“Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:
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Famiglia in Movimento...
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«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d’Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno”. (Matteo 2, 13-15.19-23)
La liturgia cattolica commemora così la famiglia di Gesù e, in qualche modo, ne propone la testimonianza di fede e di amore a tutti noi. Ma se questi brani ci parlano della famiglia “carnale” e anagrafica di Gesù, in Marco 3, 31-35 e in Matteo 12, 46-50 troviamo la “famiglia spirituale”: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». Chiunque fa la volontà di Dio è parte di questa famiglia di Gesù. Spesso la famiglia anagrafica (così è nel “quadro” del racconto di Matteo) è anche la famiglia che cerca e fa la volontà di Dio, ma non è detto che sia sempre così. E’ indubbio che la valorizzazione degli aspetti positivi della famiglia classica rappresenta un obiettivo cristiano di grande rilevanza. Ma le “famiglie sante”, cioè quelle unioni di amore di persone che insieme cercano di vivere nella prospettiva del Vangelo, possono oggi realizzarsi in “modi” diversi: nella solidarietà, nell’impegno sociale, nel volontariato... Ed è in questa direzione che ho trovato il Movimento Domenicano del Rosario, che seguita a declinare la propensione fondamentale della pratica religiosa verso lo scambio sociale, la partecipazione, la condivisione. Ho trovato nel Movimento Domenicano del Rosario un gruppo di famiglie unite che compiono, a livello di fede, un cammino evangelico straordinariamente fecondo, famiglie in cui la vita personale e collettiva fa un salto di qualità. Tutto ciò mi ha fatto subito pensare ad “una famiglia in movimento”, ossia ho realizzato come il Movimento Domenicano del Rosario sia una famiglia unita non statica, ma elevatamente dinamica e viva. Nella società attuale, fortemente caratterizzata da una complessità globale, che coinvolge ed involve ogni aspetto ed esperienza della vita moderna, anche la famiglia viene investita da profondi mutamenti. Partendo dal presupposto che la famiglia è una relazione sociale piena che muta forma a seconda dell’esperienza e dei progetti di vita di ciascun individuo ed è in rapporto costante con il microcosmo e il macrocosmo di riferimento, consideriamo la famiglia contemporanea come un sistema vivente, altamente complesso, differenziato e a confini variabili, in cui si realizza quell’esperienza vitale specifica che è fondamentale per la strutturazione dell’individuo come persona, cioè come individuo in relazione (essere relazionale), nelle sue determinazioni di genere e di età, quindi nei rapporti fra i sessi e le generazioni. Ciò rispecchia pienamente l’indirizzo del Movimento Domenicano del Rosario. “Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine e obbedienza i
carismi che lo Spirito non cessa di elargire! Non dimenticate che ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa! Per loro natura, i carismi sono comunicativi e fanno nascere quell’«affinità spirituale tra le persone» (cfr.
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C.R.
... in continuo movimento Il Movimento Domenicano del Rosario in Campania continua ad espandere i suoi confini. Siate dunque lieti, cari amici ed amiche rosarianti, nell’apprendere la lieta notizia: anche Fuorigrotta adesso può vantare un numeroso gruppo di membri, che, domenica 6 febbraio 2005, alla presenza del Padre Direttore, P. Mauro Persici o.p., pieni di spirito mariano, hanno emesso la loro promessa come membri del Movimento Domenicano del Rosario. Come vedete, carissimi amici, la famiglia del Rosario continua a crescere, predisponendo i suoi membri, con animo pio, alla diffusione e testimonianza del Santo Rosario. Il Rosario, preghiera tanto semplice quanto ricca al tempo stesso, continua ad affascinare coloro che si avvicinano ad essa; meditare, infatti, i misteri della vita di Cristo, abbandonando a Lui e a Sua Madre i nostri affanni, ci aiuta a meglio comprendere la nostra natura umana e a sentire meno le fatiche che la vita, in quanto tale, può riservare a ciascuno. La nostra vita è legata a Cristo per mezzo di Maria, attraverso uno strumento tanto semplice, la corona; corona di preghiere che noi affidiamo alla nostra Madre Celeste. Non chiedetevi, dunque, che cosa spinga questi uomini e queste donne a promettere fedeltà al Santo Rosario, ma fate come loro, abbandonatevi all’immenso amore di Dio, lasciatevi cullare dalla dolce melodia delle “Ave Maria”, che accompagnano i vostri pensieri, come rose dal più bell’aspetto, colore e profumo donate a Maria, donna semplice ma di tanta ricchezza, proprio come lo stesso Rosario. Non chiedetevi, dunque, quanto peso dia la preghiera, poiché essa non dà peso ma, anzi, solleva dalla propria condizione terrena, ci avvicina al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo con la sola invocazione della Madre. Il Rosario è la catena che ci unisce, la preghiera è il vincolo che dona gioia, è lo strumento che tiene salde le famiglie e rende i giovani futuri capisaldi della vita cristiana. Spezzate, dunque, qualsiasi altra catena che vi lega all’ipocrisia e alla discordia, e lasciatevi incatenare, proprio come questi nostri fratelli e sorelle di Fuorigrotta, alla catena dell’Amore. Alessandra Gestiero
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Christifideles Laici, 24) e quell’amicizia in Cristo che dà origine ai «movimenti». Il passaggio dal carisma originario al movimento avviene per la misteriosa attrattiva esercitata dal Fondatore su quanti si lasciano coinvolgere nella sua esperienza spirituale. In tal modo i movimenti riconosciuti ufficialmente dall’autorità ecclesiastica si propongono come forme di autorealizzazione e riflessi dell’unica Chiesa. La loro nascita e diffusione ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente”. (Giovanni Paolo II)