Enti locali vs partecipazione

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«Senza istituzioni comunali una nazione può darsi un governo libero ma non ha lo spirito della libertà» (Alexis de Tocqueville)


Nel nostro sistema costituzionale delle autonomie il Comune è rappresentato come l’ente naturale e necessario che «precede» ogni altra istituzione


«La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato»

art. 114 cost.


Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, curandone gli interessi e promuovendone lo sviluppo. L’art. 3 TUEL gli attribuisce autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa nonché – nell’ambito dello statuto, del regolamento e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica – di autonomia impositiva e finanziaria.

In particolare: il principio di sussidiarietà ne è una


Comune vs Regione Comune: ente con funzioni amministrative Regione: ente di legislazione e di programmazione


Forma di governo misto contiene elementi di presidenzialismo (elezione popolare diretta del Sindaco) e di parlamentarismo (mozione di sfiducia verso il Sindaco da parte del Consiglio comunale)


1.Funzioni 2.Organi


Funzioni Competono al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano popolazione e territorio comunale. - Servizi alla persona e alla comunitĂ , - Assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico. Il Comune svolge anche funzioni amministrative per servizi di competenza statale, quali, ad esempio, i servizi elettorali o quelli di stato civile e anagrafe.


Organi Sono: il Sindaco, la giunta comunale e il consiglio comunale. Il Sindaco è il capo dell’ente con poteri di rappresentanza e di guida politica (art. 50 TU). (ufficiale di governo + poteri di ordinanza) La Giunta è l’organo collegiale che collabora con il Sindaco nell’attuazione del programma attraverso l’assunzione di atti di proposta al Consiglio o di esecuzione degli atti di quest’ultimo (artt. 47 - 48 TU). Il Consiglio comunale è per eccellenza l’organo della rappresentanza politica che si esprime, attraverso atti di indirizzo di natura generale e normativa, oltre che di controllo, attraverso gli istituti di sindacato dell’attività dell’Amministrazione tipici dell’esperienza parlamentare (art. 42 TU).


Organi


I Comuni, come gli altri enti territoriali, ‘hanno risorse autonome’ in quanto - art.119 cost. - dispongono di tributi ed entrate proprie e partecipano al gettito fiscale erariale. Le risorse derivate da queste fonti devono consentire di svolgere le funzioni pubbliche di cui sono istituzionalmente titolari. Le entrate in bilancio è ordinata in titoli, categorie e risorse. La spesa è ordinata in titoli, funzioni, servizi ed interventi.


Il principio di distinzione tra politica e amministrazione 107-109 TU e 97 cost. La potestà di indirizzo politico e di controllo sull’attuazione dell’indirizzo è tipicamente di pertinenza degli organi di governo. La potestà dell’attuazione dell’indirizzo politico e della scelta degli strumenti tecnici, finanziari e giuridici è esclusiva dei dirigenti, che la esercitano mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo


Il principio di distinzione tra politica e amministrazione 107-109 TU e 97 cost. Ai dirigenti spetta l’attuazione di tutti i compiti di cui agli artt. da 107 a 111 TU, compresa l’adozione degli atti e dei provvedimenti di rilevanza esterna all’amministrazione, quali ad esempio: - approvazione e la stipula dei contratti, - rilascio di autorizzazioni, - approvazione di progetti di lavori pubblici, - emanazione di ordinanze o di provvedimenti sanzionatori Sempre i dirigenti sono direttamente responsabili, in via esclusiva, in relazione agli obiettivi dell’ente, della correttezza amministrativa, della efficienza e dei risultati della gestione (PEG e PERFORMANCE)


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e societĂ Il governo locale, sebbene non riconducibile ad una forma definita, si presenta però come un modello “apertoâ€? per gli ampi spazi consentiti a Comuni e Province in tema di partecipazione popolare dei singoli cittadini e delle libere forme associative.


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e società L’art. 8 del TU dispone che i Comuni con norme disciplinate dai propri statuti valorizzino le libere forme associative i soggetti portatori di interessi diffusi nella Comunità locale e ne promuovano le attività. «valorizzare» e «promuovere» «riconosce e promuove le autonome locali» da parte dello Stato richiamato dall’art. 5 Cost. e a sua volta collegato al «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo» dell’art. 2 Cost.


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e società Secondo comma dell’art. 8 TU  afferma, o meglio ribadisce, il principio fondamentale della partecipazione al procedimento amministrativo. Terzo comma dell’art. 8 TU  riconosce all’autonomia statutaria un ampio margine di intervento nella scelta delle forme di consultazione della popolazione, che comunque obbligatoriamente devono essere previste, allo scopo di assicurare la migliore tutela degli interessi collettivi.


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e societĂ


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e società La partecipazione popolare rappresenta perciò l’elemento costitutivo del processo decisionale degli enti locali. La scelta amministrativa, come prodotto dell’indirizzo politico, diviene quindi il risultato di un confronto costante tra organi istituzionali e istituti di democrazia diretta che, in misura più o meno penetrante, incidono sulle scelte e sui loro contenuti. La responsabilità formale della decisione è pur sempre imputata all’organo di governo competente, ma sostanzialmente è - o può essere - il risultato di quell’incontro di volontà


Il principio di distinzione dei rapporti tra politica e societĂ https://www.comune.carovigno.br.it/amministrazione/ente/statutocomunale/item/statuto-comunale


Responsabilità consigliere e assessore 77 – 87 TU La scelta amministrativa, come prodotto dell’indirizzo politico, diviene quindi il risultato di un confronto costante tra organi istituzionali e istituti di democrazia diretta che, in misura più o meno penetrante, incidono sulle scelte e sui loro contenuti. La responsabilità formale della decisione è pur sempre imputata all’organo di governo competente, ma sostanzialmente è - o può essere il risultato di quell’incontro di volontà.


Responsabilità consigliere e assessore Il principio contenuto nell’art. 77, TU, e la sua relativa operatività comportano la conseguenza che, sebbene la norma abbia quali destinatari solo gli amministratori locali, l’obbligo di astensione, in quanto espressione dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa derivanti dall’art. 97 Cost. Ne deriva, pertanto, che la regola generale sia quella che l’amministratore debba astenersi al minimo sentore di conflitto di interessi, reale o potenziale che sia.


Responsabilità consigliere e assessore a) L’obbligo di astensione dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di parenti o affini sino al quarto grado. b) L’obbligo di astensione per i componenti delle giunte dall’esercitare attività professionale in materia edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato c) Il divieto per il Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri di ricoprire incarichi e assumere consulenze presso enti ed istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo ed alla vigilanza del Comune (art. 78, commi 2, 3, 4, 5, TU).


Gli atti del governo comunale Il comma 2 dell’art. 114 della Costituzione afferma che i Comuni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione L’autonomia cui fa riferimento la Costituzione è sia politica, in quanto il Comune è la forma politica che governa la Comunità locale in conformità al principio dell’art. 5 della Costituzione stessa: “La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali ...”, sia normativa ed ha per atto centrale lo statuto.


Gli atti del governo comunale Il Comune è perciò un ente pubblico dotato di autonomia politica che esercita mediante emanazione di atti amministrativi e regolamentari (artt. 6 e 7, TU), nell’ambito delle proprie competenze finalizzate alla cura degli interessi e dello sviluppo della sua Comunità (art. 3, comma 2, TU). In proposito il TU (art. 3, comma 4) afferma che il Comune ha autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria nell’ambito del proprio statuto, dei regolamenti e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica.


Gli atti del governo comunale Lo statuto Nell’ordinamento degli enti locali l’autonomia normativa si esplicita in primo luogo con lo statuto, che “nell’ambito dei principi fissati dalla legge”(art. 6, comma 2, TU) stabilisce le norme fondamentali per l’organizzazione dell’ente, determina le attribuzioni degli organi, l’ordinamento degli uffici e dei servizi pubblici, le forme della collaborazione fra Comuni e Province, le forme della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni ed ai procedimenti amministrativi. Dal punto di vista giuridico lo statuto è un atto normativo recante essenzialmente norme di principio da attuare con successivi regolamenti e singoli provvedimenti.


Gli atti del governo comunale Nella gerarchia delle fonti perciò esso ha natura secondaria rispetto alle norme primarie della legge e degli atti aventi forza di legge. Tuttavia esso è per Costituzione atto necessario (art. 114) collocabile rispetto ai regolamenti in una posizione differenziata sia in ragione dei suoi contenuti sia per la particolare procedura richiesta per la sua approvazione, che lo rende “resistenteâ€? alle modifiche che si volessero apportare con semplici regolamenti.


Gli atti del governo comunale


Gli atti del governo comunale Regolamenti, atti generali e provvedimenti amministrativi In posizione subordinata alla legge e allo statuto sono i regolamenti, il TU all’art. 7 afferma che: «Nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dello statuto” il Comune adotta “regolamenti nelle materie di propria competenza ed in particolare per l’organizzazione e il funzionamento delle istituzioni e degli organismi di partecipazione, per il funzionamento degli organi e degli uffici e per l’esercizio delle funzioni».


Gli atti del governo comunale I regolamenti sono approvati dal Consiglio comunale e sono atti che pongono norme generali e astratte (esempio il regolamento edilizio), le sue norme sono destinate a valere a tempo indeterminato fino a quando non vengono abrogate. Al contrario gli atti generali si rivolgono a destinatari non determinabili a priori, ma determinabili a posteriori, in sede di sua attuazione (esempio bando di gara per un concorso, un appalto, programma di lavori pubblici, piano regolatore, piano dei servizi sociali).


Gli atti del governo comunale La cosiddetta “autoamministrazione” Da oltre un decennio sono entrati a far parte del nostro ordinamento istituti, finalizzati a semplificare l’attività dell’Amministrazione, anche attraverso forme di liberalizzazione, ed atti di natura privata che sostituiscono l’atto amministrativo. Tale atto sostitutivo è stato principalmente individuato dall’art. 19 della legge 241/90 nella denuncia di inizio di attività. Ora anche per interventi edilizi.


Gli atti del governo comunale Delibera La delibera è l'atto tipico con cui il Consiglio comunale e la Giunta amministrativa assumono le loro decisioni nelle materie di competenza. In particolare, sono approvati con deliberazione i bilanci dell'ente, i regolamenti e gli strumenti di pianificazione (ad esempio i piani regolatori generali), il cui testo viene allegato alla deliberazione stessa "per farne parte integrante e sostanziale". Tutte le delibere sono soggette all’affissione all’albo pretorio per quindici giorni. Di regola, esse divengono esecutive dopo tale periodo di pubblicità a meno che non sono dichiarata “immediatamente esecutive” al momento della loro approvazione.


Gli atti del governo comunale Ordinanze del sindaco Le ordinanze, sono provvedimenti tipici per mezzo delle quali il sindaco, nella sua funzione di capo dell’amministrazione locale e di ufficiale di Governo, fa sorgere, in capo a uno o più soggetti, un determinato obbligo di fare o di non fare, pena l’applicazione delle sanzioni in essa stessa Ordinanze normali: sono adottate dal sindaco nell’esercizio di funzioni attribuitegli dalla legge Ordinanze di urgenza: hanno un contenuto predeterminato e, come le precedenti, sono in linea con il principio di legalità  precisi eventi già preventivamente individuati dal legislatore (come esempio in caso di calamità naturali, epidemie e frane); Ordinanze contingibili ed urgenti: a differenza degli altri provvedimenti esaminati non hanno un contenuto predeterminato dal legislatore; hanno in comune con le precedenti il presupposto dell’urgenza ma il tipo di azione da realizzare è discrezionalmente determinata dall’autorità pubblica.


Gli atti del governo comunale Decreto del sindaco Il sindaco può adottare altre manifestazioni di volontà attraverso altri provvedimenti amministrativi diversi dai vari tipi di ordinanze. Generalmente si tratta di atti finalizzati al buon funzionamento della macchina amministrativa, sono i decreti. Per mezzo del decreto, ad esempio, nomina i responsabili degli uffici e dei servizi, attribuisce gli incarichi ai dirigenti e quelli di collaborazione esterna, provvede alla nomina, designazione e revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni.


Gli atti del governo comunale Determina Le determine sono gli atti amministrativi tipici con cui i dirigenti assumono le decisioni necessarie per realizzare gli obiettivi affidati dalla Giunta. Con le determinazioni, che possono avere o meno rilevanza contabile, i dirigenti impegnano l'amministrazione verso l'esterno. Le determinazioni vengono affisse all’albo pretorio per 10 giorni.


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