Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 2, CB Bologna - Anno L - n. 2/3 - II/III trimestre
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Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia�
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on fede soprannaturale siamo tenuti a credere all’esistenza della Madonna e al suo ruolo santo nella redenzione, ma che sia apparsa proprio a Fatima, lo si ritiene con argomenti di buon senso umano ed ecclesiale. Argomenti tutt’altro che “leggeri”, perché i messaggi sono riconducibili al Vangelo, perché il Vescovo del luogo si pronunciò a suo tempo, perché diversi Papi vi si sono recati o hanno preso in considerazione il messaggio, perché c’è un pellegrinare del popolo di Dio e un incremento di vita cristiana. Quando parliamo delle rivelazioni di Fatima in Portogallo intendiamo sei manifestazioni della Madonna nel 1917 il 13 di ogni mese da maggio a ottobre (il mese di agosto al 19) a tre pastorelli: Lucia Dos Santos di 10 anni nata il 28.3.1907, Francesco Marto di 9 anni nato l’11.6.1908 e la sorella Giacinta Marto di 7 anni nata l’11.3.1910. Francesco e Giacinta erano cugini di Lucia, in quanto la loro mamma era sorella del papà di Lucia. Nel 1916 in primavera, estate e autunno queste sei manifestazioni furono precedute da tre manifestazioni di un angelo, che si dichiarò ai veggenti “Angelo del Portogallo”. Infine nell’anno precedente 1915, a Lucia e tre compagne apparve un angelo mentre dicevano il Rosario, ma non proferì parola. Le compagne uscirono di scena l’anno seguente 1916, quando Francesco e Giacinta cominciarono a recarsi al pascolo con Lucia.
Fatima: il senso di un mistero
P. Riccardo Barile o.p.
Francesco e Giacinta morirono presto, rispettivamente nel 1919 e nel 1920; Lucia ebbe invece lunga vita e morì monaca carmelitana a Coimbra nel 2005, per cui si deve soprattutto a lei la conoscenza dei fatti e del messaggio di Fatima attraverso quattro “Memorie” scritte dal 1935 al 1941, alle quali vanno aggiunte delle lettere e un libro tardivo, concluso nel 1997. Il messaggio fondamentale di Fatima si riassume nell’esortazione alla preghiera e alla penitenza, ma, a differenza di altre rivelazioni, vi è anche una sorta di interpretazione della storia del secolo XX (il 1900) unita, come negli scritti profetici, alla minaccia di castighi e a prospettive di speranza, non senza l’indicazione di concrete pratiche come brevi formule di preghiere e altro a cui si farà cenno. Scrivere (e leggere) in dettaglio su tutto questo sarebbe avvincente. Ma lo spazio a disposizione è quello che è, per cui, tralasciando il più, mi limiterò ad alcuni cenni.
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L’umanità dei veggenti Giacinta – racconta Lucia – a volte «diventava assai sgradevole per il suo carattere troppo permaloso (...). Eppure aveva già allora un cuore buono e il buon Dio le aveva dato un carattere dolce e tenero, che la rendeva amabile e insieme attraente». Era particolarmente predisposta al ballo e con molta grazia. Sarà impressionata dall’inferno e dalla necessità di pregare per i peccatori e morirà assistita dalla Madonna, tra molte sofferenze e in solitudine. Francesco era «di natura pacifica e arrendevole». Invitato a giocare, rispondeva: «Vengo, ma so che perdo». Accettò un ruolo subordinato nelle apparizioni (vedeva ma non udiva le parole), preferiva “consolare Gesù” e pregare in solitudine. Ma si rivelò il più tosto dei tre sulle esigenze di radicalità: fu lui che suggerì di rinunciare alla merenda, che rim-
proverò Lucia di partecipare a feste da ballo tra coetanei, che propose di non cantare più canzoni mondane ecc. Povero Francesco! Se si presentasse oggi per essere accolto in un seminario o in un prenoviziato, lo spedirebbero dallo psicologo e poi lo rispedirebbero a casa. Invece la Madonna... Lucia era la più anziana e a quell’età anche solo qualche anno marcava la differenza. La madre sapeva leggere ed era catechista e ciò arricchiva la figlia di una cultura superiore. Lucia possedeva una memoria invidiabile e una buona organizzazione nello scrivere, un carattere deciso, un fascino che generava imitazione, un temperamento da guida ecc. Lei stessa si descrive così quando ricorda che, abbigliata nelle feste con i gioielli di una anziana signora amica di famiglia, era ammirata da tutti tranne che da una orfanella che l’anziana signora aveva adottato: «pareva temere che io le avrei preso parte dell’eredità che lei aspettava e sicuramente non si sarebbe sbagliata, se il buon Dio non mi avesse destinata ad un’altra eredità ben più preziosa». 3
L’armonia e la regìa Le apparizioni non furono a caso. Tra quelle della Madonna e dell’angelo furono dodici, un numero simbolico. Nelle apparizioni dell’angelo «la forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e annichiliva quasi completamente» e i veggenti furono educati a incontrare la Vergine attraverso l’adorazione di Dio, una misteriosa Eucaristia, i sacrifici per gli altri. L’angelo insegnò ai veggenti anzitutto una preghiera gestuale, in ginocchio e con la testa a terra fino a toccare il suolo: se proviamo a immaginarlo salta fuori... la postura dei musulmani che pregano in moschea! Non perché l’angelo fosse musulmano, ma perché era un gesto di adorazione, ad oggi ripetuto dai pellegrini. Nelle apparizioni della Madonna c’è una accurata regìa con elementi simbolici e ricorrenti: la luce, le domande di Lucia, un messaggio della Madonna e talvolta la proposta di una breve preghiera, l’Oriente come luogo di provenienza e di ritorno celeste, le mani di Maria che a un certo punto sprigionano una luce o, il 13 ottobre, provocano il miracolo del sole ecc. Una luce su Dio e una luce sull’inferno In quasi tutte le apparizioni dalle mani della Madonna sgorgò una luce, immagine della luce del paradiso e fonte di gioia. Ma il 13 luglio la luce dalle mani della Madonna penetrò nella terra e apparve ai veggenti una immagine dell’inferno: «i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee (...) portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse (...) i demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri». La preghiera per i peccatori La visione dell’inferno fu per esortare: «Pregate, pregate molto, e fate sacrifici per i peccatori; molte anime vanno all’inferno perché non hanno nessuno che si sacrifichi e preghi per loro». Anche san Domenico di notte pregava per i peccatori, anche il Vaticano II ha sollecitato in quaresima «la preghiera per i peccatori» (SC 109), ma oggi che si fa? Fatima tra due rivoluzioni Maria a Fatima è apparsa tra due rivoluzioni, quella del Portogallo prima e della Russia poi. In Portogallo nel 1911 il presidente repubblicano Alfonso Costa dichiarò che in pochi decenni sarebbe scomparso ogni influsso religioso cristiano nel paese e tale era l’intento della politica al momento delle apparizioni. Le quali apparizioni ebbero termine il 13 ottobre 1917 con il miracolo del sole. Subito dopo in Russia fu la volta della “rivoluzione d’ottobre” con la nascita del governo comunista. La Madonna non sponsorizzò nessun sistema politico, ma previde una seconda guerra e, nella terza parte del “segreto” del 13 luglio, mostrò una processione verso una croce con l’uccisione di un vescovo vestito di bianco e altri sacerdoti e fedeli: la tragedia del secolo XX. A rimedio richiese preghiera e penitenza, la devozione al suo Cuore 4
Immacolato, la comunione riparatrice ai primi cinque sabati del mese, la consacrazione della Russia. Richiese cioè degli atti esattamente contrari a ciò che di anticristiano ispirava le “rivoluzioni”. Fatima è un messaggio di speranza e di consolazione perché le visioni di un futuro tremendo non sono un “già scritto” immodificabile, ma lasciano spazio alla nostra libertà e conversione, capaci di modificarle in meglio. Ma per restare nel normale del dialogo, bisogna presupporre che Dio ha seriamente l’intenzione di castigare e di fatto castiga, evitando di spiegare ogni castigo come una nostra autopunizione: chi interpreta così Fatima dovrebbe anche riscrivere tanti altri passi della Bibbia... Infine non dimentichiamo che la Madonna una volta sola mostrò l’immagine dell’inferno, mentre più volte immerse i veggenti in una luce immagine del paradiso: è questo che anzitutto Dio ha preparato per noi!
L’angelo insegnò ai veggenti anzitutto una preghiera gestuale, in ginocchio e con la testa a terra fino a toccare il suolo: se proviamo a immaginarlo salta fuori... la postura dei musulmani che pregano in moschea! Non perché l’angelo fosse musulmano, ma perché era un gesto di adorazione, ad oggi ripetuto dai pellegrini.
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Nel centenario della Apparizioni 1917-2017
Santo rosario con i Pastorelli di Fatima
Si ringrazia don Francesco Maria Fragiacomo della Arcidiocesi di Gorizia
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MISTERI DELLA GIOIA con i Pastorelli di Fatima Primo mistero: L’ANNUNCIO DELL’ANGELO A MARIA (Lc 1,26-28) Qualche tempo prima dell’apparizione della Madonna i tre bambini protagonisti degli avvenimenti di Fatima erano stati visitati per tre volte da un Angelo del Signore. Nella primavera del 1916, mentre giocavano, un’improvvisa luce li avvolse mentre un forte vento scuoteva gli alberi. Nel mezzo di quella luce apparve la figura di un giovane che si presentò dicendo: “Non temete, sono l’Angelo della pace. Pregate con me”. Dio per comunicarsi sceglie la piccolezza, l’umiltà, la povertà, la docilità, la semplicità. Aiutaci Maria a fare nostro lo stile di Dio per accogliere le Sue visite.
Secondo mistero: LA VISITA DI MARIA A SANTA ELISABETTA (Lc 1,39-41) Nella prima apparizione poi, l’Angelo della pace s’inginocchiò, chinando il volto fino a terra, e fece recitare ai pastorelli tre volte la seguente preghiera: “Mio Dio, credo, adoro, spero e vi amo. Domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano”. E alzatosi disse: “Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche”. Dio gradisce la preghiera dei cuori puri, semplici, completamente affidati a lui. Maria, tu che sei nostra madre, trasforma il nostro cuore a somiglianza del tuo.
Terzo mistero: LA NASCITA DI GESÙ A BETLEMME (Lc 2,6-7) I tre bambini degli avvenimenti di Fatima erano: Lucia dos Santos di dieci anni, Giacinta e Francesco Marto rispettivamente di sette anni e di nove anni, fratelli e cugini di Lucia. Di famiglie contadine semplici, molto religiose, dopo la scuola passavano tutto il loro tempo a pascolare le pecore. Vivevano una fede spontanea ma profondissima, intrisa di preghiera e di forti slanci mistici. Signore, tu hai scelto di nascere povero tra i poveri, umile tra gli umili. Maria, nella nostra casa troveresti oggi ospitalità? Non stancarti di bussare alla nostra porta perché senza di te non nascerà tra noi Gesù.
Quarto mistero: PRESENTAZIONE AL TEMPIO DI GESÙ (Lc 2,22) Nell’estate del 1916 l’Angelo apparve una seconda volta e chiese ai bambini di offrire costantemente delle preghiere e dei sacrifici a Dio. Lucia chiese: “Come dobbiamo sacrificarci?”. L’Angelo rispose: “Di tutto ciò che potete, offrite un sacrificio al Signore come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori”. Sacrificio è tutto ciò che è offerto a Dio perché diventi santo. Maria, fa’ che ogni nostro pensiero, motivazione, parola, azione siano offerta gradita per la santità del mondo e nostra.
Quinto mistero: GESÙ SMARRITO E RITROVATO NEL TEMPIO (Lc 2,43-46) Nell’autunno del 1916, mentre i pastorelli stavano pregando, apparve loro, per la terza e ultima volta, l’Angelo che teneva nella mano sinistra un calice, con sopra un’ostia dalla quale cadevano gocce di sangue. Prostrato a terra chiese loro di recitare la seguente preghiera: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima, divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”. In quel tempo Gesù esultò di gioia nello Spirito santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mc 10,21).
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MISTERI DELLA LUCE con i Pastorelli di Fatima Primo mistero: IL BATTESIMO DI GESÙ AL GIORDANO (Lc 3,21-22) Della prima apparizione della Madonna, il 13 maggio 1917, Lucia racconta: “Nel momento in cui la Madonna pronunciava queste ultime parole, aprì per la prima volta le mani, trasmettendoci una luce così intensa, una specie di riflesso che usciva e ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, più chiaramente di come ci vediamo nel migliore degli specchi. Allora, di impulso cademmo in ginocchio e ripetevamo intimamente: “Santissima Trinità, io vi adoro. Mio Dio, io vi amo nel santissimo Sacramento”. Signore, con il battesimo abbiamo ricevuto il seme della tua vita divina. Anche a noi tu hai detto: “Tu sei mio figlio, ti amo, di te mi compiaccio”. Maria, aiutaci a non dimenticare mai che siamo figli immensamente amati dal Padre e da te, familiari della santissima Trinità.
Secondo mistero: LE NOZZE DI CANA (Gv 2,1-2) Nella quarta apparizione del 19 agosto 1917 Lucia chiese alla Signora: “Vorrei chiederLe la guarigione di alcuni malati…”. E la Signora disse: “Sì, alcuni li guarirò entro l’anno. Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno, perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro”. Signore, tu ci raccomandi di pregare l’uno per l’altro. Grazie, Maria, perché intercedi continuamente per noi, affinché non perdiamo l’infinita gioia delle Nozze eterne cui tutti siamo invitati.
Terzo mistero: L’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO (Mc 1,1-15) Il 13 giugno, festa di sant’Antonio, avvenne la seconda apparizione. La Signora apparve con un vestito bianco e con il Rosario in mano. Lucia domandò la guarigione di un malato, la Madonna rispose: “Che si converta, e guarirà entro l’anno!”. “Vorrei chiederLe di portarci in Cielo”. “Sì, Giacinta e Francesco li porto fra poco, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la praticherà prometto la salvezza. Queste anime saranno predilette da Dio, e come fiori saranno collocate da me dinanzi al Suo trono”. Convertirsi significa accogliere il regno di Dio che è già qui, vicino a noi, in noi. Attraverso il tuo cuore, Maria, ci hai promesso più facile la via.
Quarto mistero: LA TRASFIGURAZIONE DI GESÙ SUL MONTE (Lc 9,28-29) La prima apparizione dell’Angelo della pace avvenne nella primavera del 1916. Era una giornata piovigginosa. Quando il cielo si schiarì, ecco una strana luce giungere da oriente e avvicinarsi a loro. Allora apparve l’Angelo che aveva la forma di un giovane, più bianco della neve e trasparente come un cristallo colpito dai raggi del sole, e di grande bellezza (…). Durante quel giorno, e anche il giorno seguente, essi si sentirono talmente immersi nella presenza di Dio, da non essere capaci di parlare neppure tra di loro (Dalle memorie di Lucia). Signore, la tua trasfigurazione non è un cambiamento della tua realtà, ma la rivelazione della tua verità profonda. Maria, aiutaci a rimanere in comunione con il cuore tuo e quello di Gesù, perché emerga sempre più ciò che noi siamo: immagine e somiglianza di Dio.
Quinto mistero: L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA (Mt 26,26-28) Nell’autunno del 1916, l’Angelo della pace apparve per la terza e ultima volta ai fanciulli. Teneva nella mano sinistra un calice, con sopra un’ostia dalla quale cadevano gocce di sangue. Lasciando sospesi in alto il calice e l’ostia, l’Angelo si prostrò a terra accanto ai pastorelli e chiese loro di recitare per tre volte la seguente preghiera: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima, divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso”. Nella santa Eucaristia, Signore, ci hai dato tutto te stesso. Maria, aiutaci ad avere maggior lode, rispetto, santo timore, fede e amore nel ricevere, adorare, vivere questo immenso dono. 8
MISTERI DEL DOLORE con i Pastorelli di Fatima Primo mistero: L’AGONIA DI GESÙ NEL GETSEMANI (Mt 26,36. Il 13 maggio 1917, mentre i pastorelli si trovano al pascolo con il loro gregge alla Cova d’Iria, preceduta da due lampi abbaglianti di luce, ecco apparire sopra un piccolo leccio verdeggiante una Signora più splendente del Sole che con voce soave e rassicurante dice: “Non abbiate paura. Non voglio farvi alcun male”. Lucia domanda: “Da dove viene?”. “Vengo dal Cielo”. Poi disse: “Volete offrirvi a Dio pronti a sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccatori?”. “Si, vogliamo!”. “Allora dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto”. Maria chiede a dei bambini se vogliono soffrire per amore dei peccatori. La misericordia di Dio è molto diversa dalle nostre umane idee sulla misericordia.
Secondo mistero: GESÙ FLAGELLATO (Gv 18, 39-40; 19,1) Poi, nel corso della prima apparizione, Maria disse: “Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”. E noi, siamo perseveranti nella preghiera alla Regina della pace, per le sofferenze di tanti nostri fratelli flagellati dalla violenza? Chiediamo con forza e costanza l’intercessione di Maria per la pace, nei tanti paesi sconvolti dalla guerra?
Terzo mistero: GESÙ INCORONATO DI SPINE (Gv 19,2) Il 13 luglio alla Cova d’Iria, come promesso, Maria apparve nuovamente ai tre pastorelli e disse: “Voglio che veniate qui il 13 del mese seguente e che continuiate a dire il Rosario tutti i giorni alla Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei vi potrà soccorrere”. Di fronte ai potenti e al potere del mondo, Dio regna con i piccoli, le loro sofferenze, le loro preghiere. Maria insegnaci il potere della preghiera, dell’umiltà, dell’affidamento.
Quarto mistero: GESÙ PORTA LA CROCE (Gv 19,17) “Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: «O Gesù è per amor Vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria»”. “Quindi – narra Lucia – la Vergine aprì le mani e i pastorelli si trovarono di fronte a una visione terrorizzante. Videro l’inferno e in esso le anime dei demoni e dei dannati”. Al termine della visione, la Vergine disse: “Avete visto l’inferno, dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”. La devozione al Cuore Immacolato di Maria non è nient’altro che la via per un cuore puro, pervaso tutto dall’Amore di Dio, per cui volontà, pensieri, azioni hanno sempre la tonalità dell’amore. Maria, tu che sei Madre, fa’ il nostro cuore simile al tuo.
Quinto mistero: GESÙ MUORE IN CROCE (Lc 23,46) Nel corso dell’apparizione del 13 luglio la Madonna disse: “Quando reciterete il Rosario, dopo ogni mistero, dite: «O Gesù, perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate tutte le anime in cielo, specialmente quelle che ne hanno più bisogno»”. Gesù, contro di te si è scatenato il regno delle tenebre e noi ne siamo stati completamente coinvolti. Perdonaci e salvaci oggi da esso, tu che con il tuo atto di perfetto amore lo hai già eternamente sconfitto. 9
MISTERI DELLA GLORIA con i Pastorelli di Fatima Primo mistero: GESÙ RISORGE DA MORTE (Mt 28,5-7) Nella sesta e ultima apparizione del 13 ottobre 1917, la Signora disse: “Voglio dirti che facciano qui una cappella in mio onore, che sono la Madonna del Rosario, che continuino a dire sempre il Rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case”. La risurrezione è la vittoria della Vita di Dio sulla morte degli uomini. Da adesso, la vera morte non è quella fisica, ma la non comunione con Dio. Grazie, Maria, per averci indicato la potente preghiera del Rosario per rimanere sempre con te nel Dio della Vita.
Secondo mistero: GESÙ ASCENDE AL CIELO (Lc 24,50-51) Della prima apparizione del 13 maggio 1917 Lucia racconta: “Nel momento in cui la Madonna pronunciava queste ultime parole, aprì per la prima volta le mani, trasmettendoci una luce così intensa, una specie di riflesso che usciva e ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, più chiaramente di come ci vediamo nel migliore degli specchi. Allora, di impulso cademmo in ginocchio e ripetevamo intimamente: «Santissima Trinità, io vi adoro. Mio Dio, io vi amo nel santissimo Sacramento»”. L’ascensione è la nostra umanità totalmente e definitivamente in Dio. Il cielo è la meta nostra e di tutta la creazione. A Fatima il cielo è sceso sulla terra per donarci un riflesso di quello che saremo. Maria, spianaci la strada verso Dio.
Terzo mistero: LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO NELLA PENTECOSTE (Ap 2,3-4) Nella penultima apparizione del 13 settembre 1917 Maria disse ai veggenti: “Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche il Signore, la Madonna addolorata, la Madonna del Carmine, san Giuseppe col bambino Gesù, per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici”. Tutti poterono assistere, al momento della fine della visione, all’ascendere del globo luminoso verso il cielo e videro una pioggia infinita di petali bianchi che prima di toccare terra scomparivano. Maria, tu sei la donna dell’ascolto, la donna dello Spirito santo, la donna della Pentecoste. Intercedi per noi e per la Chiesa perché siamo totalmente aperti e fecondati dallo Spirito e, concepito Cristo in noi, lo generiamo al mondo.
Quarto mistero: L’ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO (Liturgia Assunzione) Nell’ultima apparizione del 13 ottobre 1917 la Vergine, dopo aver parlato, aprì le mani e mentre si elevava, il riflesso della sua stessa luce continuava a riflettersi nel sole. Mossa da un’ispirazione interiore Lucia gridò a tutti di guardare verso il sole. Maria, tu sei la prima delle creature interamente redenta, risorta, ascesa al cielo. Sei anticipo, segno, modello, consolazione, speranza nostra. In una sola parola: sei Madre e come madre ci hai generato, ci hai cresciuti, ci attendi, ci conduci a Cristo. Stai sempre accanto a noi.
Quinto mistero: MARIA REGINA DELL’UNIVERSO (Ap 11,19; 12,1) Nella sesta e ultima apparizione del 13 ottobre 1917, sparita la Madonna nell’immensità del cielo, i veggenti vedono accanto al sole san Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco col manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo, con gesti in forma di croce che facevano con la mano. Alcuni istanti dopo un’altra visione: il Signore e la Madonna, che a Lucia pareva essere la Madonna Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo, nello stesso modo di san Giuseppe. Infine una terza visione fa seguito: la Madonna, con aspetto simile alla Madonna del Carmine. Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, noi che non abbiamo avuto la grazia della vostra visione, vi chiediamo la grazia della fede che non è solo una vista ma molto di più, fondamento della speranza e dell’amore. Questa fede è stata la grandezza dei santi pastorelli di Fatima, Lucia, Francesco, Giacinta. Insieme con loro pregate per noi e per la pace del nostro tribolato mondo chiamato alla 10 gioia e alla vita del cielo.
Le mani dei sacerdoti: mani consacrate dal crisma… appartengono a Gesù e trasmettono il suo profumo
“L
fra Paolo Calaon op
Mediante le mani degli apostoli si verificavano molti segni e prodigi nel popolo (Atti 5,12).
’intero corpo è espressione dell’anima” (cf. R. Guardini, I Santi segni, 127). Ma di essa, il viso e la mano sono strumento e specchio (ibidem), in un modo tutto speciale. Questa originalità deriva dal fatto che esse non solo manifestano, ma anche rendono visibili le attività invisibili dell’anima nostra, soprattutto quelle legate alla conoscenza e all’amore. Per questa nobilissima azione viso e mani sono, come dice Romano Guardini, le parti del corpo più spirituali, se così si può dire (ibidem). “Del viso ciò è senz’altro evidente. Ma osserva una persona – o anche te stesso – e nota come ogni moto dell’animo, – gioia, stupore, attesa – si manifestano contemporaneamente anche nella mano. Un repentino alzar della mano oppure una sua lieve morsa non dice spesso di più che la stessa parola? La parola espressa non appare talvolta grossolana accanto al linguaggio delicato e significativo della mano? Essa è, dopo il viso, la parte più spirituale del corpo, se così si può dire… uno strumento per cui l’uomo può rivelare la propria anima, e insieme accogliere l’anima altrui… Bello e grande è il linguaggio della mano. Di essa la Chiesa dice che ci è data affinché «vi portiamo l’anima»” (R. Guardini, op. cit., 127.129). Le mani “portano l’anima”. La Chiesa lo esprime in modo speciale nella sacra liturgia, nei suoi santi segni. Non può che essere così. Fedele al suo Signore, e secondo il suo preciso invito, “fate questo in memoria di me”, trasmette quanto il Signore le ha affidato, in modo che essi esprimano veramente ciò che significano. Per questo da sempre le mani dei sacerdoti, mentre svolgono il loro ministero sacerdotale, nel culto, nei sacramenti, nelle 44
preghiere, sono oggetto di speciali indicazioni. Nei gesti liturgici è bene trattare del “linguaggio della mano” proprio dei gesti dei sacerdoti. Sono loro che, più da vicino, devono “dire” con i loro gesti ciò che Gesù, nostro Salvatore, ha voluto comunicarci. Abbiamo diversi tipi di gesti: anzitutto quelli sacramentali (l’imposizione delle mani, l’Unzione sacra, il segno della croce, la frazione del pane); poi i gesti della preghiera, dell’offerta, della penitenza, della riverenza (a braccia estese o protese verso l’alto, le mani aperte o giunte, il percuotersi il petto). Accanto a questi abbiamo anche altri gesti di “convenienza”, come i saluti, i gesti che esprimono fraternità, l’abbracciare o porgere la mano, la lavanda delle mani, il presentare o il ricevere. Vediamone alcuni dei più significativi: • La preghiera a mani alzate e stese – il gesto viene compiuto dal celebrante della Messa e dei grandi atti consacratori e per tutte le preghiere proprie di chi presiede la celebrazione. Specifico ma non riservato, era un atteggiamento comune ai cristiani dei primi secoli, come viene testimoniato da testi e immagini iconografiche (come quelle delle catacombe romane). Proveniente dal giudaismo, questo modo di pregare è stato preso nel cristianesimo quale chiaro modello della Passione di Cristo: “Ho stese le mie mani e ho lodato il mio Signore; perché l’allargare le mie mani è il segno di Lui; ed il mio stare eretto, il legno drizzato. Alleluja!” (dalle Odi di Salomone). • La preghiera a mani giunte – Il gesto delle mani giunte è quello più comune nella liturgia. Questo atteggiamento è nato nel Medio Evo quale segno di omaggio del feudatario verso il suo signore al momento di ricevere l’investitura feudale. Ma esistono anche testimonianze più antiche. Per esempio nel XIII secolo ai fedeli veniva raccomandato di stare con le mani giunte, al momento dell’elevazione dell’Ostia nella santa Messa (sinodo di Oxford del 1222). • Elevazione dell’Ostia nella santa Messa – Abbiamo diverse “elevazioni” nella Santa Messa: quella dell’ostia e del calice all’offertorio (introdotto nel XIII secolo con le preghiere offertoriali), quella che segue immediatamente alla consacrazione del pane e del vino (introdotta all’inizio del XIII secolo a Parigi e poi diffusasi in tutte le Chiese d’occidente), e infine quella alla fine della Preghiera Eucaristica, elevazione accompagnata dalla Dossologia conclusiva, “Per Cristo, con Cristo, e in Cristo…”. Quest’ultima è l’elevazione più antica e solenne. Ha un chiaro riferimento all’offerta di Cristo ed è espressa dalle parole del Canone Romano: “Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del cielo” (Messale Romano. Preghiera Eucaristica I, p. 390). Bello e grande è il linguaggio delle mani! (R. Guardini). Unte con il santo Crisma, che è olio misto a profumo, consacrato dal Vescovo nella solenne “Messa crismale” del giovedì Santo, e impregnato della forza dello Spirito santo e dalla potenza che emana dal Cristo (cf. Pontificale. Benedizione del Crisma, p. 23), le mani dei sacerdoti appartengono a Gesù, per la santificazione del suo popolo e per l’offerta del sacrificio eucaristico (cf. Pontificale. Ordinazione dei presbiteri, p. 82). 45
TESTIMONIANZE TESTIMONIANZE Verona, domenica è ricorso il quinto anniversario dell’istituzione della Confraternita del santo Rosario della Parrocchia-Santuario Madonna della Salute a Verona (v. foto). Dal 2015 questa Confraternita è ufficialmente inserita nell’albo degli iscritti al Movimento Domenicano del Rosario ed è affidata alla guida di padre Mauro Persici. Padre Mauro è tornato recentemente a visitare la nostra Confraternita per vivere con noi la meditazione e recita del santo Rosario e la santa Messa. Egli, nella meditazione dei misteri gaudiosi, ci ha parlato dello stupore, quello stupore tipico dei bambini, puri e semplici di fronte alla realtà. Chi sarà come loro guadagnerà il regno dei Cieli. Che bello ripensare a tutto il cammino della nostra Confraternita e stupirsi! Stupirsi di come Maria ci prende per mano e ci guida – senza che noi a volte nemmeno ce ne accorgiamo – ci sostiene, ci protegge, ci rialza dalle cadute. Tutti i benefici che ci ha promesso si realizzano!! Ognuno di noi può trovarne le prove nella propria vita, quando si è affidato fiducioso a Maria! Sì, a patto che la nostra preghiera sia vera, sincera, profonda, costante… perché Maria non vuole che ripetiamo i Padre Nostro e le Ave Maria senza cuore, senza attenzione. Comprende se siamo stanchi, se la nostra mente è distratta, presa da mille pensieri… ma in questi momenti non dobbiamo desistere, non dobbiamo lasciarci vincere dalla tentazione. Quante volte invece la nostra debolezza ci porta a usare stanchezza e pensieri quale scusa. Maria, non ci lasciare quando siamo così fragili, te ne preghiamo! Tu sai, che nonostante la nostra pochezza, ti amiamo. Ma perché non pregare da soli, bensì in una Confraternita? L’esperienza della Confraternita è anche un’esperienza di fratellanza, di preghiera comunitaria. In questo mondo che ci vuole portare all’individualismo, alla spiritualità fai da te nell’intimo del proprio cuore, è una testimonianza forte di quanto la preghiera sia invece arma potente quando diventa unione di più cuori, condivisione di preoccupazioni, timori, sofferenze ma anche di gioie, desideri, speranze. Catena che unisce, nonostante le differenze, le discordanze, le incomprensioni. Certamente la
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TESTIMONIANZE TESTIMONIANZE preghiera del singolo, se umile e sincera, scuote il cuore di Dio, ma immaginate quanto più possente e diretto può essere un coro di migliaia, milioni di voci che pregano all’unisono! Forse mai raggiungeremo tale altezza di preghiera, ma che bello continuare a provare, a tentare di raggiungere questo obiettivo! È bello anche pensare che, nonostante ogni comunità o gruppo sparsi per l’Italia o il mondo abbia pochi iscritti, con la guida dell’Ordine Domenicano siano tutti una cosa sola, e insieme creino una moltitudine di anime fedeli che pregano. E oggi ce n’è davvero tanto bisogno! Perché tutto questo? Che senso ha portare il rosario nella mia vita, cosa cambia? Io posso credere in Cristo e amarLo lo stesso! Certo! ma con la recita del santo rosario è Maria stessa che ci fa conoscere meglio suo Figlio, che ci fa fare esperienza di lui per amarlo con tutti noi stessi. Come ci ha ricordato padre Mauro in questo ultimo incontro, Lei è la nostra catechista, Colei che meglio conosce Gesù perché è sua Madre, colei che, assunta in Cielo in corpo e anima, lo guarda, gli parla, lo accarezza, in ogni momento. Chi meglio di Lei ci può condurre a Cristo, nostra gioia e salvezza? Elisa Scrivere quello che si prova a far parte della Confraternita del santo rosario non è facile. Sicuramente la prima cosa che viene in mente è l’importanza della preghiera fatta insieme. Maria Santissima sa donarti nella recita del santo rosario la sua pace. Ti dà la gioia di essere in comunione col suo Figlio Gesù. Nella mia vita mi dà la forza per affrontare i problemi, le avversità. Far parte di questa Confraternita mi ha aiutato anche in famiglia a pregare il santo rosario (o qualche decina) insieme, anche durante i tragitti che si fanno in macchina (per esempio) visto che, per dove abitiamo, dobbiamo usarla spesso. Mi ha aiutato anche, in questo modo, a usare più spesso il tempo (o dei ritagli di tempo) per la preghiera. Maria, con la sua grazia, ci aiuti a ringraziare il Signore Gesù per questo grande dono e ci dia il coraggio di perseverare per cercare di testimoniare sempre di più il suo amore di madre. Grazie anche a padre Massimo, che ci ha aperto questa via, e grazie al nostro preposito per la sua infinita pazienza e il suo esempio. Susi Mio marito e io ringraziamo di vero cuore padre Massimo Malfer per averci fatto conoscere e apprezzare questa stupenda realtà della Confraternita del santo rosario!!! Non pochi sono stati i cosiddetti “bastoni tra le ruote” in cui ci siamo imbattuti… ma lo Spirito santo ci ha aiutato a discernere capendo l’importanza della preghiera del santo rosario, nei suoi 15 misteri, recitato e meditato in onore a Maria santissima assieme ai nostri confratelli. Nelsi e Giacinto
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Il prossimo numero sarĂ interamente dedicato ai primi 50 anni di Rosarium, la vostra rivista
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