LETTERA DEL PROMOTORE
Gentilissimi lettori, nel 3° numero di ROSARIUM dello scorso anno, presentando l’iniziativa della “Peregrinatio Mariae”, a pagina 3 si diceva che “il Movimento del rosario ha fatto preparare 4 statue di 60 cm raffiguranti la Beata Vergine Maria nell’atto di consegnare il Rosario a S. Domenico e a S. Caterina da Siena”. Da allora, considerando la generosa disponibilità di tante persone che l’hanno promossa, ma soprattutto il favore con cui l’iniziativa è stata accolta dalle comunità e dalle famiglie, si è ritenuto cosa buona poterne avere a disposizione un maggior numero perché: * alcune sono sempre disponibili presso la sede del Movimento in quanto usate sia da me che da altri religiosi domenicani che accogliendo l’iniziativa hanno cominciato a collaborare direttamente, * altre sono state affidate a persone appositamente designate in tutte le regioni del nord est d’Italia affinché, dopo aver promosso la “Peregrinatio”, possano consegnarle a quanti si impegnano ad accogliere l’invito, * altre ancora sono state acquistate da alcune persone che si sono assunte permanentemente il gioioso onere di fare della loro casa un centro di irradiazione del s. rosario, ma non solo... perché ho constatato che spesso dalla loro casa la statua viene portata momentaneamente anche in altri luoghi affinché anche lì si possa meditare con la Madonna recitando il s. rosario. Complessivamente perciò sono ben 12 le statue della Beata Vergine del Rosario che stanno peregrinando nel nord est d’Italia: nei vari numeri di Rosarium potrete seguirle nel loro peregrinare, così come potrete anche condividere le testimonianze di cui -volta per volta- troverete alcuni stralci... sono unanimi nell’attestare la gioiosa e vivificante accoglienza. Sentiamoci tutti impegnati, non solo nel promuovere attivamente, ma soprattutto nell’accompagnare con la nostra preghiera quanti si adoperano affinché -come auspicato nel testo della benedizione apostolica-, facendo “vivere e amare il “Rosario benedetto di Maria”, l’iniziativa si diffonda in maniera feconda e sia un’autentica occasione per “rinnovare nelle comunità e nelle famiglie lo spirito di preghiera” al fine di “crescere nella fede e nella carità evangelica”. Il mese di Maggio appena iniziato troverà molti impegnati in tante lodevoli iniziative di riflessione, di preghiera... occasioni favorevoli per incontri con la disarmante dolcezza di Maria e per questo ci rallegriamo e ringraziamo, ma perché limitarsi ai 31 giorni di maggio? L’amore della Vergine si effonde sull’umanità per tutto l’anno! Invocando la materna protezione della Beata Vergine, Vi saluto fraternamente P.Mauro
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POSSIAMO CAPIRE QUALCOSA ANCHE NOI DEL GIUBILEO? a cura di P. Paolo Maria Calaon O.P.
IL CRISTIANO E ... UN RIFUGIATO!
Nel numero precedente di “Rosarium” vi ho parlato dell’atteggiamento proprio di colui che chiede a Dio il dono delle lacrime, perché i suoi occhi aprendosi alla luce tornino a vedere e a ... capire. Non si può chiedere questo dono senza “farsi pellegrini”, e cercare, come un mendicante la luce. Il giovane ricco - come si legge nel vangelo - va da Gesù per chiedere la luce, ma soprattutto per capire. E’ uno che non “sta più nella pelle”, va’ da Gesù correndo, e si getta in ginocchio ai suoi piedi: sa che Gesù gli può donare tutto, e vuole capire. E il giovane ricco dopo l’incontro con Gesù capisce... Che cosa capisce? Comprende che Gesù lo invitava ad entrare in un dialogo d’intimità inaudita con Lui, dove anche il minimo attaccamento è fatale. Il Vangelo ci dice che Gesù “fissatolo lo amò” (Mc 10,21). Il giovane ricco voleva capire, ed ha capito che la vera vita è vivere di quest’amore con il quale lui era amato da Gesù. Ma... era troppo, perché aveva molti beni, e ... se ne andò triste. Gli bastava un piccolo gesto di umiltà per dire: “Signore, sono pieno di me, sono legato alle mie ricchezze, ho paura del tuo invito e di essere bruciato dal tuo amore, ma ti prego, rendi il mio cuore povero”. Gesù a quel punto - come ha fatto per Maria Maddalena - lo avrebbe amato ancor più. Quest’amore è un mistero di intimità, di trasparenza unico e inaudito. Il giovane ricco ha visto questo, ne ha avuto paura, ed è fuggito triste. La vera risposta è quella di colui che ne ha paura, e, invece di fuggire si rifugia sempre di più, come un bambino tra le braccia di sua madre. Recentemente mi trovavo presso una famiglia e ho di nuovo contemplato quest’immagine, vedendo la figlia di questi miei amici che, in preda alla paura per chissà che cosa, si è risvegliata piangendo e, subito ha cercato i suoi genitori, e si è rifugiata nell’abbraccio della madre. E poi, tutto è passato... Diventare bambini, secondo l’invito che Gesù ci rivolge significa rifugiarsi, e per questo accettare di
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avere paura. Dio non crea nulla a caso. Se vuole la famiglia, è perché vuole che impariamo a rifugiarci. Ma vuole che questo rifugio sia l’immagine creata di un rifugio ancora più profondo che è il rifugiarsi in Dio. Il cristiano è invitato a rifugiarsi in Dio, proprio come il bambino si rifugia nell’intimità d’amore che scorre all’interno della famiglia. Per questo la Chiesa non smette di invitare alla preghiera in famiglia. Il segreto della preghiera è il rifugio. E’ proprio all’interno della famiglia dove spontaneamente ci si rifugia, che la Chiesa invita a riscoprire la preghiera a Maria... invocata come il rifugio dei peccatori.
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La “peregrinatio Mariae” è stata promossa:
◗ a Bolzano dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta: – nella parrocchia della B. Vergine Maria del S. Rosario dal 3 al 24 ottobre 1999 dove è stata accolta dalle famiglie Cecchetto, De Pascalis, Quinzio, Bontempelli; dalle sigg.re Pierina Zampini, sig.ra Pina Gatti, Rita Giacomozzi-Laurentis, Adelina Roni, Minchio e dal Gruppo Missionario. – in casa della famiglia di Nevona Turchetto a Bolzano dal 26 ottobre al 3 dicembre e durante questo periodo ha anche brevemente visitato la famiglia di Adriano Giurato il 5 novembre, l’Associazione Emmanuele il 17 novembre, la famiglia Moreno Bissacco dal 18 al 20 novembre. – nella parrocchia della Sacra Famiglia a Bolzano dal 5 al 26 dicembre 1999 dove è stata accolta dalle famiglie Ferragina, Napoleone, Villotti, Alfieri, Modena, Corradini, Perez, Bissaro e dal Centro Anziani. – in casa della signora Patrizia Cescato dal 14 gennaio al 24 febbraio, della signora Agnese Masola dal 25 febbraio al 3 marzo 2000. ◗ in provincia di Trento dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta: – nelle case di Barbara Tonini dal 21 al 28 settembre 1999 a Villazzano, di Maria Oberosler dal 20 al 26 ottobre a Trento, di Felice Oberosler dal 26 ottobre al 3 novembre a Trento, di Agnese Moltrer dal 4 all’11 novembre a Fierozzo, di Antonio Oberosler dal 11 al 18 novembre a Fierozzo, di Anna Valle dal 18 al 25 novembre a Trento, di Marco Trentini dal 25 novembre al 2 gennaio 2000 - di Natalino Trentini dal 2 all’8 gennaio - di Emma Stelzer dall’8 al 15 gennaio - di Alfredo Rubino dal 15 al 22 gennaio - di Elena Malacarne dal 22 al 30 gennaio - di Antonietta Formaini Sartori dal 30 gennaio al 6 febbraio - di Carla Maria Margoni dal 6 al 13 febbraio - di Rosalinda Mengon Roncador dal 14 al 21 febbraio - di Anna Chemelli Zanetti dal 7 al 14 marzo a Villazzano. ◗ in Lombardia dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta: – a Castenuovo Bocca d’Adda (Lo) in casa della famiglia di Enrica Contardi dal 5 all’11 ottobre 1999, di Glicerio Peviani dal 12 al 18 ottobre 1999, di Stefano Merli dal 19 al 25 ottobre 1999 a Castelnuovo Bocca d’Adda (LO). – a Busto Arsizio (Va) in casa della famiglia di Giovanni e Maria Grazia Armiraglio dal 5 al 15 dicembre 1999, di Antonia - Lino e Graziano Pinna dal 15 dicembre 1999 al 21 gennaio – a Bienate (Va) in casa della Sig.a Silvia Fava dal 25 al 30 gennaio 2000, di Annunciata Forzani dal 30 gennaio al 6 febbraio, di Luigi Magnoli dal 6 al 14 febbraio, di Biagio Rinaldi dal 14 al 20 febbraio, di Giuseppe Grassi dal 20 al 27 febbraio, di Silvana Fava dal 27 febbraio al 5 marzo, di Maurizio Caradonna dal 5 al 12 marzo, di Giovanni Paganotto dal 12 al 19 marzo, di Rosalindo Macinini dal 19 al 26 marzo, di Rosa Pisoni dal 26 al 31 marzo, di Angelo Galazzi dal 31 marzo al 2 aprile, di Barbara Colombo dal 2 al 10 aprile. ◗ in Emilia dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta nel modenese – in casa di Giuseppe Butitta dal 9 al 23 novembre, di Amedeo Balboni dal 30 novembre al 16 dicembre, di Paolo Preti dall’11 al 25 gennaio, di Andrea Preti dal 1 al 29 febbraio. ◗ in Romagna dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta: – a Faenza (Ra) in casa della sig.ra Maria Grazia Varaldo dal 7 dicembre 1999 al 14 gennaio 2000, della sig.ra Pierina Cantoni dal 14 al 21 gennaio, di Vincenzo Piancastelli dal 22 al 28 gennaio, di Antonio Guarriello dal 29 gennaio al 4 febbraio 2000. – a Castelbolognese (Ra) dalle Monache Domenicane dal 5 al 10 febbraio, nelle comunità curate da Don Sandro Pompignoli l’11 febbraio, in casa del Dr. Stefano Bosi dall’11 al 16 febbraio, di Carlo ed Anna
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Zaniboni dal 17 al 24 febbraio, di Maria Luisa Merenda dal 24 al 27 febbraio, di Salvatore e Libera Tamburri dal 27 febbraio al 2 marzo, nella comunità di Don Gian Luigi Dall’Osso dal 3 al 5 marzo 2000, nella comunità delle Suore Maestre Pie dell’Addolorata dal 5 al 10 marzo, nella casa di Francesco Poggiali dal 10 al 15 marzo, di Lucilla Contarini dal 16 al 24 marzo, di Francesca Piancastelli e Luigi Santandrea dal 24 al 31 marzo 2000. ◗ in Veneto dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta – a Verona in casa della famiglia del dott. Silvio Fontanini dal 21 al 26 febbraio 2000, nella Basilica di S.Anastasia dal 27 febbraio al 4 marzo 2000, nella comunità delle Suore Comboniane dal 5 all’11 marzo 2000, – a Lugagnano (VR) in casa della sig.ra Imelda Tomelleri Mazzi dal 11 al 19 marzo - di Amabile Mattuzzi Rudari dal 19 al 27 marzo 2000, – a Peschiera (VR) in casa del sig. Fabio Trevisan dal 28 marzo al 5 aprile 2000 ◗ ad Ancona dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta – in casa della sig.ra Giulia Sparapani dal 22 febbraio al 1 marzo 2000, in casa della famiglia Agostinelli Socionovo dal 1 all’8 marzo 2000, in casa della famiglia Tanassi dall’8 al 15 marzo 2000, della famiglia Andreoni dal 16 al 22 marzo 2000. ◗ a Popetto di Tresana (MS) dove la statua della B.V. del Rosario è stata accolta – nella casa natale del P. Pio Giocondo Lorgna o.p. dal 21 febbraio al 9 marzo 2000
LOMBARDIA BIENATE consolo la famiglia che viene lasciata Proveniente da Busto Arsizio, dove era stata accolta da alcune famiglie per diverso tempo, il 25 gennaio la statua della Beata Vergine Maria, Regina del S. Rosario, si è fatta pellegrina d’amore anche a Bienate, nella nostra comunità. Il nostro parroco Don Lamberto Leva, ha accolto con gioia l’iniziativa che ha “caldeggiato” invitando i fedeli dall’altare perché era quanto mai opportuno accogliere la statua della Madonna del S. Rosario affinché, proprio nell’anno giubilare, si pregasse in famiglia. Come proposto dal Movimento Domenicano del Rosario la statua della Vergine del Rosario viene ospitata per una settimana nella casa della famiglia che l’accoglie... settimana nella quale in quella casa la famiglia riunita insieme prega anche con amici e conoscenti: oltre il giorno in cui la porto, cerco di tornare almeno una volta durante la settimana. Nel momento di preghiera familiare normalmente -ma sempre con tanta libertàvengono coinvolti tutti i presenti perché ad ognuno viene affidata o la recita di una “deci-
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na”, o una lettura, o la recita della Litanie. Quando alla fine della settimana torno per trasferire la statua portandola in un’altra famiglia, nel rito di congedo recito solo una “decina” e “consolo” la dispiaciuta famiglia che viene lasciata dicendo che non è la statua in sé che ci deve far pregare, ma è la Madonna stessa che è sempre presente e alla quale possiamo unirci ogni volta che ci mettiamo in Sua presenza. Pur avendo diverse richieste, fino ad oggi ho accompagnato la Statua nella visita solo in 6 famiglie e posso affermare che c’è devozione per Maria Santissima, e riscontro che questa Peregrinatio Mariae può aiutarci a farla diventare vera devozione. Personalmente spero anche che questa iniziativa possa coinvolgere anche luoghi, persone e famiglie in cui non c’è fede o... poca, per far nascere nuovi germogli di grazia. Ho scoperto che mi sento a mio agio con la gente, mi apre il cuore stare con loro, ascoltare i loro racconti e a volte condividere i loro dolori... sento che la Beata Vergine vuole aiutarli, amarli in quanto sono figli di Dio, suoi figli desiderosi d’avvicinarsi alla fonte della Salvezza ma... spesso incapaci di farlo perché non credono che un piccolo cammino di preghiera potrebbe aiutarli molto. Credo che se sperimentassero il rapporto personale con Dio, la pace che da questo sgorga, le cose che Lui stesso dona, in ultimo l’Amore di Gesù stesso, capirebbero perché tanti donano tutto sé stessi per l’Unico Salvatore del mondo. Un grande miracolo chiedo a Dio per intercessione di Maria Vergine: che tutti possano salvarsi e godere della vita di grazia. De Paola Patrizia
ROMAGNA CASTELBOLOGNESE La Romagna, terra di... devozione! Il 5 febbraio, nel primo pomeriggio, la sig.ra Maria Grazia Varaldo della Fraternita Laica Domenicana di Faenza, responsabile per la Romagna della “Peregrinatio Mariae” lanciata dal Movimento Domenicano del Rosario, ha portato la statua della Madonna Pellegrina nel nostro Monastero. Con una processione semplice e raccolta, mentre si intonavano canti mariani, le Monache hanno portato la statua lungo i corridoi del convento fino alla chiesetta, dove è stata sistemata sull’altare del Crocifisso, circondata da lumi e da fiori. Dopo aver tutte insieme pregato attorno alla Vergine, abbiamo proseguito le celebrazioni liturgiche esponendo il SS. Sacramento per la quotidiana adorazione. La Madonna del Rosario è rimasta nostra “ospite” fino al giorno 10, l’11 ha fatto una tappa alla Casa di Riposo, poi ha iniziato a pellegrinare nelle famiglie per sostarvi alcuni giorni rendendo quelle case luoghi mariani di preghiera. Mentre la statua si trovava presso il Monastero, abbiamo invitato Gruppi e Associazioni, oltre ai fedeli che frequentano solitamente la nostra chiesa, a venire ad onorare la Madonna insieme a noi. Concludiamo con un pensiero escatologico su Maria e sul Rosario: dobbiamo sempre aver presente che i
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misteri di questa preghiera mariana, tanto diffusa ed amata, sono i misteri della nostra fede, i misteri della vita eterna: essi hanno tutti una loro dimensione escatologica, relativa cioè ai destini ultimi dell’uomo e dell’universo, perché sono immersi nella vita soprannaturale in Dio stesso. Il Rosario ci aiuta a meditare le stesse cose che Maria meditava nel suo cuore, ed è al suo Cuore Immacolato che affidiamo le nostre vite, il nostro monastero e il nostro paese. Le Monache Domenicane di Castelbolognese (Ra) Di fronte ad una Presenza nuova in casa Quando siamo venuti a conoscenza della possibilità di ricevere a casa propria l’immagine della Madonna siamo rimasti molto sorpresi perché non ci era mai capitato di venire a conoscenza di una tale opportunità. Al tempo stesso è nato subito in noi il desiderio di ricevere a casa nostra l’immagine della Madonna. Ci è parso, infatti, un dono bellissimo poter accogliere come un ospite la Madre Santa in casa nostra, fra noi, nella nostra famiglia. In realtà l’immagine sacra ci ha fatto riflettere sulla “fisicità” della Madonna che, come persona, si muove per venire incontro ai suoi figli; è stato un po’ come fare l’esperienza dei veggenti di Fatima, di Lourdes... Maria è scesa dal Paradiso preoccupata della nostra salvezza e ci è venuta incontro, ci è venuta a cercare di persona, come donna e come Madre: come donna con le sue caratteristiche umane e come Madre con i suoi privilegi derivanti dalla maternità divina. Di fronte ad una Presenza nuova in casa nasce da un lato lo stupore, la sorpresa per questa venuta inattesa ed il desiderio di creare per Lei uno spazio di attenzione, di disponibilità nuovo, come
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accade quando in una famiglia nasce un figlio. Questa è stata l’esperienza cui la visita della Madonna ci ha educato, a Lei abbiamo domandato la grazia di permanere in questo atteggiamento del cuore ed in questa consapevolezza, in questa coscienza rinnovata. Famiglia dr. Stefano Bosi di Castelbolognese (Ra)
MARCHE ANCONA Se non ci fosse Giulia Da diverso tempo in una chiesa di Ancona ogni mercoledì sera viene recitata e meditata l’intera corona del Santo Rosario; Giulia, la zelatrice di Ancona, partecipa spesso a questo momento di preghiera e così quando riceve l’invito di padre Mauro di promuovere la peregrinatio Mariae pensa subito di renderne partecipe padre Giuseppe, il sacerdote che guida la funzione. Egli accoglie la proposta della Vergine: il Rosario non si concluderà il mercoledì sera ma continuerà nelle case, nelle famiglie di tutte quelle persone che desidereranno ricevere la visita della Madonna del Rosario. Così la settimana successiva padre Giuseppe e Giulia salgono sul pulpito e presentano l’iniziativa: “Aprite le porte a Maria, Lei stessa compirà meraviglie nella vostra vita! Apritele la porta del cuore e deponete ai suoi piedi ogni “ma” ed ogni “forse”, offritele solo la vostra disponibilità e la Vergine non mancherà di ricompensare la vostra fiducia ...”. Intanto la statua della Madonna viene fatta entrare nel presbiterio e.... è bellissima! Ci guarda con tenerezza e attende il nostro sì! Le persone presenti si avvicinano tutte alla statua e poi qualcuno domanda a Giulia di poter ospitare la Vergine... Così è iniziata ad Ancona la peregrinatio Mariae, la prima persona che ha accolto la Vergine è stata Giulia stessa, che a sua volta, presentava l’iniziativa della peregrinatio a tutte le persone che si recavano a pregare a casa sua, invitando ed esortando a non lasciarci sfuggire queste grazie della Regina del Rosario. ... Eh sì, perchè purtroppo non siamo abituati a deporre i nostri dubbi dinnanzi alla Vergine e tante persone, che magari nel cuore desidererebbero accogliere questo invito di Maria, si lasciano un po’ sopraffare dalle tante preoccupazioni... così abbiamo proprio bisogno di persone come Giulia che ci scuotano dalla nostra quotidianità perchè ci si lasci finalmente avvolgere da quel misterioso movimento che è l’anima della preghiera del Rosario.
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LA PRESENZA REALE NELL’EUCARESTIA
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’Eucarestia, come gli altri sacramenti, consiste in un segno esterno che indica e produce una realtà interiore. Il segno esterno, nel caso dell’Eucarestia, si ha nelle parole: Questo è il mio corpo, dato per voi e questo è il mio sangue, versato per voi, pronunciate dal sacerdote rispettivamente sul pane e sul vino. La realtà interiore è quella stessa che le parole significano: il corpo del Signore dato in sacrificio e il sangue sparso in remissione dei peccati. Come si vede, il mistero eucaristico, nella sua semplicità, racchiude realtà profonde e sublimi. Innanzitutto vi è il fatto della reale presenza del corpo e del sangue del Signore. Vi è poi l’aspetto sacrificale, perché il corpo e il sangue del Signore sono presenti come “offerti” in sacrificio. Infine vi è l’aspetto del nutrimento spirituale, perché il corpo e il sangue vengono dati come cibo: Prendete e mangiate prendete e bevete. Di questi tre aspetti: presenza reale, sacrificio, nutrimento spirituale prenderemo in considerazione in questo articolo soltanto il primo, riservandoci (eventualmente... N.d.R.) di tornare in seguito sugli altri due. Il dato biblico Se esaminiamo la Scrittura vediamo come il mistero della presenza reale appaia in maniera netta ed inequivocabile, purché si prendano i testi per quello che sono, senza volerli diminuire o alterare. Le parole di Gesù sono molto esplicite: Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. Esse indicano che quelle realtà che Gesù tiene fra le mani e offre agli apostoli in cibo e bevanda sono il suo corpo ed il suo sangue. Nulla di più e nulla di meno. Non si vede quale altro senso si possa trovare a meno di non ripiegare su interpretazioni arbitrarie e riduttive. Si potrebbe dire (e i Testimoni di Geova insistono sempre su questa obiezione) che Gesù aveva anche detto: Io sono la vite (Gv 15,1), ma nessuno prende alla lettera queste sue parole. E’ vero, ma in quest’ultimo caso il valore simbolico è
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chiaro e inequivocabile, mentre non si vede con altrettanta chiarezza ed immediatezza quale sia il valore simbolico delle parole: Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. Si aggiunga che l’affermazione di Gesù va letta alla luce della sua promessa fatta tempo prima a Cafarnao, quando Egli, scandalizzando i suoi uditori i quali prendevano giustamente alla lettera il suo discorso, aveva detto e ripetuto: “Il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo... La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Gv 6,51.54). La testimonianza della Tradizione La Chiesa ha sempre interpretato alla lettera le parole di Gesù sull’Eucarestia. Le testimonianze in questo senso sono innumerevoli e non è certo possibile elencarle in questa sede. Ne riportiamo soltanto alcune fra le più significative. Fra le testimonianze più antiche va ricordata quella di S.Ignazio di Antiochia il quale afferma: “L’Eucarestia è la carne del nostro Salvatore Gesù Cristo, che ha patito per i nostri peccati e che il padre nella sua benignità ha resuscitato” (Ad Smyrn. 7,1). S.Giovanni Crisostomo, fra l’altro scrive: “Quanti adesso dicono: Vorrei vedere il suo volto, la sua persona, le sue vesti, le sue calzature! Ma nell’Eucarestia è lui stesso che tu vedi, lui stesso che tu tocchi, lui stesso che tu mangi!” (De Poen. hom. 9,1). Anche S.Ambrogio si esprime con grande chiarezza: “Questo che noi realizziamo (conficimus) è il corpo nato dalla Vergine... E’ veramente la carne di Cristo che è stata crocifissa, che è stata sepolta: è veramente dunque il sacramento della sua carne” (De mist., 9,53). L’insegnamento del Magistero ecclesiastico Molte volte il magistero ecclesiastico è intervenuto per affermare e ribadire la verità di fede della presenza reale del Signore nella Eucarestia. In particolare il Concilio di Trento, che si trovava di fron-
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te alle negazioni dei protestanti, espone con ampiezza e precisione la dottrina cattolica: “Apertamente e semplicemente affermiamo che nel sacramento della Santissima Eucarestia, dopo la consacrazione del pane e del vino, nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente sotto l’apparenza di quelle cose sensibili. Pertanto il nostro Salvatore nella sua umanità è presente non solo alla destra del Padre, secondo il modo di esistere naturale, ma insieme anche nel Sacramento dell’Eucarestia secondo un modo di esistere che, sebbene sia inesprimibile per noi a parole, tuttavia con la mente illuminata dalla fede possiamo intendere e dobbiamo fermissimamente credere che è possibile a Dio” (DS 1636). Sul mistero della presenza reale è tornato qualche anno fa Paolo VI nel Credo del Popolo di Dio. Dopo aver ricordato la dottrina espressa dal Concilio di Trento il Papa conclude: “E’ dunque per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato che essi non possono vedere e che, senza lasciare il cielo, si è reso presente dinanzi a noi”. L’approfondimento teologico di S.Tommaso La teologia, come sappiamo, parte dal dato di fede, accettato senza discutere, e lo approfondisce mediante la riflessione razionale. Quale sarà dunque l’atteggiamento del teologo di fronte al mistero della presenza reale? Guardiamo come si è comportato S.Tommaso, il principe e il maestro dei teologi e il cantore insuperato dell’Eucarestia. Nell’articolo della Somma teologica dedicato alla presenza reale (III, q.75, a.1) S.Tommaso innanzitutto ricorda che la presenza eucaristica non può essere colta dai sensi, ma deve essere accettata soltanto in forza della fede che si basa sulla parola del Signore. E cita S.Cirillo Alessandrino il quale scrive: “Non dubitare se ciò sia o non sia vero, ma piuttosto accogli nella fede la parola del salvatore: essendo egli la Verità, non può mentire”. Tuttavia S.Tommaso non si limita a ribadire il dato della fede
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ma, da vero teologo, porta anche degli argomenti razionali di convenienza a favore della presenza reale: porta cioè delle argomentazioni che mostrano come questa verità si accordi mirabilmente con gli altri dati della fede. Non si tratta di provare con la ragione una verità rivelata da Dio, ma solo di indagarne tutta la profondità e la bellezza. Dice dunque S.Tommaso che conviene alla perfezione del Nuovo Testamento che il Signore sia presente nell’Eucarestia veramente e realmente, e non soltanto simbolicamente. Infatti la differenza fra l’Antico e il Nuovo Testamento sta proprio in questo: che nel primo si avevano solo delle prefigurazioni e degli annunci, nel secondo invece si hanno delle realtà. Ritenere che Cristo sia presente nell’Eucarestia solo simbolicamente significherebbe dunque restare al livello dell’Antico Testamento. Inoltre, continua S.Tommaso, la presenza reale conviene mirabilmente alla perfezione della carità di Cristo. E’ infatti caratteristica del vero amore di amicizia il voler restare vicini alla persona amata. Ora Gesù, prima di lasciarci per risalire al Cielo, ha voluto trovare il modo di rimanere accanto a noi. Per cui, conclude S.Tommaso, “questo sacramento è il più grande segno della carità e sostegno della nostra speranza, a motivo di una così intima familiarità di Cristo con noi”. Infine, aggiunge l’Angelico Dottore, è conveniente per la perfezione della nostra fede che in questo sacramento ci rimanga nascosta non solo la divinità, ma anche l’umanità del Signore. In tal modo infatti l’Eucarestia può diventare il mistero della fede per eccellenza, credendo al quale noi dimostriamo nel modo più evidente la nostra totale fiducia nelle parole di Gesù, al di là di quanto possiamo vedere, toccare e gustare con i nostri sensi. Quest’ultimo richiamo alla fede fa tornare alla mente le calde parole conclusive dell’inno eucaristico Adoro Te devote, parole che possono diventare anche la nostra preghiera:” Gesù, che ora contemplo velato, fa’ che avvenga ciò che tanto desidero: che contemplandoti un giorno a volto scoperto, possa divenire beato nella visione della tua gloria” (Jesu, quem velatum nunc aspicio,/oro fiat illud quod tam sitio:/ ut te revelata cernens facie,/visu sim beatus tuae gloriae). P. Roberto Coggi o.p. da: Bollettino di S.Domenico n° 6 del 1985
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IL S. ROSARIO CON IL BEATO BARTOLO LONGO MISTERI GAUDIOSI Primo mistero gaudioso: Maria accoglie il Figlio di Dio Maria rispose: sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto (cfr. Lc 1,26-38). Orazione - O Maria, giglio immacolato, per quel gaudio che provasti, quando all’annunzio dell’Angelo divenisti la Madre di Dio: ottienimi la virtù della purezza e dell’umiltà, affinché io diventi degno tuo figlio e fratello di Gesù Cristo. Amen. Secondo mistero gaudioso: Maria visita Elisabetta Elisabetta esclama: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! (cfr. Lc 1, 39-56). Orazione - O Maria, Madre di grazia e di carità, per quel gaudio che provasti quando, nel visitare Elisabetta, portasti la gioia nella casa di Zaccaria e il Battista fu santificato al suono della tua voce, visita l’anima mia; fa’ che senta la tua voce di Madre, e riempila dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo. Amen. Terzo mistero gaudioso: Gesù nasce a Betlemme Maria diede alla luce suo Figlio, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia (cfr. Lc 2,1-20). Orazione - O Maria, specchio di umiltà e di povertà, per quel gaudio che provasti quando, respinta dagli abitanti di Betlemme, costretta a rifugiarti nel freddo e nell’oscurità di una stalla, desti alla luce il divin Redentore, fa’ che io, accettando i disprezzi e la povertà, mi mantenga fedele alla grazia e meriti, con le buone opere, di conseguire l’eterna salvezza. Amen. Quarto mistero gaudioso: Gesù è offerto al Padre Simeone disse a Maria: Egli è segno di contraddizione... E a te una spada trafiggerà l’anima. (cfr. Lc 2,22-40). Orazione - O Maria, modello perfetto di ubbidienza e di sacrificio, tu che offristi per noi Gesù all’eterno Padre, poni sul mio cuore il tuo Bambino, affinché, insieme con te, gli faccia il sacrificio delle mie passioni e di tutto me stesso. Amen.
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Quinto mistero gaudioso: Gesù è ritrovato nel Tempio Dopo tre giorni trovarono Gesù nel tempio, seduto in mezzo ai dottori (cfr. Lc 2,41-52). Orazione - O Maria, esempio luminoso di pazienza, per quel gaudio che provasti quando, dopo tre giorni di affannosa ricerca, ritrovasti Gesù nel Tempio, fa’ che anch’io, a tua imitazione, cercando con amore Gesù in tutti gli istanti di mia vita, lo ritrovi finalmente tra le tue braccia nel momento di mia morte per non perderlo mai più. Amen. MISTERI DEL DOLORE Primo mistero doloroso: Gesù agonizza nel Getsémani Gesù pregava: Padre, se è possibile, allontana da me questo calice! (cf. Mt 26,36-39). Orazione - O Vergine Addolorata, per l’angoscia di quella tristissima notte in cui Gesù agonizzante nell’orto sparse vivo sudore di sangue alla vista delle mie ingratitudini, e, tradito, fu legato come reo, ottienimi il dolore perfetto dei miei peccati e la perseveranza nella preghiera, affinché mai più tradisca il suo amabilissimo Cuore. Secondo mistero doloroso: Gesù è flagellato La folla gridava: Crocifiggilo! Allora Pilato lasciò libero Barabba e fece frustare a sangue Gesù (cfr. Mc 15, 14-15). Orazione - O Madre afflittissima, per quella pena che soffristi nel sapere il Figlio tuo, innocente e santo, pubblicamente denudato e lacerato a sangue dai flagelli, impetrami lo spirito della vera penitenza e la virtù della castità e della mortificazione dei sensi. Amen.
Terzo mistero doloroso: Gesù è coronato di spine I soldati intrecciarono una corona di spine e la conficcarono sul capo di Gesù (cf. Mt 27,27-30). Orazione - O Madre dei dolori, per quell’atroce tormento che ti trafisse il cuore quando vedesti Gesù, il Re della gloria, divenuto Re di dolore, coronato di spine e di ignominie, con una canna fra le mani, esposto ai ludibri del popolo, deh! Circonda di quelle spine il mio intelletto e il mio cuore, affinché più non l’offenda con pensieri ed affetti malvagi; ed ottienimi purezza nella mente e retta intenzione nell’operare. Amen.
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Quarto mistero doloroso: Gesù porta la croce Le guardie costrinsero Gesù ad andare fuori della città e a portare la croce sulle spalle (cfr. Gv 19,17). Orazione - O madre desolata, per il martirio del tuo cuore, quando incontrasti il tuo Figlio schiacciato sotto il peso della croce, segnando del suo sangue la via del Calvario, fa’ che io, abbracciato alla croce di Gesù, lo segua portando ogni giorno la croce dei miei affanni con mansuetudine e con perfetta uniformità al volere di Dio. Amen. Quinto mistero doloroso: Gesù muore in croce Gesù gridò a gran voce: “Padre, a te affido il mio spirito”. Poi disse: “Tutto è compiuto”! e, chinato il capo, spirò (cfr. Lc 23,33-46). Orazione - O Regina, dei Martiri, per lo spasimo estremo del tuo cuore, quando vedesti Gesù morire sulla croce tra mille dolori, abbandonato e senza conforto, fa’ che io muoia a me stesso, al mondo e al peccato e viva solo nel cuore di Gesù, abbandonato nelle sue santissime braccia. Amen.
MISTERI DELLA GLORIA Primo mistero glorioso: Gesù risorge dal sepolcro Rallegratevi! Dite ai discepoli di andare in Galilea; là mi vedranno (cfr. Mt 28,1-10). Orazione - O Santissima Madre di Dio, per la gioia che provasti nel vedere Gesù, risorto dalla morte, circondato di gloria, ottienimi che risorga anch’io dalla morte del peccato alla vita della grazia e della fede ed in essa perseveri sino all’ultimo respiro della mia vita. Amen.
Secondo mistero glorioso: Gesù ascende al Cielo Gesù li benedisse e si elevò verso il cielo. Essi lo adorarono (cfr. Lc 24,50-512). Orazione - O Regina dei Cieli, per quel giubilo che provasti nel vedere Gesù trionfante salire al Cielo come Re dell’Universo e nostro Avvocato presso il Padre, ottieni anche a me la sua benedizione, che mi muti da peccatore in santo, e staccandomi da ogni affetto terreno, con la virtù della speranza, accenda in me il desiderio del Paradiso. Amen.
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Terzo mistero glorioso: Gesù invia lo Spirito Santo Videro delle lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. E tutti furono ricolmi di Spirito Santo. (cfr. At 2, 1-6). Orazione - O Regina dell’Universo, per quel giubilo che provasti allorché discese su di te e sugli Apostoli lo Spirito santo, fa’ che Egli venga nell’anima mia e la riempia dei suoi santi doni e dei frutti celesti della carità, della gioia, della pazienza e della pace del cuore. Amen.
Quarto mistero glorioso: Maria è assunta alla Gloria L’Immacolata Vergine, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo (cfr. LG 59). Orazione - O Regina, Signore degli Angeli, per quel giubilo che provasti allorché fosti assunta in anima e corpo in cielo, vieni con Gesù ad assistermi nel punto della mia morte, e conducimi con te all’eterna felicità. Amen.
Quinto mistero glorioso: Maria Regina con Cristo L’Immacolata Vergine fu dal Signore esaltata quale Regina dell’universo (cfr. LG 59). Orazione - O Sovrana di tutti i Santi, onore e letizia del genere umano, per quel giubilo che provasti quando dalla SS. Trinità fosti coronata Regina del Cielo e della Terra, deh! Accendimi dell’amor tuo e dell’amor di Dio, affinché ti ami e ti serva in terra, e ti glorifichi, Regina del mio cuore, in cielo. Amen.
PREGHIAMO O Signore Gesù, che per giungere alla glorificazione hai voluto prima vivere una esistenza umana intessuta, come la nostra, di gioie e di dolori, fa che nella tua Chiesa non vengano mai a mancare ferventi Sacerdoti, Religiosi e Laici che col Rosario di Maria trasmettano agli uomini i misteri della nostra redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
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TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.
La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Charles Journet
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Parte seconda (continua)
Nella conclusione della seconda parte il card. Journet prende in esame i due dogmi mariani definiti negli ultimi due secoli del secondo millennio, e precisamente il dogma dell’Immacolata Concezione (Pio IX, 1854) e dell’Assunzione (Pio XII, 1950). Su quest’ultimo rifletteremo nel prossimo numero, mentre ora tratteremo del dogma dell’Immacolata Concezione. Precisiamo innanzitutto che questo dogma non va confuso con quello della verginità di Maria. L’Immacolata Concezione riguarda il concepimento di Maria Santissima da parte dei suoi genitori (Gioacchino e Anna) e non quello di Gesù da parte di Maria. E precisamente il dogma dell’Immacolata Concezione significa che la Beata Vergine cominciò a esistere senza alcuna macchia di peccato, mentre noi sappiamo che ogni persona umana comincia a esistere con la macchia del peccato originale, quel peccato commesso dai nostri progenitori, Adamo ed Eva, che si trasmette per generazione in tutti i loro discendenti. Questo peccato viene cancellato dal sacramento del Battesimo. La Beata Vergine invece non aveva bisogno di essere battezzata, poiché quella grazia che viene infusa dal sacramento e che cancella il peccato fu infusa in Lei direttamente da Dio sin dal primo istante della Sua esistenza, e con sovrabbondanza. La storia di questo dogma è piuttosto travagliata, e costituisce uno degli esempi più chiari di quello che viene chiamato “progresso dogmatico”. Infatti nella storia della Chiesa non sempre le verità di fede vengono colte subito con chiarezza, ma spesso all’inizio sono credute solo implicitamente in quanto incluse in altre verità più generali. Nel caso dell’Immacolata Concezione di Maria sin dagli inizi la Chiesa ha creduto alla sua perfetta santità e all’esclusione in essa di ogni peccato, ma non ha subito avuto chiara coscienza del fatto che questa esenzione dal peccato si estendeva anche allo stesso peccato originale. Quando, verso l’inizio del II° millennio, si cominciò a riflettere su questo preciso, molti eminenti teologi, anche devotissimi della Madonna, pensiamo a S. Bernardo, dissero che anche la Beata Vergine aveva contratto il peccato originale, dal quale però era stata subito purificata quando era ancora nel seno materno. Il motivo che tratteneva questi teologi dall’ammettere l’Immacolata Concezione era che questa sembrava compromettere l’universalità della Redenzione di Gesù Cristo. Se infatti la Madonna Santissima non aveva contratto
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il peccato originale sembrava che si dovesse dire che non era stata redenta da Gesù Cristo, cosa assolutamente inammissibile ed esclusa da tutti. Fu merito del teologo francescano Giovanni Duns Scoto l’aver trovato la via per conciliare l’Immacolata Concezione di Maria con il fatto che anch’essa fu redenta da Gesù Cristo. Basta infatti dire che Maria fu redenta in quanto preservata dal peccato originale, grazie ai meriti di Cristo. Ella risulta in tal modo redenta in un modo più sublime del nostro. Noi veniamo redenti da Gesù Cristo mediante la cancellazione del peccato originale, la Beata Vergine invece è stata redenta da Gesù Cristo mediante la preservazione da tale peccato. Trovata così la strada per risolvere lo spinoso problema, la verità dell’Immacolata Concezione fu in breve tempo accettata non solo dal popolo cristiano, ma anche dalla totalità dei vescovi, e il Papa Pio IX non ebbe difficoltà a proclamarla come dogma l’8 dicembre 1854. Ricordiamo poi ancora che, quattro anni dopo, la Beata Vergine stessa, apparendo a Lourdes, confermava questa verità di fede dicendo a S. Bernadette: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Testo del Card. Journet Immacolata Concezione 25) Se la Santa Vergine non ha commesso peccato, non ha Ella ereditato almeno la colpa del peccato originale? - No! Affinché Ella sia veramente piena di grazia e degna Madre di Dio, Dio l’ha preservata dalla colpa del peccato originale; Ella non ha avuto bisogno di essere purificata, come noi, con il Battesimo.
26) La Vergine è stata redenta anche Lei dalla preghiera di Gesù in croce? - Sì, è proprio per la preghiera che Gesù farà più tardi sulla croce, che Dio in antici-
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po ha preservato la Vergine dalla colpa originale. 27) Come si chiama questo privilegio della Santa Vergine? - Si chiama Immacolata Concezione. Ciò vuol dire che al suo concepimento, cioè al momento in cui la sua anima è stata creata e unita al suo corpo, ella è stata Immacolata, cioè preservata dal peccato originale. 28) La Bibbia non dice niente che annunci l’Immacolata Concezione? - Sì. La Bibbia racconta che il demonio ha fatto peccare la prima donna, che era immacolata. Tuttavia, dopo questo peccato, Dio non abbandona i nostri primi genitori. Egli promette loro una rivincita, e annuncia che a sua volta la Donna e la sua Discendenza vinceranno il demonio (Gen 3,15). S. Giovanni spiega, nell’Apocalisse, che la Donna vittoriosa sul demonio è soprattutto la Vergine; la sua Discendenza è soprattutto suo figlio Gesù (Apoc 12, 1-5).
Commento: Quali sono i fondamenti biblici del dogma dell’Immacolata Concezione? Sono fondamentalmente due. Uno è tratto dal cosiddetto “Protovangelo”, ossia Gen 3,15: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno”. Il testo è molto discusso e non è di facile interpretazione, ma un dato è certo: si parla di una radicale “inimicizia” fra la donna (nella quale è prefigurata la Madre del Messia) e il serpente, cioè il diavolo. Questa inimicizia radicale, quest’opposizione totale esclude che anche solo per un istante il serpente abbia il sopravvento sulla donna. Quindi viene escluso che anche per un solo istante la Beata Vergine sia stata sotto la schiavitù di Satana. Quindi neppure per un istante Ella ha avuto la macchia del peccato originale. L’altra prova è tratta dal Vangelo di S. Luca (1,28), là dove l’Angelo si rivolge alla Beata Vergine con l’appellativo: “piena di grazia”, che più esattamente dovrebbe essere tradotto dal greco con: “ricolma del favore divino”. La Chiesa, che illuminata dallo Spirito Santo, coglie il senso più profondo della Sacra Scrittura, legge in questa espressione il massimo della grazia che Dio può concedere ad una creatura, il che comporta l’esclusione del peccato per tutta la durata della sua esistenza, a cominciare dal primo istante. Quindi per tutta la durata della sua esistenza la Vergine è stata “piena di grazia”, o “ricolma del favore divino”. Quindi non può aver avuto neppure nei primi istanti, neppure nel primo istante, la macchia del peccato originale. In tal caso non sarebbe stata “piena”, non sarebbe stata “ricolma” del favore divino.
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CON IL LIBRO, IL CALICE E IL ROSARIO SAN PIO V
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ra solo un ragazzo, Antonio Ghislieri, di 14 anni e quel giorno si trovava all’aperto nella campagna di Bosco (Alessandria) dove era nato nel 1504. Vide passare due frati con bianco saio e manto nero. Domandò: “E quelli chi sono?” . Gli fu risposto: “Sono i Predicatori, i Domenicani”. Poco tempo dopo, affascinato dalla loro vita, entrò nel convento di Voghera, vestì il loro abito, chiamandosi fra Michele. Si fece subito notare per la sua particolare affezione alla Madonna. Intelligente, studioso, completò la sua formazione teologica sulla “Summa theologiae” di S. Tommaso d’Aquino, maturando sulle orme di San Domenico e dei santi domenicani un’intensa unione con Dio e un grande zelo per la salvezza eterna dei fratelli. Giovanissimo sacerdote, si meritò subito tanta stima che fu mandato a insegnare teologia nello “Studium” di Bologna... Fu poi priore del convento domenicano di Alba (Cuneo), predicatore appassionato sui pulpiti e nelle piazze dell’alta Italia, difensore della fede cattolica nel suo difficilissimo tempo in cui eretici e ribaldi come Lutero, Calvino, Zuinglio e Enrico VIII°, separavano dalla Chiesa Cattolica intere nazioni. P. Michele Ghislieri era l’apostolo della Verità nella fedeltà piena a Gesù Cristo e alla Chiesa. Presto diventò Vescovo di Nepi e Sutri, subito dopo cardinale, infine Vescovo di Mondovì... con un prestigio sempre più grande nella Chiesa che stava celebrando il grande Concilio di Trento per definire la Verità e ristabilire la disciplina cattolica, noto a tutti come il “Cardinale Alessandrino”. Il 7 gennaio 1566, fu eletto Papa e volle chiamarsi Pio V. Sulla cattedra di San Pietro, mantenne la stessa vita austera e orante che gli era propria. Il suo primo decreto, otto giorni dopo l’elezione, lo fece per operare una grande “pulizia”, buttando fuori dalla sua cerchia viziosi e avidi di denaro. Subito si dedicò ad attuare le direttive del Concilio di Trento sulla Liturgia, la catechesi, la santificazione dei sacerdoti e del popolo cristiano. Nel 1566, per i “tipi” di Aldo Manuzio, il celebre stampatore e artista, editò il Catechismo Romano, sintesi della Fede Cattolica per tutta la Chiesa, pietra
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miliare per la trasmissione della medesima Fede. Nel 1570, rielaborò il Messale Romano allora in uso e, in quanto sicuramente cattolico, lo introdusse dovunque come norma e regola per la celebrazione della Santa Messa. Questo Messale (detto comunemente “di S. Pio V”) da lui promulgato con la bolla Quo primum tempore (14 luglio 1570), rimane a garantire la regola della preghiera e della fede (“lex orandi, lex credendi”), la “patria comune” della Liturgia per i credenti dei secoli. In difesa del Cattolicesimo e dell’Europa cristiana, Pio V organizzò una campagna che si concluse con la vittoria di Lepanto contro i turchi, il 7 ottobre 1571, che egli attribuì alla protezione della Madonna e alla preghiera del Rosario, così che ne istituì la festa nel calendario, appunto il 7 ottobre. “Era sì devoto della Vergine -scrive il suo biografo G. Catena (Vita del glorioso Pio V, Roma, 1587) - e si raccomandava talmente al suo aiuto che non lasciò mai di dire, essendo Papa e occupato in tanti problemi, il Rosario intero”. Già all’inizio del suo pontificato, aveva pubblicato una bolla sul Rosario, cui ne fece seguire un’altra (“Consueverunt romani Pontifices”) il 17 settembre 1569, che è la “magna charta” del Rosario: Pio V vede nel Rosario il compendio del Vangelo e lo strumento idoneo per far giungere a tutti il messaggio di Cristo: “Con il Rosario -afferma- i cristiani diventano migliori, le tenebre dell’eresia si diradano e si apre la luce della Fede cattolica”. Egli stesso era solito ripetere che aveva più fiducia nella grazia di Dio e nella preghiera alla Madonna che non nelle fortificazioni militari e negli eserciti. Il sultano, Solimano il Magnifico, una volta disse: “Io temo più le preghiere di questo papa che tutte le milizie dell’imperatore”. Fu lui a introdurre nelle litanie della Madonna, l’invocazione “Maria Auxilium christianorum, ora pro nobis”. Morì il I° maggio 1572. Fu canonizzato nel 1712 da Papa Clemente XI. Uno dei più grandi Pontefici della Chiesa, davvero roccia incrollabile della Verità Paolo Risso laico domenicano
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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA
il tesoro e... la sete
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al 27 dicembre 1999 al 5 gennaio 2000 c’è stato il Pellegrinaggio in Terra Santa del Movimento Domenicano del Rosario. Vi ho partecipato anch’io, prima di tutto come pellegrino, ma anche come predicatore. Mi era affidata l’omelia delle S. Messe e una meditazione serale. Forti e indimenticabili le impressioni provate. E’ difficile dire, ad esempio, cosa si prova a vedere con i propri occhi il lago di Tiberiade... certo, lo sapevo, lo sapevamo, il lago di Tiberiade non esiste solo nel Vangelo, esiste anche nella realtà, ma appunto vederlo con i propri occhi è un’altra cosa, ci si sente in qualche modo più vicini a Gesù, che ha trascorso tante giornate assieme agli Apostoli e alle folle sulle sue sponde e lo ha anche solcato tante volte. Guardando le colline che lo sovrastano sarà venuto in mente a molti che era su uno di quei picchi che Gasù si recava di notte a pregare. Certo che oggi Gesù non lo si può più incontrare sulle strade della Palestina... molti del resto hanno avuto questo privilegio, ma non è loro servito, perché non lo hanno accettato e accolto. In ogni caso noi “sappiamo” nella fede che Gesù è “salito al Cielo e siede alla destra del
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padre”. Come dunque possiamo incontrare oggi Gesù Risorto, e cosa fare perché questo incontro riesca, non si trasformi, cioè, in un rifiuto. Credo che siano queste le domande che devono animare il pellegrino; la mia predicazione era volta a suscitarle, sosì da poter ascoltare sul serio la risposta della Chiesa. Ho parlato della Galilea perché è stata la nostra prima meta e anche perché non è possibile parlare di tutti i Luoghi visitati. Ciascuno di noi sarà stato colpito da uno in particolare, certo tutti dal Santo Sepolcro, dove abbiamo avuto modo di sostare e pregare a lungo. Che dire poi di Gerusalemme? Credo che sia la città più intensa della terra: a me ha tolto quasi il sonno per due notti (c’era di mezzo anche il sole del deserto di Giuda!). E’ una città che mostra che la passione di Dio è la passione più profonda dell’uomo... a meno che l’uomo non la soffochi come da secoli si cerca di fare nel nostro Occidente. Di fronte alla gioia provata in quei giorni è difficile concludere con una nota critica, ma più che una critica è l’espressione di un disagio che di certo non sono stato l’unico a provare. A cosa mi riferisco? Alla difficoltà che abbiamo incontrato, in molti luoghi, a raccoglierci interiormente, e questo per un certo “clima” diffuso, tipicamente turistico, di frastuono e curiosità svagata. Come contrasta questo con l’atteggiamento con cui in passato i cristiani andavano in Terra Santa, disposti anche a morire (il viaggio era faticoso e rischioso fino a questo punto) pur di trovare Dio in quei luoghi. E questo i pellegrini lo testimoniavano facendo, prima di partire, un pubblico testamento. A Tiberiade, alla televisione giordana, ho visto delle riprese del pellegrinaggio musulmano alla Mecca. Era impressionante: una folla enorme di uomini, vestiti dell’abito bianco del pellegrino, in un silenzio totale, interrotto dalle invocazioni alla preghiera a cui rispondevano con le prostrazioni... sembravano davvero uomini coscienti di trovarsi di fronte a Dio. Non sto diventando musulmano, so che non è lì la risposta, nella pietra nera che è al centro di quel santuario. La risposta, come mi diceva una pellegrina, è nel Santissimo Sacramento. Potessimo noi, di fronte ad Esso a a tutto quello che Dio desidera donarci, avere lo stesso atteggiamento! Quegli uomini non avevano il tesoro ma avevano la sete, noi, che abbiamo il tesoro, forse non abbiamo la sete... P. Paolo Maria Gerosa o.p.
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IL MIRACOLO DELLA NOSTRA PENTECOSTE
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opo l’Ascensione gli Apostoli si riuniscono nel Cenacolo “assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di Lui” (At 1,14). Attendevano quel battesimo nello Spirito (o effusione dello Spirito, come lo chiama anche la Scrittura) che Gesù aveva loro promesso. Il giorno di Pentecoste, mentre “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, che riempì tutta la casa dove si trovavano e apparvero loro lingue come di fuoco che si divisero e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (2,1-4). Per misurare l’importanza di questo evento (molto solennizzato nelle liturgie orientali) basta confrontare il comportamento degli Apostoli prima e dopo di esso. Durante gli anni della vita in comune con Gesù gli Apostoli, benché attratti da Lui in modo irresistibile e benché sostanzialmente a Lui fedeli, mostrano in molte occasioni di non comprenderne le parole e i gesti; i Vangeli (in particolare quello di san Marco) lungi dal nascondere questo fatto lo evidenziano, se così posso dire, spietatamente. Non posso citare tutti i passi in questione, davvero numerosi, mi limito a questo, molto espressivo, di san Luca, che così riferisce la reazione dei Dodici dopo che Gesù, per la seconda volta, ha loro preannunziato la sua Passione: “Essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.” (Lc 9,45) Questa incomprensione “esplode” durante gli ultimi drammatici giorni della vita terrena di Gesù quando vediamo il gregge degli Apostoli disperdersi. Tre giorni dopo la sua Morte Gesù risorge. Alle donne andate a vedere il sepolcro basta la tomba vuota e il messaggio degli Angeli per credere, ma il loro racconto sembra agli Apostoli almeno in un primo tempo “come un vaneggiamento” (Lc 24,11). Credono solo quando vedono il Risorto con i loro occhi, ma la domanda: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?” (At 1,6), che gli fanno nell’imminenza dell’Ascensione mostra che la loro comprensione degli eventi è ancora molto imperfetta. Ma cosa succede con la Pentecoste? Gli Apostoli comprendono tutti gli eventi a cui hanno assistito, comprendono il senso delle parole di Gesù; non si tratta, evidentemente, di
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una comprensione puramente intellettuale, ma di una piena apertura della mente e di una resa totale del cuore, che coincide con un slancio irrefrenabile ad annunciare a tutti la buona notizia della salvezza. Vediamo dunque gli Apostoli non più “chiusi nel Cenacolo per paura dei Giudei” (cf. Gv 20,19), ma animati da un entusiasmo e da un coraggio che farà loro sfidare la morte e ogni pericolo, lieti anzi di essere perseguitati e di morire per il Nome di Gesù. Come sappiamo è in questo contesto missionario che nacquero i Vangeli. L’annuncio infatti fu dapprima orale, stimolato da quell’urgenza che san Paolo ha espresso nella frase: “Guai a me se non predicassi!” (1Cor 9,16), solo in seguito si avvertì l’esigenza di metterlo per iscritto. I Vangeli sono dunque storici perché ai loro Autori (Apostoli o uomini della loro cerchia) non poteva neanche venire in mente di alterare il messaggio di Gesù, ma nello stesso tempo non sono delle fredde biografie perché non era la filologia che li spingeva ma l’amore di Cristo e del gregge loro affidato. Del resto non è l’esattezza materiale che ci fa comprendere Gesù Cristo. Se qualcuno volesse risalire, oltre le versioni (talora divergenti) degli evangelisti, fino al puro e nudo svolgersi dei fatti, bisognerebbe dirgli: ammesso che questo sia possibile, ammesso che si possa ricostruire almeno a grandi linee la biografia di Gesù e l’esatta collocazione dei suoi discorsi, sei sicuro che questo ti farà comprendere Gesù Cristo meglio degli evangelisti e degli Apostoli? Ti assicuro che se davvero vuoi credere e incontrare il Signore lasceresti da parte le tue ricostruzioni (che possono essere un utile sussidio) e ringrazieresti gli evangelisti del loro apparente disordine (che è in realtà una sapiente scelta). Torniamo insomma allo Spirito Santo. Il Vangelo, dice il Concilio, va letto e interpretato nello stesso Spirito nel quale fu scritto (“Dei Verbum”, n.° 12). Il Vangelo che ascoltiamo nella santa Messa e che prendiamo in mano nelle nostre case non è un libro come gli altri, è un libro impregnato di Spirito Santo: se non ne siamo impregnati anche noi, o se non chiediamo di esserlo, tutta la curiosità e tutta l’erudizione di questo mondo non varrà a farcene comprendere e gustare una sola riga. Ma torniamo brevemente alla precedente incomprensione degli Apostoli. Cosa dire? Confesso il mio imbarazzo. Non mi sento di giudicare gli Apostoli, eppure i testi in proposito sono chiari... Vorrei cercare di scusarli anche perché mi vien da pensare: se loro non hanno capito, cosa posso dire di me? Non capivano perché erano peccatori? perché non erano ancora pienamente convertiti? Oso rispondere di sì, ma non si tratta solo di questo.Ci doveva essere qualcosa di sconcertante nelle parole e nei gesti di Gesù, solo chi era veramente umile e totalmente arreso a Dio poteva superare questo sconcerto. Dico “ci doveva essere” perché purtroppo l’abitudine ci fa banalizzare queste parole e questi atti... Il Vangelo sembra attribuire questa sconcerto persino alla Madonna. Mi riferisco allo smarrimento di Gesù dodicenne (Lc 2,41-50), episodio misterioso che preannuncia lo smarrimento molto più sconvolgente che avrà luogo più tardi, dal Venerdì Santo al primo giorno della settimana. Maria e Giuseppe lo cercano angosciati e lo ritrovano, dopo tre giorni, nel Tempio; Gesù dà la spiegazione che sappiamo, e san Luca non teme di riferirci che “essi non compresero le sue parole”, aggiungendo però poco più avanti che Maria “serbava tutte queste nel suo cuore”. Lo stesso aveva detto poco prima: rimasta stupita delle parole dei pastori venuti ad adorare il Bambino “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Che cos’è questa meditazione? Non è di certo uno sforzo puramente umano di capire, quasi di dominare la situazione, all’opposto è una totale docilità e una totale apertura alla Luce. La Madonna non ha dovuto attendere la Pentecoste per entrare nel Mistero di Gesù e
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difatti san Luca ci dice che pregava con gli Apostoli nel Cenacolo (o meglio erano loro che pregavano con Lei!) ma non ci dice che fu riempita di Spirito Santo: lo era già, viveva in una Pentecoste permanente!. Il suo caso, in ogni modo, ci mostra che ogni creatura non può che trovarsi smarrita di fronte al Mistero di Cristo e questo valeva anche per gli Apostoli, che erano oltre a questo sottoposti al peso del peccato. Bisogna poi considerare che non avevano di fronte tutto il Mistero di Cristo, il Mistero di Cristo si compie con la sua Morte, Risurrezione e Ascensione al Cielo, da dove manda lo Spirito Santo. Paradossalmente è solo dopo che Cristo “fu sottratto al loro sguardo”, (At 1,9), che gli Apostoli possono capirlo. Dobbiamo concludere. Come possiamo applicare tutto questo a noi? Credo che il lettore l’abbia già fatto. Senza lo Spirito Santo non possiamo conoscere Gesù Cristo, possiamo anche essere credenti ma i nostri occhi rimarranno chiusi, proprio come quelli degli Apostoli (e anzi molto di più, come è evidente), ci sarà sempre un muro che ci separa da Lui. Ed è per questo che lo preghiamo di inondarci colla sua luce così che anche per noi si possa compiere il miracolo: il miracolo della nostra Pentecoste... P. Paolo Maria Gerosa o. p
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Magistero mariano di Giovanni Paolo II
Vieni, Spirito Santo, vieni per mezzo di Maria! “L’apostolo delle genti, S. Paolo, in seguito scrive: “E che voi siate figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo, che grida: Abbà, Padre!” (Gal. 4,6). Sappiamo anche che questo evento si è compiuto alla presenza di Maria. Come era presente agli inizi dell’opera della redenzione di Cristo, così anche, nel giorno della Pentecoste, era presente agli inizi della Chiesa. Colei che il giorno dell’Annunciazione fu colmata di Spirito Santo, il giorno della Pentecoste fu testimone particolare della Sua presenza. Colei che all’azione misteriosa dello Spirito Santo doveva la sua maternità, più di chiunque altro seppe apprezzare il significato della venuta del Consolatore. Maria, come nessun altro, ha riconosciuto l’istante in cui la vita della Chiesa - di quella comunità di uomini, che inseriti in Cristo possono rivolgersi a Dio chiamandolo: “Abbà Padre!”. Nel mondo non c’è un essere umano che sia introdotto nell’esperienza dell’Amore Trinitario del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, nello stesso grado che fu proprio di Maria, Madre del Verbo Incarnato. Perciò mentre ci prepariamo a vivere il Grande Giubileo della redenzione, ci rivolgiamo in modo particolare a Colei che è l’insostituibile guida sulle vie della salvezza. Tale ricorso a Maria non può mancare. Da Maria infatti apprendiamo questa docilità allo Spirito santo, grazie alla quale possiamo usufruire più pienamente dei frutti della Morte e della Risurrezione di Cristo”. Giovanni Paolo II, Wadowice, 16 giugno 1999 Per mezzo di Maria SS. prescelta da Dio, è venuto a noi il Figlio suo Gesù. Che cosa non ci darà, la Madonna, insieme a Lui? Sicuramente tutte le grazie per conoscerlo, amarlo e vivere la sua vita divina in noi. Per questo dobbiamo affidarci a Maria, via sicura e più facile per essere di Cristo. Paolo Risso laico domenicano
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PAGINA DELLA RICONOSCENZA Hanno offerto: ✓ per onorare la B. Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento Domenicano del Rosario: Domenicane di S. Caterina da Siena di Civitanova Alta (Mc), Daisy Arrigucci, Luigi Montenovo, Lucia vezzaro, Domenicane della B.Imelda di Thiene (VI), Agnese Lorenzi Nozza, Famiglia Berrtocchi Farnè, Angelo Frison, Adele Cavina, Monache Domenicane di Cagli (Ps), Dr. Raffaello Persici, Romano Aida, Suor Rosella Cosma, Giuseppe Di Grazia, Giuseppina Gulinelli, Jolanda e Mafalda Martinangeli, Pieraffaele Savarè, Rina Scala, Enore Gambazza, Ida Mietto, Mirella Esposti, Francesco Trombetta, Eleonora Albanese, Sandro De Bortoli, Maria Belelli, Pia Gobbi, Marinella Giorgetti, Anna Morelli, Giuliano Aimi, Suor Bianca Pola, Domenicane della Beata Imelda di S.Angelo di S.Maria di sala (Ve), Padri Domenicani di Ancona, Amilcare Bendinelli, Nello Boschi, Ofelia Burattin, Rita Lubich, Giuseppe Maffucci, partecipanti pellegrinaggio Terra Santa, Giovanna Blotti Scotti, Nunzia Arcari Cè, Gianluca Cremonesi, Natalina Bruttomesso, Suor Maria D’Urso, Suore Domenicane della Beata Imelda di Trissino (VI), Claudio Bonometti, Clara Avena, Ernesta Fontana, Alda Bonzi, Cleofe Cacciarru, Pia Palazzo, Rosina Melissano, Priora Generale delle Suore Domenicane Missionarie di S.Sisto, Clementina Mattia, Vittoria Palazzi, Concettina Maggiore, Giovanna Ercolani, Famiglia Mari, Oriella Costanzini, Sestilia Santini, Rocchina Giordano, Anna Rosa Minto, Luigina Schiesaro Tienghi, Lidia Baratelli, Angela mariani, Adelmo Nedo Casini, Antonio Aliata, Fernanda Mantovani, Maria Carlesso Piccoli, Maria Luisa Odifreddi con / abbonamenti, Rina Barzagli, Maria Laghi, Anna Maria Bovo, Giulio Pertile, Gabriella Previato di Grignano Polesine (Ro) con 18 abbonamenti, Giancarlo Tione di Trino (Vc), Domenicane di S.Caterina di Torino, Quartina Animali, Maurizio Bottini, Fausto Locatelli, Dr. Mario Cappi con 7 abbonamenti, Silvana Silimbani, Domenicangela Virde, Dina Signoretto, Carlo Moracca, Lina Dellapina, Maria Dalla Longa, Paolo Graffigna, Marisa Marsoni, Giovanna Forma, Lina Ramadori, Luciana Galuzzi, Enrichetta Maccaferri, Giancarlo Riccio, Anania Grasso Anna, Saviana Crespi, Tosca Carraro Pretin, Giorgina Berto, Don Lamberto Leva, Maria Grazia Pinna, Jole Griggio, Amabile Mattuzzi, Angela Dottori Scotechini, Diana Angeloni Blasi, Donella Briguglio, Felice Zocco, Maria Mauriello Montaruli, Nella Maria Spingardi, Anna Alessandretti Schiavetti, Franca Gulina, Cleofe Cacciaru, Antonio Alias, Carmela Oliva Massetti, Suor Maria Giovanna Ansaldo, Francesca Piancastelli, Luisa Scarel, Secondo Tacchetto, Maria Orietta Rabini, Maria Denis Sabbatini, Alessandra e Gino Mazzuferi, Annunciata Forzani, Matteo Aguzzi, Monastero Domenicano di Loro Piceno, Gruppo del Rosario di Rivara (Mo), Gruppo del Rosario di S.Lazzaro di Fossombrone (Ps), Gruppo del Rosario di Secchiano (Ps), Elena Andreoni, Gina Buffi, Evelina di Montelabbate (Ps), Vittoria Mengarelli, Alessandro e Rosina Pitto,Gruppo rosario di Rivara (Mo), Domenicane della B. Imelda di Venezia, Parrocchia S. Carlo Borromeo di Ponte della Priula (Tv), Gina Angioletti, Ottavia Bartolini, Belletti Susanna, Tarcisio Comar, Giancarlo Cervo, Gabriella Craboledda, Liliana Dal Bello, Agnese Dall’Armellina, Davide Gualano, Alma e Mario Marchioni, Roberto Mengarelli, Simonetta Moroni, Guido Rebecca, Lina Sona, Giovanna Tesei, Clara Vacchi, Maria Teresa Cadè, Elda Trovato, Anna Valente Zandonà, Parrocchia S. Caprasio di Aulla (MS), Giuseppina Poletto, Monastero Domenicano di Macerata, Maria Rivalta Babini, Domenicane di Melegnano (Mi), Rosina Cattaneo, Rosa Sommariva, Maria Perotti, Suor Maria Santarelli, Antonelli Capponi, Mirella Novasio, Gruppo sposi di S,Felice sul Panaro di (Mo), Maria Rita Giuseppetti, Adelio e Mariantonietta Carboni, Monioca Bianchi, Pietro Tonini, Angela Bara, Bice Zanon, Domenicane della B. Iumelda di Idice. (Bo).
✓ in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe: partecipanti pellegrinaggio Terra Santa, Anna Rosa Minto, Danila Ciullo, Carmela Milone, Carla Comin Pavia, Anna Guzzi, Francesco Trombetta, Alessandro e Rosina Pitto, Maria Rivalta Babini, Lorenzo Pedrali, Beatrice Formentin.
✓ per acquisto di sussidi: Domenicane della B.Imelda di Thiene (VI), partecipanti pellegrinaggio Terra Santa, Padri Domenicani Santuario di Fontanellato (Pr), Domenicane del Santuario di Pompei (Na), Don Mario Daltin di Venezia, P. Angelico Menetti, Elisabetta Casoli, Francesco Trombetta, Grazia Caravaggio, Mariella Albertini, Franco Crescini, Parrocchia S. Caprasio di Aulla (MS), Sabato De Luca.
✓ per sostenere l’opera dei pellegrinaggi: partecipanti pellegrinaggio Terra Santa,
✓ per le adozioni a distanza: famiglia Giacobazzi Breviglieri
✓ per le Missioni: partecipanti pellegrinaggio Terra Santa.
Ringrazio tutti di cuore per quanto fate -ognuno nel suo piccolo- per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s.rosario e della devozione alla B.Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera, ma soprattutto alla celebrazione della s.messa
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NUOVI ISCRITTI AL MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO a) sono stati iscritti all’associazione del Rosario Vivente: dalla segreteria: Terenzi Lidia - Rosanna Baldelli - Piera Battistelli - Graziella Bonerba - Cialdini Daniela Meris Cecchini - Ivana Girometti di Villa Ceccolini (Ps), Matteo Minardi di Faenza (Ra), Michele Dianda di Marlia (Lu), Tarcisio Comar di Villesse (Go), Maria Luisa Staffolani di Macerata, Loredana Jacovelli e Grazia Binetti di Bari, Benito Longo e Giuseppe Pagani di Milano. b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario: da Maria Grazia Pinna di Busto Arsizio (Va): Piera e Amelia Mariani - Graziano Pinna - Antonia Chighine Anna Vacca di Busto Arsizio (Va), Campus Renato di Gallarate (Mi), Giuseppina Bice Ferrari di Milano, Gabriella Corradi - Pasqua Marcotti - Giovanna Michelazzi - Piero Baronio - Alberta Corradi - Anna Bersani e Gianni Manenti di Pieveottoville (Pr), Roberta Bruni di Fontana (Pr). dalla sig.ra Giulia Sparapani di Ancona: Fulvia Cacciamani, Paola Guerrini, Geltrude Rygielski, Giuliana Giuliani, Luisa Polenta, Bianca Coen, Anna Maria e Roberto Penna, Anna Candelari, Maria Grazia De Angelis, Franca Ferretti, Fiorella Di Prenda, Franca Francucci, Marisa Sbriscia, Edda Galassi. dalla segreteria: Onorina Duellone - Fara Lombardo - Ofelia Burattin - Nondina Goldin - Liliana Del Bello Lucia Carli - Giorgina Berto - Enrichetta Tapparo - Gabriella Seren - Eugenia Saggiorato - Fernanda Montagnani di Este (Pd), Anna Paola Nocita Buzzacchi di Ferrara, Giacomo Sambugaro di Gazzo (Pd), Vittorio Regali di Carrara (Ms), Emanuela Scardovi di Granarolo Faentino (Ra). da Giulia Sparapani di Ancona: Maria Caramia di Laterza (TA), Lea Tanferna di Pesaro, Eva Dadey di Ancona, Laura Tiglio di Puianello (RE), Sofia Prodi di Reggio Emilia, Giovanni Torresi di Civitanova Marche (MC), Delia Viviani di Conebbio di Negarine (VR), Angela Domizio di Loreto (AN), Laila e Luciano Tontarelli Marcella Mori di Camerano (AN), Concetta Catalano - Giuseppe Damante di Gela (CL), Raffaella Dalla Brea di Roverbella (MN), Ofelia Marchi (PN). dalla segreteria: Sr. Domenica Ravaglia di Crespellano (Bo), Benedetto Cortese di Militello Rosmarino (Me), Michela Iannone di Catanzaro, Giuseppe Piacenza di Cremona, Amalia Pacchioni di Fontevivo (Pr), Sr. Maria Grumelli di Verona, Giancarlo Maria Luigi Tiano di Salerno, Ennio Borin di Montagnana (Pd), Regina Mezzanzanica di Cerro Maggiore (Mi), Gentilia Lina di Milano, Leonardo Soimero di Castelmaggiore (Bo), Maurizio Dall’Oca di Bologna, Caterina Pittaluga di Calasetta (Ca), Gianfranco Benassi di Castelfranco Emilia (Mo), Paola Valvo di Busto Arsizio (Va). c) sono stati iscritti all’Ora di Guardia: Fernanda Montagnani, Eugenia Soggiorato, Gabriella Seren, Enrichetta Tapparo, Giorgina Berto e Carli Lucia il 1° sabato del mese dalle 15 alle 16; Roberta Bruni il 2° sabato del mese dalle 23 alle 24; Suor Ravaglia Domenica il 13 del mese dalle 21 alle 22; Benedetto Cortese il 25 dalle 9,15 alle 10,15; Michela Iannone il 7 di ogni mese dalle 23 alle 24; Amalia Pacchioni il 2° venerdì dalle 9 alle 10; Regina Mezzanzanica il 1° venerdì del mese dalle 16.30 alle 17.30; Gentilia Lina il giorno 4 di ogni mese dalle 22 alle 23; Caterina Pittaluga il giorno 21 di ogni mese dalle 15 alle 16. d) sono stati nominati zelatori o zelatrici: Gisella Girotto di Este (Pd), Paolo Vezil di Udine, De Paola Patrizia di Bienate (Va), Don Attilio Galli di Ascoli Piceno, Silvio Fontanini di Verona, Carlo Moracca di Roccabianca (Pr), Stefano e Silvia Ferragina di Bolzano. Suor Lidia e Suor Anna Maria di Castelbolognese (Ra), Adriana Contini di Castions di Strada (Ud), Sr. Innocenza e Sr. Cristofora delle Domenicane della B. Imelda di Este (Pd).
RICORDO CHE per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S.Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa .
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