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da amico

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ra i collaboratori del Movimento Domenicano del Rosario alcuni, negli anni di cammino compiuti insieme, hanno maturato un’esigenza che nella giornata di oggi ha trovato piena realizzazione. Hanno cioè riconosciuto che il cammino intrapreso come collaboratori del Movimento ha loro aperto prospettive con un orizzonte, non negato certamente, ma ben più vasto di quello del Movimento... aspettative non più colmabili solo con una viva partecipazione alla vita del Movimento. Questa comune maturazione, avendo loro aperto le menti e i cuori, ha permesso di constatare come nella Famiglia di San Domenico i loro orizzonti e le loro aspettative accumunavano altri fratelli in una gioiosa comunione di vita che si chiama la Fraternita Laica Domenicana. Comunione di intenti e di voleri, di preghiera, formazione ed azione, non più solo nell’ambito mariano, ma a tutto raggio sotto lo sguardo materno di Maria, Regina del santo rosario e del santo padre Domenico che trascorreva le notti in preghiera e penitenza domandandosi: “che ne sarà – oggi diremmo – di coloro che non conoscono Gesù?”.

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a fratello

L

a comunità dei domenicani nella persona di padre Mauro ci accoglie con squisita cortesia dopo quattro piacevoli ore di viaggio e ci si sente subito come a “casa”. Ai saluti di benvenuto segue il nostro ingresso in Cappella da Gesù: la nostra unica meta. Ci si incontra fraternamente con persone nuove, nuovi doni del Signore con i quali condividere un tempo di preghiera comunitaria. Alle spalle la Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina sembrano comunicarci quel: “Fate quello che vi dirà”. L’invito di Maria è un programma per ciascuno, oggi e nel tempo. Le ore trascorrono veloci quando si sta bene e la sera, prima di coricarci, si va per un saluto alla Madonna del Santuario accanto, illuminata solo lei nel buio completo della chiesa vuota. Attimi di sguardi indimenticabili, con il respiro come sospeso e la preghiera che sboccia nei cuori. Preludio di quell’incontro al quale ognuno rivolge il pensiero: Maria. Il mattino seguente, le campane annunciano il giorno del Signore. Incontrandosi nei corridoi della casa che ci accoglie, ci si saluta fraternamente, con un sorriso. I Padri Domenicani nei loro abiti bianchi ci precedono nella chiesa ormai gremita di gente. La celebrazione ha inizio e si interrompe nel suo consueto svolgimento per presentare Giulio, all’avvio al noviziato nel Laicato Domenicano. Riceverà lo scapolare bianco dell’ordine di Maria Regina del S. Rosario. Noi abbiamo appena timidamente risposto al Suo invito e a piccoli passi, ma sicuri nella Sua Volontà, chiediamo di camminarle al fianco, mano nella mano. Imparare ad appartenere alla famiglia domenicana è un grande dono che attraverso la santa pedagogia di Maria ci porterà a Gesù. San Domenico parlava con Dio e di Dio: questa la sua missione sempre attuale. Nel mondo chiassoso e caotico del nostro tempo, ci addita la soave quiete del Tabernacolo accostandoci al quale possiamo ascoltare la Sua Voce che parla nel nostro profondo. L’ascolto ci farà più presenti anche ai fratelli nostri compagni di viaggio. Se non riempiremo le “giare” del cuore, che cosa offriremo ai commensali e allo Sposo… Non abbiamo più vino, noi che distratti e vuoti ci volgiamo ad altri banchetti e ad altre compagnie per sentirci alla fine del giorno più stanchi e amareggiati che mai. Guardare al messaggio di San Domenico ci aiuterà a ritrovare la vera gioia del cuore. Stefania

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