POSSIAMO CAPIRE QUALCOSA ANCHE NOI DEL GIUBILEO?
a cura di P. Paolo Maria Calaon O.P.
cammino di preparazione Con questo numero di ROSARIUM iniziamo una serie di riflessioni riguardanti il Grande Giubileo del Duemila, indetto da Giovanni Paolo II, che inizierà nella solenne celebrazione vigiliare il 24 dicembre 1999, e terminerà nella solennità dell’Epifania del 2001. Nella lettera di indizione del Giubileo, Incarnationis mysterium, il Papa ha riposto nelle mani della Beatissima Vergine Maria “il cammino di quanti si faranno pellegrini in questo anno giubilare” (Incarnationis mysterium, 14). Mentre la Chiesa, infatti, celebra e ricorda i duemila anni dell’Incarnazione, invoca “senza stancarsi” Colei che “ha generato per noi nella carne il Figlio di Dio” (idem). E il Papa, l’8 dicembre 1997, festa dell’Immacolata Concezione, quando era da poco iniziato il triennio di preparazione immediata al Giubileo, così pregava: “Resta con noi Madre Immacolata, nel cuore della nostra preparazione al grande Giubileo del Duemila. Veglia, Ti preghiamo in modo particolare sul triduo, formato dagli ultimi tre anni del secondo millennio, il 1997, il ‘98, il ‘99, anni dedicati alla contemplazione del mistero trinitario di Dio”. Come sempre, ma in modo particolare dal 1997 al 1999 la Chiesa è chiamata a contemplare il Mistero Trinitario, rivelato in Gesù Cristo. A Lui, il Figlio di Dio, Seconda Persona della Santissima Trinità, è stato dedicato il 1997, primo anno di preparazione, e i fedeli sono stati invitati - come diceva il Papa il 16 febbraio 1996 - ad “approfondire la fede nel Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto, come condizione necessaria per la salvezza e il Battesimo come fondamento dell’esistenza cristiana. La Vergine Santa, modello dei credenti, contemplata nel mistero della sua divina maternità, sosterrà la paziente ed operosa ricerca dell’unità tra i battezzati, in conformità all’ardente preghiera di Cristo nel Cenacolo”. Il 1998 è stato l’anno dedicato allo Spirito Santo, Terza Persona della Santissima Trinità, che “attualizza nella Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi l’unica Rivelazione portata da Cristo agli uomini, rendendola viva ed efficace nell’animo di ciascuno” (Tertio Millennio adveniente, 44). Il 1999, terzo ed ultimo anno preparatorio, è l’anno dedicato al Padre. “I credenti saranno invitati -diceva il Papa- ad un grande atto di lode al ‘Padre che è nei cieli’ (Mt 5,45), un prolungato Magnificat, che li condurrà, guidati dalla Madre del Signore, a fare quello che Gesù dirà loro (cf. Gv 2,5). Si tratta di un cammino di autentica conversione, che avrà il suo culmine nella celebrazione del sacramento della Penitenza. Quest’itinerario spirituale spingerà i fedeli ad aderire in pienezza a Cristo, perché la Chiesa ‘permanga degna Sposa del suo Signore e non cessi con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa finché attraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto (Lumen gentium, 9)” (16 febbraio 1996).
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Questa “luce che non conosce tramonto” è la luce di Dio, Trinità beata, alla quale siamo invitati sin da ora. Ma solo chi sa di essere un cieco e grida verso la Luce, può riceverla ed esserne illuminato. Per questo, come si esprime Giovanni Paolo II nella preghiera che ha composto per il terzo anno di preparazione al Grande Giubileo dell’anno Duemila, il 1999 è l’anno “del ritorno alla casa paterna”. E’ questo l’anno in cui siamo invitati a contemplare il volto del Padre, quel volto che in Gesù ci è stato rivelato: è l’infinita misericordia del Padre che “si china sulla miseria dell’uomo”. Questo riempie il cuore della Chiesa della vera esultanza e della vera lode, perché “ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,17). Mi sembra di ritrovare “in filigrana” l’eco di questa gioia nella preghiera del Papa per il 1999, e per questo ho pensato di riportarla interamente.
Benedetto sii Tu, Signore, Padre che sei nei cieli, perché nella tua infinita misericordia Ti sei chinato sulla miseria dell’uomo e ci hai donato Gesù, tuo Figlio, nato da donna, nostro salvatore e amico, fratello e redentore. Grazie, Padre buono, per il dono dell’Anno giubilare; fa’ che esso sia tempo favorevole, anno del grande ritorno alla casa paterna, dove Tu, pieno di amore, attendi i figli smarriti per dar loro l’abbraccio del perdono e accoglierli alla tua mensa, rivestiti dell’abito di festa. A Te, Padre, la nostra lode perenne! Padre clementissimo, nell’Anno Santo fiorisca vigoroso l’amore verso di Te e verso il prossimo: i discepoli di Cristo promuovano la giustizia e la pace; ai poveri venga annunciata la Buona Novella. A Te, Padre, la nostra lode perenne! Padre giusto, il grande Giubileo sia occasione propizia perché tutti i cattolici riscoprano la gioia di vivere nell’ascolto della tua parola e nell’abbandono alla tua volontà;
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sperimentino il valore della comunione fraterna, spezzando insieme il pane e lodando Te con inni e cantici spirituali. A Te, Padre, la nostra lode perenne! Padre, ricco di misericordia, il santo Giubileo sia tempo di apertura, di dialogo e di incontro con tutti i credenti in Cristo e con i seguaci delle altre religioni: nel tuo immenso amore sii largo di misericordia con tutti. A Te, Padre, la nostra lode perenne! Dio, Padre onnipotente, fa’ che tutti i tuoi figli sperimentino che nel cammino verso di Te, ultimo approdo dell’uomo, li accompagna benigna Maria Santissima, icona dell’amore puro, da Te prescelta per essere Madre di Cristo e della Chiesa. A Te, Padre. la nostra lode perenne! A Te, Padre della vita, principio senza principio, somma bontà ed eterna luce, con il Figlio e con lo Spirito, onore e gloria, lode e riconoscenza, nei secoli senza fine. Amen.