Spedizione Abb. Post. - Art. 2 Comma 20 lettera C - Legge 662/96 - Filiale di Bologna - Anno XXXV - n.1 - I trimestre
Movimento Domenicano del Rosario provincia - “S. Domenico in Italia�
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ROSARIUM Pubblicazione trimestrale del Movimento Domenicano del Rosario Proprietà: Provincia Domenicana Utriusque Lombardiae Piazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA Direttore Responsabile Orazio D’Amato Autorizzazione al Tribunale di Bologna n. 3309 del 5/12/1967 Rivista fuori commercio Le spese di stampa e spedizione sono sostenute da tutti gli amici
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Anno 34°- n. 1 finito di stampare il 28 febbraio 2001 postalizzato l’1 marzo 2001 stampa: Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s. Milano - via P. della Francesca 38 Amministrazione: Movimento Domenicano del Rosario Via IV Novembre 19/E 43012 Fontanellato (PR) Tel. 0521822899 Fax 0521824056 e-mail movrosar@tin.it CCP. 22977409 Direttore amministrativo: P. Mauro Persici o.p. tel. 0521829903 oppure 03355938327 Collaboratori: P. Riccardo Barile o.p. P. Bernardo Gianluigi Boschi o.p. P. Giovanni Cavalcoli o.p. P. Roberto Coggi o.p. P. Gianni Festa o.p. Don Attilio Galli P. Paolo Gerosa o.p. Don Vincenzo Mercante P. Marcolino Muraro o.p. P. Stefano Rabacchi o.p. Paolo Risso Tiziana Tittarelli
SOMMARIO Lettera del Promotore
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Tutto il mondo parla di Maria
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La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Journet
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Tutto è acqua al suo confronto
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Il santo rosario meditato in prosa
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Il Papa affida l’umanità a Maria
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La preghiera del Papa allo scoccare della Mezzanotte
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Cagli non conosceva “la forza dei deboli” ...
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25 marzo: l’Annunciazione
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Cormons espressioni commoventi e profonde ...
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Peregrinatio Mariae
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Nuovi iscritti
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Pagina della riconoscenza
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la foto in copertina è di Paolo Gavina Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. L’invio delle fotografie include il consenso per una eventuale pubblicazione.
LETTERA DEL PROMOTORE
Gentilissimi lettori, scorre nella quotidianità la vita cosparsa di piccole e grandi gioie, preoccupazioni e sofferenze... occasioni preziose che prego affinché ognuno sappia vivere in un atteggiamento di fedeltà e preghiera, cogliendo così l’occasione per stringersi sempre più intimamente a Gesù e a Maria che “trasfigurano” anche il più piccolo gesto. Pochi, infatti, sono i momenti “banali” nella nostra vita, perché anche il più trascurabile attimo della nostra esistenza ha sempre -in un modo o in un altro- una valenza eterna. Nel far visita ai Vostri gruppi, alle Vostre comunità, nonché alle case di coloro che riesco ad avvicinare, spesso mi accorgo che per tanti la Speranza è espressa con una preghiera che poveramente ci ripropone ciò che il nostro peccato, il “mondo” e il Nemico di Dio e dell’uomo vogliono farci trascurare e dimenticare. Infatti il Santo Rosario meditato ci ripropone i misteri della nostra Salvezza che, nella Luce di Maria Santissima, possiamo accogliere nel nostro animo... una meditazione che tanti fanno nella solitudine, altri nella recita comune con i membri della famiglia, nei gruppi o nelle chiese. Perché non illuminare qualche volta l’intima solitudine o la recita comune celebrando un momento con un respiro ecclesiale più ampio? Ecco, allora, che vorrei invitarVi tutti per domenica 1 aprile a San Domenico di Bologna, nella Basilica, in cui è conservato il corpo di San Domenico, a cui -come ci dice la Tradizione- la Beata Vergine avrebbe affidato il Santo Rosario... L’augurio è che adulti e piccoli, seppur con programmi separati, possano però godere la grazia di una feconda giornata di meditazione e preghiera in gioiosa comunione. Vi aspetto e, invocando la materna protezione della Madre Santa, Regina del Santo Rosario, Vi saluto fraternamente
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akària: “beata”, “felice”, nel greco del Nuovo Testamento. Così l’avrebbero “detta tutte le generazioni”. In fondo, nel nostro piccolissimo... noi stessi abbiamo cercato di mostrare il misterioso adempimento della profezia che Maria attribuì a sé stessa nel Vangelo di Luca. Adesso, ecco giungere in libreria un volume di quasi 1200 pagine, e che si presenta in copertina come il Primo Atlante Mariano. Titolo generale: Madre della Chiesa nei cinque continenti... l’autore è un ormai anziano sacerdote marchigiano, don Attilio Galli. Mosso dalla passione per la Madre di Gesù, sin dai tempi della sua ordinazione, oltre mezzo secolo fa, don Galli ha cercato e coordinato notizie per questo suo Atlante. Il quale vuol confermare -dati alla mano- che non c’è angolo del mondo dove Maria non sia detta makària. Chi scorra le oltre mille pagine vergate, con tanto tempo e fatica, da don Galli, può avvertire un profumo di altri tempi: qui i “pastori” sono sempre “zelanti”, i missionari “intrepidi”, la devozione popolare “edificante”, le statistiche cattoliche “consolanti”, e così via... Una devozione... che continua non solo a resistere, ma addirittura ad avanzare. Così, come documenta anche don Galli, dopo il crollo del comunismo persecutore, in posti come l’Albania, la Slovenia, la Cèchia, i Paesi baltici, i santuari sono stati riaperti o, se distrutti, ricostruiti, e frequentati più che prima dell’arrivo dei regimi di “socialismo reale”. Agli antichi luoghi di culto che ritrovano vita, se ne aggiungono di continuo di nuovi. Questo vastissimo Atlante mariano lo documenta anche, fra l’altro, dando la storia e l’attualità della presenza della Vergine nei Paesi dell’Europa nordica passata alla Riforma. Varrà la pena farne un cenno. In Danimarca, in Svezia, in Norvegia, in Finlandia, in Islanda la fede era ancora relativamente “giovane”: la resistenza degli antichi paganesimi nordici era stata tenace, ma una volta accettato il battesimo, quelle popolazioni avevano abbracciato il cristianesimo -ovviamente “cattolico”- con sincerità e serietà. Anche qui, come ovunque, l’aspetto “mariano” della predicazione era stato decisivo e i santuari dedicati alla Vergine avevano costituito gli avamposti e i fortilizi dell’evangelizzazione. La situazione della Chiesa ai tempi di Lutero era comunque, qui, assai diversa da quella dei Paesi latini o anche di certe zone della Germania: nel Nord europeo la vita ecclesiale si svolgeva in generale con ordine, dignità, sacrificio, senza fenomeni di degenerazione che giustificassero una “riforma”. I re scandinavi, però, furono presto interessati e ingolositi dalle conseguenze dell’incendio luterano nei Paesi germanici, dove i principi confiscavano i beni della Chiesa a loro vantaggio; non solo: avocavano a sé stessi le decime pagate dalla gente per il culto. Così, in Scandinavia, la separazione da Roma fu decisa “a freddo”, da sovrani e aristocra-
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tici, per ragioni meramente economiche e politiche. E fu imposta a un popolo che non la reclamava, che anzi non la desiderava. Soprattutto, quelle genti, non volevano rinunziare alla devozione mariana, alle statue, ai santuari dove andavano in pellegrinaggio. Così, la strategia dei potenti fu il passaggio alla nuova confessione in sordina, pian piano, così che la gente quasi non se ne accorgesse. Nelle chiese della Scandinavia, destinate a diventare templi luterani, gli altari alla Vergine restarono a lungo, i luoghi mariani di culto non furono subito chiusi. Addirittura, “segni” tutti cattolici e mariani come l’Angelus rimasero e sono rimasti, sin quasi ai nostri giorni, anche se la gente non ne conosce più il significato. E’ vero che in qualche posto, come l’attuale Norvegia (allora soggetta al re di Danimarca), si pensò di poter agire subito e con la desiderata brutalità, tanto che non ci si limitò a distruggere i monasteri, con le opere d’arte e i documenti che contenevano, e non ci si fermò alla cancellazione di ogni immagine mariana con lo scalpello o con la calce, ma non si esitò a uccidere chi non si sottometteva. Come nel 1555, nella cittadina -norvegese, appunto- di Hamar, dove due contadini furono arsi sul rogo sotto l’accusa di non voler rinunciare “alle meditazioni sulla Vergine”. Termine con il quale si indicava l’aborrita recita del Rosario. Tra i molti spunti di interesse offerti da questo Atlante di don Galli, c’è anche il poter seguire questa “guerra” alla devozione mariana e al suo resistere, malgrado tutto, per riemergere alla fine delle persecuzioni. Si pensi che in Svezia soltanto nel 1952 (non è un refuso: meno di mezzo secolo fa!) furono abolite le ultime restrizioni al culto per i non protestanti. Significativo il caso della gelida e remota Islanda: quando la Corona danese, da cui l’isola dipendeva, impose il passaggio al luteranesimo, i pur pochi abitanti avevano costruito quasi 200 tra chiese e cappelle, delle quali la Madonna, invocata sotto vari nomi, era patrona principale in 92 casi e secondaria in 104. Anche qui si andò per le spicce: dei due vescovi cattolici dell’isola, uno fu fatto decapitare per ordine venuto da Copenaghen e l’altro fu deportato e morì in prigionia. La libertà di culto per i cattolici fu restituita soltan-
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to nel 1874, anche se con limitazioni. Ebbene: apprendiamo dal lavoro di don Galli che nel capoluogo dell’Islanda, Reykjavik, la statua del santuario mariano che lì esisteva al tempo della Riforma fu nascosta in casa di contadini. Questi se la trasmisero segretamente di generazione in generazione fino al 1926, quando potè essere restituita al vescovo dei cattolici (poco più di duemila in tutto) e riportata alla venerazione in un apposito altare della piccola cattedrale. Comunque la devozione mariana sembra volere non solo rinascere ma avanzare: nel 1985, nei sobborghi della capitale, è stato costruito il primo santuario dopo la Riforma, dedicato a Maria Stella del Mare. Per continuare nei nostri “carotaggi” nell’Atlante, non c’è che l’imbarazzo della scelta. In questi nostri “taccuini”, ad esempio, ci siamo spesso occupati di Lourdes. E’ anche grazie a questo libro che ci si accorge quale ruolo tanto misterioso quanto benefico abbiano giocato quelle apparizioni nello sforzo missionario, soprattutto negli ultimi decenni del XIX secolo e nei primi del XX. E’ infatti impressionante vedere come Africa e Asia appaiano letteralmente costellate di “grotte di Massabielle”, attorno alle quali sono sorti santuari frequentatissimi, spesso meta di pellegrinaggio pure per musulmani, animasti, induisti, buddisti. Dalle foreste birmane a quelle dell’Africa equatoriale, dalle colline di Nagasaki a quelle della Nuova Zelanda, la statua con la fascia azzurra dell’Immacolata -portata inizialmente dalle potenti organizzazioni missionarie francesi- è stata, ed è, uno stimolo vigoroso alla vita della fede. Ma non soltanto nel Terzo Mondo: l’autore del Primo Atlante Mariano ci ricorda che il più antico santuario della Madonna di Lourdes degli Stati Uniti, costruito nel 1875, apre ogni mattina le sue porte nientemeno che in un angolo di Broadway, la celeberrima via degli spettacoli di New York... E’ commovente vedere come ogni popolo abbia sentito la Vergine come “sua”, tanto da gareggiare con altre genti, per rivendicare la maggiore vicinanza e la maggiore devozione. Si scopre, così, che in Messico si canta tuttora un vecchio inno che dice, orgogliosamente: “Guarda, Maria / che sono messicano e, quindi, sono tuo. / Cerca pure dappertutto / ma invano: / chi può amarti più di me?”. Del resto, fu Giovanni Paolo II che, nel suo viaggio del 1979, osservò: “Il Messico è cattolico al 96 per cento, ma è guadalupano al 100 per cento”. In effetti, in quel Paese tutto è lecito, tranne mancare di rispetto all’amatissima Morenica, la Vergine apparsa nel 1531 sul Tepeyac, identificata come “Nostra Signora di Guadalupe”. Ma all’orgoglio mariano dei messicani può far riscontro -ancora un esempio fra i tantiquello degli etiopi. Forse nessun popolo cristiano ha mobilitato come questo una fantastica vena poetica per trovare appellativi sempre più dolci, sempre più appassionati per la Madre di Cristo. Come già osservava un gesuita giunto in Abissinia all’inizio del Seicento, “gli etiopi sono convinti di essere i soli cristiani che conoscano davvero quanto valga la Vergine e i soli a renderle il culto che merita”. Tanto da spingersi sino agli estremi. Per citare don Galli: “Nel loro fervente amore, arrivano alla convinzione che tra loro e Maria vi sia un rapporto di parentela: il capostipite della casa imperiale abissino sarebbe figlio della regina di Saba e di Salomone, cioè della stessa discendenza di Giuda alla quale
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appartiene anche Maria”. Nella tradizione etiopica, tra l’altro, è Maria che ha da Dio il compito di “plasmare” ogni bambino nel ventre materno. Credenza che ha, tra l’altro, conseguenze singolarmente positive. In effetti, tutti gli uomini e tutte le donne -avvenenti o no che siano- sono comunque sempre “belli”, perché opere delle mani della Vergine. Nessuno oserebbe offenderla, considerando “brutto” qualcuno... Dalle vicinanze dell’Equatore a quelle del Polo Nord: dall’Etiopia al Canada. Sin dalla scoperta e dall’inizio della colonizzazione da parte dei francesi, quest’ultimo Paese fu consacrato alla Vergine, cui fu attribuito un ruolo maggiore nella predicazione ed alla quale furono dedicate non soltanto innumerevoli chiese, ma anche luoghi. A cominciare dalla città di Montréal, fondata con il nome di Ville-Marie. A proposito di toponomastica: chi sospetta che la grande città indiana (e il relativo Stato) di Madras deriva il nome da un Madre de Deus portatovi da quei portoghesi che -prima della partenza per i loro viaggi sugli oceanigiuravano di diffondere il culto mariano ovunque fossero giunti? Tanto per continuare a scorrazzare nell’Atlante: in quale continente non si è mai verificata un’apparizione mariana ufficialmente riconosciuta? La risposta non è difficile: l’Oceania. Ciò non toglie che anche qui la presenza di Maria sia fortissima, sin dai drammatici inizi. In effetti, dopo la rivolta delle colonie americane che avrebbero formato gli Stati Uniti, la Gran Bretagna si trovò senza i “campi di concentramento” per i deportati che aveva al di là dell’Atlantico. Così, Londra decise di trasportare le centinaia, anzi migliaia di condannati, sulle coste ancora vergini e deserte dell’Australia, appena sfiorata da navigatori come Cook. La prima spedizione giunse alla fine del Settecento. Tra i galeotti non c’erano soltanto delinquenti comuni: c’erano anche molti irlandesi (ma anche inglesi, scozzesi, gallesi) colpevoli di un solo reato: ostinarsi a restare cattolici e rifiutarsi di entrare a far parte della Chiesa di Stato anglicana, la sola ammessa. Con quei poveri forzati, giunsero anche rosari, immagini, statuette mariane, anche se soltan-
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to decenni dopo le autorità protestanti permisero l’insediamento stabile di alcuni preti cattolici. Una situazione in cui si trovò spesso la diaspora irlandese, tanto che -ce lo ricorda don Galli- “nelle lontane regioni sprovviste di sacerdoti, il Rosario sostituì la Messa: calcolando l’ora della liturgia festiva nella loro patria, gli irlandesi esuli si riunivano e, in ginocchio sulla terra, recitavano insieme la corona”. Non dimentichiamo, naturalmente, che a Dublino, e da un irlandese, Frank Duff, fu fondata nel 1921 quella Legione di Maria che si è diffusa in tutto il mondo e che tanto ha fatto, e fa, perché la devozione diventi vita e il culto di Maria vada al di là di ogni sentimentalismo, facendosi azione e impegno per il prossimo. Per proseguire, spostiamoci Nell’America latina. E tralasciamo, mancando lo spazio, almeno qualche cenno a quel Brasile dove la Vergine non è solo al cuore del culto cattolico, ma anche di quelli afro-cristiani creati dai discendenti degli indigeni trasportati lì in epoca coloniale dal Continente nero. Spostiamoci, dunque, nell’Uruguay. Piccolo Paese, contrassegnato tra l’altro da una precoce e forte influenza massonica. Sarà forse per questo la Virgen, che ne è patrona ufficiale, si chiama “de los Trenta y Tres”? Il nome viene dal fatto che erano trentatré i libertadores che, nel maggio del 1825, si presentarono nel santuario della città di Florida, giurando che o avrebbero battuto gli spagnoli o sarebbero morti. Si dà il caso , però, che con il numero di “trentatré” sia indicato il grado più alto di quella massoneria che (attraverso le Logge degli Stati Uniti) appoggiò la lotta per l’indipendenza delle nazioni sudamericane. Il giovane marinaio Giuseppe Garibaldi fu iniziato alle logge proprio da queste parti. Dunque, dietro quell’appellativo della Madonna uruguayana ci sarebbe un simbolo? Confessiamo, a costo di scandalizzare qualcuno, che la cosa (se fosse vera) non ci turberebbe, come non ha turbato Giovanni Paolo II che anche in questo santuario si è inginocchiato, sulle orme di milioni di pellegrini. In fondo, sarebbe la riprova che ovunque, persino tra i “fratelli muratori”, quella Donna è detta “beata”. Vittorio Messori (tratto da JESUS / marzo 1998)
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TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU? a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.
La “Catechesi sulla Santa Vergine” del Card. Charles Journet
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Parte terza (conclusione)
Dopo aver parlato di Maria nostra Madre secondo la Grazia e di Maria che ci dà Gesù, sorgente di Grazia, il card. Journet tratta del tema di Maria Corredentrice e di Maria Mediatrice di tutte le Grazie. Questi due titoli venivano usati molto frequentemente prima del Concilio, ma in seguito vi è stato un certo raffreddamento, soprattutto riguardo al primo titolo, quello di Corredentrice. Quale il motivo di questa presa di distanza? Si dice che il termine “corredentrice” può essere inteso male, facendo pensare a una redenzione di Maria accanto a quella di Gesù, quasi che ci fossero due redentori. Si verrebbe così a compromettere una verità fondamentale, quella che il Redentore è unico, ed è Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, come dice S. Pietro negli Atti degli Apostoli (4,12): “Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”. Ma non sembra difficile rispondere a questa difficoltà. E’ vero che il termine “corredenzione” può essere inteso male, ma questo non è un motivo sufficiente per rifiutarlo. Basta infatti spiegarlo bene. Del resto anche il titolo di Madre di Dio può essere inteso male. Anzi, qui il pericolo di fraintendimento è ancora più grave, poiché uno potrebbe pensare che Maria abbia generato la divinità, cosa priva di senso. Se però viene spiegato bene, il titolo è meraviglioso, e costituisce una splendida professione di fede in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo. E lo stesso discorso può valere per il titolo di “corredentrice”:
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basta spiegare bene che Maria Santissima non è sullo stesso piano di Gesù, ma è semplicemente associata a Lui nell’opera della Redenzione. Questo, e soltanto questo, significa il titolo di “corredentrice”. Per capire meglio la cosa basta pensare che, in un certo senso, tutti siamo chiamati ad essere “corredentori”, cioè a fare la nostra parte per portare a compimento l’opera della redenzione, secondo le parole di S. Paolo: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi, e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo, che è la Chiesa” (Col 1,24). Però fra noi e Maria Santissima c’è questa differenza: che Lei è stata associata all’atto stesso della redenzione (stando sotto la Croce), mentre noi siamo associati solo all’opera dell’applicazione dei frutti della redenzione.
Testo del Card. Journet: Maria, Corredentrice. 39) Dopo la nascita di Gesù, la Santa Vergine ha fatto ancora grandi cose per la sal-
vezza degli uomini?
- Si, ella si è unita a tutte le sofferenze della vita e della morte di Gesù. 40) Quando la Santa Vergine è stata, per la seconda volta, Madre di tutti gli uomini
secondo la Grazia? - Al Calvario, supplicando che il sacrificio di Gesù apportasse la Grazia a tutti gli uomini. 41) Gesù pensava, in quel momento, alle grandi sofferenze di sua madre? - Sì, egli pensava alle grandi sofferenze di sua Madre: le univa a quelle che Lui stesso sopportava per salvarci. 42) Quale differenza c’è tra le sofferenze di Gesù e quelle della Vergine? - Le sofferenze di Gesù, che è Dio, hanno un valore infinito: esse sono redentrici. Le più sante sofferenze della Vergine e dei cristiani non hanno che un valore finito: esse sono corredentrici. 43) Gesù non è il nostro unico Salvatore, il nostro unico Mediatore, il nostro unico
Redentore? - Sì, Gesù -che è Dio- è il nostro unico Salvatore: è Lui che salva da principio la Vergine e la manda a soccorrerci.
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Gesù -che è Dio- è l’unico Mediatore che possa riscattarci, cioè dare al Padre Celeste una riparazione infinita per i nostri peccati. Egli è, secondo S.Paolo, “l’unico Mediatore che ha donato sé stesso in riscatto per tutti” (! Tim 2,5-6). La Vergine, che è la più santa delle creature, non poteva dare al Padre Celeste che la più santa delle preghiere finite. Così Gesù è il nostro unico Redentore: e la Vergine è la nostra suprema corredentrice. Gesù, che è Dio, è il nostro unico Mediatore nella linea della redenzione infinita; e la Vergine, che è creatura, è la nostra suprema mediatrice nella linea della corredenzione finita. 44) Gesù ha parlato della Santa Vergine quando era in Croce? - Sì, egli ha dato la Santa Vergine come Madre a S.Giovanni e così, per mezzo di lui, a tutti gli uomini: “Gesù, vedendo sua Madre e con lei il discepolo che egli amava, disse a sua Madre: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua Madre”” (Gv 19, 26-27).
Maria, Mediatrice di tutte le grazie 45) La Santa Vergine si occupa di noi dall’alto del cielo? - Sì, ella continua a intercedere per gli uomini presso suo Figlio Gesù. In nome della preghiera corredentrice che ha fatto ai piedi della Croce, ella ottiene tutte le grazie di salvezza che, senza fine, pervengono agli uomini. 46) Dio aveva bisogno della Santa Vergine? - Dio non ha mai bisogno di nessuna creatura; ma, affinché noi sapessimo in quale modo egli amava il mondo, ha voluto scegliere la Santa Vergine, per associarla strettamente alla sua nascita e al suo sacrificio, e alla dispensazione delle sue grazie.
Commento: Possiamo notare che il card. Journet collega strettamente la mediazione di Maria alla sua corredenzione. Infatti nella risposta alla domanda 45 egli dice molto giustamente che la Beata Vergine “ottiene tutte le grazie di salvezza”, cioè esercita la sua opera di Mediatrice di tutte le grazie, “in nome della preghiera corredentrice che ha fatto ai piedi della Croce”. Ella ha per così dire “meritato” di
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divenire Mediatrice universale poiché ha sofferto con il Figlio Suo sotto la Croce. Per questo la sua preghiera è così potente ed efficace. Non si può trascurare quindi la sua corredenzione se vogliamo capire il perché e il senso del suo ruolo di Mediatrice. Un motivo in più per non lasciar cadere il titolo di “Corredentrice”, che nella sua concisione ricorda una verità così profonda e così fondamentale. Il card. Journet scrive il libretto che noi stiamo esaminando nel 1953. Circa dieci anni dopo verrà il Concilio con il suo capitolo VIII della Lumen Gentium dedicato alla Beata Vergine Maria. Che cosa dice il Concilio a proposito della corredenzione e della mediazione universale? Una risposta esauriente sarebbe troppo lunga. Basterà solo accennare al fatto che il termine “corredenzione” o “corredentrice” non compare, mentre compare una sola volta il termine “mediatrice”. Però al di là delle parole bisogna andare al pensiero, al contenuto. Ora, leggendo attentamente il documento conciliare si vede che la dottrina della corredenzione e della mediazione è espressa in termini chiari ed accessibili a tutti. Ci limitiamo a due citazioni: * sulla corredenzione: “La Beata Vergine serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente col suo Unigenito ed associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima dal lei generata” (n° 58). Si noti “amorosamente consenziente”! * sulla mediazione: “Questa maternità di Maria nell’economia della salvezza perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salvezza eterna” (n° 61).
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Tutto è acqua al suo confronto...
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l racconto del miracolo di Cana (Gv 2,1-12) riesce ad essere nel contempo sobrio, realistico e, quasi in ogni sua parola, fortemente evocativo, pieno di richiami ai misteri principali del Vangelo. Solo una lunga e amorosa meditazione poteva ottenere questo risultato ed è la meditazione del “discepolo che Gesù amava”, a cui Gesù affidò a sua madre (e reciprocamente). Per comodità del lettore riporto l’inizio e il termine del passo, omettendo la descrizione vera e propria del miracolo: “Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.... Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui...” Il contesto, un banchetto nuziale, non è casuale: la vita eterna è descritta spesso nei Vangeli come un banchetto (talora proprio nuziale). Il lettore ricorderà la parabola degli invitati (Mt 22,2-14; Lc 14,16-24), la parabola dei servitori serviti a tavola dal loro padrone (Lc 12,35-37), la parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13). Nel Vangelo di san Luca un commensale di Gesù esclama: “Beato chi mangerà il pane nel Regno di Dio” (Lc 14,15). La vita cristiana è (dovrebbe essere) una pregustazione di questa beatitudine.
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Durante il banchetto che Levi offre a Gesù dopo la sua chiamata, i farisei, disturbati dalla presenza di pubblicani e peccatori, obiettano a Gesù che i suoi discepoli non digiunano a differenza di quelli di Giovanni Battista e dei loro. Mirabile la risposta del Signore: “Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?” (vd. Lc 5,27-39 e par.) Il Verbo si è fatto carne per porsi a mensa coi peccatori, ciò che riempiva santa Teresa di Gesù Bambino di giubilo e di ammirazione, e i farisei di scandalo... Ma ritorniamo a Cana. Ad un certo punto viene a mancare il vino e la madre di Gesù lo fa notare a suo Figlio. Per sollecitare un miracolo? Il testo non lo afferma espressamente così come non lo esclude. Maria nota questa mancanza e mostra una sollecitudine materna per i giovani sposi... la stessa, possiamo credere e sperare, che nutre ora nei nostri confronti! Non sono poi gli sposi a farle presente il problema: segno che questa sua sollecitudine previene addirittura le nostre suppliche. Che il vino sia finito è un particolare realistico, visto che questi festeggiamenti potevano protrarsi anche per una settimana intera, ma è anche un simbolo. Nella Bibbia, ma un po’ in tutte le culture, il vino simboleggia la gioia. Ogni gioia di questa vita è passeggera e in ogni caso è acqua a paragone del vino che Gesù è venuto a portare, quel vino nuovo che non sopporta di essere messo in otri vecchi (Lc 5,37-39 e par). Ascoltare Gesù, diventargli amico, stare a mensa con Lui, significa assaporare questo vino, inebriarsene; ciò vale per i suoi discepoli ma anche, e maggiormente, per Colei che gli fu madre... Sant’Ambrogio parla della “sobria ebrietas” (sobria ebbrezza) dei Santi, ebbri di questo vino nuovo ricevuto alla mensa eucaristica il cui gusto non si può dimenticare. Tutti siamo ebbri: o di Dio o di qualcos’altro (in ultima analisi di noi stessi). Chi è ebbro di Dio è sobrio di tutto il resto, chi è sobrio di Dio è ebbro di qualcos’altro, di vizio... o di virtù, come diceva Baudelaire. La risposta di Gesù alla sollecitazione della madre non è, come potrebbe sembrare, scortese (il testo originale è praticamente intraducibile), è grave: “Madre, tu sai quello che mi chiedi, mi chiedi di entrare nella mia ora”, ma che cos’è quest’ora che non è ancora giunta? Nel Vangelo di Giovanni questo termine ha un significato speciale, indica il suo ritorno al Padre, la sua morte, identificata (il che non cessa di sconvolgerci) con la sua glorificazione. Ma perché dare inizio ai suoi miracoli sarebbe già entrare in questa ora? Perché nella misura in cui Gesù esce dalla sua vita nascosta ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni suo miracolo sono una manifestazione della gloria divina: è lo sguardo di Dio che si posa su di noi, uno sguardo pieno di un amore inimmaginabile che non può non mettere in luce le nostre tenebre... A Cana i discepoli credettero in Lui, incrociarono questo sguardo e gli si offrirono disarmati, questo succederà ancora nel Vangelo (un solo esempio: Zaccheo); ma ci sarà anche chi non si lascia catturare, chi si difende... fino a progettare di spegnerlo per sempre e sarà la Croce, stoltezza e debolezza per chi si perde ma per chi si salva sapienza e potenza vittoriose di Dio. Queste in fondo sono solo parole, in ogni caso Maria le ha vissute, come mostra la sua replica all’apparente diniego di Gesù: “Fate quello che vi dirà”. Di Lei san Giovanni non ha neppure bisogno di dire (come per i discepoli) che credette, tanto profonda e abissale era la comunione con suo Figlio... P. Paolo Maria Gerosa o.p. Per il dialogo con i lettori: P. Paolo M. Gerosa - P.zza B. Cristoforo,6 - 18018 - Taggia - IM - tel. 0184 476254
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IL S. ROSARIO MEDITATO IN RIMA MISTERI GAUDIOSI Primo mistero gaudioso O Maria come ti batteva il cuore per la potenza della nuova vita che al tuo “sì” di Te s’era impadronita per farti l’Alveo Santo del Signore. O straripante amore dell’Eterno deposto umano oltre l’intatto velo nato per guadagnarci nuovi al Cielo sei l’obbediente al disegno paterno.
Secondo mistero gaudioso L’angelo aveva pure rivelato Che Elisabetta, l’anziana cugina, già da sei mesi, per grazia divina, era incinta. Compresa del suo stato, partì Maria, per darle aiuto e amore, verso Hain Karin, sui monti di Giudea, luoghi insicuri; ma in cuore ella avea l’ardente fiamma del Consolatore. Giunta inattesa, ma con gioia accolta, Maria portò in quella casa il sereno. Alla sua voce balzò il bimbo in seno a Elisabetta, per la prima volta. E allora Maria sciolse al canto il suo cuore “L’anima mia magnifica il Signore!”
Terzo mistero gaudioso Dice il Vangelo “In principio era il Verbo” ... Oggi è nato, di carne, come noi; e per il Padre, che ci volle suoi, il Figlio, nato RE, si fece servo. Adoriamolo, questo fanciullino! E’ Dio con noi, l’atteso “Emmanuele”! Non c’è altro Amore come il Suo, fedele fino a farsi per noi cibo Divino!
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Quarto mistero gaudioso Andati per la purificazione al Tempio, e a offrire il primo nato a Dio, ai genitori venne incontro il pio (allo Spirito mosso) Simeone. Dalle braccia amorose di Maria prese il bimbo, in uno slancio d’amore, ringraziando e lodando il suo Signore del dono di conoscere il Messia. A te, Maria, un acuto dolore, come di spada, trapasserà il cuore.
Quinto mistero gaudioso Lo trovarono al tempio tra i dottori Mentre li interrogava con sapienza Maria gli si rivolse: “La tua assenza, Figlio, perché? Grande ansia ai genitori Procurasti. Tre dì tuo padre ed io ti cercammo...” Gesù allor le rispose: “Non sapevate che del Padre mio devo occuparmi su tutte le cose?”.
MISTERI DEL DOLORE Primo mistero doloroso Il tradimento dell’amico, il sonno degli apostoli, il calice amaro che aspetta te, venduto per denaro! “Padre mio, Tu, se vuoi...” - Ma tace il Sommo. Nel Getzemani, la tua umanità trasuda sangue! ... E’ il peso dei peccati nostri, ma tu ci vuoi tutti salvati! “Non la mia, Padre, ma la tua volontà!”
Secondo mistero doloroso Legato alla colonna, piedi e mani, senza pietà fu a sangue flagellato e su di Lui si sfogò d’ogni soldato il raffinato flagello romano. “Ecco l’uomo” - Così Ponzio Pilato presentò il Cristo alla folta in tumulto contestato e coperto d’ogni insulto Gesù già tutti avea in sé perdonato.
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Terzo mistero doloroso Dato che i re portano la corona anche a Gesù fu messa, ma di spine, che, se sul capo bene si comprime, al viso il sangue a rivoli più dona. Da lontano, con le pie donne, Maria vide il Figlio, e le si trafisse il cuore. Rammentò allora il predetto dolore... O Simeone, la tua profezia!
Quarto mistero doloroso Su le spalle piagate fu la croce caricata, ma al peso troppo greve Gesù non resse, e dopo, tempo breve cadde, rendendo ogni dolor più atroce. Dopo che un cireneo l’ebbe aiutato cadde per la seconda e terza volta; fino a quando, con tutta la sua scolta, giunse al Calvario, il luogo designato.
Quinto mistero doloroso La croce sopra cui venne inchiodato portava scritto “Cristo Re dei Giudei”. Il suo sguardo dall’alto cerca Lei, sua madre, ed il discepolo più amato. “Ecco tuo figlio, donna”; a te, (venuto unico tra gli apostoli) “do lei la mia madre” - Ed ora io muoio pei peccatori, così! Tutto è compiuto.
MISTERI DELLA GLORIA Primo mistero glorioso Non occhio d’uomo vide il “Resurrexit” nel transito abbagliante del risorto tre dì avvenuto dopo ch’era morto. Lo attestano i vangeli, e son suoi detti. Piange Maria di Magdala il Messia, lì, nell’orto c’è un uomo “Forse tu” chiede “Sai chi l’ha preso?” (in lui Gesù non riconosce...) Lui la chiama: “Maria!”. O sola voce che dai pace al cuore, “Rabbunì, mio Maestro, mio Signore!
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Secondo mistero glorioso Trovandosi coi suoi, disse: “Per poco” sono ancora con voi. Torno al mio Regno, dal Padre mio, ma vi manderò un segno e avrete in voi lo Spirito di Fuoco. Li benedisse. Si staccò dal suolo assunto dolcemente verso il cielo; una nube lo avvolse come un velo lasciando il gruppo stupefatto e solo. Tornati tra la gente, in esultanza del visto diedero testimonianza.
Terzo mistero glorioso Raccolti nel cenacolo in preghiera Stavano i dodici insieme a Maria; quando ad un tratto, a turbare l’accolta pia un forte vento quasi di bufera, invase il luogo. Alte fiammelle intanto, biforcate si posero sul capo di quanti insieme avevano pregato. E furon pieni di Spirito Santo!
Quarto mistero glorioso Quando il cosmo era ancor tenebre e nulla tu, progetto dell’Alta concezione, fosti creata per la gestazione dell’Incarnato Verbo prima culla. La terra ove hai vissuto non avrà la spoglia della “Tutta Immacolata” che assunta in ciel, dagli angeli portata vivrà la Gloria della Trinità!
Quinto mistero glorioso Tu che di cielo e terra oggi ti trovi regina accanto al Figlio incoronata dai cori angelici e santi osannata dei dolor nostri sempre ti commuovi. Colui che ERA, che SARA’ e che E’, ci vuol fratelli a Cristo e figli tuoi Madre e Regina che sempre sei per noi L’Umile Vergine di Nazarèt.
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Il Papa affida l'umanità a Maria
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abato, ultimo giorno di settembre, il Papa ha celebrato sulla Piazza di San Pietro con 1500 vescovi di tutto il mondo il Giubileo dei successori degli apostoli. Sembrava l' immagine del Concilio e il Papa non nascondeva la sua gioia. Dopo la celebrazione della messa dinanzi alla piccola statua della Madonna di Fatima egli affida alla Vergine Maria il terzo millennio con l'umanità al "bivio". E in questa occasione che l' atto di affidamento al cuore di Maria viene pronunciato. Sono sue parole: "la venerata immagine della Madonna di Fatima che abbiamo la gioia di ospitare in mezzo a noi ci aiuti a rivivere l'esperienza del primo collegio apostolico radunato in preghiera nel cenacolo con Maria la madre di Gesù". – "Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19,26) Mentre volge al termine questo Anno Giubilare, in cui Tu, o Madre, ci hai nuovamente offerto Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo purissimo, il Verbo fatto carne, il Redentore del mondo, risuona particolarmente dolce per noi questa parola che a Te ci rinvia, facendoti nostra Madre: "Donna ecco il tuo figlio!". Affidando a Te 1' apostolo Giovanni, e con lui i figli della Chiesa, anzi gli uomini tutti, Cristo non attenuava, ma piuttosto ribadiva, il suo ruolo esclusivo di Salvatore del mondo. Tu sei splendore che nulla toglie alla luce di Cristo perché esisti in Lui e per Lui. Tutto in Te è "fiat": Tu sei l'Immacolata, sei trasparenza e pienezza di grazia. Ecco, dunque, i tuoi figli, raccolti intorno a Te, all'alba del nuovo Millennio. La Chiesa oggi con la voce del Successore di Pietro, a cui s'unisce quella di tanti Pastori qui convenuti da ogni parte del mondo, cerca rifugio sotto la tua protezione materna ed implora con fiducia la tua intercessione di fronte alle sfide che il futuro nasconde. – Tanti in questo anno di grazia hanno vissuto, e stanno vivendo, la gioia sovrabbondante della misericordia che il Padre ci ha donato in Cristo. Nelle Chiese particolari sparse nel mondo, e ancor più in questo centro della cristianità, le più svariate categorie di persone hanno accolto questo dono. Qui ha vibrato l'entusiasmo dei giovani , qui si è levata l'implorazione degli ammalati. Qui sono passati sacerdoti e religiosi, artisti e giornalisti, uomini del lavoro e
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della scienza, bambini e adulti, e tutti , nel tuo Figlio diletto, hanno riconosciuto il Verbo di Dio, fatto carne nel tuo seno. Ottienici, o Madre, con la tua intercessione, che i frutti di quest'Anno non vadano dispersi, e i semi di grazia si sviluppino fino alla piena misura della santità, a cui tutti siamo chiamati. – Vogliamo affidarti il futuro che ci at-tende, chiedendoti d'accompagnarci nel nostro cammino. Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti d'inaudita poten-za: può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Ha acquistato straordinarie capacità d'intervento sulle sorgenti stesse della vita: può usarne per il bene, dentro l'alveo della legge morale, o può cedere all'orgoglio miope di una scienza che non accetta confini, fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano. Oggi come mai nel passato, l'umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza e tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù. – Per questo; Madre, come l'Apostolo Giovanni, noi vogliamo, prenderti nella nostra casa (cf Gv 19,27), per imparare da Te a conformarci al tuo Figlio. "Donna, ecco i tuoi figli!" Siamo qui, davanti a Te, per affidare alla tua premura materna noi stessi, la Chiesa, il mondo intero. Implora per noi il Figlio tuo diletto, perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo, lo Spirito di verità che è sorgente di vita. Accogli per noi e con noi, come nella prima comunità di Gerusalemme, stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cf At 1,14). Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all'amore, induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensioni e ad una ferma volontà di pace. Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli : i bimbi non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizione di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia. Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanti sono soli e senza speranza. – O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del mondo, assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita riserva a ciascuno e fà che, grazie all'impegno di tutti, le tenebre non prevalgono sulla luce. A Te, aurora della salvezza, consegniamo il nostro cammino nel nuovo Millennio, perché sotto la tua guida tutti gli uomini scoprano Cristo, luce del mondo ed unico Salvatore, che regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen. da: L’Eco del Santuario di Montenero Dicembre 2000
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La preghiera del Papa allo scoccare della Mezzanotte
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ergine Santissima, Alba dei tempi nuovi, aiutaci a guardare con fede la storia passata e l'anno che inizia. Stella del terzo millennio, guida i nostri passi verso Cristo, il Vivente "ieri, oggi e sempre", e rendi la nostra umanità, che trepidante avanza nel nuovo millennio, sempre più fraterna e solidale". E’ la fervente invocazione che il Papa ha elevato a Maria nell'ultima notte dell'anno 2000. Lo ha fatto affacciandosi dalla finestra del suo Studio privato alla Mezzanotte del 31 dicembre, al termine della veglia di preghiera presieduta in Piazza San Pietro dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, alla presenza di cinquantamila pellegrini. Ecco le parole pronunciate dal Santo Padre: Carissimi Fratelli e Sorelle! Carissimi giovani! – In questo momento varchiamo la soglia del duemila uno, e ci inoltriamo nel terzo millennio cristiano. Allo scoccare della mezzanotte, che segna questo storico passaggio, sostiamo, con il cuore ricolmo di gratitudine, a considerare le alterne vicende del secolo e del millennio trascorsi. Drammi e speranze, gioie e sofferenze, vittorie e sconfitte; su tutto emerge la consapevolezza che Dio guida gli eventi dell'umanità. Egli cammina con gli uomini, e non cessa di compiere grandi cose. Come non ringraziarlo, in questa notte? Come non ripetergli: "In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum"? Sì, "In te, Signore, ho sperato, non sarò confuso in eterno"! – Al termine del consueto incontro di preghiera che contrassegna ogni giorno dell'Anno giubilare, e che quest'oggi si
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svolge nella notte al chiudersi dell'anno Duemila, il nostro sguardo si fissa su Cristo, Salvatore dell'uomo. Senza di Lui la vita non raggiunge il suo ultimo destino. E’ Lui che con la sua saggezza e con la forza del suo Spirito ci aiuta ad affrontare le sfide del nuovo millennio; E’ Lui che ci rende capaci di spendere l'esistenza per la gloria di Dio e per il bene dell'umanità. Dobbiamo ripartire da Lui ed essere i suoi testimoni nel futuro che ci attende. Lasciamoci attirare dal suo amore ed il cammino della vita conoscerà la gioia che scaturisce dal servirlo fedelmente ogni giorno. E’ questo il mio augurio cordiale che formulo per tutti i credenti e per ogni uomo ed ogni donna di buona volontà. Un pensiero speciale, accompagnato dalla preghiera, rivolgo in questo momento a quanti soffrono, a chi è in difficoltà, a chi vive momenti di pena. Per ciascuno invoco l'aiuto provvidente del Signore. Il mio sguardo si allarga ora al mondo intero. Auguro che il nuovo millennio porti a tutte le Nazioni pace, giustizia, fratellanza e prosperità! In particolare, il mio pensiero va ai giovani, speranza del futuro: la luce di Cristo Salvatore dia senso alle loro esistenze, li guidi nel cammino della vita e li renda forti nella testimonianza della verità e nel servizio del bene. Affido questi auspici all'intercessione della Madonna. Vergine Santissima, Alba dei tempi nuovi, aiutaci a guardare con fede la storia passata e l'anno che inizia. Stella del terzo millennio, guida i nostri passi verso Cristo, il Vivente "ieri, oggi e sempre", e rendi la nostra umanità, che trepidante avanza nel nuovo millennio, sempre più fraterna e solidale. Buon Anno a tutti!
Chi è Maria? ✓ Maria è Madre di Dio: verrà solennemente definita dal Concilio di Efeso nel 432. ✓ Maria è rimasta sempre Vergine: affermato nel Concilio del Laterano del 649. ✓ Maria ha condotto una vita esente da ogni peccato, secondo la dichiarazione del Concilio di Trento. ✓ Maria esente da ogni macchia di peccato originale: proclamato con la bolla Ineffabilis Deus l’8 dicembre 1854. ✓ Maria è stata assunta in Cielo, secondo la definizione fatta da Pio XII il 1° novembre 1950. da “La settimana mariana ci introduce al Giubileo”
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CAGLI NON CONOSCEVA “LA FORZA DEI DEBOLI”...
La commozione delle suore ed un canto alla Madonna subito sgorgato come riconoscenza e ringraziamento quando la tela del Lapis è stata riaffissa, dopo circa duecento anni, sull’altare maggiore della chiesa di S.Nicolò di Cagli: è stata questa l’accoglienza riservata al quadro del pittore cagliese Gaetano Lapis di nuovo per il quale era stato dipinto. Questo avveniva qualche giorno prima di Pasqua e la notizia subito si diffondeva tanto da provocare la visita di una troupe del TG3 Marche, guidata dal Dr. Pancrazi, che ne ha fatto un ottimo servizio andato in onda in due edizioni del TG3 stesso. Anche l’Arch. Canti, responsabile della Regione Marche per i beni architettonici e culturali, ha visitato la Chiesa di S. Nicolò ammirando il quadro del Lapis e la bellezza dell’intera chiesa.
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uesta la “bella storia” del quadro del Lapis la “Beata vergine del Rosario” rubata a Cagli dai soldati napoleonici nel 1811 e che ora è ritornata dopo quasi duecento anni nella sua chiesa di S. Nicolò del Monastero delle Domenicane. Una storia a lieto fine, che sconfigge gli scettici ed infonde speranza per numerosi altri casi simili. Ma come si è giunti a questa lieta soluzione? Venuta a conoscenza della presenza del quadro suddetto nella chiesa parrocchiale di S. Vittore a Casorate Primo (Pavia), la superiora delle Monache Domenicane di Cagli, Suor Maria Rosaria Di Donato, nel febbraio 1991 scrive una lettera al Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano. “Ci permettiamo di rivolgerci a Lei così inizia la lettera- nella speranza di potere con il Suo aiuto, eliminare un antico sopruso perpetuato ai danni della nostra comunità. Come ben saprà, molte opere d’arte marchigiane furono trafugate ad opera dei napoleonici nel secolo scorso; una di queste è la pala dell’altare maggiore della nostra chiesa, dedicata al culto di S. Nicolò. La tela era stata commissionata nel 1739, per 120 scudi romani dalla nostra Comunità al concittadino Gaetano Lapis, come risulta dal “Libro delle memorie, Monastero di S.Nicolò di Cagli”. In essa il
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pittore cagliese vi raffigurò la Beata Vergine del Rosario e S. Domenico. Nel 1811, sotto il terrore delle armi francesi, quest’opera ci veniva sottratta per essere trasportata a Brera. Nell’inventario Napoleonico di Brera, risulta che il 15 aprile 1815 la tela era stata assegnata alla Chiesa di Casorate. Sarebbe per noi, suore di clausura, -terminava la lettera- un motivo di grande gioia poter ricollocare la tela del Lapis sull’altare per il quale fu commissionata e realizzata”. In data 24 aprile 1991, tramite l’incaricato dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici di Milano, don Giancarlo Santi, giungeva la risposta alla missiva delle suore. Don Santi consigliava alle Suore di rivolgersi alla Soprintendenza di Milano e alla Pinacoteca di Brera, ma si diceva molto scettico: “Per quanto mi riguarda, scriveva, escluderei che esistano le condizioni per recuperare la proprietà del dipinto e sono molto pessimista anche per il deposito”. Don Santi non conosceva la “forza dei deboli” e di chi confida nel Signore. Così le umili e nascoste sorelle di S. Nicolò ottengono il miracolo di riavere dalla Pinacoteca di Brera il loro dipinto, purtroppo molto deteriorato. Tramite la Soprintendenza di Milano, la tela viene restaurata, a spese del Monastero di Cagli... dai signori Bruno Sesti e Delfina Fagnani e riportata in deposito presso il Palazzo Ducale di Urbino in attesa di essere ricollocata sull’altare maggiore di S. Nicolò di Cagli. Ora la bella tela del Lapis è ritornata sull’altare maggiore a far compagnia alle altre cinque tele dello stesso pittore, tutte recentemente restaurate. Le suore domenicane di clausura possono dire di aver vinto la loro battaglia pacifica. a cura di Romano Magnoni
ASCOLI PICENO E’ RIUSCITO FACILE CONOSCERCI E SCAMBIARCI...
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al 28 al 30 settembre la parrocchia di S. Pietro Martire in Ascoli Piceno ha vissuto un’intensa preparazione alla festa della Madonna del Rosario, prima con il triduo che ha avuto al centro la recita del santo rosario guidata dalle profonde meditazioni di P. Mauro e le sante messe con toccanti omelie, infine la festa con processione che quest’anno cadeva il 1° ottobre prima domenica del mese durante la quale è stato promosso il raduno regionale del rosario per le Marche.
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Già Papa Leone XIII il 1° settembre 1883 decretava che il mese di ottobre fosse particolarmente dedicato al culto della Vergine del Rosario. Nei primi anni ‘60 Papa Giovanni XXIII esortava i fedeli alla recita del Rosario e Papa Giovanni Paolo II ci sollecita ad accogliere questo invito: “Fate del Rosario la catena dolce che vi lega a Dio per mezzo di Maria”. P. Mauro ci ha fatto riflettere su questa verità: per le persone umili, che poi sono le prime nel Regno dei Cieli, la meditazione sui vari misteri è il compendio della storia della salvezza, in quanto si riferisce alla redenzione del Cristo con l’Incarnazione, la Passione, la Morte e Resurrezione. Il Rosario quindi è una devozione a Maria che ci porta al nostro Signore Gesù. Quante volte in questi giorni Le abbiamo detto “Ave” per ricordare la sua predestinazione, la sua missione, la sua gloria. Quella parola “Ave” è l’espressione della nostra ammirazione, del nostro entusiasmo, del nostro amore e pur ripetendolo non ci annoia mai. Il Rosario oltre a ciò è lo sfogo del cuore nel dolore, è la dolce preghiera che dona pace e serenità nell’anima. E’ un intreccio di lodi, di benedizioni e di gloria alla Madre Misericordiosa, alla prediletta di Dio. Questo abbiamo fatto in questi giorni del Triduo presso la chiesa domenicana di San Pietro Martire. Con il Rosario ricordiamo a Maria l’altissima sua missione nell’essere parte viva e integrante del Mistero dell’Incarnazione, a cui è dedicato quest’anno giubilare, attraverso il quale si ebbe la redenzione di tutto il genere umano. Tutto questo ci ha fatto comprendere P. Mauro, a cui va il nostro “grazie” per averci fatto gustare più a fondo l’importanza, la bellezza e la forza del santo rosario. Nell’ambito del convegno del rosario celebrato alla domenica ci sono stati momenti di fraternità estremamente graditi con i fratelli dei gruppi delle Marche, presenti alla celebrazione eucaristica delle 11,45 e poi a pranzo presso le suore di sant’Onofrio. Ci è riuscito facile conoscerci e scambiarci riflessioni, da persone certo non più giovani, ma ancora ansiose di raggiungere la meta comune con l’ausilio di Maria, all’insegna di quell’amore che la portò a svuotarsi di ogni pretesa umana per concedersi interamente a Dio. La processione che ha attraversato alcune vie della città ha fatto risuonare il santo rosario, sempre guidato da P. Mauro, come inno di gioia per ribadire la nostra appartenenza alla Madre Celeste. La comunità del santo rosario di Ascoli Piceno
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25 marzo: L’Annunciazione Il mistero dell'Incarnazione di Cristo è così strettamente unito con la sua nascita che, inizialmente, la Chiesa non vedeva la necessità di introdurre la festa dell'Annunciazione. Quando però la solennità del Natale assunse nella Chiesa importanza sempre più grande, sorse la festa distinta dell'Annunciazione: le sue prime tracce in Oriente sono del VII secolo. A Roma, venne introdotta da Papa Sergio (687 - 701), insieme con una solennene processione che perdurò fino al XIV secolo.
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l giorno 25 marzo fu scelto in riferimento alla data del Natale. Inoltre, già nel III secolo vi era la convinzione che Cristo fosse divenuto uomo durante l'equinozio primaverile; in questo giorno avrebbe anche dovuto avvenire la creazione del mondo e dell'uomo. La costituzione della festa dell'Annunciazione nel periodo della Quaresima ha riscontrato un inconveniente: la tradizione proibiva di celebrare in questo periodo le feste, che avrebbero interrotto il digiuno di quaranta giorni. Comunque, la Chiesa d'Oriente e poi la Chiesa di Roma consentirono un'eccezione. La liturgia spagnola non ha seguito la prassi comune, ma ha scelto il 18 dicembre - otto giorni prima del Natale per la festa dell'Annunciazione. Nel XVII secolo, la Chiesa di Roma accetta la festa del 18 dicembre chiamandola l'Attesa della Nascita, ma nel XIX secolo essa viene soppressa. L'inconcepibile mistero dell'Incarnazione: il Verbo Eterno riceve il corpo umano nel seno di Maria, il Redentore è vero Dio e vero uomo. La Chiesa vede nell'Incarnazione del Figlio di Dio l'inizio della propria esistenza. Al centro di questo mistero sta Maria: Ella accoglie con fede le parole dell'angelo, concepirà dallo Spirito Santo e porterà nel suo grembo Colui che adempirà le promesse date ad Israele e sarà la salvezza delle nazioni. Ricordiamo il mistero dell'Incarnazione nel periodo della preparazione alla celebrazione del mistero pasquale del Redentore. "Eccomi per fare la Tua volontà": le parole pronunciate da Cristo nel momento dell'Incarnazione si adempiranno sul Calvario. Il mistero dell'Incarnazione è inseparabilmente legato al mistero della Pasqua, con la morte e la risurrezione del Signore. "Avvenga di me secondo la tua parola": le parole di Maria di Nazareth la porteranno fino alla Croce di Gesù. Celebrare la solennità dell'Annunciazione significa credere alla parola di Dio, partecipare alla vita portataci da Cristo, sottomettersi all'azione dello Spirito in noi, dire sempre "sì" a Dio. Ogni giorno, recitando l'«Angelus» ci poniamo di fronte all'avvenimento unico nella storia del mondo, di fronte all'Incarnazione del Figlio di Dio. Tre brevi frasi prese dal Vangelo raccontano ciò che era avvenuto a Nazareth: l'Annunciazione dell'angelo, la disponibilità di Maria piena d'obbedienza e la discesa del Verbo. La preghiera finale esprime l'unione interna tra l'Incarnazione, la Morte e Risurrezione di Cristo. Ecco, ci appare ora la nostra riconciliazione: Dio si unisce ineffabilmente agli uomini. Per la parola dell'Arcangelo viene distrutto l'errore: la Vergine infatti accoglie la gioia, la terra diventa, cielo, il mondo è assolto dall'antica maledizione. Esulti la creatura e innalzi il suo inno: a te sia gloria, o Signore, Creatore e Redentore nostro. Liturgia Bizantina (da: Il Carmelo oggi)
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CORMONS ESPRESSIONI COMMOVENTI E PROFONDE ...
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ono ormai passati quasi sette mesi da quando P. Mauro e P. Paolo dell’Ordine Domenicano -guide spirituali nella comunità parrocchiale di Villesse durante la settimana giubilare delle "sante quarantore" in preparazione alla S. Pasqua- ci affidavano la statua della Beata Vergine del Rosario con l’invito di accoglierla nelle nostre famiglie, in cenacoli di preghiera. L’invito non si è fatto attendere ed è stato un susseguirsi di “prenotazioni” da parte delle famiglie che, con tanto entusiasmo, l’hanno ospitata nelle loro case. L’immagine materna e maestosa di Maria, in famiglia, occupava l’ambiente più decoroso della casa e in esso il posto preminente… e, ogni sera, al momento stabilito per la preghiera del santo rosario, era attorniata da parenti, amici e persone care. Fra queste persone, alcune, pur abitando nello stesso paese, non avevano avuto modo di conoscersi e ora gioiose di essersi incontrate nelle preghiera. Quadri familiari suggestivi si sono presentati agli occhi degli incaricati di portare l’immagine di famiglia in famiglia… quadri familiari che hanno rivelato l’entusiasmo per gli incontri ravvicinati con il parroco e il desiderio di pregare in famiglia per appagare la ricchezza interiore insita nell’essere umano. Espressioni commoventi e profonde -esternate nel "Libro delle Testimonianze" che sempre ha seguito la statua della Madonna del Rosario- hanno rispecchiato la calorosa accoglienza a Lei rivolta.
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Vogliamo ringraziare le numerose famiglie che l’hanno accolta, quelle che per diversi motivi non si sono sentite preparate ad accettarla e quelle che non hanno avvertito la Sua presenza… tutte queste famiglie formano la nostra comunità ed hanno il merito di aver dato il via al "viaggio di Maria" nella nostra Diocesi, seguito in periodici incontri dal Promotore Provinciale P. Mauro. In uno di questi incontri, in comune accordo con il nostro parroco Don Paolo, si è deciso di concludere l’iniziativa mariana nel Santuario di “Rosa Mistica”, in modo che vi potessero partecipare i fedeli delle vicine comunità ed in particolare tutti gli iscritti alle associazioni rosariane. L’incontro si è celebrato sabato 21 ottobre alle ore 15,30 con l’iniziale santo rosario meditato dal Promotore del Rosario P. Mauro e dal suo collaboratore Don Mario. In questa solenne meditazione del santo rosario è stato sottolineato come il rosario, più che una forma di preghiera, sia la più semplice e profonda forma di meditazione della Parola di Dio in cui si prega la Vergine affinché ci introduca nella vera comprensione del mistero di Gesù al quale per prima Maria stessa è stata introdotta. La s. messa è stata celebrata in ringraziamento per i frutti di grazia concessi alla comunità di Villesse (Go) durante la "peregrinatio Mariae" nonché per il profondo momento di comunione di cui tutti i partecipanti stavano godendo seppur provenendo dalle esperienze mariane più diverse: iscritti alle varie associazioni rosariane -rosario vivente, fraternità del rosario e gruppi dell’ora di guardia- delle diocesi di Udine e Gorizia.
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La “peregrinatio Mariae” è stata promossa: ◗ in provincia di Udine dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta:
✔ a Udine in casa di Alessandra Brenco dal 22 al 29 luglio, di Alberto Minisini dal 29 luglio al 5 agosto, di Prima Passuello dal 5 al 12 agosto, di Maria Strizzalo dal 12 al 24 agosto, di Mirella Miani dal 2 al 9 settembre, di Maria Strizzalo dal 12 al 29 ottobre, di Silvia Fregonese dal 29 ottobre al 9 novembre, di Paolo Vezil dal 9 al 18 novembre. ✔ a Pagnacco (Ud) in casa di Ermete Toppano dal 9 al 19 settembre. ✔ a Paterno (Ud) in casa di Arcangela Rebellato dal 19 al 28 settembre. ✔ a Faedis (Ud) in casa di Noemi Calligaris dal 28 settembre al 12 ottobre. ✔ a Salt di Povoletto (Ud) in casa di Luisetta Sticotti dal 18 novembre al 2 dicembre. ✔ a Gemona (Ud) in casa di Loretta Sangoi dal 2 al 16 dicembre. ✔ a Osoppo (Ud) in casa di Luciano Forgiarini dal 16 al 26 dicembre,.
◗ in Lombardia dove la statua regionale della B.V. del Rosario è stata accolta:
✔ a Bienate (Mi) da Gennaro De Paola dal 2 al 9 ottobre, da Marco Lorenzi dal 9 al 16 ottobre, da Angelo Stellini dal 16 al 23 ottobre, da Giovanni Pisoni dal 23 al 30 ottobre, da Sergio Ferrario dal 1 all’8 gennaio. ✔ a Vanzaghello (Mi) da Giovanni Saladino dal 18 al 26 dicembre, da Clemente Turri dal 26 dicembre al 1 gennaio. ✔ a Magnago (Mi) da Andrea Sorte dal 20 al 27 novembre, da Francesco Peroni dall’8 al 15 gennaio, da Luigi Sorte dal 15 al 22 gennaio. ✔ a Busto Arsizio (Va) da Mauro Simontacchi dal 6 al 13 novembre, da Paola Valvo dal 13 al 20 novembre, da Angelo Epifani dal 4 all’11 dicembre, da Graziano Pinna dall’11 al 18 dicembre.
◗ a Reda di Faenza (Ra) dove la locale statua della B.V. del Rosario è stata accolta: in Parrocchia dal 31 ottobre al 11 novembre, dalla famiglia Casadio dal 12 al 19 novembre, dalla famiglia Prati dal 19 al 26 novembre, dalla famiglia Misirocchi dal 26 al 29 novembre, in Parrocchia dal 29 novembre al 10 dicembre, dalla famiglia Maurizio Melandri dal 10 al 18 dicembre, dalla famiglia Vittorio e Rosalba Abetti dal 18 al 27 dicembre, dalla famiglia di Daniele Mazzotti dal 7 al 14 gennaio.
◗ a Lugo (Ra) dove la locale statua della B.V. del Rosario è stata accolta: in casa di Anna Buldrini dal 8 al 17 ottobre, dei coniugi Olindo e Bruna Bettoli dal 17 al 24 ottobre, di Elena Facchini dal 24 ottobre al 3 novembre, di Claudio De Cesare dal 3 al 7 novembre, di Giovanni Guerrini dal 7 al 14 novembre, di Anna Ferri dal 14 al 21 novembre, di Alberto e Patrizia Zappi dal 21 al 28 novembre, di Bruno Zama dal 29 novembre al 5 dicembre, di Signorino Riolo dal 5 al 12 dicembre, di Carlo Cricca dal 12 al 19 dicembre, di Francesco Bucchi dal 19 al 26 dicembre, di Teresa Cardellino Zappi dal 26 dicembre al 2 gennaio, di Alba Balducci dal 2 al 9 gennaio.
◗ nel padovano dove la statua cittadina della B.V. del Rosario è stata accolta
✔ a Mestrino (Pd) da Patrizia Mele Capuzzo e Antonio Michelozzo dal 6 al 12 novembre. ✔ a Rubano (Pd) da Elisabetta Terranova dal 17 al 23 ottobre 2000, da Anna Maria Silvestri Napolitano dal 30 ottobre al 5 novembre. ✔ a Padova da Silvana Posteraro dal 13 al 19 novembre, da Elena Doni dal 20 al 26 novembre, da Gianna Picco Buratto dal 27 novembre al 3 dicembre.
◗ in provincia di Ancona dove la statua della B.V. del Rosario è stata accolta
✔ ad Ancona da Vilma Pirani dal 12 al 18 ottobre, da Milvia Savoiardi dal 19 al 25 ottobre, da Emilia Catalini dal 26 ottobre al 1 novembre, da Maria Crisitna Astolfi dal 2 al 6 novembre, da Albina Maurizi Cardogna dal 8 al 21 novembre, da Fabio Margarucci dal 1 al 7 dicembre, da Valeria Consalvo dal 29 dicembre al 5 gennaio, da Palma Cataluffi dal 5 al 11 gennaio, da Lea Carelli dal 12 al 18 gennaio. ✔ ad Agugliano da Anna Mosca dal 23 al 30 novembre. ✔ a Falconara da Maria Cretella dal 7 al 29 dicembre.
◗ nel comune di Osimo (An) dove la statua della B. V. del Rosario è stata accolta a Osimo nel
Monastero Clarisse "S.Nicolò" dal 6 al 8 ottobre, Alfio Sampaolesi dal 8 al 18 ottobre, da Mario Giuliodori dal 18 al 25 ottobre, da Ivano Baiocco dal 25 ottobre al 1 novembre, da Luciano Marini dal 1 al 8 novembre, da Mario Quattrini dal 10 al 17 novembre, da Franco Giuliodori dal 17 al 24 novembre, da Luciano Buscarini dal 24 novembre al 1 dicembre, da Mario Carloni dal 7 al 17 dicembre, da Sandro Basconi dal 18 al 26 dicembre 2000, da Domenico Angeletti dal 4 al 11 gennaio 2001.
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nuovi iscritti al movimento domenicano del rosario a) sono stati iscritti all'associazione del Rosario Vivente: 1. da Don Attilio Galli di Ascoli Piceno: Alfonsi Anna Maria di Venarotta (Ap), Amadio Gabriel di Castel di Lama (Ap), Aliberti Giuseppina - Alesi Maria - Amadio Anna - Angelini Ida - Bachetti Mario - Balietti Giuliana - Bartolini Clerici Gelda - Bartolini Cristiana - Bonfini Gina - Brandozzi Maria - Bruni Giuseppina - Buonamici Gennino e Calcinaro Giuseppina di Ascoli Piceno. 2. da Paola Valvo di Busto Arsizio (Va): Giovanni Cerri di Modena, Maria Valvo Vico di Noto (Sr), Nina Valvo di Canicattini Bagni (Sr), Anna Tovaglieri – Maria Antonietta Ferrara – Donnola Paola – Franca D’Alto – Emilia Gallazzi – Rita Varone - Don Damiano Marco Greci – Mara Armiraglio – Gianna e Valentino Guerra – Patrizia Surano e Gabriele Papale di Busto Arsizio (Va). 3. dalla segreteria: Adriana Feliziani e Maria Luisa Spina di S. Benedetto del Tronto (Ap), Graziano Dini e Francesca Liperni di Pesaro, Anna Blasi di Macerata, Cristina Zanetti di Parma, Mariarosa Martellozzo di Loreggia (Pd), Rosalba Franchi di Ronchi dei Legionari (Go), Paola Grassi di Portomaggiore (Fe), Vita Romanello di Folignano (Ap), Fazzini Bruna e Domenica - Felicetti Adalgisa e Emilia - Felicetti Orsini Antonietta di Ascoli. 4. da Patrizia De Paola di Bienate (Mi): Giuseppe Mazza – Ornella Claretti e Concettina De Paola di Magnano (Mi), Fulvia Arimonti – Giuliana Brambilla – Angelica Brunini – Olga Brunini – Giovanna Carla Colombo – Maria Colombo – Piera Colombo – Silvia Fava – Teresa Fusaro – Marisa Gorla – Sabrina Rosa Landi e Angela Nervei di Bienate (Mi). 5. da Paola Valvo di Busto Arsizio (Va): Patrizia Pella di Ferno (Va), Lucia Milani di Gorla Minore (Va), Rubina Caronte di Canegrate (Mi), Jolanda Giglio di Castano Primo (Mi), Maria Polito di Vittuone (Mi), Maria Talerico – Rosy Pesce – Giuseppina Cappabianca – Anna Maria Serlenga – Franca Gallazzi – Rosa Linfanti – Graziosa Dentice – Rosy Leopardi – Agata Cutuli e Maria Rosa Audino di Busto Arsizio (Va).
b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario: 1. da Paolo Battilana di Rescaldina (Mi): Maria Maddalena Tancredi di Rescaldina (Mi), Barbara Mazzocchin di Cittadella (Pd), Franca Tornelli e Maria Orsi di Castelnuovo Bocca d’Adda (Lo), Elda – Angiolina – Anna Maria Pancaldi e Gildo – Maria Pia – Paola – Maria Teresa – Gabriele Paolo – Maria Grazia – Gianna Battilana di Rescaldina (Mi). 2. dal Monastero di Fontanellato (Pr): Bernardelli Ricordina – Bernini Maria e Bertazzoni Dea di Mantova, Bertazzoni Gianni e Anna di Reggio Emilia, ussolan Maria di Milano, Bettoli Laura – Biserti Maria e Bonazzi Don Dante di Parma, Bevilacqua Paola di Torino, Bianchi Maria Luisa di Bologna, Bianchi Giovanna – Bianchi Luigina e Bobbio Angela Peschiera di Cremona, Bondi Suor Laura di Roma. 3. dalla sig.a Giulia Sparapani di Ancona: Rosa Costantini di Loreto (An), Marisa Scalabioni di Portorecanati (Mc), Egidia Malavolta – Angela Pellini – Alba Buttafuoco – Francesca Tancredi di S. Benedetto del Tronto (Ap), Silvana Pelosi – Bruna Vespasiani – Redenta Dottori – Vanda Di Pietro – Maria Cristina Scoponi – Carmela Oliva – Pinuccia Pagani – Giovanna Splendiani di Ancona. 4. dal Monastero di Fontanellato (Pr): Bonfanti Lidia, Caletti Camilla, Bonfanti Piera, Branchi Emilia, Branchi Maria, Bussolanti Rosa, Borghetti Carla, Botti Dott. Mario, Botti Lina, Bussolanti Nera, Bussolanti Nieve e Nella, Briguglio Donella, Bruni Anna, Buti Isabella. 5. dalla segreteria: Irma Branchesi –Cesare Carloni – Daniela Belfiori di Osimo (An), Natalia Bizzi di Tabiano (Pr), Serena Andreucci di Ancona, Angela Guarda di Cassano Magnago (Va), Maria Antonietta Serra di Borgo S.Maria (Ps), Don Mario Girola - Edi Contado e Anna Maria Epifani di Busto Arsizio (Va), Maria De Fatima Aguiar Figueiredo Zanichelli di Baganzola (Pr), Gabriele e Sandra Casadei di S.Savino (Rn), Sally Daniele di Legnano (Mi), Amelia Fogagnolo di Dairago (Mi). 6. da Giulia Sparapani: Katia Chiesi – Luisa Abbruzzese e Antonia Vicalvi di Ancona, Enza Rizzi di Catanzaro, Antonietta Ortolani di Falconara (An), Umberto Cimetta di Fossombrone (Ps), Lucis Carmen e Sofia Rizzardini di Udine, Jolanda Valentini di Silvi Marina (Te), Anna D’Angelo – Jolanda Vitti – Luigia Spada – Maria Marra – Maria Vitale di Marina di Vinosa (Ta), Suor Vittorina di Grottaferrata (Rm).
c) sono stati iscritti all’Ora di Guardia: Elda Pancaldi – Maria Maddalena Tancredi – Paolo Battilana – Angiolina Pancaldi – Maria Grazia Battilana – Anna Maria Pancaldi e Gianna Battilana il 13 di ogni mese dalle 15 alle 16; Maria Angela Levato il 25 di ogni mese dalle 23 alle 24; Fabrizio Zelaschi il 17 di ogni mese dalle 13 alle 14; Isabella Ferron il 19 dalle 7 alle 8;
d) sono stati nominati zelatori o zelatrici: Teresina Noè di Vanzaghello (Mi), Alessandro Ottoni e Giuliana Balietti di Ascoli Piceno, Paola Valvo di Busto Arsizio (Va), Manuela Breveglieri di Funo d’Argelato (Bo), Enzo Grossi di Bologna, Antonietta Casadio di Reda di Faenza (Ra)
RICORDO CHE per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa .
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pagina della riconoscenza HANNO INVIATO OFFERTE:
✫ per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario: Maria Belelli, Laura Turolla, Sorelle Negri, Enrico Lambertini, Lucio e Maria Angela Ungherini Gambucci, Gruppo del Rosario di Grignano Polesine
(Ro), Maria Gabriella Cossignani, Giancarlo Riccio, Adriana Savietto, Attilia Rosa, Patrizia Papini, Maria Antonietta Collazioni, Gruppo del Rosario di Montodine (Cr), Lea Mattei, Famiglia Ravaioli Lancellotti, Rita Piergiovanni, Gina Buffi, Evelina Vanzolini, Parrocchia di Rivara (Mo), Partecipanti alla "Peregrinatio Mariae" in Osimo (An), Cesare Carloni, Bruna Preti, Partecipanti alla "Peregrinatio Mariae" in Ancona, Giulia Sparapani, Lucia carli, Giovanni Pisoni, Nella e Paola Lorenzi, Francesco Maulà, Luisella Benvegnù, Pia Galleano, Cristiana Bartolini, Elena Festa, Amalia Cerotti, Antonella Bruni, Teresina Mancini, Famiglia Vanti Persici, Famiglia Negri, Elvira Agende, Oriella Costanzini, Alberta Sponticcia, Maria Perotti, Antonio Traetta, Giuseppe Tei, Simonetta Moroni, Adriano Melaranci, Maria Mauriello Montaruli, Caterina Mancia, Alessandra Dubrovich, Maria Grazia Cambogiani, Alberta Magrini, Nazzarena Mori, Miriam Querzola, Partecipanti alla "Peregrinatio Mariae" in Busto Arsizio (Va), Caterina Lorenzini, Parrocchia Assunzione della B.V.Maria di Somaglia (Lo), Parrocchia di S.Felice sul Panaro (Mo), Gruppo del rosario di S.Pancrazio (Pr), Maria Vecchi Luppi, Marisa Sbriscia, Mirella Novasio Ciarimboli, Giuseppina Scardabozzi, Bianca Colombi, Cosima Tampieri, Lina Moretti di Crema (Cr) con 100 abbonamenti, Gruppo del Rosario di Bolzone (Cr), Gruppo del Rosario di Ripalta Guerina (Cr), Scuola Margherita Tonoli di Monza (Mi), Gabriella Vitaloni, Lucia Morelli, Luigi Montenovo, Bianca Marini Masi, Terenzio Marchionni, Giovanni Duret, Maria Bondi, Domenicane della B. Imelda di Ferrara, Domenicani di Alessandria, Suor Maria Dionisia Brasili, Mirella Caffarra, Domenicani di Modena, Maria Sampaolesi, Maria Virgili, Domenicane Missionarie di S.Sisto di Falconara (An), Luisella Benvegnù, Oriano Luigi Bezzi, Maria Bortoletto, Domenica Cangiotti, Marina Cesaroni, Giovanni Gaetano Covezzi, Anna Maria Inga Francesconi, Maria Teresa Lombi, Amalia Pacchioni, Benito Pacetti, Longo Pagani, Angela Passoni, Santa Maria Giuseppina, Andrea Sorte, Maria Vidoni Cucuzza, Romana Zocca, Don Bruno Faggion, Don Giuseppe Paradisi, Famiglia Bertocchi Farné, Piera Pozzi, Maria Damiani, Raffaele Trementino, Cleofe Cacciarru, Andrea Passaglia, Pietro Ortis, Norma Costantini e Elisabetta Oliva, Antonella Melandri, Paolo Cipriani, Domenicane S.Caterina da Siena di Venezia, Lucia Altamura, Adriana Barbini, Bruna Brambilla, Palmira Ferrari, Mariella Giannotti, Famiglia Rabini, Antonio Riguzzi, Quintino Salsetti, Maria Antonietta Scarsi, Marta Scocchera, Chiara Ballatori, Teresina Battisti, Maria Luisa Bortolotto Teodori, Teresa Bragantini, Antonio Caregnato, Elena Cecchi, Anna Maria Cetto, Antonietta Ciminelli, Marco Filonzi, Concetta Gasparini, Natalina Malmusi, Domenico Montevecchi, Vittoria Palazzi, Gilio e Santina Pavarin, Vanzo e Vittorina Soccombi, Daniela Veneri, Emilia Gallazzi, Lucia Miano, Annarosa Minto, Patrizia Berto, Viola Martina, Superiora Generale Domenicane di Pompei (Na), Luisa Antoniazzi, Paolo Battilana, Elena Bianconi, Anna e Teresa Bolmini, Ofelia Burattin, Caterina Della Torre, N.N., Maria Nuccia Ferrario, Raffaella Fiorio, Enrica Galanti, Tiziano e Cristina Ghelfi, Isidoro e Madera Mazzieri, Felicia Persico, Maria Angela Savini, Nevona Trentin, Vincenzina Lucarelli, Beatrice Viotti, Giampietro Gasparotto, Pierantonio Medri, Marco Casali, Giuseppina Bernardi, Edvige Caldarini, Luciano Buscarini, Maria Gatti Vassalli, Elda Martini, Amabile Mattuzzi, Maria Vittoria Muscinelli, Luciana Nigrotti, Antonina Rasori, Silvia Vita Seppi, Antonio zanetti, Antonio Petrelli, Maria Costanza Guerrieri, Grazia Stevani, Rosanna Baldarelli, Sofia Ambrosi, Concettina Maggiore, Fernanda Mantovani, Livia Bianchi, Lilia Bianchi, Pietro Tonini, Maria Luisa Staffolani, Gaiga Guglielma, Carlo Carnovale, Gelsa Bartolini, Giovan Antonio Checchia, Paolo Rubechini, Monastero Domenicano di Cagli (Pu), Angela Dottori, Maria Luisa Odifreddi con 8 abbonamenti, Pina Sacchi di Ricengo (Cr) con 25 abbonamenti, Suor Rosella Cosma, Valerio Carpineti, Maurizio Dall’Oca, Edi Gambirasio, Enrichetta Gualandi, Anna Rosa Guiducci, Marco Marcellini, Piera Proietti, Umberto Renzi, Giovanni Severini, Giancarlo Di Marzio, Marinella Giorgetti, Livio Giuliodori, Graffigna Paolo, Gianfranco Magnani, Renata Palma, Rosina cattaneo, Maria Teresa e Adele Cenciarini, Luigi Cernuschi, Gianluca Cremonesi, Monastero Ara Crucis, Partecipanti alla "Peregrinatio Mariae" in Lugo (Ra), Marta Marinelli, Giuliana Baiocco, Suor Bernadetta Tosi, Eros e Bianca Belloni, Romano Aida, Giuseppina Cavedaschi, Marilena Mancini, Bruno Mengarelli, Monastero Domenicano di Loro Piceno (Mc), Monastero Domenicano di Azzano S.Paolo (Bg), Filippo Orati, Dina Signoretto, Clemente Turri, Domenicane dellla Beata Imelda di Bologna, Anna De Pascalis, Danilo Ferrari, Rinalda Girardello, Anna Mariani, Maria Lola Monesi,
✫ inMonache memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe: Domenicane di Cagli (Ps), Maria Sorrenti, Lucio e Maria Angela Ungherini Gambucci, Angelo Stellini, Evelina Vanzolini, Anna Guzzi, Silvia
Vita Seppi, Antonella Bruni, Alda Bonzi, Giovanna Avaltroni, Ilaria Giannarelli, Maria Colombo, Donatella Grazia, Teresa Fusaro, Giuseppe Mazzo, Rosa Moroni Pieroni, Emilia Premici, Franca Tornelli, Maria Cecilia Trillini, Zefferina Franceschelli, Paola Valvo, Maria Virgili, Antonio Circosta, Claudio De Cesare, Giulia Sciamanna, Cleofe Cacciarru, Norma Costantini e Elisabetta Oliva, Pasqua Sbrizzi, Margherita Ferrari, Renata Vagnini, Pasqualina Midi, Annarosa Minto, Giovanni Ferrario, Anna Brambilla, Viola Maga, Angela Cabrini, Gelsa Bartolini, Giovanni Saladino, Clemente Turri,
✫ per acquisto di sussidi: Monache Domenicane di Cagli (Ps), Abbati Maria Elisa, Carlo Bresaola, Rasoro Antonina Meneghini, Paola Cagno Morione, Ugo Cassanelli, Giuliana
e Alessandro Ottoni, Enrico Lambertini, Rosanna Baldassarri, Maria Bondi, Maria Antonietta Collazioni, Paola Mancini, Domenicane di Melegnano (Mi), P. Angelico Menetti, Cesare Carloni, Anna Nobili, Mariella Alberini, Grazia Caravaggio, Maria Gabriella Mantuano, Fraternita Domenicana di Verona, Romana Zocca, Paola Valvo, Valperto Mansutti, Caterina Lorenzini, Parrocchia Assunzione della B.V.Maria di Somaglia (Lo), Gruppo del rosario di S. Pancrazio (Pr), Carlo Moracca, Maria Luisa Odifreddi, Partecipanti alla "Peregrinatio Mariae" in Lugo (Ra),
✫ per sostenere l’opera dei pellegrinaggi: Pietro e Cristina Vicari, Giuseppe Di Grazia, Paola Fabbi, Natalina Timoncini, Giulia Sparapani, Rita Lucis Moretti, Giulio e Clara Sandri, Famiglia Farotti Catena, P. Marino Ugo Moro, Antonio e Serena Tagliavini, Silvano Silingardi, Coniugi Benfatti, Coniugi Barozzi, Paola Salmi, Giuliana Rocchetti, Alberto Bucchi, Bianca Balzani, Famiglia Salmi Cecchini, Francesco Bacchialoni, Anacleta Bitocchi, Carlo Tortolini, Manuela Maceratesi, Maria Antonietta Bensa, Famiglia Farolfi Gaddoni, Famiglia Parmigiani Ferrario, Stefano Casali, Famiglia Morselli Morotti, Alessandra Tommasini, Gianluigi Gavotti, Silvia Batocco, Beatrice Mandolini, Massimo Corvetta, Vanni Borsella, Eleonora Laganà, Vincenzo Cardilli, Lucia Bergamaschi, Famiglia Aschieri Rapalli, Mariella Albertini, Tiziano e Cristina Ghelfi, Eros e Bianca Belloni,
✫ per le adozioni a distanza: Ambretta e Giampaola Negri, Ada Giacomello, ✫ per le Missioni: Giovanna Salsini.
Ringrazio tutti di cuore per quanto fate - ognuno nel suo piccolo - per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s. rosario e della devozione alla B. Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera ma soprattutto alla celebrazione della s. messa
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Movimento Domenicano del Rosario “Provincia S. Domenico in Italia”
a S. Domenico di Bologna
RADUNO DEL SANTO ROSARIO Programma della giornata: ore 10,00 ore 10,30
ore 11,30 ore 12,30 ore 14,30 ore 16.00 ore 16,30
raduno nel chiostro del convento S .Domenico a Bologna nel salone della biblioteca il dott. Vittorio Messori mediterà il 1° mistero glorioso, presentando il suo libro “Dicono che è risorto. Un’indagine sul Sepolcro vuoto” edito SEI interventi dei partecipanti e dialogo con il relatore pranzo al sacco e momento di fraternità celebrazione del santo rosario meditato visita guidata di S. Domenico solenne celebrazione della s. messa e saluto
Ai bambini e agli adolescenti gli animatori proporranno momenti di svago, di riflessione e preghiera appositamente studiati per loro affinché possano vivere insieme una fruttuosa giornata in gioiosa comunione. Prego vivamente coloro che organizzano dei gruppi di contattarmi preventivamente e comunque per ogni informazione rivolgersi a P. Mauro Persici o.p. tel. 0335 5938327 D’obbligo indossare il “foulard del rosario”: li invierò a chi ne farà domanda!