Il Rosario con S. Caterina: La SS.ma Trinità
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l dogma della Ss. Trinità è il mistero più essenziale e più alto della religione cristiana. A S. Caterina piace inabissarsi in esso e colloquiare con la divinità nella sua misteriosa concretezza. Le sue Orazioni, che furono raccolte dalle sue labbra negli ultimi anni della sua vita, sono dirette spesso alla SS. Trinità, con vivo sentimento, sostenuto da una fede resa quasi tangibile dalla vivacità d’espressione e dal pensiero frequentemente meditato. Per lei il mistero trinitario è lo specchio in cui si riflette l’anima nostra, che ha qualcosa dell’Unità e Trinità divina, essendo un’unica entità dotata di 3 facoltà intercomunicanti (memoria, intelletto e volontà), come da molti era insegnato. Ed è anche il vero volto di Dio, che noi possiamo incontrare nel cielo dell’anima nostra, dove Egli abita ed opera quasi svelando il tratto delle tre divine Persone, in quanto le doti loro appropriate, potenza sapienza e amore, le riscontriamo in noi a loro somiglianza.
Misteri gaudiosi: Il Padre principio di tutto l. ANNUNCIAZIONE. Nel consiglio della Trinità fu decisa, per un atto d’amore, la creazione dell’uomo. Ma l’uomo s’è messo ben presto sulla via della perdizione col peccato. Allora Dio Padre manda il Figlio suo per comunicare all’uomo la sua verità, cioè di averlo fatto a sua immagine e somiglianza, come una piccola trinità, e per farlo tornare a specchiarsi in Lui. Perciò ha scelto per Lui una madre piena di grazia, la Vergine Maria.
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2. VISITAZIONE. Maria è già “tempio della Trinità” e “portatrice del fuoco”, nell’andare da Elisabetta. La sua umiltà era così grande che piacque all’Eterno Padre più di tutte le donne. Di questo lo Spirito Santo dette conoscenza alla vecchia parente, che la riconobbe come terra fruttifera in cui era già seminato il Verbo. E dal cuore della Vergine eruppe un canto di lode e di ringraziamento a Dio. 3. NATIVITA’. L’Eterno Padre, come si legge nel Dialogo, visto che l’uomo peccatore non può riparare le proprie colpe né salvarsi da solo, ha mandato il Verbo suo Figlio a vestirsi della nostra carne mortale e farsi manifestatore della verità del Padre, il quale per amore ci vuole compagni della sua gioia nel cielo. Quel Bambino nato nella grotta è Dio umiliato all’uomo, per innalzare l’uomo fino a Dio. 4. PRESENTAZIONE. Dalle mani purissime di Maria il Padre celeste riceve l’offerta del Figlio, presentato al tempio per noi. ll segreto divino è rivelato al vecchio Simeone, che canta il suo addio alla vita terrena, ora che ha riconosciuto in quel Bambino colui che è mandato dal Padre come nostro Salvatore. Maria accoglie tutto questo nel suo cuore, compreso l’annunzio della spada nel cuore. 5. RITROVAMENTO Di GESÙ. “Devo essere nelle cose del Padre mio”. Con queste parole il fanciullo Gesù rivela la coscienza che ha del suo compito per tutta la vita. La “verità del Padre” ce la farà conoscere Lui, ma già sappiamo che essa è la direttiva della sua vita, come dev’essere della nostra, cioè l’obbedienza al Padre nella fedeltà più assoluta. Su questa linea noi possiamo trovare Gesù.
Misteri dolorosi: Il Figlio manifestatore dell’amore del Padre. 1. ORAZIONE E AGONIA NELL’ORTO. Dio ci ama tanto da dare il Figlio suo in sacrificio per noi. Gesù accetta di dare questa prova d’amore fino alla morte. Come uomo Egli è invaso da tristezza mortale e trema fino a sudar sangue. Ma prega e dice: “Padre, sia fatta non la mia ma la tua volontà”. Investito da questo sentimento, la sua obbedienza non ha limiti, per procurare l’onore di Dio e la salvezza dell’uomo. 2. FLAGELLAZIONE. . Obbedienza e amore Gesù li deve provare coi fatti. Per darcene la sicurezza Egli soffre la crudele flagellazione, che è la sua maniera
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di liberarci dalla schiavitù della carne e dei sensi. D’ora in poi, se noi temiamo di non poterci liberare da quel dominio carnale, ricordiamoci che la forza è in quel sangue versato abbondantemente per noi. Se Dio non volesse o non potesse liberarci non ci avrebbe dato il Figliuolo, e il Figliuolo la vita. 3. CORONAZIONE Di SPINE. Non c’è peccato nostro che non dovesse essere espiato dalle sofferenze e dal sangue di Cristo. Egli quindi volle sostenere tutto, ingiurie, schiaffi, scherni, derisioni, corona di spine, per dimostrare che l’amore del Padre si estende a redimere tutti questi mali, e dare conforto ed esempio di pazienza a coloro che ne sono vittime. Per noi deboli ha preso Lui l’amara medicina. 4. VIAGGIO AL CALVARIO. Cristo abbracciò la croce con amore e la portò senza lamentarsi fino all’estremo delle forze, tanto che si può dire che “corse come innamorato alla mensa della santissima croce”. Così c’incoraggiò col suo esempio a non scoraggiarsi sotto il peso delle tribolazioni, perché c’è sopra di noi un amore paterno che tiene conto di tutto. 5. CROCIFISSIONE E MORTE. Sulla croce l’amore ha superato ogni confine. Il Padre sacrifica il Figlio per liberare il servo. Il Figlio perdona ai suoi crocifissori. Così giustizia e misericordia trionfano insieme. La chiave dell’obbedienza, gettata da Adamo nel fango del peccato, è recuperata da Cristo e, liberata dalla ruggine, è rimessa nelle mani dell’uomo, che con essa può aprirsi la porta del cielo. E Cristo, quasi con gioia, può gridare: Consummatum est!
Misteri gloriosi: Lo Spirito Santo, rifinitore e santificatore 1. RISURREZIONE. Quell’eterno Amore, che tenne Cristo inchiodato in croce, facendogli versare tutto il sangue, è il fuoco divino con cui Cristo ritorna alla vita e diventa nostra resurrezione. Una vita nuova s’inaugura per l’uomo redento e unito al Cristo: ministratore di questa vita è lo Spirito Santo, fatto per modo di dire quasi nostro servitore, perché Egli ci porta tutti i doni di Dio. 2. ASCENSIONE. Cristo sale al cielo, perché la missione visibile del Figlio è terminata; ma egli non lascia orfani i suoi discepoli. Egli è sempre la via unica per
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salire al cielo. Lo è stato con l’esempio e con la parola; ora lo è con la dottrina che ci ha lasciato e che ormai è affidata a un maestro sicuro, lo Spirito Santo, che spiegherà più chiaramente e confermerà alle menti degli uomini e alla Chiesa la dottrina di Cristo. 3. PENTECOSTE. La Pentecoste è per antonomasia “l’avvenimento dello Spirito”, che viene sugli apostoli e sulla Chiesa, insieme con la potenza del Padre e la sapienza del Figlio. Egli fortificò le menti dei discepoli, illuminandoli più chiaramente sulla “inestimabile carità del Verbo con la volontà dei Padre, che non voleva altro che la nostra santificazione!”. Egli è il Maestro interiore che non mancherà mai alla Chiesa, suscitando in essa apostoli, dottori e martiri. 4. ASSUNZIONE DI MARIA. Maria SS. è colei che merita di essere accolta in cielo con tutto il suo essere, perché in lei la mano dello Spirito Santo ha scritto tutta la Trinità, cioè la potenza creatrice del Padre, la sapienza salvatrice dei Figlio e la bontà dello Spirito stesso; ed è anche la “ricompratrice dell’umana generazione”, perché la carne che ci ricomprò nella passione del Figlio veniva da lei, che vi aggiunse anche il proprio dolore di corpo e di mente. 5. INCORONAZIONE DI MARIA E GLORIA DEI SANTI. Maria porta con sé in cielo l’impronta di quel sigillo dello Spirito Santo, che la rese costante nel cooperare col Figlio a promuovere la gloria e la lode del nome di Dio con la salvezza delle anime. Essa è madre di grazia e di misericordia, con l’intercessione e l’esempio; e continua ad essere pronta ad accogliere le nostre preghiere come madre e avvocata dei peccatori.
PREGHIERA FINALE O Trinità beata, o eterna Deità, origine e termine d’ogni nostro bene, fa’ che la memoria dei tuoi doni ci faccia crescere come tempio tuo, guidati dalla luce di sapienza del Figlio incarnato e sostenuti e infervorati dal fuoco dello Spirito. Tu che sei uno e vivi in eterno. Da: “Il Rosario con Caterina” del p.G.D’Urso - edizioni Cantagalli
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