IL ROSARIO E GLI ANGELI
A
sentire parlare di angeli oggi molti sorridono, come se fosse una fiaba per bambini.Il mondo d’oggi, evoluto, tecnicizzato, emancipato si rifiuta di accettare l’esistenza degli angeli. E si pensa che questo sia un progresso: in realtà non è altro che una forma di materialismo piatto e volgare, che non è certo una scoperta del nostro tempo. Già fra gli antichi greci vi erano dei pensatori materialisti, i quali ritenevano che esistesse soltanto la materia (pensiamo agli atomi di Democrito). E anche ai tempi di Gesù. Leggiamo negli Atti degli Apostoli (23,8) a proposito dei Sadducei: “I Sadducei affermano che non c’è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose”. Il materialismo non è di oggi e non è un segno di progresso: anzi si potrebbe dire che il progresso scientifico va verso un superamento del materialismo.
Esistenza degli angeli Che possano esistere dei puri spiriti lo possiamo comprendere anche con il solo ragionamento, indipendentemente dalla fede. Pensiamo a noi stessi: noi siamo capaci di attività puramente spirituali. Noi formuliamo delle idee: l’idea di “casa”, per esempio. Quanto pesa l’idea
13
di “casa”? Quanto è lunga, quanto è larga, di che colore è? L’idea è puramente spirituale. E ancora di più lo sono le idee di bontà, di bellezza, di giustizia, di diritto... Tutte realtà puramente spirituali che rivelano l’esistenza in noi di un principio immateriale, appunto l’anima spirituale (e quindi immortale). In noi però l’anima è unita al corpo, il principio spirituale è unito al principio materiale formando con esso una sola realtà: l’uomo. Ma non si vede perché non possano esistere degli esseri puramente spirituali. Lo spirito è più nobile della materia, e ciò che è più nobile non è detto che debba legarsi necessariamente a ciò che è meno nobile. La nostra ragione quindi ci mostra che non è affatto impossibile che esistano degli esseri puramente spirituali. Ma che questi esseri esistano davvero ce lo afferma con certezza e sicurezza la nostra fede: la Sacra Scrittura parla spessissimo degli angeli. E il magistero della Chiesa è intervenuto più volte con chiarezza su questo argomento. Il Concilio Lateranense IV dice: “Dio, con la sua onnipotente virtù, all’inizio del tempo ha creato dal nulla ambedue le creature, la spirituale e la materiale, l’angelica e la mondana, e infine l’uomo, composto di ambedue”. Il testo è ripreso dal Vaticano I. Paolo VI poi inizia così la sua professione di fede, pronunciata in piazza San Pietro il 29 giugno 1968: “Noi crediamo in un solo Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo dove trascorre la nostra vita fuggevole, e delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli, e creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.” Gli angeli dunque esistono, e ricordare l’esistenza di questi puri spiriti, pensare agli angeli, pregare gli angeli è quanto mai utile e consolante: ci ricordiamo così che non esiste solo questo mondo visibile, ma che esiste un altro mondo, più alto, più elevato, più bello, il mondo dei puri spiriti, e anche delle anime di quanti hanno lasciato questa vita e sono in attesa della risurrezione: i santi del cielo e le anime sante del Purgatorio.
La salutazione angelica Ora, il Rosario ci ricorda continuamente l’esistenza degli angeli. Basti pensare che il Rosario è essenzialmente la ripetizione (ripetizione contemplativa) dell’Ave Maria. Ma, l’Ave Maria è anche detta salutazione angelica, non essendo altro che il saluto dell’angelo. Ed è molto significativo che noi ci rivolgiamo alla Beata Vergine ripetendole le parole dell’angelo. Infatti, se riflettiamo bene, ci accorgiamo che alla vergine purissima, immacolata, senza macchia, Madre castissima, Madre inviolata, Madre intemerata, solo un angelo può rivolgersi degnamente. Noi dunque facciamo nostre le parole dell’angelo, la salutazione angelica, perché soltanto delle parole angeliche si addicono alla Vergine purissima: “Ave maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Maria SS. infatti è Vergine, è la Vergine per eccellenza (notiamo le litanie: Sancta Maria, Sancta Dei Genitrix, Sancta Virgo Virginum ... ). Ora la verginità rende simili agli angeli. Vivere verginalmente significa condurre una vita che in un certo qual modo è simile alla vita degli angeli. Dice S. Girolamo: “è significativo che alla Vergine sia stato inviato un angelo” (In serm. Assumpt.). Gesù stesso mette in stretto rapporto la verginità con gli angeli quando dice: “Nella risurrezione né gli uomini avranno moglie, né le donne marito, ma saranno come gli angeli di Dio”. (Mt. 22,30).
14
Gli angeli nei misteri del Rosario Il primo mistero gaudioso, l’Annunciazione, ci presenta il sublime dialogo fra l’angelo, anzi l’arcangelo Gabriele e Maria Immacolata, la Regina degli Angeli. E, caso unico, vediamo l’angelo che rende omaggio a Maria SS. Una creatura angelica per sua natura più alta e più nobile, rende omaggio a una creatura umana, che per natura sua le è inferiore. E’ l’angelo che saluta per primo: “Ave, o Maria, piena di grazia”. Nel suo commento all’Ave Maria S. Tommaso si chiede il perché di questo fatto, e risponde che la Beata Vergine Maria era superiore agli angeli per tre motivi. Primo, perché aveva una grazia più abbondante (ecco perché l’angelo le dice: “Ave, o Maria, piena di grazia”). Secondo, perché aveva una familiarità con Dio superiore a quella degli angeli (ecco perché le dice: “Il Signore è con te”). Terzo, perché aveva una purezza maggiore di quella degli angeli, nel senso che non solo era pura in se stessa e per se stessa, ma anche fonte di purezza per gli altri, portando agli uomini la benedizione: “Benedetta tu fra le donne”: la benedizione della divina maternità, fonte di salvezza per tutto il genere umano. Il meraviglioso, sublime dialogo fra l’angelo e la Beata Vergine Maria costituisce il primo mistero del Rosario, ma si estende a tutta la corona, perché tutto il Rosario si svolge in questa luce angelica, attraverso la continua ripetizione delle parole dell’angelo. E anche negli altri misteri spesso incontriamo gli angeli: nel terzo mistero gaudioso gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme. Nel primo mistero doloroso un angelo scende dal cielo a confortare Gesù nell’orto degli ulivi: “Gli apparve allora un angelo del cielo a confortarlo” (Lc 22,43). E quando vengono per catturarlo e Pietro trae fuori la spada, Gesù gli dice: “Rimetti la spada nel fodero... Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?”. Incontriamo poi gli angeli alla Risurrezione: “E ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore scese dal Cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che
15
ebbero di lui, le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura. So che cercate Gesù, il Crocefisso. Non è qui, è risorto, come aveva detto...” (Mt 28,8 ss.). E il Manzoni descrive mirabilmente questa scena nel suo inno La Risurrezione: “Un estraneo giovinetto / si posò sul monumento: / era folgore l’aspetto, / era neve il vestimento. / Alla mesta che il richiese / dié risposta quel cortese: / è risorto, non è qui”. All’Ascensione incontriamo ancora gli angeli: “Mentre essi stavano fissando il cielo, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché ve ne state a fissare il cielo? Questo Gesù che voi avete visto salire al cielo tornerà allo stesso modo in cui l’avete visto salire al cielo” (Atti 1,10 ss.). Nel quarto mistero glorioso vediamo la Beata Vergine Maria trasportata dagli angeli in Paradiso. Ricordiamo la bella antifona della liturgia: “Maria è stata assunta in Cielo. Gioiscono gli angeli e lodando benedicono il Signore”. Infine l’ultimo mistero del Rosario ci mostra Maria SS. incoronata Regina del Cielo e della terra, nella gloria degli angeli e dei santi. E così il Rosario, possiamo dire, ci si presenta come una preghiera angelica: angelici sono i due misteri, iniziale e finale (l’Annunciazione e l’Incoronazione). E notiamo di passaggio come questi siano anche i due temi in cui eccelle quel meraviglioso pittore che fu il Beato Giovanni da Fiesole, chiamato appunto il Beato Angelico (il nome è significativo), insuperabile nel dipingere la Beata Vergine Maria e gli angeli, i suoi soggetti preferiti. Il Rosario è quindi preghiera angelica per i due misteri che lo inquadrano, che lo incorniciano, per così dire. Ed è preghiera angelica per tutta la sua struttura, la ripetizione cioé della salutazione angelica, dell’Ave Maria. Recitando il Rosario ci manteniamo in contatto con il mondo sublime degli angeli, ci manteniamo in un clima di purezza angelica. E ne abbiamo tanto bisogno oggi, in questo mondo così materialista, così sensuale, così corrotto. Che i santi angeli ci aiutino a dire sempre bene il santo Rosario, e ci aiuti soprattutto la Beata Vergine Maria, Regina degli Angeli. fra Roberto Coggi o.p.
16