Alla cattiva notizia opponiamo le nostre cer tezze Riportiamo qui di seguito l’intervento che Antonio Gaspari, giornalista di Zenit e direttore de “L’Ottimista” non ha potuto tenere al Convegno del Rosario di Bologna
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l paradosso del nostro tempo è la contraddizione esistente tra l’enorme sviluppo tecnologico e scientifico e la concezione dell’uomo. Esso è stato già stigmatizzato dal Beato Pontefice Giovanni Paolo II che affermava: “Esaminando la situazione dell’umanità, è forse eccessivo parlare di crisi della civiltà? Emergono grandi progressi tecnologici, ma questi non sempre sono accompagnati da un grande progresso spirituale e morale”. In termini più espliciti possiamo dire che proprio nel momento in cui diventiamo più ricchi e più sani, e viviamo meglio e più a lungo, sembra quasi crescere la nostra povertà interna. Siamo più ricchi fuori, più poveri dentro. Un aspetto che il cardinale Giacomo Biffi ha stigmatizzato drasticamente: “Sazi e disperati”. Gli esempi di questa situazione sono innumerevoli. Uno per tutti. Nel campo delle medicina ginecologica siamo oramai a livelli impensabili. La mortalità infantile è vicina allo zero, riusciamo a far nascere bambini e bambine con soli 22-23 settimane di gestazione – quando sono grandi poco più di una penna – quindi abbiamo una capacità di conoscenza sanitaria molto avanzata, che permetterebbe di far nascere tutti i bambini e le bambine concepite, ma a fronte di ciò le Nazioni Unite ci dicono che ogni anno ci sono almeno 45 milioni di interruzioni volontarie di gravidanza. Siamo una società che ha paura delle nascite. Ciò significa che non abbiamo molta stima della stessa umanità. La concezione utilitaristica ha ridotto l’umano al punto di scegliere di non farlo nascere. Nel campo della comunicazione il problema non è diverso. Ha scritto il noto saggista e docente di comunicazioni Eric McLuhan: “Viviamo in pieno rinascimento scientifico, ma manca l’uomo del rinascimento”. In sostanza, noi disponiamo di tecnologie incredibili: pensate che con una barretta di silicio come lo smart phone oggi potete connettervi in ogni momento alla più grande ed estesa biblioteca di tutta la storia dell’umanità (Internet), potete sapere in quale parte del globo vi trovate e che cosa c’è dentro di voi, potete connettervi e comunicare con miliardi di persone presenti sul pianeta e non solo… Sono realizzazioni che quando eravamo bambini potevamo immaginare soltanto in sogno.
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A fronte di questa ricchezza, però, l’approccio utilitaristico fa sì che i mass media vengano utilizzati per finalità parziali e riduttive e che di conseguenza presentino l’umano nella forma peggiore. La chiave per capire da che parte stanno i mezzi di comunicazione di massa sta nella finalità: se aspirano a condizionare i lettori, allora confezionano e vendono notizie, meglio se morbose, catastrofiche o scandalose. Se invece sono finalizzate a un processo educativo che sviluppi la civiltà e renda gli uomini più liberi, cercano verità, giustizia e bellezza e raccontano la buona novella. Per questo la Chiesa cattolica chiama i mass media mezzi di comunicazione sociale, ed il Vangelo afferma che la “Verità vi farà liberi”. A guardare oggi i mezzi di comunicazione di massa si rimane sgomenti: la lotta tra bande, le menzogne e le bugie, la decadenza culturale, la propaganda ideologica, la ricerca esasperata dello scandalo, la morbosa attenzione a tutto ciò che è catastrofico, sporco, degradato, corrotto, violento, l’ossessione di voler andare a guardare nelle camere da letto, la tentazione di giudicare tutto e tutti invece che raccontare la buona novella. Se questo è il mondo dell’informazione, allora avrebbe ragione Gino Bartali che è “tutto da rifare” e sarebbe molto meglio convincere le giovani generazioni a intraprendere altri mestieri piuttosto che fare il giornalista. Ma è veramente questa la verità dell’uomo? Grazie a Dio no, la realtà è molto diversa rispetto a come ci viene presentata, perché per ogni azione poco buona ce ne sono tante di più amorevoli. Per uno che chiede di morire ce ne sono milioni che chiedono di vivere. Per un gesto di rifiuto di aiuto ce ne sono miliardi di carità eroica.
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Di certo la vita non è facile, insieme a tante gioie ci sono tante preoccupazioni, sofferenze e dolori, ma è ancora più vero che gli uomini e le donne sono capaci di compiere azioni di straordinario amore e bellezza. Il nostro pianeta è vivo, esiste, cresce e si rinnova grazie alle azioni di amore gratuito di miliardi di uomini e donne che fraternamente si aiutano e compiono tante piccole azioni di eroismo che alimentano la speranza per un mondo migliore. È questa la buona novella che ogni giorno si rinnova. Ed è questa la realtà che i mass media dovrebbero raccontare. Questa è la prova evidente che aveva ragione san Paolo quando ammoniva che “dove abbonda il peccato sovrabbonderà la grazia di Dio”. Per ogni albero che cade ce ne sono migliaia che nascono e crescono. Invece di lamentarci del buio dobbiamo accendere cuori. Sappiamo che il mondo dei mass media è condizionato dalla cinica regola del bad news is good news, che spiega perché la più cruenta e volgare cronaca nera vada in prima pagina. Ma, se andiamo in rete e verifichiamo quali sono le storie più lette, scopriamo che sono quelle in cui, pur nelle peggiori condizioni, il bene vince sul male, e la capacità degli uomini di amarsi l’un l’altro assume dimensioni eroiche. Gli esseri umani per certi aspetti sono fragili, sono più deboli di molte specie animali, ma sono fortissimi quando si mettono a disposizione per atti di amore. Anche in questo risulta vincente san Paolo quando afferma che, paradossalmente, “siamo forti proprio quando sembriamo deboli”. Ed è proprio perchè la realtà è che l’umanità è creata per amare e per cercare il bene e il bello, che la regola che dovrebbe ordinare il giornalismo è good news is beautiful news. Come cattolici che credono nella divina Provvidenza dobbiamo smetterla di rispondere male al male, dobbiamo uscire fuori dalla logica dei farisei, e contemplare solo il vero, il buono ed il bello. Sempre grazie a Dio, a fronte di una sgradevole e brutale espressione del quarto potere che cerca di annichilirci con le cattive notizie, c’è un numero di pubblicazioni la cui qualità e originalità è sempre più raffinata, la cui crescita di autori e lettori è inarrestabile. Basta navigare in rete per trovare centinaia di migliaia di blog, pagine, riviste e quotidiani, rassegne stampa, gruppi di discussione e di preghiera, siti mariani, centri di approfondimento liturgico e teologico, espressioni del mondo missionario, attività e iniziative dei movimenti laicali, e così via. Questa parte di mondo della comunicazione è la più dinamica, e i giovani la ricercano e seguono maggiormente. Ed è proprio grazie al lavoro in rete che in Italia siamo riusciti a vincere le battaglie contro la fecondazione selvaggia degli embrioni, a respingere le proposte per i matrimoni gay e le proposte di eutanasia. Battaglie sul fronte bioetico dove i poteri forti hanno investito massicciamente, schierando i maggiori quotidiani, le principali riviste, i più diffusi programmi radiofonici e televisivi, il mondo del cinema, dei Vip e dello sport. Eppure il popolo italiano e cattolico è riuscito a sopravvivere e vincere la battaglia utilizzando la radio, la rete Internet e gli incontri in parrocchia, nei cinema, nelle sale comunali. Ecco una ulteriore dimostrazione che la Buona Novella può ancora prevalere contro lo strapotere della cattiva notizia. Antonio Gaspari
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