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Inserto N. 4 2011
La storia di Tommaso
i n i b m a b dei Che notte speciale! È la notte di Natale e fra poco Tommaso andrà con i suoi genitori alla Santa Messa di mezzanotte, appuntamento irrinunciabile per la sua famiglia… a volte però i bambini possono essere non troppo d’accordo... “Perché non andarci domattina, mamma? Stasera sono stanco e… ci sono ancora i regali da aprire!” “Non preoccuparti – lo tranquillizza la mamma – vedrai che sarà bellissimo... e poi sono sicura che succederà qualcosa di speciale!” Anche il papà, infilandosi il cappotto per uscire, annuisce sorridendo. Tommaso si rassegna e si affretta a vestirsi, anche se vorrebbe infilarsi sotto le coperte… fuori è freddo e lui non ha proprio voglia di andare a piedi fino alla chiesa! Ci sono però le parole della mamma… e quel suo sguardo dolce…
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sì, dopotutto è una notte bellissima ... Giunti in chiesa, si siedono in una panca proprio vicino al presepe, mentre il coro intona il canto di ingresso… a Tommaso quelle voci sembrano bellissime e anche la chiesa gli pare particolarmente bella, così illuminata… di una luce diversa da quella dei lampadari… da dove proverrà? Nel pomeriggio era stato in chiesa a terminare il presepe assieme ai compagni del catechismo ma non aveva notato niente di strano…
Il presepe !!! Si volta di scatto alla sua sinistra e sì!!! È proprio da là che si origina quella luce così bella… e anche il canto aumenta di intensità. È tutto così splendente che nemmeno più si accorge delle persone che ha intorno… e, cosa che gli sembra anche un po’ strana, non ha la minima paura.
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i n i b m a b dei Decide allora di alzarsi e di dirigersi verso là, dove la luce si fa più intensa e da dove ora giunge anche il canto, sempre più vivo e bello, tanto da pensare che solo gli Angeli possano eseguirlo così bene. La luce ora è così splendente da perdervisi dentro… e il canto così struggente da rapirlo in estasi… fino a che… ecco… il canto e la luce si affievoliscono e Tommaso, quasi riprendendo fiato, trasalisce:
“Che cosa succede?” dice con un filo di voce mentre contempla la scena che ha di fronte.
Non si trova più, infatti, in chiesa ma all’aperto, di notte. Una notte bellissima, con la luna alta e un nugolo di stelle a incoronarla. Una fresca brezza gli accarezza il volto mentre abitua lo sguardo al chiarore lunare. Nemmeno il tempo di porsi una domanda che subito si accorge di alcune figure che silenziosamente gli scivolano intorno: “Dove siamo… dove state andando?” riesce a dire mentre si incammina cercando di stare al passo con quelle figure. Una di queste, l’ultima e la più piccola, si gira verso di lui rivelandosi alla pallida luce lunare: è un bambino, all’incirca della sua età, vestito come potrebbe esserlo un pastorello… eh sì, assomiglia proprio a una figura del presepe! “Seguiamo il canto, non lo senti?” gli dice senza smettere di camminare. Tommaso si ferma un attimo e sì, ode distintamente una melodia, bella come quella che lo aveva rapito poco prima. “Ma perché? che cosa pensate di trovare?” cerca di indagare. “È un invito – risponde il pastorello – alcuni di noi hanno veduto un Angelo, che ci ha annunciato la nascita del Salvatore... ci ha detto che avremmo avuto un segno, una luce da seguire che ci avrebbe portato da un bambino… un piccolo che giace in una mangiatoia...”. Tommaso non può credere alle sue orecchie, il suo passo vacilla, la sua mente fatica a capire, ma il suo cuore è saldo, pieno di speranza e lo spinge ad unirsi al pastorello nel cammino... un cammino silenzioso, ma col cuore in tumulto, perché la speranza più bella, quella più segreta…
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Ora sono alla grotta, una luce vivida è sopra di essa, una luce che sembra aprirsi su un altro mondo… canti di Angeli si mescolano con voci umane che rendono grazie sempre più all’unisono. La gioia si confonde con la meraviglia. Ora entra nella grotta, lì quelle voci angeliche si sopiscono e, nel silenzio, finalmente Lo vede… e comprende. Comprende la bellezza della vita, sente il grido di dolore dell’umanità ferita e la risposta sollecita del Dio che si fa uomo e ci viene incontro, comprende che
quel bimbo è il principio e la fine di tutto… sì, proprio lì, in quelle braccine che già tentano di spalancarsi al mondo, in quella piccola bocca che già sorride. Tommaso sente di non potere andare oltre e allora non gli rimane che cadere in ginocchio, ebbro di gioia e di rico-
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i n i b m a b dei noscenza. Una preghiera allora gli sgorga dal cuore… quella più semplice, quella più indicata: “Ave Maria, piena di grazia…”.
Ora quella scena meravigliosa è sparita… non c’è più il bambino, non si odono canti angelici, anzi, un canto si sente… è quello del coro della chiesa. Tommaso è lì in chiesa, in piedi, in una lunga fila che si snoda fino all’altare, in attesa di baciare la statua del Bambinello. Dietro di lui il padre, con le mani posate sulle sue spalle, e davanti la madre, che si volta a guardarlo. I loro sguardi si incontrano per un lungo istante…
uno sguardo che non ha bisogno di altro...
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...lo sguardo di chi ha incontrato il Signore!
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E cosĂŹ Tommaso ha finalmente partecipato alla Messa della notte di Natale
e direi che ne è valsa proprio la pena!
e tu, che cosa farai?
E i bambini che abitano nel resto del mondo come festeggiano la Nascita di Gesù, che cosa succede per loro la notte di Natale?
. . . o n o S ! o a i C
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❃...JoNanan e abito al Cairo. Dall’Egitto, ti mando questo augurio di Natale: Idab Saidan Wa Sanali Jadidahi. La nonna mi ha raccontato tante volte che il primo Natale è stato il 25 dicembre di tantissimi anni fa. La tradizione vuole che si festeggi ricordando la nascita del Sole da una giovane donna del Cielo. Nelle chiese si prepara la statua di Gesù Bambino da adorare nella notte di Natale. A mezzanotte, tutti ci riuniamo a pregare e insieme diciamo con gioia: “La Donna del Cielo ha partorito! Il Sole è nato più splendente!”. Poi tutti an diamo a baciare il Bambino, posto su drappi colorati e luminosi al centro della chiesa.
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❃...Manjula, vivo in una baracca alla periferia
di Manila, la capitale delle Filippine.
Fin da piccola ho imparato ad andare con i miei fratelli alla “montagna che fuma” il grande immondezzaio di Manila, per giocare sui mucchi di rifiuti e cercare qualcosa da mangiare. Da noi, le feste di Natale cominciano prima del 25 dicembre: per nove notti, prima di Natale, le trombe svegliano la gente alle tre del mattino per una celebrazione piena di musica e di preghiera, che termina appena arriva l’alba. Tutti ci vanno, grandi e bambini. Nella scuola dove vado io, questa celebrazione si fa all’aria aperta, nella notte calda. Nell’ultima Messa della notte di Natale, anche i bambini delle baracche più lontane e più povere vengono in chiesa e tutti insieme formiamo un presepe vivente. Non ci piace fare il presepe con i personaggi di gesso e di plastica, perché sono finti. A scuola ci hanno detto che Gesù ama la bellezza e la bontà e soprattutto la vita e l’amore; niente di tutto questo può essere finto! Dalla “montagna che fuma” ti auguro che il tuo Natale sia bello e buono davvero: “Maligalan Paskol!”
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❃...Nicolau, abito a
Bucarest, in Romania.
Da noi il Natale è considerato la più grande festa dell’anno, le mamme e le nonne preparano torte e ciambelle in grande quantità e ne offrono anche ai poveri, in ricordo dei familiari che a ogni Natale non ci sono più. La vigilia di Natale, a mezzanotte, le donne spezzano alcune torte, le intingono in acqua zuccherata e le mettono in un vaso di terracotta che, insieme a una bottiglia di vino rosso, sarà regalato al sacerdote che verrà a benedire la casa. Il mio nonno mi ha sempre detto che i contadini non possono dormire nella stalla, durante la notte della vigilia di Natale, perché si racconta che gli animali si confidino i segreti legati alla nascita di Gesù. In molti posti si fanno sacre rappresentazioni: in genere noi bambini, dai sette ai dodici anni, ci vestiamo da pastori o da Re Magi e cantiamo canzoni natalizie che ricordano i momenti più belli della vita di Gesù e che chiedono la benedizione di Dio per tutto il paese. Nella mia lingua ti auguro un Natale felice perché Gesù è venuto a salvarci: “Sarbatori vesele!”
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❃...Zenaib, una bambina della Nigeria. Nel mio paese, il Natale è veramente una festa per noi bambini: nelle nostre case costruiamo una piccola capanna di terra e di paglia per ricordare la capanna di Betlemme. Noi non abbiamo gli abeti da decorare, ma intrecciamo rami di palma, spesso disposti a formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fiori bianchi che sbocciano in dicembre; oppure, addobbiamo un piccolo banano con nastri colorati e luci. La sera della vigilia, le famiglie si riuniscono attorno agli anziani del villaggio. Il capo del villaggio accende un grande fuoco; se c'è la luna piena, è ancora più bello festeggiare insieme! In questa sera c'è l'abitudine di lasciare aperta la porta della capanna per far sì che chiunque si senta il benvenuto. Tutti ci scambiamo regali, che quasi sempre sono cibi crudi o cotti; anche se siamo poveri, siamo felici perché ci vogliamo bene e stiamo in pace! Poi cantiamo e balliamo tutta la notte al ritmo dei tamburi e delle chitarre.
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i n i b m a b dei IV Mistero della luce La trasfigurazione di Ges첫 sul monte Tabor
i n i b m a dei b “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”. (Lc 9,29)
Quando Gesù è nato, era un bambino piccolo e indifeso come tutti gli altri bambini del mondo... eppure i pastori, i Re Magi, “il nostro Tommaso” hanno riconosciuto in Lui il Figlio di Dio... Quando Gesù è cresciuto era un uomo normale come tutti gli altri, eppure sul monte Tabor i suoi più cari amici hanno visto che Lui era il Figlio di Dio... Quando io partecipo alla Messa vedo un uomo, il sacerdote, uguale agli altri e vedo che benedice del pane e del vino uguali a tutti gli altri...
Gesù, ti prego, svelami il segreto, in questa notte di Natale fammi la Grazia di scoprire il tuo mistero... perché i miei occhi non siano più ciechi e nel mio cuore impari a gustare e a riconoscere quella gioia e quella pace che solo la tua presenza mi possono donare!
Segnalibri... nodosi I nastrini che completano i pacchi natalizi possono essere trasformati in segnalibri eleganti ed originali come quello che vedi illustrato qui. Seguendo attentamente le istruzioni grafiche, puoi realizzarne uno identico e poi sbizzarrirti con i nastri e i filati che hai a disposizione.
4 Tira le estremità facendo attenzione di lasciare l’asola superiore (vedi disegno) aiutandoti con due dita all’interno.
1 Annoda il cordoncino per fare la prima metà del nodo
2 Poi passalo sopra e intorno alla prima metà
3 Infine fai un nodo simile al primo, passando il cordoncino al suo interno.
5 Ricordati di tirare con delicatezza.
Pinocchio parla con Babbo Natale: - Pinocchio, ti piace l’animaletto che ti ho portato? - Ma... Babbo Natale, ti avevo chiesto un cane! - Cani non ce n’erano più! - Potevi portarmi un gatto! - Anche i gatti erano finiti. - Va bene, ma il castoro proprio non lo voglio!