2013 04

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Carissimi bambini, siamo vicinissimi al Natale: un periodo dell’anno veramente speciale… passeranno gli anni ma non dimenticherete mai quello che vivrete in questi giorni! Avrete tante cose da fare, tanti regali da comprare e tanti desideri nel cuore; tanti amici e tante persone da incontrare, tanti giochi nuovi da provare e tante coccole da ricevere… sì il Natale porta sempre con sé una magia un po’ speciale, ma cerchiamo di non dimenticare Colui che rende ogni anno possibile tutto questo e che dà una luce e un calore particolare a tutto quello che ci aspetta: grazie Gesù, perché scendendo dal Cielo per farti bambino come noi, ci hai donato il tuo cuore per sempre e mai più ci sentiremo soli!

Qualche tempo fa ho letto questa storia… è un po’ diversa dalle solite e vi confesso che ho fatto un po’ fatica a capire il lieto fine: ma sicuramente voi sarete più bravi di me!

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Il piccolo Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di Natale per tutti i suoi compagni di classe. La madre istintivamente esclamò: «Ma no! Non è il caso!». La mamma infatti, ogni giorno osservava i bambini quando tornavano a casa a piedi da scuola: il suo Carlo arrancava sempre per ultimo. Gli altri ridevano e formavano un'allegra e rumorosa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo… La madre decise di aiutare il figlio e acquistò cartoncini e pennarelli, così per tre settimane, sera dopo sera, Carlo illustrò meticolosamente trentacinque cartoline di Natale. Giunse l’ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze di Natale e Carlo era fuori di sé per l'emozione. Accatastò con cura le cartoline, le mise nello zainetto e corse fuori. La madre decise di cucinargli il suo dolce preferito e farglielo trovare con una tazza di cioccolata calda per quando sarebbe tornato a casa da scuola. Sapeva che sarebbe rimasto deluso e forse in questo modo

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gli avrebbe alleviato il dolore: Carlo avrebbe dato una cartolina a tutti, ma lui non ne avrebbe ricevuta nemmeno una… Quel pomeriggio la mamma preparò la torta e la cioccolata. Quando udì il solito vociare dei bambini, guardò fuori della finestra. Stavano arrivando, ridendo e chiacchierando come al solito. E come sempre l'ultimo era Carlo, da solo. Entrò in casa quasi di corsa e buttò lo zainetto su una sedia. Non aveva niente in mano e la madre si aspettava che scoppiasse in lacrime: «La mamma ti ha preparato la torta e la cioccolata», disse, con un nodo in gola…

Ma lui quasi non sentì le sue parole. Passò oltre, il volto acceso, dicendo forte:

« Neanche uno. Neanche uno! ». La madre lo guardò incerta. E il bambino aggiunse:

« Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno! ».

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Gesù ha detto «Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato» (Gv 6,39).

Neanche uno Gesù tu sei venuto per tutti noi, non per quelli che ti aspettavano, non per quelli che ti volevano, non per chi era disposto a volerti bene e neppure per quelli che ti avrebbero riconosciuto… sei venuto per tutti e la tua gioia è quella di donare il tuo amore a tutti, senza nessuna distinzione di razza, di carattere, di età, in qualunque epoca e in qualunque momento tu ti doni a noi! Gesù, ti prego, fai sperimentare anche al nostro cuore, quella gioia così vera e unica che si prova quando ci dimentichiamo di noi stessi per donarci e amare gli altri… fai che quella fiammella di generosità che hai messo nel nostro cuore, non venga soffocata dalle troppe cose che abbiamo fai che questo Natale possiamo essere più attenti a chi abbiamo vicino e che anche noi possiamo essere capaci di regalare una cartolina a Carlo…

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Erano ormai tanti mesi che Roberto volava nello spazio, ma quello spettacolo lo attirava sempre potentemente, e lo intratteneva per la maggior parte del suo tempo libero a bordo della stazione spaziale.

«Quello che posso vedere è meraviglioso…» pensava . La Via Lattea ruotava velocemente sopra di lui e quel mare di stelle gli pareva che da un momento all’altro potesse sommergerlo… una sensazione inebriante, quasi vertiginosa, che gli parlava di… Dio. «Certo che Dio è veramente grande… tutte queste stelle, l’immensità dello spazio, questa bellezza che ti toglie il fiato… Tutto Lui ha creato, compreso le leggi che lo mantengono in ordine». «Quante saranno le stelle?» ancora si chiedeva «Un numero infinito, eppure di ognuna ne ha regolato il moto!»

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Dall’oblò si poteva vedere ora la Terra, con i suoi immensi oceani e i suoi vasti continenti . Il volto di Roberto aveva cambiato espressione, tutto era più scuro adesso, e anche i suoi pensieri si fecero cupi. «Quante creature vivono sulla Terra… miliardi di uomini…» pensava col cuore colmo di angoscia. «Perché allora in questo momento laggiù molti bambini stanno morendo di fame, e perché là sta scoppiando una guerra nella quale tanti perderanno la vita?» Roberto quasi sentiva la sofferenza che grava sull’umanità. «E poi quanti problemi… anche se Dio ha creato tutto questo, com’è possibile che conosca e ascolti i pensieri dei miliardi di uomini che oggi, e in tanti secoli, hanno abitato la Terra?» Ormai i giorni di Roberto nello spazio erano quasi terminati, ma quel pensiero che tanto lo turbava continuava ad assillarlo. «Tommaso!». Il bambino sentiva una voce familiare che lo chiamava… Non poteva sbagliarsi, era proprio il suo papà, appena tornato sulla Terra! Correva ad abbracciarlo immaginando tutte le cose che gli avrebbe raccontato… e tutte le cose che avrebbero fatto insieme da lì a poco… si avvicinava infatti il Natale e il suo desiderio più grande era quello di

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andare alla Santa Messa di mezzanotte insieme a lui. Era felicissimo di poter stare con lui, dopo tanto tempo, ed era deciso a passare dei momenti indimenticabili con quel padre che amava tanto ma che talvolta gli pareva assente, triste e perso nei suoi pensieri. Roberto osservava suo figlio mentre si preparava ad uscire per andare alla Messa e gli pareva che fosse veramente felice di quell’evento, quasi elettrizzato all’idea di prendere parte a quella celebrazione. La cosa lo turbava parecchio, perché in cuor suo i dubbi ancora lo assillavano, lo tormentavano e lo rendevano inquieto… La serata era fredda e nuvolosa e, mentre camminavano per raggiungere la chiesa, pensieri contraddittori affollavano la mente di Roberto: immagini meravigliose di stelle e galassie e quella straziante sensazione di solitudine, abbandono… era quasi impossibile per lui

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credere che quel Dio, che pur sapeva esistere, fosse venuto per tutti… per lui. «C’erano in quella regione alcuni pastori …» - leggeva il sacerdote, mentre Tommaso ascoltava attentamente e Roberto pensava alle tante domande a cui doveva trovare una risposta «... e l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo …” ». A queste parole, qualcosa si sciolse nel cuore di Roberto… e lo sguardo corse alla statua di quel bambino, che a braccia aperte nella mangiatoia pareva volesse abbracciare tutta l’umanità, lui compreso! Gesù Bambino era “sceso dalle stelle” per amore di ogni singolo uomo e, adesso ne era certo, Dio nella sua Onnipotenza conosceva il cuore, i pensieri e asciugava con immenso amore ogni lacrima versata dai suoi figli…


colora tu…

Ora Roberto era veramente felice, perché aveva finalmente sentito l’amore che Dio ha per tutti e per ciascuno di noi e si sentiva in pace, si sentiva amato! Tommaso stringendo la mano del papà, uscì dalla chiesa sorridente e pieno di gioia. Il cuore di Roberto era cambiato, voleva amare e portare la pace, la gioia, la vita al mondo intero, quel mondo che ora aveva un senso, non più come qualche giorno prima… Anche il cielo si rallegrava per la nascita di Gesù: era limpido, e miliardi di stelle splendevano, lasciandosi ammirare…

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