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Rivista mensile specializzata • 2013 • n.292 • ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV.COM • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM
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Produzioni “in movimento” da Actionmovie
La rivoluzione del video digitale
MonitoR Magazine 292
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anno 37° - n.292 - luglio/agosto 2013 ISSN 0394-0896
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4 TUTORIAL: La rivoluzione del video digitale
MediaAge srl tel. (+39) 0243910135 - Fax (+39) 0243999112 E-mail: info@monitor-radiotv.com Siti internet http://www.convergenza.tv (in italiano) http://www.monitorradio.tv (in inglese) La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal 28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del 20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Non è permessa la riproduzione di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Progetto grafico: Ago, Bollate (MI). Stampa: Cooperativa Grafica Bergamasca, Almenno S. Bartolomeo (BG). Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo in abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare con 2 postale intestato a Media Age srl, viale San vaglia Michele del Carso 11 - Milano, oppure inviare un assegno bancario non trasferibile allo stesso indirizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare alla richiesta anche i francobolli. Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00 US$) or equivalent via International Money Order or cheque to Media Age srl, Via Stefano Jacini, 4 - I - 20121 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39) 0243910135 or fax (+39) 0243999112. Cards accepted: VISA - MASTER-CARD - EUROCARD AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applications. Lo staff Direttore responsabile: Enrico Callerio Condirettore tecnico: Mauro Baldacci Direttore editoriale: Enrico Oliva Pubblicità: Giulio Reina
22 La grafica ClassX alle tv de L’Espresso secondo Sky se
26 Le novità di Gefen all’IBC di Amsterdam 17 Incontri ravvicinati con lo sport
27 Rinasce a Bologna l’IBTS Show
Hanno collaborato: Rolando Bertini, Dario Monferini, Alberto Pellizzari, Maria Ronchetti, Mauro Scaioni Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti: le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il mondo (www.webcastitaly.com)
28 CNN tra le nuvole con Adobe 18 Quantel: Pablo Rio tutto nuovo 20 Apple reinventa il MacPro
il ‘Daily MonitoR’ quotidiano in inglese, italiano, spagnolo (www.dailymonitor.net)
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S E Z I O N E a cura di Mauro Scaioni
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L’avvento del video digitale ha realmente rivoluzionato la produzione e la diffusione dei filmati professionali e amatoriali. Ma che differenza ha portato rispetto al video analogico. In questo articolo facciamo il punto della situazione Il video digitale è un modo di trattare le immagini video in un formato digitale e non analogico. Il segnale stesso è quindi rappresentato da sequenze opportunamente formattate di bit e l’elaborazione, la connessione, la ripresa e la riproduzione avvengono secondo standard che nulla hanno a che vedere con il video analogico che lo ha storicamente preceduto. La diffusione del video digitale è ormai quasi totale e il video analogico è quasi scomparso sia in ambito professionale sia in ambito consumer. In ambito professionale, il primo tipo di interfaccia utilizzata, secondo la raccomandazione ITU-R BT.656, è di tipo parallelo. I cavi erano costituiti da 11 doppini, 10 per ciascuno dei bit relativi all’informazione video più uno per il clock a 27 MHz. La raccomandazione prevedeva l'uso di connettori D-Sub a 25 contatti. La lunghezza del cavo era un fattore limitante di questo tipo di connessione, potendo raggiungere solo 50 m
senza equalizzazione e 200 m con appropriata equalizzazione. Un tipo di interfaccia più evoluta, la SDI, specificata dalla stessa ITU-R BT.656 prevede invece l'uso dagli stessi cavi coassiali da 75 ohm utilizzati in ambito analogico. Questo semplifica grandemente l'integrazione tra i due tipi di segnale e riduce di molto i costi di cablaggio, nonché lo spazio e il peso dei cavi stessi. Per distanze lunghe, è anche possibile il trasporto su fibra ottica In campo domestico e amatoriale, le interfacce più comuni per il video digitale sono la FireWire e la più recente HDMI, concepita in particolare per collegare televisori e monitor ad alta definizione.
In ambito consumer Il video digitale è spesso registrato su cassetta e distribuito su dischi ottici, solitamente DVD. Ci sono comunque delle eccezioni, come le videocamere
che registrano direttamente su DVD, videocamere Digital8 che codificano video digitale su cassette analogiche convenzionali, e alcune videocamere che registrano video digitale su hard disk. Il successo del video digitale è basato sulla disponibilità di algoritmi di compressione video che si sono sviluppati velocemente a partire dagli anni '90. Il video digitale è alla base dello sviluppo della televisione ad alta definizione che, sebbene sia nata alla fine degli anni ottanta come analogica, ha potuto diffondersi e divenire economicamente conveniente solo grazie alle tecniche di registrazione e trasmissione digitali. Cenni storici Il video digitale è stato introdotto nel 1983 dal formato D-1 della Sony, che registrava un segnale video component non compresso a definizione standard in forma digitale anziché in forma analogica. A causa del costo molto elevato, il D-1 fu utilizzato prin-
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T I T O L O cipalmente da grandi network televisivi, e solo limitatamente solo per lavorazioni che richiedevano molte generazioni successive di copie. In seguito sarebbe stato sostituito da sistemi più economici che utilizzavano dati compressi, come il famoso Digital Betacam della Sony, tuttora largamente usati come formato di registrazione dai grandi produttori televisivi. Il video digitale di tipo amatoriale è apparso per la prima volta in forma di QuickTime, architettura della Apple Computer per formati di dati timebased e di streaming diffusasi in forma ancora qualitativamente limitata intorno al 1990. Inizialmente gli strumenti amatoriali di creazione dei contenuti erano grezzi e richiedevano la digitalizzazione di una sorgente video analogica in un formato che potesse essere elaborato dai computer. Il video digitale amatoriale migliorò rapidamente la sua bassa qualità iniziale, dapprima con l'introduzione di standard di compressione in registrazione e decompressione in riproduzione come il MPEG-1 e il MPEG-2(quest’ultimo adottato per l'utilizzo in trasmissioni televisive e video su DVD ancora ora utilizzato), e in seguito con l'introduzione del formato di cassette DV. Quest'ultimo permise la registrazione diretta in digitale e semplificò il processo di montaggio, consentendo la diffusione di sistemi completi di nonlinear video editing su computer desktop.
Panoramica tecnica Le videocamere moderne possono lavorare in due differenti modalità di scansione: interlacciata e progressiva. In modalità interlacciata, le videocamere registrano l'immagine alternando insiemi di righe: vengono scansionate prima le righe di numero dispari, poi le righe di numero pari, poi di nuovo quelle di numero dispari, e così via. Un set di righe pari o dispari è chiamato semiquadro o campo e una coppia di due campi consecutivi di parità opposta è chiamata quadro o fotogramma. Una videocamera a scansione progressiva, invece, registra ogni fotogramma singolarmente, mediante due campi identici. Quindi, quando
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I primi connettori per il video digitale erano paralleli a 25 poli, non proprio il massimo della comodità.
entrambi operano allo stesso numero di fotogrammi al secondo, il video interlacciato cattura un numero doppio di campi al secondo rispetto al video progressivo. La pellicola cinematografica standard come la 16 mm e la 35 mm riprende a una cadenza di 24 o 25 fotogrammi al secondo. Per il video ci sono due frequenze standard: 30/1,001 (circa 29,97) fotogrammi al secondo e 25 fotogrammi al secondo, a seconda che lo standard di partenza sia NTSC oppure PAL. Il video digitale può essere copiato senza perdita in qualità. Non importa per quanti passaggi una sorgente digitale venga copiata poiché il video si mantiene sempre identico al filmato digitale originale. L'elaborazione e il montaggio del video digitale avviene tramite postazioni non-linear editing, dispositivi costruiti esclusivamente per montare video e audio. Queste macchine pos-
sono frequentemente importare materiale sia da una sorgente analogica che digitale. Il video digitale può inoltre essere montato su un personal computer dotato del software e dell'hardware appropriato. Nel mercato degli editor non lineari professionali è molto conosciuto il software e l'hardware Avid, oltre a Final Cut Pro della Apple e Adobe Premiere Pro. Le soluzioni più usate in campo professionale usano computer di fascia alta assistito da hardware apposito. 5 I software di montaggio richiedono generalmente ampio spazio su disco. Il video digitale a compressione standard DV/DVCPRO occupa circa 250 megabyte per minuto o 13 gigabyte per ora, ma l'occupazione aumenta man mano che si sale con la qualità (a causa della riduzione del fattore di compressione). In base alle sue caratteristiche però, il video digitale ha un costo significativamente basso,
Le connessioni SDI hanno però in seguito ridotto il collegamento parallelo a un semplice cavo a 75 ohm con connettore BNC.
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I DVD Video sono stati fino ad oggi il supporto di elezione per la memorizzazione di filmati e dati sia in ambito professionale sia consumer.
considerando tutte le lavorazioni in cui può essere coinvolto. Come termine di paragone, si consideri che il costo di riprese cinematografiche in 35 mm si aggira sui 1000€ al minuto, sviluppo e stampa inclusi. Il video digitale è usato largamente al 6 di fuori della cinematografia. La televisione digitale (incluso la HDTV ad alta qualità) ha iniziato a diffondersi in molti paesi sviluppati nei primi anni 2000. Il video digitale è anche utilizzato nei moderni telefoni cellulari, nei sistemi di videoconferenza e nella distribuzione di programmi via Internet, come lo streaming video e la distribuzione peer-to-peer. Esistono molti tipi di compressione video per la diffusione attraverso internet e media come i DVD. Alcuni
dei codec più diffusi sono MPEG2, MPEG-4, Real Video, Windows Media Video e il più recente H.264. Probabilmente i formati più utilizzati per la diffusione di video attraverso internet sono MPEG-4 e WMV, mentre MPEG-2 è usato quasi esclusivamente per i DVD. Nel 2005, la risoluzione più alta realizzata con un video digitale era di 33 megapixel (7680 x 4320) a 60 fotogrammi al secondo (nel formato UHDV), anche se soltanto in test di laboratorio. La velocità più alta è ottenuta da videocamere ad alta velocità in ambito industriale e scientifico, le quali sono capaci di filmare video di risoluzione 1024 x 1024 con un milione di fotogrammi al secondo per brevi periodi di registrazione.
Le telecamere digitali hanno ormai sostituito quelle analogiche in ogni ambito di applicazione.
Per soddisfare i requisiti di trasferimento dei video digitali non compressi (di circa 400 Mbit/s) sono state realizzate interfacce specifiche: - Serial Digital Interface La Serial Digital Interface (comunemente chiamata SDI) è un'interfaccia digitale seriale utilizzata per il trasporto di segnali video in ambito professionale e broadcast. Permette maggior qualità di ripresa perché evita l'intervento dei codec di compressione impiegati nella registrazione su supporti, integrati nelle videocamere (nastro, cassetta, schede di memoria). Essa è standardizzata come ITU-R BT.656 e SMPTE 259M. La larghezza di banda di questo collegamento è di 270 Mbit per secondo. Questa implementazione è studiata per la trasmissione di segnali televisivi PAL e NTSC (quella che oggi chiamiamo definizione standard) per cui si associa spesso la sigla SD (standard definition) alla sigla SDI (SD-SDI). Esiste una versione per trasmettere segnali ad alta definizione, conosciuta come High Definition Serial Digital Interface (HDSDI) contemplata dallo standard SMPTE 292M. La versione HD-SDI ha una capacità di banda di 1.485 Gbit per secondo. Per alcune applicazioni, come nel caso della cinematografia digitale, tale banda può non essere sufficiente. Per tale motivo si utilizza una modalità conosciuta come dual link definita dalle specifiche SMPTE 372M. Tale versione, come dice il nome stesso, prevede l'utilizzo di due connessioni HD-SDI contemporanee. Essa è capace di una larghezza di banda nominale di 3 Gbit per secondo. L'utilizzo della modalità dual link richiede un secondo cavo tra i due apparati e questo, nel caso di installazioni complesse, può creare problemi relativi alla complessità del cablaggio e al costo. Una versione di questa interfaccia, definita 3G-SDI, standardizzata come SMPTE 424M, in cui, su un singolo cavo, è possibile ottenere la larghezza di banda di 3 Gbit per secondo. L'interfaccia SDI è un sistema di trasmissione di segnali digitali non compressi e non criptati ed è di larghissi-
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T I T O L O mo impiego all'interno delle infrastrutture di produzione televisiva. È possibile, come opzione, trasferire anche segnali audio integrati all'interno del flusso video. L'interfaccia è progettata per operazione su distanze brevi, a causa dell'elevato bitrate. Sia la SDI che la HD-SDI sono interfacce disponibili solo su apparecchiature di tipo professionale, a causa di alcuni accordi di licenza che non prevedono l'uso di segnali digitali non criptati su apparecchi di classe domestica, anche se esistono box esterni con ingressi compatibili e schede video idonee, per il collegamento a computer. Al pari alcune modifiche per lettori DVD per implementare un'interfaccia SDI.
- FireWire In informatica ed elettronica FireWire ( nome con il quale è noto lo standard IEEE 1394, conosciuto anche con il nome commerciale i.Link datogli dalla Sony) è un'interfaccia standard
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per un bus seriale di proprietà della Apple Computer. Questa supporta due diverse modalità di trasferimento dati: asincrona e isocrona. La modalità asincrona avviene quando il dato spedito viene ricevuto dall'altra parte del cavo. Nel caso in cui la linea non fosse libera, viene nuovamente inviato. La modalità isocrona prevede un invio di dati attraverso il flusso continuo in tempo reale. In questa modalità si possono acquisire dati dagli apparecchi digitali come fotocamere e videocamere.
- HDMI HDMI è la sigla che identifica la HighDefinition Multimedia interface (in italiano, interfaccia multimediale ad alta definizione), uno standard commerciale completamente digitale per l'interfaccia dei segnali audio e video, creato nel 2002 dai principali produttori di elettronica tra cui Hitachi, Panasonic, Philips, Sony, Thomson, Toshiba e Silicon Image.
Lo standard gode anche dell'appoggio dei principali produttori cinematografici quali Fox, Universal, Warner Bros e Disney e degli operatori televisivi DirecTV ed EchoStar (DISH Network), di CableLabs e Samsung.
- Digital Visual Interface La Digital Visual Interface è un'interfaccia, ovvero un apparato hardware in grado di trasmettere un segnale video. Si trova spesso su computer, televisori e videoproiettori che richiedono video ad alta definizione. Attraverso di essa il segnale video viene inviato al monitor in forma digitale, quindi meno soggetta ai disturbi. La DVI è implementata in tutte le schede video di ultima generazione, e porta a un notevole miglioramento rispetto alle precedenti interfacce analogiche. Le immagini veicolate dalle interfacce DVI sono molto nitide, ad alta risoluzione e predisposte per l'HDTV.
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T I T O L O - DisplayPort DisplayPort è uno standard di interfaccia video digitale promosso dalla Video Electronics Standards Association (VESA). Tale standard definisce una tipologia di connessione audio/video digitale destinata ad essere utilizzata principalmente nella connessione fra computer e monitor, o fra computer e sistemi Home Theater. Lo standard, anche se poco diffuso, che è disponibile gratuitamente, è stato pubblicato per la prima volta nel maggio 2006; la versione 1.1a è stata approvata il 2 aprile 2007, mentre la versione attuale 1.2 è stata approvata il 22 dicembre 2009.
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Come si vede dall’immagine l’Ultra high definition video, sebbene ancora in fase di messa a punto e non ancora commercializzato, è in grado di offrire una risoluzione decisamente superiore a quella a cui ci ha abituato il video ad alta definizione.
Formati di memorizzazione Codifica Tutti i formati correnti elencati di seguito sono basati su PCM. In elettronica e telecomunicazioni la pulse-code modulation (letteralmente "modulazione codificata di impulsi"), 8 in acronimo PCM, è un metodo di rappresentazione digitale di un segnale analogico. Il metodo utilizza un campionamento dell'ascissa del segnale a intervalli regolari; i valori letti vengono poi quantizzati in ordinata e infine digitalizzati (in genere codificati in forma binaria). La PCM è ampiamente utilizzata nei sistemi di telefonia, ma si basano su questo principio anche molti standard video, come l'ITU-R BT.601. Poiché la PCM pura richiede un bitrate molto elevato, gli standard video di consumo come DVD o DVR sono basati su sue varianti che fanno uso di tecniche di compressione. Molto frequentemente, la codifica PCM viene impiegata per facilitare le trasmissioni digitali in forma seriale. CCIR 601 — La raccomandazione ITU-R BT.601, comunemente conosciuta con le abbreviazioni Rec. 601 o BT.601, o anche, molto comunemente, con il suo nome precedente, CCIR 601, è uno standard pubblicato dalla CCIR (Comité consultatif international pour la radio, ora ITU-R) per la codifica di segnali video analogici interlacciati in forma digitale. Lo
Come si vede dall’immagine la connessione DVI può avere differenti configurazioni ed è in grado di lavorare sia in analogico sia in digitale
standard include metodi per la codifica di segnali a 525 linee e 60 Hz e 625 linee e 50 Hz, con 720 campioni per linea di luminanza e 360 di crominanza. Lo schema di codifica dei colori è noto come YUV 4:2:2, che è il rapporto dei campioni Y:Cb:Cr. Per una coppia di pixel, i dati sono immagazzinati nell'ordine Y1:Y2:Cb:Cr, con i campioni di crominanza insieme al primo campione di luminanza.
Il segnale CCIR 601 può essere trattato come un segnale analogico a componenti codificato digitale, e include di conseguenza dati per la sincronizzazione orizzontale e verticale e gli intervalli di ritorno relativi. Indipendentemente dalla cadenza di ripresa, la frequenza di campionamento della luminanza è di 13,5 MHz. La quantizzazione della luminanza è di almeno 8 bit, e almeno 4 bit per cia-
La tabella fornisce una serie di parametri di confronto tra i differenti formati video attualmente in uso.
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S E Z I O N E formati più diffusi per i video perché è quello utilizzato nei DVD video.
L’HD SDI permette una semplice connessione tra apparati video professionali che lavorano in alta definizione.
scun canale di crominanza. La prima versione del CCIR 601 definiva solo un'interfaccia parallela, ma le versioni successive hanno introdotto la famiglia di protocolli seriali nota come SDI oggi di vastissimo impiego. Il protocollo seriale a 8 bit (216 Mbit/s) era un tempo usato nei videoregistratori digitali D1: gli standard moderni usano una tabella di codifica per estendere la quantizzazione a 9 o 10 bit per migliorare le prestazioni su linee di trasmissione lunghe. La versione più comune del protocollo è di gran lunga la SDI a 10 bit (standardizzata in seguito come SMPTE 259M), di impiego pressoché universale in ambito professionale. Questo formato, impiegato in origine nei videoregistratori D5, ha un data rate di 270 Mbit/s. Nelle applicazioni in 16:9 si usa talvolta una variante a 360 Mbit/s. Esiste una versione a 8 bit che trasmette solo i dati del video attivo, con un bitrate ridotto a 165.9 Mbit/s. In ogni campione a 8 bit, il valore 16 è usato per il nero e il 235 per il bianco, permettendo così una certa tolleranza alla sovra e sottoesposizione. I valori 0 e 255 sono utilizzati per la codifica dei sincronismi. I valori Cb e Cr usano il valore 128 per codificare un valore 0, come un'area bianca, grigia o nera. Il formato video CCIR 601 è stato riutilizzato in numerosi standard, come l'MPEG. MPEG-4 - In elettronica e telecomunicazioni MPEG-4, nato nel 1996 e finalizzato nel 1998 (fu presentato pubblicamente ad ottobre di quell'anno), è il
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nome dato a un insieme di standard per la codifica dell'audio e del video digitale sviluppati dall'ISO/IEC Moving Picture Experts Group (MPEG). L'MPEG-4 è uno standard utilizzato principalmente per applicazioni come la videotelefonia e la televisione digitale, per la trasmissione di filmati via Web, nella distribuzione online e nella registrazione di video su memoria flash. MPEG-2 - In telecomunicazioni MPEG-2 è uno standard introdotto nel 1994 da MPEG (Moving Pictures Experts Group). MPEG-2 è un sistema di codifica digitale che definisce la codifica di sorgente ovvero la compressione audio, video, e il formato di multiplazione e trasporto per servizi multimediali diffusivi a qualità televisiva o superiore. MPEG-2 è uno dei
MPEG-1 è uno standard introdotto nel 1991 da MPEG (Moving Pictures Experts Group). Originariamente è stato ottimizzato per le applicazioni video a basso bitrate con una risoluzione video di 352x240 pixel con 30 fotogrammi al secondo per lo standard tv NTSC oppure di 352x288 pixel con 25 fotogrammi al secondo per lo standard tv PAL. Questi formati sono comunemente definiti come SIF (Source Input Format). MPEG-1 non è strutturalmente limitato a questi formati in quanto può raggiungere ad esempio i 4095x4095 pixel con 60 fotogrammi al secondo, ma nelle applicazioni ha condotto il gioco la velocità di trasmissione e quindi il sistema è stato ottimizzato per un bit rate di 1,5 Mbit/s. Il limite più importante del sistema MPEG-1 è dovuto all'impossibilità di trattare immagini interlacciate come quelle impiegate nel broadcast TV Europeo che richiedono un doppio processo di codifica. 9 I Video CD utilizzano il formato MPEG-1. La qualità dell'output ai bitrate tipici di un Video CD è quella di un videoregistratore VHS. MPEG-1 layer 3 è il nome completo del famoso formato audio MP3. H.261 - L'H.261 è uno standard di codifica video dell'ITU-T, ratificato nel novembre 1988. Progettato original-
La foto riprende un classico cavo di connessione in formato FireWire.
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L’HDMI è divenuto uno standard di fatto nella connessione di apparecchiature consumer che lavorano con il video digitale anche ad alta risoluzione.
mente per la trasmissione lungo le linee ISDN sulle quali le velocità dei dati sono multiple di 64 kbit/s, è membro della famiglia H.26x degli standard di codifica video elaborati dal Video Coding Expert Group (VCEG) dell'ITU-T. L'algoritmo di codifica fu progettato per poter funzionare a velocità di trasmissione video comprese tra 40 kbit/s e 2 Mbit/s. Lo standard supporta due formati immagine: CIF (luminanza 352x288 con crominanza 10 176x144) e QCIF (luminanza 176x144 con crominanza 88x72) che usano uno schema di campionamento di 4:2:0. Ha anche un accorgimento retrocom-
Ecco come si presenta la struttura interna di un segnale video digitale CCIR 601.
patibile per trasmettere grafiche di immagini fisse con una risoluzione di luminanza 704x576 e una risoluzione di crominanza 352x288 (aggiunta in una successiva revisione del 1993). H.263 - Il codec video H.263 fu originariamente creato dall'ITU-T nel 1995/1996 come codec compresso con un basso bitrate per applicazioni di videoconferenza. Esso fa parte della famiglia H.26x ed è stato progettato per essere l'utilizzo nei sistemi basati su H.324 (PSTN e altre reti com-
La tabella lega la risoluzione alle possibile frequenze di refresh dei segnali video digitali.
mutate di videoconferenza e telefonate), ma ha anche trovato uso nel protocollo H.323 (video-conferenze basate su RTP/IP), H.320 (video-conferenze basate su ISDN), RTSP (Streaming) e SIP (conferenze via Internet). Molti dei contenuti FLV (video flash usati su siti come YouTube, Google Video,MySpace ecc.) sono compressi con questo codec, anche se alcuni siti usano adesso la compressione VP6, supportata da Flash a partire dalla versione 8. I video H.263 possono essere decodificati con la libreria libavcodec (con licenza LGPL e parte del progetto FFmpeg) che è usata da programmi come ffdshow, VLC media player e MPlayer. L'H.263 è stato sviluppato come un miglioramento del codec H.261, il precedente standard ITU-T per la compressione video, e gli standard MPEG1 e MPEG-2. La prima versione fu completata nel 1995 ed era un sostituto adeguato al codec H.261 a tutti i bitrate. Fu ulteriormente migliorato nei progetti conosciuti come H.263v2 (conosciuto anche come H.263+ o H.263 1998) e H.263v3(conosciuto anche come H.263++ o H.263 2000). H.264 - Il codec successivo sviluppato dall' ITU-T VCEG (in collaborazione con MPEG) dopo l'H.263 è lo standard H.264, conosciuto anche come AVC e MPEG-4 part 10. Poiché l' H.264 fornisce un miglioramento significativo rispetto all'H.263, lo sviluppo di quest'ultimo è considerato ormai solo
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Cassette e dischi Qui di seguito riportiamo una breve descrizione delle cassette e dei supporti ottici utilizzati nel video digitale, con una particolare attenzione ai DVD video e ai Blu-ray che sono il supporto di elezione per il video digitale nel settore consumer e professionale.
Struttura circuitale di un codificatore MPEG4.
per questioni di retro compatibilità. La maggior parte dei prodotti per le video-conferenze includono ora sia l' H.264, sia l'H.263, sia l'H.261. MPEG-4 Part 10 - L'MPEG-4 Part 10, denominato MPEG-4 Advanced Video Coding, comunemente abbreviato in MPEG-4 AVC o semplicemente in AVC, designazione formale ISO/IEC 14496-10 o ITUTH.264, è un formato standard di compressione video digitale con perdita creato dal Moving Picture Experts Group. È in altri termini un codec video. L'MPEG-4 Part 10 è una parte dello
standard MPEG-4. Theora — Theora è un codec video sviluppato dalla Xiph.Org Foundation come parte del progetto Ogg. È basato sul codec VP3 della On2 Technologies, ed è progettato per competere con il video MPEG4 (come XviD e DivX), RealVideo, Win dows Media Video, e simili schemi di compressione video a basso bit rate. Il nome Theora deriva da quello di Theora Jones, una dei protagonisti del telefilm fantascientifico Max Headroom, interpretato da Amanda Pays.
Betacam SX, Betacam IMX, Digital Betacam — sistemi video commerciali di Sony, orientati al mercato professionale e broadcast. Il tipo di videocassetta deriva dal formato domestico Betamax D1, D2, D3, D5, D9 o Digital-S — vari standard per video digitali commerciali definiti dalla SMPTE DV, MiniDV — diffusi nella maggior parte delle videocamere a cassette di larga distribuzione; progettato per 11 video ad alta qualità facile da montare; possono anche registrare dati in alta-definizione (HDV) in formato MPEG-2 DVCAM, DVCPRO — diffusi nelle operazioni di trasmissione professionali; simili al DV e compatibili con esso, offrono miglior trattamento dell'audio Digital8 — dati in formato DV registrati su cassette compatibili Hi8; formato un tempo molto diffuso nell'uso amatoriale MicroMV — dati in formato MPEG-2 registrati su cassette di dimensioni molto ridotte; in disuso D-VHS — dati in formato MPEG-2 registrati su cassette simili alla S-VHS
Dischi ottici Struttura funzionale di un codificatore MPEG2.
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Video CD (VCD) Il Digital Video Compact Disc, comunemente abbreviato in Video CD, in sigla VCD, è uno standard di videore-
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S E Z I O N E è stato suddiviso in aree dalle major cinematografiche). I codici regionali dei DVD-Video sono i seguenti: Le zone del DVD 0 - Tutto il mondo (nessuna restrizione) 1 - Canada, USA e suoi territori 2 - Europa, Giappone, Hong Kong, Macao, Sudafrica, Medio Oriente, Egitto e dipendenze danesi, francesi, olandesi e britanniche 3 - Sudest asiatico 4 - Australia, Nuova Zelanda, America centrale e meridionale 5 - Russia, India, Asia nordovest e Africa del Nord 6 - Repubblica Popolare Cinese (tranne Hong Kong e Macao) 7 - Riservato 8 - Speciali sedi di riunioni (aeroplani, navi, hotel, etc.)
Possibili formati e durate delle cassette Betacam SX.
12 Un camcorder professionale Digital-S della JVC.
gistrazione su compact disc. In ambito commerciale, come formato per la vendita di film o altro tipo di materiale filmato, ha avuto in passato solo una timida diffusione, non arrivando mai a rappresentare un vero e proprio concorrente per lo standard VHS. Agli inizi del primo decennio del XXI secolo è stato soppiantato completamente dal DVD-Video, sopravvivendo in ambito amatoriale come formato di memorizzazione in bassa qualità. In passato erano in vendita lettori appositamente dedicati alla riproduzione di Video CD. Oggi sono stati sostituiti completamente dai lettori di DVD-Video i quali sono normalmente anche compatibili con il Video CD. Oltre che su lettori appositamente dedicati, è possibile leggere i Video CD anche su computer dotati di lettore di CD o DVD e dotati di apposito software. Lo standard Video CD è nato dall'attività del VCD Consortium, un consor-
zio composto da Sony, Philips, Matsushita (Panasoni c) e JVC. Il logo è rilasciato su licenza della Philips a coloro che producono lettori e supporti ottici che rispettano gli standard descritti dal mansionario denominato White Book.
DVD Il DVD-Video I DVD-Video sono supporti digitali in grado di contenere fino a 240 minuti di materiale video in formato MPEG2. L'audio può essere in formato non compresso PCM (da 1 a 8 canali), in formato Dolby Digital AC3 (che prevede da 1 a 6 canali), in formato DTS (fino a 8 canali) o in formato MPEG. I DVD-Video in commercio possiedono un codice detto codice regionale per poter essere riprodotto, usando un lettore DVD da tavolo, solo in una determinata zona del mondo (il globo
DVD-Audio Il formato DVD-Audio ha subito numerosi slittamenti per problemi tecnici. Questo formato (DVDA) è stato progettato per fornire una qualità sonora notevolmente migliore di quella del CD Audio (CDDA). Malauguratamente, i sistemi di protezione dalla copia illegale implementati nel DVDA si sono rivelati molto efficaci dal punto di vista della sicurezza, ma terribilmente invasivi dal punto di vista della qualità complessiva del suono. In pratica il risultato sonoro era addirittura inferiore a quello dei normali CDDA, tanto che si è dovuto cercare altri sistemi di protezione che avessero un effetto meno marcato sulla qualità del suono. Nel frattempo il consorzio SonyPhilips ha introdotto, ritagliandosi una piccola fetta nel mercato audiofilo, il formato concorrente Super Audio CD SACD. Altro elemento che ha concorso al fallimento del formato DVD-Audio è la sua totale incompatibilità con gli attuali lettori DVD-Video. HD DVD HD DVD (acronimo di High Definition Digital Versatile Disc) era un formato ottico digitale sviluppato al fine di diventare uno standard per i DVD di nuova generazione adatti ai contenuti ad alta definizione, promosso da Toshiba, NEC, Sanyo, Microsoft e
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Il Digital 8, standard ormai in disuso, utilizzava cassette del tutto simili a quelle del formato analogico Hi8.
inizialmente supportato da Paramount Pictures, Dreamworks e da Universal Studios. Ormai lo standard è completamente in disuso.
Blu-ray Disc Il Blu-ray Disc (acronimo ufficiale BD) è il supporto ottico proposto dalla Sony agli inizi del 2002 come evoluzione del DVD per la televisione ad alta definizione. Caratteristiche Grazie all'utilizzo di un laser a luce blu (405 nm), di lunghezza d'onda più corta rispetto al CD (720 nm) ed al DVD (650 nm), il Blu-ray riesce a contenere fino a 200 GB di dati, ovvero quasi 40 volte di più rispetto a un DVD Single Layer-Single Side (4,7 GB). Tuttavia un disco da 25 GB risulta sufficiente per contenere circa 2 ore di filmato ad alta definizione utilizzando il tradizionale codec MPEG-2, per tale motivo, oltre all'utilizzo dei dischi a doppio strato (oltre 50 GB), è stato previsto l'impiego di codec più sofisticati come l'MPEG-4 AVC o il Windows Media Video 9 (standardizzato come VC-1) che permettono in teoria di raddoppiare il fattore di compressione rispetto all'MPEG-2 (dimezzando in conseguenza la richiesta di spazio) senza incidere significativamente sulla qualità video. È stato utilizzato il termine Blu al posto della forma inglese corretta Blue poiché quest'ultima, essendo di uso comune nella lingua inglese, non è registrabile come marchio. Il primo apparecchio ad aver utilizzato com-
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mercialmente questa tecnologia è stata la PlayStation 3, dopo che il 12 agosto 2004 i produttori impegnati nel progetto Blu-ray dichiararono di aver approvato la versione 1.0 delle specifiche per i dischi BD-ROM. La presentazione ufficiale del nuovo supporto disponibile per il cinema ad alta definizione è avvenuta il 23 maggio 2006 negli Stati Uniti. Il primo apparecchio "consumer" ad arrivare nei negozi giapponesi è stato il Sony BDZ-S77, un lettore e registratore da $3,800(US), il 10 aprile 2003. Ma non vi erano ancora lo standard per i video commerciali e nessun film era disponibile, solo materiale promozionale Sony. Il primo lettore Blu-ray da tavolo realmente consumer secondo lo standard è stato il BD-P1000, commercializzato dalla Samsung nel luglio 2006.
Il formato MicroMV, ormai non più utilizzato, permetteva la registrazione di video digitale su cassette delle dimensioni di quelle utilizzate nei microregistratori audio.
La battaglia con il concorrente HD DVD Il 19 febbraio 2008 Blu-ray ha definitivamente vinto la sua competizione con l'HD DVD, visto che Toshiba, titolare dei diritti sullo standard concorrente, ha dichiarato la chiusura del progetto e la dismissione delle attività collegate. Il Blu-ray offre tre differenti capacità di archiviazione (23,3, 25 e 27 GB), sono leggermente differenti in quanto utilizzano i medesimi supporti ma variano la quantità di dati immagazzinati grazie all'utilizzo di tre differenti lunghezze dei pit. È anche possibile diminuire ancora di più la lunghezza dei pit e incrementare la capacità di archiviazione per strato, in inglese chiamato layer. Con i dischi Blu-ray da 25 GB già sul mercato e con quelli da 50 GB sulla linea di partenza, Sony era già al lavoro sui supporti da 200 GB: una capacità che sarebbe stata raggiunta con l'adozione di otto strati. Tale capacità è stata poi raggiunta e presentata il 26 maggio 2005 da parte della Blu-ray Disc Association che ha dichiarato, inoltre, che ormai i costi di produzione dei dischi BD-ROM con capacità da 25 e 50 GByte sono molto simili a quelli degli odierni DVD Dual Layer.
Protezione dei dati Sul fronte della sicurezza dei dati contro la contraffazione, Blu-ray utilizza
l'Advanced Encryption Standard(AES) con chiavi a 128 bit che cambiano ogni 6 Kb di dati. In una conferenza del 2004, Sony ha mostrato come una singola chiave veniva utilizzata per 13 decriptare un DVD, mentre la chiave del Blu-ray Disc cambiava centinaia di volte durante la riproduzione. Il protocollo di gestione dei contenuti digitali funziona in cooperazione con il protocollo HDCP per impedire la riproduzione a dispositivi non abilitati. Il Blu-ray utilizza tre meccanismi di protezione dei dati. Il primo è l'AACS, evoluzione del Content Scrambling System (CSS) utilizzato per i DVD. L'AACS cripta i dati e può essere decodificato solamente conoscendo le apposite chiavi rilasciate ai produttori di player. L'AACS, quindi, di fatto serve a impedire la riproduzione di dischi da parte di dispositivi non autorizzati o contraffatti (e che quindi potrebbero illegalmente trasferire il contenuto del supporto verso altri sistemi). Un secondo meccanismo di protezione è quello del Digital Watermarking. Significa che nel disco vengono inserite delle "impronte" realizzate mediante opportune modifiche della forma dei bit, invisibili all'occhio umano, ma il cui schema può essere intercettato e ricostruito dal player durante la riproduzione. Se il player
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Foto di un DVD player della Toshiba.
non individua lo schema, il disco viene identificato come contraffatto e non riprodotto. Il Digital Watermarking, quindi, serve a impedire la riproduzione di dischi prodotti illegalmente. Il terzo sistema è chiamato BD+ e si basa su una macchina virtuale che può essere eseguita nel riproduttore di Blu-ray Disc utilizzando un codice sorgente registrato direttamente nei supporti pre-registrati. Al momento del caricamento del disco, il codice viene estratto e portato nella memoria del player, dove viene eseguito. Il codice permette di decodificare il materiale registrato sul disco che è 14 stato modificato applicando un secondo livello di protezione, aggiuntivo rispetto all'AACS, e che prevede la sostituzione di porzioni di dati utili con porzioni di dati non significative.
Se tali porzioni non vengono ripristinate, il materiale risulta corrotto e quindi non leggibile. Il programma eseguito dalla macchina virtuale del BD player si occupa appunto di ricostruire il flusso corretto di bit, permettendo la lettura del disco. Il BD+ offre due meccanismi molto potenti di protezione: innanzitutto il codice non risiede mai permanentemente nel player, in quanto non appena viene estratto il disco la memoria della Virtual Machine viene azzerata. Questo significa che il codice non è direttamente accessibile dal player e che questo non può essere "violato". In secondo luogo, poiché il codice risiede solo nel supporto, è possibile modificarlo ogni qualvolta il codice in uso risulti violato, rendendo così il sistema aggiornabile.
Storia del Blu-ray La Playstation 3 della Sony è stato il primo apparecchio consumer ad accettare la riproduzione dei dischi Blu-ray. Il 19 aprile 2004 Sony ha presentato il prototipo di supporto Blu-ray fatto di "carta" per mitigare l'impatto ambientale derivante dallo smaltimento dei supporti ottici e migliorare la sicurezza per il loro utilizzo. Il lavoro su questo nuovo tipo di supporto era iniziato l'anno precedente. Il disco, grazie alla carta che ne costituisce la componente principale (il 51%), è biodegradabile e può essere facilmente distrutto usando un semplice paio di forbici. I costi di produzione dovrebbero essere anche più bassi di quelli dei normali dischi, rendendo il nuovo supporto il prodotto perfetto per la
prossima generazione di supporti ottici, anche se la particolarità di questo materiale, seppure si basi sullo standard Blu-ray ne impedisce l'uso sui (pochi) lettori e masterizzatori già in commercio, richiede un hardware aggiornato per il suo utilizzo. A fine 2004 JVC invece ha annunciato la realizzazione del primo Blu-ray/DVD combo ROM disc, ovvero un disco capace di immagazzinare fino a 33,5 GB di dati in maniera molto originale: riprendendo l'idea dei DVD a singolo strato (layer) ma doppia faccia ha realizzato un supporto formato da un lato da un layer del Blu-ray disc mentre dall'altro un DVD dual layer. In questo modo si potrebbero realizzare film in 2 formati diversi a diverse risoluzioni e un utente potrebbe cominciare a
vedere il film in formato DVD e poi al momento dell'acquisto di un nuovo lettore compatibile Blu-ray poter usufruire subito delle potenzialità del nuovo formato con una videoteca già fornita. Teoricamente questo costituirebbe un ottimo supporto di transizione, ma nella pratica sono emersi vari dubbi sulla possibilità che questo possa mai diventare un prodotto commerciale, visti i risultati (scarsi) di tentativi analoghi già sperimentati in passato unendo i DVD e i CD per ottenere un formato unico. Il 20 maggio 2005 la TDK ha realizzato un prototipo di disco Blu-ray a doppio strato e doppia faccia in grado non solo di raccogliere il doppio dei dati (cioè 100 GB) ma anche di poter essere letto/scritto a velocità maggiore rispetto ai dischi standard realizzati finora. Il disco può registrare a 72 Mbps, il doppio rispetto ai 36 Mbps dei correnti Blu-ray Disc originali. TDK ha migliorato la velocità di scrittura usando un laser molto più potente e approntando alcuni cambiamenti al materiale del disco stesso. All'inizio, lo standard proposto si basava sulla velocità di 2x e questo ha costretto TDK a proporre il nuovo standard alla Blu-ray Disc Association, ma a fine giugno l'azienda è riuscita a raggiungere in laboratorio l'incredibile velocità di 6x ovvero 216 Mbps stabili in scrittura. È stata presentata inoltre l'evoluzione della tecnologia proprietaria Armor Plated, chiamata commercialmente con il nome di Durabis, cioè uno stato protettivo antigraffio già applicato da TDK su alcuni DVD nel 2004 e ora applicato anche ai supporti Blu-ray. A detta del produttore, i dischi trattati con questa resina speciale possono resistere all'"attacco" di una spugna in lana di acciaio e respingere ogni tipo d'inchiostro, anche indelebile. Questo strato protettivo permette la commercializzazione di dischi Blu-ray "nudi" ovvero privi della cartuccia protettiva che era stata pensata inizialmente, risultando quindi in tutto simili agli attuali CD e DVD. Intanto la Philips si è concentrata maggiormente sull'hardware, e ha in programma di immettere sul mercato nella seconda metà del 2005 il primo drive ottico al mondo capace di leggere e scrivere Compact Disc (CD),
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Confronto tra i sistemi laser di lettura di CD, DVD e Blu-ray.
Digital Versatile Disc (DVD) e Blu-ray Disc (BD). Sempre Philips a metà luglio 2005 ha effettuato i primi test di registrazione su supporti prodotti con rame e silicio a velocità da 1x a 7x (quest'ultima equivalente alla velocità 10x per i DVD e 30x per i CD). I risultati hanno indicato che il minor tempo di registrazione è tangibilmente praticabile a una velocità di rotazione di ben 10800 giri al minuto. All'atto pratico, 25 GB di dati possono essere, a velocità 7x, registrati in appena 14 minuti. Il 31 luglio 2005 la Twentieth Century Fox ha annunciato la prossima commercializzazione di alcuni titoli nel nuovo formato Blu-ray ad alta definizione sui mercati asiatico, americano ed europeo. Tra questi si possono citare: le serie dei Simpsons, X-Files, le saghe di X-Men e di Alien, oltre a molti altri titoli fra cui film di successo come Tutti pazzi per Mary e Io, Robot. Il 22 ottobre 2005 La Warner Bros. ha annunciato l'intenzione di voler produrre contenuti anche su supporti Bluray. La notizia risultava di particolare interesse, dal momento che Warner era comunque affiliata al gruppo a favore del formato HD DVD. La scelta
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di Warner segue quella di Paramount Home Entertainment. È a questo punto sembrava molto probabile che, a breve, anche Universal Studios, sarebbe stata dalla parte di HD DVD, seguendo le orme delle due major appena citate. Marsha King, executive vice president per lo sviluppo business di Warner Home Video, aveva dichiarato di voler rendere disponibili le proprie produzioni per il maggior numero di consumatori possibili. Warner affermava cioè che i sistemi anticopia previsti dallo standard Blu-ray soddisfano quelle che sono le esigenze della compagnia stessa. Il 31 ottobre 2005 HP, in accordo con le polemiche sollevate da Microsoft e Intel, a proposito dell'adozione di due requisiti, ritenuti fondamentali, come il "mandatory managed copy" e l'"iHD interactive layer" che se non verranno adottati porteranno la casa statunitense ad appoggiare il concorrente. Sembra che, dopo uno scambio di pareri con Microsoft, HP abbia rivalutato la propria posizione dichiarando "La Blu-ray Disc Association" deve adottare il mandatory managed copy e l'iHD, due elementi che potrebbero
aumentare le possibilità di unificazione dei formati. Ovviamente, se questa deciderà di non cambiare da BD-J a iHD per le applicazioni interattive, HP avrebbe comunque supportato la tecnologia più conveniente, l'HD DVD". HP non uscirà comunque dal consorzio Blu-ray, supporterà entrambi i formati, ma con queste premesse, per il Blu-ray, la situazione non è certo delle migliori. Il 30 dicembre 2005 sono state confermate le voci secondo le quali i dischi Blu-ray sono dotati di Region code come gli attuali DVD. Le regioni saranno però soltanto tre: - Regione A: Americhe e Sud Est asiatico (India, Giappone, Corea, Thailand ia, Malesia, ecc.), Cina esclusa - Regione B: Europa e Africa - Regione C: Cina, Russia e altri La novità risiede nella condivisione di codifica per Nord-America e Giappone, rendendo così possibile lo scambio di materiale fra queste due zone di importanza cruciale per il mercato. Tale scelta infatti permette ad esempio di utilizzare giochi per la PlayStation3 non solo in Giappone ma 15 anche negli Stati Uniti. Ignorati dunque i pareri di molti analisti del settore che indicavano nelle limitazioni a zone più un problema per chi fruisce legalmente dei contenuti che per la pirateria. Il 10 gennaio 2006 al CES di Las Vegas TDK ha mostrato alcuni supporti da 100 GB grazie all'adozione di 4 strati. Secondo il produttore possono essere scritti a una velocità di 6x, quindi quasi 27 MB al secondo, vale a dire circa un'ora per la masterizzazione completa. È stato inoltre migliorato il supporto di protezione, ora denominato DuraBis 2, in grado di proteggere maggiormente il supporto dai graffi. Indiscrezioni assolutamente non confermate indicano in circa 50-70 euro il prezzo del supporto da 100 GB, mentre per le versioni da 50 GB BD-E e BD-RE (riscrivibile) i prezzi sarebbero rispettivamente di 40 e 55 euro circa, ovviamente destinati a scendere drasticamente (come in effetti è successo) col tempo. Il 9 febbraio 2006 Sony ha comunicato i prezzi dei futuri film su supporto Bluray. Tali prezzi oscilleranno tra i 29 dollari e i 34 dollari, a seconda della
T I T O L O popolarità dei film. In sostanza dovrebbero essere prezzi simili a quanto era avvenuto nel 1997 con il passaggio da VHS a DVD. Nel dicembre 2006, il prezzo ai consumatori dei primi masterizzatori Blu-ray dedicati si aggira intorno tra 800 e 900 euro. Oggi siamo attorno ai 90 Euro. Il 29 maggio 2007 l'azienda indiana Moser Baer, unica società non giapponese che produce dischi Bluray e secondo produttore mondiale di dischi ottici, dichiara di aver prodotto i primi dischi Blu-ray a 8x, 36MB/s compatibili con la specifica Blu-ray 1.2. Il 19 febbraio 2008 la Toshiba ha annunciato l'abbandono del progetto HD DVD. Il 7 luglio 2008 Pioneer annuncia un disco Blu-ray da 400GB con 16 strati. Non si sa ancora per quando sarà prevista la commercializzazione. Nella prima settimana di gennaio 2009 il BD raggiunge quota 16% del mercato guadagnando posto sul suo predecessore e battendo ogni suo record. 16 Il 25 ottobre 2009 il BD sale a quota 16% del mercato (DVD al 84% del market share). Il 3 gennaio 2010 Sony e Panasonic hanno annunciato di aver messo a punto una tecnologia, denominata iMLSE (Maximum Likelihood Sequence Estimation), che rende la gestione dei problemi di jitter più efficiente rispetto allo standard allora attuale. Si tratta quindi semplicemente di un'ottimizzazione di quanto sviluppato finora, ma all'atto pratico con-
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sentirebbe di superare alcuni limiti imposti ai Blu-ray e portarne la densità da 25 a 33,4 Gb per strato, richiedendo ai lettori già esistenti appena un aggiornamento del firmware. Tale tecnologia, che comunque dovrà ricevere l'approvazione del BDA per diventare uno standard e diffondersi, verrebbe incontro soprattutto alla produzione di Blu-ray 3D, mettendo a disposizione 16,8 Gb in più per ogni supporto a doppio strato.
Blu-ray 3D Il 17 dicembre 2009 la Blu-ray Disc Association ha definito ufficialmente le specifiche dello standard Blu-ray 3D, preoccupandosi di offrire l'esperienza 3D di massima qualità possibile, ossia un'immagine 1080p per ogni occhio. Il codec scelto è l'AVC MVC (Multiview Video Coding), un'evoluzione dell'H.264 che consente di inglobare la seconda traccia 1080p in un comune supporto Blu-ray, con un aumento del 50% dello spazio occupato. Tale scelta permette ai nuovi dischi 3D di essere perfettamente compatibili con qualunque lettore Blu-ray già presente sul mercato, ma per la sola visione in 2D: l'esperienza stereoscopica permessa dalla traccia aggiuntiva richiede lettori compatibili con le nuove specifiche, oltre che televisori o proiettori "3D Ready", accompagnati da appositi occhialini. Il BDA non ha fatto riferimento alla versione 1.4 della connessione HDMI, mentre
ha garantito la piena compatibilità della PlayStation 3, previo aggiornamento del firmware. Tale compatibilità è stata introdotta con la versione 3.50, resa disponibile per il download dal 21 settembre 2010. I primi prodotti compatibili sono stati presentati da Sony e Samsung l'8 gennaio 2010 al CES di Las Vegas. Il primo lettore ad essere arrivato sul mercato è stato il BD-C6900, della Samsung, in vendita negli Stati Uniti dall'11 marzo e in Italia da metà aprile. Il primo titolo distribuito in Italia in Blu-ray 3D, dopo le edizioni in DVD e in semplice Blu-ray, è stato “Piovono polpette”, in vendita dal 10 giugno. Nel giugno 2010 la Blu-ray Disc Association ha certificato le specifiche dei BDXL, supporti Blu-ray multi-layer dalla capacità di 100 Gb (quelli a 4 strati) e di 128 (quelli a 5 strati). Per entrambi sono previste la versione registrabile (BD-R XL) e riscrivibile (BD-RE XL). Il primo masterizzatore compatibile con tali supporti è stato il BDR-206MBK, commercializzato dalla Pioneer nell'inverno 2010. I primi supporti registrabili, da 100 GB sono stati commercializzati da Panasonic, Sharp e TDK in Giappo ne nell'autunno 2010. I primi supporti riscrivibili, anch'essi da 100 GB, sono stati commercializzati dalla Panasonic dal 15 aprile 2011. Il 14 gennaio, 2013, il presidente Andy Parsons di Blu-ray Disc Association che è stato creato un gruppo di studio per creare le specifiche e aggiungere il supporto ai video Ultra HD 4K. Il 2 giugno 2013 viene annunciato un accordo tra Sony e eyeIO per utilizzare la tecnologia di compressione eyeIO per la riproduzione di video Ultra HD 8k con il gamut esteso xvYCC (lo stesso usato dal formato bly ray Ultra HD 4k) e risparmiando il 50% di spazio e mantenendo il formato H.26.
XDCAM Lo XDCAM è un sistema di videoregistrazione professionale, commercializzato dalla Sony nel 2003 e che utilizza come supporto un disco ottico. È in grado di registrare nei formati DVCAM, MPEG IMX e, nella variante XDCAM HD, HDV. Vengono
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T I T O L O registrati anche metadati MXF e un flusso video a bassa risoluzione, chiamato proxy. Il supporto di registrazione è un disco simile al Blu-ray, il Professional Disc, con capacità di 23.3 GB nella versione PFD23 e 50 GB nella PFD50. La gamma XDCAM comprende camcor-
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der, dorsetti e macchine da banco. Il sistema è in grado di sostituire i tradizionali videoregistratori a nastro mantenendo lo stesso schema di lavoro, e inoltre le macchine banco possono trasferire i file registrati direttamente ai sistemi di montaggio non lineare tramite IEEE 1394 e Ethernet.
Actionmovie e Rotor Incontri ravvicinati con lo sport, la natura, la tecnologia e la creatività Actionmovie è una società video con sede a Somma Lombardo (No), abbastanza vicino all'aeroporto di Malpensa. Ufficialmente fondata nel 2007 da una forte passione trainante come l'amore per lo sport e la natura,
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il video e la fotografia considerati fonte di espressione. Due partner, Margaret Grueninger e Marco Orbassano, fin dai primi lavori, creati nel grande crogiolo dei documentari industriali, subito si sono
Il proxy può essere agevolmente scaricato e visualizzato senza bisogno di trasferire il flusso video completo, e questo torna comodo per diverse operazioni, come la creazione di uno storyboard o la scalettatura del girato da parte della segretaria di edizione.
distinti per un "taglio" piuttosto personale dei lavori, a metà strada tra l'educational leggero, e il genere “sport e azione". Marco Orbassano commenta: "In pratica, in tutto il nostro lavoro siamo sempre riusciti a combinare le immagini statiche, in genere effettuate in modo statico con un treppiede, e diversi altre immagini più dinamiche e vive, realizzando il più possibile una empatia con l'atleta" durante la prova. Margaret sottolinea: "Siamo specializzati per esempio nell'inseguimento ad alta velocità degli sciatori con riprese difficili e pericolose, dove molti altri non arrivano. Quando abbiamo iniziato non c'era quasi nessuno che aveva 17 un stretto contatto con lo sport." Quindi il profilo professionale di Actionmovie la de4scrive come molto
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specializzata in riprese di sci, motocross, mountain bike e ... dove c'è l'azione. Non è un caso che uno dei testimonial sia David Philippaerts, campione del mondo di motocross nel 2008, e che la società è anche il punto di riferimento nel video per il Monte Rosa Ski. E l'avventura non è finita qui, dal momento che sentivano un forte bisogno di realizzare inquadrature soggettive diverse da quelle dei punti di vista tradizionali. L'idea era quella di evitare la solita panoramica traballata e proporre soggettive dalla parte dello sportivo in scena. Marco, che ha creato questo nuovo 18 dispositivo di ripresa ci dice: "Ero interessato a poter produrre qualcosa di più e ho pensato di inventare il “Rotor”. Così il primo nato era un prototipo sperimentale costruito nel mio garage con parti rudimentali. Una corta asta di metallo leggero fissata al centro sul casco, sul quale montare alle estremità due piccoli mini-telecamere d'azione una per entrambi i lati. Tutto il supporto è in grado di ruotare a 360 °. I primi test effettuati personalmente su una pista di motocross hanno dato risultati davvero entusiasmanti. Così è stato costruito un dispositivo ancora più leggero, sono state fissate 2 telecamere Gopro ai lati, e lanciato il film con grande successo su Youtube, da qui si è deciso di brevettare l'idea con una estensione internazionale. In pratica, l'asta è 1,40 m e ciascuna delle due telecamere è fissata a 70 cm dal fulcro, rispettivamente alla destra e sinistra del casco. Le due telecamere riprendono in modo convergente. Il rotore inerziale fa ruotare l'asta che è fissa al centro dello stelo sul casco e la stessa asta è fissata con una angolazione di 15 ° rispetto al piano di rota-
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zione orizzontale. Le 2 mini telecamere sono inclinate in modo che la parte alta del frame sfiora il solo supporto rotore ma senza farlo vedere. Il trucco è evidentemente nel fissaggio centrale sul casco e nel leggero disallineamento che in accelerazione e frenata provoca la rotazione inerziale delle due telecamere per forza centripeta. Le immagini prodotte sono difficili da descrivere, ma un enorme impatto visivo è garantito. Così si ottiene una sorta di “micro gru” montata su un casco che poi realizza una particolare soggettiva, molto enfatizzata dal campo grandangolare tipico delle Gopro, di 170 °. Ciò consente di visualizzare, per esempio, tutta le moto da cross, il pilota e anche il fondo dell'immagine sempre tutto a fuoco, in modo da filmare alcuni bel-
lissime immagini altrimenti impossibili. Il modello standard pesa solo 1,4 kg e le applicazioni sono molte, ma non vanno superate alcune velocità durante le riprese. Il brevetto non copre il dispositivo stesso, ma piuttosto l'idea di filmare un soggetto in movimento a 360 °. Il rotore e il suo nuovo gemello in fase di sviluppo, potrebbero anche essere molto utili per la didattica e lo studio del movimento. Marco conclude: "Dato che questa idea ha suscitato grande interesse in tutto il mondo, Actionmovie offre alle aziende interessate nel suo sviluppo la possibilità di utilizzare il brevetto sotto regolare contratto mediante royalty." www.actionmovie.it
Quantel presenta la nuova versione di Pablo Rio Ha fatto tappa anche in Itallia il tour europeo organizzato dall’ azienda inglese per la presentazione delle ultime novità del sistema dedicato alle post-produzioni. Disponibile anche in versione solo software, Pablo Rio ha segnato un punto di svolta nella strategia di Quantel: niente più hardware dedicato e quindi utilizzabile solo per impieghi specifici, ma la possibilità di scegliere i componenti più consoni alle proprie esigenze. Unico vincolo è la scelta delle schede acceleratrici Nvidia, indispensabili per garantire le prestazioni tipiche dei prodotti
Quantel. La nuova versione del software supporta fino a tre schede Tesla Kepler K20, ma ne sono sufficienti due per permettere la riproduzione in tempo reale di video in formato 4K fino a 60 fps. Con due schede Kepler K20 si possono gestire in tempo reale una decina di livelli di correzione colore in formato 4K e oltre 25 in 2K. Pablo Rio è acquistabile anche in versione chiavi in mano: la configurazione tipica fornita da Quantel comprende una workstation Supermicro con doppio processore Xeon, doppio disco di sistema e alimentazione
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ridondante. Lo storage è costituito da un’ unità RAID 60 da 18 TB che utilizza dischi SAS ed è in grado di offrire una velocità di 1,5 GB/s in lettura e di 1,3 GB/s in scrittura (due di queste unità di storage sono necessarie per lavorare con materiale in formato 4k a 60 fps). L’ unico componente hardware ancora prodotto dall’ azienda inglese è la scheda di ingresso e uscita per il video: questa limita però l’ uscita al formato 2K e quindi la stessa Quantel fornisce in alternativa la
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Corvid Ultra della Aja Video Systems. Oltre al pannello di controllo Neo che integra tutto il necessario è possibile utilizzare il più compatto Neo Nano (in foto), anch’ esso dotato di display OLED a colori per una facile identificazione delle diverse funzioni, ma privo della tavoletta, della tastiera alfanumerica e dei controlli per la riproduzione del video. Il vantaggio dell’ acquisto di Pablo Rio in versione chiavi in mano è nell’ assistenza per tutti i componenti della quale si fa carico
totalmente Quantel. Per quel che riguarda le nuove funzionalità , Pablo Rio è ora in grado di gestire anche i file in formato ProRes fino a 2K con la modalità soft-mount che non richiede alcuna conversione prima dell’ inserimento nella timeline. La modalità soft-mount è estesa anche al video catturato con le Sony F65 e le RED Epic (5K compreso) con la gestione del debayer in tempo reale, senza alcun render. Il supporto per questi formati va ad aggiungersi a quello dei formati ARRI, SI e Canon già offerto dalle precedenti versioni. Con la versione 2.0 rev3 è poi stata migliorata l’ integrazione con il tracker Mocha e come opzione è disponibile il plug-in VisLM della Nugen Audio per la gestione del loudness secondo le raccomandazioni EBU. Il trattamento preliminare del video in stereo 3D è affidato a SynthIA, un pacchetto software stand alone che è in grado di bilanciare automaticamente le differenze cromatiche e offre un controllo molto accurato sull’ effetto di profondità . La nuova versione di Pablo Rio è già disponibile ed è offerta come aggiornamento gratuito della precedente versione. 19
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Apple reinventa il MacPro Un cilindro di alluminio nero racchiude il nuovo computer desktop della Mela presentato in anteprima all’annuale conferenza degli sviluppatori Apple.
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Contravvenendo a una prassi consolidata con il ritorno di Steve Jobs alla guida di Apple, il suo successore Tim Cook ha scelto di presentare con diversi mesi di anticipo sulla data di effettiva disponibilità il nuovo Mac Pro. L’annuncio è stato fatto nel corso del keynote che ha aperto i lavori della World Wide Developer Conference, l’appuntamento che ogni anno Apple dedica agli sviluppatori di applicazioni . La decisione di anticipare l’annuncio è stata molto probabilmente dettata dall’esigenza di tranquillizzare gli sviluppatori di applicazioni professionali che cominciavano a nutrire qualche dubbio sull’effettiva volontà di Apple di essere presente nel mercato delle workstation. Quel che colpisce di più del nuovo Mac Pro è certamente la forma, un cilindro alto 25 centimetri con un diametro di 16, non proprio l’ideale per il montaggio a rack. La forma cilindrica è giustificata dalla scelta di utilizzare un’enorme aletta di raffreddamento a
forma di prisma triangolare che occupa la maggior parte dello spazio interno e sulle cui tre facce verticali sono disposte le tre schede principali, due delle quali ospitano le GPU AMD FirePro responsabili della sezione grafica. Un’unica ventola posta sulla parte superiore provvede alla circolazione dell’aria aspirata dal basso. Pochi i dettagli finora resi noti: i nuovi Mac Pro utilizzeranno processori Intel
Xeon E5 in configurazione fino a 12 core, memoria RAM DDR3 a 1.866 MHz e un’unità a stato solido PCIe al posto del classico hard disk, rispetto al quale dovrebbe garantire prestazioni fino a 10 volte superiori in termini di velocità mentre per quanto riguarda la capacità tutto dipende da quanto si è disposti a spendere. La connettività è garantita dalla presenza di quattro porte USB 3, una doppia porta Gigabit Ethernet, una porta HDMI 1.4 e ben sei porte Thunderbolt 2 oltre agli ingressi e uscite per l’audio. Se si esclude la possibilità di aggiungere memoria RAM o di sostituire l’u-
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S E Z I O N E grafica e, almeno per il momento, non si parla di versioni del Mac Pro con schede NVIDIA, oggi richieste da diverse applicazioni per il video e l’animazione 3D, applicazioni che dovranno quindi essere aggiornate per poter essere utilizzate con i nuovi Mac Pro. Per inciso, le schede grafiche NVIDIA equipaggiano tutti i più recenti MacBook Pro e iMac e sviluppare applicazioni solo per uno specifico modello, oltretutto molto costoso, non sempre è conveniente per una software house. Nessuna data è stata ancora fissata per l’inizio della commercializzazione: Apple si limita a dichiarare che il Mac Pro di prossima generazione sarà disponibile nel corso dell’anno. Nessuna indicazione anche per quel che riguarda il prezzo che sarà molto probabilmente ben superiore a quello dei modelli che andrà a sostituire. www.apple.com/mac-pro/
nità a stato solido con una di maggior capacità, il nuovo Mac Pro non offre alcuna possibilità di espansione interna, limitazione non da poco per un computer di classe workstation. Le sei porte Thunderbolt2 permettono sì di collegare fino a 36 dispositivi, compresi tre monitor con risoluzione fino a 4K, ma questo significa dover utilizzare un buon numero di dispositivi esterni e
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relativi cavi per riuscire a collegare tutto il necessario. In particolare, se fosse necessario utilizzare schede PCIe, come le Red Rocket o le schede di acquisizione video come quelle di Aja e BlackMagic, sarà necessario dotarsi di uno chassis d’espansione, oggetto alquanto costoso. Come accennato in precedenza, Apple ha scelto AMD per la sezione
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I filmati sul broadcast prima passano da YouTube youtube.com/monitormilano
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L’Espresso in grafica con ClassX 22
Il “Gruppo Editoriale L’Espresso” è uno dei più importanti gruppi editoriali italiani. Opera in tutti i settori della comunicazione ed è presente praticamente ovunque nei mezzi di comunicazione di massa, stampa quotidiana e periodica, radio, internet, televisione e raccolta pubblicitaria. Del Gruppo sono parte anche Deejay TV e il canale Repubblica TV, due realtà nazionali molto conosciute rispettivamente nel panorama dell'intrattenimento e dell'informazione. Entrambe queste realtà assai consolidate fanno impiego di soluzioni software ClassX per la creazione e la messa in onda di contributi grafici in 2D e 3D. Deejay TV è il canale nazionale musicale che costituisce un progetto di intrattenimento tra i più innovativi in campo internazionale ed è visibile sul canale 9 del Digitale Terrestre (oltre che via Satellite nel bouquet SKY). È il corrispettivo “in video” del brand radiofonico di successo “Radio Deejay”, ed è fedele alle soluzioni ClassX -ormai da anni- infatti impiega con costanza due postazioni di grafica avanzata per realizzare i più importanti programmi musicali come "Deejay Chiama Italia" e "OCCUPYDeejay". Il prestigioso canale “Repubblica TV” (R.it) realizza un feed di informazione
d'alto livello, con contenuti di qualità e grafica molto avanzata, sempre basata sulle soluzioni software ClassX. Con un palinsesto interamente dedicato all'informazione, è visibile sul canale 50 del digitale terrestre, ma anche sul web da http://video.repub-
blica.it/home (ma anche con le app IOS e Android) e produce a ciclo continuo news e ultime notizie in tutti i settori, politica, cronaca, economia, sport, esteri, scienza, tecnologia, internet e altro. Tony Paone, Responsabile Tecnico di tutta la infrastruttura tv, audio e video
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T I T O L O di Repubblica TV sottolinea: “Attualmente il canale Repubblica TV utilizza quattro postazioni ClassX per la messa in onda del canale, propocontenuti informativi nendo audio/video in rotazione continua; postazioni grafiche utilizzate anche per arricchire gli interventi live da studio con ospiti o eventi in diretta.” Si tratta però di un canale tv e un sito web che operano in simbiosi, infatti molti dei contenuti in video vengono pubblicati anche sul web e sono assai ricchi di grafica in continuo divenire, visto che il live streaming è considerato una componente essenziale. I software di ClassX sono utilizzati nella creazione giornalistica dei contributi live, nelle due edizioni giornaliere realizzate in collaborazione col canale “F” di Feltrinelli: alle 13,50 e alle 19,50 spesso in trasmissioni live di 8/10 minuti, ripetute anche nel palinsesto di “F” e di R.Tv. I contenuti grafici permettono di arricchire il video con i nomi dei giornalisti, degli intervistati, integrare fotografie in modo dinamico, mostrare notizie in crawl con immagini/video e messaggi direttamente da Facebook e Twitter. Per la produzione di grafica avanzata viene impiegato tutto il pacchetto grafico completo di ClassX, dalla crea-
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zione alla messa in onda via server che si basa su alcuni script realizzati ad hoc che si collegano direttamente al web per caricare parte dei contenuti giornalistici già creati in video. I contenuti video sono memorizzati su un apposito server e tutto viene “impacchettato” per creare un prodotto unico, utile per la messa in onda sul canale tv e sul web, grazie al motore di ClassX. La struttura di produzione televisiva è nuova e dinamica, basata su una regia e uno studio di ripresa virtuale attrezzato con apparati Orad dove vengono realizzate internamente sia le produzioni registrate, sia le dirette e i servizi utili in tutti i notiziari. Alcune troupe Eng si spingono all'esterno, attrezzate con telecamere Panasonic 170 e con supporti P2 al seguito dei giornalisti di Repubblica TV. Per il montaggio sono utilizzate postazioni con Adobe Premiere, Apple Final Cut, e anche Avid senza continuità, infatti gli operatori hanno competenze “multi piattaforma” e si scambiano i ruoli nelle suite quando serve. Tre postazioni sono attrezzate con Avid, due con Premiere e una con Final Cut. La sede è a Roma in via C.
Colombo 90, e la produzione -come dicevamo- è duplice, finalizzata sia al canale tv sia al web e anche in live. Alcuni programmi nelle contribuzioni impiegano collegamenti via satellite in IP che poi sono ridistribuiti sul web. Tony Paone riprende: “Una caratteristica strutturale molto interessante è che su una base di una programmazione più o meno “stabile e ripetibile”, è sempre indispensabile riorganizzare molte delle strutture in modo differente di giorno in giorno, adattandole a quello che il menu richiede in video. E la grafica deve seguire in modo molto dinamico, infatti realizziamo molti crawl di notizie sportive, interviste, dietro le quinte, una pagina completa di sport, lo “Sport di Repubblica”, mentre in tutti i bollettini di news lo sport occupa lo slot finale e più in generale 4, 5 servizi per ogni notiziario sono dedicati proprio allo sport. In agosto è stata varata una rubrica di Calcio Mercato denominata “Figurine”, come appuntamento fisso che comprende riprese in studio e molta grafica; qui il giornalista ricalca 23 in qualche modo il discorso della collezione delle figurine fatte da bambini ed evidentemente anche qui la grafica dinamica è determinante.”
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Sony a supporto del cinema digitale
Sony ha annunciato l'apertura del nuovo Digital Motion Picture Centre in Europa, nel cuore della comunità di produzione cinematografica con sede presso i Pinewood Studios, nel Buckinghamshire (Regno Unito). Il DMPC(E), la cui apertura è prevista per la 24 fine dell'estate, è stato pensato come una risorsa di ampio respiro per il settore e sarà adibito a training e knowledge-sharing sulle più recenti telecamere di Sony, combinate con i workflow di partner del settore che stanno stabilendo nuovi standard nell'industria cinematografica. Cineoperatori, troupe cinematografiche, rental, post-produzioni e freelance saranno i benvenuti. Avranno l'opportunità di conoscere in maniera più approfondita le tecniche e le attrezzature più recenti disponibili e potranno assistere in prima persona alle varie fasi della catena di produzione. La
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partecipazione potrà avvenire sia mediante corsi programmati che semplicemente prendendo parte a discussioni informali. "La nuova struttura sarà un luogo in cui gli appartenenti alla comunità di produzione potranno incontrarsi, saperne di più sulle più recenti tecnologie e condividere esperienze", ha dichiarato Katsunori Yamanouchi, VP di Sony Professional Solutions Europe. Sfruttando l'esperienza collettiva di Sony, dei suoi partner e della rete di rivenditori Sony Professional Solutions Specialist, la struttura metterà a disposizione la famiglia di telecamere Super 35 mm CineAlta™di Sony, tra cui l'innovativo modello F65 e i nuovi modelli F55 e F5. I più aggiornati strumenti per il workflow 4K end-to-end e gli schermi 4K e HD, per la visione di film sia in ambienti professionali che domestici, saranno gli elementi chiave del DMPC(E) "Sony vanta una lunga esperienza nello sviluppo di tecnologie all'avanguardia, tra cui la prima telecamera da 24p al mondo",
ha dichiarato Peter Sykes, Strategic Technology Manager di Sony. "Cresce la consapevolezza che le prestazioni offerte da nuove telecamere quali l'F65 e l'F55 abbiano aperto la strada a nuove opportunità creative per i film e i progetti televisivi in 4K, 2K e HD della migliore qualità . Il centro è stato progettato con l'intento di offrire ai filmmaker e alle troupe cinematografiche l'accesso più semplice alle tecnologie, alle conoscenze specialistiche e alle esperienze accumulate nel corso degli anni." Oltre a rappresentare un punto di riferimento per la formazione, il DMPC(E) rivestirà un ruolo importante nell'aiutare Sony a catturare le esigenze degli utenti e farne strumento per lo sviluppo di prodotti. "È cruciale per il futuro di Sony ascoltare le figure chiave del settore e utilizzare i loro suggerimenti per promuovere l'avanzamento dell'arte della produzione digitale", ha spiegato Katsunori Yamanouchi. "La nostra missione è supportare la diffusione di questa nuova tecnologia e aiutare il settore nel suo complesso a sfruttare le opportunità creative che essa offre. È con orgoglio che annunciamo l'apertura del DMPC(E) presso i Pinewood Studios, a dimostrazione del nostro impegno a supportare l'innovazione nell'ambito dell'intrattenimento cinematografico e televisivo." Darren Woolfson, Group Director of Technology di Pinewood Studios Group, ha dichiarato: "Pinewood Studios Group è uno dei fornitori principali di studi e servizi correlati per i settori del cinema e della televisione ed è il luogo dove sono stati girati alcuni dei film e programmi TV di maggiore successo mai realizzati. Siamo davvero lieti che Sony abbia scelto i Pinewood Studios come sede della nuova struttura europea per aiutare i filmmaker a ottenere il massimo dalle nuove tecnologie in continua evoluzione." www.pro.sony.eu
MonitoR Video online: http://youtube.com/monitormilano http://livestream.com/ monitormagazine http://www.ustream.tv/channel/ monitormilano MonitoR Magazine 292
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Da 37 anni al servizio degli operatori della radio e televisione in Italia MonitoR Magazine 292
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BTX Trasmettitore HD-SDI su IP
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BTX Technologies, produttore distributore di interfacce per l'integrazione nei sistemi broadcast, propone “ Just Add 2G” , un trasmettitore HD-SDI su IP; in pratica un'espansione dell'esistente Just Add 2G/2G che veicola segnali HD su IP e che consente ora agli utenti di collegare sorgenti video SDI alle reti IP per la trasmissione di un numero illimitato di segnali video HD su una singola LAN. Consentendo la trasmissione di video digitale broadcast in alta definizione su connessioni IP, con una commutazione senza soluzione di continuità , il trasmettitore raggiunge un incremento del 1000 per cento in termini di velocità di rete. Dotato di audio multicanale, il nuovo dispositivo permette anche di veicolare la sorgente audio e video completa. Come risultato, gli utenti possono ora trasmettere un video cristallino a 1080p con una qualità che è indistinguibile dal contenuto originale. La soluzione funziona anche con il cablaggio strutturato standard che si trova in quasi ogni struttura moderna, e consente la distribuzione di video e la commutazione senza costose installazioni come cablaggi dedicati anche nel digital signage. Un ricevitore può essere utilizzato anche per collegare i segnali video a uno switch video HDMI compatibile per applicazioni avanzate di elaborazione video. Altre caratteristiche includono la possibilità di estrarre il segnale stereo con ritardo audio programmabile così da mantenere l'audio in sincrono per tutta la facility, in sincronia con la matrice HDMI, le porte RS-232 con null modem integrato per una semplice configurazione con i dispositivi esterni, CEC indipendente su CPU IP a bordo per applicazioni future, una porta UTP/STP Ethernet 1000Mps, il protocollo HTTP server incorporato, e supporto per bloccare i cavi HDMI per evitare cadute cavi in applicazioni ad alta densità . www.btx.com
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Le novità di Gefen all'IBC di Amsterdam
Quest’ anno all’ IBC Gefen presenterà le nuove soluzioni di connettività audio e video nello stand B30 al padiglione 7. Una delle maggiori novità sarà la nuova serie di processori video con funzionalità avanzate per la commutazione seamless (senza perdita di frame) e per la gestione di videowall. Il controller videowall HDMI 1:4 è la soluzione ideale per la creazione di un videowall 2x2 utilizzando 4 schermi singoli, permettendo il contenimento dei costi. Il segnale video in ingresso può essere diviso sulle quattro uscite per creare un’ unica immagine oppure mostrato individualmente. Lo scaler integrato, dotato di controllo del bordo per la correzione della cornice del monitor (bezel), permette la regolazione del video per una presentazione di qualità . Sono supportate risoluzioni fino a 1080p Full HD. La disponibilità di un menu su schermo accessibile tramite pulsanti frontali o telecomando IR e il controllo via RS232 e IP, facilitano la configurazione e l’ operatività del dispositivo.
Selettore 4x1 Multiview
Il selettore HDMI 4x1 collega quattro sorgenti video ad un display ed è dotato di funzionalità seamless e multiview. Ha due modalità distinte: può commutare tra le quattro sorgenti e mostrarne una sola sul display collegato, oppure può mostrare contemporaneamente tutte e quattro le sorgenti come finestre di un’ unica uscita video con funzionalità picture-in-picture. Ogni uscita è ridimensionata per ottimizzarne la resa. La commutazione “ seamless” offre il passaggio istantaneo da una sorgente all’ altra, senza ritardi o perdita di frame. I segnali protetti HDCP sono ovviamente supportati.
Matrice 4x4 Multiview
La matrice HDMI 4x4 Multiview permette di gestire quattro sorgenti indipendenti su quattro monitor distinti utilizzando connessioni
HDMI. Ha diverse modalità operative: può indirizzare qualsiasi sorgente su uno qualsiasi dei quattro monitor, può mostrare quattro sorgenti come finestre distinte in un solo monitor, oppure può creare una qualsiasi combinazione delle due funzionalità . La matrice 4x4 Multiview per HDMI, nella sua fascia di prezzo, è l’ unica matrice presente sul mercato che permette la commutazione seamless, senza interruzione nel segnale” ha detto Hagai Gefen, presidente di Gefen. “ Sono come sempre supportati segnali fino a 1080p FullHD anche protetti HDCP” . Oltre alla nuova serie di processori video, Gefen mostrerà in funzione i nuovi extender KVM su IP per HDMI, DVI e VGA, le nuove soluzioni con supporto 4Kx2K (UltraHD ) e la nuova matrice modulare per HDMI. www.gefen.it
Bando di ammissione a ZeLIG Scuola di documentario di Bolzano È stato pubblicato il bando per l'ammissione al nuovo ciclo di formazione della ZeLIG Scuola di documentario è appena stato pubblicato. La scuola ZeLIG, con sede a Bolzano, si occupa specificamente di formazione nel settore documentaristico. ZeLIG organizza un corso professionale di documentario della durata di tre anni. Le tre specializzazioni offerte sono: fotografia/luci, montaggio/post-produzione e regia/sviluppo progetto. I corsi si tengono in tre lingue: italiano, tedesco ed inglese. Tutte le informazioni, le scadenze e le condizioni d'ammissione: www.zeligfilm.it
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L'IBTS Italian Broadcasting & Technologies Show a Bologna il 27-29 settembre
L'ultimo weekend di settembre vedrà riaprirsi a Bologna l'IBTS un appuntamento con le tecnologie del broadcast che mancava da quasi dieci anni. L'esposizione aprirà i battenti venerdi 27 settembre alle 10.00 e chiuderà Domenica 29 Settembre alle 18.00 presso il centro congressi Centergross (BO) con uno spazio espositivo di circa 1000mq. Molti i marchi che già hanno confermato la presenza in rappresentanza di tutti i settori della produzione e diffusione audiovisiva: Arri , Blackmagic Design , Canon , Manfrotto , Smart System , Swift , Convergent Design , DB Broadcast , Lanparte , Panasonic , On-Air , JVC , Sony , Ianiro , Nikon , Vitec , Cartoni , Tiffen , Rekeo Canopus , Avid , K5600 , Glidecam , Varavon , EZFX , Indie Dolly , GT Line , Kessler Crane. Alla parte espositiva si affiancherà una parte congressuale intitolata VoIF Voices of Indipendent Filmmakers che si occuperà di illustrare nuovi prodotti, case history aziendali e personali e inizierà venerdi 27 Settembre alle 10.00 sempre presso il Centro Congressi Centergross (BO) in una sala da 200 posti. Il VoIF EDU prevede * Corso di formazione: "ROW e dintorni" che sarà tenuto da Filippo Chiesa, avrà la durata di 3 ore e sarà ripetuto per i 3 giorni della manifestazione. * Corso di formazione "DSLR, quale accessorio?" che sarà tenuto da Riccardo Badolato, avrà la durata di 3 ore e sarà ripetuto per i 3 giorni della manifestazione. * Corso di formazione "Color Correction Photo to Video" che sarà tenuto da Alessandro Bernardi, avrà la durata di 3 ore e sarà ripetuto per i 3 giorni della manifesMonitoR Magazine 292
tazione. * Minicorso di formazione "L'audio: Cenerentola del video" che sarà tenuto da Antonio Tosi, avrà la durata di 1 ora e sarà ripetuto per i 3 giorni della manifestazione. * Minicorso di formazione "L'illuminazione Cine Foto Video nel 2013" che sarà tenuto da Antonio Tosi, avrà la durata di 1 ora e sarà
ripetuto per i 3 giorni della manifestazione E' prevista una sezione di formazione sui prodotti 4K (Arri, Blackmagic, Canon, Red e Sony) che è in via di definizione Alla manifestazione è abbinato anche il Contest VoIF Voices of Indipendent Filmmakers che inizierà venerdi 27 Settembre alle 12.00 e la premiazione sarà in diretta su RoxybarTV domenica 29 Settembre alle 20.00. Red Ronnie fornirà 50 gruppi/artisti emergenti ed il 20 settembre sarà messo online il brano ed il testo di ogni gruppo/artista in modo che i partecipanti potranno scegliere se realizzare un cortometraggio e/o un reportage (intervista + backstage) sul cortometraggio stesso. Venerdi 27 Settembre alle 12.00 inizieranno le produzioni che dovranno essere consegnate entro e non oltre le 12.00 di Domenica 29 Settembre. Dalle 12.00 alle 19.00 le giurie selezioneranno i migliori 5 Corti ed i 5 migliori reportage che saranno trasmessi su RoxybarTV e votati dal pubblico in sala e attraverso i social. Maggiori informazioni www.ibts.it 27
Il futuro della radio è digitale Di radio digitale DAB in Italia si sente parlare da molti anni. La cosiddetta sperimentazione è andata avanti a singhiozzo per troppo tempo. Ora, nel momento in cui alcuni paesi europei hanno già fissato la data per lo switch-off della tradizionale radiofonia FM, sembra che la tecnologia digitale DAB di ultima generazione possa diventare una realtà anche nel nostro mercato. Come testimoniano le mappe del sito DIGITAL RADIO la diffusione del segnale sul territorio della penisola ha raggiunto una copertura che non può più definirsi solo "sperimentale". Molte emittenti nazionali ora credono neò ò e possibilità di successo della nuova tecnologia applicata alla radiofonia. Ma soprattutto si sono convinti quegli ascoltatori (ancora pochi) che possono apprezzare la qualità e i nuovi servizi che il
digitale garantisce. Non resta che incrementare la vendita e l'installazione di radio e autoradio DAB anche con gli accordi (alcuni già ci sono) con i vari produttori automobilistici e presto si potrà raggiungere quella massa critica di apparecchi venduti che trasformerà una "curiosità tecnologica" in un fenomeno di massa. www.digitalradio.it
The Daily MonitoR Ogni giorno il quotidiano del broadcast in italiano inglese, spagnolo. www.dailymonitor.net
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Nelle nuvole con...
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Presentata in anteprima lo scorso anno in occasione dell’IBC, è ora disponibile la soluzione Adobe basata sul cloud destinata ai centri di produzione e ai broadcaster. Con Adobe Anywhere, i gruppi di lavoro che si occupano di uno stesso progetto utilizzando le applicazioni per il trattamento del video digitale Adobe (Premiere Pro CC, Prelude CC e After Effects CC) potranno accedere da qualunque luogo al materiale originale registrato su un server, evitando di dover trasferire file di grosse dimensioni, duplicare il materiale video e audio o ricorrere a versioni a bassa risoluzione. La soluzione Adobe si installa su un gruppo di server (cluster) contenente due tipi di nodi, il Collaboration Hub e tre o più nodi Mercury Streaming
Engine. Il materiale originale è contenuto in un server centrale connesso al cluster Adobe Anywhere con un collegamento a larga banda. Il cuore della soluzione Adobe è il Collaboration
Hub che contiene il database dei progetti con i relativi metadata e gestisce l’accesso degli utenti, coordinando gli altri nodi del cluster. I nodi Mercury Streaming Engine gestiscono in
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T I T O L O tempo reale la conversione del video con una qualità dipendente dal tipo di collegamento disponibile e lo inviano alle postazioni di lavoro; una volta completato il progetto, la finalizzazione è gestita dai Mercury Streaming Engine. Dal punto di vista degli operatori, non ci sono sostanziali differenze rispetto al lavorare con materiale registrato localmente: la precisione dell’editing è garantita al frame e la riproduzione del video è istantanea e fluida. Inoltre, il rendering degli effetti è gestito dai Mercury Streaming Engine e questo permette di utilizzare computer relativamente poco potenti per le postazioni di lavoro e anche i requisiti di storage locale sono di gran lunga inferiori a quelli che sarebbero richiesti lavorando con il video nel formato originale. Grazie a quelle che Adobe definisce “produzioni condivise”, due o più operatori possono lavorare contemporaneamente sullo stesso progetto. Adobe Anywhere si occupa di gestire, in modo del tutto trasparente, l’accesso simultaneo, risolvendo eventuali conflitti, grazie anche alla registrazione automatica delle successive versioni del progetto. Dopo averlo sperimentato per alcuni mesi, la CNN ha deciso di adottare Adobe Anywhere “per permettere ai nostri giornalisti di accedere in modo trasparente ai contenuti del server centrale, collaborando alla realizzazione dei servizi, indipendentemente dal luogo dove si trovano”, come ha dichiarato Michael Koetter, senior vice president Media Technology and Development di Turner Broadcasting. Il costo della soluzione Adobe Anywhere varia in base al numero di postazioni collegabili in contemporanea (all’incirca un migliaio di euro per postazione, costo al quale va aggiunto quello dei server per il Collaboration Hub e i Mercury Streaming Engine) ed è al momento disponibile per Premiere Pro CC e Prelude CC con il supporto per After Effects CC previsto entro l’anno.
Per ulteriori informazioni: www.adobe.com/ it/products/adobeanywhere.html
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Canon completa la gamma di videoproiettori XEED
Quattro nuovi modelli compatti, due con ottica zoom standard e due con ottica short throw, si aggiungono all’ offerta Canon di videoproiettori da installazione. Come i precedenti modelli della gamma XEED, anche questi utilizzano tre pannelli LCOS (Liquid Crystal On Silicon) che si differenziano però per un rapporto di contrasto nativo doppio, 2.000:1, . I due modelli standard, WUX450 e WX520 rispettivamente con risoluzione nativa di 1.920 x 1.200 e 1.440 x 900, sono dotati di uno zoom 1,8x con apertura costante di f/2,8, valore relativamente conservativo ma che evita qualsiasi perdita di luminosità al variare della distanza dallo schermo e garantisce una maggiore profondità di fuoco. Un’ accurata progettazione del sistema ottico permette di sfruttare al meglio la luce emessa dalla lampada: lo XEED WX520 impiega una lampada da 250 W ma è in grado di produrre immagini con una luminosità 5.200 lumen. Come benefico effetto collaterale, il consumo di energia elettrica, 335 W in modalità normale e 285 W in modalità Eco, è il più basso per un videoproiettore di questa luminosità . Ancora più innovativi sono i due modelli dotati di ottica short throw, WUX400ST e WX450ST, che offrono una flessibilità di installazione senza precedenti, permettendo di proiettare immagini da 100” ad appena 1,2 metri di distanza dallo schermo e con un decentramento in verticale dell’ ottica del 75% (77% sul WX450ST). Nonostante la corta focale dell’ obiettivo, le distorsioni geometriche sono praticamente assenti, tipicamente inferiori allo 0,01%, risultato ottenuto grazie all’ elevata qualità ottica degli obiettivi uti-
lizzati, anche questi prodotti direttamente da Canon. Tutti i nuovi modelli impiegano un processore di immagine di nuova generazione che gestisce anche l’ edge blending sui quattro lati delle immagini, funzionalità ideale per gestire installazioni con proiettori multipli garantendo una perfetta fusione fra le immagini. La disponibilità della nuova serie di proiettori XEED Compact Installation, comprese le varianti medicali dotate di simulazione DICOM, è prevista per l’ ultimo trimestre di quest’ anno.
Quinto MUX digitale per Mediaset
Sono diventate 5 le frequenze di Mediaset sul digitale terrestre. Con il via libera del Ministero dello Sviluppo Economico è stata infatti convertita al DVB-T la frequenza originariamente concessa per il servizio DVB-H, ovvero la tecnologia per la trasmissione tv ai cellulari che in Italia, come peraltro in altri paesi, non ha mai ottenuto il successo commerciale sperato. "In data 27 giugno 2013 il ministero dello Sviluppo Economico - si legge in un comunicato di Mediaset - a seguito del parere positivo dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha autorizzato Elettronica Industriale alla conversione dalla tecnica Dvbh-h alla tecnica Dvb-t del multiplex denominato Mediaset 3". Così Mediaset ha raggiunto il numero massimo di frequenze concesse ad un singolo operatore dalla normativa europea, fissato in 5. Inoltre Mediaset per l'offerta pay può contare sui canali ospitati dall'operatore D-Free.
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Importante aggiornamento per il mixer video di produzione ATEM
Aggiornamento 4.1 per il software di ATEM ( Blackmagic Design). Permette ai di salvare e ripristinare totalmente o parzialmente i settaggi degli switcher di produzione ATEM, inoltre aggiunge le opzioni di frame rate 1080p 23.98, 24, 25, 29.97, 50, 59.94 all'ATEM Production Studio 4K. I nuovi frame rates progressivi permettono ai clienti di lavorare nei nuovi formati video progressivi, il che significa ATEM Production 30 Studio 4K ora si collega a una più ampia gamma di dispositivi HD, tra cui le videocamere comsumer HDMI e quelle professionali SDI, i router, i server di playout multimediali. Questa nuova ATEM 4,1 aggiornamento software consente anche di tutti i clienti Inoltre con le macro control, save and restore può essere utilizzato in tre modi. Salvare e ripristinare l'intero stato switcher, salvare solo un pezzo per ripristinare, oppure caricare solo un pezzo di un intero stato salvato. Ad esempio, è possibile richiamare una configurazione complicata chromakey senza influenzare il resto dello stato switcher durante una produzione dal vivo. Ora i clienti possono semplicemente salvare su un computer portatile, hard disk o USB e
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caricare gli stati salvati durante la sessione successiva con qualsiasi switcher di produzione ATEM. Ogni nuovo stato salvato è comodamente conservato nella cartella come un nuovo file con data e ora, il che significa che si possono salvare più configurazioni senza preoccuparsi di sovrascriverne accidentalmente un'altra. "Con queste macro ora si possono salvare
The 48 Hour Film Project torna a Roma
Al via la settima edizione italiana del concorso internazionale The 48 Hour Film Project Roma. L¹edizione 2013 si terrà dall’ 11 al 13 ottobre, a Roma appunto. L¹obiettivo come sempre è quello di realizzare un cortometraggio della durata massima di 7 minuti in soli due giorni. Dalla scrit-
tutti i settaggi diversi richiesti dalloswitcher o solo parte di uno stato switcher per keyers, mixer audio e anche SuperSource sul ATEM 2 M / E con file XML. I clienti possono risparmiare tanti file di impostazioni come gli pare, e richiamarli se vogliono, proprio come le macro. " ha dichiarato Grant Petty, CEO di Blackmagic Design. www.blackmagic-design.com
tura alla scelta dei costumi, dalle riprese al montaggio alla realizzazione delle musiche, i giovani registi italiani avranno solo 48 ore per portare a termine l¹impresa che potrebbe consentire loro di partecipare alla finale mondiale negli States.Il concorso si svolge in oltre 100 città in tutto il mondo e Roma è attualmente L'UNICA data italiana. Ogni città elegge il suo City Winner ovvero il vincitore del premio Best Film of the City che parteciperà alla finale mondiale negli Stati Uniti insieme ai filmmaker vincitori in tutte le altre città in cui si tiene il festival. www.48hourfilm.com/roma
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