PAESAGGIO E MITO L’interesse della mia ricerca è incentrato sul paesaggio. E sempre di più avverto l’esigenza di raccontarlo attraverso la dimensione del ricordo. Nascono, così, immagini evanescenti e rarefatte che evocano marine, campi, declivi, insomma, una natura sgombra di artifici, a riparo della presenza, spesso molesta, dell’uomo. I paesaggi, per me, hanno un carattere fortemente simbolico. Essi, infatti, sono mutuati dai sentimenti più reconditi di un’infanzia mitica, ed esprimono, attraverso i colori e le atmosfere, l’aspetto più autentico della mia personalità. Il mio lavoro, in questi anni, è fortemente caratterizzato dall’uso privilegiato del pastello. E’questa un’esperienza tecnica stimolante, che mi rimanda alle fantasie e alla creatività dei primi approcci di colore. E’ il medium indispensabile per rendere possibile quella sorta di filtro alchemico che è la trasposizione di lontane emozioni in nuove immagini, attraverso un colore che accarezza le cose. E’certamente, quella del pastello, una tappa della mia ricerca importante ed affascinante, che avverto come preludio ad altre straordinarie esperienze. Carlo Cordua
CORDUA: RITORNO ALLA NATURA Carlo Cordua, ha esposto in prevalenza all’estero e figura in vari musei stranieri, da Budapest a Cracovia a Montreal. Si rileva nelle sue creazioni, sempre positivamente sofferte, il coraggio, oggi davvero raro, di un ritorno alla natura; che richiama poi, a distanza di quasi un secolo, il “rappel à l’ordre” di Dunoyer de Segonzac contro le incipienti aberrazioni di un’arte (?!) senz’anima e quasi sempre senza mestiere. Indubbiamente Cordua rivela invece ambedue le doti che fanno il pittore o lo scultore compiuto, districando, più ancora che dall’approssimazione domenicale, dal rischio dell’anarchia programmata. Intendiamoci: il “ritorno” di Cordua non significa per niente un passivo recupero del paesaggismo tradizionale; se riaffiora in qualche modo la lezione di un Bonnard, di un Soffici, di un Tosi, o i canoni della Scuola di Pont-Aven o del gruppo “Realtà poetica” che nell’immediato secondo dopoguerra fece capo a Brianchon, a Legueult, a Oudot, i suoi “umori” sono tuttavia sicuramente moderni. Lo provano il vaporoso cromatismo e la composizione in partiture diagonali di alcune opere, il palpitante impasto di altre, infine il parallelo accumulo di notazioni empiriche e di indefiniti trasalimenti. Nel suo scritto, Nino D’Antonio sottolinea <<la distanza dal paesaggio reale>>. Da parte mia, ho sempre sostenuto che nel linguaggio d’arte non può esserci vera poesia se l’invenzione non coincide col valore originario dell’etimo latino. Scopro, dietro l’illusoria mimesi, l’autentica consistenza. Renato Civello
Quando il mare investe le pietre pastello su tavola, cm 80x80
Collina pastello su tela, cm 70x60
Costa dâ&#x20AC;&#x2122;Amalfi pastello su tavola, cm 80x80
Profumo di lavanda pastello su tela, cm 40x60
Campo di papaveri pastello su tela, cm 50x70
Foschia sul lago pastello su tela, cm 75x120
Terra di sangue pastello carta, cm 50x70
Campo di lavanda pastello su tela, cm 80x80
Come un antico guerriero pastello su carta, cm 40x50
Lungo il viottolo pastello su carta, cm 40x50
Visione aerea pastello su carta, cm 79x63
Il solitario pastello su carta, cm 55x35
Tra verde e rovi pastello su tela, cm 50x28
Provenza pastello su tela, cm 50x50
Trasparenze pastello su tela, cm 50x50
Un ciuffo di verde pastello su carta, cm 40x50
Caletta pastello su carta, cm 40x50
Quando il giallo impazza pastello su carta, cm 30x40
Colline gialle pastello su tela, cm 26x60
Carlo Cordua è nato a Napoli nel 1963. L’approdo alla pittura è stata la maturazione di un lungo processo alla ricerca di paesaggi incontaminati e fermi nel tempo. La matrice napoletana della sua formazione non trova spazio nelle sue opere. Tranne che per la presenza di quella luce, solare e piena, più che mediterranea, che investe il paesaggio e circola nel pigmento del colore. Ha esposto nelle maggiori città d’Italia, oltre che in Belgio, Spagna, Argentina, Canada e Francia. Pittore di forte suggestione e sicuro talento, Cordua ha legato la sua fortuna anche alla tecnica del pastello, nella quale, riconosciuto maestro, non ha concorrenti. Suoi pastelli sono infatti presenti nei musei di Budapest, Wesprem, Cracovia, Pitest e Montreal. Lavora in uno studio isolato e segreto che si apre su un giardino di aranci e limoni.