Battezzati che abbandonano la chiesa

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Battezzati che abbandonano la Chiesa...

ono in circolazione dei volantini emanati da un certo “Movimento Raeliano” che in Italia ha sede a Pordenone, i quali invitano i battezzati che non desiderano appartenere alla Chiesa cattolica a chiedere che nel registro parrocchiale dei battesimi venga apposta la dicitura: “non desidero più appartenere alla Chiesa cattolica con effetto immediato”, chiedendo inoltre al parroco di dare una conferma scritta dell’avvenuta apposizione della richiesta dichiarazione nel registro parrocchiale. Nel caso poi che il parroco non facesse pervenire la detta conferma, lo si minaccia di ricorrere a una non meglio definita “Autorità competente” chiamata “Garante della Privacy”. Credo che i parroci andranno senz’altro incontro, seppur con dispiacere, a queste richieste non perché intimoriti dalla suddetta minaccia, ma per un convinto e sincero rispetto della scelta degli interessati. Nessuno è tenuto ad appartenere per forza alla Chiesa cattolica; ha la libertà di abbandonarla o di non entrarvi, anche se dovrà poi scontarne le conseguenze che, a detta del suo Fondatore, un certo Gesù Cristo, non sono del tutto piacevoli. Infatti Egli dice ai suoi apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mt 16, 16). Indubbiamente non ci si deve far cristiani né si deve restare nella Chiesa per timore dell’inferno. Gesù desidera che chi viene a Lui lo faccia per amor suo e

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ATTENZIONE !

S


del prossimo, con libero e convinto atto d’amore, anche se il desiderio di salvarsi e di evitare l’inferno non può né deve essere escluso. Alcuni pensano che la minaccia dell’inferno fatta in questa circostanza dal Signore impedisca di scegliere liberamente il cristianesimo, in quanto si agirebbe spinti da una terribile minaccia. Ma la minaccia che fa Gesù nelle sue parole citate sopra, non è una sua iniziativa arbitraria, ma è nell’ordine stesso oggettivo delle cose. Sarebbe come se Voi vi avvicinaste inconsapevolmente ai cavi dell’alta tensione, vi trovaste un avviso che dice: “Pericolo di morte”. Voi vi ritrarreste inorriditi e non pensereste affatto che quell’avvertimento abbia represso la vostra libertà, anzi ringraziereste chi ha posto quell’avviso, perché in tal modo vi salva la vita. Qualcuno oggi pretenderebbe che l’esser cristiani sia, come si dice, un “optional”, ossia una scelta senza conseguenze: sia che tu scelga a favore o che tu scelga contro, non ti capita nulla... sei libero di fare la tua scelta come sei libero di scegliere tra gli spaghetti o le tagliatelle, di scegliere fra il mare o la montagna: nessuno verrà a rimproverarti della scelta fatta. Per la scelta cristiana non è la stessa cosa: essa mette in gioco il nostro destino eterno, o di beatitudine o di dannazione. Nessun uomo al mondo può sottrarsi a questa alternativa. Tutti, come dice Gesù, alla nostra morte dovremo comparire davanti al suo tribunale per ricevere, a seconda delle nostre opere, il premio o il castigo. Il fatto che non ci si salvi senza il battesimo e l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa o il fatto che chi opera il male o chi rifiuta Cristo e la Chiesa non si salvi, non è una conseguenza stabilita da Dio capricciosamente o arbitrariamente: è un fatto di giustizia, è una cosa del tutto logica e naturale, che neppure Dio può impedire. Così come è logico che chi tocca i fili dell’alta tensione muoia. Anzi qui Dio, se volesse, potrebbe miracolosa-

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mente impedire l’azione dannosa dell’alta tensione. Ma neppure per miracolo può impedire a chi muore in peccato mortale di andare all’inferno. Anche perché, tutto sommato, è l’interessato che ci ha voluto andare rifiutando deliberatamente l’offerta di salvezza che gli viene da Cristo, il quale, da parte sua, offre a tutti i mezzi per salvarsi. Ma qui sorge una domanda classica: e coloro che in buona fede non conoscono il battesimo, Cristo o la Chiesa? Che ne è di loro? Costoro, se non sanno, non per colpa loro, che Cristo è l’unico salvatore, possono salvarsi ugualmente a patto che seguano la loro buona coscienza e facciano tutto il bene che possono. Costoro, come insegna la Chiesa, ricevono il cosiddetto “battesimo di desiderio”: le loro buone disposizioni morali fanno sì che, se essi fossero istruiti sulla necessità del battesimo, lo chiederebbero senz’altro. Ma chi sa che il battesimo è necessario alla salvezza e lo rifiuta o lo rinnega o non si comporta in coerenza con esso oppure compie quell’atto suggerito dal Movimento Raeliano, non può salvarsi. Vogliamo sperare che coloro che aderiranno all’invito di questo Movimento non si rendano conto, in buona fede, del gravissimo gesto che fanno... e questo darà loro la possibilità di ricevere il perdono da Gesù come Egli ha perdonato i suoi uccisori affermando che non sapevano quello che facevano. Un’altra osservazione da fare al volantino. Esso riprende una tesi in circolazione da molto tempo, secondo la quale non sarebbe giusto battezzare i neonati, perché non possono ricevere il battesimo per libera scelta. Ma qui la libera scelta non c’entra né può essere chiamata in causa, appunto perché il soggetto non ha ancora raggiunto l’età di ragione: i genitori cristiani che battezzano il loro bimbo sanno infatti da una parte che non violano affatto la sua libertà, dato che non è ancora in grado di esercitarla, e dall’altra sanno -per fede - di dare al loro bimbo, col battesimo, un tesoro preziosissimo, che sarà per lui un aiuto indispensabile per la cre-

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scita morale e spirituale e per il conseguimento del paradiso. Allo stesso modo la mamma dà il latte al suo piccolo sapendo che gli fa bene; e quale sarebbe quella madre che, per dare il latte a suo figlio aspettasse che conseguisse l’età di ragione, affinché fosse il figlio a chiederglielo liberamente? Quel figlio fa a tempo a morire prima! Un argomento che un tempo si portava per sostenere la prassi del battesimo dei neonati era che, se dovessero morire senza essere battezzati, essi andavano al “limbo”. Che cos’era il “limbo”? Era uno stato di felicità naturale, ma con la privazione della visione beatifica di Dio, che caratterizza il paradiso, accessibile solo ai battezzati (anche col solo battesimo di desiderio). La dottrina del limbo nasceva da un’interpretazione rigorosa delle parole di Gesù sulla necessità del battesimo che ho citato all’inizio, un’interpretazione che ci si è accorti da qualche tempo - non teneva abbastanza conto della misericordia divina, della volontà divina di salvare tutti e dell’amore che Gesù aveva per i bambini. Questa dottrina del limbo non è mai stata dogmatizzata dalla Chiesa, né trova esplicito fondamento nella Scrittura, benché avesse una lunga tradizione nei secoli passati, ma di valore semplicemente teologico, che non impegnava l’infallibilità del magistero della Chiesa. Essa non compare mai nei simboli della fede e nel magistero della Chiesa è scomparsa da più di due secoli. Il nuovo Catechismo della Chiesa non ne parla per nulla ed anzi sembra escluderla positivamente, laddove dice: “Quanto ai bambini morti senza il battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio... La tenerezza di Gesù verso i bambini... ci consente di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza il battesimo” (n° 1261). Questo non vuol dire che anch’essi non si salvino grazie a Cristo. Ma come lo incontrano? -alcuni si sono domandati - E la risposta potrebbe essere questa, proposta da alcuni teologi: è possibile, per uno specia-

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le privilegio loro concesso dalla divina misericordia che, al momento della loro morte mentre l’anima si separa dal corpo, Gesù vada loro innanzi e chieda loro se vogliono andare con lui in paradiso. Allora in quel momento ogni bimbo farà la sua scelta per l’eternità, di andare o non andare con Gesù, con le logiche rispettive conseguenze che seguono. Secondo i teologi, gli angeli, all’inizio della creazione, furono sottoposti da Dio ad una prova di fedeltà, e ognuno in un attimo -essendo puro spirito fece la sua scelta, irrevocabile e per l’eternità, pro o contro Dio, alcuni diventando angeli santi, altri diventando demòni. Così dovrebbe essere per i suddetti bimbi: a secondo di come sceglieranno, alcuni diventeranno per sempre degli “angioletti” mentre altri dei “diavoletti” per l’eternità. La Chiesa continua ancor oggi a raccomandare il battesimo per i piccoli, sebbene non più con quell’urgenza di un tempo, anche perché si vogliono favorire i battesimi collettivi, e prima che si faccia un numero discreto di bambini - con i tempi che corrono - alcuni, i primi, fanno tempo a diventare grandicelli. Ma la Chiesa è sempre una mamma premurosa, e non è quella strega arcigna falsamente presentata dal volantino... ella non vede l’ora di dare a tutti i bimbi quello che Pietro chiama “il puro latte spirituale” (I Pt 2, 2): la grazia di Cristo che conduce alla vita eterna. p. Giovanni Cavalcoli o.p.

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