Movimento Domenicano del Rosario Spedizione Abb. Post. - Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Bologna - Anno XXXII - n. 3 - III trimestre
provincia “S. Domenico in Italia”
RIVISTA DI COLLEGAMENTO PER I PELLEGRINI, I DEVOTI E GLI APPARTENENTI LE ASSOCIAZIONI ROSARIANE
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ROSARIUM
LETTERA DEL PROMOTORE
Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario
Gentilissimi lettori, Proprietà: Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae Piazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA
Direttore Responsabile Orazio D’Amato
Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici
Anno 32°- n. 3 finito di stampare il 30 luglio 1999 postalizzato il 25 agosto 1999
dopo la pausa estiva, con questo numero che dovrebbe giungerVi nel mese di settembre, ci vogliamo preparare alla celebrazione di un altro momento forte per la devozione mariana e la pia pratica del s. Rosario: il mese di ottobre! Ed è proprio per quest’ultimo mese di ottobre del millennio che voglio formularVi la proposta che verrà esposta nell’articolo pubblicato nella pagina successiva. Spero vivamente che questa possa incontrare il Vostro interesse affinché il nuovo millennio ci veda tutti desiderosi ed impegnati nell’accogliere Colei che, facendosi pellegrina, desidera contagiarci con il Suo “clima”... In attesa delle Vostre telefonate per concordare insieme le modalità di questa iniziativa, invoco su tutti la materna protezione della Mamma Celeste e Vi saluto Fraternamente. P. Mauro o.p.
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SOMMARIO
Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Amministrazione: Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 e-mail movrosar@tin.it CCP. 22977409 Direttore amministrativo: P. Mauro Persici o.p. tel. 0521829903 - 3355938327 Collaboratori: P. Riccardo Barile o.p. P. Pio Bazzi o.p. P. Bernardo Gianluigi Boschi o.p. P. Paolo Calaon o.p. P. Giovanni Cavalcoli o.p. P. Roberto Coggi o.p. P. Paolo Gerosa o.p. P. Pietro Lippini o.p. P. Marcolino Muraro o.p. Paolo Riso Tiziana Tittarelli
Lettera del Promotore
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La nostra proposta per il Giubileo se le montagne non si muovono ...
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Il beato Bartolo Longo
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Ti basta ciò che sai? La “Catachesi sulla Vergine” (parte I)
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Il rosario e gli angeli
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Lo conoscevate? fra Girolamo Savonarola (parte II)
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25 anni di “moto perpetuo”
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Fontanellato
sospinti, motivati, concentrati
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Loro Piceno
che gioia!
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Rescaldina
qualcuno si è impressionato
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Pelingo
non solo nelle case, ma anche nelle chiese
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Marotta
non viene mai da solo ...
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Bolzano
da cosa ... nasce cosa
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Archimede cercava una “leva per sollevare il mondo” ...
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Nuovi iscritti
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Pagina della riconoscenza
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La nostra proposta per il Giubileo: se le montagne non si muovono ... la Madonna si fa pellegrina
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pesso nei nostri cuori dimorano delle vere e proprie “montagne” che ci allontanano da Dio. Sono “montagne” non solo di miseria, ma d’indifferenza, indelicatezza, e soprattutto d’orgoglio, durezza e ribellione. Queste “montagne” pesano sulla nostra vita: è il peso del peccato in noi, che ci schiaccia e ci opprime. Non le vediamo e ... non le vogliamo vedere. Se, nella migliore delle ipotesi, ne abbiamo un certo presentimento, spesso non abbiamo la voglia di toccarle nemmeno con un dito. Ma se le montagne non si muovono ... Dio ha una tattica: ci invia Maria. Come una volta ha fatto per sua cugina Elisabetta, la Madonna si mette ancora oggi “in viaggio” perché tutti possano conoscere l’intensità dell’amore di Dio, e siano da esso convertiti. Lo fa, sostanzialmente, in due modi: di sua iniziativa, vedi le sue innumerevoli apparizioni, e per opera di suoi “apostoli”, cioè uomini e donne che ancora oggi si muovono per far rivivere innumerevoli “visitazioni”, dove Maria porta Gesù e viene a provocare nuove meraviglie di grazia. I figli di S. Domenico sono “custodi” di un’arma - come la chiamava il Beato Bartolo Longo - che costituisce un “pericolo” per i cuori duri perché li chiama alla conversione: è il Rosario. Così come una volta faceva il Beato Bartolo Longo, per i luoghi più sperduti del suo paese, anche oggi, siamo invitati a fare altrettanto. Inoltre in tutta la Chiesa ci si sta preparando alla celebrazione del Grande Giubileo del 2000, con iniziative straordinarie. Un grande movimento si sta espandendo in tutti luoghi della cristianità, in occasione del Giubileo. Per questi motivi, dal mese di ottobre di quest’anno, alle soglie del Grande Giubileo, e rispondendo alle attese di molti, partirà la “peregrinatio Mariae”: Maria che si fa pellegrina per visitarci e “bussare” alle porte del nostro cuore, delle nostre famiglie, dei nostri gruppi, delle nostre comunità. Con questo fine, il Movimento del rosario ha fatto preparare 4 statue di 60 cm ispirate ad un quadro del Guercino che si trova a Torino nella chiesa di S. Domenico -
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Foto della statua: per chi lo desidera è possibile acquistarla su ordinazione
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raffiguranti la Beata Vergine Maria nell’atto di consegnare il Rosario a S. Domenico e a S. Caterina da Siena. Le statue benedette saranno “affidate” a uno o a più responsabili per ogni regione della nostra Provincia religiosa, i quali si incaricheranno di custodire l’immagine della Vergine del Rosario, e diffonderne la venerazione e il culto. Infatti questi “responsabili di regione”, in accordo con il responsabile del Movimento del Rosario, e comunque con i locali parroci, dovranno far sì che la statua della Madonna loro affidata sia portata ovunque possibile o dove ne sia fatta richiesta: nelle chiese, nelle parrocchie, nelle comunità, dagli ammalati, dagli anziani, nei gruppi e soprattutto nelle famiglie. E’ la famiglia il “luogo” dove la Vergine desidera entrare, perché si ritorni a pregare il rosario nelle famiglie, e da qui si diffonda ovunque. S. Domenico trascorreva le notti a pregare Dio chiedendosi: “Che ne sarà mai dei peccatori?”. Questo grido e questa preghiera è ciò che anima la “peregrinatio Mariae”. Essa sarà così come un forte invito alla conversione perché -nella povera offerta di tutta la nostra miseria- crollino le montagne, le difese, le mura di arroganza, presunzione ed egoismo dietro le quali ci si nasconde e protegge dall’invasione di Dio nella nostra vita. Al “movimento” che Dio, attraverso sua Madre, desidera donare alla nostra vita, corrisponderà il “movimento” che si creerà attorno alla “visita” di Maria. Come una volta a Cana di Galilea, la Vergine ha creato “scompiglio” per la sua richiesta, così anche oggi. Non si può desiderare di essere visitati dalla Vergine se non accettando lo “scompiglio” che Lei stessa vuole suscitare nella nostra vita, per operare in noi meraviglie di grazia. Perciò, essere visitati dalla Vergine, accettando che la Sua immagine entri nei nostri luoghi, significa: 1. desiderare che nasca o si rafforzi, attorno alla Vergine un “movimento” di preghiera e meditazione. Infatti una famiglia o una comunità che, accogliendo Maria, mettono a disposizione non solo i loro cuori ma anche i loro ambienti fanno di questi dei luoghi di preghiera privilegiati del rosario di Maria. 2. Accettare che, nel periodo in cui viene ospitata la statua della B. Vergine, sia rivoluzionato e “scombussolato” il ritmo della propria vita, uniformandolo al movimento che la Madonna stessa, con la sua presenza, susciterà. Nel periodo in cui la statua della Vergine sarà “ospite” in un luogo, a tutti coloro che lo desidereranno sia veramente data la possibilità di andare a pregare. Quando Gesù era ospite di una casa, tutti andavano da Lui. Così quando la Vergine Maria, che
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si fa “pellegrina” viene a visitarci, a tutti sia data la possibilità di rispondere al suo desiderio e al suo invito: quello di andarla a visitare per sostare in preghiera affinché operi le meraviglie di grazia di cui è dispensatrice. Per farvi meglio comprendere tutto questo, vi faccio alcuni esempi. Quando in una famiglia entra un ospite importante non lo si lascia mai solo, nemmeno un istante. A maggior ragione se intuiamo che l’ospite ha delle cose importanti da dirci. Se poi nella nostra casa vive un familiare che è malato o soffre, tutti spontaneamente intuiamo che più si sta accanto a lui, più lui è felice. In entrambe queste situazioni, la vita della famiglia è rivoluzionata, gli impegni saltano, e tutto “gira” attorno alla visita dell’ospite, o alle esigenze dell’ammalato. E’ proprio questo il significato della “visita” di Maria in una casa: la preghiera e la meditazione saranno come “l’aria” che si respira. Tutto girerà attorno a Lei. Ho letto di una bambina, Cristiana, che è morta a causa di un grave incidente che l’aveva completamente sfigurata. Da quel momento, tuttavia, anche se sfigurata, la bellezza della sua anima e della sua santità si “irradiava” dal suo corpo. E così tutti andavano al suo capezzale con una “processione” interminabile di giovani, bambini, adulti. A tutti lei diceva una parola e donava una piccola luce. Così la visita di Maria nella nostra casa: sia il centro di un “movimento” incessante, una processione interminabile di “pellegrini” che cercano la “Vergine pellegrina”, e Le chiedono grazia e luce. Se ci lasciamo prendere da questo movimento, nessuno se ne andrà via senza che la Vergine abbia parlato al suo cuore... al termine della “visita” di Maria si sentirà spontaneamente il desiderio di continuare, come quando si è ascoltata una musica meravigliosa, non si ha che un desiderio: quello di riascoltarla ancora. La sua “visita” sarà un po’ come portare una scintilla, perché il fuoco si accenda e continui ad ardere anche dopo la sua venuta. Sembra un follia? La Beata Vergine ne ha fatte tante di “follie”, e continua a farle. Pregare la Madonna significa non solo fare delle “follie” per lei, ma ... amare la “follia” divina alla quale Lei ci invita. La “follia” del Cielo ... P. Paolo Maria Calaon o.p. E tu ... vuoi fare delle “follie” per la Madonna? Vuoi rispondere al suo invito, e alla sua visita? Vuoi essere tra coloro che La accolgono nella sua casa perché diventi una “casa di preghiera”, un piccolo centro di irradiazione del Rosario? Per offrire la tua disponibilità o per ogni informazione al riguardo, puoi metterti in contatto con P. Mauro (0335-5938327).
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IL BEATO BARTOLO LONGO (1841-1926)
Fondatore del santuario di Pompei Apostolo del Rosario Nella prima domenica di ottobre in tutte le chiese viene solennemente recitata la cosiddetta “Supplica alla SS. Vergine del Rosario di Pompei”. Fu composta dal beato Bartolo Longo, terziario domenicano, in occasione della consacrazione del santuario rosariano di Pompei da lui voluto. Nelle prime edizioni di essa si leggeva questa invocazione: “Benedite l’Ordine Domenicano e in modo speciale il Terz’Ordine che ha eretto a Pompei la vostra casa”. Con questo articolo vogliamo ricordare ai membri della Famiglia Domenicana questo nostro grande confratello, del quale ricorre la memoria liturgica il 6 ottobre.
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l Santuario di Pompei, dedicato alla Madonna del Rosario, è l’opera più grandiosa dell’Avvocato Bartolo Longo di Latiano, in provincia di Brindisi, un laico apostolo del nostro tempo che, con la parola e gli scritti, promosse con ogni sforzo e diffuse il culto e la devozione mariana. “L’uomo della Madonna” come giustamente lo definirà Giovanni Paolo II, il 2610-1980, durante la solenne beatificazione in S. Pietro, diverrà effettivamente, nelle mani della Vergine Maria, lo strumento privilegiato per realizzare una vasta opera di evangelizzazione e promozione umana. Per amore della Madonna sarà infatti scrittore, testimone del Vangelo, questuante, missionario del Rosario. E proprio con il Rosario, popolarmente definito “il salterio di Maria” e “la scala del cielo”, scriverà la pagina più bella, quando in un’area di miseria, di ignoranza e di paura come era Pompei nella seconda metà del XVIII sec., farà sorgere il grande santuario mariano nel 1875, al centro di uno straordinario complesso educativo e culturale con molto anticipo sui tempi. In un contesto drammatico, qual era appunto la situazione desolante della Valle di Pompei, un pugno di terra abitata da ladri e sopraffattori, capì che le armi necessarie per una vera rivoluzione delle coscienze erano, oltre alla catechesi, l’incontro con il Vangelo di Gesù, la celebrazione dei sacramenti, in particolar modo della S. Messa, l’adorazione eucaristica, la diffusione e la recita del Rosario da parte di apostoli convinti ed entusiasti. E qui non si può fare a meno di ricordare la figura del domenicano P. Alberto Radente, che gli trasmise convinzioni religiose profonde e un forte e tenero amore al Rosario, da diffondere nelle parrocchie e nei chiostri di Napoli, tra i ceti nobili e rurali, nei sodalizi dei Terziari e nelle Confratemite disseminate nelle zone vesuvia-
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ne, nei rioni della città e nelle isole del Golfo. Nell’antica città degli idoli pagani, il figlio di S. Domenico svolse un arduo e costante apostolato. Infatti al suo sopraggiungere a Pompei nel 1872 e con la collaborazione di uomini e donne, tutti uniti nella Regola del Terz’Ordine, sotto la sapiente guida del P. Radente, loro maestro di spirito, tutto rinasceva a nuova vita cristiana. Le opere sociali sorte via via accanto al Santuario sono una eloquente testimonianza di carità del Beato, per i più svantaggiati e gli ultimi della società. La nuova Pompei, infatti, sorgerà attorno al Santuario come una cittadella di opere educative, culturali ed assistenziali, che sanno ancora oggi di miracolo, segno della rinascita morale, spirituale e comunitaria della città. “Chi propaga il Rosario è salvo” soleva ripetere spesso Bartolo Longo: insegnare questa preghiera si rivelerà subito per lui una catechesi in azione, anzi costituirà l’ambito logico di ogni sua catechesi, dal momento che il Rosario è un compendio di tutta la storia della salvezza, un viaggio dentro le meraviglie di Dio, con Cristo in primo piano e con Maria intimamente e indissolubilmente legata a lui, nel compito di Madre universale della salvezza e di Regina della Chiesa trionfante e militante. Raccolta attorno al quadro della Vergine del Rosario, la gente non rimaneva insensibile alla Parola di Dio, ma ascoltava, si avvicinava ai Sacramenti, recitava il S. Rosario, cominciava ad aprirsi alla grazia e all’amore verso la Madre del Signore. Il popolo avvertiva la presenza di Maria, anzi sotto la spinta del suo benefico apostolato, convalidato puntualmente da numerosi prodigi da parte della venerata Immagine, Pompei divenne ben presto centro di irradiazione universale della devozione mariana. Quella di Bartolo Longo è forse la più straordinaria avventura moderna, di un laico che “evangelizzando e santificando gli uomini, e animando e perfezionando con lo spirito evangelico l’ordine temporale” (AA, 2), ha saputo orientare le ansie e
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le speranze di una società caratterizzata dall’indifferenza religiosa e sociale, puntando sui valori trascendenti della preghiera, dei sacramenti, dell’educazione cristiana, come mezzi di elevazione e di redenzione di larghe masse di poveri e di emarginati. Attraverso una costante catechesi sui misteri del Rosario, inculcava poi le verità della fede, per diradare le tenebre dell’ignoranza e dell’incredulità del suo tempo, offrendo così alle popolazioni del Meridione, assetate e affamate di Dio, il Vangelo di Gesù Cristo e la sua certezza. In questa ottica, acquista valore di testimonianza quello che dichiarò ad una delle sue figlie del S. Rosario di Pompei, la Congregazione fondata da lui stesso il 26 agosto 1897: “Io vi posso assicurare di me che se faccio qualche poco di bene, lo debbo tutto alla devozione del Rosario e per l’esperienza che tengo, vi accerto che il mio spirito è migliore o deteriore a seconda il fervore o meno fervore al Rosario”. In questa confessione c’è tutta l’anima semplice di bambino del più grande missionario del Rosario dei nostri tempi. Anche per noi la recita del Rosario deve portare ad un miglioramento dei costumi e ad un serio impegno di testimonianza nel mondo, dal momento che questa pratica rimane, per ogni generazione di anime, un elemento educativo basilare, nonché scuola di eccezionale importanza per la crescita della pietà popolare e della stessa santità. Il 5 ottobre 1926 il grande Cavaliere di Maria rendeva la sua anima a Dio dopo aver consumato tutte le sue energie fisiche e spirituali per la Regina del cielo. Sulle sue labbra le parole della Supplica, composta in occasione della solenne consacrazione dello stupendo Santuario, l’8 maggio 1891: “O Rosario benedetto di Maria. Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accenno delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei”. Con la penna, il cuore e il Rosario, Bartolo Longo ha insegnato a vincere da cristiani e a La modesta immagine della Madonna, donata a morire da santi. A noi tocca perciò imitarlo! Bartolo Longo dal suo direttore spirituale P. Salvatore Raho Alberto Radente O.P., la quale per lo zelo del beato divenne centro mondiale di devozione mariana
(Bollettino di S. Domenico, 5/93)
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TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU’? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.
La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Charles Journet
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Parte prima (continua) Dopo aver esaminato la maternità divina di Maria, il Card. Journet passa a trattare del momento dell’Incarnazione, e della maternità divina intesa come la causa di tutti i privilegi della Beata Vergine. Il momento dell’Incarnazione si è avuto il giorno dell’Annunciazione, la cui festa ricorre il 25 marzo. Si potrebbe dire, in un certo senso, che la festa dell’Annunciazione è la più grande dell’anno liturgico, più grande ancora del Natale, della Pasqua, della Pentecoste. Infatti il Natale commemora la semplice venuta alla luce di Gesù Bambino, che però esisteva già nel seno della Vergine Maria. La Risurrezione è certamente un avvenimento straordinario e meraviglioso, ma a ben pensarci, se Gesù era veramente il Figlio di Dio, del Dio vivente, che è la sorgente della vita, come poteva non risorgere? Ci sarebbe da meravigliarsi piuttosto del contrario. La Pentecoste poi non è altro che il compimento della Missione di Gesù. E’ logico che la Terza Persona della SS. Trinità porti a compimento l’opera della salvezza iniziata dalla Seconda. Tutto ha dunque radice in quel momento straordinario in cui il Verbo, la Seconda persona della SS. Trinità, unisce a sé una natura umana, si fa uomo. Questo è l’avvenimento decisivo; tutto il resto è una conseguenza. LA MISSIONE DIVINA
L’avvenimento di cui stiamo parlando è descritto da S. Paolo con le potenti parole della lettera ai Galati (4,4): “Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”. “Dio mandò”: che senso hanno queste parole? Se il Figlio di Dio è Dio, come può essere mandato dal Padre? Infatti essere mandati sembra indicare una dipendenza, una subordinazione. Il Figlio dunque dipende dal Padre? E’ subordinato al Padre? Sarebbe eretico pensarlo. E allora in che senso il Figlio è mandato? C’è poi una seconda difficoltà: il fatto di essere mandato (sottinteso “nel mondo”) sembra far pensare che prima il Figlio non fosse nel mondo. Ma essendo Dio, il Figlio era già nel mondo. Infatti Dio, da quando esiste il mondo, è in ogni parte del mondo, è in cielo, in terra, in ogni luogo. E allora, che cosa significa il fatto che il Figlio fu “mandato nel mondo”? S. Tommaso d’Aquino, il grande teologo medioevale, risolve così le due difficoltà: essere mandato, quando lo si dice del Figlio rispetto al Padre, implica soltanto origine, non dipendenza o subordinazione. Un po’ come quando diciamo che il fiore “manda” il profumo. Ciò significa soltanto che il profumo ha origine dal fiore. Quanto poi all’altra difficoltà, si
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dice che il Figlio è mandato nel mondo non perché prima non fosse presente nel mondo, ma perché con la missione comincia ad esistere nel mondo come incarnato, comincia ad essere presente come uomo. Qui sta la novità: prima era presente solo come Dio, adesso è presente anche come uomo. In questo senso il Figlio è “mandato”. LA RIVELAZIONE DELLA TRINITA’ Il momento dell’Annunciazione è di somma importanza anche perché è la prima rivelazione del mistero della SS. Trinità. Infatti in esso si manifesta il Padre, poiché l’Angelo parla del “Figlio dell’Altissimo”, e qui l’Altissimo è il Padre. Compare poi il Figlio, poiché è Lui che si incarna. Compare lo Spirito Santo; infatti l’angelo dice: “Lo Spirito Santo scenderà su di te”. Quindi possiamo dire che la Vergine Maria è stata la prima creatura umana che ha conosciuto il mistero della SS. Trinità. Possiamo dire che è stata la prima cristiana, poiché per prima ha conosciuto e accettato nella fede quelli che sono i due misteri principali della fede cristiana: la Trinità e l’Incarnazione.
IL CONSENSO DELLA BEATA VERGINE Il mistero dell’Incarnazione è dipeso dal consenso della Beata Vergine. Infatti Dio non forza mai le sue creature. L’angelo propone alla Vergine Maria la sua maternità divina, poi attende la sua risposta. Quale momento straordinario! Tutto il mondo rimane sospeso in attesa del sì di Maria. S. Tommaso d’Aquino ha un’espressione bellissima, che è stata anche ripresa nel Catechismo della Chiesa cattolica al n° 511: “Si attendeva il consenso della Vergine a nome di tutta la natura umana”. Maria santissima rappresentava la natura umana, natura chiamata a diventare misticamente la Sposa del Verbo nel mistero dell’Incarnazione. Infatti i Santi Padri e S. Tommaso d’Aquino hanno spesso visto il mistero dell’Incarnazione come il mistero delle mistiche nozze fra il Verbo eterno e l’umanità. Il Verbo aveva già dato il suo consenso decidendo l’Incarnazione. Mancava il consenso dell’altra parte, cioè dell’umanità. Ma l’umanità non poteva dare il suo consenso se non mediante un rappresentante. Questo rappresentante fu appunto la Beata Vergine Maria. Il momento dell’Incarnazione 08 - Quando la Santa Vergine è diventata Madre di Dio?
- Il giorno dell’Annunciazione, quando Dio le inviò l’Angelo Gabriele, in Nazareth, per dirle che stava per diventare la Madre del Salvatore.
09 - Cosa ha risposto la Vergine all’Angelo Gabriele? - “Io sono la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola” (Lc I,38) 10 - La Santa Vergine ha allora compreso quanto Dio l’amava? - Sì, poiché ella rispose: “Ecco che d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché l’Onnipotente ha fatto in me grandi cose” (Lc 48-49). La maternità divina causa di tutti i privilegi di Maria 11 - La Santa Vergine ha ricevuto altre grazie? - Sì, ma la grazia d’essere Madre di Dio è la causa di tutte le altre.
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COMMENTO “Io sono la serva del Signore, avvenga in me secondo la tua parola”. Con questa sua risposta all’angelo la Vergine Maria esprime il suo consenso all’Incarnazione del Verbo. Si tratta di un atto di obbedienza, di sottomissione a Dio, con cui Maria Santissima ripara la disobbedienza di Eva. E’ stato fatto notare che la parola AVE, cioè la prima del saluto angelico, non è altro che la parola EVA letta all’incontrario; è il nome di Eva capovolto. Infatti l’Annunciazione, con il sì di Maria, capovolge la situazione che si era determinata con il peccato originale: là Eva aveva disobbedito, qui Maria obbedisce. Là Eva era stata causa di morte, qui Maria è causa di vita. Molto più di Eva Ella quindi merita di essere chiamata “Madre dei viventi”. Un grande Padre della Chiesa del II secolo, S. Ireneo, ha messo bene in luce l’antitesi Eva-Maria. Sentiamo le sue parole: “Parallelamente troviamo Maria, la Vergine obbediente (...). Eva che disobbedì quando era ancora vergine (...) e divenne per sé e per tutto il genere umano causa di morte (...); Maria, che divenne con la sua obbedienza per sé e per tutto il genere umano causa di salvezza (...).Vi è una ripresa retroattiva di Maria rispetto a Eva. Infatti ciò che è legato non viene sciolto se non seguendo l’ordine inverso della legatura (...). Il nodo della disobbedienza di Eva fu sciolto dall’obbedienza di Maria; ciò che la Vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria lo sciolse con la fede”. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Ecco la vera umiltà. L’umiltà non consiste nel negare i doni (i talenti) ricevuti da Dio: sarebbe fare un torto al Creatore. L’umiltà consiste nel riconoscere che tutto viene da Dio. Quindi chi è più dotato deve essere più umile, poiché ha ricevuto di più. L’importante è riconoscere che tutto è dono. La grazia della maternità divina, scrive il Card. Journet, è la causa di tutte le altre grazie. E’ esattissimo. Infatti molti teologi, volendo trovare la spiegazione ultima di tutti i privilegi di Maria (Immacolata Concezione, Verginità, Assunzione ecc.), pensano che tutti tendano a far sì che Maria sia la “degna Madre di Dio”. Non soltanto la “Madre di Dio”, ma la “degna Madre di Dio”. Era ben giusto che il Verbo per incarnarsi si scegliesse una madre veramente degna di Lui! P.Roberto Maria Coggi o.p.
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IL ROSARIO E GLI ANGELI
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sentire parlare di angeli oggi molti sorridono, come se fosse una fiaba per bambini.Il mondo d’oggi, evoluto, tecnicizzato, emancipato si rifiuta di accettare l’esistenza degli angeli. E si pensa che questo sia un progresso: in realtà non è altro che una forma di materialismo piatto e volgare, che non è certo una scoperta del nostro tempo. Già fra gli antichi greci vi erano dei pensatori materialisti, i quali ritenevano che esistesse soltanto la materia (pensiamo agli atomi di Democrito). E anche ai tempi di Gesù. Leggiamo negli Atti degli Apostoli (23,8) a proposito dei Sadducei: “I Sadducei affermano che non c’è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose”. Il materialismo non è di oggi e non è un segno di progresso: anzi si potrebbe dire che il progresso scientifico va verso un superamento del materialismo.
Esistenza degli angeli Che possano esistere dei puri spiriti lo possiamo comprendere anche con il solo ragionamento, indipendentemente dalla fede. Pensiamo a noi stessi: noi siamo capaci di attività puramente spirituali. Noi formuliamo delle idee: l’idea di “casa”, per esempio. Quanto pesa l’idea
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di “casa”? Quanto è lunga, quanto è larga, di che colore è? L’idea è puramente spirituale. E ancora di più lo sono le idee di bontà, di bellezza, di giustizia, di diritto... Tutte realtà puramente spirituali che rivelano l’esistenza in noi di un principio immateriale, appunto l’anima spirituale (e quindi immortale). In noi però l’anima è unita al corpo, il principio spirituale è unito al principio materiale formando con esso una sola realtà: l’uomo. Ma non si vede perché non possano esistere degli esseri puramente spirituali. Lo spirito è più nobile della materia, e ciò che è più nobile non è detto che debba legarsi necessariamente a ciò che è meno nobile. La nostra ragione quindi ci mostra che non è affatto impossibile che esistano degli esseri puramente spirituali. Ma che questi esseri esistano davvero ce lo afferma con certezza e sicurezza la nostra fede: la Sacra Scrittura parla spessissimo degli angeli. E il magistero della Chiesa è intervenuto più volte con chiarezza su questo argomento. Il Concilio Lateranense IV dice: “Dio, con la sua onnipotente virtù, all’inizio del tempo ha creato dal nulla ambedue le creature, la spirituale e la materiale, l’angelica e la mondana, e infine l’uomo, composto di ambedue”. Il testo è ripreso dal Vaticano I. Paolo VI poi inizia così la sua professione di fede, pronunciata in piazza San Pietro il 29 giugno 1968: “Noi crediamo in un solo Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo dove trascorre la nostra vita fuggevole, e delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli, e creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.” Gli angeli dunque esistono, e ricordare l’esistenza di questi puri spiriti, pensare agli angeli, pregare gli angeli è quanto mai utile e consolante: ci ricordiamo così che non esiste solo questo mondo visibile, ma che esiste un altro mondo, più alto, più elevato, più bello, il mondo dei puri spiriti, e anche delle anime di quanti hanno lasciato questa vita e sono in attesa della risurrezione: i santi del cielo e le anime sante del Purgatorio.
La salutazione angelica Ora, il Rosario ci ricorda continuamente l’esistenza degli angeli. Basti pensare che il Rosario è essenzialmente la ripetizione (ripetizione contemplativa) dell’Ave Maria. Ma, l’Ave Maria è anche detta salutazione angelica, non essendo altro che il saluto dell’angelo. Ed è molto significativo che noi ci rivolgiamo alla Beata Vergine ripetendole le parole dell’angelo. Infatti, se riflettiamo bene, ci accorgiamo che alla vergine purissima, immacolata, senza macchia, Madre castissima, Madre inviolata, Madre intemerata, solo un angelo può rivolgersi degnamente. Noi dunque facciamo nostre le parole dell’angelo, la salutazione angelica, perché soltanto delle parole angeliche si addicono alla Vergine purissima: “Ave maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Maria SS. infatti è Vergine, è la Vergine per eccellenza (notiamo le litanie: Sancta Maria, Sancta Dei Genitrix, Sancta Virgo Virginum ... ). Ora la verginità rende simili agli angeli. Vivere verginalmente significa condurre una vita che in un certo qual modo è simile alla vita degli angeli. Dice S. Girolamo: “è significativo che alla Vergine sia stato inviato un angelo” (In serm. Assumpt.). Gesù stesso mette in stretto rapporto la verginità con gli angeli quando dice: “Nella risurrezione né gli uomini avranno moglie, né le donne marito, ma saranno come gli angeli di Dio”. (Mt. 22,30).
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Gli angeli nei misteri del Rosario Il primo mistero gaudioso, l’Annunciazione, ci presenta il sublime dialogo fra l’angelo, anzi l’arcangelo Gabriele e Maria Immacolata, la Regina degli Angeli. E, caso unico, vediamo l’angelo che rende omaggio a Maria SS. Una creatura angelica per sua natura più alta e più nobile, rende omaggio a una creatura umana, che per natura sua le è inferiore. E’ l’angelo che saluta per primo: “Ave, o Maria, piena di grazia”. Nel suo commento all’Ave Maria S. Tommaso si chiede il perché di questo fatto, e risponde che la Beata Vergine Maria era superiore agli angeli per tre motivi. Primo, perché aveva una grazia più abbondante (ecco perché l’angelo le dice: “Ave, o Maria, piena di grazia”). Secondo, perché aveva una familiarità con Dio superiore a quella degli angeli (ecco perché le dice: “Il Signore è con te”). Terzo, perché aveva una purezza maggiore di quella degli angeli, nel senso che non solo era pura in se stessa e per se stessa, ma anche fonte di purezza per gli altri, portando agli uomini la benedizione: “Benedetta tu fra le donne”: la benedizione della divina maternità, fonte di salvezza per tutto il genere umano. Il meraviglioso, sublime dialogo fra l’angelo e la Beata Vergine Maria costituisce il primo mistero del Rosario, ma si estende a tutta la corona, perché tutto il Rosario si svolge in questa luce angelica, attraverso la continua ripetizione delle parole dell’angelo. E anche negli altri misteri spesso incontriamo gli angeli: nel terzo mistero gaudioso gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme. Nel primo mistero doloroso un angelo scende dal cielo a confortare Gesù nell’orto degli ulivi: “Gli apparve allora un angelo del cielo a confortarlo” (Lc 22,43). E quando vengono per catturarlo e Pietro trae fuori la spada, Gesù gli dice: “Rimetti la spada nel fodero... Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?”. Incontriamo poi gli angeli alla Risurrezione: “E ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore scese dal Cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che
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ebbero di lui, le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura. So che cercate Gesù, il Crocefisso. Non è qui, è risorto, come aveva detto...” (Mt 28,8 ss.). E il Manzoni descrive mirabilmente questa scena nel suo inno La Risurrezione: “Un estraneo giovinetto / si posò sul monumento: / era folgore l’aspetto, / era neve il vestimento. / Alla mesta che il richiese / dié risposta quel cortese: / è risorto, non è qui”. All’Ascensione incontriamo ancora gli angeli: “Mentre essi stavano fissando il cielo, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché ve ne state a fissare il cielo? Questo Gesù che voi avete visto salire al cielo tornerà allo stesso modo in cui l’avete visto salire al cielo” (Atti 1,10 ss.). Nel quarto mistero glorioso vediamo la Beata Vergine Maria trasportata dagli angeli in Paradiso. Ricordiamo la bella antifona della liturgia: “Maria è stata assunta in Cielo. Gioiscono gli angeli e lodando benedicono il Signore”. Infine l’ultimo mistero del Rosario ci mostra Maria SS. incoronata Regina del Cielo e della terra, nella gloria degli angeli e dei santi. E così il Rosario, possiamo dire, ci si presenta come una preghiera angelica: angelici sono i due misteri, iniziale e finale (l’Annunciazione e l’Incoronazione). E notiamo di passaggio come questi siano anche i due temi in cui eccelle quel meraviglioso pittore che fu il Beato Giovanni da Fiesole, chiamato appunto il Beato Angelico (il nome è significativo), insuperabile nel dipingere la Beata Vergine Maria e gli angeli, i suoi soggetti preferiti. Il Rosario è quindi preghiera angelica per i due misteri che lo inquadrano, che lo incorniciano, per così dire. Ed è preghiera angelica per tutta la sua struttura, la ripetizione cioé della salutazione angelica, dell’Ave Maria. Recitando il Rosario ci manteniamo in contatto con il mondo sublime degli angeli, ci manteniamo in un clima di purezza angelica. E ne abbiamo tanto bisogno oggi, in questo mondo così materialista, così sensuale, così corrotto. Che i santi angeli ci aiutino a dire sempre bene il santo Rosario, e ci aiuti soprattutto la Beata Vergine Maria, Regina degli Angeli. fra Roberto Coggi o.p.
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lo conoscevate?
Un grande devoto della B. Vergine e del s. rosario Nel centenario della morte di fra Girolamo Savonarola (seconda parte)
Maria, esempio di vita cristiana A tutti: agli uomini, alle donne e ai fanciulli Savonarola ha un consiglio da dare in nome di Maria, modello di vita cristiana. Agli uomini consiglia l’unità degli animi e lo spirito di pace, perché Maria è “la madre dell’amore” e vuole che tutti formino “un cuor solo e un’anima sola”; alle donne consiglia la modestia nel vestire, perché Maria è “Madre di bella dilezione e non d’amor mondano”; ai fanciulli dice di essere devoti di Maria, di recitare il suo Ufficio e “la coronella” (il rosario) e di raccomandarsi a Lei, perché ella è la loro “mamma” e li libererà da ogni male (Sopra Amos e Zaccaria III, p. 119-122; cfr anche I, p.115). In particolare, Maria è esempio ai cristiani “per la gran conformità che aveva con la volontà di Dio. Lei partecipò intensamente alla passione di Cristo con piena adesione alla volontà del Padre”. Nella passione di Cristo, Maria “ebbe grandissimo dolore. La Vergine era illuminata dentro più che alcuna altra creatura. Credi tu che ella non sapesse tutta la passione di Cristo... Quasi tutti li segreti di Cristo aveva Maria nel suo santissimo petto... La Vergine gloriosa aveva l’anima sua e la volontà e la ragione in Dio; si era fissa con la volontà di Dio... e non voleva che il Figliuolo non patissi, anzi voleva ed eragli grata, perché tutta si conformava con la volontà divina. Nientedimeno, perché sapeva che era razionale il dolersi... disse: ‘io voglio ancor io patire, voglio patire ancora io...’. Ecco voi avete esempio della Vergine; per la gran conformità la quale aveva con la volontà di Dio, ella stette forte in questa tribolazione” (Sopra Amos e Zaccaria III, p.263-266). Nello spirito della “riforma dei costumi” per la quale egli lotta fortemente, Savonarola esorta le donne fiorentine a imitare la semplicità di Maria e condanna anche “le vanità” che attraverso l’arte sono entrate anche nelle chiese. Savonarola condanna particolarmente gli artisti che, nelle loro opere esposte in chiesa per il culto, rappresentano in persona sanctorum personaggi di non buona vita cristiana o addirittura di pessimi costumi. Le immagini sacre -egli dice- sono come libri specialmente per le persone semplici; hanno lo scopo di “mantenere la memoria de li santi nel cuore delli uomini e per eccitarli al ben vivere, dalli loro esempli e santa vita, e etiam acciocché spesso levino la mente a
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fare orazioni a loro”. “ Le cose che i santi hanno fatto in questo mondo, dipinte o scolpite o per altro simile modo espresse, sono poste in scambio di libri alle semplici persone” (Triumphus Crucis, Ed. Naz., pp. 482-483). Rappresentare i santi o la beata Vergine Maria con personaggi di vita cristiana non esemplare “è cosa molto mal fatta e di grande dispregio delle cose di Dio”. E aggiunge: “ Credete voi che la Vergine Maria andasse vestita a questo modo come voi la dipingete? Io vi dico ch’ella andava vestita come poverella... Vuoi fare parere la Vergine Maria vestita come meretrice?” (Sopra Amos e Zaccaria II, p. 25-26). “Dicasi la coronella alla Vergine”. Savonarola è pure molto devoto della Madonna del Rosario. Nella seconda metà del ’400 il movimento rosariano ha un nuovo grande sviluppo, fra Girolamo si innamora della devozione e se ne fa subito grande propagatore. Egli esorta i fiorentini a dire “la coronella”, acquista anche varie “corone” e le distribuisce ai suoi più fedeli ascoltatori. Il 14 giugno 1495, festa della SS. Trinità, esorta i fiorentini ad aver fiducia in Dio e nella B. Vergine. Se Dio è con noi -dice- siamo sicuri di vincere. Ricorda poi che Firenze ha una grande “avvocata”, la Beata Vergine Maria; deve aver fiducia in Lei. “La tua avvocata mi disse: Firenze, diletta di Dio e del mio Figliuolo Iesù Cristo e amata da me, abbi fede sta’ in orazione e fortificati in pazienzia, perché con queste cose conseguiterai appresso di Dio eterna salute e gloria appresso agli uomini... Queste parole della Vergine non possono mancare”. Dopo aver esortato alla penitenza, alla confessione e alla comunione eucaristica, Savonarola invita ancora i fiorentini a recitare il rosario. “Dicasi la coronella -egli dice- la coronella che abbiamo ordinato, alla Vergine tre volte al dì” (Prediche sopra i Salmi, Ed. Naz., II, pp. 50-68). Esorta a recitare il rosario “tre volte al dì”; il rosario è il “salterio mariano”, è “il breviario” dei laici. Le 150 Ave Maria del salterio mariano corrispondono ai 150 salmi del salterio di Davide; vengono recitate in tre momenti distinti della giornata in corrispondenza ai tre momenti nei quali si recita l’Ufficio divino: primo mattino (mattutino e lodi), mezzogiorno (ore minori), sera (vespri e compieta). Fra Girolamo è molto devoto del rosario di Maria, perché nella meditazione della vita, della passione e morte, della risurrezione di Cristo, accanto a Maria, trova la forza ed il coraggio per combattere la corruzione dei costumi, per sostenere le molte persecuzioni e per vivere con la massima coerenza la propria vocazione di apostolo della verità, in ogni momento, senza il timore di nessuno, fino al dono totale della sua stessa vita. A Maria, fra Girolamo affida il suo spirito nell’ultimo terribile momento della sua vita. E Maria avrà certamente accolto nel suo materno abbraccio quell’anima tanto innamorata di Lei, quel suo apostolo, che nelle sue mani aveva già “lasciato il suo cuore”. (Compendio di rivelazioni, Ed. Naz., Roma 1974, p.116). P. Alfonso Maria D’Amato o.p.
Girolamo Savonarola. Martire della verità, presentazione del P. Innocenzo Venchi, Edizioni Tipoarte, Bologna 1998, pp.254.
ALFONSO D’AMATO,
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25 anni di “moto perpetuo”
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’ bene sottolineare che quest’anno ricorrono i 25 anni da quando il P. Lorenzo Minetti ricopre l’incarico di Promotore del Rosario per il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta. Siamo talmente abituati a vederlo in “moto perpetuo”, che è quasi impossibile “tenergli dietro”. Entusiasta della devozione alla Madonna ed al suo rosario, da sempre si impegna per far conoscere e diffondere questa devozione tra ragazzi, adulti e religiose. Per lui è un continuo susseguirsi di tridui, novene, giornate rosariane e di riflessione, incontri con le zelatrici e scolaresche, istruzioni sul rosario un po’ dappertutto, oltre ad incontri annuali per regioni in un determinato Santuario e alla collaborazione per il pellegrinaggio nazionale del Rosario. Senza parlare delle giornate di ritiro ed esercizi spirituali, che predica molto spesso a religiose. Come i suoi predecessori, quale collegamento tra gli associati, sfrutta bene il bollettino “Madonna del Rosario”, che senza grandi pretese si fa presente ogni due mesi tra gli iscritti e i simpatizzanti, per infervorare, aiutare e informare. Il piccolo libretto tascabile “Il nostro Rosario”, poi, da lui curato -ormai giunto all’11° edizione- diventa un aiuto prezioso che rimane nelle mani degli associati per pregare con sempre maggior attenzione e riflettere sui misteri del Rosario per recitarlo con frutto. Mentre gli porgiamo i rallegramenti da parte di tutta la Famiglia Rosariana, gli auguriamo di cuore tanta salute per poter continuare con slancio ed entusiasmo il suo prezioso lavoro, ed arrivare -perché no- a raddoppiare gli anni di attività. Con gli auguri, una preghiera riconoscente: la Madonna del Rosario lo ricompensi come solo Lei sa fare, per tutto il bene che diffonde a piene mani, senza risparmio di tempo, fatiche ed energie. Uno dei tanti devoti del Rosario
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FONTANELLATO SOSPINTI, MOTIVATI, CONCENTRATI
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omenica 21 marzo a Fontanellato (PR) si è tenuto, come da programma, l’annunciato Raduno del Rosario per l’inaugurazione della nuova sede del Movimento, ideata e strutturata per promuovere il s. rosario... tesoro pregiato (quale strumento prediletto per invocare l’intercessione mariana) che il Movimento Domenicano in tal modo vieppiù conserva per diffonderne adeguatamente la pratica e quindi l’esercizio spirituale. La struttura nel suo complesso, appositamente concepita e creata, è adiacente al santuario e di questo è parte integrante perché lo completa quale peculiare luogo di devozione. Non poteva scegliersi periodo migliore della Quaresima per celebrare tale avvenimento partecipando con commozione alla Passione del Signore e nello stesso tempo donando pure omaggio alla Sancta Mater Dei e alla Sua sofferenza, venerando la Sua figura così da noi irragiungibile perché incorrotta epperò nel contempo a noi vicina nel conforto della speranza che ci dona di essere guidati, come Lei ci insegna, dalla Verità, dal Verbo, dalla Fede. L’assemblea, abbastanza folta, con preghiera corale, nel pensiero, nel ricordo, nel sentimento si è accostata alla Madonna imparando ad accostarsi meglio al Signore, presso la Croce del Suo supplizio come dei nostri peccati, della Sua rivelazione come della nostra salvezza. I pellegrini sono arrivati da luoghi diversi (Lombardia - Marche - Triveneto - Emilia Romagna) sospinti da un comune anelito di ricerca spirituale, motivati e concentrati, partecipi ed attenti, guidati
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con sapienza per l’occasione da P. Mauro che ha espresso fervidi pensieri aiutando tutti i presenti alla congeniale riflessione (quindi introspezione, per cui necessario esame di coscienza penitente) al cospetto e col supporto della mirabile potenza dei misteri della fede, la quale sola ci può portare in definitiva al gaudio della Salvezza eterna che ci attende credenti. Un messaggio da diffondere tra i meno impegnati o meno attivi: combattere la dilagante corruzione che ci attanaglia; pertanto, in particolare, la forza della gioventù non deve essere accecata da falsi bagliori ma conoscere invece la ricchezza che proviene da tali celebrazioni invece poco osservate rispetto a quanto si possa e si debba fare. Si tratta veramente d’esperienze di vita che al giovane converrebbe certo quanto meno sperimentare per poter far uso con discernimento adeguato del libero arbitrio di cui dispone. Si tratta di momenti d’una intimità veramente formatrice! Tra l’altro abbiamo addirittura potuto rallegrarci della presenza delle Monache di clausura che -dalla postulante alla novizia per finire alla Madre Superiora, che abbiamo cordialmente salutato- ci hanno trasmesso, col linguaggio del loro volto radioso e con qualche illuminata parola, messaggi di Fede e di opportuno apostolato laicale. Questo eccezionale incontro è avvenuto dopo aver già tra di noi fraternizzato... a tavola: il pranzo al sacco in verità nel complesso non è stato molto frugale, viste alcune grandi simpatiche ed allegre tavolate. Siamo stati tutti, certamente senza anagrafe, fratelli accumunati dallo stesso Padre che sempre dobbiamo cercare e ritrovare. Però come non sottolineare il rischio dell’atomizzazione, la presenza della quasi totalità di adulti, rispetto agli arrivi tradizionali delle scorse generazioni di interi gruppi famigliari con gente composita, di ogni età, unita in questi avvenimenti dal nipote al bisnonno? Dalla famiglia patriarcale a quella nucleare, la Famiglia si trova adesso persino a rischio di identità, in crisi nella guida verso i giusti valori assoluti, nel frastuono del relativismo più assoluto, dello sperimentalismo più dissennato, del materialismo più bieco che potrebbe imperversare... se non ci fosse lo Spirito santo. C’è allora bisogno, sempre più, di riscoprire queste feste dell’anima! Ringrazio sentitamente il Movimento per tale vero arricchimento. Davide Scaramozzino
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LORO PICENO CHE GIOIA!
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ono le 21 del 16 ottobre 1998, nella nostra chiesa, gremita di fedeli, inizia l’ora mariana presieduta da Padre Mauro Persici. La nostra gioia è grande: finalmente, con l’aiuto di P. Mauro, questa sera abbiamo realizzato un nostro sogno!
Come è nata questa iniziativa? E’ stata la Madonna stessa a volerla da quando nella nostra chiesa nel luglio scorso è stata esposta per due giorni una riproduzione della statua della Madonna di Fatima. In quei due giorni si può dire che quasi tutti gli abitanti di Loro Piceno sono venuti ad onorare la Madre di Dio... non avevamo mai visto un’affluenza di fedeli così massiccia! Questo ci ha rincuorate spingendoci a chiedere a P. Mauro di istituire da noi l’ora mariana mensile e riprendere così una pratica accantonata con dispiacere tanti anni fa per la mancanza di una presenza domenicana. Andando incontro al periodo invernale si pensava ad una minor partecipazione dei fedeli, invece tranne un mese in cui la neve caduta abbondante permise solo ai più coraggiosi di affrontare la salita che porta alla chiesa, la gente viene numerosa e noi siamo liete di pregare, di contemplare, di santificare insieme alla nostra gente il tempo impiegato per la recita dell’intera corona del santo rosario. Un grazie sincero e fraterno a P. Mauro che ogni mese viene da noi, per il bene che semina tra la gente buona e onesta del nostro piccolo paese, per l’entusiasmo che ci dona. Soprattutto vogliamo ringraziare la Madonna che con la contemplazione dei Suoi gaudi, dei Suoi dolori e della Sua gloria rende salda la nostra fede nel suo diletto figlio Gesù. Le monache domenicane di Loro Piceno
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RESCALDINA QUALCUNO SI E’ IMPRESSIONATO
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el pomeriggio del giorno 11 maggio è stato organizzato un incontro di preghiera mariana che, grazie al permesso ricevuto dal parroco Don Paolo Cortesi, è stato celebrato presso il santuario della Madonna della Neve a Ravello di Rescaldina.
Quest’incontro, al quale hanno partecipato i membri del gruppo del rosario di Rescaldina come anche altri gruppi di alcuni paesi vicini, è stato guidato da P. Mauro. Il ritrovo e il saluto ai partecipanti ha preceduto la celebrazione della solenne Ora di Guardia durante la quale è stato celebrato il s. rosario con una breve meditazione dei misteri. Alle ore 17 la celebrazione della s. messa, quindi un momento di fraternità e il saluto. Dopo questo incontro abbiamo avuto l’occasione di ascoltare i partecipanti: tutti sono rimasti contenti e hanno invitato il Padre a ritornare al più presto per un altro bellissimo pomeriggio mariano. Ringraziamo la Madonna che per mezzo del padre ha messo nel cuore di queste persone tanta gioia. Alcuni partecipanti sono rimasti impressionati dalle meditazioni sulla famiglia e sulla preghiera. Quanto è difficile oggi seguire i consigli di Maria, ma con lo sguardo che Lei rivolge a ciascuno Lei riesce a guarire le nostre ferite perché è madre, ma è anche maestra, perciò è bene per noi affidarci a Lei in ogni momento della nostra vita e metterci sotto il suo manto perché ci protegge sempre. Grazie ancora P. Mauro di questa giornata, e grazie alla Madonna e a Gesù che ci hanno fatto incontrare tramite Giuliana... e tanti affettuosi saluti da tutti noi Paolo e Maddalena
il Santuario della Madonna della Neve a Ravello di Rescaldina
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PELINGO NON SOLO NELLE CASE, MA ANCHE NELLE CHIESE E NEI SANTUARI
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on molta semplicità voglio dare la mia testimonianza. Erano tanti anni che pregavo il s. rosario in casa con i miei genitori. Sapevo che pregavo come tanti cristiani, ma non avevo mai sperimentato quello che sto provando ora. La presenza della preghiera che P. Mauro sta portando nelle famiglie ci unisce, e mi ha fatto sentire che siamo una sola famiglia: persone vicine e lontane dall’Ordine Domenicano, una sola famiglia con Maria Madre della Chiesa. Quando abbiamo iniziato a pregare a casa mia con le amiche è nato un qualche cosa di più fra noi... un qualcosa che non so neppure esprimere, certo è che la presenza di Gesù e Maria ci arricchisce spiritualmente nella fraternità per il Regno di Dio. Non solo nelle case, ma anche nelle chiese e nei Santuari... infatti P. Mauro è venuto ad animare il santo rosario anche nella nostra parrocchia concludendo con la celebrazione della s. messa, ma ciò non è bastato... Il 13 maggio, P. Mauro ci ha invitati al Santuario del Pelingo, per un incontro di preghiera. Noi della parrocchia di Borgo S. Maria abbiamo organizzato un pullman unendoci con le parrocchie di Villa Ceccolini e Montelabbate... insieme, siamo andati con due pullmans doppi. Al Santuario eravamo attesi da P. Mauro con un gruppo di persone provenienti da Fossombrone, Cagli, Secchiano e altre località. La cosa più commovente in quel momento era la statua della B. Vergine del Rosario sotto l’albero, ornata di fiori e pronta per essere portata processionalmente in chiesa. In processione con canti e preghiere la Vergine ci ha accolti nel Santuario dove, dopo aver recitato il santo rosario meditando i 15 misteri, è stata celebrata la s. messa da Don Giorgio e P. Mauro. Nel ritorno in pullman abbiamo chiesto ai partecipanti che cosa aveva significato per loro quest’incontro: tutti hanno manifestato il loro vivo ringraziamento per l’opportunità che avevamo loro offerto! Noi vogliamo ringraziare Gesù e la Vergine Maria per ciò che sta compiendo nel nostro paese per mezzo di un promotore del s. rosario... in più un vivo ringraziamento anche al nostro parroco Don Giorgio perché ha accolto P. Mauro come un dono del Signore. Grazia Caravaggio
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MAROTTA NON VIENE MAI DA SOLO... LA VERGINE E LO SPIRITO SANTO Missione mariana a Marotta (PS) 15-22 maggio 1999
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l mese di dicembre, in occasione della festa di S. Lucia ed in preparazione al Santo Natale, s’era svolto qui a Marotta il raduno dei gruppi del Rosario di Pesaro ed Urbino. Guidato da P. Mauro, l’incontro si è concluso con la S. Messa al nostro santuario, dedicato alla Beata Vergine Maria della “consolazione”. Conoscendo da un po’ di tempo P. Mauro, so molto bene che, prima o poi, lo si vede ritornare... E così è stato. La sorpresa per me è stata che non è ritornato da solo, ma ha portato con sé un suo confratello, P. Paolo, che proveniva da Bolzano. Non uno solo,
Beata Vergine della Consolazione. Venerata nella Parrocchia S. Giovanni Apostolo di Marotta di Fano
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addirittura due domenicani per Marotta: quale grazia per noi! L’occasione, questa volta, era ancora una grande festa: la Pentecoste. Non un giorno soltanto, ma una settimana intera, dal 15 al 22 maggio! Sin dal primo giorno, domenica dell’Ascensione, P. Mauro ha parlato del filo conduttore che avrebbe animato tutta la settimana di predicazione: l’atteggiamento con il quale vivere la preghiera con Maria, in attesa dello Spirito Santo. Il Cenacolo è stato per gli Apostoli, ci dicevano i Padri, il “luogo” nel quale hanno vissuto poveramente alla presenza di Maria, assaporandone il suo “clima”. Ma come cercare questo “clima”?, come averne “fame e sete”? Ecco l’invito che i due sacerdoti, figli di S. Domenico, ci hanno, sin dall’inizio, rivolto: l’invito a pregare il Rosario, dono di Maria. Così ogni sera, nelle diverse zone della parrocchia, in diverse famiglie, hanno guidato gli “incontri del Rosario”, meditando per noi i misteri del Santo Rosario, e spiegando il significato della preghiera tanto cara alla Vergine. Dalle loro parole io stesso capivo che nel mio modo di recitare il Rosario, c’era qualcosa che non andava. Infatti, i Padri hanno insistito in continuazione nel dirci che il Rosario è una preghiera “contemplativa”, cioè ci invita a meditare sui misteri della nostra fede. Sarebbe come un corpo “senz’anima” - diceva P. Paolo in una predica - se non si unisse alla preghiera la meditazione. Mi ricordo, che in uno dei “centri del Rosario”, al quale ho partecipato anch’io, P. Mauro ci ha provocato dicendoci: “Non vi sembra strano che la preghiera del Rosario, che tutti possono recitare perché non occorre avere fatto degli studi particolari, sia data in consegna ai domenicani, ritenuti nella Chiesa dotti maestri e sapienti dottori?”. E ci spiegava la natura “contemplativa” di questa preghiera, che ci invita ad instancabili domande. S. Tommaso stesso, come ci ricordava P. Mauro in una predica, quando era piccolo chiedeva a tutti: “Chi è Dio?”, e da questa prima domanda infinite altre ne sono sopraggiunte. Oltre a questi appuntamenti, nel corso della settimana, i due sacerdoti domenicani sono stati in visita agli ammalati della parrocchia, incontrando anche i vari gruppi e le realtà ecclesiali esistenti nel territorio. Volevano proprio raggiungere tutti! E per farlo si sono serviti anche della radio parrocchiale, che trasmetteva già tutte le funzioni che si tenevano nel santuario. Ogni giorno, infatti, P. Paolo guidava due momenti di meditazione alla radio, alle ore 19 e alle ore 23 al termine della giornata. La settimana a Marotta si è conclusa con due momenti significativi che hanno riassunto il tema conduttore di tutta la settimana: la “marcia” di preghiera il venerdì sera, e la “veglia di Pentecoste” il sabato. Entrambi i momenti erano legati da un unico tema comune: “beati i poveri”. E i Padri ci hanno parlato di questa beatitudine sotto vari aspetti, per farcene comprendere la “novità” che è in essa presente. Questi giorni sono stati per noi giorni di grazia e di luce, e di questo dobbiamo ringraziare la Vergine Maria che ha “inviato” in mezzo a noi questi due padri domenicani. A loro il nostro grazie, e un “arrivederci a presto”, e non solo in due, ma ... anche in tre!
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BOLZANO DA COSA ... NASCE COSA Settimana mariana a Bolzano
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el mese di maggio, ha luogo, nella nostra chiesa domenicana di Cristo Re in Bolzano, la tradizionale celebrazione dell’Ora di Guardia comunitaria. Quest’anno, per rilanciare il rosario e per offrire a tutta la città un momento forte di preghiera a Maria, ho pensato di estendere la proposta, tradizionalmente rivolta soltanto ai Gruppi dell’Ora di Guardia, anche a tutti i gruppi mariani e rosariani presenti nella città. Ma siccome “da cosa nasce cosa”, contattando alcuni dei diversi gruppi mariani e rosariani della città mi son reso conto di quanto concreta e reale sia, nel territorio, la diffusione del Rosario. E allora mi sono detto, perché non provare ad organizzare qualcos’altro? E dall’idea è nato il progetto concreto di un’intera settimana di predicazione mariana che si è svolta a Bolzano e nei dintorni. Per questo motivo ho rivolto l’invito a P. Mauro, conoscendo la sua disponibilità e il suo impegno per la diffusione del Rosario. Non ha esitato ad accettare, anche perché mi diceva che non conosceva ancora la realtà di Bolzano e aspettava solo l’occasione propizia. La settimana è iniziata con l’incontro del Rosario di domenica 23 con la solenne celebrazione dell’Ora di Guardia. La giornata è proseguita con l’incontro nella “Sala Stolcis” del Centro Giovanile “Cristo Re”, con la presenza di molti partecipanti alla celebrazione mariana, dopo un momento di fraternità nei locali del Centro. P. Mauro, nell’incontro, ha spiegato l’importanza della diffusione del Rosario, e il suo desiderio di fare qualcosa anche in Trentino Alto Adige. Per questo ci ha lasciato in “consegna” la statua della Beata Vergine Maria del Rosario (di cui vi ho già parlato nel mio articolo che è presente in questo numero, a pag. 3). Ciò che ha stupito un po’ tutti è stata la partecipazione dei fedeli all’Ora di Guardia, e a tutte le proposte per la giornata. Questa “sorpresa” è continuata anche nei giorni successivi, nell’incontrare i vari gruppi e le comunità. Durante la settimana, p. Mauro ed io abbiamo guidato momenti di preghiera e di riflessione in diversi luoghi e ambienti della città e dei dintorni. Siamo stati a Predazzo presso la Scuola alpina della Guardia di Finanza, dove abbiamo incontrato un gruppo di giovani che, guidati da P. Nicolas, loro cappellano e nostro confratello domenicano, avevano risposto all’invito di pregare il rosario. A Bolzano siamo stati ospitati dalle parrocchie della Sacra Famiglia e del Santo Rosario. Quest’ultima era una “tappa” obbligata, tanto più che nell’abside della chiesa c’è raffigurata la Vergine che dona il Rosario a S. Domenico e a S. Caterina. Abbiamo incontrato il “Gruppo di Maria”, che fa capo alla nostra chiesa di Cristo Re. Un gruppo di giovani che amano la Madonna e il suo rosario
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e si riuniscono, anche più volte la settimana, per pregare assieme. L’impegno però più esigente è stato l’incontro con i bambini e i ragazzi delle scuole “Marcelline”. Mentre ai bambini è stata proposta la recita della “decina” -invitandoli così a “collaborare” con Maria perché la preghiera dei bambini ... può toccare il Cielo- con i giovani in un dialogo molto fecondo ci si è addentrati nel segreto del s. rosario. Il Rosario - amato dalla Vergine, e diffuso dai figli di S. Domenico - è stato per questa settimana, un’occasione per pregare ed invitare a pensare al Cielo al quale Gesù ci invita. E’ stato l’inizio, un piccolo seme gettato su una terra ... buona, che può portare ancora molto frutto. P. Paolo Maria Calaon o. p.
Chiesa di Cristo Re a Bolzano. Maestoso affresco di F. Lenhart riproducente la Beata Vergine del Rosario e sotto in ginocchio S. Domenico e S. Caterina.
Divino Amore: preghiere anche al supermercato o alla posta. “Sei in un ingorgo stradale? Prova a recitare il rosario” Roma - Sei in un ingorgo stradale, imbottigliato nel traffico delle ore di punta o, più semplicemente, in fila allo sportello delle poste o della banca? Per ingannare il tempo impara ad “esercitare” lo spirito recitando il rosario. L’esercitazione ad “attualizzare” la preghiera mariana formatasi nel XVI secolo arriva dal santuario del Divino Amore di Roma. Il rettore, padre Pasquale Silla, infatti, tramite il sito del santuario su Internet, suggerisce ai fedeli di imparare a pregare durante i momenti di attesa della giornata, come in fila al supermercato, davanti al semaforo rosso o aspettando l’autobus. Padre Silla illustra nel dettaglio anche come si deve recitare correttamente il rosario, dal segno della croce in poi, fino alla sequela delle litanie e dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. “Si reciti il Gloria, poi si rifletta sul primo mistero del Rosario, poi si inizi a recitare le preghiere secondo i piccoli grani della corona”. Il Rosario intero ricorda il religioso- comprende 15 misteri (o decine). I consigli di padre Silla non finiscono qui. La sera, esorta, “chiudete il televisore per 15 minuti e provate a recitare il Rosario con la famiglia: la pace entrerà nella vostra casa”. Il risultato benefico, conclude il rettore del Santuario del Divino Amore, è garantito. (dall’Avvenire del 27 maggio 1999)
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Archimede cercava una “leva per sollevare il mondo” ... Carissimo P. Mauro, chi le scrive è un giovane sacerdote che da poco ha iniziato la sua attività di apostolato ed è alle sue prime esperienze di predicazione. Lei saprà molto bene la difficoltà che si incontra, soprattutto quando si scopre, come dice Gesù, che “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Come si ricorderà ci siamo incontrati nel mese di aprile, in occasione di un’ora di preghiera mariana. Le avevo promesso che le avrei scritto, ed ora eccomi qua. Sarà sorpreso nel vedere però che il motivo della mia lettera non è quello che Lei si aspettava. Infatti da quel nostro incontro e dalle parole che, in tutta semplicità, Lei ci ha detto, commentando i Misteri del Rosario, mi son detto: “e perché non io?”, perché non diffondere il Rosario, far sì che sia amato e recitato? Ho pensato al mese di maggio, dedicato alla Madonna, alle tante occasioni che la Chiesa ci dà di pregare e parlare con Lei e di Lei, e così mi son “dato”, maldestramente forse, a questo apostolato, così nuovo per me. Ma qual è stata la mia meraviglia nello scoprire che la preghiera del Rosario è un “pulpito” eccezionale, un vero “megafono” dal quale diffondere le verità della nostra fede, mentre la Vergine stessa ci insegna a pregare. Ho visto bambini, ragazzi, giovani ed adulti, appassionarsi alla preghiera del Rosario, e recitarlo come mai avevo visto. In particolare ricordo un gruppo di bambini che, in occasione del mese di maggio, hanno recitato tutte le sere il Rosario in una piccola chiesetta del loro rione. Vedo ancora i loro volti e i loro occhi pieni di domande, mentre parlavo loro della Vergine Maria. Capisco ora, ricordandomi quei momenti, quale ricompensa Gesù dona ai suoi ministri già su questa terra. La gioia di incontrare anime che ricordano a te stesso prima di tutto che il Cielo... inizia sin da quaggiù. Nel proporre incontri mariani o rosariani, a diversi gruppi o realtà ecclesiali, sono rimasto sorpreso poi di incontrare, sempre ed ovunque, delle porte aperte. Mi sono allora ricordato della sua preghiera, P. Mauro, al termine di quell’Ora mariana: “ti preghiamo, o Signore di suscitare, in mezzo a noi, veri apostoli del Rosario”. Quanto è mai vero questo! Ci vogliono veri “apostoli del Rosario”, che sappiano infervorare e trasportare i cuori di molti che sono lì come in attesa di qualcuno che accenda in loro una scintilla, che è poca cosa, ma che provocherebbe un vero “incendio” di grazia. Ci sono tanti cuori assetati e pronti, ai quali basta una scintilla per ardere... Non saprei bene come definire tutto ciò, ma mi sembra che l’esperimento di Archimede sia il più calzante. Archimede cercava una “leva per sollevare il mondo”, ed io ho visto il Rosario come quella “leva” che solleva i cuori a Dio, perché lo contemplino in tutta verità. Archimede sta cercando ancora la sua leva, io sono felice, perché sento di averla trovata. Il Rosario è proprio questa leva, e credo che chiunque lo diffonda faccia proprio questa esperienza. Un amico mi diceva che la preghiera del Rosario aveva salvato la sua vita. Lo credo veramente possibile, perché sta salvando la mia. Siano rese grazie alla Vergine Maria, Regina del Rosario, e agli “apostoli del Rosario”.
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NUOVI ISCRITTI AL MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO a) sono stati iscritti all’associazione del Rosario Vivente: 1) dalla segreteria: Carla Remedi - Nada Diotalevi e Barbara Alegrucci di Pesaro, Paola Mariotti di Villa Ceccolini (PS), Gabriella Cecchini di Ginestreto (PS), Davide Gualano di Bologna, Maria Caterina Minardi di Faenza , Giovanni Viberti di Savignano (CN), Beatrice Palmisano - Oriana Ravera - Eugenia Pizzigoni - Angela Mancini - Gianni Fiorella,- Riccardo Veronelli e Claudio Fantuz di Milano. b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario: 1) da Maria Lonardi Quaglia di Verona: Elisa Cavallini De Giuli, Margherita Zampieri, Ianaro Maria, Pasqua Bianchi, Maria Passuelo, Bruna De Marchi, Maria Grazia Campedelli, Isabella Rossi, Elisa Guidato, Marcella Cordioli, Loretta Giurco, Angela Rossi, Eugenia Orlandi, Coato, Elena Marotta . 2) da Marta Gemma Vicentini di Verona: Triestina Savioli, James Adami, Claudia Crosin, Bruna Lanzarotto, Rosina Trivellaro, Odilla Molinari, Natalina Fava, Giancarla Manzin, Amelia Tarocco, Mari Facco, Miranda Marcolongo, Almina Franzini, Elvira Rossi, Maria Di Rienzo, Marina Zanoni. 3) da Lina Sona di Verona: Pia Caldognetto, Anna Recchia, Delia Fattore, Maria Teresa Carcereri, Irma Cerpelloni, Rita Cristofori, Luigina Rossi, Silvia Casella, Maria Zardini, Ernesta Compri, Liliana Donisi Spotti, Erminia Gragnato, Antida Castelletti, Maria Bortolmeazzi. 4) da Maria Teresa Andreetto di Verona: Giuseppina Perina, Alessandra Peroni, Vicentini Gemma, Adriana Rossin, Elvira Luppi, Lilia Bianchi, Velia Calvetti, Ida Mazzoli, Elvia Turbiani, Alberina Menghini, Anna Luigia Venturelli, Luciana Bucci, Vittorina Silvestroni, Teresa Martellato. 5) da Severina Rossini Scotti di Verona: Rita Santoro Marella, Maria Teresa Mussola, Gianna Dalla Pozza, Laura Dalla Persia Casadei, Maria Jose Rossignoli Rossini, Gabriella Miguidi, Maria Teresa Ricciardi, Anna Trivellato, Natalina Masotti, Rosetta Sartori, Guerrino Barana, Clara Bolla, Anita Capponi, Renata Brigi. 6) da Suor Maria Pia di Loro Piceno (MC): Maria Grazia Beribei, Cecilia Ceriscioli, Maria Pesci, Ivana Pazzarelli, Laura Nardi, Assunta Tedeschi, Anita Cruciani, Maria Tedeschi, Sesto e Maria Pisani, Giovanni Pettinari, Eleonora Tesei, Maria Nicola Micocci, Lorenzina Gentili, Maria Pettinari. 7) da Marta Gemma Vicentini di Verona: Pierina Zanotti, Agnese Stolzian, Rosa Gelmetti, Rosa Bassoni, Iside Bernardi, Ubaldina Bertaiola, Flora Leoni, Dina Zanolli, Assunta - Maria e Anna Vicentini, Luigina Boldrini, Nicoletta Russo, Laura Veneri, Anna Spezie. 8) da Suor Maria Pia di Loro Piceno (MC): Maria Vecchiotti di Montevidoncorrado (AP), Maria Chiaravalle di Piane di Falerone (AP), Anita Bertoni Alessandra Lattanti - Maria Bertoni - Anice Corridoni - Elvira Monteverde - Giuliana e Anna Sancricca - Lina Bartolini - Maria Teresa Lombi - Lina Ramadori Elena Bianconi - Ida Lambertucci ed Alfredo Bartolini di Loro Piceno (MC). 9) da Severina Rossini Scotti di Verona: Maria Lonardi, Claudia Mella, Agnese Rossini, Dirce Bianchi, Ester Carraro, Daniela Veneri, Gabriella Dallora, Anna De Fusco, Rita Lotta, Velia Calvetti, Maria Calabron, Elisa Carcereri Prati, Bruna Bravato, Maria Bellè, Ornella Stecca, Lucia Candeo. 10) da Suor Maria Pia di Loro Piceno (MC): Maria Petracci, Rita Bonfranceschi, Giovanna Beribei, Luisa Ciccioli, Paola Verdicchio, Marina Lombi, Marisa Cortigiani, Adina Ciccioli, Caterina Baruffi, Arduina Quarchioni, Maria Verdicchio, Antonia Catalini, Maria Quarchioni, Lucia Ciccioli e Anninziata Liveratti di Loro Piceno (MC), Graziella Felicetti di Massa Fermana (AP). 11) da Maria Lonardi Quaglia e Lina Sona di Verona: Elsa Facincani, Anna dal Lago, Rosina Padovan, Lucia Begani Persegati, Sandra Merlo, Attilio Vinco, Teresa Germani, Bruno Tosi, Angela Modenini, Laura Gazzani, Zita Palamidese, Rosanna Bendazzoli, Rosamaria Bragantini, Angelina Manni di Verona e Maria Teresa Zamboni di Cividate al Piano (BG). 12) da Giulia Sparapani di Ancona: Carmela Parente di Campobasso, Elisabetta Pirani di Camerano (An), Floriana Ciotti di Casoria (Na), Fernanda Figuretti di Torrette (An), Maria Cristina Girombelli - Elisabetta Baccega - Gabriella Schiavoni - Sergio Zampini - Stefania salvolini - Maria Grazia Mimmotti - Palazzini Enrica - Enzo e Gabriella Bertini - Margherita Andreucci e Alessandra Matteucci di Ancona. 13) da Giuseppe Di Grazia di Milano: Luca Belotti di Corsico (Mi), Daniela Cantù di Velate (Mi), Marie Therese Barras di Chermignon (Svizzera), Emma Maria Barbera di Biella, Anna Mariani di Monza, Aurelia Ceriani di Lainate (Mi), Caterina Paganini - Nicoletta Tetaz - Nuccia Russo - Magda Abbondanza Celestina Baronio - Alberta Corti - Raffaella Mazza - Lina Fossati di Milano. 14) da Carmen De Pedrini di Milano: Antonietta Madureri di Viganò, Rosa belotti - Piera Zummo - Dina Tognazzi - Adriana Perego - Enza Casale - Wilma Bossi - Giulia Ferri - Tina Barchitta - Rosa Mazzi - Annamaria Mandirola - Benedetto Tomasini - Lina Pulcinotta e Marta Fabrizio di Milano. 15) da Giuseppe Di Grazia di Milano: Magi Scanzani di Morbio Inf. (CH), Rosalba Dotto di Montaldo Bormida (Al), Gabriele Burzio di Assago (Mi), Patrizia Sabbioni di Trezzano sul Naviglio (Mi), Emilio Pacchetti - Amalia Zani - Mariuccia Colombo - Decima Pagliari - Antonietta Calderoni - Nelide Carzoli Isabella Cattaneo - Gelsomina Cubiciotti - Anita Cappello e Alda Tarantini di Milano. c) sono stati iscritti all'Associazione del Rosario Perpetuo: Katia Baroni il 22 di ogni mese dalle 20 alle 21; Mariangela Savini il 23 di ogni mese dalle 10 alle 11; Alda Baccarini il 9 di ogni mese dalle 18 alle 19; Maria Pia Bartoli il 26 di ogni mese dalle 23 alle 24; Gabriela Biscaccianti il 1° venerdì del mese dalle 9 alle 10; Vincenzo Aversa il 25 di ogni mese dalle 6 alle 7; Pasqua Mancini di Molfetta il 2° martedì del mese dalle 15,30 alle 16,30; Regina Pavan il giovedì dalle ore 06,00 alle ore 07,00; Ilaria Giannarelli il 1° sabato del mese dalle 8,00 alle 9,00; Grazia Donatella il 1° sabato del mese dalle ore 20,15 alle 21,15; Giuliana Brugnoli il 1° sabato del mese dalle 20,30 alle 21,30; Assunta Olivi il 1° giorno di ogni mese dalle ore 6 alle ore 7; Marzia Fontana il 1° venerdì del mese dalle ore 10,30 alle ore 11,30; Giovanni Ferraioli il 25 di ogni mese dalle 20 alle 22; Maria Mauriello Montaruli il 1° sabato di ogni mese dalle 6,30 alle 7,30; Massimo Brioschi il 15 di ogni mese dall'1 alle 2; Antonio Alias il 23 di ogni mese dalle 18 alle 19,30; Anna Oldani il 2 di ogni mese dalle 12,30 alle 13,30; Silvia Della Casa il 1° giovedì del mese dalle 22 alle 23; Paolo Budai il 13 di ogni mese dall'1 alle 2; d) sono stati nominati zelatori o zelatrici: Giuliano Aimi di Campegine (RE), Maria Cavallaro di Brescia, Paolo e Maddalena Battilana di Rescaldina (MI), Maria Andreani di Borgo S. Maria (PS), Giovanna Ercolani di Reda (Ra), Davide Bertolani di Vezzano sul Crostolo (Re),
RICORDO CHE per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa.
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PAGINA DELLA RICONOSCENZA Hanno offerto
✓ per sostenere ROSARIUM e il Movimento Domenicano del Rosario: Monastero Domenicano di Faenza, Elena Bianconi, Giovanni Brunelli, Tosca Carraro Pretin, Giaccoli Livia, Maria Rita Giuseppetti, Luigi Montenovo, Simonetta Moroni, Sestilia Santini, Silvia Vita Seppi, Amelia Spallaccia, Maria Staffolani, Angela Dottori Scortechini, Famiglia Ghiro - Barbato, Maria Cavallaro, Suore Domenicane di Civitanova Alta, Maria Sandonà, Concetta Gasparini, Pietro Giacon, Dina Girolomini, Rosa Lucchetti, Anna Nobili, Anna Rosa Palazzetti, Patrizia Marra, Paola Amadori, Angelo e Fernanda De Angelis, Dora Ludolini, Giulio Carducci, Isidoro e Madera Mazzieri, Roberto Mengarelli, Padri Domenicani di Modena, Antonio Petrelli, Suor Giacinta delle Suore Imeldine, Alda Bonzi, Silvio Fontanini, Famiglia Pitto, Antonietta Bonan, Giuliana Cagnotto, Don Carlo Campagnaro, Maria Chasseur, Palmira Ferrari, Luigi e Valeria Manzani, Suore Domenicane di Fognano, Albertina Magrini, Natalina Malmusi, Clotilde Paolini, Valenzi Vittoria, Andrea Robiglio, Marina Ceriani, Anna Maria Fiorini, Maria Formaggio, Marisa Marsoni, Domenico Montevecchi, Gisella Natale, Milla Gino Tizzi Bongiovanni, Laici Domenicani di Milano, Susanna Belletti, Anna e Teresa Bolmini, Graziella Franceschini, Roberto Pedron, Nini Gavina Zanucchi Pompei, Daisy Falugi Arrigucci, Dina Cavazzini, Luisa Antoniazzi, Ilde e Bianca Colombi, Palma Cornago, Luisa Trappoli, Pierraffaele Savarè, Stefano Tomassoni, Teresa Cavallo, Maria Piera Corticelli, Neville Ferrari, Filippo Orati, Anna Brau Soru, Luciana e Giovanni Fontana, Gianluca Cremonesi, Giuliano Aimi, Suore Domenicane di S.Andrea di Rovato, Elisabetta Boccalini, Olga Dolcetta, Lina Moretti con 127 abbonamenti, Antonietta Rigamonti, Rosa Sommariva, Felice Zocco, Maria Pisani, Bianchini Luisa, Pierucci Tina, Maria Belelli Giuliodori, Lucia Broccoli, Angela Bara, Graziella Galli, Giulio Pertile con 9 abbonamenti, Suor Margherita Tini, Suor Maria Giovanna Ansaldo, Suore Domenicane di Ferrara, Lidia Baratelli, Rina Barzagli, Suor Rosalia Pepe, Luisa Bortolotto Teodori, Assunta Ghiani, Antonio Zanetti, Monica Bianchi, Grazia Ceccattoni, Fraternita Laica di Castelbolognese (RA), Gaetano Giovanni Covezzi, Domenicane di Finalborgo (SV), Domenicane di Cagliari, Domenicane di Melegnano (MI), Adele Forlini, Fraternita Laica Domenicana di Modena, Angela Mariani, Monastero Domenicano di Cagli (PS), Quinta Speranzini, Annarosa Minto, Don Emilio Giavini, Maria Passoni, Maria Bartoletto, Maddalena Lunesu, Gabriella Previato, Elena Venturelli, Domenicane di S.Caterina di Venezia, Maria Dalla Longa, Vittorina Soccombi, Gabriella Gropelli, Carlo Moracca, Domenicane della B.Imelda di Venezia, Monastero "Matris Domini" di Bergamo, Maurizio Bottini, Elena Aruta, Jolanda Guido, Giovanni Ceredi, Elda Speranzini, Annamaria Casotti, Anna Maria Franchini, Sorelle Facciuto, Suor Giuseppina Marras o.p., Grazia Stevani, Domenicangela Virde, Sorelle Picco, Giuseppe Tei, Clara Volpi, Maria Duranti, Natalina Bruttomesso, Antonella Melandri, Augusta Paridi, Fraternita "S.Domenico" di Bologna, Grazia Stevani, Maria Trappoli, Gruppo del Rosario di Secchiano, Monastero Domenicano di Cagli, Gruppo del Rosario di Portorecanati, Ilaria Giannarelli, Gruppo del Rosario di Vignola, Gruppo del Rosario di Villa Ceccolini, Famiglia Negri, Marzia Fontana, Carmela Oliva Massetti, Teresa Benvenuto, Giuseppina Capodagli, Anna Maria Franchini, Anselma Amurri, Patrizia Prioretti, Mirella Marziali, Silvano Loccioni, Giovanna Barbieri, Paolo Cipriani, Maria Bondi, Fraternita Laica Domenicana di Forlì, Loredana Romanini, Elena Bianconi, Padri Domenicani di Alessandria, Dina Betti, Domenicane di S. Caterina da Siena in Torino, Marchina Olivieri, Marisa Ruffi Gentili, Maria Luisa Turchi, Lina Rossi, Concettina Maggiore, Sofia Manto, Antonietta Loro, Rosa Zanchetta Modolo, Parrocchia di Ponte della Priula (TV), Attilio e Teresa Vinco, Maria Toscani, Anna Pancot, Giuliana Brugnoli, Giovanni Viberti, Giovanna Chirico, Gruppo del rosario di S.Pancrazio (PR), Maria Mauriello Montaruli, Grazia Stevani, Carmela Massetti Oliva con 5 abbonamenti, Partecipanti all'incontro del rosario a Ravello di Rescaldina (MI), partecipanti incontro al Santuario del Pelingo (PS), Giovanna e Carmelina Faraoni, Andrea e Marta Reali, Daniela Zeda, Eugenio Zeppilli, Laura Turolla, Maria Cecilia Trillini, Maria Fasoli, Suor Gina Derin, Carmen De Pedrini, Giovanna Cecchini, Don Renato Scopa, Donatella Agostini, Antonio Aliata, Apone Germano, Angelina Colombo, Gabriella Craboledda, Laura Della Persia, Gambina Pennellina, Felicia Ghirardelli Persico, Pinato Suor Mariarosa, Guido e Gabriella Pioppi, Quintino Salsetti, Romano Aida, Dr. Renato Adimari, Maria Rosa Dalla Villa, Daria De Antoni, Giancarlo Riccio, Prof.ssa Gabriella Barbieri, Don Mario Giulietti di Marotta (PS), Domenicane S. Sisto di Falconara (AN), Fraternita Laica Domenicana di Lugo (RA), Partecipanti all'incontro del rosario a Cristo Re di Bolzano, Don Giuseppe Nevi di Vicomoscano (CR), Stella Tombolesi, Erminia Mazzaretto, Gina Sartori, Maria Biziato, Milena e Daniela Paltrimieri, Domenicane del SS. Rosario di Melegnano, Giulio Pertile, ✓ in memoria dei defunti, per chiedere grazie o per la celebrazione di ss. messe: Annarosa Minto, Gabriella Gropelli, Paolo Risso, Glauca Menduini, Giuliana Bartali, Giuseppina Capodagli, Silvana e Franca Cassanelli, Anna Guzzi, Partecipanti all'incontro del rosario a Ravello di Rescaldina (MI), Ilaria Giannarelli, Partecipanti incontro al Santuario del Pelingo (PS), Norma Neri, Dora Ludolini, Giuseppa Paparelli, ✓ per acquisto di sussidi: Maria Passoni, Fraternita Laica di Modena, Chiesa B. Vergine del Rosario di Trieste, Maria Luisa Odifreddi, P.Angelico Menetti, Monastero Domenicano di Cagli, Gruppo del Rosario di Vignola, Fraternita Laica di Imola, Irene Di Giovanni, Mariella Albertini, Concettina Maggiore, Fraternita Laica Domenicana di Forlì, Comunità parrocchiale di Ponte della Priula (TV), Fraternita Laica di Castelbolognese (RA), Elisabetta Casoli, Giovanni Pavoncelli, Partecipanti all'incontro del rosario a Ravello di Rescaldina (MI), Partecipanti incontro al Santuario del Pelingo (PS), Suor Gina Derin, Suor Maria Giovanna Ansaldo, Paolo Cipriani, Laura Della Persia, Domenicane della B. Imelda di Thiene (VI), Domenicane S.Sisto di La Spezia, Fedeli della parrocchia di Marotta (PS), Assunta Lorenzetti, Partecipanti all'incontro del rosario e fedeli di Cristo Re di Bolzano, Fratrenita Laica Domenicana di Lugo (RA), fedeli di Vicomoscano (CR), fedeli della parrocchia S.Famiglia di Bolzano, Maria Cavallaro, Fedeli della parrocchia B.V.Rosario di Bolzano, P. Nicolas o.p., Parrocchia di S. Pancrazio (PR), ✓ per sostenere l’opera dei pellegrinaggi: Elena Aruta, ✓ per le adozioni a distanza: Famiglia Masini Ferrari, Assunta Lorenzetti, Irene Di Giovanni, ✓ per le missioni: Famiglia Negri,
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Abbiamo appreso dell’iniziativa promossa dal Santuario di Loreto di innalzare quotidianamente una preghiera per l’Italia alla Beata Vergine all’accensione della lampada nella Santa Casa: con gioia ci vogliamo unire a questa proposta e riportando il testo della preghiera vogliamo invitare tutti i devoti e i gruppi del santo rosario a farla propria al momento in cui si riuniscono in prehgiera.
Accendi o Maria, la lampada della fede in ogni casa d’Italia e del mondo.
che fiduciosamente attendono il ritorno di Gesù, frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!
Dona ad ogni mamma e ad ogni padre il tuo limpido cuore, affinché riempiano la casa della luce e dell’amore di Dio.
Amen.
Aiutaci o Madre del sì, a trasmettere alle nuove generazioni la Buona Notizia che Dio ci salva in Gesù, donandoci il Suo Spirito d’Amore. Fa che in Italia e nel mondo non si spenga mai il canto del Magnificat, ma continui di generazione in generazione attraverso i piccoli e gli umili, i miti, i misericordiosi e i puri di cuore
In casi di mancata consegna al destinatario il portalettere è pregato di specificarne il motivo contrassegnando con una X il quadratino corrispondente DESTINATARIO
INDIRIZZO OGGETTO
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SCONOSCIUTO PARTITO TRASFERITO IRREPERIBILE DECEDUTO INSUFFICIENTE INESATTO RIFIUTATO NON RICHIESTO NON AMMESSO
3/99 IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO CMP BOLOGNA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA