COMUNICATO STAMPA
Sempre più MoRE: le nuove acquisizioni! A MUSEUM OF REFUSED AND UNREALISED ART PROJECTS Domenica 1° Luglio www.moremuseum.org
Domenica 1° Luglio: a soli tre mesi dall'inaugurazione, MoRE - A Museum of Refused and Unrealised art project - arricchisce la sua collezione attraverso l'acquisizione di tre nuovi progetti non realizzati firmati da Davide Bertocchi, Debora Hirsch e Paolo Scheggi. "Si tratta di artisti molto diversi tra loro" dichiarano gli ideatori di MoRE, Elisabetta Modena e Marco Scotti "che grazie all'eterogeneità della loro poetica arricchiscono una collezione che conta già oggi opere di nomi di spicco del panorama italiano e internazionale." La scelta è stata dettata dalla coerenza tra la progettualità di questi artisti e l'identità di MoRE, un museo esclusivamente digitale che raccoglie, conserva ed espone on-line progetti non realizzati di artisti del XX e XXI secolo. "Un museo delle idee", così lo definisce Davide Bertocchi, che dichiara inoltre: "Mi interessa l'idea di museo dell'irrealizzato perchè paradossalmente penso che le idee si realizzino già nel momento in cui le comunichiamo agli altri, a livello concettuale, e ovviamente il resto ne assicura una certa tangibilità, ma trovo che sia sempre un passaggio successivo." Obiettivo principale del museo è la conservazione e la fruizione di materiali ritenuti finora marginali nel sistema dell'arte, ma che "hanno un valore ed una vita propria", come sottolineato da Debora Hirsch. "Penso alla bellezza e freschezza dei disegni preparatori di dipinti, modelli in scala o minute descrizioni corredate da disegni. L’idea di un museo virtuale e non fisico piace perché facilita il coinvolgimento dei visitatori con il museo, le sue opere e la comunità stessa." Una parte rilevante dell’attività di MoRE consiste anche nel promuovere la ricerca e lo sviluppo di un dibattito critico sul non realizzato, favorendo partecipazioni esterne con enti e istituti nazionali e internazionali coinvolti nel progetto stesso. In questo ambito MoRE ha partecipato di recente ad un ciclo di incontri curato da Alessandro Laita, in collaborazione con Chiaralice Rizzi e con il supporto della Fondazione Bevilacqua La Masa, intitolato Spaccherò questo schermo che mi rappresenta e ne uscirò, perché solo io rappresento me stesso, durante il quale sono stati approfonditi i concetti di crisi, "fallimento" ed errore del processo artistico e tematiche che sfidano le certezze della pratica artistica ponendosi nell'orizzonte del rifiuto. Con l'ingresso nella collezione di un'opera non realizzata di Paolo Scheggi – il Cannocchiale ottico percorribile progettato per la Triennale milanese del 1968 - MoRE prosegue inoltre il percorso di acquisizione di progetti storici iniziato con Ugo La Pietra. La presentazione delle acquisizioni di nuovi progetti entrati a far parte della collezione proseguirà a inizio autunno accanto alla presentazione di mostre e nuovi contributi critici.
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Biografie Artisti Davide Bertocchi è nato a Modena, Italia nel 1969. Dal 1988 al 1993, ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto Alberto Garutti, e il suo insegnamento ha avuto una grande influenza sullo sviluppo del suo lavoro futuro. Nel 1996, dopo un breve periodo a New York e Los Angeles, si trasferisce in via Fiuggi a Milano, “cantina” trasformata in spazio di lavoro e vita comune, con molti artisti contemporanei come Diego Perrone, Giuseppe Gabellone, Debora Ligorio, Sara Ciraci, Simone Berti, Stefania Galegati, Ettore Favini e Lara Favaretto, esperienza che diviene punto di partenza di una nuova e dinamica scena artistica milanese. Durante questo periodo Bertocchi ha lavorato come assistente alla galleria Massimo De Carlo. Nel 2000 è stato scelto come uno dei 10 artisti italiani per lo Studio Program al PS1MoMa di New York. Nel 2002 è stato un artista in residenza presso il National Contemporary Art Centre Villa Arson, Nizza, Francia. Dal 2003 al 2004 ha partecipato al programma di residenza "Le Pavillon" al Palais de Tokyo, Parigi. Attualmente vive e lavora a Parigi. Debora Hirsch è nata a San Paolo il 19 agosto 1967. Si è laureata in Industrial Engineering al Politecnico dell’Università di San Paolo e ha conseguito un Master in Business Administration all’Università Luigi Bocconi di Milano. Nel 1999 ha cominciato la sua carriera artistica, partecipando a mostre individuali e collettive come: Stories, 2010, presso School Gallery, Parigi; It is Not Lichtenstein, 2010, Galleria Flora Bigai, Pietrasanta; Framed, 2009, VM21 Arte Contemporanea, Roma;Debora Hirsch BR-101, 2008, testo di Gabi Scardi, Fondazione Adriano Olivetti, Roma;So What, 2006, curata da Danilo Eccher, Galleria Flora Bigai, Venezia e Pietrasanta; Americanlifetime, 2004, Galleria VM21 Arte Contemporanea, Roma; BR-101, 2004, Galleria 404 Arte Contemporanea, Napoli;VideoWindows, 2003, testo di Cristiana Perrella, Gabi Scardi e Mariarosa Sossai, Stefan Stux Gallery, New York (USA); Debora Hirsch, 2002, testo di Gianni Romano, Galleria Antonio Colombo, Milano. Quest'anno le gallerie EFFEarte di Milano e Bernice Steinbaum Gallery di Miami le hanno dedicato una personale. Vive e lavora tra Milano e San Paolo. Paolo Scheggi nasce a Firenze nel 1940, muore a Roma nel 1971. Nell’arco di un decennio “lungo” (1958-1971) la sua ricerca attraversa diversi campi del sapere e discipline differenti, dalle arti visuali all’architettura alla moda, dalla poesia alla performance urbana e teatrale per approdare ad una riflessione concettuale e metafisica. A Milano dal ‘61, entra in contatto con il gruppo attorno ad Azimuth e i primi esponenti dell’arte programmata, mentre Lucio Fontana, fin dal ‘62, ne segue la ricerca con attenzione. Nel 1964 Carlo Belloli lo ascrive tra i 44 protagonisti della visualità strutturata, nel ‘65 è ascritto da Dorfles tra gli esponenti della Pittura Oggetto; nello stesso anno entra nel movimento di Nove tendencije e stringe contatti internazionali. Fondamentale la direzione architettonica e ambientale che la sua ricerca intraprende dal 1964, lavorando e confrontandosi con Nizzoli Associati (Mendini, Oliveri, Fronzoni) con Bruno Munari (Sala del Cinema Sperimentale, Triennale milanese del 1964) e sfociando nella Intercamera plastica ideata dalla fine del 1966 e presentata a Milano alla Galleria del Naviglio nel gennaio del 1967. Dal 1968 la sua indagine si apre in direzione teatrale e performativa, affrontando il superamento dello spazio tradizionale della scena e della galleria ed estendendosi nella città. Gli ultimi due anni lo vedono impegnato in una ricerca concettuale che si conclude con i Sette spazi recursivi autopunitivi (non realizzati), i seiprofetiperseigeometrie e l’ambiente Ondosa, ancora da indagare nella loro complessità. Presente alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966, del 1972, del 1976, del 1986, Scheggi espone nelle principali manifestazioni artistiche del tempo, da Parigi a Buenos Aires, da New York ad Amburgo, da Düsseldorf a Zagabria. * CONTATTI press@moremuseum.org ; info@moremuseum.org www.moremuseum.org www.facebook.com/MoreMuseum