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i n i bamb
... 첫 s e G , e T o n ca s o n o c i t t u ! t e r d che a M e c l o d a u t a l ... e Inserto N. 3
2011
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II Mistero glorioso
L’Ascensione di Gesù al cielo
Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. dal Vangelo secondo Marco (16,15-16.19)
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i n i b m dei ba Gesù, questo è il tuo ultimo comandamento per noi... perché vuoi che siano proprio i tuoi figli, i cristiani, a farti conoscere da tutti gli altri uomini... Perché non dobbiamo essere egoisti e timorosi, e non è giusto che teniamo solo per noi la gioia che ci dà ogni giorno vivere con Te... Gesù, queste sono le tue ultime parole... questo è il tuo saluto per noi... questa è la tua più grande preoccupazione: che tutti gli uomini, su tutta la terra e in tutti i tempi ti possano conoscere! Perché solo se ti conosceranno potranno scoprire quanto tu li ami e, circondati dal tuo amore, tutti gli uomini avranno la possibilità e il coraggio
di farsi salvare da Te!
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i n i b m dei ba Un uomo... ... stava partendo per un lungo viaggio. Così ordinò ai suoi tre servi di occuparsi del suo denaro, perché lo facessero fruttare durante la sua assenza, e diede ad ognuno rispettivamente: 5.000, 2.000 e 1.000 monete d’oro. Quando il padrone tornò, chiese ai servi come avessero gestito i suoi soldi. Il primo e il secondo gli mostrarono che con il loro lavoro avevano raddoppiato la somma ricevuta e il padrone ne fu veramente felice. «Ottimo lavoro, siete due servi buoni e fedeli, adesso so che potrò affidarvi incarichi ancora più importanti... ma ora venite e partecipate alla mia festa», disse. Ma il servo che aveva 1.000 monete disse: «Padrone, so che sei un uomo severo... così, temendo di impiegare male i tuoi soldi, ho nascosto le tue monete sotto terra». E il padrone replicò: «Tu sei un servo pigro!». Il padrone si rivolse ad altri servi: «Sottraetegli le monete e datele al servo che ne ha 10.000. Quando le persone sono pigre e non fanno niente con ciò che ho dato loro, io posso riprendermi i miei doni. Così questo scansafatiche non parteciperà alla mia festa, ma rimarrà fuori!».
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Gesù, che cosa ci vuoi far capire? Che cosa hanno in comune questa parabola e la tua Ascensione al cielo? Bè... Francesco ci dà la sua risposta: ecco spiegato nelle prossime pagine, che cosa egli ha compreso... ... ed io invece? Che cosa mi vuoi dire oggi Gesù? Che cosa mi suggerisce il mio cuore?
i n i b m dei ba Un missionario e la sua “collana” Cari bambini, lo sapevate che il grande Apostolo delle Indie e del Giappone,
Francesco Saverio fu un grande devoto della Madonna? Infatti fu proprio quando andò in pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto che ebbe l’ispirazione di voler partire missionario nelle Indie. Pensate che fu il primo europeo in assoluto a mettere piede in Giappone e qui, nonostante le difficoltà incontrate (impiegò un anno intero solo per imparare il giapponese!) si mise a viaggiare per tutto il paese e in soli tre anni riuscì a convertire al cristianesimo più di duemila persone. Così, lasciando in Giappone i suoi nuovi discepoli, partì nuovamente... questa volta per la Cina e qui, insieme con cinque compagni, approdò di nascosto sull’isola di Sancian... infatti le autorità cinesi non ammettevano visitatori stranieri! San Francesco Saverio portava sempre al collo la corona del rosario, che abitualmente toglieva per recitarlo, ed era felice di raccon-
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tare ai nuovi convertiti i tanti prodigi ottenuti proprio per intercessione della beata Vergine del Rosario... come quando incontrò il mercante del Meliapor in procinto di veleggiare per Malacca, e questi si rivolse al santo perché lo potesse accompagnare con le sue preghiere. Francesco Saverio fece di più, prese il suo rosario dal collo e lo donò al mercante. Durante l’attraversata il mercante incontrò una tremenda tempesta che scagliò il vascello contro gli scogli. In un primo momento egli si disperò, ma poi si ricordò della promessa del
santo e, mentre recitava la Corona del rosario, il vascello miracolosamente cominciò a galleggiare seppur malconcio e, a uno a uno, uscirono fuori gli uomini dell’equipaggio, tutti sani e salvi! Intanto san Francesco Saverio, a soli quarantasei anni, fu colpito da un grave attacco di febbre... così, giunto al termine della sua esistenza umana, morendo con il sorriso sulle labbra, non smetteva mai di ripetere: " Monstra te esse Matrem ", ossia
Fai vedere che tu sei la mia Madre!
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GesÚ, tu predicavi che Dio è Padre e che ci ama tutti come figli. Predicavi raccontando parabole che la gente ascoltava incantata.
A me, Ges첫, piace raccontarle ai miei amici.
La storia di Tommaso
Che sorpresa! Padre Antonio si trovava da circa dieci anni in India e svolgeva con grande passione e dedizione il suo lavoro apostolico. Un giorno lasciò la missione per un giro in bicicletta nella sua diocesi, per controllare la situazione dei fedeli nei numerosi villaggi sperduti nella foresta e a lui affidati. Dopo trenta chilometri di strada buona, dovette inoltrarsi per un sentiero in piena foresta, ma dopo aver parecchio pedalato si accorse di aver perso la strada. Era solo, stanco e oltre a questo una certa paura cominciò ad impadronirsi di lui: si stava infatti facendo buio e in quella zona gli animali feroci di certo non mancavano.
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Ricominciò a pedalare rifacendo la strada percorsa e poco dopo si accorse, alla sua sinistra, di un sentiero tutto coperto di alte erbe, cresciute dopo le ultime piogge monsoniche. Tentò per quel sentiero. Dopo alcune centinaia di metri si imbattè in una capanna da cui filtrava una luce... appoggiò la bici ad un albero e bussò alla porta. Venne ad aprirgli un uomo che, dopo un attimo di incertezza, gli chiese “Chi sei? Che cosa vuoi?”. “Mi sono perduto nella foresta e…” cercò di dire padre Antonio. “No, vai via, noi non ti conosciamo e qui è pieno di briganti… no… non posso farti entrare”. “Lascerai un pover’uomo di notte da solo nella foresta? Le bestie feroci avranno di che essere contente!”, lo implorò padre Antonio. “Io non sono un brigante, guarda… sono un religioso, un ministro di Dio!”. Nel dire questo aprì le braccia con un ampio gesto, mettendo in mostra il
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i n i b m a dei b suo bianco abito religioso che risaltava nel buio della notte. Proprio in quell’istante fece capolino dallo stipite della porta il viso di un bimbo. Sembrò che lo squadrasse a fondo per un momento, che parve interminabile, poi con la voce emozionata si rivolse al padre dicendo: “Papà, non mandarlo via, aspetta un attimo! ”. Detto questo sparì velocemente in casa, e ritornò poco dopo: “Guarda papà... – disse con voce rotta dall’emozione – lì, attaccato alla sua cintura... ha una cordicina con i pallini uguale alla nostra!”. E ancora, rivolto al religioso: “Ma allora anche tu conosci Gesù… anche tu conosci i suoi misteri e sei amico della sua Mamma…! ”. A quel punto anche il papà si sciolse in un sorriso, fece un inchino e invitò l’ospite ad entrare. Si sedettero tutti vicino al fuoco e, rincuorato per l’accoglienza ricevuta, padre Antonio si immerse nell’atmosfera di quella famiglia; oltre all’uomo vi erano infatti la moglie e quattro bambini, il più grande dei quali, Tommaso, quello che gli aveva mostrato il rosario, aveva non più di dieci anni. Tutti parevano sereni e ben disposti verso di lui. Padre Antonio prese allora coraggio e chiese: “Quindi voi conoscete la storia di Gesù, il figlio di Dio, di come si sia fatto uomo nel seno di Maria e del suo sacrificio sulla Croce per la salvezza di tutti gli uomini…. – padre Antonio ora pareva un fiume in piena
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– e di come adesso sieda alla destra del Padre e viva una vita meravigliosa insieme a sua Madre nell’attesa che tutti noi lo raggiungiamo?”. “Sì... sì… la conosciamo – rispose Tommaso, che ormai si stava anche lui lasciando andare – e la conosciamo proprio grazie a questo!”. Nel dire ciò alzò il braccio, mostrando il vecchio rosario. “Ma come lo avete avuto? – volle sapere padre Antonio – io non vi ho mai visto nella mia missione...”. “Appartiene alla nostra famiglia da generazioni – intervenne il padre – ci fu donato da ‘un amico di Gesù’, vestito proprio come te, che poi purtroppo fu scacciato dalle nostre terre dai potenti che secoli fa ci comandavano… ma i nostri avi non dimenticarono gli insegnamenti di quell’uomo e così, ancora oggi, noi ogni sera ci ritroviamo tutti insieme per pregare con la nostra cordicella e per ricordare sempre la straordinaria storia del Dio Gesù...”.
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i n i b m dei ba Padre Antonio era visibilmente emozionato per quanto stava accadendo, e in cuor suo ringraziava la Madre del Signore per il mirabile dono del rosario, che aveva mantenuto e alimentato la fede per tanti anni in queste persone pur in assenza di ministri di Dio. Così iniziò a spiegare a quella famiglia che lui e i suoi confratelli erano ritornati in quelle terre proprio per far conoscere a tutti quella stessa fede e che tutte le persone che sceglievano di credere in Gesù potevano diventare suoi fratelli e figli di Dio Padre con il Battesimo, potevano far entrare Gesù nel loro cuore con l’Eucarestia, diventare suoi soldati con la Cresima e chiedere perdono a Dio di tutti i loro peccati con la Confessione... insomma quella sera padre Antonio fece a quella famiglia una straordinaria lezione di catechismo... Mentre egli parlava il piccolo Tommaso sentiva il cuore scoppiargli di gioia... era meraviglioso quello che padre Antonio gli stava dicendo... lui poteva diventare fratello del suo Dio Gesù e finalmente poteva chiedergli
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scusa per tutte le volte che sapeva di essersi comportato non troppo bene! Quella sera per l’emozione non riusciva a dormire... e anche il suo papà, che per tutta la notte non smise di parlare con la mamma, sembrava non essere da meno! Al mattino, prima di salutarsi, il papà di Tommaso si inginocchiò davanti a padre Antonio e, stringendo forte forte la corona nelle mani, disse: “Padre, ti chiedo di essere battezzato, insieme con la mia famiglia!”. Padre Antonio lo rialzò e lo abbracciò emozionato: “Certo, vi aspetto nella mia piccola chiesa e lì vedrete quanti altri fratelli incontrerete che, come voi, mi hanno chiesto di diventare cristiani... e adesso per festeggiare vogliamo dire una decina del rosario tutti insieme?”.
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Due novembre La maestra detta il tema “Il 2 novembre”. Pierino consegna dopo pochi minuti. La maestra legge incuriosita: - Oggi, 2 novembre, ricorrono i morti. Speriamo che quest’anno vinca mio nonno.
L’Arca di Noè Gli animali stanno salendo nell’arca, per sfuggire al diluvio universale, quando l’elefante, molto scocciato, si volta e dice al topolino che continua a spingere: - Insomma, vuoi smettere di spingere! Il topolino: - Oh, scusami, non ti avevo visto!
Tra studenti: - Sai che cos’è che mi dà più fastidio del primo giorno di scuola? - Che cosa? - Il fatto che è troppo lontano dall’ultimo!