Archimede cercava una “leva per sollevare il mondo” ... Carissimo P. Mauro, chi le scrive è un giovane sacerdote che da poco ha iniziato la sua attività di apostolato ed è alle sue prime esperienze di predicazione. Lei saprà molto bene la difficoltà che si incontra, soprattutto quando si scopre, come dice Gesù, che “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Come si ricorderà ci siamo incontrati nel mese di aprile, in occasione di un’ora di preghiera mariana. Le avevo promesso che le avrei scritto, ed ora eccomi qua. Sarà sorpreso nel vedere però che il motivo della mia lettera non è quello che Lei si aspettava. Infatti da quel nostro incontro e dalle parole che, in tutta semplicità, Lei ci ha detto, commentando i Misteri del Rosario, mi son detto: “e perché non io?”, perché non diffondere il Rosario, far sì che sia amato e recitato? Ho pensato al mese di maggio, dedicato alla Madonna, alle tante occasioni che la Chiesa ci dà di pregare e parlare con Lei e di Lei, e così mi son “dato”, maldestramente forse, a questo apostolato, così nuovo per me. Ma qual è stata la mia meraviglia nello scoprire che la preghiera del Rosario è un “pulpito” eccezionale, un vero “megafono” dal quale diffondere le verità della nostra fede, mentre la Vergine stessa ci insegna a pregare. Ho visto bambini, ragazzi, giovani ed adulti, appassionarsi alla preghiera del Rosario, e recitarlo come mai avevo visto. In particolare ricordo un gruppo di bambini che, in occasione del mese di maggio, hanno recitato tutte le sere il Rosario in una piccola chiesetta del loro rione. Vedo ancora i loro volti e i loro occhi pieni di domande, mentre parlavo loro della Vergine Maria. Capisco ora, ricordandomi quei momenti, quale ricompensa Gesù dona ai suoi ministri già su questa terra. La gioia di incontrare anime che ricordano a te stesso prima di tutto che il Cielo... inizia sin da quaggiù. Nel proporre incontri mariani o rosariani, a diversi gruppi o realtà ecclesiali, sono rimasto sorpreso poi di incontrare, sempre ed ovunque, delle porte aperte. Mi sono allora ricordato della sua preghiera, P. Mauro, al termine di quell’Ora mariana: “ti preghiamo, o Signore di suscitare, in mezzo a noi, veri apostoli del Rosario”. Quanto è mai vero questo! Ci vogliono veri “apostoli del Rosario”, che sappiano infervorare e trasportare i cuori di molti che sono lì come in attesa di qualcuno che accenda in loro una scintilla, che è poca cosa, ma che provocherebbe un vero “incendio” di grazia. Ci sono tanti cuori assetati e pronti, ai quali basta una scintilla per ardere... Non saprei bene come definire tutto ciò, ma mi sembra che l’esperimento di Archimede sia il più calzante. Archimede cercava una “leva per sollevare il mondo”, ed io ho visto il Rosario come quella “leva” che solleva i cuori a Dio, perché lo contemplino in tutta verità. Archimede sta cercando ancora la sua leva, io sono felice, perché sento di averla trovata. Il Rosario è proprio questa leva, e credo che chiunque lo diffonda faccia proprio questa esperienza. Un amico mi diceva che la preghiera del Rosario aveva salvato la sua vita. Lo credo veramente possibile, perché sta salvando la mia. Siano rese grazie alla Vergine Maria, Regina del Rosario, e agli “apostoli del Rosario”.
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