli si riflette immediatamente nel software di compositing. Altra novità è l’aggiunta dell’opzione Migliora Bordi (Refine Edge), ereditata da Photoshop, che permette di ottenere eccellenti risultati nell’isolare un soggetto dallo sfondo e non solo nel caso dei chroma-key. Qualche novità anche per Audition CC: con Sound Remover è possibile selezionare un particolare suono ed eliminarlo dall’intera clip mentre con il Preview Editor si possono confrontare facilmente i risultati ottenuti con l’applicazione di effetti diversi. Le nuove versioni dei software Adobe saranno rilasciate a metà giugno: iscrivendosi ora a Creative Cloud sarà possibile scaricare le versioni CS6 e accedere alle nuove applicazioni CC non appena saranno disponibili. Come è prassi di Adobe, diverse applicazioni saranno anche disponibili in versione di prova, pienamente funzionanti per un periodo di 30 giorni.

Spotlight punta sul risparmio energetico

Un fresnel da 600 W si aggiunge alla serie GreenLine di illuminatori a LED dell’ azienda milanese. Come gli altri prodotti della linea FresnelLED, composta da modelli con potenze che vanno da 50 a 250 W, le prestazioni in termini di emissione luminosa sono simili a quelle di apparecchi con lampade a incandescenza di potenza superiore di almeno quattro volte, vale a dire 2,5 kW nel caso del FresnelLED da 600 W. Grazie a un sistema di raffreddamento accuratamente progettato, una combinazione di ventole e heat pipe già collaudata nei modelli di potenza superiore a 200 W, la temperatura di funzionamento dei LED è mantenuta a un livello ben al di sotto di quella massima ammissibile e questo permette a Spotlight di garantire una durata di ben 30.000 ore, stima conservativa se confrontata con i valori dichiarati dagli stessi fabbricanti di LED. La serie GreenLine comprende altre quattro linee di prodotto: Mini, Midi, Beam e Profi. Tutti gli illuminatori sono controllabili in DMX e alcuni di essi sono disponibili in versione con LED a luce bianca con diverse temperature di colore oppure RGB. Queste ultime garantiscono una notevole flessibilità d’ uso: oltre a poter variare la temperatura di colore con continuità da circa 3.000 a 6.000 K e oltre, dosando la luminosità dei LED dei singoli colori primari è possibile ottenere qualsiasi sfumatura di colore, evitando così il ricorso alle classiche gelatine, con tutto quel che ne consegue in termini di praticità d’ uso e semplicità costruttiva. Sempre in tema di LED, Spotlight ha recentemente assunto la distribuzione dei LedWall della LA Technologies disponibili anche in versioni per la realizzazione di schermi curvi o a fissaggio magnetico. In particolare, la serie THOR utilizza moduli da 512 x 512 mm del peso di soli 12,5 kg che non richiedono alcun attrezzo per l’ assemblaggio e si montano in soli 10 secondi. www.spotlight.it

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S E Z I O N E mento di una telecamera remotata che è così in grado di seguire le azioni di gioco senza che sia necessario l’ intervento di un operatore. ChyronHego ha poi lanciato al NAB la nuova piattaforma hardware Mosaic basata su schede grafiche NVIDIA che va a sostituire le precedenti Lex e HyperX. Disponibile in due versioni da 2 e 3 RU, Mosaic integra unità di memoria a stato solido, è in grado di generare animazioni in 2D e 3D e supporta risoluzioni da SD a 1080p. In dimostrazione allo stand anche una versione di Lyric, il software per la generazione di videografica in tempo reale, con supporto per risoluzioni video in ingresso fino a 4K e uscita in HD. www.chyronhego.com

ChyronHego, la nuova azienda videografica. Dal 1969.

Ha debuttato al NAB l’ azienda nata dalla fusione fra la statunitense Chyron e la svedese Hego Group, società entrambe presenti nel settore della videografica da oltre quarant’ anni. Per Michael Wellesley-Wesley, già CEO di Chyron e ora confermato nello stesso ruolo della nuova azienda, la scelta di unire i due marchi vuole mettere l’ accento sul rapporto sostanzialmente paritario riconosciuto a Chyron e Hego che offrono due linee di prodotti complementari per la produzione di grafica televisiva. Da parte sua, Johan Apel, che da presidente e CEO di Hego ha ora assunto la funzione di COO (direttore operativo) di ChyronHego, ha ricordato come la società svedese abbia avuto una rapida crescita negli ultimi anni nel mercato europeo grazie soprattutto a prodotti specificamente studiati per le dirette sportive e come la fusione con Chyron possa garantire a questi una maggiore visibilità in Nord e Sud America. Tra i prodotti sviluppati dalla società svedese, quello che ha destato maggior interesse fra i visitatori dello stand è il sistema Tracab grazie al quale è possibile tracciare in tempo reale il movimento dei giocatori e della palla senza l’ impiego di alcun sensore: i dati così rilevati possono essere utilizzati sia per la generazione di statistiche di gioco, sia per riprodurre le azioni più salienti con modelli tridimensionali. Tra le novità più recenti del sistema Tracab c’ è anche la possibilità di sfruttare i dati per controllare il funzionaMonitoR Magazine 291

Condividere le applicazioni grafiche con NVIDIA Si chiama Grid Visual Computing Appliance (VCA) il server grafico sviluppato da NVIDIA per la condivisione delle applicazioni. Basato sulle più recenti schede grafiche NVIDIA, Grid VCA permette a qualsiasi client Windows, Mac e Linux di utilizzare software grafici anche non disponibili per le rispettive piattaforme e senza alcuna penalizzazione rilevante sulle prestazioni. L’ accesso alle risorse grafiche è possibile da parte di un massimo di 16 utenti contemporanei che possono utilizzare anche dei semplici portatili, ottenendo sempre un ottimo livello di interattività . Tra gli esempi mostrati allo stand del NAB c’ era la possibilità di utilizzare applicazioni come 3D Studio Max con un MacBook Pro e Adobe After Effects su sistemi Linux. Per ogni singolo client, le prestazioni sono simili a quelle ottenibili avendo a disposizione una scheda grafica dedicata ad alte prestazioni. La soluzione proposta da NVIDIA si rivolge soprattutto a strutture di piccole o medie dimensioni: la possibilità di condividere dinamicamente le risorse software garantisce una notevole flessibilità e semplicità di gestione delle postazioni di lavoro. L’ altra novità NVIDIA è la rinnovata linea di schede grafiche Quadro basata sull’ architettura Kepler, comprendente cinque schede per sistemi Linux e Windows e una scheda per Mac, la Quadro K5000. La presenza di NVIDIA al NAB non si limitava però al proprio stand: le schede grafiche delle serie Quadro e Tesla sono praticamente divenute lo standard de-facto per qualsiasi workstation grafica d’ alto livello. Uno dei più importanti riconoscimenti è venuto da Quantel che ha scelto le schede Tesla per i propri sistemi Pablo Rrio in grado di gestire il video in 4K a 60 fps. Oltre che per l’ impiego in sistemi grafici, l’ elevata potenza di calcolo delle schede NVIDIA è poi sfruttata da aziende come Telestream ed Elemental per accelerare la codifica del video, permettendo nel caso della seconda di gestire anche la compressione del video in 4K nel nuovo formato HEVC/H.265.

www.nvidia.com

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