Messori ci ha parlato di: “ G l i o c c h i d i M a r i a”
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el giugno 1796 lo Stato pontificio viene invaso dalle truppe di Napoleone. Non è soltanto un’armata straniera che ferisce il cuore della cristianità. I soldati francesi sono visti soprattutto come gli alfieri di quello spirito rivoluzionario positivista, pagano e spesso ferocemente anticristiano. Napoleone requisisce le proprietà degli ordini religiosi, spoglia le chiese, manda in Francia codici preziosi, tesori d’arte, ori e argenti. In questo clima di terrore si manifesta il soprannaturale. Meno di un mese dopo l’invasione, il 9 luglio, centinaia di romani sono testimoni di un fatto apparentemente inspiegabile: la Madonna dell’Archetto, un dipinto notissimo in città, in via san Marcello, rione Trevi, comincia ad aprire e chiudere gli occhi. La folla accorre. In migliaia vedono quello che sta succedendo. Prima c’è l’incredulità poi lo stupore. Infine a prevalere sono sentimenti di devozione e di ringraziamento per quel segno straordinario. Ma non c’è neppure il tempo di riprendersi dalla sorpresa che la notizia di un altro evento prodigioso si sparge per le vie di Roma. A Sant’Andrea della Valle un altro dipinto mariano comincia a roteare gli occhi. Ma non solo. Un mazzo di gigli ormai rinsecchiti che qualcuno aveva depositato nel vaso sottostante l’affresco molti giorni prima, improvvisamente rinverdisce. Passano soltanto poche ore che il fenomeno si ripete con un altro dipinto mariano della capitale. Poi un altro e poi un altro ancora. Nella maggior parte dei casi sono affreschi o sculture di Madonne. Poi tocca a un Crocefisso e a qualche altro simbolo sacro. E’ come se un’ondata di prodigioso avesse invaso Roma per poi allargarsi, nelle settimane successive, alle altre città dello Stato pontificio. Vengono coinvolte Frosinone, Veroli, Torrice, Ceprano, Frascati, Urbania, Mercatello, Calcata, Todi e altre ancora. Pochi giorni prima il 25 giugno. 1796, era toccato a un celebre dipinto conservato nel duomo di Ancona, la “Madonna di tutti i santi”. Gli episodi si protraggono per settimane. Dal luglio 1796 al gennaio 1797 sono alcune centinaia le Madonne che “muovono gli occhi”. Un’alluvione di prodigioso che turba anche il Papa Pio VI. E’ lui stesso a sollecitare missioni da predicare in tutte le piazze ma anche a ordinare l’avvio di un processo finalizzato a raccogliere le testimonianze dei romani che hanno visto per accertare lo svolgimento dei fatti e stabilire la verità. Vittorio Messori e Rino Cammilleri raccontano tutto questo in un libro che farà discutere. Si intitola “Gli occhi di Maria”, e riferisce nei particolari l’impressionante ondata di prodigi nella Roma invasa dall’esercito di Napoleone. Impressionante non tanto per il numero e per la ripetitività dei prodigi. Nella storia delle apparizioni mariane siamo abituati ai grandi numeri. Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomasky, nel loro saggio che raccoglie le più note appari-
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zioni mariane della storia, hanno messo insieme oltre 900 casi accertati e documentati (“Tutte le apparizioni della Madonna in duemila anni di storia”). A Medjugorie, dove peraltro si attende ancora il giudizio della Chiesa, i messaggi sono oltre 25mila. Non stupisce quindi la raffica di eventi prodigiosi raccontata da Messori e Cammilleri. Desta impressione invece la rassegna delle testimonianze. Migliaia di verbali in cui, sostanzialmente, tutti i testimoni riferiscono gli stessi particolari. La ricognizione avviata dal processo riguardò decine e decine di casi poi, per semplificare i lavori, si preferì concentrarsi sui 26 più clamorosi. Qui la ricostruzione dell’accaduto è minuziosa fino alla noia. Ma la verità storica emerge con assoluta chiarezza. Da solerte cronista Cammilleri riferisce tutto nei minimi particolari. Compreso il decreto del cardinale vicario Giulio Della Somaglia in cui si sentenzia “la verità del detto movimento degli occhi sulle sante immagini” la quale “era stata ed è provata”. Era stata indetta anche una festa da celebrarsi tutti gli anni il 9 luglio, detta dei “Prodigi della Beata Vergine Maria”. Le Madonne romane che roteano gli occhi non sono quindi leggenda ma verità approvata e sottoscritta dall’autorità ecclesiastica. Rimane però da comprendere il significato di quei segni. Perché proprio in quel periodo storico? Perché proprio nella Roma invasa da Napoleone? Cammilleri ne discute con Messori nel lungo capitolo finale. “Noi ora sappiamo -dice Messori- che proprio nell’era che comincia con la Rivoluzione francese la fede sarebbe stata messa in pericolo, i cristiani sarebbero stati più perseguitati, la Chiesa avrebbe avuto bisogno di maggiore assistenza per reggere alle tempeste scatenate dalle ideologie che, a partire dal Settecento, hanno cercato di sostituire la fede”. E’ un dialogo serrato quello che si svolge e che mette in luce una serie di “strane” coincidenze e stabilisce collegamenti a dir poco sorprendenti con le più note apparizioni mariane: Guadalupe, La Salette, Lourdes, Fatima, fino a Kibeho. In tutti questi casi la Madonna si è resa manifesta nella storia per richiamare gli uomini alla ragione della fede in vista di eventi drammatici. “La storia che tutti vedono - osserva Messori - è accompagnata da una sorta di storia parallela che solo la fede può scorgere. Una specie di corrente carsica dagli effetti tanto oggettivi quanto nascosti agli ‘occhi della carne’, per usare l’espressione biblica”. Luciano Moia (da Avvenire)
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